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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 52 di Giovedì 29 settembre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS), Tito Boeri.
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 ,
Boeri Tito , presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ... 2 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 ,
Di Salvo Titti (PD)  ... 6 ,
Santini Giorgio  ... 7 ,
Puglia Sergio  ... 8 ,
Galati Giuseppe (Misto-ALA-MAIE)  ... 9 ,
Santini Giorgio  ... 9 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 9 ,
Boeri Tito , presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ... 10 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 12 ,
Boeri Tito , presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ... 12 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 13 

ALLEGATO: Documentazione presentata dal presidente dell'INPS ... 14

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 15.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS), Tito Boeri.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, l'audizione del professore Tito Boeri, presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. L'audizione odierna verte sui profili organizzativi relativi all'INPS.
  È altresì presente il dottor Luciano Busacca, direttore dell'Ufficio di Presidenza dell'INPS.
  Noi abbiamo appena audito il presidente del CIV, che ci ha segnalato che vi è stato un ricorso al TAR per quanto riguarda una determinazione che lei ha emanato, quindi le chiederemmo di illustrarci anche gli avvenimenti di questi giorni, anche alla luce dei pareri che sono stati inviati anche a noi sia dal Ministero dell'economia e delle finanze, dal Ministero del lavoro, e da quello della funzione pubblica.
  Lascio quindi la parola al presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS), Tito Boeri.

  TITO BOERI, presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Grazie, presidente, per questa opportunità di tornare sulla riforma organizzativa dell'INPS, di cui avevamo già dato le linee generali in precedenti audizioni e adesso possiamo approfondire alla luce degli atti regolamentari nel frattempo approvati. È indubbiamente una riforma importante di un istituto nevralgico per il Paese, e questo motiva l'attenzione con la quale si guarda a questa riforma.
  Vorrei inizialmente dare maggiori dettagli sui contenuti e gli obiettivi della riforma e poi rispondere alle vostre osservazioni al riguardo. La riforma intende permettere finalmente la realizzazione delle economie di scala che sono state rese possibili dall'accorpamento delle gestioni dei lavoratori pubblici (Inpdap) e dello spettacolo (Enpals) realizzando, già a partire dal prossimo anno, una serie di obiettivi importanti in termini di servizi forniti agli utenti.
  Il primo è quello di garantire tempi più brevi di pagamento della prima pensione e uguali tra gestioni diverse. Noi vogliamo trattare i lavoratori pubblici e privati tutti allo stesso modo. In secondo luogo vogliamo contenere in modo rilevante i tempi di lavorazione delle domande di supplementi, ricostituzioni, ricongiunzioni, totalizzazioni, trasferimenti della contribuzione e invalidità. Anche qui era un problema di fusione a freddo tra i tre enti, che Pag. 3vogliamo superare realizzando economie di scala.
  Vogliamo inoltre giungere ad un progressivo allineamento di tutte le sedi territoriali dell'INPS e a tempi medi più brevi nell'erogazione delle altre prestazioni. Vogliamo inoltre ottenere un incremento significativo del numero di punti INPS presso i comuni e degli sportelli unici, in cui al singolo utente viene fornita l'intera gamma dei servizi INPS. In altre parole puntiamo a un rafforzamento della presenza capillare dell'INPS, pur in un contesto di riduzione della spesa e di razionalizzazione della nostra presenza sul territorio.
  Vogliamo ottenere una crescita rilevante del numero di servizi offerti online con personalizzazione del rapporto con gli utenti, sia attraverso il MyINPS che è stato introdotto nel nuovo sito e diventerà pienamente operativo alla fine di quest'anno, sia con il superamento della soglia di 20 milioni di identità digitali SPID PIN dell'INPS.
  Tra gli obiettivi che intendiamo realizzare già a partire dal prossimo anno c'è la possibilità per tutti i contribuenti INPS di ricostruire la propria posizione assicurativa e simulare la pensione futura nell'ambito del programma La mia pensione e di inviare la busta arancione a tutti coloro che non abbiano l'identità digitale.
  Vi è infine da segnalare l'aumento significativo della quota di nuove erogazioni di ammortizzatori sociali intervenute in automatico, non appena si materializza la perdita del posto di lavoro, senza dover passare attraverso la presentazione di una domanda da parte dell'interessato.
  Questi sono obiettivi che riteniamo raggiungibili a partire da questa riforma, ma lasciatemi spiegare in cosa consista. La riforma introduce un nuovo modello di erogazione dei servizi, che affronta in modo integrato le diverse problematiche di chi si rivolge all'istituto, che spesso è contemporaneamente lavoratore e datore di lavoro, o pensionato e lavoratore al tempo stesso, perché in passato ci si specializzava per singole prestazioni, mentre adesso ci rivolgiamo al singolo utente nella complessità delle problematiche che viene a porci.
  La riforma potenzia la presenza dell'istituto sul territorio, garantendo la gestione capillare delle interazioni con le realtà locali, che sono molto importanti in campi in cui l'attività dell'istituto è in espansione (pensiamo all'assistenza sociale, all'assicurazione contro la disoccupazione anche in costanza di rapporto di lavoro e soprattutto alla sfida delle politiche sulla non autosufficienza).
  Vogliamo rendere più integrati, veloci ed efficienti i processi di produzione dei servizi, unificandoli tra le diverse gestioni e mettendo le procedure informatiche al servizio delle esigenze organizzative dell'istituto, in quanto l'informatica serve all'organizzazione, non è qualcosa che si sviluppa in modo indipendente dalle esigenze organizzative dell'istituto.
  Vogliamo inoltre sviluppare una maggiore capacità innovativa e di supporto alla fase di proposta legislativa che è molto importante per l'istituto, ma anche alla valutazione degli effetti delle politiche sociali e redistributive, nonché accrescere le funzioni di governo e di regia dei processi, semplificando più che dimezzando il numero delle direzioni centrali a Roma nell'ambito di una struttura organizzativa piatta.
  Vi darò la relazione con l'organigramma attuale dell'INPS e quello previsto da questa riforma.
  La riforma organizzativa si regge su tre pilastri. Il primo è quello che serve a unificare la struttura organizzativa dell'istituto e i processi di erogazione dei servizi dopo l'incorporazione di Inpdap e Enpals, rendendo la macchina INPS al contempo più efficiente e più vicina ai cittadini.
  Il secondo pilastro vuole migliorare la selezione della classe dirigente dell'INPS, permettendo così la valorizzazione delle professionalità già presenti nell'istituto e facilitando l'inserimento di giovani laureati dopo quasi 15 anni di blocco del turnover.
  Il terzo pilastro stabilisce un giusto equilibrio nel rapporto con le rappresentanze dei portatori di interesse, valorizzandone il ruolo di indirizzo strategico, controllo Pag. 4 e monitoraggio, e riducendone l'interferenza con la gestione dell'istituto.
  Vediamo ora nel dettaglio i provvedimenti che definiscono i contenuti e il perimetro di questi tre pilastri. Vorrei partire innanzitutto dall'ordinamento dei servizi, che viene a definire l'organigramma dell'istituto. Oggi abbiamo un assetto dell'INPS con 48 posizioni dirigenziali, di cui 33 sono a livello centrale e 15 sul territorio, è il frutto della semplice sommatoria tra le posizioni apicali di INPS, Inpdap ed Enpals presenti prima della fusione tra i tre istituti.
  Troppi dirigenti centrali con forti sovrapposizioni di competenze sono costosi non solo per il loro monte salari, ma soprattutto perché le sovrapposizioni allungano a dismisura i processi decisionali e quindi finiscono per scaricare sugli utenti i costi in termini di tempi d'attesa per la fornitura di nuovi servizi. Organizzazioni fortemente segmentate, con responsabilità che si sovrappongono portano con sé inevitabilmente la rivendicazione da parte di troppe persone di un ruolo in decisioni che li riguardano anche solo marginalmente.
  Il problema sarebbe in parte superabile se ci fosse un coordinamento molto forte dell'attività dei singoli dirigenti, ma è praticamente impossibile per un direttore generale coordinare 48 direttori generali.
  Il nuovo ordinamento dei servizi quindi modifica radicalmente questo assetto, creando 36 direzioni rispetto alle 48 attuali e operando un riequilibro molto forte nella loro distribuzione sul territorio: dalle 33 direzioni centrali si passa a 14 direzioni centrali, mentre le direzioni sul territorio invece aumentano, passando da 15 a 22. Si riducono così i riporti diretti delle direzioni di prodotto e strumentali al direttore generale nell'ambito di un assetto organizzativo piatto, che non contempla la costruzione di nuovi livelli gerarchici, che finirebbero per rallentare il processo decisionale.
  L'accorpamento di molte attuali direzioni supera le strutture organizzative autoreferenziali del passato (alcune avevano addirittura tre righe di titolo), permettendo di assegnare a tutte le direzioni obiettivi in termini di quantità e qualità dei servizi offerti agli utenti. Questo è molto importante per disciplinare l'attività dell'istituto: le direzioni rispondono di fronte agli utenti sulla qualità, oltre che sulla quantità dei servizi. Tutte le direzioni dovranno così acquisire una filosofia orientata al soddisfacimento degli utenti e verranno misurate nel loro comportamento su questa base.
  Se la nuova struttura organizzativa crea demarcazioni di competenze meglio definite del precedente ordinamento, dall'altro lato promuove anche le sinergie, il collegamento orizzontale tra le diverse direzioni, spingendo verso il superamento di prassi consolidate in cui ogni direzione finiva per agire per conto proprio.
  La pianta organica dell'istituto, che attualmente prevede 48 direzioni, verrà progressivamente allineata al nuovo numero di posizioni dirigenziali che, come ricordavo, sono 36 più l'organismo indipendente di valutazione. Si prevede di completare questo processo nel giro di due anni, man mano che alcuni dirigenti generali matureranno i requisiti per il pensionamento.
  I risparmi comunque ci saranno fin da subito, perché gli incarichi di studio e ricerche temporanei saranno molto meno della differenza fra il numero di direzioni previste e la dotazione organica, e questi incarichi non prevedono alcuna struttura di supporto. Vista una forte carenza di personale nell'istituto, questo consentirà di liberare risorse e destinarle alle strutture che ne hanno maggiormente bisogno.
  A regime si avranno quindi risparmi quantificabili in circa 8 milioni di euro, tra costi diretti e indiretti delle diverse direzioni rimosse da questo ordinamento. Questi risparmi contribuiranno a finanziare il piano di assunzione di 900 giovani laureati.
  Il secondo pilastro riguarda la selezione della classe dirigente dell'istituto. Il cambiamento organizzativo si realizza innanzitutto attraverso le persone e il varo della nuova struttura comporterà l'azzeramento delle attuali posizioni dirigenziali e il riempimento delle diverse caselle vacanti nel rispetto delle norme sulla rotazione degli incarichi. Pag. 5
  I nuovi criteri e modalità per il conferimento degli incarichi dirigenziali prevedono che, in caso di riorganizzazione dell'istituto, la selezione dei dirigenti di prima fascia sia supportata da una Commissione di esperti esterni all'amministrazione con competenze in informazione, gestione e regolamentazione della dirigenza pubblica, oltre che nella gestione di bilanci pubblici (ciascuna direzione avrà un proprio bilancio da gestire).
  La Commissione ha il compito di offrire un supporto informativo agli organi dell'istituto nell'attribuzione degli incarichi, formulando rose o elenchi di candidati. Tale attività istruttoria sarà di grande aiuto al direttore generale e al presidente in un processo di valutazione comparativa, in cui andranno rispettate anche le esigenze di rotazione imposte dalle normative contro la corruzione.
  Questo processo richiede valutazioni sul potenziale dei candidati in nuove attività, senza poter attingere ad informazioni sulla base di rilevazioni della loro passata performance in tali incarichi, perché non li hanno ancora ricoperti. La Commissione garantirà anche le necessarie trasparenza, imparzialità e collegialità in decisioni fondamentali per il futuro dell'INPS, perché il buon funzionamento (lasciate che lo ripeta) delle organizzazioni complesse dipende dalla qualità dell'incontro fra domanda e offerta di competenze ad ogni livello.
  Questo è un processo molto complicato, si tratta di una ristrutturazione complessiva con l'azzeramento di tutte le posizioni, quindi bisogna trovare le persone giuste e metterle al posto giusto, processo tutt'altro che ovvio.
  La Commissione non riduce le prerogative del direttore generale, che potrà liberamente definire una proposta motivata di attribuzione degli incarichi, ma semmai lo tutela da ricorsi o interferenze esterne, comprese quelle dello stesso presidente che, come nell'ordinamento precedente, ha l'ultima parola su questo livello di incarichi.
  Grazie ai risparmi realizzati negli anni passati e a quelli resi possibili dalla riduzione del numero dei direttori generali, l'istituto potrà tornare ad assumere. Abbiamo già chiesto l'autorizzazione al Dipartimento della funzione pubblica per procedere all'assunzione di circa 900 giovani laureati, che opereranno presso le sedi territoriali e nella sede della direzione centrale a Roma.
  Si spera che questo processo possa portare a oltre 400 assunzioni entro la fine di quest'anno per via dello scorrimento delle graduatorie concorsuali già esistenti. Per la parte rimanente si procederà a indire un concorso, i nuovi assunti riceveranno una formazione a trecentosessanta gradi per conoscere l'intera gamma dei servizi forniti dall'istituto e dovranno diventare i consulenti sul territorio.
  Il terzo pilastro riguarda il rapporto con le parti sociali. Il nuovo Regolamento di organizzazione definisce in modo chiaro (questo probabilmente è anche legato alle osservazioni mosse dal presidente del CIV) le competenze dei diversi organi dell'istituto nel pieno rispetto e coerenza delle norme di legge, coerenza che non era stata semmai rispettata dal Regolamento di organizzazione precedente, elenca le competenze del presidente, distinguendo fra quelle che attualmente esercita in quanto erede del disciolto consiglio di amministrazione e quelle sue proprie.
  Nel caso auspicabile (non è la prima volta che ne sottolineo l'importanza) di riforma della governance e di ripristino del consiglio di amministrazione sarà chiaro quindi quali prerogative andranno tolte al presidente per essere trasferite al consiglio di amministrazione, di cui il presidente è solo uno dei componenti.
  Come è noto a questa Commissione, da tempo mi batto perché questa nuova governance venga varata al più presto e quindi per sottrarre poteri al presidente. Questo renderà possibile anche ridurre in modo consistente il numero dei componenti del consiglio di indirizzo e vigilanza, che oggi sono 24, e del collegio dei sindaci, che oggi sono 9, con ulteriori risparmi non irrisori per le casse pubbliche, rendendo più snelli tali organi, senza per questo sminuirne il ruolo. Pag. 6
  Il Regolamento di organizzazione chiarisce inoltre che il Consiglio di indirizzo e vigilanza ha funzioni di controllo e monitoraggio delle attività e fornisce indicazioni strategiche al presidente sulle priorità dell'istituto. Al tempo stesso mette in chiaro la catena delle responsabilità del presidente nei confronti degli stakeholder, cioè il CIV, e del DG nei confronti del presidente.
  Questo esclude l'interferenza degli organi nella gestione della macchina, dunque sulle scelte operative del direttore generale. Crea così il necessario filtro fra pressioni della politica e delle rappresentanze di interessi e funzionamento della macchina. Il presidente e un domani il consiglio di amministrazione esercita questa funzione, liberando così il direttore generale da compiti non inerenti alla gestione.
  La gestione infatti richiede scelte rapide nell'adattare l'INPS ai sempre nuovi compiti che le vengono affidati dal legislatore. È interesse di tutti i lavoratori e di tutti i pensionati che l'INPS sia il meno costoso possibile nel fornire i propri servizi e ne migliori sempre di più la qualità, è interesse delle stesse organizzazioni sindacali astenersi dai compiti di gestione, che possono comportare scelte difficili anche nella gestione del personale.
  Mi preme infine aggiungere (in questo raccolgo l'invito del presidente a commentare le note pervenuteci dai diversi Ministeri) che questa relazione tiene conto pienamente delle osservazioni pervenute in questi giorni dai Ministeri vigilanti e quindi rappresenta una prima risposta pubblica, nello spirito della massima trasparenza, ai principali chiarimenti che ci venivano richiesti in quelle note.
  Questi chiarimenti riguardano innanzitutto il ruolo della Commissione per il conferimento degli incarichi dirigenziali, secondo gli incarichi di studi e ricerche, terzo il rapporto tra CIV e direttore generale, quindi su questo le osservazioni precedenti sono già una risposta a quei quesiti.
  Quanto ai rapporti tra presidente e direttore generale, non c'è bisogno di aggiungere nulla a quanto riportato nella nota del Dipartimento della funzione pubblica sulla natura non vincolante delle proposte del direttore. Leggo testualmente: «non si rinvengono nella norma primaria elementi che ne sanciscano la vincolatività» cioè la proposta del direttore non è vincolante e sulla sua obbligatorietà solo nei tre casi previsti dalla legge, cioè l'articolo 8, comma 2 del DPR 639 del 1970. Questo conferma che il Regolamento di organizzazione pone riparo a un vizio presente nel Regolamento precedente.
  Lascio agli atti questa relazione assieme ad un organigramma che ricostruisce l'assetto organizzativo attuale dell'istituto e il futuro assetto organizzativo dell'istituto alla luce della riforma che vi ho prospettato.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Lascio la parola ai colleghi che desiderino intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  TITTI DI SALVO. Grazie, presidente, per la sua relazione. Naturalmente lei sa benissimo come la nostra Commissione abbia compiti istituzionali di controllo sugli enti, lo dico in premessa perché la dialettica anche aspra che si è aperta dentro l'istituto ci compete dal punto di vista dell'impatto sul funzionamento dell'ente medesimo e quindi sulla sua salute, non per altri aspetti.
  Per questa ragione mi limiterò ad alcune osservazioni che, avendo audito il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza, coincidono con le sue e si soffermano particolarmente su un punto.
  Nonostante in questa fase della mia vita io sia tra coloro che fanno le leggi, negli anni passati sono stata presidente del CIV dell'Enpals per un tempo limitato, quindi so bene come strutturalmente nella gestione, nell'indirizzo, nella vita di un ente previdenziale si rilevi un conflitto in natura, che si sviluppa nell'esercizio delle funzioni nel momento in cui queste non sono regolate e non esiste un perimetro che indica chi fa che cosa.
  Questa è una riflessione che lei ha sentito più volte in questo luogo perché, come ricordava (gliene do atto, in questo caso avendola audita in Commissione lavoro Pag. 7quando la Commissione lavoro doveva esprimere un parere sulla sua nomina a presidente dell'INPS), so bene che la richiesta di una riforma della governance è stata una delle prime richieste che ha avanzato in quella sede, in cui presentava la sua candidatura e proponeva la sua visione delle cose, quindi so bene come questo ragionamento non le sia estraneo.
  Ritengo che la situazione che si è sviluppata dentro l'istituto possa essere l'occasione perché questa richiesta, che corrisponde alla sua visione e alla nostra visione, possa essere parte anche della visione degli stakeholder del CIV, la cui maggioranza qualche tempo fa ha firmato un protocollo d'accordo sui contenuti di un'eventuale riforma della governante; parlo di CGIL, CISL e UIL e Confindustria, ma credo che successivamente quell'accordo sia stato firmato anche da altre parti datoriali).
  Sottovoce prima con il mio collega Santini, esperto di leggi di bilancio, mi chiedevo se fosse possibile un collegato alla stabilità con il quale affrontare questo tema, perché penso che sia una scelta di cui il legislatore e il Governo debba assumersi la responsabilità.
  Ci sono i pareri dei Ministeri sull'evento di cui stiamo parlando, ma il tema è strutturale, quindi penso che questa sia la funzione che possiamo svolgere positivamente in questa situazione e immagino che sia possibile trovare una soluzione, perché credo che nella responsabilità sua e degli altri organi ci sia la comprensione della delicatezza di quei ruoli e della necessità di trovare una composizione che, come direbbe il mio collega, non va a carte bollate.
  Questo soprattutto se insieme si riuscisse a stabilire un tempo entro il quale la riforma della governance sarà realizzata, perché questo rasserena un po’ tutti, perché il tema non è tanto il merito delle cose che lei ci ha illustrato, che peraltro ci erano note, quanto i rapporti tra gli organi.
  Il CIV ci ha illustrato precedentemente una lesione di prerogative che ritengono essersi verificata, naturalmente il suo punto di vista è differente, ma a me sembra che su questo possa intervenire la riforma della governance, sul merito trovare una soluzione condivisa.

  GIORGIO SANTINI. Abbiamo già fatto un intervento in tandem, quindi mi limito a completarlo. Noi vorremmo essere molto chiari con il presidente Boeri, perché la portata e gli obiettivi dell'intervento sono talmente importanti che meritano una grande attenzione e la rapida individuazione di una strada, evitando che vengano pregiudicati da questioni metodologiche.
  C'è una lunga diatriba nella storia di tutti gli organi per cui si dibatte se sia più importante il metodo o il merito, io credo che in un istituto previdenziale sia molto importante la sostanza, l'obiettivo, in quanto è nato per quello, è diventato importante per quello, ha accorpato tanti altri istituti previdenziali per quel motivo, ossia migliorare le prestazioni, la qualità, la quantità.
  Abbiamo un'asimmetria evidente: dei due processi che si sono instaurati, gli accorpamenti e la riforma della governance, uno è andato avanti per motivi evidenti di necessità e situazioni concrete, mentre la governance non è andata avanti oppure è stata riformata in maniera troppo sbrigativa nel 2010. Considero molto importante che il presidente ritenga importante la presenza di un consiglio di amministrazione, cosa che giudichiamo assolutamente utile anche per sfiammare un po’ la situazione, perché alcune, eventuali letture sono eliminate alla radice.
  Non siamo ovviamente né un tribunale, né un ufficio di conciliazione, però sentiamo di poter dire che andrebbe individuata una strada, perché quella maestra è la riforma della governance in tempi certi che studieremo con il Governo e con il Ministero del lavoro che intendiamo audire a breve, per valutare se si possa individuare il veicolo legislativo più rapido.
  I collegati alla legge di bilancio, come si chiama da quest'anno, vanno anche capiti, perché adesso la legge di bilancio ha una casistica diversa dalle precedenti leggi di stabilità che avevano altre caratteristiche, però penso che un collegato, un disegno di legge governativo rapido possano essere gli elementi che evitano di compromettere gli Pag. 8obiettivi, senza farci intrappolare dai metodi.
  Sul secondo aspetto abbiamo una voce in capitolo molto limitata, nella mia esperienza serve di più una discussione che una carta bollata che riproduce altre interpretazioni, però questo fa parte della volontà dei diversi organi che stanno intraprendendo una strada di aspro confronto.
  A mio avviso il processo di accorpamento progressivo di altri istituti rende necessaria una revisione organizzativa e il tempo non può essere sospeso nel nulla, ma deve avere una determinazione perché porsi l'obiettivo che da un certo 1 gennaio definito possa partire una regolarizzazione è un fatto importante.
  Naturalmente nel frattempo bisogna «sfiammare» la situazione, forse parlarsi un po’ di più, trovare una modalità, condividendo gli obiettivi di riforma della governance, chiedendo ai decisori politici di farla nel più breve tempo possibile, trovando un modus vivendi.
  Siccome questa è una cosa condivisa, che potrà trovare una soluzione condivisa e in ogni caso adeguata, è necessaria una tregua operosa che possa evitare di compromettere gli obiettivi.

  SERGIO PUGLIA. Ringrazio il presidente Boeri a cui auguro buon lavoro, perché una riforma organizzativa è ciò di cui da anni l'INPS ha veramente bisogno, e questo lo si può notare andando semplicemente a fare una passeggiata nelle varie sedi territoriali.
  È molto importante anche il passaggio in cui ha affermato in premessa che uno degli obiettivi è quello di aprire tanti punti INPS, in modo tale che l'INPS abbia una presenza capillare sul territorio, ovviamente stando molto attenti alla riduzione di spesa.
  Già qualche mese fa, in riferimento ai punti INPS e alla presenza capillare, parlammo di siglare accordi con gli enti territoriali che mettano a disposizione gratuitamente i propri locali, come è avvenuto anche a Torre Annunziata.
  Avendo avuto un'esperienza nel dialogo con l'INPS vorrei evidenziare come la sua struttura informatica funzioni veramente bene, abbia avuto negli anni una velocizzazione dei flussi i derivanti dai datori di lavoro e questo abbia consentito un immediato inquadramento del monte pensionistico, del monte retributivo, dei controlli, quindi sia stato veramente eccezionale.
  È però necessario ricordare che i datori di lavoro non lavorano loro su un software, così come l'INPS non lavora direttamente, ma ci sono degli informatici che si occupano dei software che servono per elaborare le paghe e trasformarle in Uniemens.
  Si tratta di migliaia di aziende che hanno bisogno di un dialogo costante con l'INPS, e, se risolviamo un problema, andiamo a risolvere migliaia di casi, quindi avere un dialogo con loro e creare un ufficio ad hoc per la segnalazione dei problemi risolve migliaia di casi, come è successo spesso, però a volte è difficile dialogare. Questo potrà ridurre i tempi di erogazione delle prestazioni, i tempi di lavorazione delle pratiche, che è uno dei punti che lei ha citato in premessa.
  Sono veramente contento che con il superamento del blocco delle assunzioni, dovuto anche alla modifica delle province, si potrà finalmente avviare un procedimento di nuove assunzione, perché l'INPS ne ha veramente bisogno. Dobbiamo sempre tenere presente che l'INPS forse è l'ente previdenziale più grande e più importante d'Europa, quindi sono lieto di queste nuove assunzioni di 900 giovani laureati, dei quali 400 entro la fine dell'anno.
  Alcuni colleghi della Camera hanno sottolineato che esiste una graduatoria ancora in vigore di un concorso svolto nel 2007 per amministrativi B1, graduatoria ormai in scadenza al 31 dicembre 2016. Questa è stata bloccata nel 2011 perché la normativa ha bloccato le assunzioni, quindi questi ragazzi non hanno avuto neanche la possibilità di una sospensione a causa di una normativa che in realtà ha bloccato le assunzioni. Sarebbe quindi opportuno considerare questa graduatoria.
  Volevo anche ricordarle che c'è stato un concorso interno per la figura del capo ufficio stampa della presidenza, che mi risulta non ancora concluso, quindi vorrei Pag. 9sapere se vi sia la possibilità di risolvere anche questa questione.
  In ultimo c'è il problema interpretativo della famosa circolare 195, le reversibilità, perché questo attuale refuso fa in modo che surrettiziamente si possa interpretare che c'è un'equiparazione della prestazione previdenziale con una prestazione assistenziale, laddove la reversibilità ovviamente è una prestazione previdenziale. Sarebbe opportuno che l'istituto facesse una circolare per chiarire questo punto, espressamente considerato un refuso dall'INPS.

  GIUSEPPE GALATI. Presidente Boeri, lei ha posto all'inizio del suo mandato il tema dell'equità come centrale e preminente, e ovviamente immagino che le riforme tocchino interessi e persone. Lei oggi ci ha prospettato i capisaldi che fanno capo anche alla necessità di economie di scala e ha e previsto la soppressione di alcune direzioni generali e un risparmio quantificabile in 8 milioni, che in gran parte serviranno al piano di assunzioni che lei ha immaginato.
  Questo ha mobilitato anche la stampa rispetto a tutti i dirigenti di seconda fascia e i giornali oggi riportano il dato di oltre 500 dirigenti per un costo complessivo di 67 milioni di euro di stipendi. È chiaro che lei si è concentrato su questo piano di razionalizzazione che toccava alle direzioni generali. Vorrei chiederle però se consideri sufficienti le altre posizioni dirigenziali o se ci saranno ulteriori possibilità di razionalizzazione.
  Nell'ambito della logica di contenimento delle risorse veniva prospettata anche una valutazione del costo delle famose buste arancioni in via cartacea e veniva da più parti sottolineato, vista le possibilità aperte dal sito web, come anche questo possa rientrare fra le riduzioni di spesa, perché attraverso applicativi questo potrebbe consentire lo stesso obiettivo di conoscenza della propria posizione pensionistica.

  GIORGIO SANTINI. Vorrei porre una questione che forse esula dall'oggetto dell'audizione: lei, presidente, ha ricevuto una lettera insieme al direttore generale e al ministro sul fatto che domani c'è la scadenza della convenzione CAF INPS sull'ISEE.
  Siccome l'ISEE ha un impatto su numerosi aspetti e determina anche la possibilità di far funzionare leggi importanti (pensiamo alla SIA ma anche a tante altre), è fondamentale intervenire rapidamente, altrimenti questa attività, che è regolata da una convenzione che ha dato ottimi risultati, rischia di fermarsi e, siccome ci sono aggiornamenti da fare in questi mesi, derivanti da nuove norme di legge, è importante che non si perda questa opportunità.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore, per questa ulteriore precisazione che considero opportuna. Intervengo molto rapidamente, in modo che lei, presidente, possa dare delle risposte a tutti i parlamentari intervenuti.
  Ho seguito la sua relazione perché lei l'ha letta con molta chiarezza, e debbo dire che nessuno di noi mette in dubbio la possibilità di una riorganizzazione del sistema INPS. Nel momento in cui vi è un sistema di riorganizzazione che va nella direzione di dare più risposte ai cittadini, nessuno pensa di ostacolarlo, però io mi pongo un problema: questa relazione è frutto di una direttiva, determina, discussione che è nata tra i vari organismi dello stesso INPS.
  L'aspetto riorganizzativo ha determinato, come evidenziato anche questo pomeriggio dal Presidente Iocca, una serie di contrapposizioni di fatto. Il Presidente Iocca ci diceva addirittura che è ricorso al TAR e che ovviamente ci saranno anche delle determinazioni da parte della magistratura amministrativa, è stata assunta una posizione altrettanto forte dei sindaci revisori, che è stata confermata anche dal Presidente Iocca, che questo pomeriggio ha aggiunto anche che a lei sarebbe pervenuta addirittura una lettera di un rappresentante della magistratura della Corte dei conti che solleva alcune questioni.
  Le stesse considerazioni che fanno i Ministeri vigilanti (mi riferisco non alla funzione pubblica perché non è Ministero vigilante, è il Ministero che formula alcune interpretazioni sulle norme, ma al Ministero Pag. 10 dell'economia e finanze e al Ministero del lavoro) sembrano andare in una direzione totalmente diversa e su alcuni aspetti le chiedono di dare delle risposte e di spiegare alcune questioni, su altri aspetti le dicono in modo chiaro che non è possibile che si faccia.
  Ovviamente questo non riguarda la riorganizzazione, perché nel sistema più generale, se lei dice che dobbiamo riorganizzare, riorganizziamo, ma è naturale anche che vi sia un rapporto tra le figure istituzionali dell'ente che vengono messe in discussione.
  Lei ci ha presentato una relazione che nessuno di noi (i colleghi sono intervenuti con molta onestà intellettuale, con chiarezza, con determinazione) mette in discussione, il problema è come mai sia messa in discussione da organi dell'INPS e in alcune parti anche dai Ministeri vigilanti. Si è posto il problema che probabilmente qualcosa non quadra?
  Forse c'è bisogno di fare un ragionamento diverso, che veniva sottolineato sia dall'onorevole Di Salvo che dal senatore Santini, ossia se in questo particolare momento, per evitare eventuali problemi che riguardano i riflessi sui cittadini per quanto riguarda il welfare, non sia necessario ritrovare anche un momento di riorganizzazione e di armonia all'interno dell'ente, che consenta non soltanto di effettuare una riforma a vantaggio dei cittadini, ma anche di garantire un confronto serio e forte con i Ministeri per raggiungere l'obiettivo della governance, da lei più volte sottolineato.
  Credo infatti che, nel momento in cui si arrivasse al raggiungimento di una governance che lei più volte ha sollecitato anche in questa Commissione, si potrebbero ridefinire anche gli aspetti di potere dello stesso presidente.
  Queste questioni devono essere chiarite una volta per tutte perché riteniamo che l'istituto più importante d'Europa, che ha professionalità riconosciute da tutti, debba trovare un momento di assestamento.
  Nella parte conclusiva della sua relazione lei ha sottolineato (l'ha ripreso anche il collega Puglia) l'intenzione di assumere 900 giovani laureati, di cui 400 attraverso la vecchia graduatoria che va in scadenza al 31 dicembre, i restanti con un concorso. C'è però un problema perché in queste 400 persone che lei assorbirebbe dalla vecchia graduatoria ci sono dei profili C e B1, quindi anche su questo lei dovrebbe spiegarci come intenda procedere.
  Qui sorge un altro problema, che gradirei venisse definitivamente superato in questa discussione: il 30 agosto scorso lei ha stabilizzato 9 profili C che erano in posizione di comando ed ha inviato indietro altre 11 persone di profilo B. Stanno andando in scadenza comandati da 7, 8, 10, 15 anni che hanno il profilo B, quindi credo che bisognerà risolvere questa questione una volta per tutte, al di là di quelli che possono essere i profili. Credo che l'INPS oggi non possa permettersi di non mantenere professionalità acquisite da 10 anni. Credo che una persona che lavora per 10 anni in un ente acquisisca almeno un minimo di professionalità!
  Ritengo che questi aspetti debbano essere definitivamente chiariti, per determinare una condizione di concretezza, di stabilità e soprattutto di serenità, perché, come lei ben sa, con gli articoli che ogni giorno vengono fuori i cittadini italiani non sono affatto tranquilli.
  Lascio quindi la parola al presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, Tito Boeri, per la replica.

  TITO BOERI, presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Grazie, presidente, per queste sue note, e ai presenti per le domande stimolanti che mi hanno rivolto.
  Vorrei innanzitutto chiarire che la riforma di cui ho presentato a grandi linee i contenuti è una riforma dell'organizzazione, non una riforma della governance dell'istituto, che chiaramente non compete a noi attuare.
  È una riforma organizzativa certamente ambiziosa, non è una delle tante riforme che vengono fatte tanto per dire di aver fatto una riforma, perché personalmente ritengo che quando si cambiano le organizzazioni bisogna farlo sul serio, perché ci sono inevitabilmente dei costi di transizione Pag. 11 da una struttura a un'altra e, siccome questi costi vanno affrontati, si creano anche delle tensioni questo passaggio, quindi quando si fanno le riforme bisogna farle sul serio e non in modo nominale. Purtroppo molte organizzazioni e lo stesso INPS in precedenza sono passati attraverso riforme di questo tipo.
  Colgo comunque appieno l'invito dell'onorevole Di Salvo e del senatore Santini a ribadire la necessità di un intervento sulla governance, che completerebbe il disegno organizzativo. Non c'è solo una questione di urgenza legata alle tensioni che questa riforma organizzativa ha creato, ma c'è un problema generale, laddove sarebbe molto utile fare una riforma della governance dell'istituto, migliorerebbe grandemente e darebbe ancora più senso all'operazione che si sta facendo nel lavorare per rendere più efficiente l'INPS e permettere il controllo democratico sull'attività dell'INPS, la sua rendicontazione e la trasparenza nei confronti degli stakeholders, dei lavoratori e dei pensionati.
  Le tensioni a cui si è fatto riferimento non attengono ad un ridisegno delle competenze dei vari organi, se non quello collegato all'applicazione della norma di legge. Vi dico quali sono stati i due aspetti, perché non ero presente all'audizione del Presidente Iocca, ma immagino che abbia trattato questi temi, come in diverse riunioni del CIV a cui ho partecipato, perché vi assicuro che i contatti personali con il CIV sono stati quotidiani prima di questa riforma.
  Il primo è la rivendicazione del fatto che il CIV possa direttamente impartire delle direttive di indirizzo al direttore generale, anziché passare attraverso la catena che dovrebbe essere quella di un CIV che dà questi indirizzi al presidente e il presidente al direttore generale. Si rivendica il fatto che il CIV debba direttamente dare queste direttive al direttore generale.
  Ritengo che questo, oltre a non rispettare la norma di legge, potrebbe creare una situazione di impasse nell'istituto. Poniamo un caso in cui per esempio le direttive del CIV fossero diverse da quelle del presidente: questo creerebbe una situazione di impasse all'interno dell'istituto, rallentando i processi decisionali, e tra l'altro non è nella norma di legge e noi abbiamo esattamente replicato il regolamento di organizzazione dell'istituto gemello, cioè dell'Inail, regolamento che non prevede il fatto che il CIV possa dare direttive al direttore generale.
  Mi scuso se sono cose un po’ specifiche, ma credo che siano importanti per chiarire la ragione di certe tensioni, che immagino siano quelle che hanno spinto a questa scelta davvero drammatica e peraltro costosa di ricorrere al TAR.
  La seconda cosa riguarda i conferimenti degli incarichi di seconda fascia, dove il CIV rivendicava la possibilità di avere un ruolo nell'assegnazione delle funzioni nel trasferimento di dirigenti di seconda fascia. Ritengo che questo ruolo gestionale non competa ad un organismo che è un luogo di rappresentanza degli interessi e deve avere una funzione di monitoraggio e di controllo sull'attività dell'istituto nel suo complesso, oltre che di indirizzo strategico.
  Il ruolo di indirizzo strategico del CIV credo di averlo pienamente interpretato, tant'è che recentemente ho elaborato le linee gestionali personalmente, proprio per raccogliere direttamente le indicazioni formulate dal CIV a questo riguardo.
  C'è anche una questione di trasparenza che in alcuni casi il CIV ha sollevato, chiedendo di avere maggiore comunicazione. Non solo noi abbiamo introdotto nella prassi dell'istituto il fatto che al CIV vengano dati in anticipo gli ordini del giorno delle riunioni di gestione, nelle quali si decidono i principali provvedimenti dell'istituto, ma nel Regolamento di organizzazione ho voluto anche inserire (questa è un'innovazione nel Regolamento di organizzazione dell'INPS) delle norme che prevedono la pubblicazione di tutte le determine, non solo quelle del presidente, ma anche quelle del direttore generale, sul sito dell'INPS, quindi la nostra volontà è di avere la massima trasparenza di questi atti.
  Le note dei Ministeri. Come ho già detto in precedenza, credo di aver risposto alle principali richieste di chiarimento (le note dei Ministeri sono delle richieste di chiarimento) Pag. 12 nella relazione che vi ho illustrato in precedenza, ad eccezione di quel passaggio sui rapporti tra direttore generale e presidente per cui rimando alla nota della funzione pubblica e alla norma di legge.
  Vorrei inoltre sottolineare che comunque quelle osservazioni e quei chiarimenti sono esattamente gli stessi della nota del Dipartimento di funzione pubblica, che esprimeva al suo interno anche una serie di giudizi positivi sulla riforma che abbiamo portato avanti.
  Certamente noi andremo più a fondo, questa è solo una prima risposta, perché le abbiamo ricevute due giorni e andremo avanti nell'analisi in dettaglio, modificheremo gli atti, se necessario, per chiarire meglio alcuni aspetti, e risponderemo chiaramente ai Ministeri, ma l'intenzione è quella di andare avanti speditamente sul terreno della riforma.
  Sono convinto (questa era una preoccupazione del senatore Santini) che sin qui non abbiamo avuto delle conseguenze sul piano del funzionamento dell'istituto di questa riforma, ma al contrario c'è stata un'estrema responsabilizzazione anche dei dirigenti centrali, che ovviamente sono coinvolti in un processo difficile e per certi aspetti costoso. Ridurre il numero dei dirigenti è qualcosa a cui le persone guardano con preoccupazione, e devo dire che il loro senso di responsabilità è stato tale che hanno seguito tutta questa operazione garantendo sempre la massima funzionalità all'istituto.
  È chiaro che però, se le cose dovessero protrarsi nel tempo, potremmo avere qualche effetto, ed è per questo che ritengo che si debba assolutamente andare avanti con la riforma.
  La lettera a cui immagino si riferisse il presidente credo sia la lettera del magistrato della Corte dei conti presso l'istituto, che in sintesi diceva che aspettiamo di avere le osservazioni dei Ministeri, e di fatto abbiamo aspettato perché non c'è stato alcun atto esecutivo varato prima di ricevere le norme.
  Io sono qui oggi, due giorni dopo averle ricevute, a dire a voi quali sono le mie risposte sui temi e gli interrogativi fondamentali, ma l'intenzione è quella di andare avanti con la riforma, perché non possiamo permetterci di non portarla a termine. Vi ricordo che l'abbiamo iniziata con una riunione di tutti i dirigenti nel gennaio del 2016, di solito queste riforme in passato venivano realizzate nel giro di uno o due mesi per coinvolgere tutti, ma adesso è davvero il momento di portarla a termine.
  Non ho capito quanto lei mi diceva riguardo alle riduzioni di spesa che non mi competono, perché le riduzioni spesa ci competono eccome, abbiamo ottenuto dei risparmi ingenti nella gestione dell'istituto e sono quelli che ci permetteranno di finanziare le assunzioni. È giusto che noi cerchiamo ulteriori risparmi e siamo impegnati su varie direzioni in questo senso, inclusa la riduzione del numero dei dirigenti, non credo tuttavia che si andrà al di sotto del numero di dirigenti che abbiamo previsto nel nuovo Regolamento di organizzazione.
  D'altra parte, se guardiamo al numero di dirigenti in rapporto al numero di dipendenti, l'INPS certamente nel panorama della pubblica amministrazione italiana non sfigura, al contrario è sicuramente una delle organizzazioni che ha un minor numero di dirigenti per addetto anche nel panorama internazionale.

  PRESIDENTE. Mi permetta, presidente, una battuta: evidentemente noi abbiamo due pareri diversi che poi confronteremo, perché lei sta dicendo cose totalmente diverse dai pareri.

  TITO BOERI, presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Ovviamente voi avete i testi dei pareri, sono pubblici, quindi valuterete.
  La questione del capo ufficio stampa: dovendo varare una riforma organizzativa complessiva, l'ufficio stampa nel nuovo ordinamento dei servizi rientra nella Direzione relazioni esterne, avrà funzionalità e competenze diverse, quindi abbiamo ritenuto di aspettare il completamento della riforma organizzativa per riempire questo posto vacante.
  Per quanto riguarda il costo e il finanziamento delle buste arancioni sono perfettamente Pag. 13 d'accordo sul fatto che dobbiamo dare questo servizio online, anche perché è un servizio più completo di informazione, andando online si può simulare. Adesso ad esempio cambiano le regole pensionistiche grazie all'ultima riforma e si può andare a vedere cosa succeda alla propria pensione.
  Ci sono però delle persone che non hanno ancora acquisito l'identità digitale e quindi non possono fruire del servizio. Vogliamo quindi (l'abbiamo fatto nel Piano di digitalizzazione assieme all'Agenda digitale con Agid) mandare a casa la busta arancione con l'idea che poi loro prendano il PIN. A quel punto non dovremo più inviare la busta arancione e quindi risparmieremo anche su questi costi, che comunque vi assicuro che sono relativamente contenuti.
  Riguardo alla questione delle assunzioni abbiamo ritenuto di dover procedere ad assunzioni di Area C perché è il profilo consulenziale che noi oggi richiediamo. Vogliamo fornire consulenze, è questo il ruolo che l'INPS ha oggi sul territorio, le persone ci vengono a chiedere consulenze il più possibile ampie ed è parte integrante del disegno di porre al centro delle attività dell'istituto il singolo utente, anziché il singolo servizio, quindi c'è bisogno di persone che conoscano l'insieme dei servizi e siano in grado di orientare, c'è bisogno di rapporti di natura fiduciaria.
  Questa è la nostra scelta strategica. Tra l'altro, nel caso di assunzioni in Area B abbiamo avuto un contenzioso non piccolo legato al mansionamento. Credo inoltre che, se dovesse essere varato l'APE e dovesse essere richiesto all'INPS di avere un ruolo in questo, avremmo delle esigenze ancora maggiori.
  Non abbiamo potuto operare delle stabilizzazioni in Area B per il semplice motivo che c'era ancora una graduatoria aperta, e su quella graduatoria le posso assicurare che sono personalmente impegnato, perché anch'io ritengo molto importante assicurare uno sbocco alle persone che dal 2007 sono in questa graduatoria. Su questo sono impegnato personalmente a trovare una soluzione.
  Della scadenza della convenzione sono molto preoccupato anch'io. La situazione che si è creata per certi aspetti è vittima del successo dell'ISEE, perché noi abbiamo avuto un milione in più di ISEE, e in secondo luogo del fatto che abbiamo dei tetti di spesa, come nel caso delle buste arancioni, che ci impediscono di dedicare a questa attività più di una somma definita.
  Questa era stata definita in base a stime del volume di ISEE che si sono rivelate pessimistiche per certi aspetti e direi ottimistiche, perché sono contento se più persone utilizzano l'ISEE. Mi augurerei che venisse utilizzato più spesso anche nell'attribuire prestazioni sociali e trasferimenti.
  Abbiamo chiesto al Ministero di darci la possibilità di avere una gestione più flessibile di questa linea di bilancio su questa base, siamo anche alla ricerca di nuovi modelli organizzativi che possano ridurre il costo unitario per ciascun ISEE, ma chiaramente questi sono cambiamenti che richiedono tempo, quindi nell'immediato ci sarà bisogno di avere altre forme di finanziamento per poter poi estendere la convenzione, ma vi assicuro che questa è la nostra preoccupazione principale l'abbiamo.
  Abbiamo chiesto al Ministero del lavoro, quindi se anche questa Commissione potesse sensibilizzare al riguardo i Ministeri coinvolti, non potremmo che esservi grati di questa attenzione.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare il presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, Tito Boeri, dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione presentata sia pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna

  La seduta termina alle 16.20.

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