Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Comunicati stampa

02/08/2017
Conto consuntivo 2016 e bilancio di previsione 2017 - Replica del Questore Fontana a nome del Collegio
4700

Intervento in Aula del deputato Questore, Gregorio Fontana:

"Dopo la discussione congiunta, ringrazio sinceramente i colleghi intervenuti in discussione generale. Il Collegio dei questori ha ovviamente accolto con soddisfazione gli apprezzamenti che i colleghi Marantelli, Milanato e Melilla hanno indirizzato al lavoro da noi compiuto, insieme a quello della Presidente Boldrini, che ringrazio, e all'Ufficio di Presidenza, sul piano del contenimento e della razionalizzazione della spesa della Camera dei deputati, nell'intento di segnare un profilo di rigore e di sobrietà nell'impiego delle risorse pubbliche destinate al suo indispensabile funzionamento.
Ugualmente apprezzate sono state le considerazioni, di tutt'altro segno, svolte dall'onorevole Cecconi, soprattutto perché danno modo al Collegio, mio tramite, di svolgere alcune importanti precisazioni su taluni qualificanti aspetti da lui evocati. Mi riferisco, in primo luogo, alle sue valutazioni sull'andamento della spesa complessiva della Camera, di cui ha richiamato la sola riduzione nel passaggio 2016-2017 (solo 15,4 milioni di euro, un modesto 1,59 per cento ha affermato), marcando invece l'incremento del 2018 e 2019. Nessuna valutazione però ha dedicato al fatto che quella riduzione della spesa si registra nel 2017 per il sesto esercizio consecutivo a partire dal picco massimo segnato nel 2011, un risultato mai conseguito in precedenza, per larghissima parte realizzato in questa legislatura. Isolare il solo dato della riduzione della spesa nel passaggio tra il 2016 e il 2017, significa ignorare che dal 2011 la spesa si è ridotta di quasi 157 milioni, il 14,22 per cento, ciò peraltro nel contesto di un'istituzione il cui bilancio è da sempre caratterizzato per una peculiare rigidità delle voci di spesa sulle quali, dunque, si è evidentemente avuto il coraggio di intervenire.
In altre parole, se si intende assicurare al cittadino un'informazione corretta occorre che la stessa sia completa: il livello della spesa del 2017 non è il risultato di una limatura minima, quasi formale, ma è, come ha rilevato il collega Marantelli, il frutto di un lavoro continuo e determinato che ha prodotto effetti di anno in anno, concreti, misurabili, documentati e pubblici. Il collega del MoVimento 5 Stelle ha, inoltre, sostenuto che si sarebbe omesso di dar conto nella lettura del bilancio triennale 2017-2019 dell'aumento di spesa che, come detto, verrà verificarsi negli anni 2018-2019. Invito i colleghi a leggere la relazione del Collegio dei questori al bilancio di previsione. Nel paragrafo dedicato ai dati finanziari relativi agli anni 2018 e 2019 si afferma testualmente che il totale della spesa si attesta nel 2018 a 974,6 milioni di euro, in aumento del 2,55 per cento rispetto al 2017, considerato al netto della restituzione di 80 milioni al bilancio dello Stato, per effetto, questo aumento, dei maggiori oneri connessi all'avvicendamento delle legislature e alla dinamica della spesa per il personale. Sostanzialmente in linea con l'anno precedente risulta invece la previsione di spesa per il 2019 che si attesta a 973,9 milioni di euro.
Nessuna omissione dunque, anzi nella pagina successiva del medesimo documento, si riporta una specifica tabella che dà conto dell'andamento della spesa al lordo e al netto delle restituzioni al bilancio dello Stato, con i raffronti in termini assoluti e percentuali, di anno in anno. Questa ad avviso del Collegio può senz'altro definirsi trasparenza. Un cenno è bene anche riservare alle ragioni per cui la spesa del 2018 segna, dopo un lungo periodo, un incremento. Ragioni che la relazione del Collegio esplicita chiaramente. Nel 2018 si realizzerà l'avvicendamento tra la XVII e la XVIII legislatura, i fattori normativi connessi a tale avvicendamento determinino da sempre un incremento della spesa a carico del primo esercizio della nuova legislatura.
Parimenti parziale risulta la lettura dei documenti di bilancio nel momento in cui ci si lamenta del fatto che nel 2017 la spesa per il funzionamento della Camera è superiore di 7 milioni rispetto alla dotazione trasferita dal Ministero dell'economia. Il dato è certamente corretto, tuttavia, come ho già rilevato a proposito dell'andamento della spesa complessiva, non si può certo dimenticare l'altro dato, pure chiaramente evidenziato nella relazione di bilancio di previsione, secondo cui nel 2012, ultimo anno della precedente legislatura, la spesa era superiore di 95 milioni di euro - 95 milioni di euro! - rispetto alla dotazione. A un risultato del genere non si arriva per caso, per conseguirlo molto è stato fatto. Anche su questo gli atti parlano chiaro e danno ragione della progressiva diminuzione della spesa della nostra istituzione che ha consentito il conseguimento di un risultato che per lungo tempo non è stato nemmeno considerato tra gli obiettivi possibili. Chiunque sia interessato ad approfondire e a leggerli con animo sgombro da pregiudizi può riscontrare dati e fatti nella loro semplice oggettività.
Una lettura oggettiva impone, del resto, di riconoscere che il bilancio della Camera è in pareggio, visto che alla dotazione si aggiungono le altre entrate. Ed è bene qui ricordare che le entrate previdenziali sulle quali l'onorevole Cecconi ci ha esposto la sua personale visione, non vengono versate all'INPS, perché non è l'INPS che eroga le prestazioni previdenziali dei deputati cessati dal mandato e dei dipendenti in quiescenza, le eroga invece il bilancio della Camera che tiene a suo carico la relativa spesa. Non si vede allora a chi altri dovrebbero essere destinate le entrate previdenziali. Anche qui, in conclusione, fatti e cifre da soli parlano chiaro.
Il bilancio della Camera è in equilibrio nel triennio 2017-2019 impiegando a copertura una quota dell'avanzo di amministrazione del tutto marginale. Proprio sull'andamento e sull'entità dell'avanzo di amministrazione risultante dai documenti oggi al nostro esame, sono state svolte alcune considerazioni che meritano attenzione. In particolare il Collegio dei questori è stato invitato in prima battuta a restituire al bilancio dello Stato l'intero avanzo di amministrazione che secondo il bilancio triennale 2017-2019 viene rinviato agli anni 2020 e successivi; al netto delle somme accantonate in relazione al contenzioso in atto con la società Milano 90 si tratta di 247 milioni di euro. È evidente tuttavia che una simile richiesta non tiene nella necessaria considerazione due profili determinanti tra loro, strettamente connessi, che sono invece sempre ben presenti al Collegio e all'Ufficio di Presidenza. Da un lato, i principi generali di gradualità e cautela che debbono essere osservati quando si predispongono i bilanci finanziari e di previsione, come quello appunto della Camera dei deputati; dall'altro, l'esigenza prioritaria e inderogabile di garantire la continuità nel tempo della nostra istituzione, valore che non è consentito esporre al rischio di decisioni improvvisate e dettate da una visione a corto raggio degli interessi del Paese. Se dicessimo di seguire quell'invito era istituissimo sin da subito al bilancio dello Stato l'intera cifra in questione, otterremmo due risultati: il bilancio degli anni 2018 e 2019 andrebbe in disavanzo, visto che una quota parte, seppure assai ridotta, di quelle risorse concorre all'equilibrio di quegli esercizi; ma soprattutto verrebbe azzerato interamente l'avanzo di amministrazione iniziale dell'esercizio 2020, contro ogni principio di prudenza che deve presiedere alla politica di bilancio dell'istituzione e alla predisposizione dei suoi documenti contabili: una circostanza che, non a caso, non si è mai verificata in passato.
Il collega Cecconi, insieme anche al collega Di Maio, hanno presentato un ordine del giorno in proposito; ci invitano però anche a valutare in seconda istanza l'opportunità di restituire il maggiore avanzo di amministrazione possibile. Vorrei rassicurare entrambi i colleghi circa il fatto che questa valutazione è stata già compiuta, quando il collegio dei questori ha determinato in 80 milioni di euro l'ammontare della restituzione al bilancio dello Stato per il 2017, la più alta di sempre, traendola interamente dall'avanzo di amministrazione accertato al termine del 2016. E questo ha fatto, ispirandosi proprio a quei consolidati criteri di gradualità e cautela, e nella prospettiva non rinunciabile di garantire la continuità della Camera.
In proposito mi sembra necessario marcare un punto: la restituzione al bilancio dello Stato di una quota dell'avanzo di amministrazione risultante dalle gestioni precedenti non era mai stata praticata sino alla legislatura in corso. Si tratta di una politica di bilancio che questa Camera dei deputati in questi anni ha ritenuto di perseguire, per contribuire anche per tale via ad alleviare il carico del suo funzionamento sul bilancio dello Stato, e ha concretamente potuto perseguire proprio grazie al sistema di riduzione della spesa che oggi ho ricordato.
Come è possibile riscontrare negli atti parlamentari, nel corso della legislatura la quota dell'avanzo di amministrazione impegnata per determinare la somma complessiva da restituire allo Stato è progressivamente aumentata: 20 milioni dell'avanzo del 2013, 25 milioni dell'avanzo del 2014, 30,3 milioni dell'avanzo 2015, 51,8 milioni dell'avanzo 2016. Si tratta in quest'ultimo caso dell'intero ammontare dell'avanzo di amministrazione accertato al termine della gestione del 2016, per la prima volta integralmente destinato alla restituzione al bilancio dello Stato. A questa somma si aggiungono 28,2 milioni di euro derivanti da una quota dell'avanzo di amministrazione proveniente dagli esercizi precedenti, arrivando così agli 80 milioni di restituzione di quest'anno.
È questa la politica perseguita, e questi sono i risultati concreti: una politica che il bilancio triennale 2017-2019 consentirà di realizzare anche per il futuro, con determinazione e senza fughe in avanti. Ciò è del resto ribadito con chiarezza nel passaggio della relazione al bilancio 2017, in cui si afferma che il bilancio triennale 2017-2019 approvato dall'Ufficio di Presidenza reca al suo interno le condizioni finanziarie per operare ulteriori restituzioni al bilancio dello Stato, una volta accertati i risultati delle gestioni annuali, secondo i principi di gradualità e cautela cui la Camera dei deputati sin qui si è conformata nel corso della presente legislatura.
Alla luce di quanto detto, è del tutto inaccettabile l'affermazione in cui si accusa la Presidenza della Camera di fare propaganda a proposito dei risparmi di spesa conseguiti, perché secondo le parole di chi muove queste accuse i soldi "ce li teniamo noi e non li diamo nella disponibilità dei cittadini".
Bisogna ricordare soprattutto ai cittadini, il cui giudizio potrebbe essere fuorviato da queste affermazioni, che ad ogni restituzione al bilancio dello Stato riportata nei documenti di bilancio della Camera corrisponde un bonifico bancario indirizzato al Ministero dell'economia e delle finanze; con gli 80 milioni di quest'anno i bonifici ammonteranno in questa legislatura a 200 milioni di euro. Sono risorse che la Camera dei deputati ha deciso di non impiegare per il suo funzionamento, e che possono essere destinate concretamente al perseguimento di interventi e di misure di pubblica utilità: si tratta di liberare risorse per i cittadini, secondo l'espressione opportunamente utilizzata dalla collega Milanato.
A riprova di ciò, non si può dimenticare che i 47 milioni di euro restituiti al bilancio dello Stato nel 2016 sono stati impiegati per gli interventi in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017. Lo prevede una legge dello Stato, non un'affermazione propagandistica rilasciata ai mezzi di informazione: è l'articolo 21, comma 2, del decreto-legge n. 8 del 2017, convertito in legge dalle Camere. È un fatto consolidato; come è un fatto acquisito, testimoniato proprio da quest'ultimo esempio, che la destinazione delle risorse restituite dalla Camera dei deputati ad uno specifico intervento finanziato dal bilancio dello Stato presuppone l'adozione di una misura legislativa: in assenza di una norma di legge che preveda tale destinazione, la Camera, basandosi soltanto su una deliberazione assunta nell'esercizio dell'autonomia ad essa riconosciuta dalla Costituzione, non può fare altro che versare queste somme all'entrata del bilancio dello Stato. Queste sono le regole previste dalla nostra Costituzione, questa è l'unica via di procedere rispettandola: proporre alternative in altre direzioni è solo propaganda politica.
Dunque gradualità, cautela non significano certo inerzia. Se si guarda agli ultimi anni trascorsi e se si considera il complesso degli interventi virtuosi deliberati da questa istituzione e indirizzati verso tutti i settori di spesa, emerge un quadro molto significativo. Ci ha aiutato a ricostruire queste misure il collega Melilla nel suo intervento, che ringrazio per questo. Ci ha ricordato tra l'altro la proroga, ormai decennale, del mancato adeguamento dell'indennità parlamentare; la riduzione dei principali rimborsi per i deputati deliberata nel 2011, e successivamente sempre prorogata sino al 2019; la progressiva riduzione, sino all'azzeramento, della spesa per le assicurazioni per morte e invalidità permanente dei deputati, avviata all'inizio di questa legislatura e portata a compimento nel 2017; il recesso anticipato dai contratti di locazione relativi ai cosiddetti palazzi Marini, che ha consentito un'imponente riduzione degli oneri per le locazioni, ma ha ovviamente determinato un peggioramento oggettivo nelle condizioni logistiche in cui deputati svolgono il loro mandato; l'abolizione del rimborso per le spese di viaggio per i deputati cessati dal mandato; la cospicua diminuzione del contributo erogato ai gruppi parlamentari; gli effetti determinati sulla consistenza del personale in servizio dalla decisione di bloccare il turnover, anch'essa ormai decennale e che necessita di essere rapidamente superata con una tempestiva riattivazione della leva del reclutamento.
Tutto ciò mi induce a ritenere con certezza che, pur se la legislatura si sta avviando a conclusione, non si concluderà il percorso di rigore e sobrietà intrapreso negli ultimi anni: si tratta di una consapevolezza che credo può ormai ritenersi acquisita e consolidata all'interno della nostra istituzione parlamentare, in tutte le sue componenti che ne animano l'attività. Questi importanti risultati non si sarebbero potuti raggiungere senza l'apporto quotidiano del personale della Camera dei deputati. Mi consenta, Presidente, l'occasione di rivolgere un ringraziamento, suo tramite, alla Segretaria generale, dottoressa Lucia Pagano, e a tutti i dipendenti della Camera che svolgono con dedizione e professionalità il proprio lavoro.
Mi sembra significativo, infine, sottolineare come sul contenimento e sulla razionalizzazione della spesa e sulle misure per conseguire questi obiettivi si sia realizzata la convergenza praticamente di tutti i gruppi parlamentari, anche se assai distanti tra loro, quando non opposti, in termini di idee, di identità, di storia politica. La collaborazione che si è registrata ha travalicato le logiche di schieramento e non si è dislocata lungo la linea maggioranza-opposizione ed evidente è stata la consapevolezza del rilievo istituzionale dei temi in gioco e della necessità di profondervi un impegno comune.
Al di là delle cifre e dei dati, pure rilevantissimi, mi piace pensare che forse, tra qualche anno, potremo considerare questo come un nostro significativo contributo alla crescita del Paese. Parlo del definitivo radicamento in seno alla Camera dei deputati di una nuova mentalità condivisa al di là degli schieramenti, basata sul senso di responsabilità per il migliore e più trasparente impiego delle risorse che i cittadini ci mettono a disposizione per orientare il loro futuro. Di fronte ad una diffusa e comprensibile percezione di crisi politica, che arriva, però, a mettere in discussione gli stessi istituti della democrazia rappresentativa, credo che la nostra sia l'unica risposta possibile per ridare ai cittadini motivi di fiducia e, quindi, di ristabilire il senso di appartenenza alle istituzioni democratiche".

Cerca comunicati stampa
VEDI ANCHE