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Comunicati stampa

25/03/2015
"Il contrasto alle mafie nella dimensione nazionale, regionale e locale". Intervento della Presidente Laura Boldrini
1936

Signor Presidente della Repubblica, signor Presidente del Senato, signori rappresentanti delle autorità locali, signore e signori. Mi fa piacere prendere parte a questo importante incontro con gli organismi di contrasto alle mafie presenti a livello regionale e locale. Saluto e ringrazio la Presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, che ha promosso questo convegno, e tutti i membri della Commissione per il prezioso lavoro che stanno svolgendo. Un lavoro d'inchiesta che è tra le prerogative fondamentali del Parlamento. E li ringrazio per l'impegno a sviluppare nuove forme di collaborazione e di raccordo tra tutti i soggetti impegnati nella lotta al fenomeno mafioso. Un fenomeno che, abbandonata la stagione dello stragismo e del clamore mediatico che ad esso si accompagnava, ha comunque continuato ad insinuarsi in modo capillare nei settori nevralgici del nostro Paese, al Sud come al Nord, e pone un'odiosa e pesante ipoteca sul futuro, ostacolando lo sviluppo dell'economia, soffocando la crescita culturale e civile e acuendo il senso di rassegnazione e di sfiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni. Oggi non possiamo più negare, come qualcuno ha fatto fino a poco tempo fa, che le mafie hanno esteso la loro presenza anche in territori diversi da quelli in cui hanno avuto origine. Ho apprezzato molto l'iniziativa - peraltro del tutto inedita - di riunire le diverse Istituzioni che operano sul territorio per fare il punto sullo stato della lotta alla criminalità organizzata. Credo fermamente infatti nell'utilità di un approccio sinergico al tema, che privilegi il metodo della integrazione delle esperienze e del coordinamento tra la componente parlamentare e le altre componenti presenti a livello territoriale, nonché delle realtà dell'associazionismo e del volontariato che combattono in prima linea contro la sopraffazione e l'intimidazione mafiosa. Mi fa piacere per questo che tra i relatori sia presente Don Luigi Ciotti che porterà il suo contributo e quello dell'associazione Libera da lui presieduta - che oggi compie 20 anni: le facciamo i nostri migliori auguri - frutto di un'esperienza maturata sul campo, nella dura, quotidiana battaglia contro il fenomeno criminale e nella promozione e diffusione della cultura della legalità. Tutti conveniamo sul fatto che quella contro le mafie sia anche una battaglia culturale e che lo Stato non la potrà vincere se alla meritoria azione repressiva delle Forze dell'ordine, all'incessante attività della magistratura e al miglioramento costante degli strumenti normativi, non si accompagnerà il sostegno alla mobilitazione collettiva, il supporto alle migliori energie della società civile e, soprattutto, la formazione delle giovani generazioni. Come aveva ben compreso Don Pino Puglisi, la mafia si combatte a partire dai banchi di scuola, attraverso un'opera di educazione al rispetto delle regole e delle leggi, capace di indirizzare le nuove generazioni e non solo, verso una cultura di legalità e fiducia nello Stato di diritto. E nella scuola, così come sulla stampa, in TV e su Internet, bisogna sforzarsi di proporre ai giovani modelli positivi, evitando ogni rappresentazione del fenomeno mafioso e dei suoi esponenti che possa risultare in qualche modo attrattiva. Il mito del boss, della sopraffazione violenta, del denaro facile, va smontato e demolito, va stigmatizzato. Ad esso vanno contrapposti un altro modello e ben altre figure, personalità che possono costituire un esempio di impegno morale e civile. Anche per questo è importante trasmettere ai giovani la memoria del sacrificio di quanti hanno contribuito alla lotta contro le mafie pagando di persona, spesso con la vita. Questo è il significato profondo della "Giornata della memoria e dell'impegno" che ogni anno, il 21 di Marzo, chiama a raccolta, come è avvenuto sabato scorso a Bologna, decine di migliaia di persone. Penso sia giusta e motivata la richiesta, che personalmente condivido, di riconoscere anche per via legislativa l'importanza e il valore di questa giornata. Così come spero che siano finalmente varate quelle norme che facilitino la partecipazione di familiari e vittime superstiti a tutte le iniziative utili al ricordo e alla promozione dei valori insiti nella lotta ad ogni forma di criminalità organizzata. E auspico che oltre a migliorare la legislazione penale - penso innanzitutto all'approvazione di nuove norme severe in tema di corruzione, di falso in bilancio e confisca e gestione dei beni mafiosi - vi sia da parte delle Istituzioni un più forte impegno sui temi sociali, sulla cultura, sull'istruzione, sulla lotta alle povertà, che deve essere una priorità per tutti. Da qui passa infatti la strada maestra per togliere le radici alla presenza delle organizzazioni mafiose. Questo deve essere il nostro impegno. Ad esso, senza incertezze, dobbiamo tenere fede.

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