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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 20 marzo 2015

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 20 marzo 2015.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alli, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione, Centemero, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Micheli, Del Basso de Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Fraccaro, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Lorenzin, Lotti, Lupi, Lupo, Madia, Manciulli, Mannino, Merlo, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Santerini, Scalfarotto, Scotto, Sereni, Sisto, Spadoni, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali, Vito, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 19 marzo 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   BRAMBILLA: «Modifica all'articolo 381 del codice di procedura penale, in materia di arresto facoltativo in flagranza per il reato di impiego di minori nell'accattonaggio» (2970);
   BRAMBILLA: «Modifiche al codice civile e al codice di procedura civile in materia di allontanamento del minore dalla casa familiare nei casi d'emergenza» (2971);
   SEGONI ed altri: «Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della protezione civile» (2972);
   NICCHI ed altri: «Norme in materia di eutanasia» (2973);
   CARFAGNA ed altri: «Disciplina dell'unione omoaffettiva» (2974);
   CHIMIENTI ed altri: «Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, in materia di formazione e reclutamento del personale docente della scuola, nonché modifica all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e altre disposizioni concernenti la formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado» (2975);
   GARNERO SANTANCHÈ e BRUNETTA: «Istituzione del Registro pubblico delle moschee e dell'Albo nazionale degli imam» (2976).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di un disegno di legge.

  In data 19 marzo 2015 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
   dal Presidente del Consiglio dei ministri:
  «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2014» (2977).

  Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  PAGLIA ed altri: «Istituzione del Fondo per il finanziamento dei partiti e dei movimenti politici» (2873) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VIII, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   II Commissione (Giustizia):
  BRAMBILLA: «Modifiche agli articoli 1, 2, 4 e 5 della legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di accoglienza dei minori in case-famiglia» (2852) Parere delle Commissioni I, V, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  MOLTENI ed altri: «Modifica all'articolo 52 del codice penale, in materia di difesa legittima» (2892) Parere delle Commissioni I e X;
  TURCO ed altri: «Istituzione in Verona di una sezione distaccata della corte d'appello di Venezia» (2912) Parere delle Commissioni I, V e XI.

   VI Commissione (Finanze):
  MASSIMILIANO BERNINI ed altri: «Modifica alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, per la riduzione dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto relativa alla pappa reale» (2862) Parere delle Commissioni I, V, XIII e XIV.

   VII Commissione (Cultura):
  CHIMIENTI ed altri: «Modifica all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e disposizioni concernenti la formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado» (2878) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   IX Commissione (Trasporti):
  SCOTTO ed altri: «Delega al Governo per l'istituzione della patente di guida professionale» (2895) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI, XI e XIV.

   X Commissione (Attività produttive):
  ALLASIA ed altri: «Agevolazioni in favore delle piccole e medie imprese e dei distretti produttivi che adottino sistemi di tracciabilità attestati da codici a barre per consentire ai consumatori l'identificazione dei prodotti di origine italiana e di quelli interamente realizzati in Italia» (2868) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI, IX, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   XIII Commissione (Agricoltura):
  BRAMBILLA: «Riconoscimento dei conigli quali animali di affezione nonché divieto della vendita e del consumo delle loro carni e dell'utilizzazione delle loro pelli e pellicce a fini commerciali» (2854) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali):
  BOCCUZZI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall'esposizione all'amianto, e altre norme in materia di benefici previdenziali e di prestazioni sanitarie in favore dei lavoratori esposti all'amianto. Delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle disposizioni legislative riguardanti l'esposizione all'amianto» (2237) Parere delle Commissioni I, II, IV, V, VIII, IX, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal Presidente del Senato.

  Il Presidente del Senato, con lettera in data 17 marzo 2015, ha comunicato che la 14a Commissione (Politiche dell'Unione europea) del Senato ha approvato, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento del Senato, una risoluzione sulla comunicazione della Commissione europea recante il programma di lavoro della Commissione per il 2015 – Un nuovo inizio (COM(2014)910 final) (atto Senato doc. XVIII, n. 87), che è trasmessa alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissioni dal Ministro della salute.

  Il Ministro della salute, con lettera in data 18 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8 della legge 30 marzo 2001, n. 125, la relazione sugli interventi realizzati ai sensi della medesima legge n. 125 del 2001, in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati, riferita all'anno 2013, quanto agli interventi realizzati dalle regioni, e all'anno 2014, quanto agli interventi realizzati dal Ministero della salute (doc. CXXV, n. 2).

  Questa relazione è trasmessa alla XII Commissione (Affari sociali).

  Il Ministro della salute, con lettera in data 18 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 4-bis, del decreto-legge 25 marzo 2013, n. 24, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 2013, n. 57, la prima relazione sugli esiti delle attività di controllo, valutazione e monitoraggio sull'impiego di medicinali per le terapie avanzate preparati su base non ripetitiva e sull'impiego terapeutico di medicinali sottoposti a sperimentazione clinica, aggiornata al 1o ottobre 2014 (Doc. CCXXV, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 19 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, della legge 3 agosto 1985, n. 411, la relazione sull'attività svolta dalla società Dante Alighieri nell'anno 2014 e il suo bilancio consuntivo per la medesima annualità.

  Questa relazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla VII Commissione (Cultura).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 19 marzo 2015, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   proposta di direttiva del Consiglio che abroga la direttiva 2003/48/CE del Consiglio (COM(2015)129 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
   proposta di decisione del Consiglio relativa alla presentazione, a nome dell'Unione europea, di una proposta d'inclusione di sostanze chimiche aggiuntive nell'allegato A della convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (COM(2015)133 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2011/16/UE per quanto riguarda lo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale (COM(2015)135 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
   comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla trasparenza fiscale per combattere l'evasione e l'elusione fiscali (COM(2015)136 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
   decisione della Commissione del 19.3.2015 che approva, a nome dell'Unione europea, la modifica della tabella III e della tabella IV, lettera b), del protocollo n. 2 dell'accordo tra la Comunità economica europea e la Confederazione svizzera del 22 luglio 1972 per quanto concerne le disposizioni che si applicano ai prodotti agricoli trasformati (C(2015)1726 final), corredata dal relativo allegato (C(2015)1726 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   documento di lavoro dei servizi della Commissione – Relazione per paese relativa all'Italia 2015 comprensiva dell'esame approfondito sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (SWD(2015)31 final/2), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 19 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Risultati della consultazione pubblica sulla strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (COM(2015)100 final);
   relazione della Commissione al Consiglio europeo – Relazione 2015 sugli ostacoli al commercio e agli investimenti (COM(2015)127 final).

Trasmissione dal consiglio regionale della Puglia.

  Il Presidente del Consiglio regionale della Puglia, con lettera in data 13 marzo 2015, ha trasmesso un voto, approvato dal medesimo Consiglio il 10 marzo 2015, volto al chiedere interventi per il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace.

  Questo documento è trasmesso alla III Commissione (Affari esteri).

Comunicazione di nomina governativa.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 20 marzo 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, la comunicazione relativa alla conferma del dottor Vittorio Piscitelli a Commissario straordinario del Governo per la gestione del fenomeno delle persone scomparse.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Elementi ed iniziative di competenza in merito al progetto di riqualificazione funzionale della linea tranviaria Milano-Limbiate – 2-00866

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   la legge 26 febbraio 1992, n. 211, e successive modificazioni e integrazioni, ha stanziato risorse per la realizzazione di interventi nel settore dei trasporti rapidi di massa, al fine di migliorare la mobilità e le condizioni ambientali nei centri urbani;
   il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria», all'articolo 63, comma 12, per promuovere lo sviluppo economico e rimuovere gli squilibri economico-sociali, ha, in particolare, disposto che, per le finalità di cui all'articolo 9 della legge 26 febbraio 1992, n. 211, l'ammontare delle risorse stanziate dal decreto-legge n. 112 del 2008 per il triennio 2008/2010 per il finanziamento di nuovi interventi sia pari a 141.200.000 euro;
   il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 16 febbraio 2009, n. 99, ha indicato le direttive in merito all'allocazione delle risorse di cui ai commi 12 e 13 dell'articolo 63 del decreto-legge n. 112 del 2008;
   il protocollo d'intesa tra regione Lombardia, provincia di Milano, comune di Milano, comune di Cormano, comune di Paderno Dugnano, comune di Senago, comune di Varedo e comune di Limbiate per la progettazione definitiva da Milano Comasina a Limbiate, sottoscritto in data 26 maggio 2006, ha affidato alla provincia di Milano l'elaborazione del progetto definitivo mediante esperimento di asta pubblica; il protocollo d'intesa del 31 luglio 2007 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la regione Lombardia, la provincia di Milano e il comune di Milano «per la realizzazione della rete metropolitana dell'area milanese» e l'atto integrativo al protocollo d'intesa sopra citato, sottoscritto il 5 novembre 2007 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, regione Lombardia, provincia di Milano e comune di Milano, considerano prioritario l'intervento di riqualificazione funzionale della tranvia Milano-Limbiate; l'intervento infrastrutturale è inserito in un'area a elevata domanda di mobilità e rientra nel programma di potenziamento del complessivo sistema di trasporto pubblico locale in sede protetta (metropolitane, tranvia o mezzi che viaggiano su corsie dedicate);
   l'area in questione, nell'ambito del potenziamento del sopradetto trasporto pubblico, è stata interessata dal prolungamento della linea metropolitana M3 sino a Comasina, inaugurato nel mese di marzo 2011, che permette un celere, frequente e regolare collegamento dell'asta dei Giovi con i principali poli di destinazione milanesi;
   alcuni comuni, attraversati dalla linea oggetto del presente accordo, sono interessati da ulteriori opere sia di trasporto in sede protetta, sia di carattere viabilistico per le quali diventa necessaria una visione coordinata;
   il costo dell'intervento della riqualificazione della linea Milano-Limbiate, sulla base del progetto definitivo, risulta pari a 167.927.290,41 euro, di cui 30.000.000,00 euro per l'acquisto del materiale rotabile;
   conformemente alle direttive previste dal decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti n. 99 del 2009 sopra richiamato, è stato individuato un primo lotto funzionale, costituito dalla tratta tra Milano Comasina e il deposito di Varedo compreso (escluso il materiale rotabile), per un costo di 98.224.972,01 euro;
   la provincia di Milano il 29 settembre 2009 ha trasmesso al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il progetto definitivo, con la richiesta di finanziamento per la realizzazione del sopradetto 1o lotto funzionale;
   la regione Lombardia, con delibera della giunta regionale 7 ottobre 2009, n. VIII/10274, si è espressa favorevolmente, ai sensi dell'articolo 5 del decreto ministeriale del febbraio 2009;
   il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il 1o febbraio 2011 ha comunicato alla provincia di Milano che, con decreto 28 dicembre 2010, n. 4107, è stato assunto l'impegno statale per un importo di 58.934.983,20 euro (il 60 per cento dell'importo di 98.224.972,01 euro) quale cofinanziamento per la riqualificazione della tranvia extraurbana Milano-Limbiate, 1o lotto funzionale Milano Comasina-Varedo deposito;
   il Cipe nella seduta del 6 dicembre 2011, con delibera pubblicata sul supplemento n. 120 della Gazzetta Ufficiale del 15 giugno 2012, ha confermato il finanziamento statale di 58.934.983,20 euro, corrispondente alla quota del 60 per cento del costo dell'opera prevista dalla legge n. 211 del 1992, relativamente al lotto funzionale Milano Comasina-Varedo deposito;
   la restante quota di cofinanziamento di 39.289.988,80 euro, pari al 40 per cento dell'importo complessivo, pari a 98.224.972 euro, è a carico del territorio;
   l'accordo tra comune di Milano, comune di Cormano, comune di Paderno Dugnano, comune di Senago, comune di Varedo e comune di Limbiate per la realizzazione della metro tranvia Milano Comasina-Limbiate Ospedale è stato siglato in data 3 agosto 2012;
   l'11 marzo 2013 la provincia di Milano, nel confermare l'attualità del progetto definitivo a suo tempo presentato, nel 2009, per la selezione di cui alla legge n. 133 del 2008, ha presentato il programma temporale relativo agli adempimenti di competenza, ha confermato la validità della delibera della giunta provinciale n. 684 del 2009 inerente alla copertura finanziaria dell'opera e ha trasmesso la deliberazione del consiglio provinciale 13 dicembre 2012, n. 104, relativa all'approvazione dello schema di atto interistituzionale tra gli enti interessati al fine, tra l'altro, della ripartizione a livello locale del costo dell'opera, prevedendone la sottoscrizione entro il mese di giugno 2013;
   rispondendo all'interpellanza urgente n. 2-00136 del 19 luglio 2013, presentata dalla prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo, il Sottosegretario di Stato pro tempore Rocco Girlanda, dopo aver ripercorso l’iter burocratico e legislativo dell'opera, aveva assicurato, in merito alla tranvia extraurbana Milano-Limbiate, tratta Comasina-deposito Varedo, che «presso i competenti uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è in corso di predisposizione la convenzione tra lo stesso Ministero e la provincia di Milano tesa a definire le modalità per l'erogazione dei contributi statali, previa approvazione del progetto e verifica della sussistenza del cofinanziamento»;
   il 19 dicembre 2013 la provincia di Milano approvava un ordine del giorno richiedente al Governo e alla regione Lombardia di farsi garanti del mantenimento in essere dei finanziamenti statali per l'opera;
   l'articolo 1, comma 88, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato» (legge di stabilità 2014, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 27 dicembre 2013, n. 302 – supplemento ordinario n. 87), a seguito di un emendamento presentato dalla prima firmataria del presente atto e da altri deputati del Partito Democratico lombardo, prevede che: «Al fine di accelerare gli interventi in aree urbane per la realizzazione di linee tranviarie e metropolitane il Cipe, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, individua, con apposita delibera, su proposta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, gli interventi da revocare ai sensi dell'articolo 32, commi da 2 a 5, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, nonché quelli finanziati dalla legge 26 febbraio 1992, n. 211, sul sistema metropolitano che, alla data di entrata in vigore della presente legge, non siano stati affidati con apposito bando di gara. Le risorse rivenienti dalle revoche di cui al periodo precedente confluiscono in apposita sezione del Fondo istituito ai sensi dell'articolo 32, comma 6, del citato decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, e sono finalizzate dal CIPE con priorità per la metrotranvia di Milano-Limbiate (...)»;
   la legge 7 aprile 2014, n. 56, «Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni» (legge cosiddetta Delrio – pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, 7 aprile 2014, n. 81), con la quale viene istituita la città metropolitana di Milano, abroga, di fatto, la provincia di Milano, la quale non si trova più nella condizione di svolgere il previsto ruolo di soggetto aggiudicatore e di quella connessa in qualità di responsabile per la realizzazione dell'intervento di ammodernamento in metrotranvia della tranvia Milano Comasina-Limbiate Ospedale;
   il 30 giugno 2014, termine previsto all'articolo 7 dell'accordo interistituzionale del 3 agosto 2012, passò senza che venisse bandita la gara d'appalto per l'affidamento dei lavori;
   con la nota della provincia di Milano protocollo n. 154222 del 15 luglio 2014, a firma dell'assessore alle infrastrutture, viabilità e trasporti, dottor Franco De Angelis, veniva comunicato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il mancato perfezionamento dell'accordo interistituzionale a livello locale per la copertura economica della quota parte di stanziamento non coperto da fondi statali, con riferimento particolare alla provincia di Monza e Brianza e al comune di Varedo; rimettendo pertanto al detto Ministero ogni valutazione e provvedimento del caso sull'opera. Il successivo 22 luglio 2014, i competenti uffici ministeriali, prendendo di ciò atto, comunicavano quindi la sospensione dell'istruttoria sul progetto;
   rispondendo a una seconda interpellanza urgente sul caso (n. 2-00696), presentata il 24 ottobre 2014 sempre dalla prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo, il Sottosegretario di Stato Umberto Del Basso De Caro vincolava la conferma del finanziamento per l'opera al completamento dell’iter procedimentale;
   l'assessorato alle infrastrutture e mobilità della regione Lombardia ha recentemente manifestato la propria disponibilità nel farsi carico della quota spettante al comune di Varedo;
   con lettera del 5 febbraio 2015, la provincia di Monza e Brianza ha comunicato l'acquisizione, a seguito di alienazioni immobiliari, delle risorse necessarie all'assunzione degli impegni finanziari di competenza;
   nella seduta del Comitato interministeriale per la programmazione economica del 20 febbraio 2015, si sono individuati «gli interventi della ex provincia di Milano (ora città metropolitana) [...] da revocare ai sensi dell'articolo 1, comma 88, della legge n. 147 del 2013; con quota parte delle risorse liberate il Comitato ha altresì assegnato un importo di circa 58,9 milioni di euro, alla “Riqualificazione tranvia extraurbana Milano-Limbiate, 1o lotto funzionale. Milano Comasina-deposito Varedo”, in quanto intervento prioritario ai sensi dello stesso articolo 1, comma 88, della legge n. 147 del 2013» –:
   se sia quindi confermato l'impegno da parte del Governo nell'assicurare la realizzazione dell'opera, rilevato che si sono ristabilite le condizioni per addivenire ad un accordo interistituzionale definitivo e completo della destinazione delle quote parte, essendo necessaria, secondo gli interpellanti, una scelta ragionevole e ponderata a favore di queste infrastrutture, fondamentali per quel che riguarda i flussi di visitatori verso le aree dell'Esposizione universale milanese e che rimarranno, a Expo concluso, come stabile patrimonio del territorio;
   se si intenda organizzare un incontro con gli enti interessati per approdare quanto prima alla definizione dell’iter procedurale per garantire la partenza dei lavori;
   se, nel caso in cui il Governo non intenda procedere alla realizzazione della tranvia, le risorse economiche, di cui al decreto 28 dicembre 2010, n. 4107, siano state distratte dall'opera in modo definitivo, o solo temporaneamente;
   quali debbano essere, nel caso di distrazione solo temporanea, le prossime fasi dell’iter progettuale da portare a compimento, ed entro quale data.
(2-00866) «Cimbro, Casati, Preziosi, Cassano, Laforgia, Colaninno, Coppola, Crimì, Rampi, Melilla, Piras, Daniele Farina, Sannicandro, Censore, Zan, Piazzoni, Scuvera, Sbrollini, Manfredi, Manzi, Morani, Patriarca, Monaco, Quaranta, Ricciatti, Gianni Farina, Stumpo, Marazziti, Rabino, Pollastrini, Marantelli, Cuperlo».


Iniziative volte a contrastare la disoccupazione giovanile, con particolare riferimento all'attuazione del programma «Garanzia Giovani» – 2-00827

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   secondo dati recenti della Commissione europea e Eurostat, in Europa risultano oltre 5 milioni di giovani disoccupati sotto i 25 anni, ovvero il 21,7 per cento dell'Unione europea (23,2 per cento della zona euro a 28). In queste percentuali l'Italia si presenta con tassi fra i più alti in Europa: secondo l'ultimo dato Istat, seppur in lieve diminuzione, la disoccupazione giovanile italiana si attesta intorno al 42 per cento, inferiore solo a Spagna (53,8 per cento) e Grecia (53,1 per cento), a fronte di tassi di più bassi di Germania (7,6 per cento), Austria (8,2 per cento) e Paesi Bassi (10,1 per cento); sono 7,5 milioni i cosiddetti neet, ossia i giovani tra 15-24 anni che non sono impegnati né in formazione né in un lavoro;
   il recente 48esimo rapporto Censis, nel capitolo La società italiana al 2014, segnala che «l'Italia ha un capitale umano non utilizzato di 8 milioni di individui», evidenziando la preoccupante incapacità del nostro Paese di ottimizzare i nostri talenti. Agli oltre 3 milioni di disoccupati si sommano quasi 1,8 milioni di inattivi. Più penalizzati sono i giovani, che costituiscono il 50,9 per cento dei disoccupati totali e sono in continua crescita: da 1.832.000 nel 2007 a 2.435.000 nel 2013. Il medesimo rapporto analizza come il capitale umano sottoutilizzato sia composto dagli occupati part-time involontari (2,5 milioni nel 2013, raddoppiati rispetto al 2007) e dagli occupati in cassa integrazione, il cui numero di ore è passato nel periodo 2007-2013 da poco più di 184.000 a quasi 1,2 milioni, sottolineando il fenomeno dell’overeducation, ossia persone «sottoinquadrate» rispetto al titolo di studio (più di 4 milioni di lavoratori, il 19,5 per cento degli occupati);
   per invertire questo trend negativo può essere decisiva la capacità di utilizzare pienamente il programma Garanzia Giovani. Dal 1o maggio 2014 ha preso l'avvio il Piano nazionale Garanzia Giovani, piano attuativo del programma europeo – Youth Guarantee – istituito con raccomandazione del Consiglio europeo del 22 aprile 2013, diretto a fronteggiare con misure straordinarie il fenomeno della disoccupazione giovanile, mediante il Fondo sociale europeo (FSE 2014-2020) e i 6 miliardi di euro dell'iniziativa per l'occupazione giovanile di cui possono beneficiare 20 Stati membri con regioni in cui la disoccupazione supera il 25 per cento;
   nell'ambito di tale programma l'Italia si è impegnata a mobilitare 1,5 miliardi di euro (da spendere nel biennio 2014-2015), risorse derivanti da diverse fonti, tra cui 1,1 miliardi di euro a valere sul bilancio europeo (iniziativa a favore dell'occupazione giovanile e Fondo sociale europeo), oltre al co-finanziamento nazionale posto al 40 per cento. L'Italia è il secondo maggiore destinatario di finanziamenti per l'occupazione giovanile, con più di 530 milioni di euro che dovranno confluire in una strategia unitaria condivisa tra Stato, regioni e altri soggetti pubblici e privati. La quasi totalità delle risorse sarà direttamente gestita dalle regioni, nell'ambito della cornice nazionale, definita dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, garante della strategia europea;
   l'obiettivo della Garanzia Giovani è quello di supportare iniziative, a livello nazionale e territoriale, volte a favorire l'occupazione giovanile e a offrire a coloro che non studiano, non lavorano e che non sono impegnati in attività di formazione (cosiddetti neet), opportunità di orientamento, formazione, apprendistato, tirocinio, autoimprenditorialità, mobilità professionale in Italia e all'estero, inserimento nel mercato del lavoro e nel servizio civile;
   in considerazione delle peculiari caratteristiche del mercato del lavoro italiano, l'Italia ha scelto, mediante il piano nazionale di attuazione approvato dalla Commissione europea, di estendere tali interventi alle persone fino a 29 anni di età (il programma europeo prevede fino a 25 anni);
   alcuni degli obiettivi della Garanzia Giovani sono stati anticipati con l'articolo 5 del decreto-legge n. 76 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99, in particolare mediante l'istituzione di una struttura sperimentale di missione (che ha predisposto il menzionato piano), operante in attesa del riordino dei servizi per l'impiego, non oltre il 31 dicembre 2015; tali obiettivi hanno trovato una più ampia definizione nel febbraio 2014 con il Programma italiano sulla Garanzia per i giovani 2014-2020, elaborato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che descrive in modo più puntuale lo stato di attuazione delle misure ivi previste; in seguito, con decreto direttoriale 4 aprile 2014, n. 404, sono state ripartite le risorse e stipulate convenzioni fra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e le regioni;
   a un primo bilancio del piano di attuazione della Garanzia Giovani si evidenziano luci ed ombre;
   tra i fattori positivi va segnalato il fatto che l'Italia è tra i primi Paesi membri in Europa, insieme alla Francia, ad aver predisposto un piano operativo nazionale con appostamento di relative risorse, il primo Paese ad aver previsto un collegamento tra le misure di orientamento, formazione e impiego con quelle relative al Servizio civile nazionale, riconoscendo a tale strumento particolari potenzialità per l'inserimento dei giovani per fare esperienza di cittadinanza attiva, un primo passo verso la costruzione di un contingente europeo di giovani impegnato nella difesa di un'Europa unita e maggiormente integrata; infine, l'Italia ha contemplato la predisposizione di report periodici per verificare l'andamento delle adesioni al piano, al quale i giovani interessati potranno aderire sino al 31 dicembre 2015, indispensabili per un buon monitoraggio del programma;
   l'importante scelta strategica di destinare parte dei fondi della Garanzia Giovani sullo strumento del Servizio civile nazionale – una delle novità del Governo Renzi all'apertura del semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell'Unione europea – al fine di assicurare, seppure con gradualità fino al 2017, l'inserimento di un contingente di 100.000 giovani italiani nel servizio civile universale, vede ora finalmente la previsione di risorse necessarie in favore del Fondo nazionale per il servizio civile (50 milioni di euro per il 2015, 140 per il 2016 e 190 a decorrere dal 2017), nell'ambito della legge di stabilità 2015;
   sempre nell'ambito della legge di stabilità 2015, viene inoltre previsto un contributo di 12 milioni di euro per l'anno 2015 in favore della società Italia Lavoro (ente strumentale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali) al fine non solo di garantire il funzionamento della società ma di utilizzare tali risorse con particolare riferimento all'attuazione del programma Garanzia Giovani;
   è da annoverare fra i fattori positivi anche il ricorso alle unità di costo standard (ucs) per tutte le tipologie di azione con conseguenti costi identici per tutte le attività (sia lavoro che di formazione), in considerazione dell'estrema frammentazione e diversificazione del sistema da regione e regione; ma la conseguenza più importante derivante dall'imposizione dei costi standard sta nell'aver cambiato l'ottica di lavoro degli operatori pubblici e privati nel settore dell'intermediazione tra domanda e offerta di lavoro e nell'erogazione della formazione, i quali da ora non riceveranno alcun compenso economico se il loro servizio non produrrà alcun risultato per il giovane preso in carico (tirocinio attivato, inserimento lavorativo, innalzamento del titolo di studio e altro);
   infine, si è appreso con favore la previsione in due decreti emanati il 21 gennaio 2015 di un'estensione del bonus occupazionale per le imprese che assumono giovani, anche con altre tipologie di contratti, con particolare riguardo ai casi di trasformazione dei contratti di apprendistato professionalizzanti in contratti a tempo indeterminato;
   tra i fattori negativi si segnalano invece i seguenti punti critici che meritano particolare attenzione per un loro superamento:
    a) eccessive differenze e disomogeneità tra piani regionali, con ritardi in alcune regioni meridionali (come Calabria e Sicilia); paradossalmente quelle che più soffrono il dramma della disoccupazione giovanile e della dispersione scolastica sono quelle che hanno maggiori difficoltà a far partire il programma; pur convenendo sull'opportunità di affidare alle regioni il riparto interno dei fondi occorrerebbe che lo Stato garantisse un'omogeneità di politiche pubbliche su tutto il territorio nazionale; appare infatti eccessiva la discrezionalità da parte delle regioni nel ripartire le risorse fra le diverse azioni, trascurandone alcune e sovraccaricandone altre (alcune regioni destinano il 30 per cento al bonus occupazionale, mentre altre non prevedono alcun bonus);
    b) in qualche caso si palesa il rischio di una rilevanza eccessiva della componente «formazione» nei diversi piani regionali rispetto ai quali sarebbe utile avere riscontri sui livelli di occupabilità garantiti ai giovani destinatari della misura;
    c) la scarsa capacità di coinvolgimento delle categorie imprenditoriali a livello locale che produce poche offerte di lavoro da parte delle imprese, soprattutto di quelle medio-piccole maggiormente presenti nei territori;
    d) insufficiente è ancora il rapporto tra gli enti istituzionali con le scuole secondarie di primo e di secondo grado, i centri di formazione professionale e le università che dovrebbero, invece, costituire uno dei pilastri per costruire percorsi personalizzati e favorire l'incontro fra chi cerca di costruirsi un'identità lavorativa e l'offerta da parte delle imprese;
    e) il meccanismo dell'accesso ai fondi europei e la loro ripartizione può rendere difficile la partenza dei progetti, tenendo conto che il miliardo e mezzo di euro di finanziamenti dell'Unione europea per Garanzia Giovani è ripartito in 1.134 milioni di euro da fondi comunitari e 378 milioni di euro dallo Stato italiano; la procedura fa sì che le regioni debbano anticipare, spesso con difficoltà, a titolo di cofinanziamento, le risorse, in attesa che arrivino quelle di provenienza statale ed europea; in tal senso è da rimarcare come estremamente positiva la possibilità, offerta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dalla Ragioneria generale dello Stato di fungere da soggetti pagatori, evitando ogni necessità di anticipazione da parte delle regioni;
    f) sono poche le regioni virtuose che hanno attivato un sistema di accreditamento; gli sportelli accreditati non sono presenti in tutto il territorio nazionale, solo 8 regioni hanno un effettivo raccordo tra centri per l'impiego e le agenzie per il lavoro – 49 in Toscana, 702 in Lombardia, 419 in Veneto, 63 in Friuli Venezia Giulia, 215 in Piemonte, 18 in Sardegna, 10 in Abruzzo, 7 nelle Marche; i diversi sistemi spesso hanno difficoltà a dialogare tra loro, occorrerebbe una piena interoperabilità, migliorando l'interazione fra le varie banche dati (portali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Garanzia Giovani – enti regionali); al contempo va tuttavia rimarcato che la spinta di attuazione della Garanzia Giovani ha dato impulso ad un'accelerazione su questo versante;
    g) i centri per l'impiego non sembrano capaci di far fronte al surplus di lavoro che la gestione di Garanzia Giovani comporta, anche per la penuria di personale qualificato e di strumenti informatici adeguati. In generale, manca in maniera evidente ai centri per l'impiego, salvo alcune meritevoli eccezioni che andrebbero valorizzate, la capacità di formare e attivare alcuni dei propri addetti a un lavoro di «marketing territoriale» per entrare in contatto costante con le imprese del proprio territorio; per una buona riuscita di Garanzia Giovani è fondamentale intercettare aziende potenzialmente interessate ad accogliere giovani in stage o con contratti di lavoro e far conoscere appieno i vantaggi di tale programma previsti per le imprese;
    h) le misure predisposte non sono riuscite ad intercettare quella parte di giovani dal profilo più difficile, sia dal punto di vista del titolo di studio che della durata del periodo di disoccupazione; ad oggi risultano presi in carico per il 22 per cento i giovani rientranti nel target medio alto e solo l'8 per cento per quelli dal profilo alto;
    i) sul tema della creazione di impresa o del sostegno allo start-up aziendale mancano strumenti di ingegneria finanziaria tali da facilitare l'accesso al credito e all'avvio di tali attività, anche nell'ambito del programma Garanzia Giovani –:
   quali iniziative urgenti il Governo intenda avviare per superare gli elementi di criticità segnalati in premessa;
   se non ritenga utile predisporre iniziative di coordinamento tra le piattaforme esistenti, in special modo digitali, per l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, al fine di semplificare le procedure, facilitare l'individuazione delle imprese disponibili ad aderire al programma, strutturando, altresì, procedure di prima selezione telematica attraverso colloqui on-line;
   quali iniziative intenda assumere per potenziare l'impegno istituzionale, in particolare da parte del Ministero, al fine di rafforzare i servizi pubblici per l'impiego attivandoli per un più incisivo coordinamento di tutti gli attori che operano nell'ambito delle politiche attive e in politiche affini (in modo particolare scuole, formazione professionale, università, terzo settore ed agenzie per il lavoro) e assicurare un'assistenza tecnica e azioni di supporto e valutazione per quelle regioni che necessitano di maggiore sostegno in sede di attuazione del piano, anche valutando la possibilità di predisporre direttive precise e stringenti, sull'esempio del piano spagnolo per la Youth Guarantee, per scongiurare il rischio che le risorse messe in campo per contrastare la disoccupazione giovanile non vengano utilizzate integralmente;
   se non ritenga di dover garantire con priorità, anche nell'ambito della prevista riforma dell'istituto del Servizio civile nazionale per renderlo universale, nonché del terzo settore e dell'impresa sociale, la piena utilizzazione delle risorse appostate dalla legge di stabilità 2015 in favore del servizio civile, al fine di assicurare, gradualmente fino al 2017, l'inserimento di centomila giovani nel servizio civile universale, anche in considerazione di un suo rilancio nell'ambito del programma Garanzia Giovani e in prospettiva della creazione di un servizio civile europeo;
   se non ritenga di dover promuovere azioni volte a un maggiore coinvolgimento dei soggetti direttamente interessati alla Garanzia Giovani, come scuole secondarie superiori, centri di formazione professionale e università, utilizzando forme di comunicazione maggiormente efficaci, a partire dai luoghi di aggregazione maggiormente frequentati da giovani, come i social network, al fine di far conoscere le opportunità del programma Garanzia Giovani e le sue potenzialità di rilancio per il nostro Paese;
   se non concordi con la necessità di attivare una gamma di servizi all'interno delle istituzioni scolastiche e formative finalizzati ad assicurare per il 2015 a tutti i giovani in uscita dall'istruzione secondaria superiore e dall'istruzione e formazione professionale, e non intenzionati a continuare il percorso di studi, un percorso di orientamento professionale, un'offerta di tirocini formativi, un'opportunità di lavoro accessorio, al fine di migliorarne l'occupabilità;
   se non ritenga necessario, per colmare un divario di conoscenza delle lingue e dei contesti internazionali dei giovani, prevedere la possibilità per i giovani disoccupati di partecipare a tirocini internazionali e utilizzare specifici voucher volti ad acquisire la certificazione di competenze linguistiche o informatiche (con riconoscimento equipollente ai patentini europei) rilevanti ai fini dei curricula;
   se non ritenga necessario promuovere un'azione coordinata a livello europeo, con altri Paesi membri che più soffrono del fenomeno della crescente disoccupazione, al fine di accogliere e scambiare le migliori pratiche esistenti in ambito europeo e di adottare iniziative normative volte a semplificare le attuali procedure per l'accesso alle risorse, anche mediante la previsione di meccanismi di flessibilità ai fini del rispetto del patto di stabilità, in favore delle regioni che investono e finanziano il programma Garanzia Giovani, prevedendo altresì che, a partire dal 2016, il programma Youth Guarantee divenga intervento permanente e strutturale per il contrasto della disoccupazione giovanile in Europa, da rifinanziare con maggiori risorse e da configurare come un programma ordinario dell'Unione europea.
(2-00827) «Bonomo, Ascani, Gribaudo, Berlinghieri, Gnecchi, Borghi, Bergonzi, Moretto, Gadda, Narduolo, Gelli, Camani, Cominelli, Malpezzi, Antezza, Paris, Rotta, Tentori, Cardinale, Capozzolo, Becattini, Culotta, Moscatt, Giulietti, Richetti, Covello, Ventricelli, Iacono, Piccione, Sereni, Garavini, Giuditta Pini, D'Incecco, Galperti, Lavagno, Marco Di Maio, Carrozza, Battaglia, Albini, Ragosta, Paola Bragantini, Quartapelle Procopio, Schirò, Martelli».


Intendimenti del Governo in ordine alla dichiarazione dello stato di emergenza in Sicilia, alla luce delle eccezionali ondate di maltempo che hanno colpito la regione – 2-00882

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   è da diversi mesi che la Sicilia è oggetto di eventi meteorici di straordinaria portata e costante intensità che hanno causato danni ingenti sia alla popolazione che ai territori;
   la pioggia intensa ha provocato danni alle abitazioni, si sono verificati frane e smottamenti, strade di primaria importanza risultano intransitabili rendendo isolati molti comuni, l'agricoltura è stata messa in ginocchio poiché le colture risultano danneggiate e i terreni allagati, molti fiumi sono straripati interrompendo i collegamenti viari e ferroviari;
   molti comuni dell'isola risultano isolati e molte famiglie sono state evacuate dalle loro abitazioni, risultando ancora oggi senza alcuna fissa dimora;
   sono necessari interventi urgenti e immediati per ripristinare la viabilità soprattutto delle strade provinciali e comunali, piene di fango e oggetto di frane e smottamenti; sostenere gli agricoltori e gli allevatori la cui annata agraria è pesantemente compromessa; ripristinare le condizioni affinché le famiglie evacuate ritornino ad avere una dignitosa dimora;
   la protezione civile regionale ha stimato i sopraddetti danni in svariati milioni di euro;
   né la protezione civile regionale, né quelle provinciali, né tantomeno quelle comunali hanno i fondi per fronteggiare il continuo stato di emergenza che sta interessando l'intero territorio della regione Sicilia;
   i comuni si sono subito attivati al limite delle loro disponibilità di uomini, mezzi e finanziarie per far fronte ai danni e per mettere al sicuro le popolazioni, ma non riescono più a mettere in atto ulteriori interventi per mancanza di fondi;
   lo stato in cui versano le popolazioni siciliane è di totale abbandono e impotenza di fronte all'emergenza maltempo che continua senza sosta da mesi –:
   se il Governo non intenda dichiarare lo stato di emergenza e intervenire con ordinanza di protezione civile a favore della popolazione siciliana affinché i territori della Sicilia non si sentano abbandonati e si senta forte l'intervento dello Stato, soprattutto in questo momento di estrema urgenza.
(2-00882) «Ribaudo, Speranza, Culotta».


Iniziative per garantire il diritto al lavoro delle persone disabili nelle pubbliche amministrazioni – 2-00873

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione – per sapere – premesso che:
   la pubblica amministrazione è tenuta ad assumere persone con disabilità nella quota d'obbligo prevista dalla normativa e ad osservare precisi vincoli per effettuare le assunzioni in conformità a quanto previsto dall'articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001 in tema di procedure per le assunzioni presso le pubbliche amministrazioni;
   l'articolo 3 della legge n. 68 del 1999 prevede che i datori di lavoro pubblici, come quelli privati, sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori invalidi nella seguente misura:
    a) 7 per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti;
    b) 2 lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti;
    c) 1 lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti, in questo caso l'obbligo si applica solo per le nuove assunzioni;
   le persone con disabilità in età lavorativa (cioè che abbiano compiuto i 18 anni e che non abbiano raggiunto l'età pensionabile) e disoccupate possono essere assunte presso i datori di lavoro pubblici (non economici) purché appartenenti ad una delle seguenti categorie:
    a) invalidi civili (con un riconoscimento di invalidità superiore al 45 per cento);
    b) invalidi del lavoro (con un riconoscimento di invalidità Inail superiore al 33 per cento;
    c) non vedenti (persone colpite da cecità assoluta o che hanno un residuo visivo non superiore ad un decimo ad entrambi gli occhi);
    d) sordi (persone colpite da sordità alla nascita o prima dell'apprendimento della lingua parlata);
    e) invalidi di guerra, invalide civili di guerra, invalide per servizio (con minorazioni ascritte dalla I all'VIII categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico in materia di pensioni di guerra);
   tra le modalità per effettuare le assunzioni vi sono i concorsi pubblici (l'articolo 3 della legge n. 127 del 1997 ha abolito il limite di età per la partecipazione ai concorsi, salvo deroghe dettate da regolamenti delle singole amministrazioni. Rimane il limite minimo fissato nel 18esimo anno di età dal decreto del Presidente della Repubblica n. 3 del 1957);
   i concorsi sono espletati direttamente dall'ente o dall'amministrazione che deve assumere, per i profili professionali per i quali è previsto il possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado e/o laurea;
   l'articolo 16, comma 1, della legge n. 68 del 1999, prevede che le persone con disabilità possano partecipare a tutti i concorsi per il pubblico impiego, da qualsiasi amministrazione pubblica siano banditi e che, a tal fine, «i bandi di concorso prevedono speciali modalità di svolgimento delle prove di esame per consentire ai soggetti suddetti di concorrere in effettive condizioni di parità con gli altri»;
   l'articolo 20 della legge n. 104 del 1992 (legge quadro sull’handicap) prevede che la persona con disabilità sostiene le prove d'esame nei concorsi pubblici e per l'abilitazione alle professioni con l'uso degli ausili necessari e nei tempi aggiuntivi eventualmente necessari in relazione allo specifico handicap; nella domanda di partecipazione al concorso e all'esame per l'abilitazione alle professioni il candidato specifica l'ausilio necessario in relazione al proprio handicap, nonché l'eventuale necessità di tempi aggiuntivi;
   alcune amministrazioni, in sostituzione degli ausili richiesti, prevedono l'affiancamento del candidato da parte di un tutor;
   l'articolo 25, comma 9, del decreto-legge n. 90 del 2014, (cosiddetto decreto semplificazioni), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 114 del 2014, ha modificato l'articolo 20 della legge n. 104 del 1992, aggiungendo il comma 2-bis in cui si prevede che una persona con invalidità uguale o superiore all'80 per cento non è tenuta a sostenere la prova preselettiva eventualmente prevista nel concorso pubblico;
   per l'accesso all'impiego pubblico della persona disabile è richiesta l'idoneità specifica per singole funzioni;
   l'articolo 16, comma 3, della legge n. 68 del 1999 prevede che «salvi i requisiti di idoneità specifica per singole funzioni, sono abrogate le norme che richiedono il requisito della sana e robusta costituzione fisica nei bandi di concorso per il pubblico impiego (articolo 16 della legge n. 68 del 1999)». In alcuni concorsi pubblici riservati a persone con disabilità viene richiesto il certificato di idoneità fisica all'impiego. Ciò non può più accadere in quanto l'articolo 42, comma 1, del decreto-legge n. 69 del 2013 (cosiddetto «decreto del fare»), convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, dispone che, fermi restando gli obblighi di certificazione previsti dal testo unico sulla sicurezza (decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81), per i lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria, sono soppresse alcune certificazioni sanitarie e tra queste proprio il certificato di «idoneità fisica all'impiego» previsto dall'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 3 del 1957;
   l'articolo 7, comma 2, della legge n. 68 del 1999, relativamente all'assunzione di persone disabili attraverso il concorso pubblico, specifica che i disabili «iscritti nell'elenco di cui all'articolo 8 hanno diritto alla riserva dei posti nei limiti della complessiva quota d'obbligo e fino al cinquanta per cento dei posti messi a concorso». Da ciò si desume chiaramente ed inequivocabilmente che l'iscrizione nelle liste speciali è un presupposto indispensabile per la partecipazione al concorso. Si rileva, però, che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali nell'interpello n. 50 del 2011, mentre conferma che l'iscrizione nell'elenco di cui all'articolo 8 della legge n. 68 del 1999 costituisce presupposto per accedere alla riserva dei posti nelle procedure selettive e condizione per la chiamata numerica e nominativa, specifica che, in caso di concorso, l'iscrizione alle liste del collocamento non è indispensabile per la partecipazione alla procedura selettiva, ma solo al momento della sottoscrizione del contratto di lavoro –:
   quante siano, ad oggi, le persone disabili assunte presso le amministrazioni centrali dello Stato e quante presso le amministrazioni locali;
   se, alla luce della situazione attuale, non ritenga opportuno predisporre misure urgenti volte a rendere effettivo il diritto al lavoro delle persone disabili così come prevede la normativa vigente, in particolar modo, presso le pubbliche amministrazioni.
(2-00873) «Argentin, Sbrollini, Nicchi, Terrosi, Coscia, D'Incecco, Amato, Tidei, Gregori, De Maria, D'Attorre, Beni, D'Arienzo, Mongiello, Albini, Gianni Farina, Carra, Rondini, Cassano, Binetti, Melilla, Cuperlo, Marazziti, Rampelli, Carella, Mazzoli, Becattini, Polverini, Blazina, Cinzia Maria Fontana, Dall'Osso, Laforgia, Piazzoni».


Iniziative volte a fronteggiare i danni causati dagli eccezionali eventi atmosferici che hanno recentemente interessato la regione Toscana – 2-00894

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   dalla mattina di giovedì 5 marzo 2015, il maltempo ha imperversato sulla regione Toscana e, soprattutto a causa del vento forte, ha causato gravi danni quantificabili attorno ai 400 milioni di euro, di cui circa 300 milioni di euro relativi al settore vivaistico;
   tale eccezionale circostanza ha causato la morte di una persona ed oltre dieci feriti;
   la caduta di alberi sulla rete elettrica ha comportato la sospensione delle forniture elettriche per più di duecentomila utenze, con notevole disagio per le abitazioni e vere e proprie emergenze per le strutture che erogano servizi essenziali;
   le forti raffiche di vento hanno inoltre causato danni alla rete stradale e ferroviaria, comportando notevoli disagi al sistema dei trasporti;
   si registrano, su tutto il territorio regionale, ingenti danni ad edifici pubblici e privati, oltre che ad attività produttive;
   le amministrazioni comunali e provinciali devono affrontare difficoltà grandissime anche per quanto riguarda l'edilizia scolastica: interi edifici hanno subito ingenti danneggiamenti e gli alunni sono stati trasferiti in locali allestiti per l'emergenza; si tratta di una situazione complessa, che rende problematica la didattica e gli aspetti organizzativi;
   tutto il territorio toscano risulta gravemente colpito, ma si riscontrano danni in modo particolare nelle province di Arezzo, Lucca, Pistoia, Prato e nella zona della Versilia, con danneggiamenti alla rete viaria, al patrimonio pubblico, alle civili abitazioni e alle imprese;
   il settore vivaistico della città di Pistoia ha subito danni gravissimi: il 30 per cento delle aziende florovivaistiche di questi territori rischia di non riaprire a causa dei danni, mettendo a rischio un indotto di circa seimila lavoratori;
   il distretto di Pistoia, leader in Europa nelle piante ornamentali d'alto fusto con 1.250 aziende impegnate a coltivare cinquemila ettari, che danno lavoro a 12 mila persone, è stato colpito dal maltempo alla vigilia del periodo primaverile, quando si concentrano le spedizioni dirette per l'80 per cento all'estero, generando dunque un danno ulteriore e gravissimo;
   il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, ha informato il Governo della gravità della situazione e dichiarato lo stato di emergenza regionale –:
   se il Governo ritenga opportuno dichiarare lo stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 225 del 1992;
   se il Governo ritenga opportuno assumere iniziative per allentare i vincoli imposti dal patto di stabilità interno, al fine di utilizzare le risorse per la ricostruzione degli edifici danneggiati e il ripristino della normalità;
   quali misure il Governo intenda adottare per evitare maggiori danni a persone o cose e per assicurare in tempi celeri il ripristino dei servizi e delle attività colpite.
(2-00894) «Fanucci, Donati, Parrini, Bini, Cenni, Ermini, Fontanelli, Fossati, Giampaolo Galli, Giulietti, Manciulli, Marchetti, Marchi, Melilli, Rocchi, Simoni, Ferro, Fedi, Boccadutri, Lodolini, Berretta, Andrea Romano, La Marca, Censore, Vazio, Tullo, D'Ottavio, Fabbri, Fiorio, Gelli, Famiglietti, Porta».


Iniziative volte a tutelare l'economia italiana dai potenziali rischi legati alla svalutazione dell'euro e al prospettato aumento dell'inflazione, in relazione alle politiche monetarie della Banca centrale europea – 2-00898

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   da maggio 2014 ad oggi l'euro si è svalutato progressivamente di più di 14 punti percentuali arrivando ultimamente, con il crollo verticale di ben 8 punti percentuali dei primi mesi del 2015, quasi alla pari con il dollaro anche per l'operazione quantitative easing da parte della Banca centrale europea e per la riduzione dei tassi di interesse;
   sembra che la svalutazione dell'euro sia considerata la soluzione alla crisi e a tutti i mali del nostro Paese, perché dovrebbe produrre effetti positivi sull'economia dell'eurozona da due principali punti di vista: secondo gli economisti, da un lato, dovrebbe incrementare le esportazioni e, dall'altro, produrrebbe l'aumento dell'inflazione dovuto all'incremento dei prezzi dei prodotti importati (tra cui le materie prime e in particolare il petrolio);
   per quanto riguarda le esportazioni, l'Italia esporta per circa il 40 per cento all'interno dell'area euro ed inoltre il contesto è tutt'altro che favorevole ad una ripresa dell’export anche al di fuori dell'eurozona: tra sanzioni contro la Russia e Stati Uniti che puntano a ridurre il proprio deficit con l'estero, le esportazioni difficilmente possono essere un traino per la crescita;
   chi sta da anni traendo vantaggio dell'euro debole per esportare, anche ben oltre i limiti imposti dalle regole del six pack, è la Germania, che da tempo dovrebbe limitare le esportazioni ed espandere la propria domanda, ma non lo fa, anche perché la Commissione europea non si decide ancora a sanzionare i tedeschi per il loro eccesso di export;
   per quanto riguarda l'aumento dell'inflazione, a livello tecnico dovrebbe andare a contrastare la deflazione, ma, in sé e per sé, l’«inflazione importata» potrebbe essere di modesta entità, perché i prezzi nei Paesi industrializzati sono relativamente poco sensibili all'aumento dei costi delle importazioni, ma soprattutto potrebbe avere sull'economia reale un effetto recessivo, non espansivo: se i prezzi aumentano a causa dell'aumento dei costi delle importazioni, la domanda in generale non ne può certo beneficiare, anzi, visto che i consumatori si ritroverebbero a fare i conti con prezzi più alti, ma con le stesse entrate di prima, con ogni probabilità potrebbero ridurre i loro già bassi consumi;
   secondo la banca centrale giapponese, Bank of Japan, dopo il fallimento della recente svalutazione dello yen, se si esclude il boom del primo trimestre 2014, l'inflazione «buona» ed efficace in prospettiva è solo quella che scaturisce dagli aumenti salariali;
   il quantitative easing non è un piano esente da problemi, come dichiarato di recente dallo stesso Mario Draghi: «Siamo consapevoli che le nostre misure possono comportare alcuni rischi alla stabilità finanziaria (...)»;
   secondo i maggiori economisti, uno degli effetti collaterali inevitabili del quantitative easing è una bolla finanziaria che potrebbe risolversi anche solo con un impatto minimo sui consumi e un aumento del grado di diseguaglianza tra ricchi e poveri: in linea teorica, tassi d'interesse negativi dovrebbero spingere, da un lato, a consumare di più e, dall'altro, a indirizzare gli investimenti verso attività più rischiose, presumibilmente più vicine all'economia «reale», ma questo non è certo perché dipende dal comportamento delle banche;
   il quantitative easing di per sé non è sufficiente a creare «moneta» e a generare inflazione: la liquidità creata dalla Banca centrale europea può rimanere nel circuito finanziario e alimentare una pericolosa bolla speculativa oppure può iniziare a fluire nell'economia reale, ma solo se le banche, attraverso l'attività creditizia, la trasformano in «aggregati monetari» per l'economia, «spendendola» ovvero trasferendola a qualcuno, impresa o commerciante, che è in grado di investirla in attività reali e in lavoro;
   secondo l'economista Marcello Esposito de lavoce.info: «La parte più delicata di un Quantitative Easing o di una parziale monetizzazione del debito non sta nelle fasi iniziali, ma nella sua conclusione, fase estremamente complessa anche quando il “malato” risponde positivamente alle cure. Le bolle speculative alimentate dal Quantitative Easing devono essere sgonfiate lentamente per evitare che scoppino e travolgano l'economia reale (...). Il problema potrebbe quindi sorgere se la Bce non avesse il tempo di aspettare i “fondamentali”, ad esempio perché l'inflazione riparte, ma l'economia reale no» –:
   se il Governo abbia pienamente valutato gli effetti di quanto descritto in premessa e in che modo intenda intervenire affinché i rischi della svalutazione dell'euro messi in evidenza possano essere prevenuti e il Paese venga tutelato nel caso in cui le previsioni più negative degli economisti dovessero rivelarsi giuste;
   in che modo il Governo si stia attivando per garantire che gli effetti del quantitative easing siano il più possibile positivi e, dunque, le risorse messe in campo vengano effettivamente trasmesse all'economia reale e non vadano invece ad alimentare la pericolosa bolla finanziaria di cui in premessa;
   in quale modo il Governo intenda adoperarsi affinché la svalutazione dell'euro e il previsto aumento dell'inflazione non abbiano ricadute negative sui consumi già decisamente bassi a causa della crisi e in che modo abbia intenzione di sostenere dunque l'economia reale e i consumatori che, con le stesse esigue risorse economiche, si troveranno a dover affrontare prezzi più alti;
   se e in che modo il Governo intenda promuovere l’export italiano affinché la svalutazione della moneta europea possa davvero apportare dei benefici anche all'economia italiana;
   se il Governo stia predisponendo misure per affrontare la fase conclusiva del quantitative easing che è la più delicata e potrebbe stravolgere l'economia reale del nostro Paese.
(2-00898) «Sorial, Castelli, Caso, Brugnerotto, Cariello, Colonnese, D'Incà, Alberti, Cancelleri, Frusone, Gagnarli, Gallinella, Grande, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lupo, Mannino, Marzana, Nesci, Parentela, Pesco, Petraroli, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Ruocco, Scagliusi, Spadoni, Spessotto, Tripiedi, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Zolezzi, Fico».