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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 22 aprile 2015

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 22 aprile 2015.

  Aiello, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Capezzone, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Centemero, Antimo Cesaro, Chaouki, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Menech, De Micheli, Del Basso de Caro, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galati, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Losacco, Lotti, Lupi, Lupo, Madia, Manciulli, Merlo, Meta, Migliore, Nicoletti, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Domenico Rossi, Rossomando, Rughetti, Sanga, Sani, Santerini, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sereni, Sisto, Spadoni, Tabacci, Valeria Valente, Vargiu, Velo, Vignali, Vito, Zanetti.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Abrignani, Adornato, Aiello, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Capezzone, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Antimo Cesaro, Chaouki, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Menech, De Micheli, Del Basso de Caro, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Fraccaro, Franceschini, Galati, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Guerra, La Russa, Losacco, Lotti, Lupi, Lupo, Madia, Manciulli, Merlo, Meta, Migliore, Nicoletti, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Domenico Rossi, Rossomando, Rughetti, Sanga, Sani, Santerini, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sereni, Sisto, Spadoni, Tabacci, Valeria Valente, Vargiu, Velo, Vignali, Vito, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 21 aprile 2015 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   SIMONETTI ed altri: «Modifiche al codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, concernenti il risarcimento del danno, le facoltà delle imprese di riparazione dei veicoli e l'esercizio dell'attività di perito assicurativo nell'ambito della disciplina dell'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile verso i terzi derivante dalla circolazione di veicoli e natanti» (3060);
   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE OTTOBRE: «Modifiche agli articoli 103 e 113 della Costituzione, in materia di organi della giustizia amministrativa e di tutela giurisdizionale contro gli atti della pubblica amministrazione» (3061);
   BORGHESE e MERLO: «Disposizioni per la diagnosi e la cura del morbo di Parkinson» (3062).

  Saranno stampate e distribuite.

Ritiro di sottoscrizione a proposte di legge.

  Il deputato Ferraresi ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alle proposte di legge:
   BARBANTI ed altri: «Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, concernenti il divieto di propaganda elettorale a carico delle persone appartenenti ad associazioni mafiose e sottoposte alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza» (660);
   ARTINI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul dissesto finanziario della banca Monte dei Paschi di Siena» (1123);
   SEGONI ed altri: «Agevolazioni fiscali per la realizzazione di interventi volti alla riduzione del rischio idrogeologico e sismico» (1578);
   ROSTELLATO ed altri: «Disposizioni per la tutela dei lavoratori da molestie morali e violenze psicologiche» (1709);
   ROSTELLATO ed altri: «Modifiche al codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, in materia di pubblicità delle riprese audio e video delle sedute dei consigli provinciali e comunali» (1733);
   SEGONI ed altri: «Modifiche alla parte prima del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, concernenti le disposizioni comuni e i princìpi generali della disciplina in materia ambientale» (1839).

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  MASSIMILIANO BERNINI: «Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia» (2706) Parere delle Commissioni II, IV, V, VII, XI e XIII.

   II Commissione (Giustizia):
  TURCO ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, e al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di competenza penale del giudice di pace» (2998) Parere delle Commissioni I, V, VII, IX, X e XII.

   V Commissione (Bilancio):
  SORIAL ed altri: «Modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 243, in materia di equilibrio dei bilanci e ricorso all'indebitamento per operazioni relative alle partite finanziarie» (2923) Parere delle Commissioni I e XIV.

   X Commissione (Attività produttive):
  DELLA VALLE ed altri: «Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, e altre disposizioni per il contrasto dell'obsolescenza programmata dei beni di consumo» (2849) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   XII Commissione (Affari sociali):
  IACONO ed altri: «Disposizioni concernenti l'esercizio della libera professione da parte del personale sanitario dipendente dal Servizio sanitario nazionale o da altre pubbliche amministrazioni» (2910) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali):
  NICCHI ed altri: «Norme in materia di eutanasia» (2973) Parere delle Commissioni I e V.

Trasmissione dal Ministro dello sviluppo economico.

  Il Ministro dello sviluppo economico, con lettera del 15 aprile 2015, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data agli ordini del giorno: SCOTTO ed altri n. 9/2679-bis-A/26, concernente la tutela dei livelli occupazionali presso Poste Italiane S.p.a., accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 30 novembre 2014, Nicola BIANCHI n. 9/2679-bis-A/150, accolto come raccomandazione dal Governo nella medesima seduta, riguardante la riduzione della durata del contratto di programma stipulato tra il Ministero dello sviluppo economico e Poste Italiane S.p.a., nonché la promozione di iniziative volte alla digitalizzazione dei servizi resi; Nicola BIANCHI ed altri n. 9/2679-bis-B/87, concernente l'adeguata tutela delle esigenze essenziali degli utenti dei servizi resi da Poste Italiane S.p.a., con particolare riferimento alle isole minori ed alle zone rurali e montane, DELL'ORCO ed altri n. 9/2679-bis-B/88, riguardante la nuova determinazione delle tariffe degli invii relativi alla posta prioritaria ed agli altri servizi di qualità, SARTI ed altri n. 9/2679-bis-B/89, concernente l'adeguamento agli standard europei degli obiettivi statistici di qualità da perseguire nell'erogazione del servizio postale, SPESSOTTO ed altri n. 9/2679-bis-B/90, concernente il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori e degli utenti nella determinazione degli obiettivi di qualità e delle tariffe del servizio postale universale, REALACCI ed altri n. 9/2679-bis-B/194, riguardante la garanzia in tutti i comuni di un servizio postale funzionale ed adeguato alle aree a bassa capacità di utenza e a rischio di fallimento di mercato, tutti accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 22 dicembre 2014.
  Il Ministro ha altresì trasmesso, con lettera del 15 aprile 2015, una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno GALLINELLA n. 9/2629-AR/192, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 29 ottobre 2014, concernente l'inserimento nel «Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l'attrazione degli investimenti» della prestazione di assistenza tecnica, legale e logistica agli imprenditori dell'agroalimentare che decidono di operare all'estero.
  Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alle Commissioni IX (Trasporti, poste e telecomunicazioni) e X (Attività produttive), competenti per materia.

Trasmissione dal Ministro dell'interno.

  Il Ministro dell'interno, con lettere del 17 aprile 2015, ha trasmesso due note relative all'attuazione data all'ordine del giorno D'AMBROSIO n. 9/2803/95, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 20 febbraio 2015, concernente l'illustrazione alle competenti Commissioni parlamentari della gestione delle contabilità speciali istituite nelle nuove province di Barletta-Andria-Trani, Fermo e Monza-Brianza e, per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno ZARATTI ed altri n. 9/2679-bis-B/174, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 22 dicembre 2014, riguardante l'adozione di iniziative amministrative e legislative di contrasto alla corruzione.
  Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), competente per materia.

Trasmissione dal Ministro dell'economia e delle finanze.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 22 aprile 2015, ha trasmesso una nota concernente alcune correzioni al testo del Documento di economia e finanza 2015 (Doc. LVII, n. 3), trasmesso in data 10 aprile 2015.

  Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) nonché a tutte le altre Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissioni dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 21 aprile 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le seguenti relazioni concernenti progetti di atti dell'Unione europea:
   proposta di direttiva del Consiglio che abroga la direttiva 2003/48/CE del Consiglio (COM(2015) 129 final);
   proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2011/16/UE per quanto riguarda lo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale (COM(2015) 135 final).

  Queste relazioni sono trasmesse alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 22 aprile 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante fissazione del tasso di adattamento dei pagamenti diretti di cui al regolamento (UE) n. 1306/2013 per l'anno civile 2015 (COM(2015) 141 final).

  Questa relazione è trasmessa alla XIII Commissione (Agricoltura) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 21 aprile 2015, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la proposta modificata di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea e dei suoi Stati membri, del protocollo all'accordo di cooperazione e di unione doganale tra la Comunità economica europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Repubblica di San Marino, dall'altro, relativo alla partecipazione, in qualità di parte contraente, della Repubblica di Croazia in seguito alla sua adesione all'Unione europea (COM(2015) 168 final), corredata dal relativo allegato (COM(2015) 168 final – Annex 1), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla III Commissione (Affari esteri), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 21 aprile 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
  Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
  Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante attuazione delle clausole di salvaguardia e del meccanismo antielusione che prevede la sospensione temporanea delle preferenze tariffarie contenute nell'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Moldova, dall'altra (COM(2015) 154 final);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante attuazione del meccanismo antielusione che prevede la sospensione temporanea delle preferenze tariffarie contenute nell'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra (COM(2015) 155 final).

Comunicazione di nomina ministeriale.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 20 aprile 2015, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento al dottor Mario Fiorentino, ai sensi dei commi 4 e 10 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di consulenza, studio e ricerca nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla IX Commissione (Trasporti).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 21 aprile 2015, a pagina 4, alla prima colonna, ventiduesima riga, dopo la parola: «XII,» si intende inserita la seguente: «XIII,» e, alla seconda colonna, ventisettesima riga, dopo la parola: «, V» si intende inserita la seguente: «, X».

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO STRAORDINARIO DEL 23 APRILE 2015

Risoluzioni

   La Camera,
   premesso che:
    la tragedia in atto nel Mediterraneo in queste ore, a causa del ripetuto rovesciarsi di barconi carichi di persone disperate in fuga da guerre e persecuzioni nei propri Paesi, sta segnando un punto di non ritorno sia per l'elevatissimo numero di vittime, tra cui numerose donne e bambini, sia per il grado sempre più elevato di crudeltà e cinismo con il quale stanno agendo le organizzazioni criminali e i trafficanti di esseri umani;
    più volte Governo e Parlamento hanno chiesto con forza che l'Europa tutta intervenga a fermare questo massacro, ribadendo che il nostro Paese non può e non deve essere lasciato solo nella gestione di un fenomeno che, ormai, sta acquisendo le dimensioni di un vero e proprio esodo, mentre appare urgente un sostegno a tutti quei comuni, e a tutti coloro che, a diverso titolo, sono impegnati in prima linea nel fronteggiare quest'emergenza umanitaria;
    secondo i dati riportati dall'Organizzazione internazionale delle migrazioni, con oltre 1.750 decessi dall'inizio dell'anno, il bilancio di migranti morti mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo risulta essere stato di oltre 30 volte superiore a quello registrato l'anno scorso, mentre secondo una stima dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (UNHCR) nel 2014 il Mediterraneo era già emerso come la rotta più mortale al mondo;
    giovedì 23 aprile si riunisce il Consiglio europeo anche grazie alla richiesta del Governo, e in particolare del nostro Presidente del Consiglio che nei colloqui avuti in queste ore con i leader europei, ha chiesto con urgenza la convocazione di un vertice straordinario sul tema dell'immigrazione, perché come affermato anche dallo stesso Presidente del Consiglio Ue, «non possiamo accettare che centinaia di persone muoiano quando attraversano il mare verso l'Europa»;
    nelle more del Consiglio europeo straordinario, il Commissario agli Affari interni e all'immigrazione Dimitris Avramopoulos ha presentato frattanto ai ministri degli Esteri e degli Interni, riuniti in una sessione congiunta a Lussemburgo, un piano in 10 punti per affrontare l'emergenza immigrazione, prevedendo tra le altre cose, il raddoppio dei mezzi e del budget a sostegno dei Paesi più coinvolti e un rafforzamento di Triton;
    alla luce dei primi resoconti che stanno emergendo sulle tragedie in atto, occorre affrontare innanzitutto il nodo dei nuovi trafficanti di esseri umani, impostando una risposta efficace dell'intera comunità internazionale, che tramite «operazioni mirate» – ossia l'organizzazione di missioni di polizia con alto contenuto di specializzazione – consenta un'azione strategica per arrestare questi nuovi trafficanti di schiavi, sempre più privi di scrupoli;
    proprio sotto questo profilo appare assai dubbia l'efficacia, ventilata da alcune forze politiche, dell'attuazione di un possibile blocco navale – un tipo di azione militare finalizzata a impedire l'accesso e l'uscita di navi dai porti di un territorio, che rischierebbe di offrire un'ennesima opportunità agli scafisti che si limiterebbero a mettere le barche in mare, lasciandole andare al loro destino, e costringendo invece gli autori del blocco a rincorrere i migranti per tentare di salvarli;
    è evidente, infatti, che non è attraverso la mera militarizzazione dell'area del Mediterraneo che si riuscirà ad evitare che il mare diventi un cimitero a cielo aperto, mentre una risposta efficace e duratura nel tempo non potrà che passare dalla soluzione di alcuni nodi politici cruciali, nei Paesi rivieraschi, e in particolare in Libia, che sempre più dovrà diventare una priorità della stessa politica estera europea,

impegna il Governo:

   a negoziare, in sede di Consiglio europeo, l'adozione di adeguate e urgenti misure volte a fronteggiare efficacemente l'emergenza migratoria nel Mediterraneo, tra cui l'inasprimento della lotta alla tratta e al traffico degli esseri umani per mezzo di un'operazione europea in grado di contrastare efficacemente questa nuova forma di schiavitù;
   ad adottare ogni iniziativa utile, nelle opportune sedi europee, volta a condurre al rafforzamento del dispositivo europeo di sorveglianza marittima «Triton», sia in termini finanziari sia in termini di capacità aero-navali impiegate, affinché esso svolga non solo una vera e propria azione di pattugliamento ma sia in grado di mettere in atto iniziative di salvataggio e anche di contrasto al traffico di esseri umani, nonché una efficace azione di search and rescue adeguata all'attuale crisi umanitaria;
   ad adottare, nelle opportune sedi europee, iniziative volte ad introdurre meccanismi di burden sharing tra gli Stati membri impegnati nello sforzo di accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo, anche attraverso ipotesi di redistribuzione sul territorio europeo dei richiedenti asilo, in base ad una chiave di ripartizione che tenga conto delle effettive capacità di accoglienza;
   a favorire, nelle opportune sedi europee ed internazionali, tutte quelle azioni ritenute necessarie ad approfondire il dialogo e la cooperazione con i Paesi terzi di origine e transito dei flussi migratori – in particolare i paesi africani, nel quadro dei processi di Rabat e di Khartoum – nonché tutte quelle iniziative volte a contrastare i crimini legati alla migrazione irregolare (tratta e traffico di esseri umani), valorizzando al contempo l'apporto che un fenomeno migratorio ben regolato allo sviluppo economico dei Paesi di provenienza dei migranti;
   ad accentuare l'azione politico-diplomatica nei confronti di Paesi amici, diversamente collocati nel rapporto con le forze politiche libiche, affinché esse favoriscano l'azione dell'ONU per arrivare in Libia ad un governo di intesa nazionale;
   ad aprire una riflessione in sede ONU per un salto di qualità nelle politiche di sviluppo economico nei confronti dei Paesi del Medio Oriente più bisognosi di aiuto, visto anche l'enorme quantità di rifugiati che si stanno concentrando sul loro territorio.
(6-00125) «Rosato, Lupi, Mazziotti Di Celso, Dellai, Pisicchio, Alfreider, Di Lello».


   La Camera, udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio,
   esprimendo preoccupazione per l'intensificazione dei flussi di migranti irregolari diretti con mezzi di fortuna dalle sponde meridionali del Mediterraneo verso le coste del nostro Paese, peraltro prevedibile alla luce degli arrivi insolitamente intensi nel corso dei mesi invernali;
   rilevando il fallimento di tutte le misure poste in essere dopo lo scoppio delle cosiddette «Primavere Arabe» per arginare l'immigrazione incontrollata dai Paesi africani e mediorientali, in precedenza gestita anche tramite intese bilaterali con gli Stati sorgente dei flussi;
   sottolineando come l'impiego della flotta nazionale nel contesto dell'Operazione Mare Nostrum a partire dall'autunno 2013 non sia estraneo a questa accelerazione, avendo generato la diffusa aspettativa di interventi di soccorso in alto mare da parte delle unità della nostra Marina Militare, a volte guidate sui barconi dei clandestini dagli stessi scafisti;
   evidenziando come in ambito europeo esistano scarsi margini per esigere una maggiore condivisione dello sforzo di assorbimento dei migranti clandestini ed aspiranti rifugiati che sbarcano sulle nostre coste, desiderandosi piuttosto che le frontiere esterne dell'area Schengen rimangano ermeticamente chiuse ai clandestini;
   ritenendo che l'approccio prevalentemente umanitario abbracciato finora sia controproducente e poco omogeneo rispetto al sentimento prevalente nell'Unione europea, che è improntato ad una maggiore intransigenza;
   esprimendo il convincimento che la tratta clandestina di esseri umani tra le opposte sponde del Mediterraneo sia un business immorale e pericoloso per la sicurezza nazionale, nella misura in cui arricchisce soggetti criminali e, come ricordato recentemente dalla rivista americana Foreign Policy, agevola l'ingresso in Europa di persone collaterali ad al-Qaeda ed allo Stato Islamico, e vada quindi scoraggiata e repressa;
   ritenendo altresì, che il nostro Paese debba continuare a rispettare la Convenzione di Montego Bay sul diritto del mare, ma che abbia anche il diritto a tutelarsi rispetto al pericolo che afflussi incontrollati di migranti possano comprometterne l'appartenenza all'area Schengen e la coesione interna;
   giudicando possibile soddisfare queste contrapposte esigenze con l'impiego di mezzi idonei a realizzare il respingimento dei migranti verso le coste degli Stati sorgente intervenendo al limite e dentro le loro acque territoriali, anziché raccoglierli come si è fatto finora nelle acque internazionali, dove scattano gli obblighi della Convenzione di Montego Bay;
   esprimendo interesse per la proposta, ventilata da più parti, di creare appositi campi in Nord Africa gestiti insieme alle maggiori organizzazioni internazionali competenti, in cui convogliare i migranti che aspirano al riconoscimento dello status di rifugiato, in modo da permettere ai funzionari incaricati dei Paesi dell'Unione europea di vagliarne le domande e concedere il diritto d'asilo soltanto a coloro ritenuti effettivamente meritevoli di protezione;
   valutando opportuno considerare anche la fattibilità del ricorso alla forza militare per privare gli scafisti e le loro organizzazioni dei mezzi di cui si servono per trasportare i migranti clandestini,

impegna il Governo:

   in vista del vertice straordinario indetto dall'Unione europea per discutere dell'emergenza creatasi nel Mediterraneo, ad adoprarsi per lo stabilimento di un efficace blocco navale al limite delle acque territoriali libiche e tunisine, anche utilizzando le navi attualmente conferite alla missione Mare Sicuro, con il compito di effettuare il respingimento dei barconi dei migranti verso le coste degli Stati sorgente, catturando se possibile gli scafisti eventualmente a bordo;
   a favorire in ambito europeo il varo di una missione militare multinazionale che contempli anche la proiezione della forza sulla terraferma libica, all'esclusivo scopo di distruggere le imbarcazioni utilizzate dagli scafisti;
   a promuovere, infine, in tutte le sedi opportune la creazione in Africa Settentrionale di appositi campi in cui convogliare i migranti al fine di realizzare sul posto la verifica dell'eventuale sussistenza dei criteri richiesti dai Paesi dell'Unione europea per essere ammessi alla concessione del diritto d'asilo.
(6-00126) «Molteni, Fedriga, Grimoldi, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Caparini, Giancarlo Giorgetti, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Gianluca Pini, Rondini, Saltamartini, Simonetti».


   La Camera,
   premesso che:
    l'Italia oggi è lasciata sola a far fronte a un fenomeno che è impossibile gestire. La sua collocazione geografica ne fa una testa di ponte naturale: una calamita che attira l'esodo di massa, frutto delle contraddizioni non risolte di Paesi martoriati;
    anche l'Onu è stata costretta a riconoscere che il fardello che oggi porta il nostro Paese ucciderebbe un gigante. E l'Italia, nella realtà europea, tutto è meno che un gargantua, se pensiamo, per esempio, che il nostro tasso di crescita, passato e prospettico, è il più basso di tutta l'eurozona;
    l'immensa tragedia dei giorni scorsi impone una maggiore presa di coscienza e responsabilità in merito al fenomeno dell'immigrazione: questo è il momento in cui deve prevalere l'unità e le polemiche devono lasciare posto ad un'azione politica concorde di emergenza assoluta. È il momento in cui l'indignazione e il dolore devono farsi energia propositiva, e la solidarietà deve tradursi in azione incisiva;
    sono necessarie unità e coesione nazionale nell'emergenza, per impegnarci come Paese a determinare un cambiamento di rotta dell'Europa, che di certo non ha alcun diritto di esistere come entità sovranazionale, né di imporre una qualsiasi regola monetaria e di qualsiasi altro genere, se non rispetta il codice minimo di umanità, senza cui non c’è contratto o vincolo morale che tenga;
    condizione ineludibile per dar corpo a strategie efficaci è che il Parlamento, come espressione rappresentativa della volontà popolare, abbia l'autorevolezza di assumere un ruolo di coesione innanzitutto morale dinanzi allo sgomento dei cittadini, e ad un presente di morte che desta grave preoccupazione per il futuro dell'immigrazione, che si stima sempre più massiva e disperata. In questo senso il Governo è chiamato a saper interpretare e testimoniare in qualsiasi ambito una posizione umana che rifletta i valori fondanti della nazione, ed insieme un metodo che ne sia diretta conseguenza;
    l'unità deve comunque basarsi sulla verità: come è stato possibile che in questi anni abbia proliferato l'industria dello schiavismo che ha fatto ai nostri confini ventimila morti producendo 34 miliardi di fatturato? Non ci sono risposte facili a problemi difficili. E quello dell'immigrazione è un fenomeno epocale, incontrollabile e ingestibile senza una chiara e precisa strategia;
    la denuncia delle responsabilità è certo un esercizio legittimo, e di certo esse competono in primis a chi ha voluto precipitosamente e per ragioni oscure l'intervento militare in Libia che ha determinato il proliferare delle bande islamiste legate ai traffici di migranti e alla viltà e al cinismo dell'Unione europea, e, in secondo grado, all'incapacità del Governo italiano di far valere la priorità assoluta di un approccio comunitario alla questione dell'immigrazione;
    per predisporre soluzioni adeguate è necessario quindi prendere coscienza degli errori, talora gravissimi, che hanno anticipato e quasi preordinato la tragedia;
    la missione «Mare nostrum» ha messo in gioco le eccezionali doti di umanità e di professionalità di Marina, Guardia Costiera, Guardia di Finanza e di molti servitori dello Stato, ma è stata velleitaria e presuntuosa, fin troppo esibita come merito del nostro Governo, dando il pretesto all'Unione europea di lavarsene le mani. La reclamizzazione di questa opera quasi fosse infallibile strumento di tutela della vita dei migranti ha trasmesso messaggi sbagliati, generando quello che tecnicamente viene definito pull-effect;
    l'operazione Triton è stata un turpe inganno. Espressione perfetta dell'egoismo dei governi europei del Nord Europa, ha fatto credere che comunque il tragitto dei navigli di migranti fosse coperto da un'azione di soccorso. Tre milioni di investimento al mese nel soccorso e nel controllo di un flusso immane di persone, sono una forma vergognosa di dissimulazione dell'indifferenza;
    l'Unione europea ha colpevolmente dato esclusiva attenzione al dossier Ucraina, dando la priorità alle questioni relative alla frontiera est, dimostrando cecità nel mancato coinvolgimento della Russia quale alleata preziosa per pacificare i Paesi rivieraschi del Mediterraneo;
    il Presidente del Consiglio ha chiesto e ottenuto la convocazione nella giornata di giovedì 23 aprile di un Consiglio europeo straordinario dedicato all'immigrazione;
    il coinvolgimento dell'Europa è ora più che mai inderogabile: i responsabili politici dell'Unione europea e dei singoli Governi, che non hanno mai saputo offrire alle nostre richieste di aiuto una risposta adeguata, hanno dunque il compito urgente di affrontare in profondità le cause del flusso epocale di masse che premono sulle coste del Mediterraneo, trascinate in condizione di schiavitù, e di predisporre risposte di soccorso immediato, di repressione pronta e efficace della tratta degli esseri umani, e di fornire strategie di lungo periodo. Le soluzioni, dinanzi all'immensità di un fenomeno eccezionale, saranno certo complesse e inevitabilmente imperfette, ma questo processo può e deve essere governato;
    l'Unione europea ha le risorse per farlo, e deve porre fine allo scandalo della resistenza di troppi governi ad assumersi l'onere politico e finanziario del soccorso e dell'accoglienza, a partire dall'impegno a scardinare le basi degli schiavisti, nonché a trattare con gli Stati da cui parte e da cui passa il fiume di migranti,

impegna il Governo:

   a rappresentare con vigore in seno al Consiglio europeo la necessità morale di un umanitarismo efficace, coinvolgendo l'Unione europea in azioni umanitarie e di soccorso armato, inteso come polizia internazionale, per la prevenzione di pericoli mortali mentre sono in atto crimini contro l'umanità;
   ad istituire un tavolo di coesione nazionale per l'emergenza immigrazione e per le crisi internazionali in atto, che coinvolga i rappresentanti dei governi che hanno maturato un'esperienza nel passato, e le forze politiche di buona volontà;
   ad adottare ogni iniziativa per promuovere un'azione incisiva a livello europeo, attraverso scelte chiare che implichino: un sistema di intelligence forte e radicato che monitori all'origine del problema e fino alla sua destinazione; il contrasto tenace e determinato ai trafficanti di morte, anche attraverso un impegno politico-militare in Libia e l'attuazione di blocchi navali selettivi; un piano sostenibile di accoglienza e solidarietà in Europa e nei Paesi di origine;
   a trovare la strada giuridicamente e politicamente congrua per intervenire in un ruolo di leadership sulla costa libica, nell'ambito di una forza multilaterale sotto l'egida delle organizzazioni internazionali, per contrastare in ogni modo l'azione degli scafisti e reprimere la tratta degli esseri umani, e garantendo la sicurezza dei profughi in campi sotto l'egida dell'Unhcr;
   valutare l'opportunità di ricorrere anche ad altri strumenti di intervento, quali la sottrazione del costo che l'Italia sostiene per far fronte ad un'emergenza che è di tutta l'Europa dal contributo che ogni anno il nostro Paese versa all'Unione europea.
(6-00127) «Brunetta».


   La Camera

impegna il Governo:

   a rappresentare con vigore in seno al Consiglio europeo la necessità morale di un umanitarismo efficace, coinvolgendo l'Unione europea in azioni umanitarie e di soccorso armato, inteso come polizia internazionale, per la prevenzione di pericoli mortali mentre sono in atto crimini contro l'umanità;
   ad istituire un tavolo di coesione nazionale per l'emergenza immigrazione e per le crisi internazionali in atto, che coinvolga i rappresentanti dei governi che hanno maturato un'esperienza nel passato, e le forze politiche di buona volontà;
   ad adottare ogni iniziativa per promuovere un'azione incisiva a livello europeo, attraverso scelte chiare che implichino: un sistema di intelligence forte e radicato che monitori all'origine del problema e fino alla sua destinazione; il contrasto tenace e determinato ai trafficanti di morte, anche attraverso interventi mirati in Libia; un piano sostenibile di accoglienza e solidarietà in Europa e nei Paesi di origine;
   a trovare la strada giuridicamente e politicamente congrua per intervenire in un ruolo di leadership sulla costa libica, nell'ambito di una forza multilaterale sotto l'egida delle organizzazioni internazionali, per contrastare in ogni modo l'azione degli scafisti e reprimere la tratta degli esseri umani, e garantendo la sicurezza dei profughi in campi sotto l'egida dell'Unhcr;
   valutare l'opportunità di ricorrere anche ad altri strumenti di intervento, quali la sottrazione del costo che l'Italia sostiene per far fronte ad un'emergenza che è di tutta l'Europa dal contributo che ogni anno il nostro Paese versa all'Unione europea.
(6-00127)
(Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate) «Brunetta».


   La Camera,
   sentite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alla riunione straordinaria del Consiglio dell'Unione europea del 23 aprile 2015 il cui obiettivo è discutere dopo i tragici eventi accaduti nel Mar Mediterraneo, di quali azioni immediate gli Stati membri e le istituzioni dell'Unione europea possono adottare congiuntamente per affrontare la situazione;
   premesso:
    nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2014 una barca che trasportava migranti proveniente dalla costa sud del Mar Mediterraneo è naufragata nel Canale di Sicilia;
    in numeri non sono stati ancora confermati, ma secondo le prime testimonianze dei superstiti si temono tra i 700 e 900 morti;
    se confermati i numeri, sarebbe questa la più grande tragedia di sempre nel Mar Mediterraneo;
    da quando è stata cancellata la missione «Mare Nostrum» si è registrato un picco di decessi nel Mar Mediterraneo con almeno 1600 morti nelle ultime settimane. Un numero quasi 100 volte superiore allo stesso periodo dell'anno scorso quando era attiva la missione di ricerca e soccorso oggi sostituita dal programma di controllo delle frontiere denominato «Triton»;
    l'operazione «Mare Nostrum» aveva un raggio di azione fino a ridosso alle coste libiche e furono soccorse oltre 160 mila persone. Durante «Mare Nostrum» sono stati arrestati 728 scafisti in circa un anno di attività. «Triton» ha come obiettivo il controllo delle frontiere e un raggio di azione di 30 miglia dalle coste italiane;
    la missione dell'Unione europea «Triton» è insufficiente e strutturalmente inadeguata per fronteggiare la straordinarietà del fenomeno migratorio e se non si interviene prontamente, come evidenziato dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), si rischia di toccare la cifra di 30 mila entro la fine dell'anno, alla luce dell'attuale trend;
    occorre avviare un'operazione di ricerca e salvataggio (sul modello di «Mare Nostrum») promossa, coordinata e finanziata a livello europeo, con il mandato del soccorso e della protezione dei migranti in mare;
    si stima che siano tra i 15 mila e 25 mila i migranti morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo dal 1998;
    sono numeri di una guerra che giorno dopo giorno si sta svolgendo nel Mediterraneo sotto i nostri occhi è questo avviene sia per una situazione di forte instabilità in Libia e come conseguenza dei diversi conflitti che si registrano in Medio Oriente e nel continente africano – come in Iraq, Siria, Afghanistan, Yemen, Nigeria, Somalia, Eritrea, Sudan solo per citarne alcuni – e sia per le migliaia di migranti che sfuggono da carestie, fame e povertà o dagli effetti dei cambiamenti climatici antropici globali;
    l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) assiste oltre 50 milioni tra rifugiati e sfollati in tutto il mondo. Complessivamente il numero risulta essere ancora più ampio se si conteggiano ad esempio anche i cosiddetti climates refugees, ossia coloro che sono vittime di migrazioni forzate determinate dagli effetti negativi dei disastri ambientali e dei cambiamenti climatici e che attualmente non sono riportati in nessuna statistica ufficiale e spesso non assistiti da alcuna organizzazione umanitaria;
    sono cifre destinate a crescere in maniera esponenziale nei prossimi mesi per via del moltiplicarsi dei conflitti che colpiscono anche il cuore dell'Europa: Secondo stime dell'ONU dall'inizio della crisi in Ucraina circa 430 mila profughi si sono riversati oltre il confine in Russia;
    i dati forniti da Eurostat sulle richieste di asilo presentate in Europa fotografano un fenomeno, quello dei rifugiati e richiedenti asilo, di imponenti dimensioni e che necessita di una forte politica comune dell'Unione europea;
    secondo il rapporto fornito dall'istituto europeo di statistica, le persone che nel 2014 hanno chiesto asilo sul territorio dell'Unione europea sono state 626 mila, con un aumento del 44 per cento rispetto al 2013;
    di questi, 1 rifugiato su 3 ha chiesto asilo in Germania, Paese che ha ricevuto 202 mila richieste, pari al 32 per cento del totale, seguita da Svezia con 81 mila (13 per cento), Italia con 64.600 (10 per cento), Francia 62 mila (10 per cento), e Ungheria 42 mila (7 per cento);
    secondo l'UNHCR in tutti i Paesi industrializzati del mondo nel 2014 sono state registrate quasi 900.000 richieste d'asilo, un record da vent'anni a questa parte. Oltre ai Paesi dell'Unione europea, quelli che hanno ricevuto maggiori richieste di asilo sono gli Stati Uniti (121 mila) e la Turchia (87.800);
    dall'inizio dell'anno, più di 36 mila richiedenti asilo e migranti sono giunti in Europa meridionale via mare;
    le richieste di asilo nei Paesi dell'Unione europea sono disciplinate dal regolamento n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013 (cosiddetto regolamento «Dublino III»), che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di Paese terzo o da un apolide;
    in particolare, il regolamento Dublino III obbliga i migranti a richiedere asilo nel Paese di arrivo, generando squilibri e prolungando il calvario dei richiedenti asilo anche dentro le frontiere europee;
    l'Europa tutta è negligente, nulla è stato fatto nonostante i proclami: dalla Libia si parte lo stesso e il numero dei morti è drasticamente aumentato. La gestione dell'accoglienza, la «presa in carico» e l'assistenza da parte di molti Paesi dell'Unione europea continua a presentare numerose criticità, e i costi sociali ed economici di tale negligenza e mala gestione si riflettono sia sulle popolazioni accoglienti che sui rifugiati e richiedenti asilo;
    occorrere un'azione concordata dell'Europa e misure urgenti da assumere urgentemente. A questo va aggiunto un intervento delle organizzazioni internazionali come l'Onu per stabilizzare la situazione in Libia e nella risoluzione dei conflitti che imperversano in Medio Oriente e in Africa,

impegna il Governo:

   a ripristinare immediatamente l'operazione «Mare Nostrum» e a estenderlo a livello europeo con finalità principalmente di ricerca e salvataggio in acque internazionali e non;
   a proporre al Consiglio europeo un processo volto a superare il regolamento «Dublino III» riconoscendo la profonda inefficacia e iniquità del regolamento, che non ha permesso di regolare il diritto d'asilo in Europa, ma ha causato elevatissimi costi sociali ed economici, sostituendolo con nuovi strumenti di condivisione delle responsabilità tra i diversi Stati dell'Unione europea;
   a realizzare, con gli altri partner europei, un effettivo piano di reinsediamento dei rifugiati intrappolati nei Paesi di transito che coinvolga tutti i Paesi dell'Unione prevedendo quote e criteri uniformi per la realizzazione dei programmi di reinsediamento a livello europeo;
   a proporre al Consiglio europeo l'apertura di canali umanitari, vie di accesso legali, affinché chi fugge da guerre, fame, carestie, persecuzioni e dagli effetti dei cambiamenti climatici possa chiedere asilo alle istituzioni europee senza doversi imbarcare sulle carrette del mare alimentando così il traffico di essere umani e quindi il bollettino dei naufragi e dei morti;
   ad adoperarsi per il definitivo superamento della legge «Bossi-Fini» fonte di clandestinità, sfruttamento, «sanatorie truffa» e speculazione sulla pelle dei più poveri;
   a dare forza alla stabilizzazione della Libia attraverso un attivo sostegno del Consiglio europeo alla proposta di un Governo di unità nazionale composto da personalità indipendenti, che ha già ricevuto un largo consenso tra i libici;
   a proporre al Consiglio europeo il mantenimento dell'embargo sulle armi in Libia e a non prevedere o paventare alcun tipo di intervento militare diretto, di supporto o di appoggio alle parti in conflitto.
(6-00128) «Fratoianni, Scotto, Palazzotto, Duranti, Piras, Airaudo, Franco Bordo, Costantino, Daniele Farina, Ferrara, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Marcon, Quaranta, Matarrelli, Melilla, Nicchi, Pellegrino, Paglia, Pannarale, Placido, Ricciatti, Sannicandro, Zaccagnini, Zaratti».


   La Camera,
   sentite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 23 aprile 2015,

impegna il Governo

a dare immediata attuazione alla mozione 1-00605 approvata da questa Camera il 18 dicembre 2014.
(6-00129) «Dadone, Battelli, Frusone, Manlio Di Stefano».


   La Camera,
   premesso che:
    il rapporto dell'UNHCR Asylum Trends 2014 stima che durante il 2014 siano state presentate 866.000 nuove domande d'asilo nei Paesi industrializzati, dato che indica un aumento del 45 per cento rispetto al 2013, quando furono presentate 596.600 domande di asilo;
    i primi cinque Paesi di accoglienza (Germania, Stati Uniti, Turchia, Svezia e Italia) hanno rappresentato il 60 per cento di tutte le nuove domande di asilo;
    il Paese industrializzato che nel 2014 ha ricevuto il maggior numero di richiedenti asilo è stata la Germania, con oltre 173.000 domande presentate, un quarto delle quali sono state presentate da cittadini siriani; la Svezia si colloca al secondo posto in Europa per richieste di asilo, con 75.100 domande, soprattutto da parte di siriani ed eritrei; l'Italia ha registrato 63.700 nuove domande nel 2014, il più alto numero mai registrato; i richiedenti asilo in Italia provenivano soprattutto da Mali, Nigeria e Gambia;
    circa 219.000 migranti hanno attraversato il Mediterraneo nel 2014 (un numero tre volte superiore al precedente picco storico raggiunto nel 2011 in conseguenza del conflitto in Libia), di questi 170.100, tra cui 26.000 minori, hanno raggiunto l'Italia;
    nei primi due mesi del 2015 sono giunti in Italia via mare ben 7.800 migranti, mentre altri 470 sono morti in mare, segnando un incremento di 30 volte rispetto alle vittime registrate nello stesso periodo del 2014;
    si stima che i morti nel Mediterraneo negli ultimi 10 anni siano stati oltre 20.000;
   preso atto che:
    nell'ambito del diritto dell'Unione europea, la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione europea prevede il diritto di asilo all'articolo 18 e il divieto del respingimento all'articolo 19. L'articolo 78 del Trattato di Funzionamento dell'Unione europea (TFUE) stabilisce la creazione di un sistema europeo comune di asilo, che deve rispettare gli obblighi degli Stati a norma della Convenzione di Ginevra del 1951. Per applicare questa disposizione sono stati adottati diversi strumenti legislativi che tengono conto anche della protezione dal respingimento di cui all'articolo 33 della Convenzione di Ginevra del 1951;
    benché l'articolo 18 della Carta garantisca il diritto di asilo, il diritto dell'Unione europea non prevede alcuna modalità per agevolare l'arrivo dei richiedenti asilo, Le persone che desiderano chiedere asilo nell'Unione europea sono principalmente cittadini di Paesi che necessitano di visto per entrare nell'Unione europea e poiché queste persone spesso non hanno i requisiti per richiedere un visto ordinario, sono portare ad attraversare la frontiera in maniera irregolare;
    l'articolo 3, paragrafo 1, del regolamento Dublino (regolamento (UE) n. 604/2013) prevede che gli Stati membri esaminino qualsiasi domanda di protezione internazionale presentata da un cittadino di un Paese terzo o da un apolide e che tale domanda sia esaminata da un solo Stato membro;
    l’acquis dell'Unione europea in materia di asilo si applica solo dal momento in cui una persona arriva alla frontiera, comprese le acque territoriali e le zone di transito (articolo 3, paragrafo 1, della direttiva sulle procedure di asilo (2013/32/UE));
    l'articolo 6, paragrafo 2, impone agli Stati di garantire che gli individui abbiano una effettiva possibilità di presentare una domanda di protezione internazionale il prima possibile. Le garanzie contenute nella direttiva si attivano accedendo alle procedure e non si applicano alle persone che non possono raggiungere il territorio, la frontiera o una zona di transito;
    in più occasioni, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha dichiarato che le persone possono rientrare nella giurisdizione di uno Stato quando questi esercita su di loro un controllo in alto mare; ai sensi della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU), non è previsto di per sé il diritto di asilo. Tuttavia, respingere una persona alla frontiera o altrove all'interno della giurisdizione di uno Stato, mettendola a rischio di subire torture o trattamenti disumani o degradanti, è vietato dall'articolo 3 CEDU. In casi estremi, un allontanamento, un'estradizione o un'espulsione possono sollevare un problema anche ai sensi dell'articolo 2 CEDU, che protegge il diritto alla vita;
    in un caso del 2012 contro l'Italia, la Grande Camera della Corte EDU si è pronunciata sui diritti dei migranti che cercano di raggiungere il suolo europeo e sui doveri che incombono sugli Stati in queste circostanze. In particolare i ricorrenti erano parte di un gruppo di migranti che era stato intercettato dalla Guardia Costiera italiana in alto mare, all'interno della zona di ricerca e soccorso di Malta e, senza che fosse data loro alcuna opportunità di chiedere asilo, erano stati respinti sommariamente in Libia, nel quadro di un accordo concluso tra Libia e Italia. I loro nomi e le loro nazionalità non erano stati registrati. La Corte EDU ha osservato che la situazione in Libia era ben nota e facilmente verificabile sulla base di svariate fonti. Essa ha, quindi, ritenuto che le autorità italiane erano o avrebbero dovuto essere a conoscenza che i ricorrenti, una volta respinti in Libia come migranti irregolari, sarebbero stati sottoposti a trattamenti proibiti dalla CEDU e privati di ogni tipo di protezione. Le autorità italiane inoltre sapevano, o avrebbero dovuto sapere, che non vi erano garanzie sufficienti a tutelare i ricorrenti dal rischio di essere arbitrariamente respinti verso i loro Paesi d'origine, tra cui figuravano Somalia ed Eritrea. Esse avrebbero dovuto prestare particolare riguardo alla carenza di una qualsivoglia procedura d'asilo nonché all'impossibilità di far riconoscere alle autorità libiche lo status di rifugiato garantito dall'ACNUR. La Corte EDU ha ribadito che l'Italia non poteva dirsi esonerata dal rispetto dei suoi obblighi ai sensi dell'articolo 3 CEDU per il solo fatto che i ricorrenti non avessero chiesto asilo o descritto i rischi affrontati a causa dell'assenza di un sistema di asilo in Libia. Essa ha, inoltre, rimarcato che le autorità italiane avrebbero dovuto accertare in che modo le autorità libiche tenevano fede ai loro obblighi internazionali di protezione dei rifugiati. Pertanto, il trasferimento dei ricorrenti in Libia, avendo esposto i ricorrenti al rischio di respingimento, aveva costituito una violazione dell'articolo 3 CEDU;
    l'accesso al territorio dell'Unione europea e agli Stati membri del Consiglio d'Europa può avvenire per via aerea, terrestre o marittima. Le operazioni di sorveglianza alla frontiera effettuate in mare non solo devono rispettare i diritti umani e il diritto dei rifugiati, ma devono anche essere conformi al diritto internazionale del mare;
    le attività in alto mare sono disciplinate dalla Convenzione dell'ONU sul diritto del mare nonché dalla Convenzione per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS) e dalla Convenzione internazionale sulla ricerca e salvataggio in mare (SAR). Tali strumenti prevedono il dovere di prestare assistenza e soccorso alle persone in difficoltà in mare. Il capitano di una nave, inoltre, è tenuto a portare le persone soccorse in mare in un «luogo sicuro»;
    nell'ambito del diritto dell'Unione europea, l'articolo 12, letto in combinato disposto con l'articolo 3, e con l'articolo 3-bis del codice frontiere Schengen stabilisce che le attività di gestione delle frontiere devono rispettare il principio di non respingimento;
   considerato che:
    nel diritto dell'Unione europea non è attualmente prevista la possibilità di concedere visti umanitari a immigrati che non possono raggiungere il territorio di un Paese europeo;
    il Parlamento Europeo sta lavorando per far fronte all'esigenza di poter concedere visti a migranti che si trovano in Paesi terzi (di transito) ed è stata presentata una proposta (2014/0094 (COD)) sulla riforma del Codice dei Visti (Visa Code) sulle procedure e le condizioni per la concessione dei visti, che prevede la concessione di visti all'estero in condizioni eccezionali;
    attualmente nessuna proposta prevede l'istituzione di un «visto umanitario Europeo» e spetta sempre a ogni singolo Stato membro emettere, in base alle proprie direttive, visti a validità territoriale limitata (VTL) la cui validità è limitata al territorio dello Stato che lo emette;
    nelle conclusioni dello studio «Visti umanitari: un'opzione o un obbligo ?» redatto dal Servizio Ricerche del Parlamento Europeo su richiesta della commissione Libertà Civili. Giustizia e Affari Interni (LIBE) e presentato nell'ottobre 2014, si sottolinea che il processo di revisione del Codice Visti diventa un'opportunità da non perdere. «Questo studio – si legge nelle conclusioni – ha identificato incoerenze e limiti che indeboliscono l'obiettivo» del codice stesso, e quindi la riforma offre all'Unione europea «un'opportunità per correggere questi difetti»;
    il Parlamento dell'Unione europea suggerisce di prevedere per i visti umanitari «uno schema indipendente e separato» dagli altri, e «in formato uniforme piuttosto che a validità territoriale limitata», avanzando l'idea di una validità territoriale Schengen per i visti umanitari, anche per rispondere in modo concreto alle dinamiche dei flussi dei richiedenti asilo, perché, si evidenzia nel documento a titolo esemplificativo, «in realtà molte delle persone provenienti dal mare e dirette in Sicilia non hanno intenzione di cercare asilo in Italia, ma piuttosto nel nord Europa»;
   valutato, inoltre, che:
    si stima che le «tariffe» imposte dai trafficanti di esseri umani per la sola traversata del Mediterraneo varino tra i 1.000 e i 7.000 dollari a testa, con una media di 2.600 dollari per la tratta dalla Libia a Lampedusa;
    questi traffici generano un flusso di centinaia di milioni di dollari all'anno che va ad alimentare organizzazioni criminali, milizie locali e, probabilmente, gruppi terroristici;
    il conferimento di documenti di viaggio e visti d'ingresso regolari alla gran parte dei migranti consentirebbe loro di impiegare il proprio denaro per giungere in Europa per vie legali e con mezzi di trasporto sicuri, consentendo di preservare la vita di migliaia di persone;
    inoltre, ciò sottrarrebbe ai trafficanti di esseri umani una enorme fonte di reddito e abbatterebbe drasticamente la frequenza degli interventi di ricerca e salvataggio in mare con conseguenti risparmi economici per i Paesi che si affacciano sulla sponda nord del Mediterraneo;
    l'istituzione di uffici per le migrazioni nei Paesi di transito dei migranti provenienti dal Corno d'Africa, dall'Africa sub-sahariana o dal Medio Oriente consentirebbe di effettuare uno «screening» preliminare dei richiedenti asilo e di distribuire equamente coloro che ne hanno diritto tra i Paesi dell'Unione europea, anche in considerazione delle loro specifiche esigenze quali, ad esempio, il ricongiungimento familiare, favorendo così un migliore inserimento dei migranti nel tessuto sociale del Paese che gli accoglie,

impegna il Governo:

   a promuovere in sede UE l'istituzione del visto temporaneo umanitario comunitario con validità per tutta l'area Schengen;
   a proporre in sede UE e in collaborazione con l'Alto Commissariato dell'ONU per i Rifugiati l'istituzione di «uffici per l'asilo e le migrazioni» in paesi di transito quali Sudan. Ciad, Niger, Gibuti, Tunisia, Egitto e Libano, dove potranno essere valutati i singoli casi e assegnati visti umanitari e documenti di viaggio temporanei che consentano ai migranti di impiegare mezzi di trasporto legali verso l'Europa, e di suddividere in modo solidale tra i Paesi dell'Unione europea il carico umano ed economico di questa emergenza.
(6-00130) «Artini, Rizzetto, Baldassarre, Bechis, Mucci, Prodani, Rostellato, Turco, Segoni, Barbanti».


   La Camera

impegna il Governo

   a promuovere in sede UE l'istituzione del visto temporaneo umanitario comunitario con validità per tutta l'area Schengen;
   a proporre in sede UE e in collaborazione con l'Alto Commissariato dell'ONU per i Rifugiati l'istituzione di «uffici per l'asilo e le migrazioni» in paesi di transito quali Sudan. Ciad, Niger, Gibuti, Tunisia, Egitto e Libano, dove potranno essere valutati i singoli casi e assegnati visti umanitari e documenti di viaggio temporanei che consentano ai migranti di impiegare mezzi di trasporto legali verso l'Europa, e di suddividere in modo solidale tra i Paesi dell'Unione europea il carico umano ed economico di questa emergenza.
(6-00130)
(Testo risultante dalla votazione per parti separate) «Artini, Rizzetto, Baldassarre, Bechis, Mucci, Prodani, Rostellato, Turco, Segoni, Barbanti».


DISEGNO DI LEGGE: S. 1332 – RATIFICA ED ESECUZIONE DEL TRATTATO TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA E IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE, IN MATERIA DI RECIPROCA ASSISTENZA GIUDIZIARIA PENALE, FATTO A ROMA IL 7 OTTOBRE 2010 (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 2511)

A.C. 2511 – Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

  1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare il Trattato tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica popolare cinese, in materia di reciproca assistenza giudiziaria penale, fatto a Roma il 7 ottobre 2010.

A.C. 2511 – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

  1. Piena e intera esecuzione è data al Trattato di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore in conformità a quanto disposto dall'articolo 22 del Trattato stesso.

A.C. 2511 – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 3.
(Copertura finanziaria).

  1. All'onere derivante dalla presente legge, valutato in euro 31.718, a decorrere dal 2014, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2014, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.
  2. Ai sensi dell'articolo 17, comma 12, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, il Ministro della giustizia provvede al monitoraggio degli oneri di cui alla presente legge e riferisce in merito al Ministro dell'economia e delle finanze. Nel caso si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, il Ministro dell'economia e delle finanze, sentito il Ministro della giustizia, provvede, con proprio decreto, alla riduzione, nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante dall'attività di monitoraggio, delle dotazioni finanziarie destinate alle spese di missione nell'ambito del programma «Giustizia civile e penale» e, comunque, della missione «Giustizia» dello stato di previsione del Ministero della giustizia. Si intende corrispondentemente ridotto, per il medesimo anno, di un ammontare pari all'importo dello scostamento il limite di cui all'articolo 6, comma 12, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.
  3. Il Ministro dell'economia e delle finanze riferisce senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e all'adozione delle misure di cui al comma 2.
  4. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

A.C. 2511 – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 4.
(Entrata in vigore).

  1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

DISEGNO DI LEGGE: S. 1314 – RATIFICA ED ESECUZIONE DELL'ACCORDO DI COLLABORAZIONE STRATEGICA TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA E IL GOVERNO DEL MONTENEGRO, FATTO A ROMA IL 6 FEBBRAIO 2010 (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 2752)

A.C. 2752 – Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

  1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l'Accordo di collaborazione strategica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro, fatto a Roma il 6 febbraio 2010.

A.C. 2752 – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

  1. Piena ed intera esecuzione è data all'Accordo di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore in conformità a quanto disposto dall'articolo 8 dell'Accordo stesso.

A.C. 2752 – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 3.
(Copertura finanziaria).

  1. Agli oneri derivanti dalle spese di missione di cui all'articolo 4 dell'Accordo di cui all'articolo 1, valutati in euro 620 a decorrere dall'anno 2014, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2014, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.
  2. Ai sensi dell'articolo 17, comma 12, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, per le spese di missione di cui all'articolo 4 dell'Accordo di cui all'articolo 1, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale provvede al monitoraggio dei relativi oneri e riferisce in merito al Ministro dell'economia e delle finanze. Nel caso si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, il Ministro dell'economia e delle finanze, sentito il Ministro competente, provvede mediante riduzione, nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante dall'attività di monitoraggio, delle dotazioni finanziarie di parte corrente aventi la natura di spese rimodulabili ai sensi dell'articolo 21, comma 5, lettera b), della legge 31 dicembre 2009, n. 196, destinate alle spese di missione nell'ambito del pertinente programma di spesa e, comunque, della relativa missione del Ministero interessato. Si intende corrispondentemente ridotto, per il medesimo anno, di un ammontare pari all'importo dello scostamento, il limite di cui all'articolo 6, comma 12, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni.
  3. Il Ministro dell'economia e delle finanze riferisce senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e all'adozione delle misure di cui al comma 2.
  4. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

A.C. 2752 – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 4.
(Entrata in vigore).

  1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

DISEGNO DI LEGGE: RATIFICA ED ESECUZIONE DEGLI EMENDAMENTI ALLA CONVENZIONE SULLA PROTEZIONE FISICA DEI MATERIALI NUCLEARI DEL 3 MARZO 1980, ADOTTATI A VIENNA L'8 LUGLIO 2005, E NORME DI ADEGUAMENTO DELL'ORDINAMENTO INTERNO (APPROVATO DALLA CAMERA E MODIFICATO DAL SENATO) (A.C. 2124-B)

A.C. 2124-B – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 4.
(Autorità competenti).

  1. Per dare attuazione alle disposizioni contenute nella Convenzione, come emendata, sono individuate le seguenti autorità competenti, che operano in stretto coordinamento tra loro:
   a) il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per gli adempimenti di cui all'articolo 5 della Convenzione, come emendata, e per la comunicazione, attraverso i canali internazionali previsti, dei pertinenti punti di contatto;
   b) il Ministero dell'interno, quale autorità competente per:
    1) la protezione fisica attiva delle installazioni nucleari e delle materie nucleari anche in corso di trasporto;
    2) la collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per gli adempimenti di cui alla lettera a);
   c) il Ministero dello sviluppo economico, quale autorità competente per la protezione fisica passiva delle materie e delle installazioni nucleari;
   d) il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, quale autorità competente per l'esercizio delle funzioni e dei compiti spettanti allo Stato in materia ambientale.

  2. L'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN), nell'esercizio delle funzioni e dei compiti di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45:
   a) esercita i controlli sulla protezione fisica passiva per mezzo degli ispettori di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e successive modificazioni;
   b) formula pareri tecnici alle amministrazioni di cui al comma 1, lettere a), b), c) e d);
   c) procede all'accertamento delle violazioni di cui all'articolo 10, comma 1.

  3. Fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 14 dell'articolo 6 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45, le competenze di cui al comma 2 del presente articolo sono esercitate dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).

A.C. 2124-B – Articolo 9

ARTICOLO 9 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 9.
(Inosservanza delle disposizioni e delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni).

  1. Ferma restando l'applicazione delle norme sanzionatorie di cui all'articolo 10, comma 1, in caso di inosservanza delle disposizioni contenute nelle autorizzazioni, l'autorità di cui all'articolo 4, comma 2, formula specifiche prescrizioni al fine di ripristinare le condizioni ivi previste, comunicando tempestivamente al Ministero dello sviluppo economico, al Ministero dell'interno e al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le inosservanze riscontrate e le prescrizioni impartite.
  2. Nel caso di mancato adempimento delle prescrizioni di cui al comma 1, il Ministero dello sviluppo economico, acquisite le eventuali giustificazioni del titolare
del provvedimento autorizzativo, d'intesa con il Ministero dell'interno, su segnalazione dell'autorità di cui all'articolo 4, comma 2, dispone la sospensione del provvedimento autorizzativo.
  3. Nel caso di gravi e reiterate inosservanze, il Ministero dello sviluppo economico revoca l'autorizzazione, d'intesa con il Ministero dell'interno e con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, previo parere obbligatorio dell'autorità di cui all'articolo 4, comma 2.
  4. Nei provvedimenti di sospensione o revoca devono essere indicate, ove necessario, le disposizioni per garantire la protezione fisica delle materie, la sicurezza nucleare, la protezione sanitaria dei lavoratori, della popolazione e dell'ambiente.

A.C. 2124-B – Articolo 10

ARTICOLO 10 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 10.
(Sanzioni amministrative per l'inosservanza delle disposizioni e delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni).

  1. Salvo che il fatto costituisca reato, il titolare di un'autorizzazione che non rispetti le disposizioni ivi contenute è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 20.000. Il mancato rispetto delle prescrizioni di cui all'articolo 9 è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 8.000 a euro 50.000.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative per conferire al procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo il ruolo di corrispondente nazionale per la Rete giudiziaria europea per le problematiche inerenti al terrorismo – 3-01449

   DAMBRUOSO, MAZZIOTTI DI CELSO e RABINO. Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   tra le molteplici, drammatiche conseguenze connesse alla radicalizzazione del conflitto siriano, la comunità internazionale ha da tempo richiamato l'attenzione sul fenomeno dei militanti islamici che dai Paesi dell'Unione europea raggiungono le aree di guerra per partecipare alle ostilità. Questi «viaggi del jihad» compiuti da cittadini europei per combattere all'estero tra le fila di organizzazioni terroristiche sono un fenomeno in costante aumento;
   già negli anni ’80 e ’90, poi ancora nello scorso decennio, i servizi antiterrorismo di mezza Europa documentarono con le loro indagini l'esistenza di una vasta attività di reclutamento, spesso effettuata all'ombra delle moschee più radicali stanziate nel vecchio continente, finalizzata a istradare giovani mujaheddin verso zone caratterizzate da conflitti interetnici e religiosi;
   in chiave di prevenzione il fenomeno dell'afflusso verso la Siria di questa tipologia di militanti islamici ha destato forti preoccupazioni a livello internazionale ed è stato denunciato sia nel rapporto sul terrorismo 2013 dell'Europol che dal coordinatore antiterrorismo dell'Unione europea, Gilles De Kerchove: secondo cifre rese note nel dicembre del 2013 dalla presidenza lituana del Consiglio dell'Unione europea, il numero dei foreign fighters che hanno lasciato l'Europa alla volta della Siria ammonterebbe a circa 2.000 militanti. Sempre il rapporto di Europol sul terrorismo 2013 evidenzia come importanti operazioni di polizia connesse alla partenza o al ritorno di militanti islamisti dal quadrante siriano siano state condotte, soprattutto, in Belgio, Francia, Olanda e Regno Unito;
   sulla scorta delle dimensioni che il fenomeno dei foreign fighters sta assumendo, Consiglio e Commissione europea hanno già segnalato la necessità di ampliare lo spettro delle misure preventive per il loro monitoraggio (rafforzamento dei controlli di frontiera, introduzione di un pnr europeo ed altre) e di attuare misure di dissuasione basate sul dialogo e sul contrasto della radicalizzazione;
   l'Italia, con l'approvazione del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, ha da poco adottato importanti misure di prevenzione e contrasto delle attività terroristiche, anche con riferimento al fenomeno dei foreign fighters; ma un ulteriore passo in avanti nella lotta al terrorismo internazionale si potrebbe fare con il rapido recepimento della decisione 2008/976/GAI del Consiglio dell'Unione europea del 16 dicembre 2008 – relativa alla rete giudiziaria europea – e, in particolare, del suo articolo 4, che richiede l'individuazione per ciascuno Stato membro di un punto di contatto per la cooperazione giudiziaria. Con l'istituzione della procura nazionale antimafia e antiterrorismo sarebbe quanto mai opportuno individuare nel procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo l'organo competente all'intermediazione giudiziaria sui temi del terrorismo –:
   quali misure si intendano adottare per conferire al procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo il ruolo di corrispondente nazionale (e/o punto di contatto) nella rete giudiziaria europea, in particolare con Eurojust, per le problematiche inerenti al terrorismo. (3-01449)


Intendimenti in ordine all'invio di una commissione d'accesso nel comune di Brescello (Reggio Emilia) – 3-01450

   FAVA. Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   il sindaco di Brescello (Reggio Emilia), Marcello Coffrini, è notoriamente e per sua stessa pubblica ammissione in rapporti di cortesia e frequentazione con un esponente del clan della ’ndrangheta «Grande Aracri», originaria di Cutro (Crotone);
   numerose prese di posizione politiche gli hanno suggerito di dimettersi dalla carica, ma egli non sembra sensibile a queste sollecitazioni, implicitamente pervenutegli anche dalla Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere –:
   se sussistano i presupposti per l'invio di una commissione d'accesso nel comune di Brescello ai sensi dell'articolo 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali. (3-01450)


Iniziative volte a posticipare il termine di approvazione dei bilanci consuntivi 2014 degli enti locali – 3-01451

   VILLAROSA, GRANDE, GRILLO e FRUSONE. Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   in data 31 marzo 2015 il sito internet www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com denuncia pubblicamente il rischio che corrono molte amministrazioni locali di commissariamento, a causa delle difficoltà di rispettare il termine di legge del 30 aprile 2015 per l'approvazione del rendiconto 2014, in seguito al nuovo obbligo previsto dal decreto legislativo n. 126 del 2014, che, modificando il decreto legislativo n. 118 del 2011, ha previsto il riaccertamento straordinario dei residui da effettuare con riferimento al 1o gennaio 2015 contestualmente all'approvazione del rendiconto 2014;
   le sanzioni previste per gli enti locali, che non approveranno nei termini di legge il consuntivo 2014, consistono nella sospensione di tutti i pagamenti (fondo di solidarietà in primis) fino a quando i dati non saranno trasmessi ai ministeri competenti secondo le procedure vigenti;
   anche l'Anutel, mediante lettera inviata al Ministro dell'interno, ha chiesto di prorogare la data ultima di approvazione dei consuntivi 2014 al 31 maggio 2015;
   il testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali impone la consegna del rendiconto ai revisori almeno venti giorni prima dell'avvio in consiglio della sessione di bilancio; quindi, gli enti locali, per poter rispettare il termine del 30 aprile 2015, dovrebbero avere già deliberato il bilancio in giunta;
   si ricorda che nel 2014 la suddetta scadenza era stata rinviata al 30 giugno 2014, a seguito della revisione straordinaria del gettito prodotto nel 2013 dall'IMU sui fabbricati di categoria D avviata dal decreto «salva Roma ter» –:
   se il Ministro interrogato intenda valutare la necessità di assumere iniziative per posticipare la data ultima di approvazione dei consuntivi 2014 al 31 maggio o al 30 giugno 2015. (3-01451)


Intendimenti del Governo circa l'eventuale rafforzamento della missione Triton, con particolare riferimento all'ipotesi che la medesima diventi una missione di ricerca e soccorso in mare – 3-01452

   COSTANTINO, SCOTTO, PALAZZOTTO, FRATOIANNI, PANNARALE, DURANTI, PIRAS, MARCON, AIRAUDO, FRANCO BORDO, DANIELE FARINA, FERRARA, GIANCARLO GIORDANO, KRONBICHLER, QUARANTA, MATARRELLI, MELILLA, NICCHI, PELLEGRINO, PAGLIA, PLACIDO, RICCIATTI, SANNICANDRO, ZACCAGNINI e ZARATTI. Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2014 una barca che trasportava migranti proveniente dalla costa sud del Mar Mediterraneo è naufragata nel canale di Sicilia;
   i numeri non sono stati ancora confermati, ma secondo le prime testimonianze dei superstiti si temono tra i 700 e 900 morti;
   se confermati i numeri, sarebbe questa la più grande tragedia di sempre nel Mar Mediterraneo;
   secondo una prima ricostruzione il naufragio si sarebbe verificato a causa dello sbilanciamento provocato dalle persone che erano presenti sulla barca, le quali per potersi mettere in salvo si riversavano su un lato della barca e poter quindi accedere al mercantile portoghese, il King Jacob, che per primo è stato dirottato nella zona dopo la segnalazione pervenuta al centro nazionale di soccorso della Guardia costiera;
   le prime testimonianze dei sopravvissuti al naufragio parlano, invece, di una collisione, avvenuta nel tentativo di avvicinamento del barcone alla nave, per cui le due imbarcazioni si sarebbero toccate, con ripercussioni sulla già precaria stabilità del peschereccio stipato all'inverosimile;
   molto probabilmente lo scafista, nel tentativo di nascondersi tra i migranti, ha guidato il barcone con poca attenzione. Le due navi si sono quindi avvicinate, si sono alzate delle onde e la barca ha perso stabilità;
   le prime motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza sono riuscite a raggiungere il luogo del naufragio soltanto diverse ore dopo l'accaduto;
    in seguito al naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, che causò la morte di 366 morti accertati e circa 20 dispersi presunti, il Governo italiano decise di avviare l'operazione Mare nostrum;
   l'operazione si svolse dal 18 ottobre 2013 al 31 ottobre 2014, con l'obiettivo di garantire la salvaguardia della vita in mare e di arrestare gli scafisti. L'operazione aveva un raggio di azione fino a ridosso alle coste libiche e furono soccorse oltre 160 mila persone;
   dal 1o novembre 2014 l'operazione è stata sostituita dalla missione dell'Unione europea Triton, che ha come obiettivo il controllo delle frontiere e un raggio di azione di 30 miglia dalle coste italiane;
   durante la conferenza stampa di presentazione della missione appena citata, il 31 ottobre 2014, il Ministro interrogato ci teneva a dichiarare che: «L'Italia spenderà zero euro» per Triton; aggiungeva: «Mare nostrum era nata come operazione di emergenza dopo la tragedia di Lampedusa, limitata nel tempo. Si è protratta più a lungo di quanto fosse previsto. Oggi possiamo dire che l'Italia ha fatto il proprio dovere» e concludeva: «L'Europa ha fatto una scelta, scendere in mare»;
   ad opinione degli interroganti e come confermato anche, ad esempio, dal procuratore di Catania che sta seguendo il caso del naufragio, Giovanni Salvi: Triton è meno efficace di Mare nostrum. Lo stesso procuratore aggiunge, durante dichiarazioni rilasciate all’Ansa, che il «soccorso in mare richiede un'elevata professionalità» che hanno i militari della Marina, della Guardia costiera e della Guardia di Finanza, ma «non tutti gli equipaggi della navi mercantili, che ringraziamo per le centinaia di vite che hanno salvato»;
   la nuova ricostruzione del naufragio, così come emerge dalle testimonianze dei superstiti e dalle dichiarazioni appena citate, impone una seria riflessione sull'efficacia della missione Triton e, quindi, sulla straordinaria necessità di mettere in campo dispositivi di soccorso che siano efficaci nella salvaguardia della vita e che assicurino al contempo il contrasto efficace agli scafisti;
   nella giornata del 20 aprile 2015 si è tenuto a Lussemburgo un vertice alla presenza dei Ministri degli esteri e degli interni dei Paesi dell'Unione europea a cui ha partecipato anche il Ministro interrogato, il quale affermava che la riunione era stata «un punto di svolta» ed è apparso «soddisfatto». In particolare, il Ministro interrogato precisava che alla riunione si era discusso di: «Rafforzare Frontex, il sistema dei rimpatri, il contrasto ai trafficanti di esseri umani e la possibilità di un'equa distribuzione in tutti i Paesi d'Europa dei profughi»;
   nulla veniva detto a proposito della necessità di rafforzare Triton e di farla diventare una missione di ricerca e soccorso in mare come accadeva con l'operazione Mare nostrum, come del resto da più parti richiesto e sollecitato in questi giorni –:
   se e in che modo il Governo intenda rafforzare la missione Triton e se, in particolare, non intenda avviare con urgenza, anche alla luce delle nuove indiscrezioni che emergono sulla dinamica del naufragio e indipendentemente dalle decisioni del Consiglio europeo del 23 aprile 2015, una operazione nel Mar Mediterraneo simile all'operazione Mare nostrum.
(3-01452)


Problematiche relative alla capacità di accoglienza dei migranti da parte di regioni ed enti locali – 3-01453

   BUSIN, MOLTENI, FEDRIGA, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, CAPARINI, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, MARCOLIN, GIANLUCA PINI, RONDINI, SALTAMARTINI e SIMONETTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   dopo l'arrivo sulle coste italiane di nuovi profughi, il prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, ha convocato urgentemente, per il 20 aprile 2015, il tavolo di coordinamento regionale, preannunciando l'arrivo in Veneto di circa 700 migranti;
   stando al prefetto Cuttaia, i nuovi aspiranti rifugiati sarebbero rientrati nella quota a suo tempo assegnata alla regione Veneto, in seguito alle intese raggiunte in sede di Conferenza unificata nel luglio 2014;
   nel convocare la predetta riunione del tavolo di coordinamento regionale, il prefetto Cuttaia aveva sottolineato come fosse necessario individuare rapidamente delle soluzioni alloggiative in grado di accogliere e sistemare i migranti che giungeranno prossimamente nelle province venete, facendo appello a tutti i comuni;
   il prefetto Cuttaia è stato buon profeta, dal momento che nel frattempo hanno raggiunto via mare il nostro Paese ulteriori 11 mila clandestini, che dovranno essere presto distribuiti sul territorio nazionale;
   i comuni del Veneto, a prescindere dal colore politico della loro amministrazione, lamentano di aver da tempo raggiunto e superato i limiti della propria capacità di accoglienza ed in segno di protesta un gran numero di sindaci ha disertato la riunione indetta dal prefetto Cuttaia il 20 aprile 2015;
   all'arrivo di migranti irregolari e presunti profughi sul territorio corrisponde, inoltre, una crescita del disagio avvertito dalla cittadinanza, che rileva ad ogni nuova ondata una generale crescita della criminalità, dovuta anche al difetto di sorveglianza sui siti che ospitano gli stranieri giunti illegalmente nel nostro Paese;
   come ha rilevato il presidente della regione Luca Zaia, proprio in occasione della predetta riunione convocata dal prefetto Cuttaia, l'11 per cento della popolazione del Veneto è composto da persone di origine estera, dato che pone la regione al terzo posto nel Paese quanto a percentuale di stranieri residenti;
   le autorità del Veneto non sono disponibili a soluzioni arrangiate e, in particolare, ad accettare la creazione di tendopoli o l'utilizzo di caserme fatiscenti dismesse in tempi più o meno recenti dal Ministero della difesa per ospitare i presunti profughi –:
   fino a quando il Governo riterrà di gestire il problema dell'immigrazione in questo modo, imponendo alle regioni, alle province ed ai comuni, in modo unilaterale, di offrire ospitalità ai clandestini ed aspiranti profughi senza preventivamente acquisire dati affidabili sull'effettiva disponibilità di strutture idonee e senza parallelamente disporre un incremento delle forze addette ai presidi di polizia nelle zone interessate dagli afflussi. (3-01453)


Iniziative e proposte del Governo in vista del Consiglio europeo straordinario del 23 aprile 2015 sull'emergenza immigrazione – 3-01454

   FIANO, ROBERTA AGOSTINI, BERSANI, BINDI, CUPERLO, D'ATTORRE, MARCO DI MAIO, FABBRI, FAMIGLIETTI, FERRARI, GASPARINI, GIORGIS, GULLO, LATTUCA, LAURICELLA, MARCO MELONI, MIGLIORE, NACCARATO, PICCIONE, POLLASTRINI, RICHETTI, ROSATO, FRANCESCO SANNA, MARTELLA, CINZIA MARIA FONTANA, BINI, CARNEVALI e AMODDIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   nella notte tra sabato 18 e domenica 19 aprile 2015 nel canale di Sicilia si è consumata probabilmente la più grave tragedia del mare con il ribaltamento di un'imbarcazione con a bordo circa 900 immigrati, tra cui molte donne e bambini, partiti dalle coste libiche;
   le operazioni di soccorso sono scattate immediatamente, ma non si è potuto far altro che constatare l'immane tragedia: solo pochi superstiti, infatti, sono stati portati in salvo;
   questo ennesimo dramma dimostra, ancora una volta, come il nostro Paese non può e non deve essere lasciato solo nella gestione di un fenomeno, che, ormai, ha dimensioni di un vero e proprio esodo e che si caratterizza anche per la presenza di organizzazioni criminali e di trafficanti di esseri umani;
   è stato immediatamente chiesto da parte dei più alti livelli istituzionali che l'Unione europea rafforzi significativamente il suo ruolo nella gestione del problema migratorio nel Mediterraneo, in quanto la comunità europea non può sottrarsi al grave fenomeno di centinaia di migliaia di profughi che abbandonano i propri Paesi per sfuggire alla morte;
   il Commissario dell'Unione europea per l'immigrazione, Avramopoulos, ha presentato al Consiglio dei ministri interni-esteri dell'Unione europea un piano d'azione in dieci punti da «mettere in atto immediatamente» in vista del vertice europeo straordinario che si terrà giovedì 23 aprile 2015;
   il piano, tra l'altro, prevede il «rinforzo» delle operazioni Triton-Poseidon e il sequestro e la distruzione dei barconi usati dai trafficanti;
   il Presidente del Consiglio dell'Unione europea Tusk ha, infatti, convocato per giovedì 23 aprile 2015 un Consiglio europeo straordinario, perché, come ha testualmente affermato, «non possiamo accettare che centinaia di persone muoiano quando attraversano il mare verso l'Europa» –:
   quali proposte e quali iniziative il Governo italiano, che da tempo ha sollecitato un'iniziativa comune dell'Unione europea, intenda avanzare in occasione del prossimo vertice europeo al fine di scongiurare che simili tragedie abbiano a ripetersi. (3-01454)


Misure nei confronti dei cosiddetti scafisti e iniziative per garantire la sicurezza del personale della Guardia costiera impegnato nei soccorsi alle imbarcazioni di migranti – 3-01455

   RAVETTO e BRUNETTA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   l'immane tragedia verificatasi nel Mediterraneo nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2015 impone un momento di riflessione e una presa di responsabilità in merito al fenomeno dell'immigrazione;
   il lassismo dell'Europa e del mondo occidentale in genere alimenta, di fatto, un traffico di esseri umani che quotidianamente finanzia le organizzazioni criminali e proprio coloro da cui i migranti fuggono;
   Triton doveva essere il baluardo della solidarietà europea e si è, invece, rivelata un'operazione totalmente inadeguata ad operare il salvataggio in mare, nonché un mero compromesso al ribasso, privo di standard di controllo e sicurezza appropriati;
   in questo momento è necessario che il dolore, la solidarietà e la «frustrazione» della Commissione europea si traducano in un'azione incisiva, che per essere tale deve basarsi su scelte chiare: un sistema di intelligence forte e radicato che monitori il problema all'origine, fino alla sua destinazione; il contrasto tenace e determinato ai trafficanti di morte, anche attraverso l'attuazione di blocchi navali selettivi; un piano sostenibile di accoglienza e solidarietà in Europa e nei Paesi di origine;
   la situazione sta assumendo dimensioni tragiche e l'Europa deve farsi carico di una politica dell'accoglienza che sia coerente e coordinata. Si è chiesto più volte in questo senso l'applicazione della direttiva 2001/55/CE: si riconosca la protezione temporanea europea a tutti i migranti, associata alla creazione di corridoi umanitari internazionali, e si consenta ai migranti l'esercizio del legittimo diritto alla circolazione verso tutti i Paesi europei;
   gli Stati membri dell'Unione europea ancora non costituiscono un'area con un livello di protezione omogenea. Le condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo e i tassi di accoglimento di domande di protezione mutano drasticamente da un Paese a un altro e non ci si può continuare a nascondere dietro l'obsoleto principio dello «Stato di primo approdo», principio pensato per situazioni di flussi migratori «sostenibili» e non certo per fronteggiare un esodo come quello attualmente in atto;
   la guerra umanitaria che l'Italia si ritrova ad affrontare richiede una risposta unitaria: oggi, di fronte ad una sfida che ha bisogno di risposte strutturali, non si possono dare soluzioni di tipo emergenziale; dinnanzi ad un simile scenario serve un tavolo di unità nazionale, un luogo di confronto e decisione di cui possano far parte tutte quelle forze politico-istituzionali in grado di contribuire con la propria esperienza e la propria volontà ad affrontare quella che a tutti gli effetti è la sfida di questo nostro tempo, offrendo al Governo un più forte mandato a livello europeo e internazionale teso a pretendere non solo solidarietà, ma soprattutto mezzi, azione politica, strategie;
   alla battaglia sul fronte europeo e internazionale è di fondamentale importanza affiancare una solida politica interna, volta anche ad assicurare a coloro che difendono e pattugliano le coste i mezzi e le strutture idonei al delicato compito che sono chiamati a svolgere; è, pertanto, necessario garantire protezione e sicurezza non solo agli uomini e alle donne che affrontano il mare per migrare in Europa, ma anche agli stessi uomini e donne che rappresentano la loro «ancora di salvezza»;
   si è assistito nei giorni scorsi ad episodi di attacco da parte di uomini armati sui barconi che trasportano i migranti, i quali hanno minacciato le motovedette della Guardia costiera italiana impegnate, senza essere armate, nei soccorsi delle imbarcazioni;
   il Ministro interrogato ha dichiarato di essere disponibile ad «azioni mirate in Libia», con particolare riferimento al «contrasto ai nuovi schiavisti, agli scafisti che sono dei veri assassini e criminali» –:
   quali siano le «azioni mirate» che il Governo intende intraprendere contro gli scafisti e quali iniziative intenda assumere per garantire maggiore sicurezza e tutela del personale della Guardia costiera, valutando, ad esempio, la possibilità di affiancare ai mezzi impegnati quotidianamente nelle operazioni di pattugliamento e di salvataggio nel Mediterraneolusse dei corpi di polizia dotati di armi da difesa.
(3-01455)


Iniziative per un maggiore coinvolgimento nella gestione dei flussi migratori delle istituzioni europee e degli Stati membri, nonché dei Paesi di origine e di transito dei migranti – 3-01456

   BUTTIGLIONE e BINETTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   la tragedia verificatasi la scorsa settimana nel Mediterraneo, al largo delle coste libiche, ha causato tra le 700 e le 900 vittime, tra i quali numerosi bambini. L'incidente è avvenuto intorno alle ore 24, quando il barcone era appena salpato dalle coste della Libia;
   lo scenario internazionale non fa presagire alcun rallentamento dei flussi migratori nel Mediterraneo, anche a causa dell'instabilità politica di numerosi Paesi;
   il Governo ha chiesto, con forza e a più riprese, anche durante il semestre europeo, che l'Italia fosse adeguatamente sostenuta nel suo sforzo dall'Unione europea e dai suoi organismi, in applicazione del principio di burden sharing, interpretato anche nel senso di equa suddivisione dei pesi economici derivanti dall'impatto del fenomeno immigratorio;
   le risposte fornite dall'Unione europea e dai Paesi membri alle istanze italiane si sono rivelate fin qui non in linea con le aspettative, alimentando l'impressione che la questione migratoria non venga ancora considerata fino in fondo nelle sue dimensioni di fenomeno epocale, tale da richiedere un impegno strategico delle istituzioni europee –:
   quali iniziative il Governo intenda intraprendere per promuovere un maggiore coinvolgimento nella gestione dei flussi migratori, oltre che delle istituzioni comunitarie e degli Stati membri, anche dei Paesi di origine e di transito dei flussi medesimi. (3-01456)


Iniziative urgenti volte al contrasto dell'immigrazione clandestina, con particolare riferimento alla lotta ai trafficanti di esseri umani – 3-01457

   RAMPELLI, GIORGIA MELONI, CIRIELLI, LA RUSSA, MAIETTA, NASTRI, TAGLIALATELA e TOTARO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   solo negli ultimi dieci giorni si sono verificate due gravissime tragedie in mare che hanno visto morire centinaia di persone nel tentativo di raggiungere le coste italiane a bordo di imbarcazioni gestite da trafficanti di clandestini;
   secondo le prime stime elaborate dagli organismi internazionali, in totale dall'inizio del 2015 sarebbero morte circa millecinquecento persone, a dimostrazione del fallimento dell'operazione Triton che, anzi, come previsto da molti osservatori, sta determinando un aumento delle morti in mare;
   proprio ieri la procura di Palermo ha fermato quindici indagati nell'ambito di un'operazione contro il traffico internazionale di esseri umani che ha rivelato una vera e propria organizzazione criminale con base in Libia, dove uno dei protagonisti sarebbe il soggetto considerato responsabile della tragedia di Lampedusa dell'ottobre 2013, che in Italia avrebbe diversi referenti a Roma e a Palermo, uno dei quali addirittura titolare di un permesso di soggiorno;
   solo questa organizzazione sarebbe responsabile di almeno quindici sbarchi tra la seconda metà del 2014 e il 2015, attraverso i quali, secondo la procura, avrebbero portato in Italia oltre cinquemila persone;
   il contrasto all'immigrazione clandestina deve passare in primissimo luogo attraverso la lotta ai trafficanti di esseri umani, che tuttavia si sta continuando a rivelare poco efficace, se si considera che sempre più semplici pescatori si arruolano nelle fila dei trafficanti, banalmente attratti dai facili guadagni e dalla quasi totale impunità;
   nell'ambito dell'incontro straordinario tra i Ministri degli esteri e degli interni svoltosi a Lussemburgo lunedì 20 aprile 2015, la Commissione europea ha espresso l'auspicio che sia adottato un programma di ritorno rapido di migranti clandestini nel loro Paese, coordinato dall'agenzia europea di controllo delle frontiere esterne dell'Unione europea, Frontex –:
   quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di contrastare l'immigrazione clandestina in ambito nazionale, anche realizzando misure più efficaci nella lotta ai trafficanti, e in ambito internazionale.
(3-01457)


Iniziative di carattere normativo volte ad agevolare l’iter delle adozioni, in particolare di quelle internazionali – 3-01458

   GIGLI e SBERNA. Al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. — Per sapere – premesso che:
   secondo l'ultimo rapporto della Commissione per le adozioni internazionali, nel 2013 si è registrato un calo del numero di adozione da parte di coppie italiane del 7,2 per cento rispetto al 2012 (2.469), del 27,3 per cento se confrontato al 2011 e addirittura del 29,3 per cento a paragone con il 2010. Un calo evidente confermato anche dai dati relativi all'ingresso in Italia a scopo adottivo dei minori stranieri. Nel 2013 i bambini accolti nel nostro Paese sono stati 2.825, mentre erano 3.106 nel 2012 e 4.130 solo nel 2010;
   le associazioni e gli enti accreditati all'adozione in Italia hanno più volte rivolto appelli accorati a Governo e regioni per risolvere le questioni aperte nell'adozione, tra i quali spicca l'assenza di un sistema di agevolazioni utili ad aiutare le famiglie: si riscontra, infatti, l'attenzione delle regioni al tema della procreazione assistita, anche attraverso misure di sostegno economico, mentre nella materia delle adozioni si rileva la scarsa attenzione al sostegno delle famiglie adottive e di quelle disponibili all'adozione;
   l'adozione internazionale è, infatti, a carico delle coppie, anche se le spese sostenute possono essere dedotte dalla denuncia dei redditi, fino ad un massimo del 50 per cento, anche se nella legge di stabilità per il 2015 è stato incrementato di cinque milioni di euro il fondo per le adozioni internazionali dal quale si attingono i rimborsi alle famiglie adottive in base al reddito;
   secondo una recente indagine condotta dal quotidiano la Repubblica, i costi dell'adozione internazionale possono arrivare anche a 40 mila euro. Un importo che somma le spese per i servizi offerti in Italia e all'estero dagli enti autorizzati, per le pratiche svolte dalle autorità straniere, per i pagamenti che le famiglie sono tenute a sostenere per spostamenti, vitto e alloggio durante i soggiorni esteri;
   è opportuno prevedere interventi volti, da una parte, ad una riduzione dei costi, e dunque la reintroduzione delle tariffe in uso in passato e il controllo sulle spese richieste dagli enti autorizzati, e, dall'altra, la destinazione di aiuti economici per agevolare le famiglie;
   secondo il VII rapporto Crc (il gruppo di lavoro italiano che si occupa di monitorare lo stato di attuazione della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia) emerge un «senso di sfiducia» verso una procedura giudicata lunga, macchinosa e dall'esito incerto, che contribuisce al calo del numero delle adozioni internazionali. Il tempo medio che le coppie hanno impiegato dalla disponibilità presentata in tribunale all'autorizzazione all'ingresso dei minori in Italia è stato, secondo l'ultimo rapporto della Commissione per le adozioni internazionali, di 3,3 anni, con punte massime di 5,5 per coloro che hanno adottato bambini dalla Lituania e punte minime di 2,8 anni per la Federazione Russa e l'Ungheria;
   spesso i ritardi sono dovuti anche ad aperti contrasti tra Governi e ai cambiamenti legislativi e procedurali in materia di adozioni che si sono verificati in quei Paesi, ma in tutto questo a perdere sono prima di tutto i bambini incolpevoli e le famiglie destinatarie;
   la Commissione per le adozioni internazionali non ha ancora divulgato i dati aggiornati delle adozioni internazionali relativi all'anno 2014, che di regola sono stati sempre pubblicati annualmente entro il mese di gennaio –:
   se non ritenga di adottare iniziative di tipo normativo volte ad agevolare l’iter delle adozioni, in particolare quelle internazionali, e a sollecitare accordi con i principali Paesi stranieri di provenienza, nonché ogni ulteriore misura volta a sostenerle, tenuto conto della drammatica diminuzione di adozioni riscontrate negli ultimi anni. (3-01458)


PROPOSTA DI LEGGE: AMICI ED ALTRI; CENTEMERO ED ALTRI; MORETTI ED ALTRI; BONAFEDE ED ALTRI; DI LELLO ED ALTRI; DI SALVO ED ALTRI: DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SCIOGLIMENTO O DI CESSAZIONE DEGLI EFFETTI CIVILI DEL MATRIMONIO NONCHÉ DI COMUNIONE TRA I CONIUGI (APPROVATA, IN UN TESTO UNIFICATO, DALLA CAMERA E MODIFICATA DAL SENATO) (A.C. 831-892-1053-1288-1938-2200-B)

A.C. 831-B – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sugli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

A.C. 831-B – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

Sul testo del provvedimenti in oggetto:

NULLA OSTA

sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

NULLA OSTA

A.C. 831-B – Articolo 1

ARTICOLO 1 DELLA PROPOSTA DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 1.

  1. Al secondo capoverso della lettera b) del numero 2) dell'articolo 3 della legge 1o dicembre 1970, n. 898, e successive modificazioni, le parole: «tre anni a far tempo dalla avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale» sono sostituite dalle seguenti: «dodici mesi dall'avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale e da sei mesi nel caso di separazione consensuale, anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale».

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 1 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 1.

  Al comma 1, sostituire le parole: dall'avvenuta comparizione dei coniugi fino alla fine del comma, con le seguenti: se la separazione personale è consensuale e senza figli minori, da almeno due anni se la separazione personale è giudiziale e senza figli minori e tre anni se la separazione personale è giudiziale e con la presenza di figli minori, a far tempo dalla avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale. Per la proposizione della domanda di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, le separazioni devono essersi protratte ininterrottamente. L'eventuale interruzione della separazione deve essere eccepita dalla parte convenuta.
1. 10. Gianluca Pini, Molteni, Fedriga, Guidesi, Saltamartini, Palmieri, Roccella, Fabrizio Di Stefano.

  Al comma 1, sostituire le parole: dall'avvenuta comparizione dei coniugi fino alla fine del comma, con le seguenti: se la separazione personale è consensuale e senza figli minori, da almeno due anni negli altri casi, a far tempo dalla avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale. Per la proposizione della domanda di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, le separazioni devono essersi protratte ininterrottamente. L'eventuale interruzione della separazione deve essere eccepita dalla parte convenuta.
1. 11. Saltamartini, Gianluca Pini, Molteni, Fedriga, Guidesi, Fabrizio Di Stefano.

  Al comma 1, sostituire le parole: dall'avvenuta comparizione dei coniugi fino alla fine del comma, con le seguenti: dalla notificazione della domanda di separazione. Qualora alla data di instaurazione del giudizio di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio sia ancora pendente il giudizio di separazione con riguardo alle domande accessorie, la causa è assegnata al giudice della separazione personale. Nelle separazioni consensuali dei coniugi, il termine di cui al primo periodo è di sei mesi decorrenti dalla data di deposito del ricorso ovvero dalla data della notificazione del ricorso, qualora esso sia presentato da uno solo dei coniugi.
1. 3. Daniele Farina, Nicchi, Sannicandro, Fabrizio Di Stefano.

A.C. 831-B – Articolo 2

ARTICOLO 2 DELLA PROPOSTA DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 2.

  1. All'articolo 191 del codice civile, dopo il primo comma è inserito il seguente:
  «Nel caso di separazione personale, la comunione tra i coniugi si scioglie nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati, ovvero alla data di sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale dei coniugi dinanzi al presidente, purché omologato. L'ordinanza con la quale i coniugi sono autorizzati a vivere separati è comunicata all'ufficiale dello stato civile ai fini dell'annotazione dello scioglimento della comunione».

A.C. 831-B – Articolo 3

ARTICOLO 3 DELLA PROPOSTA DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 3.

  1. Le disposizioni di cui agli articoli 1 e 2 si applicano ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, anche nei casi in cui il procedimento di separazione che ne costituisce il presupposto risulti ancora pendente alla medesima data.

A.C. 831-B – Ordine del giorno

ORDINE DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in questione prevede che, in assenza di figli minori, sia sufficiente recarsi al Comune di residenza onde chiedere la trascrizione nel registro dell'anagrafe dell'atto di separazione e/o divorzio, senza dovere sostenere spese di assistenza legale o di tribunale;
    analogo trattamento non viene invece riservato ai cittadini residenti all'estero. A seguito di una circolare recentemente emanata dal MAECI, i Consolati non sono infatti autorizzati ad adempiere ad analoga trascrizione, qualora la richiedano connazionali residenti all'estero,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di individuare una soluzione in tempi celeri, affinché si possa garantire pari trattamento ai cittadini, per la registrazione dell'atto di divorzio e/o separazione, anche nel caso in cui risiedano all'estero.
9/831-B/1Garavini.


RELAZIONE SUL SISTEMA DI PROTEZIONE DEI TESTIMONI DI GIUSTIZIA, APPROVATA DALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL FENOMENO DELLE MAFIE E SULLE ALTRE ASSOCIAZIONI CRIMINALI, ANCHE STRANIERE (DOC. XXIII, N. 4)

Doc. XXIII, n. 4 – Risoluzione

   La Camera,
   esaminata la Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, sul sistema di protezione dei testimoni di giustizia, approvata all'unanimità nella seduta del 21 ottobre 2014 (Doc. XXIII, n. 4),
   premesso che:
    il decreto-legge 15 gennaio 1991, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 marzo 1991, n. 82, ha introdotto nell'ordinamento giuridico italiano una normativa sul sistema di protezione dei collaboratori di giustizia;
    la legge 13 febbraio 2001, n. 45 ha colmato il vuoto normativo in materia di testimoni di giustizia inserendo due disposizioni legislative (articoli 16-bis e 16-ter) nel testo del decreto legge citato;
    i testimoni di giustizia non possono e non devono essere accomunati ai collaboratori di giustizia, non solo dal punto di vista normativo e gestionale, ma anche e soprattutto dal punto di vista etico e del riconoscimento sociale del loro ruolo;
    la legge 13 febbraio 2001, n. 45, ha avuto l'indubbio merito di riconoscere giuridicamente la figura del testimone di giustizia, cioè colui che assume – rispetto al fatto o ai fatti delittuosi in ordine ai quali rende le dichiarazioni – esclusivamente la qualità di persona offesa dal reato, ovvero di persona informata sui fatti o di testimone, purché nei suoi confronti non sia stata disposta una misura di prevenzione, ovvero non sia in corso un procedimento di applicazione della stessa, ai sensi del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, cosiddetto Codice delle leggi antimafia;
    l'accostamento delle due diverse figure nel medesimo testo legislativo ha, tuttavia, causato una contaminazione che ha di fatto impedito la creazione di un binario separato tra i modelli di gestione dei collaboratori e quelli dei testimoni;
    si ritiene indispensabile superare l'attuale sistema di gestione dei testimoni, evidentemente appiattito sul modello introdotto dal decreto-legge n. 8 del 1991 sui collaboratori di giustizia, attraverso l'approvazione di una nuova normativa ispirata ai principi riassunti nella citata Relazione e specificamente dedicata a un'organica disciplina del sistema di protezione dei testimoni di giustizia;
    in tal senso nella Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, è emersa l'intenzione, unanimemente condivisa dai componenti della Commissione stessa, di promuovere e sostenere l'approvazione di un progetto di legge in materia;
    l'Assemblea del Senato nella seduta del 29 ottobre 2014 ha approvato la risoluzione (6-00076), n. 2 con la quale ha fatto propria la Relazione citata, impegnando il Governo, per quanto di propria competenza, ad intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni e i problemi evidenziati dalla Commissione;
    fa propria la Relazione della Commissione sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, sul sistema di protezione dei testimoni di giustizia ed impegna il Governo, per quanto di propria competenza, ad intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni e i problemi evidenziati nella citata Relazione.
(6-00124) «Bindi, Mattiello, D'Uva, Naccarato, Sarti, Garavini, Di Lello, Scopelliti, Dorina Bianchi, Fava, Piepoli».