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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 634 di mercoledì 8 giugno 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  CLAUDIA MANNINO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, Bindi, Matteo Bragantini, Capelli, D'Incà, Dambruoso, Di Gioia, Gregorio Fontana, Fontanelli, Locatelli, Manciulli, Marazziti, Pes, Portas, Ravetto, Rosato, Sanga, Schullian, Scotto e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.

  La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Marco Meloni ed altri; Fontanelli ed altri; Formisano; Lorenzo Guerini ed altri; Palese; Roberta Agostini ed altri; Zampa; D'Alia; Roccella ed altri; Centemero; Carloni ed altri; Gigli ed altri; Parrini ed altri; Quaranta ed altri; Mazziotti Di Celso ed altri; Toninelli ed altri; D'Attorre ed altri; Mucci e Prodani; Vargiu ed altri; Cristian Iannuzzi; Misuraca; Pisicchio: Disposizioni in materia di partiti politici. Norme per favorire la trasparenza e la partecipazione democratica (A.C. 2839-3004-3006-3147-3172-3438-3494-3610-3663-3693-3694-3708-3709-3724-3731-3732-3733-3735-3740-3788-3790-3811-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 2839-3004-3006-3147-3172-3438-3494-3610-3663-Pag. 23693-3694-3708-3709-3724-3731-3732-3733-3735-3740-3788-3790-3811-A: Marco Meloni ed altri; Fontanelli ed altri; Formisano; Lorenzo Guerini ed altri; Palese; Roberta Agostini ed altri; Zampa; D'Alia; Roccella ed altri; Centemero; Carloni ed altri; Gigli ed altri; Parrini ed altri; Quaranta ed altri; Mazziotti Di Celso ed altri; Toninelli ed altri; D'Attorre ed altri; Mucci e Prodani; Vargiu ed altri; Cristian Iannuzzi; Misuraca; Pisicchio: Disposizioni in materia di partiti politici. Norme per favorire la trasparenza e la partecipazione democratica.
  Ricordo che nella seduta del 7 giugno è stato da ultimo respinto l'emendamento Simonetti 6.24.

(Ripresa esame dell'articolo 6 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo ora all'emendamento Centemero 6.29.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ferrari. Ne ha facoltà.

  ALAN FERRARI. Grazie, Presidente. Questo emendamento – Centemero 6.29 – intende introdurre un'ulteriore lettera all'articolo 6, la lettera h), secondo la quale andremmo a definire fondazioni riferibili ai soggetti di cui alla lettera g), ovvero in quell'articolo che tocca la trasparenza dei finanziamenti e i contributi dei beni o servizi, l'intendimento dell'onorevole Centemero con questo emendamento è anche di introdurre, tra questi ambiti per cui è prevista la trasparenza dei finanziamenti e dei contributi, le fondazioni riferibili ai soggetti che hanno delle cariche.
  Allora, io penso che sia questa un'occasione per fare ulteriormente chiarezza su questo punto e la chiarezza che dobbiamo fare riguarda il fatto che noi, di fondazioni, di legami tra fondazioni e politica, ce ne occupiamo con questo testo.
  Prendendo spunto dal lavoro che era già stato fatto con il decreto-legge Letta n. 149 del 2013, nel quale era definito un principio, ovvero che la trasparenza veniva applicata anche a quelle fondazioni che presentavano un legame oggettivo con i partiti e i movimenti politici, ovvero che erano partecipati, si andava allora a definire un elemento di oggettività che ci consentiva di stabilire che esisteva realmente un legame tra l'attività politica di un partito e di un movimento politico, e una fondazione.
  Noi non ci siamo fermati qui, noi andiamo oltre con questa nostra proposta di legge e, oltre a riprendere questo principio, ovvero andare a valutare i casi in cui ci sia un legame effettivo o una partecipazione di un partito in una fondazione ad esso collegata, introduciamo ulteriori elementi di trasparenza. In particolare, uno su tutti che va ricordato è il fatto che debba esserci una netta separazione sul piano economico-finanziario, ovvero che sia la fondazione partecipata da un partito, sia un partito, debbano avere bilanci separati e quindi contabilità trasparenti e separate.
  Più in generale io penso, però, che questo insieme di emendamenti cerchi di toccare un punto che, a nostro avviso, viene risolto già dalla legge che stiamo proponendo, tanto è vero che il termine che viene usato in questo emendamento, ovvero fondazioni «riferibili» è un termine estremamente generico. Facciamo l'esempio che io abbia un fratello che ha una fondazione che si occupa di sociale e, contestualmente, io sia impegnato in politica: se non esiste nessun legame, se non quello che è mio fratello la persona responsabile legale di questa fondazione, chi stabilisce qual è la riferibilità tra l'attività di questa fondazione e me, che sono il fratello che faccio attività politica ? Chi è colui, il soggetto, che va a determinare quali sono gli elementi oggettivi secondo i quali si va a determinare la riferibilità tra chi è il responsabile legale di una fondazione ed eventuali parenti o condizioni di parentela con chi svolge funzioni politiche o di Governo, senza che oggettivamente ci sia quell'elemento oggettivo di legame che lega, sul piano anche patrimoniale, la fondazione e il partito ? Io, quindi, penso che questo termine – «riferibile» – ci sottoponga, prima di tutto, agli elementi di indefinitezza che abbiamo visto, e, più in generale, penso che il cercare, a mio Pag. 3avviso, anche di strumentalizzare questo tema sia un modo per andare fuori dal recinto su cui noi stiamo impostando questa legge.
  Io penso che questa non sia una legge presuntuosa, ma vada nella direzione di lasciare memoria di un dibattito, che stiamo affrontando in questi giorni in quest'Aula, che deve mettere in evidenza e lasciare agli atti per coloro che nei prossimi anni andranno a vedere come questo Parlamento ha affrontato il tema della politica, della credibilità della politica, dell'organizzazione libera e democratica all'interno dei partiti, deve andare a verificare quali sono le chiavi di interpretazione che noi diamo ad esso. E noi abbiamo detto che interpretare oggi, alla luce di come si è evoluto il rapporto tra la politica e i cittadini, tra i partiti e i cittadini, tra i partiti e le istituzioni, l'articolo 49 della Costituzione vuol dire farlo introducendo due chiavi di interpretazione: quella della trasparenza e quella della democraticità.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ALAN FERRARI. Dobbiamo – ho finito, Presidente –, però, fare attenzione ad una cosa: che essere moralmente ineccepibili, come è richiesto a tutti i cittadini ed in particolare a chi svolge una funzione pubblica, è una prerogativa essenziale, ma non deve distrarci da un punto e, cioè, il fatto che non sia sufficiente. La credibilità della politica si fonda sulla capacità, contestualmente, di essere moralmente ineccepibili, ma anche di trovare delle soluzioni che la rendono davvero credibile ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 6.29, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico, Cristian Iannuzzi, Zoggia, Zardini, Folino, La Marca. Chi altro ? Di Lello, Sisto, Rizzetto, Marzana, Zoggia, Boccuzzi, Luciano Agostini, Librandi, Allasia. Sembra che ci siamo. Zoggia ancora non riesce a votare: no, ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  301   
   Votanti  289   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  145   
    Hanno votato   82    
    Hanno votato no  207.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole mentre il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simonetti 6.103.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Nel provvedimento si fa riferimento a tutta una serie di cariche istituzionali che saranno, se il provvedimento passerà, obbligate a redigere una dichiarazione congiunta qualora ricevano dei finanziamenti. Fra questi abbiamo i partiti, i gruppi parlamentari, i membri del Parlamento europeo, i consiglieri regionali, provinciali, comunali e i candidati a tale carica.
  Noi chiediamo che vengano ad essere inserite anche le fondazioni, ma non solo le fondazioni legate ai partiti, da emanazione o deliberazione di partiti, perché ci sono determinate fondazioni che al loro interno – cioè, nel consiglio di amministrazione, nel consiglio dirigenziale – hanno membri del Governo, che, ovviamente, fanno politica. Ma non sono fondazioni di emanazione di partito e, molte volte, fanno politica anche senza simbolo Pag. 4di partito, ma sono vicine a determinati partiti senza avere un collegamento che sia fisicamente e concretamente visibile: c’è il collegamento labile, ma, di fatto, hanno nei loro consigli di amministrazione dei membri del Governo.
  Quindi, se la trasparenza deve esserci, deve esserci dappertutto, perché c’è una fondazione, come per esempio la Fondazione Open, che ha al suo interno il Ministro Boschi e il sottosegretario Lotti, che fanno politica e che fanno degli incontri che, poi, influenzano l'attività del Governo, influenzano l'attività del Parlamento, perché, all'interno di queste fondazioni, si fanno teorie, si elaborano progetti, si elaborano delle proposte che vengono, poi, ad essere riprese dai banchi del Governo per ovvia traslazione fra il fatto che nel consiglio di gestione di queste fondazioni siedono, appunto, le stesse persone che siedono in quei banchi.
  Quindi, noi chiediamo che, se deve esserci trasparenza per il povero consigliere comunale del comune di cento anime, che deve mettere lui i soldi nel comune per fare la manutenzione ordinaria e, se riceve un compenso di 50 euro, deve fare la dichiarazione congiunta, deve esserci anche per quelle fondazioni che ricevono un «fracco» di soldi per fare di fatto politica, benché non siano collegate direttamente attraverso deliberazioni e atti di un partito, che sono esenti da trasparenza, sono esenti da un controllo pubblico delle loro entrate, perché, appunto, non c’è l'obbligo di effettuare la dichiarazione congiunta. Quindi, invito il Parlamento a votare favorevolmente su questo emendamento.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Solo per una doverosa spiegazione, perché il collega, con tutta una serie di emendamenti, sta lavorando sui soggetti da sottoporre giustamente a controllo. Io non ho dato una risposta su un precedente emendamento, quando chiedeva di aggiungere i sindaci, perché i sindaci sono parte del consiglio comunale e, quindi, coperti in quanto anche consiglieri comunali. Altrimenti, si porrebbe lo stesso tema per i presidenti di regione: il provvedimento, infatti, indica i consiglieri regionali, perché il presidente di regione è anche consigliere regionale. Quindi, da questo punto di vista, lo voglio rassicurare sul fatto che i soggetti sono sottoposti a controllo.
   Sul tema delle fondazioni, io, Presidente, non voglio ripetermi, ma, come in alcuni emendamenti, si scrive «fondazioni» o anche «fondazioni riferibili a soggetti di Governo, parlamentari»: una fondazione, anche se guidata da mio cugino o suo fratello, impegnati in un ambito di volontariato sociale, educativo, può essere riferibile a me e per questo andiamo ad applicare quella rigidità di controllo che, giustamente, chiediamo ai partiti, facendo un mestiere completamente diverso ? Lo ricordava l'onorevole Cecconi: io ho sempre chiesto di lavorare su un criterio che avesse una riconducibilità giuridica certa e ci consentisse di mirare elementi di trasparenza e controllo a quelle fondazioni che, con un tasso esplicito di riconducibilità ai partiti, svolgono una funzione politica. Non è il caso di questi emendamenti e, quindi, come non c’è stata contrarietà a recepire quegli emendamenti in Commissione che andavano nella direzione di una identificazione certa del tema fondazioni, non ci può essere disponibilità su una cosa che rischia di creare addirittura problemi a chi fa un altro mestiere, pure meritorio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cecconi. Prima di dare la parola al collega Cecconi, desidero informare l'Assemblea che la nostra collega Magda Culotta ha dato alla luce la piccola Lara. A lei e ai suoi genitori giunga l'augurio di tutta l'Assemblea (Applausi). Prego, collega Cecconi.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Io vorrei fare una domanda al Pag. 5relatore: la Fondazione Open fa politica o non fa politica ? La Fondazione italiani all'estero fa politica o non fa politica ? La Fondazione Italia sociale, quella di Manes, fa politica o non fa politica ? Con i soldi che riceve, svolge attività per il Partito Democratico, promozione per il Partito Democratico o no ? Con le scelte di questa Fondazione si prendono anche scelte governative, di leggi e di norme sì o no ? Evidentemente sì. E, allora, il girarci intorno e dire che potrebbe essere mio cugino, mio fratello, non c'entra niente; non trovare una regolazione di queste fondazioni non ha alcun senso, perché gli emendamenti che noi abbiamo presentato, insieme anche ai colleghi della Lega, possono essere anche eventualmente rettificati e modificati dal relatore per trovare un quadro in cui identificare quali sono le fondazioni politiche e come renderle trasparenti. Voi semplicemente non lo volete fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 6.103, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Massa, Nicchi, Latronico. Chi non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  333   
   Votanti  323   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato   83    
    Hanno votato no  240.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Falcone, Vezzali e D'Agostino hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simonetti 6.104, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Torno sul punto perché la spiegazione ricevuta sull'emendamento precedente da parte del relatore, dall'abile relatore, non è sufficiente, per due motivi: il primo riguarda la partita legata ai sindaci. Il testo unico sugli enti locali porta all'elezione del sindaco e del consiglio comunale. Queste sono due entità distinte da un punto di vista istituzionale: il sindaco partecipa al consiglio comunale ma non ne fa parte, perché c’è l'elezione del sindaco e del consiglio comunale; non è eletto come consiglio comunale, tant’è che i consiglieri sono intercambiabili e il sindaco non è intercambiabile; dunque, fa parte del consiglio comunale ma non è un consigliere comunale: è il sindaco.
  Sulla partita, invece, legata alle fondazioni, se c’è una fondazione che fa volontariato o non fa volontariato, ma al cui interno vi sono persone che successivamente all'incarico di segretario o di membro del consiglio della fondazione ricevono anche l'incarico di membro del Governo, a mio avviso o la fondazione fa la dichiarazione congiunta o il membro del consiglio dalla fondazione si dimette e rimane solo membro del Governo o non entra nel Governo, in modo tale che non ci sia una sovrapposizione fra l'attività e i finanziamenti che l'attività di questa fondazione comporta in termini politici e l'attività del Governo.
  Se si vuole dare trasparenza, allora questi emendamenti vengano approvati; se, invece, si vuole lasciare un'opacità su tutte le operazioni delle fondazioni che il Partito Democratico direttamente o indirettamente attua sul territorio nazionale, allora andate avanti con questo sistema di negare il parere favorevole sugli emendamenti. Però, che non ci sia una responsabilità diretta non si può non dire: voi avete la responsabilità di non voler fare chiarezza sulle fondazioni che sono in capo al Presidente Pag. 6del Consiglio e sulle quali lui ha emanato tutta una serie di iniziative territoriali e nazionali. Ricordo la famosa «Leopolda», che viene gestita dalla Fondazione Open, che di fatto al suo interno elabora proposte politiche e legislative che poi vengono proposte in termini normativi attraverso la firma dei componenti di quella fondazione. Quindi, c’è effettivamente una sovrapposizione e, dunque, se c’è sovrapposizione deve esserci chiarezza dal punto di vista dei finanziamenti.
  Quindi, se non votate questi emendamenti significa che voi la chiarezza per il finanziamento delle vostre fondazioni non la volete.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Grazie, Presidente. Il MoVimento 5 Stelle voterà evidentemente a favore di questo emendamento che è molto semplice: dice che la norma sulla trasparenza e quindi le disposizioni di questo provvedimento sui partiti vengono applicate alle fondazioni i cui organi direttivi sono composti da membri del Governo. Ma vi pare normale che in un Paese normale e democratico, come dovrebbe essere l'Italia, questo non debba avvenire ? È normale che un partito, i cui membri del Governo hanno delle fondazioni direttamente a loro abbinate o all'interno delle quali membri di Governo fanno parte del direttivo, possa essere finanziato da società private e lobbistiche, bancarie o non so da chi altro, magari anche estere, e possa essere finanziato all'insaputa dei cittadini ? Ed è normale magari che questo Governo faccia passare un emendamento, una legge di notte o un decreto-legge, perché magari la sera prima ha ricevuto un finanziamento occulto di un milione di euro o di chissà quanti soldi all'interno di quella fondazione, che è andato al Ministro che in quel Consiglio dei ministri ha votato a favore di un emendamento ?
  Ebbene, non sembra normale; è totalmente anormale ! E qui stiamo parlando del cuore della democrazia, stiamo parlando che oggi una forza politica non può ricevere i voti dei cittadini senza dire perché prende determinate scelte. Questa, Presidente, non è la proposta migliore sulle fondazioni; è una proposta molto piccola, che va a toccare poche fondazioni, quelle che all'interno del direttivo hanno membri del Governo. Se nemmeno questa accettate, è del tutto evidente che non potrete accettare neppure le proposte più organiche del MoVimento 5 Stelle che faremo più avanti.
  Altresì è del tutto evidente che non andrete a dirlo a nessuno. Questa è una cosa che dovrebbe andare sulle prime pagine dei giornali: un Partito Democratico di maggioranza, che governa il Paese dal 2011, continua a dire: «Io voglio mantenere nascosti i miei finanziatori», e poi arrivano in Aula provvedimenti a favore delle banche, poi arrivano in Aula provvedimenti a favore delle lobby. È normale ? Perché senza i finanziamenti di queste società, questo partito non può continuare a tenere in piedi la struttura, pesante ed aziendale, che ha. Se mi sbaglio aspettiamo dei chiarimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Forza Italia voterà a favore di questo emendamento, come ha votato contro il precedente per evidente genericità della formula riferibile a membri del Governo. Infatti, è chiaro che proprio nell'elencazione del comma 4 vi sono delle situazioni molto meno significative rispetto a quella della composizione delle fondazioni con gli organi direttivi composti da membri del Governo. Cioè, vi è uno squilibrio su quanto vi è nell'elencazione del comma 4, che vede correttamente gruppi parlamentari, partiti, movimenti politici, membri del Parlamento e membri del Parlamento europeo. Cioè, non si spiega perché la diretta responsabilità del componente del Governo in organismi così Pag. 7rilevanti – e io su questo sono d'accordo sul piano politico – non debba ricevere lo stesso trattamento.
  È evidente che si corre il rischio, certamente subliminale ma non troppo, che le fondazioni diventino, con i membri del Governo all'interno, lo strumento per aggirare quella norma che noi stiamo approvando in questo momento. Io credo che questo, da un punto di vista proprio di sintassi giuridica, sia assolutamente incomprensibile. Se noi ci mettiamo i membri del Governo, è evidente che dobbiamo metterci anche le fondazioni dirette dai membri del Governo; se non lo facciamo mi sembra un privilegio del tutto ingiustificato per lo strumento fondazione.
  Io sono d'accordo con il relatore: non bisogna esagerare nel ritenere che fondazione è negatività, che fondazione è luogo dove si può pensare che accada di tutto. Ma allorquando vi è una palese presenza di membri del Governo all'interno degli organismi direttivi, diventa giuridicamente ipocrita non prendere atto che siamo di fronte alla ratifica di uno strumento di pura elusione di quello che noi stiamo approvando con lo stesso comma 4. Io credo che il Governo e il relatore possano riflettere su questo punto e liberare anche quel convincimento, che credo si stia maturando nell'ambito dell'Assemblea, che laddove c’è la parola «fondazione» non bisogna toccare assolutamente nulla. Io penso che il problema non sia la fondazione, ma sia il modo in cui la fondazione si atteggia, e la presenza negli organismi direttivi di membri del Governo a mio avviso la parifica a tutti gli effetti alle categorie che vengono descritte in precedenza nel comma 4. Dunque, voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, in un libro sul finanziamento della politica di una certa Marina Ripoli, sua conterranea, peraltro, è detto, in maniera chiara, che Renzi e i suoi si sono sempre rifiutati di dare a lei, che scriveva questo libro, i nomi dei finanziatori della loro fondazione.
  Questo per dire che la cosa non è né nuova né di adesso e per dire che questo emendamento fa un po’ come fecero – e ho concluso – i francesi quando costruirono la linea Maginot: la fecero fino al Belgio e nel Belgio non ce la misero perché dissero che il Belgio era neutrale e di lì i tedeschi non ci sarebbero passati mai (e infatti passarono dal Belgio). È inutile mettere una pecetta dove c’è il membro del Governo: o qui si regola tutta la materia o non la si regola, perché altrimenti è sempre festa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 6.104.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuseppe Guerini, Folino, Zan, Caparini, Misuraca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  356   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no  235    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simonetti 6.102.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente, il parere è contrario anche su questo emendamento. Io vedo un accanimento da parte del Partito Democratico e di questa maggioranza su tutti i politici che vengono eletti; quindi abbiamo il consigliere Pag. 8comunale che viene eletto, il consigliere regionale che viene eletto con le preferenze, il parlamentare che viene eletto o verrà eletto in parte con le preferenze, in parte con una lista bloccata, il parlamentare europeo che viene eletto con le preferenze, tutti quindi uomini soggetti al giudizio popolare; l'unica categoria che veramente conta in questo Paese viene esclusa. Non siamo più una Repubblica parlamentare, perché di fatto tutte le leggi che vengono vagliate da questo Parlamento sono i decreti-legge, e le leggi importanti sono tutti decreti-legge avete addirittura fatto grandi modifiche attraverso decreti-legge, avete messo la fiducia sui decreti-legge, avete fatto leggi delega con i decreti-legge, che vengono fatti da membri del Governo che nessuno può eleggere, che si possono anche accomodare su quegli scranni senza essere eletti. Questa è l'unica categoria di politici che realmente conta, perché qui si ratificano delle iniziative di governo che sono escluse dal controllo della dichiarazione congiunta. Perché sempre questo favoritismo al signor Renzi, che è lì senza essere eletto, che può governare il Paese e, se riceve dei finanziamenti, non deve neanche fare la dichiarazione congiunta ? Non è consigliere comunale, non è parlamentare, non è consigliere regionale, ma Presidente del Consiglio abusivamente, perché nessuno lo ha eletto e, se riceve dei soldi, non deve neanche rendicontarli ? Perché non approvate questo emendamento ? Giustificate questo vostro parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, qui c’è poco da dire. Il collega ha detto tutto: è un emendamento che dice semplicemente che chi va a donare dei soldi – e viene fatto l'elenco di coloro che ricevono i soldi – deve fare una dichiarazione congiunta che poi deve essere pubblica, quindi vengono messi dentro i partiti, i movimenti, i gruppi parlamentari, i membri del Parlamento, i consiglieri regionali, eccetera, eccetera; tutta una serie di figure nei cui confronti viene applicato l'obbligo della dichiarazione congiunta. Che significa ? Devo dire che la società Alfa o la persona fisica Beta mi hanno dato dei soldi. Da questo elenco chi manca ? La parte che ha in mano il blocchetto degli assegni nazionale e che governa il Paese, cioè i membri del Governo. Io sono convinto, relatore Richetti, che è una dimenticanza, perché è talmente scandalosa l'assenza della trasparenza dei membri del Governo che non ha giustificazione. Prima abbiamo parlato della fondazione, con all'interno delle direttive dei membri del Governo, che doveva sottostare agli obblighi di trasparenza con la dichiarazione incrociata e la richiesta è: aggiungiamo – noi ne prendiamo atto, ma sicuramente alcun problema – gli organi di Governo, quindi completiamo tutte le figure istituzionali, partendo da quella che sta sulla punta della piramide, cioè gli organi del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, solo per segnalare nuovamente l'incongruità o l'incongruenza dell'esclusione dei membri del Governo che non rientrino nelle categorie suddette. Credo che in ogni frangente in cui noi abbiamo dovuto individuare delle situazioni riferibili a questo tipo di categoria i membri del Governo sono stati indicati come analoghi, in qualche maniera, rispetto all'esercizio della funzione di parlamentare o comunque della funzione politica, quindi non si comprende perché se io sono stato eletto o comunque ho un ruolo politico di carattere elettivo ci vado incontro, se invece sono un membro del Governo debba esserne escluso.
  Trovo che sia leggermente violativo del parametro di parità di trattamento e indicativo di un trattamento di favore che Pag. 9mi sembra non sia assolutamente accettabile, soprattutto in un provvedimento che – do atto – si è cercato quanto meno di rendere più commestibile rispetto alla sua originaria stesura. Noi voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI. Grazie, Presidente. Questo elenco di soggetti sottoposti al controllo non me lo sono inventato io, non lo ha scritto il Presidente Renzi, ma è scritto nelle leggi della Repubblica da decine e decine di anni. E uno si chiede: ma perché ci sono i consiglieri comunali, regionali, i deputati e non ci sono i membri del Governo ? Sarà mica che questo elenco sottopone a controllo quei soggetti che, candidandosi, ricevono contributi elettorali e devono rendicontarli puntualmente ? Perché voglio segnalare ai colleghi Simonetti, Toninelli e anche al collega Sisto, che dovrebbe avere su questo una preparazione che supera di ben lunga la mia, che se un esponente del Governo prende dei soldi commette un illecito. Il problema non è che lo deve dire, il problema è che, se un soggetto che è al Governo, prende dei soldi, o sono un compenso, o si trova nella sua dichiarazione dei redditi, ma non sostenendo una campagna elettorale, non essendo un partito, da chi li prende o per chi li prende ? Io non la faccio una legge che dice che si possono dare 50.000 euro a un Ministro e basta dirlo, perché un Ministro prende il compenso che prende (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), denuncia i suoi redditi, se li ha, e denuncia le sue indennità. Ma siamo matti ? Perché la legge non comprende e non scusa l'ignoranza: questo elenco è nelle leggi della Repubblica da anni e lo confermo, integrandolo, con le osservazioni che Simonetti ha fatto in Commissione, perché Simonetti ha fatto introdurre una norma presa da qui, che il Presidente del Consiglio lo prende, perché lei sa benissimo che abbiamo aggiunto il capo sulla forza politica che si candida per un suo emendamento. Ma allora ditelo in questo dibattito, perché non possiamo continuare a discutere del nulla, e ogni cosa non può diventare un elemento di pretesto così palesemente infondato. Perché ? Glielo ribadisco. Perché mancano gli assessori regionali ? Perché ci sono i consiglieri regionali e comunali e non gli assessori ? Perché non sono cariche elettive e i soldi non li possono e non li devono prendere. Ma non ci vuole uno scienziato ! (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 6.102.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Baldassarre, Monchiero, Spadoni, Bolognesi, Gnecchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  384   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 6.31, con il parere contrario della Commissione e del Governo e del relatore Quaranta e con il parere favorevole del relatore Toninelli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Capua, Chimienti, De Girolamo, Matarrelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 10
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  390   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 6.30. I pareri sono tutti contrari, tranne quello del relatore di minoranza Toninelli, che è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sanga, Bonafede, Giuliani, Russo, Baldassarre, Ragosta, Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  395   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 6.32, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza Toninelli e sul quale il relatore di minoranza Quaranta si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Bossa, Di Lello, Donati, Agostini Roberta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  309   
   Astenuti   97   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 6.35. I pareri sono tutti contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Donati, Baldassarre, Gandolfi, Manfredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  398   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   45    
    Hanno votato no  353.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 6.37, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Quaranta e con il parere favorevole del relatore di minoranza Toninelli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Burtone, Dall'Osso, Turco, Micillo, Cesaro Luigi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  396   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 11

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 6.114, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola, Peluffo, Luigi Gallo, Currò, Baruffi, Melilli, Ferro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  405   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sisto 6.38. I pareri sono tutti contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Intervengo molto brevemente per segnalare la ragionevolezza di questo emendamento, che pone un temperamento ad una norma di un formalismo che è diventato incomprensibile. Noi confidiamo che in qualche maniera il relatore e il Governo possano, sia pur con una riflessione postuma, prendere atto che non c’è nessuna ragione per lasciare le cose come stanno e che questo emendamento consente, invece, un ragionevole temperamento del regime formalistico della delibera.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 6.38.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rondini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  412   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   51    
    Hanno votato no  361.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Quintarelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sisto 6.36. I pareri sono tutti contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Anche in questo caso si tratta di un tentativo di buonsenso e di mediazione, nella prospettiva di rendere il rapporto fra politica ed esercizio del diritto di politica più concreto, più vero e più fattibile. Il parere contrario di Governo e relatore convince che, da questo punto di vista, non ci sono spazi, ma se avessimo la forza di comprendere che queste norme hanno la necessità di essere rese un po’ più commestibili, soprattutto per i piccoli partiti, di questo fenomeno noi avremmo probabilmente una visione più rispondente al vero. Voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 6.36.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Crimi.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 12
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  411   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   54    
    Hanno votato no  357.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cecconi 6.115.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. È bene ricordare all'Aula che durante la discussione in Commissione, soprattutto agli inizi, quando questa materia presentava molteplici proposte di legge abbinate tra di loro, il relatore e anche altri esponenti del Partito Democratico hanno fatto tutta una filippica sul fatto che noi siamo in Europa, che dal prossimo gennaio in Europa entrerà in vigore la normativa per i partiti politici europei e quella, evidentemente, doveva essere la strada da seguire anche nella definizione di una legge che organizzasse i partiti politici anche al livello italiano. Infatti, era giusto pensare – è una cosa che noi francamente abbiamo anche condiviso – che, se in Europa si farà in un modo, è chiaro che gli Stati, pur nella loro totale libertà di determinarsi e di scegliere come organizzare la vita politica dei partiti nel proprio Paese, cerchino in qualche modo di tendere ad una normativa che, sicuramente, è più trasparente di quella che noi stiamo facendo attualmente, soprattutto in merito alle fondazioni. Questa normativa europea pone un limite al finanziamento annuale di 18 mila euro all'anno, sia per le persone fisiche, che per le persone giuridiche, mentre il tetto che è attualmente in vigore nel nostro Paese e che si continua a perorare anche con questa proposta di legge è di 100 mila euro l'anno. È bene anche ricordare che la media delle dichiarazioni dei redditi dei cittadini italiani supera di poco i 20 mila euro l'anno, con più della metà dei cittadini italiani che prende meno di 15 mila euro l'anno in dichiarazione dei redditi. È quindi evidente che il limite di 100 mila euro è completamente spropositato e che il limite invece di 18 mila euro è più rispondente alla realtà nazionale. Questo ovviamente comporta anche tutto un adeguamento delle soglie in merito alla trasparenza e alle dichiarazioni congiunte perché se il limite non è più 100 mila, ma è 18 mila, è chiaro che tu non puoi avere la dichiarazione congiunta obbligatoria sopra i 15 mila, ma tutto deve esser livellato più in basso. Infatti, la maggior parte dei finanziamenti che ricevono i partiti, anche a livello di campagna regionale o comunale, sono tutti inferiori a 5 mila euro e spesso anche da persone giuridiche. Questo vale per la maggior parte dei finanziamenti, eccetto quello che i parlamentari del Partito Democratico e di SEL fanno al loro partito che ammonta sicuramente a più dei 18 mila euro all'anno. Normalmente un'azienda, che può essere un laboratorio analisi, che può essere una fabbrica o una persona fisica, difficilmente donerà per una campagna elettorale a un partito o a un candidato più di 5 mila euro. Quindi, tutto rimane nell'ombra. Anche nella trasparenza messa all'interno di questa proposta di legge rimane tutto completamente sotto i 5 mila euro e, quindi, nascosto alla pubblicità e alla trasparenza che tanto si dichiara e si declama con questa proposta di legge che il Partito Democratico sbandiera ormai da qualche giorno. In Europa la soglia è 18 mila euro. Con questo emendamento si chiede semplicemente di adeguare la soglia massima di finanziamento annuale a 18 mila euro e non si fa niente di più e niente di meno che sposare un regolamento che entrerà in vigore e che attualmente già vige sui 18 mila euro in Europa e inserirlo anche nell'ordinamento italiano.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 13

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Velocissimamente. Il relatore, come sa bene il mio collega stimato Cecconi, non fa filippiche perché se da dopo l'approvazione di questa legge l'Italia avrà una legge sui partiti, sul loro funzionamento e sul loro finanziamento che ricalca il modello europeo è grazie al lavoro che abbiamo fatto insieme. Due precisazioni. Giustamente Cecconi richiama i range europei che noi riprendiamo in termini di criteri 0-1.000, 1.000-3.000, 3.000-18.000. Da noi quei range sono più larghi. Due motivi, Cecconi: i partiti politici europei hanno il finanziamento pubblico e integrano quelle somme con un finanziamento della Comunità europea alle forze politiche europee. Seconda precisazione: ai partiti politici europei non si iscrivono i cittadini, ma aderiscono i partiti politici nazionali. Nessuno di noi è iscritto ad un partito politico europeo, ma siamo tutti iscritti ai nostri movimenti o partiti. Il che vuol dire che i partiti politici nazionali hanno oneri di attività, banchetti, iniziative, relazioni, per chi li fa e per chi ci crede, che ovviamente necessitano, senza finanziamento pubblico, di altri importi. E, allora, non diciamo che in Italia usiamo le logiche da vacche grasse; semplicemente, stiamo costruendo un sistema dove in assenza di finanziamento pubblico rendiamo trasparente ciò che viene dal privato con dei tetti chiari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente. Io penso che c’è un limite a tutto. Il Governo forse non fa filippiche come dice il collega Richetti, però dice tante cavolate probabilmente. Perché ? Perché se in Europa il tetto massimo delle donazioni è di 18 mila euro – ed è questa la proposta che sta portando avanti il MoVimento 5 Stelle –, la scusa del fatto che in Europa esistono i finanziamenti pubblici mentre in Italia no – a parte che neanche questo è vero – e quindi c’è la necessità di avere un tetto più alto a 100 mila euro, non trova fondamento perché in realtà voi dovreste cercare di avere delle donazioni da più persone e non da poche persone che poi fanno le vostre leggi. È questo il punto.
  Se voi mantenete questo sistema di donazioni con tetti alti, è chiaro che non avete intenzione di allargare la platea dei cittadini che vi danno i soldi. Infatti, se continuate così, ovviamente non potete che sperare in poche persone che vi controllino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, io intervengo per ricordare al collega Richetti, al Partito Democratico in generale e a tutti coloro che in questi anni dal 1993 ad oggi con i vecchi partiti hanno incassato fino a 2 miliardi di euro di finanziamenti pubblici, che il finanziamento pubblico esiste eccome. Prima era indiretto e avete fatto la solita truffa semantica di trasformarlo attraverso una legge e di far passare o di cercare di far passare attraverso una legge, nell'opinione pubblica, il messaggio che il finanziamento pubblico fosse abolito. No, è abolito il diretto e c’è l'indiretto. E mi pare che attraverso il 2 per mille e mi pare che attraverso le donazioni liberali ci siano delle detrazioni fiscali per milioni e milioni di euro che non entrano nelle casse dello Stato, nel capitolo delle tasse dello Stato che lo Stato incassa e che vanno ai partiti di conseguenza. Il finanziamento pubblico esiste e prendere un tetto di 18 mila euro significa uniformarsi a un regolamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 6.115, con pareri tutti contrari ma favorevole del relatore di minoranza Toninelli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 14

  Bossa, Busto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  414   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Covello e Zan hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 6.118, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Bossa, Nicchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  415   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 6.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Bossa, Giancarlo Giordano, Pastorino, Corda, Sandra Savino, Amoddio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  417   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  303.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 6.119.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Questa proposta di legge stabilisce, in merito alla trasparenza del bilancio, che le erogazioni tra 5 mila e 15 mila euro possono essere pubblicate sul sito solo con il consenso del donante. Chiaramente, il bilanciamento tra la soglia minima e la soglia massima, come diceva prima anche il relatore, è stato impostato un po’ sul merito della trasparenza, cioè fino a che punto noi vogliamo rendere trasparenti i bilanci e anche bilanciando la privacy del donante. Ciò perché, sopra i 15 mila euro, si è detto che, comunque sia, il donante, anche se non esprime il consenso, deve diventare pubblico, ma tra i 5 mila e i 15 mila, invece, il donante può dire: non voglio dichiarare che ho donato soldi o che ho finanziato un partito o un candidato.
  Come ho avuto modo di dire anche prima, questo bilanciamento è piuttosto sproporzionato, soprattutto sulla soglia massima, perché i redditi dei cittadini italiani sono di gran lunga inferiori e sufficientemente bassi per dirci che non finanzieranno mai, con più di 5 mila euro, con più di 15 mila euro, un partito o un candidato, ma le donazioni saranno sicuramente molto inferiori. Abbassare la soglia massima e portarla da 15 mila a 8 mila è un piccolo passo, certamente, perché ci saranno sempre molte donazioni Pag. 15sotto gli 8 mila euro, però, perlomeno, costringere chi dona una cifra rilevante del proprio reddito, anche se questa fosse una persona giuridica, a renderla trasparente, io credo che sia un atto di trasparenza che il Partito Democratico potrebbe accettare, perché la soglia di 15 mila euro è alta; la soglia di 8 mila euro, se pur noi riteniamo sia ancora sufficientemente alta, è una mano che porgiamo al relatore e alla maggioranza per dire: limiamo un pochino queste soglie, perché sono eccessivamente impeditive rispetto alla trasparenza che voi tanto volete inserire con questa proposta di legge. È soltanto un piccolo passo che sicuramente renderebbe più trasparenti i bilanci dei partiti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Con questa proposta stiamo cercando di dire che va abbassato il tetto da 15 mila euro a 8 mila euro, cioè sopra 8 mila euro diventa obbligatorio il consenso del donante, sotto no. Al momento, invece, la soglia in questo testo è di 15 mila euro. Come ha detto poc'anzi il mio collega Cecconi, il reddito medio degli italiani giustifica e spiega molto bene il perché di questo tetto da abbassare a 8 mila euro. La vostra volontà di tenerlo così alto, a 15 mila euro, probabilmente è dovuta alla volontà di ottenere grandi finanziamenti da poche persone, anziché piccole donazioni. Quindi quello che stiamo cercando di fare è riportare un pochettino il finanziamento dei partiti da parte dei cittadini verso un criterio di maggiore trasparenza, di equità e di aderenza alla realtà, con quelli che sono i redditi medi degli italiani. Se poi, invece, i partiti hanno la volontà di ottenere finanziamenti solamente di grandi cifre da poche persone, ebbene, quello che è capitato fino ad ora ed il risultato di leggi fatte per pochi e non per tutti i cittadini sono sotto gli occhi di tutti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Ricollegandomi a quanto detto dai colleghi, il mio intervento è semplicemente per ricordare e sperare che in quest'Aula non venga più affermato che non esiste un finanziamento pubblico ai partiti. Solo per il 2 per mille – non parlo delle erogazioni liberali, delle donazioni – solo per il 2 per mille relativo alle dichiarazioni dei redditi dal 2014, i partiti, ad esclusione esclusivamente del MoVimento 5 Stelle, hanno ricevuto 9,6 milioni di euro, di cui 5,5 milioni al Partito Democratico, con tanto di tweet esultante da parte di Renzi che ringraziava quelle circa 500 mila persone che hanno fatto donazioni. Quindi – ribadiamo – il finanziamento pubblico ai partiti esiste, noi lo vorremmo abolire, sia diretto che indiretto, speriamo non si ascolti più in quest'Aula persone dire che è stato abolito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Vi chiedo di stare sul tema dell'emendamento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. A me non piace l'ipocrisia urlata in quest'Aula da chi dice che il finanziamento pubblico ai partiti riguarda gli altri. Vorrei sommessamente ricordare che nel 2014 e nel 2015, e lo stesso succederà anche quest'anno, il MoVimento 5 Stelle ha percepito 13,4 milioni di euro come finanziamento per i gruppi parlamentari della Camera e del Senato (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico). Questi 13,4 milioni di euro di soldi pubblici sono stati utilizzati per il personale, per gli staff della comunicazione, per le consulenze. L’Espresso, peraltro, ha fatto un servizio molto istruttivo in cui si parla di centinaia di migliaia di euro utilizzati dal MoVimento 5 Stelle per pagare gli affitti ai dipendenti degli staff della comunicazione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico), che praticamente sarebbe Pag. 16la cinghia di trasmissione tra i gruppi parlamentari e l'azienda famosa di Milano. In quel servizio addirittura si diceva che il capo della comunicazione viveva in un immobile – adesso non più – dentro piazza Navona, all'interno di uno splendido palazzo nobiliare. Quindi voi, negli ultimi due anni, avete preso 13,4 milioni di euro di finanziamenti pubblici e lo stesso prenderete quest'anno, o un po’ di meno perché ci sono stati i passaggi di trentacinque parlamentari ad altri gruppi, ma si tratta sempre di molti milioni di euro di fondi pubblici (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Come avevo detto a Toninelli, che aveva fatto un intervento esclusivamente su questo argomento, a cui ha ribattuto Melilla, restiamo sull'argomento, quindi non concederò ulteriori interventi che non vertano sull'emendamento di cui stiamo parlando. Toninelli e Melilla hanno già ampiamente dibattuto su questo tema (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  FABIANA DADONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Presidente, a questo punto si doveva interrompere il collega ! Una cosa sono 42 milioni di finanziamento pubblico...

  PRESIDENTE. Non ho interrotto neanche Toninelli, collega Dadone.

  FABIANA DADONE. ...che non abbiamo percepito, un'altra, invece, sono i soldi con i quali paghiamo il personale, perché il personale che lavora per i gruppi parlamentari va pagato (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore... per favore, colleghi !

  FABIANA DADONE. Il finanziamento pubblico è stato abolito con referendum popolare (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. Non dovete urlare, colleghi ! Non è assolutamente accettabile questo comportamento, per favore !

  FABIANA DADONE. Avranno la coda di paglia, Presidente, evidentemente ! E un'altra cosa sono i rimborsi per le spese, che devono essere rendicontati: quelli sono soldi che, invece, vi state «magnando» e sono soldi dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Tripiedi. Ne ha facoltà.
  Tripiedi siamo sull'emendamento Nuti 6.119.

  DAVIDE TRIPIEDI. Assolutamente, Presidente ! Io cercherò di parlare nel merito. Allora, finanziate i vostri partiti, vi prendete i rimborsi elettorali, io ho speso 100 euro per la campagna elettorale e sono la prova vivente che non servono i soldi per fare politica. Avete mangiato il Paese ! Vi dovete vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fiano. Ne ha facoltà. Prego, collega Fiano...

  EMANUELE FIANO. Sì, io inizierei volentieri, ma (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Colleghi, facciamo intervenire il collega Fiano, per favore, colleghi... collega Malpezzi e collega Sibilia, per favore... per favore ! Prego, Fiano, iniziamo.

Pag. 17

  EMANUELE FIANO. Presidente, io vorrei rimanere sul tema...

  PRESIDENTE. Grazie !

  EMANUELE FIANO. ...devo dire, però, a lei, Presidente, che mi è complicato capire come mai l'abbassamento da 15 mila euro a 8 mila euro, previsto dall'emendamento 6.119, c'entri qualcosa con le parole che ha appena detto il collega, perché non c'entra assolutamente niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Continuando, quindi, la linea di condotta del collega del MoVimento 5 Stelle che ha appena parlato, i soldi – vorrei dire, per il suo tramite, alla collega Dadone – sono soldi. Se il Movimento 5 Stelle, come è vero – e glielo sto dicendo, Presidente, nell'esercizio delle mie funzioni di parlamentare della Repubblica – percepisce 13 milioni e mezzo di euro in circa due anni di attività e con questo paga – crediamo – i dipendenti del gruppo o i consulenti del gruppo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Per favore !

  EMANUELE FIANO. ...o magari, signor Presidente, così risulterebbe – ma questa domanda la faccio a lei o, per il suo tramite, qualcuno può rispondere –, con quelle prerogative dei gruppi parlamentari permette l'utilizzo di sale ad una candidata sindaco a Roma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa, ovviamente, è una domanda alla quale io attendo risposta ed è nell'esercizio del mio mandato che svolgo questa domanda. Non vedo – sempre per il suo tramite mi rivolgo alla collega Dadone – quale sia la differenza tra percepire del denaro pubblico – diversi milioni di euro – per pagare collaborazioni al proprio gruppo parlamentare o pagare, con la scelta volontaria di cittadini italiani che una parte della propria erogazione fiscale allo Stato, invece, decidono di travasarla nei partiti, i quali pagano dipendenti o collaboratori della loro attività politica.
  Perché l'attività politica dei partiti, che con quei soldi decidono di fare comunicazione sulle proprie iniziative politiche, sulle iniziative di leggi, sono sempre soldi che determinano aiuto all'attività politica, signori del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! E 100 euro dati in queste Aule per la vostra attività politica sono come i 100 euro dati fuori da quest'Aula ad altri partiti, in ossequio alla legge vigente, per determinare la collaborazione o l'aiuto all'attività politica dei partiti. O siete puri e vivete di pane ed acqua oppure non potete accusare noi di prendere gli stessi soldi che voi, in queste Aule, prendete per l'esercizio del vostro lavoro politico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! O siete puri e vivete di pane ed acqua oppure mi rispondete che non è vero – e accolgo la risposta – che sono stati utilizzati locali parlamentari per l'attività elettorale di una candidata sindaco a Roma. O mi rispondete che non è vero oppure è vero e, allora, siete uguali a tutti gli altri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Presidente, per il suo tramite, vorrei rispondere al collega Fiano, dicendo che non sono stati usati i locali parlamentari per la campagna elettorale del nostro candidato sindaco. Il candidato sindaco viene ad incontrare dei parlamentari, parlando anche della gestione commissariale della città di Roma (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. No, colleghi ! Colleghi ! Aspetti, collega Lombardi ! Collega Lombardi aspetti !

  ROBERTA LOMBARDI. ...e improntata a leale collaborazione con le istituzioni, qualunque esse siano, invece sta tenendo sotto scacco tutti i cittadini romani. E vorrei sapere, sempre per il suo tramite, il Pag. 18caro candidato Giachetti, che è Vicepresidente della Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), che sta ricevendo qui dentro persone e utilizzando mezzi, apparati e soldi della Camera dei deputati, con che sta facendo la campagna elettorale ? Forse con pane ed acqua ? Eh, Fiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Io pregherei l'Ufficio di Presidenza di riunire la Conferenza dei presidenti di gruppo e, per la dignità di quest'Aula, di interrompere i lavori del Parlamento fino alla fine del ballottaggio a Roma (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Conservatori e Riformisti), perché qui non siamo né alla televisione né in piazza e vedere questa ricerca di scalpi e di onestà obbligatoria dell'uno e dell'altro, oltre a suonare un po’ ridicolo – perché è ridicolo –, è veramente disdicevole per il prestigio di quest'Aula, già per altri versi gravemente compromesso (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Conservatori e Riformisti).

  ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, non posso rinunciare questa volta. Per il suo tramite, mi permetto di dire, in qualità di presidente del comitato di Giachetti a Roma, che non è vero assolutamente e chi attacca è solo per difendere se stesso. Mentre la candidata del MoVimento 5 Stelle ha usato impropriamente i locali della Camera, il Vicepresidente Giachetti ha svolto il suo mandato rimanendo su quella sedia tutti i giorni previsti dal calendario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), per cui non si usi impropriamente la battaglia politica-amministrativa per creare dei dissapori che non esistono. Il MoVimento 5 Stelle è sopra...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  ILEANA ARGENTIN. Lo so. È sopra di undici punti: facesse silenzio e si vergognasse per quello che dice sui partiti.

  ALFREDO D'ATTORRE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, vorrei invitarla ad esercitare il suo ruolo e a fare in modo che gli interventi siano relativi al merito degli emendamenti, anche perché, per la dignità di quest'Aula, ci sia risparmiato un teatrino in cui il PD e il MoVimento 5 Stelle fanno campagna elettorale in vista del ballottaggio, essendo fondamentalmente d'accordo su questa...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

  ALFREDO D'ATTORRE. Ci consenta di evitare questo teatrino e di rispettare la dignità del Parlamento !

  PRESIDENTE. Collega D'Attorre, io sono d'accordo con lei sul rimanere sul merito. Mi è sembrato che anche dalla sua forza politica sia venuto un intervento che deviasse dalla scia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco...Scusate, revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Spero di non andare fuori tema parlando dell'emendamento 6.119. È mio parere che questo emendamento abbia il difetto di adoperare l’argomentum ad hominem, che è un argomento della retorica fallace, come si sa. Non si capisce cosa sia il costante riferimento, che viene fatto dai Pag. 19proponenti, al reddito medio del cittadino italiano. Questa è pura demagogia. Quindi, io voterò in modo contrario all'emendamento 6.119 a firma degli onorevoli Nuti, Dadone, Cecconi, Toninelli, Dieni, D'Ambrosio e Cozzolino.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 6.119, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Quaranta e con il parere favorevole del relatore di minoranza Toninelli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Vignaroli, Piso. Collega Piso non tolga la tessera, adesso arriva il tecnico. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  408   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Romanini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gregorio Fontana 6.45.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte... Luigi Gallo... Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  420   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato   51    
    Hanno votato no  369.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 6.42, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  416   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  298).    

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 11,10)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Sisto 6.54. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, poche parole perché ho la netta impressione che, non prevedendo la facoltà dell'esistenza di un sito Internet da parte di partiti, movimenti e gruppi politici organizzati, si corre il rischio d'introdurre un'obbligatorietà che non ha veramente nessuna ragione di essere. Se è vero che la rete e comunque l'uso di strumenti della rete è ormai per certe situazioni indispensabile, renderla invece obbligatoria in tema di partiti e associazioni a me sembra leggermente, come posso dire, prematuro. Quindi, un'opportunità che ciascuno potrà valutare se essere o meno Pag. 20capace di offrire quella chance. Invece laddove, come in questo caso, nella sezione del sito Internet di ciascun partito e movimento sia inserita a me sembra che delimitare – diciamo così – come facoltà ciò che invece oggi è un obbligo non sia affatto irragionevole. Voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 6.54, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  De Lorenzis, Vignali, Dieni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  421   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  38    
    Hanno votato
no  383).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 6.48, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Monchiero e poi chiudiamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  400   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  292).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baldassarre 6.120.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cristian Iannuzzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Grazie, Presidente. Semplicemente con questo emendamento si vuole inserire al comma 10, dove si dispone che nella sezione del sito Internet di ciascun partito o movimento politico organizzato nella sezione denominata «trasparenza» siano pubblicate le erogazioni finanziarie, i finanziamenti, i contributi e i servizi di importo pari o superiore a 5.000 euro dalle stesse percepite nel corso di ciascun anno, siano inseriti, dicevo, oltre a questo anche gli eventuali proventi derivati da servizi di promozione pubblicitaria sul sito stesso a scopo di autofinanziamento.
  Io non capisco sinceramente perché il relatore del Partito Democratico abbia dato parere negativo, ma posso pure immaginarlo. Però, il partito che qui dentro si fa portavoce, esponente e promotore della trasparenza non riesco a capire come mai abbia deciso di astenersi. Quindi, se posso averla, una risposta su questo punto sarebbe gradita.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baldassarre 6.120, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula ed il relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà esprime parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Sandra Savino non riesce.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  351   Pag. 21
   Astenuti   81   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
  55    
    Hanno votato
no  296).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Quaranta 6.58 e Dadone 6.62, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Tancredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  427   
   Votanti  413   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  295).    

  (Il deputato Catanoso ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 6.63, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Altri che non riescono a votare ? Basso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  412   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  294).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 6.123, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Fabbri, Borghi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  422   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 270    
    Hanno votato
no  152).    

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Presidente, intervengo in qualità di relatore di minoranza per cambiare il parere: dal «mi rimetto all'Aula» trasformo il parere in favorevole, sull'emendamento Quaranta 6.61.

  PRESIDENTE. Sta bene. La Presidenza ne prende atto.
  Dunque, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 6.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Librandi, Malisani.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 22
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  439   
   Votanti  427   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  311).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 6.124, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle ed il relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà esprimono parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Baruffi, Basso, Gribaudo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  347   
   Astenuti   94   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
 291    
    Hanno votato
no   56).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 6.80, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Burtone, Simone Valente, Luigi Gallo, Casellato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  430   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  309).

  (Il deputato Senaldi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gregorio Fontana 6.182, con i pareri contrari della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle ed il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Palese..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  427   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
  80    
    Hanno votato
no  347).    

  (Il deputato Palese ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  ROCCO PALESE. Lei ha chiuso la votazione senza farmi votare !

  PRESIDENTE. Mi dispiace, onorevole Palese, pensavo avesse votato.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 6.128, con il parere favorevole della Commissione e del Governo mentre si rimettono all'Assemblea i relatori di minoranza del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Pag. 23

  Tripiedi, Molteni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  330   
   Astenuti  119   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
 288    
    Hanno votato
no   42).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 6.76, con il parere contrario della Commissione e del Governo, favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e contrario del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Toninelli ha votato...Giuliani, Malisani, Stella Bianchi, Moscatt, Lauricella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  448   
   Votanti  432   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  332).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cecconi 6.75.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente, con questo emendamento diciamo che ci riproviamo, perché, in Commissione, il relatore ha riformulato questo emendamento e oggi troviamo nel testo presentato all'Aula una definizione di fondazioni politiche molto addolcita rispetto a quella che noi avevamo previsto nell'emendamento. Anche il relatore, nella giornata di ieri, mi pare, aveva avuto modo di ribattere ad un mio intervento, dicendo: Cecconi, ma l'emendamento a sua prima firma, depositato in Commissione, è stato approvato. Il mio emendamento, a mia prima firma, non è stato approvato; è stato approvato con una riformulazione che – meglio che niente, meglio piuttosto – abbiamo accettato, ma, evidentemente, è una definizione che non ci convince.
  Con questo emendamento noi andiamo a riproporre la dicitura che noi avevamo proposto per una questione molto semplice, perché già la dicitura di fondazioni politiche nella cosiddetta legge di finta abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è molto labile e ampia e, di certo, in questi anni, i cittadini e tutti noi abbiamo potuto verificare che è una dicitura che poco soddisfa, perché, alla fine, con le fondazioni si è continuato a fare come e anche peggio di prima e l'addolcimento fatto dal relatore lascia comunque troppo ampie le maglie in merito alla gestione delle fondazioni da parte dei partiti politici, dei membri del Governo e di tutte quelle persone che sono anche indirettamente collegate al partito, ma che evidentemente, francamente, è come se ne facciano parte perché alla fine svolgono attività di promozione anche legislativa per il Governo e per il partito, eventi per il Governo, per il partito. Quindi come si faccia a dire che quelle fondazioni non sono fondazioni politiche direttamente collegate, francamente è una cosa che non riusciamo a concepire.
  Evidentemente è chiaro, da come stanno andando avanti i lavori in questo articolo 6, che il Partito Democratico non ha assolutamente intenzione di andare a modificare un assetto che hanno stabilito in questa legge in cui le soglie devono rimanere quelle, la pubblicità deve essere quella che loro stabiliscono e non un po’ di più e neanche un po’ di meno – in tal senso, tanti emendamenti nostri e di altri colleghi sono stati depositati e ovviamente bocciati – e sulle fondazioni non si deve muovere foglia.
  Sul fatto che non si debba muovere foglia sulle fondazioni è molto ben comprensibile il perché: perché sono le casse oscure dei partiti, il Partito Democratico Pag. 24ne fa un largo uso, sono più volte richiamate da articoli di giornale, dalla stampa e da eventi che tutti i cittadini possono verificare e partecipare; e come questi soldi che vanno a fondazioni non siano soldi che indirettamente arrivano e vengono gestiti dal partito politico è francamente una falsità, una bugia che si continua a perpetrare nella speranza che tutto rimanga sotto silenzio.
  Il MoVimento 5 Stelle ritiene che sia arrivato il momento in questo Paese che questo finanziamento occulto – perché di questo praticamente si sta parlando – non possa più rimanere in silenzio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotondi. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO ROTONDI. Vorrei associarmi a quanto ha detto il collega poco fa. Premetto che, tra i miei incarichi politici, c’è stato quello di liquidare pro-quota i debiti della gloriosa Democrazia Cristiana e conservo come una reliquia, rivendicata da quotidiani che ne pretendono l'esclusiva, la memoria e l'archivio riservato, ereditato dai nostri padri, dove c’è annotata la contribuzione che ciascun socio faceva. Per cui, voi giovani parlamentari che avete sentito parlare delle nequizie della Democrazia Cristiana, se ne avete la curiosità, vi posso invitare in quell'archivio e vedrete il comitato provinciale della DC di Milano nel 1960 da chi ha avuto poche o molte lire e magari potete indovinare anche il perché, ma c’è tutto scritto e tutto allegato.
  Io sono convinto che questo Parlamento – spinto dall'imbroglio dell'anticasta, contro cui io sono così ostinato da scrivere un libro (e mi faccio pubblicità) che esce tra poco, intitolato «Meglio la Casta» –, il Parlamento più imbelle della storia del Parlamento, si è inginocchiato ai poteri forti, che da dieci anni sbertucciano il Parlamento per separare il popolo dai suoi rappresentanti e per rendere ininfluente il popolo. In questa rincorsa all'anticasta, in cui la politica ha fatto peggio dell'antipolitica, siamo giunti ad abolire il finanziamento pubblico dei partiti che è il presidio della libertà dei cittadini.
  Detto questo, avendo tagliato i «cosiddetti», alla politica democratica, libera del popolo – e qui vada un riconoscimento, oltre a un in bocca al lupo di buona salute, a Silvio Berlusconi, accusato per decenni di fare politica con i soldi suoi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) e invece è stato sempre favorevole al ripristino di un finanziamento pubblico che desse le stesse opportunità anche a chi non ha alle spalle un mecenate e un magnate innamorato della politica – premesso dunque che io sono favorevole al finanziamento pubblico dei partiti e ritengo sia stato un errore abolirlo, mi sconcerta che con una mano si abolisca il finanziamento pubblico e con l'altro si tenga in piedi una disciplina delle fondazioni. Io sono presidente di una piccola fondazione, ma ritengo che le fondazioni abbiamo un dovere di trasparenza ancor maggiore, perché il confine tra fondazione e utilizzo politico del denaro che viene preso dalle fondazioni è un confine estremamente labile.
  Questa Terza Repubblica economicamente rischia di essere la Repubblica delle fondazioni. La Prima Repubblica è stata la Repubblica delle donazioni individuali, spesso con un velo, squarciato da Tangentopoli, di nequizie e di impresentabilità. La Seconda Repubblica è stata quella del finanziamento pubblico dei partiti, annullato da degenerazioni autentiche, vere, ma gonfiate da chi aveva un interesse ad annullare e a spegnere la politica. La Terza Repubblica rischia di essere la Repubblica delle fondazioni.
  Io osservo che per ogni protagonista politico c’è una sigla di fondazione. Anche io, come dicevo, presiedo una fondazione che raccoglie dei contributi (mille euro, 2 mila euro), tutti pubblici. Quando vedo colleghi, che sono presenti nella vita delle istituzioni, che in una cena raccolgono un milione e 600 mila euro, quando vedo fondazioni che incassano decine di migliaia Pag. 25di euro e avviene che alcuni finanziatori sono in contatto, per ragioni istituzionali, con il presidente della fondazione, che ha svolto anche un ruolo di rilevanza pubblica, credo che le perplessità del collega 5 Stelle non siano propaganda, ma siano un inquietante interrogativo con cui tutti dobbiamo fare i conti.
  Nella Prima Repubblica si diceva che i laboratori ideologici sono i Ministeri perché chiunque diventava Ministro fondava una corrente. Oggi sono più preoccupato perché chiunque diventa Ministro fonda una fondazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Non entro nel dibattito che è stato svolto, ma semplicemente mi attengo al testo, per dichiarare la mia insoddisfazione sia sul testo della proposta di legge sia sull'emendamento, che non emenda niente.
  Il comma 15 dice: «Ciascun partito, movimento e gruppo politico organizzato può essere collegato formalmente a fondazioni o associazioni (...). I rapporti tra il partito, movimento e gruppo politico organizzato e le fondazioni o associazioni ad esso formalmente collegate devono conformarsi ai principi di trasparenza, autonomia finanziaria e separazione contabile». Si capisce cosa vuol dire. Ma ciò che si capisce pure è che non dice come ciò deve avvenire. Quindi, questo pezzo dell'articolato potrebbe stare tra le finalità, ma non certo nella parte esecutiva delle finalità stesse.
  Se poi andiamo a vedere questo emendamento di Cecconi – credo che sia il 6.75, spero di non sbagliare – dice esattamente la stessa cosa con un'abbondanza di parole, che non nascondono la vacuità che ho rilevato prima. L'emendamento dice: «Nei rapporti tra il partito o movimento politico (...) devono essere garantite la separazione» – ed era appunto scritto – «e la reciproca indipendenza» – e lo si capiva già – «tra le strutture direttive e di gestione corrente e la contabilità finanziaria del partito o movimento politico e le strutture direttive e di gestione corrente» – scusate se prendo fiato – «e la contabilità finanziaria della fondazione o associazione ad esso formalmente collegata». È stato tradotto in un linguaggio peggiorato quello che è scritto bene nel testo, ma sia nel testo che nell'emendamento non si stabilisce, non si chiarisce come ciò dovrebbe avvenire. Era questa la funzione della legge, altrimenti stiamo nell'ambito delle finalità, dei principi e delle astrattezze, come noi siamo abituati a fare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, intervengo semplicemente per chiarire che il MoVimento 5 Stelle non è contro le fondazioni, ma è contro la regolamentazione totalmente inesistente sulle fondazioni, che non sono obbligate a depositare bilancio, che non hanno obblighi di trasparenza, che non devono indicare chi sono i loro finanziatori. Non ci sono tetti massimi per l'erogazione che possono arrivare alle fondazioni.
  In quest'Aula io chiedo: quanti di voi – ovviamente escludo MoVimento 5 Stelle – fanno parte di una fondazione politica ? O hanno fatto parte, negli ultimi dieci anni, di una fondazione politica ? O hanno un collega di partito che fa parte di una fondazione politica ? E che trasparenza c’è ? Quanto sapete voi di quella fondazione, se non vi fate parte ? Quanti soldi sono arrivati ? Le decisioni di chi vanno ad incidere su queste fondazioni ?

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 11,35)

  DANILO TONINELLI. A me piacerebbe che qualcuno di voi rispondesse a questa domanda e giustificasse il parere favorevole a mantenere un'assenza totale di regolamentazione su quello che è il cuore Pag. 26della democrazia, cioè su come i partiti fanno politica e perché la fanno in quella maniera. È questo: stiamo parlando del cuore della democrazia, ossia dei soldi che arrivano ai partiti indirettamente, attraverso le fondazioni, che ne indirizzano le scelte politiche. Volete o non volete rendere trasparenti e con dei tetti massimi, bassi, queste donazioni ? Attendiamo una risposta, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Con questa proposta del 5 Stelle noi chiediamo che ogni partito può essere collegato ad una sola fondazione, che deve essere garantita la separazione tra di essi e la reciproca indipendenza tra le strutture direttive e di gestione corrente e la contabilità finanziaria del partito o movimento politico e le strutture direttive e di gestione corrente e la contabilità finanziaria della fondazione o associazione ad esso formalmente collegata. Questi sono i principi indicati, che traggono origine dal regolamento europeo su partiti e fondazioni, che entrerà in vigore nel 2017.
  Poc'anzi è stato detto che la base della democrazia è il finanziamento pubblico ai partiti. Questo è un grande errore, perché è la base della democrazia – se proprio si vuol ragionare in tal senso – è la credibilità dei partiti. Il problema è che, al di là del finanziamento pubblico o privato, voi non siete più credibili perché avete raccontato una marea di balle in questi anni, avete raccontato di tutto e avete fatto l'opposto in questi anni, che ovviamente non potete permettervi né di chiedere ancora il finanziamento pubblico ai partiti né di ottenere tante donazioni da parte dei cittadini. Infatti, siete costretti ad ottenere poche donazioni...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  RICCARDO NUTI. ... di importo elevato da poche persone, che poi, come abbiamo detto, scrivono le vostre leggi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 6.75, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Oliverio, D'Ambrosio, Di Stefano, Petrenga.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  393   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Piccione e Falcone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 6.129, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, io, attraverso lei, mi appello al Partito Democratico. Questo è il primo di una serie di emendamenti che riguardano nel complesso generale la materia delle fondazioni. Oggi, la parola «fondazioni» è presente, in maniera «farlocca» – non saprei con che altro aggettivo definirla –, all'interno di questa proposta di legge ed è presente, comunque, grazie alla riformulazione di un emendamento del MoVimento 5 Stelle, che separa gli organi direttivi e l'autonomia finanziaria e contabile delle fondazioni e dei partiti di riferimento delle fondazioni. È veramente poca cosa, perché è stato abbattuto del 90 per cento e più l'emendamento originario. Pag. 27L'abbiamo accettato ugualmente in Commissione per il fatto che volevamo, quanto meno, potere iniziare a legge la parola «fondazione» all'interno di questa proposta di legge.
  Ma, Presidente, in questo emendamento noi diciamo che le fondazioni, che fanno riferimento e che sono collegate ai partiti o movimenti – quindi, in maniera anche generica; non vogliamo, come faremo successivamente, entrare nello specifico –, devono sottostare agli obblighi di trasparenza previsti da questa legge per i partiti. È l'emendamento più blando che c’è e che abbiamo presentato. Ripeto, le fondazioni collegate ai partiti e ai movimenti devono sottostare alle stesse regole che questa legge prevede per i partiti. Perché non farlo ? Non stiamo andando ad indicare nello specifico. Io mi posso quasi permettere di dire che, con la vostra bravura nell'aggiramento delle leggi, riuscireste quasi ad aggirarla, ma magari non come adesso, con l'indicazione di fondazioni inserita nel decreto n. 149 del 2013 dove l'avete totalmente aggirata. Vogliamo inserire questa norma, che è una norma, sì di principio, ma anche più facilmente attuabile ? Le fondazioni collegate alla politica volete o no che rispettino la trasparenza ? Perché nelle scorse settimane il MoVimento 5 Stelle ha subito attacchi mediatici vili sulla trasparenza e sul metodo democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e alla prova dei fatti chi è trasparente e democratico, il MoVimento 5 Stelle, che fa una proposta di trasparenza e metodo democratico alle fondazioni, vere casseforti dei partiti, o il Partito Democratico, che va sulle prime pagine dei giornali e afferma che non vogliamo il metodo democratico e la trasparenza, ma poi vota contro ? Vediamo quest'Aula cosa risponderà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Richetti. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI. Grazie Presidente. Ho sentito un sussulto preoccupante. L'onorevole Toninelli è un esperto di tecniche di aggiramento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma io non sono interessato a costruire una legge chiedendomi già come può essere aggirata. Una fondazione è in corso di costruzione e lo dico con ammirazione perché è una fondazione che consente di recepire proposte dei cittadini e questo impegna molte ore del lavoro dei colleghi ed è un lavoro meritorio. In pochi giorni ha consentito di raccogliere centinaia di migliaia di euro...

  PRESIDENTE. Si rivolga a me, per favore.

  MATTEO RICHETTI. Certo, Presidente, anzi le chiedo scusa. Mi sfugge quale sarà il collegamento tra la fondazione che si sta costruendo e il partito, come mi sfugge come noi possiamo pensare di legare le logiche di fondazioni che erogano finanziamenti o risorse ai partiti quando sappiamo benissimo che se c’è un problema – e secondo me c’è – sono le fondazioni che si sostituiscono ai partiti. E noi troviamo dei soggetti che agiscono nella scena politica a tutti gli effetti, ma dai quali non esce mai una risorsa, un servizio verso i partiti. Io do parere contrario alle cose che non servono, non solo alle cose sbagliate, perché continuiamo a costruire una legislazione priva di riferimenti giuridici e che non coglie il problema. Poi si parlerà nei prossimi emendamenti di finanziamenti a correnti. Io le chiedo, Presidente: nell'ordinamento giuridico del nostro Paese che conosce partiti, fondazioni, associazioni, società, Srl, cooperative, le correnti che regime fiscale applicano, che ordinamento giuridico applicano ? Però vogliamo mettere in legge un emendamento che dice no ai soldi alle correnti. Io alle leggi, a questo lavoro, a questa istituzione sono affezionato e cerco di non offenderla, né nel linguaggio, né nelle logiche e nemmeno con le inutilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

Pag. 28

  ANDREA CECCONI. Grazie Presidente. Ma francamente è poco comprensibile l'ultima dichiarazione del relatore e come gli possa sfuggire che la nostra associazione, che diventerà fondazione, non è collegata direttamente al MoVimento 5 Stelle. Eroga dei servizi per il MoVimento 5 Stelle, è stata creata per supportare degli strumenti a favore del MoVimento 5 Stelle e dei propri iscritti e quindi è direttamente collegata, è chiaramente direttamente collegata. E come possa sfuggire a lui che la Fondazione Open non sia direttamente collegata al Partito Democratico è francamente una cosa che soltanto in quest'Aula si poteva sentire da Richetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché è una menzogna. È direttamente collegata.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ANDREA CECCONI. E noi con questo emendamento non stiamo dicendo di inserire una cosa che non serve, ma una cosa che serve perché le fondazioni hanno dei bilanci che sono oscuri...

  PRESIDENTE. Grazie.

  ANDREA CECCONI...mentre una Srl o una società per azioni hanno un bilancio trasparente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colleghi, state nei tempi, per favore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie Presidente. La cosa molto semplice sarebbe se il Partito Democratico e le fondazioni del Partito Democratico iniziassero a fare una cosa che prima del 1997 si faceva, ossia quella di pubblicare in maniera trasparente i bilanci e indicare i finanziatori e come si finanziano i partiti.
  La questione molto semplice è che noi, a prescindere dalla legge, con associazioni, fondazioni, comitati promotori, lo facciamo sistematicamente, elencando proprio ogni singolo finanziamento. Perché il Partito Democratico non lo vuol fare è molto semplice: perché proprio Bassanini, un molto conosciuto, loro ex Ministro della pubblica amministrazione con il Governo Prodi prima e con il Governo D'Alema poi, ha deciso di rendere completamente opaco il sistema delle fondazioni togliendo qualsiasi vincolo di controllo anche del Ministero dell'economia e delle finanze. Lo stesso Bassanini è presidente della fondazione Astrid; il presidente Prodi è altrettanto presidente di fondazioni e il presidente D'Alema, anche lui, è presidente di altrettante fondazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Nei tempi, grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie Presidente. Negli spiccioli di secondi che ho a disposizione io volevo segnalare che è un po’ arduo dire che la Fondazione Rousseau, che ha appena creato il MoVimento 5 Stelle, non sia collegata direttamente al MoVimento, in quanto il socio principale, candidato sindaco per il MoVimento 5 Stelle, Massimo Bugani, appunto socio e da sempre mente occulta del movimento bolognese, non a caso è stato posto in quella posizione dal MoVimento. E il collegamento mi sembrava abbastanza diretto, essendo lui amico storico di Casaleggio e Grillo, posto in una posizione apicale di questa fondazione. Dire che non c’è collegamento quando lui è addirittura un eletto del MoVimento 5 Stelle è un po’ arduo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente. In quest'Aula c’è palesemente un problema di audio, perché vedo che si comprende l'opposto di quello che è stato detto dal mio collega Cecconi, o probabilmente il mio collega Cecconi non è stato abbastanza chiaro, ma non penso proprio. Detto questo, a me interessa poco cosa Pag. 29sfugge al collega Richetti del PD, ma penso che sia opportuno comprendere quello che è l'emendamento e quindi basta leggerlo per analizzarlo e valutarlo correttamente, al di là di tutto quello che si può dire. Le fondazioni o associazioni informalmente collegate ai partiti, movimenti o gruppi politici organizzati o quelle che comunque contribuiscono, attraverso l'erogazione di finanziamenti o il conferimento di qualsiasi utilità, compresa la fornitura, anche temporanea di beni e servizi, alle attività di partiti, movimenti o gruppi politici organizzati o dei loro iscritti o candidati a cariche elettive, sono soggette agli obblighi di trasparenza di cui alla presente legge e alle disposizioni in materia di finanziamenti all'attività politica. Voi su questo state votando; tutto il resto conta poco. Quindi, collega Richetti, si esprima su questo e il Partito Democratico voti su questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Grazie Presidente. Con questo emendamento è chiarissimo quello che vogliamo fare. Purtroppo c’è solo un'unica norma che si occupa di fondazioni. Allora, vogliamo dare un senso al collegamento formale che c’è tra fondazioni e partiti politici e, quindi, vogliamo dare una garanzia di trasparenza che al momento manca; una garanzia di trasparenza che è doverosa, perché dietro le fondazioni spesso si celano interessi di alcuni che vogliono occultare bilanci e vogliono fare quello che ritengono più opportuno a danno dei cittadini. Per questo chiediamo la trasparenza e non un dovere generico di trasparenza e autonomia finanziaria. Quindi, per questo votate favorevole, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Grazie, Presidente. Io volevo ricordare a quest'Aula che quando abbiamo discusso la riforma del Terzo settore ci avete bocciato un emendamento che diceva in maniera esplicita che venivano escluse dagli enti del Terzo settore proprio le fondazioni politiche. Ci avete detto che era superfluo perché è scontato che le fondazioni politiche siano escluse dagli enti no profit. Adesso, quindi, in questo provvedimento, invece, che riguarda proprio i partiti e l'attività politica, avete dato parere contrario a un emendamento che riguarda le fondazioni politiche collegate direttamente alle attività dei partiti politici. Quindi, delle due l'una: se ce lo dicevate prima, a questo punto mettevamo anche le fondazioni politiche negli enti del Terzo settore, così in qualche modo potevamo garantire una maggiore trasparenza, dal momento che avete deciso di bocciare per giunta questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.129, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco... allora, ci siamo ? Chi altro ? Hanno votato tutti ? Colleghi, veloci se volete votare perché stiamo già in votazione... Mattiello... Giammanco.... vediamo se Giammanco riesce a votare... Fitzgerald.... sì, la vedo un po’ difficile... vogliamo farcela ? Bene, perfetto, hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  414   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  208   Pag. 30
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Falcone e Bossa hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 6.130, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Proviamo a fare il ragionamento contrario. Mentre con l'emendamento di prima noi chiedevamo che un'associazione o una Fondazione dovesse essere collegata e associata ad un partito per poter dare finanziamenti ed erogare beni e servizi sia al partito sia ai candidati, facciamo un ragionamento contrario: se tu sei una fondazione o un'associazione non formalmente collegata a un partito o a un movimento politico, allora non mi puoi dare i soldi, non puoi erogare beni e servizi per me, partito, né per candidati al Parlamento o al comune o alla regione; ossia, se tu sei una fondazione e mi vuoi finanziare, allora tu dici che sei una fondazione direttamente collegata al partito politico e a questo punto tutti requisiti di trasparenza, anche riguardanti la norma Letta, quella sulla falsa abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, non sono più aggirabili e sono direttamente applicabili, anche in merito alla trasparenza. Se il ragionamento, in un verso, non è piaciuto al PD e al relatore, forse il ragionamento contrario potrebbe essere più digeribile: tu fondazione vuoi finanziare me Partito Democratico, me sinistra unita e via dicendo ? Bene, allora sottostai alla trasparenza, altrimenti tu non mi puoi dare né beni, né servizi, né soldi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Presidente, dobbiamo sempre ricordare che non esiste solo questa legge, ma che la prima applicazione del principio di cautela verso le fondazioni che finanziano servizi o erogano liberalità nei confronti non solo dei partiti, ma del sistema della politica, è avvenuta con la conversione in legge del «decreto Letta» sull'abolizione del finanziamento diretto ai partiti, e fu un emendamento del Partito Democratico di origine parlamentare quindi. Dice quella legge che alle fondazioni e alle associazioni, sia quelle direttamente collegate ai partiti, cioè quelle la cui composizione di organi è determinata da delibere di partiti o movimenti politici, nonché quelle che eroghino somme a titolo di liberalità o che contribuiscano al finanziamento di iniziative o servizi a titolo gratuito in favore dei partiti, movimenti politici o articolazioni interne (quindi anche le correnti dei partiti politici) o anche di singoli parlamentari o consiglieri regionali, in una misura superiore al 10 per cento dei propri proventi, a queste fondazioni e a queste associazioni si applicano le stesse prescrizioni di trasparenza, di pubblicità e gli oneri di pubblicazione dei bilanci dei partiti politici.
  Quindi questa norma esiste già, è applicata nel nostro ordinamento dal febbraio del 2014, e devo dire che è assolutamente difficile aggirarla, laddove ci siano questi presupposti di fatto. È sbagliato anche da parte vostra, colleghi 5 Stelle, continuare a dire che non si applica: si applica eccome e si applicherà anche a voi !
  Leggo infatti da un'intervista a La Repubblica del signor Davide Casaleggio, che state preparando la trasformazione di un'associazione, che è già dentro questa disposizione, in fondazione. E che cosa farà questa fondazione ? La Fondazione – si tratta della Fondazione Rousseau, di cui tutti abbiamo appreso nei giorni scorsi i contenuti programmatici – consulterà periodicamente Pag. 31la base degli attivisti, decidendo la linea politica e alcune proposte legislative. Chi possiede il controllo di questi strumenti della Rete – sempre Davide, dopo il padre – continuerà a influire in modo determinante su uno dei principali partiti d'Italia».
  Ecco, allora, voi siete dentro la previsione della norma e dovrete spiegare chi finanzierà l'associazione, chi finanzierà la Fondazione, dovete dare trasparenza ai suoi bilanci, sia che i soldi arrivino dal sito, sia che i soldi arrivino da un finanziamento politico, di quando nella Fondazione arrivassero servizi derivanti dai contratti stipulati a carico dei fondi del bilancio del vostro gruppo alla Camera e al Senato. Ve lo voglio dire per dare un criterio interpretativo anche alle leggi che facciamo: non è che voi date un'interpretazione elusiva della legge in questo Parlamento e poi ci saranno Commissioni, giudici e giudici anche popolari, cioè cittadini che crederanno alla vostra interpretazione elusiva ! Non si può eludere questa norma, cari colleghi, e iniziate ad applicarla a voi stessi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, se fosse calcolabile lo spread tra le parole e i fatti del Partito Democratico, l'Italia sarebbe già completamente fallita, di più ancora di quanto l'avete messa in ginocchio, molto di più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Siamo alle stelle, lo spread è alle stelle, tra le parole e i fatti del PD !
  Il collega Sanna ha appena detto che esiste, nel decreto n. 149 del 2013, sulla finta abolizione del finanziamento ai partiti, una norma sulle fondazioni. Il collega Sanna – e questi sono i fatti, quelle erano le parole – dimentica che la Fondazione Open di Renzi non rientra in quella definizione e quindi non si applica quella legge alla Fondazione Open di Renzi, e non si applica nemmeno – ne ricordo due, Sanna, ma ce sono 65 di fondazioni, di 570 politici ! – alla Fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema.
  Tra l'altro, Presidente, 934 mila euro opachi, oscuri, occulti, dati alla Fondazione di Renzi; 1 milione 912 mila euro occulti dati a D'Alema ! Queste due Fondazioni sono occulte e i relativi finanziamenti lo sono: questa è la verità, le balle le lasciamo al PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Rimango sempre sorpreso di come qualche collega del PD pensa di dare l'interpretazione autentica delle leggi, mentre tutti gli altri, come il MoVimento 5 Stelle, non possono darla.
  Detto questo, poco c'entra l'intervento del collega Sanna con il contenuto dell'emendamento. Cosa dice l'emendamento ? Dice che le fondazioni o le associazioni non – ripeto, non ! – collegate ai partiti, non possono dare contributi sotto qualsiasi forma appunto ai movimenti o ai gruppi politici. E infine dice che, eventualmente, in caso di violazione delle disposizioni di cui al periodo precedente, è punita con la sanzione amministrativa pari al triplo del valore del contributo fornito. Quindi, tutto quello che lei ha detto rispetto a questo emendamento c'entra ben poco, al di là che sia corretto o meno. Quindi voi dovreste semplicemente esprimervi su questo, perché poc'anzi avete bocciato con il vostro voto la trasparenza delle Fondazioni collegate ai partiti; ora vi stiamo dicendo: le fondazioni non collegate ai partiti non possono erogare o contribuire con servizi o altre attività ai movimenti politici, e voi, ovviamente, anche in questo caso votate contro. È chiaro che cercherete anche di non fare interventi per non alimentare questo argomento, però la verità è sotto gli occhi di tutti; voi potete dire quello che volete qua dentro, ma la realtà purtroppo è sempre diversa dalle vostre parole.

Pag. 32

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Grazie, Presidente. Io volevo dire che mi ritrovo perfettamente nelle parole del collega Sanna, però a un certo punto fa un passaggio in cui dice: dovete giustificare anche i soldi del MoVimento 5 Stelle, nel momento in cui arriveranno dal sito o dal blog. No, guardi, collega Sanna, che i soldi del sito o del blog se li tiene tutti Grillo, perché qui in Italia si può speculare e fare denaro con la politica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.130, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Ginato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  422   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 6.143, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, era mercoledì 4 maggio, alle 16, in quest'Aula stava andando in scena il cosiddetto Premier Question time e il MoVimento 5 Stelle chiedeva al Presidente del Consiglio chi fossero a finanziare il suo partito e la Fondazione a lui collegata. Il Presidente del Consiglio rispose, testuali parole – le leggo perché non voglio assolutamente commettere errori –: «noi siamo disponibili a scrivere insieme a voi una legge sulle fondazioni con un principio: la massima trasparenza». Presidente, Aula, questa è la proposta che il MoVimento 5 Stelle fa e ha già fatto alla maggioranza e al Presidente del Consiglio; è la proposta di legge sulle fondazioni già depositata. Ma Presidente aggiungiamo un elemento in più: non è nostra, l'abbiamo presa dal Partito Democratico, l'abbiamo presa da colei che oggi è attualmente senatrice dal PD, la senatrice Lanzillotta, che nel 2007 ha fatto parte del «gruppo dei 45» che hanno fondato il Partito Democratico, oggi senatrice del PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sa cosa dice, Presidente, questa proposta ? Dice che ci deve essere obbligo di trasparenza nei bilanci delle fondazioni e che è fatto divieto a chi fa donazioni a fondazioni collegate ai politici di non dire chi è. Ma aggiungo una cosa, Presidente: è prevista anche, anticipandola probabilmente nel tempo, una norma anti Cooperativa 29 giugno, anti Buzzi, che sappiamo, ricordiamocelo, e lo ricordo a me stesso, prendeva gli appalti e i servizi pubblici dal comune dal Roma e poi finanziava, pagava, gli stipendi ai dipendenti del PD, partecipava al tavolo della Leopolda, della raccolta fondi, eccetera, eccetera. La senatrice del PD ha detto che le società partecipate, gli enti e le società che ricevono concessioni pubbliche non possono finanziare le fondazioni collegate ai partiti. Quindi, in questo caso, se passa, Buzzi non può più dare i soldi al Partito Democratico, alla Fondazione dal Partito Democratico, se ha, tramite la sua Cooperativa 29 Giugno, ricevuto dei finanziamenti. Ci sembra la cosa più ovvia del mondo. Sottolineo solo le parti principali dell'emendamento 6.143, perché è molto organico: è anche fatto divieto ai dirigenti, amministratori e manager delle società di Stato che vengono nominati o la cui nomina Pag. 33ha un'influenza da parte degli organi di Governo di elargire contributi alle fondazioni collegate ai partiti. Quindi finalmente rendiamo completamente trasparenti le fondazioni e vietiamo ai presunti mafiosi come Buzzi di finanziare i partiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
   Questa, Presidente e maggioranza, è la proposta dal MoVimento 5 Stelle. Ce la ha già bocciata il Presidente del Consiglio, ma probabilmente non gli sarà arrivata sulla scrivania; noi siamo convinti che ora sarà sulla scrivania del Presidente del Consiglio, perché altrimenti il livello di menzogna che ha raggiunto quella persona è a dir poco criminale; e in un Paese normale, uno che si rivolge a chi rappresenta la sovranità popolare, rappresenta i 60 migliori italiani, dicendo «scriviamo una norma sulle fondazioni e mettiamoci la massima trasparenza» e non fa nulla, dovrebbe essere preso a calci nel sedere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Si esprima propriamente deputato Toninelli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie. A titolo personale io sto votando a favore di questa serie di emendamenti presentati dai colleghi del MoVimento 5 Stelle anche se diciamo per ragioni liberali diverse dagli argomenti che ascolto e che spesso non condivido.
  Ma vorrei rivolgermi, invece, ai colleghi del Partito Democratico che votano contro, appellandomi al loro senso politico, alziamo la testa come i giocatori di calcio. Voi siete in piena eterogenesi dei fini, il vostro obiettivo con questa legge era di dire «abbiamo riformato, abbiamo riformato». Guardate che la narrazione grillina vi travolgerà e giustamente. Cosa resterà alla fine di queste giornate ? I colleghi grillini potranno dire, con ragione, volevamo la trasparenza delle fondazioni e il Partito Democratico ci ha detto «no». Questa è la sostanza e questo vi travolgerà non per il ballottaggio di domenica, vi travolgerà per il ballottaggio di tutto, vi travolgerà perché pensate di giocare con la carta della furbizia, di cavalcare voi un'onda emotiva, quando c’è chi la cavalca meglio di voi e meglio di Renzi che è stato su quell'onda e ora è già travolto da quell'onda. Proseguirò il ragionamento nel prossimo emendamento, ma davvero guardate più in alto e più in là del vostro naso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cecconi Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Io non trovo veramente che cosa ci sia in questo emendamento che non gli torna, che non torna al Partito Democratico. A parte il fatto che, come ha già detto il mio collega Toninelli, questa è una proposta del PD, della vostra collega Lanzillotta al Senato, che è membro del Partito Democratico da tanto tempo, conosce bene il Partito Democratico e se ha fatto una proposta del genere significa che un problema all'interno del proprio partito lo riconosce e lo vuole sanare, perché altrimenti non avrebbe fatto una norma così chiara e lampante come questa, ma non riusciamo a capire perché non torni che aziende che hanno avuto appalti pubblici o concessioni pubbliche non possano finanziare fondazioni, associazioni ed istituzioni che sono presiedute da membri del Governo nazionale, locale o regionale, o presiedute da parlamentari nazionali o europei. È una cosa già successa, una cosa che già evidentemente è stata un problema, ma non solo per il Partito Democratico, per una città come Roma che ha visto scoppiare un casino di Mafia capitale, proprio perché c'era questo intreccio tra fondazioni e mafiosi. Perché non volete sanare ?

  PRESIDENTE. Grazie, deputato Cecconi.
  Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito il tempo previsto dal Pag. 34contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta, e come da prassi, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il relatore Richetti. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI. Grazie Presidente, perché per il suo tramite credo sia troppo importante dare risposta alla puntuale e condivisibile riflessione dell'onorevole Capezzone.
  Dice Capezzone: rimarrà di questo provvedimento solo la narrazione della mancata trasparenza, della mancata regolamentazione delle fondazioni e non rimarrà invece la riforma importante che stiamo facendo sul funzionamento dei partiti e sul loro finanziamento. Ovvero passerà in secondo piano il fatto che non sarà più possibile una zona di opacità nei finanziamenti, passerà in secondo piano che gli iscritti avranno diritto, dopo questa legge, di non sentirsi più rispondere «non ti dico chi sono gli iscritti al partito», che si avrà il diritto di conoscere chi insieme a te fa parte di quella comunità politica, a causa delle nostre risposte su questi emendamenti, ai quali l'onorevole Capezzone sta votando in maniera favorevole. Questi emendamenti, illustrati dicendo «la fondazione Open di Renzi, la fondazione Open di Renzi !», è bene che sappia l'Aula che non produrrebbero nulla sulla fondazione Open di Renzi, perché si continua a dire: «impediamo i finanziamenti dalle fondazioni verso i partiti, impediamo che le fondazioni finanzino in maniera occulta i partiti» ma non c’è un euro che va dalla mitica fondazione Open al Partito Democratico e io, Presidente, pur risultando sconfitto sul piano di quella che Capezzone definisce la narrazione all'esterno, non cederò mai alla barbarie che trasforma una legge in un proclama, mai e poi mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Perché il signor Buzzi è in galera senza che ce l'abbia messo Toninelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e quei finanziamenti sono illeciti senza gli emendamenti di Toninelli e dico di no agli emendamenti che dicono «non mettete sul blog di Beppe Grillo i deputati raccogli click e pubblicità dei miei colleghi».
  Dico di no perché non si combatte l'ingiustizia con la censura; la si combatte dando qualità alla nostra azione politica, non cedendo ad una narrazione falsa e con questi emendamenti che servono certo a solleticare, ad accarezzare e forse a dire: «noi vogliamo la politica pulita e diciamo di no ai Buzzi».
  Ma «no» ai Buzzi lo dice la giustizia e lo sta dicendo, e l'emendamento che non produce nulla per me è un emendamento da non sostenere, perché quando si dice «impedire alle fondazioni che danno un soldo ai partiti» – e seguo gli emendamenti presentati, ai quali mi sto opponendo e mi continuerò ad opporre – applichiamo un regime come quello sui finanziamenti ai partiti.
  Ma io le chiedo, Presidente: se i soldi me li dà una società io li iscrivo, li pubblico e sono a posto; ma se i soldi me li dà una fondazione senza fini di lucro, che nello statuto dice: «sostengo la politica», alla fondazione applico le limitazioni finanziarie che applico ai partiti ? Questa non è una barbarie, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. È una cosa sbagliata e la politica deve trovare il coraggio di dire che è una cosa sbagliata, perché è ingiusta, perché è insostenibile e perché non voglio nemmeno pensare che i colleghi del MoVimento 5 Stelle siano favorevoli alla deregulation sui soldi dei privati alle società e vogliano colpire, perché vivono nell'ansia del Presidente del Consiglio, una fondazione. Così non si può impostare la legge.
  Questo provvedimento ha deciso – ed è scritto e rimane agli atti dei lavori della Commissione sul testo – un approccio sul tema delle fondazioni che difenderemo fino alla fine, così come l'ha deciso sulla trasparenza dei soldi ai partiti, sulla dichiarazione di chi si candida alle elezioni e sui diritti dei loro iscritti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 35

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Presidente, «la mitica fondazione Open», come è stata definita dal deputato del PD, forse al PD non dà soldi, e questo non lo potremo sapere mai finché non rendono pubblici, per l'appunto, i finanziatori e come si muovono questi soldi. Ma quello che sicuramente dà, Presidente – e il fatto che si alterano molto è rappresentativo di tutto ciò che sto dicendo –, è che girano poltrone, perché poi all'interno del direttivo della fondazione Open stessa troviamo Alberto Bianchi, che stranamente diventa consigliere in Enel, consulente per la regione Toscana, Confindustria Firenze, troviamo Luca Lotti stesso, scelto da Renzi come sottosegretario, ma troviamo anche dei soldi che girano in maniera abnorme.
  La fondazione Open ha chiuso prima con 500 mila euro di debito e l'anno successivo riapre riuscendo ad arrivare a 2 milioni 800 mila euro di soldi che gli arrivano da British Tobacco, da altri colossi multinazionali, da parlamentari, da persone che sono all'interno del CDA di Finmeccanica.

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Allora, la questione fondamentale è che c’è un tornaconto tra la fondazione e il mondo della politica, c’è un tornaconto tra le poltrone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Presidente, credo che sia un disturbo del comportamento immaginare che il mondo inizi con noi e che prima di noi non esista nulla e che dopo di noi non esista nulla. Io vorrei premettere queste considerazioni sul modo di pensare, che spesso sfocia da comportamenti personali patologici ai comportamenti della politica, per ricordarvi che esiste, dal 1974, una legge che ha disciplinato il finanziamento dei partiti che è stata molto modificata ma una norma è rimasta: è l'articolo 7 della legge n. 195 del 1974 – che quindi ha una quarantina d'anni, più di quarant'anni –, che è rimasto ed è la norma per la quale sono andati in prigione, per la sua violazione, centinaia di persone ai tempi di Tangentopoli, ma ancora oggi potrebbero andare in prigione. Perché la cito ?
  Perché voi con la proposta dell'emendamento che stiamo discutendo, come vi è stato già detto in Commissione, ma evidentemente è stato detto male, state modificando quel regime in una parte significativa. Quel regime impedisce agli enti pubblici, alle aziende e alle società partecipate anche con meno del 20 per cento, quelle cioè in cui il sistema pubblico è dentro anche se formalmente, diciamo, non presente come socio di maggioranza, il finanziamento ai sistemi politici – non solo ai partiti, ma anche ai movimenti e alle correnti – con una norma che prevede... Ho cinque minuti, Presidente ?

  PRESIDENTE. No, lei sta parlando a titolo personale, perché ha parlato prima il deputato Richetti.

  FRANCESCO SANNA. Come relatore...

  PRESIDENTE. Non ha precisato questo, deputato. Mi dispiace.

  FRANCESCO SANNA. Va bene. Concludo allora – e magari lo riprendo dopo – dicendo che l'effetto del vostro emendamento è di depenalizzare questo tipo di dazioni vietate dalla legge del 1974 (Applausi del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Io voglio solo dire che in questo emendamento c’è un punto importantissimo nel Pag. 36quale noi diciamo che società o aziende che ricevono soldi pubblici non possono finanziare fondazioni che sono collegate ai partiti perché, per esempio, la fondazione Open riceve soldi dalla casa di cura «Villa Garda», dalla casa di cura «Rugani», dalla casa di cura «Villa Berica», dalla casa di cura «Eremo di Miazzina». Io ho guardato solo due di queste case di cura e, per il poco tempo avuto a disposizione, sono entrambe due case di cura accreditate e, quindi, ricevono soldi dal Servizio sanitario nazionale.
  Adesso io mi chiedo: quando io sono in una regione, devo fare una programmazione e devo ridurre dei posti letto e in quella riduzione di posti letto c’è pure la casa di cura che ha finanziato la fondazione collegata a me, come mi comporterò nei confronti di quella casa di cura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Allora, io dico ai nostri colleghi: forse loro pensano che tutti gli italiani sono dei perfetti idioti. Purtroppo gli italiani l'hanno capito che c’è questa commistione vergognosa che penalizza chi non è nel vostro Olimpo...

  PRESIDENTE. Concluda !

  GIULIA GRILLO. ...e voi, continuando a fare così, perderete tutti i voti e la fiducia di chiunque in qualche modo ha anche fino ad ora creduto in voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Grazie, deputata.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Presidente, intanto faccio una precisazione: questa non è una proposta di legge del MoVimento 5 Stelle. Noi l'abbiamo copiata dal PD, l'abbiamo copiata dalla vostra senatrice Lanzillotta. Quindi, è una proposta che soprattutto parte da qualcuno di buonsenso vostro.
  In questo caso che cosa chiediamo ? Chiediamo semplicemente trasparenza e voglio smentire il collega Cecconi, che diceva che non capisce il motivo per cui voi siete contrari a questo. Noi siamo invece convinti che voi lo facciate di proposito, che lo facciate consapevolmente perché volete tenere tutto nascosto e tutto oscuro perché è vero, come è vero, che interviene la magistratura, ma la magistratura interviene purtroppo quando ormai è troppo tardi e i danni sono irreparabili.
  Quindi, il Partito Democratico si assuma la sua responsabilità: non vuole una legge sulla trasparenza delle fondazioni dei partiti. Questa è la verità ed è questo che deve uscire da quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, l'onorevole Richetti dice: «noi non siamo qui a fare le leggi-proclama» e si domanda il deputato Capezzone: «ma perché regalate questa palla così facile al Movimento 5 Stelle ?». La realtà è che il PD ha fatto come i pifferi di montagna: è andato per suonare ed è stato suonato, perché uno che calendarizzata un provvedimento come questo a 10 giorni dalle elezioni si vuol prendere il merito della trasparenza e ha trovato chi è più trasparente di lui e li ha attaccati sulle fondazioni. È questo il gioco sleale che sta avvenendo sul provvedimento sul finanziamento dei partiti: che non si fanno le leggi per farle funzionare, ma si fanno leggi per andare fuori e dire: «io sono quello ha moralizzato la politica». Per moralizzare la politica c’è un modo solo, Presidente, uno solo: ripristinare il finanziamento pubblico dei partiti e impedire qualsiasi finanziamento diretto ed indiretto dei privati, tranne il costo della tessera. Questo è l'unico sistema perché la corruzione non entri in politica, l'unico (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti e del deputato Melilla) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Vita. Ne ha facoltà.

Pag. 37

  GIULIA DI VITA. Grazie Presidente. Io resto basita dalle parole del collega Richetti e mi chiedo se faccia parte dello stesso partito che, qualche giorno fa, ha approvato questa benedetta riforma del terzo settore, perché ribadisco che in quella sede il Partito Democratico e la relatrice Lenzi – così come tutta la Commissione affari sociali può confermare – hanno sottolineato che le fondazioni politiche, pur essendo enti no profit non possono in nessun modo essere equiparate a tutti gli altri enti no profit, così come le fondazioni bancarie, perché è chiaro che debbano sottostare a dei requisiti di trasparenza che sono più simili ai partiti e all'attività politica che sostengono. Quindi, a questo punto, io vorrei dei chiarimenti: funziona come ha detto Richetti o funziona come ha detto la Lenzi ? Quindi, le fondazioni politiche a chi appartengono ? In quella riforma, tra l'altro, non l'avete scritto in maniera esplicita, quindi io temo che sia esattamente come ha detto il collega Richetti, ovvero che le fondazioni politiche verranno trattate come fondazioni no profit, cioè fondazioni che fanno delle attività di utilità sociale; una cosa aberrante perché non si può mischiare la propaganda, la campagna elettorale, le attività politiche con attività invece di utilità sociale e mi sembra veramente assurda una cosa del genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.143, con il parere contrario della Commissione, del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Cani, Palma, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  434   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  303    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 6.132, con il parere contrario della Commissione, del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie. Per dire che voterò a favore anche di questo emendamento, ma mi interessa proseguire il ragionamento con il relatore che mi parla della fondazione Open, dell'applicabilità o meno dell'una o dell'altra norma alla fondazione Open. Ma allora non ci siamo capiti; non è questo il punto, non mi interessa, auguri alla fondazione Open. Io cercavo di fare – mi scuso per la parola – un ragionamento politico. Povero centrodestra dorme, dorme, ma anche il centrosinistra, voi che sembravate svegli, siete già narcotizzati, ma ci sarà qualcuno che per partiti e fondazioni, per la politica, alzerà la bandiera della dignità della politica e della bontà del finanziamento, il mio amico Bianconi dice pubblico, io da liberale dico invece finanziamento non pubblico, ma privato, legale e trasparente, per partiti e fondazioni, modello americano, si sappia chi finanzia chi e poi viva il finanziamento. Ma se voi, Partito Democratico, nell'illusione di cavalcare l'onda, non comprendete che, lasciando uno spazio opaco sulle fondazioni, sarete (giustamente) massacrati dai 5 Stelle, allora non capite il mondo in cui viviamo, l'Italia in cui viviamo e l'autobus su cui, purtroppo per voi, salite troppo poco.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Tutte le giustificazioni e le narrazioni Pag. 38del relatore del Partito Democratico in merito alle fondazioni sono francamente sconvolgenti e aberranti perché stanno semplicemente continuando a dire che in questo Paese il problema delle fondazioni politiche non esiste, che tutto quello che si è visto negli ultimi mesi è falso, non è vero, è tutto trasparente e tutto pulito e anche dire che poi ci sarà la magistratura – come c’è stata – ad intervenire (non è grazie al nostro emendamento che si sono risolte le situazioni) è una cosa che francamente è irricevibile perché quanti finanziamenti, quante cose la magistratura non è riuscita a vedere.
  È riuscita a beccare la Cooperativa 29 Giugno e Buzzi, ma quanti altri tipi di finanziamento ricevuti da mafiosi, se ci sono stati ovviamente, non dico che ci siano stati, non ha visto.
  La magistratura non è un organo preventivo, arriva dopo, quando il macello è già successo, quando ormai il vaso si è scoperchiato, e interviene su quello su cui può intervenire e su quello che può scoprire.
  Noi stiamo semplicemente dicendo che queste cose non devono neanche avvenire, è preventivo l'intervento di questi emendamenti in questo progetto di legge; non ci si può salvare dicendo che anche senza questo emendamento Buzzi è stato scoperto ed è andato in galera. Quanti altri Buzzi ci sono stati nella storia della nostra Repubblica che non sono stati scoperti e voi non volete che questi Buzzi vengano scoperti e questa è la vostra colpa e – ha ragione Capezzone – la pagherete su questo, perché voi la trasparenza non la volete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Quando poc'anzi il collega Sanna o il collega Richetti – non ricordo chi dei due – parlava di personaggi che sono stati arrestati, di Buzzi e quindi del fatto che tutto quello che abbiamo detto in realtà è falso e non è corretto, io faccio solamente un nome, Marco Vincenzi o Zingaretti. Vi ricorda qualcosa ? Allora, noi abbiamo al momento un personaggio, Vincenzi, beccato che scambiava bigliettini per probabili emendamenti con Buzzi che, successivamente all'inchiesta di mafia capitale, da capogruppo del PD, è stato nominato presidente della commissione bilancio della regione Lazio e in Commissione Antimafia, davanti a richieste di chiarimento del MoVimento 5 Stelle e del sottoscritto, il presidente Zingaretti ha fatto una figura che dire barbina è poco: ancora oggi tenete questo soggetto presidente della commissione bilancio della regione Lazio e avete il coraggio di parlare e di dire che tanto c’è la magistratura e tanto queste persone vengono arrestate. Già oggi vi stiamo dicendo che questo soggetto non può restare in regione Lazio.

  PRESIDENTE. Concluda.

  RICCARDO NUTI. Ho chiuso, Presidente, perché la vergogna non conosce limiti in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.132.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Massa, La Marca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  427   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 39Toninelli 6.133, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Villarosa, Bianchi, Brignone, Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  428   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 6.105, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Peluffo, Librandi, Garavini, Marroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  434   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 6.135, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  430   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 6.137, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Camani, D'Attorre, Cominardi, Sanna, Mura, Mazziotti Di Celso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  441   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  133    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 6.136, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Rotta, Vazio.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 40
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  439   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.138, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Garavini, Tripiedi, Corda.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  436   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  306.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.139, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Guidesi, Giuliani, D'Ambrosio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  440   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cecconi 6.140, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Intervengo per esprimere il mio voto favorevole a questo emendamento. Nel mio schema anglosassone e americano il problema non si porrebbe e chiunque finanzia chiunque, purché si sappia che quelli delle armi finanziano Tizio, che quelli del petrolio finanziano Caio e così via. Ma, in un Paese come l'Italia, dove c’è una presenza pubblica ancora così invadente e pervasiva nell'economia, con un pezzo di economia pubblica che è gestita direttamente o indirettamente dallo Stato, il problema si pone. Lo dico agli esponenti del Partito Democratico, appellandomi alla loro lungimiranza, se ne hanno ancora: questo è il manifesto della prossima campagna elettorale contro di voi. C’è un Presidente del Consiglio che, con una mano, nomina i vertici di ENI, ENEL e Finmeccanica e, con l'altra mano, con la sua fondazione, incassa sostegni non so se da questo o da quello o da quell'altro. È scritto sui muri: se non lo comprendete vuol dire che quelle narrazioni che avete efficacemente cavalcato per un anno e mezzo stanno per travolgervi. Molti auguri (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Roccella. Ne ha facoltà.

  EUGENIA ROCCELLA. Non posso che sostenere le ragioni che l'onorevole Capezzone ha espresso lungo tutta la discussione su questi emendamenti. Lui si è rivolto essenzialmente al Partito Democratico e Pag. 41alla nuova pulsione anti-casta che ha espresso il Presidente del Consiglio, soprattutto nella propaganda a favore del «sì» al referendum sulla riforma costituzionale. È chiaro che agli italiani non interessa tanto eliminare qualche senatore, interessa molto di più la trasparenza per quanto riguarda i finanziamenti.
  Io, però, vorrei rivolgermi al centrodestra. Non riesco a capire l'atteggiamento del centrodestra su questi emendamenti. La trasparenza è veramente il punto fondamentale su cui si gioca la credibilità della classe politica. Quindi, faccio un ultimo invito al centrodestra perché modifichi il suo atteggiamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 6.140.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Carinelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  427   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 6.141, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Polidori.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  424   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Civati 6.126, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Civati. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE CIVATI. Intervengo molto brevemente per esprimere la mia delusione rispetto alla scelta della maggioranza di non accogliere alcun emendamento, nonostante le diverse formulazioni. Noi ne proponiamo una molto semplice, che farebbe in modo da dipanare molte questioni e anche molti retropensieri che ci sono intorno a questa partita. Devo dire la verità, in quest'Aula pochi possono parlare con leggerezza: chi è senza peccato scagli la prima pietra o la prima fondazione. Però segnalo che mi pare che si sia persa davvero un'occasione. Non possiamo avere fondazioni che fiancheggiano i partiti o singoli esponenti politici o addirittura singoli esponenti di Governo, che hanno, quindi, una relazione con la società molto delicata da chiarire; non possiamo averle senza una trasparenza che è quella che si richiede per il resto della vita quotidiana ai politici. È un'assurdità logica e dispiace che oltre a bocciare tutti gli emendamenti la maggioranza non abbia pensato di fare una propria proposta, anche per chiarire una condizione che riguarda moltissimi esponenti politici di questa maggioranza o di opposizione e, magari, della prossima maggioranza. Su questo una riflessione ulteriore andava fatta e mi dispiace che si sia banalizzata la richiesta che viene da molte parti dell'opposizione, ripeto, con formulazioni diverse, con obiettivi diversi, ma con un unico intento, ossia quello di rendere il sistema politico italiano più Pag. 42accessibile da parte dei nostri concittadini, che devono essere informati di ogni cosa che facciamo con molta serenità e molta trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Civati 6.126.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, Ravetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  426   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Burtone, Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  345   
   Astenuti   92   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  269    
    Hanno votato no  76.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Impegno ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Quaranta 6.07, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Grazie signora Presidente. Intervengo da relatore di minoranza su un tema che mi sembra molto importante, anche per chiedere un'interlocuzione al relatore Richetti che fino adesso, devo dire, non è mai mancata. Spero che anche su questo tema si possano avere dei chiarimenti. Ora, con una legge antecedente avete sostituito il finanziamento pubblico...

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, è possibile un po’ di attenzione ? Si può avere un po’ di attenzione da parte di quest'Aula senza voltare le spalle alla Presidenza, grazie ? La ringrazio, deputato, è molto gentile.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Grazie signora Presidente. Stavo dicendo che con una legge avete di fatto sostituito il finanziamento pubblico, senza peraltro...

  PRESIDENTE. Deputata Pellegrino, la devo invitare a non dare le spalle alla Presidenza. I colleghi tutti si adoperino. I colleghi tutti si adoperino, per favore. I colleghi cerchino di portare rispetto a chi sta per parlare e consentiamo al collega Quaranta di fare il suo intervento, grazie.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Ci riprovo per la terza volta. Allora, stavo dicendo che avete di fatto eliminato il finanziamento pubblico ai partiti, cosa che esiste in tutti i Paesi civili d'Europa, senza pensare semmai di limitarne le storture, potenziare i controlli, verificare l'effettivo utilizzo delle risorse. E ci avete di fatto proposto una forma di Pag. 43finanziamento indiretto alla politica, legata al censo, alla dichiarazione dei redditi.
  Poi ci avete, però, anche spiegato che era da favorire il finanziamento privato, perché era una forma di adesione ideale ai movimenti politici. Allora, io chiedo al relatore Richetti: possiamo mettere alcuni limiti condivisi a questo finanziamento privato, motivato da grandi ideali di appartenenza alla politica ?
  Mentre può essere opinabile – e io lo capisco – la quota massima di finanziamento annuo, pongo altri due temi all'onorevole Richetti. Se si tratta di finanziamento ideale, perché non è riservato solo alle persone fisiche, ma possono anche farlo le persone giuridiche, magari quelle che hanno concessioni anche da parte dello Stato ? Seconda domanda: se è un finanziamento di tipo ideale, perché una stessa persona può finanziare più forze politiche contemporaneamente ?
  Vogliamo porre dei limiti sensati o anche su questo punto, in realtà, che attiene alla trasparenza, ma anche alla serietà dei finanziamenti, con una legge che non dice nulla su quasi ogni argomento, vogliamo perdere un'occasione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) ?

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Molto brevemente, Presidente, perché la serietà dell'interlocuzione con l'onorevole Quaranta impone una risposta.
  Continuo a non convenire con lui sull'inutilità, sull'acqua fresca che produce questo provvedimento. Credo che lui stesso lo sappia perché, non solo sul tema della trasparenza in cui c’è l'innovazione più significativa, ma anche sul tema della contribuzione, spostiamo non sul singolo versamento, ma su ciò che la persona nell'intero anno eroga al partito. Noi, onorevole Quaranta, abbiamo ritenuto di individuare dei tetti di congruità. Non ho la pretesa che questa valutazione sia esaustiva o condivisa, però abbiamo fissato degli importi significativi, ma che allo stesso tempo hanno quell'equilibrio di tetto, in un sistema, come lei ricordava, che supera il finanziamento pubblico. E anche se questo dà fastidio all'onorevole Toninelli, lo ribadisco all'inverosimile: il sistema supera il finanziamento pubblico, perché nei sistemi in cui è previsto il finanziamento pubblico non è possibile potenzialmente un finanziamento pari a zero, mentre nel nostro sistema è così perché, se nessun cittadino decide di erogare nulla alla politica, la politica non beneficia di un finanziamento indiretto. E non è un dato di difesa o di sindacato delle cose che abbiamo fatto, ma è un dato di verità. E da questo punto di vista vi è il combinato disposto dei provvedimenti di trasparenza e di finanziamento indiretto, fatti tenendo a riferimento la volontà delle persone.
  Non è un problema di censo, onorevole Quaranta, non è un problema di approccio classista al finanziamento indiretto, ma di riconducibilità alla volontà del cittadino, non solo di quanto devolvere, ma anche a chi devolvere.

  PRESIDENTE. Deputato Zaccagnini, può non voltare le spalle alla Presidenza, grazie ?
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Anche a questo proposito noi dovremmo rompere questa ipocrisia generale in base alla quale il Partito Democratico, insieme ad altri partiti e al MoVimento 5 Stelle, credo, si è battuto contro il finanziamento pubblico ai partiti.
  È stata fatta una legge che adesso va a compimento. Credo che sia l'ultimo anno nella corresponsione dell'ultima quota decurtata del 75 per cento e, quindi, non ci sarà più in Italia un finanziamento pubblico ai partiti. L'Italia diventa un'anomalia nel contesto della democrazia internazionale. Non esiste nessun Paese in Europa Pag. 44in cui non siano finanziati, in modo trasparente e con rigorosi controlli, i partiti.
  Però, accanto a questa bandiera dell'antipolitica, poi, tutti sorvolano sul fatto che le Camere, sia la Camera che il Senato, erogano circa 58 milioni di euro l'anno, ognuno di noi vale per il proprio gruppo 50 mila euro all'anno. Negli ultimi due anni sono stati erogati 106 milioni, di cui 38 milioni al Partito Democratico, e la medaglia d'argento va al MoVimento 5 Stelle, che ha preso 13,4 milioni di euro.
  Con questi soldi avete pagato il personale, i consulenti, gli staff delle comunicazioni e venite qui, poi, a fare la lezione sul finanziamento pubblico che non c’è più. Non è vero ! Siate almeno non ipocriti e riconoscete come stanno le cose.
  I soldi pubblici sono tali, sia se erogati con la legge sul finanziamento pubblico ai partiti, sia se erogati sotto forma di rimborsi ai gruppi parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Quaranta 6.07.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Allora, a che punto siamo ? Sandra Savino, De Lorenzis, Lombardi, Malpezzi. Ci siamo ? Tutti hanno votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  403   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Galgano e Rocchi hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario e il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Attorre 6.0102, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Allora, colleghi, tutti hanno votato ? No. Toninelli, Frusone, Ciprini, Baldassarre, Cominardi. Tutti hanno votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  408   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole, il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario e il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Quaranta 6.0101, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Burtone, Scuvera, Malpezzi... Ecco fatto, bene, tutti hanno votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 45
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  407   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario, il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Attorre 6.0100, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi è che sta salendo ? Causi, Lauricella, Marotta... forza colleghi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  417   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Monchiero ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario e il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito a esprimere voto di astensione).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo D'Attorre 6.03, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra italiana.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Grazie, Presidente. Vorrei tornare su questo punto, che era stato sollevato già dal collega Quaranta, a cui mi pare che la risposta del relatore non abbia offerto una motivazione convincente. Noi solleviamo questo punto: si è deciso di abolire il finanziamento pubblico, benissimo. Si dice: siano i cittadini, liberamente, con le loro opzioni a finanziare i partiti politici. Ora noi, con questo articolo aggiuntivo chiediamo: perché l'opzione di chi guadagna 1000 euro, di un operaio, di un metalmeccanico, deve valere, per la contribuzione al partito, molto molto meno dell'opzione del miliardario ? Sono comunque soldi della collettività, sono comunque soldi sottratti all'erario. Perché determinare un meccanismo censitario nella distribuzione delle risorse del 2 per mille ? Questo articolo aggiuntivo si mantiene nel solco stabilito dalla legge, noi non la condividiamo, pensiamo che sia stato un errore e io all'epoca l'ho votata soltanto per disciplina di partito, e me ne pento, ma penso che, anche rimanendo all'interno di quel meccanismo, di un meccanismo che mette la scelta in capo ai cittadini, io vorrei sapere dai colleghi del Partito Democratico, dal relatore, perché non si accede a questo principio ? La scelta di ogni cittadino è uguale, le risorse che vengono determinate dalla scelta sia di chi guadagna 1000 euro, sia di chi guadagna un milione di euro, sono comunque soldi sottratti all'erario: perché la scelta che chi ha di più, deve contribuire di più ?
  Noi proponiamo un meccanismo non censitario, ma democratico, per cui sulla base del numero delle opzioni si determina l'ammontare delle risorse spettante in proporzione a ciascun partito. Ci auguriamo che su questo punto ci vengano date risposte convincenti e ci auguriamo che ci sia una riflessione delle forze di maggioranza e del Partito Democratico.

Pag. 46

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
   Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Attorre 6.03.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrelli... allora, ci siamo ? Sì, tutti hanno votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  414   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato   42    
    Hanno votato no  372.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Coppola ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario e il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito a esprimere voto di astensione).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Cozzolino 6.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tutti hanno votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  410   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Baroni ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione).

  Avverto che il gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà ha esaurito anche gli ulteriori tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Come già fatto in precedenti e analoghe circostanze, la Presidenza consentirà ai deputati di tale gruppo lo svolgimento di brevi interventi della durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente. Se mi consente un'espressione di sintesi, i pareri sugli emendamenti all'articolo 7 sono tutti un invito al ritiro o parere contrario e anche sugli articoli aggiuntivi all'articolo 7.

  PRESIDENTE. Relatore Toninelli, prego.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Invernizzi 7.1 e Sisto 7.3, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Centemero 7.4.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Simonetti 7.6, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Parisi 7.5.
  Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti Simonetti 7.50 e Sisto 7.7, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Nuti 7.9 e Cozzolino 7.10.Pag. 47
  Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti Simonetti. 7.51 e 7.52, mentre esprimo parere contrario sugli articoli aggiuntivi Parisi 7.04, 7.053 e 7.052.

  PRESIDENTE. Relatore Quaranta, prego.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sugli identici emendamenti Invernizzi 7.1 e Sisto 7.3, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Centemero 7.4, Simonetti 7.6, Parisi 7. 5, Simonetti 7.50 e Sisto 7.7.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Nuti 7.9, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cozzolino 7.10 e Simonetti. 7.51 e 7.52.
  Esprimo parere contrario sugli articoli aggiuntivi Parisi 7.04, 7.053 e 7.052.

  PRESIDENTE. Sottosegretaria, Amici ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Invernizzi 7.1 e Sisto 7.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Casellato, Burtone, Pellegrino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  409   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito a esprimere voto di astensione).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 7.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Greco, Di Benedetto, Locatelli, Stella Bianchi, Vico...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  417   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  338.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Sani ha segnalato di aver espresso erroneamente voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simonetti 7.6 con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, mi rivolgo a lei per riuscire ad interpretare correttamente il periodo che stiamo votando, di cui io ho fatto il soppressivo, il primo periodo dell'articolo 7.
  Qui si dice che gli enti territoriali possono fornire beni o servizi ai partiti; ciò significa che il sindaco di un partito fa Pag. 48contratto con il suo partito e i dipendenti del comune gli fanno la campagna elettorale per il partito ? Poi, questo sindaco di un partito che fa... Ho capito lei ride, relatore, ma questo è quello che è scritto. C’è scritto che l'ente territoriale, attraverso convenzioni con i partiti, possa fornire beni o servizi. Un conto è fornire, come dice il secondo periodo, le strutture, le sale per fare manifestazioni, incontri, dibattiti, eccetera. Fornire beni o servizi a un partito: qualcuno deve spiegarmi che cos’è per un comune, un ente territoriale ? Beni e servizi significa fare campagna elettorale.
  Poi voglio anche capire quali sono i contrappesi per le minoranze, per tutti quei partiti che non si raffigurano nella maggioranza di quell'ente territoriale che lo guida. Non c’è neanche una possibilità di parità politica, non è prevista. Quindi il sindaco di un partito farà la convenzione per dare beni o servizi al suo partito e, se non lo fa agli altri, che cosa succede ? Chi garantisce la pluralità politica di questo comma ?
  Tutto questo non c’è scritto, quindi ne chiedo o la soppressione o, con gli altri emendamenti, che almeno venga specificato il fatto che questo venga effettuato in condizioni di parità politica, che venga rispettato il principio di parità di trattamento. Anticipo altri emendamenti per non ritornare poi sul dibattito, ma sono tutti pareri negativi. Quindi, mi dica lei se viene garantito il pluralismo o meno con l'approvazione di questo testo senza gli emendamenti previsti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 7.6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  415   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  147    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Lombardi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parisi 7.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  416   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Baroni ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 7.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 49

  Mura, Miccoli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  359   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sisto 7.7, con il parere contrario della Commissione del Governo, sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, solo per lasciare all'Aula un ragionamento analogo a quello che abbiamo fatto con riferimento ai membri del Governo, perché proprio quello che diceva il relatore Richetti mi ha vieppiù convinto di come escludere le fondazioni con dentro i membri del Governo diventi uno strumento per consentire ai membri del Governo, che non devono prendere danari, di poterli ricevere indipendentemente da qualsiasi controllo. Quindi, credo che il tentativo di dividere i due corni del problema comporti poi sostanzialmente la coincidenza dello strumento elusivo rispetto all'impossibilità di poter ricevere finanziamenti e, quindi, aggrava la non qualità di questo sistema di controllo, con un chiarissimo squilibrio nei confronti dei membri del Governo, parlamentari o non. Ma su questo emendamento questo tipo di ragionamento è ancora più evidente.
  Rammenterò all'Aula, tramite lei, Presidente, che l'articolo 7 attribuisce agli enti territoriali la possibilità di fornire beni o servizi ai partiti, movimenti e gruppi politici organizzati. Quindi, diciamo che gli enti territoriali possono e non hanno un obbligo. Allora, se nella facoltà noi non inseriamo un metronomo del pluralismo, che è quello proprio di garantire a tutti l'accesso a questo tipo di servizi, che cosa accadrà ? Che il sindaco del paese dei campanellini ovviamente avrà tutto il diritto di stipulare convenzioni e favorire attività politica soltanto del partito di appartenenza e questo io trovo che sia davvero inammissibile. Ciò è uno squilibrio del diritto sancito in Costituzione a fare politica in condizioni di assoluta parità e con parità di diritti; qui significa che chi vince può finanziare la propria attività politica, indipendentemente dal controllo di altri partiti che siano all'opposizione o che non siano quelli vincenti.
  Questa è una norma che veramente non merita di essere inserita in questo provvedimento. Lo dico al relatore Richetti, che ci ha messo tanta passione, ma è sbagliato non stabilire che è indispensabile che, quando io posso, debba farlo a parità di condizioni. Tu vuoi favorire il tuo partito ? Allora devi favorire anche gli altri, se te lo chiedono. Lo devi poter fare o lo devi fare se lo fai (se io te lo chiedo). Se io sono un partito di minoranza e ti chiedo, invece tu puoi dirmi di no; quindi, puoi dire di sì al tuo partito e puoi dire di no alla minoranza. Questo non deve essere consentito, perché è contrario all'esercizio dei diritti politici.
  Io credo che questo emendamento, recuperando l'espressione sintetica «in condizioni di parità politica» e nel rispetto del principio del pluralismo, consenta di dare a questa scelta innovativa un vero sapore di orientamento costituzionale. Allora, io vi rivolgo veramente un invito, se c’è apertura, chiarezza, capacità e se si vogliono fare delle norme che siano per tutti e di tutti e non soltanto di alcuni.
  I numeri hanno questo difetto: possono comportare la scelta deliberata di fare norme di pochi e non di tutti...

  PRESIDENTE. Prego, deputato Sisto...

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Attendevo che il relatore mi Pag. 50degnasse della sua solita attenzione e mi stupiva che non me la concedesse, come al solito. Quindi, se c’è questa voglia di scrivere una norma che sia davvero capace e davvero funzionale, io vi invito ad una riflessione.
  Il rischio qual è ? Che si sia, ancora una volta, di fronte ad un modo arrogante di scrivere le norme, in cui la legge dei numeri consente di ignorare le cose più elementari, cioè il diritto anche di un piccolo partito di poter avere il suo spazio all'interno degli enti territoriali, indipendentemente da chi comanda. Questa è la democrazia: chi comanda non fa quello che vuole, ma deve fare quello che deve fare nell'interesse di tutti. È una norma profondamente ingiusta, una norma che io mi auguro che voi abbiate la capacità di modificare per consentire a tutti l'accesso ai diritti della politica. Voteremo ovviamente a favore.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Però è importante che sulle norme abbiamo letture oggettive e condivise. Già oggi gli enti locali fanno regolamenti che consentono alle associazioni, alle Onlus e agli enti di volontariato di avere spazi e strumenti a disposizione.
  Questo articolo lo consente ai comuni nei confronti dei partiti registrati, secondo quanto disposto dal decreto-legge n. 149 del 2013, previo apposito regolamento. Ma voi ve lo immaginate un comune che approva un regolamento che dall'elenco dei partiti escluda qualcheduno ? Nei comuni ci sono ancora maggioranze, opposizioni, discussioni. Ripeto: questo già oggi può accadere senza questo provvedimento, perché basta che un comune si doti autonomamente di un regolamento che consenta, appunto, l'utilizzo di strutture, di spazi e di sale civiche e questo oggettivamente può avvenire solo in una logica di pluralismo.
  Questo articolo in Commissione non ha suscitato nei nostri lavori alcun tipo di reazione, emendamento o dibattito. Ora, invece, si sta accendendo un tema di esclusione che tecnicamente non può avvenire. Lo dico al collega Simonetti: ma non esiste il sindaco che fa una convenzione col partito. Il provvedimento dice: «previa...

  STEFANO ALLASIA. Ma si che c’è ! È a Torino, le bocciofile !

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Le bocciofile non sono ancora partiti, però (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, consentite però al deputato Richetti di parlare. Consentite di parlare. Poi voi prenderete la parola. Adesso consentite di parlare. Prego, deputato Richetti.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Non trasformiamo questa sede in una bocciofila. Poi parleremo anche delle bocciofile, però gli enti territoriali, come dicevo, «previa disciplina della materia con apposito regolamento anche attraverso convenzioni con istituzioni pubbliche o private». Ma dov’è la convenzione col partito ? Signori, bisogna che almeno le leggi le leggiamo con lo stesso approccio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 7.7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gitti, Dambruoso, Luigi Gallo, Baldassarre. Tutti hanno votato ? Santerini.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 51
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  330   
   Astenuti   70   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no  246.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Ruocco ha segnalato di non esser riuscita ad esprimere voto di astensione, la deputata Spessotto ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole, i deputati Capodicasa e Marantelli hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 7.9, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Io credo che un atto di realtà vada fatto. Io presumo che il relatore, in questi mesi o nella sua storia politica, abbia fatto molte campagne elettorali, anche amministrative, e quando è andato a fare campagne elettorali abbia anche parlato con attivisti, o con persone, che sono del Partito Democratico e si trovano in difficoltà all'interno di quei comuni in cui non amministra il PD ma amministra qualcun altro o qualche altro partito. Io posso dire con certezza perché l'ho vissuto personalmente – e questo vale, credo, per tanti altri – che tante volte nei comuni, soprattutto nei piccoli comuni, non si fa campagna elettorale ma si fa una guerra civile dove gli spazi e i servizi per il partito di maggioranza vengono sempre garantiti, e dove le opposizioni e le minoranze devono sempre stare a combattere con carte bollate o andare in prefettura o fare un articolo di giornale per ricevere soltanto e semplicemente quello che gli spetta. Questo è un dato di realtà; non si sta raccontando una cosa irreale. Ci sono territori, ci sono luoghi in cui i partiti che governano sono ovviamente, ma non giustamente, più tentati ad agevolare il proprio partito piuttosto che le minoranze, che fanno un lavoro nel territorio per andare a prendere il loro posto, per andare a occupare la loro poltrona.
  Quindi, in questo provvedimento indicare che i comuni, con apposito regolamento e con tutto quello che vogliamo, possono dare anche beni e servizi ai partiti... è sui servizi e sui beni che noi ci stiamo preoccupando, perché il relatore poco fa diceva: ma vi immaginate voi un comune dove il sindaco fa un regolamento dove si agevola un partito piuttosto che un altro ? Nei comuni ci sono anche le opposizioni. Non è che me lo immagino, ma sono certo che questa cosa succederà perché già succede regolarmente, regolamento o non regolamento.
  Questa cosa va perfettamente normata e regolata e non, invece, dire: si può; qualcuno vuole; se vuole può dare dei beni e servizi ad un partito piuttosto che ad un altro. Infatti quello che succederà nei territori, in cui non si arriva da tutte le parti con gli occhi a controllare, sarà aberrante, soprattutto per quei partiti che, in quel momento, sono all'opposizione, in minoranza in quel comune, a cui non verrà garantito nulla, o difficilmente verrà garantito qualcosa, come già sta accadendo oggi nonostante l'adozione di regolamenti all'interno dei comuni. Questa è una guerra civile – lo ripeto – che si verifica tutte le volte che c’è una tornata elettorale in questo Paese e fare un emendamento del genere in questo provvedimento è assolutamente inopportuno e renderà ancora più complicate le cose e renderà ancora più barbare le campagne elettorali nei territori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 52

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Chiedo al relatore Richetti del Partito Democratico la possibilità di accantonare questo emendamento.

  PRESIDENTE. Su questa richiesta di accantonamento se il relatore mi dà un cenno. Fa cenno di no. Allora, andiamo avanti.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, in altre occasioni è stata posta in votazione la richiesta...

  PRESIDENTE. Certamente, se è formalizzata, dopo la risposta del relatore...

  DAVIDE CRIPPA. Se è possibile, chiediamo di mettere in votazione la richiesta di accantonamento.

  PRESIDENTE. Va bene. Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Il fatto che non ci sia stata una grande polemica su questo punto in Commissione non vuol dire che non si possa discutere del contenuto in Aula.
   Noi riteniamo che se i comuni devono dare degli spazi alle forze politiche, questo debba essere fatto senza alcuna discriminazione: quindi il fatto che siano iscritti nel registro dei partiti o meno non può costituire un elemento per decidere se assegnare o meno questi spazi. Proprio per questo riteniamo ancor più grave la possibilità da parte dei comuni di dare addirittura dei servizi, quindi soldi pubblici utilizzati per gruppi politici. Riteniamo doveroso che almeno su questo punto e su questo aspetto, non ci sia discriminazione fra coloro che sono iscritti nel registro dei partiti e quelli che non sono iscritti. Pensavo magari a un errore e quindi chiedevo di poterlo valutare successivamente con il relatore di maggioranza, cosa che a quanto pare non è possibile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento Nuti 7.9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione)

  Pannarale, Carloni, Librandi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge per 85 voti di differenza.
  Indìco dunque la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 7.9, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di Sinistra Italiana e con il parere favorevole del relatore del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  386   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Ciracì ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 7.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.Pag. 53
  (Segue la votazione).

  Marotta, Russo, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  387   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simonetti 7.51.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Il dibattito è quello di prima perché non è ancora stato risolto, perché, nella risposta che abbiamo ricevuto dal relatore Richetti, la confusione, nel senso di fondere assieme il primo periodo con il secondo periodo, non dà la risposta a quella possibile discriminazione che i partiti politici, non in maggioranza nell'ente, potrebbero ricevere dalla negazione quindi della possibilità di accedere alle forniture di beni o servizi, perché scorporando di fatto in due periodi, nel primo periodo c’è il bene o il servizio, come appunto possibilità dell'ente locale, nel secondo periodo si parla di accesso e messa a disposizione di locali.
  Quindi la risposta che abbiamo ricevuto, che è quella che alcune associazioni di volontariato o sportive e quant'altro ottengono l'utilizzo delle sedi non c'entra assolutamente nulla, non c'entra assolutamente nulla.
  La prestazione di servizi – e mi spiace: ho capito che voi governate in qualche comune, in altri comuni non governate ma siete più soliti voi a discriminare rispetto agli altri, e questo ve lo dico per esperienza vissuta –, è una prestazione professionale, si intende di fatto come un'attività svolta dal fornitore, che è il comune, per le richieste del committente che è il partito politico, quindi, se voi andate a scrivere «fornitura di servizi», si intende non il semplice utilizzo di una struttura dell'ente – perché poi, tra l'altro, questo lo specificate nel secondo periodo, non nel primo periodo – ma significa che l'ente si mette a lavorare per il partito, usa le proprie strutture per lavorare, ma non le strutture fisiche, anche le strutture personali, perché deve svolgere un servizio; e svolgere un servizio e fornire un servizio significa fare un lavoro, un'attività professionale, fare «la propaganda elettorale» per il partito, cosa quindi che, se la volete fare, può anche essere una nuova soluzione. Volete farlo con l'Italicum, volete portare la maggioranza del partito a esser maggioranza di Governo; capisco che volete un tutt'uno fra Stato e partito in memoria dell'Unione Sovietica, ma volete fare anche così con i comuni; però diamo almeno una possibilità di pari accesso a tutte le forze politiche partitiche.
  Allora, il partito o il rappresentante del partito si vede negata la prestazione di servizi a chi si rivolge per poter mantenere in vita il proprio diritto, e per poter rivendicare il proprio diritto ? Noi diamo con questo emendamento una possibilità, la possibilità che chi vede leso il proprio diritto possa chiedere il commissariamento ad acta del responsabile dell'ente affinché il suo diritto per questa delibera venga ad essere supportato e, quindi, chiediamo che vengano inserite le parole «senza discriminazione politica alcuna, pena il commissariamento ad acta dell'ente da parte di organi competenti in materia». Almeno diamo una parvenza di possibilità di accesso a tutte le forze politiche.
   Come ha ricordato correttamente il collega Sisto precedentemente, non c’è scritto che gli enti territoriali devono dare forniture di beni e servizi, quindi c’è l'eterogeneità per tutti. Scrivere «possono» significa che c’è la facoltà di scegliere, c’è la possibilità di scegliere da parte di chi è in maggioranza rispetto a quali richieste esaudire. Quindi, io invito il relatore a rispondermi nel merito, o a cambiare parere e indicare quindi un voto favorevole.

Pag. 54

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 7.51.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Pisano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  316   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato   52    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 7.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Sani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  314   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  284   
   Astenuti  113   
   Maggioranza  143   
    Hanno votato  234    
    Hanno votato no  50.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Parisi 7.04. I pareri sono contrari, incluso quello della V Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  381   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Parisi 7.053. Tutti i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Russo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  380   
   Votanti  370   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no  322.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 55

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Parisi 7.052. Tutti i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  369   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   47    
    Hanno votato no  322.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Le ricordo che l'emendamento Nardi 8.50 è stato ritirato.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Gasparini 8.51 e formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Ottobre 8.050, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Relatore Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Gasparini 8.51 e sull'articolo aggiuntivo Ottobre 8.050.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 8.51, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  368   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  279    
    Hanno votato no  89.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Gutgeld e Zan hanno segnalato di non essere riusciti a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Sani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  321   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  242    
    Hanno votato no  79.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Gutgeld e Zan hanno segnalato di non essere riusciti a votare).

Pag. 56

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ottobre 8.050, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Pilozzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  300   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato   51    
    Hanno votato no  249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Gutgeld e Zan hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Civati 09.050 e D'Ambrosio 09.051. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Gasparini 9.50, purché sia riformulato e leggo la riformulazione immediatamente. Cambia solo la lettera h) dell'emendamento, che viene riscritta in questo modo: «h) il comma 10 è sostituito dal seguente: «10. Le sanzioni di cui ai commi da 3 a 6, applicate in forma di decurtazione del contributo di cui all'articolo 12, sono comunicate al Ministero dell'economia e delle finanze, che riduce, nella misura disposta dalla Commissione, le somme per l'anno in corso. Le restanti sanzioni sono applicate dalla Commissione in via diretta nei confronti di ciascun partito politico interessato». Emendamento Cecconi 9.3, invito al ritiro o parere contrario; articolo aggiuntivo 9.0300 della Commissione bilancio, parere favorevole; articoli aggiuntivi Dadone 9.050 e D'Ambrosio 9.051 e 9.053, invito al ritiro o parere contrario; articolo aggiuntivo Ferrari 9.052, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Relatore di minoranza Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Articoli premissivi Civati 09.050 e D'Ambrosio 09.051, parere favorevole; emendamento Gasparini 9.50, parere favorevole; emendamento Cecconi 9.3 e articolo aggiuntivo 9.0300 della Commissione bilancio, mi rimetto all'Aula; articoli aggiuntivi Dadone 9.050, D'Ambrosio 9.051 e Dadone 9.053, parere contrario; articolo aggiuntivo Ferrari 9.052, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle non c’è. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare per una precisazione.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente. Affinché ci sia una scrittura corretta, dopo le parole «Ministero dell'economia e delle finanze», nel riformulato emendamento Gasparini Pag. 579.50, si prosegue così: «che riduce, nella misura disposta dalla Commissione, le somme spettanti a tale titolo per l'anno in corso. Le restanti sanzioni sono applicate dalla Commissione in via diretta nei confronti di ciascun partito politico». Grazie.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Civati 09.050, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Fabbri, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  372   
   Votanti  355   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato   25    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Gutgeld e Zan hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo D'Ambrosio 09.051, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  369   
   Votanti  333   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Gutgeld e Zan hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 9.50, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  373   
   Votanti  357   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  349    
    Hanno votato no  8.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Gutgeld e Zan hanno segnalato di non essere riusciti a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 9.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 58
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  320   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  246.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Gutgeld hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  380   
   Votanti  338   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato  329    
    Hanno votato no  9.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Gutgeld hanno segnalato di non essere riusciti a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.0300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Pilozzi, Palma, Marotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  265   
   Astenuti  114   
   Maggioranza  133   
    Hanno votato  258    
    Hanno votato no  7.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Gutgeld hanno segnalato di non essere riusciti a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Dadone 9.050, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald Nissoli, Matarrelli, Fontana...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  356   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Gutgeld hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 9.051, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 59
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  366   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   67    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Gutgeld hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 9.053, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Pilozzi, Sandra Savino. Bene, tutti hanno votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  372   
   Votanti  360   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato   61    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Gutgeld hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferrari 9.052, su cui i pareri sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  377   
   Votanti  362   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  348    
    Hanno votato no  14.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Gutgeld hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate).
  Poiché vi è solo un articolo aggiuntivo, votiamo prima l'articolo e poi l'articolo aggiuntivo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Burtone, Carloni, Ravetto, Sanna. Ci siamo tutti, mi pare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  377   
   Votanti  277   
   Astenuti  100   
   Maggioranza  139   
    Hanno votato  252    
    Hanno votato no  25.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito a votare).

  Passiamo adesso all'articolo aggiuntivo, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 60

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Sia l'articolo aggiuntivo Misuraca 10.02...

  PRESIDENTE. No, questo è stato ritirato.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. L'articolo aggiuntivo Misuraca 10.02 ?

  PRESIDENTE. Sì.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Quindi c’è solo l'articolo aggiuntivo Tabacci 10.01...

  PRESIDENTE. Sì.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Sull'articolo aggiuntivo Tabacci 10.01 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Sta bene. Il relatore di minoranza di Sinistra Italiana ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Sta bene. Il relatore di minoranza Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. È l'articolo aggiuntivo Tabacci 10.01 ?

  PRESIDENTE. Sì.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. D'accordo. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Tabacci 10.01.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Occhiuto, Fabbri, Murer, Pannarale. Tutti hanno votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  363   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   69    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito a votare).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto del tutto estranei al contenuto del provvedimento, ovvero riguardanti i medesimi argomenti di proposte emendative dichiarate inammissibili per estraneità di materia: Invernizzi n. 9/2839-A/4, in materia di disciplina elettorale con riferimento specifico alla soglia per accedere al premio di maggioranza; Allasia n. 9/2839-A/6, in materia di trattenuta sindacale a carico del lavoratore dipendente o autonomo; Caparini n. 9/2839-A/8 e Gianluca Pini n. n. 9/2839-A/10, concernenti l'assegno vitalizio dei parlamentari e dei consiglieri regionali.

  DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.

Pag. 61

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Purtroppo, noto che è stato respinto, o meglio non ammesso, un ordine del giorno che verteva su una materia molto importante e su cui la sensibilità, non solo di quest'Aula o almeno di alcuni partiti all'interno di questa Aula...

  PRESIDENTE. È inammissibile, però, deputato.

  DAVIDE CAPARINI. Sì, infatti allora io vorrei intervenire sul complesso degli ordini del giorno, se possibile.

  PRESIDENTE. No, perché il suo ordine del giorno è inammissibile.

  DAVIDE CAPARINI. E infatti io vorrei intervenire !

  PRESIDENTE. Non posso darle la parola, mi dispiace.
  Darei ora la parola al rappresentante del Governo per esprimere i pareri.

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sugli ordini del giorno nn. 9/2839-A/1 e 9/2839-A/2 il parere è contrario... vuole che li chiami lei o che io li chiami con i nomi, Presidente ?

  PRESIDENTE. Sì, meglio con i nomi.

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno Busin n. 9/2839-A/3 il parere è contrario; l'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2839-A/4 è inammissibile; sull'ordine del giorno Molteni n. 9/2839-A/5 il parere è contrario; l'ordine del giorno Allasia n. 9/2839-A/6 è inammissibile; sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2839-A/7 il parere è contrario; l'ordine del giorno Caparini n. 9/2839-A/8 è inammissibile; sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/2839-A/9 il parere è contrario; l'ordine del giorno Gianluca Pini n. n. 9/2839-A/10 è inammissibile; l'ordine del giorno della collega Mucci n. 9/2839-A/11 è accolto come raccomandazione; analogamente, l'ordine del giorno Marzano n. 9/2839-A/12 è accolto come raccomandazione; sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2839-A/13 il parere è contrario; è invece favorevole il parere sull'ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/2839-A/14, che è accolto; sull'ordine del giorno Vargiu n. 9/2839-A/15 il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Guerini n. 9/2839-A/16 è accolto a condizione che il proponente accolga la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di prevedere, con future iniziative normative, la pubblicazione dei dati patrimoniali dei propri eletti», perché stiamo nella sezione, come dire, dei partiti. Se accetta la riformulazione, il parere è favorevole.
  Sugli ordini del giorno Quaranta n. 9/2839-A/17, Mauro Pili n. 9/2839-A/18 e D'Attorre n. 9/2839-A/19 il parere è contrario; infine, sugli ordini del giorno Carrescia n. 9/2839-A/20 e Roberta Agostini n. 9/2839-A/21 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2839-A/1, su cui il parere contrario. Prendo atto che insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2839-A/1, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Carrescia... hanno votato tutti ? No... veloci, colleghi, che siamo in votazione... Pannarale. Ci siamo ? Tutti hanno votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  351   
   Votanti  342   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  230.    

Pag. 62

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'ordine del giorno Borghesi n. 9/2839-A/2, su cui il parere è contrario. Prendo atto che insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2839-A/2, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sanga, Nicchi, Micillo, D'Incecco, Gagnarli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  360   
   Votanti  351   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  221.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busin n. 9/2839-A/3, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Sanga, Cominardi...  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  364   
   Votanti  342   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato   49    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n. 9/2839-A/5, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrese, Di Stefano, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  365   
   Votanti  286   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato   44    
    Hanno votato no  242.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2839-A/7, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  353   
   Votanti  335   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, la deputata Nesci ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto votare a favore).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/2839-A/9, con il parere contrario del Governo.Pag. 63
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato, Caparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  354   
   Votanti  344   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  231.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  L'ordine del giorno Mucci n.9/2839-A/11 è accolto come raccomandazione, va bene deputata ? Sì.
  L'ordine del giorno Marzano n.9/2839-A/12 è accolto come raccomandazione, va bene ? Vado avanti.
  L'ordine del giorno Guidesi n. 9/2839-A/13 ha il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2839-A/13, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Marantelli, Nesci, Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  288   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  145   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Sull'ordine del giorno Mazziotti Di Celso n.9/2839-A/14 il parere è favorevole, vado avanti.
  L'ordine del giorno Vargiu n. 9/2839-A/15 ha il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vargiu n. 9/2839-A/15.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Sani, Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  362   
   Votanti  349   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Di Vita ha segnalato che si è erroneamente astenuta, mentre avrebbe voluto votare contro).

  Sull'ordine del giorno Guerini n.9/2839-A/16 c’è una riformulazione, accetta la riformulazione ? Andiamo avanti.
  L'ordine del giorno Quaranta n. 9/2839-A/17 ha il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Quaranta n. 9/2839-A/17.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Sberna, Dall'Osso, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  359   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  245    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 64

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/2839-A/18, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  362   
   Votanti  352   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato   52    
    Hanno votato no  300    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Spessotto ha segnalato che si è erroneamente astenuta, mentre avrebbe voluto votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Attorre n. 9/2839-A/19, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pannarale...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  367   
   Votanti  359   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   34    
    Hanno votato no  325    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Sull'ordine giorno Carrescia n. 9/2839-A/20 il parere è favorevole, vado a avanti. Sull'ordine giorno Roberta Agostini n. 9/2839-A/21 il parere è favorevole, vado a avanti.
  A questo punto sospendiamo l'esame del provvedimento che riprenderà alle 16,15 per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale a cui seguirà la votazione finale.
  Sospendo quindi la seduta, che, riprenderà alle 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 14.10, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro per gli affari regionali e le Autonomie, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

(Chiarimenti in merito alle finalità del fondo per le adozioni internazionali, con particolare riferimento al rimborso delle spese sostenute dai genitori adottivi per l'espletamento della procedura di adozione – n. 3-02295)

  PRESIDENTE. La deputata Bechis ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02295, concernente chiarimenti in merito alle finalità del fondo per le adozioni internazionali con particolare riferimento al rimborso delle spese sostenute dai genitori adottivi per l'espletamento della procedura di adozione, per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ELEONORA BECHIS. Signora Ministra, quando nel 2007 venne istituito il fondo per le politiche della famiglia era stato previsto inizialmente che una parte di esso fosse utilizzata anche per il sostegno alle Pag. 65adozioni internazionali, mentre adesso questo scopo dovrebbe essere assolto dal fondo ad hoc istituito assieme alla Commissione per le adozioni internazionali presso la Presidenza del Consiglio.
  Questo fondo per le adozioni internazionali fino a poco tempo fa aveva come unica finalità il rimborso delle spese sostenute dai genitori adottivi per l'espletamento della procedura di adozione del minore straniero, mentre ora sembra destinato a finanziare il funzionamento della Commissione, che rappresenta l'autorità centrale in materia di adozioni internazionali nel nostro Paese, e per un generico sostegno alle adozioni.
  Vista l'assoluta mancanza di chiarezza sulle finalità del fondo, chiediamo al Ministro se può garantire che esso mantenga ancora tra le sue finalità il rimborso delle spese sostenute dai genitori adottivi per l'espletamento della procedura di adozione del minore straniero.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole. La Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Rispondo ovviamente al quesito dell'onorevole interrogante in quanto rivolto alla Presidenza del Consiglio, pur non essendo ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto di mia nomina come presidente della Commissione per le adozioni internazionali, quindi non avendo ancora assunto formalmente, ovviamente, l'incarico.
  Per quanto riguarda il quesito posto, come ha ricordato l'onorevole interrogante, con la legge di stabilità relativa al 2016 abbiamo istituito un apposito fondo presso il Ministero dell'economia, che attualmente è gestito dal Segretario generale di Palazzo Chigi, in attesa che sia data attuazione alla legge delega di riordino della pubblica amministrazione e quindi anche della Presidenza del Consiglio, la cosiddetta legge Madia.
  Nell'ambito di questo fondo, che prevede appositamente delle risorse di 15 milioni all'anno a decorrere dal 2016, si ha sicuramente un elemento di semplificazione rispetto al precedente fondo indistinto per le politiche per la famiglia, che poi veniva ripartito tra le diverse esigenze, compresa quella relativa alle adozioni internazionali, attraverso un decreto del Ministro delegato alle politiche per la famiglia.
  Nell'ambito delle risorse relative al 2016, oltre ai 15 milioni già previsti, ci sono anche 7 milioni e mezzo, derivanti dai riporti relativi alle annualità precedenti, che sono sempre destinati ai rimborsi e quindi relativi alle adozioni internazionali, ma per quanto riguarda le spese sostenute dalle famiglie. A questi 7 milioni e mezzo si aggiungono 12 milioni e mezzo, sempre nell'ambito del Fondo per le adozioni internazionali, che sono destinati appunto ai rimborsi per le spese sostenute. Quindi, da questo punto di vista, ci può essere una rassicurazione.
  Al tempo stesso, occorre sottolineare come il testo unico sui redditi preveda comunque una deducibilità del 50 per cento delle spese sostenute in materia di adozione per i soggetti che effettuano appunto adozioni internazionali.
  Con riguardo alle annualità precedenti, su cui ancora non è stato effettuato il rimborso previsto per le famiglie – in particolar modo ci riferiamo all'annualità del 2011 – la dottoressa Silvia Della Monica, che come sapete appunto svolge ruolo di presidente e vicepresidente attualmente della Commissione adozioni internazionali, ha fornito elementi volti a rassicurare rispetto ad un'istruttoria in corso, a fronte ovviamente delle richieste che sono state avanzate dalle famiglie, con riguardo a quelle annualità.

  PRESIDENTE. La deputata Bechis ha facoltà di replicare.

  ELEONORA BECHIS. Grazie, Ministra. Sono parzialmente soddisfatta dalla sua risposta, anche perché siamo nel 2016 e le famiglie dal 2011 non si vedono corrispondere i rimborsi e sono passati già diversi anni.Pag. 66
  Vorrei ricordare che le spese per l'adozione internazionale sono ingenti: variano tra i 15 e i 30.000 euro, oltre ai costi fissati dall'ente autorizzato mette in conto anche quelli per le pratiche all'estero, che sono comunque variabili, e le spese necessarie per il trasferimento, vitto ed alloggio nel Paese estero.
  Va sottolineato anche che in alcune nazioni i tempi di permanenza richiesti ai genitori possono essere piuttosto lunghi e tali da creare non pochi problemi in termini di esborso economico e di assenza dal posto di lavoro, complicando ulteriormente la situazione, Ricordo ancora quanto il Ministro per gli affari regionali con delega alle politiche per la famiglia, Costa, in audizione in Commissione giustizia qui alla Camera, aveva specificato qualche giorno fa circa l'importanza di valutare con attenzione la necessità di sostenere lo sforzo delle famiglie per giungere alle adozioni, rafforzando le specifiche agevolazioni fiscali già previste per le spese sostenute nei casi di adozioni internazionali. Aveva persino aggiunto che occorrerebbe garantire, sul piano ordinamentale, la rimozione di ogni ostacolo economico e sociale che possa rendersi di impedimento all'accesso all'adozione, in armonia con il disposto dell'articolo 3, secondo comma, della Costituzione.
  Mi rendo conto che fare riferimento alla Costituzione non è appropriato quando si parla con lei, signora Ministra, visto che l'ignobile proposta di riforma, modificando malamente la seconda parte della Carta, ne stravolge di fatto anche i principi fondamentali.

(Chiarimenti in ordine all'impatto economico – in termini di risparmi per la finanza pubblica – del testo della riforma costituzionale – n. 3-02296)

  PRESIDENTE. Il deputato Quaranta ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scotto n. 3-02296, concernente chiarimenti in ordine all'impatto economico – in termini di risparmi per la finanza pubblica – del testo della riforma costituzionale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  STEFANO QUARANTA. Ministra Boschi, buongiorno: parliamo della vostra riforma della Carta costituzionale. Che il vostro Senato di dopolavoristi, consiglieri regionali e sindaci sia palesemente inadeguato a modernizzare e rendere efficiente il Paese lo dimostra non solo il fatto che questa riforma ve la siete votata da soli, ma anche l'inconsistenza delle argomentazioni che state utilizzando in mancanza di meglio ed una su tutte quella che punta sul taglio dei costi della politica.
  Noi vorremmo sapere a quanto ammonterebbe questo risparmio, visto che secondo la nota del Ragioniere generale dello Stato parrebbe a noi stimabile intorno ai 57 milioni di euro. Ecco, i vostri conti esatti ci aiuterebbero, ci consentirebbero di capire meglio quanti F35 o quanti metri di ponte sullo Stretto di Messina potreste realizzare a spese del Senato e del diritto di voto, che con questa riforma negate ai cittadini italiani.

  PRESIDENTE. La Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante, che quanto meno affronta il tema delle riforme costituzionali nel merito, come si sforza di fare costantemente il Governo, e non inserendolo in altri quesiti che attengono ad altre materie, come abbiamo appena visto fare dalla collega.
  Detto questo, per quanto riguarda le spese che verranno ridotte attraverso questa riforma costituzionale, elementi puntuali e molto circoscritti sono stati forniti attraverso una nota da me trasmessa alla I Commissione proprio di questo ramo del Parlamento nell'ottobre del 2014, grazie agli elementi forniti dall'amministrazione Pag. 67dello Stato; quindi, da allora sono noti a tutti i colleghi e, sulla base proprio anche di quegli elementi di valutazione, tra il 57 ed il 60 per cento dei colleghi di questo ramo del Parlamento hanno approvato la riforma costituzionale; quindi, è una riforma insomma che ha avuto una maggioranza ampia e che poi sarà sottoposta al vaglio dei cittadini ad ottobre, attraverso il referendum.
  Ovviamente l'obiettivo principale della riforma non è quello semplicemente di ridurre i costi, questo è evidente: è una riforma che è volta a far funzionare meglio il nostro sistema, a renderlo più semplice e più efficiente, con il superamento del bicameralismo perfetto, con un nuovo procedimento legislativo, con l'introduzione del voto a data certa, con l'eliminazione delle province, del CNEL, con un nuovo rapporto Stato-regioni nel Titolo V. Quindi è una riforma molto ampia, che non può essere ridotta esclusivamente a un conto semplicistico.
  Ciò detto, do delle cifre che possono comunque aiutare sui risparmi immediati: per quanto riguarda la riduzione del 30 per cento, anzi 33 per cento per essere esatti, delle indennità parlamentari – perché avremo una riduzione sostanziosa del numero dei senatori: è la prima riforma democratica che porta una riduzione del 30 per cento delle indennità – avremo un risparmio di circa 80 milioni l'anno, che derivano dalle indennità e dai rimborsi dei senatori, a cui si aggiungono circa 70 milioni l'anno per il funzionamento delle Commissioni, per esempio, d'inchiesta, per la riduzione dei rimborsi ai gruppi al Senato.
  A questo possiamo aggiungere ovviamente la progressiva riduzione nel tempo di funzionari che saranno necessari grazie al ruolo unico, all'unificazione di Camera e Senato per quanto riguarda la gestione del personale. Dal superamento delle province, solo in termini di risparmio per il personale politico, si sono quantificati circa 320 milioni di euro all'anno. Inoltre, la soppressione del CNEL porta ad un risparmio annuo di circa 20 milioni. Questo per dare dei dati concreti sul risparmio immediato, ma il punto vero che ci dobbiamo porre è quanto in realtà crescerà di più il nostro Paese, quanto PIL in più produrrà il nostro Paese attraverso un sistema che finalmente dà stabilità al Paese, che finalmente consente di avere tempi certi per l'approvazione delle leggi e che finalmente pone chiarezza su cosa fa lo Stato e cosa fanno le regioni, limitando anche il contenzioso di fronte alla Corte costituzionale, quello, sì, elemento, alla fine, di spesa e d'incertezza per gli imprenditori, per gli investitori e per i cittadini italiani.
  Ovviamente, Fondo monetario internazionale, OCSE e Unione europea hanno sottolineato questi dati e la stessa OCSE ha detto che nei prossimi dieci anni avremo una crescita in più del PIL dello 0,6 per cento grazie alle riforme politiche e istituzionali e alla stabilità del nostro Paese e, quindi, osservatori esterni indipendenti ed oggettivi hanno in qualche modo chiarito come le riforme del nostro Paese, in particolare quelle politico-istituzionali, contribuiscano alla crescita economica e non solo al risparmio di costi vivi immediati.

  PRESIDENTE. Il deputato Stefano Quaranta, ha facoltà di replicare.

  STEFANO QUARANTA. Grazie, Presidente. Dunque, le informazioni che ci dà la Ministra Boschi sono utili perché, da un lato, si capisce chi è il vero mandante di questa riforma, che non sono i cittadini italiani, cui mai è stato sottoposto in campagna elettorale questo progetto di riforma, ma sono, appunto, le organizzazioni internazionali, Fondo monetario, la signora Merkel, l'Europa delle tecnocrazie, che vedono, diciamo, nel tentativo di normalizzare la sovranità del nostro Paese la grande forza di questa riforma istituzionale.
  Poi mi pare che la descrizione di risparmi, che in parte possono essere veri, in altra parte mi paiono largamente teorici smentisca comunque quello che invece il Presidente del Consiglio in campagna referendaria in continuazione dice, parlando Pag. 68di un miliardo di euro di risparmi da questa riforma che non ci sono, appunto, nemmeno nei conti, pur diciamo molto larghi, che ci forniva il Ministro Boschi.
  Al Ministro io vorrei dire, in maniera molto pacata e stando nel merito della riforma, come dice sempre lei, che sarebbe stato sufficiente accogliere qualche proposta depositata in Parlamento che, ad esempio, prevedeva una riduzione bilanciata di senatori e deputati. Noi avevamo proposto 400 deputati e 200 senatori, naturalmente sempre facendoli eleggere dai cittadini italiani perché per noi l'articolo 1 della Costituzione è importante e forse anziché fare un pasticcio di riforma si potevano recuperare più risorse in maniera più chiara e lineare.

(Iniziative, in ambito europeo ed internazionale, in relazione alla questione del commercio e del consumo della carne di cane nei Paesi dell'Estremo Oriente – n. 3-02297)

  PRESIDENTE. La deputata Michela Vittoria Brambilla ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02297, concernente iniziative, in ambito europeo ed internazionale, in relazione alla questione del commercio e del consumo della carne di cane nei Paesi dell'Estremo Oriente (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MICHELA VITTORIA BRAMBILLA. Signor Presidente, Ministro, il tema che porto alla vostra attenzione preoccupa milioni di cittadini in Occidente, Italia compresa. In molti Paesi asiatici, come la Cina, il Vietnam e la Corea del Sud, è legale consumare carne di cane. Secondo l'organizzazione World Dog Alliance, di cui la Lega italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente è portavoce per l'Italia, 30 milioni di cani all'anno sono mangiati in Asia e circa 70 su 100 sono animali da compagnia sottratti alle loro famiglie. Il 21 giugno di ogni anno si svolge a Yulin, nella Repubblica popolare cinese, il «Festival della carne di cane», durante il quale perdono la vita oltre 10 mila tra cani e gatti, uccisi con metodi crudeli e spesso scuoiati ancora vivi. Ciò che avviene a Yulin suscita una protesta globale e lo stesso vale per i Bok Nal, i «giorni del cane», che cadono tra luglio e agosto in Corea del Sud.
  Chiediamo, dunque, al Governo se non ritenga di compiere i passi opportuni per sollevare la questione del commercio e del consumo della carne di cane con i Governi dei Paesi interessati e, in particolare, per chiedere alle autorità cinesi di porre fine al massacro di Yulin e a quelle coreane, anche in relazione agli imminenti Giochi olimpici, di vietare il consumo e il commercio della carne di cane.

  PRESIDENTE. La Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. L'onorevole interrogante ha posto effettivamente un tema che è all'attenzione del Governo perché effettivamente è un tema sentito e di grande sensibilità per molti nostri concittadini e, in generale, per molti europei, tant’è vero che la normativa europea in tema di tutela e di protezione degli animali è particolarmente rigorosa e particolarmente attenta.
  Come ha sottolineato l'onorevole Brambilla, il consumo di carne di cane è ancora permesso in alcune regioni dell'Asia, in modo particolare nel sud della Cina, nel nord-est della Cina e nella Repubblica di Corea. Lo è in momenti circoscritti dell'anno, lo è in occasione di feste popolari legate, in alcuni casi, anche a delle superstizione o, comunque, a delle tradizioni locali, tant’è vero che, per esempio, nella festività che è comunque stata ricordata anche dall'onorevole interrogante e a quello che ha sottolineato, rispetto alle pratiche di consumo di carne di cane nella città di Yulin, sappiamo bene che le autorità locali non riconoscono quella pratica come ufficialmente autorizzata, tant’è Pag. 69vero che in alcune zone della Cina, per esempio a Pechino, è stata vietata la possibilità di servire carne nei ristoranti. Quindi, anche in quei Paesi si sta diffondendo sempre di più, in modo particolare nelle nuove generazioni ma anche nell'opinione pubblica, attraverso anche dibattiti sui social media o sui giornali locali, una particolare attenzione volta a ridurre e magari a superare il consumo della carne di cane, proprio perché nuovi modelli di alimentazione e soprattutto nuovi modelli di tutela e protezione degli animali si stanno in qualche modo facendo strada anche in quelle regioni.
  Per quanto riguarda l'impegno del nostro Governo, faccio presente che sicuramente la rete diplomatico-consolare e, in particolar modo, il consolato generale di un Hong-Kong è in stretto contatto con alcune ONG che lavorano in quei territori, in modo particolare proprio alla World Dog Alliance, per verificare quali sono i dati e le iniziative che possono essere proposte. In modo particolare il nostro Governo, secondo quanto ovviamente fornito come elemento dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che è il Ministero competente in questa materia, sta valutando attentamente anche possibili iniziative di carattere europeo proprio creando delle sinergie con gli altri Paesi europei per cercare di sensibilizzare quelle popolazioni e quei Governi rispetto al tema della protezione degli animali e immaginare, eventualmente, anche che ci possano essere là degli interventi normativi volti a disciplinare questo settore.

  PRESIDENTE. La deputata Michela Vittoria Brambilla ha facoltà di replicare.

  MICHELA VITTORIA BRAMBILLA. Grazie, signor Presidente...

  PRESIDENTE. Signora Presidente. La ringrazio, onorevole.

  MICHELA VITTORIA BRAMBILLA. ... Ministro, ringrazio anche lei per avere letto in Aula la risposta del Governo. Purtroppo, le considerazioni svolte non mi consentono ovviamente di dichiararmi pienamente soddisfatta. Io mi rendo perfettamente conto che non sia facile affrontare a livello diplomatico un tema di valenza storico-culturale, ma le sue parole sono state francamente un po’ troppo vaghe perché quello che occorre è un serio tentativo di farsi sentire impostando un'azione comune con i partner europei che deve essere molto ferma ed energica, perché al principio del ventunesimo secolo mangiare carne di cane, che è il migliore amico dell'uomo, è e resta una barbarie difficile anche da commentare. Le tradizioni non possono essere una ragione sufficiente per mantenere comportamenti ripugnanti e in contraddizione con il progresso sociale. È auspicabile che la Cina ed altri Paesi dell'area si dotino di leggi per la tutela degli animali, non solo le specie in via d'estinzione ma anche quelli domestici. Mettere fine agli orrori di Yulin sarebbe un segnale fortemente apprezzato e rimuoverebbe una macchia sull'immagine che questo Paese, di antichissima civiltà, trasmette di sé nel mondo. È dunque necessario che la comunità internazionale si faccia sentire con tutti i Governi dei Paesi interessati e manifesti in forma adeguata la preoccupazione di milioni di persone, perché il fatto che certe atrocità avvengano in Paesi lontani non ci autorizza a volgere lo sguardo dall'altra parte. Quindi, vorrà dire che riproporremo la richiesta con la mozione che abbiamo preparato, chiedendo a tutti i parlamentari di sostenerci in questa battaglia.
  D'altra parte, che la sensibilità di questo Governo e di questa maggioranza verso i diritti degli animali fosse scarsa non è una novità. Chi ha eliminato il Corpo forestale dello Stato e la polizia provinciale, con la sua professionalità, sulla vigilanza venatoria ? Chi ha introdotto la non punibilità per tenuità del fatto, rendendo difficile sanzionare i reati contro gli animali e cancellando decenni di battaglie ? Chi ha rifiutato di eliminare completamente la barbarie dei richiami vivi e ha depotenziato la task-force sul randagismo e si appresta – concludo – ad autorizzare Pag. 70la strage sui lupi non può seriamente preoccuparsi del massacro di Yulin e del traffico di carne di cane.

(Intendimenti in ordine alla sostituzione del comandante nazionale del Corpo forestale dello Stato, anche alla luce di recenti inchieste giudiziarie e in considerazione del progetto di riorganizzazione del medesimo Corpo – n. 3-02298)

  PRESIDENTE. Il deputato Massimiliano Bernini ha facoltà, per un minuto, di illustrare l'interrogazione Terzoni ed altri n. 3-02298, concernente intendimenti in ordine alla sostituzione del comandante nazionale del Corpo forestale dello Stato, anche alla luce di recenti inchieste giudiziarie e in considerazione del progetto di riorganizzazione del medesimo Corpo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, signora Presidente e grazie Ministro. La procura di Novara ha chiesto il rinvio a giudizio del Capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, che nel 2012 avrebbe redatto un verbale falso relativo ad un appalto del consorzio di irrigazione e bonifica dell'Est Sesia. Già l'anno scorso avevamo presentato diverse interrogazioni sulla sua nomina, sulla sua permanenza al vertice del CFS per oltre 12 anni, sul fatto che risulti coinvolto in diverse inchieste e sulle intercettazioni telefoniche con Cipriano Chianese, presunto inventore dell'ecomafia in Campania.
   Inoltre, recentemente, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo, che prevede la soppressione del Corpo forestale e, secondo l'articolo 12, il capo del Corpo deciderà l'Amministrazione presso la quale ciascuna unità di personale è destinata a transitare. Insomma, l'ingegner Patrone giocherà un ruolo fondamentale sul destino professionale di 7.000 donne e uomini del CFS. Chiediamo perciò se, alla luce di questi fatti, non sia opportuna l'immediata sostituzione dell'ingegner Patrone dall'incarico di comandante nazionale del CFS, nonché la revoca immediata dall'incarico di coordinatore del gruppo di lavoro sulla Terra dei fuochi.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, signora Presidente, onorevoli deputati, dalla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri nascerà il Comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare di questo Paese. Con questa riforma riorganizzeremo le funzioni di polizia impegnate sul fronte agro-ambientale, dotando il nostro Paese di una struttura in grado di assicurare sempre meglio e sempre di più prevenzione e repressione su questo fronte. Io di questo lavoro non posso che esprimere grande ringraziamento anche in questa sede per l'impegno e il lavoro promosso sia dai vertici del Corpo forestale dello Stato, sia dai vertici dell'Arma dei carabinieri, nella costruzione appunto di quello che sarà uno dei più importanti laboratori di esperienza in campo europeo e internazionale e quello che sarà il più importante corpo di polizia ambientale continentale. In merito alla riorganizzazione ci tengo a precisare che il personale manterrà le competenze possedute e verrà impiegato nell'attuale sede di lavoro o incarico ricoperto; anche le progressioni di carriera saranno salvaguardate rispettando i criteri attualmente esistenti. La riorganizzazione prevede poi il trasferimento di 750 agenti ad altre forze di polizia o ad amministrazioni; in particolare, il reparto antincendi confluirà nei vigili del fuoco. È chiaro che i provvedimenti attuativi richiamati rappresentano atti amministrativi da adottare sulla base di criteri fissati dalla legge e pertanto sottratti ad ogni autonoma decisione e discrezionalità.
   Faccio inoltre presente agli interroganti che ad oggi, come comunicato dagli uffici del Corpo forestale dello Stato, non Pag. 71è stato disposto dal giudice il rinvio a giudizio a carico dell'ingegner Patrone, né risultano agli atti del Ministero elementi relativi al procedimento penale oggetto dell'interrogazione.

  PRESIDENTE. La deputata Patrizia Terzoni ha facoltà di replicare.

  PATRIZIA TERZONI. Grazie, Presidente e grazie Ministro. Noi non siamo d'accordo; vogliamo che Cesare Patrone sia almeno sospeso da questo incarico per almeno quattro ordini di ragioni. L'imbarazzante familiarità riportata da intercettazioni tra il comandante del Corpo e l'avvocato Chianese, presunto inventore dell'ecomafia in Campania: come a tutti tristemente noto, la grave situazione di degrado ambientale in Campania è costata la vita a cittadini e forze dell'ordine e la situazione continua ad essere di massimo allarme sanitario e ambientale. Il presente capo di imputazione nei confronti del comandante è in grado di produrre una paradossale situazione che potrebbe vedere il suo stesso Ministero potenzialmente parte civile contro il vertice della sua più grande articolazione in campo di vigilanza in un controllo ambientale (è vero che la state assorbendo all'interno dell'Arma dei carabinieri e quindi da gennaio non sarà più sotto il suo Ministero). Il terzo punto è la mancanza di vera opposizione alla decisione del legislatore delegante di privare il Corpo forestale di una propria identità autonoma, sancendo la confluenza della principale forza di polizia ambientale ad ordinamento civile in un'altra forza di polizia ad ordinamento militare. Quarto punto: l'inusuale permanenza al vertice della struttura per oltre dodici anni a partire dal 2004, quando in media la permanenza in questi vertici è la metà.
   Tali circostanze gettano una grave ombra non solo sull'operato del Comandante del Corpo forestale dello Stato, chiamato a decidere le sorti di oltre 7.000 uomini e donne del Corpo, ma sull'intera scellerata scelta di sopprimere il Corpo forestale dello Stato, voluto fortemente dallo stesso comandante, da questo Governo ed anche da lei, Ministro Martina.

(Iniziative di competenza volte alla revisione del sistema di funzionamento della Commissione unica nazionale (CUN) suini – n. 3-02299)

  PRESIDENTE. Il deputato Marco Carra ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cova ed altri n. 3-02299, concernente iniziative di competenza volte alla revisione del sistema di funzionamento della Commissione unica nazionale (CUN) suini (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  MARCO CARRA. Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, io colgo questa occasione per ringraziarla e per evidenziare l'importanza per il settore agricolo ed agroalimentare delle misure adottate dal Governo, da lei, signor Ministro, e dalla nostra maggioranza. Oggi, grazie a noi, l'agricoltura non è più sola come qualche anno fa. Stiamo recuperando i disastri che abbiamo ereditato dai Governi della destra, della destra di questo Paese, in particolare dalla Lega, lo stiamo facendo sul settore lattiero-caseario, lo stiamo facendo anche sulle carni, in particolare sulla suinicoltura, oggetto della nostra interrogazione. Penso, ad esempio, alla misura contenuta nella legge di stabilità, relativa all'aumento della compensazione IVA. Permane tuttavia una situazione difficile. Lei ha fatto benissimo a convocare il tavolo di filiera per il prossimo 14 giugno perché esiste ancora un problema di remunerazione e di reddito per i nostri allevatori. Ecco, la CUN non sta dando i risultati auspicati. Pertanto, chiediamo quali iniziative il Governo e lei, signor Ministro, intenda assumere per rivedere e rilanciare il sistema di funzionamento della CUN.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Martina, ha facoltà di rispondere.

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  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, signora Presidente, onorevoli deputati, noi siamo consapevoli – come è stato detto – del momento di crisi che sta attraversando il settore suinicolo e, proprio per questo, il Governo e il Parlamento sono in campo già da mesi per intervenire a favore degli allevatori.
   Con la legge di stabilità abbiamo introdotto l'aumento della compensazione IVA, come veniva ricordato, anche per le carni suine, oltre al taglio delle tasse con la cancellazione di IRAP e IMU agricola per tutti gli agricoltori. Dall'Europa abbiamo ottenuto lo stoccaggio delle carni suine, che ha costituito un ulteriore aiuto, anche se alla Commissione noi chiediamo ancora interventi più stringenti e più incisivi. Il dialogo con tutta la filiera prosegue; proprio il 14 di giugno abbiamo convocato a Brescia una riunione nazionale operativa con tutti i rappresentanti del settore per individuare ulteriori aree di intervento. In merito all'oggetto dell'interrogazione, proprio per superare alcune difficoltà, con la legge n. 91 del 2015, il Ministero si è attivato per regolare le CUN attraverso uno schema di decreto interministeriale che regolamenti in maniera orizzontale il funzionamento proprio delle CUN stesse. Il decreto ha iniziato il suo iter per l'acquisizione dell'intesa con la Conferenza Stato-regioni e del parere del Consiglio di Stato. Prevede l'introduzione di regole di funzionamento che dovrebbero aiutare a superare le attuali criticità insite nei rapporti tra i componenti della Commissione. In particolare, sottolineo che l'innovazione procedurale delle CUN è destinata ad innestarsi sull'esistente struttura delle camere di commercio. Preciso inoltre che la sospensione delle autonome rilevazioni dei prezzi da parte delle commissioni locali, istituite presso le camere di commercio, avverrebbe solo in caso di istituzione delle CUN stesse. Confermo, quindi, l'assoluto impegno del Ministero in questa vicenda e più in generale l'impegno nostro a tutela di tutta la zootecnia, di tutti gli agricoltori, in particolare degli allevatori che più soffrono.

  PRESIDENTE. Il deputato Paolo Cova ha facoltà di replicare.

  PAOLO COVA. Grazie, signora Presidente. Grazie, signor Ministro, la ringrazio per la risposta che ci ha dato perché è un altro segnale che arriva a tutti noi, ma soprattutto agli allevatori italiani, in particolare quelli che si interessano di suinicoltura. Come è già stato detto, diversi interventi sono stati fatti sul tema della zootecnia in questi tre anni, penso al latte, a tutto il tema dell'accoppiato, che è stato fatto sulla PAC, sulla carne, come è stato detto anche in precedenza, e mi fa anche piacere tenere presente quello che ha accennato adesso proprio questo intervento sulle CUN, perché in questi anni proprio hanno dimostrato una loro grossa difficoltà.
  Il fatto – come accennava – è che il decreto n. 91 prevedeva una riformulazione e una rimodulazione di queste Commissioni uniche nazionali e questo impegno preso dal Governo è solo un aspetto positivo. Io credo che questo possa andare proprio in aiuto ai nostri suinicoltori italiani, che attualmente non vedono premiato il proprio prodotto, proprio perché, pur avendo un prodotto particolarmente di valore – penso alle DOP, magari al prosciutto di Parma, al prosciutto San Daniele e ad altre DOP diffuse sul nostro territorio –, non riescono poi ad avere questa valorizzazione della carcassa che riescono a portare al macello. Il fatto che ci sia questo intervento sulla CUN è un aspetto positivo. Anche il fatto che in altri decreti, anche in quello della semplificazione e della competitività, era stata prevista la consulenza aziendale per i nostri allevatori e agricoltori può essere considerata come un vantaggio, un favore che possono migliorare la qualità del prodotto e la produzione. Grazie, signor Ministro. Io credo sia importante andare avanti anche con questo incontro del 14 giugno, proprio per mettere tutta la filiera, tutti gli allevatori e tutte le organizzazioni intorno a un tavolo per poter giungere ad una soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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(Politiche a favore della natalità – n. 3-02300)

  PRESIDENTE. La deputata Binetti ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-02300, concernente politiche a favore della natalità (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  PAOLA BINETTI. È noto ormai a tutti, signor Presidente, illustre Ministro della famiglia, che in Italia c’è un allarme demografico gravissimo e che le nascite restano al minimo dai tempi dell'Unità d'Italia. Noi sappiamo perfettamente che nascono sempre meno bambini, ma il fatto di saperlo non ci ha aiutato in questo periodo a prendere misure concrete per ottenere un'inversione di questa tendenza. Nel 2015 sono nati 488 mila bambini, l'8 per mille residenti, 15 mila in meno rispetto al 2014, toccando il minimo storico delle nascite nello Stato italiano. Questo non è un indice allarmistico, non è una sorta di allarme lanciato da chi vuole chiedere, come sarebbe giusto, misure a favore della famiglia, ma sono dati nudi e crudi che l'ISTAT ci ha trasmesso proprio recentemente, tra l'altro, dicendoci che ormai la percentuale di nati per donna è ferma all'1,35: praticamente, ci vogliono quattro donne per avere cinque bambini.

  PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Enrico Costa, ha facoltà di rispondere.

  ENRICO COSTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Grazie, Presidente. Condivido innanzitutto le preoccupazioni espresse dall'onorevole Binetti, che sono avvalorate da dati numerici relativi al fenomeno. Il trend della natalità in Italia, infatti, ha conosciuto diversi cicli: un trentennio di discesa, dal picco del 1964 (oltre un milione di nati), fino al punto più basso registrato nel 1995, quando i nati sono stati 526 mila; una lieve ripresa, culminata nel 2008, con 576 mila nati e un nuovo deciso calo, tuttora in corso. Queste dinamiche, che sono comuni a molti Paesi occidentali nella loro tendenza, registrano in Italia valori particolarmente preoccupanti. In particolare, il 2015 segna un record negativo della denatalità, con 488 mila nascite. A ciò deve aggiungersi la diminuzione del tasso di fecondità delle donne, che nel 2015 è sceso ulteriormente, fermandosi all'1,35.
  L'età media delle neo-mamme è in crescita progressiva dal 1975 ad oggi. Nel 1975 avevano in media 24 anni e mezzo, oggi hanno più di trent'anni. Si rendono, dunque, necessarie e urgenti misure strutturali, finalizzate a determinare l'inversione di una tendenza che rischia di creare i presupposti di una società con una fragile prospettiva. Va detto onestamente che nessuna misura isolatamente è sufficiente a raggiungere l'obiettivo descritto. Occorre una politica complessiva ed organica di sostegno alla famiglia, che permetta alle giovani coppie di guardare al futuro con fiducia.
  Occorre, innanzitutto, evitare che la famiglia sia considerata un soggetto neutro di fronte al legislatore e di fronte al fisco. La famiglia ha una forza propria, che deve essere riconosciuta. Avere dei figli è bellissimo, ma comporta difficoltà, sacrifici, scelte e costi e lo Stato non può e non deve essere indifferente. Per questo il Governo è impegnato ad approfondire non solo le misure a sostegno della famiglia, ma una strategia complessiva e trasversale che metta la famiglia al centro.
  Già nel DEF alcune misure di sostegno sono evidenziate, come, ad esempio, il potenziamento del sistema territoriale dei servizi socioeducativi per la prima infanzia. Ma un aspetto significativo è dato anche dalla predisposizione del testo unico della famiglia, programmato nel DEF, per porre fine ad una frammentazione normativa che spesso diventa confusione, ma anche per dare dignità, di fronte al legislatore, alla famiglia intesa come nucleo essenziale della nostra società.

  PRESIDENTE. La deputata Binetti ha facoltà di replicare.

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  PAOLA BINETTI. La mia replica è: come si riuscirà a trasformare una speranza, un annuncio in fatti concreti ? Infatti, sono i fatti concreti, Ministro, che, come lei ben sa, ci mancano da tempo. Era l'anno scorso, più o meno di questi tempi, quando, con i colleghi del mio gruppo, abbiamo presentato il famoso Family Act, con la speranza di smuovere nel Governo corde di una sensibilità diversa. Purtuttavia, possiamo dire che in questo anno non abbiamo portato a casa molto, per non dire che abbiamo portato a casa pressoché nulla. Viceversa, abbiamo visto molti altri soggetti raggiungere i loro obiettivi, costruire percorsi totalmente innovativi sotto il profilo giuridico e forse anche sotto il profilo economico. Ci sentiamo trascurati da questo Governo.
  È vero che c’è la promessa che nella prossima legge finanziaria ci sarà una parte concreta dedicata alla famiglia, ma noi quella promessa la vorremmo vedere, la vorremmo toccare con mano, vorremmo che se ne rendessero conto le famiglie, vorremmo che si riaccendesse la speranza e che questa speranza si concretizzasse in due elementi importanti. Innanzitutto, la maggiore fiducia delle donne giovani ad affrontare una maternità. Giustamente, come diceva il Ministro, non è un problema solo di maternità, è anche un problema di lavoro. Quindi, vorremmo una particolare attenzione alle donne e al lavoro delle donne, perché questo permetta loro di avere la sicurezza di poter avere dei figli. Ma possiamo anche desiderare con tutto il cuore che le misure economiche che vengono incontro ai bisogni dei bambini siano misure che scoprono in ogni figlio un investimento. Mi piacerebbe che quell'indicatore che dice che, per ogni figlio, ogni famiglia si impoverisce del 20 per cento si trasformasse in un indicatore che dice che, per ogni figlio, una famiglia riceve un incremento del 20 per cento di risorse, perché questo bambino che nasce venga preso in cura e sia accompagnato in un processo di sviluppo che ne faccia un uomo adulto, maturo, capace di prendersi cura, lui stesso, della sua famiglia e del benessere della società.
  Quindi, Ministro, io la ringrazio e mi auguro che non siano parole in libertà. Il mio livello di soddisfazione è strettamente proporzionale alla concretezza, alla coerenza e alla realizzabilità di queste iniziative.

(Iniziative di competenza in relazione ad una legge regionale del Friuli Venezia Giulia in materia di unione di comuni – n. 3-02301)

  PRESIDENTE. Il deputato Gigli ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-02301 concernente iniziative di competenza in relazione ad una legge regionale del Friuli Venezia Giulia in materia di unione dei comuni – (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, il Friuli Venezia Giulia è una regione autonoma a Statuto speciale, che ha competenza primaria sulle autonomie locali. Però, questa autonomia deve essere esercitata entro precisi limiti, peraltro richiamati dallo Statuto regionale, primo dei quali, naturalmente, il rispetto del dettato costituzionale e delle norme europee e della Carta europea delle autonomie locali.
  La regione ha ritenuto, legittimamente, di procedere ad un riordino delle autonomie locali attraverso lo strumento delle unioni territoriali intercomunali, le cosiddette UTI. Fin qui nulla da dire, le compete pienamente. È il metodo che lascia perplessi. Io le chiedo se questo metodo ha rispettato davvero la Costituzione per quanto riguarda il rapporto con i comuni, visto che prevede l'obbligatorietà della unione e visto che non ha nemmeno messo in atto meccanismi di consultazione e di concertazione con i comuni.

  PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Enrico Costa, ha facoltà di rispondere.

  ENRICO COSTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Grazie, Presidente. Pag. 75Con la legge richiamata dall'onorevole interrogante, la regione Friuli Venezia Giulia ha inteso dare attuazione al riordino del sistema regione e autonomie locali. Tale legge ha superato il vaglio di costituzionalità nel Consiglio dei Ministri del 10 febbraio 2015. L'iniziativa normativa trova fondamento nella competenza regionale esclusiva in materia di ordinamento degli enti locali, prevista nello Statuto di autonomia e dettagliata dalle norme di attuazione statutaria, che, tra l'altro, prevedono che la regione, nel rispetto degli articoli 5 e 128 della Costituzione, nonché dell'articolo 4 dello Statuto di autonomia, fissi i principi dell'ordinamento locale e ne determini le funzioni per favorire la piena realizzazione dell'autonomia degli enti locali. Il compito, quindi, di determinare le funzioni degli enti locali del Friuli-Venezia Giulia è esplicitamente collocato all'interno delle competenze esclusive attribuite alla regione. Nell'esercizio di dette prerogative, il legislatore regionale ha ritenuto – ha fatto una scelta quindi – che l'esercizio delle funzioni fondamentali dei comuni debba essere gestito tramite un soggetto istituzionale, dotato di personalità giuridica, in grado di garantire maggiore stabilità e di costituire un forte polo di attrazione organizzativo. Il modello delle unioni di comuni è parso quindi essere il più idoneo a conseguire questa finalità.
  Con riferimento all'asserita lesione dell'articolo 5 della Costituzione, si osserva che la previsione dell'esercizio delle funzioni fondamentali dei comuni mediante l'unione, oltre a essere conforme ad una delle due modalità previste dal legislatore statale, unione o convenzione, costituisce il risultato del contemperamento del principio di decentramento con quelli di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza di cui all'articolo 118 della Costituzione, secondo il quale, laddove sia necessario assicurare l'esercizio unitario delle funzioni amministrative, le stesse possono essere allocate a un livello superiore. A tale proposito, si rammenta come secondo la giurisprudenza costituzionale spetta alla regione Friuli-Venezia Giulia, nell'esercizio della potestà legislativa primaria in materia, il potere di valutare l'esigenza di coordinamento e di esercizio integrato delle funzioni degli enti locali e di prevedere, se del caso, strumenti congruenti allo scopo, compresa, tra questi, l'istituzione di altri enti locali non necessari. Questa è una valutazione tecnica sotto il profilo di costituzionalità. Non ho inteso entrare nel merito di quella che è stata la scelta, ma ci tengo a toccare un aspetto più generale e colgo l'occasione per evidenziare che, in vista ormai della scadenza prossima della proroga al 31 dicembre 2016 fissata dal milleproroghe alla tempistica recata dal DL n. 78 del 2010 per l'esercizio obbligatorio in forma associata delle funzioni dei piccoli comuni, si è avviata una riflessione finalizzata ad intervenire con un quadro certo di regole che sostenga l'associazionismo comunale senza forzature, facendo leva sulle autonome scelte dei sindaci ed ipotizzando anche incentivi a sostenere tali scelte.

  PRESIDENTE. Il deputato Gigli ha facoltà di replicare.

  GIAN LUIGI GIGLI. La ringrazio molto, signor Ministro, perché quello che lei ha detto in coda mi ha fatto piacere ascoltarlo perché è il metodo che io avrei voluto fosse stato esercitato anche in Friuli-Venezia Giulia. È il metodo certamente della concertazione, il metodo della moral suasion; è il metodo della convenienza, certamente, ma che non può essere quello della forzatura e non può essere nemmeno quello della penalizzazione economica a cui adesso si sta andando incontro per tanti comuni cosiddetti riottosi rispetto al riordino delle UTI in Friuli-Venezia Giulia. Ora, non è normale a mio avviso, con tutto quello che lei ha detto, che un terzo dei comuni di questa regione sia attualmente in causa presso il tribunale amministrativo regionale con la regione stessa. Questo è un fatto francamente abnorme e io credo che sia legato appunto al metodo dell'intervento, non certo al merito dell'intervento. Allora, io capisco, per carità, che a suo tempo forse il Governo non ha ritenuto Pag. 76di impugnare la questione dal punto di vista della costituzionalità e che forse adesso è tardi, però certamente gli elementi che lei ha richiamato, di sussidiarietà appunto, se valgono nei rapporti regione-Stato e valgono nel trasferimento di funzioni verso l'alto, eventualmente dai comuni verso la regione o verso un ente intermedio, come le UTI appunto, sicuramente dovrebbero valere anche verso il basso e dovrebbero valere soprattutto nel fatto che la regione stessa tenga conto che i comuni sono enti costitutivi della Repubblica al pari dello Stato, al pari della regione stessa. L'invito che io posso fare, ringraziandola per questo modello che lei propone per le regioni a statuto ordinario, è se non vada aperto un tavolo di discussione con le regioni a statuto speciale affinché lo stesso metodo che lei ha proposto, quello appunto del dialogo, quello della concertazione, quello dei benefici, non quello delle penalizzazioni, possa essere riproposto anche per regioni come il Friuli Venezia Giulia e si possa arrivare a superare un contenzioso che è dannoso per le istituzioni davanti ai tribunali.

(Iniziative urgenti per la pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti, al fine di garantire un'effettiva prevenzione dei rischi del dissesto idrogeologico – n. 3-02302)

  PRESIDENTE. Il deputato Guidesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02302, concernente iniziative urgenti per la pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti, al fine di garantire un'effettiva prevenzione dei rischi del dissesto idrogeologico (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GUIDO GUIDESI. Grazie Presidente. Signor Ministro, questo è un argomento che abbiamo già affrontato perlomeno a parole più volte. Si tratta della pulizia dei fiumi e dei torrenti che poi provocano spesso e volentieri casi di dissesto idrogeologico che ovviamente non hanno causa solo per quel motivo, ma anche per l'abusivismo edilizio, anche per l'abbandono di alcuni territori prevalentemente montani, anche e soprattutto per gli eventi di calamità naturale per cui anche per il cambiamento climatico che c’è stato negli ultimi anni. Ciò non toglie che la pulizia degli alvei dei fiumi oggi è praticamente resa impossibile da una legislazione arcaica che assume i connotati di un fondamentalismo ambientale che di certo non ha funzionato e non ha dato alcun beneficio, se non purtroppo quello di andare poi ad intervenire anche dal punto di vista economico, rimpiazzando i gravi danni che vengono causati ad intere popolazioni e ad interi territori. Pertanto, siamo a chiederle come intendete intervenire rispetto questa situazione.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie signora Presidente. Intanto voglio ribadire ancora una volta che il tema del dissesto idrogeologico resta un tema prioritario per il Governo. A partire dal 2014 la nostra azione è stata finalizzata proprio ad affrontare in modo più efficace, sia la programmazione, che l'attuazione degli interventi per la messa in sicurezza del Paese. I presidenti di regione sono subentrati alle precedenti gestioni commissariali con poteri ampliati e rafforzati per accelerare e semplificare, sia la fase di progettazione, che quella di autorizzazione ed esecuzione delle opere. Con lo «sblocca Italia» sono state definite nuove regole per la programmazione, in coerenza con un quadro effettivo del rischio e garantendo criteri di trasparenza nella selezione degli interventi. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, insieme alla struttura di missione, ha quindi avviato il piano operativo nazionale degli interventi per il periodo 2014-2020. Tale piano è stato definito con le regioni con una lunga concertazione attraverso l'utilizzo del sistema Pag. 77ReNDiS-web, proprio del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in collaborazione con ISPRA. L'insieme degli interventi indicati raggiunge un importo di circa 20 miliardi e 300 milioni di euro. Rispetto a tale stima complessiva, l'importo delle richieste validate dalle regioni ammonta a circa 17 miliardi e mezzo di euro. Si è voluto, inoltre, recuperare il ruolo fondamentale svolto dalle autorità di bacino nell'attività di pianificazione e individuazione degli interventi, chiamando le regioni stesse a esprimersi sulla tipologia e localizzazione del dissesto e sull'effettiva relazione fra intervento proposto e recupero dell'assetto dell'area. Il collegato ambientale ha poi profondamente modificato alcune norme chiave del settore, prima fra tutte quelle sulla riforma delle autorità di bacino distrettuali. Il Ministero, in coordinamento con le regioni, lo scorso 3 marzo, ha approvato i due nuovi masterplan di riferimento in materia di acque e di gestione del rischio di alluvione coordinate a livello di distretto idrografico, espressamente richieste dalle normative comunitarie.
  Con specifico riferimento alla pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti dai tronchi d'albero o altro materiale vegetale, si fa presente in ogni caso che tale attività è tutta di competenza regionale. La questione della sabbia e della ghiaia trascinate dalla corrente, nel collegato ambientale è stata affrontata con una norma specifica che prevede che le autorità di bacino predispongano il programma di gestione dei sedimenti a livello idrografico. Tali attività devono fondarsi su un quadro conoscitivo aggiornato, rappresentato nello specifico dai piani di gestione e dalle loro attuazioni a livello territoriale. Solo su queste basi sarà d'ora in avanti possibile fondare una rinnovata azione di manutenzione del nostro territorio e soprattutto dare più spazio alla programmazione degli interventi manutentivi necessari.

  PRESIDENTE. Il deputato Guidesi ha facoltà di replicare.

  GUIDO GUIDESI. Grazie, Ministro. Gli interventi che sono stati fatti sono interventi praticamente quasi e solo ed esclusivamente postumi di eventi che purtroppo hanno creato notevoli danni.
  Qui, il problema – e credo che lei lo conosca perfettamente, al di là della competenza regionale; in alcuni casi sappiamo perfettamente che ci sono autorità che hanno mera competenza statale – è che non si riesce ad intervenire per la semplice pulizia degli alvei, dei fiumi e dei torrenti per una questione burocratica, perché a volte c’è da fare numerosissime richieste – dove le risposte diventano estremamente difficili – ma anche per delle normative che limitano le potenzialità, anche nei momenti di magra dei fiumi, di poter lavorare, pulire in quei momenti gli alvei dei fiumi e restituire a fiumi e torrenti il loro corso naturale.
  È una normativa che non funziona e che ha causato notevoli danni. Noi siamo a chiederle di cambiare quella normativa; abbiamo presentato un progetto di legge per rendere più snella questa possibilità. Ci possiamo confrontare, partendo dalla Commissione e arrivando in Aula, ma che ci sia veramente la possibilità di sistemare una situazione che in alcuni casi diventa veramente italica e molto imbarazzante, ma che soprattutto causa poi tutti i danni che vediamo, con i pericoli annessi. Una volta le piene dei fiume erano di una portata meno elevata, ma si correvano realmente meno rischi; oggi, se andiamo avanti ad alzare gli argini, ci troveremo dei paesi e delle comunità completamente in ombra.

(Stato di attuazione degli interventi per il contrasto del dissesto idrogeologico e iniziative per l'impiego immediato e concreto delle risorse individuate – n. 3-02303)

  PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Matarrese ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02303, concernente lo stato di attuazione degli interventi per il contrasto del dissesto idrogeologico e iniziative per l'impiego immediato e concreto delle risorse individuate (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

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  SALVATORE MATARRESE. Signora Presidente, signor Ministro, il dissesto idrogeologico è una problematica grave e rilevante nel nostro Paese, lo ha detto prima; ha avuto effetti disastrosi sul territorio, anche in termini di perdite di vite umane. In questo Parlamento abbiamo fatto diverse iniziative affinché si possa porre rimedio. Il rapporto ISPRA, di recente emanazione, evidenzia che il 16 per cento del nostro territorio è ancora a rischio idrogeologico; ben 7 mila e oltre comuni sono interessati da questa problematica; i comuni, le regioni e gli enti preposti lamentano carenze di risorse; si individuano e si percepiscono difficoltà nella spesa per adempimenti burocratici molto spesso non compatibili con l'urgenza di dare risposte immediate ai cittadini su questa problematica; le regioni lamentano risorse, lamentano una presenza al Governo, e la regione dalla quale provengo, la Puglia, addirittura, in base al rapporto Rendis, chiede una collaborazione del Governo per poter rispondere al fabbisogno di 2,3 miliardi di euro che sarebbero necessari per mettere in sicurezza tutta la regione Puglia.
  Quindi, le chiedo lo stato d'attuazione dei programmi che questo Governo ha posto in essere, le risorse disponibili e come si può dare una risposta in tempi certi affinché le risorse vadano dove siano utili per risolvere i problemi sparsi sul nostro territorio.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, signora Presidente, e grazie anche all'onorevole Matarrese, che mi dà modo di aggiungere cose che ho già detto anche nella precedente risposta e di fare il punto sulla situazione delle risorse che sono state stanziate, con una precisazione: il problema, oggi, dopo due anni, è meno di risorse, resta il problema di spendere bene e in fretta le risorse che già ci sono.
  Lo ho ricordato prima: noi abbiamo molto semplificato il sistema, proprio perché ci siamo resi conto che il problema era lì. Il problema non è oggi di avere delle risorse, perché, come dirò fra poco, le risorse ci sono oggi, e abbiamo anche semplificato il sistema. Quindi, credo che oggi ci siano tutte le condizioni, per i presidenti di regione, con i nuovi poteri che hanno come poteri straordinari, di potere impiegare quelle risorse in tempi brevi, risorse che sono già disponibili.
  La situazione ad oggi, due anni dopo che il Governo ha preso in mano la situazione, è che sono stati sbloccati centinaia di progetti fermi e riattivate procedure che sembravano allora irrimediabilmente bloccate. Attualmente il Ministero dell'ambiente sta procedendo in coordinamento con la struttura di missione alla predisposizione di una nuova programmazione degli interventi.
  In particolare, si stava lavorando con le regioni alla definizione del Piano nazionale di prevenzione e di contrasto al dissesto per gli anni 2015-2023, nell'ambito del quale è già stato approvato nel settembre scorso il Piano stralcio per le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazioni esposte a rischio di alluvione, costituito da una sezione attuativa e già finanziata – già finanziata ! – di 33 interventi per 654 milioni di euro e da una sezione programmatica di 99 interventi per altri 650 milioni di euro, destinati in un futuro finanziamento. Il Piano nazionale potrà essere finanziato attraverso le risorse del bilancio ordinario e le risorse della politica di coesione nazionale ed europea.
  Per quanto riguarda le risorse ordinarie, è stata prevista l'assegnazione di 150 milioni di euro nell'anno 2016, 50 milioni nel 2017 e 150 nel 2018, che si vanno a integrare agli 800 milioni che ricordavo prima. Per integrare tali risorse, si sta valutando, con gli enti di credito europeo, la richiesta di un mutuo per finanziare una parte del Piano nazionale. I fondi nazionali di sviluppo e coesione 2014-2020 sono stati già oggi parzialmente attribuiti alle regioni del meridione attraverso la sottoscrizione dei Patti per il Sud, per il contrasto proprio al dissesto idrogeologico. Pag. 79Le risorse già date ammontano a 1 miliardo e mezzo di euro. Un'ulteriore assegnazione di risorse sarà fatta a valere sulla quota residua del fondo.
  Per quanto concerne invece le risorse della coesione europea, si segnalano diversi interventi finanziari per circa 1,2 miliardi di euro. Esiste poi un ulteriore fondo di 100 milioni per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, che sarà disciplinato con un decreto che è in corso di redazione ed uscirà fra poche settimane.

  PRESIDENTE. Il deputato Matarrese ha facoltà di replicare.

  SALVATORE MATARRESE. Presidente, signor Ministro, accolgo con soddisfazione e piacere la sua risposta esaustiva, in quanto pone un punto fermo: l'azione di questo Parlamento e di questo Governo nell'individuare il dissesto idrogeologico è una priorità per la sicurezza dei cittadini, ha comportato semplificazioni negli interventi e risorse immediatamente disponibili. Quindi, non ci sono e non ci dovrebbero essere più alibi per tutto ciò che è a valle di questo impegno che viene dal Governo e da questo Parlamento; tutti sappiamo che ora spetta alle regioni, ai territori, utilizzare queste risorse. È in partenza questa programmazione e io credo che in questa programmazione ci possa essere spazio, con la tempistica necessaria, affinché si possano soddisfare le criticità più importanti, perché tutti noi comprendiamo come queste risorse, per quanto importanti, non sono esaustive per coprire il fabbisogno a livello nazionale, che, come diceva il rapporto Rendis, supera i 20 miliardi di euro, sicuramente una cifra non sostenibile per lo Stato, in questo momento.
  Ci sono delle risorse, quindi ci vuole un'attività molto forte degli enti preposti. Ci auguriamo che tutto ciò che è burocrazia, tutto ciò che non è utile agli investimenti diventi invece motivo di spinta e stimolo per portare investimenti sul territorio, per ridurre un problema di sicurezza per i cittadini ma anche per dare lavoro e occupazione alle imprese e per dare anche un grado di sicurezza maggiore a questo territorio martoriato dal dissesto idrogeologico, nel quale la Puglia spicca per le sue criticità proprio in relazione a questa problematica.
  Quindi, la ringrazio davvero per questa risposta e sollecito una sua particolare attenzione affinché queste risorse effettivamente siano spese nei tempi compatibili e nei tempi attesi da chi soffre questa problematica in maniera particolare.

(Iniziative di competenza per la bonifica e il risanamento della cosiddetta Terra dei fuochi – n. 3-02304)

  PRESIDENTE. La deputata Giovanna Petrenga ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02304, concernente iniziative di competenza per la bonifica e il risanamento della cosiddetta Terra dei fuochi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIOVANNA PETRENGA. Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, due anni fa questo Parlamento ha approvato un decreto-legge per affrontare con la massima urgenza – così si diceva – la drammatica situazione della Terra dei fuochi. Oggi sappiamo che lì nulla è cambiato: continua lo smaltimento illecito di rifiuti; continuano i roghi; le ecoballe sono ancora lì; non sono state completate le analisi sui terreni; le bonifiche non sono neanche iniziate e in molti casi mancano ancora addirittura i progetti; le falde non sono state risanate; il rilancio dei terreni agricoli neanche a parlarne, e le persone, soprattutto i bambini, continuano ad ammalarsi di tumore con una frequenza impressionante. Onorevole Ministro, vorremmo sapere quando il Governo pensa di affrontare e risolvere finalmente questa situazione.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Galletti, ha facoltà di rispondere.

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  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie signora Presidente. Il decreto-legge n. 185 del 2015, come lei ha ricordato, prevede interventi straordinari per la regione Campania e specifica i compiti delegati al Presidente della regione per dare esecuzione alla sentenza della Corte di giustizia europea. In ottemperanza al decreto, la regione Campania ha approvato il Piano stralcio operativo e pubblicato la gara per lo smaltimento di una prima quota di ecoballe.
  Come sappiamo, nei giorni scorsi le prime ecoballe hanno lasciato la Campania: è un segno evidente, questo, della presenza dello Stato per sovvertire una situazione che era diventata l'emblema non solo dello scempio ambientale, ma anche della generale incapacità di affrontare e risolvere il problema dei rifiuti in Campania.
  La regione ha inoltre approvato il piano straordinario di interventi, che si configura come variante al piano regionale. Nel febbraio di quest'anno, la regione ha inviato al Ministero l'informativa sull'avvio della procedura di scoping, di VAS per l'aggiornamento del Piano regionale. Il Piano straordinario riguarda in particolare lo smaltimento dei rifiuti in deposito nei diversi siti della regione Campania, risalenti – ve lo ricorderete – al periodo emergenziale che andò dal 2000 al 2009, nonché la bonifica, la riqualificazione ambientale ed il ripristino dello stato dei luoghi.
  Il Ministero ha già trasmesso le osservazioni relative alla richiamata procedura di VAS regionale.
  È stata inoltre istituita la Commissione per l'individuazione ed il potenziamento delle azioni e degli interventi di prevenzione del danno ambientale e dell'illecito ambientale, nonché di monitoraggio, tutela e bonifica dei terreni, delle acque di falda e dei pozzi della regione Campania.
  I suoi lavori, fin dall'insediamento, hanno riguardato innanzitutto la mappatura dei terreni destinati all'agricoltura, per accertare l'eventuale esistenza di effetti contaminanti.
  Le linee di indirizzo prevedono, tra l'altro, misure volte al contrasto dei roghi, censimento e verifica delle aree interessate da abbandono ed interramento dei rifiuti, monitoraggio delle matrici agroalimentari, misure di prevenzione, messa in sicurezza, bonifica, attività di vigilanza e controllo, comunicazione, sensibilizzazione ed informazione della popolazione, oltre ai controlli sanitari.
  Il territorio della Terra dei fuochi, costituito da 55 comuni, è stato oggetto di analisi epidemiologica da parte dell'Istituto Superiore di Sanità, pubblicata in uno specifico rapporto.
  C’è dunque in corso un lavoro intenso, trasparente e coordinato, tra tutti i vari livelli di Governo, che sta dando i suoi primi risultati, ma che occorre – lo ricordo sempre – perseguire con sempre maggiore determinatezza, con certezza e con il lavoro quotidiano.

  PRESIDENTE. La deputata Petrenga ha facoltà di replicare.

  GIOVANNA PETRENGA. Grazie Presidente. Onorevole Ministro, non posso dire di ritenermi soddisfatta dalla risposta che lei mi ha appena data, perché sono anni che noi abbiamo parlato, abbiamo legiferato, abbiamo mandato le Forze dell'ordine, i militari sulla Terra dei fuochi, ma concretamente, nei fatti, ancora non si è visto niente. Ci sono dei finanziamenti, che erano stati già previsti finanziamenti del CIPE, con la delibera n. 92 del 2014 che assegnava 21 milioni di euro per la Terra dei fuochi. Questo nel 2010, nel 2014 e poi ancora nel 2015 con il decreto Martina, che chiedeva di riutilizzare le economie provenienti da quei finanziamenti e lo chiedeva alla struttura ex Agensud per poterli utilizzare nelle bonifiche della Terra dei fuochi, e dal 2015 ad oggi non si è saputo più niente. C'era la disponibilità di 21 milioni di euro.
  Io provengo da quel territorio: noi viviamo una situazione veramente allarmante e mi auguro che ancora non rimanga soltanto in termini di parole, perché questo non solo mina la salute umana, Pag. 81la salute pubblica, ma la credibilità dei prodotti agricoli, si riversa in maniera negativa sull'indotto turistico, perché la gente scappa, non viene, eppure abbiamo tante bellezze naturali e culturali sul nostro territorio.
  Quindi io mi aspetto una risposta per sapere quando si inizia in maniera metodica e complessiva il risanamento del territorio con lo spostamento delle ecoballe, perché se noi spostiamo un'ecoballa e facciamo venire le televisioni, questo non serve ai cittadini; serve dire: «Abbiamo iniziato e si continua»; se noi ne spostiamo una adesso ed un'altra fra 3 anni e poi un'altra fra 5 anni...

  PRESIDENTE. Deve concludere onorevole.

  GIOVANNA PETRENGA. ...noi tra 20 anni stiamo ancora a spostare le ecoballe.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 16,05 è ripresa alle 16,25.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Amici, Bindi, Boccia, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Caparini, Capelli, Dambruoso, Epifani, Ferrara, Gregorio Fontana, Fontanelli, Garofani, Lorenzo Guerini, Guerra, Locatelli, Losacco, Manciulli, Merlo, Pes, Pisicchio, Ravetto, Realacci, Rosato, Sanga, Sani, Speranza, Tabacci, Tofalo, Vignali e Villecco Calipari, sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centoquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 2839-A ed abbinate.

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie signora Presidente. Signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, la presente proposta di legge, rendendo maggiormente trasparenti i partiti e movimenti politici, mira a garantirne la democrazia interna. Sul nesso tra democrazia e trasparenza c’è ben poco da dire, mentre molto, con riferimento ai soggetti della politica, deve essere fatto. Sempre più pressante infatti è la necessità di conoscere la vita che si svolge all'interno dei partiti e di assicurarsi che questa sia conforme al metodo democratico. In questo senso, le misure contenute in questa proposta di legge puntano a rendere tracciabile le risorse, umane ed economiche, che animano un partito o una qualsiasi formazione sociale con finalità politiche. Ed è attraverso questa tracciabilità che si può realizzare il controllo da parte del cittadino elettore sugli organismi politici e giungere così a strutture partitiche realmente democratiche; democratiche, dunque, in quanto rappresentative e controllabili. Conoscere inoltre la natura e la provenienza dei finanziamenti che un partito riceve, la sua organizzazione interna, le modalità di selezione Pag. 82dei candidati, è essenziale per il cittadino che aspira a partecipare attivamente alla vita democratica del suo Paese e aspira a farlo all'interno di formazioni politiche a loro volta democratiche.
  Ebbene la presente proposta di legge va proprio in questa direzione, fornendo al cittadino proprio la possibilità di conoscere e controllare, prescrivendo in capo a tutti i soggetti politici precisi oneri di trasparenza. Si tratta dunque di un provvedimento grazie al quale i partiti diventano organismi trasparenti aperti e privi di opacità.
  Quella davanti a noi è un'occasione che non possiamo permetterci di sprecare, essendo in gioco la nostra democrazia negli anni avvenire. Esprimo, quindi, nei confronti della presente proposta di legge il voto convinto della componente socialista (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Parisi. Ne ha facoltà.

  MASSIMO PARISI. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, il provvedimento che stiamo per votare non contribuirà ad avvicinare i cittadini alla politica. Ne siamo convinti, come siamo convinti che non può essere una legge, tanto meno una legge sui partiti politici, a riavvicinare i cittadini alla politica. Il testo che stiamo per licenziare si inserisce invece in un lungo elenco di leggi tese a dettare norme più che altro sulla disciplina contabile da applicare ai partiti e ai movimenti politici; c’è poco sulla democrazia interna se non un richiamo di principio ed ancor meno sulla promozione e l'agevolazione dell'attività dei partiti. Tutto ciò però, dal nostro punto di vista, è un bene. È un bene perché, per quel che ci riguarda, la parola chiave per quel che riguarda la vita dei partiti non deve necessariamente essere soltanto la parola democrazia, quanto invece la parola trasparenza. Se i costituenti avessero voluto intendere fare, come è stato sostenuto più volte nel corso di decenni di dibattito su questi temi, qualcosa di diverso rispetto a quello che hanno fatto, avevano tutti gli strumenti per farlo. Non fu fatto e in questa straordinaria storia dei nostri 70 anni di Repubblica abbiamo assistito al paradosso di avere dei partiti politici con i più alti tassi di partecipazione al mondo, con il più alto numero di iscritti al mondo (mi riferisco alla storia della Prima Repubblica), in assenza di qualsivoglia legge che normasse i partiti. Adesso che invece i partiti stanno, come dire, non messi molto bene, non tanto in salute, pensiamo che serva una legge a risollevarne le sorti. Noi non siamo convinti, né tanto meno siamo convinti del fatto che si debba normare la vita interna dei partiti politici. Mi spiego meglio: io non aderirei mai ad un partito che attribuisce ad una consultazione sul web di poche decine di migliaia di persone potere decisorio e tuttavia ritengo che il Governo e il Parlamento si debbano astenere da queste questioni e lasciare che ogni organizzazione politica faccia e decida al suo interno come meglio crede, decida al suo interno di essere un partito iperpresidenzialista, decida di essere un partito basato sul web, piuttosto che sulle decisioni di un nucleo ristretto di oligarchi, perché questa secondo me è la declinazione giusta della democrazia nei partiti. Voglio dire che se in questo Paese fosse esistita, al declino della Prima Repubblica, la legge tedesca sui partiti politici, legge che peraltro finanzia lautamente partiti e fondazioni politiche tedesche, probabilmente molti partiti non si sarebbero potuti presentare alle elezioni. Non si sarebbe potuta presentare Forza Italia, non si sarebbe potuta presentare la Lega, non si sarebbe probabilmente potuto presentare il MoVimento 5 Stelle. Non credo che avremmo avuto più democrazia e più partecipazione se fosse stata vigente una legge di tal tipo. Quindi, in questo quadro, il nostro «si» a questa legge – lo voglio dire chiaro – sarà un «sì» per sottrazione, cioè sarà un «sì» per quello che nella legge non c’è, che saggiamente si è tenuto fuori rispetto alle volontà bellicose di partenza di questo ragionamento, quando si voleva dettare Pag. 83norme chiare su come dovesse funzionare l'assemblea degli iscritti di un partito, piuttosto su quale tasso di democrazia o su quale mezzo di elettività delle cariche politiche. Correvamo questo rischio, vi era una proposta di legge in tal senso, vi era una proposta per l'istituzionalizzazione delle primarie per legge. Noi riteniamo invece che sia stata fatta una scelta di saggezza nel rendere questa legge una legge più manifesto che di contenuto, la sesta o la settima sulla contabilità dei partiti.
  Non abbiamo sciolto neanche un altro nodo, quello che ci pone di fronte a una biforcazione logica cioè se riteniamo che i partiti debbano avere finanziamento pubblico, allora è giusto che si dettino norme sul loro regolamento, o se riteniamo invece che i partiti non debbano avere nessuna forma di finanziamento pubblico che si deve lasciare alla loro piena organizzazione. Ricordo invece che non è stata seguita questa strada, non è stato scelto all'interno di questo bivio quale via percorrere e nel contempo gli strumenti esistenti, come il 2 per mille, stanno dando prova francamente molto, molto negativa; solo lo 0,04 per cento degli italiani ha scelto di dare il 2 per mille ai partiti e non credo che aumenteranno dopo l'approvazione di questa legge. Abbiamo cercato di migliorarla con alcuni emendamenti, non particolarmente rivoluzionari, né evidentemente particolarmente attrattivi per l'Aula, perché sono stati respinti, però erano su due temi che mi piace ricordare in questo intervento. Il primo, sulla questione dei finanziamenti privati. Se abbiamo tolto il finanziamento pubblico dobbiamo, secondo me, avere la massima trasparenza (abbiamo perfino presentato emendamenti che abbassavano il livello dal quale dovesse partire la dichiarazione congiunta), ma, allo stesso tempo, anche la massima libertà, anche quella – lo dico da ex appartenente a un partito che in qualche modo è stato aiutato e finanziato da un personaggio molto facoltoso – di avere donazioni senza i limiti così stringenti che ci sono nella legge attuale, perché anche questa è una compressione, a mio avviso, della libertà.
  Avevamo proposto norme che agevolassero l'attività e la vita dei partiti, introducendo per legge delle gratuità sulle disponibilità di sale, sui bolli, sul suolo pubblico, eccetera, e anche queste sono state bocciate.
  Un ultimo gruppo di emendamenti, che avevamo presentato, e spero che si possa riaffrontare l'argomento nell'altro ramo del Parlamento, riguarda, invece, le elezioni comunali e il tema annoso delle sottoscrizioni. Di elezioni comunali si è parlato molto in questi giorni per commentare i risultati: non è quello il tema, per quel che mi riguarda, in questo momento.
  Il tema è che abbiamo assistito ad una proliferazione scandalosa di liste: potrei partire dalle 41 di Napoli e dalle oltre 30 di tanti centri e realtà con poco più di 20 mila abitanti; ci sono posti in cui si è candidato nelle liste il 2 per cento degli aventi diritto, come se avessimo avuto 46 mila candidati a Roma, tanto per intendersi. Ebbene, se andate a vedere i dati, molte di quelle liste hanno preso meno voti delle firme necessarie a presentare la lista medesima, il che, secondo me, dovrebbe indurre il legislatore, forse, a dare un occhio a questa questione e ad intervenire, sia nel senso di aumentare il numero di firme necessario per presentare le liste e, forse, anche di affrontare questo problema in maniera un po’ più moderna. Penso al meccanismo della cauzione, abbiamo presentato emendamenti anche in questo senso.
  Di tutto questo non c’è stato modo di parlare, spero che il Senato possa approfondire anche queste tematiche, ma, ripeto, nonostante tutto questo, siccome questa legge poteva essere molto peggio, il nostro «sì», seppur per sottrazione, diciamo così, ci sarà (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente, colleghi deputati, è la seconda volta che parliamo di questa materia in maniera compiuta, ma, in realtà, in altro modo si è discusso in lungo e in largo delle regole che dovrebbero essere rispettate, una volta stabilite, da parte dei partiti politici italiani per rendere più trasparente la loro attività, sia l'attività di costruzione della loro ossatura, sia l'attività di selezione della classe dirigente, sia l'attività di scelta delle candidature e, infine, ovviamente, l'attività inerente alla raccolta dei fondi e alla trasparenza per quel che attiene le modalità con cui questi fondi vengono registrati e, poi, vengono spesi.
  È ovvio che Fratelli d'Italia è assolutamente d'accordo sul fatto che queste norme debbano esistere, è assolutamente d'accordo sul fatto che queste norme debbano essere esemplari e stringenti, a maggior ragione in una fase in cui la politica non ha dato esattamente il meglio di sé, e quindi si è realizzato una sorta di baratro, di distanza siderale tra i cittadini e le istituzioni, partiti politici in testa. È altrettanto ovvio che in questi casi viene, a chi gestisce il potere, la tentazione di fare finta di riformare un settore, accontentandosi di poter esibire una sorta di modifica e di miglioramento dei contenuti, salvo mantenere, invece, intatte le prerogative dei partiti, e mi riferisco, in modo particolare, ad alcune questioni che non sono sufficientemente chiarite in questo provvedimento, che, a nostro giudizio, sono dirimenti.
  La prima questione riguarda proprio la selezione della classe dirigente e la selezione delle candidature. All'interno della legge, in virtù anche di un dibattito che si è sviluppato ampiamente, si prevede, in teoria, il coinvolgimento degli iscritti ai partiti nella selezione dei candidati, ma, in pratica, non ci sono norme stringenti, forse non ci sono anche perché si vuole lasciare intonsa la libertà da parte dei partiti, e quindi delle loro segreterie, di compiere le scelte soggettive, che potremmo anche definire arbitrarie. Quindi, questa sorta di linea di demarcazione così fittizia comunque, non ci offre alcuna garanzia che, effettivamente, gli iscritti possano essere adeguatamente coinvolti nella selezione delle candidature.
  Noi sappiamo anche che negli ultimi anni la partecipazione alla vita dei movimenti politici è molto calata, e sempre più con l'avvento di una stagione leaderistica che, tutto sommato, non mi sento di denigrare, perché penso che ci sia qualche elemento di modernizzazione rispetto alle stagioni precedenti dalle quali proveniamo, la Prima Repubblica, che era fondata sostanzialmente su un assemblearismo talvolta inconcludente. C'era un eccesso, forse, di confronto, c'era un eccesso di partecipazione – per eccesso intendo che spesso le decisioni arrivavano distanti rispetto al momento in cui, invece, le si richiedevano – ma non si può passare, con l'innesto del leaderismo, all'effetto opposto, e cioè ai partiti assolutistici, dove gestisce il tutto una persona sola al comando. Questo è accaduto nella metà campo del centrodestra, ma, fatalmente, è accaduto anche, e accade, nella metà campo di pertinenza del centrosinistra e del Partito Democratico.
  Non si può abbinare a questa stagione di leaderismo, che ci allinea agli altri Paesi occidentali, una considerazione particolare per la partecipazione popolare, perché la democrazia è esattamente questo. Non ci trovo nulla di moderno o di avveniristico in quelle democrazie occidentali dove va a votare meno della metà del corpo elettorale, dove i partiti diventano praticamente delle nicchie esclusiviste per delle élite, dove la democrazia non è più la rappresentazione del concetto alto e supremo di sovranità popolare, ma è, semmai, il teatro all'interno del quale si confrontano prevalentemente le lobby, e più le lobby sono importanti e pesanti e più, ovviamente, la spuntano anche sulla designazione e la capacità di condizionamento dei vertici dei partiti.
  Penso che l'Italia, fino a qualche anno fa, abbia rappresentato e tuttora possa Pag. 85rappresentare un'eccezione positiva di partecipazione popolare, anche se nelle ultime stagioni abbiamo dovuto constatare una forte e preoccupante flessione della partecipazione al voto; partecipazione al voto che si può, invece, riesumare e ossigenare nuovamente, se le leggi che approva il Parlamento sulla materia sanno essere convincenti, cioè sanno convincere e coinvolgere i cittadini che si possano sentire al riparo dalle prepotenze degli oligarchi, dalle derive oligarchiche, che possano sentirsi protetti da quei condizionamenti economici che pure esistono, che si buttano fuori dalla porta per vederli poi rientrare dalla finestra. In modo sostanziale, rammento anche una proposta di legge depositata da Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale mesi fa, che è stata oggetto anche di un emendamento qui in Aula, ma un emendamento respinto, che prevede che le candidature, in particolare, possano essere frutto non di una semplice e eterea partecipazione degli iscritti a un partito, che possono anche essere una minoranza della minoranza della minoranza del Paese, ma che possano essere selezionate attraverso le elezioni primarie.
  Le elezioni primarie vere, però, cioè quelle normate da leggi dello Stato che prevedano l'istituzione di seggi veri, con i presidenti di seggio, con gli scrutatori, con i rappresentanti di lista, con le liste elettorali, in modo tale che il frutto della scelta dei candidati possa essere appannaggio degli elettori e, appunto, né degli iscritti a un partito né, tanto meno, delle classi dirigenti, soprattutto quando le classi dirigenti sono sostanzialmente monocratiche. Ma c’è un altro problema che, comunque, si profila all'orizzonte, che è quello legato agli statuti dei partiti, fermo restando questa specie di aiutino dato al MoVimento 5 Stelle, sempre molto democratico e molto avanti rispetto a noi comuni mortali, tanto avanti da immaginare che gli statuti siano un retaggio obsoleto dell'epoca borbonica, e non, invece, una garanzia.
  Abbiamo fatto in questo testo un volo pindarico, abbiamo evitato, appunto, al MoVimento 5 Stelle il sacrificio di doversi dotare di una carta costituzionale interna, e l'eccezione prevede che sia sufficiente una sorta di dichiarazione di principi, più o meno astratti e teorici anche questi, per potersi allineare. Ma, qui, il problema non è tanto la presenza o l'assenza di statuti, qui, il problema non è tanto la lista dei principi fittizi a cui doversi ispirare, qui, il problema è quello delle sanzioni. Cioè, chi è che verifica che un partito rispetti il proprio statuto e che cosa si prevede nel caso in cui un partito abbia uno statuto regolarmente registrato, perfettamente in linea con quelle che sono le disposizioni legislative, quindi al 100 per cento in sintonia con le norme dello Stato, salvo, poi, non rispettarlo e, quindi, lasciando una totale scopertura per gli iscritti, per i militanti, per gli elettori, per i simpatizzanti, per tutti coloro i quali, comunque, con un determinato movimento o partito hanno a che fare ? Su questo campo non c’è nulla, non c’è alcuna garanzia stringente che possa indurre i partiti a rispettare il proprio statuto, non è prevista.
  Così come, e concludo, un'altra parte del tutto opaca è quella che riguarda i contributi. Fermo restando che noi abbiamo sempre manifestato le nostre perplessità in ordine all'abolizione del finanziamento pubblico, ritenendo il rischio di consegnare i partiti politici ai potentati economici e finanziari troppo elevato e, quindi, troppo elevato il rischio, anche, di vedere scomparire i princìpi democratici in una democrazia già fragile, tuttavia, la norma che prevede l'obbligatorietà della registrazione dei contributi, che prevede, a sua volta, l'eccezione di non registrare questi contributi nel caso in cui fossero tra i 5 e i 15.000 euro l'anno, se non in presenza di un'autorizzazione da parte degli interessati, è una norma molto, ma molto farraginosa, molto ma molto poco trasparente, molto ma molto soggetta a libere interpretazioni.

  PRESIDENTE. Concluda.

  FABIO RAMPELLI. Per questi e per altri motivi, il gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, ispirandosi comunque Pag. 86ai principi che condivide, non voterà a favore, né voterà contro, si asterrà, solo nel rispetto di questi principi ispiratori, ma del tutto contrario e perplesso rispetto al dispositivo che ci state sottoponendo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gaetano Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Grazie, Presidente. A nome del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico, confermiamo quello che già nel corso dei lavori avevamo annunciato e anche praticato con il nostro voto, ovverosia l'astensione su questo provvedimento. Non lo facciamo con leggerezza, perché non c’è, da parte nostra, nessuna pretesa di innocenza. Riteniamo che questo sia un tema centrale e, quindi, votiamo, appunto, per l'astensione, perché riteniamo che questo percorso legislativo sia stato, come abbiamo già detto ieri, un'occasione perduta. È un'occasione perduta perché vorrei sommessamente ricordare che a partire dai giorni terribili, credo, che tutti ricordiamo, della mancata elezione del Presidente della Repubblica in questa legislatura, almeno all'interno delle maggioranze che hanno sostenuto i diversi Governi – e, quindi, anche da parte nostra –, c’è stato il secondare il disegno di poter provvedere a una ristrutturazione della politica, lavorando sull'impianto dell'ingegneria istituzionale. Il che significa e ha significato, anche da parte nostra, concorrere a quei molteplici provvedimenti che sulle linee delle riforme istituzionali hanno pensato di essere un propellente per il rinnovamento della politica medesima, salvi, naturalmente, sempre, il giudizio e la riserva che ciascuno, all'interno di questo Parlamento, può avere sugli esiti dei prodotti legislativi che abbiamo varato. Ma noi sapevamo anche che è vero che la politica ha scommesso in questi anni sulle linee dell'impalcatura istituzionale, ma sapevamo che, comunque, la crisi della politica è talmente radicale e grave che le riforme istituzionali sono uno strumento, ma non eliminano il cuore del tema, che è il cuore, appunto, dell'immettere la domanda di politica nelle scelte dei grandi organi dello Stato e, quindi, è il cuore della partecipazione democratica dei cittadini, il che significa inevitabilmente porsi il tema dell'autoriforma dell'impianto della partecipazione democratica.
  Ecco noi, per questo, proprio perché siamo convinti che alla fine, nonostante il gioco dell'impianto delle riforme istituzionali, il problema della politica come strumento per l'unificazione del popolo italiano sia un problema centrale e siamo divorati da questo problema, perché abbiamo ancora i giorni caldi del primo turno delle ultime amministrative che dimostrano ancora che c’è una domanda in questo senso ed è una domanda radicale, ci siamo, in un certo qual modo, non accodati, ma ci siamo intestati, come gruppo, la partecipazione a questo dibattito e a questo confronto.
  Per questo noi siamo per l'astensione, perché è stata un'occasione mancata. Che cosa significa un'occasione mancata ? Io vorrei dire che ci sono, certo, tante ragioni perché sia un'occasione mancata: la prima, a mio modesto parere, un po’ è emersa anche stamattina; noi siamo, nonostante tutto, un potere legislativo condannato a vivere nel presente e siamo condannati a vivere nel presente perché, qui, tra noi, non c’è più nessuna delle forze politiche che hanno dato luogo al disegno costituzionale, anche per quanto riguarda l'articolo 49 della Costituzione.
  Questo ci pone una qualche difficoltà e ha anche prodotto quello che, appunto, abbiamo adesso da varare, rispetto al quale noi riteniamo che sia un'occasione mancata. Vorrei spiegarlo non con le mie parole, perché sarebbero probabilmente, emotivamente segnate dalla mia collocazione di gruppo, ma vorrei spiegarlo con tre righe di un giovane del febbraio 1945, che si chiamava Aldo Moro e che scriveva, all'interno di una violenta polemica politica, la seguente espressione: dove avevamo un bisogno urgente, assoluto, bruciante di sincerità, vediamo ripetere il gioco della retorica; una grande possibilità di ritrovarsi, di gettare giù la maschera, di metterci in posizione di coscienza e di Pag. 87dignità di fronte a noi stessi viene purtroppo sprecata. Noi abbiamo condiviso questo percorso sapendo che ci misuravamo con grandi problemi che, come abbiamo anche già sottolineato, sono il grande tema della crisi della democrazia rappresentativa, il grande tema dell'autoriforma della politica e, soprattutto, il grande tema che noi abbiamo nel nostro ordinamento e nel nostro Paese: che il primo partito di partecipazione democratica è quello del non voto, che segna non solo una distanza del popolo italiano, che noi con una qualche sgangherata e approssimativa definizione lessicale continuiamo a chiamare i cittadini, mentre è fatto di persone in carne e ossa, il popolo, quello che sta evaporando rispetto a noi e che, invece, non ha preso solo le distanze dal ceto politico, ma, ahimè, temo abbia preso le distanze dalla politica, ovverosia rischia di sancire definitivamente la perdita di fiducia in se stessi come progetto collettivo e come nazione. Certo, questo è un compito grande, ma dovevamo misurarci con i tempi che questo compito richiede, perché non sia una velleità, come mi è capitato di dire ieri, anziché un'ambizione.
  Ce la faremo, nonostante questo dibattito che si è anche immiserito, come è capitato stamattina, sulla mera esaltazione della centralità del rapporto tra disciplina delle fondazioni e partiti politici, perché, ahimè, anche gli studenti del primo anno di giurisprudenza sanno che il diritto vigente, già vigente, della disciplina delle fondazioni, anche quando sono all'interno di ordinamenti sezionali, prevede che abbiano una marea micidiale di controlli, che bastano e avanzano, e solo la nostra idea di populismo giuridico e legislativo e di populismo penale ci fa credere, come eroi metastasiani, che finalmente siamo all'interno di un nuovo mondo.
  Soprattutto, noi siamo, oramai, in un quadro in cui è per molti versi dichiarato che si è aperta la successione al sistema dei partiti; non è detto che altri se ne debbano aggiungere, debbano raccogliere le spoglie, infatti possono essere gli stessi partiti, se hanno una capacità di autoriforma, se sono in grado di ripensare i loro destini e anche le loro dolorose scelte, e se accettano di essere un progetto collettivo: perché, se non c’è il corpo politico, i leader non bastano, non salvano la nazione e non salvano nemmeno se stessi da un giudizio per molti versi definitivo.
  Ecco perché di tutto questo dovevamo discutere e non abbiamo discusso ! Noi speriamo che ci siano altre occasioni, perché la democrazia viva e perché viva questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signora Presidente, intervengo per annunciare il mio voto di astensione: non si capiscono le ragioni per le quali si consente in questo Paese a una-due persone di speculare del denaro sulla politica, non si riesce a capire per quale ragione si usino dei parlamentari, tutte persone oneste, un grande movimento, come una sorta di manodopera nera per far fruttare per una persona del denaro, molto denaro. Questo è amorale. Secondo me questa legge manca di igiene mentale, perché è difficile far capire ai cittadini che si possono fare denari usando le istituzioni.
  E ancora per una volta il Governo dà questa possibilità comunque a questi soggetti... Non è il contrario, ossia che qui c’è qualcuno che finanzia un movimento: è l'esatto opposto, usando le istituzioni ! E questa è una cosa amorale, immorale. Non è pensabile nella mente umana di una persona che cerca di capire che certi processi devono essere fatti qui dentro proprio con libertà assoluta, libera da persone esterne, libera da pensieri unici, libera da fomentazione della paura, in un Paese che ha bisogno di tutt'altro: ha bisogno di un senso alto delle istituzioni, di riavvicinare la politica alla gente, la politica sana. Perché la politica è la forma più onesta che esista; a volte però, spesso, sono le persone che sporcano questa grande onestà della politica.Pag. 88
  Per queste ragioni, non riesco proprio a concepire per quali ragioni qualche signore, invece di fare il comico, fa denaro proprio su queste istanze.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signora Presidente, io preannuncio il voto di astensione del gruppo della Lega Nord su questa legge, che è motivato sostanzialmente da un sentimento di riconoscenza nei confronti di ciò che i partiti hanno fatto per la storia dello Stato italiano: è inutile negare che, tra luci ed ombre, la democrazia italiana è stata e si è costruita proprio attorno al sistema dei partiti. Quindi, al di là di tutte le critiche, anche legittime, che possono essere mosse, questo sistema comunque va ricordato come un «impianto» che riusciva ad elaborare al proprio interno tutta una serie di offerte politiche, che poi venivano sottoposte al voto popolare: a mio avviso negli ultimi settant'anni qualche risultato l'ha portato, alla nostra comunità e alla nostra democrazia.
  Purtroppo, però, riteniamo che nel 2016 i partiti ormai segnino chiaramente il passo, la crisi dell'istituzione partitica è sotto gli occhi di tutti; e, se devo fare un ragionamento più ampio, direi che il MoVimento 5 Stelle, al di là di alcune valutazioni che non mi trovano d'accordo, interroga il sistema politico italiano su un punto fondamentale, vale a dire: siamo ancora in grado, oggi, come partiti di fare quello che è stato fatto durante gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta ? È ancora oggi l'istituzione partitica quella che teoricamente, ma anche praticamente, partiva dall'analisi, partiva nell'elaborazione dalle sezioni, che poi trasmettevano alle federazioni provinciali, quindi a quelle regionali, e poi venivano organizzati i congressi, in cui effettivamente vi era un'ampia discussione ? Da lì usciva la linea politica che veniva poi sottoposta alle elezioni ! Siamo ancora in grado ?
  A mio avviso sicuramente qualche problema c’è, perché il 2016 non è il 1955, perché oggi parlare di partiti in generale è probabilmente sbagliato: oggi noi dovremmo parlare di altre cose, di altre organizzazioni, che non c'entrano quasi nulla con i partiti, vale a dire organizzazioni che hanno nomi; penso al 99 per cento dei cittadini ignoti, quali Apple, Spotlight, Dublin Core, Tag ID3, Meta Content Framework RDF, cioè questi sistemi di metadati. È inutile negarlo, che oggi sono altri gli strumenti che vengono utilizzati !
  Così come è inutile negare che lo Stato della democrazia stessa sfugge ai partiti. Io faccio sempre l'esempio che secondo me è calzante, molte volte non viene neanche considerato in Europa: esiste un gruppo di persone che si riunisce sotto il nome di Commissione europea, che sfugge sostanzialmente sia al voto popolare che all'organizzazione partitica. Noi dobbiamo capire com’è possibile oggi, per esempio, che in Europa vi sia un commissario nominato neanche dal Parlamento, ma dal Governo, per esempio, belga, che assume decisioni che hanno immediate ripercussioni, e nella stragrande maggioranza dei casi più pregnanti rispetto alle decisioni che assumiamo noi, sulla vita del cittadino italiano. È cambiato tutto, soprattutto con l'Unione europea, sta cambiando tutto, e quindi secondo me un provvedimento come quello che oggi noi votiamo è un provvedimento quasi sostanzialmente inutile.
  Io ho fatto attività di partito: non la rinnego, anzi, vi dico anche che mi è sempre piaciuta, l'ho considerata molto formativa. Così come tanti all'interno di quest'Aula, sono partito dall'attacchinaggio, che era il primo compito che nella stragrande maggioranza dei casi veniva affidato a chi, per la prima volta, entrava in contatto con un'organizzazione partitica. Attacchinaggio, poi vita di sezione, segretario di sezione, circoscrizione, provinciale; entri poi nelle istituzioni, e insomma si fa quella gavetta e quel cursus honorum che in qualche modo, ripeto, accomuna tanti di noi.
  Oggi, purtroppo, però la realtà non è questa: oggi – e lo vediamo – per esempio le pagine più seguite sui social media non Pag. 89sono quelle dei partiti, ma sono quelle dei leader di partito; oggi il cittadino non cerca tanto la risposta dal congresso del partito, la aspetta dal leader del partito.
  Noi come partiti siamo sicuramente – e questo è un dato di fatto – superati, è un'organizzazione superata. Parlare di come rendere, a mio avviso, un'organizzazione superata democratica è inutile: oggi, se vogliamo veramente dare una possibilità di effettiva partecipazione democratica ai nostri cittadini, dovremmo interrogarci sulla legge elettorale, non sull'organizzazione dei partiti. Nel senso: se si ha una legge elettorale che prevede i listini bloccati o comunque l'impossibilità per il cittadino di esprimere effettivamente la propria preferenza in modo libero, cioè confrontando due persone o due programmi, è necessario parlare del partito, ma questo non avviene ormai quasi da nessuna parte.
  Oggi noi ci perdiamo, anche come partiti, a parlare di questioni secondo me inutili; e mi riferisco alle quote di genere: non voglio offendere nessuno, ma rilevo semplicemente che negli Stati Uniti, dove le quote di genere non esistono... E infatti la partecipazione politica delle donne, se andate a vedere la composizione dei Congressi o il numero di donne che sono governatori dei vari Stati all'interno degli Stati Uniti, parliamo di quote irrisorie, inferiori addirittura a quelle del Parlamento italiano. Eppure, negli Stati Uniti, pur non essendoci la previsione dalla quota di genere, e quindi i partiti non perdono tempo dietro queste cose, però quasi sicuramente ormai a novembre ci sarà una donna, Hillary Clinton, che concorrerà alla carica più importante dal Paese; così come in Gran Bretagna, non esistono quote di genere, eppure una dei più ricordati Primi Ministri degli ultimi trent'anni fu proprio Margaret Thatcher.
  Noi, invece, ci perdiamo, a mio avviso, a garantire la presenza femminile all'interno dei partiti e delle istituzioni, con risultati che poi vediamo tutti. Ecco perché, signora Presidente, considero questa discussione non inutile – ci mancherebbe altro, è giusto che si rifletta su come rendere i partiti in qualche modo più graditi al popolo, più graditi agli elettori – però quantomeno superata. Dobbiamo concentrarci su altro: dobbiamo concentrarci su come garantire la democrazia in Italia, nel momento in cui è molto più potente un qualunque agglomerato economico-finanziario che ha sede magari in Olanda rispetto al più forte partito esistente in Italia, nel momento in cui, così come vediamo anche nel resto dal mondo, la vera forza politica viene esercitata non dall'organizzazione di persone, ma dall'organizzazione economica.
  Dobbiamo interrogarci su questo, dobbiamo interrogarci sul ruolo dell'Italia in Europa nei prossimi anni, dobbiamo forse anche riconsiderare quello che abbiamo appena fatto con la riforma costituzionale. Non entro nel merito, però probabilmente avremmo dovuto pensare a come realizzare qualcosa di duraturo, all'interno della riforma costituzionale, a qualcosa che avrebbe potuto e avrebbe dovuto essere valido nel nostro Paese per i prossimi decenni. Eppure – e mi avvio alla conclusione –, non ci siamo concentrati su questo, cioè sul fatto che il Parlamento, l'organizzazione politica come l'abbiamo conosciuta oggi, sta morendo, e che è necessario riflettere su questioni ben più importanti dalla vita del singolo partito, vale a dire, la sopravvivenza dalla democrazia, non solo in Italia ma anche in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Presidente, per analizzare questa proposta di legge sui partiti è utile, come hanno fatto anche altri colleghi, fare una brevissima analisi storica. Quando c’è stato il dibattito sull'articolo 49 della Costituzione, come si è detto molte volte, si sono confrontate due posizioni: una che puntava a regolare il funzionamento interno dei partiti e un'altra che, invece – in particolare della Pag. 90sinistra –, era contraria a questa soluzione, nel timore che anche un Governo democratico e una struttura democratica del Paese potessero portare alla loro esclusione dal Parlamento, in particolare del Partito Comunista, sulla base del mancato rispetto di regole di democrazia interna; e si arrivò al testo dell'articolo 49, che appunto prevede la partecipazione dei partiti con metodo democratico alla determinazione della politica nazionale e non, come chiedeva una parte dei componenti della Costituente, una regolamentazione interna dei partiti.
  Questo ci lasciò un sistema fondamentalmente libero, in cui i partiti si sono organizzati taluni secondo schemi democratici, altri secondo schemi molto meno democratici – penso allo stesso centralismo democratico che fu oggetto di polemica politica costante –, ma sicuramente sistemi che portarono a una grande partecipazione politica, perché, come è stato ricordato, nella Prima Repubblica sicuramente tutto è accaduto tranne che una distanza dei cittadini dalla politica. C'era un numero grandissimo di iscritti, un'affluenza alle elezioni che negli altri Paesi non si verificava, in genere una partecipazione alla vita politica molto, molto intensa. Questo in assenza di regole di statuto, in assenza di primarie, con un fortissimo peso delle segreterie e, in alcuni casi, a seconda del peso dei capi di partito, in alcuni partiti, un grande peso dei capi di partito, ma in quella fase la partecipazione dei cittadini è stata molto, molto significativa.
  La crisi della partecipazione dei cittadini alla politica non nasce dalla mancanza di regole, non nasce dal fatto che gli statuti dei partiti siano più o meno regolati, nasce da una serie di comportamenti della politica, da un allontanamento dei politici e della politica dai temi reali del Paese, dalla mancanza di proposte che possano rappresentare un vero obiettivo, un vero punto di riferimento dei cittadini dalla crisi delle ideologie, evidentemente, che ha comportato la mancanza di un collante fortissimo, quando si tratta di partecipare alla politica. Poi, più recentemente, in questi ultimi anni, c’è stata la disintermediazione che qualcuno ha ricordato, portata dal fatto che moltissima della vita politica si svolge in via diretta, attraverso i social network, attraverso, prima, la televisione e molto meno attraverso l'intermediazione dei partiti.
  Questi sono stati gli elementi che hanno portato all'allontanamento dei cittadini dalla politica, e non è un fenomeno italiano, se vediamo in questi giorni che i più grandi partiti in America sono in crisi, in Inghilterra sono in crisi (la partecipazione alle ultime elezioni di Londra è stata bassissima), e nessuno pensa che quei sistemi siano diventati antidemocratici.
  La realtà è che il riavvicinamento dei cittadini alla politica si può ottenere soltanto con un diverso comportamento della politica, con una maggiore vicinanza ai propri territori, ai problemi veri dei cittadini, con meno polemiche strumentali su temi totalmente mediatici, come sentiamo spessissimo. Ho sentito dire prima dal collega della Lega che si va spesso sui siti dei leader più che sui siti dei partiti, ed è verissimo, ma non è che il leader di per sé, il riferimento al leader, significhi un allontanamento dei cittadini dalla politica, il problema è cosa c’è scritto, semmai, su quei siti e il tipo di sentimenti e di analisi politica che viene stimolata su quei siti.
  Per questo, Scelta Civica è stata contraria, fin dall'inizio, all'impostazione di chi voleva una regolamentazione molto severa, molto precisa dei partiti, addirittura l'esclusione dalle elezioni di determinati partiti che non avessero statuti fatti in un determinato modo, per il semplice fatto che si trattava di una soluzione antistorica, da una parte, perché era evidente anche il tentativo di irreggimentare partiti, a partire dal MoVimento 5 Stelle, che sono nati con una struttura differente; siamo stati contrari a prevedere il concetto di ricusazione dalle elezioni per motivi diversi dalla mancanza proprio di quelle informazioni minime (dal simbolo a una dichiarazione minima sulla struttura del partito) perché pensiamo che non sia così che si riavvicini il nostro Paese alla politica. Pag. 91
  Pensiamo, invece, che uno dei temi importanti sia quello della trasparenza, perché proprio in un sistema in cui, attraverso i social network, attraverso la comunicazione diretta, la politica e i politici hanno un accesso diretto agli elettori, è fondamentale che ci siano delle informazioni chiare, perché la rete, come sappiamo, riporta un'enorme quantità di informazioni e, diciamocelo, sia in rete che qui, i nostri politici tendono a spararle un po’ di tutti i tipi, sia sul funzionamento dei loro partiti, sia sui soldi, sia su come funzionano le regole interne.
  Per questo, la nostra scelta, come Scelta Civica, è stata di presentare degli emendamenti che avessero due finalità, in primo luogo di chiarire le regole. È fondamentale che quei partiti, quei movimenti, quei gruppi che hanno scelto di non darsi uno statuto siano però soggetti a delle regole chiare: se non scrivono nello statuto (regolamento, accordo, come lo vogliamo chiamare) delle regole chiare, gli si applica il codice civile. Sembra un principio banale, ma ricordo che ci sono partiti, incluso, in una certa fase, il MoVimento 5 Stelle, che scriveva: la nostra non è un'associazione. Beh, la notizia è che è un'associazione; se anche si vuole cercare di non chiamarla così, quando si sta insieme per un obiettivo specifico si forma un'associazione; così è definita, e abbiamo chiarito questo tema.
  Se delle regole non vengono scritte, si applicano le regole previste per le associazioni: non si può espellere qualcuno senza un voto assembleare o senza una diversa regola, e si crea un meccanismo di trasparenza, per cui queste regole vanno messe sui propri siti istituzionali, vanno comunicate al momento delle elezioni. Insomma, si dice a chi partecipa alla vita politica dove sta, con chi sta lavorando, a chi sta affidando le proprie energie politiche, perché anche sapere chi decide all'interno di un partito fa parte dell'esercizio dei diritti politici, perché nessuno sta esercitando i suoi diritti politici se svolge attività politica per tre anni per un movimento o per un partito e poi non sa che regole gli si applicano.
  Lo stesso è stato fatto col simbolo: abbiamo presentato un emendamento, che è stato accolto dal relatore, sul simbolo, che prevede la stessa cosa, chiarezza sulle regole, e stabilisce finalmente quali sono le regole.
  E poi sono state anche inserite nuove norme sulla trasparenza finanziaria.
  Oggi si è dibattuto moltissimo sulle fondazioni: io avevo presentato emendamenti sulle fondazioni e penso che sia un tema da affrontare – ci sarà la legge sulle lobby – con una legge specifica. Si poteva fare qui, altrimenti non avrei proposto gli emendamenti, ma è chiaro che non si può affrontare con concetti tipo «la fondazione riferibile a qualcuno», perché «riferibile» giuridicamente non vuol dire niente. Bisogna fare un'analisi approfondita. Io ovviamente ero d'accordo con gli emendamenti che ho presentato a mia firma. Tutta la maggioranza non ha ritenuto di aderire. Ci riproveremo, ma dire che in questa legge non si migliora sotto il profilo della trasparenza finanziaria è semplicemente falso, perché ci sono elementi, a partire dai finanziamenti ai candidati, per esempio, che non erano di fatto regolamentati, alla trasparenza dei finanziamenti fatti non nelle elezioni, ma nel corso dell'attività politica ordinaria, che rappresentano un cambiamento molto importante e dire che questa legge è acqua fresca è semplicemente falso.
  Concludendo, Presidente, questa legge non può risolvere i problemi della partecipazione degli italiani alla politica, semplicemente perché nessuna legge può risolvere questo problema: il leaderismo nasce dalla debolezza di chi ha fatto politica, non dall'assenza di regole precise che dicano chi fa cosa e chi non lo fa. La legge sul finanziamento ai partiti prevede l'adozione di statuti precisissimi. Tutti i partiti, tranne il MoVimento 5 Stelle, hanno quello statuto; non mi sembra che in questi due anni la partecipazione dei cittadini alla politica sia migliorata. Sono i comportamenti della politica che possono migliorare la partecipazione, non le regole. Le regole possono servire, invece, a chiarire Pag. 92meglio con chi e per chi svolge attività politica chi decide di darsi all'attività politica.
  Per questo Scelta Civica voterà a favore, perché questa legge non migliora e non consente di migliorare la partecipazione alla politica, ma sicuramente darà ai nostri cittadini delle regole più precise e delle informazioni più chiare (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Misuraca. Ne ha facoltà.

  DORE MISURACA. Grazie, Presidente. Il gruppo parlamentare di Area popolare (NCD-UDC) voterà a favore della presente proposta di legge, relativa appunto alle disposizioni in materia di partiti politici ed alle norme che favoriscono la trasparenza e la partecipazione democratica.
  Noi, anche nel dibattito in Commissione qui in Aula, riteniamo che il ruolo dei partiti risulti essenziale per la democrazia e, ciò nonostante, la disaffezione dei cittadini nei loro confronti e di conseguenza la crisi profonda del rapporto tra società e politica e l'antipartitismo diffuso, che da decenni caratterizzano il nostro Paese. Ma proprio tale contesto, che di sicuro mette a dura prova i partiti, li sollecita anche ad affrontare un'indispensabile e complessa sfida di rinnovamento e rigenerazione, al fine di superare le evidenti difficoltà nell'assolvere alle loro principali funzioni: il raccordo, appunto, tra società ed istituzioni, la selezione della classe dirigente, l'elaborazione di strategie politiche.
  La lunga e tumultuosa transizione della democrazia dei partiti di massa, che ha caratterizzato i primi decenni della Repubblica fino alla democrazia degli elettori e della leadership, che caratterizzano il nostro tempo, con i mutamenti dei meccanismi partecipativi dei cittadini alla vita politica, determinati dalle nuove tecnologie e con la crescente professionalizzazione della politica, esigono puntuali risposte sia sul piano delle riforme istituzionali che su quello più specifico della disciplina giuridica dei partiti stessi.
  Il rafforzamento del sistema istituzionale è una condizione necessaria a nostro avviso, anche se certamente non sufficiente per la rigenerazione del sistema dei partiti. In particolare, occorreva ed occorre, a nostro avviso, che le riforme istituzionali mirino all'affermazione del principio di responsabilità come possibile punto di sintesi, di mediazione alta tra il valore della governabilità e quello della partecipazione. La riforma costituzionale, che abbiamo votato, ed anche quella elettorale approvata dalle Camere, vanno decisamente verso una chiara direzione: il principio di responsabilità dei cittadini elettori che decidono autonomamente chi deve governare, senza delegare tale potere ad opache trattative post voto, e certamente il diritto-dovere di governare per chi abbia vinto le elezioni, con la connessa responsabilità di rispondere del proprio operato senza accampare alibi di sorta.
  Con la riforma del bicameralismo e la nuova legge elettorale, i partiti e le forze politiche diventano soggetti decisivi del sistema elettorale e costituzionale. Da qui nasce, in particolare, l'esigenza di proseguire lungo la strada dell'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, cimentandosi, così come abbiamo fatto, nella non facile impresa di coniugare istituti di trasparenza e garanzia nella vita interna dei partiti, con la salvaguardia di una concezione liberale degli stessi. Se essi – i partiti appunto – sono il luogo, il contenitore dove prende forma e si realizza la personalizzazione della leadership, occorre però porre grande attenzione alla loro disciplina giuridica, occorre cioè che l'organizzazione ed il funzionamento dei partiti, dei movimenti e dei gruppi politici organizzati siano improntati al principio della trasparenza ed al metodo democratico. Ed è proprio questa la finalità di questa proposta di legge, che oggi ci accingiamo a votare. In particolare, essa prevede dei requisiti minimi di trasparenza, dei quali abbiamo parlato sia in Commissione che in questi giorni qui in Aula, ai fini appunto dell'ammissibilità Pag. 93della lista, senza imporre l'adozione di finalità o di un determinato modello organizzativo a chi presenta la lista, motivi per cui l'introduzione di questi, di tali requisiti minimi di trasparenza – abbiamo anche affrontato, in altra parte, il tema della trasparenza finanziaria – appare non solo opportuno e necessario, ma anche pienamente legittimo.
  Ed il testo al nostro esame compie, a nostro avviso, un significativo passo in avanti verso questa direzione. Esso però contiene, a nostro avviso, alcuni punti di debolezza; uno in particolare lo abbiamo sottolineato con forza nel dibattito in Commissione e anche qui in Aula e mi riferisco alla forma con la quale questi requisiti, questi minimi requisiti di trasparenza sarebbero dovuti risultare. Noi riteniamo infatti che sarebbe stata necessaria una forma più impegnativa dello statuto, anziché quella di una semplice dichiarazione, che può essere facilmente modificata; e se proprio non si voleva introdurre l'obbligo di uno statuto con i contenuti minimi di trasparenza, sarebbe stato più semplice o forse necessario prevedere che i partiti e i gruppi politici che ne sono privi depositassero quantomeno il testo del loro accordo associativo, previsto dall'articolo 2 della stessa proposta di legge. Non si comprende, infatti, la ragione per la quale il principio di trasparenza non debba valere per l'accordo associativo introdotto all'articolo 2.
  Non possiamo inoltre sottacere la nostra parziale insoddisfazione per un'altra carenza di questa proposta di legge, quella relativa alla disciplina delle elezioni primarie. Questo testo, in realtà, non affronta la questione, anche perché il tema, è vero, è oggetto di esame nell'altro ramo del Parlamento, ma non viene neanche assunto un significativo e convinto impegno a portarlo effettivamente a compimento.
  Sulla questione della selezione trasparente delle candidature, è certamente importante quanto previsto dal progetto di legge per ciò che riguarda il contenuto minimo degli statuti, ma tale previsione non fa certamente venir meno l'esigenza di introdurre una disciplina definitiva, una disciplina chiara delle elezioni primarie per le cariche monocratiche esecutive ove il partito, movimento o gruppo politico scelga di ricorrere a questo strumento di importante partecipazione democratica. Una disciplina indispensabile, tenendo presenti le funzioni principali che i partiti politici sono oggi portati a svolgere, in particolare riguardo al ruolo della leadership. Questo anche perché gli esperimenti fin qui messi in atto – dobbiamo qui esser chiari – se da un lato hanno evidenziato il contributo potenziale delle primarie alla vita democratica, dall'altro hanno messo in luce alcuni evidenti rischi e alcune controindicazioni che tale sistema può sollevare interamente: demandare alla sola autoregolamentazione e allo spontaneismo.
  In conclusione, il gruppo di Area Popolare ribadisce il proprio voto favorevole alla proposta di legge per i passi importanti compiuti. Essa pone un nuovo sistema, è un'architrave dell'organizzazione e del funzionamento dei partiti, dei movimenti o dei gruppi politici organizzati, che siano appunto improntati tutti al principio della trasparenza ed al metodo democratico. Ma dobbiamo anche sottolineare con forza l'esigenza che questa norma sia migliorata nel seguito dell'esame parlamentare, soprattutto che sia completata con una seria e rigorosa disciplina delle elezioni primarie.
  Sulle basi delle considerazioni espresse e delle indicazioni critiche proposte, esprimiamo pertanto il nostro voto favorevole, il volto di Area Popolare, al testo al nostro esame (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie, signora Presidente. Cari colleghi, credo che non abbiamo fatto una discussione all'altezza del tema che avevamo di fronte. Credo che abbiamo perso un'ennesima occasione e non solo perché questa legge era stata annunciata come una svolta storica, come Pag. 94l'applicazione di un articolo fondamentale della nostra Carta costituzionale, ma perché sostanzialmente, di fronte a un tema importante come io credo sia quello della crisi della democrazia nel nostro Paese e nell'Europa, abbiamo scelto una legge che sostanzialmente è una sorta di autoassoluzione del sistema politico. Io penso che in quest'Aula avremmo dovuto fare una discussione molto più seria e molto più legata al contesto rispetto al quale stiamo discutendo di questa legge. Vedete qui il problema, non c’è dubbio, non è solo un problema di regole interne alle forze politiche, è innanzitutto un problema di contesto. Avremmo dovuto valutare, io credo, quanto la qualità della nostra democrazia sia legata al fatto che sono mutati i livelli istituzionali della sovranità. Nel 1948 era lo Stato nazionale il livello della sovranità su cui si esercitavano i partiti e anche i cittadini, oggi è cambiato questo scenario. Pensiamo al ruolo fondamentale che ha l'Unione europea che però non ha soggetti politici adeguati e non ha regole democratiche che consentano ai cittadini italiani di poter incidere nelle scelte che si fanno in quel livello istituzionale. Pensiamo a come la forma partito era legata anche alla struttura produttiva del nostro Paese, a come anche le forme dei partiti erano concepite sulla base del modello economico e di come oggi sia cambiato tutto, e come da questo punto di vista invece l'organizzazione della democrazia sia rimasta molto indietro.
  Ma non c’è però solo un problema di contesto, che pure in qualche sede, la politica, il Parlamento, dovrebbero affrontare. Io sento dire qui ci siamo limitati ad una legge sulla trasparenza, ma questo tipo di discussioni che attengono alla qualità della nostra democrazia quando le faremo ? Dove le faremo ? Che risposte darà la politica a questo tipo di problemi ? C’è anche una seconda questione che è più strettamente attinente a quello che sono i partiti. I partiti del 1948 erano di per sé la garanzia della democrazia perché erano stati protagonisti della nascita della Repubblica, della lotta antifascista, avevano milioni di iscritti nessuno avrebbe messo in discussione la loro legittimazione a rappresentare i cittadini italiani. Oggi pensiamo di essere nella stessa situazione ? Noi non stiamo facendo questa discussione forse perché i partiti oggi sono il soggetto più screditato nel nostro Paese e tutti i sondaggi, che voi leggete attentamente, lo registrano ?
  Guardate, non è nemmeno solo il fatto che non sono più i partiti del 1948 e che il mondo intorno a noi è cambiato, c’è un altro fatto: oggi i partiti sono diventati soggetti leggeri, liquidi, personalizzati, caratterizzati da una visione proprietaria e spesso verticistica, in cui gli aderenti sono irrilevanti e le lobby invece – ahimè – spesso molto influenti, anche perché molto spesso hanno un rapporto diretto con i capi di questi partiti.
  Aggiungo: ma ci rendiamo conto o no che in questi anni c’è stato un deterioramento vistoso nel rapporto tra politica, partiti e società civile e cittadini ? Ci rendiamo conto di quello che è successo negli anni di Tangentopoli e che era già stato anticipato nel 1981 dalla famosa intervista di Enrico Berlinguer ? Mi permetto in quest'Aula di citare alcune parole perché i nostri padri della patria, soprattutto quelli di sinistra, vengono citati molto a sproposito in questo periodo anche su altri temi, vedi la riforma della Costituzione. Io invece vorrei citare un passo che riguarda noi per capire se le cose che si dissero allora sono ancora attuali oppure se i problemi li abbiamo risolti nel frattempo. Si disse: i partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela, di scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi, pochi o vaghi, sentimenti e passione civile zero, gestiscono interessi e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovano la maturazione civile e l'iniziativa, sono piuttosto federazioni di correnti di camarille, ciascuna con un boss e dei «sottoboss». Allora io mi chiedo: è ancora questa la realtà o nel frattempo è addirittura peggiorata ? Il risultato non è stato forse, ed è sotto gli occhi di tutti, la disaffezione al voto, la Pag. 95scarsa partecipazione nei partiti politici con pochi militanti, sempre meno, anche e nonostante si siano affacciate nuove formazioni politiche in questi anni nella vita politica italiana ?
  Allora non basta la trasparenza intesa come fotografia della situazione attuale delle forze politiche. I cittadini sanno già come sono i partiti non abbiamo bisogno di dimostrarglielo ulteriormente senza fare alcun atto che dica che è in atto un percorso di riforma delle forze politiche. Noi non abbiamo mai pensato di determinare dall'alto la vita politica interna dei partiti, questa è una caricatura e una barzelletta. Abbiamo sempre detto che finalmente occorrono regole minime per riconoscere i diritti politici dei cittadini, per parlare di metodo democratico inteso come riconoscimento dei diritti minimi degli iscritti nella selezione delle candidature, naturalmente ognuno con le modalità che riterrà all'interno delle forze politiche diverse, o parlare di incompatibilità, a proposito delle cose che diceva Enrico Berlinguer, tra cariche di Governo e cariche di partito, per evitare l'occupazione delle istituzioni o ancora il tema della trasparenza e dei limiti al finanziamento privato. Non abbiamo chiesto cose rivoluzionarie, abbiamo chiesto che il finanziamento sia fatto dalle persone fisiche e non dalle persone giuridiche che non credo rappresentino interessi ideali. Abbiamo chiesto che uno stesso soggetto non possa contemporaneamente finanziare quattro partiti diversi, ma magari ne finanzi uno solo. Questo è essere invasivi nella vita interna delle forze politiche, vi chiedo, o è un minimo desiderio di dare dei segnali all'opinione pubblica di autoriforma ? Insomma i soggetti da tutelare oggi sono i partiti esistenti, tutti, o i cittadini liberi di associarsi, così come ritiene appunto il dettato costituzionale ? Io vi chiedo ma, seguendo sempre il dettato costituzionale, possono i cittadini determinare l'indirizzo politico del Paese se non sono in grado di influire nemmeno nelle scelte del loro partito, del partito in cui militano o che votano (Applausi del deputato Cristian Iannuzzi) ? Allora, onestamente, questo a me pare un compromesso per autoassolversi, mi sembra una cosa che serve a non mettersi realmente in discussione. Noi non faremo credere ai cittadini italiani che con questa legge inizia un percorso di autoriforma della politica e per questa ragione, forse saremo soli, ma voteremo «no» a questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e del deputato Cristian Iannuzzi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente. Condivido l'analisi che è stata svolta in precedenza dal collega Quaranta sull'occasione persa, perché è evidente che affrontare il tema dei partiti costituiva e costituisce un ghiotto motivo per un intervento significativo, ma le mediazioni, le difficoltà, la stessa rigidità del testo – vi sono numerosi anacoluti, numerose scelte non condivisibili – non sposta il tema centrale, in questo momento, soprattutto, della nostra legislatura, e l'articolo 49 ci consente ancora di credere ai partiti. E, in qualche modo, qual è la lettura oggi del significato dei partiti ? Una lettura che è fortemente messa in crisi – io dico anche vivificata, per certi versi, ma diciamo messa in crisi – tradizionalmente dalla presenza di una serie di liste civiche, che, in qualche modo, infestano positivamente la nostra democrazia.
  Ecco, penso che noi sbagliamo quando riteniamo che per partito si debba intendere essenzialmente il partito tradizionale, perché, nello spirito dei nostri costituenti, quel «liberamente» e quel «metodo democratico» avevano proprio questo sapore, cioè consentire a chiunque avesse voglia di fare politica di poterla fare attraverso un'organizzazione che, però, dovesse essere libera, cioè debba essere capace di esprimere una democrazia senza nessun tipo di camicia di forza. Qualcuno ci ha provato, in questo provvedimento, ad introdurre qualche camicia di forza. Forza Italia è sempre stata fortemente contraria, Pag. 96ritenendo che l'articolo 49 vada interpretato esattamente in questo modo: non una norma che vincola, ma una norma che libera, una norma che dà la possibilità a chiunque, ripeto, di poter esercitare quel diritto.
  E, se noi dovessimo parametrare l'efficacia di quella norma su un partito, dovremmo pensare ai piccoli partiti, non ai grandi partiti, perché il test è sempre molto più efficace quando è fatto sulle nicchie, sui piccoli residui di democrazia che hanno una difficoltà a crescere sul piano del consenso, ma che manifestano, con tanta dignità, quello che è il proprio diritto di stare in politica. Ma come sopravvivono queste creature in un momento storico in cui abbiamo avuto la straordinaria idea di eliminare l'unico controllo ? Si poteva migliorare, si poteva fare tutto quello che si voleva fare, diminuirlo, in qualche maniera incidere diversamente. Noi abbiamo eliminato il finanziamento pubblico, che era quello che consentiva, con la trasparenza indispensabile, di dare a tutti il diritto di fare politica.
  Oggi ascolto le polemiche sulle fondazioni: ma certo che ci sono le polemiche sulle fondazioni, perché le polemiche sulle fondazioni nascono essenzialmente dal fatto che non c’è più la partecipazione del pubblico alla sopravvivenza della politica. E, allora, si sospetta della fondazione, e pure io devo essere sincero negli interventi in Aula, non sono alieno dal ritenere che si dovesse fare di più da questo punto di vista, lo dico con molta chiarezza, laddove, a fianco di questo provvedimento di intoccabilità delle fondazioni – e intoccabilità non è una parola, mi sembra, sbagliata in questo caso – si affianca anche quell'altra norma, che consente agli enti locali dei finanziamenti anche per servizi nei confronti di determinate realtà. Allora, io mi chiedo: non abbiamo fatalmente – pensate ai servizi – reintrodotto, ma perché è uno stato di necessità, la partecipazione del pubblico alla vita politica delle associazioni, che poi faranno politica per i partiti ? Quindi, guardate che contorcimento assolutamente inaccettabile.
  Abbiamo eliminato la linea retta del finanziamento pubblico, controllabile, che si poteva diminuire, si poteva verificare, per andare a prendere dei rivoli incontrollabili, questi sì incontrollabili, che consentiranno ad nutum – e questo è un limite di questo provvedimento –, cioè per scelta di chi stipula le convenzioni e dirige i finanziamenti, la sopravvivenza di taluni, la morte di altri. Ecco, è un provvedimento che, da questo punto di vista, non migliora la situazione, non libera, vincola, vincola a macchia di leopardo, e questo nella biologia della politica è inaccettabile.
  Ci saremmo aspettati un provvedimento più chiaro, più lineare, più aperto, che andasse a sottolineare e non a chiudere all'interno di parentesi – qualche volta non si capisce che tipo di parentesi – dei settori, dei quadranti che non devono essere assolutamente letti. Allora, se quelle non solo normative di aggiramento del finanziamento, se i partiti piccoli, in qualche modo, continueranno a soffrire le difficoltà di sopravvivenza – e non mi si venga a dire che il finanziamento privato, attraverso il 2 per mille, è sufficiente, perché siamo di fronte a fenomeni la cui portata ancora non siamo in condizioni di percepire – è necessario riprendere, dal punto di vista della purezza del concetto costituzionale... Forza Italia si asterrà su questo provvedimento, lo dico subito, perché il tema è molto importante.
  Abbiamo cercato di dare il nostro contributo. È un voto contrario su questo tipo di scelta: a noi sembra che chiuda ogni speranza; invece, noi siamo convinti che questo sia un provvedimento che, negli altri passaggi, sarà capace di essere migliorato, ed è sicuramente migliorabile. Ci sono delle zone che vanno liberate da qualsivoglia forma di sospetto e, soprattutto, credo, siamo più propensi all'astensione per il rischio scampato, cioè per quello che poteva accadere. Una sorta di formalizzazione dell'accesso alla politica, di istigazione alla non politica mediante una serie di preclusioni e di linee Maginot che allontanassero il soggetto dalla possibilità e dal diritto di fare politica.Pag. 97
  Debbo ancora, Presidente, segnalare un altro passaggio che a me sembra legittimi, ancora una volta, l'astensione che Forza Italia avrà su questo provvedimento; un problema di metodo, perché, in alcune proposte, si parlava di una delega al Governo su questo tema. Bene, voi pensate che cosa sarebbe accaduto – io credo che veramente questi banchi sarebbero saltati verso l'alto – se fosse passata una delega al Governo in tema di partiti. Certo, qualche delega e qualche fiducia su temi anche molto delicati l'abbiamo subita, ma su questo tema della politica una delega al Governo significava davvero un insulto alla cultura e alla logica della democrazia costituzionale.
  Credo che, da questo punto di vista, il pericolo possa dirsi scampato e credo che occorra un altro passaggio, perché il work in progress a me sembra indispensabile in un intervento su un tema così delicato: liberare i partiti dalle formalità. Noi abbiamo proposto alcuni emendamenti in cui abbiamo cercato di dare un contributo, ma qui c’è un timore, un timore che affonda le sue radici in una cultura squisitamente inquisitoria, cioè il timore che liberare il partito di qualche adempimento possa comportare una sorta di depenalizzazione di condotte pregresse che possono essere state contestate a certi soggetti o ad altri.
  Ma io credo che su questo veramente dobbiamo cominciare a ragionare. Questo terrore di toccare qualche cosa che possa essere penalmente rilevante, come se il giudice penale fosse il ricovero assolutamente unico e indispensabile per poter raggiungere determinati obiettivi, a me sembra che vada certamente fugato. Allora, il timore di depenalizzare e la scelta di non intervenire sul meccanismo del finanziamento dei partiti – non se ne toccano le strutture portanti – credo che sia un dato che deve assolutamente essere riveduto e assolutamente corretto. Noi saremo vigili, Presidente, cioè controlleremo che il Senato non stravolga questo provvedimento e che non approfitti dell'occasione per peggiorare quello che è il quadro di questa normativa. Cercheremo di intervenire positivamente sulla disciplina del finanziamento, cercheremo di sburocratizzare, cercheremo di rendere più comprensibile quello che oggi, con questo provvedimento, ripeto, non è certamente migliorato. Il gruppo di Forza Italia è ispirato ai principi liberali, non ha mai cambiato idea. Saremo sempre contro ogni forma di partito-Stato e contro ogni forma di strisciante statualizzazione dei partiti. Il voto di astensione è un voto di speranza, ma anche un voto di protesta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Diciamo subito una cosa: tutto questo ambaradan di due giorni, tutto il lavoro in Commissione, tutte le audizioni fatte in Commissione sono nati da una proposta di legge, da un'imposizione del PD a voler calendarizzare a tutti i costi questo provvedimento a prima firma di Orfini e Guerini, il vicesegretario e segretario locale del Partito Democratico, con un unico, semplice scopo, quello di mettere in difficoltà una forza politica che era loro ostile, ossia il MoVimento 5 Stelle; non esiste altra giustificazione del perché c’è stata una spinta forte del Partito Democratico ad affrontare questo tema. Infatti, è evidente che il MoVimento 5 Stelle dà fastidio ed è evidente che, del MoVimento 5 Stelle, il Partito Democratico ha paura. Il MoVimento 5 Stelle è diverso, rispetto a tutti gli altri partiti che sono qui dentro non è iscritto al registro, tutti gli altri lo sono, non riceve finanziamenti pubblici e non li vuole ricevere in nessuna maniera, non riceve il 2 per mille e non lo vuole ricevere, non ha le donazioni agevolate con lo sgravio fiscale per i donatori e non le vuole avere; tutti gli altri, sì, tutti gli altri hanno il loro statuto, tutti gli altri hanno lo statuto secondo quanto stabilito dalla legge Letta con tutti i requisiti; l'unico elemento diversivo nel panorama Pag. 98politico italiano è il MoVimento 5 Stelle, perché non ne esistono altri, l'unico personaggio politico nel Paese che non è omologato a tutti gli altri è il MoVimento 5 Stelle e se si fa una legge perché si vuole omologare anche chi non è omologato ai partiti politici, lo si fa, evidentemente, solo contro il MoVimento 5 Stelle. Questa è stata la storia di questa proposta di legge che è stata completamente smontata dai costituzionalisti in Commissione, per cui l'intento di Orfini e Guerini di metterci in difficoltà è completamente svanito, è completamente sfumato; il relatore si è ritrovato una proposta di legge completamente azzoppata e vuota e, oggi, probabilmente, dai banchi del PD ci sentiremo dire che siamo davanti alla svolta epocale, alla legge che, finalmente, cambierà il panorama dei partiti politici in Italia. Mi dispiace che nel resoconto stenografico non si possano scrivere le risate, ma di risate ce ne sarebbero veramente molte da fare, perché questa proposta di legge fa veramente poco, diciamocelo chiaramente, fa veramente poco. Come se l'istituzione di una pagina Internet in cui vedere un bilancio o la deposizione di uno statuto – come se voi poteste pensare che il MoVimento 5 Stelle non voglia depositare uno statuto, qualcuno in Commissione ha detto che ne abbiamo ben due, ma, magari, anche tre, come se il problema dei partiti politici fosse quello di avere uno statuto come dite voi e una pagina su Internet in cui inserire tutte le voci di bilancio, tra l'altro, bilancio che tutti noi inclusi siamo già costretti a depositare – potesse riaffermare il primato politico dei partiti nei confronti dei cittadini. Ecco, ci troviamo innanzi a una legge che ha fatto ben poco, che ha impegnato molto, ma che sta facendo ben poco. Non direi che siamo di fronte a una svolta epocale, siamo di fronte a un capriccio di alcuni esponenti del Partito Democratico che hanno provato, anche con una campagna denigratoria, indegna nei confronti del MoVimento 5 Stelle, a cercare di dimostrare che loro sono più democratici degli altri e loro sono più trasparenti degli altri e nel fare questo hanno dichiarato anche che questa proposta di legge doveva applicare l'articolo 49 della Costituzione come se, in settant'anni di Repubblica, l'articolo 49 della Costituzione non fosse mai stato applicato. È sempre stato applicato in maniera corretta e giusta e non ci sono mai stati problemi dal punto di vista democratico nel nostro Paese, ma qui, in quest'Aula, c’è qualcuno che si arroga, evidentemente, il diritto di sapere che la democrazia si può fare soltanto come dice lui e tutti gli altri, invece, non sono democratici. Ebbene, il MoVimento 5 Stelle non è un partito, non lo vuole diventare e il metodo di fare politica dei partiti, a nostro parere ed evidentemente, è stato fallimentare. Se il nostro Paese si trova in queste condizioni è perché i partiti politici, questo Paese, lo hanno portato in queste condizioni, con un metodo di fare politica, a nostro parere, indegno, e noi non diventeremo mai voi e faremo sempre di tutto per non trasformarci in quello che siete diventati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Perché il passaggio che prima ha letto il deputato Quaranta, che riprende i lavori dell'Assemblea costituente, è di una forte attualità: il problema dei partiti era reale nel 1948 come lo è oggi; e non è un foglio di carta né una pagina di Internet con all'interno il bilancio che dirà ai cittadini che un partito è migliore dell'altro, perché, quando il cittadino vi guarda e, invece di vedere dei rappresentanti politici, vede l'ora d'aria di San Vittore, è evidente che non può aver fiducia nella politica; quando vede che non si fanno i suoi interessi e arriva l'emendamento scritto dalla Total, dalla Sorgenia o dal lobbista di turno in cui vengono regalati milioni di euro dei contribuenti e agevolazioni spaventose a poche lobby e gli interessi dei cittadini vengono calpestati, non si può aver fiducia in questa politica. Non esiste foglio di carta che vi risparmierà dal fatto che i cittadini, ormai, vi disprezzano, quasi vi odiano, per quello che gli avete fatto negli ultimi settant'anni.
  È questo quello che voi state pagando e la trasparenza che voi tanto decantate in questo provvedimento è una trasparenza Pag. 99anche un po’ di facciata: si fa trasparenza, ma fino a un certo punto, si doveva fare una legge per disturbare il MoVimento 5 Stelle e non vorremmo mai che con questa legge si mettesse in difficoltà la nostra organizzazione, perché la ragione di non aver inserito una vera trasparenza per le fondazioni politiche è una cosa che francamente non solo è incomprensibile, ma è proprio indegna da parte del Partito Democratico, perché che le fondazioni siano un problema non lo dice il MoVimento 5 Stelle, lo dice la cronaca degli ultimi anni; che le fondazioni siano le casse, le casseforti oscure dei partiti, non lo dice Andrea Cecconi, lo dicono le indagini della magistratura e lo dicono le indagini dei giornalisti degli ultimi anni.
  Non volete rendere trasparenti le fondazioni politiche che appartengono al partito, ai membri del Governo, a persone che prima erano del Governo o parlamentari e adesso non lo sono più, ma continuano a ricevere fondi a livello non trasparente, anzi, quasi occulto, perché non è possibile sapere da che persone e da che aziende queste fondazioni ricevono i soldi, e, se poi bisogna fare un emendamento in legge di stabilità o durante un provvedimento in favore dei soldi che queste fondazioni hanno ricevuto, voi lo fate senza dire niente a nessuno e i cittadini non devono sapere assolutamente niente.
  Ecco, tutta la storia di questo progetto di legge voi potete decantarla e declamarla come un passo storico, ma francamente non è nessun passo. Non fa danni, certamente non è una legge che fa danni e già questo è un miracolo legislativo sul fatto che il Partito Democratico facendo una legge non commetta un danno nei confronti dei cittadini; è una legge a cui votare contro sarebbe anche, francamente, inutile, un'astensione ve la regaliamo volentieri, ma un voto a favore ci sembra assolutamente inadeguato per tutto il lavoro fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e per l'incapacità di un partito che si è proposto promotore di un rinnovamento, di un'applicazione dell'articolo 49 della Costituzione, di fare una legge che avrebbe riavvicinato i cittadini alla politica, per uscirsene con tre o quattro fogli di carta che ben poco fanno.
  Poi è chiaro, se uno può avere anche lo statuto e può avere lo statuto più lungo o più bello di qualcun altro, meglio; poi, se però questo statuto non viene applicato, caro relatore, e se durante le primarie c’è la fila di cinesi e non succede niente, evidentemente, anche lo statuto diventa carta straccia, che, depositato o non depositato, è una cosa che vale per un foglio di carta all'interno di quest'Aula, ma non vale certamente per i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ecco, io non credo che i cittadini – a prescindere dagli statuti e a prescindere dai bilanci che comunque non sono trasparenti, anche quando saranno sulla pagina Internet, come ho già detto, avranno una trasparenza parziale, perché manca tutta la grossa fetta delle fondazioni – valuteranno la loro scelta politica in base a uno statuto depositato o meno o a una pagina Internet ben fatta o meno.
  Io credo che i cittadini – credo che ve ne stiate rendendo conto – decidano per i programmi, per le scelte, per un'alternativa diversa rispetto a quello che è stato fatto in questo Paese dai partiti tradizionali. Stanno scegliendo il MoVimento 5 Stelle perché sono un'alternativa e il vostro più grosso errore è stato di non cogliere che le nostre proposte, come per esempio il reddito di cittadinanza, erano proposte che a questo Paese servono, che per questo Paese sono giuste e coglierle, invece di fare operazioni economiche da 24 miliardi per lasciare il Paese in stagnazione, avrebbe solo fatto bene ai cittadini, non al MoVimento 5 Stelle. E voi questa cosa la state pagando alle urne, questa cosa la pagate verso i cittadini; e lei, relatore, avrà certamente cercato di fare un lavoro quanto più condiviso e aperto possibile per fare una legge quanto più masticabile possibile, ma un lavoro francamente inutile, e non dico che ha fallito, ma certamente il suo partito l'ha spinto a fare un lavoro pessimo ed inutile e a far lavorare a vuoto quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Presidente, mi permetta innanzitutto di scusarmi con quei cittadini milanesi di famiglia cinese che hanno scelto liberamente di partecipare alle primarie del Partito Democratico e che il collega del MoVimento 5 Stelle ha appena offeso nel loro diritto democratico di scegliersi i candidati all'elezione a sindaco della città di Milano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  È una situazione singolare quella nella quale mi trovo, a comunicare la dichiarazione di voto del Partito Democratico su questa legge: a parte le forze di Governo, non è contento nessuno di questa legge, il che a me già un po’ insospettisce. C’è chi ci comunica che abbiamo fatto troppo poco con questa legge: penso all'intervento interessante che ho ascoltato con attenzione del collega Quaranta di SEL. C’è chi ci comunica che abbiamo fatto troppo, come ci ha detto il collega Sisto di Forza Italia. E c’è chi, come il MoVimento 5 Stelle, ci dice: avreste voluto fare una legge contro di noi, cioè fare troppo, ma adesso avete fatto poco.
  Noi pensiamo che oggi ci si accinga in quest'Aula a votare un provvedimento molto importante, io penso storico; e non solo perché, come qualcuno ha sostenuto, è atteso da settant'anni, perché non è la lunghezza nella storia che decide dell'importanza di un momento, della solennità di un momento: è storica l'assunzione del Parlamento italiano di una responsabilità, che assume approvando questa legge di fronte ai cittadini e al Paese.
  Ci sono stati momenti decisivi nella storia della nostra Repubblica nei quali i partiti, al di là delle differenze molto profonde, si sono riuniti per il bene comune del Paese: lo fecero certamente i partiti del Comitato di liberazione nazionale, lo fecero certamente nella stagione esaltante dall'Assemblea costituente, lo fecero in altri momenti difficili, drammatici per la storia del Paese, come quelli del contrasto al terrorismo interno. In quei momenti era forte, fortissimo l'obiettivo che teneva insieme i partiti, e forse lo era meno una riflessione, che è venuta dopo, sui mali dei partiti; ma quei partiti hanno tramandato a noi l'obbligo di curare i mali della democrazia partitica. Noi oggi non approviamo solo delle norme che regolano il funzionamento dei partiti, ma tentiamo un'operazione importante di rinnovamento e di rafforzamento della nostra democrazia.
  Ho sentito dire che le norme che abbiamo scritto in questa legge non servono a nulla, sono acqua fresca; ma qualcuno può alzarsi ora in quest'Aula e dirmi...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, si può abbassare il tono della voce... Non si riesce a seguire il ragionamento, per favore ! Grazie. Prego, continui.

  EMANUELE FIANO. Sì, devo dire che è molto fastidioso: la ringrazio, Presidente.
  Qualcuno può alzarsi in quest'Aula, in questo istante, e dirmi se dei partiti che qui sono rappresentati, di tutti i partiti e di ciascuno, può qui in questo momento elencarmi chi sia il legale rappresentante del partito, chi sia il soggetto che ha la titolarità del contrassegno depositato per le elezioni politiche, quale sia la sede legale nel territorio, quali siano con certezza e trasparenza gli organi del partito o del gruppo politico organizzato, la loro composizione, di questi organi, e le loro relative attribuzioni ? Qualcuno può certificarmi, ora, in questo momento, di tutti i partiti italiani, oggi, prima dell'approvazione di questa legge, quali siano le modalità di selezione dei candidati per la presentazione delle liste ? Se ne siete capaci e se ciò che avete appena detto, tutti voi, a parte le forze di Governo, sono coerenti con la realtà italiana, alzatevi ora ed elencatemi, dei partiti che qui sono presenti, questi organi e queste norme (Deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si alzano in piedi) ! Perché non è vero, nessuno può alzarsi oggi a dirmi, di tutti i partiti italiani o di tutti i movimenti che qui sono rappresentati, gli organi che decidono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !Pag. 101
  Non basta l’hashtag «lo staff» per dirmi che in un movimento politico esiste qualcuno che decide (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Non bastano le scritture private tra i candidati a sindaci ed un'azienda privata a dirmi che i partiti sottostanno già a queste regole, perché sarebbe una falsità.
  Il Partito Democratico, che è orgogliosamente partito e orgogliosamente democratico, non sente il bisogno, in questo momento, di lezioni da parte di questi altri partiti o movimenti, che non hanno quelle caratteristiche che diventeranno obbligatorie per legge: noi siamo sempre disponibili ad ascoltare le critiche, non pensiamo che le leggi che escono da quest'Aula siano perfette, e siamo pronti a collaborare sempre sul miglioramento del funzionamento della democrazia.
  Noi abbiamo provato dall'inizio della nascita del nostro partito a darci delle regole autonome, che già rispondono ad alcuni di questi requisiti. Io penso con orgoglio, non solo per il mio partito, alle centinaia di migliaia di iscritti e militanti, del mio partito lo so, che senza chiedere nulla in cambio vivono e rendono viva una comunità solidale e chiedono a noi valori, etica, passione ed impegno.
  Tutti conosciamo, noi per primi, i mali di cui soffre la nostra democrazia, anche quelli di cui hanno parlato i colleghi in diversi interventi; così come sappiamo che sono dipesi dalla incapacità dei partiti di fare i partiti, di dare risposte sufficienti alle domande ed ai problemi dei cittadini; ma sappiamo anche che ciò che è scritto nell'articolo 49 della Costituzione è vero ancora oggi e che i partiti rappresentano l'unico tramite democratico per rappresentare i cittadini nelle istituzioni. E non è vero, colleghi del MoVimento 5 Stelle, che uno vale uno, perché non è vero che basta non avere un sistema statutario di regolamentazione delle regole di decisione nei partiti: noi sentiamo sulle nostre spalle, noi del Partito Democratico, il peso dei quasi 9 milioni di persone che ci hanno portato qui nel 2013 e sentiamo di dover rappresentare la loro visione del mondo.
  I nostri Padri costituenti, quando scrissero la Costituzione, pensarono di attribuire questo ruolo fondamentale di rappresentanza della modalità democratica qui dentro dei cittadini ai partiti. Non lo fecero con un'ottica spartitoria: lo fecero perché, dopo l'aberrazione fascista, sentirono forte il desiderio di creare un Paese dove i cittadini – i cittadini ! – potessero contribuire, per il tramite dei partiti, alle scelte collettive per le sorti del Paese.
  Noi con questa legge oggi vogliamo tessere con trasparenza e partecipazione la trama che unisce i cittadini ai partiti e alle istituzioni: è questo il tratto distintivo di questa proposta di legge. Ed è singolare che dopo che tutti noi abbiamo ascoltato le audizioni, a cominciare forse dai colleghi del MoVimento 5 Stelle che erano particolarmente attenti, quelle audizioni che ci hanno detto che sarebbe incostituzionale decidere qui dentro dei fini dei partiti; dopo che noi abbiamo scelto (e lo ha fatto molto bene secondo me il relatore Richetti) di assumere dunque il principio della trasparenza sulle norme, perché tutti noi italiani si sappia come si decide nei partiti, e non su cosa si decide, che sarebbe stato, secondo le molte opinioni ascoltate, quello sì, incostituzionale; è singolare che oggi ci si venga a dire che anche quel principio che abbiamo scritto non regge alla prova della necessità di correggere le disfunzioni del partito.
  Noi vogliamo trasparenza, da un lato, e partecipazione, dall'altro, vogliamo che ciascun iscritto di un partito possa accedere all'anagrafe di tutti gli iscritti al partito stesso: è possibile oggi questo per legge ? No. Vogliamo che siano rese pubbliche le modalità con cui si scelgono le candidature; non vogliamo intrometterci nella vita di un'organizzazione politica, vogliamo che tutti sappiano come funziona l'organizzazione politica. E lo vogliamo riaffermando la necessità obbligatoria che sia applicato il principio democratico anche all'interno dei partiti, perché la democrazia è tale solo se lo sono anche le istituzioni democratiche e se sono democratici anche quei corpi intermedi, come li Pag. 102definiva Crisafulli, che sono i partiti e che partecipano e regolano la democrazia.
  Io penso, colleghi, che possiamo decidere di chiamare i partiti come vogliamo: partiti, associazioni, movimenti, meetup, ma si tratta sempre di associazioni, organizzazioni, luoghi di discussione in cui i cittadini si riuniscono per assumere decisioni.
  Noi, che siamo il partito più grande d'Europa, con centinaia di migliaia di iscritti, che abbiamo un dibattito interno che sfocia a volte nel litigio e che appassiona molto i quotidiani, che abbiamo organismi eletti all'interno di congressi e parlamentari scelti con il metodo delle primarie, ci poniamo noi, l'abbiamo portato noi qui dentro, non altri, che sbandierano ogni giorno il tema della partecipazione e della trasparenza, il tema della trasparenza dei partiti. Siamo noi che abbiamo voluto portare qui dentro questo tema, altri scelgono altri metodi: scelgono di farsi guidare da aziende private, lo facciano loro, fino a quando questa legge non sarà approvata.

  PRESIDENTE. Concluda.

  EMANUELE FIANO. Alcuni di voi – ho finito, Presidente – hanno sostenuto che tutto ciò è insufficiente, avete sostenuto che tutto ciò è aria fritta. Nessuno è perfetto. Hans Kelsen, uno dei più grandi teorici del diritto, ha sostenuto che l'ostilità ai partiti politici, di cui tanti si riempiono la bocca nel Paese, costituisce ostilità alla democrazia.
  Finisco, Presidente. Noi in questi anni abbiamo messo mano a tutto ciò che riguarda il funzionamento della democrazia italiana; sarà opinabile come l'abbiamo fatto, ma abbiamo voluto mettere mano alla riforma dalla Costruzione, al finanziamento dei partiti, alla legge elettorale, al conflitto di interessi, agli enti locali, alla riforma della pubblica amministrazione, oggi alla legge sui partiti.

  PRESIDENTE. Concluda.

  EMANUELE FIANO. Ci prendiamo questa responsabilità. Noi crediamo – è l'ultimo rigo, Presidente – nella democrazia, sentiamo la responsabilità di migliorarne la qualità, percepiamo intorno a noi, Presidente, in Europa e nel mondo, la necessità di difenderla ancora, contro ogni deriva estremista e violenta.
  Per questo motivo, signora Presidente, colleghi deputati, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pino Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, c’è un dato che resta inconfutabile: siamo tutti, in questa Assemblea, figli del secolo dei partiti. Dunque, per esperienza diretta o per condizionamenti inevitabili, seppure per presa di distanze antagonistica, tutti abbiamo nel nostro immaginario personale un modello di partecipazione al processo democratico che si chiama partito politico.
  Il punto è che quel partito politico, che ha costruito la democrazia nel nostro Paese, che ha addirittura preceduto e accompagnato il processo costituzionale, quel partito, partecipato, fatto di militanza, di iscritti che arrivarono a rappresentare addirittura il 10 per cento della popolazione italiana, quel modello non esiste più.
  Ebbene, questo dibattito, necessario e importante, cade in una stagione in cui è più facile scandire i concetti del «non più» e del «non ancora» piuttosto che della compiutezza di un processo che è, con tutta evidenza, in pieno svolgimento; basterebbe gettare un occhio ai dati elettorali di domenica scorsa, con l'esplosione delle liste civiche e la tendenza all'abbandono delle urne, per capire che dobbiamo mettere in campo nuovi strumenti per interpretare la nuova politica.
  Forse è giunto il tempo di comprendere il senso di quella che i politologi chiamano la «democrazia continua», e attrezzarsi per offrire nuovi strumenti partecipativi per consentirla. Forse dobbiamo anche Pag. 103pensare ad una forma di cittadinanza attiva da incentivare e promuovere nei processi elettorali. Certamente, però, non possiamo lasciare privo di tutele il cittadino quando si rapporta ai partiti, cui l'ordinamento ancora riconosce il ruolo fondamentale nella democrazia moderna.
  Per questo diventava necessario mettere mano ad una legge che consentisse la regolazione del partito politico. L'attendavamo dai tempi della Costituente; dopo settant'anni, mi pare giusto chiudere il cerchio votandola.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare per un ringraziamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Presidente, intervengo per un veloce ringraziamento – ma non formale né di circostanza – a tutti i colleghi della Commissione e dell'Aula per il lavoro che abbiamo svolto, e in particolare per il supporto – devo dire fornito con una competenza straordinaria – dai funzionari della Commissione, del Servizio studi e dell'Aula.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Staso, che mi è stato comunicato solo ora. Ne ha facoltà.

  ANTONIO DISTASO. Presidente, intervengo telegraficamente a nome della componente dei Conservatori e Riformisti e annuncio il nostro voto contrario per il giudizio strutturalmente negativo che diamo di questa legge, per noi sostanzialmente inutile, per due motivi: non risolve il problema dell'intermediazione, sempre più distante, tra istituzioni e cittadini e non risolve il problema fondamentale posto dalla Carta costituzionale, che è quello dell'equiordinazione dei tre poteri dello Stato.
  Abbiamo consentito nel 1993, con la modifica dell'articolo 68 della Costituzione, la modifica del sistema dell'immunità parlamentare, oggi, con la riforma costituzionale, se confermata, e il combinato disposto con la legge elettorale consentiamo lo spostamento del bilanciamento a favore dell'Esecutivo nei confronti del legislativo. Questa Camera oggi celebra impotente la sua impotenza. Vedo tante dichiarazioni roboanti e molto cariche di enfasi che non corrispondono alla sostanza. Noi diciamo invece che oggi, per quanto i partiti siano vituperati e proprio per il basso consenso che hanno nell'opinione pubblica, spesso per nostro demerito, abbiamo il dovere in quest'Aula di difenderli, perché sistema migliore come filtro necessario nei confronti tra i cittadini e le istituzioni non è stato trovato. Stiamo scivolando verso un sistema di democrazia diretta ma non sappiamo né come né in che termini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 2839-A ed abbinate, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 104

  Coppola, Terzoni, Gitti, Baruffi, Marazziti, Castelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Disposizioni in materia di partiti politici. Norme per favorire la trasparenza e la partecipazione democratica» (2839-3004-3006-3147-3172-3438-3494-3610-3663-3693-3694-3708-3709-3724-3731-3732-3733-3735-3740-3788-3790-3811-A):

   Presenti  416   
   Votanti  304   
   Astenuti  112   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato  268    
    Hanno votato no  36.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2721.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di una proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
  Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la IX Commissione (Trasporti) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
  Tullo ed altri: «Modifiche al codice della navigazione in materia di responsabilità dei piloti dei porti» (2721).
  Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
  (Così rimane stabilito).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 54-B – D'iniziativa dei senatori: Amati ed altri: Modifica all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale (Approvata dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato) (A.C. 2874-B) (ore 18,17).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato, n. 2874-B: D'iniziativa dei senatori: Amati ed altri: Modifica all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
  Avverto inoltre che alla componente politica del gruppo misto Movimento PPA – Moderati, costituitasi dopo la pubblicazione del contingentamento, sarà attribuito per il seguito dell'esame del provvedimento un tempo pari a due minuti.
  Ricordo che nella seduta del 23 maggio si è conclusa la discussione generale e i relatori ed i rappresentanti del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 2874-B)

  PRESIDENTE. Passiamo allora all'esame dell'articolo unico della proposta di legge e degli emendamenti presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2874-B).
  La I Commissione (Affari Costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 2874-B), che è in distribuzione.
  Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo unico.

  WALTER VERINI, Relatore. Presidente, noi per riassumere, anche a nome dell'altro Pag. 105relatore, onorevole Sarro, chiederemo l'invito al ritiro oppure in subordine daremo parere contrario.

  PRESIDENTE. Sì, va bene. Il Governo ?

  GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie, Presidente. Il Governo esprime un parere conforme a quelli appena espressi dai relatori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Savino, Misuraca ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  384   
   Votanti  343   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
  63    
    Hanno votato
no  280).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 1.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Con i nostri pochi emendamenti a questa proposta di legge noi intendiamo dare più certezza alla ricognizione di questi fatti, che andranno ad integrare fattispecie di reato. È per questo che crediamo che l'inserimento, che era avvenuto alla Camera nella prima lettura, era necessario a fare in modo che i giudici potessero applicare le norme basandosi sui precedenti, precedenti che accertavano che determinati fatti erano accaduti ed erano accaduti una volta che il giudice accertava, successivamente, che questi fatti erano ritenuti gravi, che erano ritenuti genocidio, che erano ritenuti crimini di guerra e lo accertava dandogli una configurazione specifica e riconosciuta dallo stesso organo che l'aveva accertata, in maniera chiara, in maniera trasparente, in maniera giuridica, in maniera forte.
  Ecco perché noi crediamo che questo inserimento debba ritornare a far parte della proposta di legge.
  Questa giunta richiede che i fatti di genocidio debbano essere accertati tenendo conto delle sentenze passate in giudicato pronunciate da un organo di giustizia internazionale, ovvero da atti di organismi internazionali e sovranazionali dei quali l'Italia è membro. Così si vuole evitare che il giudice possa da solo andare ad accertare se un fatto è crimine di guerra, genocidio o altre fattispecie, senza alcuna base precedente, cioè accertandolo lui stesso. Quindi in questo senso si vuole sgravare il giudice da un accertamento impossibile, difficile, che magari sta facendo di fatti che sono avvenuti in un'altra nazione e in un'altra epoca storica. Ecco perché noi crediamo che invece un organo di giustizia internazionale preposto ad accertare quei fatti, che è stato sottoposto al giudizio, alla valutazione di quei fatti, possa in qualche modo essere un precedente inconfutabile per cercare di far capire al giudice che poi andrà ad applicare a questa, diciamo, a questa visione che viene posta nel presente, se un fatto è configurabile come genocidio, se un fatto è qualificabile come crimine di guerra o crimine contro l'umanità, in modo da applicare la fattispecie di negazionismo nel modo più corretto e più tassativo. Eravamo giunti a un compromesso alla Camera, noi avevamo inserito, Presidente, che... le responsabilità dovessero essere accertate con sentenza di condanna passata in giudicato; si era arrivati a un compromesso, si era arrivati al compromesso di dire che si deve tenere conto dei fatti anche se non c’è una sentenza, ma si deve comunque tener conto dei precedenti giurisprudenziali di corti internazionali. Questo era stato accettato come compromesso, era stato mandato al Senato, che inspiegabilmente ha eliminato questa fattispecie, Pag. 106questo inserimento. Ecco allora noi riteniamo che, visto che la pena è stata anche aumentata, ed è stata data una certa mancanza di concretezza, una certa mancanza di realizzabilità della fattispecie, noi crediamo che questo sia un inserimento necessario, crediamo che sia un inserimento che va nell'ottica di dare maggior certezza al diritto, maggior sicurezza ai giudici, meno, diciamo, oneri ai giudici e sicuramente anche maggior chiarezza al giudice e al cittadino, che deve sapere appunto chi commette il fatto, deve sapere se la fattispecie potrebbe rientrare nel reato oppure no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente intervengo perché questi emendamenti contengono una parte che riproduce anche l'unico emendamento che Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà ha prodotto su questo provvedimento, perché è, diciamo, parte essenziale; meno essenziale è il discorso su fattispecie di reato autonomo, su aggravanti piuttosto che sulle modalità della diffusione o della pubblicità. Esiziale è il fatto che questo provvedimento ci torna dal Senato sganciato da qualunque realtà, tanto è vero che noi scriviamo una norma che in realtà non è una norma, non ha nessun criterio di tassatività, è una norma inapplicabile e poi spiegheremo nel corso degli interventi perché così congeniata è addirittura pericolosa, perché noi agganciamo un reato, e dunque una pena, esclusivamente allo Statuto della Corte penale internazionale; tre articoli: articoli 6, 7 e 8. Allora il problema, colleghi, è che queste tre cartelle scritte in corpo otto, sono i tre articoli in cui ci sono 60, forse 70 voci ulteriormente dettagliate che contengono tutte le cose peggiori che l'umanità può commettere. Lo avevamo agganciato alla Camera a delle sentenze passate in giudicato della Corte penale internazionale o di altro organismo internazionale di cui l'Italia facesse parte. Espunto quel testo che noi tentiamo di, diciamo, riprodurre nel testo della Camera, nel testo che stiamo discutendo, rimane un testo totalmente mutilato, totalmente indeterminato, in cui riconosciamo fra i comportamenti passibili di reato, questo, e dunque di pena, addirittura cose che nell'ordinamento italiano non sono neppure riconosciute come reato, ad esempio la tortura.
  Allora, mentre per venticinque anni il Parlamento si è accapigliato spaccando il capello in quattro e riproducendolo su che cosa doveva essere inteso per tortura, noi lo prendiamo così, con altre settanta voci su cui potrebbe esser fatta la stessa discussione, e lo facciamo diventare parte dell'ordinamento.
  Questo è un testo pericoloso perché è un testo scritto per metterlo nelle mani della maggioranza politica di turno, che non si sa quale sarà. Una legge non può esser fatta così, non può esser fatta con questo livello di indeterminazione. Noi abbiamo votato favorevolmente sul testo come licenziato dalla Camera, era un testo equilibrato, segnava un problema di fronte a una vicenda europea che presenta nuvolosità e cupezze particolari in questa sua fase storica, ma sinceramente il testo così congegnato è svuotato di ogni valenza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Quando da fonti così diverse, MoVimento 5 Stelle, SEL, e per quello che vi dirò personalmente, si muovono critiche in qualche modo simili, sia pur per le ragioni diverse che mi permetterò di segnalare, evidentemente c’è qualche cosa che non va in questo provvedimento. Proprio la diversità di provenienza delle fonti e delle critiche dà l'idea che indubbiamente le modifiche del Senato sono state scellerate, non ho nessun timore a definirle come tali.
  Vorrei dire Presidente, subito, che c’è il massimo rispetto da parte di chi parla, ma Pag. 107non soltanto, per quello che c’è all'interno di questa norma, per le finalità a cui è preposta, per lo spirito che la anima, ma questa non può essere un'esimente per in qualche maniera avallare una norma che non ha né testa e né coda. Soltanto esaminando – diceva bene prima il collega Farina – quello che abbiamo approvato in quest'Aula e quello che poi è passato al Senato (l'emendamento in questione ripropone tutti questi passaggi), ci si accorge che siamo passati da un'aggravante ad un reato autonomo. Ma c'era bisogno di scrivere un altro reato ? Noi che abbiamo una frantumazione delle fattispecie incriminatrici, che andiamo correndo, scusate la banalità del termine, dietro le norme, perché non riusciamo a controllarle così come sono contenute un po’ dappertutto, aggiungiamo un'altra norma, anziché un'aggravante ? Ancora: è stato eliminato l'aggettivo «pubblica» istigazione o «pubblico» incitamento che tanto ci ha fatto discutere e su cui siamo stati d'accordo per poter percepire e toccare quella condotta come pubblica. Ancora: vengono introdotte queste parole «commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione». Un giurista di media portata sa bene che il concreto pericolo di diffusione è un concetto inafferrabile, è malleabile in modo assolutamente soggettivo. Che vuol dire concreto pericolo di diffusione ? Vi prego fatemi un esempio e io vi dimostrerò che quello è un esempio non pertinente. Ve ne farò uno io e voi direte esattamente la stessa cosa. È un concetto penalisticamente inafferrabile e inaccettabile. Ma la ciliegina, se si potesse usare questo termine per una norma penale, è l'avere eliminato quello che era stato raggiunto in quest'Aula cioè «tenendo conto dei fatti accertati con sentenza passata in giudicato, pronunciata da un organo di giustizia internazionale» che era una applicazione del giudicato della sentenza, una sorta di principio di common law un po’ atipico ovvero il giudice aveva la possibilità di avere dei dati oggettivi e documentali da cui partire. Io non dico come il collega Ferraresi che il giudice sarà ostacolato, dico solo che una fattispecie penale deve essere tipica, deve essere determinata. Io devo sapere qual è il caso che può comportare una responsabilità penale. Con questa situazione io non lo so. Non lo so e vado incontro a responsabilità penali non sapendo se, o meno, ci posso andare incontro. Questo modo di fare le norme penali, a forbice cosiddetta aperta, è tipica degli Stati non democratici. Presidente, io uno Stato non democratico che scrive queste norme non ci voglio stare ! Personalmente voterò contro per le ragioni che ho detto.

  GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie, signora Presidente. Molto brevemente: pure intendendo lo spirito con il quale vengono mosse alcune osservazioni e critiche, vorrei fare solo in questo caso, perché come è stato ricordato gli emendamenti si somigliano, alcune osservazioni. La prima riguarda anche gli interventi che mi hanno immediatamente preceduto e cioè la supposta indeterminatezza della formulazione attuale. In realtà, ciò che si prevede in questa fattispecie, così come modificata dal Senato (non sto qui a ricordare anche l'importanza di un'approvazione come quella della norma che stiamo valutando), è che ci sia un principio generale che vada preferito e che in questo caso è quello dell'esplicazione del principio del libero convincimento del giudice che facendo riferimento, non a una norma indeterminata, ma agli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale che ricomprendono tutte le fattispecie, così come è stato ricordato anche dall'onorevole Farina, rappresentano, per quanto riguarda l'esercizio effettivo dell'azione penale, l'attività più precisa, anche più garantita, rispetto al nostro ordinamento. Pertanto non si deve sollevare il giudice da una responsabilità, ma si deve fare in modo che i giudici possano avere la possibilità Pag. 108di intervenire sulla base di un principio sovraordinato che è quello del libero convincimento.
  Per quanto riguarda invece l'introduzione della parola «pubblicamente» o delle parole «commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione», faccio solo notare che sotto il profilo tecnico-giuridico, come attualmente previsto dalla legge n. 654 del 1975, si contempli una fattispecie peculiare rispetto a quella generale di cui l'articolo 414, per cui introducendosi l'avverbio pubblicamente anche nella legge n. 654 del 1975 si svuota inevitabilmente la portata applicativa del citato articolo 414 del codice penale. Insomma, praticamente, si va a comminare una pena inferiore; volendo intervenire per aggravare la fattispecie penale si ottiene l'esatto contrario. Per cui pur comprendendo qual è l'intento dei proponenti di questi emendamenti mi permetto di ribadire il parere contrario del Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. In modo schematico, ci sono altre due aspetti che ovviamente non erano stati analizzati. Il primo, è che questa norma riavvicina sempre di più questa legge a una legge che mira a un reato d'opinione. Invece, con l'aggravante semplice che avevamo previsto, si andava in una direzione più morbida. È vero che il concreto pericolo di diffusione non è impossibile da accertare, ma certamente è difficile. Quindi da una parte si dà maggiore gravità alla fattispecie, si aumenta la pena, gli si vuol dare importanza in questo modo, e dall'altra la si svuota, perché magari non è impossibile accertarlo, ma il concreto pericolo di diffusione è molto difficile da accertare. Quindi, da una parte gli si dà peso con aumento della pena ingiustificato, dal nostro punto di vista, che lo avvicina ad un reato di opinione, e dall'altra gli si dice «però per accertarlo vi mettiamo un po’ i bastoni tra le ruote, perché appunto questo concreto pericolo sarà molto difficile». Lei dice bene, in effetti vi siete accorti che avevate fatto un errore grosso alla Camera cioè che le pene appunto andavano a non fare applicare la norma rispetta all'articolo 414, ma noi abbiamo già fatto una proposta in sede della Camera ovvero sostituire e inserire in quell'articolo il negazionismo, mettendo tutte le varie aggravanti. Avevamo fatto un lavoro di fino, una proposta emendativa che poteva essere valutata e che lo rendeva complessivo. È stato detto di «no», perché dopo doveva essere chiusa la norma. Cosa è successo ? Che invece, andata al Senato, è stata modificata. Allora forse ci potevamo prendere il respiro di modificarla tutti insieme alla Camera, di fare un bel lavoro sul 414 come il MoVimento 5 Stelle aveva proposto e molto probabilmente non avremmo fatto una legge che sicuramente non è una bella legge.
  Per quanto riguarda i fatti accertati, qui non stiamo parlando di andare a prendere alcuni principi e dire che per questi principi viene applicata la norma, non stiamo parlando di un libero convincimento su fatti che il giudice ha davanti. Stiamo parlando di fare accertare al giudice non se c’è stato negazionismo; stiamo parlando di fare accertare al giudice se un determinato fatto, avvenuto venti o trent'anni prima, in uno Stato, magari, straniero e lontanissimo, è genocidio oppure no. Quindi, potremmo avere che un medesimo fatto per diversi giudici sia giustificato come negazionismo per crimini che lo stesso giudice decide, cioè il giudice dovrà accertare con i mezzi, il giudice italiano.
  Raffiguriamoci l'ipotesi: il giudice di Bologna, il giudice di Milano, il giudice di Roma dovrà andare ad accertare se un determinato fatto, avvenuto venti o trent'anni prima in uno Stato con tutte le prove del caso, che, magari, è difficilmente accertato anche da una corte di giustizia internazionale, dopo decine di anni, o dal giudice del luogo, dopo decine di anni, dovrà andare ad accertare se quello è stato genocidio oppure no. Ma ci rendiamo conto che è impossibile che un giudice italiano, di un tribunale che può essere da Pag. 109Milano a Napoli, possa accertare se c’è stato un genocidio o se c’è stato un crimine contro l'umanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Ma lei ha mai visto un giudice semplice accertare un tal fatto di una tale gravità e di una tale difficoltà di accertamento rispetto a crimini che neanche le corti penali internazionali riescono ad accertare con uno spazio breve, con un tempo breve, ma richiedono anni, anni, testimonianze, prove, ovviamente anche di persone che hanno vissuto, magari, quei crimini, che sono state agenti in quei crimini, che sono state i soggetti che hanno partecipato in quei crimini ? Allora, fanno fatica loro e noi pretendiamo, con questa norma, che il giudice italiano possa dire se un determinato fatto è classificabile come crimine di guerra, come genocidio, oppure no ? Voi siete folli, folli, se pensate che un giudice italiano possa accertare, con questi criteri, se in Armenia, in Turchia, in Germania, in Jugoslavia si siano verificati questi casi oppure no.
  Dovrà avere una base, dovrà avere una base, esistono apposta le corti penali internazionali oppure i giudici internazionali per verificare se c’è stato genocidio oppure no. Che prendano questa base e che applichino la norma del negazionismo in Italia con un riferimento concreto, in modo che non solo i giudici abbiano meno difficoltà e meno peso sulle spalle, anche per disparità delle persone che si raffigureranno nei vari tribunali, ma anche per le persone, ovviamente, per le vittime del reato e per i rei che andranno davanti a un giudice, non sapendo effettivamente se un fatto in qualsiasi parte del mondo, magari successo 20, 30 o 40 anni fa, sia genocidio oppure no.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, intervengo io anche in questo dibattito rivolgendo, o meglio, raccogliendo le osservazioni di merito e di buonsenso che sono state sinora sollevate dai colleghi che mi hanno preceduto, per rivolgermi al sottosegretario, per rivolgermi ai componenti della Commissione giustizia della Camera e per rivolgermi anche a lei, Presidente, come garante dei lavori di quest'Aula su questo tema, Presidente, che è un tema estremamente delicato. È un tema molto delicato, tema rispetto al quale io credo che tutte le forze politiche, tutti i parlamentari, il fine a cui tende questa proposta di legge credo che sia pienamente e assolutamente condiviso.
  Credo che non ci sia nel nostro Paese, in questo Parlamento, una persona, una persona normale e di buonsenso, che possa accettare la negazione di fatti e di verità e di testimonianze storiche accertate in modo inconfutabile. Ebbene, se è così, evitando, ovviamente, di cadere nel rischio che è stato giustamente paventato, ovvero di trasformare questo reato, perché qui oggi parliamo di un reato autonomo rispetto all'aggravante che era stata introdotta nel dibattito alla Camera, rischiamo di scivolare sul terreno del reato di opinione, rispetto al quale – e mi riferisco in modo particolare alla legge Mancino – il nostro movimento, finché avrà voce, combatterà affinché i reati di opinione, e quindi la libera e sacrosanta possibilità di esprimere pensieri e parole, sia garantita a chiunque.
  Detto questo, Presidente, mi chiedo il motivo per il quale, tutte le volte che vi è un tema di natura giuridica rilevante e importante, il Senato, e in modo particolare la Commissione giustizia del Senato, debba introdurre fattispecie e aspetti normativi che creano un'evidente confusione e che mettono in grande imbarazzo, perché io, Presidente, sono assolutamente certo che il presidente della Commissione giustizia della Camera, Ferranti, piuttosto che i componenti della Commissione giustizia della Camera, persone rispetto alle quali abbiamo probabilmente opinioni politiche diverse, diversissime, su tanti aspetti, però sono persone preparate e competenti, e io credo che un testo così formulato, che crea problemi e difficoltà in primis al cittadino, scarica il problema sul cittadino da un lato, ma dall'altro lato, formulando Pag. 110un testo così indeterminato, così poco tassativo, con una fattispecie non chiara, togliendo quegli elementi di certezza che nel dibattito alla Camera erano stati introdotti, mettiamo il magistrato nelle condizioni di esercitare il libero arbitrio; ma credo che il magistrato stesso non si voglia esercitare su una fattispecie così delicata, così difficile, che si riferisce a fatti che affondano magari a 10, 20 o 30 anni fa, in modo particolare legati a crimini di guerra o a genocidi difficilmente accertabili oggi, anzi, difficilmente accertabili rispetto a vent'anni fa, e quindi togliere quegli unici elementi di garanzia che consentirebbero al magistrato su un crinale già difficile di per sé, visto l'ambito in cui si va ad operare, rischiamo di mettere il magistrato veramente nelle condizioni di non decidere o di decidere con grandi difficoltà.
  Mi appello, mi appello al Governo: capisco che dovete portare a casa, probabilmente, questa normativa in questo particolare periodo, però portiamo a casa, portate a casa, portiamo tutti assieme a casa una normativa che sia facilmente applicabile, una normativa la cui fattispecie di applicazione sia chiara, tassativa, certa, e sicuramente la normativa che esce dal Senato così non è. Questa nuova fattispecie di reato, così formulata, sganciata da elementi oggettivi che consentano al magistrato di poter decidere anche in serenità, questa norma risulta essere estremamente pericolosa.
  Io invito, Presidente, e chiudo sollecitando anche la Presidente stessa, perché un testo così è francamente, Presidente, inaccettabile, ripeto, rispetto a un fine che è totalmente e assolutamente condivisibile anche da parte del gruppo della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  378   
   Votanti  325   
   Astenuti   53   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato   62    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo..
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Di Lello, Massa, Colaninno, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  334   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   61    
    Hanno votato no  273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Carloni, Pastorino, Caso, De Lorenzis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  334   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   66    
    Hanno votato no  268.    

Pag. 111

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi, Savino, Massa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  372   
   Votanti  333   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato   61    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Baruffi, Fratoianni, Busto, Di Vita, Secco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  380   
   Votanti  339   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   64    
    Hanno votato no  275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Allasia, Pellegrino, D'Ambrosio...  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  336   
   Astenuti   40   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato   63    
    Hanno votato no  273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 1.11, con i pareri contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento perché non vorrei che bocciato questo, decadessero anche i due successivi che sono identici e che sono gli ultimi emendamenti a questo provvedimento. Io credo che questo sia il cuore del problema, l'ho già cercato di spiegare, perché noi possiamo discutere sulle modalità di diffusione, sull'essere pubblica o non pubblica di un'opinione, possiamo discutere se il reato deve essere una fattispecie autonoma, come è diventata, oppure un'aggravante, ma il tema vero è che qui siamo totalmente sganciati da ogni tassatività della norma.
  Io ricordo che c’è stato molto dibattito, legislatura dopo legislatura, su questo reato che oggi introduciamo e lo hanno fatto storici e intellettuali, ricordo Luzzatto, ricordo Ginzburg, ricordo De Luna, ricordo Rodotà e tantissime associazioni, docenti, universitari delle facoltà storiche che vedevano in questo una minaccia alla libertà di pensiero e di ricerca storica. Allora, l'unica certezza che noi diamo in questo provvedimento, come fatto storico, è la Shoah, per fortuna; tutto il resto è amplissimo e demandato al giudizio non si capisce bene di chi, del magistrato; bene, Pag. 112se noi fossimo convinti che l'autonomia della magistratura fosse qualcosa di impermeabile al potere politico, forse questo potrebbe essere anche un testo che lascia libertà al magistrato di accertamento del fatto storico, magari di un secolo fa, non soltanto di venti o di trent'anni fa, ma, siccome così non è, noi stiamo semplicemente fornendo alle maggioranze politiche che verranno, al principe che verrà, uno strumento per decidere sostanzialmente cosa è lecito o illecito nel dibattito storico politico, quale tesi è sottoposta a questa norma e quindi passibile di condanna penale e quale no. E siccome l'oggetto è straordinariamente ampio, noi, sostanzialmente, costruiamo un reato il cui imputato non è il singolo, ma è tutta la storia. Qualunque fatto storico è passibile di reato in base a questa definizione. E allora quelle preoccupazioni degli storici riappaiono interamente; io non so come si possa non vedere con chiarezza tutto questo.
  Allora, Presidente, questi sono gli ultimi emendamenti, si agganciano sostanzialmente a una sentenza passata in giudicato del Tribunale penale internazionale o di un altro organismo penale internazionale a cui l'Italia partecipa e guardate che le sentenze sui genocidi, crimini di guerra, contro l'umanità, per fortuna, sono centinaia in quelle sedi, c’è solo l'imbarazzo della scelta, c'era solo un ancoraggio certo e una giurisprudenza internazionale in evoluzione, perché la storia, l'imputata, non si ferma, prosegue e le sue atrocità, purtroppo, anch'esse non si fermano, ma proseguono e, invece, noi decidiamo, sostanzialmente, di fare una norma manifesto e cioè una norma che non verrà mai applicata e, infatti, dove la mettiamo ? L'attacchiamo alla vecchia legge di Oronzo Reale, quella stessa modificata dalla legge Mancino, che è una delle più inapplicate in quelle modifiche del 1993 della storia della Repubblica e chissà come mai, anche se, materia per l'applicazione della legge Mancino, in questo Paese ce n’è in ogni contrada e in ogni giornata, però è inapplicata e sarà inapplicata questa, perché sono leggi di riserva dello Stato, sono leggi messe nelle mani del potere politico, esattamente come fu l'origine della legge Reale nel 1975 (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Sicuramente queste leggi in cui si va a inserire il negazionismo sono leggi inapplicate, sicuramente sono leggi che vanno modificate per renderle più attuali o addirittura superate, sicuramente si poteva inserire questa parte nell'articolo 414 con una riforma più strutturale e più efficace. Io non so, sinceramente, se, in futuro o nel presente, ci sia un pregiudizio sull'autonomia della magistratura tale che questa legge possa essere applicata dall'Esecutivo in modo abnorme, non so sinceramente se in un futuro la politica o un principe, come ha detto il collega Farina, potrà abusare di questa norma e trasformarla in una norma che va a colpire certe persone per un certo tipo di reato deciso preventivamente dalla forza politica che governerà il Paese. Io questo non lo so e non me lo auguro sinceramente: spero che non succeda neanche dopo l'approvazione di questa legge.
  Certo è che è una legge brutta, una legge abbastanza odiosa per come è scritta, che poteva essere approvata secondo me in altro modo, con altra forma e con altra volontà, anche da parte di forze politiche che in questo momento la stanno criticando; ed è questa un'occasione persa: l'occasione di fare una norma che tranquillamente poteva essere approvata da questo Parlamento in modo più uniforme, e sicuramente con aggiunte che fanno bene non tanto ai gruppi politici che in questo momento la criticano, ma fanno bene ai cittadini, fanno bene al nostro sistema giuridico, perché lo migliorano. In questo caso, Presidente, il sistema è peggiorato !
  E quindi, sottosegretario, l'inserimento del capoverso in cui si dice semplicemente che ci dev'essere una valutazione del giudice Pag. 113su fatti accertati da sentenze di condanna passate in giudicato da un organo di giustizia internazionale o riconosciuti da decisioni adottate da organismi internazionali dei quali l'Italia è membro, dà più garanzie ai cittadini, dà più certezze ai cittadini, dà più tassatività alla norma, e soprattutto non la rende una norma difficile da applicare e sostanzialmente totalmente indeterminata, perché il giudice ora dovrà, come ho già detto, andare ad accertare non solo se ci sono stati questi fatti che costituiscono negazionismo, aumentando la pena o irrogando una pena addirittura di tipo speciale, ma sostanzialmente dovrà andare ad accertare se taluni fatti commessi nel mondo in epoche varie siano o no configurabili come crimini di guerra, siano o no configurabili come genocidio.
  E quindi, sottosegretario, io le faccio una richiesta, che almeno rispetta le altre modifiche che chiedevamo: l'inciso venga inserito in questa norma, come era stato previsto dalla Camera con un passo in avanti da parte delle forze politiche; che la norma si approvi con questa piccola modifica e si chiuda con un voto uniforme da parte di tutto il Parlamento (magari al Senato in tempi brevi), per fare in modo che non esca un'ennesima norma inapplicabile, non esca un'ennesima norma pericolosa, non esca un'ennesima norma indeterminata e che può creare ulteriori problemi, come se non ce ne fossero già abbastanza, al nostro sistema giuridico, ai nostri cittadini.
  È per questo che le dico che qui abbiamo la possibilità di approvare questo inserimento, e fare in modo in tempi veloci che il Senato approvi una norma che almeno raggiunge la sufficienza: perché sinceramente, fuori da ogni schema politico, la sufficienza questa norma non la raggiunge.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.11, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Occhiuto, Rampelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  373   
   Votanti  358   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  251.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Rubinato ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario e il deputato Prataviera ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferraresi 1.18 e Daniele Farina 1.20, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marroni, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  369   
   Votanti  363   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che, consistendo la proposta di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dello stesso, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2874-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2874-B).Pag. 114
  Qual è il parere del Governo ?
  Avverto che l'ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/2874-B/5 è stato ritirato.

  GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signora Presidente, l'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/2874-B/1 è accettato. L'ordine del giorno Carrescia n. 9/2874-B/2 è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2874-B/3 non è accettato, anche per la scarsa chiarezza dell'impegno. L'ordine del giorno Marzano n. 9/2874-B/4 è accettato.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/2874-B/1 ha ricevuto parere favorevole, quindi vado avanti. Bene.
  L'ordine del giorno Carrescia n. 9/2874-B/2 è accolto come raccomandazione, va bene.
  Sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2874-B/3 il parere è contrario. Vuole votarlo ? Sì, sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2874-B/3, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  301   
   Astenuti   70   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato   49    
    Hanno votato no  252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nesci ha segnalato che ha erroneamente votato a favore, mentre avrebbe voluto astenersi).

  L'ordine del giorno Marzano n. 9/2874-B/4 ha ricevuto parere favorevole, quindi va bene così.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2874-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pia Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signora Presidente, il dibattito che ha accompagnato questo provvedimento conferma la delicatezza del tema e la difficoltà a definire il confine tra libertà di opinione e pericolo di diffusione della propaganda, dell'istigazione all'odio e della discriminazione: è confine labile, a volte indefinibile. Con questo provvedimento noi decidiamo di definirlo, questo confine, e decidiamo di mandare in prigione fino a sei anni chi questo confine oltrepassa.
  È vero, nelle intenzioni noi non stiamo introducendo un reato di opinione: il reato sussiste solo nel caso in cui vi sia il concreto pericolo di diffusione; ma è pericolo che va accertato dal giudice, non essendo sufficiente la pubblicità dell'espressione del pensiero. Sappiamo che questa iniziativa legislativa nasce della preoccupazione per il ripresentarsi di fenomeni di antisemitismo, razzismo, xenofobia, preoccupazioni che condividiamo: negare la Shoah, così come negare altri genocidi o crimini di guerra, è senza dubbio un fatto gravissimo, da condannare. Riteniamo però che queste manifestazioni vadano ostacolate e contrastate, più che con il codice penale, attraverso l'educazione civica, l'educazione al rispetto delle diversità, la memoria, la cultura, nelle aule scolastiche; invece questo provvedimento prevede che la pena della detenzione da due a sei anni si applichi se la propaganda, ovvero l'istigazione e l'incitamento, sono commessi in modo che Pag. 115derivi concreto pericolo di diffusione. Ma come si può valutare il pericolo di diffusione ? Rischiamo una indefinitezza della norma, che lascia un'ampia discrezionalità di interpretazione dei giudici. Ma è proprio il caso di produrre norme dalla cui interpretazione si può ricavare tutto ed il contrario di tutto ? Nella migliore delle ipotesi questa legge rischia di essere inutile, nella peggiore può essere dannosa, perché quando si rischia di punire con il carcere l'espressione di un pensiero, anche il più aberrante, il confine tra prevenzione e censura o, ancor peggio, tra democrazia e dittatura diviene labile, pericolosamente labile.
  Per questa ragione, la componente socialista si asterrà su questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mottola. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Gentile signora Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge approvata dal Senato introduce nell'ordinamento il reato che punisce il negazionismo, ed inoltre è diretta a delimitare le ipotesi delittuose legate ad istigazione a commettere atti di discriminazione o atti di violenza per motivi razziali, etnici o religiosi. Dovremmo attirare l'attenzione sul fatto che il provvedimento è stato approvato dal Senato dopo una complessa trattazione, in cui sono state elaborate diverse stesure del progetto. Rispetto al primo testo della Commissione giustizia, che introduceva nell'articolo 414 del codice penale (istigazione a delinquere) un autonomo reato di negazionismo, la nuova formulazione ha inteso ovviare sia alle perplessità e criticità emerse nel corso del dibattito sul rischio di introdurre un mero reato di opinione, sia alla necessità di elaborare un testo in grado di contemperare alle esigenze poste dalle fonti internazionali ed europee in materia di contrasto del negazionismo e la tutela delle libertà di espressione e di pensiero di cui l'articolo 21 della Costituzione.
  Il negazionismo è attualmente punito espressamente in molti Paesi europei, e l'Italia, da questo punto di vista, deve fare la sua parte all'interno del contesto comunitario: non può sottrarsi in nessun modo dall'approvare una norma che sia anche rispettosa dei principi dettati in ambito internazionale. Oltre alla Carta delle Nazioni Unite del 1945, ci si riferisce, ad esempio, alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, alla Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, al Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966.
  La punizione del negazionismo a titolo di aggravante del reato presunto, come emerge chiaramente dai lavori parlamentari, è mirata ad evitare l'introduzione di un reato di opinione suscettibile di confliggere con il diritto di manifestazione del pensiero previsto dall'articolo 21 della Costituzione. Il comma 2 dell'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo dispone che l'esercizio della libertà di espressione possa essere sottoposta a condizioni, restrizioni o sanzioni previste dalla legge, pur non prevedendo espressamente, tra le varie fattispecie, il reato di negazionismo.
  Riconoscendo l'unicità della Shoah, non possiamo non ricordare che il XX secolo ha conosciuto altri stermini di massa, molti dei quali hanno ricevuto negazionismo a priori, non avendo ottenuto la dovuta attenzione da parte della comunità internazionale, né dalla storiografia e dall'opinione pubblica, per ragioni politiche e geopolitiche: circa 1 milione e mezzo di armeni, tra il 1915 e il 1923, ad opera dell'Impero ottomano; circa 7 milioni di contadini ucraini, tra il 1932 ed 1933, ad opera del regime stalinista; 1 milione e 800 mila cambogiani, tra il 1965 e il 1979, per mano di Pol Pot; 1 milione di cittadini tutsi, nel 1994, da parte dell'etnia rivale hutu; 120 mila bosniaci, tra il 1992 e il 1995, per opera dell'esercito serbo.
  Ai milioni di vittime di tutti i genocidi del XX secolo rivolgiamo il nostro commosso pensiero. Prevedere sanzioni penali Pag. 116per chi nega questi tragici eventi è un po’ come difendere, seppur tardivamente, la loro memoria. Per noi di Alleanza Liberalpopolare Autonomie, quindi, il progetto di legge ci sembra essere un buon compromesso tra l'esigenza di rafforzare le sanzioni penali, quindi la repressione riguardo a condotte di sostegno a teorie razziste e di odio razziale, da una parte, e, dall'altra, l'esigenza e la necessità di garantire la libertà di ricerca scientifica e di approfondimento dei fatti storici e, più in generale, la libertà di opinione rispetto ad accadimenti che hanno una rilevanza sia politica che storica. Per questi motivi dichiaro voto favorevole a nome di Alleanza Liberalpopolare Autonomie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, sottosegretario, per l'ennesima volta e anche sulla scorta di quanto affermato dai colleghi – interventi che ho apprezzato in modo assolutamente trasversale – penso che il Governo, ma non soltanto il Governo in questo caso, soprattutto l'altro ramo del Parlamento, ovvero il Senato, abbia fatto un ulteriore pasticcio.
  Infatti, sottosegretario, noi sicuramente apprezziamo lo spirito di questo passaggio e di questo testo, ma ci sembra che il testo sia un'ennesima integrazione alla «legge Mancino», in spregio di fatto a tutto quello che, come testé ricordato, la nostra Carta costituzionale riconosce in termini di libertà di opinione, di libertà di pensiero, in termini intimamente connessi a quanto uno può dire o non può dire. Attenzione, premetto – ho sentito parlare giustamente di un aspetto drammatico quale la Shoah – che questo è un testo che non corrisponde soltanto alla Shoah. Allora, sottosegretario, noi ci siamo appellati, per non cadere in facili e semplici demagogie, a quello che di fatto dovrebbe essere un faro per i deputati e dovrebbe essere un faro anche per tutti coloro che lavorano in questo contesto, che è il diritto.
  Ricordiamo che già nel 1975, con una ratifica della convenzione firmata a New York proprio il 7 marzo del 1966, la n. 654, si andò di fatto ad eliminare tutte le forme di discriminazione razziale, si andò a ratificare quel tipo di provvedimento, per poi passare qui in Italia alla cosiddetta «legge Mancino», che andava a sanzionare e condannare gesti, azioni e slogan legati a ideologie per scopo di incitazione alla violenza, la discriminazione eccetera, come tutti noi sappiamo. Ebbene, sottosegretario, ci pare, come anche ricordato dal collega Farina, che questo sia diventato addirittura un paradosso, poiché temiamo che anche questa norma, anche questo passaggio resterà inapplicato, come è rimasta inapplicata, spesso e volentieri – quasi sempre – la legge Mancino, inattuata molto spesso.
  Inattuata di fronte alla negazione di crimini di massa che sino ad ora sono stati purtroppo – sottolineo «purtroppo» – oggetti di negazionismo. E quando sottolineo per la seconda volta il termine «purtroppo» penso che, sottosegretario, lei debba sicuramente apprezzare questo passaggio. Quindi, sottosegretario, riteniamo che questo passaggio, che è stato modificato ulteriormente, e che quindi oggi votiamo in terza lettura, sia un passaggio spogliato di quanto effettivamente di buono poteva essere compreso in seno ai vari passaggi che sono stati fatti tra Camera e Senato. Prima il collega Sisto ricordava che sono stati eliminati, rispetto al secondo passaggio, delle parti sostanziali, che cito: la pubblica istigazione ed il pubblico incitamento sono stati eliminati sull'altare di un concreto pericolo di diffusione.
  Sottosegretario, io non sono avvocato, non sono un giudice, però penso che il concetto di concreto pericolo di diffusione sia veramente troppo labile, dovremmo in questo senso ed in questo caso andare ad essere il più incisivi possibili e il più precisi possibili innanzi a quanto appena affermato. Quindi, sottosegretario, a noi sembra che si vada a circoscrivere un altro reato, che si vada a circoscrivere un'altra norma rispetto al testo che prima ho citato. Quindi, queste poche righe di impegno, se così vogliamo chiamarlo, risultano Pag. 117essere un testo assolutamente vago, risultano essere un testo mutilato, risultano essere, per quanto abbiamo letto, una mera propaganda di quello che si sarebbe potuto fare meglio, ma che non si è avuto il coraggio di fare, tra l'altro andando a fondere, nel prima citato e cosiddetto impegno, il pubblico con il privato.
  Infatti, se è vero che viene tolto, viene cassato e viene abrogato quanto prima scritto, ovvero tenendo conto dei fatti accertati con sentenze – è questo il faro a cui mi appellavo prima – da atti di organismi internazionali e sovranazionali, è altrettanto vero che abbiamo tolto il pubblico in queste righe, quindi lo stesso giudice non potrà di fatto andare a definire uno steccato, un alveo preciso se una persona va a dire delle fesserie in pubblico o in privato, in una pubblica piazza o a casa sua, entro, voglio dire, le sue quattro mura. Avremmo preferito mantenere il testo che abbiamo appena citato e probabilmente avremmo anche dato un'indicazione di voto completamente favorevole con quel tipo di testo che aveva di fatto un sedimento in termini di garanzia piuttosto ampio rispetto a queste quattro righette che sono state scritte ad oggi. Riteniamo infatti che oggi, ora, con l'applicazione di questa norma, il reato di cui a questa proposta di legge vada ad essere a totale discrezionalità, una discrezionalità troppo elevata da parte del giudice, che dovrà di fatto andare ad identificare e ad esaminare lui stesso, e quindi non attraverso organi internazionali e sovranazionali, un crimine contro l'umanità, non un crimine, voglio dire, in termini di importanza di secondo piano, se per così dire possiamo parlarne in questo senso, ma di crimini contro l'umanità. Quindi io non so se è opportuno lasciare anche in questo caso i giudici da soli innanzi ad un giudizio che dovrebbe essere fondante ed importante.
  E quindi, sottosegretario e Presidente, noi immaginiamo che la democrazia abbia altre armi per poter ampliare di fatto quanto voi siete andati a tagliare. La democrazia, e prima ho ascoltato qualche altro intervento che va in questo senso, potrebbe avere le armi della memoria, potrebbe avere le armi della cultura, potrebbe avere le armi, voglio dire, appena citate, come anche le scuole, per poter sconfiggere di fatto ogni negazionismo. Ma così non è ancora e non è con questa norma che noi andremo a tracciare un solco, che noi andremo a tracciare una via, che noi andremo dritti verso una boa d'arrivo, perché il testo di fatto è spogliato, come spogliata e inapplicabile, lo rinnovo, fu la legge Mancino. Legge Mancino, tra l'altro, che va ad essere di una pericolosa generalità rispetto a quanto detto, poiché il concetto di discriminazione razziale, nazionale, religiosa, in quel caso, nel caso della legge Mancino, non aveva un atto di indirizzo specifico rispetto alle discriminazioni di cui sopra, ma poteva essere parafrasata come un preferire, come un distinguere, come uno scegliere quali fondamentali in uno Stato di diritto potevano essere questo tipo di norme e di passaggi.
  Quindi si fa di tutto, voglio dire, quello che c'era all'inizio di questo testo, si fa un qualcosa di assolutamente risicato e per l'ennesima volta di interpretabile ed ancora una volta inapplicabile. Bene io penso, e lo rinnovo, siamo assolutamente, voglio dire, d'accordo ed apprezziamo, lo ripeto, lo spirito, la genesi iniziale con la quale questo tipo di articolato poteva essere portato avanti, non siamo d'accordo con lo spoglio di quanto prima detto perché ci sembra veramente un altro passaggio, un'altra cosa, ci sembra veramente un'ennesima piccola bandierina messa casualmente in questi giorni, in queste ore. Si poteva, sottosegretario, sicuramente fare di meglio. Quindi noi non ci sentiamo di votare no a questo passaggio e quindi, Presidente, io esprimo a nome del gruppo che rappresento, un voto in termini di astensione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piepoli. Dov’è il deputato Piepoli ? Non lo vedo in Aula. Non c’è il deputato Piepoli, allora andiamo avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

Pag. 118

  NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente, io mi riporto integralmente all'intervento che ho fatto durante la votazione degli emendamenti, manifestando tutte le perplessità di natura giuridica rispetto ad un testo che è malamente cambiato rispetto a quello approvato alla Camera. Ovviamente condividiamo, l'ho detto prima, senza se e senza ma, senza tentennamenti e senza alcuna perplessità, il fine verso cui tende questa proposta di legge.
  Negare fatti storici, fatti supportati da testimonianze, fonti certe, inconfutabili, sarebbe un fatto gravissimo ed è il motivo per cui noi non abbiamo alcun dubbio nel sostenere che per chi nega determinati fatti, che hanno caratterizzato tristemente fatti di storia, che appartengono al passato, negarli configurerebbe il reato di imbecillità; reato che il nostro codice penale non prevede. Ciò determinerebbe una dura sanzione, prima ancora che penale, morale, etica da parte della società, da parte della nostra comunità.
  Se è certo quello che la Lega pensa in merito a chi nega questi fatti storici altrettanto, credo, con sana ragionevolezza, è drammatico che, su un tema come questo, per l'ennesima volta, la maggioranza, affidandosi a ricostruzioni giuridiche profondamente incerte e dubbie, che metterebbero in grande difficoltà la magistratura stessa non ricerchi, su temi come questi, una condivisione e un'unità di intenti, attraverso testi formulati in maniera giuridica accettabili e appropriati, da parte di tutto il Parlamento.
  Lo dico e lo ripeto: troppe volte e troppo spesso noi ci troviamo nelle condizioni qui alla Camera di accettare più per convinzione e ideologia politica testi che arrivano dal Senato, in modo particolare a volte dalla Commissione giustizia del Senato, che non stanno in piedi da un punto di vista giuridico; testi pericolosi, testi che minano un principio che è il principio della certezza del diritto, testi e reati penali che minano un principio, che è quello della tassatività e della determinatezza della fattispecie penale in modo tale che chiari sono i comportamenti e chiare sono le reazioni di chi deve giudicare determinati comportamenti. Il reato, che qui viene oggi introdotto, con questo provvedimento crea quell'indeterminatezza tale per cui il magistrato stesso si troverà in grandi difficoltà nel momento in cui dovrà andare a giudicare, un reato che ondeggia sui reati d'opinione, reati d'opinione che vanno a perseguire, richiamando la famigerata legge Mancino, legge liberticida, legge che mette in carcere, in galera, le idee non i comportamenti, che mette in profonda discussione quella che è la libera capacità di un individuo di poter esprimere un pensiero, di esprimere delle parole, di esprimere la manifestazione del pensiero, che dovrebbe – in uno Stato civile e democratico quale in teoria dovrebbe essere il nostro – essere sacra e garantita a chiunque.
  Rinnovando il voto, che era già stato espresso precedentemente, con tutte le perplessità di natura giuridica che abbiamo manifestate e che sono emerse in maniera chiara anche dal dibattito dell'Aula, esprimo, in nome e per conto della Lega, un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, oggi si scrive davvero una pagina importante nella storia del nostro Paese: stiamo approvando un testo che rappresenta un baluardo per la difesa delle libertà di tutti, in quanto mira a colpire chi ancora cerca di negare la Shoah e ne offende le vittime e tutti coloro che si impegnano per preservare il valore universale della memoria. E il pensiero va soprattutto a quei sopravvissuti che hanno trascorso la vita raccontando l'orrore della macchina della morte nazista e l'inferno dei campi di sterminio; un argine, quindi, contro chi vuole distorcere la storia al fine di seminare odio e antisemitismo. Il provvedimento oggi in esame non si sostituisce, bensì integra il ruolo fondamentale dell'educazione che è stata e Pag. 119resta sempre l'unica vera arma per consentire alle nuove generazioni di assumere consapevolezza e imparare dalla storia il valore della democrazia, del rispetto e della libertà. Normative di altri Paesi europei e normative sovranazionali, in particolare quella delle Nazioni Unite sino al 2007, da ultimo, hanno ricordato l'importanza del valore della memoria e del discredito che bisogna dare a qualunque negazione dell'Olocausto.
  Ma venendo all'Italia il nostro ordinamento non prevede una legge specifica in materia di negazionismo; vi sono altre tipologie di reati tutte funzionali a criminalizzare questo tipo di condotta.
  Però quando si parla di negazionismo, quando si è pensato all'ipotesi di introdurre un reato di questo genere, spesso si è finito per ragionare sulla libertà di pensiero che deve essere fondamentale e deve essere assolutamente riconosciuta in tutta la sua ampiezza. Noi riteniamo che un bilanciamento e una consapevole riflessione su quelli che devono essere i fisiologici limiti di qualunque libertà garantita dalla nostra Carta costituzionale, anche in questo caso, vada riproposta. D'altra parte c’è chi sostiene che anche la libertà di opinione debba, infatti, trovare un limite, qualora si vadano a sostenere tesi finalizzate a negare l'esistenza di determinati accertamenti storici, quali i genocidi. A nostro avviso, è opportuno davvero tracciare un'opportuna valutazione sui limiti al diritto di libertà di opinione ed è ciò questo che con questa legge, in qualche modo, si sta cercando di fare.
  Il provvedimento ha subito delle importanti modifiche al Senato. È stata per esempio non riconosciuta l'ipotesi di mera aggravante, ma si è introdotto un vero e proprio reato autonomo. Ecco, su questi tecnicismi, e sulle critiche che sono state fatte da alcuni colleghi di altri partiti che mi hanno preceduto, vi sono ragioni che possono essere tecnicamente condivisibili, ma l'importanza dell'inserimento di questo reato per noi di Scelta Civica ha davvero un forte significato ideologico e rappresenta davvero un argine, un vero argine concreto, contro le derive antisemite, affermando che il diritto alla libertà di opinione non può giustificare asserzioni così gravi. Ma ciò detto, dal punto di vista contenutistico e politico, ribadisco che noi non abbiamo avuto nessun tipo di perplessità sull'adesione immediata a questa proposta di legge.
  Non posso non rappresentare invece alcune concrete perplessità che sono derivate dal palleggio fra le due Camere, Senato e Camera, dove il testo è tornato con delle correzioni e con delle rivisitazioni difficilmente, per noi, accettabili. Ciononostante, aderiamo politicamente al contenuto ideologico di questo reato e riconosciamo che questa legge, oltre ad avere questo importante valore, richiama un'importante riflessione che oggi è attualissima, ovvero quella su questo palleggio fra i due rami del Parlamento, così paritario, che porta una legge partita bene a ritrovare invece una rivisitazione che lascia dei tecnicismi con alcune perplessità. Ciononostante, lo ribadisco, il contenuto è assolutamente condiviso da noi di Scelta Civica che voteremo «sì» (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Grazie, Presidente. A nome del gruppo di Area Popolare dichiaro il voto favorevole e consegno il testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Credo di essere già intervenuto più volte su questo tema e si può dimostrare che su questioni importanti si può essere brevi, ma spero chiari. Questo provvedimento nasce e si giustifica pubblicamente con la necessità di contrastare e reprimere il cosiddetto negazionismo, ovvero parte di Pag. 120quell'antica attitudine a tentare di elidere dal nostro patrimonio culturale il fatto storico dello sterminio di cittadini europei di religione ebraica, di popolazioni rom, di oppositori politici e di altre decine di partizioni sociali arbitrariamente destinate all'inferno. La costituzione del negazionismo come reato nell'ordinamento ha suscitato un dibattito. Ho citato più volte le preoccupazioni di Ginzburg, di Luzzatto, di De Luna, di Rodotà e di altri storici e intellettuali inquieti all'idea di un intervento per legge dello Stato sulla ricerca storica e la libertà di espressione e di pensiero. Preoccupazioni che pensavamo di aver mitigato nel testo licenziato da questa Camera e che invece il testo che il Senato della Repubblica ci ritrasmette reintroduce: una fattispecie di reato autonoma dai confini incerti e amplissimi. La Shoah, certo, ma anche i crimini di genocidio contro l'umanità, di guerra come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale. Ma ho già avuto modo di dire: di che cosa stiamo parlando ?
  Di oltre sessanta voci ulteriormente dettagliate, tra cui alcune che sono – ahinoi – neppure previste come reato dal nostro ordinamento, citavo l'esempio più clamoroso, la tortura, sulla quale da 25 anni il Parlamento si esercita senza trovare il coraggio e l'equilibrio per farne un reato e per cui, abbiamo avuto modo di vederlo negli scorsi mesi, negli scorsi anni e anche in questa legislatura, abbiamo interpretativamente spaccato il capello in quattro e poi lo abbiamo ricomposto.
  La Camera dei deputati aveva mitigato l'oggettiva indeterminatezza, agganciando la norma a fatti accertati con sentenza passata in giudicato, pronunciata da un organo di giustizia internazionale, la Corte di giustizia, o da altri organismi internazionali di cui l'Italia facesse parte. Nel testo oggi al nostro esame questa necessaria e importantissima qualificazione non c’è più. Diventa uno strumento vago e flessibile e largamente interpretabile, utilizzabile dal punto di vista politico con grande discrezione dalla maggioranza di turno e dicevo addirittura, perché il futuro non lo conosciamo, dal principe di turno.
  La preoccupazione sulla ricerca storica e la libertà di pensiero, da crepa che era, diventa una voragine. Non ci consola che il veicolo usato, la vecchia legge Reale, è nelle parti modificate dalla cosiddetta «legge Mancino», una delle meno frequentate norme della Repubblica. Lo è stata molto in passato, è diventata desueta successivamente, però è ancora vigente insieme a una pletora di reati contro la personalità dello Stato, di cui abbiamo tentato in prima lettura di chiedere l'abrogazione con scarso successo; anacronismi del nostro coordinamento. Ci chiediamo la ragione di questa disapplicazione della legge Mancino, ma credo che sia una domanda retorica, mentre invece, di fronte a noi, abbiamo lo stillicidio continuo di atti, pensieri e apologie, che attraversano ogni parte del Paese e che si nutrono e sostanziano pubblicamente il negazionismo.
  Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà ha votato a favore del primo passaggio del testo in questa Camera perché, se ancora ce ne fosse, si fughi ogni dubbio. Quello all'esame oggi è un testo totalmente diverso, indeterminato e addirittura, io credo, in futuro potenzialmente pericoloso. Annuncio pertanto il voto di astensione, un voto di astensione che però, colleghi, ha il sapore del voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Dunque il provvedimento che torna nuovamente per la sua ulteriore lettura qui alla Camera ha rappresentato, nel lavoro svolto da questa Assemblea precedentemente, il tentativo di bilanciare delicati interessi, tutti espressione di principi e di valori costituzionalmente tutelati, coinvolti in una vicenda come quella che appunto esaminiamo e consideriamo.
  Innanzitutto, vi è l'esigenza di colpire una condotta che è quella che, con un Pag. 121termine tra lo storico e il giornalistico, viene definita del negazionismo, quindi della negazione di quei crimini che hanno rappresentato e hanno segnato pesantemente in senso negativo la storia del secolo scorso, ma anche accadimenti a noi più vicini nel tempo, con l'esigenza di non comprimere altri valori, altrettanto importanti e, lo ripeto, costituzionalmente protetti, come quello della libertà di espressione del pensiero, quindi della critica e della valutazione di fatti ed accadimenti storici, con l'altro valore, di pari rilevanza e dignità, quale quello della indagine, della investigazione scientifica che rappresenta appunto, nel percorso della ricostruzione della storia, il contributo più importante che si possa avere. Dunque bilanciare questi interessi e garantire la tutela di questi interessi ha rappresentato dapprima in Commissione e poi in Aula, l'obiettivo da raggiungere e anche l'esigenza da salvaguardare principalmente.
  Devo dire che il testo licenziato precedentemente dalla Camera, al quale abbiamo lavorato con particolare impegno e con particolare attenzione in Commissione e che è stato accompagnato anche da un dibattito in Aula particolarmente appassionato e particolarmente interessante ed anche di grande livello, rappresentava sicuramente un testo equilibrato in questo senso, un testo che rendeva soprattutto la valutazione del fatto storico oggetto della negazione o della contestazione o dell'argomento utilizzato per l'incitamento all'odio razziale come un fatto ancorato ad un dato oggettivo, accertato, cioè, attraverso sentenze passate in giudicato pronunciate da organi di giustizia internazionale, ovvero la cui esistenza risulta affermata da atti di organismi internazionali e sovranazionali dei quali l'Italia fosse membro, dunque le cui determinazioni e le cui risultanze sono riconosciute dal nostro Paese.
  E proprio questo passaggio, che era il passaggio sul quale più sofferto era stato il dibattito e, alla fine, si era trovata la convergenza pressoché piena di tutte le forze politiche o di larga parte delle forze politiche presenti in questa Assemblea, nella valutazione, nell'elaborazione, poi, del testo licenziato dal Senato, è venuto meno, e questo crea sicuramente un disequilibrio nella norma e desta non poche perplessità, sicché anche molte delle considerazioni che sono state espresse in Aula quest'oggi non ci lasciano indifferenti e destano anche in noi qualche elemento di preoccupazione.
  Del resto, avere mantenuto la formulazione originaria, e cioè ritenere che, quando si parla di crimini di genocidio, di crimini contro l'umanità e di crimini di guerra, bisogna fare riferimento alle definizioni contenute negli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale, rappresenta comunque un elemento, sia pure molto meno certo, molto meno obiettivo, molto meno sicuro, ma comunque, pur sempre, un parametro al quale poter ancorare l'apprezzamento e la valutazione.
  Il rischio obiettivamente esiste, e che questa norma, proprio così come formulata, possa non trovare una piana applicazione in tutte le fattispecie e in relazione a tutte le condotte che configurano comunque il negazionismo è soprattutto perché gli elementi di contestazione che in sede processuale possono essere sollevati sicuramente non saranno pochi e non saranno di poco conto.
  Tuttavia, per quanto riguarda Forza Italia, alla fine, ferme restando queste criticità e queste perplessità, che noi ribadiamo anche in sede di dichiarazione di voto, è prevalsa la considerazione politica, la considerazione, cioè, di garantire, attraverso l'intervento normativo, la tutela soprattutto al fatto storico, all'accadimento maggiore, che poi è alla base e all'origine di questo provvedimento, cioè la Shoah. La necessità, cioè, di salvaguardare la memoria di una delle tragedie più immani che hanno segnato la storia dell'umanità, non solo del secolo scorso, ma possiamo dire di tutti i tempi, e la necessità che la sacralità di questa memoria venga salvaguardata da ogni tentativo, non solo di rozza negazione, ma anche, più pericoloso e più Pag. 122pernicioso, di messa in discussione nelle dimensioni, nella portata e nella gravità del fenomeno.
  Ecco perché, alla fine, ci siamo determinati per il voto favorevole a questo provvedimento, auspicando, naturalmente, che la tutela della memoria della Shoah e di tutti gli altri genocidi e crimini contro l'umanità rappresenti, soprattutto nella legislazione a venire, un obiettivo e un traguardo da tenere costantemente presente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Questa legge modifica l'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, e parla, dal titolo, di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale. Si parla, quindi, di reprimere, con constatazioni da parte di un giudice, quegli episodi di persone che, in qualche modo, già in una fattispecie penale delineata da questa legge che si va a modificare, mettono sul piatto come ulteriore elemento il negare un episodio storico avvenuto in cui si sia verificato un genocidio, un crimine contro l'umanità o gravi crimini di guerra.
  L'intento e lo spirito che hanno animato questa proposta di legge possono essere definiti sicuramente giusti, soprattutto alla luce di numerosi fatti incresciosi che avvengono in tutta Europa con lo sviluppo dei nuovi fascismi e dei totalitarismi che si verificano in altre nazioni, ma, come al solito succede in quest'Aula e nell'Aula del Senato, i buoni intenti si trasformano in norme scarse, le montagne partoriscono topolini, quando va bene, perché molte volte le norme sono «norme truffa», «norme fuffa», come le abbiamo definite molto spesso, o, addirittura, norme pericolose. Se, molto probabilmente, i deputati e i senatori riflettessero un po’ di più, se il Governo riflettesse un po’ di più e ascoltasse, molte volte, anche i membri dell'opposizione che fanno il loro lavoro, Presidente, non con intento dilatorio o con intento che vuole distruggere qualcosa, ma con intento costruttivo, con un intento propositivo, con l'intento che, se proprio la norma non gli va bene, possono comunque contribuire nel merito, tecnicamente, giuridicamente, a migliorarla sarebbe bene.
  Questa cosa viene percepita poco dai membri della maggioranza, viene percepita poco dal Governo, anche se, molte volte, cosa succede ? Che le critiche e le proposte che sono fatte in un ramo del Parlamento dall'opposizione non vengono ascoltate, arrivano nell'altro ramo e, molto probabilmente, molto spesso, succede che lì vengano ascoltate e lì venga modificata la proposta di legge, dando ragione a quei membri dell'opposizione che nell'altro ramo avevano detto le stesse cose. E, allora, quando si parla anche di migliorare il lavoro legislativo, quando si parla, anche per sostenere le riforme costituzionali, di velocità, di mancanza di virtù del bicameralismo perfetto, di fare in modo che le leggi siano approvate più velocemente, allora si dovrebbe guardarsi prima allo specchio e dire semplicemente che, se le leggi vogliono essere fatte, si fanno anche in 20 giorni, che se le leggi vogliono essere fatte con la collaborazione di tutti, non dal punto di vista politico, ma almeno dal punto di vista tecnico, verrebbero fuori molto spesso migliori.
  E, allora, anche per far risparmiare tempo, già dalla Camera poteva uscire una legge buona e al Senato essere chiusa lì, perché, semplicemente, noi le proposte, come MoVimento 5 Stelle, le avevamo fatte. Avevamo già notato che c'era una differenza strutturale delle pene previste nella legge del 13 ottobre 1975, n. 654, e il complesso normativo dettato dall'articolo 414 del codice penale. In questo modo, si poteva intervenire lì, in quella norma, per raggiungere, come noi avevamo chiesto, la fattispecie di aumento della pena dedicata al negazionismo, in modo da mettere in modo proporzionale Pag. 123l'istigazione di alcuni reati, la propaganda di alcuni reati, con l'ulteriore aggravante del negazionismo.
  Poteva essere fatto questo lavoro, un lavoro pulito, che, tra l'altro, è un lavoro che riprende anche una volontà che voi avete espresso nella riforma del processo penale, sottosegretario. La volontà era quella di restituire al codice penale le norme che erano fuori dal codice penale. Voi avete espresso questa volontà e poi cosa fate ? Continuate a fare pasticci su leggi esterne, quando si potrebbero riformare in modo strutturale e pulito le leggi nel codice penale. Altra cosa che voi avete sempre fatto, se non per alcune fattispecie sporadiche, è quella di tentare di limitare la penalizzazione e l'aumento di pena di alcuni fatti, soprattutto se riguardano questioni legate al pensiero e, invece, qui vedo che nella norma che noi ci accingiamo ad approvare ci sono pene fantasmagoriche, da due fino a sei anni di reclusione ! Allora, prima si va in una direzione per cercare anche di sgravare il mondo carcerario, facendo svuota carceri a gogo e, poi, dall'altra parte, per una fattispecie che riguarda le opinioni, seppur gravi, si vanno a mettere dai 2 ai 6 anni di reclusione ! Mi sembra che la vostra azione sia un po’ smisurata e cieca da certi punti di vista, non completa e non sicuramente strutturata e strutturale. Poi, da una parte si bastona con una pena speciale che assomiglia sempre di più a un reato d'opinione che noi teniamo molto lontano, ma dall'altra si va a inserire, come per giustificare la pena che è stata inserita, che era molto meglio, secondo noi, la versione precedente, che l'istigazione o l'incitamento agli altri fatti siano commessi in modo che ne derivi concreto pericolo di diffusione. Ora io non credo che sia impossibile accertare il concreto pericolo di diffusione, ma credo che siano aggettivi, che siano termini che abbiamo visto in tutti questi anni formare delle cattive leggi, delle leggi dove vince l'azzeccagarbugli, delle leggi dove non vince il cittadino che non saprà a cosa andrà incontro, dove non vince sicuramente il giudice che avrà difficoltà nell'interpretare una legge, per non parlare del pubblico ministero, visto che dite che i giudici devono parlare con le sentenze, ho capito, ma bisogna anche vedere che strumenti date ai giudici per parlare con le sentenze, bisogna anche vedere che norme date ai giudici per applicarle in modo chiaro, trasparente, deciso, veloce, in modo da non fare in modo che la giurisprudenza decida al posto del legislatore cos’è reato e cosa non è reato, come è avvenuto con il falso in bilancio. Una norma che è stato detto che doveva essere rodata, come se noi dovessimo fare il rodaggio alle leggi dopo che la giurisprudenza interviene, è intervenuta una sezione della corte di cassazione, poi ne è intervenuta un'altra, poi ci sono state le sezioni unite nel giro di poco tempo, ma il legislatore deve essere chiaro, trasparente. La corruzione si annida anche nell'indeterminatezza legislativa, nei concetti nebulosi, nei concetti e nelle ombre delle leggi che il Parlamento italiano fa. Meno leggi e fatte meglio dovremmo fare, non molte leggi scritte male (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora questo concreto pericolo di diffusione è un'ombra, è un bastone tra le ruote che noi mettiamo dal legislatore al giudice e ai cittadini che non sapranno ovviamente a cosa andranno incontro, in barba alla tassatività e alla determinatezza delle fattispecie di reato. Per non parlare dell'ultimo inserimento, sottosegretari e Presidente, una questione che vi ritornerà, vi ritornerà perché sarà una responsabilità, che vi siete presi, enorme, cioè il fatto che questi comportamenti rientranti nella norma sul negazionismo dovranno essere valutati dal giudice, non con i criteri degli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale che dà dei criteri generali che sono applicati dagli organismi di giustizia internazionale, ma dovrà andare, il giudice, lo ripeto, del tribunale di Canicattì, di Roma, di Bologna, di Modena, di Milano, qualunque sia e qualunque forza abbia a disposizione, ad accertare – mi viene da ridere, ma ci sarebbe da piangere – se un determinato fatto preso in considerazione dal cittadino che ha Pag. 124fatto propaganda o istigazione, non la propaganda o l'istigazione ma il fatto messo alla base della propaganda e dell'istigazione del negazionismo negato, è o non è ricompreso in una fattispecie di genocidio o crimine di guerra o crimine contro l'umanità deciso e attuato anche decine di anni prima in un territorio estero.
  Un'autentica follia, un'autentica norma indeterminata che creerà problemi e sicuramente sarà pericolosa per il giudice che dovrà applicarla, perché dovrà fare un lavoro immane come se avesse un'intera corte a sua disposizione con periti che vanno negli Stati, sentono testimoni di altri Stati, testimoni magari già morti. Già fanno una fatica impossibile le corti penali che vanno a cercare di accertare questi fatti negli anni, passano decine di anni, con costi esorbitanti, e noi pensiamo che questi fatti debbano essere accertati dai giudici italiani, però, ogni volta che una persona istiga o propaganda fatti basati su questi crimini.

  PRESIDENTE. Concluda.

  VITTORIO FERRARESI. Allora sottosegretario, e mi avvio a concludere, il nostro MoVimento ovviamente percepisce una buona intenzione in questo provvedimento, ma non può assolutamente votare una norma indeterminata, una norma pericolosa, una norma scritta male. Per questi motivi che ho elencato e per le proposte che sono state rigettate dal MoVimento 5 Stelle, con un certo anche compromesso e passo avanti nei confronti della maggioranza, non possiamo che astenerci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chiara Gribaudo. Ne ha facoltà.

  CHIARA GRIBAUDO. Presidente, onorevoli colleghi, quello che ci apprestiamo a votare oggi è un provvedimento, una legge importante nata da un lungo confronto nei passaggi parlamentari. L'approvazione di questo provvedimento intende, quindi, rappresentare un atto meditato, ma concreto di contrasto ad una delle forme più sottili e striscianti della diffamazione razziale, della xenofobia a sfondo antisemita e non solo e, in genere, dell'incitazione all'odio. Il razzismo e la xenofobia in ogni forma e manifestazione sono, infatti, incompatibili con i valori su cui si fonda il nostro Paese, espressi in molte forme nella nostra Carta costituzionale, nella nostra convinta appartenenza all'Unione europea e nella ratifica dell'Italia dei numerosi trattati internazionali in tema. Alla base del nostro vivere civile c’è l'importanza vitale di combattere ogni forma e manifestazione di discriminazione razziale; anche la Corte europea dei diritti dell'uomo ha sottolineato la necessità di sanzionare o perfino prevenire nelle società democratiche le forme di espressione che diffondono, incitano, promuovono o giustificano l'odio basato sull'intolleranza. Per uno Stato di diritto, per una Repubblica che da pochi giorni ha festeggiato i 70 anni di vita democratica gli strumenti con cui farlo non sono, tuttavia, indifferenti. Ecco perché si è operata una scelta. La presente proposta non modifica, infatti, il codice penale, introducendo, come in passato era anche stato proposto, una nuova tipologia di reato per il negazionismo, seppure quest'ultimo sia presente in svariati ordinamenti, dalla Francia, alla Germania, all'Austria, al Belgio, alla Svizzera, alla Polonia, alla Romania, alla Slovacchia, alla Repubblica Ceca, fino al Canada e all'Australia, una diffusione quindi che va ben al di là dei Paesi che, come si potrebbe banalizzare, sono stati direttamente teatro dell'orrore nazista. Il presente disegno di legge si pone, invece, l'obiettivo di modificare l'articolo 3 della legge n. 654 del 13 ottobre 1975 e lo fa per un profilo specifico: il contrasto di quelle azioni discriminatorie che trovano origine nella negazione o minimizzazione del genocidio degli ebrei e di quello di altre minoranze che costituiscono uno degli aspetti più odiosi delle pratiche razziste. Purtroppo, i gravi episodi anche recenti di aggressione e denigrazione a sfondo razziale di cui sono Pag. 125teatro molte delle nostre comunità locali ne sono una continua riprova. Viene prevista, pertanto, un'aggravante di pena detentiva fissata da due a sei anni nei casi specifici di propaganda, ovvero di istigazione e di incitando, che si basi, in tutto o in parte, sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra, fattispecie, quindi, precise ed identificabili anche grazie all'esplicito rimando agli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale che ne recano una precisa elencazione. Abbiamo operato questa scelta per una ragione molto semplice e molto chiara; in discussione, qui, non ci sono le opinioni in sé, nemmeno le più odiose ed aberranti, né la libertà di esprimerle; la storia per noi non la devono scrivere né i Parlamenti, né i tribunali; il miglior giudice di opinioni contro l'uomo e la società sono l'uomo e le società stesse, attraverso la testimonianza, la memoria, lo studio e la cultura.
  Veniamo così incontro, a nostro giudizio, positivamente, al dibattito che negli anni, anche negli ultimi mesi, si è sviluppato; un dibattito che ha visto attivamente coinvolta gran parte della comunità scientifica, sia quella storica che quella giuridica, la quale ha portato molti validi argomenti.
  La vitalità e la reattività su questi temi sono sempre un buon segnale, da proteggere ed alimentare in un Paese che con la propria storia – dobbiamo dircelo – non ha mai fatto i conti fino in fondo. Questa legge non guarda perciò a ieri, ma ad oggi e a domani; guarda alle concrete azioni violente che in ragione di falsi miti danno luogo ad un concreto pericolo di diffusione del morbo della discriminazione: un morbo, questo, contro il quale le nostre società, in risposta all'orrore di cui sono state testimoni e in molti casi artefici, devono combattere a 360 gradi. Non è un caso – e lo voglio ricordare anche in questa circostanza – che sempre l'articolo 3 della legge n. 654 del 1975 è lo stesso interessato da un'altra proposta di modifica, che abbiamo approvato in quest'Aula ed è ora in discussione al Senato: quella per l'introduzione dell'aggravante dell'omofobia. Le discriminazioni, la negazione del diritto alla differenza, e spesso alla stessa esistenza di altri gruppi o individui, si tengono sempre la mano: così come è accaduto nei campi di concentramento, dove sono stati perseguitati insieme ebrei, oppositori politici, omosessuali, minoranze etniche e disabili.
  Oggi le forme possono essere nuove, favorite ad esempio dagli strumenti di comunicazione, ma i contenuti sono sempre quelli: donne, omosessuali, immigrati, disabili ed ebrei; sono questi i gruppi oggetto di messaggi violenti e discriminatori in Italia, nel Nord come al Centro come al Sud. Ce lo dice la mappa dell'intolleranza in Italia, che è disegnata dalla ONLUS Vox con le università di Milano, di Roma e di Bari: in otto mesi, oltre 2 milioni di tweet sono stati estratti evidenziando la diffusione montante e trasversale dei messaggi violenti e razzisti, purtroppo sempre più correlati con la manifestazione di episodi di violenza. La misura in discussione dà in ogni caso applicazione, con sei anni di ritardo sui termini, alla decisione quadro europea n. 913 del 2008, assunta dal Consiglio per combattere tutte le forme e le espressioni di razzismo e xenofobia: un atto obbligatorio, che è stato approvato all'unanimità dai membri dell'Unione europea dopo sette anni di negoziati, ad ulteriore riprova della complessità del tema e dell'attenzione posta soprattutto alla tutela dei diritti di opinione, in ordine alla loro diversa articolazione nei vari ordinamenti.
  Nondimeno, proprio nell'articolo 1 della detta decisione quadro si richiede agli Stati europei di intervenire contro l'apologia e la negazione dei crimini contro l'umanità. Il 27 gennaio 2014 simbolicamente era stato pubblicato il rapporto della Commissione europea sull'attuazione di tale decisione quadro: «A quanto consta attualmente – scriveva la Commissione in quella sede – diversi Stati membri non hanno recepito in pieno o correttamente tutte le disposizioni della decisione quadro, in particolare quelle sui reati di negazione, apologia o minimizzazione Pag. 126grossolana di determinati crimini. Le disposizioni sull'istigazione all'odio e alla violenza di stampo razzista e xenofoba vigenti nella maggior parte degli Stati membri non sempre inglobano pienamente i reati previsti dalla decisione quadro; si riscontrano inoltre alcune lacune anche per quanto riguarda la motivazione razzista e xenofoba dei reati, la responsabilità delle persone giuridiche e la giurisdizione»; rilievi che erano stati mossi anche al nostro Paese, proprio per quanto riguarda l'articolo 1 della decisione, che impone di adottare le misure necessarie affinché sia resa punibile l'apologia, la negazione o la minimizzazione grossolana dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra, quali definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale.
  La scelta in primis del Partito Democratico è stata quindi legata alla volontà di colmare una chiara e non più prorogabile mancanza, nella piena consapevolezza della necessità di agire nel rispetto dell'articolo 21 della nostra Carta costituzionale. Il Parlamento interviene quindi oggi con determinazione, ma al contempo con tutta l'attenzione e la delicatezza che sono necessarie in simili materie. L'Italia, con l'approvazione definitiva di questa norma, si unirà così, dopo una lunga attesa, ai molti Paesi in cui la negazione di una realtà storica verificabile e verificata, documentabile e documentata, e pertanto incontrovertibile qual è lo sterminio sistematico nei confronti del popolo ebraico, non può costruire base per la legittimazione di altra violenza: una posizione ribadita anche da alcune recenti risoluzioni dell'ONU, approvate quasi all'unanimità dai Paesi del mondo, compreso il nostro, e che per noi si aggiunge alla negazione dei crimini contro l'umanità che costituiscono la base dell’acquis consolidatosi nella comunità internazionale dopo gli orrori della seconda guerra mondiale. Razzismo, discriminazione e xenofobia costituiscono, ieri come oggi, violazioni dirette dei principi di libertà, di democrazia e di rispetto dei diritti dell'uomo.
  In conclusione, specie guardando alle nuove generazioni, dobbiamo domandarci come combattere l'odio razziale nel mondo d'oggi, e come spiegare innanzitutto a loro che la Shoah non è, come qualcuno ha detto, un'invenzione, e se mai dobbiamo continuare a rimanere estremamente vigili perché la storia dell'orrore può ripetersi. Non c’è alcun dubbio, allora, che per un compito simile le leggi da sole non bastano, e non possono esaurire il nostro sforzo; ma le leggi, specie se scritte con attenzione e rispetto, possono supportare ed integrare la battaglia che è innanzitutto culturale, etica e politica: una battaglia che dobbiamo continuare a condurre per creare gli anticorpi necessari, capaci di estirpare o almeno ridimensionare ed emarginare le posizioni negazioniste. Per questo noi diciamo «no» al negazionismo, dicendo «sì» alla proposta in esame. Annuncio pertanto il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Presidente, questa legge sicuramente molti di noi non l'avremmo voluta scritta in questo modo, ed è stato esplicitato da moltissimi colleghi nelle loro dichiarazioni di voto, anche alcuni colleghi della maggioranza. Ritengo che questa legge rischi di essere solo una legge-manifesto, che non compie davvero quanto richiesto dalla comunità ebraica per il negazionismo della Shoah, ma apre gravemente... Uno spiraglio ? Possiamo dire uno spiraglio, ma io credo che sia qualche cosa di molto più grave, per tutti gli storici e per tutti coloro che da domani vogliono parlare di argomenti e di genocidi, semplicemente rischiando la reclusione anche soltanto facendo la diffusione con un libro.
  Faccio un esempio semplicissimo, Presidente, che riguarda in maniera molto stretta il territorio da dove provengo. Il 10 febbraio noi ogni anno ricordiamo le vittime Pag. 127delle foibe, giustamente ricordiamo le vittime delle foibe; ma sappiamo anche che ci sono molti storici che stanno affrontando questo argomento, perché le porte di quell'armadio si sono aperte davvero da pochissimi anni. In questo momento questi storici rischierebbero anche probabilmente di dire: va bene, io da domani non aprirò più la bocca su questo argomento, perché una legge come questa rischia di procurarmi la reclusione. Pertanto io, Presidente, su questa norma, che ritengo possa essere veramente ricca di buone intenzioni, dico che in questo momento rischia di aprire un varco molto, molto grave.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2874-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n.2874-B, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Malisani, Placido, Civati, Villarosa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 54-B – «Modifica all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale» (Approvata dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato) (2874-B):

   Presenti  344   
   Votanti  242   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  122   
    Hanno votato  237    
    Hanno votato no 5    
  Sono in missione 83 deputati.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che avrebbe voluto astenersi dal voto).

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame delle mozioni concernenti iniziative volte a favorire l'accesso agli studi universitari, con particolare riferimento a un'equa ripartizione delle risorse sul territorio nazionale, è rinviato alla prossima settimana, dopo gli argomenti già previsti dal calendario dei lavori.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare e affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito del medesimo gruppo.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il Presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, Federico D'Incà, ha reso noto che l'assemblea del gruppo ha eletto presidente il deputato Andrea Cecconi, in sua sostituzione, a decorrere dal 9 giugno 2016. Il presidente del gruppo ha inoltre comunicato che, dalla stessa data, la deputata Laura Castelli assumerà l'incarico di vicepresidente vicario, nonché di portavoce del gruppo, e che la deputata Giulia Grillo, eletta in sostituzione della deputata Laura Castelli, assumerà l'incarico di vicepresidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Il Comitato direttivo risulta pertanto così modificato: presidente: Andrea Cecconi; vicepresidente vicario e portavoce del gruppo: Laura Castelli; vicepresidenti: Giulia Grillo, Emanuele Cozzolino, Daniele Del Grosso; segretario: Sergio Battelli; tesoriere: Daniele Pesco.Pag. 128
  Ai deputati Emanuele Cozzolino e Daniele Del Grosso è inoltre affidato l'esercizio dei poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 20,10).

  MARCO MICCOLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO MICCOLI. Presidente, oggi il PD interrompe la maratona che, a turno, con molti altri colleghi della Commissione lavoro e non, abbiamo portato avanti in queste settimane per portare all'attenzione del Parlamento quanto stava avvenendo nel settore dei call center, a causa di una crisi che aveva portato l'apertura di tante procedure di licenziamento collettivo: Datacontact, 300 lavoratori; Almaviva, 2.009; Gepin Contact, 450 lavoratori; e Up Time, 100 lavoratrici. Circa 4.000 lavoratori rischiavano il posto di lavoro. Con gli accordi sottoscritti in questi giorni tra le organizzazioni sindacali e le aziende al Ministero dello sviluppo economico, grazie all'applicazione delle clausole sociali introdotte nel disegno di legge del nuovo codice degli appalti e agli ammortizzatori sociali messi in campo dal Governo – voglio ringraziare il Viceministro Bellanova per aver chiuso queste trattative mettendo a disposizione proprio questi ammortizzatori sociali – queste vertenze si sono chiuse senza alcun licenziamento. Ovviamente il nostro impegno non si conclude qui, questi accordi potrebbero trasformarsi in accordi temporanei, se non sono accompagnati dalla riforma dell'articolo 24-bis della legge n. 83 sulle delocalizzazioni per renderle più difficili, all'equiparazione del settore industriale, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali proprio nel settore dei call center e il contratto di settore unico.
  Tutte queste cose renderebbero più forte e più sicuro il posto di lavoro nei call center, saranno quindi questi i temi del nostro prossimo impegno, a partire dalle proposte di legge consegnate e di cui è iniziato l'iter in Commissione lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  DALILA NESCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Presidente, Amantea, in provincia di Cosenza, è uno dei luoghi più minati dalla criminalità organizzata, lo dimostrano i numerosi atti intimidatori, le minacce e gli incendi di stampo ’ndranghetistico. Già nel 2008, l'operazione Nepetia portò sul posto a numerosi arresti, a sequestro di beni per oltre 15 milioni di euro e a confische ad esponenti di spicco della cosca locale. Di recente, ad Amantea si è consumato un ultimo atto intimidatorio, cioè l'incendio di una ruspa utilizzata per un lavoro pubblico. La ’ndrangheta va contrastata in modo efficace e sinergico, anche perché sa colonizzare i palazzi del potere politico.
  Sollecito quindi la risposta all'interrogazione n. 4-13250, con cui ho chiesto al Ministro dell'Interno urgenti iniziative per evitare ad Amantea la chiusura della tenenza della Guardia di finanza dovuta ad una cieca spending review. Per la tenenza di Amantea, infatti, il risparmio effettivo sarebbe di soli 20 mila euro all'anno (ridicolo); lì invece ci sono immobili confiscati alla ’ndrangheta in cui, come già osservato, si potrebbe sistemare la tenenza della Guardia di Finanza, che risulta indispensabile, stando ovviamente al metodo investigativo del grande Giovanni Falcone.
  Concludo auspicando che, in merito ai beni confiscati ad Amantea, il Ministro dell'interno voglia fornire la documentazione dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e si attivi ovviamente di concerto, come suggerito dalla nostra consigliera comunale Francesca Menichino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 129

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Venerdì 10 giugno 2016, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 20,15.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO ANDREA CAUSIN SULLA PROPOSTA DI LEGGE (A.C. 2874-B)

  ANDREA CAUSIN. Con questo provvedimento si scrive una pagina importante della storia del nostro paese, un provvedimento che, in maniera precisa e senza alcun tentennamento, determina un baluardo per la difesa della libertà di tutti contro chi, ancora oggi, andando contro la storia recente e passata, in maniera sicuramente interessata, tenta di negare la Shoah, offendendo tante vittime e colpendo chi difende il valore universale della memoria.
  Nel merito del provvedimento con l'intervento del Senato scompare la parola della discordia, ossia che l'istigazione avvenisse «pubblicamente», che era stata inizialmente inserita per cambiare la legge Mancino del 1975. Ma perché scatti l'aggravante del negazionismo, punita con la reclusione da due a sei anni, ci dovrà essere un «concreto pericolo di diffusione di tali idee». In concreto, il negazionismo diventerà un'aggravante specifica punita con pena autonoma, aggiunta alla legge Mancino, rispetto ai reati di discriminazione razziale e di stampo xenofobo.
  Non bisogna mai dimenticare che l'olocausto del popolo ebreo è costato la vita a sei milioni di persone. Noi oggi ci apprestiamo a mettere un ulteriore tassello rispetto a quello che la storia ci ha tramandato. Non siamo qui per fare il processo alle idee o per intervenire sulle opinioni.
  Assolutamente no. Siamo qui, però, per fare in modo che quello che la storia ci ha trasferito non sia negato più ed è con questo provvedimento che andiamo ad individuare le responsabilità anche di chi questo non voglia accettare.
  Un Paese civile come l'Italia non poteva restare escluso dal novero degli Stati che hanno avvertito la necessità di dotarsi di strumenti normativi in grado di combattere non solo i crimini di genocidio o contro l'umanità, ma anche quelle attività di propaganda, come appunto, il negazionismo, capaci di fuorviare soprattutto le generazioni più giovani in quanto accaduto in tempi non tanto lontani.
  Con l'approvazione di questa proposta di legge, l'Italia colma un ritardo normativo non più tollerabile, per cui dobbiamo andare fieri come italiani e come costruttori di una società libera, democratica e scevra da ogni forma di discriminazione.
  Dobbiamo continuare a lottare per rafforzare la repressione di ogni crimine di genocidio e di ogni crimine contro l'umanità e che serva ad impedire che tali teoremi negazionisti possano radicarsi soprattutto nelle menti delle generazioni più giovani.

Pag. 130

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. 2839 e abb. - A - em. 6.29 301 289 12 145 82 207 88 Resp.
2 Nom. em. 6.103 333 323 10 162 83 240 85 Resp.
3 Nom. em. 6.104 366 356 10 179 121 235 83 Resp.
4 Nom. em. 6.102 393 384 9 193 131 253 82 Resp.
5 Nom. em. 6.31 399 390 9 196 75 315 82 Resp.
6 Nom. em. 6.30 404 395 9 198 74 321 82 Resp.
7 Nom. em. 6.32 406 309 97 155 18 291 82 Resp.
8 Nom. em. 6.35 408 398 10 200 45 353 82 Resp.
9 Nom. em. 6.37 413 396 17 199 76 320 82 Resp.
10 Nom. em. 6.114 413 405 8 203 110 295 82 Resp.
11 Nom. em. 6.38 420 412 8 207 51 361 82 Resp.
12 Nom. em. 6.36 420 411 9 206 54 357 82 Resp.
13 Nom. em. 6.115 425 414 11 208 91 323 80 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 6.118 426 415 11 208 116 299 80 Resp.
15 Nom. em. 6.101 427 417 10 209 114 303 80 Resp.
16 Nom. em. 6.119 420 408 12 205 90 318 80 Resp.
17 Nom. em. 6.45 429 420 9 211 51 369 80 Resp.
18 Nom. em. 6.42 426 416 10 209 118 298 80 Resp.
19 Nom. em. 6.54 430 421 9 211 38 383 79 Resp.
20 Nom. em. 6.48 420 400 20 201 108 292 79 Resp.
21 Nom. em. 6.120 432 351 81 176 55 296 77 Resp.
22 Nom. em. 6.58, 6.62 427 413 14 207 118 295 77 Resp.
23 Nom. em. 6.63 424 412 12 207 118 294 77 Resp.
24 Nom. em. 6.123 440 422 18 212 270 152 77 Appr.
25 Nom. em. 6.61 439 427 12 214 116 311 77 Resp.
26 Nom. em. 6.124 441 347 94 174 291 56 77 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 6.80 444 430 14 216 121 309 77 Resp.
28 Nom. em. 6.182 440 427 13 214 80 347 77 Resp.
29 Nom. em. 6.128 449 330 119 166 288 42 77 Appr.
30 Nom. em. 6.76 448 432 16 217 100 332 77 Resp.
31 Nom. em. 6.75 407 393 14 197 113 280 76 Resp.
32 Nom. em. 6.129 426 414 12 208 117 297 75 Resp.
33 Nom. em. 6.130 433 422 11 212 120 302 75 Resp.
34 Nom. em. 6.143 443 434 9 218 131 303 74 Resp.
35 Nom. em. 6.132 436 427 9 214 131 296 73 Resp.
36 Nom. em. 6.133 439 428 11 215 131 297 73 Resp.
37 Nom. em. 6.105 444 434 10 218 160 274 73 Resp.
38 Nom. em. 6.135 439 430 9 216 132 298 73 Resp.
39 Nom. em. 6.137 451 441 10 221 133 308 73 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 6.136 449 439 10 220 131 308 73 Resp.
41 Nom. em. 6.138 445 436 9 219 130 306 73 Resp.
42 Nom. em. 6.139 451 440 11 221 130 310 73 Resp.
43 Nom. em. 6.140 435 427 8 214 131 296 73 Resp.
44 Nom. em. 6.141 432 424 8 213 132 292 73 Resp.
45 Nom. em. 6.126 433 426 7 214 127 299 72 Resp.
46 Nom. articolo 6 437 345 92 173 269 76 72 Appr.
47 Nom. articolo agg. 6.07 413 403 10 202 114 289 71 Resp.
48 Nom. articolo agg. 6.0102 417 408 9 205 106 302 71 Resp.
49 Nom. articolo agg. 6.0101 416 407 9 204 106 301 71 Resp.
50 Nom. articolo agg. 6.0100 425 417 8 209 126 291 71 Resp.
51 Nom. articolo agg. 6.03 424 414 10 208 42 372 71 Resp.
52 Nom. articolo agg. 6.01 420 410 10 206 118 292 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 7.1, 7.3 419 409 10 205 117 292 70 Resp.
54 Nom. em. 7.4 428 417 11 209 79 338 70 Resp.
55 Nom. em. 7.6 426 415 11 208 147 268 70 Resp.
56 Nom. em. 7.5 427 416 11 209 92 324 70 Resp.
57 Nom. em. 7.50 433 359 74 180 92 267 70 Resp.
58 Nom. em. 7.7 400 330 70 166 84 246 70 Resp.
59 Nom. em. 7.9 393 386 7 194 117 269 70 Resp.
60 Nom. em. 7.10 403 387 16 194 115 272 70 Resp.
61 Nom. em. 7.51 396 316 80 159 52 264 70 Resp.
62 Nom. em. 7.52 396 314 82 158 50 264 70 Resp.
63 Nom. articolo 7 397 284 113 143 234 50 70 Appr.
64 Nom. articolo agg. 7.04 392 381 11 191 50 331 70 Resp.
65 Nom. articolo agg. 7.053 380 370 10 186 48 322 70 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo agg. 7.052 379 369 10 185 47 322 70 Resp.
67 Nom. em. 8.51 386 368 18 185 279 89 70 Appr.
68 Nom. articolo 8 383 321 62 161 242 79 70 Appr.
69 Nom. articolo agg. 8.050 390 300 90 151 51 249 70 Resp.
70 Nom. articolo prem. 09.050 372 355 17 178 25 330 70 Resp.
71 Nom. articolo prem. 09.051 369 333 36 167 79 254 70 Resp.
72 Nom. em. 9.50 rif. 373 357 16 179 349 8 70 Appr.
73 Nom. em. 9.3 375 320 55 161 74 246 70 Resp.
74 Nom. articolo 9 380 338 42 170 329 9 70 Appr.
75 Nom. articolo agg. 9.0300 379 265 114 133 258 7 70 Appr.
76 Nom. articolo agg. 9.050 381 356 25 179 73 283 70 Resp.
77 Nom. articolo agg. 9.051 376 366 10 184 67 299 70 Resp.
78 Nom. articolo agg. 9.053 372 360 12 181 61 299 70 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo agg. 9.052 377 362 15 182 348 14 70 Appr.
80 Nom. articolo 10 377 277 100 139 252 25 70 Appr.
81 Nom. articolo agg. 10.01 375 363 12 182 69 294 70 Resp.
82 Nom. odg 9/2839 e abb.-A/1 351 342 9 172 112 230 71 Resp.
83 Nom. odg 9/2839 e abb.-A/2 360 351 9 176 130 221 71 Resp.
84 Nom. odg 9/2839 e abb.-A/3 364 342 22 172 49 293 71 Resp.
85 Nom. odg 9/2839 e abb.-A/5 365 286 79 144 44 242 71 Resp.
86 Nom. odg 9/2839 e abb.-A/7 353 335 18 168 79 256 71 Resp.
87 Nom. odg 9/2839 e abb.-A/9 354 344 10 173 113 231 71 Resp.
88 Nom. odg 9/2839 e abb.-A/13 368 288 80 145 20 268 71 Resp.
89 Nom. odg 9/2839 e abb.-A/15 362 349 13 175 48 301 71 Resp.
90 Nom. odg 9/2839 e abb.-A/17 368 359 9 180 114 245 71 Resp.
91 Nom. odg 9/2839 e abb.-A/18 362 352 10 177 52 300 71 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. odg 9/2839 e abb.-A/19 367 359 8 180 34 325 71 Resp.
93 Nom. T.U. 2839 e abb. - A - voto finale 416 304 112 153 268 36 83 Appr.
94 Nom. Pdl 2874-B - em. 1.9 384 343 41 172 63 280 83 Resp.
95 Nom. em. 1.10 378 325 53 163 62 263 83 Resp.
96 Nom. em. 1.4 376 334 42 168 61 273 83 Resp.
97 Nom. em. 1.5 375 334 41 168 66 268 83 Resp.
98 Nom. em. 1.6 372 333 39 167 61 272 83 Resp.
99 Nom. em. 1.7 380 339 41 170 64 275 83 Resp.
100 Nom. em. 1.8 376 336 40 169 63 273 83 Resp.
101 Nom. em. 1.11 373 358 15 180 107 251 83 Resp.
102 Nom. em. 1.18, 1.20 369 363 6 182 105 258 83 Resp.
103 Nom. odg 9/2874-B/3 371 301 70 151 49 252 83 Resp.
104 Nom. Pdl 2874-B - voto finale 344 242 102 122 237 5 83 Appr.