Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

INIZIO CONTENUTO

MENU DI NAVIGAZIONE DELLA SEZIONE

Salta il menu

Temi dell'attività parlamentare

Politica economica e finanza pubblica
Politica economica e manovre finanziarie
La Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016

La Nota di aggiornamento al DEF 2016, trasmessa alle Camere il 28 settembre 2016, rivede le previsioni economiche e di finanza pubblica contenute nel Documento di economia e finanza dell'aprile 2016, al fine di adeguare il quadro previsionale finanziario per l'anno in corso e per quelli successivi ai mutamenti nel frattempo intervenuti negli andamenti economici e finanziari. L'esame del documento è iniziato nella giornata del 3 ottobre.

 
La funzione della Nota di aggiornamento
  • 2 dossier
03/10/2016

La disciplina della procedura di bilancio contenuta nella legge di contabilità (L. n. 196 del 2009) prevede che nell'ambito delle nuove scadenze temporali decise in sede europea il Governo presenti alle Camere entro il 10 aprile di ciascun anno il Documento di Economia e Finanza (DEF). Il quadro previsionale del DEF deve essere poi adeguato all'evolversi del quadro economico e finanziario in corso d'anno mediante la Nota di aggiornamento, da trasmettersi alle Camere entro il successivo 27 settembre. La Nota potrà altresì aggiornare il DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma contenuti nel Documento medesimo. Ciò consente che la decisione annuale di bilancio, che si avvia con la presentazione, entro il 20 ottobre, del disegno di legge di bilancio (che ora a seguito delle modifiche recentemente apportate alla legge di contabilità n. 196 del 2009 ricomprende in un unico provvedimento anche la ex legge di stabilità), sia predisposta sulla base di un quadro economico e programmatico il più possibile aggiornato.

Nel presentare il nuovo quadro di finanza pubblica, nella Nota 2016 si è tenuto conto delle raccomandazioni approvate per l'Italia dall'Unione Europea nel mese di luglio. Si tratta di 5 Raccomandazioni - concernenti la prima gli aggiustamenti di bilancio e la fiscalità , la seconda la pubblica amministrazione, il contrasto alla corruzione e la giustizia civile, la terza i crediti deteriorati e il settore bancario , la quarta il mercato del lavoro e la spesa sociale, ed infine la quinta la concorrenza – cui la Nota fornisce elementi di risposta nell'illustrare, in relazione a ciascuna delle stesse, le principali iniziative del Governo.

Dossier
 
Il quadro macroeconomico
19/10/2016

La Nota 2016 presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana, sia per l'anno in corso che per quello successivo, rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile, in considerazione dei segnali di indebolimento della congiuntura europea ed internazionale emersi a partire dal secondo trimestre. Rileva a tal fine, in particolare, il consistente ridimensionamento delle ipotesi di crescita del commercio mondiale, diminuite rispetto alle precedenti stime dello 0,9 per cento nel 2016 e dell'1,2 per cento nel 2017, nonché quelle del Pil mondiale, rivisto per entrambi gli anni in ribasso di 0,2 punti. Segnali analoghi sembrano manifestarsi anche nell'Area euro, in cui il rallentamento registratosi nel secondo trimestre 2016 delinea in prospettiva una crescita più contenuta rispetto alle attese.

Nel mutato quadro internazionale, anche per quanto concerne l'Italia la Nota ridimensiona le stime della crescita del PIL per il 2016, che scende dall'1,2 per cento del DEF di aprile allo 0,8 per cento, in relazione agli andamenti congiunturali della prima parte dell'anno (con un secondo trimestre che ha registrato una variazione congiunturale nulla), che portano a prevedere una crescita modesta anche negli ultimi due trimestri, pur sostenuta dal contributo positivo della domanda interna. Viene ridotta – dall'1,2 allo 0,6 per cento - anche la crescita prevista per il 2017, mentre rispetto alle previsioni dello scorso aprile risultano confermati gli incrementi del Pil già previsti per il 2018 e 2019, rispettivamente dell'1,2 e dell'1,3 per cento. Pur in presenza del meno favorevole quadro dell'economia, la Nota conferma gli andamenti moderatamente positivi del mercato del lavoro esposti nel DEF 2016,, che anzi rivede in lieve miglioramento, quanto al tasso di occupazione, di circa 0,2 punti percentuali nel corso di tutto il periodo previsivo.

Le previsioni macroeconomiche della Nota per il biennio 2016/2017 sono state sottoposte alla validazione – con esito favorevole - dell'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb)secondo quanto previsto dalla legge n. 243/2012, di attuazione del principio del pareggio del bilancio.

Viene in fine esposto il quadro macroeconomico programmatico per il triennio 2017-2019, che considera gli effetti sull'economia delle misure del Governo da adottarsi con la legge di bilancio 2017, tra cui, in particolare, la disattivazione per il 2017 degli aumenti di imposte al momento previsti dalle c.d. clausole di salvaguardia. Per effetto delle misure che verranno introdotte la crescita per il 2017 dovrebbe salire dallo 0,6 per cento ora stimato all'1 per cento, confermandosi poi sostanzialmente le attuali stime per i due anni successivi. L' Upb non ha validato il quadro programmatico in questione, riservandosi comunque ulteriori valutazioni sul quadro che verrà riportato nel Documento programmatico di bilancio(DPB), da trasmettersi da parte del Governo alla Commissione UE il prossimo 15 ottobre, se tale quadro presenterà nuovi elementi rispetto a quello della Nota. Tale circostanza si è verificata in ordine al DPB, per cui l'Ufficio ha validato il quadro macroeconomico programmatico in essa contenuto

 
Il quadro di finanza pubblica
03/10/2016

Il ridursi delle prospettive di crescita risultante dall'aggiornamento delle previsioni macroeconomiche si riflette sul quadro previsionale di finanza pubblica che, pur mantenendosi entro il previsto percorso di miglioramento, con il saldo di indebitamento che si attesta in sostanziale pareggio nel 2019, ne ridimensiona l'intensità: la revisione è marginale per l'anno in corso (dal 2,3 al 2,4 per cento del Pil),   mentre appare più consistente negli esercizi successivi con riduzioni del saldo – rispetto alle stime di aprile – di 0,2 punti percentuali nel 2017 e di 0,5 nel 2018 e, nel 2019, quando pur essendo pari a zero determina in tal modo l'annullamento dell'avanzo (0,4 per cento del PIL), già indicato nel DEF. L'attenuazione del percorso di miglioramento è sostanzialmente riconducibile a corrispondenti revisioni al ribasso dei valori dell'avanzo primario in percentuale del PIL, che anche essi rimangono comunque in miglioramento, dall'1,5 nel 2016 al 3,4 per cento nell'ultimo esercizio di previsione.

In presenza del nuovo quadro previsionale sui saldi finanziari, il percorso di risanamento della finanza pubblica contenuto nel quadro programmatico della Nota di aggiornamento viene rivisto dal Governo rispetto a quanto prefigurato nel quadro programmatico del DEF di aprile, indicandosi ora un rallentamento nel conseguire i miglioramenti dei saldi di finanza pubblica necessari al raggiungimento dell'obiettivo di medio termine del pareggio strutturale di bilancio (Medium Term Objective, MTO). L'obiettivo di indebitamento per il 2017 sale pertanto dall'1,8 per cento dello scorso aprile al 2,0 per cento ed, analogamente, quelli previsti per il 2018 ed il 2019 peggiorano entrambi di 0,3 punti percentuali, rispettivamente dallo 0,9 e +0,1 all'1,2 ed allo 0,2 per cento.

I nuovi obiettivi, otre a tener conto delle mutate condizioni economiche, sono tuttavia anche derivanti da una scelta da parte del Governo- come chiarito nella Nota – di adottare una impostazione di politica di bilancio più orientata alla crescita, come evidenziato anche da un andamento dell' avanzo primario (che, si rammenta, dà conto della differenza tra le entrate e le spese al netto degli interessi): questo continua, nell'orizzonte programmatico, a mostrare una dinamica con percentuali di crescita a ritmi crescenti, tuttavia meno robusta rispetto alle previsioni formulate lo scorso aprile. L'indicatore passa dall'1,5 per cento di Pil del 2016 al 3,2% del Pil 2019, con una flessione rispetto alle stime di aprile che oscilla dai 0,2 punti percentuali di Pil per il 2016 fino ad un massimo di 0,4 punti percentuali di Pil per il 2019. L'impostazione espansiva dell'azione di finanza pubblica contenuta nella Nota viene a confermare quanto già prefigurato nel DEF 2016, riscontrandosi anche nella Nota medesima come il saldo di indebitamento programmato risulti meno stringente rispetto a quello tendenziale (vale a dire quello che si avrebbe in assenza di manovra per il 2017): quest'ultimo, posizionato nel triennio 2017-2019 rispettivamente all'1,6, 0,8 e 0 (pareggio) per cento, peggiora nel quadro programmatico al 2,0, 1,2 e 0,2 per cento: In termini assoluti si tratta di una differenza cifrabile in circa 6,8 miliardi nel 2017, 7 miliardi nel 2018 e 3,6 miliardi nel 2019.

Per quanto concerne infine il debito la Nota stima che il rapporto debito/pil si attesti nel 2016 al 132,8 per cento, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto alle previsioni del DEF, rimanendo pertanto in  crescita rispetto al 2015; tale rapporto inizierà poi  un percorso discendente dal 2017,quando diminuirà al 132,5 per cento, fino a raggiungere il livello del 126,6 per cento del Pil nel 2019, attraerso un percorso di rientro favorito dalla  più sostenuta crescita del Pil prevista nell'ultimo biennio del periodo di previsione.

 
La Relazione prevista dall’articolo 6 della legge n. 243 del 2012
03/10/2016

Pur in presenza della conferma del conseguimento del MTO nell'anno terminale, la Nota espone tuttavia una deviazione dal percorso di rientro già previsto, nella quale a causa del maggior indebitamento programmatico 2016 il saldo di indebitamento strutturale – che è quello che rileva ai fini dell'Obiettivo di Medio Termine medesimo – rimane invariato all'1,2 per cento, invece di ridursi dello 0,1 per cento. Poiché il Governo ritiene che la deviazione in questione sia riconducibile sia a condizioni cicliche avverse che ad eventi eccezionali, costituiti dal recente sisma e dall'intensità del fenomeno migratorio, ciò determina i presupposti per la presentazione della Relazione prevista dall'articolo 6 della legge di attuazione del principio costituzionale del pareggio di bilancio n.243 del 2012. Tale articolo dispone che il Governo, sentita la Commissione europea, presenti alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, una Relazione ed una specifica richiesta di autorizzazione in cui sia indicata l'entità e la durata dello scostamento e definisca un piano di rientro verso l'obiettivo programmatico.

Unitamente alla Nota viene pertanto presentata, come annesso alla stessa, la Relazione in questione, nella quale, oltre ad esporre la deviazione dal percorso programmatico che si è sopra illustrata, si richiede l'autorizzazione - poi rilasciata dalla Camera con risoluzione n. 6-00271  approvata nella seduta del 12 ottobre - a utilizzare, ove necessario, ulteriori margini di bilancio sino a un massimo dello 0,4 per cento del PIL per il 2017. Nella richiesta il Governo assicura altresì la ripresa del percorso di avvicinamento all'OMT dal 2018, prevedendo una riduzione del deficit strutturale di 0,5 punti percentuali di PIL.

 
Le risoluzioni parlamentari
13/10/2016

L'esame parlamentare della Nota si è conclusa  presso la Camere nella  seduta del 12 ottobre 2016 , con l'approvazione da parte dell'Assemblea della risoluzione n.6-00272.

La risoluzione Nel confermare la necessità del conseguimento dei saldi programmatici di bilancio esposti nel Documento, e nell'invitare il Governo a valutare l'eventuale innalzamento   dell'indebitamento programmato per il 2017 di 0,4 punti percentuali di Pil, la risoluzione reca una serie di impegni per il Governo sul piano della finanza  pubblica e delle politiche economiche, tra i quali in particolare:

  • la disattivazione con la prossima manovra di bilancio delle clausole di salvaguardia nel 2017 per un ammontare dello 0,9 per cento del PIL (15,353 miliardi di euro), da compensare anche mediante la prosecuzione della revisione della spesa pubblica e con misure che accrescano la fedeltà fiscale e comprimano i margini di evasione ed elusione;
  • la continuazione, compatibilmente con le condizioni di mercato, del programma di dismissione e valorizzazione del patrimonio pubblico e di privatizzazione delle partecipazioni societarie, al fine di massimizzare l'efficienza nella gestione degli asset e conseguire maggiori entrate da destinare alla riduzione del debito pubblico;
  • la realizzazione di un programma di interventi di adeguamento antisismico del territorio e del patrimonio abitativo, artistico e culturale del Paese, con particolare anzione all'edilizia scolastica ed al risanamento ambientale e idrogeologico;
  • il sostegno della competitività delle imprese, mediante misure aggiuntive tra cui il «Superammortamento» quanto all'investimento in beni strumentali, agevolazioni in favore degli investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo, il rifinanziamento del Fondo di garanzia per le PMI, incentivi per l'apertura del capitale delle imprese e la loro quotazione in borsa nonchè altri interventi volti a canalizzare il risparmio privato verso l'economia reale ed a favorire la crescita e l'internazionalizzazione delle imprese;
  •  una riduzione strutturale del carico fiscale e contributivo sul lavoro e l'impresa nel corso del triennio 2017-2019, anche per allineare la pressione fiscale sui produttori agli standard europei;
  • la garanzia di una dotazione finanziaria del Fondo sanitario nazionale idonea ad assicurare l'erogazione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza in campo sanitario;
  • la proroga delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni e l'efficientamento energetico, anche per i grandi condomini, per una ripresa dell'occupazione e dell'ammodernamento nell'edilizia.

Nella stessa giornata anche il Senato (seduta del 12 ottobre 2016) ha approvato, con contenuti sostanzialmente identici a quelle della Camera. le corrispondenti risoluzioni sulla Relazione al Parlamento e sulla Nota di aggiornamento al Def 2016.