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Temi dell'attività parlamentare

Politica economica e finanza pubblica
Commissione: V Bilancio
Politica economica e manovre finanziarie
Il Documento di Economia e Finanza 2016

Il Documento di Economia e Finanza (DEF) costituisce il principale strumento di programmazione della politica economica del Governo. Entro il 10 aprile dell'anno va trasmesso alle Camere, ciascuna delle quali si esprime su di esso con una apposita risoluzione. Il 9 aprile il DEF 2016 è stato inviato al Parlamento, che ne ha avviato l'esame nella giornata del 18 aprile e terminato il 27 aprile con l'approvazione delle relative risoluzioni nei due rami.

 
La funzione del Documento di Economia e Finanza
  • 2 dossier
18/04/2016

Il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio, che traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo, occupazione, riduzione del rapporto debito-Pil nonché per gli altri obiettivi programmatici prefigurati dal Governo per l'anno in corso e per il triennio successivo.

Il Documento, che si articola in tre sezioni - Programma di stabilità, Analisi e Tendenze della Finanza pubblica, Programma Nazionale di riforma - e si inquadra al centro del processo di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri dell'UE - il Semestre europeo viene presentato al Parlamento, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, entro il 10 aprile di ciascun anno, al fine di consentire alle Camere di esprimersi sugli obiettivi programmatici di politica economica in tempo utile per l'invio al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, entro il successivo 30 aprile, del Programma di Stabilità e del Programma Nazionale di Riforma (PNR).

A tal fine il Documento di Economia e Finanza 2016 espone per il periodo 2016-2019 le modalità e la tempistica attraverso le quali l'Italia intende proseguire nel risanamento dei conti pubblici e, nel contempo, illustra le politiche mediante cui perseguire gli obiettivi di crescita e di sviluppo programmati nel Documento, anche sulla base degli indirizzi formulati dall'Unione Europea

Dossier
 
Il quadro macroeconomico
18/04/2016

Il DEF 2016 espone i positivi risultati economici registrati nel 2015 e le previsioni per l'anno in corso e per il periodo 2017-2019, che riflettono i segnali di graduale ripresa dell'economia, nonostante gli elementi di difficoltà e di fragilità che ancora caratterizzano le prospettive di crescita globali.

Con riferimento al 2015, il DEF evidenzia come l'economia italiana sia tornata a crescere, registrando un incremento del Pil dello 0,8 per cento dopo tre anni di contrazione del prodotto interno lordo nei quali, si rammenta, il Pil è diminuito di 2,8 punti percentuali nel 2012, 1,7 punti nel 2013 e 0,3 punti nel 2014),. Si tratta di una crescita sostanzialmente in linea con quanto previsto a settembre scorso nella Nota di aggiornamento del DEF 2015, in cui era stata indicata nello 0,9 per cento, in lievissima riduzione di 0,1 punti percentuali rispetto a tale dato, a causa del rallentamento dell'andamento dell'economia nella seconda metà dell'anno, in connessione con l'inatteso indebolimento del contesto esterno, dovuto al rallentamento delle grandi economie emergenti e alle perduranti difficoltà dell'Eurozona. E' risultato positivo anche l'andamento dell'occupazione, in aumento dello 0,8 per cento, il cui miglioramento dell'occupazione si è riflesso sul tasso di disoccupazione, sceso dal 12,7 del 2014 all'11,9 per cento.

Per quanto riguarda il 2016, le stime contenute nel DEF - che sulla base delle regole europee sono state sottoposte alla validazione dell'Ufficio Parlamentare del Bilancio (UPB) - prevedono una crescita dell'1,2 per cento, in ribasso rispetto alla stima dell' 1,6 contenuta nella Nota di aggiornamento dello scorso settembre. La stima di minor crescita deriva dalle sopraggiunte difficoltà del contesto internazionale ed europeo, in coerenza con un analogo abbassamento delle ipotesi di crescita effettuate anche da altri previsori internazionali. Per gli anni successivi si prevede una crescita tendenziale del PIL che si mantiene stabile al medesimo livello di quest'anno, vale a dire intorno all'1,2 per cento fino al 2018, salendo poi all'1,3 per cento nell'ultimo anno del periodo di previsione, nel 2019, ponendosi per tutto il periodo al di sotto delle previsioni programmatiche elaborate a settembre scorso nella Nota di aggiornamento del precedente DEF.

Nello scenario economico programmatico, quello cioè che si determinerebbe a seguito dell'attuazione degli obiettivi programmatici del Governo, la crescita del Pil sopravanzerebbe quella esposta nello scenario tendenziale che si è ora illustrata di circa 0,2 punti percentuali nel 2017, 0,3 punti nel 2018 e 0,1 punti nel 2019, risultando quindi pari, rispettivamente, all'1,4 , 1,5 ed 1,4 per cento.

 
Il quadro di finanza pubblica
18/04/2016

Analogamente a quanto verificatosi sul versante economico, il 2015 si chiude con risultati positivi anche per quanto concerne la finanza pubblica, con un deficit di bilancio (indebitamento netto) che scende dal 3 per cento del 2014 al 2,6 per cento, in linea con le previsioni. Il miglioramento è previsto proseguire anche nel 2016, nel quale l'indebitamento è previsto scendere al 2,3 per cento, nonché negli anni successivi, per opera di vari fattori, tra cui un lieve miglioramento dell'avanzo primario ed una consistente diminuzione della spesa per interessi sul debito pubblico, da tempo in progressiva discesa. Nel triennio 2017-2018 deficit si attesterebbe pertanto, nel quadro tendenziale, rispettivamente ad 1,4 e 0,3 punti percentuali di Pil, passando poi in territorio positivo (risultando quindi un accreditamento netto, anziché un indebitamento) nel 2019, per 0,4 punti di Pil.

Come già avvenuto nel 2015, del quale il Governo ne replica ora la strategia anche per il 2016, tale percorso, che deriva anche dagli interventi di consolidamento della finanza pubblica adottati negli anni precedenti, viene rallentato nel quadro programmatico dei conti pubblici, in quanto il Governo intende destinare parte delle risorse derivanti dai risultati di bilancio al sostegno della crescita: ciò sia per i concreti rischi di deflazione e stagnazione riconducibili al contesto internazionale, sia per gli effetti negativi di manovre eccessivamente restrittive, che possono finire per peggiorare, anziché migliorare, il rapporto debito-Pil.

Viene pertanto mantenuto il percorso di riduzione del deficit di bilancio, ma con un profilo discendente attenuato rispetto a quello tendenziale, rispetto al quale l' indebitamento netto risulta superiore di 0,4 punti percentuali di Pil nel 2017 e di 0,6 punti nel 2018 (attestandosi rispettivamente a 1,8 e 0,9 punti percentuali). Nel 2019 si mantiene l'obiettivo del passaggio ad un saldo positivo, ma dello 0,1 per cento di Pil, anziché dello 0,4 per cento tendenziale. L'aumento del deficit comporta il prodursi di una corrispondente azione espansiva di pari valore , allo scopo di sostenere una ripresa meno brillante del previsto.

Tale scelta comporta tuttavia la necessità di posporre il conseguimento dell'obiettivo del pareggio di bilancio in termini strutturali (Medium Term Objective, MTO) di un anno, dal 2018 al 2019, anno in cui il deficit strutturale si attesta allo 0,2 per cento, quindi in sostanziale pareggio. Pertanto unitamente al Documento di Economia e Finanza 2016 è stata trasmessa alle Camere anche la Relazione prescritta dall'articolo 6 della legge di attuazione del pareggio di bilancio n. 243 del 2012.

In tali circostanze, si rammenta, - vale a dire qualora il Governo proceda a scostamenti dall'obiettivo programmatico strutturale di bilancio – il suddetto articolo della legge di attuazione del pareggio di bilancio dispone infatti che il Governo presenti alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, da adottare a maggioranza assoluta, una Relazione ed una specifica richiesta di autorizzazione. La medesima procedura si applica, ai sensi del comma 5 dell'articolo 6, anche qualora si tratti di aggiornare il piano di rientro già in atto. È questa la fattispecie cui fa riferimento la Relazione in esame, che aggiorna il piano di rientro previsto nella precedente Relazione riferita alla Nota di aggiornamento del DEF 2015, nella quale il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali era stato previsto nel 2018

Quanto infine al debito, dopo una ulteriore crescita nel 2015 che ne ha portato il livello al 132,7 per cento del Pil, dal 2016 si prevede avviarsi la fase di discesa, con una prima riduzione di 0,3 punti percentuali. La discesa prosegue nel 2017 e nel 2018, rispettivamente per circa 2,1 e 3 punti percentuali di Pil, fino a raggiungere il livello del 123,5 per cento nel 2019, con una riduzione complessiva nel periodo medesimo di 9,2 punti percentuali. Il percorso di riduzione del debito è delineato secondo un profilo analogo nel quadro programmatico, ove però, in virtù del prolungamento al 2019 del raggiungimento dell'obiettivo di medio termine, che come sopra detto consente un percorso di consolidamento finanziario più graduale rispetto agli andamenti tendenziali, il debito si attesta in tale ultimo anno ad un livello lievemente superiore, di 0,3 punti percentuali, posizionandosi al 123,8 per cento del Pil.

 
Il Programma Nazionale di Riforma
18/04/2016

Il programma nazionale di riforma (PNR), contenuto nella terza sezione del DEF definisce, nel quadro del programma di stabilità ed il linea con il consolidamento e la sostenibilità delle finanze pubbliche, gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi programmatici del governo in materia di crescita, sviluppo ed occupazione, anche in coerenza con i target delineati dalla Strategia Europa 2020.

Il PNR 2016 rivisita gli obiettivi del precedente anno, facendo ora riferimento anche alle Raccomandazioni del luglio 2015 del Consiglio dell'Unione Europea, tenendo altresì conto sia dell'Analisi annuale della crescita 2016, sia della Relazione per paese relativa all'Italia 2016, documento di lavoro dei servizi della Commissione nell'ambito delle procedure sugli squilibri macroeconomici Come precisato espressamente nel PNR, la strategia di riforme strutturali deve essere accompagnata e sostenuta da una politica di responsabilità fiscale che, attraverso la riduzione del carico delle imposte, permetta di sostenere la spesa di imprese e famiglie, rafforzare la crescita in una fase di notevole incertezza economica a livello internazionale e continuare nello sforzo di consolidamento della finanza pubblica e di riduzione del debito..

In tale quadro gli ambiti principali riscontrabili nel PNR concernono in particolare: la competitività e gli investimenti, in quanto priorità per la crescita; le riforme istituzionali, con la riforma elettorale per la Camera già approvata lo scorso anno e la recente approvazione anche di quella costituzionale; la pubblica amministrazione, che lo scorso agosto ha registrato l'approvazione della legge delega di riforma, di cui sono in corso i primi decreti attuativi, e le semplificazioni, con il progressivo raggiungimento delle scadenze previste dall'agenda per le semplificazioni 2015-2017; la giustizia, su cui sono in corso il disegno di legge delega per la riforma del processo civile, la riforma della magistratura onoraria ed altre; la finanza per la crescita, su cui sono in atto strumenti per il sostegno del finanziamento alle piccole e medie imprese e per incentivare la crescita dimensionale delle aziende del paese; la concorrenza, con la legge annuale per la concorrenza 2015 ormai in vista dell'approvazione definitiva e con il Piano di riforma delle professioni presentato dal Governo; il lavoro, in cui, conclusa la fase attuativa del Jobs Act, è in avvio la seconda fase del programma Garanzia giovani e sono recentemente intervenute norme di incentivazione della contrattazione di secondo livello; l'istruzione e la ricerca, con l'avvenuta entrata in vigore lo scorso anno della riforma del sistema scolastico, la cui operatività in sede attuativa necessita ancora dell'emanazione di diversi decreti delegati; la riduzione degli squilibri territoriali, con la continuazione della politica di coesione nel nuovo settennio di programmazione, la recente introduzione di incentivi fiscali per gli investimenti nel Mezzogiorno ed il Masterplan per tale area; la lotta alla povertà, con la recente presentazione da parte del Governo del Social Act; l'imposizione fiscale, con le numerose riforme introdotte sulla base della delega fiscale che hanno innovato numerosi aspetti del rapporto tra fisco e contribuente, con la progressiva estensione della obbligatorietà della fatturazione elettronica e con l'attenzione alla revisione dei valori catastali; le infrastrutture, con la riforma del codice degli appalti, con il piano nazionale dei porti e on il piano banda ultralarga; gli interventi sul piano della finanza pubblica, tra i quali l'ottimizzazione dell'attività di revisione della spesa, la riforma del bilancio dello Stato sulla base della legge n. 243 del 2012 di attuazione del principio costituzionale del pareggio di bilancio e la continuazione del programma di privatizzazione di società partecipate e di dismissione delle proprietà immobiliari.

 

 
Le risoluzioni parlamentari
28/04/2016

Nella seduta del 27 aprile 2016, la Camera ha approvato la risoluzione sulla Relazione al Parlamento, allegata al Documento di economia e finanza 2016, che autorizza il rinvio al 2019 del pareggio di bilancio, nonché la risoluzione sul DEF 2016.

Tale risoluzione,nel confermare la necessità del conseguimento dei saldi programmatici di bilancio esposti nel DEF, reca una serie di impegni per il Governo sul piano della finanza  pubblica e delle politiche economiche, tra i quali in particolare:

  • la disattivazione delle clausole di salvaguardia per un ammontare pari a circa lo 0,9 per cento del PIL, al fine di evitare l'incremento dell'IVA e delle accise previsto dalle clausole medesime; tale disattivazione va compensata, precisa la risoluzione, mediante l'utilizzo degli spazi di flessibilità e attraverso un mix di interventi che accrescano la fedeltà fiscale e di revisione della spesa pubblica, ivi incluse le spese fiscali (c.d. tax expenditures): nell'ambito di queste ultime si chiede tuttavia di escludere dalla revisione le detrazioni relative a famiglia, lavoro, ristrutturazioni edilizie ed ecobonus. Sul fronte fiscale viene anche sollecitata la revisione del catasto, con finalità perequative tra i contribuenti;
  • la promozione, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, di interventi in materia previdenziale volti ad introdurre elementi di flessibilità, anche con la previsione, si afferma, di ragionevoli penalizzazioni, nonché la promozione di interventi, anche selettivi,  nei casi di disoccupazione involontaria e di lavori usuranti;
  • l'introduzione di  forme di riduzione della pressione contributiva che aumentino strutturalmente la convenienza del contratto a tempo indeterminato rispetto alle altre forme contrattuali;
  • la necessità di comunicare tempestivamente gli esiti della ricognizione delle risorse del Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie già destinate al Piano di Azione Coesione, al fine di destinarne una parte alla proroga dell'esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato nelle regioni del Mezzogiorno. Per tale area si chiede altresì, al fine di renderla pienamente interconnessa con l'economia del resto del Paese, una rapida implementazione e attuazione del Masterplan;
  • il proseguimento nell'azione di rafforzamento del sistema bancario, da rendere più resiliente, moderno e competitivo grazie alle misure approvate e in fase di attuazione, promuovendo  altresì ulteriori e rapidi interventi, anche in materia di giustizia civile, che accelerino la dismissione dei crediti in sofferenza da parte delle banche;
  • la continuazione del percorso di riduzione della spesa, accentuandone la selettività e con priorità sul settore dei beni e servizi delle amministrazioni pubbliche e sulle società partecipate locali; sul versante sanitario tale percorso va condotto, osserva la risoluzione, attraverso recuperi di efficienza, senza riduzione dei servizi. 

Nella stessa giornata (seduta del 27 aprile 2016)  anche il Senato ha approvato le  corrispondenti risoluzioni  sulla Relazione al Parlamento e sul Def 2016, cui contenuti sono sostanzialmente identici a quelle della Camera.

 
Audizioni - Memorie depositate
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