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Temi dell'attività parlamentare

Politica economica e finanza pubblica
Politica economica e manovre finanziarie
Il Documento di Economia e Finanza 2017

Il Documento di Economia e Finanza (DEF) costituisce il principale strumento di programmazione della politica economica del Governo. Entro il 10 aprile dell'anno va trasmesso alle Camere, ciascuna delle quali si esprime su di esso con una apposita risoluzione. IL DEF 2017 è stato inviato l'11 aprile al Parlamento, che ne ha avviato l'esame nella giornata del 18 aprile e terminato l'esame il 26 aprile. Consulta qui il dossier.

 
La funzione del Documento di Economia e Finanza
  • 1 dossier,
  • 1 risorsa web
18/04/2017

Il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio, che traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo, occupazione, riduzione del rapporto debito-Pil nonché per gli altri obiettivi programmatici prefigurati dal Governo per l'anno in corso e per il triennio successivo.

Il Documento, che si articola in tre sezioni - Programma di stabilità, Analisi e Tendenze della Finanza pubblica, Programma Nazionale di riforma - e si inquadra al centro del processo di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri dell'UE - il Semestre europeo viene presentato al Parlamento, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, entro il 10 aprile di ciascun anno, al fine di consentire alle Camere di esprimersi sugli obiettivi programmatici di politica economica in tempo utile per l'invio al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, entro il successivo 30 aprile, del Programma di Stabilità e del Programma Nazionale di Riforma (PNR).

A tal fine il Documento di Economia e Finanza 2017 espone per il periodo 2017-2020 le modalità e la tempistica attraverso le quali l'Italia intende proseguire nel risanamento dei conti pubblici e, nel contempo, illustra le politiche mediante cui perseguire gli obiettivi di crescita e di sviluppo programmati nel Documento, anche sulla base degli indirizzi formulati dall'Unione Europea.

Dossier
Documenti e risorse WEB
 
Il quadro macroeconomico
11/05/2017

Il Documento espone in primo luogo i risultati economici dell'anno 2016, evidenziando come questo, dopo la crescita dello 0,1 per cento di Pil registrata nel 2014 e dello 0,8 per cento del 2015, abbia costituito il terzo anno di ripresa, con una crescita risultata pari a 0,9 punti percentuali di Pil, che si è realizzata pur in presenza dei numerosi fattori di freno e di incertezza a livello globale ed europeo. Si tratta di una crescita lievemente superiore a quanto previsto a settembre scorso nella Nota di aggiornamento del DEF 2016 (+0,8 per cento ), grazie al recupero, nella seconda metà del 2016, dovuto al balzo della produzione industriale e, dal lato della domanda, a un'accelerazione di investimenti ed esportazioni. In particolare si è avuta una crescita dell'1,2 per cento dei consumi, una crescita del 2,9 per cento degli investimenti e del 2,4 delle esportazioni, queste ultime parzialmente controbilanciate da una più consistente dinamica delle importazioni, cresciute del 2,9 per cento. E' risultato positivo anche l'andamento del mercato del lavoro, con una crescita, rispetto al 2015, di 1,3 punti percentuali del numero degli occupati ed un incremento deIlo 0,9 per cento del tasso di occupazione; il tasso di disoccupazione è diminuito in misura più limitata (0,2 per cento), anche a causa di una maggior partecipazione al mercato del lavoro (sono diminuiti gli inattivi).

 Il DEF espone poi le previsioni per l'anno 2017 ed il triennio successivo, prevedendo una continuazione della crescita per tutto il quadriennio, con un incremento annuo del Pil di 1,1 punti percentuali nel 2017, 1,0 nel 2018 e poi 1,1 punti nel 2019 e nel 2020. Come già verificatosi negli anni precedenti, in base alle regole europee le previsioni del DEF sono state sottoposte, con esito positivo, alla validazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb). Si mantiene altresì positivo, nel periodo previsivo 2017-2020, l'andamento del mercato del lavoro, che rispetto al 2016 dovrebbe registrare nell'anno terminale una riduzione di 1,5 punti percentuali del tasso di disoccupazione ed un aumento del 2,3 per cento di quello di occupazione.

Nello scenario macroeconomico programmatico, quello cioè che si determinerebbe a seguito degli effetti delle politiche perseguite dal Governo, come esposte nel Documento nella parte sul Programma nazionale di riforma (PNR), nel 2017 la crescita del Pil rimane in linea (1,1 per cento) con quella prevista nel quadro previsionale, pur in presenza dell'intervento correttivo sui conti pubblici previsto per tale anno (0,2 per cento di Pil, come si illustra nel paragrafo che segue) . La previsione macroeconomica programmatica per i tre anni seguenti, che riflette l'intendimento del Governo di seguire un sentiero di politica di bilancio in linea con le regole europee, è pari a quella tendenziale nel 2018 (+1,0 per cento) e nel 2020 (1,1), ed invece lievemente inferiore nel 2019 (1,0 contro 1,1 per cento). Lo scenario programmatico - che anche esso ha ricevuto la validazione da parte dell'Ufficio parlamentare di bilancio - si differenzia da quello tendenziale principalmente per la disattivazione nel 2018 delle c.d. clausole di salvaguardia al momento ancora previste, in termini di aumenti delle aliquote IVA e delle accise. Aumenti che Governo intende sostituire con misure sul lato della spesa e delle entrate, comprensive di ulteriori interventi di contrasto all'evasione. Altra differenza tra i due scenari dovrebbe derivare da una riduzione selettiva del cuneo fiscale sul lavoro.

 
Il quadro di finanza pubblica
18/04/2017

Come già negli andamenti macroeconomici, anche il quadro di finanza pubblica il 2016 espone risultati che si pongono in continuità con il percorso di consolidamento dei conti pubblici avviato negli ultimi anni, con un disavanzo che dopo essere sceso dal 3 per cento di Pil del 2014 al 2,7 nel 2015 è diminuito ulteriormente nel 2016, posizionandosi a 2,4 punti percentuali di Pil, confermando l'obiettivo iscritto nel Documento Programmatico di Bilancio (DPB) dello scorso ottobre. L'avanzo primario - vale a dire la differenza tra entrate e spese al netto degli interessi - si posiziona sullo stesso livello dell'1,5 per cento di Pil dell'anno precedente, mentre continua il profilo discendente della spesa per interessi, che diminuisce di 0,1 punti percenuali di Pil rispetto al 2015, passando dal 4,1 al 4,0 per cento.

Nel quadro previsionale 2017-2020 il deficit di bilancio (indebitamento netto) è previsto evolvere in progressivo miglioramento, dal 2,3 per cento stimato per quest'anno all'1,3 del 2018, allo 0,6 del 2019, ed infine allo 0,5 dell'anno terminale: secondo quanto illustra il DEF, il principale elemento che influisce su tale miglioramento è costituito dall'inasprimento fiscale determinato dagli aumenti Iva ed accise previsto per il 2018 e 2019 dalle c.d.clausole di salvaguardia.

Rispetto a tale quadro previsivo tendenziale, il quadro programmatico di finanza pubblica espone un più rapido percorso di miglioramento dei conti pubblici, a seguito dell'impegno assunto dal Governo con le istituzioni europee di ricondurre l'evoluzione dei saldi a quanto raccomandato dalla Commissione nella recente Relazione per l'Italia dello scorso 22 febbraio, prodotta nel quadro delle procedure europee sui disavanzi eccessivi. L'obiettivo di indebitamento netto per il 2017 è pertanto ridotto di 0,2 punti percentuali di Pil, portandolo dal 2,3 per cento previsto dall'ultimo DPB al 2,1 per cento. Il DEF precisa che al fine di assicurare l'immediata operatività dell'intervento di riduzione del deficit, questo sarà operato con decreto-legge, del quale vengono sinteticamente tratteggiati i principali contenuti. Dal lato delle entrate la correzione si baserà sul recupero della base imponibile e sull'accrescimento della fedeltà fiscale. A tal fine si fa riferimento all'estensione delle transazioni cui si applica il meccanismo dello split payment per l'IVA e al contrasto alle compensazioni IVA indebite, oltre che ad interventi su accise, giochi, ed una rimodulazione delle aliquote dell'ACE (Aiuto alla Crescita Economica). Dal lato della spesa verranno rivisti agli stanziamenti di alcuni fondi già previsti per legge. Il provvedimento in questione è poi intervenuto mediante il decreto-legge 24 aprile 2017, n.50, con il quale si effettua un intervento correttivo sui conti pubblici per il 2017 pari, in termini di indebitamento netto, ad una correzione di circa 3,1 miliardi:  in coerenza con quanto previsto dal DEF, l'effetto migliorativo sui conti pubblici è di circa 0,2 punti percentuali di Pil, con una conseguente riduzione, dal 2,3 al 2,1 per cento di Pil, dell'indebitamento netto atteso per il 2017. Per gli anni successivi gli effetti migliorativi del decreto sull'indebitamento sono pressochè nulli, in quanto le maggiori risorse reperite per tali anni sono quasi integralmente utilizzate per una parziale disattivazione delle c.d. clausole di salvaguardia.

Nel 2018 e 2019 gli obiettivi per l'indebitamento netto restano fissati all'1,2 ed allo 0,2 per cento del PIL già previsti nel Documento Programmatico di Bilancio, confermandosi nel contempo l'intendimento del Governo  di disattivare nella prossima legge di bilancio le clausole di salvaguardia poste a garanzia dei saldi di finanza pubblica da precedenti provvedimenti normativi. L'obiettivo dell'1,2 per cento del PIL nel 2018 sarà comunque garantito, afferma il DEF, con misure da definirsi nei prossimi mesi, anche sulla scorta della riforma delle procedure di formazione del bilancio, che faciliterà la revisione della spesa. Il quadro programmatico di finanza pubblica del DEF conferma altresì il percorso di raggiungimento dell'obiettivo del raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio per il 2019 (già prefigurato nel DEF 2016 e nella relativa Nota di aggiornamento), esponendo una evoluzione dell'indebitamento netto strutturale che dall' 1,5 per cento nel 2017 (in peggioramento di 0,3 punti percentuali rispetto al 2016) migliora poi rapidamente negli anni successivi, posizionandosi all' 0,7 per cento nel 2018 ed allo 0,1 per cento (vale a dire in sostanziale pareggio) nel 2019, pervenendo poi a zero nel 2020.

Quanto al rapporto debito-Pil, dopo l'ulteriore, benché lieve, crescita del 2016 rispetto all'anno precedente, (dal 132,1 al 132,6 del Pil), nel 2017 dovrebbe nel quadro programmatico registrarsi la prima inversione di tendenza (a 132,5 punti di Pil), che poi proseguirà a ritmo più sostenuto nei restanti anni del periodo di previsione, posizionandosi nel 2020 al 125,7, con una calo complessivo nel quadriennio, quindi, di quasi sette punti percentuali in quota Pil.

 
Il Programma Nazionale di Riforma
18/04/2017

La terza Sezione del DEF 2017 reca il Programma Nazionale di riforma (PNR) che, in stretta relazione con quanto previsto nel Programma di Stabilità, definisce gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delle finanze pubbliche, in coerenza con gli indirizzi formulati dalle istituzioni europee nell'ambito del semestre Europeo. In proposito il PNR 2017 fa riferimento, oltre che alle Raccomandazioni del luglio 2016 del Consiglio, anche alla Relazione per paese relativa all'Italia, documento di lavoro dei servizi della Commissione nell'ambito della procedura sugli squilibri macroeconomici. La strategia di intervento contenuta nel PNR, precisa il DEF, si raccorda agli interventi finora previsti nei precedenti Documenti di Economia e Finanza volti – come anche riconosciuto dalla Relazione dei servizi della Commissione sopradetta per le azioni finora realizzate -ad operare un cambiamento strutturale del tessuto economico e sociale del paese.

La struttura del PNR 2017 si articola su due scenari di intervento, rispettivamente di breve e di medio periodo. Nel breve periodo, vale a dire fino a prima della Nota di Aggiornamento, si espongono quelle misure che necessitano di una rapida approvazione, mentre nel medio periodo, inteso come il periodo annuale che arriva fino al prossimo Documento di Economia e Finanza, si indicano gli interventi da attuare in sei ambiti strategici di medio termine, che puntano ad affrontare gli squilibri macroeconomici del Paese e sono sostanzialmente riconducibili alle raccomandazioni del Consiglio dello scorso luglio.

Quanto alle azioni di breve periodo, il PNR fa riferimento alla continuazione del percorso di liberalizzazioni, mediante l'approvazione in tempi rapidi del disegno di legge per la concorrenza, all'esame delle Camere. Continuerà inoltre il processo di privatizzazione di società controllate dallo Stato e del patrimonio immobiliare pubblico, cui è affidato nell'ambito degli obiettivi di finanza pubblica il conseguimento di entrate pari ad almeno lo 0,3 per cento del PIL. Un altro importante filone di intervento immediato viene individuato nell' l'approvazione della riforma del processo penale e della disciplina della prescrizione, cui si accompagneranno una serie di interventi organizzativi tesi ad accrescere l'efficienza del sistema giudiziario. Sul versante fiscale e della competitività, oltre a proseguirsi il percorso di spostamento del carico fiscale per favorire la crescita (tax shift), si darà ampio spazio alle misure per la produttività, ad esempio rafforzando l'efficacia degli accordi di secondo livello ed incentivando la riforma della contrattazione collettiva in chiave di recupero competitivo. Nella strategia di breve periodo viene infine data evidenza nel PNR all'attuazione delle azioni di contrasto alla povertà delineate nella legge delega n.33 del 2017:reddito di inclusione, riordino delle prestazioni assistenziali e rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali.

Con riguardo alla strategia di medio termine, il PNR delinea sei principali ambiti di intervento, anche sulla base, come sopra detto, delle raccomandazioni del Consiglio (che, si rammenta, sono le seguenti: aggiustamenti di bilancio e fiscalità, pubblica amministrazione, contrasto alla corruzione e giustizia civile, crediti deteriorati e settore bancario, mercato del lavoro e spesa sociale, concorrenza).

In particolare, quanto al tema del debito e della finanza pubblica viene confermata, come già negli anni precedenti, la necessità di coniugare la strategia di crescita con una riduzione del rapporto debito/PIL e, a tal fine, nel PNR viene confermato l'obiettivo di raggiungere un sostanziale pareggio strutturale di bilancio nel 2019: ciò onde porre il debito pubblico – sulla base di una articolata strategia di interventi basata su privatizzazioni, dismissioni immobiliari, razionalizzazione delle partecipate ed entrate da concessioni pubbliche - su un percorso stabilmente discendente. In ambito fiscale verrà mantenuto l'obiettivo di ridurre ulteriormente la pressione fiscale sui fattori produttivi e, in tale contesto, viene sottolineata l'importanza della razionalizzazione delle spese fiscali, l'aggiornamento del patrimonio informativo catastale e la revisione delle tax expenditures, quest'ultima anche sulla base del Rapporto annuale sulle spese fiscali presentato con la legge di bilancio 2017. Rimane inoltre centrale il rafforzamento dell'azione di contrasto dell'evasione fiscale, sia per l'equità del prelievo sia per consentire il recupero di risorse necessario a ridurre la pressione fiscale sui fattori produttivi: a tale fine il Governo fa riferimento anche alla significatività di un approccio basato sulla fiducia reciproca tra Amministrazione e cittadini. Sul piano dei conti pubblici alle azioni in materia fiscale si affianca il processo di revisione della spesa, che dovrà definire le priorità nella spesa pubblica dando preferenza alle misure che stimolano la crescita e tagliando ulteriormente la spesa improduttiva. In tal senso il PNR fa riferimento ad una terza fase della spending review, più selettiva e allo stesso tempo coerente con i nuovi principi e procedure stabiliti dalla riforma del bilancio, precisando inoltre come si procederà contestualmente ad un più esteso utilizzo degli strumenti per la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi da parte della P.A. e ad un maggior coinvolgimento degli enti locali.

Sul piano del lavoro, del welfare e della produttività, dopo il Jobs Act andranno rafforzate le politiche attive del lavoro, anche con l'inclusione, nei prossimi mesi, dell'assegno di ricollocazione e la promozione della cultura del Piano Industria 4.0 nella fase di formazione, stimolando la ricerca attraverso il piano scuola digitale e l'alternanza scuola-lavoro. Su tali settori il Governo – secondo quanto riportato nel PNR - proseguirà nell'attuazione di misure a sostegno del welfare familiare e assistenziale e nell'introduzione di provvedimenti che rendano vantaggioso il lavoro del secondo percettore di reddito, principalmente attraverso misure d'incentivo per i redditi familiari più bassi. Questi interventi in materia di lavoro sono anche alla base delle politiche di stimolo alla crescita e alla produttività, in cui viene fatto riferimento alla valorizzazione della contrattazione collettiva aziendale ed alla previsione di un regime fiscale agevolato per un paniere sempre più ampio di servizi. In tema di welfare risulta cruciale la sostenibilità della spesa pensionistica, al cui riguardo il Governo precisa che si concentrerà sull'implementazione di norme già introdotte e che riguardano alcune tipologie di lavoro usurante o situazioni di disoccupazione strutturale, cercando altresì di tutelare le pensioni future dei giovani caratterizzate da discontinuità lavorativa e rafforzando il secondo pilastro integrativo.

Per quanto concerne il credito, va attentamente perseguita, afferma il PNR, l'efficacia degli strumenti recentemente messi a disposizione del sistema bancario, anche attraverso azioni di stimolo al loro utilizzo. A tal fine, si opererà sul mercato dei crediti deteriorati e si continuerà ad incoraggiare il sistema bancario nell'adozione delle best practices europee nella gestione delle sofferenze: nel contempo dovrà venir completata la riforma della governance bancaria avviata a partire dal 2015. Da ultimo, si opererà ulteriormente sul quadro legislativo in materia di insolvenza, al fine di rendere più efficace la gestione delle procedure concorsuali e dare maggiore certezza alle imprese in crisi.

Quanto alla questione della competitività, questa coinvolge necessariamente il sistema giudiziario ed il settore pubblico. In proposito nel DEF si rileva come la riduzione dei tempi della giustizia – nella quale alcuni progressi sono stati comunque registrati mediante la semplificazione delle procedure e l'introduzione del processo telematico - costituisca uno degli obiettivi più urgenti per stimolare la competitività del Paese: andranno pertanto implementate le misure di riforma già avviate (processo penale, efficienza del processo civile e prescrizione), e verrà ulteriormente promossa l'adozione di best practices che consentano di armonizzare le performance dei tribunali in termini qualitativi e quantitativi verso i livelli dei migliori fra essi. Per ciò che concerne la pubblica amministrazione, il Documento rileva come questa stia progressivamente recuperando efficienza, e come tale processo vada continuato con il completamento e l'attuazione della riforma della PA entro l'anno. Il recupero d'efficienza necessiterà anche dell'entrata a regime della riforma delle società a partecipazione pubblica, con la tempestiva adozione delle norme volte a razionalizzare tali società al fine di limitare il numero solo a quelle che effettivamente gestiscono servizi di pubblica utilità.

Il quadro degli interventi delineati dal PNR per la competitività si completa poi con l'obiettivo di procedere all'approvazione della legge annuale per la concorrenza e con l'attenzione che verrà dedicata al Piano Industria 4.0, che viene ritenuto uno strumento essenziale del rilancio competitivo del Paese per i prossimi anni, ed al quale sono stati affiancati strumenti fiscali di supporto, quali super-ammortamento e iper-ammortamento, credito di imposta per R&S ed altri.

In ordine infine al tema degli investimenti e del riequilibrio territoriale, nel PNR Il Governo afferma di voler accelerare la ripartenza degli investimenti pubblici e migliorare il loro allineamento con l'obiettivo di lungo termine di riequilibrio territoriale del Paese. A sostegno degli investimenti agirà anche il piano di messa in sicurezza del territorio, con le consistenti risorse dedicate alla prevenzione, alla manutenzione e alla ristrutturazione delle infrastrutture che hanno subito i danni dei terremoti o che comunque sono a rischio sismico o idrogeologico. Risulterà funzionale al sostegno agli investimenti anche la revisione del quadro regolatorio in materia di appalti pubblici, con l'obiettivo di stabilizzare la normativa di riferimento, incentivando la semplificazione, la trasparenza delle procedure e rafforzando la lotta alla corruzione. In ordine al riequilibrio territoriale, nel PNR di rileva come il recupero della capacità di spesa dei fondi strutturali e del Fondo Sviluppo e Coesione nel periodo 2014-2016 abbia determinato dal 2015 una inversione di tendenza sui principali indicatori economici: Si tratta di una svolta positiva, che verrà mantenuta ed incentivata nel quadro programmatorio in corso, al cui riguardo, terminata al 31 marzo di quest'anno la realizzazione della programmazione 2007-2013 con il pieno utilizzo delle risorse comunitarie programmate nei fondi strutturali, è ora entrata in piena fase attuativa la programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento europei, nonché, per il medesimo periodo, quella delle politiche di coesione nazionali, mediante il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FNC).

 
Il benessere equo e sostenibile (BES)
18/04/2017

Il benessere equo e sostenibile (BES) è un set di indicatori, sviluppato dall'ISTAT e dal CNEL, per valutare il progresso di una società non solo dal punto di vista economico, come ad esempio fa il PIL, ma anche sociale e ambientale e corredato da misure di disuguaglianza e sostenibilità.

Per la prima volta, con la riforma della legge di contabilità n.196 del 2009 operata dalla legge n.163/2016 entrata in vigore nel settembre scorso, gli indicatori di benessere equo e sostenibile entrano nell'ordinamento, venendo inclusi come allegato al DEF 2017, nel quale al momento – in attesa di una più compiuta scelta degli indicatori da utilizzare - si valutano gli andamenti di quattro indicatori, costituiti:

a) dal reddito medio disponibile aggiustato pro capite, dato dal rapporto tra il reddito disponibile delle famiglie aggiustato (vale a dire inclusivo del valore dei servizi in natura forniti dalle istituzioni pubbliche e senza fini di lucro) e il numero totale di persone residenti;

b) da un indice di disuguaglianza del reddito dato dal rapporto tra il reddito equivalente totale percepito dal venti per cento della popolazione con più alto reddito e quello percepito dal venti per cento della popolazione con più basso reddito;

c) dal tasso di mancata partecipazione al lavoro(corrispondente al rapporto tra il totale di disoccupati e le forze di lavoro potenziali tra i 15 e i 74 anni e la forza lavoro effettiva e potenziale);

d) dall' indicatore delle emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti (che traccia l'andamento della qualità dell'ambiente e il relativo impatto delle politiche.

In generale, gli indicatori mostrano un miglioramento nell'orizzonte previsionale considerato dal DEF, mantenendo il trend dell'ultimo triennio.

 
Le risoluzioni parlamentari
03/05/2017

Nella seduta del 26 aprile 2017, la Camera ha approvato la risoluzione sul DEF 2017.

Tale risoluzione,nel confermare la necessità del conseguimento dei saldi programmatici di bilancio esposti nel DEF, reca una serie di impegni per il Governo sul piano della finanza pubblica e delle politiche economiche, tra i quali in particolare:

  • la continuazione del confronto in corso con gli organismi comunitari finalizzato a dare, nell'ambito del percorso di conseguimento dell'obiettivo di medio termine (OMT), un maggior rilievo alla crescita economica ed all'occupazione;
  • la disattivazione delle clausole di salvaguardia che porterebbero all'incremento delle aliquote IVA e delle accise sugli olii minerali nel 2018, da sostituire con misure compensative dal lato della spesa e delle entrate;
  • il rafforzamento degli investimenti pubblici, con priorità per quelli riguardanti la cura del territorio e il contrasto del dissesto idrogeologico e per quelli, anche riguardanti le grandi infrastrutture, delle aree del Mezzogiorno, favorendo in particolare gli investimenti degli enti territoriali, sotto soglia comunitaria, più immediatamente realizzabili, nonché curando l'accelerazione della definizione delle procedure necessarie a rendere spendibili le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione individuate e messe a disposizione nei "patti per lo sviluppo" già siglati;
  • in materia fiscale, a proseguire nell'azione di semplificazione del sistema tributario, di efficientamento del rapporto tra l'amministrazione finanziaria e i contribuenti (assicurando, in tale contesto, il rispetto dei tempi previsti dalla legislazione vigente per le procedure di rimborso dei crediti Iva derivanti dall'applicazione dello split payment) e di ulteriore riduzione della pressione fiscale, da perseguire prioritariamente attraverso il rafforzamento dell'attività di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, anche al fine di ridefinire il sistema di tassazione personale (IRPEF);

La risoluzione impegna inoltre il Governo:

  • a garantire l'effettivo esercizio delle funzioni fondamentali da parte delle province e delle città metropolitane, anche mediante l'attribuzione a carattere strutturale di adeguate risorse finanziarie e le opportune modifiche alla legislazione vigente;
  • ad aprire una nuova fase della spending review, che dovrà essere più selettiva e al tempo stesso coerente con i principi stabiliti dalla riforma del bilancio, anche attraverso un più esteso utilizzo degli strumenti per la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione;
  • a sviluppare politiche per la riduzione delle disuguaglianze e il contrasto alla povertà
  • a rafforzare le politiche attive del lavoro e quelle volte a stimolare le competenze, promuovendo anche la presenza femminile nel mondo del lavoro e l'occupazione giovanile;
  • a proseguire nell'azione di riforma della giustizia già avviata, con particolare riguardo al processo penale, all'efficienza del processo civile e alla prescrizione;
  • a rafforzare la capacità competitiva delle imprese italiane, nel solco degli interventi disposti negli ultimi tre anni, al fine di supportarne la crescita dimensionale e l'internazionalizzazione, anche attraverso le politiche per la concorrenza e le liberalizzazioni dei mercati dei beni e dei servizi;
  • a proseguire nel percorso di sviluppo sostenibile del Paese per stimolare la crescita economica conciliandola con la tutela dell'ambiente e con la protezione e promozione sociale.

Nella stessa giornata (seduta del 26 aprile 2016) anche il Senato ha approvato la risoluzione sul DEF 2017, i cui contenuti sono sostanzialmente identici a quella della Camera.

 
Audizioni
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