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Politica economica e finanza pubblica
Commissione: V Bilancio
Politiche di coesione territoriale
La programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020

L'Accordo di partenariato tra l'UE e l'Italia reca l'impianto strategico e la selezione degli obiettivi tematici su cui si concentrano gli interventi finanziati dai Fondi Strutturali e di Investimento europei (Fondi SIE) per il ciclo di programmazione 2014-2020. Si tratta, nel complesso, di circa 44 miliardi di euro, di cui oltre 33 miliardi destinati alla politica di coesione.

 

 
Stanziamenti e obiettivi della politica di coesione 2014-2020
20/12/2017

La politica di coesione è la politica che l'Unione Europea mette in campo per ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni degli Stati membri e per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale.

 

Gli stanziamenti complessivi destinati dalla UE alla coesione economica, sociale e territoriale, in coerenza con l'accordo generale sul Quadro finanziario pluriennale 2014-2020, sono pari in termini di impegni a 325,14 miliardi di euro (circa l'8%in meno rispetto al periodo 2007-2013) (cfr. Decisione di esecuzione della Commissione europea del 3 aprile 2014 (2014/190/UE)).

Gran parte delle risorse (313,2 miliardi di euro) è destinata all'obiettivo "Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione", che interessa le seguenti tre categorie di regioni:

  • regioni meno sviluppate, ovvero con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-27 (per l'Italia, rientrerebbero in questa categoria Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Puglia);
  • regioni in transizione, con un PIL pro capite fra il 75% e il 90% della media UE (per l'Italia, Abruzzo, Molise e Sardegna);
  • regioni più sviluppate, con un PIL pro capite superiore al 90% della media dell'UE (per l'Italia, le regioni del centro nord non incluse nel nuovo obiettivo regioni in transizione

 

Le risorse residue sono destinate all'Obiettivo della cooperazione transnazionale, interregionale e transfrontaliera (8,9 miliardi) e all'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (3 miliardi).

 

Nella tabella che segue è riportata la ripartizione tra gli Stati membri delle risorse comunitarie complessivamente destinate ai fondi strutturali, a prezzi correnti, ai sensi della Decisione della Commissione europea del 3 aprile 2014 (2014/190/UE):

Come si evince dalla tabella, all'Italia sono assegnati 32,255 miliardi di euro a prezzi correnti, così ripartiti:

  • regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia): 22,2 miliardi;
  • regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna): 1,350 miliardi;
  • regioni più sviluppate (restanti regioni del centro-nord): 7,568 miliardi;
  • cooperazione territoriale: 1,137 miliardi.
 
Le nuove regole di programmazione
20/12/2017

Il quadro normativo comunitario che definisce gli obiettivi  e gli strumenti finanziari di intervento per il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 è definito dal Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Consiglio del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sui Fondi strutturali e di investimento europei.

La disciplina relativa ai singoli Fondi della politica di coesione è contenuta nei Regolamenti n. 1301/2013 relativo al Fondo Europeo di sviluppo regionale (FESR), n. 1304/2013 relativo al Fondo Sociale Europeo (FSE) e n. 1300/2013 relativo al Fondo di coesione, nonché nel regolamento UE n. 1299/2013 recante disposizioni specifiche per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale agli obiettivi della cooperazione territoriale europea e nel regolamento (UE) n. 1302/2013 che modifica il regolamento (CE) 1082/2006 relativo a un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT).
Con la decisione 18 febbraio 2014, n. 2014/99/UE, la Commissione UE ha individuato le aree ammesse a beneficiare del finanziamento dei Fondi strutturali.

Il Regolamento (UE) n. 1303/2013 reca una profonda revisione del metodo e delle regole di programmazione applicabili al periodo 2014-2020 rispetto a quelle relative al periodo precedente 2007-2013. La maggiori innovazioni concernono:

  • l'istituzione di un quadro strategico comune per tutti i fondi SIE, relativi sia alla politica di coesione (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo e, per i Paesi che ne beneficiano, Fondo di coesione) sia all'agricoltura e alla pesca (Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e Fondo europeo per la pesca). L'Accordo di partenariato stabilisce, per ciascuno Stato membro dell'UE, il quadro strategico della programmazione nazionale relativa al periodo 2014-2020 dei Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE);
  • la concentrazione dell'intervento dei fondi SIE su un ristretto numero di obiettivi tematici comuni, connessi gli obiettivi della strategia Europa 2020;
  • lo stretto collegamento della programmazione nazionale con i programmi nazionali di riforma e i programmi nazionali di stabilità e convergenza elaborati dagli Stati membri e con le raccomandazioni specifiche per ciascun paese adottate dal Consiglio sulla base dei medesimi programmi;
  • la ridefinizione delle regole di condizionalità per l'erogazione dei fondi, che sono articolate in tre tipologie:

     a)  ex ante, definite nelle norme specifiche di ciascun Fondo e riportate nell'Accordo di partenariato dei singoli Stati membri;

     b)  rispetto dei parametri macroeconomici e di finanza pubblica previsti nell'ambito della governance economica; in particolare, la Commissione europea può chiedere ad uno Stato membro di rivedere l'accordo di partenariato e i relativi programmi operativi, ove necessario per dare attuazione alle raccomandazioni indirizzate alo Stato stesso nell'ambito di una procedura per disavanzo eccessivo o per squilibri macroeconomici. Se il Paese membro non soddisfa la richiesta della Commissione può adottare una decisione di sospensione di parte o di tutti i pagamenti relativi ai programmi interessati, da sottoporre al Consiglio dell'UE;

     c)  ex post (da completare entro il 31 dicembre 2023), vincolate al raggiungimento di obiettivi predeterminati. Il mancato conseguimento degli obiettivi può determinare la sospensione dei finanziamenti; una grave insufficienza nella realizzazione degli obiettivi di un programma può dare luogo alla soppressione del programma stesso.

  • il 6% degli stanziamenti complessivi per i fondi strutturali è riservato ai programmi che hanno raggiunto gli obiettivi concordati nell'ambito della Strategia Europa 2020 (riserva di efficacia).
 
Lo strumento dell'Accordo di partenariato
20/12/2017

L'accordo di partenariato è lo strumento che stabilisce, per ciascuno Stato membro dell'UE, il quadro strategico della programmazione nazionale relativa al periodo 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento europei (denominati fondi SIE), vale a dire i fondi della politica di coesione (Fondo europeo di sviluppo regionale, FESR; Fondo sociale europeo, FSE; e, per i Paesi che ne beneficiano, Fondo di coesione) nonché il Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

Per quanto riguarda la procedura di approvazione dell'Accordo di partenariato, il Regolamento n. 1303/2013 ne prevede l'adozione da parte della Commissione europea mediante decisione, a condizione che le eventuali osservazioni da essa formulate siano state adeguatamente recepite.

I Fondi inclusi nell'accordo di partenariato devono essere attuati mediante Programmi Operativi elaborati dagli Stati membri o da un'autorità da essi designata. Ciascun programma definisce le priorità, gli obiettivi specifici, le dotazioni finanziarie del sostegno dei Fondi e il corrispondente cofinanziamento nazionale.

La Commissione valuta i programmi e formula osservazioni entro tre mesi dalla data di presentazione; approva il Programma Operativo entro sei mesi, a condizione che le eventuali osservazioni da essa formulate siano state adeguatamente recepite. I programmi possono essere modificati (su richiesta motivata dello Stato interessato e previa approvazione della Commissione europea).

 
L'Accordo di partenariato italiano
  • 1 focus
20/12/2017

La Commissione Europea ha adottato l'Accordo di Partenariato con l'Italia il 29 ottobre 2014 con Decisione di esecuzione C(2014) 8021 final.

Lo schema di Accordo di partenariato per la programmazione 2014-2020, predisposto dal Governo italiano in dialogo con la Commissione UE e in stretta in collaborazione con le competenti autorità regionali e locali - con le quali è organizzato un apposito partenariato - è stato presentato alla Commissione europea il 9 dicembre 2013, per l'acquisizione di osservazioni e suggerimenti in merito alla strategia individuata e alla sua coerenza con le raccomandazioni espresse nei documenti elaborati dall'UE. La Commissione - che in base all'art. 16 del regolamento n. 1303/2013 valuta l'accordo e formula osservazioni entro tre mesi dalla sua presentazione - ha trasmesso le proprie osservazioni il 10 marzo 2014.
Su tale schema di Accordo di partenariato, l'articolo 1, comma 246, della legge n. 147/2013 (legge di stabilità per il 2014) prevede che, prima della stipulazione con le autorità dell'Unione europea, esso sia altresì trasmesso alle Camere per l'espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia, corredato di una relazione che illustra le scelte strategiche da perseguire. Acquisito il parere, il Governo ha trasmesso formalmente lo schema di Accordo alla Commissione europea il 22 aprile 2014.

In base al Regolamento UE n. 1303/2013 - che disciplina i Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) nell'ambito di un quadro comune strategico - nell'impostazione strategica dell'Accordo di partenariato sono considerate il complesso delle risorse comunitarie assegnate all'Italia a titolo dei due Fondi strutturali per la politica di coesione - Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e al Fondo sociale europeo (FSE) - pari a circa 32,2 miliardi euro, cui si aggiungono le risorse a titolo di Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), nell'importo di 10,4 miliardi di euro, e di Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), per 537,3 milioni di euro.

Considerando anche i 567 milioni di euro assegnate per l'iniziativa in favore dell'occupazione giovanile "Youth Employment Initiative", si tratta, nel complesso, di oltre 43,7 miliardi di euro.

 

L'impostazione strategica è articolata su 11 obiettivi tematici, corrispondenti a quelli individuati dall'articolo 9 del Reg. UE n. 1303/2013:

1)     Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione;

2)     Migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché l'impiego e la qualità delle medesime;

3)     Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo (per il FEASR) e il settore della pesca e dell'acquacoltura (per il FEAMP);

4)     Sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori;

5)     Promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi;

6)     Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse;

7)     Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete;

8)     Promuovere l'occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori;

9)     Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà;

10)   Investire nelle competenze, nell'istruzione e nell'apprendimento permanente;

11)   Rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un'amministrazione pubblica efficiente.

 

Nella tabella che segue è indicata l'allocazione finanziaria a livello nazionale, per Obiettivo Tematico, del complesso delle risorse comunitarie dei Fondi strutturali e di investimento europei assegnate all'Italia, che evidenzia le scelte strategiche dell'Accordo di partenariato e il loro peso relativo. Nella tabella (42,1 miliardi di euro) non sono considerate le risorse per l'Obiettivo "Cooperazione territoriale europea", circa 1,1 miliardi di euro, in quanto tali risorse, ai sensi dei regolamenti comunitari, non sono programmate nell'ambito dell'Accordo di partenariato.

Per quanto riguarda specificamente la programmazione delle risorse dei Fondi strutturali (FESR e FSE), va ricordato che le scelte allocative tra i singoli Obiettivi tematici sono condizionate dai Regolamenti comunitari approvati nel dicembre 2013 che prevedono vincoli di concentrazione tematica e per priorità di investimento (cfr. Reg. UE n. 1301/2013, art. 4, per il FESR; Reg. UE n. 1304/2013, art. 4, per il FSE).

L'impostazione strategica contiene inoltre una espressa strategia territoriale in due ambiti specifici (quello delle "aree interne" e quello delle "città", realtà territoriali caratterizzanti il territorio italiano e non pienamente valorizzate) che non si limita solo a definire tipologie di territorio di intervento, ma che identifica anche i contenuti principali dei risultati da perseguire.

Focus
 
La programmazione dei Fondi strutturali assegnati all'Italia
  • 1 risorsa web
20/12/2017

Le risorse comunitarie assegnate all'Italia per i Fondi strutturali, considerando anche l'Obiettivo "Cooperazione territoriale europea", ammontano complessivamente a 32,2 miliardi di euro (con un incremento rispetto ai 28,8 miliardi della precedente programmazione 2007-2013, comprensivi dell'indicizzazione pari al 2% annuo).

Nell'accordo di partenariato italiano 2014-2020, le risorse sono così ripartite tra i due obiettivi dei Fondi strutturali e tra le tre categorie di regioni beneficiarie:

Come si evince dalla tabella, circa il 96,6 per cento delle risorse comunitarie sono destinate all'obiettivo "Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione", ed in particolare, nell'ambito di tale obiettivo, alle regioni meno sviluppate, che restano la priorità fondamentale per la politica di coesione in Italia, per un importo pari a 22,2 miliardi di euro (corrispondente a circa il 71,4% delle risorse complessive dell'obiettivo).

Circa 7,6 miliardi interessano le regioni del Centro-Nord (regioni più sviluppate) e 1,3 miliardi è destinato alle regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna).

 

Per il periodo di programmazione 2014-2020 alle risorse suindicate dei fondi strutturali devono aggiungersi le ulteriori assegnazioni:

  • del Fondo europeo per l'aiuto agli indigenti, nell'importo di 672,6 milioni di euro,
  • dell'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (YEI), pari a 567,5 milioni di euro.

Nel complesso, dunque, per la politica di coesione l'Italia beneficia di circa 33,5 miliardi di euro di risorse comunitarie.

 

Nella tabella che segue sono riportati gli stanziamenti annuali delle risorse comunitarie assegnate all'Italia a titolo di politica di coesione per il periodo 2014-2020, con la ripartizione tra le singole categorie di regioni delle risorse dei Fondi strutturali.

L'Accordo di partenariato individua numerosi Programmi regionali e Programmi nazionali attuativi dei fondi strutturali (FESR e FSE), i cui contenuti specifici sono stati definiti con apposito negoziato con la Commissione Europea su ciascuno di essi.

Nel complesso, la Programmazione comunitaria 2014-2020 prevede in Italia la realizzazione di 51 Programmi Operativi cofinanziati a valere sui 2 Fondi strutturali: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSE) che cofinanziano 39 Programmi Regionali (POR) e 12 Programmi Nazionali (PON),

I PON e i POR sono stati approvati in momenti diversi: una prima tranche di POR cofinanziati dal FSE è stata approvata dalla Commissione nel dicembre 2014, per le Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte,  Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste e Veneto, nonché il Programma operativo delle Provincia autonoma di Trento. Il 17 dicembre 2014, inoltre, sono stati approvati tre Programmi operativi nazionali: Scuola, Inclusione sociale e Sistemi di Politiche Attive per

l'Occupazione (SPAO).

La seconda tranche è stata approvata dalla Commissione nel febbraio del 2015: 11 POR FESR per le Regioni Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Lazio e le due Province autonome di Trento e di Bolzano/Autonome Provinz Bozen; il PON "Cultura e Sviluppo" che coinvolge 5 Regioni del Sud Italia, – Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia – e che, con 490,9 milioni di euro di dotazione finanziaria (368,2 milioni a valere sul FESR e la restante parte derivante da cofinanziamento), si propone di  tutelare, preservare e valorizzare i siti archeologici di maggior interesse del Paese, attraverso un uso efficiente degli stessi e di favorire le iniziative imprenditoriali (in particolare da parte delle piccole e medie imprese) nel settore culturale e turistico; il PON "Governance e capacità istituzionale" che, con una dotazione finanziaria pari a oltre 827 milioni di euro, si propone di rafforzar la capacità amministrativa e istituzionale della Pubblica amministrazione e di migliorare la governance multilivello nei programmi di investimento pubblico.

Nel mese di giugno del 2015 è stato approvato il PON "Imprese e competitività", mentre tra luglio e agosto del 2015 sono stati approvati dieci Programmi operativi regionali (POR) – di cui sei FESR (Veneto, Friuli – Venezia Giulia, Abruzzo, Basilicata, Sicilia, Sardegna), due FSE  (Provincia autonoma di Bolzano/Autonome Provinz Bozen, Campania), due plurifondo FESR-FSE (Molise, Puglia) – e tre Programmi operativi nazionali ("Città metropolitane", "Ricerca e Innovazione", "Infrastrutture e reti").

Nell'ottobre del 2015, infine, sono stati approvati un Programma plurifondo FSE-FESR per la Calabria e il PON "Iniziativa PMI".

Nella tabella seguente sono illustrate le allocazioni dei fondi FESR e FSE nell'ambito dei singoli Programmi Operativi (Programmi Nazionali - PON e Programmi Regionali - POR) attuativi dei due fondi strutturali, con riferimento all'Obiettivo "Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione" (31,1 miliardi). La tabella è comprensiva delle risorse assegnate all'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (YEI), pari a 567,5 milioni di euro.

Documenti e risorse WEB
 
Il cofinanziamento nazionale e la programmazione complementare
20/12/2017

Ai fini della politica di coesione, oltre alle risorse comunitarie vanno considerate le risorse provenienti dal cofinanziamento nazionale, posto a carico del Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie (c.d. Fondo IGRUE), che la legge di stabilità per il 2014 ha stanziato nell'importo di oltre 24 miliardi di euro

Per il principio della addizionalità, in corrispondenza alle quote di risorse comunitarie per il raggiungimento degli obiettivo delle politiche di coesione, la disciplina comunitaria prevede un ammontare pressoché pari di cofinanziamento nazionale che transita dal Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie, di cui alla legge n. 183 del 1987.

La quota di cofinanziamento nazionale dei Programmi Operativi è stata anch'essa fissata dalla legge di stabilità per il 2014 (art. 1, commi 240 e 241, legge n. 147/2013): per i Programmi operativi gestiti dalle Amministrazioni centrali dello Stato (PON), la quota di cofinanziamento è posta interamente a carico del Fondo di rotazione nella misura del 100%; per i Programmi a titolarità delle regioni (POR) la quota di cofinanziamento nazionale è invece fissata nella misura massima del 70% degli importi previsti nei piani finanziari dei singoli Programmi. La restante quota del 30% è a carico dei bilanci delle regioni e delle province autonome, nonché degli eventuali altri organismi pubblici partecipanti ai programmi (cofinanziamento di fonte regionale).

L'entità del cofinanziamento nazionale a favore di ciascun Programma Operativo, da porre a carico del Fondo di rotazione, è stabilito in sede di definizione dei Programmi operativi medesimi, nel rispetto di quanto previsto dal richiamato articolo 1, commi 240 e successivi, della legge n. 147/2013;

 

Alla luce delle precedenti esperienze relative ai ritardi nell'utilizzo delle risorse comunitarie e al rischio di non poterne beneficiare per effetto del c.d. disimpegno automatico a cui sono assoggettate, la legge di stabilità 2014 (legge n. 147/2013, art. 1, co. 242) ha previsto che le risorse di cofinanziamento concorrono altresì, nei limiti delle disponibilità autorizzate, al finanziamento degli oneri relativi all'attuazione di "interventi complementari", rispetto ai programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell'Unione europea 2014-2020, inseriti nell'ambito della programmazione strategica definita con l'Accordo di partenariato.

Si tratta di quei programmi "complementari" appunto rispetto ai programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell'Unione europea 2014-2020, finanziati con le disponibilità del Fondo di rotazione resesi disponibili a seguito dell'adozione di Programmi operativi con un tasso di cofinanziamento nazionale inferiore rispetto a quanto programmato, ai sensi del Reg. (UE) n. 1303/2013 (50% per i programmi operativi regionali (POR) e 45% per i programmi operativi nazionali (PON)), che vengono pertanto trasferite al di fuori dei programmi operativi stessi, a favore di interventi definiti, appunto, complementari rispetto alla programmazione dei fondi strutturali 2014-2020.

Il CIPE, con la delibera 28 gennaio 2015, n. 10 (pubblicata nella G.U.n. 111 del 15 maggio 2015), ha definito i criteri di cofinanziamento nazionale dei programmi europei per il periodo 2014-2020 nonché la programmazione degli "interventi complementari". In Allegato, la delibera n. 10/2015 espone l'ammontare complessivo, pari a 24 miliardi, di cofinanziamento nazionale per il ciclo di programmazione 2014-2020, cui si aggiungono ulteriori 4,4 miliardi di cofinanziamento regionale (a valere sui bilanci delle regioni).

Come evidenziato nella tabella, ai POR sono destinate circa 10,3 miliardi di cofinanziamento statale, cui si aggiungono i 4,4 miliardi di quota regionale, mentre ai PON sono destinati 5,4 miliardi. Oltre 7,4 miliardi sono riservati agli interventi complementari

milioni di euro)

CIPE – Deliberazione n. 10/2015 – Allegato

Programmi operativi

Fondo IGRUE

Risorse regionali

TOTALE

POR Regioni meno sviluppate

5.106,66

2.188,57

7.295,23

POR Regioni in transizione

666,19

285,51

951,70

POR Regioni più sviluppate

4.493,26

1.925,68

6.418,94

Totale POR

10.266,11

4.399,76

14.665,87

PON Regioni meno sviluppate

3.983,86

-

3.983,86

PON Regioni in transizione

386,17

-

386,17

PON Regioni più sviluppate

1.049,43

-

1.049,43

Totale PON

5.419,46

-

5.419,46

PO FEAD (Indigenti)

118,76

-

118,76

PO CTE (Cooperazione territoriale)

200,61

-

200,61

Totale PO cofinanziati (a)

16.004,94

4.399,76

20.404,70

POR complementari

4.447,69

-

4.447,69

PON complementari

2.977,65

-

2.977,65

Totale PO complementari (b)

7.425,34

-

7.425,34

Totale cofinanziamento (a+b)

23.430,28

4.399,76

27.830,04

Riequilibrio Regione Campania

320,00

-

320,00

Totale risorse finalizzate

23.750,28

4.399,76

28.150,04

Risorse residue a disposizione

249,72

-

249,72

TOTALE   GENERALE

24.000,00

4.399,76

28.399,76

 

In merito ai 7,4 miliardi destinati alla programmazione complementare, si segnala che l'art. 1, comma 804, della legge n. 208/2015 (legge di stabilità per il 2016) ha disposto l'utilizzo di tali importi per il completamento dei progetti inseriti nella programmazione dei fondi strutturali europei 2007-2013 non conclusi alla data del 31 dicembre 2015. In attuazione di tale disposizione, il CIPE, con delibera n. 12/2016, ha approvato l'utilizzo di 845,98 milioni, a valere sulle risorse del cofinanziamento nazionale destinate ai programmi complementari 2014-2020, per assicurare il completamento dei progetti inseriti nella programmazione dei fondi strutturali europei 2007-2013 non conclusi al 31.12.2015.

Con successiva delibera n.27/2016, sulla base della ricognizione del fabbisogno necessario al finanziamento degli interventi della programmazione 2007-2013 ancora da completare alla data del 31 dicembre 2015, il CIPE ha assegnato 204,3 milioni di euro a valere sulle risorse dei programmi complementari, in favore del Ministero dell'Interno e della Regione Calabria.

La programmazione si articola in 10 Programmi Operativi Complementari, di cui 7 nazionali a titolarità delle Amministrazioni centrali e 3 regionali, e in assegnazioni ad Amministrazioni regionali e nazionali, destinate a consentire il completamento di interventi relativi alla programmazione dei Fondi Strutturali 2007-2013.

In particolare, nel 2015 sono stati approvati:

- il Programma complementare della Regione Siciliana, per l'importo di 780,219 milioni (delibera n. 94/2015). Con successiva delibera n. 52/2017 è stata completata la programmazione delle risorse "Programma operativo complementare della Regione Siciliana 2014-2020", approvando la versione definitiva del Programma, la cui dotazioe ammonta ora a 1.882,3 milioni di euro;

- il "Programma complementare di azione e coesione per la governance dei sistemi di gestione e controllo 2014-2020", assegnando ad esso un importo complessivo di 142,2 milioni (delibera n. 114/2015).

Nel corso del 2016, sono stati approvati dal CIPE i seguenti Programmi complementari:

- il Programma complementare "Imprese e competitività", per un importo di 696,25 milioni di euro (delibera n. 10/2016). Il Programma interviene esclusivamente nelle cinque Regioni meno sviluppate del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e si pone in funzione complementare rispetto al Programma operativo nazionale Imprese e competitività 2014-2020.

- il Programma Operativo Complementare 2014-2020 (POC), presentato dalla Regione Campania, la cui disponibilità ammonta a 1.732,75 milioni di euro, di cui 1.236,21 milioni di euro per interventi coerenti con la programmazione del POR Campania FESR 2014-2020, e 496,54 milioni di euro sono destinati al completamento dei progetti inseriti nei programmi FESR 2007- 2013 non conclusi alla data del 31 dicembre 2015 (delibera n. 11/2016). La successiva delibera n. 56/2017 ha approvato la riprogrammazione del "Programma operativo complementare della Regione Campania 2014-2020", originariamente adottato con la delibera n. 11/2016, aumentandone il valore complessivo da 1.236,2 milioni di euro a 1.336,2 milioni di euro;

- il Programma Operativo Complementare al PON "Ricerca e innovazione 2014-2020"- Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, con dotazione pari a 412 milioni di euro (delibera n.44/2016). La delibera n. 55/2017 ha modificato il "Programma operativo complementare Ricerca e Innovazione 2014-2020" del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca riducendone il valore complessivo da 412 milioni di euro a 312 milioni;

- il Programma Operativo Complementare al PON "Cultura e Sviluppo (FESR) 2014-2020" del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il cui valore è pari a 133,622 milioni di euro (delibera n.45/2016);

- il Programma Operativo Complementare al PON "Città Metropolitane 2014-2020" dell'Agenzia per la Coesione territoriale, il cui valore è pari a 206,012 milioni di euro (delibera n.46/2016);

- il Programma Operativo Complementare al PON "Governance e Capacità istituzionale 2014–2020" dell'Agenzia per la Coesione territoriale, il cui valore è pari a 247,199 milioni di euro (delibera n.47/2016);

-  il Programma operativo complementare al PON "Infrastrutture e reti" 2014-2020 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per un importo pari a 670 milioni di euro ( delibera n. 58/2016 ), che derivano dalla riduzione del cofinanziamento nazionale del Programma operativo nazionale Infrastrutture FESR 2014-2020;

Nel 2017, il CIPE ha, altresì, approvato:

- il Programma operativo complementare di azione e coesione Legalità 2014-2020, la cui dotazione è pari a circa 81 milioni di euro (delibera n. 6/2017);

- il Programma Complementare al POR della Regione Calabria 2014-2020, la cui dotazione è pari a 720 milioni di euro (delibera n. 7/2017);

- il Programma operativo complementare "Energia e sviluppo dei territori" 2014-2020, la cui dotazione è pari a 72,5 milioni (delibera n. 54/2017).

 
Le risorse aggiuntive nazionali per la politica di coesione: il Fondo di Sviluppo e Coesione
06/02/2018

Nell'ambito della programmazione delle politiche di coesione nazionali, un ruolo determinante è svolto dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) - disciplinato dal D.Lgs. n. 88 del 2011 che ha così ridenominato il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) – nel quale sono iscritte le risorse finanziarie aggiuntive nazionali, destinate a finalità di riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese, nonché a incentivi e investimenti pubblici.

Per il periodo di programmazione 2014-2020, il Fondo è stato rifinanziato dalla legge di stabilità per il 2014 (art. 1, commi 6-10, legge n. 147/2013) nella misura complessivo di 54,8 miliardi di euro (riservato nella proporzione del 60% alle Amministrazioni centrali e del 40% alle Amministrazioni regionali). La legge medesima ha previsto l'iscrizione in bilancio dell'80% di tale ammontare (43,8 miliardi), subordinando l'iscrizione della restante quota (10,962 milioni di euro) ad una verifica di metà periodo sull'effettivo utile impiego delle prime risorse assegnate. Tale restante quota è stata iscritta in bilancio a partire dall'anno 2020 e successivi con la legge di bilancio per il 2017 (legge n. 232/2016).

Le risorse, si ricorda, sono destinate a sostenere esclusivamente interventi per lo sviluppo, anche di natura ambientale, secondo la chiave di riparto dell'80 per cento nelle regioni del Mezzogiorno e del 20 per cento nelle aree del Centro-Nord.

Con riferimento specifico all'utilizzo delle risorse del Fondo sviluppo e coesione, si segnala che l'Accordo di partenariato, pur mantenendo una logica complessivamente unitaria nell'impostare le politiche territoriali, nazionali e comunitarie, si fonda su un impianto programmatorio che privilegia l'utilizzo delle risorse nazionali del Fondo sviluppo e coesione (FSC) per quei fabbisogni che implicano un impegno finanziario su grandi infrastrutture complesse e interventi ambientali di larga portata il cui percorso temporale può anche superare il ciclo di programmazione, concentrando invece i Fondi strutturali (che incorporano regole volte ad accelerarne l'utilizzo) sul rafforzamento e sviluppo del sistema delle imprese, e sull'attenzione alle persone: lavoro, capitale umano e inclusione sociale.

Sui temi delle grandi infrastrutture e degli interventi ambientali di vasta portata, la cui complessità e tempistica di progettazione potrebbe configgere con l'orizzonte temporale dei cicli di programmazione comunitaria, l'Accordo tende quindi ad agire prevalentemente con le fonti aggiuntive a finanziamento nazionale.

Rispetto agli importi complessivamente autorizzati, si segnala che nel corso degli anni sono intervenute alcune disposizioni che hanno utilizzato le risorse del FSC 2014-2020 a copertura degli oneri da esse stesse recati, per oltre 5 miliardi di euro.

In particolare, nel corso degli anni 2014 e 2015, le risorse del FSC 2014-2020 sono state utilizzate a copertura per circa 4,8 miliardi per finalità varie, quali:
- il finanziamento di zone franche urbane, in particolare, individuate dalla delibera CIPE n. 14/2009, ricadenti nelle regioni non comprese nell'obiettivo "Convergenza" e della zona franca del comune di Lampedusa;
- il credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi;
- copertura dgli oneri derivanti dalla modifica alla disciplina dell'ACE (aiuto crescita economica);
- incremento della dotazione del Fondo sblocca cantieri;
- rifinanziamento del fondo per l'organizzazione e il funzionamento di servizi socio-educativi per la prima infanzia destinati ai minori di età fino a 36 mesi, presso enti e reparti del Ministero della difesa.
Nel 2016 e nel 2017, invece, le risorse del Fondo sono state utilizzate a copertura per importi assai inferiori.

Si ricorda, infine, che per la programmazione delle risorse per il ciclo di programmazione 2014-2020, la legge di stabilità per il 2015 (art. 1, commi 703-706, legge n. 190/2014) ha introdotto disposizioni che hanno innovato i principali elementi di governance e di procedura, riservando alla Presidenza del Consiglio (c.d. "Autorità politica per la coesione") il compito di indicare le linee strategiche per l'impiego del Fondo, da realizzare in forma integrata con le risorse europee per lo sviluppo regionale.

In particolare, si prevede l'impiego delle risorse del FSC 2014-2020 per obiettivi strategici relativi ad aree tematiche nazionali in linea con la programmazione dei Fondi strutturali e di Investimento europei; l'incarico di definire specifici piani operativi per ciascuna area tematica nazionale è assegnato ad una nuova Cabina di regia, istituita con D.P.C.M. 25 febbraio 2016, composta da rappresentanti delle amministrazioni centrali e regionali.

L'individuazione delle "aree tematiche nazionali" e la conseguente ripartizione delle risorse della dotazione finanziaria del FSC tra le suddette aree è avvenuta il 10 agosto 2016 con le delibere del CIPE n. 25 (Individuazione aree tematiche nazionali e obiettivi strategici: ripartizione di 15,2 miliardi tra i Piani operativi relativi alle aree tematiche) e n. 26 (Piano per il Mezzogiorno: assegnazione di 13,4 miliardi).

Fino a tale data, si è proceduto, come previsto dal comma 703, lettera d), della legge di stabilità 2015,atraverso l'approvazione da parte del CIPE, su proposta dall'Autorità politica per la coesione, di un piano stralcio per la realizzazione di interventi di immediato avvio dei lavori, ovvero, come previsto dalla lettera e) del medesimo comma 730, mediante assegnazione definitiva da parte del CIPE, sempre su proposta dell'Autorità politica per la coesione, dei fondi destinati agli interventi già approvati con delibera del CIPE in via programmatica.

Si rinvia per un approfondimento al tema relativo alla "Programmazione e utilizzo delle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la coesione 2014-2020".