Il Consiglio europeo del 20-21 marzo 2014 ha discusso i seguenti temi: semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche, definendo in particolare gli orientamenti per la predisposizione da parte degli Stati membri dei programmi di stabilità e dei programmi nazionali di riforma per il 2014; politica industriale, con particolare riguardo al costo dell'energia nella produzione industriale, allo squilibrio tra domanda e offerta di competenze, allo sviluppo delle infrastrutture, al brevetto unico europeo; prospettive in materia di clima ed energia per il periodo dal 2020 al 2030; relazioni esterne, con particolare attenzione alla situazione dell'Ucraina e alle relazioni con l'Africa, in vista del prossimo vertice UE-Africa, previsto per aprile 2014.
Alla vigilia del Consiglio europeo, il 19 marzo, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha reso comunicazioni alla Camera, in esito alle quali è stata approvata la risoluzione n. 6-00056 (Speranza, De Girolamo, Andrea Romano, Dellai, Pisicchio, Di Lello, Alfreider e Formisano), su cui il Governo ha espresso parere favorevole. Sono state respinte le risoluzioni n. 6-00057 (Pini e altri), 6-00058 (Ricciatti e altri), 6-00059 (Brunetta e altri), 6-00060 (Carinelli e altri), su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Si riportano di seguito gli elementi principali delle conclusioni del Consiglio europeo.
Nell'ambito della discussione sul semestre europeo 2014, il Consiglio europeo:
L'Italia, al pari di altri 16 Paesi dell'UE, è stata oggetto di un esame approfondito, in esito al quale la Commissione europea ha indicato che gli squilibri macroeconomici sono da considerarsi eccessivi, e dovranno essere affrontati elaborando degli appositi piani correttivi da incorporare nel Programma di stabilità e nel Piano nazionale di riforma.
In particolare, l'Italia deve:
Il Consiglio europeo ha inoltre esaminato, sulla base della comunicazione presentata dalla Commissione il 5 marzo scorso, lo stato di attuazione della strategia per la crescita e l'occupazione Europa 2020, in vista del riesame della medesima strategia, previsto per il 2015.
Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a portare avanti rapidamente inegoziati con i Paesi terzi (Svizzera, Liechtenstein, Monaco, Andorra e San Marino) relativi alla tassazione dei redditi da risparmio, che mirano all'applicazione del principio dello scambio automatico di informazioni sui redditi dei non residenti, secondo il modello promosso dall'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (OCSE) e approvato dal G20.
La conclusione di tali negoziati è propedeutica all'approvazione, entro la fine della legislatura europea, della proposta di modifica della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio, che mira ad estendere il campo di applicazione della direttiva, per includervi non solo i pagamenti di interessi ma anche tutti i redditi da risparmio, nonché i prodotti che generano interessi o redditi equivalenti.
Va sottolineato che l'adozione della nuova normativa UE renderebbe inefficaci eventuali accordi bilaterali stipulati da Paesi UE con i citati Paesi terzi (in primo luogo la Svizzera) e finalizzati alla tassazione dei redditi dei cittadini dei medesimi Paesi che hanno investito i propri capitali in territorio elvetico.
Il Consiglio europeo, sulla base della comunicazione della Commissione "Per una rinascita industriale", ha sottolineato l'esigenza di integrare il tema della competitività industriale in tutte le politiche dell'UE e nazionali.
Con la citata comunicazione del 22 gennaio 2014, la Commissione ha rilevato che, nonostante l'impegno assunto dall'UE nel 2012 di invertire il declino del ruolo dell'industria in Europa, passando dal 15,6% del PIL nel 2011 al 20% entro il 2020 (si veda la comunicazione "Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica"), la quota delle attività manifatturiere rispetto al PIL dell'UE è ulteriormente scesa, attestandosi al 15,1% nell'estate del 2013.
Il Consiglio europeo, in particolare, ha segnalato l'esigenza di:
Il Consiglio europeo ha confermato che l'Unione europea presenterà il suo contributo, in termini di impegni più ambiziosi, ai negoziati internazionali per la conclusione di un accordo globale sul clima alla 21ª sessione della Conferenza delle parti che si svolgerà a Parigi nel 2015.
Tale maggiore ambizione è esplicitata nel nuovo quadro strategico, al 2030, in materia di emissioni di gas a effetto serra, energie rinnovabili ed efficienza energetica, presentato dalla Commissione europea lo scorso gennaio con ilpacchetto energia/clima che, ad avviso del Consiglio, darà agli operatori economici la stabilità e la prevedibilità necessarie e confermerà il ruolo dell'UE su scala mondiale.
Il pacchetto è composto da una comunicazione, che stabilisce il quadro con la prospettiva 2030; una proposta di decisione per una riserva di stabilità del mercato per il sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (UE ETS), da attivare a partire dal 2021; una comunicazione sui costi e sui prezzi dell'energia; una comunicazione sullo sfruttamento delle nuove tecnologie.
Le linee direttrici tracciate dalle proposte che compongono il pacchetto sono:
Al fine di giungere rapidamente all'approvazione del pacchetto di proposte, il Consiglio europeo ha invitato le altre Istituzioni dell'UE a concentrarsi sui seguenti temi:
Infine, il Consiglio europeo ha invitato gli Stati membri ad intensificare gli sforzi permigliorare il mercato energetico europeo sotto i seguenti aspetti:
Con riferimento alla crisi ucraina, il Consiglio europeo:
Il Consiglio europeo, in vista del vertice UE-Africa del 2-3 aprile, ha confermato la la disponibilità dell'UE a collaborare con i suoi partner africani nella promozione del commercio e dello sviluppo, dello stato di diritto e dei diritti umani. Ha sottolineato altresì l'importanza di affrontare le questioni della migrazione e della mobilità, comprese la migrazione clandestina e la lotta contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani, in uno spirito di responsabilità condivisa tra i Paesi di transito, di origine e di destinazione.
Ha anche ribadito l'impegno a fornire sostegno operativo, attraverso le missioni di gestione civile delle crisi e le operazioni militari, su richiesta dei singoli Paesi e in stretta collaborazione con altri attori regionali e internazionali. A questo proposito, ha sottolineato l'urgenza di assicurare un supporto sia finanziario sia operativo a favore della Missione internazionale di sostegno - a guida africana - alla Repubblica centrafricana (MISCA), e riconfermato l'impegno dell'Unione a schierare la sua operazione EUFOR RCA nelle prossime settimane, sulla base della decisione 2014/73/PESC del 10 febbraio 2014.