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Temi dell'attività parlamentare

Il Consiglio europeo del 20-21 marzo 2014
informazioni aggiornate a venerdì, 21 marzo 2014

Il Consiglio europeo del 20-21 marzo 2014 ha discusso i seguenti temi: semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche, definendo in particolare gli orientamenti per la predisposizione da parte degli Stati membri dei programmi di stabilità e dei programmi nazionali di riforma per il 2014; politica industriale, con particolare riguardo al costo dell'energia nella produzione industriale, allo squilibrio tra domanda e offerta di competenze, allo sviluppo delle infrastrutture, al brevetto unico europeo; prospettive in materia di clima ed energia per il periodo dal 2020 al 2030; relazioni esterne, con particolare attenzione alla situazione dell'Ucraina e alle relazioni con l'Africa, in vista del prossimo vertice UE-Africa, previsto per aprile 2014.

Alla vigilia del Consiglio europeo, il 19 marzo, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha reso comunicazioni alla Camera, in esito alle quali è stata approvata la risoluzione n. 6-00056 (Speranza, De Girolamo, Andrea Romano, Dellai, Pisicchio, Di Lello, Alfreider e Formisano), su cui il Governo ha espresso parere favorevole. Sono state respinte le risoluzioni n. 6-00057 (Pini e altri), 6-00058 (Ricciatti e altri), 6-00059 (Brunetta e altri), 6-00060 (Carinelli e altri), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Si riportano di seguito gli elementi principali delle conclusioni del Consiglio europeo.

 

    Crescita, competitività e occupazione
    Semestre europeo 

    Nell'ambito della discussione sul semestre europeo 2014, il Consiglio europeo:

    • ha posto un particolare accento sulle politiche che migliorano la competitività, sostengono la creazione di posti di lavoro e contrastano la disoccupazione, in particolare quella giovanile, e sul seguito delle riforme destinate a migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro;
    • ha invitato gli Stati membri, ai fini della predisposizione dei programmi nazionali di riforma e dei programmi di stabilità, a tenere conto delle raccomandazioni specifiche per Paese formulate nel 2013, nonché delle valutazioni espresse dalla Commissione europea nella recente relazione approfondita sugli squilibri macroeconomici

    L'Italia, al pari di altri 16 Paesi dell'UE, è stata oggetto di un esame approfondito, in esito al quale la Commissione europea ha indicato che gli squilibri macroeconomici sono da considerarsi eccessivi, e dovranno essere affrontati elaborando degli appositi piani correttivi da incorporare nel Programma di stabilità e nel Piano nazionale di riforma.

    In particolare, l'Italia deve:

    • affrontare il livello molto alto del debito e la debole competitività esterna,entrambi radicati nella lenta crescita della produttività, che si protrae da tempo;
    • raggiungere e mantenere un avanzo primario (differenza tra entrate e uscite del bilancio pubblico, al netto degli interessi sui titoli di stato) molto alto, nonché una robusta crescita del PIL per un periodo prolungato, entrambi necessari a mettere il debito su un percorso discendente;
    • far fronte alla perdita di competitività connessa al disallineamento tra salari e produttività, e al cuneo fiscale particolarmente elevato, nonché alla quota elevata di piccole imprese che trovano difficoltà a competere a livello internazionale;
    • affrontare le inefficienze della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario;
    • combattere gli elevati livelli di corruzione e di evasione fiscale, che impediscono il pieno dispiegarsi dei benefici derivanti dalle riforme strutturali già adottate;
    • colmare le lacune del capitale umano, che si evidenziano nelle carenze del sistema di istruzione e formazione e nello scarso livello di specializzazione delle imprese italiane, e che costituiscono un ulteriore ostacolo al miglioramento della produttività.

    Il Consiglio europeo ha inoltre esaminato, sulla base della comunicazione presentata dalla Commissione il 5 marzo scorso, lo stato di attuazione della strategia per la crescita e l'occupazione Europa 2020, in vista del riesame della medesima strategia, previsto per il 2015.

    Tassazione dei redditi da risparmio

    Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a portare avanti rapidamente inegoziati con i Paesi terzi (Svizzera, Liechtenstein, Monaco, Andorra e San Marino) relativi alla tassazione dei redditi da risparmio, che mirano all'applicazione del principio dello scambio automatico di informazioni sui redditi dei non residenti, secondo il modello promosso dall'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (OCSE) e approvato dal G20.

    La conclusione di tali negoziati è propedeutica all'approvazione, entro la fine della legislatura europea, della proposta di modifica della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio, che mira ad estendere il campo di applicazione della direttiva, per includervi non solo i pagamenti di interessi ma anche tutti i redditi da risparmio, nonché i prodotti che generano interessi o redditi equivalenti.

    Va sottolineato che l'adozione della nuova normativa UE renderebbe inefficaci eventuali accordi bilaterali stipulati da Paesi UE con i citati Paesi terzi (in primo luogo la Svizzera) e finalizzati alla tassazione dei redditi dei cittadini dei medesimi Paesi che hanno investito i propri capitali in territorio elvetico.

    Politica industriale

    Il Consiglio europeo, sulla base della comunicazione della Commissione "Per una rinascita industriale", ha sottolineato l'esigenza di integrare il tema della competitività industriale in tutte le politiche dell'UE e nazionali.

    Con la citata comunicazione del 22 gennaio 2014, la Commissione ha rilevato che, nonostante l'impegno assunto dall'UE nel 2012 di invertire il declino del ruolo dell'industria in Europa, passando dal 15,6% del PIL nel 2011 al 20% entro il 2020 (si veda la comunicazione "Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica"), la quota delle attività manifatturiere rispetto al PIL dell'UE è ulteriormente scesa, attestandosi al 15,1% nell'estate del 2013.

    Il Consiglio europeo, in particolare, ha segnalato l'esigenza di:

    • sfrtuttare appieno il potenziale del mercato interno, tanto delle merci quanto dei servizi, sviluppando le necessarie infrastrutture e puntando sull'innovazione e le nuove tecnologie;
    • promuovere la creazione e la crescita delle piccole e medie imprese;
    • assicurare l'accesso dell'industria ai finanziamenti, promuovendo un migliore utilizzo di COSME (il Programma per la competitività delle PMI per il periodo 2014-2020, con una dotazione di 2,5 miliardi di euro), Orizzonte 2020 (il principale programma dell'UE per il finanziamento della ricerca e dell'innovazione), del Meccanismo per collegare l'Europa (con uno stanziamento di 33 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, è disegnato specificamente per promuovere crescita, occupazione e competitività attraverso investimenti infrastrutturali a livello europeo), dei fondi strutturali e di investimento, come pure di strumenti basati sul mercato e di altri strumenti finanziari innovativi;
    • migliorare l'accesso delle imprese europee ai mercati internazionali e facilitare la loro integrazione nelle catene globali del valore, promuovendo norme e regolamentazioni europee e internazionali. Il Consiglio europeo ha inoltre chiesto alla Banca europea per gli investimenti di contribuire maggiormente a rafforzare l'internazionalizzazione e la competitività delle imprese europee;
    • affrontare le carenze in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico in via prioritaria, con una maggiore partecipazione dell'industria e impiegando tutti gli strumenti e i programmi messi a disposizione dall'UE;
    • colmare il ritardo dell'UE per quanto riguarda l'attività brevettuale, chiedendo un maggior sostegno ai settori tecnologici a forte crescita e sollecitando l'entrata in vigore del regime UE in materia di brevetti entro la fine del 2014.
    • promuovere le tecnologie abilitanti fondamentali (batterie per l'elettromobilità, materiali intelligenti, produzione ad alto rendimento e bioprocessi industriali), che rivestono un'importanza cruciale per la competitività industriale.

    Clima ed energia

    Il Consiglio europeo ha confermato che l'Unione europea presenterà il suo contributo, in termini di impegni più ambiziosi, ai negoziati internazionali per la conclusione di un accordo globale sul clima alla 21ª sessione della Conferenza delle parti che si svolgerà a Parigi nel 2015.

    Tale maggiore ambizione è esplicitata nel nuovo quadro strategico, al 2030, in materia di emissioni di gas a effetto serra, energie rinnovabili ed efficienza energetica, presentato dalla Commissione europea lo scorso gennaio con ilpacchetto energia/clima che, ad avviso del Consiglio, darà agli operatori economici la stabilità e la prevedibilità necessarie e confermerà il ruolo dell'UE su scala mondiale.

    Il pacchetto è composto da una comunicazione, che stabilisce il quadro con la prospettiva 2030; una proposta di decisione per una riserva di stabilità del mercato per il sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (UE ETS), da attivare a partire dal 2021; una comunicazione sui costi e sui prezzi dell'energia; una comunicazione sullo sfruttamento delle nuove tecnologie.

    Le linee direttrici tracciate dalle proposte che compongono il pacchetto sono:

    • riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) del 40 per centorispetto al 1990 entro il 2030;
    • aumento della quota delle energie rinnovabili al 27 per cento;
    • politiche più ambiziose in materia di efficienza energetica;
    • un nuovo sistema di governance e una serie di nuovi indicatori per assicurare un sistema energetico competitivo e sicuro.

    Al fine di giungere rapidamente all'approvazione del pacchetto di proposte, il Consiglio europeo ha invitato le altre Istituzioni dell'UE a concentrarsi sui seguenti temi:

    • le implicazioni per gli Stati membri delle proposte della Commissione in materia di riduzione delle emissioni ed energie rinnovabili nell'UE;
    • l'elaborazione di meccanismi di equità per una equa condivisione dello sforzo richiesto dai nuovi obiettivi;
    • la prevenzione del rischio di delocalizzazione delle emissioni di CO2, al fine di assicurare la competitività delle industrie europee ad alta intensità energetica;
    • il riesame tempestivo della direttiva sull'efficienza energetica.

    Infine, il Consiglio europeo ha invitato gli Stati membri ad intensificare gli sforzi permigliorare il mercato energetico europeo sotto i seguenti aspetti:

    • la riduzione del tasso di dipendenza energetica, specialmente per quanto riguarda il gas, da conseguire attraverso una maggiore efficienza energetica, un'ulteriore diversificazione degli approvvigionamenti, lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili e di altre fonti energetiche autoctone, lo sviluppo delle infrastrutture, anche mobilitando le risorse UE disponibili, compreso il finanziamento della Banca europea per gli investimenti (BEI);
    • il contenimento del costo dell'energia per gli utenti finali, da conseguire attraverso la razionalizzazione da parte degli Stati membri dei regimi di sostegno per le energie rinnovabili, investimenti nel campo dell'efficienza energetica e, infine, la promozione delle risorse interne e della concorrenza nei mercati della fornitura di gas. Il Consiglio europeo ha inoltre invitato gli Stati membri ad avviare una riflessione sulle politiche tributarie riguardanti l'energia, con particolare riferimento alle componenti fiscali dei prezzi e ai costi di rete, scambiandosi informazioni sulle più importanti decisioni nazionali in materia di energia aventi un possibile impatto su altri Stati membri, nel pieno rispetto delle scelte di mix energetico compiute a livello nazionale.

    Relazioni esterne
    Ucraina

    Con riferimento alla crisi ucraina, il Consiglio europeo:

    • ha confermato l'impegno dell'UE a firmare l'Accordo di associazione con l'Ucraina;
    • ha ribadito la disponibilità a fornire il sostegno finanziario necessario a garantire la stabilizzazione economica del Paese, richiamando nel contempo il Governo ucraino a realizzare un ambizioso programma di riforme strutturali, con l'obiettivo prioritario della lotta contro la corruzione;
    • ha accolto con favore l'impegno del Governo ucraino ad assicurare, in vista delle elezioni presidenziali del 25 maggio, la piena tutela delle minoranzenazionali, nonché a far progredire la riforma costituzionale;
    • non ha riconosciuto l'esito del referendum in Crimea avente ad oggetto l'unificazione con la Federazione russa, in quanto illegale e in palese violazione della Costituzione ucraina;
    • ha convenuto di ampliare l'elenco di persone soggette al divieto di rilascio del visto e al congelamento dei beni sulla base della decisione 2014/145/PESC;
    • ha esortato il rapido dispiegamento in Ucraina di una missione di vigilanza speciale OSCE;
    • ha annullato il vertice UE-Russia, previsto per giugno 2014.
    Relazioni UE-Africa

    Il Consiglio europeo, in vista del vertice UE-Africa del 2-3 aprile, ha confermato la la disponibilità dell'UE a collaborare con i suoi partner africani nella promozione del commercio e dello sviluppo, dello stato di diritto e dei diritti umani. Ha sottolineato altresì l'importanza di affrontare le questioni della migrazione e della mobilità, comprese la migrazione clandestina e la lotta contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani, in uno spirito di responsabilità condivisa tra i Paesi di transito, di origine e di destinazione.

    Ha anche ribadito l'impegno a fornire sostegno operativo, attraverso le missioni di gestione civile delle crisi e le operazioni militari, su richiesta dei singoli Paesi e in stretta collaborazione con altri attori regionali e internazionali. A questo proposito, ha sottolineato l'urgenza di assicurare un supporto sia finanziario sia operativo a favore della Missione internazionale di sostegno - a guida africana - alla Repubblica centrafricana (MISCA), e riconfermato l'impegno dell'Unione a schierare la sua operazione EUFOR RCA nelle prossime settimane, sulla base della decisione 2014/73/PESC del 10 febbraio 2014.

    Il Consiglio europeo del 20-21 marzo 2014 ha discusso i seguenti temi: semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche, definendo in particolare gli orientamenti per la predisposizione da parte degli Stati membri dei programmi di stabilità e dei programmi nazionali di riforma per il 2014; politica industriale, con particolare riguardo al costo dell'energia nella produzione industriale, allo squilibrio tra domanda e offerta di competenze, allo sviluppo delle infrastrutture, al brevetto unico europeo; prospettive in materia di clima ed energia per il periodo dal 2020 al 2030; relazioni esterne, con particolare attenzione alla situazione dell'Ucraina e alle relazioni con l'Africa, in vista del prossimo vertice UE-Africa, previsto per aprile 2014.

    Alla vigilia del Consiglio europeo, il 19 marzo, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha reso comunicazioni alla Camera, in esito alle quali è stata approvata la risoluzione n. 6-00056 (Speranza, De Girolamo, Andrea Romano, Dellai, Pisicchio, Di Lello, Alfreider e Formisano), su cui il Governo ha espresso parere favorevole. Sono state respinte le risoluzioni n. 6-00057 (Pini e altri), 6-00058 (Ricciatti e altri), 6-00059 (Brunetta e altri), 6-00060 (Carinelli e altri), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

    Si riportano di seguito gli elementi principali delle conclusioni del Consiglio europeo.

     

      Crescita, competitività e occupazione
      Semestre europeo 

      Nell'ambito della discussione sul semestre europeo 2014, il Consiglio europeo:

      • ha posto un particolare accento sulle politiche che migliorano la competitività, sostengono la creazione di posti di lavoro e contrastano la disoccupazione, in particolare quella giovanile, e sul seguito delle riforme destinate a migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro;
      • ha invitato gli Stati membri, ai fini della predisposizione dei programmi nazionali di riforma e dei programmi di stabilità, a tenere conto delle raccomandazioni specifiche per Paese formulate nel 2013, nonché delle valutazioni espresse dalla Commissione europea nella recente relazione approfondita sugli squilibri macroeconomici

      L'Italia, al pari di altri 16 Paesi dell'UE, è stata oggetto di un esame approfondito, in esito al quale la Commissione europea ha indicato che gli squilibri macroeconomici sono da considerarsi eccessivi, e dovranno essere affrontati elaborando degli appositi piani correttivi da incorporare nel Programma di stabilità e nel Piano nazionale di riforma.

      In particolare, l'Italia deve:

      • affrontare il livello molto alto del debito e la debole competitività esterna,entrambi radicati nella lenta crescita della produttività, che si protrae da tempo;
      • raggiungere e mantenere un avanzo primario (differenza tra entrate e uscite del bilancio pubblico, al netto degli interessi sui titoli di stato) molto alto, nonché una robusta crescita del PIL per un periodo prolungato, entrambi necessari a mettere il debito su un percorso discendente;
      • far fronte alla perdita di competitività connessa al disallineamento tra salari e produttività, e al cuneo fiscale particolarmente elevato, nonché alla quota elevata di piccole imprese che trovano difficoltà a competere a livello internazionale;
      • affrontare le inefficienze della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario;
      • combattere gli elevati livelli di corruzione e di evasione fiscale, che impediscono il pieno dispiegarsi dei benefici derivanti dalle riforme strutturali già adottate;
      • colmare le lacune del capitale umano, che si evidenziano nelle carenze del sistema di istruzione e formazione e nello scarso livello di specializzazione delle imprese italiane, e che costituiscono un ulteriore ostacolo al miglioramento della produttività.

      Il Consiglio europeo ha inoltre esaminato, sulla base della comunicazione presentata dalla Commissione il 5 marzo scorso, lo stato di attuazione della strategia per la crescita e l'occupazione Europa 2020, in vista del riesame della medesima strategia, previsto per il 2015.

      Tassazione dei redditi da risparmio

      Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a portare avanti rapidamente inegoziati con i Paesi terzi (Svizzera, Liechtenstein, Monaco, Andorra e San Marino) relativi alla tassazione dei redditi da risparmio, che mirano all'applicazione del principio dello scambio automatico di informazioni sui redditi dei non residenti, secondo il modello promosso dall'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (OCSE) e approvato dal G20.

      La conclusione di tali negoziati è propedeutica all'approvazione, entro la fine della legislatura europea, della proposta di modifica della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio, che mira ad estendere il campo di applicazione della direttiva, per includervi non solo i pagamenti di interessi ma anche tutti i redditi da risparmio, nonché i prodotti che generano interessi o redditi equivalenti.

      Va sottolineato che l'adozione della nuova normativa UE renderebbe inefficaci eventuali accordi bilaterali stipulati da Paesi UE con i citati Paesi terzi (in primo luogo la Svizzera) e finalizzati alla tassazione dei redditi dei cittadini dei medesimi Paesi che hanno investito i propri capitali in territorio elvetico.

      Politica industriale

      Il Consiglio europeo, sulla base della comunicazione della Commissione "Per una rinascita industriale", ha sottolineato l'esigenza di integrare il tema della competitività industriale in tutte le politiche dell'UE e nazionali.

      Con la citata comunicazione del 22 gennaio 2014, la Commissione ha rilevato che, nonostante l'impegno assunto dall'UE nel 2012 di invertire il declino del ruolo dell'industria in Europa, passando dal 15,6% del PIL nel 2011 al 20% entro il 2020 (si veda la comunicazione "Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica"), la quota delle attività manifatturiere rispetto al PIL dell'UE è ulteriormente scesa, attestandosi al 15,1% nell'estate del 2013.

      Il Consiglio europeo, in particolare, ha segnalato l'esigenza di:

      • sfrtuttare appieno il potenziale del mercato interno, tanto delle merci quanto dei servizi, sviluppando le necessarie infrastrutture e puntando sull'innovazione e le nuove tecnologie;
      • promuovere la creazione e la crescita delle piccole e medie imprese;
      • assicurare l'accesso dell'industria ai finanziamenti, promuovendo un migliore utilizzo di COSME (il Programma per la competitività delle PMI per il periodo 2014-2020, con una dotazione di 2,5 miliardi di euro), Orizzonte 2020 (il principale programma dell'UE per il finanziamento della ricerca e dell'innovazione), del Meccanismo per collegare l'Europa (con uno stanziamento di 33 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, è disegnato specificamente per promuovere crescita, occupazione e competitività attraverso investimenti infrastrutturali a livello europeo), dei fondi strutturali e di investimento, come pure di strumenti basati sul mercato e di altri strumenti finanziari innovativi;
      • migliorare l'accesso delle imprese europee ai mercati internazionali e facilitare la loro integrazione nelle catene globali del valore, promuovendo norme e regolamentazioni europee e internazionali. Il Consiglio europeo ha inoltre chiesto alla Banca europea per gli investimenti di contribuire maggiormente a rafforzare l'internazionalizzazione e la competitività delle imprese europee;
      • affrontare le carenze in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico in via prioritaria, con una maggiore partecipazione dell'industria e impiegando tutti gli strumenti e i programmi messi a disposizione dall'UE;
      • colmare il ritardo dell'UE per quanto riguarda l'attività brevettuale, chiedendo un maggior sostegno ai settori tecnologici a forte crescita e sollecitando l'entrata in vigore del regime UE in materia di brevetti entro la fine del 2014.
      • promuovere le tecnologie abilitanti fondamentali (batterie per l'elettromobilità, materiali intelligenti, produzione ad alto rendimento e bioprocessi industriali), che rivestono un'importanza cruciale per la competitività industriale.

      Clima ed energia

      Il Consiglio europeo ha confermato che l'Unione europea presenterà il suo contributo, in termini di impegni più ambiziosi, ai negoziati internazionali per la conclusione di un accordo globale sul clima alla 21ª sessione della Conferenza delle parti che si svolgerà a Parigi nel 2015.

      Tale maggiore ambizione è esplicitata nel nuovo quadro strategico, al 2030, in materia di emissioni di gas a effetto serra, energie rinnovabili ed efficienza energetica, presentato dalla Commissione europea lo scorso gennaio con ilpacchetto energia/clima che, ad avviso del Consiglio, darà agli operatori economici la stabilità e la prevedibilità necessarie e confermerà il ruolo dell'UE su scala mondiale.

      Il pacchetto è composto da una comunicazione, che stabilisce il quadro con la prospettiva 2030; una proposta di decisione per una riserva di stabilità del mercato per il sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (UE ETS), da attivare a partire dal 2021; una comunicazione sui costi e sui prezzi dell'energia; una comunicazione sullo sfruttamento delle nuove tecnologie.

      Le linee direttrici tracciate dalle proposte che compongono il pacchetto sono:

      • riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) del 40 per centorispetto al 1990 entro il 2030;
      • aumento della quota delle energie rinnovabili al 27 per cento;
      • politiche più ambiziose in materia di efficienza energetica;
      • un nuovo sistema di governance e una serie di nuovi indicatori per assicurare un sistema energetico competitivo e sicuro.

      Al fine di giungere rapidamente all'approvazione del pacchetto di proposte, il Consiglio europeo ha invitato le altre Istituzioni dell'UE a concentrarsi sui seguenti temi:

      • le implicazioni per gli Stati membri delle proposte della Commissione in materia di riduzione delle emissioni ed energie rinnovabili nell'UE;
      • l'elaborazione di meccanismi di equità per una equa condivisione dello sforzo richiesto dai nuovi obiettivi;
      • la prevenzione del rischio di delocalizzazione delle emissioni di CO2, al fine di assicurare la competitività delle industrie europee ad alta intensità energetica;
      • il riesame tempestivo della direttiva sull'efficienza energetica.

      Infine, il Consiglio europeo ha invitato gli Stati membri ad intensificare gli sforzi permigliorare il mercato energetico europeo sotto i seguenti aspetti:

      • la riduzione del tasso di dipendenza energetica, specialmente per quanto riguarda il gas, da conseguire attraverso una maggiore efficienza energetica, un'ulteriore diversificazione degli approvvigionamenti, lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili e di altre fonti energetiche autoctone, lo sviluppo delle infrastrutture, anche mobilitando le risorse UE disponibili, compreso il finanziamento della Banca europea per gli investimenti (BEI);
      • il contenimento del costo dell'energia per gli utenti finali, da conseguire attraverso la razionalizzazione da parte degli Stati membri dei regimi di sostegno per le energie rinnovabili, investimenti nel campo dell'efficienza energetica e, infine, la promozione delle risorse interne e della concorrenza nei mercati della fornitura di gas. Il Consiglio europeo ha inoltre invitato gli Stati membri ad avviare una riflessione sulle politiche tributarie riguardanti l'energia, con particolare riferimento alle componenti fiscali dei prezzi e ai costi di rete, scambiandosi informazioni sulle più importanti decisioni nazionali in materia di energia aventi un possibile impatto su altri Stati membri, nel pieno rispetto delle scelte di mix energetico compiute a livello nazionale.

      Relazioni esterne
      Ucraina

      Con riferimento alla crisi ucraina, il Consiglio europeo:

      • ha confermato l'impegno dell'UE a firmare l'Accordo di associazione con l'Ucraina;
      • ha ribadito la disponibilità a fornire il sostegno finanziario necessario a garantire la stabilizzazione economica del Paese, richiamando nel contempo il Governo ucraino a realizzare un ambizioso programma di riforme strutturali, con l'obiettivo prioritario della lotta contro la corruzione;
      • ha accolto con favore l'impegno del Governo ucraino ad assicurare, in vista delle elezioni presidenziali del 25 maggio, la piena tutela delle minoranzenazionali, nonché a far progredire la riforma costituzionale;
      • non ha riconosciuto l'esito del referendum in Crimea avente ad oggetto l'unificazione con la Federazione russa, in quanto illegale e in palese violazione della Costituzione ucraina;
      • ha convenuto di ampliare l'elenco di persone soggette al divieto di rilascio del visto e al congelamento dei beni sulla base della decisione 2014/145/PESC;
      • ha esortato il rapido dispiegamento in Ucraina di una missione di vigilanza speciale OSCE;
      • ha annullato il vertice UE-Russia, previsto per giugno 2014.
      Relazioni UE-Africa

      Il Consiglio europeo, in vista del vertice UE-Africa del 2-3 aprile, ha confermato la la disponibilità dell'UE a collaborare con i suoi partner africani nella promozione del commercio e dello sviluppo, dello stato di diritto e dei diritti umani. Ha sottolineato altresì l'importanza di affrontare le questioni della migrazione e della mobilità, comprese la migrazione clandestina e la lotta contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani, in uno spirito di responsabilità condivisa tra i Paesi di transito, di origine e di destinazione.

      Ha anche ribadito l'impegno a fornire sostegno operativo, attraverso le missioni di gestione civile delle crisi e le operazioni militari, su richiesta dei singoli Paesi e in stretta collaborazione con altri attori regionali e internazionali. A questo proposito, ha sottolineato l'urgenza di assicurare un supporto sia finanziario sia operativo a favore della Missione internazionale di sostegno - a guida africana - alla Repubblica centrafricana (MISCA), e riconfermato l'impegno dell'Unione a schierare la sua operazione EUFOR RCA nelle prossime settimane, sulla base della decisione 2014/73/PESC del 10 febbraio 2014.