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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 dicembre 2013
139.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (IV e X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente. COM(2013) 542 final.

PROPOSTA DI DOCUMENTO FINALE

  Le Commissioni riunite IV e X,
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, la Comunicazione della Commissione europea «Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente» (COM(2013)542);
   apprezzato il metodo seguito che ha portato alla predisposizione del documento all'esito di un un'ampia consultazione con gli Stati membri e con i rappresentanti dell'industria, nonché dei risultati della Task force sull'industria ed i mercati della difesa costituita dalla Commissione europea con l'Agenzia europea di difesa (EDA), il Servizio Europeo di Azione Esterna (SEAE);
   tenuto conto che il Consiglio europeo di dicembre, per la prima volta sarà interamente dedicato al tema della difesa europea;
   acquisiti, contenuti dell'audizione del Vicepresidente della Commissione europea i dati e gli elementi di valutazione attraverso le audizioni svolte;
   premesso che:
    l'industria della difesa è di importanza strategica per la sicurezza dell'Europa e svolge un ruolo cruciale per il sistema produttivo europeo;
    da tempo è stata avviata un'ampia riflessione su come migliorare la capacità dell'Unione europea di fronteggiare le sfide poste in termini di difesa e sicurezza, considerato, da un lato, la rapidità con cui evolvono gli scenari internazionali e, dall'altro, l'impatto della crisi finanziaria sui bilanci per la difesa sempre in riduzione;
    una strategia comune di difesa necessita di un'unione politica in grado di a gestirla. Il Parlamento italiano non può non leggere la Comunicazione in esame se non all'interno dell'attività posta in essere per raggiungere tale traguardo. L'integrazione dei sistemi di difesa europei, in parallelo allo sviluppo dell'integrazione politica possono costituire la grande risposta europea al pericolo dell'indecisionismo cronico e delle perdite di credibilità, ferma restando la necessità di tenere conto delle vocazioni specifiche di ciascun Paese membro e delle specializzazioni a livello regionale;
    per gli Stati membri è sempre più difficile sostenere da soli gli oneri dell'ammodernamento del settore della difesa, considerato che gli equipaggiamenti sono sempre più costosi e complessi dal punto di vista tecnologico;
    occorre verificare presso le competenti sedi europee la possibilità di considerare gli investimenti pubblici per la difesa e le alte tecnologie quali investimenti finalizzati alla crescita dell'economia europea,
    i Parlamenti nazionali possono fornire un decisivo contributo alla costruzione di un adeguato consenso politico al riguardo;
    l'Italia ha sviluppato significative capacità tecnologiche e industriali attraverso Pag. 179la partecipazione a importanti programmi europei che devono essere salvaguardate e valorizzate in una prospettiva di integrazione;
   esprimono
    un giudizio largamente positivo sulla Comunicazione, impegnando il Governo in tutte le sedi europee a sottolineare la particolare rilevanza delle seguenti esigenze:
     a) la Politica di sicurezza e difesa comune deve essere strettamente coordinata con altre politiche dell'Unione europea (la ricerca, l'innovazione e l'industria dell'Unione europea, lo sviluppo, la sicurezza marittima, aerea, spaziale e informatica, sorveglianza delle frontiere) in una logica coerente e organica;
     b) le prospettive di ristrutturazione e di crescita dell'industria della difesa devono inserirsi in un quadro coerente volto a tutelare la strategicità del settore, anche in termini di creazione di posti di lavoro e di rafforzamento delle capacità competitive rispetto ai maggiori concorrenti internazionali;
     c) nelle relazioni NATO-UE, è necessario concordare paradigmi comuni per addivenire ad un'interazione efficace attraverso il superamento dell'attuale concetto di complementarietà, l'individuazione di un migliore bilanciamento tra le due organizzazioni e l'incentivazione di decisioni in materia di investimenti e capacità per la sicurezza e la difesa fondate su una comprensione comune delle minacce e degli interessi, in modo da realizzare una partnership davvero efficace e reciprocamente vantaggiosa;
     d) oltre ad assicurare la piena applicazione delle direttive 2009/81/EC e 2009/43/EC), attraverso un puntuale monitoraggio, occorre un maggiore coordinamento fra gli Stati membri per favorire un effettivo ed efficace utilizzo del sistema delle licenze, anche attraverso la definizione di standard e certificazioni comuni a livello europeo, che consentano di ridurre i costi e di accelerare lo sviluppo industriale;
     e) le misure volte a preservare la competitività dell'industria della difesa devono tenere conto della peculiarità dei soggetti che operano in tale ambito, in particolare dei produttori di componenti e fornitori di servizi (ingegneria meccanica) e i fornitori di merci e servizi generali (trasporti e addestramento) essenzialmente a livello di PMI, per le quali, oltre agli strumenti richiamati nella comunicazione, si devono attivare interventi per l'internazionalizzazione delle attività, i trasferimenti di tecnologia e il finanziamento di opportunità commerciali, la rimozione degli ostacoli che attualmente esse incontrano quali destinatarie di appalti e di subappalti: difficoltà di accesso alle informazioni e ai finanziamenti, certezza dei pagamenti e eccessivi oneri amministrativi. Ciò al fine di integrarle pienamente nella catena di approvvigionamento e inserirle a pieno titolo nelle reti di eccellenza che riuniscono contraenti principali, istituti di ricerca e ambiti accademici e settori collegati alla ricerca accademica;
     f) occorre sostenere con la destinazione di quote significative di finanziamento il valore aggiunto degli investimenti nei progetti in una serie di settori a carattere duale (dual-use), segnatamente nell'ambito dei Programmi Quadro R&S, considerate le positive ricadute sull'industria civile;
     g) è altresì necessario semplificare il sistema di certificazione per i prodotti delle difesa al fine di ridurre i tempi, i costi di produzione, manutenzione e anche di formazione del personale;
     h) si deve pervenire alla definizione in termini più puntuali delle azioni relative ai punti indicati nel Piano di azione proposto dalla Commissione;
     i) occorre assicurare l'effettivo avvio di nuovi programmi europei a sostegno delle capacità comuni nel campo Pag. 180della protezione delle infrastrutture satellitari, comunicazione e osservazione affiancando le capacità nazionali di alcuni, pochi Paesi europei, fra cui l'Italia, con nuove iniziative comuni;

  sul piano più strettamente nazionale, si evidenzia la necessità di:
   a) proseguire sulla strada intrapresa con la presentazione del documento intitolato « More Europe » inviato alle istituzioni europee in vista del Consiglio europeo del prossimo dicembre, al fine di formulare concrete proposte idonee a stanziare ed impiegare le risorse finanziarie in modo efficiente in tempi caratterizzati da forti restrizioni di bilancio;
   b) partecipare il più attivamente possibile alle sedi di cooperazione nelle forme previste per ciascun settore di intervento e informare il Parlamento in merito alle posizioni espresse nell'ambito delle consultazioni che la Commissione europea preannuncia di attivare sulla tabella di marcia post 2013;
   c) assicurare il costante coinvolgimento del Parlamento, in particolare delle Commissioni competenti in materia di difesa, sicurezza, industria e ricerca – che hanno inteso svolgere un ruolo attivo nel percorso verso il Consiglio europeo del 19-20 dicembre – quali sedi di confronto e dibattito informato; ciò sia al fine di recuperare il deficit di comunicazione su tali temi sia per definire obiettivi e scadenze anche in vista del semestre di Presidenza italiana dell'Ue;
   d) adoperarsi per creare le condizioni migliori perché l'industria italiana, che ha sviluppato significative capacità tecnologiche attraverso la partecipazione a importanti programmi europei orientati ai nuovi indirizzi in materia, possa competere a livello internazionale; a tal fine è necessario focalizzare le risorse a disposizione per salvaguardare le eccellenze nazionali, che si misurano nei mercati globali;
   e) assicurare la massima certezza quanto allo stanziamento delle risorse finanziarie attivabili al fine di consentire alle aziende di pianificare con certezza i programmi di investimento in R&S per i nuovi prodotti;
   f) valutare la possibilità di prevedere il ricorso allo strumento del credito di imposta per incentivare le attività di ricerca da parte dell'industria;
   g) seguire con attenzione l'avanzamento delle proposte che la Commissione europea preannuncia nella Comunicazione in esame sulle energie rinnovabili e l'efficienza energetica nel settore della difesa, avvalendosi dei contributi che potranno essere assicurati dei soggetti rappresentativi del sistema produttivo nazionale;
   h) partecipare attivamente alle cooperazioni multilaterali europee per favorire i sistemi che possono essere progettati e prodotti direttamente per una gestione comune tra Stati membri e sostenere la necessità di un coordinamento nella fase della vendita a paesi terzi.

Pag. 181

ALLEGATO 2

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente. COM(2013) 542 final.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI DOCUMENTO FINALE PRESENTATA DAL GRUPPO M5S

  Le Commissioni riunite IV e X,
   in sede di discussione della «Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni» sul tema «Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente»;
  ricordando come:
   una politica di sicurezza e di difesa comune operativa ha necessità di una solida base industriale e tecnologica della difesa europea (EDTIB), che costituisce un elemento essenziale per la capacità dell'Europa di garantire la sicurezza dei cittadini nella pace e in cooperazione con gli altri popoli, proteggendo i valori fondamentali delle libertà democratiche e dei diritti umani;
   il mutamento dell'ambiente strategico globale, la riduzione dei bilanci per la difesa e sul fatto che le società che operano nel settore della difesa si stanno adeguando alla situazione concentrando gli sforzi sulle esportazioni verso paesi terzi, a costo di trasferire tecnologie sensibili e diritti di proprietà intellettuale e di spostare la produzione al di fuori dell'UE;
   il mutato assetto che sposta le esigenze di difesa da un punto di vista più tradizionale e convenzionale ad assetti variabili che inseriscono a pieno titolo argomenti nel tema difesa, quali la gestione dei flussi migratori, che rivoluzionano anche il modo di affrontare (a livello industriale) il problema;
  esprimendo:
   preoccupazione che la mancata integrazione della difesa europea, compresa la politica degli investimenti, possa esporre sempre più l'EDTIB al rischio di essere controllata e limitata nelle sue attività da potenze terze, con diversi interessi strategici;
   preoccupazione per l'incessante susseguirsi di scadenze ed impegni europei dove si è solamente auspicato ad una riorganizzazione del settore difesa europeo, senza peraltro consistenti risultati;
  ricordando inoltre:
   come l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, le politiche industriale, spaziale e di ricerca dell'UE si estendono al mandato per la difesa;
   che i programmi dell'Unione in altri ambiti come la sicurezza interna e delle frontiere, la gestione delle catastrofi e lo sviluppo offrono prospettive significative per lo sviluppo congiunto di capacità pertinenti ai fini di tali politiche e alla conduzione di missioni PSDC;
   la necessità di compiere progressi nel consolidamento dell'EDTIB, considerato che, dinanzi all'aumento della complessità e dei costi delle tecnologie, alla crescente concorrenza internazionale e alla necessaria Pag. 182riduzione dei bilanci per la difesa e dei volumi di produzione, non è più possibile avere un'industria della difesa sostenibile su base strettamente nazionale in nessuno degli Stati membri; si rammarica del fatto che, nonostante la realizzazione di un certo livello di concentrazione nelle industrie aerospaziali europee, i settori degli equipaggiamenti terrestri e navali sono ancora in prevalenza frammentati a livello nazionale;
   che è molto negativo il fatto che la Commissione e il SEAE non abbiano elaborato una dichiarazione comune in preparazione del vertice della difesa del Consiglio europeo di dicembre di quest'anno;
   che la Commissione e i ministri della difesa dell'UE avevano già sottolineato, nel 2007, che occorreva agire con urgenza in questo settore, con una comunicazione dedicata della Commissione e con la strategia EDTIB dell'AED;
  rammaricandosi:
   per le opportunità perdute di presentare regolarmente relazioni sull'attuazione e di aggiornare le strategie dopo l'entrata in vigore del trattato di Lisbona;
   che la comunicazione della Commissione in oggetto non tenga conto delle strategie precedenti;
   che gli sforzi compiuti in passato per consolidare la domanda non abbiano ridotto la frammentazione della domanda nell'UE, con 28 clienti nazionali nell'ambito della difesa e un numero ancora più elevato di clienti di prodotti per uso civile e militare;
   dei risultati limitati del piano di sviluppo delle capacità dell'AED;
   che la conseguente riduzione nell'accogliere con favore la decisione del Consiglio europeo di inserire all'ordine del giorno del suo vertice di dicembre la questione del rafforzamento della difesa dell'Europa pur ribadendo la necessità di ancorarla ancora di più al ripudio della guerra;
  considerando:
   che è necessario, a fronte della riduzione dei bilanci della difesa dei 28 paesi europei, pensare a sistemi di certificazione industriale che consentano una migliore interoperabilità tra le aziende, anche tramite la creazione di agenzie ad hoc mirate alla creazione di standard europei e di protocolli comuni per l'ottimizzazione dell'industria di difesa europea;
   tale riorganizzazione comporterà un riassetto dei posti di lavoro impiegati dalle varie industrie di difesa europee, con il rischio di forti perdite di posti di lavoro;
  esprimono un parere favorevole a condizione che:
   ci sia un chiaro impegno della Commissione e dell'AED a sviluppare, in futuro, una strategia EDTIB congiunta, basata sulle esperienze precedenti;
   il Consiglio europeo fornisca un nuovo slancio necessario a sostenere una base industriale e tecnologica della difesa che sia realmente europea, orientata alle capacità e capace di promuovere sinergie, favorire un utilizzo più efficiente delle risorse, razionalizzarne i costi, evitare i doppioni ed essere integrata e competitiva nel mercato globale;
   il Consiglio europeo vari finalmente un processo di revisione della difesa europea trasformando in realtà il coordinamento dei processi nazionali di pianificazione della difesa a livello dell'UE e sulla base di tale valutazione, inviti il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ad avviare un processo di ampia portata, che prenda in considerazione la necessità di condivisione coi cittadini europei, per elaborare un Libro bianco sulla sicurezza e la difesa, al fine di razionalizzare le ambizioni strategiche e i processi di sviluppo delle capacità dell'UE;
   il Consiglio europeo istituisca un fondo europeo per la riconversione dell'industria Pag. 183bellica in industria civile, sfruttando il know-how raggiunto e le professionalità dei lavoratori, anche per dare risposta alla razionalizzazione del settore minimizzando la perdita dei posti di lavoro ed evitando la dispersione di conoscenze scientifiche e tecnologiche;
   il Consiglio europeo adotti una politica che premi i sistemi integrati europei della difesa e scoraggi l'acquisto di sistemi d'arma la cui ricaduta occupazionale e tecnologica per l'Unione Europea – come nel caso degli F35 – è marginale e non adeguatamente proporzionale al costo dell'investimento;
   il Consiglio europeo preveda la possibilità di creare una agenzia che coordini e gestisca a livello comunitario i problemi relativi alla gestione dei flussi migratori, ormai – come indicato in premessa – sempre più gestiti dalle forze di difesa.

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ALLEGATO 3

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente. COM(2013) 542 final.

DOCUMENTO FINALE APPROVATO DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni riunite IV e X;
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, la Comunicazione della Commissione europea «Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente» (COM(2013)542);
   apprezzato il metodo seguito che ha portato alla predisposizione del documento all'esito di un un'ampia consultazione con gli Stati membri e con i rappresentanti dell'industria, nonché dei risultati della Task force sull'industria ed i mercati della difesa costituita dalla Commissione europea con l'Agenzia europea di difesa (EDA), il Servizio Europeo di Azione Esterna (SEAE);
   tenuto conto che il Consiglio europeo di dicembre, per la prima volta sarà interamente dedicato al tema della difesa europea;
   acquisiti, contenuti dell'audizione del Vicepresidente della Commissione europea i dati e gli elementi di valutazione attraverso le audizioni svolte;
   premesso che:
    l'industria della difesa è di importanza strategica per la sicurezza dell'Europa e svolge un ruolo cruciale per il sistema produttivo europeo;
    da tempo è stata avviata un'ampia riflessione su come migliorare la capacità dell'Unione europea di fronteggiare le sfide poste in termini di difesa e sicurezza, considerato, da un lato, la rapidità con cui evolvono gli scenari internazionali e, dall'altro, l'impatto della crisi finanziaria sui bilanci per la difesa sempre in riduzione;
    una strategia comune di difesa necessita di un'unione politica in grado di a gestirla. Il Parlamento italiano non può non leggere la Comunicazione in esame se non all'interno dell'attività posta in essere per raggiungere tale traguardo. L'integrazione dei sistemi di difesa europei, in parallelo allo sviluppo dell'integrazione politica possono costituire la grande risposta europea al pericolo dell'indecisionismo cronico e delle perdite di credibilità, ferma restando la necessità di tenere conto delle vocazioni specifiche di ciascun Paese membro e delle specializzazioni a livello regionale;
    per gli Stati membri è sempre più difficile sostenere da soli gli oneri dell'ammodernamento del settore della difesa, considerato che gli equipaggiamenti sono sempre più costosi e complessi dal punto di vista tecnologico;
    occorre verificare presso le competenti sedi europee la possibilità di considerare gli investimenti pubblici per la difesa e le alte tecnologie quali investimenti finalizzati alla crescita dell'economia europea,
    i Parlamenti nazionali possono fornire un decisivo contributo alla costruzione di un adeguato consenso politico al riguardo;
    l'Italia ha sviluppato significative capacità tecnologiche e industriali attraverso Pag. 185la partecipazione a importanti programmi europei che devono essere salvaguardate e valorizzate in una prospettiva di integrazione;
    esprimono un giudizio largamente positivo sulla Comunicazione, impegnando il Governo in tutte le sedi europee a sottolineare la particolare rilevanza delle seguenti esigenze:
   a) la Politica di sicurezza e difesa comune deve essere strettamente coordinata con altre politiche dell'Unione europea (la ricerca, l'innovazione e l'industria dell'Unione europea, lo sviluppo, la sicurezza marittima, aerea, spaziale e informatica, sorveglianza delle frontiere) in una logica coerente e organica;
   b) le prospettive di ristrutturazione e di crescita dell'industria della difesa devono inserirsi in un quadro coerente volto a tutelare la strategicità del settore, anche in termini di creazione di posti di lavoro e di rafforzamento delle capacità competitive rispetto ai maggiori concorrenti internazionali;
   c) nelle relazioni NATO-UE, è necessario concordare paradigmi comuni per addivenire ad un'interazione efficace attraverso il superamento dell'attuale concetto di complementarietà, l'individuazione di un migliore bilanciamento tra le due organizzazioni e l'incentivazione di decisioni in materia di investimenti e capacità per la sicurezza e la difesa fondate su una comprensione comune delle minacce e degli interessi, in modo da realizzare una partnership davvero efficace e reciprocamente vantaggiosa;
   d) oltre ad assicurare la piena applicazione delle direttive 2009/81/EC e 2009/43/EC), attraverso un puntuale monitoraggio, occorre un maggiore coordinamento fra gli Stati membri per favorire un effettivo ed efficace utilizzo del sistema delle licenze, anche attraverso la definizione di standard e certificazioni comuni a livello europeo, che consentano di ridurre i costi e di accelerare lo sviluppo industriale;
   e) le misure volte a preservare la competitività dell'industria della difesa devono tenere conto della peculiarità dei soggetti che operano in tale ambito, in particolare dei produttori di componenti e fornitori di servizi (ingegneria meccanica) e i fornitori di merci e servizi generali (trasporti e addestramento) essenzialmente a livello di PMI, per le quali, oltre agli strumenti richiamati nella comunicazione, si devono attivare interventi per l'internazionalizzazione delle attività, i trasferimenti di tecnologia e il finanziamento di opportunità commerciali, la rimozione degli ostacoli che attualmente esse incontrano quali destinatarie di appalti e di subappalti: difficoltà di accesso alle informazioni e ai finanziamenti, certezza dei pagamenti e eccessivi oneri amministrativi. Ciò al fine di integrarle pienamente nella catena di approvvigionamento e inserirle a pieno titolo nelle reti di eccellenza che riuniscono contraenti principali, istituti di ricerca e ambiti accademici e settori collegati alla ricerca accademica;
   f) occorre sostenere con la destinazione di quote significative di finanziamento, anche attraverso la creazione di un apposito fondo finalizzato eventualmente al riequilibrio del mercato, il valore aggiunto degli investimenti nei progetti in una serie di settori a carattere duale (dual-use), segnatamente nell'ambito dei Programmi Quadro R&S, considerate le positive ricadute sull'industria civile;
   g) è altresì necessario semplificare il sistema di certificazione per i prodotti delle difesa al fine di ridurre i tempi, i costi di produzione, manutenzione e anche di formazione del personale;
   h) si deve pervenire alla definizione in termini più puntuali delle azioni relative ai punti indicati nel Piano di azione proposto dalla Commissione;
   i) occorre assicurare l'effettivo avvio di nuovi programmi europei a sostegno delle capacità comuni nel campo della protezione delle infrastrutture satellitari, comunicazione e osservazione affiancando Pag. 186le capacità nazionali di alcuni, pochi Paesi europei, fra cui l'Italia, con nuove iniziative comuni;

  Sul piano più strettamente nazionale, si evidenzia la necessità di:
   a) proseguire sulla strada intrapresa con la presentazione del documento intitolato « More Europe » inviato alle istituzioni europee in vista del Consiglio europeo del prossimo dicembre, al fine di formulare concrete proposte idonee a stanziare ed impiegare le risorse finanziarie in modo efficiente in tempi caratterizzati da forti restrizioni di bilancio;
   b) partecipare il più attivamente possibile alle sedi di cooperazione nelle forme previste per ciascun settore di intervento e informare il Parlamento in merito alle posizioni espresse nell'ambito delle consultazioni che la Commissione europea preannuncia di attivare sulla tabella di marcia post 2013;
   c) assicurare il costante coinvolgimento del Parlamento, in particolare delle Commissioni competenti in materia di difesa, sicurezza, industria e ricerca – che hanno inteso svolgere un ruolo attivo nel percorso verso il Consiglio europeo del 19-20 dicembre – quali sedi di confronto e dibattito informato; ciò sia al fine di recuperare il deficit di comunicazione su tali temi sia per definire obiettivi e scadenze anche in vista del semestre di Presidenza italiana dell'Ue;
   d) adoperarsi per creare le condizioni migliori perché l'industria italiana, che ha sviluppato significative capacità tecnologiche attraverso la partecipazione a importanti programmi europei orientati ai nuovi indirizzi in materia, possa competere a livello internazionale; a tal fine è necessario focalizzare le risorse a disposizione per salvaguardare le eccellenze nazionali, che si misurano nei mercati globali;
   e) assicurare la massima certezza quanto allo stanziamento delle risorse finanziarie attivabili al fine di consentire alle aziende di pianificare con certezza i programmi di investimento in R&S per i nuovi prodotti;
   f) valutare la possibilità di prevedere il ricorso allo strumento del credito di imposta per incentivare le attività di ricerca da parte dell'industria;
   g) seguire con attenzione l'avanzamento delle proposte che la Commissione europea preannuncia nella Comunicazione in esame sulle energie rinnovabili e l'efficienza energetica nel settore della difesa, avvalendosi dei contributi che potranno essere assicurati dei soggetti rappresentativi del sistema produttivo nazionale;
   h) partecipare attivamente alle cooperazioni multilaterali europee per favorire i sistemi che possono essere progettati e prodotti direttamente per una gestione comune tra Stati membri e sostenere la necessità di un coordinamento nella fase della vendita a paesi terzi;
   i) adottare una politica che premi i sistemi integrati europei della difesa e valuti procedure per l'acquisto di sistemi d'arma la cui ricaduta occupazionale e tecnologica sia a vantaggio delle aziende dell'Unione europea.