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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 2 luglio 2015
474.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-05941 Fedriga – Sulla tutela delle produzioni lattiero-casearie nazionali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come ricordato dagli onorevoli interroganti, la Commissione europea ha avviato l'interlocuzione con l'Italia sulla questione oggetto del quesito il 18 novembre 2013.
  Il caso fa seguito ad un'interrogazione presentata al Parlamento europeo il 17 gennaio 2013 dall'onorevole Oreste Rossi, eletto nelle liste della Lega Nord, successivamente passato in Forza Italia, con la quale si chiedeva alla Commissione europea proprio di verificare la compatibilità con il diritto europeo della normativa italiana, che vieta l'utilizzo di latte in polvere o concentrato nelle preparazioni casearie, lamentando una presunta discriminazione a danno delle imprese italiane.
  In risposta al quesito dell'onorevole Rossi, la Commissione europea il 6 marzo 2013 comunicò di avere intrapreso la raccolta delle informazioni riguardanti il recepimento della direttiva 2001/114/CE del Consiglio del 20 dicembre 2001 in Italia, impegnandosi a comunicarne successivamente le risultanze.
  Con riferimento alla richiesta di informazioni circa la risposta fornita dal Governo italiano ai servizi della Commissione europea nell'ambito del caso Pilot, faccio presente che, con nota del 19 febbraio 2014 il Governo, per il tramite della Presidenza del Consiglio, ha fornito alla Commissione i chiarimenti richiesti, sulla base degli elementi forniti dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
  In tale risposta in particolare venivano spiegate dettagliatamente le ragioni della normativa italiana sulla produzione dei prodotti lattiero-caseari, a partire dal regio decreto 15 ottobre 1925, n. 2033 e veniva difesa la fondatezza del divieto previsto dalla legge 138 del 1974 a garanzia del prodotto italiano e a tutela dei consumatori. Si evidenziava, tra l'altro, che, in assenza di un'armonizzazione a livello europeo, tutti i Paesi dell'Unione europea hanno la possibilità di introdurre specifiche disposizioni sulla fabbricazione dei formaggi, con speciale riferimento alle previsioni di produzione e alle materie prime utilizzabili e che l'eventuale abrogazione della legge n. 138 del 1974 avrebbe provocato un vuoto normativo in un settore tradizionale e fondamentale dal punto di vista economico per il nostro Paese. Inoltre, si evidenziava che il divieto di detenzione di latte in polvere negli stabilimenti dove si produce latte alimentare o prodotti lattiero-caseari è strettamente correlato e direttamente funzionale al rispetto del divieto di rigenerazione ed utilizzo della materie del latte concentrato o comunque conservate per la fabbricazione di latte alimentare e prodotti caseari e volta a facilitare l'efficacia dei controlli in tal senso.
  Con successiva lettera del 28 maggio 2014 la Commissione europea ha comunicato di non avere accolto la risposta inviata dalle autorità italiane, ribadendo che le disposizioni nazionali avrebbero l'effetto di impedire l'accesso al mercato nazionale del prodotto. La Commissione ha inoltre evidenziato come, a livello europeo, vi siano già specifiche protezioni per la politica della qualità (DOP e IGP), mentre mancherebbero prove scientifiche a dimostrazione della scelta del Governo italiano. Come possibile alternativa al divieto, la Commissione europea suggeriva di Pag. 192utilizzare un sistema di etichettatura per informare i consumatori dell'eventuale presenza di latte in polvere.
  A seguito di tale risposta, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con nota del 2 luglio 2014, ha fornito alla Presidenza del Consiglio ulteriori elementi di risposta, sottolineando in particolare il diritto degli Stati membri di adottare una propria normativa in mancanza di un'armonizzazione a livello europeo sul punto specifico, rilevando che la normativa relativa alle DOP e IGP costituisce una normativa a sé stante applicabile solo a determinati prodotti e alle peculiari caratteristiche della zona di produzione.
  Il Governo italiano sta quindi lavorando per risolvere la questione tutelando i consumatori e il sistema produttivo lattiero caseario italiano. Va avanti un lavoro di confronto con le organizzazioni agricole, con la filiera, con il Parlamento e gli altri ministeri interessati per evitare penalizzazioni da parte dell'Unione europea. Desidero in ogni caso rassicurare gli onorevoli interroganti che è ferma intenzione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e del Ministro Martina proseguire con decisione sulla strada della difesa della qualità del sistema lattiero caseario italiano, dei produttori di latte e della trasparenza delle informazioni da dare ai consumatori.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-05940 Zaccagnini – Sulla possibile riduzione degli aiuti all'agricoltura italiana da parte dell'Unione europea.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel rispondere alla vostra interrogazione credo sia doverosa una premessa sul lavoro che il Governo sta facendo proprio per garantire un servizio più efficiente a favore delle aziende agricole rispetto all'erogazione dei fondi europei della politica agricola comune. Dall'inizio del mandato, infatti, sono stati attuati una serie di strumenti e di misure che hanno l'obiettivo di rendere strutturalmente più efficace e trasparente l'azione di AGEA, con passi condivisi proprio con il Parlamento. Stiamo portando a soluzione molte complessità che sono eredità del passato, in un momento peraltro particolarmente delicato come l'avvio di una nuova programmazione PAC, con una riforma che dovrà ulteriormente essere semplificata come il Ministro Martina ha avuto modo di ribadire anche recentemente al Commissario europeo Phil Hogan.
  Venendo all'oggetto dell'interrogazione, informo gli onorevoli che nella riunione del 7 luglio AGEA, come previsto dalle norme comunitarie, potrà fornire tutte le informazioni utili a confutare i rilievi e contestare l'entità finanziaria della rettifica proposta dalla Commissione.
  Detta riunione bilaterale rappresenta una delle fasi della procedura di conformità e se tale contraddittorio si dovesse concludere senza una modifica delle posizioni delle parti, sarà prevista una ulteriore fase di conciliazione davanti all'Organo di Conciliazione che adotterà le proprie conclusioni.
  Nel caso in cui non dovessero andare a buon fine i rimedi sopra richiamati, potrà comunque essere proposta impugnazione mediante ricorso agli organi di giustizia UE per la contestazione della rettifica.
  Nel merito sottolineo ancora che proprio sul registro dei debitori di AGEA, il Ministero stesso ha imposto all'ente pagatore l'attuazione di un piano d'interventi correttivi già svolto, in linea con le indicazioni della Commissione europea ed è ancora in corso la progressiva attuazione del piano d'azione, monitorato anche dal Ministero, volto a migliorare ed a rendere più efficiente l'organizzazione alle esigenze gestionali della politica agricola comune del periodo di programmazione 2015-2020.
  In merito alla proposta di correzione, l'AGEA non condivide le conclusioni cui sono giunti i Servizi della Commissione, in quanto l'ammontare della proposta di rettifica non corrisponde all'effettiva quantificazione degli importi contestati che si riferiscono ad esercizi finanziari pregressi sui quali la stessa Commissione aveva già condotto attività di audit nel 2010, senza peraltro formulare contestazioni di sorta.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-05942 Gallinella – Sulla tutela delle produzioni lattiero-casearie nazionali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla vicenda richiamata dagli interroganti credo sia necessario inquadrare le tappe giuridiche del procedimento con la Commissione europea, che al momento si colloca in una fase precontenziosa. Il 18 novembre 2013 la Commissione ha avviato un caso EU-Pilot nei confronti dell'Italia contestando la non conformità al diritto europeo delle norme vigenti in Italia per la fabbricazione di prodotti lattiero-caseari. Con nota del 19 febbraio 2014 il Governo, per il tramite della Presidenza del Consiglio, ha fornito alla Commissione i chiarimenti richiesti, sulla base degli elementi forniti dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
  In tale risposta in particolare venivano spiegate dettagliatamente le ragioni della normativa italiana sulla produzione dei prodotti lattiero-caseari, a partire dal regio decreto 15 ottobre 1925, n. 2033 e veniva difesa la fondatezza del divieto previsto dalla legge 138 del 1974 a garanzia del prodotto italiano e a tutela dei consumatori. Si evidenziava, tra l'altro, che, in assenza di un'armonizzazione a livello europeo, tutti i Paesi dell'Unione europea hanno la possibilità di introdurre specifiche disposizioni sulla fabbricazione dei formaggi, con speciale riferimento alle previsioni di produzione e alle materie prime utilizzabili e che l'eventuale abrogazione della legge 138 del 1974 avrebbe provocato un vuoto normativo in un settore tradizionale e fondamentale dal punto di vista economico per il nostro Paese. Inoltre, si evidenziava che il divieto di detenzione di latte in polvere negli stabilimenti dove si produce latte alimentare o prodotti lattiero-caseari è strettamente correlato e direttamente funzionale al rispetto del divieto di rigenerazione ed utilizzo della materie del latte concentrato o comunque conservate per la fabbricazione di latte alimentare e prodotti caseari e volta a facilitare l'efficacia dei controlli in tal senso.
  Con successiva lettera del 28 maggio 2014 la Commissione europea ha comunicato di non avere accolto la risposta inviata dalle autorità italiane, ribadendo che le disposizioni nazionali avrebbero l'effetto di impedire l'accesso al mercato nazionale del prodotto. La Commissione ha inoltre evidenziato come, a livello europeo, vi siano già specifiche protezioni per la politica della qualità (DOP e IGP). Come possibile alternativa al divieto, la Commissione europea suggeriva di utilizzare un sistema di etichettatura per informare i consumatori dell'eventuale presenza di latte in polvere.
  A seguito di tale risposta, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con nota del 2 luglio 2014, ha fornito alla Presidenza del Consiglio ulteriori elementi di risposta, sottolineando in particolare il diritto degli Stati membri di adottare una propria normativa in mancanza di un'armonizzazione a livello europeo sul punto specifico, rilevando che la normativa relativa alle DOP e IGP costituisce una normativa a sé stante applicabile solo a determinati prodotti e alle peculiari caratteristiche della zona di produzione.
  Oggi il Governo è ancora chiamato a rispondere alla richiesta della Commissione europea fornendo le proprie osservazioni Pag. 195e, sulla base di tali osservazioni, la Commissione deciderà se emettere o meno un parere motivato.
  Occorre precisare in questa sede che la competenza sulla questione è stata assegnata congiuntamente al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il lavoro del nostro Ministero fin qui svolto e quello in atto è volto alla tutela dei consumatori e del sistema produttivo lattiero caseario italiano. Va avanti un lavoro di confronto con le organizzazioni agricole, con la filiera, con il Parlamento e gli altri ministeri interessati per fornire tutte le risposte richieste ed evitare penalizzazioni da parte dell'Unione europea.
  La posizione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e del Ministro Martina è quella di proseguire con decisione sulla strada della difesa della qualità del sistema lattiero caseario italiano, dei produttori di latte e della trasparenza delle informazioni da dare ai consumatori.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-05943 Fabrizio Di Stefano – Sulla tutela delle produzioni casearie nazionali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Desidero preliminarmente assicurare i presentatori che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali come ho avuto modo di specificare in riferimento ai quesiti posti da altri gruppi, fin dall'inizio della procedura avviata dalla Commissione, ha difeso l'impianto normativo vigente in Italia e continuerà a farlo inviando alla Commissione le proprie osservazioni nel rispetto dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
  Mi preme evidenziare, tuttavia, che la procedura di infrazione avviata dalla Commissione non riguarda i formaggi a denominazione di origine protetta, cui si applicano le disposizioni stabilite dai singoli disciplinari non solo sulla delimitazione della zona, sulle caratteristiche del prodotto e le tecnologie consentite, ma anche sull'origine della materia prima, sui suoi requisiti tecnologici e, in alcuni casi, anche sul regime alimentare degli animali che producono il latte destinato ad un certo tipo di formaggio.
  Ciò non comporta, tuttavia, una minore attenzione del Governo a questo ulteriore attacco rivolto al nostro impianto normativo che, sino ad oggi, ha assicurato ai prodotti italiani una notevole visibilità ed ottimi risultati in termini di immagine e di export.
  Con riguardo poi all'utilizzo di latte congelato per la produzione di mozzarella di bufala campana DOP, preciso che non risulta agli atti nessuna domanda di modifica in tal senso.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-05944 Oliverio – Sul possibile avvio di una procedura di infrazione contro l'Italia in materia di uso del latte in polvere.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel richiamare le considerazioni di ordine procedurale svolte in riferimento all'interrogazione presentata dall'on. Gallinella, desidero fare presente che il Governo ha chiesto una proroga del termine fissato al 28 luglio prossimo per rispondere alla richiesta di osservazioni avanzata dalla Commissione europea ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
  Tale richiesta è stata motivata, non solo per l'esigenza su un caso così delicato di svolgere ulteriori approfondimenti, ma soprattutto in relazione all'iniziativa del gruppo del Partito democratico di chiedere un dibattito parlamentare aperto e trasparente sulla questione attraverso la presentazione di una mozione presso questa Camera.
  Come ricordato, la competenza su questo caso è stata attribuita congiuntamente al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e a quello dello sviluppo economico. Il caso nasce peraltro, come dichiarato dallo stesso Commissario Hogan, anche dalla segnalazione ricevuta da un produttore italiano, a testimonianza del fatto che sulla questione vi sono sensibilità molto diverse.
  Per quanto di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, come ribadito dallo stesso Ministro Martina, desidero confermare che difenderemo i principi alla base dell'impianto normativo adottato dall'Italia in materia che, ad avviso del Ministero, non comporta alcuna restrizione di mercato cosiddetto «equivalente» all'importazione di latte in polvere, come invece lamentato dalla Commissione europea, atteso che non vi è alcuna norma nell'ordinamento che vieta l'importazione o la circolazione del latte in polvere.
  Come evidenziato già nella corrispondenza relativa al caso Pilot, il Ministero ritiene peraltro che le disposizioni nazionali si muovano nell'ambito di una materia non armonizzata, nella quale ciascuno Stato ha la facoltà, nel rispetto del Trattato, di legiferare salvaguardando le proprie specificità e tradizioni.
  In conclusione, ribadisco l'impegno del Ministero a difesa di un'assoluta eccellenza della tradizione italiana la cui qualità è riconosciuta in tutto il mondo.

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ALLEGATO 6

Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti (C. 2994-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione Agricoltura,
   esaminato il disegno di legge C. 2994-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato, recante riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti;
   considerata la modifica introdotta all'articolo 1 del disegno di legge, che reca un'integrazione all'articolo 4, comma 5-quater del decreto-legge n. 104 del 2013 che sostituisce le parole «un'adeguata quota di prodotti agricoli e agroalimentari provenienti da sistemi di filiera corta e biologica» con le seguenti: «un'adeguata quota di prodotti agricoli, ittici e agroalimentari provenienti da sistemi di filiera corta e biologica e comunque a ridotto impatto ambientale e di qualità»,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE