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Resoconti delle Giunte e Commissioni

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CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 26 gennaio 2016
580.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-06006 Valiante: Assegnazione di incarichi dirigenziali nelle aziende sanitarie pubbliche.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla vicenda delineata nell'atto ispettivo in esame, la Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo di Salerno aveva interpellato il Direttore Generale pro tempore dell'ASL di Salerno prima della scadenza del suo incarico, intervenuta in data 31 luglio 2015.
  In tale occasione, il Direttore Generale aveva comunicato che il Direttore Amministrativo dell'ASL di Salerno, nominato con deliberazione n. 223 del 31 ottobre 2012, risultava in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa in vigore ai fini dell'assunzione dell'incarico in questione, in quanto laureato in Giurisprudenza ed in servizio presso la stessa ASL di Salerno da oltre trenta anni, in cui ha svolto una «qualificata attività di direzione tecnica e amministrativa» in quanto «titolare, ex articolo 18 del CCNL, dell'area della Dirigenza della Struttura complessa Servizi Affari Legali presso l'ASL Salerno 1, struttura incardinata nel Dipartimento Amministrativo di cui all'articolo 11 dell'atto aziendale adottato con deliberazione del Direttore Generale della disciolta ASL Salerno 1 n. 810 del 21 giugno 2001».
  Inoltre, al momento del conferimento dell'incarico, l'interessata risultava assolta nel giudizio di primo grado, con sentenza resa in data 14 novembre 2011 «perché i fatti non sussistono».
  Per lo stesso motivo, in data 3 gennaio 2012, veniva archiviato anche il procedimento disciplinare avviato per i medesimi fatti dall'ASL di Salerno, a seguito del rinvio a giudizio dell'interessata.
  La sentenza di condanna emessa in esito al giudizio di appello, richiamata nell'interrogazione parlamentare in esame, è in effetti intervenuta ad oltre un anno dalla nomina a Direttore Amministrativo.
  Tanto premesso, occorre precisare che, allo stato attuale, l'interessata non riveste più l'incarico di Direttore Amministrativo.
  Infatti, come già ricordato, il 31 luglio 2015 è giunto a scadenza l'incarico del Direttore Generale pro-tempore dell'ASL di Salerno.
  Nelle more dei tempi occorrenti per l'espletamento delle procedure di selezione per il conferimento dell'incarico del nuovo Direttore Generale dell'ASL di Salerno, la Giunta Regionale della Campania, al fine di assicurare il pieno conseguimento degli adempimenti contemplati nel Piano di Rientro dal disavanzo in materia sanitaria, e nel contempo, per garantire la continuità dell'azione amministrativa aziendale, con delibera n. 376 del 7 agosto 2015 ha disposto la gestione commissariale straordinaria dell'ASL di Salerno per 60 giorni, e comunque fino alla designazione del nuovo Direttore Generale, nominando contestualmente il Commissario.
  La nomina dell'organo di vertice con funzioni di Commissario ha determinato la cessazione della gestione ordinaria aziendale, e quindi anche il termine degli incarichi di Direttore Amministrativo e di Direttore Sanitario.

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ALLEGATO 2

5-06100 Grillo: Sul trasferimento di salme di immigrati presso l'ospedale Vittorio Emanuele di Catania.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla problematica segnalata nell'interrogazione parlamentare in esame, a cui si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo di Catania ha comunicato quanto segue.
  La Marina Militare ha provveduto al recupero del relitto del naufragio del 18 aprile 2015 e dei corpi dei migranti deceduti a seguito del tragico evento.
  Il Commissario straordinario per le persone scomparse ha coordinato le operazioni di identificazione delle salme recuperate e di prelievo del DNA, che sono state affidate all'istituto «Labanof» dell'Università degli Studi di Milano.
  In tale contesto, il 3 luglio 2015 sono giunti al Porto di Catania i primi 13 cadaveri rinvenuti nel natante affondato e, sulla base delle intese raggiunte in sinergia con le Forze dell'Ordine, il comune di Catania e l'Azienda Ospedaliera Universitaria «Policlinico-Vittorio Emanuele», i Vigili del Fuoco hanno curato il trasferimento dei corpi dal container refrigerato della Marina Militare ai locali messi a disposizione dall'Azienda Ospedaliera.
  Durante le operazioni di trasporto sono stati adottati tutti i dispositivi di sicurezza previsti per evitare eventuali contaminazioni.
  I locali dove si sono svolte le operazioni di esame delle salme, individuati a seguito di scrupolosa valutazione, per escludere ogni possibile conseguenza sulla salute degli utenti e del personale dell'ospedale, ospitavano un tempo la clinica ostetrica, ormai trasferita presso altro presidio, e non risultano più utilizzati per attività assistenziale né per punto nascita.
  Le prestazioni assistenziali degli attigui laboratorio di analisi e ambulatorio di diagnosi prenatale che, comunque, si trovano in un altro edificio, sono state temporaneamente espletate in altri siti.
  A scopo meramente precauzionale, gli Enti preposti hanno provveduto all'isolamento della zona per la durata delle operazioni (dalle ore 16.00 del venerdì alle ore 04.00 della domenica) ed alla pulizia straordinaria dell'area adiacente ai locali in questione al termine dell'esame autoptico dei corpi, circoscrivendo il disagio per le persone al tempo strettamente necessario per lo svolgimento delle stesse operazioni.
  Allo stato attuale, non è previsto il trasferimento di ulteriori salme da identificare nel territorio della provincia di Catania.
  In merito alla vicenda segnalata, il Ministero della salute ha provveduto ad attivare il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, ed il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Catania ha fornito le seguenti precisazioni.
  I locali utilizzati per l'esame autoptico erano stati individuati in esito ai sopralluoghi delle Autorità coinvolte (Prefetto, Questore, Procuratore Capo, due Assessori del comune, Direttore Azienda Ospedaliera e responsabile dell’équipe medica autoptica).
  Il container refrigerato della Marina Militare è stato collocato a tre metri circa dall'ingresso dei locali e le operazioni di Pag. 103scarico e trasporto delle salme sono state effettuate da personale specializzato dei Vigili del Fuoco.
  Durante le operazioni, alle quali hanno assistito, tra gli altri, il Prefetto, il Procuratore Capo, i due Assessori, il Direttore Sanitario aziendale, non si è verificato alcun inconveniente.
  Le salme erano custodite in apposite sacche in plastica e negli ambienti utilizzati sono stati attivati condizionatori portatili prima dell'arrivo dei corpi.
  Al termine di ciascun esame, le salme venivano composte in singole bare, sigillate a cura della ditta di trasporti funebri contattata.
  Le sacche ed il materiale monouso utilizzato in sede autoptica sono stati trattati come rifiuti speciali, sigillati in contenitori e smaltiti a cura dell'Azienda Ospedaliera.
  La sanificazione degli ambienti esterni ed interni è stata curata da operatori del comune di Catania e delle ditta interna alla struttura ospedaliera.
  Il NAS di Catania ha verificato che i locali utilizzati (posti al piano terra/rialzato del padiglione 10), non ospitano da tempo servizi dei reparti di ostetricia e ginecologia, mentre presso i laboratori di anatomia patologica (primo piano) e di citogenetica e diagnosi prenatale (secondo piano), non vengono effettuati interventi; le pazienti sono monitorate e sottoposte alle analisi nel corso della gravidanza.

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ALLEGATO 3

5-03711 Ribaudo: Iniziative a tutela degli allevatori e della salute dei consumatori della regione Sicilia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si risponde all'interrogazione parlamentare in esame, sulla base degli elementi acquisiti presso la Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo di Palermo.
  La Prefettura, in relazione alle indagini della Magistratura sul Dipartimento di Prevenzione Veterinaria dell'Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Palermo, ha comunicato quanto da essa appreso presso la Capitaneria di Porto di Palermo e l'Assessorato Regionale alla Salute della Regione Siciliana.
  La Capitaneria di Porto, in merito alle ordinanze di archiviazione emesse dall'ASP nei confronti di 39 Processi Verbali di Contestazione di illeciti amministrativi redatti dal personale dipendente per violazione della normativa in materia di rintracciabilità dei prodotti ittici, ha riferito di avere preliminarmente chiesto un incontro di chiarimento all'ASP nell'ambito dei rapporti di collaborazione istituzionale.
  In proposito, secondo quanto riportato dalla Prefettura, l'ASP, nel ribadire la posizione già sostenuta in sede di archiviazione dei 39 Verbali, ha rilevato una questione di incompetenza del personale della Capitaneria ad effettuare controlli e accertamenti in materia di rintracciabilità di prodotti ittici, in conseguenza della quale, il Comando della Capitaneria di Porto ha interessato i superiori organi gerarchici e gli organi centrali di indirizzo in materia.
  A tal riguardo, la Prefettura evidenzia anche che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha definitivamente chiarito la legittimità degli accertamenti posti in essere dall'Autorità Marittima, affermando che «...la contestata competenza a effettuare controlli in materia di tracciabilità e/o rintracciabilità dei prodotti ittici, da parte dei citati organi di polizia giudiziaria, è, invero, sancita dalla normativa vigente – nazionale e comunitaria – ed in particolare dal contenuto dispositivo del decreto ministeriale 27 marzo 2002 e s.m.i. Tale ultima norma, infatti, individua le informazioni obbligatorie nella vendita al dettaglio dei prodotti ittici e in ogni stadio della commercializzazione, ai fini della tracciabilità.
  Inoltre, stabilisce che all'accertamento delle violazioni ed all'applicazione delle sanzioni amministrative provvedono le persone incaricate della sorveglianza sulla pesca e sul commercio dei prodotti di essa, ai sensi dell'articolo 21 della legge 14 luglio 1965, n. 963, come modificato dal successivo decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4.
  Inoltre ... l'azienda sanitaria provinciale di Palermo sembrerebbe non aver tenuto conto di quanto precisato nella circolare n. 25164 del 4 agosto 2011, con la quale codesto Dicastero (N. B.: si riferiscono al Ministero della salute) ha definitivamente chiarito che non sembra possibile dubitare della piena legittimità degli accertamenti effettuati da ciascuno degli ufficiali a cui la legge a vario titolo attribuisce le inerenti facoltà, nei casi in cui l'attività ispettiva di controllo si sostanzi nella verifica di situazioni oggettive di non conformità che non richiedono valutazioni di ordine tecnico Pag. 105da parte dell'agente accertatore, con conseguente validità di tutti gli atti adottati per le finalità procedimentali di cui alla legge n. 689 del 1981».
  La Prefettura ha inoltre affermato che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha ritenuto legittimi gli accertamenti effettuati dall'Autorità Marittima «non investendo questioni di carattere tecnico in materia di normativa igienico-sanitaria, quanto piuttosto la verifica della presenza e/o regolarità della predetta documentazione di tracciabilità e/o rintracciabilità, con il fine ultimo di perseguire, nel rispetto delle reciproche competenze, il generale interesse della tutela del consumatore».
  La Prefettura specifica altresì che, la Capitaneria ha chiesto all'ASP di rivedere in autotutela le determinazioni assunte con le ordinanze di archiviazione, anche al fine di evitare inutili contenziosi derivanti dall'instaurarsi di giudizi di impugnazione che l'Amministrazione si riservava di intraprendere.
  In assenza di aperture da parte dell'ASP Palermo e considerato che la vicenda aveva avuto risvolti pubblici eclatanti, portando nocumento all'immagine del Corpo delle Capitanerie di Porto anche nel resto del territorio nazionale, oltre che di ordine pratico nella quotidiana attività di controllo espletata, il Comando di Capitaneria ha reputato opportuno richiedere all'Avvocatura Distrettuale dello Stato di impugnare nelle sedi competenti le citate ordinanze di archiviazione, ed il TAR Sicilia ha successivamente accolta l'istanza cautelare.
  In data 18 marzo 2014, la competente Corte dei Conti per la Sicilia ha chiesto di acquisire una serie di documenti e informazioni nell'ambito dell'attivata procedura istruttoria finalizzata alla configurazione dell'ipotesi di danno erariale a carico del Direttore dell'ASP di Palermo, per effetto dell'archiviazione operata dallo stesso, dei processi verbali di contestazione di illecito amministrativo elevati dal personale della Capitaneria di Porto di Palermo per le violazioni di cui al regolamento (CE) n. 178 del 2002.
  Negli ambiti della medesima vicenda, sussiste una questione specifica, derivante dalla diffida del 5 giugno 2013 del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria U.O. di Carini, emanata «dietro disposizioni del Direttore del Dipartimento Veterinario dell'ASP di Palermo» e specificamente rivolta ai controlli della Guardia Costiera, disposizioni applicate anche dalle altre articolazioni veterinarie nel territorio, secondo la quale, in occasione dei controlli sui prodotti ittici, i veterinari reperibili possono intervenire nei luoghi durante il servizio di reperibilità solo nel caso di un rischio per la salute e l'incolumità pubblica, rimandando gli interventi di ispezione sanitaria per tutte le altre casistiche al primo giorno lavorativo utile.
  Il Comando ha manifestato all'ASP di Palermo e agli Assessorati competenti che tale posizione può condurre all'interruzione delle attività di controllo da parte delle Autorità marittime, poiché qualora un controllo fosse espletato nel fine-settimana, il veterinario sarebbe autorizzato ad intervenire solo il lunedì successivo, con le conseguenti difficoltà operative. Risulta evidente, invece, che l'attività di controllo deve essere espletata spesso in orari serali o notturni per poter essere efficace.
  Sono evidenti le difficoltà operative derivanti da tali disposizioni, in quanto i sequestri di ingenti quantità di materiale ittico richiedono una valutazione veterinaria immediata, per l'accertamento dell'idoneità al consumo umano, per una successiva vendita all'asta, devoluzione in beneficenza o distruzione.
  Nelle more dell'ispezione avviene l'inizio del processo di deperimento del prodotto sequestrato e l'esposizione al rischio di lamentele ed esposti da parte dei trasgressori contro gli accertatori, nell'eventualità che il deperimento del prodotto possa essere ricondotto ad una conservazione non ottimale successiva al sequestro. Pag. 106
  La Prefettura pone, altresì, in risalto che l'Assessorato Regionale alle Attività Produttive ha affermato la propria competenza in materia di emanazione di ordinanze di ingiunzione ed archiviazione in tema di sicurezza alimentare, in antitesi con l'Assessorato Regionale alla Salute, che ha individuato l'autorità competente in tale materia nelle Aziende Sanitarie Provinciali.
  Riguardo al conflitto di competenze emerso tra il Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria dell'ASP di Palermo e la Direzione marittima della Capitaneria di Porto sulla titolarità dei controlli sulla tracciabilità nella filiera dei prodotti della pesca, l'Assessorato alla Salute della Regione Siciliana ha fatto presente di aver invitato, nel corso del 2013, l'allora Commissario Straordinario dell'ASP di Palermo a voler procedere con la massima sollecitudine all'annullamento d'ufficio, ai sensi dell'articolo 21-nonies della legge n. 241 del 1990, dei provvedimenti di archiviazione dei verbali elevati dalla Direzione marittima di Palermo.
  La Prefettura riferisce, altresì, che il Commissario Straordinario dell'ASP di Palermo, dopo aver richiesto il parere dell'ufficio legale aziendale, ha rappresentato l'impossibilità di procedere all'annullamento d'ufficio dei provvedimenti di archiviazione, in quanto tale attività sarebbe stata «censurabile in tutte le competenti sedi giurisdizionali, con evidenti danni, costi e pregiudizi altrimenti ingiustificabili».
  Per quanto riguarda l'invito a valutare la ricorrenza di eventuali situazioni di incompatibilità e di conflitti di interessi e, conseguentemente, ad attivare eventuali procedimenti disciplinari, il Commissario Straordinario dell'ASP, valutato l'operato del Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria, ha ritenuto che non sussistono i presupposti per attivare un procedimento disciplinare.
  In merito ai controlli posti in essere e ai provvedimenti sanzionatori adottati a tutela della sicurezza alimentare, il Commissario Straordinario dell'ASP si è riservato di darne riscontro non appena in possesso delle notizie richieste al Dipartimento di Prevenzione Veterinaria.
  La problematica in esame ha ingenerato un conflitto di competenza tra l'ASP di Palermo e la locale Capitaneria di Porto, sfociato nel ricorso al TAR promosso dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti contro la stessa ASP, per ottenere l'annullamento, previa sospensione dell'efficacia, di una delle ordinanze di archiviazione dell'ASP, in esito al quale il TAR ha accolto con ordinanza la domanda di sospensione.
  In particolare, dalle notizie acquisite a cura della Prefettura presso gli uffici del Ministero Infrastrutture e Trasporti – Direzione Marittima Palermo – Centro Controllo Area Pesca, risulta, in riferimento ai controlli sulla rintracciabilità dei prodotti ittici e alle competenze del Corpo delle Capitanerie di Porto, che la sentenza resa dalla I Sezione del TAR Sicilia n. 645 del 2015, depositata in data 11 marzo 2015, ha accolto il ricorso proposto dal citato Ministero avverso l'ordinanza di archiviazione n. 1 dell'11 luglio 2013, emessa dall'ASP di Palermo – Dipartimento di Prevenzione Veterinaria.
  Con il provvedimento impugnato, l'ASP, nel ritenere che il personale della Capitaneria di Porto difetti di competenza in merito agli accertamenti effettuati, in luogo di procedere all'erogazione delle sanzioni, aveva archiviato il procedimento sanzionatorio sul verbale di accertamento della violazione normativa commessa dal ristoratore, che non era in grado di fornire documentazione sulla tracciabilità del prodotto ittico/alimentare.
  In particolare, il TAR ha riconosciuto «come eccezione alla regola, la legittimazione ad agire di un organo amministrativo avverso le determinazioni assunte da altro organo quando da queste ultime derivi la compressione di una prerogativa del loro ufficio protetta dall'ordinamento generale», risolvendo in senso positivo «la questione della legittimazione ad agire del Pag. 107Ministero Infrastrutture e Trasporti, della Direzione Marittima e della Capitaneria di Porto di Palermo» e la legittimità dell'accertamento in sede ispettiva, da parte del personale delle Capitanerie di Porto, dell'assenza dei documenti sulla tracciabilità del pescato, e ha disposto, nel contempo, la trasmissione della stessa sentenza alla competente Procura Regionale della Corte dei Conti per gli eventuali profili di responsabilità amministrativa e/o danno erariale.