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Resoconti delle Giunte e Commissioni

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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 25 febbraio 2016
599.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-07895 Daniele Farina e Nicchi: Sulla sanzione amministrativa pecuniaria prevista per il reato di aborto clandestino.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La prioritaria considerazione che il Governo riserva alla tutela della salute e alle condizioni di grave disagio in cui spesso matura la determinazione di ricorrere all'interruzione di gravidanza al di fuori del circuito previsto dalla legge 194 del 1978, ha condotto ad inserire il reato di aborto clandestino nel recente intervento di depenalizzazione.
  La ratio a cui si è ispirata la legge delega, oggetto della presente interrogazione, è quella di riordinare il sistema di incriminazione sulla base di criteri di razionalità, anche al fine di garantire la conoscibilità del precetto penale da parte del cittadino.
  L'intervento di depenalizzazione ha richiesto l'individuazione di criteri di commisurazione delle sanzioni amministrative, determinate secondo i principi esposti nella relazione di accompagnamento al testo normativo.
  In particolare, i reati soggetti a depenalizzazione sono stati suddivisi in tre gruppi, in relazione all'entità della multa o dell'ammenda originariamente prevista, articolando le sanzioni pecuniarie amministrative introdotte secondo tre diversi scaglioni: tra 5.000 e 10.000 euro, tra 5.000 e 30.000 euro, ovvero tra 10.000 e 50.000 euro.
  La sanzione amministrativa per l'aborto clandestino è stata commisurata entro il primo dei predetti scaglioni e, dunque, in quello meno afflittivo.
  Il delitto di cui all'articolo 19 legge n. 194 del 1978 è stato, così, trasformato in illecito amministrativo e la relativa sanzione è stata determinata nella misura più lieve tra quelle introdotte dall'intervento di depenalizzazione.
  I rilievi svolti dagli Onorevoli interroganti investono, in effetti, non già l'entità della sanzione prevista per l'aborto clandestino, quanto, piuttosto, la scala di grandezza degli scaglioni individuati.
  Con riferimento ai criteri di determinazione delle sanzioni amministrative, si rileva come nessuna osservazione, in punto di adeguatezza, è stata comunque sollevata dalle altre amministrazioni interessate alla delega, né in sede di parere delle Commissioni parlamentari.
  Nondimeno, l'adeguatezza in concreto delle sanzioni determinate potrà essere riconsiderata all'esito del monitoraggio degli effetti del complessivo intervento di depenalizzazione, anche con interventi puntuali, che potrà essere utilmente condotta con il Ministero della Salute.
  In questa prospettiva si ricorda, difatti, come l'articolo 1 comma 3 della stessa legge delega consente al Governo di adottare, nel termine di 18 mesi dall'ultimo dei decreti attuativi, gli interventi correttivi che dovessero rivelarsi opportuni.

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ALLEGATO 2

5-07896 Turco ed altri: Sulla realizzazione del circuito penitenziario della Regione Toscana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla risoluzione del contratto per i lavori di recupero della sezione cosiddetta Ambrogiana presso l'ex O.P.G. di Montelupo, si rappresenta come, nel gennaio 2011, il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria confermava l'uso penitenziario della struttura al cessare della sua originaria destinazione ad O.P.G., anche in ragione della condizione di sovraffollamento che, all'epoca, caratterizzava gli istituti penitenziari del Paese.
  In considerazione dello stato in cui versava l'immobile, i lavori di ristrutturazione e di adeguamento al decreto del Presidente della Repubblica 230/00 della sezione cd. Ambrogiana furono inseriti nel programma 2012.
  È da considerare che, allora, ovvero alla data del 2011 quando fu valutata la destinazione dell'immobile a riconversione in istituto penitenziario, la popolazione detenuta nazionale era di 66.897, unità scesa ad oggi a 52.976.
  Grazie, quindi, al progressivo miglioramento della situazione detentiva, conseguito all'adozione da parte del Ministero della Giustizia di una serie di provvedimenti, normativi ed organizzativi, che hanno notevolmente ridimensionato le presenze negli istituti penitenziari del Paese e, in particolare, della Toscana ove ad oggi la popolazione detenuta ammonta a 3257 unità a fronte di una capienza regolamentare di 3229 posti, l'Amministrazione Penitenziaria ha ritenuto che non fosse più necessario conservare la struttura ad uso penitenziario.
  Tale decisione è stata assunta non solo in virtù degli interventi di spending review, ma anche in considerazione dell'interesse della regione Toscana e del Comune di Montelupo di rientrare nella disponibilità dell'immobile, ai fini anche del suo inserimento nel circuito delle altre Ville Medicee del Patrimonio dell'Unesco.
  Alla stregua di queste valutazioni, l'Amministrazione Penitenziaria ha esercitato il recesso dal contratto di appalto nell'ottobre del 2015 e, successivamente, ha proceduto, congiuntamente all'impresa appaltatrice, al rilevamento dello stato di consistenza, valutato in circa 12.000 euro.
  Allo stato, l'Amministrazione Penitenziaria sta pagando la penale nella misura dell'8 per cento dell'importo dei lavori appaltati, come previsto dalla legge.
  La scelta dell'Amministrazione di restituire l'immobile in questione si è ispirata, pertanto, al contrario di quanto rappresentato dagli interroganti, a criteri di economicità, essendosi rivelato l'oneroso investimento non più necessario rispetto alle esigenze penitenziarie della Regione.

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ALLEGATO 3

5-07897 Ferraresi ed altri: Sulla composizione della Commissione ministeriale per l'elaborazione di uno schema di riforma della disciplina legale in materia di costituzione e funzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La complessità e l'estensione delle riforme in atto nel campo della giustizia e, più in generale, di quelle poste all'agenda del Governo, hanno evidenziato l'esigenza di una approfondita ricognizione del vigente assetto dell'Ordinamento Giudiziario e del collegato tema della normativa inerente la costituzione ed il funzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura.
  Nella prospettiva dell'aggiornamento e della razionalizzazione del sistema secondo i principi della Costituzione e con l'obiettivo del miglioramento dell'efficienza del servizio giustizia sono state, pertanto, istituite – con decreto del Ministro della giustizia in data 12 agosto 2015 – due Commissioni di studio, autonome ma tra loro coordinate in considerazione dell'evidente collegamento tra le materie trattate.
  In particolare, alla Commissione presieduta da Luigi Scotti è stato demandato lo studio e l'analisi del funzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura e la formulazione di ipotesi di revisione, con normativa di fonte primaria, della complessiva funzionalità delle procedure di sua competenza, nonché di quelle dei Consigli giudiziari, del Consiglio Direttivo della Corte di Cassazione e del Consiglio d'Amministrazione del Ministero della giustizia. Alla medesima Commissione è stato, inoltre, attribuito lo studio di progetti di riforma del sistema elettorale per la designazione dei componenti del CSM, della struttura e composizione della Sezione Disciplinare e delle regole del relativo procedimento.
  La Commissione, che ha iniziato i lavori in data 3 settembre 2015, vedeva tra i suoi componenti Tommaso Virga, Presidente di Sezione presso il Tribunale di Palermo.
  In seguito alla pubblicazione degli atti relativi ad indagini preliminari in corso presso la Procura della Repubblica di Caltanissetta a carico, tra gli altri, anche di Tommaso Virga, il Ministro della giustizia ha disposto, attraverso le competenti articolazioni ministeriali, accertamenti finalizzati alla verifica delle condizioni per l'esercizio dell'azione disciplinare.
  Il Consiglio Superiore della Magistratura ha, a sua volta, avviato un procedimento per incompatibilità ambientale a carico del magistrato, di cui è stato, successivamente, disposto il trasferimento d'ufficio presso la Corte di Appello di Roma.
  Si precisa in ordine alla vicenda che il Dottor Virga ha rassegnato le dimissioni da componente della Commissione di studio incaricata per la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, alle cui sedute non risulta aver comunque partecipato sin dal 14 settembre 2015.
  Con decreto in data 22 dicembre 2015, il Ministro della giustizia ha preso atto delle predette dimissioni.

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ALLEGATO 4

5-07899 Amoddio: Sul personale della Provincia di Siracusa distaccato presso il Tribunale di Siracusa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogante pone la questione della destinazione agli uffici giudiziari del personale in sovrannumero delle ex province siciliane non ricollocabile presso altre amministrazioni, ed in specie con riferimento alla stabilizzazione di alcuni dipendenti in distacco presso il Tribunale di Siracusa.
  È noto come il Ministero della giustizia abbia già espletato un bando per mobilità volontaria per 1031 posti, per il quale sono in corso le procedure di assunzione dei vincitori.
  Secondo quanto riferisce la competente articolazione ministeriale, l'articolo 4, comma 2, del decreto-legge n. 78 del 2015, così come convertito con legge n. 125/2015, prevede che il personale proveniente da area vasta che alla data di entrata in vigore del medesimo decreto si trova in posizione di comando, distacco o altri istituti comunque denominati, è trasferito presso l'amministrazione nei limiti delle disponibilità di organico, nonché delle risorse finanziarie disponibili, a condizione che vi sia l'espresso consenso dell'interessato.
  Ipotesi del tutto diversa è quella disciplinata dall'articolo 1, comma 771, della Legge di stabilità 2016, la cui procedura è riservata al solo personale di area vasta già utilmente collocato nelle graduatorie redatte dal Ministero della Giustizia a seguito del bando di mobilità volontaria per la copertura di milletrentuno posti del gennaio scorso.
  Pertanto, con riferimento alla situazione del personale amministrativo presso il Tribunale di Siracusa, si evidenzia che le 19 unità a cui si riferisce l'interrogante potrebbero essere trasferite laddove sussistano tanto l'ipotesi di vacanze di organico presso il Tribunale di Siracusa che l'utile collocamento degli aspiranti nella graduatoria.
  Come riferito dalla competente articolazione, la pianta organica dell'ufficio in questione prevede 132 posti ed attualmente sono presenti 130 unità, al netto delle quattro posizioni allo stato in comando presso tale Tribunale, con una scopertura quindi di sole due unità di personale.
  Infine è da ricordare l'estrema l'attenzione di questo Governo alla mobilità provinciale e alla copertura delle vacanze di organico del personale del Ministero della giustizia.
  Sono state, difatti, rinvenute risorse utili per ulteriori procedure di mobilità obbligatoria per 2000 posti, disciplinate dall'articolo 1 comma 445 della legge di stabilità 2015, e di 1000 posti con la stabilità 2016, procedure a cui i 19 distaccati al Tribunale di Siracusa a cui gli onorevoli interroganti fanno riferimento, potranno partecipare, ove in possesso delle condizioni oggettive e soggettive richieste dalla legge.