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CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 aprile 2016
628.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Sugli esiti della missione in Kosovo in occasione della cerimonia di insediamento del Presidente della Repubblica del Kosovo, Hashim Thaçi (7-8 aprile 2016)

COMUNICAZIONI

  A seguito dell'invito rivolto al Presidente della III Commissione, onorevole Fabrizio Cicchitto, a prendere parte alla Cerimonia di insediamento del Presidente della Repubblica del Kosovo, Hashim Thaçi, prevista a Pristina nella giornata di venerdì 8 aprile 2016, l'onorevole Alessio Tacconi è stato designato a parteciparvi in sostituzione del Presidente Cicchitto. Grazie al sostegno della nostra rappresentanza diplomatica presso la Repubblica del Kosovo, l'onorevole Tacconi, a margine della cerimonia, ha avuto incontri, rispettivamente con l'attuale comandante della forza multinazionale NATO di stanza a Pristina, generale di divisione Guglielmo Luigi Miglietta, con due rappresentanti del Parlamento kosovaro, con il Presidente del Parlamento del Kosovo, con il Primo ministro e con il Presidente della Commissione esteri dello stesso Parlamento del Kosovo.
  Il primo di tali incontri ha avuto luogo, nella serata di giovedì 7 aprile, presso il comando – a Camp Film – del contingente italiano della forza multinazionale KFOR (Kosovo Force), di stanza nel Paese balcanico sin dal 1999, in attuazione della Risoluzione n. 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che autorizzava una presenza internazionale civile e militare nel Kosovo, ponendolo sotto l'amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite. L'incontro ha avuto ad oggetto i risultati e le prospettive della missione di stabilizzazione svolta dai contingenti militari di 31 Paesi – 23 NATO e 8 non-NATO – nel Paese balcanico, anche alla luce dei recenti sviluppi della situazione interna ed internazionale. All'esito di tale incontro si è convenuta l'opportunità di valutare lo svolgimento di un'audizione, anche via web dello stesso generale Miglietta, con le competenti Commissioni parlamentari di questo ramo del Parlamento (Esteri e Difesa). Ricordo peraltro, che proprio ieri lo stesso comando della KFOR ha ricevuto la visita della Ministra della Difesa, senatrice Roberta Pinotti.
  Successivamente vi è stato l'incontro informale con due rappresentanti del Parlamento della Repubblica del Kosovo, la deputata Njomza Emini, Vicepresidente della Commissione Salute, Lavoro e Welfare e la deputata Deliu Kodra Blerta, rappresentante della Commissione affari esteri.
  Nella giornata di venerdì 8 aprile si sono svolti gli incontri con Kadri Veseli, Presidente dell'Assemblea del Kosovo, con Isa Mustafa, Primo ministro della Repubblica del Kosovo e con Enver Hoxhaj, presidente della Commissione affari esteri della stessa Repubblica del Kosovo. In particolare, nel corso del primo di tali incontri è stato principalmente delineato il quadro delle relazioni commerciali tra il nostro Paese e la Repubblica del Kosovo, con l'auspicio, espresso da entrambe le Parti, di un incremento e sviluppo dell'interscambio esistente.
  Il secondo incontro ha avuto quale tema principale le prospettive di sviluppo del processo di democratizzazione e stabilizzazione in atto nel Paese balcanico, anche con riferimento al processo di adesione all'Unione europea, con le rassicurazioni Pag. 67del Premier kosovaro in ordine all'impegno del suo Esecutivo rivolto al contrasto ai fenomeni criminali e alla corruzione ancora presenti nel Paese, ed alla prosecuzione del dialogo con la Serbia, finalizzato alla pacificazione ed alla normalizzazione del rapporto tra i due Stati.
  Dopo gli incontri con i predetti esponenti parlamentari e governativi, la delegazione italiana ha preso parte alla cerimonia di insediamento del Presidente Hashim Thaçi, con il passaggio delle consegne dalla Presidente Atifete Jahjaga, cerimonia che si è svolta alla presenza di numerose delegazioni di Paesi esteri.
  Al termine della cerimonia si è svolto anche un breve incontro informale con l'Ambasciatore Gabriele Meucci, Capo della Missione dell'Unione europea sullo Stato di diritto in Kosovo, EULEX.
  In conclusione, in esito alla missione sono emersi: l'apprezzamento generalizzato per il ruolo svolto dal nostro Paese nell'area, in particolare con la guida delle missioni KFOR ed EULEX, che continuano ad offrire un contributo determinante al processo di stabilizzazione, di pacificazione, di democratizzazione del Kosovo e consolidamento delle istituzioni; gli sforzi compiuti e gli impegni assunti dalle autorità kosovare in ordine allo stesso processo di costruzione delle strutture statuali ed al contrasto alla criminalità e alla corruzione, sforzi ed impegni intesi quali pilastri imprescindibili per la futura adesione del Paese balcanico all'Unione europea; l'opportunità dello sviluppo, nel quadro del rafforzamento dello Stato di diritto così delineato, dell'interscambio commerciale tra l'Italia ed il Kosovo, con il ruolo determinate che può essere svolto in tale contesto dal know-how delle nostre imprese; la riconferma del pieno sostegno del nostro Paese al processo di normalizzazione delle relazioni tra Pristina e Belgrado.

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ALLEGATO 2

Sugli esiti della missione a Torino, in occasione della seconda edizione dell’Italian-German High Level Dialogue (13 aprile 2016).

COMUNICAZIONI

  Il presidente della III Commissione, on. Fabrizio Cicchitto, ha preso parte a Torino, il 13 aprile scorso, alla seconda edizione dell’Italian German High Level Dialogue al quale hanno preso parte il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e il Presidente della Repubblica Federale di Germania, Joachim Gauck, oltre all'omologo Presidente della Commissione affari esteri del Bundestag, Dr. Norbert Röttgen, nonché ai sottosegretari di Stato Benedetto della Vedova e Roth. Il dialogo ad alto livello italiano, lanciato due anni fa sotto l'egida dei Ministeri degli esteri dei due paesi, nella edizione di quest'anno ha trattato i seguenti temi: l'immigrazione, l'agenda digitale e le sfide esterne che attendono l'Europa.
  L'evento, coordinato dall'ISPI e dal German Council on Foreign Relations di Berlino, è stato patrocinato dai due ministeri degli Esteri, in collaborazione con la Città di Torino e con il sostegno di Allianz, Deutsche Bank e Unicredit. Quanto al contesto dell'evento, esso rappresenta una dimensione che, integrata dalla sede di cooperazione italo-tedesca rappresentata da Villa Vigoni, offre un'occasione di dialogo sui temi della politica, dell'economia e della società.
  I lavori hanno coinvolto oltre cento esponenti del mondo economico, della cultura e della politica di entrambi i paesi, che si sono confrontati su temi di particolare rilievo per la cooperazione bilaterale e sempre nel quadro della comune appartenenza all'Unione europea: la gestione dell'immigrazione, l'agenda digitale e le risposte politiche alle crisi interne ed esterne ai confini dell'Unione. I risultati del dibattito sono stati poi presentati ai due presidenti da Giancarlo Aragona, Presidente ISPI, Daniel Gros direttore del Centre European Policy Studies (CEPS), Antonio Samaritani, Direttore Generale dell'Agenzia per l'Italia Digitale.
  Il presidente Cicchitto ha preso parte alla prima sessione a porte chiuse dedicata al tema della «pressione delle migrazioni: una sfida comune», alla quale hanno presto parte Michael Roth, sottosegretario di Stato tedesco per l'Europa; Mario Morcone, Capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione presso il Ministero dell'interno; Lars Castellucci e Laura Garavini, presidenti per la parte tedesca e per la parte italiana del gruppo parlamentare di amicizia italo tedesco; Erwin Rauhe, presidente della Camera di Commercio italo-tedesca e Managing Director della BASF Italia; Carlo Salvatori, presidente di Allianz Italy; Paola Severino, Pro Rettrice dell'Università Luiss Guido Carli, già ministro della Giustizia; Karl Otto Zentel, Segretario Generale CARE Germany-Luxemburg.
  Al centro della sessione è stata l'emergenza migratoria derivante dall'afflusso di rifugiati provenienti dalle aree di instabilità nell'area MENA. Nella condivisione della necessità di una risposta comune ad una sfida comune e senza precedenti tanto per l'intensità quanto per l'abbondanza dei flussi, la sessione ha evidenziato ancora una volta l'incapacità dell'UE nella formulazione di proposte condivise. Certamente, se alcuni Stati di frontiera dell'UE, tra cui l'Italia, e di area balcanica sono i più colpiti, la Germania concorda Pag. 69su una gestione comune dell'emergenza fondata su una strategia rivolta alle frontiere esterne dell'UE, spostando l'asse dalle gestione dei confini nazionali al livello europeo. L'assenza di una visione unitaria ha finora offerto terreno fertile al proliferare dei populismi e dell'euroscetticismo, che prosperano facendo leva sulle paure e sull'inefficienza europea. In tal senso, Italia e Germania, impegnate nella difesa di Schengen, possono giocare un ruolo determinante per una società europea più coesa, che si muova nella direzione di una sempre maggiore integrazione e nel segno di «più Europa». Sul piano degli strumenti di gestione della crisi, è emerso che non è strettamente necessario concepire misure straordinarie: l'articolo 80 del Trattato di Lisbona prevede infatti che le politiche dell'Unione siano governate dal principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario. È proprio a questo principio di solidarietà che bisogna oggi appellarsi per gestire i flussi migratori, anche per assicurare il rispetto della dignità umana e la solidarietà anche agli Stati vicini alle zone di crisi, primi fra tutti Libano e Giordania.
  L'UE deve inoltre intervenire nei Paesi attraversati dalla crisi, non deve isolarsi in cerca di sicurezza, bensì operare anche al suo esterno per eliminare gradualmente le cause stesse all'origine dei flussi. Questo rappresenta sicuramente un obiettivo di lungo termine, ma che l'UE può iniziare a perseguire creando zone di sicurezza e zone cuscinetto tanto nei paesi colpiti dai conflitti quanto in quelli limitrofi.
  Per quanto riguarda la gestione concreta dei flussi migratori, è emersa la proposta per l'istituzione di una guardia di frontiera europea e la istituzione di un'agenzia di asilo comune, come pure l'opportunità di un maggiore impegno della Commissione e delle istituzioni europee in ambito sia finanziario sia di capacity-building. Si è ugualmente evidenziata l'importanza e l'urgenza del processo di revisione del regolamento di Dublino: in quest'ottica, ogni paese sarebbe chiamato a impegnarsi nella gestione della crisi secondo un principio di solidarietà e responsabilità, pur tenendo conto della diversità di competenze e risorse a disposizione. Infine, si è discusso della necessità di offrire ai migranti delle prospettive di inserimento sociale, che partono necessariamente da settori chiave quali l'educazione o la formazione.
  Il presidente Cicchitto è quindi intervenuto, dopo l'introduzione da parte del Sottosegretario Roth e l'intervento del presidente Roettgen, nella sessione plenaria dedicata al tema delle sfide esterne dell'Europa.
  Quanto all'intervento dell'omologo presidente tedesco, esso ha inquadrato le sfide esterne maggiori nella crisi tra Russia e Ucraina, sintomo di un rapporto alterato tra Russia e Occidente ed Europa; in secondo luogo, dal conflitto in Siria e dalla situazione di stallo del processo noto come «primavera araba» con conseguente problemi di sicurezza e di migrazione dal vicinato meridionale dell'Unione europea. Si tratta di sfide esistenziali per l'esistenza e lo stesso funzionamento dell'Unione europea. Vi sono quattro fattori di sfida nodali: in primo luogo, il numero e la frequenza delle crisi e soprattutto la loro simultaneità-attività, circostanza senza precedenti nella storia recente dell'Europa; in secondo luogo, i problemi del quadrante orientale e meridionale hanno una dimensione e una qualità che attenta all'intero ordine politico dell'Europa; il terzo fattore consiste nel fatto che le crisi e i conflitti non restano confinati entro le frontiere degli Stati ma producono rapidi effetti di ricaduta in altri paesi; il quarto fattore riguarda il fatto che tali sfide esterne impattano un'Europa segnata da una crisi interna a sua volta senza precedenti sin dalla sigla dei Trattati di Roma. Le sfide possono tradursi in opportunità se saremo capaci di ridare sostanza al valore della solidarietà europea e se saremo capaci di riscoprire la virtù del compromesso. Lo sviluppo dell'Unione europea si è sempre fondato non sul prevalere di performance nazionali ma sull'individuazione di compromessi tra Stati membri. In questa circostanza occorre Pag. 70un compromesso sulla questione dei profughi, sulla questione delle finanze dell'UE e sulle relazioni con la Russia, trattandosi di questioni inscindibili.
  L'intervento del presidente Cicchitto, in una sostanziale comunanza di vedute con il presidente tedesco, ha richiamato la centralità del ruolo della BCE e della politica di Mario Draghi, cui si deve il merito di avere salvato l'euro e la tenuta stessa dell'Unione europea. Altro tema evocato dal presidente Cicchitto è stato il controverso rapporto tra l'Unione europea e la Turchia, Paese che esprime oggi un ruolo ed aspirazioni di carattere imperiale, che lo associano all'interlocutore russo. Ha quindi sottolineato l'esigenza di un dialogo con Ankara anche in materia di libertà e diritti umani, valori imprescindibili per l'Ue. Un'altra minaccia che richiede un approccio multidimensionale di coalizione è quella del terrorismo. Occorre in questo ambito migliorare il coordinamento tra Paesi europei, il training militare e la cooperazione economica. È ugualmente necessario che l'Unione abbia una visione ampia sui vari fronti caldi, dalla Siria alla Libia. Per quanto riguarda il vicinato orientale, l'Europa si trova a un punto di svolta. A est deve fare i conti con una Russia sempre più assertiva e militarmente aggressiva. A sud, invece, l'Unione deve confrontarsi con la complessità dello scacchiere mediorientale, caratterizzato da stati falliti, emergenze umanitarie, escalation del terrorismo internazionale e competizione regionale tra Arabia Saudita e Iran. Sulla questione dei migranti, ha auspicato una considerazione non strutturale della spesa per la gestione dell'emergenza.
  Alla retorica della paura che vede l'Europa ripiegarsi su stessa, bisogna oggi più che mai contrapporre l'idea di un'Unione forte e coesa, e di conseguenza più competitiva sui mercati internazionali. L'euroscetticismo, infatti, è alimentato dalla sensazione che le discordie sul fronte economico non consentano un'azione incisiva. Quello che serve, piuttosto, è un'Unione meno burocratica, più efficiente, più sociale e capace di investire sui beni pubblici europei, inclusi sicurezza, economia e gestione dei flussi migratori. Una maggiore integrazione deve costituire un obiettivo e un interesse comune, altrimenti si rischia di spianare la strada al diffondersi di populismi e nazionalismi.