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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 aprile 2017
809.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Schema di decreto legislativo recante adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 305/2011 che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE. Atto n. 402.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato lo schema di decreto legislativo recante adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 305/2011 che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE (atto n. 402);
   rilevato che:
    l'articolo 6 prevede che il fabbricante individui le caratteristiche da indicare nella dichiarazione di prestazione, in relazione all'uso previsto del prodotto, e che le amministrazioni competenti possano elencare le prestazioni dei prodotti e le relative caratteristiche essenziali;
    tale disposizione potrebbe essere foriera di incertezza sulle prestazioni da dichiarare e pertanto andrebbe previsto che le amministrazioni «debbano» emanare i decreti interministeriali per fissare, per tutti i prodotti da costruzione che hanno una norma europea armonizzata, i metodi di attestazione della conformità e le caratteristiche da dichiarare obbligatoriamente, nonché eventuali livelli minimi di prestazione;
    l'articolo 20 prevede sanzioni per il costruttore, il direttore dei lavori, il direttore dell'esecuzione o il collaudatore che, nell'ambito delle rispettive competenze, utilizzino prodotti non conformi al Regolamento n. 305/2011;
    tale disposizione non fa alcun riferimento al progettista dell'opera che è il soggetto principale che può e deve indicare le caratteristiche essenziali, con i relativi valori ammissibili, che i diversi prodotti da impiegare devono possedere e gli estremi della corrispondente norma armonizzata europea;
    andrebbe pertanto colmata la lacuna sopra richiamata, inserendo il progettista tra i soggetti sui quali grava l'obbligo di impiego dei prodotti da costruzione conformi al Regolamento n. 305/2011;
    le sanzioni previste dal provvedimento andrebbero graduate in base alla gravità della violazione anche in considerazione di quanto previsto dall'articolo 56 del citato Regolamento che non prevede sanzioni severe, valutando anche la possibilità di prevedere eventuali sanatorie per irregolarità formali prima dell'irrogazione della sanzione,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) si modifichi la disposizione di cui all'articolo 6 prevedendo che le amministrazioni competenti debbano, con decreto Pag. 69interministeriale, elencare le prestazioni dei prodotti e le relative caratteristiche essenziali;
   2) si integri la disposizione di cui all'articolo 20, inserendo il progettista tra i soggetti sui quali grava l'obbligo di impiego dei prodotti da costruzione conformi al regolamento n. 305/2011;
   3) si preveda una graduazione delle sanzioni previste dal provvedimento in base alla gravità della violazione.

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ALLEGATO 2

5-10839 Gadda: Sul recupero e l'incremento del verde urbano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si fa presente, in via preliminare, che gli interventi di rigenerazione urbana, intesi a favorire l'aumento e il miglioramento del verde nelle aree antropizzate sono da tempo all'attenzione del Ministero dell'ambiente, come si evince dalle relazioni annuali al Parlamento, predisposte a cura del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, istituito dalla legge n. 10 del 2013, recante «Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani».
  In considerazione dell'importanza, della complessità e dello sviluppo dinamico del verde urbano, la citata legge n. 10 del 2013 prevede alcune azioni da porre in essere da parte dei Comuni come, ad esempio, la messa a dimora di un albero per ogni neonato; la realizzazione di un catasto arboreo; la realizzazione, a fine mandato del Sindaco, di un bilancio arboreo; le iniziative finalizzate a favorire l'assorbimento delle emissioni di anidride carbonica dall'atmosfera tramite l'incremento e la valorizzazione del patrimonio arboreo delle aree urbane. La stessa legge, con l'introduzione del «verde pensile e verde verticale» impone ove possibile di recuperare spazi verdi anche al di sopra delle coperture degli edifici e delle aree coperte.
  Per quanto riguarda le iniziative di maggiore rilevanza curate dal Ministero dell'ambiente e dal Comitato, si evidenziano: le «Linee guida per lo sviluppo sostenibile del verde urbano», già redatte e attualmente in fase di verifica per la prossima pubblicazione; le delibere del Comitato su particolari questioni pertinenti il verde urbano; l'emanazione di apposito decreto ministeriale per la messa a dimora di specie arboree in occasione della giornata nazionale degli alberi; la predisposizione di apposito decreto ministeriale per la sponsorizzazione di attività per il verde pubblico; la promozione di periodici «stati generali» per il verde urbano a favore di una diffusa sensibilizzazione delle varie istituzioni pubbliche. Si segnala inoltre che il Ministero ha adottato la Strategia Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
  Occorre inoltre ricordare che il Ministero è impegnato a promuovere, nel quadro di riferimento dettato dalla Strategia Nazionale per la Biodiversità, l'integrazione della conservazione della biodiversità e dei processi economici e decisionali, a partire dalle opportunità offerte dal Collegato Ambientale. A questo proposito, si segnala che il 28 febbraio è stato consegnato dal Ministro Galletti al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze il «Primo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia», redatto dal Comitato per il Capitale Naturale. Questo Rapporto ha messo in luce il ruolo fondamentale delle infrastrutture verdi, che contribuiscono alla purificazione dell'aria, alla regolazione del microclima, alla riduzione del rumore, al drenaggio dell'acqua piovana, alla depurazione delle acque.
  Infine, seppur questo Ministero non è competente per la definizione di incentivi fiscali, benché finalizzati al recupero e all'incremento di verde urbano, si segnala tra l'altro che l'obiettivo del Rapporto sul Capitale Naturale, è stato strutturato anche al fine di garantire che le nuove misure da inserire nel Programma Nazionale di Riforma (PNR) siano preventivamente sottoposte ad una valutazione di coerenza rispetto al posizionamento dell'Italia nel raggiungimento degli obiettivi al 2030 riguardanti il Capitale Naturale e rientranti nella Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile e nell'Agenda 2030.

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ALLEGATO 3

5-10840 Daga: Sulla mitigazione del rischio idrogeologico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dagli Onorevoli Interroganti, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, si fa presente che, ad oggi, gli interventi finanziati dal Piano Stralcio Aree Metropolitane, indicati alla tabella B del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 settembre 2015, sono 33.
  Inoltre, si segnala che, relativamente allo stato di attuazione dei predetti interventi, secondo i dati ReNDiS ISPRA, allo stato, 6 risultano non avviati (1 Abruzzo; 2 Liguria; 1 Sardegna; 2 Toscana), 16 in corso di progettazione (2 Emilia-Romagna; 7 Lombardia; 4 Toscana; 3 Veneto), 6 con progettazione ultimata (3 Toscana; 3 Emilia-Romagna), 3 con lavori in esecuzione (2 Liguria e 1 Lombardia), 1 con lavori ultimati (Emilia-Romagna).
  Peraltro, con riferimento ai finanziamenti erogati dal Ministero dell'ambiente a favore delle Regioni si rappresenta che: alla Regione Abruzzo, su un importo totale previsto di euro 54.800.000,00, interamente a carico del Ministero dell'ambiente, sono state erogate risorse pari a euro 7.889.947,59; alla Regione Emilia-Romagna, su un importo totale previsto di euro 43.422.685,00, di cui 27.280.000,00 a carico del Ministero, sono state erogate risorse pari a euro 4.092.000,00 (prima quota) e euro 14.408.000,00 (quote successive); alla Regione Liguria, su un importo totale previsto di euro 315.000.000,00, di cui 275.000.000,00 a carico del Ministero, sono state erogate risorse pari a euro 39.593.715,11; alla Regione Toscana, su un importo totale previsto di euro 106.682.238,91, di cui 64.244.567,27 a carico del Ministero, sono state erogate risorse pari a euro 9.249.749,43; alla Regione Lombardia, su un importo totale previsto di euro 145.660.000,00, di cui 112.430.001,00 a carico del Ministero, sono state erogate risorse pari a euro 16.187.350,65; alla Regione Veneto, su un importo totale previsto di euro 109.796.068,19, di cui 104.133.573,19 a carico del Ministero, sono state erogate risorse pari a euro 15.620.035,98; alla Regione Sardegna, su un importo totale previsto di euro 25.300.000,00, di cui 16.300.000,00 a carico del Ministero, sono state erogate risorse pari a euro 2.445.000,00.
  Ad ogni modo, per comodità di lettura, si depositano le tabelle relative allo stato di avanzamento dei predetti interventi, nonché un prospetto concernente la situazione contabile degli Accordi di programma in questione (allegato 1 e allegato 2).
  Si fa presente altresì che, al momento, non è possibile quantificare l'importo complessivo degli interventi per cui è stata finanziata la sola progettazione con il Fondo di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 luglio 2016 («Modalità di funzionamento del Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico»), poiché è stata appena avviata l'istruttoria per l'individuazione degli interventi.
  Per quanto concerne comunque la forma di programmazione finanziaria, il Ministero si è già attivato con una richiesta per poter ottenere le risorse del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge n. 232 del 2016 e soddisfare così le priorità di cui alla sezione programmatica della Delibera CIPE n. 32 del 2015.
  Ad ogni modo, si rassicura che questo Ministero continuerà a svolgere le attività di competenza tenendo alto il livello di attenzione sulla questione.

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ALLEGATO 4

5-11217 Matarrese: Sul grave danno all'ambiente e alla salute dei cittadini in Valnestore.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Sulla base degli elementi forniti dalla Regione Umbria e dall'Arpa Umbria, si rappresenta che il sito della ex centrale di Pietrafitta, ricadente nell'area della Val Nestore, risulta inserito nella Lista A5 (Siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale), ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, del vigente Piano regionale per la bonifica delle aree inquinate. Inoltre, con specifico riferimento alle analisi sul grado di contaminazione delle falde, si segnala che l'ARPA Umbria, con nota del 14 giugno 2016, ha segnalato, nell'ambito delle attività di vigilanza su delega dell'Autorità Giudiziaria, il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) nelle acque sotterranee presso il Pozzo ubicato nell'area degli impianti sportivi in località Tavernelle, nel Comune di Panicale e nel Pozzo ubicato nell'ex centrale di Pietrafitta, nel Comune di Piegaro. La Regione Umbria, con deliberazione del 15 settembre 2016, ha concesso ad ARPA Umbria un contributo di euro 50.000,00 finalizzato all'implementazione del Piano di indagine riguardante le acque sotterranee nei territori comunali di Piegaro e Panicale. Con successiva nota del 22 agosto 2016, ARPA Umbria ha segnalato il superamento delle CSC nelle acque sotterranee di 14 pozzi privati su 46 pozzi campionati a seguito del monitoraggio espletato nei mesi di giugno e luglio ed il superamento dei limiti di potabilità in un pozzo per il parametro nitrati. In relazione a quanto esposto, la Regione Umbria, con deliberazione del 19 dicembre 2016, ha inserito il sito in località «Area limitrofa ex centrale di Pietrafitta», nell'anagrafe regionale dei siti oggetto di procedimento di bonifica del Piano regionale per la bonifica delle aree inquinate. ARPA Umbria, con ulteriore nota del 27 dicembre 2016, ha segnalato il superamento delle CSC nelle acque sotterranee di 16 pozzi privati in aggiunta a quelli già oggetto di precedenti comunicazioni, evidenziando, al contempo, che alcuni pozzi ove è stato riscontrato il superamento delle CSC sono già ricompresi in attività di bonifica in corso ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006. Con successiva nota del 10 dicembre 2017, ARPA Umbria ha segnalato il superamento in località Poderone delle CSC riguardanti la matrice suolo, ritenendo al contempo che la contaminazione rilevata sia imputabile all'uso e/o stazionamento delle macchine di miniera di proprietà ENEL S.p.A.
  La Provincia di Perugia, sulla base della comunicazione dell'ARPAU, ha diffidato e successivamente, con nota del 14 marzo 2017, ha ordinato all'ENEL S.p.A. di presentare il Piano di caratterizzazione previsto dalla normativa vigente.
  Con ulteriore nota del 16 marzo 2017, ARPA Umbria ha segnalato il superamento delle CSC nelle acque sotterranee di 5 pozzi privati in aggiunta a quelli già oggetto di precedenti comunicazioni.
  L'ENEL S.p.A., in riscontro alla Diffida e all'Ordinanza emesse dalla Provincia di Perugia, ha segnalato che è in corso la predisposizione del Piano di caratterizzazione, che sarà trasmesso entro i termini imposti. Si fa presente, infine, che secondo quanto riferito dal Ministero della giustizia, la Procura di Perugia ha comunicato che, nell'ambito del procedimento penale a carico di ignoti sono in corso accertamenti, Pag. 75in particolare, analisi sui terreni, sulle acque, sugli allevamenti, oltre ad indagini di polizia giudiziaria per accertare eventuali traffici illeciti di rifiuti, per mezzo dell'ARPA e del NOE, precisando che le predette indagini sono coperte dal segreto investigativo.
  Sulla base delle informazioni esposte, il Ministero dell'ambiente, per quanto di competenza, continuerà a tenersi informato e a svolgere attività di sollecito nei confronti dei soggetti territorialmente competenti, mantenendo alta l'attenzione su tale questione.

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ALLEGATO 5

5-11218 Mannino: Sulla compatibilità ambientale del progetto di una struttura turistico-ricettiva in contrada Torre Salsa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla realizzazione, da parte della Società ADLER, di un resort in prossimità della Riserva Naturale Orientata «Torre Salsa» e, parzialmente, all'interno del SIC «Foce del Magazzolo, Foce del Platani, Capo Bianco, Torre Salsa» sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Con nota del 16 marzo 2017 è pervenuto il riscontro del SUAP del Comune di Siculiana, con il quale è stato comunicato il Provvedimento finale SUAP del 24 gennaio 2017, recante «Provvedimento unico conclusivo. Società – RITEMPRA S.p.a., (...) per la realizzazione di una “struttura turistico-ricettiva, ADLER mare S.p.a. – resort e centro benessere da sorgere in C/da Torre Salsa”» quale sintesi del processo autorizzativo esperito.
  Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, la Regione Siciliana ha fatto presente di aver espletato la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, con integrata Valutazione di Incidenza, conclusa con D.D.G. dell'Assessorato ambiente regionale del 19 dicembre 2013, con esito positivo con prescrizioni tese a ridurre ulteriormente l'impatto ambientale dell'opera in esame. Anche il WWF, Ente Gestore della Riserva «Torre Salsa», con nota del 10 agosto 2012, si è espresso sul progetto in modo favorevole, con prescrizioni, sia per quanto riguarda il parere di competenza in materia di aree protette, sia per gli aspetti afferenti la valutazione di incidenza.
  Nel provvedimento regionale risulta altresì che sembrerebbero essere state valutate come non significative le interferenze sulla componente faunistica, in quanto «i lavori in progetto e la frequentazione antropica (sia durante la fase di cantiere che di esercizio) non potranno disturbare o impedire le migrazioni, visto che l'area di progetto dista diversi chilometri dalle zone umide presenti e che le opere architettoniche in progetto non prevedono l'interruzione di corridoi ecologici».
  Per quanto riguarda invece la durata dei provvedimenti autorizzativi, con specifico riferimento alla procedura di VIA, ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, i progetti approvati devono essere realizzati entro cinque anni dalla pubblicazione del provvedimento, ovvero entro un periodo più lungo qualora espressamente previsto nel decreto di VIA.
  Relativamente, infine, alle materie rispetto alle quali il Ministero dell'ambiente svolge un ruolo di vigilanza, dagli atti ufficiali prodotti risulta che, come previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, la competente Autorità regionale si sia espressa nell'ambito della propria discrezionalità tecnica sulla procedura di Valutazione di Incidenza, e che l'Ente Gestore della Riserva «Torre Salsa» abbia dato il proprio nulla osta al progetto.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, ferme restando le attività della Regione Siciliana e dell'Amministrazione comunale di Siculiana in qualità di autorità competenti sui procedimenti autorizzativi relativi al progetto in questione, il Ministero continuerà a tenersi informato e a svolgere la propria attività senza ridurre in alcun modo il livello di attenzione sulla questione.

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ALLEGATO 6

5-11219 Zaratti: Sulla validità della attuale zonizzazione acustica aeroportuale dello scalo di Roma-Fiumicino.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si fa presente, in via preliminare, che, il decreto ministeriale del Ministero dell'ambiente del 31 ottobre 1997, all'articolo 6, stabiliva i criteri di determinazione delle aree di rispetto aeroportuale, prevedendo che le Commissioni aeroportuali, nel compito di individuazione delle aree di rispetto, dovessero tenere in considerazione il piano regolatore aeroportuale, gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica vigenti e le procedure antirumore adottate dalla stessa Commissione. Inoltre, il decreto ministeriale del Ministero dell'ambiente del 3 dicembre del 1999, all'articolo 5, stabilisce che in caso di non coincidenza dei piani regolatori comunali, con i piani regolatori e di sviluppo aeroportuali e le deliberazioni delle Commissioni aeroportuali, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con il Ministro dell'ambiente, ovvero le Regioni o le Province autonome interessate, debbano convocare un'apposita Conferenza di Servizi.
  Si evidenzia, altresì, che i predetti decreti sanciscono che all'interno delle tre zone di rispetto non debbano essere superati i limiti di rumorosità stabiliti dal citato decreto ministeriale del 31 ottobre 1997 e definiti in termini di valori dell'indice Lva (Livello di valutazione del rumore aeroportuale). Il decreto ministeriale del 3 dicembre 1999 stabilisce, invece, le procedure di realizzazione delle cosiddette «curve isofoniche», ossia dell'impronta dell'effettiva rumorosità prodotta dalle operazioni di decollo e atterraggio degli aeroporti, curve queste da confrontare con la classificazione acustica aeroportuale, al fine di determinare le zone critiche di superamento dei limiti e, se del caso, attuare i piani degli interventi di contenimento ed abbattimento del rumore, ai sensi del decreto del Ministro dell'ambiente del 29 novembre 2000.
  Sulla base del descritto quadro normativo si evince, con riferimento al caso in esame, che è compito precipuo della Commissione aeroportuale stabilire le aree di rispetto per l'aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino. A tal proposito, sono state chieste alla Direzione aeroportuale del predetto aeroporto e all'ENAC, tra l'altro anche informazioni relative allo stato di attuazione dei lavori della Commissione aeroportuale, allo scopo di pianificare una strategia unitaria di azioni per il risanamento acustico del sedime aeroportuale.
  Anche il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha sollecitato l'ENAC a fornire lo stato aggiornato delle zonizzazioni acustiche concluse e di quelle ancora da definire.
  Secondo quanto riferito dall'ENAC, si rappresenta che la zonizzazione acustica dell'aeroporto di Fiumicino è stata condivisa in sede di Commissione e approvata all'unanimità come previsto e richiesto dal decreto ministeriale 31 ottobre del 1997, e che quest'ultimo non prevede che la zonizzazione non possa coincidere con i confini dell'impronta acustica. Si evidenzia, altresì, che eventuali superamenti dei limiti acustici devono essere gestiti in accordo con il cosiddetto approccio equilibrato.
  Per completezza d'informazione, tenuto conto che l'Organo Collegiale ha il compito, Pag. 78tra l'altro, di definire ed approvare all'unanimità la zonizzazione acustica aeroportuale, si fa presente che, qualora si volesse precedere a una revisione della zonizzazione acustica, tale esigenza dovrà essere condivisa da tutti gli enti facenti parte della stessa Commissione.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continuerà a tenersi informato e a svolgere le proprie attività con il massimo livello di attenzione, rendendosi comunque disponibile a fornire un ulteriore supporto tecnico.

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ALLEGATO 7

5-11220 Pellegrino: Sugli interventi di competenza relativamente ai rischi ambientali connessi con l'impianto ENI di Viggiano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle problematiche ambientali relative al bacino del Pertusillo, fermo restando quanto già rappresentato in altre occasioni, si fa presente, in via preliminare, che tra le varie attività in corso, è stata conferita delega al NOE per acquisire gli accertamenti effettuati dall'ARPAB. Si rappresenta, al riguardo, che il primo rapporto tecnico dell'ARPAB è stato pubblicato sul sito istituzionale dell'Agenzia in data 21 marzo 2017.
  La Procura di Potenza segnala, altresì, che allo stato proseguono le indagini per accertare le responsabilità penali e la propagazione nel terreno e nelle acque superficiali e sotterranee di sostanze inquinanti che potrebbero avere interessato l'invaso del Pertusillo. L'ARPAB ha rappresentato, inoltre, che i propri tecnici ed i ricercatori dell'ISPRA, con i responsabili dell'ENI, stanno attivando tutte le analisi di competenza per una mappatura in dettaglio del livello della contaminazione sia dal punto di vista dell'estensione che della profondità, al fine di indagare sull'eventuale interessamento delle falde acquifere.
  Occorre, inoltre, evidenziare che l'Agenzia ha svolto anche attività di controllo sulle misure di messa in sicurezza d'emergenza nelle aree interne ed esterne al Centro Oli Val D'Agri. A seguito di tali sopralluoghi e delle successive valutazioni da parte dei tecnici, l'ARPAB ha chiesto ad ENI di realizzare sondaggi aggiuntivi all'esterno e all'interno del COVA. Il 6 marzo scorso, l'ENI ha trasmesso il Piano di Caratterizzazione del COVA a tutte le Autorità ed Enti competenti.
  Si fa presente, altresì, che il 21 marzo scorso si è svolto presso la Procura della Repubblica di Potenza un incontro dei magistrati requirenti con i funzionari dell'ARPAB e dell'ISPRA, durante il quale è stato convenuto che l'ARPAB svolgerà i propri accertamenti in stretto contatto con il Consulente tecnico nominato dalla Procura, mentre l'ISPRA svolgerà, in altro settore di indagine, compiti di ausiliario di Polizia Giudiziaria.
  Inoltre, il 15 aprile scorso, si è tenuta presso la Prefettura di Potenza una riunione per esaminare le criticità createsi a seguito dell'aumento dei valori di contaminazione nelle acque superficiali prossime al COVA, in relazione ai più recenti risultati delle predette analisi prescritte dall'ARPAB ad ENI, comunicati dalla stessa società con nota dell'11 aprile scorso, e che hanno evidenziato un trend crescente del parametro «solventi organici aromatici» in quantità superiori a quelle previste, tali da ipotizzare la «migrazione» della contaminazione. Il competente Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata ha successivamente predisposto la deliberazione di sospensione, per un periodo pari a 90 giorni – salvo ulteriore sospensione qualora permangano i presupposti previsti dalla normativa vigente – dell'attività del Centro Olio Val d'Agri che la Giunta Regionale ha adottato con DGR del 15 aprile 2017, tenuto conto del principio di precauzione e delle esigenze di prevenzione che impongono di svolgere approfondimenti e opportune ispezioni, al fine di verificare la reale portata dell'inquinamento e di evitare un aggravamento della contaminazione. Pag. 80Con successivo provvedimento del 18 aprile, l'Ufficio Prevenzione e Controllo Ambientale della Regione ha dettato ulteriori prescrizioni.
  Ad ogni modo, al fine di supportare le attività degli Enti di sorveglianza e controllo, il Ministero dell'ambiente ha dato mandato ad ISPRA, nell'ambito del Sistema Nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, di svolgere un ruolo di coordinamento finalizzato ad armonizzare da un punto di vista qualitativo e quantitativo le attività delle Agenzie sul territorio.

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ALLEGATO 8

5-11150 Realacci: Iniziative per fronteggiare la siccità dei primi mesi del corrente anno.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta, in via preliminare, che il Ministero dell'ambiente ha provveduto ad individuare le strategie e le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici con l'elaborazione della Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNAQ, alla quale fa seguito l'elaborazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACQ, strumento attuativo della Strategia, che prevede, in particolare, una serie di misure a medio e a lungo termine per affrontare il tema della scarsità idrica e, più in generale, dei cambiamenti climatici. Pur essendo tale Piano Nazionale ancora in fase di revisione finale da parte degli organi Istituzionali preposti, alcune delle misure in esso previste, ritenute improcrastinabili, sono state già realizzate. In particolare, sono state già elaborate e diffuse a livello nazionale le linee guida per le valutazioni ambientali delle concessioni di derivazione delle acque e per la definizione del deflusso minimo vitale/deflusso ecologico.
  Sempre nell'ambito della Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, lo stesso Ministero ha promosso l'istituzione, nel luglio 2016, a livello di ogni Distretto italiano e con appositi Protocolli d'intesa, degli Osservatori permanenti sugli utilizzi idrici.
  Gli Osservatori sono strutture prettamente operative, partecipate da tutti i principali attori distrettuali, pubblici e privati; al loro interno, tra gli altri, sono effettuate le analisi sui trend climatici in atto, la raccolta, l'aggiornamento e la diffusione dei dati relativi alla disponibilità e all'uso della risorsa idrica dei distretti, e vengono formulate proposte per la regolamentazione dei prelievi e degli usi e per il contenimento dei consumi idrici. Gli stessi operano anche da Cabina di regia per la previsione e gestione degli eventi di carenza idrica e siccità, garantendo un adeguato flusso di informazioni, necessarie per la valutazione dei livelli della criticità, della sua evoluzione, dei prelievi in atto, e per la definizione delle azioni più adeguate per la gestione proattiva degli eventi da scarsità. Le attività dell'Osservatorio fanno riferimento a diversi scenari di severità idrica così come di seguito riportati: a) «situazione normale» ovvero «scenario non critico»; b) «scenario di severità idrica bassa»; c) «scenario di severità idrica media»; d) «scenario di severità idrica alta».
  Inoltre, si fa presente che gli Osservatori sono già pienamente operativi sui vari distretti italiani e stanno tenendo, con cadenza pressoché settimanale, riunioni per analizzare lo stato di fatto climatico e meteorologico, per monitorare l'impiego delle risorse, per predisporre gli scenari di utilizzo e per sviluppare il modello proattivo di gestione della scarsità idrica, che potrà prevedere eventuali misure di contenimento dei consumi, nonché deroghe alle ordinarie modalità di gestione degli invasi (ad esempio sub alpini), a sostegno delle attività agricole.
  In particolare, sulla base dei dati idrologici ed idrici disponibili, gli Osservatori attivi sul Distretto padano e su quello delle Alpi Orientali hanno già dichiarato la presenza, sui loro rispettivi territori, dello Pag. 82scenario di «severità idrica media» ed hanno già sviluppato, con il pieno concerto delle regioni e delle province autonome competenti e con la collaborazione di tutti i soggetti pubblici e privati chiamati ad intervenire, programmi di gestione delle criticità idrauliche già sopraggiunte o ipotizzabili.
  Con specifico riferimento al distretto delle Alpi Orientali, l'Osservatorio ha suggerito, per le Amministrazioni delle Regioni e delle Province Autonome, tra le altre, l'attivazione di misure di contingentamento dei prelievi irrigui condizionati dai rilasci dei serbatoi montani, con particolare riferimento ai bacini dei fiumi Adige, Brenta, Piave, Livenza (sottobacino Cellina-Meduna) e Tagliamento, attraverso la temporanea riduzione percentuale delle portate concesse a far data dal 1o aprile e fino al 31 maggio. Per i gestori dei serbatoi idroelettrici montani dotati di adeguata capacità di regolazione ed invaso, compatibilmente con le esigenze della gestione della rete elettrica nazionale, ha suggerito, altresì, di trattenere i volumi corrispondenti alla riduzione delle assegnazioni all'uso irriguo e di orientare comunque la gestione delle risorsa idrica alla massima possibile azione di trattenuta della risorsa medesima, allo scopo di renderla eventualmente disponibile nel periodo estivo, per l'integrazione dei deflussi naturali. Ciò anche in attuazione di quanto disposto dal Piano di gestione delle acque del Distretto delle Alpi orientali.
  Nella corso di una recente riunione dell'Osservatorio distrettuale delle Alpi orientali del 20 aprile, alla luce del peggioramento del quadro idrologico e della segnalazione prodotta da Polesine Acque sulle problematiche di erogazione del servizio idrico in 24 Comuni del Polesine, si è convenuto di garantire alla sezione di Trento Ponte San Lorenzo la portata di 80 m3/s, necessaria per assicurare gli usi idropotabili sulla parte terminale dell'asta del fiume Adige, attraverso uno specifico programma di misure che coinvolge, tra gli altri, i concessionari di grande derivazione idroelettrica siti nei territori della Province di Trento e di Bolzano.
  La provincia Autonoma di Bolzano segnala che il Presidente della Provincia, nell'attuale situazione di siccità e da quanto affermato dall'Osservatorio permanente sugli usi dell'acqua nel Distretto idrografico delle Alpi orientali, in data 21 aprile 2017, ha dichiarato lo stato di emergenza idrica per imporre misure volte a mitigare gli effetti dell'attuale situazione di siccità registrata in Veneto. In particolare, è stato chiesto ad Alperia S.p.a. di garantire, specialmente durante i fine settimana, i giorni festivi ovvero i giorni di ponte, sino alla riduzione dell'emergenza, il rilascio di ulteriori 6 m3/sec in media giornaliera dai suoi bacini. Con ciò la Provincia autonoma di Bolzano è in grado di garantire quel 50 per cento volto a coprire la differenza tra il deflusso misurato e quello auspicato presso la stazione di misura concordata. Il restante 50 per cento viene garantito dalla Provincia autonoma di Trento. Inoltre, sono stati invitati tutti gli utilizzatori di acqua, in particolare il settore agricolo, ad usare la risorsa acqua in modo estremamente parsimonioso, sostenibile ed efficace ed a limitare il consumo al minimo. Si fa presente, comunque, che la situazione è monitorata costantemente dall'Osservatorio distrettuale sugli usi idrici, per una pronta verifica degli effetti delle misure e per la programmazione delle eventuali ulteriori attività.
  Secondo quanto riferito dall'Autorità di Bacino del fiume Po, si fa presente che il quadro climatico osservato nell'ultimo ventennio e previsto per il futuro, unitamente al quadro degli usi presente e previsto nel distretto del fiume Po, sono tali da configurare una situazione di criticità crescente sia sotto il profilo della siccità che sotto il profilo della carenza idrica, per far fronte alla quale è necessario operare sotto il profilo della sostenibilità dell'uso e della gestione proattiva degli eventi estremi.
  A tal fine, l'Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici in atto nel distretto del fiume Po si è riunito il 14 marzo Pag. 832017 e l'11 aprile 2017. Nel corso delle sedute sono state esaminate la situazione relativa alla disponibilità idrica in atto e le previsioni. In particolare, nella seduta dell'11 aprile è stato concordato che la situazione presentava uno scenario di criticità medio-basso nel quale la domanda è ancora soddisfatta, ma gli indicatori mostrano un trend verso valori più preoccupanti. Pertanto, per affrontare le possibili criticità, già in questa fase si è ritenuto opportuno intensificare le azioni più appropriate per un contenimento degli usi critici.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente, considerata la rilevanza delle problematiche, continuerà a svolgere un'attività di monitoraggio sulle attività in corso valutando, qualora si rendesse necessario, l'opportunità di specifici incontri con gli Enti locali interessati dalle predette criticità.