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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 dicembre 2017
924.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno 2017, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (Atto n. 476).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione (Agricoltura),
   esaminato lo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno 2017, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (atto n. 476);
   osservato che il medesimo, sulla base di quanto previsto dall'articolo 1, comma 40, della legge n. 549 del 1995, come modificato dall'articolo 32, comma 2, della legge 23 dicembre 2001, n. 448, dispone il riparto dei fondi stanziati per l'anno 2017 nello stato di previsione della spesa del MIPAAF, sul capitolo 2200, assegnando somme per un ammontare pari a 364.009 euro: al CREA, per 77.953 euro; a 3 Organismi internazionali che operano nel settore agricolo e, in particolare, all’Organisation Europeenne et Mediterraneenne pour la Protection des Plantes – OEPP, per 99.840 euro; all'ITAL-ICID – Comitato italiano per l'irrigazione e la Bonifica Idraulica, che aderisce all'ICID internazionale – International Commission on Irrigation and Drainage, per 30.000 euro, e alla Europeenne Federation de Zootechnie – EAAP, per 14.641 euro, nonché a cinque tra enti e dipartimenti universitari italiani. Si tratta, segnatamente, del Consiglio dell'ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali, cui sono attribuiti 30.000 euro, del Comitato volontario per l'organizzazione dell'ottavo simposio internazionale dell'uva da tavola, al quale sono concessi 25.000 euro, del Comitato organizzatore del Convegno internazionale «CIOSTA 2017», cui vengono corrisposti 35.000 euro, dell'Università degli studi dell'Insubria, cui sono attribuiti 21.575 euro, e del Centro NRD dell'Università degli studi di Sassari, che riceve 30.000 euro;
   preso atto che le risorse assegnate dallo schema di decreto al CREA, pari a 77.953 euro, sono destinate – come indicato nelle premesse allo schema di decreto – alla stesura di un piano di valutazione dei rischi fitosanitari sulle colture in ambito nazionale e internazionale, esteso alle «colture minori»;
   rilevato che tale obiettivo appare pienamente riconducibile alle finalità e attività istituzionali del CREA – come definite e specificamente elencate all'articolo 2 dello statuto dell'Ente, secondo il quale, in via generale, compete al CREA svolgere ricerche e sviluppare soluzioni tecnologiche in grado di innalzare, in un contesto di sostenibilità e salubrità delle produzioni, la profittabilità e la competitività delle attività agricole, agroalimentari e forestali, garantendo la tutela e la conservazione della biodiversità degli ecosistemi agrari, forestali ed ittici – e non si configura affatto come un impegno aggiuntivo richiesto all'Ente che giustifichi un apposito stanziamento; Pag. 313
   considerato altresì che la legge di stabilità per l'anno 2016 (Legge n. 208 del 2015) ha destinato al CREA 21 milioni di euro per l'attuazione di un piano di ricerca straordinario per lo sviluppo di un sistema informatico integrato di trasferimento tecnologico, analisi e monitoraggio delle produzioni agricole e che – a seguito della dismissione di parte significativa del proprio patrimonio immobiliare – il CREA gode della disponibilità di notevoli risorse finanziarie;
   ritenuto pertanto che la destinazione di ulteriori risorse al CREA disposta dallo Schema di decreto in esame appare del tutto ingiustificata;
   tale destinazione di fondi rischia inoltre di determinare un danno ai numerosi enti e organismi che svolgono attività di ricerca in agricoltura e che versano in condizioni di difficoltà, distogliendo loro le necessarie risorse;
   richiamati i contenuti del parere espresso dalla XIII Commissione e approvato nella seduta del 21 giugno 2017 sul precedente schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno 2016 (atto n. 420);
   rammentato che in tale parere la XIII Commissione evidenziava – riproducendo peraltro un rilievo già formulato nel parere espresso sullo schema di riparto per l'anno 2015 – l'opportunità di verificare la denominazione dell'organismo internazionale destinatario delle somme stanziate sul capitolo 2200 indicato erroneamente come «Europeenne Federation de Zootechnie – EAPP»;
   osservato che nello schema di decreto in esame tale organismo risulta nuovamente citato con una analoga errata denominazione, ovvero «Europeenne Federation de Zootechnie – EAAP»;
   preso atto con rammarico che il Governo non ha affatto tenuto in considerazione il rilievo espresso dalla XIII Commissione, denotando una scarsa attenzione per le indicazioni del Parlamento;
   ribadito che il richiamato organismo deve essere correttamente citato come «Fédération Européenne de Zootechnie – FEZ» e che l'ulteriore organismo destinatario di risorse riportato nello schema di decreto come «Organisation Europeenne et Mediterraneenne pour la Protection des Plantes – OEPP» deve essere più correttamente indicato come «Organisation Européenne et Méditerranéenne pour la Protection des Plantes – OEPP»;
   ricordato inoltre che nel citato parere espresso dalla XIII Commissione sullo schema di riparto riferito all'anno 2016, si esprimeva l'auspicio che, con riferimento al contributo disposto a favore delle Università, fosse individuata la normativa che presiede alla scelta delle istanze pervenute;
   osservato come, anche in questo caso, il Governo non abbia tenuto affatto conto delle indicazione espresse in sede parlamentare;
   evidenziata a tale proposito – al fine di garantire la massima trasparenza nella gestione di risorse pubbliche – la necessità che il Governo espliciti per il futuro, in anticipo e dandone adeguata pubblicità, i criteri in base ai quali sarà effettuata la scelta degli Atenei destinatari di fondi,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:

  provveda il Governo a modificare lo schema di riparto in titolo sopprimendo il contributo ivi previsto di 77.953 euro a favore del Consiglio per la ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'economia agraria – CREA.

Pag. 314

ALLEGATO 2

7-00497 Gallinella, 7-00736 Zaccagnini e 7-00993 Antezza: Sulle competenze e sulle funzioni svolte dall'AGEA.

RISOLUZIONE N. 8-00277 APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione (Agricoltura),
   premesso che:
    l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura – Agea – istituita con decreto legislativo n. 165 del 1999 svolge funzioni indispensabili di organismo pagatore e di coordinamento, così come previsto dalla normativa comunitaria in materia di politica agricola comune;
    l'Agea è incaricata, tra l'altro, della vigilanza e del coordinamento degli organismi pagatori riconosciuti di cui al regolamento (UE) n. 1306/2013 sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune, promuove l'applicazione armonizzata della normativa comunitaria e delle relative procedure di autorizzazione, erogazione e contabilizzazione degli aiuti comunitari ed è altresì competente per la gestione degli ammassi pubblici, dei programmi di miglioramento della qualità dei prodotti agricoli per gli aiuti alimentari e per la cooperazione economica con altri Paesi;
    è largamente condivisa la necessità di procedere, anche alla luce della generale revisione della spesa pubblica che è in atto ormai da tempo, ad un riordino complessivo della struttura dell'Agenzia attraverso una riorganizzazione degli assetti e delle funzioni, al fine di migliorarne l'efficienza e la trasparenza, oltre che conseguire una significativa riduzione dei costi;
    come noto, per tutte le funzioni non attribuite agli organismi regionali, operano, unitamente ad Agea, l'Ente nazionale risi, che tuttavia, in un'ottica di riordino e di recupero di efficienza, dovrebbe limitarsi a svolgere attività di ricerca e di assistenza tecnica e non anche quella di organismo pagatore e l'Agenzia delle dogane e dei monopoli – servizio autonomo interventi settore agricolo SAISA – organismo pagatore dell'Unione europea per le restituzioni all'esportazione di prodotti agroalimentari;
    relativamente alle funzioni svolte da SAISA, le complesse procedure di gestione delle restituzioni, attivate nell'ambito di una procedura di sicurezza destinata a garantire che ad esse si ricorra solo quando vi siano forti elementi turbativi di mercato, richiedono che le stesse siano liquidate dall'autorità doganale che presiede al controllo, accertamento e verifica della circolazione delle merci e della fiscalità interna connessa agli scambi internazionali;
    ciò che emerge come aspetto caratterizzante l'organizzazione di Agea è l'accentuata esternalizzazione dei suoi compiti istituzionali che coinvolge società private direttamente o indirettamente controllate dall'Agenzia e organismi indipendenti pubblici e privati;
    come evidenziato dalla relazione della Corte dei conti per gli esercizi dal 2009 al 2011, tra la gestione del sistema informativo (SIAN e SIGG) e le convenzioni stipulate con i Centri di assistenza agricola CAA, in particolare per quanto concerne la ricezione delle domande di pagamento avanzate dagli agricoltori, nonché la formazione e gestione del fascicolo Pag. 315aziendale, oltre il 76 per cento della spesa corrente, percentuale peraltro superiore al finanziamento statale per il coordinamento, ha remunerato prestazioni istituzionali affidate all'esterno;
    è pertanto opportuno che si proceda a rivedere l'insieme delle attività e dei servizi delegati, posto che tale esternalizzazione ha in sostanza ristretto, nell'ambito delle competenze non delegabili, le attività in concreto svolte da Agea organismo pagatore;
    i Centri di assistenza agricola svolgono importanti servizi a supporto degli agricoltori quali in particolare gli adempimenti amministrativi e la compilazione del fascicolo aziendale e sarebbe auspicabile migliorare il processo di raccolta delle informazioni e la loro trasmissione all'organismo di coordinamento,

impegna il Governo:

  ad assumere iniziative per un riordino generale delle funzioni e dell'organizzazione dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura, in base alle seguenti linee guida:
   a) rivedere l'insieme delle prestazioni istituzionali esternalizzate da Agea e valutare, nell'ottica del conseguimento di un risparmio di spesa, l'opportunità che in futuro Agea promuova o costituisca consorzi e società;
   b) riportare in capo ad Agea il coordinamento tecnico delle attività svolte da SIN spa attualmente di competenza dell'area coordinamento, e procedere anche in considerazione della risoluzione del contratto prevista per il 2016, affinché a tale area si affianchi una unità tecnica della stessa Agenzia, o di altro soggetto pubblico, incaricata di predisporre i codici di programma necessari a gestire in automatismo le domande di pagamento e riservare ad un soggetto esterno, anche pubblico, esclusivamente la gestione del servizio relativo alla parte informatica, consentendo quindi all'Agenzia di mantenere la titolarità delle proprie funzionalità e competenze tecniche;
   c) far sì che i Centri di assistenza agricola e gli organismi pagatori, in quanto terminali operativi del sistema informativo gestito da Agea, ottimizzino il processo di raccolta delle informazioni e di monitoraggio in modo da assicurare in tempo reale la trasmissione dei dati all'organismo di coordinamento e, allo stesso tempo, garantire loro, nel rispetto delle rispettive competenze, l'accesso al database di Agea evitando un possibile disallineamento delle informazioni anche in funzione delle nuove procedure per il controllo dei requisiti relativi all'agricoltore attivo, al greening e alle procedure di gestione del rischio;
   d) mantenere, come sancito dal cosiddetto collegato agricolo (Legge n. 154 del 2016), il livello occupazionale dei dipendenti di Agecontrol S.p.A., anche nella fase transitoria.
(8-00277) «Gallinella, L'Abbate, Benedetti, Massimiliano Bernini, Gagnarli, Lupo, Parentela».

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ALLEGATO 3

7-00497 Gallinella, 7-00736 Zaccagnini e 7-00993 Antezza: Sulle competenze e sulle funzioni svolte dall'AGEA.

RISOLUZIONE N. 8-00278 APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione (Agricoltura),
   premesso che:
    l'Unione europea sostiene la produzione agricola dei Paesi della Comunità attraverso l'erogazione, ai produttori, di aiuti, contributi e premi. Tali erogazioni, finanziate da Feaga (Fondo europeo agricolo di garanzia) e Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale), sono gestite dagli Stati membri attraverso gli organismi pagatori, istituiti ai sensi del regolamento (CE) n. 885 del 2006;
    con il decreto legislativo n. 165 del 1999 è stata istituita l'Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) per lo svolgimento delle funzioni di organismo di coordinamento e di organismo pagatore fino all'istituzione ed al riconoscimento degli appositi organismi da parte delle singole regioni, ed è stata, quindi, disciplinata l'istituzione, da parte delle regioni e delle province autonome, di servizi ed organismi per lo svolgimento delle funzioni di organismo pagatore;
    la funzione di «organismo pagatore», che doveva in origine rappresentare un'attività suppletiva rispetto all'attività affidata agli istituendi organismi regionali, si è rilevata nel tempo attività principale. La funzione di «coordinamento», che la normativa europea prevede in caso di costituzione di più organismi pagatori, è tornata ad essere gestita dall'Agea, dopo un passaggio normativo che aveva attribuito tale compito direttamente al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ed è finalizzata all'armonizzazione procedurale e di rendicontazione nei confronti della Commissione europea;
    con l'entrata in vigore della legge di stabilità 2014, l'Agea è tornata ad essere l'unico rappresentate dello Stato italiano nei confronti della Commissione europea, mentre resta ferma la competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nella gestione dei rapporti con la stessa Commissione afferenti, in seno al Comitato dei fondi agricoli, alle attività di monitoraggio dell'evoluzione della spesa, di cui al regolamento (UE) n. 1306/2013 relativo al finanziamento, alla gestione e al monitoraggio della politica agricola comune, nonché alle fasi successive alla decisione di liquidazione dei conti adottata ai sensi della vigente normativa europea;
    l'Agea, quale organismo di coordinamento ha, come compiti principali: la gestione dei registri nazionali (registro nazionale titoli e registro nazionale dei debiti); la gestione delle quote di produzione; l'aggiornamento del sistema informativo territoriale; i controlli incrociati a livello nazionale di tutte le domande di aiuto presentate agli organismi pagatori con il Sistema integrato di gestione e controllo – SIGC – costituito secondo le norme comunitarie; l'esecuzione dei controlli tramite fotointerpretazione a video su immagini aeree o satellitari e in loco presso le aziende, a beneficio di tutti gli organismi pagatori; la rendicontazione in sede Unione europea delle somme erogate in Italia da tutti gli organismi pagatori; Pag. 317
    in tale funzione di organismo di coordinamento, l'Agea è, inoltre, autorità incaricata: della vigilanza e del coordinamento degli organismi pagatori ai sensi del regolamento (CE) n. 1290 del 2005 del Consiglio del 21 giugno 2005; del coordinamento del Sistema integrato di gestione e controllo (SIGC), sistema dei controlli stabilito dalla riforma della politica agricola comune; dei controlli di conformità dei prodotti ortofrutticoli stabiliti dal regolamento (CE) n. 1580/2007; del coordinamento e della gestione del sistema informativo, agricolo nazionale (SIAN); nonché dell'attuazione dei controlli obbligatori ex post previsti dal regolamento (CE) n. 485 del 2008 e dall'articolo 1, comma 1048, della legge n. 296 del 2006;
    l'Agea come organismo pagatore italiano ha competenza per l'erogazione di aiuti, contributi, premi ed interventi comunitari, nonché per la gestione degli ammassi pubblici, dei programmi di miglioramento della qualità dei prodotti agricoli, per gli aiuti alimentari e per la cooperazione economica con altri Paesi;
    l'Agenzia esercita le proprie funzioni non solo mediante le proprie strutture operative, ma anche avvalendosi di proprie società controllate (Sin S.p.A. e Agecontrol S.p.A.): la Sin S.p.A. cura per legge l'esercizio delle funzioni del Sistema informativo agricolo nazionale (Sian), è partecipata al 51 per cento dall'Agea mentre il 49 per cento delle quote è posseduto da un raggruppamento temporaneo di imprese. Il portafoglio azionario di Agecontrol S.p.a., società di controlli, è interamente posseduto dall'Agea;
    nell'espletamento della sua missione istituzionale, Agea, infine, si avvale anche di altri organismi a cui sono stati delegati particolari compiti. Tra questi figurano anche i Caa (Centri di assistenza agricola) i quali svolgono le attività di supporto nella predisposizione delle domande di ammissione ai benefici comunitari e nazionali su mandato degli imprenditori interessati;
    in Italia sono stati istituiti i seguenti organismi pagatori: Artea per la regione Toscana; Agrea per la regione Emilia-Romagna; Avepa per la regione Veneto; Arcea per la regione Calabria; Arpea per la regione Piemonte; OPR per la regione Lombardia; Oppab per la provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige; Appag per provincia autonoma di Trento – Alto Adige; Agea per tutte le regioni che non hanno costituito un proprio organismo pagatore e per tutte le altre funzioni non attribuite agli altri organismi pagatori; SAISA – Agenzia delle dogane – per le restituzioni alle esportazioni, e Ente nazionale risi per il riso;
    con il comma 6-bis dell'articolo 1 della legge 2 luglio 2015, n. 91, di conversione del decreto-legge n. 51 del 2015, è stato previsto dal Parlamento che, alla cessazione della partecipazione del socio privato alla società, l'AGEA provvede, in coerenza con la strategia per la crescita digitale e con le linee guida per lo sviluppo del Sian, alla gestione e allo sviluppo del Sian direttamente, o tramite società interamente pubblica, nel rispetto delle normative europee in materia di appalti, ovvero attraverso affidamento a terzi, mediante l'espletamento di una procedura ad evidenza pubblica ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, anche avvalendosi a tal fine della società Consip Spa, attraverso modalità tali da assicurare comunque la piena operatività del sistema al momento della predetta cessazione;
    le basi per raggiungere l'obiettivo sono state poste affidando a Consip la gara di appalto per la gestione di Sian e con il superamento del modello pubblico-privato di Sin;
    la Conferenza Stato-Regioni il 5 maggio 2016 ha approvato le linee guida 2016 per lo sviluppo del Sian, individuando gli obiettivi, rappresentando quale deve essere il nuovo modello di servizio, tecnologico e la sua governance;
    con l'articolo 15 della legge n.154 del 2016, il cosiddetto collegato agricolo, il Governo è stato delegato a riorganizzare l'AGEA, rivedendone le funzioni, con Pag. 318particolare riguardo all'attuale sistema di gestione e di sviluppo del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), e definendo un nuovo modello di coordinamento degli organismi pagatori a livello regionale, secondo i seguenti principi e criteri direttivi: sussidiarietà operativa tra livello centrale e regionale; modello organizzativo omogeneo; uniformità dei costi di gestione del sistema tra i diversi livelli regionali; uniformità delle procedure e dei sistemi informativi tra i diversi livelli. È stato richiesto espressamente nella delega che la riorganizzazione dovesse favorire l'efficienza dell'erogazione dei servizi e del sistema dei pagamenti e ottimizzare l'accesso alle informazioni da parte degli utenti e delle pubbliche amministrazioni, garantendo la realizzazione di una piattaforma informatica che permetta la piena comunicazione tra articolazioni regionali e struttura centrale, nonché tra utenti e pubblica amministrazione, attraverso la piena attivazione della Carta dell'agricoltore e del pescatore;
    annualmente l'Agenzia effettua erogazioni per la gestione dei fondi europei, di cui oltre il 70 per cento è destinato agli agricoltori, che ricevono sostegni in forme assai differenziate, polarizzate in due grandi capitoli: il premio unico aziendale e le misure previste nei piani regionali di sviluppo rurale;
    un'ulteriore quota di risorse si articola in diversi strumenti di sostegno, allargati anche all'ambito agro-industriale. Si tratta, principalmente, di aiuti per i programmi operativi ortofrutticoli, misure previste nell'ambito dell'organizzazione comune di mercato (OCM) del vino, risorse destinate alla promozione di prodotti alimentari all'estero, al miglioramento della qualità dell'olio e altro;
    nel 2015 – con un anno di ritardo – è entrata in vigore la nuova PAC 2014- 2020, il cui quadro normativo è composto da cinque regolamenti base, destinati a mobilitare risorse finanziarie complessive per circa 408,3 miliardi di euro a prezzi correnti, di cui circa 312,7 miliardi di euro per i pagamenti diretti e le misure di mercato. Per l'Italia, le risorse finanziarie disponibili ammontano, dal 2014 al 2020, a circa 52 miliardi di euro, di cui circa 27 miliardi per i pagamenti diretti, circa 20,8 miliardi per lo sviluppo rurale (compresa la quota di cofinanziamento statale e regionale, pari a circa 10,43 miliardi di euro) e 4,2 miliardi per le organizzazioni comuni di mercato;
    gli obiettivi principali della nuova PAC sono la semplificazione e lo snellimento delle procedure burocratiche e una maggiore selettività nel sostegno agli agricoltori: sia rispetto alla platea dei beneficiari, d'ora in poi ristretta ai soli «agricoltori attivi», sia rispetto alle situazioni o ai comportamenti meritevoli di sostegno, attraverso lo «spacchettamento» del vecchio pagamento unico aziendale in un menù di sette diversi possibili pagamenti, tra i quali gli Stati membri hanno scelto quali attivare e per quale ammontare;
    con il regolamento n. 1748 del 30 settembre 2015, la Commissione europea ha stabilito la possibilità per gli Stati membri di erogare – a partire dal 16 ottobre e fino al 30 novembre 2015 – attraverso gli enti nazionali preposti, un anticipo fino al 70 per cento dei pagamenti diretti spettanti a un agricoltore, disposti dalla riforma della politica agricola comune; le indicazioni presenti nel regolamento sono state recepite dalle circolari di Agea ACIU 2015.435 e ACIU 2015.464. In tali documenti è stato esplicitamente espresso che le procedure degli anticipi sono state predisposte per sostenere le numerose imprese agricole che versano in difficoltà economiche;
   considerato che:
    la grave crisi economica che ha coinvolto il settore primario, soprattutto nell'ambito dei seminativi, del vino, della carne bovina e dell'olio, e che ha determinato livelli di reddito tra i più bassi degli ultimi dieci anni richiede una efficienza della macchina pubblica, in particolare Pag. 319di Agea, che deve essere all'altezza della sfida e mettere in campo azioni efficaci per sostenere l'agricoltura;
    proprio nel periodo di maggiore crisi, quando le entrate dei pagamenti diretti della PAC diventano fondamentali per molte imprese agricole, Agea manifesta il cronico malfunzionamento e ritardo nell'erogazione dei pagamenti della PAC, soprattutto di quelli del programmi di sviluppo rurale;
    una recente ricerca del Parlamento europeo evidenzia che i pagamenti diretti della PAC rappresentano il 41 per cento del reddito agricolo, costituendo, quindi, un elemento essenziale per la redditività delle imprese agricole;
    un recente sondaggio de L'Informatore Agrario rileva che l'80 per cento degli agricoltori lamenta la burocrazia e i ritardi di gestione di Agea, considerata l'emblema della burocrazia della pubblica amministrazione in agricoltura, giudicando, per una percentuale pari all'84 per cento,»pessimo» e «cattivo» il funzionamento di Agea, e la complessità burocratica di Agea viene valutata in peggioramento negli ultimi due anni;
    i ritardi nei pagamenti e nella gestione delle pratiche si traducono inoltre in ritardi competitivi con le imprese degli altri Paesi europei, dove le pubbliche amministrazioni sono in grado di gestire la presentazione delle domande senza affanni e di erogare nei termini i contributi previsti dai regolamenti comunitari;
    le regioni hanno già segnalato al Governo la gravità della situazione e le criticità più rilevanti: dati incoerenti e non aggiornati nei sistemi informativi, banche dati che non dialogano tra loro, rendendo inaffidabili i controlli amministrativi, ritardo nell'aggiornamento dei dati relativi alle imprese, mancata comunicazione del valore definitivo dei titoli PAC 2014-2020, mancanza dei criteri e delle procedure operative per il calcolo della quota greening dei premi PAC, tempistica inadeguata nella gestione delle coperture assicurative, indicazioni assenti per il corretto coordinamento nella gestione delle domande, assenza di interlocuzione e/o informazione su comunicazioni e procedure, supporto informativo del tutto insufficiente nei confronti degli organismi pagatori regionali;
    dal 2015 risulta un peggioramento per AGEA nella tempistica di pagamento – tra la data effettiva di pagamento all'agricoltore e la prima data di pagamento prevista dalla normativa comunitaria – con uno scostamento significativo rispetto al passato poiché si è passati, infatti, dai 90 giorni degli anni precedenti ai 150 del 2015, con un leggero miglioramento della tempistica per il 2016;
    la gestione del Registro dei titoli, gestito da Agea, risulta in continuo aggiornamento, determinando confusione ed incertezza tra gli agricoltori. In particolare, i titoli 2015-2020 richiedevano di essere assegnati in via definitiva il 1o aprile 2016; diversamente, dal 2016 e per tutti gli anni successivi Agea ha effettuato sei ricalcoli dei titoli, spesso in modo retroattivo. Anomalie sulle gestione dei titoli, incomprensibili e difficili da sanare, si sono verificate, altresì, sulla ricognizione preventiva 2015; allo stesso modo sono state respinte domande di accesso alla riserva nazionale senza averne rese note le motivazioni. La situazione sopra descritta crea una incertezza a danno degli agricoltori che non riescono ad avere contezza in ordine alla titolarità e all'assegnazione dei titoli definitivi;
    il sistema delle assicurazioni agevolate, e, più in generale della gestione del rischio in agricoltura, è quello in cui Agea manifesta maggiori difficoltà di gestione, nonostante il dibattito a livello europeo indichi che il futuro della politica agricola è affidato allo strumento della gestione del rischio. In Italia, infatti, il sistema di assicurazioni agevolate è notevolmente cresciuto, soprattutto dal 2004 al 2014; dal 2015, la situazione si è bloccata, con un crollo del sistema delle assicurazioni agevolate. I finanziamenti Pag. 320del 2015 a tale tipo di assicurazioni sono stati erogati nel 2017, ma solo in minima parte, meno del 50 per cento. Per il 2016, non risultano ancora certezze sull'effettiva erogabilità dei pagamenti nonostante gli agricoltori si siano già impegnati con le assicurazioni del 2017. Il sistema dei Consorzi di Difesa, un'eccellenza del sistema italiano, soffre gravi conseguenze per i ritardi dei pagamenti, aggravati da oneri finanziari e difficoltà per far fronte alla gestione ordinaria nonostante le risorse finanziarie, pari a 1,6 miliardi di euro, siano disponibili;
    un'altra situazione critica di Agea è rappresentata dai sistemi informatici, dalla lentezza nel caricamento degli stessi, dalle difficoltà di connessione in prossimità della scadenza delle domande, anche per giornate intere; situazione incomprensibile, considerato che il Governo ha investito ingenti risorse sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione;
   la Commissione europea – in particolare la Direzione generale Agricoltura (Dg Agri) – sembra abbia rilevato una serie di carenze nell'applicazione del piano di azione che Agea ha adottato per allinearsi ai nuovi requisiti che la riforma della PAC prevede per gli organismi pagatori e una mancanza di azione coordinata tra il livello locale e quello nazionale. Secondo la Commissione, le carenze riguarderebbero in particolare l'accuratezza e l'affidabilità dei dati forniti dai CAA (Centri assistenza agricola), la gestione del registro dei debitori, la supervisione dell'attività del Sin. Inoltre la Dg-Agri constaterebbe che il rispetto dei criteri di riconoscimento dell'Agea, in particolare la gestione del debito e del registro dei debitori, non è stato conforme alle norme dell'Unione europea;
    l'Organismo pagatore AGEA non ha ancora avuto, per il 2015 e 2016, la liquidazione dei conti da parte della Commissione europea, con il pericolo del mancato riconoscimento delle spese che potrebbero essere imputate all'erario nazionale; si tratta di importi complessivamente pari a circa 7,5 miliardi di euro;
    la Commissione d'inchiesta sulla digitalizzazione della P.A. ha rilevato, rispetto al SIAN, che «le criticità maggiori emerse riguardano l'eccessivo sbilanciamento delle competenze tecnologiche presenti nei fornitori e quasi totalmente assenti nella parte pubblica con la conseguente sostanziale impossibilità di controllo di qualità e di adeguato dimensionamento della spesa» e che «il quasi totale affidamento nei confronti di Sin vede come principale causa l'assenza di competenze tecniche, informatiche e manageriali nei dipendenti AGEA». La relazione prosegue ricordando che anche la Commissione europea ha rilevato come Agea oggi non abbia la capacità di coordinamento e di governo dal punto di vista della gestione del SIAN;
    si registrano significativi ritardi nell'andamento della spesa relativa ai Programmi di Sviluppo Rurale 2014-2020, il cui livello di attuazione per l'Italia si attesta ad una media del 10 per cento circa, al di sotto dei livelli raggiunti negli altri paesi europei. Si verificano, altresì, numerose difficoltà nel mettere a disposizione delle Regioni gli strumenti di gestione operativa del PSR;
    Agea Organismo Pagatore evidenzia criticità di carattere gestionale che, a poco più di due anni dall'avvio dei PSR nelle regioni italiane, non consentono alle Regioni di operare con procedure informatiche stabili, il cui mancato perfezionamento produce ritardi nella spesa delle misure cosiddette a superficie ed in quelle per investimenti;
    pur avendo Agea Organismo Pagatore stabilito un piano di azione per accelerare l'attuazione (pagamenti delle misure strutturali e a superficie) delle passate annualità e per l'attuazione dei programmi 2014-2020, le Regioni che operano attraverso Agea OP evidenziano notevoli problematiche gestionali;
    i Servizi della Commissione e, in particolare della DG Agri, hanno evidenziato in occasione dei Comitati di Sorveglianza svoltisi nelle varie regioni, la gravità Pag. 321di tali ritardi e l'impatto negativo che essi generano sull'avanzamento della spesa dei PSR italiani;

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative per assicurare una maggiore efficienza a livello nazionale e una omogeneità di procedure amministrative e informatiche a tutti i livelli per garantire una necessaria operatività degli organismi pagatori e per limitare il dispendio di risorse finanziarie;
   ad assumere iniziative urgenti per riformare complessivamente il sistema di Agea, in modo da delineare un chiaro quadro di riparto delle funzioni, valutando la possibilità di attribuire agli organismi pagatori regionali il ruolo cogestionale dentro il coordinamento di Agea;
   a dare attuazione ad una riforma di Agea in grado di dare un ruolo adeguato agli operatori pubblici cointeressati alla gestione dei fondi agricoli comunitari;
   a riformare il sistema informativo agricolo nazionale in modo da rendere lo stesso compatibile e facilmente dialogante con quello adottato degli enti pagatori regionali, in modo da rendere i dati forniti immediatamente utilizzabili, evitando operazioni di conversione degli stessi dati, causa di rilevanti incertezze nelle operazioni di controllo;
   a garantire l'applicazione operativa delle linee guida per lo sviluppo del Sian 2016, approvate dalla Conferenza Stato-regioni il 5 maggio 2016 avendo riguardo anche alle modalità di governance ivi individuate, che ne richiedono una pronta realizzazione;
   a favorire la previsione di un Comitato nell'ambito dell'Organismo di Coordinamento Agea, per meglio valorizzare le esigenze dei rappresentanti degli organismi pagatori regionali riconosciuti;
   a sostenere l'istituzione di un apposito Comitato tecnico nell'ambito dell'Organismo Pagatore di Agea, per dare voce alle Autorità di Gestione delle Regioni prive di un proprio OPR riconosciuto;
   a favorire l'istituzione, presso Agea Organismo Pagatore di un Servizio tecnico e di informazione tecnologica che assicuri un monitoraggio continuo, anche avvalendosi di professionalità assunte attraverso procedure concorsuali ad evidenza pubblica;
   a rendere tracciabili i dati immessi nel sistema in modo da poter individuare con certezza il soggetto responsabile della correttezza dei dati immessi ed evitare incertezze in ordine ai soggetti e ai contributi ammessi, anche incrociando le informazioni fornite con quelle già in possesso delle pubbliche amministrazioni competenti;
   ad assumere iniziative per snellire gli adempimenti burocratici e semplificare le procedure, in particolare per alcuni pagamenti che si sono rilevati maggiormente problematici quali quelli riguardanti i premi accoppiati, le superfici pascolative, anche rispetto al pascolo per conto terzi, nonché per le procedure e i controlli in vari settori, quali, ad esempio quello olivicolo, zootecnico e della multifunzionalità;
   a continuare vigilare affinché, nei tempi stabiliti dalla regolamentazione europea, siano garantiti i pagamenti degli aiuti e contributi a tutte le imprese agricole aventi diritto;
   ad assumere iniziative per ripristinare un nuovo rapporto di fiducia con le istituzioni europee e con tutto il mondo agricolo;
   a far sì che, alla luce di quanto esposto in premessa, il Direttore, per il buon funzionamento dell'Agenzia, promuova una revisione della governance in modo da garantire nel prossimo futuro la realizzazione dei compiti in tempi certi e con le modalità richieste, assicurando, al tempo stesso, una utilizzazione efficiente del management e favorendo il necessario e finora mai realizzato avvicendamento dei responsabili apicali di funzioni;Pag. 322
   a salvaguardare i livelli occupazionali e a valorizzare le professionalità utili al comparto dei controlli in agricoltura dei lavoratori di Agecontrol S.p.A.
(8-00278) «Antezza, Oliverio, Luciano Agostini, Capozzolo, Carra, Cova, Cuomo, Dal Moro, Falcone, Fiorio, Lavagno, Marrocu, Mongiello, Palma, Prina, Romanini, Taricco, Terrosi, Venittelli, Zanin, Vico, Schullian, Giacobbe».

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ALLEGATO 4

7-01016 Venittelli e 7-01046 Benedetti: Misure per favorire l'accesso al credito delle imprese della pesca e dell'acquacoltura.

RISOLUZIONE N. 8-00279 APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione (Agricoltura),
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 415, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016) prevede che l'ISMEA possa concedere garanzie e aiuti per l'accesso al credito a favore delle imprese della pesca e dell'acquacoltura anche avvalendosi delle risorse del Fondo europeo per gli affari marittimi e per la pesca (FEAMP);
    a tal fine le disposizioni di cui all'articolo 17 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, e all'articolo 1, comma 512, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, si applicano in favore delle imprese della pesca e dell'acquacoltura: l'ISMEA può prestare la propria garanzia a fronte di finanziamenti a breve, a medio ed a lungo termine concessi da banche, intermediari finanziari iscritti nell'elenco speciale di cui all'articolo 107 del TUB resto unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, decreto legislativo n. 385 del 1993 e successive modificazioni), nonché dagli altri soggetti autorizzati all'esercizio del credito agrario e destinati alle imprese operanti nel settore agricolo, agroalimentare e della pesca; la garanzia può altresì essere concessa anche a fronte di transazioni commerciali;
    l'articolo 57 del regolamento (Ue) n. 508/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 maggio 2014 relativo al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca dispone che, per salvaguardare le entrate dei produttori acquicoli, il FEAMP possa contribuire a un'assicurazione degli stock acquicoli che copra le perdite dovute ad almeno uno dei seguenti eventi, riconosciuti ufficialmente – anche in base a criteri prestabiliti – dallo Stato membro interessato:
     a) calamità naturali;
     b) eventi climatici avversi;
     c) improvvisi cambiamenti della qualità e della quantità delle acque per i quali l'operatore non è responsabile;
     d) malattie nel settore acquicolo, mancato funzionamento o distruzione di impianti di produzione per i quali l'operatore non è responsabile; il sostegno del FEAMP è concesso unicamente per contratti assicurativi degli stock acquicoli che coprono le perdite economiche pari a più del 30 per cento del fatturato annuo dell'acquacoltore, calcolato sulla base del fatturato medio dell'operatore dell'acquacoltura nel corso dei tre anni civili precedenti l'anno in cui si sono verificate le perdite economiche;
    le diverse forme di garanzia per favorire l'accesso al credito da parte delle imprese sono rilasciate da ISMEA mediante la Società gestione fondi per l'agroalimentare – società di scopo a responsabilità limitata al 100 per cento di proprietà dell'ISMEA (SGFA), che gestisce gli interventi per il rilascio delle garanzie dirette e delle garanzie sussidiarie, attribuite per legge ad Ismea; la garanzia diretta SGFA è disciplinata dal decreto ministeriale 22 marzo 2011 del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, adottato di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze; la garanzia Pag. 324diretta, che favorisce l'accesso al credito delle aziende con quattro differenti tipologie (fideiussione, cogaranzia, controgaranzia, garanzia di portafoglio) non può superare il limite di 1 milione di euro per le micro o piccole imprese e di 2 milioni di euro per le medie imprese; inoltre, la garanzia può essere concessa entro il limite del 70 per cento del finanziamento, o entro il limite dell'80 per cento per i giovani imprenditori, e fino all'importo massimo garantito in essere di euro 1.000.000 per le micro e piccole imprese e di euro 2.000.000 per le medie imprese;
    la garanzia sussidiaria, di cui al decreto ministeriale 14 febbraio 2006; rilasciata in modo automatico dalla SGFA ai sensi dell'articolo 43 del decreto legislativo n. 385 del 1993, è liquidata dalla SGFA alla banca che registri una perdita in seguito alla escussione della garanzia primaria;
    i commi da 659 a 664 della legge di stabilità 2016 hanno disposto l'incorporazione di diritto della società Istituto per lo sviluppo agroalimentare s.p.a. (ISA) e della società Gestione fondi per l'agroalimentare s.r.l. (SFGA) nell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA),

impegna il Governo

a favorire l'accesso al credito delle imprese della pesca e dell'acquacoltura mediante le garanzie accordate da ISMEA, con ogni strumento utile a legislazione vigente, anche mediante l'intervento diretto di ISMEA, nei limiti delle risorse disponibili ed utilizzabili a tali scopi, verificando la percorribilità dell'impiego delle risorse del FEAMP nel contesto della duplice finalità del più agevole accesso al credito e di un sistema efficiente di gestione del rischio.
(8-00279) «Venittelli, Pelillo, Sani, Oliverio, Crivellari, Arlotti, Vico, Marco Di Maio, Luciano Agostini, Donati, Lodolini, Mongiello, Morani, Carrescia, Paola Boldrini, Iacono, Minnucci, Romanini, Capozzolo, Zardini, Manzi, Rostellato, Capone, Culotta».

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ALLEGATO 5

7-01016 Venittelli e 7-01046 Benedetti: Misure per favorire l'accesso al credito delle imprese della pesca e dell'acquacoltura.

RISOLUZIONE N. 8-00280 APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione (Agricoltura),
   premesso che:
    le difficoltà economiche che stanno attraversando gli operatori della pesca in seguito all'impennata dei prezzi del carburante e al deterioramento degli stock ittici, unitamente alle perdite in acquacoltura causate da patologie ittiche spesso derivanti da avverse condizioni atmosferiche rendono sempre più urgenti concrete misure strutturali in grado sia di promuovere e favorire l'accesso al credito, sia di introdurre modalità innovative per la gestione dei rischi;
    il fondo di solidarietà nazionale della pesca e dell'acquacoltura, pur rappresentando un quadro normativo importante per l'attivazione di misure volte ad incentivare la stipula di contratti assicurativi, di interventi compensativi e di altre azioni in favore degli eredi diretti dei marittimi imbarcati sulle navi o degli addetti agli impianti di acquacoltura deceduti a seguito di cause di servizio o di affondamento delle unità asservite agli impianti, non è tuttavia sufficiente per fronteggiare le innumerevoli criticità che caratterizzano il comparto;
    gli strumenti di gestione del rischio, così come avviene per il comparto agricolo, rappresentano senza dubbio la via maestra per la tutela dei redditi degli operatori ed è indispensabile pertanto l'attuazione del regolamento (CE) n. 508/2014;
    quest'ultimo, riconoscendo i rischi inerenti agli investimenti in attività acquicole, promuove la sicurezza delle imprese contribuendo alla copertura assicurativa dell'acquacoltura, salvaguardando così il reddito dei produttori in caso di perdite anomale di produzione dovute, in particolare, a calamità naturali, eventi climatici avversi, improvvisi cambiamenti della qualità delle acque, malattie o infestazioni parassitarie e la distruzione di impianti di produzione, e contribuisce a fondi comuni che forniscono ai pescatori compensazioni finanziarie per le perdite economiche causate da eventi climatici avversi, un'emergenza ambientale o i costi di salvataggio;
    investire nel capitale umano è altresì vitale al fine di accrescere la competitività e il rendimento economico della pesca e delle attività marittime, ed è pertanto urgente attuare e sostenere i servizi di consulenza, la cooperazione tra scienziati e pescatori, la formazione professionale e l'apprendimento permanente anche con l'obiettivo di divulgare le conoscenze e contribuire a migliorare le prestazioni complessive e quindi la competitività degli operatori,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative per attuare urgentemente quanto disposto dagli articoli 27, 35 e 57 del regolamento (CE) n. 508/2014 del parlamento europeo e del consiglio relativo al fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca;
   ad adottare ogni utile iniziativa volta a promuovere l'accesso alle operazioni di microcredito con garanzia pubblica da parte delle aziende del settore ittico e dell'acquacoltura.
(8-00280) «Benedetti, Gallinella, L'Abbate, Gagnarli, Parentela, Massimiliano Bernini, Lupo».