TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 318 di Lunedì 27 ottobre 2014

 
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INTERROGAZIONI

A)

   LOSACCO e ROSATO. — Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:
   nella serata del giorno 17 marzo 2014 nei pressi di Palagiano in provincia di Taranto si è consumato un efferato triplice omicidio, tra le cui vittime anche un bambino di 4 anni;
   dalle prime ricostruzioni la vettura sulla quale viaggiavano le vittime sarebbe stata affiancata lungo la strada, costretta al margine del guard rail e crivellata di colpi;
   alla guida vi era Carla Maria Fornari di anni 30, vedova di un pregiudicato morto quattro anni fa, al suo fianco Cosimo Orlando di 44 anni, pregiudicato in stato di semilibertà e che portava in braccio il figlio della donna, avuto dal defunto marito, di quattro anni;
   illesi sono rimasti gli altri due figli di 6 e 7 anni che viaggiavano sui sedili posteriori;
   l'omicidio è avvenuto lungo la strada statale 106 jonica e le forze dell'ordine per tutta la notte hanno cercato di rintracciare gli autori dell'agguato, anche attraverso le immagini delle telecamere delle stazioni di servizio;
   l'episodio desta sconcerto per le modalità e la brutalità, che ha visto tra le vittime finanche un bambino e che comunque è avvenuto su una strada statale di grande traffico e avrebbe potuto vedere il coinvolgimento anche di altre persone;
   da tempo, anche con altri atti di sindacato ispettivo presentati in precedenza, l'interrogante evidenziato il livello di allarme che desta la questione sicurezza in Puglia, soprattutto in determinate aree, che non può essere ignorato –:
   se e quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere con la massima urgenza per affrontare le criticità, in termini di sicurezza, presenti sul territorio pugliese, potenziando gli organici e la dotazione di mezzi di stanza in regione, al fine di presidiare in maniera più efficace il territorio e contrastare un'evidente recrudescenza delle azioni criminali che si registrano con modalità efferate e inaudite. (3-00698)
(18 marzo 2014)

B)

   PAGANO, ROCCELLA, CALABRÒ, BINETTI, GIGLI, SBERNA, FITZGERALD NISSOLI e CARUSO. — Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:
   le aggressioni e gli atti d'intolleranza che le associazioni Glbt rivolgono contro chi manifesta pubblicamente, in modo assolutamente pacifico e senza offendere alcuno, il proprio dissenso dall'ideologia gender stanno crescendo in maniera esponenziale in tutto il Paese. Le violenze e le intimidazioni che vedono protagoniste varie sigle della vasta galassia Glbt sono innumerevoli e negli ultimi mesi si stanno concentrando in particolare contro le «Sentinelle in piedi», un'associazione di cittadini la cui attività di difesa e promozione della dignità della persona, della famiglia fondata sull'unione tra un uomo e una donna e della libertà di espressione si svolge con veglie silenziose nelle piazze, sempre nel pieno rispetto delle opinioni e delle idee altrui;
   l’escalation di violenza contro le «Sentinelle in piedi» è confermata da numerosi episodi dettagliatamente documentati da qualificate fonti di stampa. Il quotidiano telematico La Nuova Bussola Quotidiana e il quotidiano Avvenire del 2 giugno 2014, così come i quotidiani Libero e La Stampa del 3 giugno 2014, riportano, infatti, la notizia dell'ultimo episodio di intolleranza e censura subito dalle «Sentinelle in piedi» il 31 maggio 2014 a Lecce. Gli attivisti della locale associazione, dopo aver effettuato i prescritti adempimenti nei confronti della questura, si apprestavano, infatti, a dare vita ad una pacifica quanto pacata veglia di protesta contro la legge sull'omofobia – nota come disegno di legge «Scalfarotto» – e le sue conseguenze liberticide – nel senso che viene eliminata ogni libertà d'opinione – quando sono stati letteralmente accerchiati e impediti dal proseguire la manifestazione con urla, cori e insulti ad opera di un folto gruppo di militanti di varie associazioni Glbt. Le modalità con cui è stata fermata la manifestazione delle «Sentinelle in piedi», accuratamente descritte dai giornali e visibili nei video presenti sulla rete, dimostrano come si sia trattato di un raid pianificato con il preciso intento di reprimere e inibire ogni opinione o idea che contrasti con l'ideologia gender. Ad ulteriore conferma del carattere assolutamente pacifico della veglia delle «Sentinelle in piedi» e della natura intimidatoria e intollerante della «contro-manifestazione» degli attivisti Glbt, nonché a conferma della pericolosità del disegno di legge sull'omofobia per l'esercizio della libertà di espressione, il citato articolo de La Nuova Bussola Quotidiana così riportava: le «Sentinelle in piedi» «in una nota diffusa poche ore dopo la veglia, ringraziano gli attivisti Glbt per quanto hanno fatto (...) a Lecce: hanno confermato nel modo più evidente il loro tratto intollerante e intimidatorio, in linea col carattere liberticida del disegno di legge “Scalfarotto”. Quest'ultimo manderà in carcere chiunque sostiene che un bambino cresce meglio con una madre e un padre; i sostenitori del disegno di legge lo applicano prima che sia approvato, impedendo perfino una manifestazione silenziosa contro di esso». E ringraziano pure la questura di Lecce: «la mancata tutela del diritto di manifestare pacificamente, nonostante fossero state rispettate tutte le regole per esercitarlo, ha permesso agli attivisti Glbt di mostrarsi per quello che sono»;
   il grave episodio verificatosi a Lecce non è purtroppo un caso isolato. Le «Sentinelle in piedi» sono state vittime, infatti, di una lunga serie di manifestazioni di intolleranza repressiva e violenta, tra le quali si ricorda l'episodio accaduto a Trento l'11 aprile 2014 – richiamato sempre da La Stampa del 3 giugno 2014 – dove 200 contestatori aderenti ad associazioni Glbt e centri sociali si sono infilati tra le fila delle «Sentinelle in piedi», provocandole, insultandole e minacciandole con cani di grossa taglia, episodio «emulato», pur senza l'ausilio di cani di grossa taglia ma con lo stesso portato di violenza e intolleranza, qualche giorno più tardi a Verona e ripreso dal quotidiano L'Arena del 14 aprile 2014; identico «copione» quello ripetutosi a Siena il 20 maggio 2014, e riportato dal quotidiano online Tempi.it, dove un gruppo di contestatori delle locali associazioni Glbt, oltre ad interrompere la veglia delle «Sentinelle in piedi» con il solito «repertorio» di provocazioni, insulti e intimidazioni, ha inscenato la propria protesta deliberatamente con baci saffici di fronte ai minorenni presenti;
   insulti, grida minacciose, urla le «armi» con cui un altro gruppo di violenti contestatori appartenenti ad associazioni Glbt tenta di interrompere una veglia delle «Sentinelle in piedi» svoltasi a Perugia il 29 marzo 2014, il tutto postato su Youtube in un video;
   a tali episodi riguardanti nello specifico le «Sentinelle in piedi» si aggiungono numerose altre contestazioni compiute dai gruppi Glbt ai danni di singoli o altre associazioni con lo stesso modus operandi e la stessa finalità di inibire e al tempo stesso provocare una qualche reazione «scomposta» nei soggetti provocati, in modo da poter strumentalmente denunciare il compimento di un gesto «omofobo» da parte degli stessi. Questo è quanto verificatosi sia in occasione del convegno dal titolo «Gender, omofobia, transfobia. Verso l'abolizione dell'uomo?» svoltosi a Casale Monferrato il 22 settembre 2013 e violentemente interrotto da gruppi aderenti ai collettivi Glbt – il tutto documentato in un articolo e in un video pubblicato da Il Fatto Quotidiano dal giornalista Simone Badaucco –, sia all'istituto paritario Faà di Bruno di Torino dove gli attivisti Glbt, nel novembre 2013, hanno inscenato proteste e contestazioni per impedire che nella scuola venisse svolto un ciclo di seminari sulla «bellezza della famiglia tradizionale minacciata dall'ideologia gender». Sia ancora con lo scrittore e giornalista Mario Adinolfi, ex parlamentare del Partito democratico, che viene regolarmente aggredito verbalmente ogni qualvolta presenta il suo libro «Voglio la mamma» in pubbliche conferenze. L'ultimo episodio, di una lunga serie, è avvenuto durante il convegno tenutosi all'Università Roma Tre martedì 27 maggio 2014. Come ben descritto dal quotidiano Avvenire del 1o giugno 2014, a pagina 3, dell'inserto Romasette, «durante il convegno c’è stata l'incursione di studenti di altre facoltà» che hanno disturbato l'incontro e con provocazioni hanno cercato di impedire il dibattito;
   in considerazione dell'entità e gravità della questione esposta, la soluzione della stessa è resa ancor più urgente dall'imminenza delle prossime manifestazioni delle «Sentinelle in piedi» in programma venerdì 13 giugno 2014 a Trento e Messina, sabato 14 giugno 2014 a Parma, Busto Arsizio, Brescia e Catania, domenica 15 giugno 2014 a Verona e Cremona e delle altre che sono state già programmate nelle prossime settimane –:
   tenuto conto della escalation d'intolleranza e violenza che questi episodi stanno avendo, quali iniziative il Ministro interrogato ritenga opportuno adottare affinché manifestazioni quali quelle descritte possano svolgersi pacificamente.
(3-00867)
(10 giugno 2014)

   GIGLI e SBERNA. — Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:
   molti cittadini hanno partecipato, in data 5 ottobre 2014, ad una veglia silenziosa e non-violenta, organizzata dal movimento «Sentinelle in piedi», manifestando con semplicità nelle piazze d'Italia, appunto restando in piedi silenziosamente e leggendo un libro, per affermare la legittima opinione che «il matrimonio è soltanto tra un uomo e una donna, che un bambino ha diritto di avere una mamma e un papà, che una famiglia ha il diritto di educare liberamente i propri figli»;
   non sono, però, mancate le contestazioni da parte di chi non condivide tali posizioni, tanto che mentre si svolgeva l'iniziativa sono state organizzate contro iniziative anche violente nei confronti di tale libera manifestazione del pensiero, costituzionalmente tutelata;
   nella città di Pisa il numero di contestatori è arrivato, secondo gli organizzatori della manifestazione, a circa duecento persone, le quali hanno preso ad occupare lo spazio legittimamente occupato dai manifestanti, arrivando ad offendere individualmente le persone;
   alcune «Sentinelle in piedi» sono state circondate da gruppetti di facinorosi, divenendo oggetto di gravi ingiurie;
   nessuna Sentinella risponde alle pur pesanti provocazioni e le forze dell'ordine non sono intervenute a loro difesa;
   l'intera area destinata alla legittima manifestazione è occupata dai contestatori che intonano canti dal contenuto osceno: si racconta che alcuni bambini presenti alla veglia siano scoppiati in lacrime e una donna incinta sia stata strattonata, mentre si è assistito all'esposizione di cartelli blasfemi;
   in seguito all'intervento della digos, gli organizzatori hanno deciso di interrompere la veglia scortati dalla polizia;
   si fa presente come gli organizzatori della veglia delle «Sentinelle in piedi» di Pisa abbiano consegnato in data 2 ottobre 2014 al responsabile dell'ordine pubblico della questura di Pisa una richiesta scritta di presenza adeguata delle forze dell'ordine, motivata da voci insistenti circolanti in città su contestazioni organizzate contro le «Sentinelle in piedi»;
   la mattina del 5 ottobre 2014, a poche ore dall'inizio della veglia, è stata notificata via e-mail alla questura di Pisa una minaccia esplicita verso la veglia delle «Sentinelle in piedi» pervenuta sul profilo Facebook «Sentinelle in piedi Pisa»;
   nella città di Genova un folto numero di persone dei centri sociali e dell'Arcigay ha pesantemente e continuamente disturbato il regolare svolgersi della veglia, nonostante l'esemplare esempio di non-violenza offerto dalle «Sentinelle in piedi», le quali in nessun modo hanno reagito alle provocazioni;
   mentre le «Sentinelle in piedi» vegliavano leggendo un libro in silenzio, molti giovani si inserivano tra le fila, disturbando la lettura, anche con cani, insultando e deridendo i veglianti, mimando scene erotiche e creando capannelli;
   un fumogeno, poi spostato dalle forze dell'ordine, è stato lanciato contro il bastone di una persona invalida che partecipava alla veglia;
   una parte dell'area coperta dalle «Sentinelle in piedi» è stata completamente invasa dai contromanifestanti: anche in quella zona, sebbene attorniati, i partecipanti sono rimasti impassibili, senza rispondere alle provocazioni;
   vari adesivi Glbt sono stati applicati sullo striscione delle «Sentinelle in piedi», che, infine, è stato rotto dai provocatori;
   nella città di Torino le «Sentinelle in piedi» sono state oggetto di insulti pesantissimi, derisi, invitati a suicidarsi, chiamati impropriamente fascisti, con toni erano di un'aggressività verbale davvero inaccettabile per un Paese civile, tanto che un bambino di 10 anni si è sentito male ed è stato allontanato;
   un altro ragazzo, dodicenne, è stato insultato con insistenza, ma è rimasto calmo al suo posto, anche se molto turbato dalla grande violenza subita;
   a Rovereto, una ventina di giovani anarchici a volto scoperto, prevalentemente vestiti di nero, si sono presentati un quarto d'ora prima dell'inizio della veglia delle «Sentinelle in piedi»: la portavoce del manipolo si è immediatamente rivolta con fare minaccioso ai referenti delle «Sentinelle in piedi» presenti sul posto, intimando loro di abbandonare la piazza;
   alla risposta pacata ma ferma delle «Sentinelle in piedi», che hanno ricordato loro di essere in possesso dell'autorizzazione di manifestare rilasciata dalla Questura, si è verificata un’escalation di violenza: dalle minacce verbali – l'appellativo «omofobi», ad esempio – si è infatti repentinamente passati all'aggressione fisica e al lancio di uova fresche e gavettoni d'acqua;
   uno degli aggressori ha eloquentemente mostrato al portavoce delle «Sentinelle in piedi», quale tacita minaccia, il calcio di una pistola, anche se non è dato sapere se fosse vera o finta;
   le «Sentinelle in piedi» non hanno potuto far altro che rifugiarsi all'interno di un locale – fortunatamente aperto – nei pressi della piazza dov'era prevista la veglia, da dove hanno proseguito nel tentativo d'instaurare un dialogo con i loro aggressori, allertando, però, nel contempo le forze dell'ordine;
   dopo circa una decina di minuti il drappello di anarchici ha abbandonato la piazza, rubando alle «Sentinelle in piedi» una borsa contenente del materiale;
   la polizia, arrivata sul posto ad aggressione conclusa, nonostante il preavviso delle «Sentinelle in piedi» circa la realizzazione della manifestazione, non ha potuto far altro che raccogliere le testimonianze degli organizzatori e dei passanti, sconcertati per l'aggressività manifestata dai contestatori;
   due persone sono state portate al pronto soccorso: un sacerdote, ripetutamente spintonato, e uno degli organizzatori della veglia, che ha ricevuto una testata sul setto nasale;
   il primo è stato dimesso dal pronto soccorso con una prognosi di due giorni, mentre il secondo ha riportato la rottura del setto nasale;
   nella città di Bologna, mentre le «Sentinelle in piedi» si stavano predisponendo per la veglia, è giunto in piazza un corteo formato da militanti di Rifondazione comunista e dei centri sociali, i quali hanno subito cercato di sfondare il cordone formato dagli uomini della polizia per proteggere le «Sentinelle in piedi»;
   la situazione è precipitata al punto che la polizia è stata costretta a caricare, mentre i contromanifestanti hanno cominciato a lanciare sui veglianti fumogeni e razzetti da stadio che hanno raggiunto alcune persone;
   seppure in un clima surreale, le «Sentinelle in piedi» si vedono costrette ad anticipare l'inizio della veglia, cosa che scatena una fitta pioggia di uova e bottiglie da parte degli antagonisti;
   molti legittimi manifestanti sono stati imbrattati: una bottiglia per pochissimo non ha colpito una bambina di sei anni, mentre una mamma che spingeva una carrozzina con un bambino di un anno è stata coperta di insulti e sputi;
   solo l'intervento della polizia ha permesso ai pacifici manifestanti di lasciare la piazza indenni;
   nella città di Napoli tutta la veglia è stata disturbata da lancio di uova e altri oggetti, insulti urlati al megafono, mentre i manifestanti dei gruppi Glbt hanno cercato più volte di rompere il cordone della polizia;
   ci sono stati spintoni e continue provocazioni da parte degli attivisti Glbt, i quali hanno urlato più volte al megafono che le «Sentinelle in piedi» non avevano alcun diritto di manifestare, a dispetto del chiaro dettato dell'articolo 21 della Costituzione, nonché dell'autorizzazione regolarmente concessa alla pacifica manifestazione;
   le forze dell'ordine hanno dovuto gestire la criticità maggiore al termine della veglia, quando la pressione degli attivisti Glbt per entrare a contatto con le «Sentinelle in piedi» si è fatta massima;
   nella città di Trieste, durante la veglia un gruppo di persone dei centri sociali e dell'Arcigay si è inserito tra le file dei legittimi manifestanti: alcune di queste persone si sono sedute letteralmente sui piedi di alcune «Sentinelle in piedi», altri hanno iniziato a ballare e cantare a pochi centimetri dalle «Sentinelle in piedi», che non hanno, però, mai risposto alle provocazioni ed hanno mantenuto la calma, continuando a manifestare legittimamente e pacificamente, leggendo in silenzio;
   ad Aosta si è sfiorata l'aggressione fisica delle «Sentinelle in piedi» da parte di un gruppo di attivisti dei sindacati, di Rifondazione comunista e di gruppi Glbt: la veglia è stata disturbata da insulti, mentre gli attivisti Glbt si sono avvicinati sempre più alle «Sentinelle in piedi»; uno dei legittimi manifestanti ha accusato un malore ed è stato soccorso;
   a Parma la veglia delle «Sentinelle in piedi» è stata disturbata dalle urla e degli insulti degli attivisti dei movimenti Glbt che hanno cercato di raggiungere le file delle «Sentinelle in piedi», ma fortunatamente sono stati bloccati dalle forze dell'ordine;
   infine, nella città di Milano la veglia silenziosa di 400 «Sentinelle in piedi» è stata disturbata da militanti Glbt, che con un megafono hanno urlato volgarità e oscenità di ogni tipo –:
   di fronte al ripetersi di questi gravi fatti di intolleranza portati avanti dai sostenitori dell'ideologia del gender, come intenda adoperarsi il Ministro interrogato per tutelare la libertà di manifestazione del pensiero. (3-01116)
(24 ottobre 2014)
(ex 4-06331 dell'8 ottobre 2014)

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