TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 802 di Martedì 23 maggio 2017

 
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INTERPELLANZA E INTERROGAZIONI

A) Interpellanza e interrogazioni

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   a seguito della riduzione dei posti di guardia negli ospedali del territorio di Catania, si è registrato un aumento di episodi di violenza e aggressione nei confronti del personale di servizio (medici, infermieri e operatori sanitari) come riportato dalle cronache giornalistiche locali e nazionali;
   in data 1o gennaio 2017 si è verificato, in orario notturno, un violento pestaggio di un medico del pronto soccorso dell'ospedale Vittorio Emanuele di Catania;
   a seguito degli avvenimenti citati si ritiene necessario che il prefetto di Catania convochi celermente il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per stabilire insieme al questore, al sindaco e a tutti i vertici delle forze dell'ordine quali misure urgenti possano essere adottate per garantire sicurezza e serenità agli operatori sanitari del Vittorio Emanuele e degli altri ospedali, oltre che agli utenti;
   la mancanza di sicurezza in luoghi particolarmente sensibili come le strutture di pronto soccorso rischia di produrre una pericolosissima mancanza di serenità e lucidità nello svolgimento delle proprie mansioni da parte del personale ospedaliero –:
   se sia a conoscenza di quanto sopra esposto e se non ritenga necessario intervenire per individuare le opportune misure di supporto per il mantenimento degli standard di sicurezza nelle strutture ospedaliere del territorio catanese.
(2-01597) «Berretta, Burtone».
(18 gennaio 2017)

   BURTONE. – Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:
   ancora una volta presso gli ospedali del comprensorio catanese si registrano episodi di violenza ai danni di medici impegnati nei pronto soccorso;
   l'ultimo episodio riguarda un professionista in servizio presso il pronto soccorso dell'ospedale Garibaldi di Catania;
   l'attribuzione di un codice ad un paziente è ormai un rischio per un medico;
   è un problema che investe l'intera organizzazione e deve essere affrontato con la massima urgenza, perché operare in questi reparti è diventato difficilissimo –:
   quali iniziative di competenza intendano assumere, sia coinvolgendo le Asl competenti sia i responsabili per l'ordine e la sicurezza sul territorio, al fine di potenziare le misure e i dispositivi a tutela degli operatori sanitari presso gli ospedali siciliani. (3-02791)
(16 febbraio 2017)

   CATANOSO. – Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:
   il 30 aprile 2017, mentre prestava servizio al pronto soccorso dell'ospedale Vittorio Emanuele di Catania, una dottoressa è stata picchiata da una paziente. Lo riferisce e denuncia la Federazione sindacati indipendenti aderente alla Confederazione unione sindacati autonomi europei, come riporta il sito quotidianosanità.it;
   la donna che ha aggredito la dottoressa, sempre secondo quanto riferiscono il sindacato ed il sito in questione, pretendeva di effettuare degli accertamenti non urgenti nello stesso ospedale e subito;
   sarebbe stata aggredita anche una infermiera intervenuta in soccorso del medico;
   a giudizio dell'interrogante e del segretario territoriale dell'Fsi-Usae, Calogero Coniglio, è inconcepibile che, ancora oggi, dopo appelli, denunce, richieste di incontri con i prefetti e comunicati stampa, gli infermieri, medici e tutto il personale sanitario dei pronto soccorso e dei reparti che operano, in prima linea, per la tutela del cittadino, siano oggetto di aggressioni;
   a coloro i quali conoscono solo il linguaggio della violenza, i medici possono solo opporre la propria competenza, serietà e professionalità. A difenderne l'integrità fisica ed il loro diritto/dovere di prestare cure adeguate a tutta la cittadinanza dovrebbero bastare le forze dell'ordine –:
   se il Governo non intenda convocare il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, allargato ai rappresentanti delle strutture sanitarie cittadine e provinciali, al fine di concordare misure per una maggiore e più efficace tutela dell'incolumità fisica dei medici ospedalieri della città e della provincia di Catania. (3-03033)
(22 maggio 2017)
(ex 4-016503 del 5 maggio 2017)

B) Interrogazione

   TENTORI e COVA. – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. – Per sapere – premesso che:
   si apprende, anche dagli organi di stampa, che sono in corso attività di riorganizzazione delle sedi delle associazioni allevatori provinciali sull'intero territorio nazionale, in un'ottica di razionalizzazione dei costi, conseguenti anche al ridimensionamento delle risorse pubbliche stanziate;
   questo passaggio in molti casi si traduce nella chiusura e/o accorpamento delle sedi provinciali, la cui funzione principale è la raccolta dei dati produttivi, degli eventi riproduttivi e delle genealogie presso gli allevatori che si associano, nonché il ritorno ai soci delle informazioni; infatti presso di esse sono attivi gli uffici provinciali dell'ufficio centrale dei controlli e gli uffici provinciali degli uffici centrali dei libri genealogici delle razze e specie allevate dai soci;
   tali chiusure e/o accorpamenti sembrano in alcuni casi non considerare le peculiarità e la virtuosità dei territori coinvolti e le realtà con maggior numero di capi, oltre a generare preoccupazione in merito al rischio di non riuscire a mantenere la continuità dei servizi di assistenza agli allevatori, soprattutto in aree montane, e al trasferimento del personale;
   la Lombardia, ad esempio, è la regione in cui si controlla la metà dei capi italiani iscritti ai libri genealogici, dove maggiore è la presenza di bovini da latte e si effettua il numero più elevato di controlli e analisi quantitative: in Lombardia sono presenti 450.000 capi bovini controllati, pari a circa il 41 per cento del totale nazionale; 10.000 caprini, pari al 13,4 per cento; 14.300 suini, pari al 57 per cento. I controlli riguardano, inoltre, quasi 5.500 aziende e 4,1 milioni di analisi del latte; il 90 per cento del latte lombardo proviene da vacche singolarmente sottoposte a controllo con prelievo mensile;
   il Ministro interrogato in data 15 aprile 2014 ha decretato una variazione di bilancio con un aumento di 2.169.212,38 euro per le associazioni di allevatori per la tenuta dei libri genealogici e di controlli funzionali –:
   se sia a conoscenza di quanto sopra descritto e se non ritenga opportuno fornire elementi in merito alle modalità e ai criteri in base ai quali tali contributi pubblici vengono utilizzati, verificando che sia tenuto in considerazione il lavoro svolto dalle varie realtà provinciali e che siano rispettati i principi di proporzionalità ed efficienza. (3-03034)
(22 maggio 2017)
(ex 5-03180 dell'8 luglio 2014)

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