Frontespizio | Relazione |
CAMERA DEI DEPUTATI |
N. 2613-8-14-21-32-33-34-148-177-178-179-180-243-247-284-329-355-357-379-398-399-466-568-579-580-581-582-757-758-839-861-939-1002-1259-1273-1319-1439-1543-1660-1706-1748-1925-1953-2051-2147-2221-2227-2293-2329-2338-2378-2402-2423-2441-2458-2462-2499-A-ter |
Più federalismo, chiarendo e rafforzando le competenze legislative esclusive delle regioni.
Maggiore garanzia della sovranità popolare, con l'elezione diretta del Senato federale se sarà configurato come organo politico, o prevedendo un vincolo di mandato nel caso si opti per l'elezione indiretta, l'elezione a suffragio universale del Presidente della Repubblica, l'abbassamento del numero di sottoscrizioni necessarie per referendum e leggi di iniziativa popolare, l'introduzione del referendum deliberativo sul modello svizzero.
Meno spesa pubblica con la riduzione anche del numero dei deputati.
Ridimensionamento dell'ingerenza dell'Unione europea ammettendo la possibilità di referendum sui trattati internazionali e comunitari ed escludendo gli enti territoriali dal patto di stabilità europeo.
Più federalismo
1. la Repubblica federale riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i contenuti ed i metodi della sua legislazione alle esigenze del federalismo, dell'autonomia e del decentramento. Nell'assegnazione e nell'adempimento delle funzioni pubbliche è osservato il principio di sussidiarietà;
Sovranità popolare
5. i senatori sono eletti a suffragio universale contestualmente all'elezione dei Consigli regionali e dei Consigli delle province autonome di Trento e di Bolzano. Contestualmente in ciascuna regione e provincia autonoma il numero dei consiglieri è ridotto in misura non inferiore ai rispettivi senatori spettanti; come abbiamo detto in precedenza, l'elezione diretta è coerente con la funzione politica del Senato. L'unica alternativa è quella di avere un Senato costituito da rappresentanti delle autonomie ma con vincolo di mandato;
6. elezione a suffragio universale del Presidente della Repubblica;
7. abbassamento del numero di sottoscrizioni necessarie per referendum da 800.000 a 500.000 e leggi di iniziativa popolare da 250.000 a 100.000, introduzione del referendum deliberativo sul modello svizzero (introducendo ex articolo 71 della Costituzione su iniziativa di almeno 500.000 elettori la possibilità di presentare alle Camere disegni di legge redatti in articoli, affinché siano esaminati ai sensi del primo comma. Ciascun disegno di legge, qualora le Camere non ne concludano l'esame entro sei mesi ovvero lo respingano è sottoposto a referendum popolare deliberativo);
8. con lo strumento dei decreti-legge non possono essere istituiti nuovi tributi, né prevedere l'applicazione di tributi esistenti ad altre categorie di soggetti;
Meno spesa pubblica
9. riduzione del numero dei deputati da 630 a 500;
Ridimensionamento dell'ingerenza dell'Unione europea
10. possibilità di referendum sui trattati internazionali e comunitari;
11. enti territoriali non vincolati dal patto di stabilità europeo.
Queste a nostro avviso le modifiche indispensabili per arrivare ad un testo di riforma di respiro costituente, destinato a durare nel tempo e a mantenersi adeguato ed efficace di fronte ai mutamenti sociali, istituzionali ed economici degli anni a venire.
Senza tali modifiche, avremo di fronte il risultato misero e involutivo di un nuovo assetto costituzionale Presidenzialista ma soprattutto neo-centralista, perché non adeguatamente declinato in un federalismo compiuto.
Matteo BRAGANTINI,
Relatore di minoranza.