Frontespizio Relazione Progetto di Legge
XVII LEGISLATURA
 

CAMERA DEI DEPUTATI


   N. 3206


PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
SCOTTO, PAGLIA, PELLEGRINO, ZARATTI, NICCHI, FRANCO BORDO, RICCIATTI, FERRARA, FRATOIANNI, PANNARALE, MELILLA, ZACCAGNINI
Modifiche all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detraibilità delle spese sostenute per l'abbonamento ai servizi di trasporto pubblico
Presentata il 1 luglio 2015


      

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Onorevoli Colleghi! La presente proposta di legge è volta a ripristinare una norma introdotta durante il Governo Prodi nell'ambito della legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria 2008) e non più rifinanziata dai successivi Governi che prevedeva la possibilità di portare in detrazione le spese sostenute per l'acquisto dell'abbonamento annuale ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale.
      Si tratta di uno strumento che all'epoca si rivelò particolarmente utile per la collettività e in particolar modo per i pendolari e in ogni caso idoneo a incentivare un maggior utilizzo del trasporto pubblico locale con conseguente riduzione progressiva del trasporto privato, a tutto vantaggio di una mobilità alternativa più sostenibile per gli inevitabili ed evidenti effetti positivi in termini di riduzione delle emissioni dei gas inquinanti, soprattutto nelle aree urbane più grandi e maggiormente caotiche.
      Per finanziare tale misura – il cui costo complessivo è pari a 100 milioni di euro l'anno per il triennio 2016, 2017 e 2018 – si propongono l'abrogazione e la modifica di alcune norme recentemente introdotte dalla legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità 2015) che, in particolare, prevedono:

          1) l'istituzione di un fondo presso lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con una dotazione di 20 milioni di euro annui per il periodo dal 2017-2031, prioritariamente finalizzato alla realizzazione di opere di interconnessione di tratte autostradali per le quali è necessario un concorso finanziario per, assicurare l'equilibrio del Piano economico e finanziario che, raggiungendo

la considerevole cifra di 300 milioni complessivi, sembrerebbe aver voluto fortemente l'ex Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, per realizzare l'autostrada Brescia-Bergamo-Milano (BREBEMI), come peraltro si evince dalla lettura della stampa nazionale e locale, nonostante si trattasse di un'opera a totale finanziamento privato, per la quale è oggi prevista addirittura la possibilità di erogazione diretta di risorse pubbliche aggiuntive da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica. In data 31 dicembre 2014 il sito www.ilfattoquotidiano.it ha, peraltro, pubblicato un articolo dal titolo: «Brebemi, in legge di stabilità 300 milioni per l'autostrada senza soldi pubblici» ove si legge che: «Il Ministro dei trasporti Maurizio Lupi non aveva voluto confermare le indiscrezioni sull'intenzione di concedere un aiutino alla A35, il cui piano economico-finanziario è a rischio a causa dei transiti molto inferiori alle attese. Nel testo della manovra è spuntato però un “fondo per la realizzazione di opere di interconnessione di tratte autostradali”. I soldi pubblici che a metà dicembre il Ministro dei trasporti Maurizio Lupi diceva di “non sapere” se sarebbero stati stanziati per l'autostrada Brebemi alla fine sono spuntati. Come ha rilevato L'Eco di Bergamo, nella legge di stabilità appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale al comma 299 è disposta l'istituzione di un fondo da 300 milioni complessivi (20 all'anno dal 2017 al 2013) per la realizzazione di opere di interconnessione di tratte autostradali per le quali è necessario un concorso finanziario per assicurare l'equilibrio del Piano economico e finanziario. Esattamente la situazione della A35, inaugurata in pompa magna l'estate scorsa dal Premier Matteo Renzi ma le cui sei corsie restano ampiamente sottoutilizzate. Con il risultato che i mancati introiti da pedaggi, uniti a costi di costruzione più alti del previsto, mettono a rischio la sostenibilità dell'opera di cui sono soci Gavio e Intesa Sanpaolo. Di qui la necessità di un “aiutino” pubblico, nonostante, appunto, solo poche settimane fa, Lupi si sia rifiutato di confermare l'ipotesi e abbia ricordato che i vertici della BREBEMI avevano spesso sottolineato di aver costruito la prima autostrada “senza soldi pubblici”. Affermazione di per sé lontana dal vero, considerato che a finanziarla sono state in gran parte la Cassa depositi e prestiti, controllata all'80 per cento dal Ministero del tesoro, e la Banca europea degli investimenti. Peraltro al Ministro aveva subito replicato a muso duro Roberto Maroni, secondo il quale in caso di mancato intervento il Governo avrebbe dovuto “assumersi la responsabilità delle conseguenze”. Semplicemente, aveva fatto presente il governatore della Lombardia, bisogna decidere “se questa opera resta o chiude”. Ora la palla è nelle mani di Lupi. Nel testo della manovra si legge infatti che “alla ripartizione delle risorse” stanziate “si provvede con delibera del CIPE su proposta del ministero delle infrastrutture e dei trasporti”»;

          2) un'autorizzazione di spesa pari a 250 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2015 per interventi in favore del settore dell'autotrasporto. Sconcertano, del resto, i costi sostenuti dallo Stato per il trasporto su strada e, segnatamente, per l'autotrasporto. Alcune norme recentemente introdotte dalla legge di stabilità 2015, infatti, da un lato, prevedono 270 milioni di euro l'anno per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 (1 miliardo e 80 milioni di euro complessivi) per la sola categoria degli autotrasportatori al fine di ripristinare al 100 per cento le agevolazioni sulle accise per le quali dal 1 gennaio 2015 sarebbe stata applicata la riduzione del 15 per cento in virtù di quanto previsto dalla precedente legge di stabilità 2014 e, dall'altro, destinano, a regime, sempre per l'autotrasporto, anche per favorire i processi di ristrutturazione e di aggregazione delle imprese, ulteriori 250 milioni di euro l'anno, per un ammontare complessivo degli importi previsti dall'una e dell'altra norma che supera i 500 milioni di euro l'anno.

      Con la presente proposta di legge provvediamo, dunque, a ridurre l'autorizzazione di spesa prevista dal comma 150 dell'articolo 1 della legge n. 190 del 2014 di 70 milioni di euro a decorrere dal 2016.

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PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
(Detrazione per le spese sostenute ai fini dell'acquisto dell'abbonamento annuale ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale).

      1. All'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, relativo alla detrazione per oneri, sono apportate le seguenti modificazioni:

          a) al comma 1, dopo la lettera i-novies) è aggiunta la seguente:

          «i-decies) le spese, per un importo non superiore a 250 euro, sostenute per l'acquisto di ciascun abbonamento a servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale. La detrazione spetta a condizione che le spese stesse non siano deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo. La detrazione spetta anche se la spesa è stata sostenuta nell'interesse delle persone indicate dall'articolo 12, che si trovino nelle condizioni indicate dal comma 2 del medesimo articolo 12»;

          b) al comma 2, primo periodo, le parole: «c), e), f), i-quinquies) e i-sexies)» sono sostituite dalle seguenti: «c), e), f), i-quinquies), i-sexies) e i-decies)».

Art. 2.
(Copertura finanziaria).

      1. Agli oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge, pari complessivamente a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, si provvede a valere sulle risorse derivanti dall'attuazione delle disposizioni

di cui ai commi 2 e 3 che, a tale fine, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato.
      2. Il comma 299 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è abrogato.
      3. Al comma 150 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 190, le parole: «250 milioni di euro» sono sostituite dalle seguenti: «180 milioni di euro».
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