Organo inesistente
CAMERA DEI DEPUTATI |
N. 3594-A-ter |
1. economico: con emendamenti che proponevano l'introduzione del reddito minimo in alternativa alla misura unica di contrasto alla povertà di cui alla legge delega. Tali emendamenti sono stati dichiarati ammissibili e dotati di adeguata e congrua quantificazione e individuazione delle risorse. In particolare abbiamo previsto, entro il 2017, la rapida istituzione
del reddito minimo garantito. A copertura dell'introduzione del reddito minimo garantito, il Gruppo di Sinistra italiana ha proposto la modifica (introducendo i commi 6-ter e 6-quater) di alcune norme che regolano l'imposta di successione e donazione, in modo tale che, oltre la soglia di 5 milioni di euro di beni ereditati, la somma eccedente subisca un'imposizione fiscale maggiore rispetto a quella ordinaria. Inoltre abbiamo proposto la revoca dell'esenzione dall'imponibile sull'eredità dei titoli di Stato, quindi da assoggettare alla medesima imposizione fiscale degli altri beni ereditati. Con tali previsioni – salvaguardando i beni ereditati e donati di valore medio o basso e riferibili, evidentemente, a ceti medi e popolari – si è inteso, da una parte, dare attuazione all'articolo 53 della Costituzione laddove sancisce che il sistema fiscale debba essere improntato a criteri di progressività e, dall'altra – grazie a una maggiore imposizione fiscale sui lasciti ereditari più alti – assicurare maggiori risorse da destinare alle politiche pubbliche, realizzando, in tal modo, una più equa politica di distribuzione della ricchezza. Infine abbiamo proposto di utilizzare le risorse provenienti da: Riduzione Ires (comma 6-quater); Modifiche alla deducibilità degli interessi passivi per gli istituti di credito e assicurazioni (comma 6-quater e 6-quinquies); Incremento dell'aliquota per il calcolo delle ritenute ed imposte sostitutive sugli interessi, premi e ogni altro provento di capitali dal 26 al 35 per cento (comma 6-sexies). In questo modo abbiamo individuato almeno circa 10 miliardi di euro da destinare all'istituzione del reddito minimo garantito e allinearci con quanto già previsto nella maggioranza dei Paesi dell'Unione europea.2. culturale: alla lettera d) del comma 2, che prevede la realizzazione di progetti personalizzati di attivazione e inclusione sociale con risorse relative ai programmi previsti dall'Accordo di partenariato per l'utilizzo dei fondi strutturali europei abbiamo proposto che le risorse dell'Accordo di partenariato fossero finalizzate: a) alla realizzazione e allo sviluppo degli interventi e servizi sociali secondo quanto previsto dalla legge 8 novembre 2000, n. 328; b) all'offerta formativa secondo il metodo del «long life learning» promossa dei centri territoriali permanenti per l'istruzione e l'educazione in età adulta; c) a piattaforme informatiche dedicate specificatamente al sostegno di soggetti vulnerabili e finalizzate alla capacitazione dei soggetti e alla messa in rete delle risorse territoriali pubbliche e private disponibili; d) all'offerta dei centri antiviolenza e case rifugio. Analoga destinazione delle risorse abbiamo proposto, al comma 3, lettera c), per l'utilizzo delle risorse derivanti da economie derivanti dal riordino delle prestazioni.
3. sociale: attraverso puntuali emendamenti abbiamo proposto un forte ancoraggio alla legge n.328 del 2000 che solo in parte siamo riusciti ad introdurre alla lettera c) del comma 1. In merito all'organismo di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali di cui al comma 4 della legge delega, oltre ad avere proposto in alternativa l'istituzione di un osservatorio proposta bocciata, abbiamo proposto, tenuto conto che l'organismo dovrebbe avere come fine una maggiore omogeneità territoriale nell'erogazione delle prestazioni e definire le linee guida per le singole tipologie di intervento, che questi abbia una serie di funzioni e tra queste: assicurare alle città metropolitane programmazione e pianificazione di azione di sicurezza urbana tenendo conto anche dei seguenti elementi: sviluppo dei servizi pubblici nelle aree degradate; assicurazione di attività di formazione ed informazione agli enti territoriali; assicurazione di attività di coordinamento degli osservatori regionali e altri osservatori costituiti da soggetti pubblici e privati; assicurazione della valutazione e del monitoraggio di quanto previsto in attuazione della presente legge. Infine, ma non di minore importanza, abbiamo proposto il riferimento al coefficiente di Gini, (introdotto dallo statistico italiano Corrado Gini), come misura della diseguaglianza e della distribuzione. Il codice Gini è spesso usato come indice di concentrazione per
misurare la diseguaglianza nella distribuzione del reddito o anche della ricchezza. È un numero compreso tra 0 e 1. Valori bassi del coefficiente indicano una distribuzione abbastanza omogenea, con il valore 0 che corrisponde alla pura equa distribuzione, ad esempio la situazione in cui tutti percepiscono esattamente lo stesso reddito; valori alti del coefficiente indicano una distribuzione più diseguale, con il valore 1 che corrisponde alla massima concentrazione, ovvero la situazione dove una persona percepisca tutto il reddito del paese mentre tutti gli altri hanno un reddito nullo. Il coefficiente di Gini ha come vantaggio principale quello di misurare la disuguaglianza attraverso l'analisi di un rapporto, invece di usare una variabile che non rappresenta la maggior parte della popolazione, come ad esempio il reddito pro capite o il prodotto interno lordo.4. minori: come evidenziato nella prima parte della relazione, sono 1 milione 45 mila i minori in condizione di povertà, una percentuale pari al 10 per cento di quelli residenti nel nostro Paese. La gravità della condizione dei minori è oltretutto rappresentata dal fatto che il numero di minori poveri assoluti è raddoppiato rispetto al 2011 (523 mila; il 5 per cento del totale) e triplicato rispetto a quello del 2008 (375 mila; il 3,7 per cento). Le politiche assistenzialiste attuate fino ad oggi e consistenti in particolare nell'assegno per il nucleo familiare si sono dimostrate insufficienti, tanto che, nonostante che l'assegno per il nucleo familiare sia erogato a oltre 230 mila famiglie con tre o più figli minori, il 18,6 per cento delle famiglie di questa tipologia continua ad essere in povertà assoluta, per un totale di 375 mila minori. Per questi motivi abbiamo prestato particolare attenzione alla questione dei minori presentando tra gli altri un emendamento che proponeva, nell'ambito dei nuclei familiari che hanno un reddito tale da poter accedere ai benefici della legge delega, la garanzia della gratuità ai minori di 16 anni dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, dei servizi scolastici, nonché dei servizi erogati dagli enti territoriali, compreso il trasporto pubblico locale. Riteniamo che la questione minori in povertà sia ancora molto sottovalutata e che vadano dati diritti di cittadinanza ai minori che per condizione di povertà del nucleo familiare ne sono esclusi.
In particolare segnaliamo come grazie all'azione del Gruppo di Sinistra italiana modifiche hanno interessato, oltre a quelle già citate:
1) uno dei punti più controversi era quello della razionalizzazione delle prestazioni di natura assistenziale che, nel testo originario, si estendeva anche alle prestazioni di natura previdenziale. Anche su questo punto il Gruppo di Sinistra italiana ha presentato un emendamento soppressivo che è stato assorbito con l'approvazione di un emendamento del Governo che sopprimeva tale disposizione;
2) il testo presentato dal Governo quasi ovunque parlava di «razionalizzazione». Questo termine, che di fatto si è sempre associato a tagli di risorse o di prestazioni, è stato quasi ovunque sostituito dalla parola «riordino». Cosa proposta in diversi emendamenti del Gruppo di Sinistra italiana in Commissione. Pur nella positività della modifica del termine, questo non significa che il Governo anche in materia di riordino delle prestazioni non possa prevedere tagli ma sarà nostra cura verificare e vigilare affinché nei decreti legislativi attuativi della delega si preveda un effettivo e necessario riordino e non la riduzione delle prestazioni o tagli alle risorse;
3) in materia di durata del beneficio di cui alla misura unica, al comma 2 lettera f) le relatrici inizialmente avevano proposto tra le deleghe al governo quella di prevedere la definizione della durata del beneficio prevedendone la rinnovabilità dopo un periodo di sospensione. Una previsione non condivisibile che è stata oggetto da parte del Gruppo di Sinistra italiana sia di emendamento che di intervento in Commissione. Grazie a ciò le
relatrici hanno modificato il loro stesso emendamento espungendo la previsione di un periodo di sospensione del beneficio di cui alla misura unica, ovvero del sostegno economico;4) all'articolo 1, comma 1, lettera c), con l'approvazione di un emendamento del Gruppo di Sinistra italiana, nel corso della riscrittura del testo della citata lettera, si è inserito, nell'ambito del rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali, al fine di garantire su tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni, un richiamo forte ai princìpi di cui alla legge 8 novembre 2000, n. 328;
5) all'articolo 1, comma 1, lettera a), che al comma 2, lettera a), con emendamento approvato del Gruppo Sinistra Italiana si è previsto che la misura unica sia nella parte del sostegno economico, sia per quanto attiene i servizi alla persona sia garantita «uniformemente» su tutto il territorio nazionale per ottenere l'obiettivo di superare le differenze e il gap tra regioni e tra comuni, come oggi di fatto avviene con livelli di prestazioni non omogenee a livello territoriale;
6) al comma 2 dell'articolo 1 è stata inserita con un emendamento di Sinistra italiana la previsione di controlli da parte dell'INPS per la verifica dei requisiti dei beneficiari della misura di cui alla lettera a) del presente comma, controlli da effettuare anche avvalendosi dei collegamenti con l'anagrafe tributaria;
7) al comma 3 dell'articolo 1, con un emendamento approvato si è previsto che le risorse del Fondo di cui all'articolo 1, comma 386, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, eventualmente non impegnate nell'esercizio di competenza, possano esserlo in quello successivo. Questo consente che eventuali residui passivi di risorse destinate al fondo povertà non vadano persi perché non sono state impegnate le risorse per responsabilità che non possono avere conseguenze che ricadono sui poveri.
Ma come già detto, resta una delega per il contrasto alla povertà che, pur essendo stato oggetto di elementi modificativi che migliorano il testo originario, mantiene un carattere e un obiettivo molto lontani dal titolo e dalle necessità derivanti da una povertà dilagante che marcia di pari passo con la precarizzazione del lavoro, con la privatizzazione delle prestazioni sociali e della salute.
Una delega che basandosi: a) su insufficienti risorse, b) su riordini di prestazioni che non garantiscono i diritti, c) su tagli dei servizi e delle prestazioni, d) sui servizi territoriali prevedendo solo finanziamenti europei temporanei, che scompariranno all'inizio del prossimo decennio, di certo non si pone realmente l'obiettivo strategico del contrasto alla povertà e l'accompagnamento verso progetti personalizzati di attivazione e inclusione sociale e lavorativa in maniera efficace e strutturale.
Da questo deriva la nostra opposizione al provvedimento in esame perché il Gruppo di Sinistra italiana non considera la lotta alla povertà, l'inclusione sociale e lavorativa un intervento che si possa piegare o subalterno alla disponibilità di risorse.
Per i motivi esposti, il Gruppo di Sinistra italiana, in alternativa alla inadeguata e insufficiente misura unica di contrasto alla povertà, proposta dal Governo, ha proposto l'istituzione del reddito minimo garantito attraverso una adeguata e congrua copertura che, non a caso, è passata al vaglio dell'ammissibilità. Una proposta strutturale, universale e con una copertura che ne consentirebbe l'istituzione fin dal 2017.
Il reddito minimo garantito da noi proposto con risorse adeguate è misura capace di arginare concretamente la condizione di povertà di milioni di persone, una misura strutturale contro la crisi in chiave anticiclica e antirecessiva, un meccanismo a garanzia del diritto al reddito di tutte le persone in povertà.
La sussistenza di milioni di persone è messa a repentaglio dalla crisi e dalle politiche economiche di austerità. Si tratta di una proposta, quella del reddito minimo garantito, presente nella maggior parte dei Paesi europei e in linea con le
Giovanna MARTELLI,
Relatrice di minoranza