Frontespizio | Relazione | Progetto di Legge | Allegato 1 |
CAMERA DEI DEPUTATI |
N. 3974 |
Il presente disegno di legge contiene, per lo stato di previsione dell'entrata e per gli stati di previsione della spesa, le variazioni degli stanziamenti di competenza e di cassa, con riferimento ai programmi quali unità di voto.
Allo scopo di fornire al Parlamento utili elementi di conoscenza in ordine all'analitica evoluzione, in termini di competenza e di cassa, delle singole poste di bilancio, viene altresì predisposto un allegato tecnico per capitoli.
Più specificamente, l'allegato tecnico espone le informazioni, muovendo dalla consistenza dei residui presunti al 1 gennaio 2016 e dalle dotazioni di competenza e di cassa autorizzate con la legge 28 dicembre 2015, n. 209 (legge di bilancio 2016). In particolare si evidenziano:
a) le variazioni registrate nella consistenza dei residui, in linea con le risultanze definitive esposte nel Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015;
b) le variazioni introdotte nel bilancio nel periodo gennaio-maggio 2016 tramite atti amministrativi;
c) le variazioni proposte con il presente provvedimento.
1.1. – Le variazioni per atto amministrativo, considerate ai fini del presente documento, si riferiscono a quelle introdotte nel bilancio nel periodo gennaio-maggio dell'anno in corso. Esse traggono origine: dalle riassegnazioni alla spesa di somme affluite in entrata nell'ultimo bimestre 2015 (decreto del Presidente della Repubblica n. 469 del 1999, articolo 2, comma 2); dalle riassegnazioni alla spesa di somme affluite in entrata nel 2016 (decreto del Presidente della Repubblica n. 469 del 1999, articolo 2, comma 1); dagli effetti delle disposizioni adottate con nuovi provvedimenti legislativi successivi all'approvazione della legge di bilancio; dal riparto dei fondi di riserva per le spese obbligatorie, per le spese impreviste, per le autorizzazioni di cassa, nonché dei fondi per la reiscrizione dei residui passivi perenti e di altri fondi da ripartire; da altre variazioni, apportate in corso di esercizio in considerazione dei margini di flessibilità previsti dalla legge di contabilità e di altri atti amministrativi disposti in applicazione di precedenti provvedimenti normativi.
1.2. Fra le principali variazioni derivanti dall'applicazione di nuovi provvedimenti legislativi, si evidenziano gli effetti del decreto-legge n. 18 del 2016, recante «Misure urgenti concernenti la riforma delle banche di credito cooperativo, la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze, il regime fiscale relativo alle procedure di crisi e la gestione collettiva del risparmio», che ha determinato per il 2016 una rimodulazione di 220 milioni di euro, nell'ambito delle entrate, e di 120 milioni di euro, nell'ambito della spesa. In particolare, il decreto ha disposto la riduzione, per 220 milioni di euro, dell'imposta di registro sul trasferimento della proprietà o di diritti reali su beni immobili nell'ambito di procedure di espropriazione immobiliare, provvedendo al relativo onere con le maggiori entrate derivanti dalla procedura di voluntary disclosure prevista dall'articolo 1, comma 958, della legge
di stabilità per il 2016. Sul versante della spesa, il decreto ha altresì disposto l'istituzione di un fondo, con una dotazione di 120 milioni di euro, per le garanzie sulle passività emesse in operazioni di cartolarizzazione a fronte della cessione di crediti in sofferenza, provvedendo al relativo onere con la riduzione del fondo di riserva per le garanzie rilasciate dallo Stato, di cui all'articolo 37, comma 6, del decreto-legge n. 66 del 2014.
Si segnalano altresì gli effetti del decreto-legge n. 191 del 2015, recante «Disposizioni urgenti per la cessione a terzi dei complessi aziendali del Gruppo ILVA», che ha determinato per l'anno 2016 maggiori entrate e maggiori spese per 500 milioni di euro. In particolare il decreto ha disposto finanziamenti statali per 600 milioni nel 2016 in favore dell'organo commissariale della società ILVA Spa, provvedendo al relativo onere, per 400 milioni, con il versamento all'entrata delle disponibilità del Fondo di garanzia a copertura dei finanziamenti contratti dall'organo commissariale della società ILVA Spa, per 100 milioni con le maggiori entrate derivanti dalla procedura di voluntary disclosure e per 100 milioni con la riduzione del Fondo per lo sviluppo e la coesione.
1.3. Le riassegnazioni riguardano operazioni di bilancio adottate nel corso dell'esercizio con le quali alcune somme versate all'entrata del bilancio dello Stato (nei casi previsti dalla legge) sono riassegnate alla spesa degli stati di previsione di ciascun ministero. Queste possono essere riferite a somme versate in entrata nell'esercizio finanziario di competenza (articolo 2, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 469 del 1999) oppure a somme versate nell'ultimo bimestre dell'anno precedente (articolo 2, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 469 del 1999).
Le somme versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate alla spesa nel corso del 2016, in termini sia di competenza sia di cassa, ammontano complessivamente a 629 milioni di euro. Di queste, nel periodo gennaio-maggio, sono stati riassegnati alla spesa 615 milioni. Nello stesso periodo, ulteriori 1.351 milioni sono stati riassegnati alla spesa in relazione a somme versate all'entrata nell'ultimo bimestre dell'esercizio precedente. Pertanto, sono affluiti alla spesa complessivamente 1.966 milioni di euro.
1.4. Nell'ambito della spesa, tra le altre variazioni a carattere compensativo, il riparto dei fondi ammonta complessivamente a 1.286 milioni di euro in termini di competenza e a 1.786 milioni in termini
di cassa (tabella 4/A). Le principali variazioni riguardano:• il fondo per la reiscrizione dei residui passivi perenti di parte corrente (229 milioni di euro in termini di competenza e di cassa) e il fondo per la reiscrizione dei residui passivi perenti di conto capitale (528 milioni di euro in termini di competenza e di cassa);
• il fondo di riserva per le spese obbligatorie per 179 milioni di euro in termini di competenza e cassa, di cui 150 milioni assegnati al fondo da ripartire per fronteggiare le esigenze derivanti dalle consultazioni elettorali;
• il fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa per 830 milioni di euro, di cui 400 milioni assegnati al Fondo di garanzia a copertura dei finanziamenti contratti dall'organo commissariale dell'ILVA Spa, 97 milioni erogati al Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l'acquisto di medicinali innovativi, 90 milioni assegnati al Fondo da ripartire per la realizzazione degli interventi giubilari, 46 milioni erogati per il pagamento di residui passivi perenti di spese in conto capitale per le quali risulta soppresso il capitolo di provenienza;
• il fondo (ripartito solo in termini di cassa relativamente ai residui) corrispondente a quota parte dell'importo del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche per 500 milioni di euro, di cui 342 milioni assegnati agli enti per il volontariato, associazioni di promozione sociale e altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, 67 milioni agli enti della ricerca scientifica e dell'università, 60 milioni alla ricerca sanitaria, 15 milioni ad attività sociali svolte dai comuni di residenza dei contribuenti, 12 milioni alla Presidenza del Consiglio dei ministri per la successiva assegnazione alle associazioni dilettantistiche riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano a fini sportivi e circa 3,5 milioni alle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici;
• il fondo da ripartire per fronteggiare le spese derivanti dalle consultazioni elettorali, per 290 milioni di euro, di cui 235 milioni assegnati alle spese di funzionamento, 53 milioni alle spese di personale e oltre un milione alle spese di investimento.
Solo con effetti in termini di cassa, per il pagamento dei residui, è stata disposta un'ulteriore variazione compensativa, con cui sono state incrementate per circa 1.340 milioni di euro le dotazioni del Fondo per assicurare agli enti territoriali la liquidità necessaria al pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili, prelevando le risorse dal capitolo relativo all'erogazione delle somme alle regioni a statuto ordinario a titolo di compartecipazione al gettito dell'imposta sul valore aggiunto.
2.1. Le proposte di assestamento del bilancio di competenza 2016, al netto delle regolazioni contabili e debitorie (illustrate in dettaglio nella tabella 3), determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare pari a 243 milioni di euro, risultante da una variazione in diminuzione delle spese finali per 2.081 milioni, parzialmente compensata da una riduzione delle entrate finali per 1.838 milioni.
Le proposte di assestamento relative alle dotazioni di cassa determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare pari a 7.588 milioni di euro, imputabile principalmente all'incremento delle spese finali per 5.808 milioni e, in minor misura, alla riduzione delle entrate finali per 1.779 milioni.
Per le dotazioni di cassa, le proposte di assestamento considerano, oltre alle variazioni proposte agli stanziamenti di competenza e alle esigenze legate all'operatività delle amministrazioni, anche la consistenza dei residui passivi accertata in sede di rendiconto. Quest'ultima infatti può risultare differente da quella presunta al momento della formazione della previsione della legge di bilancio, considerato che tale stima è formulata con riferimento a un esercizio non ancora concluso.
Le proposte di variazione formulate con il disegno di legge di assestamento sono analizzate di seguito distintamente per le entrate e per le spese e, nell'ambito di queste ultime, per la competenza e la cassa.
La somma delle previsioni iniziali, delle variazioni introdotte per atto amministrativo e delle proposte di assestamento costituiscono le «previsioni assestate».
2.2. Le previsioni per le entrate finali 2016, proposte con il presente provvedimento, mostrano una variazione negativa in termini di competenza pari a 1.838 milioni di euro (-1.779 milioni circa per le previsioni di cassa), risultante dalla diminuzione delle entrate del comparto tributario per 3.510 milioni (-3.449 milioni in termini di cassa) e dall'aumento delle entrate non tributarie per 1.671 milioni ( 1.669 milioni in termini di cassa).
Tali variazioni considerano l'adeguamento al quadro macroeconomico per l'anno corrente, assunto a base delle stime del Documento di economia e finanza 2016, nonché i dati del monitoraggio sull'andamento del gettito registrato nei mesi da gennaio a maggio del 2016.
Si deve aggiungere che, per una puntuale quantificazione del gettito delle entrate tributarie dell'esercizio finanziario 2016, non sono al momento conosciuti i dati definitivi concernenti l'autoliquidazione delle imposte sui redditi. I versamenti
2.3. Per le spese finali, analizzate in termini di competenza, le variazioni proposte comportano una riduzione di 2.081 milioni di euro (tabella 5).
La riduzione interessa nella quasi totalità gli stanziamenti di natura corrente che presentano un decremento di 2.007 milioni di euro. Influisce, in particolare, la riduzione della spesa per interessi (-4.683 milioni), che sconta l'aggiornamento del profilo dei tassi di interesse sui titoli pubblici (con conseguente riduzione della spesa per interessi per oltre 3.400 milioni) e la riduzione (per 1.000 milioni) degli interessi passivi sui conti correnti di Tesoreria.
Ulteriori riduzioni, per 2.303 milioni di euro, sono state apportate alle poste correttive e compensative delle entrate. Tale variazione è la risultante di minori somme da versare all'entrata del bilancio dello Stato a fronte di minore esigenze delle regolazioni contabili comunicate dall'Agenzia delle entrate per i recuperi tributari effettuati nei confronti delle regioni Sicilia e Friuli Venezia Giulia e delle province autonome di Trento e di Bolzano (-4.000 milioni) e di maggiori rimborsi di somme iscritte a ruolo riconosciute indebite ( 400 milioni).
A parziale compensazione delle riduzioni descritte opera l'incremento dei trasferimenti alle regioni per 3.936 milioni di euro. Su questo influiscono:
– la maggiore spesa regionale per 2.195 milioni di euro, in particolare:
a) trasferimenti alla regione Sardegna anche in relazione all'adeguamento delle spettanze regionali in relazione all'andamento delle entrate (541 milioni);
b) trasferimenti alla Regione siciliana (80 milioni) per somme derivanti da innovazioni normative in materia di split payment;
c) adeguamento dei trasferimenti alle regioni a statuto speciale per regolazioni contabili relative alle entrate tributarie riscosse direttamente dalle stesse (1.137 milioni) e alla devoluzione alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano del gettito di entrate erariali ad esse spettanti in misura fissa ( 437 milioni);
– adeguamento contabile dei fondi per 1.741 milioni di euro a copertura del fabbisogno, già previsto nelle stime tendenziali di finanza pubblica, del Servizio sanitario nazionale.
Le variazioni di assestamento proposte alle spese in conto capitale in termini di competenza determinano complessivamente una modesta ricomposizione degli stanziamenti iniziali e, complessivamente, un decremento di 74 milioni di euro.
2.4. Per le spese finali, analizzate in termini di cassa, le proposte di assestamento determinano un incremento di 5.808 milioni di euro che scaturisce principalmente da maggiori dotazioni per le spese di conto capitale ( 4.053 milioni) e, in misura più contenuta, dall'incremento delle dotazioni di natura corrente ( 1.756 milioni). Tali variazioni vengono disposte soprattutto per tenere conto della consistenza dei residui accertati con il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015.
Per le dotazioni di cassa delle spese correnti, in aggiunta alle proposte di variazione già illustrate per gli stanziamenti di competenza, l'incremento proposto è imputabile:
• alle ulteriori risorse da destinare alle regioni per il pagamento di residui passivi relativi alla compartecipazione al gettito dell'imposta sul valore aggiunto;
• alle maggiori dotazioni sui capitoli di trasferimenti alle imprese per pagamenti da erogare a favore dei lavoratori portuali e delle Ferrovie dello Stato, per queste ultime, in considerazione dell'ammontare dei residui passivi certificati nel rendiconto 2015;
• ai maggiori trasferimenti agli enti di previdenza per 774 milioni, di cui 622 milioni per il pagamento di residui sul Fondo sociale per l'occupazione.
Per le spese in conto capitale, l'ulteriore incremento delle dotazioni di cassa rispetto a quanto proposto anche in termini di competenza, è imputabile:
• a contributi agli investimenti ai comuni ( 1.324 milioni di euro), di cui 737 milioni di euro per somme da destinare agli uffici speciali del comune dell'Aquila e ai comuni del cratere danneggiati dal sisma di aprile 2009 e 560 milioni di euro per somme da assegnare al comune di Roma per il piano di rientro finanziario;
• ai maggiori contributi agli investimenti alle imprese ( 1.183 milioni di euro), di cui 1.000 milioni di euro per pagamenti residui da erogare a favore delle Ferrovie dello Stato;
• alle acquisizioni di attività finanziarie, il cui aumento delle dotazioni ( 759 milioni di euro) è riferito per oltre 600 milioni di euro alle somme necessarie al pagamento dei residui passivi per assicurare agli enti territoriali la liquidità necessaria per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili.
Quadro di sintesi.
Alla fine dell'esercizio 2015 la consistenza dei residui passivi per le spese finali del bilancio statale ammonta a 109.691 milioni di euro (tabella 6), di cui 63.016 milioni di nuova formazione e 46.675 milioni provenienti dagli esercizi precedenti. La consistenza dei residui alla fine del 2014, pari a 112.792 milioni di euro, si è infatti ridotta nel corso dell'esercizio 2015, per effetto delle perenzioni, delle variazioni in diminuzione, delle economie e dei pagamenti effettuati nel corso dell'anno, di 66.117 milioni.
Rispetto all'esercizio precedente, i residui delle spese finali registrano pertanto un decremento di 3.100 milioni di euro (-11,5 per cento).
La riduzione interessa esclusivamente i residui di conto capitale (-10.235 milioni), sui quali, nell'esercizio 2015, sono stati effettuati pagamenti straordinari di somme provenienti da esercizi precedenti per operazioni relative al pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili degli enti territoriali (circa 7.100 milioni).
La diminuzione dei residui di conto capitale è parzialmente compensata dall'incremento di quelli di parte corrente ( 7.135 milioni di euro) imputabile prevalentemente ai trasferimenti alle regioni e agli enti di previdenza.
Analisi della consistenza dei residui passivi
Come già specificato in premessa, i residui per spese finali diminuiscono nel complesso –3.100 milioni di euro (tabella 6/A).
La diminuzione, imputabile esclusivamente ai residui di conto capitale (-10.235 milioni di euro), è relativa alle spese per:
– acquisizioni di attività finanziarie, il cui decremento (pari a 7.738 milioni) risente del pagamento ingente di residui pertinenti al fondo per assicurare agli enti territoriali la liquidità per i pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili, istituito ai sensi dell'articolo 1, comma 10, del decreto-legge n. 35 del 2013;
– contributi agli investimenti a imprese (-2.061 milioni), su cui si sono formati nuovi residui in misura inferiore all'esercizio precedente e sono stati pagati residui in relazione ai contributi alle Ferrovie dello Stato.
Inoltre, nell'ambito dei residui delle spese di conto capitale, si evidenzia una compensazione tra quelli relativi ai contributi ad investimenti alle amministrazioni centrali ( 13.695 milioni) e agli altri trasferimenti in conto capitale (-13.652 milioni). Tale compensazione è da attribuire alla riclassificazione in bilancio del Fondo per lo sviluppo e la coesione che, fino al 2014, era iscritto nella categoria «altri trasferimenti in conto capitale», mentre, dal 2015, è stato spostato nei contributi agli investimenti alle amministrazioni centrali (collocato nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, a seguito dell'istituzione dell'Agenzia per la coesione territoriale, disposta dal decreto-legge n. 101 del 2013).
La riduzione dei residui di conto capitale è in parte compensata dall'aumento di quelli di parte corrente ( 7.135 milioni di euro). Aumentano, in particolare, i residui su spese per trasferimenti ad amministrazioni pubbliche ( 10.880 milioni), in particolare per i trasferimenti alle regioni per il Fondo sanitario nazionale e per le somme da erogare alle regioni a statuto ordinario a titolo di compartecipazione al gettito dell'imposta sul valore aggiunto. Aumentano, inoltre, i residui sui trasferimenti agli enti di previdenza per 1.744 milioni di euro.
Tale aumento è compensato in parte dalla riduzione dei residui sui trasferimenti correnti a favore delle famiglie (-5.392 milioni di euro) che risentono del pagamento in conto residui, nell'anno 2015, della regolazione in bilancio di somme già erogate nel 2014 e relative al bonus di 80 euro ai lavoratori dipendenti e assimilati con reddito lordo annuo fino a 26.000 euro.
L'analisi dei residui passivi per ministeri e aggregati economici, sia di parte corrente (73.736 milioni di euro) sia di conto capitale (35.955 milioni di euro) è contenuta nella successiva tabella 6/B.
I residui risultano concentrati in misura maggiore nel Ministero dell'economia e delle finanze e nei dicasteri ove la spesa risulta essere più consistente. Nello specifico, dal lato delle spese correnti, i residui concentrati nel Ministero dell'economia e delle finanze riguardano i trasferimenti alle amministrazioni locali, i consumi intermedi, le poste correttive e compensative delle entrate.
Nel Ministero del lavoro e delle politiche sociali (19.495 milioni di euro), i residui si concentrano in particolare nei trasferimenti destinati agli enti di previdenza.
Per i residui in conto capitale, nel Ministero dell'economia e delle finanze gli importi più rilevanti riguardano i contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche (16.458 milioni di euro, di cui oltre 12.600 milioni si riferiscono al Fondo per lo sviluppo e la coesione) e i contributi agli investimenti ad imprese (di cui oltre 1.600 milioni attengono alle Ferrovie dello Stato). Per il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, i residui sui contributi agli investimenti alle imprese ammontano a 1.723 milioni, mentre per il Ministero dello sviluppo economico, sulla stessa categoria, i residui sono pari a 1.069 milioni.
Analisi dei residui passivi: impatto sul conto delle pubbliche amministrazioni
Di seguito si riporta, nella tabella 6/C e nel grafico successivo, la sintesi dei residui passivi in funzione dell'impatto che il loro pagamento può avere sul conto economico delle pubbliche amministrazioni.
Essi sono quindi distinti in residui aventi impatto diretto, aventi impatto indiretto e non aventi impatto sul conto delle pubbliche amministrazioni, in relazione all'effetto che essi determinano sulla base dei criteri di contabilità nazionale adottati (SEC 2010).
Il pagamento di residui relativi a spese registrate sul conto delle pubbliche amministrazioni in termini di competenza o relative a partite finanziarie o a «partite di giro», infatti, non incidono sull'indebitamento netto della pubblica amministrazione. Tutti gli altri residui, in quanto le relative spese sono registrate sul conto della pubblica amministrazione con il criterio di cassa, hanno un impatto che, a consuntivo, si determina in relazione alla loro effettiva erogazione al sistema economico. Quindi, mentre i residui generati da spese dirette del bilancio dello Stato hanno impatto sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche quando avviene il loro pagamento, i residui connessi a trasferimenti ad amministrazioni pubbliche incidono sul predetto saldo in relazione all'effettivo utilizzo da parte dell'ente che li riceve, anche tenuto conto delle regole fiscali previste per ciascun comparto.
In particolare, i residui con effetto indiretto sull'indebitamento netto risultano essere di maggiore entità rispetto agli altri, rappresentando circa il 73 per cento del totale dei residui finali. Dal 2014 al 2015 tali residui aumentano di 11.036 milioni di euro, passando da 69.238 a 80.274 milioni.
Per quanto riguarda i residui con effetto diretto sull'indebitamento netto, essi rappresentano il 13 per cento dei residui totali e registrano una riduzione dal 2014 al 2015 (-7.362 milioni di euro) passando da 21.935 a 14.573 milioni.
Infine, i residui non aventi impatto nel conto delle pubbliche amministrazioni, che rappresentano anch'essi il 13 per cento dei residui totali, registrano una riduzione dal 2014 al 2015 (- 6.774 milioni di euro) passando da 21.618 a 14.844 milioni.
Residui passivi di nuova formazione nell'esercizio 2015
La consistenza dei residui passivi alla fine dell'anno 2015 risente della formazione dei nuovi residui ammontanti complessivamente a 63.226 milioni di euro, il 55,8 per cento dei residui complessivi.
Al netto di quelli relativi al rimborso di prestiti, l'importo risulta essere pari a 63.016 milioni di euro, risultando inferiore rispetto al dato relativo al precedente esercizio (76.226 milioni) con un decremento pari a 13.210 milioni.
Tale decremento concerne i residui sia di parte corrente sia di conto capitale, risultando pari, per la parte corrente, a 1.195 milioni e, per la parte capitale, a 12.014 milioni di euro (tabella 7).
In percentuale degli impegni, l'incidenza dei residui di nuova formazione si è ridotta dal 12,6 per cento del 2014 al 10,3 per cento registrato nel 2015.
A determinare la consistenza dei residui di parte corrente di nuova formazione (per 48.093 milioni di euro) hanno concorso principalmente i residui relativi a:
– trasferimenti ad amministrazioni pubbliche, per 35.983 milioni di euro (di cui 21.576 milioni riferiti alle amministrazioni locali e 13.789 milioni all'Istituto nazionale della previdenza sociale). Quanto ai trasferimenti alle amministrazioni locali va rilevato che i residui di nuova formazione hanno interessato in particolar modo le somme da destinare alle regioni (20.213 milioni), con riferimento essenzialmente alle somme da erogare alle regioni a statuto ordinario a titolo di compartecipazione al gettito dell'imposta sul valore aggiunto (14.126 milioni), al Fondo sanitario nazionale (3.364 milioni) e al Fondo ordinamento regioni a statuto speciale (1.847 milioni);
– poste correttive e compensative delle entrate, per 4.057 milioni di euro;
– consumi intermedi, per 3.661 milioni di euro (prevalentemente per quote da riversare all'entrata per gli aggi e i compensi trattenuti dai concessionari e dai rivenditori dei giochi);
– trasferimenti correnti a imprese per 1.805 milioni di euro (di cui 738 milioni per erogazioni per il completamento delle operazioni connesse alla liquidazione coatta amministrativa del fondo per la gestione degli istituti contrattuali dei lavoratori portuali);
Per quanto concerne i nuovi residui passivi di conto capitale (14.923 milioni di euro), essi riguardano in particolare:
– contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche: 7.146 milioni di euro, di cui 5.135 milioni concernenti le amministrazioni centrali (3.693 milioni relativi al Fondo per lo sviluppo e la coesione) e 2.011 milioni riguardanti le amministrazioni locali, con particolare riferimento al comune dell'Aquila per la ricostruzione e il rilancio delle zone colpite dal sisma del 2009;
– contributi agli investimenti alle imprese comprese le società di servizi pubblici: 2.810 milioni di euro, riguardanti principalmente le Ferrovie dello Stato Spa (per circa 515 milioni), importi da assegnare per la realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione (per 243 milioni), fondo per l'acquisto di veicoli adibiti al miglioramento dei servizi offerti per il trasporto pubblico locale (227 milioni);
– gli investimenti fissi lordi per 2.778 milioni di euro, relativi soprattutto ai Dicasteri della difesa (888 milioni, soprattutto per le spese relative alla costruzione e acquisizione di impianti e sistemi) e delle infrastrutture e dei trasporti (671 milioni, di cui oltre il 50 per cento costituito da somme destinate alle infrastrutture carcerarie);
– altri trasferimenti in conto capitale: 1.277 milioni di euro, riferiti principalmente alle opere strategiche del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (circa 1.045 milioni);
– le acquisizioni di attività finanziarie: 544 milioni di euro (di cui 300 milioni da destinare al gruppo ILVA in amministrazione straordinaria per far fronte alle indifferibili esigenze finanziarie).
1. Nello stato di previsione dell'entrata, negli stati di previsione dei Ministeri e nei bilanci delle Amministrazioni autonome, approvati con legge 28 dicembre 2015, n. 209, sono introdotte, per l'anno finanziario 2016, le variazioni di cui alle annesse tabelle.
1. All'articolo 2, comma 3, della legge 28 dicembre 2015, n. 209, le parole: «53.400 milioni di euro» sono sostituite dalle seguenti: «64.000 milioni di euro».
1. I commi 2, 3, 4 e 5 dell'articolo 11 della legge 28 dicembre 2015, n. 209, sono sostituiti dai seguenti:
«2. Il numero massimo degli ufficiali ausiliari da mantenere in servizio come forza media nell'anno 2016, ai sensi dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è stabilito come segue:
a) ufficiali ausiliari di cui alle lettere a) e c) del comma 1 dell'articolo 937 del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010:
1) Esercito n. 80;
2) Marina n. 19;
3) Aeronautica n. 72;
4) Carabinieri n. 0;
b) ufficiali ausiliari piloti di complemento, di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 937 del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010:
1) Esercito n. 0;
2) Marina n. 55;
3) Aeronautica n. 14;
c) ufficiali ausiliari delle forze di completamento, di cui alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 937 del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010:
1) Esercito n. 97;
2) Marina n. 18;
3) Aeronautica n. 20.
3. La consistenza organica degli allievi ufficiali delle accademie delle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è fissata, per l'anno 2016, come segue:
1) Esercito n. 281;
2) Marina n. 280;
3) Aeronautica n. 248;
4) Carabinieri n. 90.
4. La consistenza organica degli allievi delle scuole sottufficiali delle Forze armate, esclusa l'Arma dei carabinieri, di cui alla lettera b-bis) del comma 1 dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è stabilita, per l'anno 2016, come segue:
1) Esercito n. 420
2) Marina n. 268;
3) Aeronautica n. 275.
5. La consistenza organica degli allievi delle scuole militari, di cui alla lettera b-ter) del comma 1 dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15
marzo 2010, n. 66, è stabilita, per l'anno 2016, come segue:1) Esercito n. 480;
2) Marina n. 198;
3) Aeronautica n. 135».
1. All'articolo 17 della legge 28 dicembre 2015, n. 209, è aggiunto, in fine, il seguente comma:
«35-bis. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a ripartire tra gli stati di previsione dei Ministeri interessati le risorse del capitolo “Fondo da ripartire per la sistemazione contabile delle partite iscritte al conto sospeso”, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2016. Le risorse non utilizzate nel corso del presente esercizio possono esserlo, in conto residui, nell'esercizio successivo».
2. Per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione, la dotazione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è incrementata di 955.069.060 euro per l'anno 2016.