Frontespizio | Relazione |
CAMERA DEI DEPUTATI |
N. 4768-A-ter |
con ben oltre 5 punti percentuali al di sotto dei livelli di Pil pre-crisi;
con il tasso di disoccupazione ben al di sopra del 10 per cento;
con un «gap» rispetto agli altri paesi dell'Unione europea che, in termini di crescita e lavoro, continua ad aumentare;
con il tasso di crescita che, anche nel 2017, pur trainato dalla ripresa europea, è risultato il più basso, (insieme a quello del Belgio).
Al tempo stesso, non è stato intaccato il nodo dell'enorme debito pubblico, il cui tasso di crescita è stato solo frenato dalla politica monetaria europea che ha consentito la riduzione degli interessi pagati per onorarlo. Se altrove in Europa il rapporto fra debito e Pil ha cominciato a flettere, in Italia purtroppo ha continuato a crescere.
Anche il contenimento del deficit pubblico complessivo al di sotto del 3 per cento, che ha consentito all'Italia di uscire
dall'incertezza fiscale, connessa all'assenza di una chiara politica di contenimento del debito e quindi della politica fiscale futura;
dal degrado delle infrastrutture pubbliche materiali e immateriali, da cui dipende anche il rendimento del capitale privato;
dal degrado istituzionale connesso al fallimento degli interventi attesi sul sistema giudiziario e sul funzionamento della pubblica amministrazione.
I consumi privati rimangono compressi dal basso reddito disponibile, ma soprattutto dall'incertezza fiscale del prelievo sia sul reddito prodotto sia sulla ricchezza.
L'aumento delle disuguaglianze ha determinato tensione sociale e sfiducia nelle opportunità di maggiore benessere derivanti dall'apertura ai mercati internazionali.
A questi obiettivi di crescita e sicurezza, tra di loro inscindibili, deve rispondere una politica di legislatura che affronti decisamente gli squilibri macroeconomici che ingessano l'Italia in un contesto di bassa crescita e insicurezza crescente.
Il nuovo equilibrio virtuoso che è necessario ottenere, è quello di un'economia competitiva in crescita stabile, caratterizzata da una pressione fiscale ridotta e tale da consentire da una parte un aumento del rendimento del capitale, così da determinare un livello di investimenti produttivi adeguato all'accumulazione dello stock di capitale necessario a sostenere maggiore produttività e maggiore occupazione; dall'altra un aumento del reddito disponibile, in rapporto al reddito prodotto e una rivalutazione della ricchezza delle famiglie, conseguente alla minore tassazione, anch'essa a sostegno dei consumi.
Gli investimenti pubblici come motore di crescita sono stati i grandi assenti negli ultimi anni (-30 per cento nel 2016 rispetto al 2007) e il loro rilancio rappresenta un fattore determinante della crescita attesa. Al solo fine di sostenere gli investimenti pubblici, potrebbe essere permessa una maggiore spesa in deficit, cioè il superamento dell'attuale livello di spesa senza toccare il livello congelato delle tasse. La ratio è che l'indebitamento per investimenti ha una logica economica virtuosa, se il rendimento netto atteso è positivo e maggiore dell'interesse sul debito (golden rule).
Allo stesso tempo la spesa va concentrata nell'istruzione e nella riduzione della povertà (è suicida rimanere nel circolo vizioso di maggiore povertà e maggiori spese per diminuirla).
Raggiunto il nuovo equilibrio macroeconomico virtuoso in termini dinamici, si crea così spazio per pianificare maggiore gettito (allentando quindi la regola dell'invarianza dello stesso) derivante dalla maggiore crescita, pur conservando la ridotta pressione fiscale raggiunta. Il maggior gettito dovrà consentire di investire in welfare, sicurezza sociale, infrastrutture pubbliche e beni comuni.
Ciò è necessario per dare una prospettiva di coesione sociale e di sicurezza, che è condizione del mantenimento di una economia aperta e per sconfiggere la tentazione della chiusura e dell'irrigidimento protezionistico derivante dalla paura e dall'insicurezza che è entrata nel sentimento quotidiano di parte crescente della popolazione.
La manovra macroeconomica dovrebbe consentire di attivare il circolo virtuoso rappresentato da minori tasse, più investimenti e consumi, più crescita, minore deficit
Rocco PALESE,
Relatore di minoranza