XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 88 di mercoledì 21 novembre 2018

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 11,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 19 Novembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Benvenuto, Boldrini, Brescia, Cassese, Colucci, Covolo, D'Incà, D'Uva, Dieni, Ferraresi, Gregorio Fontana, Gadda, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grande, Guerini, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Pignatone, Rizzo, Schullian, Sisto, Tateo, Vacca, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,35.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Del Grosso. Ne ha facoltà.

DANIELE DEL GROSSO (M5S). Grazie Presidente, io chiedo anticipatamente scusa ai colleghi di opposizione, ma sono qui per chiedere un rinvio dei lavori d'Aula alle ore 13. Ovviamente i motivi sono dovuti all'approvazione dell'emendamento di ieri, che ha cambiato profondamente questo provvedimento e siamo pertanto costretti a chiarirci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Per favore! Per favore!

DANIELE DEL GROSSO (M5S). Dobbiamo chiarirci al nostro interno. Abbiamo bisogno di tempo, fino alle 13, per poter fare in modo che il tutto possa essere risolto nel migliore dei modi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, sta succedendo la seguente cosa. Intanto ringrazio il collega Del Grosso, sempre molto gentile, per averci chiesto scusa; ma, come è già successo in quest'Aula da altra parte, respingiamo le scuse, perché il problema qui non è di educazione, Presidente, ma è politico: l'Aula della Camera dei deputati è ferma da molte ore perché dentro la maggioranza c'è un conflitto politico (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Voi chiedete a quest'Aula di sospendere i lavori, poi convocate - lei convoca, Presidente - la Conferenza dei capigruppo per provare ad addivenire ad una soluzione di comune accordo, poi ritornate in Aula con ritardo rispetto al programma dei lavori, poi ci chiedete un ulteriore rinvio perché dovete trovare una soluzione politica ad un conflitto nato con un libero voto segreto di quest'Aula, interno alla maggioranza.

Presidente, questa maggioranza non può prendere in giro quest'Aula e gli italiani.

In un voto libero e segreto si è modificato il testo che la maggioranza aveva presentato; per effetto dei voti della maggioranza si è modificato, non per effetto dei voti di questa opposizione, perlomeno, che ha votato contro quell'emendamento poi approvato. Dunque, voi state cercando, con un sotterfugio - altrimenti la maggioranza non avrebbe necessità di tempo -, di risolvere un problema che soluzioni tecniche non ne ha, perché questa maggioranza, con il voto segreto, ha modificato con una norma ad personam o “ad Legam” - come ha detto la collega Morani ieri sera - un articolo del codice penale, ha modificato il senso di un reato, quello di peculato, che interferisce nei processi in corso anche su membri di questa Camera. E voi pensate di poterci far credere che un rinvio tecnico della discussione, il terzo rinvio in queste ore, il terzo rinvio, dopo quello che ci ha portato alla Conferenza dei capigruppo e dopo l'annuncio che la Conferenza dei capigruppo aveva spostato la discussione dalle 9,30 alle 11 di questa mattina… chiedendoci un ulteriore rinvio. Ma non si può gestire così la sorte dei cittadini, perché l'efficacia delle pene e la riscrittura dei reati penali ha efficacia sulla sorte dei cittadini, deputati o meno, che sono coinvolti in un processo.

Presidente -, lo dico con educazione e rispetto per il suo ufficio -: non si provi, con norme tecniche mai viste in quest'Aula a modificare la volontà espressa da quest'Aula con un voto segreto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Presidente, voi avete già introdotto un precedente assoluto in quest'Aula per introdurre surrettiziamente il tema della prescrizione sullo chassis - come direbbe il collega Sisto - di un'altra legge, quella anticorruzione, abbiamo creato un precedente. Adesso non si provi, con altra norma, a modificare - e sarebbe la prima volta - la volontà di ciò che è stato espresso. Vede, Presidente, questa è una legge, non è un decreto-legge, non ha scadenza. Il contenuto del votare prima o dopo questa legge è un contenuto politico; questo Parlamento ha più rami parlamentari e ciò che qui è stato approvato – se ne ha la forza in Senato, questa maggioranza - può essere modificato in Senato e poi tornare qui per un'ulteriore votazione. Noi abbiamo scadenze molto significative per il Paese, come la legge di bilancio e un decreto sicurezza che è in scadenza il 3 dicembre. Se voi pensate di poter proseguire come da programma già prestabilito, con la progressione di “legge anticorruzione”, “decreto sicurezza” e poi legge di bilancio, e poter asservire quel programma dei lavori, che è già stato votato, perché voi avete dei problemi politici, voi state calpestando i diritti della minoranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Faccio appello a lei, Presidente: nessun problema politico interno alla maggioranza può essere risolto calpestando i nostri diritti. Ci dichiariamo da subito contrari a ciò che è stato chiesto dal collega Del Grosso e la invitiamo, infine, Presidente, e con educazione, a non prendere d'imperio delle decisioni sulla sospensione della discussione di questo provvedimento ma a procedere ad un voto procedurale dell'Aula se qui si chiede un ulteriore rinvio. Ieri lei ha preso una decisione e passi che per una volta è stata presa una decisione contrariamente alla gran parte della prassi qui dentro, ma se oggi avete la necessità politica di riunirvi di nuovo, dopo le riunioni di questa mattina e quelle di ieri sera, che avete fatto per provare a risolvere un problema che politicamente non siete in grado di risolvere, chieda all'Aula…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE FIANO (PD). …il permesso di procrastinare i lavori (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sulla proposta di differire i lavori alle ore 13 e, quindi, il seguito dell'esame del provvedimento, sto dando e darò la parola a un deputato per gruppo, ai sensi degli articoli 41, comma 1, e 45 del Regolamento.

Ha chiesto di parlare il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Grazie, Presidente. Io ringrazio il collega Del Grosso, ma noi avevamo già letto, in un'agenzia delle 11,08 del collega D'Uva, che ci sarebbe stata la richiesta di rinvio dei lavori dell'Aula, perché c'è la prassi di annunciarlo prima coram populo e di lasciare l'Aula come ultima beneficiaria di questo per sapere quello che sarà il nostro futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Io mi devo, però, collegare al ragionamento fatto dal collega. Qui stiamo esaminando un disegno di legge. Siete andati sotto su un emendamento relativo all'articolo 1. Però, ci sono altri articoli. Noi siamo qui - e saremmo stati qui da stamattina alle 9 - per lavorare, per approvare una legge. Ci sono meccanismi tecnici per tenere da parte l'articolo 1, passare all'articolo 2 e proseguire con i lavori. Io ho già provato a suggerirlo ieri sera, perché, vedete, quest'Aula non serve per lavare i panni politici, non può essere usata come luogo per ricattarsi e fare una prova di forza tra partiti alleati. Qui è un'altra cosa (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Queste cose si risolvono di notte, si risolvono nelle segreterie, si risolvono in altri ambiti e non qui dentro e non inficiando il lavoro dei vostri colleghi che sono qui per approvare una legge e per fare il proprio dovere, come ognuno di noi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Io ho già provato a suggerirlo ieri, dicendo: “Non enfatizzate un problema politico, non fatelo diventare più grande perché alla fine si rivolgerà contro di voi” e così è successo. E adesso ci volete costringere ad andare avanti e arrivare all'una, sperando che entro l'una si risolva una situazione politica che se non si è risolta nella notte, la vedo dura che si possa risolvere in un'ora e mezza, per poi spostare magari in avanti questi lavori e inficiare, come diceva ieri il collega, i lavori della sessione di bilancio perché siamo in sessione di bilancio, con tempi compressi e con una manovra che tutti i giorni - tutti i giorni! - risulta inadeguata a quello che sta succedendo fuori dall'Italia.

Allora, io vi richiamo a un minimo di etica d'Aula. Proseguiamo sui lavori e discutiamo gli altri articoli, tanto non siete voi quelli che devono risolvere il problema politico, con tutto il rispetto, come non lo saremmo noi per altri. Non siete né voi, parlamentari 5 Stelle o della Lega, né noi: sono Salvini, Di Maio e le persone che normalmente si trovano per affrontare questa cosa, che non sono in Aula e che mi auguro stiamo discutendo e risolvendo il problema (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Proseguiamo sugli altri articoli, proseguiamo sugli altri emendamenti (se accantonate l'articolo 1 accantonate anche i voti segreti e, quindi, saltate qualunque possibilità di cadere). Andiamo avanti, evitiamo di fare questa farsa e - lo dico anche nel vostro interesse - di dare più peso a questo emendamento di quello che ha. Come ha ricordato il collega, potete cambiarlo benissimo al Senato, utilizzando le regole democratiche. Non alimentate uno scontro in quest'Aula che, altrimenti, saremmo costretti in qualche modo a restituire. Non pensate che le opposizioni, subendo un ennesimo rinvio, si presentino qui con animo tranquillo quando deciderete di ricominciare la seduta nei vostri comodi.

Cioè, succederà che su ogni emendamento interverremo non una volta, come avremmo fatto, ma magari venticinque (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Cioè, non ci vuole molto a capire che c'è un'azione ed una reazione e quando manca il rispetto della controparte politica poi si paga e viene contro di voi. L'opposizione non ha nulla da perdere, facendo opposizione. Voi avete dimostrato ieri di avere molto da perdere. Mi dispiace insegnarvi quello che vi conviene, ma rifletteteci un attimo, evitate la sospensione e andiamo avanti con i lavori (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Signor Presidente, questa richiesta di rinvio è l'ammissione più evidente dell'incapacità politica-parlamentare e del dilettantismo della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), incapacità e dilettantismo che state costringendo il Parlamento e il Paese a registrare.

Non è un incidente quello che è accaduto ieri; è l'esempio di un conflitto che c'è all'interno della maggioranza e che, per la verità, noi stiamo registrando da qualche settimana, perché ogni giorno state litigando su qualcosa di diverso e ora sul tema della giustizia, sul tema che è inerente alla libertà personale e alle garanzie personali, vengono fuori, in maniera più evidente, le diversità interne alla vostra maggioranza, perché un contratto di governo non può essere sufficiente ad annullare diversità innaturali che compongono una maggioranza che altrimenti non avrebbe senso di essere. Ci sono culture evidentemente diverse e ciò che è accaduto in Parlamento ieri lo dimostra in maniera evidente.

Oggi ci chiedete un rinvio, ma perché un rinvio? Peraltro, il Presidente della Camera ieri in Conferenza dei presidenti di gruppo ha procrastinato l'inizio dei lavori differendolo alle 11. Sommessamente, signor Presidente, dico che la richiesta di rinvio non è neanche un atto di rispetto nei suoi confronti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Dunque, venite qui e ci dite, dopo una notte che avreste dovuto impegnare per trovare una soluzione, che non siete pronti, che ci dovremo rivedere alle 13. Ma per fare cosa? Perché se fosse vero, signor Presidente, quello che si sente a margine dell'Aula, in Transatlantico, e, cioè, che la maggioranza si starebbe preparando a predisporre un emendamento che di fatto vanificherebbe il voto di quest'Aula sull'emendamento di ieri sarebbe gravissimo. Noi ci appelliamo a lei, signor Presidente, affinché questa cosa non sia concessa alla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Vorrei ricordare, signor Presidente, che c'è un precedente in questa direzione. Nella scorsa legislatura in quest'Aula si costruì una maggioranza anche piuttosto ampia su un modello di legge elettorale. Lo ricordate? Era la legge elettorale sul modello tedesco. Intervenne anche allora - è anche allora ci fu un voto segreto - una votazione che di fatto metteva in difficoltà il perfezionamento di quell'intesa. Allora ci chiedemmo se potesse essere possibile ritornare in Commissione e dire che quell'emendamento avrebbe prodotto effetti non immediatamente ma magari a decorrere dalle elezioni successive. Ebbene, ci fu detto che non era possibile e ci fu detto che sarebbe stato un espediente per vanificare un voto espresso dall'Aula. E così allora fummo costretti a rivolgerci verso un altro modello di legge elettorale. Questo lo dico perché - signor Presidente, vorrei la sua attenzione perché a lei mi sto appellando rispetto a questa circostanza - si può fare una norma transitoria, forse su una parte di un testo che non è stato sottoposta, attraverso uno specifico emendamento, a votazione, ma non si può fare una norma transitoria per vanificare un emendamento che è stato approvato rendendo evidente un'espressione di volontà da parte dell'Aula, perché, se si facesse, allora si potrebbero in ogni circostanza - in ogni circostanza! - risolvere i problemi derivanti dal fatto che non c'è evidentemente una maggioranza su una parte di un testo, votando, subito dopo, un altro emendamento che lo vanifica.

Signor Presidente, concludo. Noi siamo preoccupati, perché oggi sembra che tutta l'attenzione della maggioranza, anche dei principali contraenti di questo patto di Governo, sia concentrata sulla necessità di evitare di togliere il sorriso al Ministro Bonafede, eppure oggi è il giorno in cui la Commissione europea ha appena bocciato la nostra manovra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! È il giorno nel quale noi saremo costretti da qui in poi a fronteggiare le intemperie finanziarie sui mercati che mettono a rischio i risparmi degli italiani, e invece di occuparvi di queste cose voi siete qui a chiederci un rinvio fino alle 13 per un provvedimento che non è urgente per i cittadini, per un provvedimento che non serve al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Deve concludere.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Siete degli irresponsabili! Non dovreste chiedere un rinvio, ma dovreste chiedere scusa al Paese e al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, ieri eravamo in molti, quasi tutti, qui a celebrare i cento anni di quest'Aula, e il senso di quella cerimonia era riaffermare la centralità del Parlamento, riaffermare che la nostra Repubblica è una Repubblica parlamentare. Quindi riparto da qui per dare un senso anche alle cose che stiamo facendo. Ieri è avvenuto quello che nella storia parlamentare si può definire un incidente d'Aula, nel senso che un emendamento che aveva avuto il parere contrario del relatore e del Governo è stato poi invece accolto, ma più in generale ci siamo trovati di fronte a un'espressione della volontà popolare per mezzo dei suoi rappresentanti, e credo che da qui bisogna ripartire. Bisogna ripartire anche da un'osservazione, che mi permetto per il suo tramite di rivolgere ai colleghi della maggioranza, che sono riusciti nel capolavoro di trasformare un legno dritto, cioè la necessità di intervenire in maniera più efficace contro la corruzione, che è un male endemico di questo Paese, in un legno storto che non sarà mai dritto: prima avete associato alla corruzione i partiti politici, nel testo di questo disegno di legge, con un accostamento che fa a pugni con la Costituzione, con il ruolo che ai partiti viene affidato dalla Costituzione; poi avete proseguito in questo tentativo di rendere storto questo legno, appendendo la prescrizione come una sorta di superfetazione. Noi siamo d'accordo per il rinvio, ma non per il rinvio all'una, ma per il rinvio o in Commissione oppure ad altra data, perché questa è innanzitutto un'espressione di rispetto del Parlamento, non dimenticando - l'ho detto ieri ed è stato ricordato dal collega Crosetto - che siamo in sessione di bilancio. Io mi sono permesso di ricordarlo - come credo i colleghi capigruppo possano testimoniare - anche ieri nella riunione dei presidenti di gruppo. Dico questo perché - a questo punto faccio una domanda ai colleghi della maggioranza - voi pensate ragionevolmente che iniziando alle quattro - perché questo significa in realtà - siete in grado questa sera di concludere questo provvedimento? Siccome così non è, non prendiamoci in giro e prendetevi tutto il tempo necessario. Ma tutto il tempo necessario non è un'ora, è il mese di gennaio 2019, perché questi sono i tempi, non dettati dall'opposizione ma dai regolamenti, dalla sessione di bilancio e da un mese di dicembre che ha le caratteristiche che tutti noi conosciamo. Assumetevi questa responsabilità politica di fronte al Paese e di fronte al Parlamento. Questa è la via maestra, tutte le scorciatoie alla fine portano a risultati peggiori. Quindi, in estrema sintesi, noi siamo contrari al rinvio alle 13 e chiediamo alla maggioranza di assumersi di fronte a quest'Aula e di fronte al Paese la responsabilità di avere - lo dico anche qui - anche legittimamente opinioni differenti.

Risolvetevele al vostro interno, tornate in Aula, ma non cercate surrettiziamente di tenerci qui e di tenere inchiodato il Parlamento di fronte alle vostre contraddizioni. Questo non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)!

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Presidente, il MoVimento 5 Stelle sosterrà la richiesta del collega Del Grosso. Ieri sera, come abbiamo visto tutti, questo Parlamento ha votato una modifica del codice penale veramente determinante, questo penso sia chiaro ed evidente, non solamente agli occhi di quest'Aula, ma del Paese intero. Riteniamo che, a questo punto, siano necessari approfondimenti per quanto è stato votato dall'Aula ieri con voto segreto. Riteniamo che un'ora di tempo, come richiesto dal collega, sia necessaria proprio per la rilevanza del voto di ieri sera, quindi voteremo favorevolmente alla richiesta di sospensione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri colleghi che intendono intervenire, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di differire fino alle ore 13 il seguito dell'esame del provvedimento.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 79 voti di differenza.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, nello speech che lei ha letto per invitarci a un voto e dando la possibilità a un rappresentante per gruppo di parlare, lei non ha chiesto la sospensione dei lavori, lei ha letto la locuzione “differimento del provvedimento alle ore 13”. Dunque, la seduta non è sospesa, perché noi vogliamo fare degli interventi sull'ordine dei lavori, perché lei ci ha chiesto di differire il nuovo inizio della discussione di questo provvedimento, che era previsto alle 11, per le ore 13. Quindi, la seduta non è sospesa, perché lei non ha chiesto il voto sulla sospensione dei lavori, per chiarezza.

PRESIDENTE. Io ho chiesto la proposta di differire fino alle ore 13 il seguito dell'esame del provvedimento, ed è stata approvata. È chiaro che adesso sospenderò i lavori fino alle 13 (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Differiamo i lavori fino alle 13, è chiaro che l'Aula si interrompe adesso, fino alle 13. Volete passare agli altri argomenti, quindi? Prego, deputato Fiano.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente, non c'è da discutere. Lei, con molta cortesia e molta trasparenza, siccome sono venuto anche a chiederlo lì, mi ha riletto, chiedo non solo testimonianza ai colleghi, ma lei ha riletto lo speech: lei ha fatto votare a quest'Aula, che a maggioranza ha legittimamente deciso, di differire la discussione di questo provvedimento…

PRESIDENTE. Quindi, qual è la proposta?

EMANUELE FIANO (PD). Noi abbiamo da fare, intanto, degli interventi sull'ordine dei lavori. Poi le chiedo di mettere adesso in discussione il provvedimento seguente in calendario, perché lei non ha fatto votare quest'Aula sulla sospensione dei lavori.

GRAZIANO DELRIO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. Mi scusi, siamo di fronte a una decisione molto importante, quella di riesaminare un provvedimento che è stato votato in piena libertà, a voto segreto, dai deputati di quest'Aula. Presidente, la prego di prestare attenzione a questo momento, perché lei, accettando una richiesta della maggioranza di rimettere in discussione, perché non c'è altro motivo del rinvio, se non quello di rimettere in discussione un voto segreto, si assume una responsabilità molto forte. Vorrei ricordarle che l'articolo 67 della Costituzione dice che ogni parlamentare rappresenta la nazione ed esercita il suo compito senza vincolo di mandato.

Il voto segreto espresso in quest'Aula, Presidente, è il simbolo della libertà di questi deputati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Lei deve difendere la libertà dei deputati di esprimere la loro opinione.

PRESIDENTE. Deputato…

GRAZIANO DELRIO (PD). Non sono d'accordo con quello che è stato votato qui, ma difenderò fino in fondo il fatto che i deputati siano liberi di esprimere la loro opinione.

PRESIDENTE. Deputato Delrio, abbiamo…

GRAZIANO DELRIO (PD). È questo il suo compito (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). E noi non possiamo essere sottoposti a pastrocchi della maggioranza, cioè al fatto che la maggioranza, i partiti devono dare gli ordini ai deputati, perché, se noi accettassimo questo principio, Presidente, cioè che i partiti si ritrovano e decidono di limitare la libertà dei deputati, lei darebbe atto a una grave violazione dello spirito, se non della forma, del dettato costituzionale. È stato espresso un voto segreto, è stato espresso in linea con l'articolo 67 della Costituzione: non c'è nessun elemento che possa indurre lei o la maggioranza a modificare un voto liberamente espresso dai deputati. Siete tutti liberi, siete liberi, ve lo garantisce la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Potete votare secondo coscienza, non secondo le direttive dei partiti! Tutti siete liberi, non avete bisogno di riunirvi, non avete bisogno di riunirvi ancora. Siete liberi: esercitate la vostra libertà di mandato. E lei non può non consentire questa cosa, lei non può non prendere atto che è stato già espresso un voto. Riesaminare quella decisione…

PRESIDENTE. Deputato Delrio, questo però, le dico in maniera molto (Commenti del deputato Enrico Borghi)…C'è il deputato Delrio, sto interloquendo in questo momento con il deputato Delrio, non con lei, Borghi.

ENRICO BORGHI (PD). Non aveva finito!

PRESIDENTE. Può continuare, sto dicendo che mi sembra, e so che Delrio mi comprende, un processo alle intenzioni quello che lei sta facendo alla Presidenza della Camera, visto che in questo momento siamo al voto in cui è stato differito il provvedimento alle ore 13 e non c'è altro. Quindi, se lei si auspica qualcosa, la comprendo perfettamente, ma, nel momento in cui inizia a dirmi delle cose che non sono assolutamente in essere, diventa un procedimento alle intenzioni.

GRAZIANO DELRIO (PD). Presidente, la ringrazio della precisazione e ne prendo atto. Mi consenta, essendo medico, noi abbiamo un motto: prevenire è meglio che curare. Vorrei non curare, vorrei prevenire il fatto che si intervenga a violare il libero esercizio dei deputati, che è garantito dalla Costituzione. Mi consente questo?

PRESIDENTE. Comprendo gli auspici, non il processo alle intenzioni.

GRAZIANO DELRIO (PD). No, ma non c'è nessun processo alle intenzioni: è un'affermazione molto seria, che riguarda la sostanza di questo differimento, Presidente. Questo differimento ha questo scopo, di rimettere in discussione sia i lavori di quest'Aula, che sono stati programmati, e che quindi vengono di nuovo, come ha efficacemente espresso il deputato Crosetto, messi in discussione, di nuovo stiamo mettendo in discussione il fatto che possiamo lavorare, non solo viene messo in discussione questo, ma viene messo in discussione su un voto segreto dove i deputati hanno espresso una loro libera prerogativa.

Se non sarà così, Presidente, sarò ben felice di prenderne atto, ma noi abbiamo molto timore che questa sospensione serva a questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Allora, l'oggetto dell'ordine dei lavori che lei ha trattato è sul tema precedente rispetto già al voto che noi abbiamo espresso, e questo così non è possibile.

DANIELE DEL GROSSO (M5S). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE DEL GROSSO (M5S). Solo per chiarire: ovviamente la mia era una richiesta di sospensione. Ho chiesto di mettere ai voti la sospensione dei lavori dell'Aula fino alle ore 13, altrimenti avrei chiesto l'inversione dell'ordine del giorno, semplicemente.

PRESIDENTE. A questo punto, allora, votiamo la sospensione fino alle ore 13 (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Assolutamente sì!

GUIDO CROSETTO (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Scusi, Presidente, noi abbiamo votato di passare a un altro provvedimento. Tra l'altro, è un provvedimento di sostanziale importanza, perché è quello di Baldelli sulle soste auto (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente), quindi penso sia una cosa di altissimo livello. Ciò detto, noi non abbiamo interrotto la seduta, abbiamo già votato e abbiamo votato di sospendere questo provvedimento. Per cui la invito, a seguito delle votazioni che lei ha indetto, di cui ha riletto per ben due volte lo speech, di passare alla modifica all'articolo 12 del codice della strada (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente), di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, come da programma della Camera. Abbiamo differito l'altro, passiamo al codice della strada sulle richieste assurde di Baldelli (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli).

PRESIDENTE. Allora, vi dico che metto in votazione la sospensione dei lavori dell'Aula fino alle ore 13 (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e do un intervento a favore e uno contro sulla sospensione dei lavori dell'Aula fino alle ore 13.

Ha chiesto di parlare contro il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà. Stiamo mettendo in votazione, quindi, se lei parla, parla contro. Prego, un intervento contro.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, ho cinque minuti…

PRESIDENTE. Certo.

ENRICO BORGHI (PD). Scusi, stiamo assistendo ad una situazione procedurale alquanto inedita. Questa è l'Aula della Camera, di cui ieri abbiamo ricordato un secolo di vita. Immaginiamo fosse l'aula di un consiglio comunale qualunque dei 7.996 comuni del nostro Paese: il presidente del consiglio, ovvero il sindaco, al di sotto di una determinata soglia demografica, a seguito di una richiesta procedurale, decide di sospendere l'esame del provvedimento. Siccome vi è un ordine del giorno, siccome lei per tre volte, non per una volta, per tre volte, ha detto che abbiamo votato il differimento del provvedimento, naturalmente in un consiglio comunale, così come nell'Aula della Camera, si passa, come ha chiesto il collega Crosetto, al punto successivo. Se lei sdogana l'idea che si modifica in corso d'opera il lavoro di quest'Aula esclusivamente sulla base del fatto che, come hanno dichiarato i colleghi del MoVimento 5 Stelle, con una trasparenza politica al limite dell'ingenuità, vi è un problema politico all'interno della maggioranza, lei, signor Presidente, da parte terza diventa una parte in causa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e quindi noi siamo a dirle che non può accedere ad una modifica dei nostri lavori esclusivamente in funzione di un obiettivo che è un obiettivo di natura politica.

Detto questo, credo, signor Presidente, visto che questa è una responsabilità che le è conferita, che occorrerebbe un po' più di resipiscenza nella nostra discussione, perché sono le 12,10, noi che facciamo? Facciamo un rinvio dell'Aula fino alle 13, poi, dopo mezz'ora, interrompiamo, poi, riprendiamo alle 15 con il question time, poi, riprendiamo alle 16 con questo provvedimento e, nel frattempo, che facciamo? Aspettiamo dalla lettura delle agenzie che vi sia una misteriosa ricomposizione politica all'interno della maggioranza su elementi che, tecnicamente, non sono sostenibili? Appare chiaro, signor Presidente, che la maggioranza si è totalmente incartata, dal punto di vista dei contenuti e dal punto di vista procedurale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e lei non può assistere, in maniera inerme, a un percorso di questa natura. Garantisca tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Se non ci sono interventi a favore, passiamo ai voti.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente!

PRESIDENTE. Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la sospensione dei lavori della seduta fino alle ore 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Richiamo al Regolamento!

(Segue la votazione ) ( Vive Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia -Berlusconi Presidente)

RENATO BRUNETTA (FI). Vergogna, vergogna!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva, per 81 voti di differenza (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

La seduta è sospesa fino alle ore 13.

La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 13,05.

Seguito della discussione del disegno di legge: Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici (A.C. 1189-A); e dell'abbinata proposta di legge: Colletti ed altri (A.C. 765).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1189-A: Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici…C'è un faro…Giarrizzo, per favore…L'ordine del giorno reca quindi il seguito della discussione del disegno di legge n. 1189-A: Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici; e dell'abbinata proposta di legge n. 765.

Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo approvato l'emendamento 1.272 Vitiello.

Ha chiesto di parlare il deputato Padoan sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

PIETRO CARLO PADOAN (PD). Signor Presidente, oggi è successo un fatto eccezionale e molto triste per il Paese. Dopo anni di gestione sana della finanza pubblica, il Paese subisce la richiesta da parte della Commissione europea di una procedura per infrazione per il debito, quindi una situazione che non tiene conto di circostanze che in passato ci avevano permesso di evitare questo grosso problema. A questo proposito, io chiedo che il Governo venga a riferire in Aula su come si sia potuti arrivare a questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Padoan, questo però era su un altro oggetto, giusto per chiarezza, rispetto all'ordine del giorno.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo dunque l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.78 Verini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.86 Vitiello, 1.87 Costa e 1.88 Bazoli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, questi sono emendamenti soppressivi di una norma che dal Governo è considerata molto qualificante di questo provvedimento, ovvero la norma che possiamo qualificare (e devo dire, senza inventare nulla) quella dell'agente provocatore. Cosa dice questa norma? Dice che, se un cittadino si reca da un sindaco, nell'ufficio di un sindaco e poi esce da questo ufficio, si reca in procura e sostiene: guardate, ho promesso al sindaco x, il sindaco mi ha fatto “sì” con la testa, ebbene, questo cittadino sarà non punibile per questo fatto, pur avendo commesso un reato pochi minuti prima, purché questo atto venga effettuato nei sei mesi dall'atto, o comunque prima dell'iscrizione.

Noi abbiamo presentato vari emendamenti. Prima di tutto, io posso capire se questo comportamento può essere…Devo dire, noi non siamo d'accordo sul testo, ma può essere comprensibile se vi è una dazione di denaro; ma noi sappiamo che il reato di corruzione si concretizza anche attraverso la semplice accettazione della promessa.

Quindi, basta che qualcuno che vuole tendere un tranello dica, sostenga che c'è stata una promessa accettata, e ci sarà una prova diabolica della persona accusata per riuscire a difendersi da quello per cui viene chiamata in causa; con l'effetto che il soggetto, che invece l'ha chiamata in causa, sarà non punibile. Noi abbiamo oggi nell'ordinamento un meccanismo analogo, ma non vi è la non punibilità, vi è un abbassamento della pena: questo determina che non si potranno porre in essere dei complotti.

Un altro aspetto molto significativo è quello che lega il passaggio a quello dell'iscrizione: se c'è l'iscrizione nel registro degli indagati, questa causa di non punibilità non potrà essere utilizzata. Quindi potrà capitare benissimo… Sappiamo bene i tempi delle iscrizioni, che vengono spostati avanti e indietro - ed è un dibattito che in quest'Aula c'è stato già nella scorsa legislatura - a seconda delle convenienze delle procure. Sappiamo bene che basterà che un pubblico ministero decida di ritardare l'iscrizione nel registro degli indagati di una persona per consentirle di avvalersi di questa causa, e il gioco sarà fatto; quindi si utilizzerà strumentalmente anche il meccanismo dell'iscrizione nel registro degli indagati. Aggiungiamo anche il fatto che abbiamo delle procure che scrivono tempestivamente, altre che, magari, per semplici carichi di lavoro, iscrivono in ritardo.

Questa è la codificazione dell'agente provocatore, cioè la persona che stimola il reato e che viene dichiarata non punibile per il reato stesso che ha commesso. Il Governo scrive nella relazione al provvedimento che ci sono pochi processi per i reati di corruzione, bisogna aumentarli. Come pensa di aumentarli questo Governo? Provocando nuovi reati, stimolando nuovi reati. Non è questo il modo e, penso, la modalità con cui i cittadini italiani vogliono che si risolvano le problematiche legate ai reati contro la pubblica amministrazione. Guardate, questa è una norma pericolosissima se inserita nel sistema: è la codificazione della provocazione, dell'agente provocatore che stimola, crea la trappola, crea il complotto e viene dichiarato non punibile. I meccanismi, le triangolazioni con le procure saranno tantissimi. Guardate, fermatevi, accantonate questa norma: fermatela, è una norma pericolosissima. Lo dico dal punto di vista giuridico, ma lo sarà anche dal punto di vista pratico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, io interverrò volentieri sul merito dell'emendamento; però mi chiedo come sia possibile proseguire nei lavori facendo finta di niente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), dopo quello che è successo ieri sera, dopo quello che è successo nella maggioranza ieri sera; sono stati sospesi i lavori d'Aula ieri sera, sono stati sospesi questa mattina perché ci è stato detto che vi erano dei problemi nella maggioranza e che si sono manifestati in modo abbastanza clamoroso; e adesso si riprende senza che noi sappiamo nulla di quello che si è deciso, senza che ci venga riferito quali sono le decisioni che la maggioranza ha legittimamente assunto per riprendere i lavori. Abbiamo oggi il piacere di avere davanti a noi il Governo al completo, e vorremmo capire per quale motivo c'è bisogno del Governo al completo per un provvedimento per il quale il Ministro della giustizia non ha avuto neanche il bene di venire una volta in Commissione per discutere con noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); adesso abbiamo il Governo schierato davanti a noi. Io vorrei capire, prima di riprendere questo iter dei lavori, cosa è successo, cosa è stato deciso, perché non è possibile far finta di niente, non è possibile prendere in giro l'opposizione in questo modo. Io credo che noi abbiamo il diritto di capire e di sapere, voglio che i relatori ci spieghino cosa hanno deciso, voglio che la maggioranza ci spieghi cosa ha deciso, perché hanno sospeso e perché adesso hanno ripreso facendo finta di niente, perché in questo modo io credo che non si possa procedere con i lavori. È una cosa dal mio punto vista inaccettabile, che si faccia finta di niente! Abbiamo davanti a noi il Governo schierato, ci dica, ci riferiscano: cosa avete deciso? Qual è il motivo per cui si è ripreso? Qual è l'accordo di maggioranza che è stato assunto? Ce lo facciano sapere, perché non si può far finta di nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vazio. Ne ha facoltà. Sull'ordine dei lavori? Su cosa, deputato Vazio?

FRANCO VAZIO (PD). Sull'ordine dei lavori, su quello che sta succedendo, perché, vede, Presidente, noi veniamo a discutere di questo provvedimento dopo un percorso accidentato in Commissione, molto accidentato, dove, lei sa, si è passati dall'introduzione surrettizia di un emendamento ad un allargamento del tema della legge; abbiamo disposto, grazie al suo intervento, innumerevoli audizioni, peraltro contenute in una giornata, che hanno squassato la legge, cioè hanno detto alla maggioranza che questa legge, che questa riforma della prescrizione è una riforma illiberale, incostituzionale e che mette in ginocchio tutto il sistema della giustizia italiana. Non ce l'hanno detto dei passati per caso, ma ce l'ha detto il primo Presidente della Cassazione, Mammone, il Procuratore generale della Cassazione, Fuzio, tutti i magistrati che sono venuti, professori ordinari di diritto penale, che si sono succeduti in Commissione. Ciononostante, si è andati avanti, celebrando una serie di Commissioni surreali, con dei rinvii che si sono succeduti durante le giornate e durante le nottate e che hanno visto impegnati e chiamati all'ultimo secondo i commissari della Commissione giustizia alla sera e anche di notte. Io pensavo di venire in un Parlamento dove si venisse a discutere degli argomenti, si decidesse e si votasse. E invece ci troviamo continuamente a giocare a uno sport diverso, con gente che nasconde la palla, con gente che cambia le regole del gioco.

Arriviamo in Aula, succede ieri un fatto - io credo - politicamente significativo, perché una parte di questo Parlamento, al voto segreto, mette sotto la maggioranza. Io, al netto del mio giudizio su quell'emendamento, del quale abbiamo parlato in Commissione perché era stato addirittura obbligato il ritiro alla Lega durante i lavori della Commissione sulla modifica del peculato e rispetto al quale il Partito Democratico aveva fatto una battaglia molto dura, ebbene, ieri, la maggioranza è andata sotto rispetto a quel voto. In quel contesto, ieri, in un clima surreale, il MoVimento 5 Stelle chiede la sospensione dei lavori dell'Aula, in un momento che francamente era incomprensibile, perché, voglio dire, era un voto segreto e si poteva tranquillamente andare avanti. Lei, Presidente, sospende i lavori dell'Aula. Ci riconvochiamo questa mattina alle 11: perché? Perché pare che, prima delle 11, la Lega e il MoVimento 5 Stelle dovessero affrontare politicamente la vicenda che si sarebbe maturata in relazione a quell'approvazione di quell'emendamento, cosiddetto ‘spazza processi'. Ora, arriviamo alle 11, cerchiamo di iniziare i nostri lavori, per i quali siamo pagati, perché non veniamo qui gratis, veniamo qui per svolgere un lavoro, essendo pagati dai cittadini. Ebbene, alle 11 scopriamo che neanche si può iniziare perché è necessario un ulteriore rinvio di qualche ora: perché? Perché MoVimento 5 Stelle e Lega non hanno solamente un problema politico, ci viene detto, ma anche un problema tecnico, cioè, in buona sostanza, stanno riflettendo, stanno strategicamente mettendo insieme le idee, per cercare di squassare l'emendamento che è stato votato con voto segreto e rimettere in pista quella che era invece l'idea del MoVimento 5 Stelle e del Ministro Bonafede.

Presidente, rispetto a questo, le domando: ma è normale che si riinizi a votare gli emendamenti senza spiegare a quest'Aula, a questi deputati, alla maggioranza e alla minoranza, cosa sta succedendo? Io sono sbacalito! Dobbiamo, prima di iniziare a votare, comprendere cosa avete deciso, cosa hanno deciso, qual è il passo che si vuol fare, perché non è in gioco l'emendamento “spazza peculato” o “spazza processi”, è in gioco l'esistenza di questo Parlamento, delle regole democratiche che si stanno sviluppando in quest'Aula, perché abbiamo approvato degli emendamenti che per tutta la classe della giustizia sono illiberali e antidemocratici.

Oggi stanno succedendo cose che mettono in gioco il ruolo stesso dei parlamentari, io credo, Presidente. Siccome lei tutela prima di ogni altra cosa il Parlamento e deve tutelare anche le istituzioni e i percorsi democratici che si stanno sviluppando, che chieda al Presidente del Consiglio e ai Ministri qui presenti, schierati come mai avvenuto in precedenza, cosa sta succedendo; in un clima surreale…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCO VAZIO (PD). …perché il deputato Padoan ci ha detto che stiamo anche sotto infrazione, ma, santo cielo, è normale che qua non si dica una parola? Che non si dica da che parte si vuole andare? Ma in che Paese siamo finiti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Brunetta. Ne ha facoltà. Su cosa?

RENATO BRUNETTA (FI). Grazie, signor Presidente. Anch'io come i colleghi che mi hanno preceduto…

PRESIDENTE. No, deputato Brunetta, mi ascolti. Su cosa?

RENATO BRUNETTA (FI). Sull'emendamento, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sull'emendamento?

RENATO BRUNETTA (FI). Sull'emendamento. Anche io, come i colleghi che mi hanno preceduto, trovo surreale il modo di gestire quest'Aula, in questa fase molto complicata per la maggioranza. Ieri la maggioranza, come lei ben sa, signor Presidente, è stata battuta, il Governo è stato battuto su un emendamento fondamentale, dirimente; e il fatto che una maggioranza sia battuta, che un Governo vada sotto è un elemento fortemente simbolico rispetto alla governance del Paese.

E tutto questo succede - e approfitto della presenza del Presidente Conte in quest'Aula - oggi, in questa mattinata, quando, un'ora fa, la Commissione europea ha bocciato…

PRESIDENTE. Sta intervenendo sull'emendamento, Brunetta!

RENATO BRUNETTA (FI). Sull'emendamento, signor Presidente. La Commissione ha bocciato la legge di bilancio e le ricordo che noi siamo qui in sessione di bilancio, signor Presidente! Noi siamo in sessione di bilancio…

PRESIDENTE. Deve concludere… Deve concludere.

RENATO BRUNETTA (FI). …e, quindi, l'Unione europea ha bocciato l'Italia in sessione di bilancio! Ha bocciato la manovra mentre noi siamo in sessione di bilancio! E stiamo qui a discutere di un provvedimento illiberale, illegittimo, incostituzionale, con una maggioranza che non c'è più, con un Governo che non c'è più (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Brunetta)… Deputato Brunetta… Deputato Brunetta, deve intervenire il suo collega, il deputato Fornaro. Deputato Brunetta, non si faccia fare il primo richiamo formale, grazie. Deputato Fornaro, prego (Commenti del deputato Brunetta)… Primo richiamo formale, deputato Brunetta. Prego, Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo a nome del nostro gruppo, rivolgendomi a lei, nel suo ruolo, e, quindi, in qualche modo, anche con un richiamo all'articolo 8 del Regolamento, per tutelare la dignità di quest'Aula, oltre che i diritti dell'opposizione.

C'è un tema doppio, a nostro giudizio, c'è un tema di rispetto del Parlamento. Da questo punto di vista, non è in discussione la legittimità della maggioranza di riprendere il lavoro interrotto ieri sera su richiesta della stessa maggioranza e andare avanti nella votazione degli articoli, ma c'è una questione di rispetto, anche suo, a mio giudizio, visto che si è passati anche per una Conferenza dei presidenti di gruppo.

Io credo che sarebbe stato un atto dovuto, da parte della maggioranza o del Governo, spiegare le ragioni per le quali, dopo aver chiesto la sospensione, si decideva di riprendere. Io credo che ci sia una carenza e, quindi, una mancanza di rispetto nei confronti di quest'Aula e nei confronti delle opposizioni.

Quindi, sono a richiedere formalmente alla maggioranza o al Governo di spiegarci le ragioni delle loro decisioni, che non sono in discussione da un punto di vista di legittimità, ma, di fronte anche all'opinione pubblica, vorremmo sapere perché prima si decide di sospendere e adesso si riprende come se niente fosse.

Ma, siccome viviamo non soltanto in quest'Aula, ma anche nel Paese, riprendo la sollecitazione, che condivido, del collega Padoan, perché c'è anche un tema di rispetto del Paese e oggi è avvenuto.

Poi, si possono avere opinioni differenti e spero che ci sia l'occasione quanto prima di poterle esprimere, ma c'è anche un tema di rispetto nei confronti del Paese perché l'apertura della procedura di infrazione nei confronti dell'Italia da parte dell'Unione europea è un atto grave, foriero di problemi per il Paese. E lo dico qui, per il suo tramite, al Presidente del Consiglio, ai due Viceministri, ai rappresentanti del Governo: non pensiate che basti una photo opportunity, una foto in cui dimostrate e date l'idea della compattezza, per mascherare le vostre divisioni, che ieri sono esplose palesemente nel voto segreto; le vostre divisioni che derivano dal fatto che il contratto che avete firmato è cementato soltanto dal potere e non da un vero accordo politico di lunga durata.

Quindi, da questo punto di vista, noi siamo a richiedere il rispetto del Parlamento e il rispetto nei confronti del Paese. Spiegateci perché ricominciamo e come ricominciamo, come pensate di poter concludere e con che tempi pensate di concludere questo provvedimento, visto che siamo in sessione di bilancio e ci sono il decreto sicurezza e la legge di bilancio, tra pochi giorni, e anche il rispetto nei confronti del Paese, perché credo che noi abbiamo il diritto e questo Parlamento abbia il dovere, nell'interlocuzione tra Governo e opposizioni e di fronte al Paese, di discutere su quanto sta avvenendo sull'Europa e le conseguenze che questo potrebbe determinare sul futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Sull'ordine dei lavori, Presidente. In realtà, dissento da quello che hanno detto alcuni dei miei colleghi. Sarebbe bastato un intervento del relatore o del presidente della Commissione giustizia o del Ministro della giustizia oggi per dirci quello che è accaduto e le decisioni che avete preso in merito al proseguimento dell'esame di questo provvedimento.

Invece, mi sembra assolutamente surreale - questo sì - questo schieramento di forze, la presenza del Premier, dei due Vicepremier nel momento in cui tutte le agenzie di stampa mondiali stanno battendo la notizia della bocciatura della nostra manovra di bilancio, nel momento in cui migliaia e migliaia di piccoli investitori e risparmiatori si aspettano di sapere se possono comprare i nostri BTP.

Ecco, questo ci aspetteremmo per rispetto del Parlamento e per il rispetto di tutti gli italiani. E visto che qui c'è il Presidente del Consiglio, venga anche il Ministro dell'economia e ci dica - siamo in piena sessione di bilancio - cosa sta accadendo al nostro Paese e che cosa ci aspetta nelle prossime settimane (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano, per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà. Su quale articolo?

EMANUELE FIANO (PD). Sull'articolo 8, Presidente, quello che delega a lei la rappresentanza di questa Camera a difesa delle nostre prerogative.

Leggo che il Presidente Conte - al quale do il mio saluto perché è così raro vederla qui dentro e so che è stato impegnato con la “Terra dei Cuori” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e sono contento che abbiate ricomposto quell'immagine, che alla conferenza stampa non avete potuto dare, di essere tutti presenti - ha fatto delle dichiarazioni, qui fuori, credo, a pochi metri da quest'Aula, parlando di una legge, “l'anticorruzione”, che è una legge di iniziativa parlamentare; ma non mi pare che il Presidente Conte sia iscritto a nessun gruppo parlamentare, né sia deputato della Repubblica, né sia segretario di uno dei partiti qui rappresentati dai gruppi. Ha detto: “Proseguiremo nella valutazione degli emendamenti e del testo e lo porteremo poi al Senato e risolveremo per trovare una soluzione all'incidente di percorso”.

Primo, Presidente Fico: cosa faremo di questo provvedimento? In quale ramo del Parlamento sarà discusso lo può decidere per noi il Presidente Fico e la Conferenza dei presidenti di gruppo e non il Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

“È una legge di iniziativa parlamentare”: lei, Presidente Conte, parli per i suoi ministri e non per i rappresentanti del popolo eletti in questa Camera.

Secondo: non è stato un incidente… prego? Si riferiva a me, Presidente Conte? Ho visto che segnalava…

PRESIDENTE. Deputato Fiano, vada avanti (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

EMANUELE FIANO (PD). No, Presidente Fico, l'aiuto, perché lei non può vedere.

PRESIDENTE. Non so (Commenti della deputata Morani)

EMANUELE FIANO (PD). Mi lasci concludere l'intervento sul Regolamento, Presidente!.

PRESIDENTE. Deputata Morani!

EMANUELE FIANO (PD). Il Presidente Conte si è rivolto a me facendo un gesto. Se lei fosse così cortese da sapere se vuole indicarmi che ci vedremo fuori, gliene sarei grato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Comunque, non ho timore, Presidente Conte.

PRESIDENTE. Deputato Fiano…

ENRICO BORGHI (PD). Guarda i banchi del Governo, guarda i banchi del Governo! Guarda il sottosegretario!

PRESIDENTE. Deputato Borghi! Deputato Fiano, continuiamo in tranquillità.

EMANUELE FIANO (PD). Io più tranquillo di così non potrei essere.

ENRICO BORGHI (PD). Ma guarda i banchi del Governo!

PRESIDENTE. Guardo chi mi sta parlando in questo momento. Prego.

EMANUELE FIANO (PD). Io sono tranquillissimo. Credo che, tra i suoi compiti, ci sia anche quello di indicare ai membri del Governo che ai deputati della Repubblica non ci si rivolge così…

PRESIDENTE. Andiamo avanti sul richiamo al Regolamento.

EMANUELE FIANO (PD). Vado avanti, Presidente, perché la invito a definire quello che è successo ieri non un incidente di percorso ma la libera espressione del voto dei deputati della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). C'è differenza. Un incidente di percorso può essere una discussione non preventivata tra i due capi, segretari, responsabili dei due partiti o movimenti politici che compongono il Governo. Noi siamo qui dentro a discutere di una proposta di legge di iniziativa parlamentare ed è lei Presidente, non io, che deve ricordarlo al Governo, che peraltro è lì seduto e potrebbe alzarsi e dirci che cosa pensa sia degli eventi, che hanno riguardato questo provvedimento, sia degli eventi che stanno colpendo gli italiani con la bocciatura della Commissione europea e, invece, stanno lì seduti e non dicono niente. Se non dicono niente in quest'Aula riguardo ai nostri lavori, Presidente, gli dica di non dirlo neanche fuori di questo portone, perché non è una prerogativa del Presidente del Consiglio dirci dove e quando voteremo questo provvedimento. È una prerogativa nostra e sua semmai (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Deputato Fiano, giusto per chiarirci. Questo è un disegno di legge d'iniziativa governativa e poi ci sono le proposte di legge d'iniziativa parlamentare, ma il disegno di legge è di iniziativa governativa. Detto questo, è chiaro che i tempi sono gestiti dal Presidente della Camera nella Conferenza dei presidenti di gruppo e la Costituzione e i regolamenti parlano chiaro e sopra questi non c'è nessuno. È normale. Non lo devo dire a nessuno, perché è chiaro nelle cose. Il provvedimento è alla Camera, il provvedimento poi andrà al Senato e siamo un bicameralismo perfetto ed è quello che si farà. Le voglio dire, quando lei diceva che è una proposta d'iniziativa parlamentare, che è un disegno iniziativa governativa. Giusto per chiarire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà. Per favore, silenzio. Prego.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Fico. Il professor Conte, ancorché sia l'ultimo di una lunga lista di Presidenti del Consiglio non passati per il via delle elezioni - è una citazione del Vicepresidente Di Maio non riferita a Conte, ma fatta ai tempi in cui credeva che i Presidenti del Consiglio dovessero essere, diciamo così, legittimati da una sovranità popolare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), da un passaggio non secondario delle elezioni - purtuttavia il professor Conte è il Presidente del Consiglio di questo Paese e con il rispetto che si deve a un Presidente del Consiglio va trattato. Il Presidente Conte è liberissimo di poter dire che su questo provvedimento il Governo può e vuole andare avanti. La foto notizia che ci appare plasticamente di fronte è quella di un Governo che ha fatto venire in Aula il Presidente del Consiglio, i due Vicepresidenti del Consiglio, il Ministro della giustizia, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. È un Governo che plasticamente vuole dare la sensazione di essere unito e compatto su questo provvedimento. Ne prendiamo atto. State togliendo molto tempo alla vostra attività social ma questo è un fatto vostro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

In realtà, a noi sarebbe piaciuto, Presidente…

PRESIDENTE. Deputato Baldelli, si attenga all'oggetto dell'ordine dei lavori.

SIMONE BALDELLI (FI). Mi attengo, Presidente, all'ordine dei lavori e non è sindacabile da lei, ma, Presidente, è un'altra cosa invece…

PRESIDENTE. In realtà è sindacabile l'oggetto. Vada avanti.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, gradirei non essere interrotto…

PRESIDENTE. Vada avanti.

SIMONE BALDELLI (FI). …e gradirei anche che non mi dica “vada avanti”, perché sto seguendo un filo logico del discorso e vorrei poterlo continuare a seguire, recuperando il tempo che mi viene fatto perdere.

Presidente, in questo momento probabilmente il Governo dovrebbe essere più occupato a dare rassicurazioni ai mercati, visto quello che è accaduto e visto che rischiamo miliardi di sanzioni. Ma tant'è; il Governo decide di risolvere un problema politico in quest'Aula. Avrebbe aiutato il dibattito e anche il suo compito di dirigere questi lavori, perché lei, Presidente, dovrebbe dirigere dei lavori su un provvedimento e non una sequela di interventi sull'ordine dei lavori perché il Governo non si pronuncia. Avrebbe aiutato - lo dico al Governo, ma lo dico anche alla maggioranza - se la relatrice si fosse degnata di spendere una parola, informando l'Assemblea, visto che sono venuti qui a chiederci delle sospensioni dei lavori non si sa bene per fare che cosa, perché hanno fatto tutto meno che riunire il Comitato dei nove e meno che valutare l'impatto della norma approvata, dell'emendamento approvato, sul provvedimento in generale.

Nessuno si è degnato di riferire all'Assemblea su quale era la proposta della maggioranza e del Governo sul proseguimento dei nostri lavori, né lei, Presidente, ha pensato di dover interrogare la maggioranza su questo.

Legittimo e liberissimo di farlo, ma siamo ripartiti come se nulla fosse successo. Prendiamo atto, Presidente, che volete dare l'immagine di un Governo compatto, e prendiamo atto che forse questi 45 voti con cui siete andati sotto sono stati fatti da agenti provocatori già in servizio proprio su questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Presidente, io non aspetterò fuori nessuno e spero che nessuno mi aspetti fuori.

PRESIDENTE. Meno male.

GUIDO CROSETTO (FDI). Mi auguro che le convenzioni di civiltà qui dentro ci consentano di parlare senza conseguenze fisiche. Al di là di quello, Presidente, non me ne voglia, ma parto con una precisazione: il disegno di legge di cui stiamo parlando è stato presentato da parlamentari il 22 giugno, e dal Governo il 24 settembre, quindi prevale sempre il Governo ma l'iniziativa partiva dal Parlamento, giusto per leggere quello che qui abbiamo scritto (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico). Il tema però è un altro. Volevo ricostituire questa strana situazione per cui c'è un emendamento presentato non dall'opposizione, ma da un autorevole collega candidato dai Cinquestelle ed eletto nella lista dei Cinquestelle, e su quell'emendamento l'opposizione fa il dovere dell'opposizione, cioè si oppone a un provvedimento che contesta, e il Governo va sotto. Chi ne fa le spese? L'opposizione, e il dibattito dell'opposizione in Parlamento. Noi abbiamo chiesto da ieri che andasse avanti la discussione - l'avete sospesa, l'avete risospesa stamattina -, ma adesso la preoccupazione è molto più grande, perché su questa discussione e su questo provvedimento si è innestato un problema ancora più grande, che sono i tempi risicati per la legge di bilancio, la decisione dell'Europa, il peggioramento di quello che succede fuori dall'Italia. Allora, sulla base di un precedente, che è la richiesta di ieri del collega D'Uva, sono a richiedere una sospensione per poter valutare nella Conferenza dei capigruppo come riformulare il nostro calendario, per informare noi di quali saranno le votazioni, per mettere magari all'ordine del giorno di questa seduta una relazione del Governo su quelle che sono state le decisioni europee e su cosa intenda fare, perché c'è qualcosa che va al di là dei nostri partiti e del Governo, che è la salute del Paese. Voi sapete quanto poco io ami la spocchia di questa Europa, ma questa decisione europea ci mette in una situazione diversa da quella in cui eravamo ieri, anche se ce l'aspettavamo, così come il tendenziale dell'economia europea e mondiale ci mette in una situazione diversa. Di questi temi il Governo vorrà discutere in Parlamento? Ciò perché la finanziaria si basa su questo, sulla nostra percezione del futuro e su quello che avevano di informazioni sul futuro.

Queste cose non possono essere discusse tra 630 persone, bisogna che lei convochi la Conferenza, che vi mettiate con i capigruppo, che ci sia tempo per la discussione di questa legge, per le altre successive, per i tempi per portare avanti la manovra di bilancio, per una discussione e una relazione al Parlamento di cosa è accaduto in Europa, come si usa fare nei Parlamenti democratici. Non è polemica. È da ieri che vi suggerisco sistemi per andare avanti, ne suggerisco un altro. Facciamo una volta tanto le cose razionali, come sempre sono state fatte in questo Parlamento: ci risediamo, ridefiniamo quelli che devono essere i nostri lavori nei prossimi giorni ed andiamo avanti. Siamo qua tutti, anche quando facciamo polemica, con un unico interesse, che è quello del Paese, ognuno lo fa come ritiene sia giusto (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Abbiamo delle richieste di intervento a titolo personale: ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Mi scusi, non ho capito, Presidente: c'è una richiesta di sospensione da parte dell'onorevole Crosetto sulla quale discutere oppure no? Mi rimetto a lei.

PRESIDENTE. C'è una richiesta, ma la decisione sta a me, se mettere in votazione la richiesta di sospensione o no.

ANDREA ROMANO (PD). Dopo quello che è successo e gli interventi che abbiamo fatto, Presidente, riteniamo che il Presidente ci debba informare se questa richiesta di sospensione possa essere messa ai voti oppure no.

PRESIDENTE. Il suo intervento è a titolo personale sull'emendamento.

ANDREA ROMANO (PD). Sì, ma io mi rimetto a lei. Il mio intervento consiste nel chiedere a lei che ci informi…

PRESIDENTE. Ci sono altre richieste di sospensione dei lavori?

ANDREA ROMANO (PD). Noi ci associamo naturalmente a questa sospensione dei lavori…

PRESIDENTE. Deputato Delrio?

GRAZIANO DELRIO (PD). Mi spiace, Presidente, che lei abbia tolto la parola al deputato Romano, ma io mi associo alla richiesta del deputato Crosetto. È molto importante, perché il Presidente del Consiglio è qui oggi, e insieme a lui sono qui i due Vicepremier. Pensavo fossero al lavoro per rispondere e per mettere a posto la manovra, visto che è la cosa che più interessa gli italiani, ma sono qui ad occuparsi dell'emendamento numero tal dei tali. Va bene, però è assolutamente urgente che noi ridefiniamo…

PRESIDENTE. Mi dica se fa la richiesta.

GRAZIANO DELRIO (PD). …che noi ridefiniamo il calendario dei lavori, è urgente, perché quello che è avvenuto è un problema serio per il nostro Paese. Coi i “me ne frego” e i “tiriamo dritto” siamo arrivati alla resa dei conti, bisogna che il Governo ci informi di cosa intende fare e che ci dia spazio serio per la discussione della legge di bilancio…

PRESIDENTE. Deputato Delrio, però…

GRAZIANO DELRIO (PD). Mi scusi, Presidente, e finisco…

PRESIDENTE. Cioè, la richiesta… (Proteste di deputati del gruppo Partito Democratico). Deputato Rosato! Borghi! Rotta! Morani! Andiamo Delrio, io non sto interrompendo sul tempo, sto chiedendo sul contenuto. Borghi, non ho interpellato lei! Lotti! Prego, Delrio.

GRAZIANO DELRIO (PD). Presidente, mi scusi. Se lei mi lasciava finire, mi sembra che il mio ragionamento fosse semplice, anche con toni normali: aderivo alla proposta del deputato Crosetto, perché mi sembra che in queste condizioni, con quello che è successo e con la presenza qui del Presidente del Consiglio sarebbe opportuno, per esempio, interrompere i lavori e riprenderli subito con un'informativa urgente del Governo su quello che sta succedendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché il Paese ha altre priorità che rimediare al voto segreto, libero, dei deputati, sinceramente. Quindi, noi le facciamo una richiesta molto semplice: c'è qui il Presidente del Consiglio, che avrà le sue opinioni, è giusto che informi il Parlamento di quali sono i suoi intendimenti alla luce di quello che è successo oggi con la bocciatura della manovra. Questa è la cosa più urgente di cui dobbiamo discutere in questo momento, perché questo che è successo oggi probabilmente cambia anche i numeri e l'impostazione della manovra. Quindi, il deputato Crosetto ha richiamato alla ragionevolezza e al fatto che la priorità di questo Parlamento sono le esigenze del Paese, che non mi sembrano quelle di dover correggere un voto segreto, libero, dei deputati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Quindi, possiamo trovare due strade: la mia proposta è di continuare i lavori fino alle 14,30 e alle 14,30 convoco la Capigruppo, se no mettiamo ora in votazione la richiesta di sospensione dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossello sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori e sui poteri ex articolo 8. Allora, tecnicamente, ci scusi se insistiamo, ma credo che ci sia un problema di comunicazione. In primo luogo, il fatto che ci sia l'occasione di vedere lo schieramento governativo al completo, quando normalmente ci sono una, massimo due persone in Parlamento, credo sia un messaggio molto importante, di rispetto ma anche di attenzione, perché credo che quando il Governo è presente ci vuole comunicare qualcosa, e se vuole farlo, bisogna semplicemente organizzare l'ordine dei lavori in tal senso.

Lei non ci dà un segno, a me sembra che noi stiamo chiedendole questo. Questo è il primo punto, perché tutti noi legittimamente siamo qui convocati per due punti all'ordine del giorno, e su questo ci siamo chiariti. Vogliamo capire, però, come lei intende svolgere i lavori. Non ci sono interventi polemici, le stiamo chiedendo un segno, perché da questa mattina c'è troppa confusione. Io non sono mai intervenuta sulla sua conduzione, però le dico che non arriva la percezione chiara di quello che lei vuol fare: si mette ai voti una cosa, poi ci sono suggerimenti, per cortesia, ci guidi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)! Le chiediamo soltanto di guidarci, in un momento nel quale è chiaro che siamo tutti preoccupati. Sono due giorni che ci troviamo con dei segni diversi politicamente. È arrivata una decisione dalla Comunità europea. Ci sono dei Ministri, c'è l'uomo più potente della Repubblica italiana, della storia della Repubblica italiana. Il Ministro Di Maio assomma una serie di deleghe così importanti che per noi è un'occasione d'oro, è l'uomo più potente della storia della Repubblica italiana per le deleghe che ha (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Guardate i Regolamenti, vorremmo avere dei chiarimenti da lei e che ci conduca.

PRESIDENTE. Per favore, per favore! Siccome la mia prima proposta di continuare i lavori fino alle ore 14,30 e poi convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo in qualche modo dalle opposizioni vedo che non è stata accolta perché si vuole portare avanti la richiesta di sospensione dei lavori, allora pongo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)…per favore, no, per favore. Deputato Rosato, adesso intervenite. Dovete far finire e terminare me, poi avrete la parola (Commenti del deputato Lollobrigida). Deputato Lollobrigida, prima finisco io e poi le do la parola. In questo momento vado a mettere, dopo la richiesta di Crosetto, dopo la richiesta del Partito Democratico - Lollobrigida, ho capito - in votazione la richiesta di sospensione, fermo restando che poi, comunque, più tardi, faremo una Conferenza dei presidenti di gruppo.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, lei ha fatto, rispetto a quello che il collega Crosetto ha posto, una proposta. Noi siamo i proponenti della votazione, e quindi accettiamo la proposta che viene dalla Presidenza di ritirare la nostra richiesta di votazione e la sollecitiamo a mantenere l'impegno di convocare la riunione alle ore 14,30.

ETTORE ROSATO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Presidente, resta salva e resta ferma la richiesta che il presidente Delrio ha fatto di interruzione immediata dei lavori, perché mettiamoci d'accordo, sono assolutamente d'accordo: diciamo che, quando uno parla, non viene interrotto. Però vale anche per quando parla l'opposizione, che non venga interrotta in continuazione, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché noi siamo per il rispetto delle regole, e le ricordo che noi qui le regole le stiamo rispettando, con grande pazienza, Presidente.

E le motivo anche perché siamo favorevoli a questa interruzione: perché, primo, c'è un problema molto più grande di quello di cui stiamo discutendo adesso. Si chiama Italia, si chiama risparmio delle famiglie, si chiama occupazione, si chiama imprese, si chiama il nostro futuro, che è messo in discussione da quella fila lì, dalle loro dichiarazioni, dalle loro scelte; e noi siamo preoccupati e abbiamo il diritto, insieme a tutti gli italiani, di sapere qual è la risposta, che non sia “me ne frego”, che non sia “me ne frego”, a quello che l'Unione europea ci ha detto in maniera molto netta.

E, quindi, noi chiediamo che venga sospeso questo teatrino, questo teatrino a cui stiamo assistendo oggi, a cui abbiamo cominciato ad assistere ieri sera, e si discuta del tema più importante per gli italiani, subito. Abbiamo il Premier Conte qui: che venga qui e che riferisca su quello che sta accadendo. Perché è un teatrino? Perché - lo dico adesso, con chiarezza, presenti i due Vicepremier - ieri abbiamo assistito a un bellissimo accordo tra il MoVimento 5 Stelle e la Lega. Avete fatto un teatrino straordinario, voi quell'emendamento lo avete votato insieme, signori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), lo avete votato insieme. Solo un partito di incompetenti può tenere venticinque persone in missione…

PRESIDENTE. Deputato Rosato…

ETTORE ROSATO (PD). Cosa ho detto che non va? Mi dica, Presidente: se c'è una cosa che non le piace, mi dica non mi piace; se c'è una cosa che non posso dire, me lo dica. Solo un partito di incompetenti può tenere venticinque membri del Governo in missione su un voto segreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). O incompetenti oppure che vogliono che quell'emendamento passi! Lo avete voluto far passare perché lì c'è un'unica persona che comanda, c'è un unico che comanda lì, è Matteo Salvini, è Matteo Salvini. Comanda e aveva deciso cosa doveva passare. E noi dobbiamo far parte di questo teatrino, mentre ci bocciano la manovra economica!

Signori, sospendete questa seduta e dateci una risposta seria sui problemi che riguardano l'Italia e gli italiani. Tutto il resto è veramente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Quindi, pongo in votazione la sospensione della seduta con un parere contro e uno a favore. Contro chi vuole parlare? A favore? Baldelli, contro o a favore?

SIMONE BALDELLI (FI). A favore, Presidente. Colgo l'occasione per sottolineare…

PRESIDENTE. Per favore! Per favore! Prego, deputato Baldelli.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, ormai il mutismo della maggioranza si estrinseca perfino nel privarsi della parola su una proposta di sospensione dove neanche hanno più la faccia di intervenire per dire che sono contrari (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Presidente, sono a favore della sospensione semplicemente per una questione di buon andamento dei nostri lavori. Noi possiamo anche continuare, ma come continueremo, Presidente? La manovra è stata appena bocciata dall'Unione europea, ci sono il Presidente del Consiglio e i due Vicepresidenti del Consiglio qui, in Aula, su un provvedimento che non ha nulla a che fare con questo.

C'è la richiesta di alcuni gruppi dell'opposizione di fare un'informativa urgente su un tema che, Presidente, non si può accusare di essere strumentale, è un tema che riguarda i mercati, gli investitori, il Governo del Paese, la stabilità nel nostro Paese. Rischiamo miliardi di euro di infrazioni, con tutto quello che le agenzie di rating faranno, le valutazioni che daranno sulla stabilità della nostra economia. Credo che sia un tema davvero centrale. Allora, Presidente, secondo me non ha granché senso continuare ad andare avanti, per quanto, per 20 minuti? Facendo quanti, forse un voto, in mezzo alle polemiche, a gente che si rinfaccia che siamo andati sotto per questo o per quell'altro?

Credo che proprio il buon andamento dei nostri lavori imporrebbe alla Presidenza, che ha il dovere, chiaramente, di prendere atto se ci sono delle richieste e di porle in votazione, ma, soprattutto, alla maggioranza di fare in modo, e ve lo chiedo con l'ispirazione del buonsenso, che qualcuno dalla maggioranza dica: va bene, accediamo alla richiesta di sospensione, convochiamo una Conferenza dei presidenti di gruppo, ci risparmiamo di far perdere venti minuti di tempo ai colleghi del Governo, che, magari, hanno anche delle cose importanti da fare. Magari, se c'è la volontà da parte del Governo di venire a riferire, c'è il Presidente del Consiglio. Non c'è il Ministro dell'economia, non so se c'è ancora, ma, se c'è, venisse in questo ramo del Parlamento o, se non può farlo, il Presidente del Consiglio, a venirci a raccontare che cosa si fa adesso, dopo che è arrivata questa decisione.

Ma, per carità di Dio, diamoci una regolata, perché facciamo un voto, maggioranza e opposizione, contrapposti su che cosa? Sul fatto che, forse, voteremo un emendamento di qui alle 14,30, Presidente, per poi fare una Conferenza dei presidenti di gruppo che stabilirà un percorso dei nostri lavori e che dovrà, comunque, pronunciarsi sulla richiesta di informativa? Allora, faccio appello al buonsenso del Governo, perché forse dal Governo, se arriva un cenno con il capo, qualcuno della maggioranza rinsavisce, prende in mano anche un po' le redini di una maggioranza che in questo momento è un po' sballottata, che ci tiene a dare l'immagine di compattezza.

Per carità, la fotonotizia l'avete fatta, però adesso, se sospendiamo, facciamo una Conferenza dei presidenti di gruppo, riprendiamo dopo il question time e, nel frattempo, decidiamo se e quando fare un'informativa e come andare avanti sui lavori di questo scellerato provvedimento, su cui non avete l'esigenza di salvare il sistema processuale del Paese, che state distruggendo, ma avete l'esigenza di salvare la faccia vicendevolmente all'uno o all'altro dei due contraenti del Governo gialloverde. Fate quello che volete, ma non lo fate a scapito del Paese e a scapito del Parlamento. Datevi una regolata, sospendiamo i nostri lavori.

Se siete d'accordo, vi alzate, lo dite; non si procede neanche al voto, andiamo in Conferenza dei presidenti di gruppo alle ore 14 e stabiliamo che cosa dobbiamo fare, ben sapendo, però, Presidente, che non accettiamo forzature su questo provvedimento, perché non siamo stati noi ad andare sotto. È andata sotto la maggioranza, è stata la maggioranza che ha richiesto gli ulteriori rinvii. Noi abbiamo cominciato a esaminare questo provvedimento oggi, alle ore 13, e non è colpa delle opposizioni (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Le opposizioni sono state al merito, hanno votato secondo le loro posizioni. Quindi, se avete dei problemi nella maggioranza, che adesso avete risolto, bene, ma pagate il prezzo del tempo che avete perso voi e che avete fatto drammaticamente perdere a noi e al Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Quindi, pongo in votazione la sospensione… Ah, era a favore Baldelli, è vero.

Contro, però, chi si è iscritto? Nessuno, ancora. Schullian, vuole parlare contro? Prego ne ha facoltà.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Presidente, è l'unico modo per riuscire a parlare. Non parlerò contro, ma è l'unico modo per riuscire a parlare (Commenti)

PRESIDENTE. No, no, no. D'Uva, vuole parlare contro? Prego.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Presidente, non riteniamo necessaria alcuna sospensione, pertanto chiediamo di votare contro (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la sospensione della seduta; resta inteso che se approvata, riprenderà alle ore 15 per il question time e alle ore 16 per il seguito dell'esame del provvedimento.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 101 voti di differenza.

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.86 Vitiello, 1.87 Costa e 1.88 Bazoli. Ci sono una serie di interventi a titolo personale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Visto che abbiamo deciso di proseguire i lavori naturalmente, sull'emendamento, però, vede, questo emendamento ci racconta anche che i fatti sono un po' più testardi delle chiacchere. Abbiamo di fronte a noi il Governo, mezzo Governo che si è precipitato qui per risolvere una bega interna, però, quei fatti così testardi ci dicono che, in realtà, le cose stanno andando avanti in maniera molto più scomposta di quanto il Governo aveva previsto. E mi corre l'obbligo, Presidente, di ricordarle che davanti a noi ci sono figure certamente autorevoli del Governo che, qualche settimana fa, in grandissima parte, a grande maggioranza festeggiavano da un balcone; festeggiavano da un balcone per poi andare in un barcone lungo il Tevere, e cosa festeggiavano? Festeggiavano l'arrivo di una catastrofe che si è compiuta in queste ore, di fronte a noi; lo leggiamo, appunto, in queste ore.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA ROMANO (PD). Concludo, dicendo che accanto a questi rappresentanti del Governo che, poco poche settimane fa, festeggiavano dal balcone, avrebbe dovuto esserci un Ministro dell'economia che due giorni fa si diceva non preoccupato per quello che stava accadendo e un Ministro degli affari europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie. Deve parlare la sua collega. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, intervengo appunto sull'articolo che riguarda la soppressione della lettera r), ovvero la non punibilità dell'agente provocatore. Questo è un abominio giuridico, come, d'altra parte, molte altre parti di questo provvedimento e, allora, la mia domanda è, avendo la fortuna di avere il Governo al gran completo, o quasi, se non vi sentite responsabili di questo abominio giuridico che state dando in pasto all'Italia, come non vi sentite responsabili di quello che state facendo all'Italia in generale.

Allora, questa non è una recita di Natale, lo dico anche a Salvini che aspetta la lettera di Babbo Natale; nel frattempo, ne è arrivata un'altra. Allora, il problema che ha questo Paese e di cui dovete rispondere è proprio questo: una risposta alla procedura di infrazione.

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIA ROTTA (PD). Noi lo facciamo anche a beneficio del Presidente Conte, che non perda il suo tempo, dovendo stare qui a fare la photo opportunity, ma invece (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Stiamo parlando della soppressione della lettera r) di questo disegno di legge che si chiama “spazza corrotti”, però io vorrei, Presidente, la sua attenzione, perché secondo me, in questo Paese, invece di uno” spazza corrotti” servirebbe uno “spazza bulli”, perché il Ministro dell'interno, ieri, attraverso i suoi social network, ha messo alla berlina di quasi 3 milioni di persone tre ragazze minorenni, per le quali io sto presentando un esposto al Garante per la privacy e per la qual cosa questo Governo si dovrebbe vergognare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché noi dovremmo fare una legge per proteggere i minori dal Ministro dell'interno che li bullizza, attraverso i suoi canali Facebook. Si tratta di tre ragazze, tre minorenni che hanno ricevuto ogni sorta di insulto da parte di quei grandi uomini che stanno sulle pagine Facebook dei nostri membri del Governo. Vi dovreste vergognare per quello che state facendo ai minori del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Presidente, è chiaro che nell'abolizione di questa lettera r), noi stiamo riprendendo le parole che sono state pronunciate anche dal presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione. Voi mettete in giro molti provocatori, neanche tanto agenti, e questo mettendo a serio rischio la libertà delle persone. Però io mi chiedo una cosa; oltre al fatto di chiedermi per quale motivo sono qui e non a lavorare su quello che è accaduto, rispetto alla bocciatura del bilancio, mi chiedo se abbiano capito, i deputati di maggioranza, che la presenza dei più alti vertici dei loro partiti dipende dal fatto che non si fidano di voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), se non si fidano della vostra libertà, oggi, avete perso la possibilità di gridare in quest'Aula: “onestà!”, ma avete anche avuto di fronte a voi quelli che vi vogliono privare della parola “libertà”. Di questo si tratta; la presenza, qui, del Presidente del Consiglio e del Vicepresidente del Consiglio è…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Presidente, io intervengo perché credo che questo emendamento non si possa votare, se non c'è prima un chiarimento, da parte del Presidente del Consiglio, sulle dichiarazioni che ha reso poco fa, non in quest'Aula, ma sulle agenzie: dovevamo risolvere e trovare una soluzione all'incidente di percorso che c'è stato. Allora chiediamo formalmente al Presidente del Consiglio di esporci qual è la soluzione che è stata individuata e, poi, nei minuti in cui è stata bocciata la nostra manovra economica e nei minuti in cui quest'Aula, questo Parlamento sta cominciando ad affrontare la legge di bilancio, lei, Presidente Fico, ha il dovere politico e istituzionale di interrompere subito i lavori e di chiedere al Presidente del Consiglio di dire agli italiani come avete intenzione di portare avanti quella che dal balcone qui di fianco avete definito “manovra del popolo”, perché il conto, finora, lo sta pagando proprio il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Presidente, eccoci qui, allora, finalmente, parliamo di questo emendamento; mi dispiace che quest'Aula abbia perso un'ora, perché, Presidente, era sufficiente che lei si rivolgesse ai fotografi che sono là e gli chiedesse: avete preso tutti la fotina che sono insieme, hanno fatto pace? Bene, possiamo continuare con i nostri lavori. Infatti, ieri è successo semplicemente questo, e mi dispiace che il vicepremier Di Maio e che addirittura il Presidente Conte si propongano per questi che sono spettacoli indegni.

Allora, è successa una cosa abbastanza normale, in quest'Aula, la gestione è stata del tutto anormale, come ormai, purtroppo, anche lei ci ha abituato a vedere, e mi dispiace; io chiedo semplicemente che si possa andare avanti con questo emendamento e, soprattutto, che poi, dopo, si possa passare a parlare di cose importanti, perché altrimenti, qui, facciamo le fotine, facciamo le fotine in cui ci diamo il cinque, siamo tutti molto virili, belli, alcuni hanno messo su qualche chiletto, ma, poi, dopo, si mette a posto e, nel frattempo, il Parlamento viene usato come un set cinematografico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, mi dispiace che non c'è il vicepremier Di Maio, anzi, scusate, il vicepremier Salvini, chiedo scusa al vicepremier Di Maio, perché, in sostanza, lui ha dichiarato che aspettava, più che la lettera da Bruxelles, una lettera da Babbo Natale. Io volevo chiedere quando, invece, fa una lettera agli italiani per restituire i 49 milioni della Lega che non si sa dove sono andati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) a finire e come mai nello “spazza corrotti” non avete messo una norma che obbliga la Lega a restituire i soldi agli italiani; 49 milioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E nel decreto-legge cosiddetto fiscale, nella legge che lo convertirà, presenterò un emendamento - ve lo dico da adesso - per rateizzare i debiti che i cittadini hanno nei confronti dello Stato per 76 anni come è consentito alla Lega, e voglio vedere come lo votate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Presidente, intervengo su questo emendamento che riguarda la soppressione della lettera r). In realtà, vede, io non credo - lo dico ai presenti suo tramite, Presidente - che siano qui soltanto per una foto: sono qui perché vogliono vedere negli occhi i loro parlamentari quando voteranno con voto segreto, sono qui perché vogliono fissarli bene negli occhi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E voglio anche aggiungere, Presidente, suo tramite al Vicepresidente Salvini che è uscito poc'anzi, che la smetta di minacciare i parlamentari dell'opposizione: ha appena dichiarato che vuole tanto sapere quanti parlamentari di Forza Italia e del Partito Democratico tornerebbero in quest'Aula se domani si andasse a votare. Bene, gli annuncio che da questa parte dell'emiciclo e in una parte di quell'emiciclo ha gente libera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che non si vergogna del voto che esprime e che sta qui per il rispetto delle istituzioni, della Costituzione e del voto a libero, e quindi la smetta di minacciarci!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, io voglio riprendere l'emendamento e chiedere davvero al Presidente Conte di spiegare al Ministro Bonafede la differenza tra la causa di non punibilità che si vuole introdurre e la ritrattazione; spiegare quanto questo istituto sia sproporzionato,…

PRESIDENTE. Ministro Salvini…

COSIMO MARIA FERRI (PD). …perché la non punibilità non consegue alla riparazione delle offese, ma a mere condotte di collaborazione processuale; come sia scarsamente applicabile nei reati contratto come quelli di corruzione e quanto sia indeterminata, perché non precisa quanto la collaborazione può definirsi utile. È una norma irragionevole, e quindi io chiedo tramite lei al Presidente Conte, che è un giurista, di spiegare al Ministro Bonafede come ci si debba muovere con norme tecniche giuridiche, e come possa essere dirompente una norma sbagliata nel nostro sistema: confonde la causa di non punibilità con la ritrattazione della falsa testimonianza, che hanno presupposti completamente diversi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bordo. Ne ha facoltà.

MICHELE BORDO (PD). Presidente, io penso che bisognerebbe essere un po' più attenti su questa norma che noi chiediamo di sopprimere, perché questa è la norma che reintroduce, seppur surrettiziamente, la figura dell'agente provocatore. Segnatamente, con l'introduzione dell'articolo 323-ter del codice penale si statuisce la causa di non punibilità in caso di autodenuncia e collaborazione alle indagini entro sei mesi dalla commissione del fatto. È evidente che una siffatta previsione di impunità potrebbe prestarsi ad un utilizzo indebito, tramite un pentimento precostituito che in realtà cela una intenzionale attività fin dal primo momento che potrebbe essere di provocazione. Semplificando, si potrebbe offrire una tangente per provare ad incastrare qualcuno, e poi si confessa che la condotta delittuosa è stata commessa, e comunque la si confessa prima che scadano i termini per usufruire in questo caso della non punibilità. Capite bene che si tratterebbe di una norma molto pericolosa, e che noi chiediamo assolutamente di sopprimere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Presidente, io mi chiedo come degli illustri componenti del Governo, alcuni dei quali rivendicano anche di aver esercitato il ruolo di avvocato nei tribunali, non abbiano avvertito la necessità di fermare una norma del genere; e non abbiano compreso come in realtà dietro una norma del genere ci sia una vera e propria forma di istigazione alla commissione dei delitti, e nella specie quelli di corruzione, se è vero come è vero che il termine per il pentimento che viene concesso, e che troppo spesso varia al variare dell'iscrizione concreta nel registro delle notizie il reato, diventa un elemento che veramente estende la possibilità al soggetto prima di operare la corruzione, e poi di assumere informazioni, possibilmente sempre corrompendo, sino al punto di accertare se su di lui ci siano in corso o meno delle indagini e poi eventualmente optare per il pentimento.

Vede, Presidente, la richiesta del perché tecnicamente non ci siano obiezioni da parte del Governo in realtà poi fa il paio con quello che è accaduto ieri: c'è una ragione scientifica, la ragione scientifica è che la norma va bene solo ed esclusivamente…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, io mi permetto di intervenire su questo articolo che banalmente viene trattato: è un articolo devastante, perché introduciamo la categoria dei pentiti su un tema delicatissimo. Mi rendo conto che si può parlare solamente un minuto, e mi riserverò di farlo successivamente sugli emendamenti; ma noi introduciamo una bomba atomica nelle tecniche giudiziarie: è sufficiente che una persona fraudolentemente si presenti ad un pubblico ufficiale, e con la sua parola, senz'altro che la sua parola, poi si rechi in procura, dopo avere incontrato formalmente un pubblico ufficiale, a denunciarlo. La parola delle due persone non pesa alla stessa maniera, perché uno sarà imputato e l'altro sarà testimone; è quindi sufficiente che un sindaco conceda un appuntamento, e se uno lo vuol fare fuori il giorno dopo va in…(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, voglio intervenire su questo articolo, che parla dell'agente provocatore, perché mi pare che l'unico agente provocatore presente in quest'Aula, anzi assente come al solito da quest'Aula, sia il Presidente del Consiglio Conte, il quale dice che sostanzialmente lui sabato va a cena con il Presidente Juncker e si aprirà la discussione sulla manovra. Mi viene da dire al Presidente Conte che la discussione sulla manovra si è aperta, e si è aperta anche molto, molto male; e al contrario di quello che dice il Presidente Conte, la responsabilità non è certo dei Governi precedenti, perché quello che dice la Commissione è che in questa manovra si vede che i piani del Governo implicano un notevole passo indietro sulle passate riforme strutturali volte a stimolare la crescita, in particolare sulle riforme delle pensioni adottate in passato, e si sottolinea il rischio di deviazione significativa dal percorso di aggiustamento dei conti suggerito e ottenuto nel recente passato. Questo comporta che il cosiddetto avvocato degli italiani sia in realtà l'esattore degli italiani, perché con questo comportamento…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Quartapelle. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, io credo che il contenuto di questo emendamento sia molto grave e molto poco condivisibile: è un emendamento che svela ancora una volta l'idea che voi avete del rapporto tra cittadini e istituzioni. Voi con questo emendamento incoraggiate i cittadini a ingannare i pubblici ufficiali. Voi pensate che ci sia sostanzialmente alla base del rapporto tra cittadini e istituzioni la sfiducia, la vessazione, il sospetto, e purtroppo questa idea che voi avete del rapporto tra cittadini e istituzioni è la stessa idea che state dimostrando qui in Parlamento. Voi siete presenti oggi perché non vi fidate del rapporto di fiducia che avete con la vostra maggioranza, e siete venuti, il Presidente del Consiglio, i due vicepremier, il Ministro della Giustizia, tutto il Governo a controllare che cosa fanno i vostri deputati, perché voi di base non vi fidate e voi incoraggiate questo tipo di rapporto di sfiducia e di disprezzo tra i cittadini e le istituzioni. È questo che noi contrasteremo in ogni modo e in ogni dove,…

PRESIDENTE. Deputato Emiliozzi, può liberare i banchi del Governo? Grazie.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). …dalle Aule parlamentari alla società.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Presidente, questo emendamento somiglia all'insieme del provvedimento: un provvedimento che fa finta di combattere la corruzione, ma che in realtà è soltanto un manifesto. La verità è che voi - ed è questa la cosa più grave - usate un terreno delicatissimo, quello della giustizia, per un braccio di ferro; voi usate il randello della prescrizione, e altri usano la clava della sicurezza; e per tenere insieme questa cosa, che non può stare insieme per ragioni di buonsenso, per ragioni di etica, per ragioni di civiltà del diritto e per ragioni di lotta reale alla corruzione e all'illegalità, voi costringete i vostri deputati ad obbedire in maniera blindata agli ordini, colpendo anche la libertà del parlamentare. La verità vera è che voi, anche sulla giustizia, non avete firmato un contratto, ma siete i garanti di un vero e proprio mercimonio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Io mi lego alle richieste che sono state effettuate da altri colleghi perché il Governo venga a riferire immediatamente in Aula riguardo a un fatto grave che è accaduto oggi: la lettera di bocciatura da parte dell'Unione europea, che, ricordo al Presidente Conte, mette in discussione non il debito delle precedenti legislature, ma il debito futuro legato alla vostra manovra di bilancio, quindi non si raccontino bugie agli italiani da questo punto di vista. E anche per quello che abbiamo letto, in relazione alle dichiarazioni del Ministro Salvini sulla preoccupazione della lettera di Babbo Natale, guardate, io sarei molto più preoccupato, lo dico con serietà, delle lettere che riceveranno le famiglie dalle banche per i mutui che aumenteranno l'anno prossimo del 200 o del 300 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), per i prestiti delle imprese che aumenteranno in modo esponenziale per la stretta del credito che degli istituti manderanno alle aziende, e sarei preoccupato delle lettere con le quali le banche comunicheranno la riduzione del risparmio delle nostre famiglie finora pari a 193 miliardi di euro, e le lettere di licenziamento che riceveranno i giovani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) per le imprese che fuggiranno…

PRESIDENTE. Grazie.

Secondo le intese intercorse tra gruppi, potremmo procedere a quest'ultimo voto e poi sospendere per la Conferenza dei capigruppo, che si terrà alle ore 14,30.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

ANDREA GIORGIS (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, è un emendamento questo, insieme a tutti gli altri, che avrebbe meritato una discussione seria, una discussione di merito, che a me sembra che in questo momento non sia difficile svolgere. E io, Presidente, le chiedo se lei pensa di aver tutelato la credibilità, l'autorevolezza di quest'Aula, decidendo di non interrompere i lavori, decidendo di far trascorrere venti minuti attraverso una serie di considerazioni che fanno torto alla responsabilità che le istituzioni democratiche hanno in questo momento di fronte al Paese. Io trovo imbarazzante che noi trascorriamo qui questo tempo con il Governo in silenzio, con il Vice Presidente del Consiglio presente che ci guarda attonito senza dire una sola parola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, interveniamo sempre in merito all'abolizione della lettera r), però il fatto più grave che sta avvenendo in quest'Aula è che voi avete dichiarato - dopo le vicende che sono accadute ieri, dopo essere andati sotto su un emendamento molto importante e delicato - che avete raggiunto un accordo politico.

Ora, il Governo del cambiamento, che avrebbe dovuto rendere gli italiani edotti e informati di quello che sta accadendo, non ha il coraggio di dire cosa c'è sotto l'accordo politico che avete sottoscritto. E siete seduti in quest'Aula non per chiarire agli italiani, ma con una logica intimidatoria nei confronti dei vostri deputati. Tutto ciò è inaccettabile e non può che portarci ad una denuncia molto netta dentro quest'Aula, anche al fine di evitare che quello che voi avete accordato in termini politici, in realtà, sottobanco porti degli accordi molto, molto netti sul potere che regolamenta le relazioni tra il MoVimento 5 Stelle e la Lega.

Ora, è nostro diritto sapere qual è l'accordo che avete raggiunto, è nostro diritto capire che cosa sta accadendo dentro il Governo, è nostro diritto sapere cosa c'è dietro la presenza intimidatoria di oggi, e vogliamo sapere se gli italiani rischiano ulteriormente, da quello che voi avete deciso sottobanco, senza rendere trasparente questa discussione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). A titolo personale, Presidente, soltanto per segnalare il disagio nell'affrontare argomenti tecnici: in un momento in cui abbiamo un cobra vicino, ci preoccupiamo della tonalità della cravatta da indossare. È un Paese che è in grave difficoltà e io ho dei problemi a coniugare la tecnica, in questo momento, con l'Aula.

Dico, con molta franchezza e con molta sintesi, che quanto sta accadendo significa che c'è una crisi di sistema che va rispettata e mi rivolgo al Ministro Salvini, che tanto tiene agli italiani, tanto tiene a noi, tanto tiene al nostro futuro e al futuro delle imprese: sia ben chiaro, se qualcuno si è proposto come avvocato degli italiani, ha perso la causa e l'ha persa lui! Non l'abbiamo persa noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È stata avanzata, da parte del rappresentante del gruppo Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo del Regolamento, la richiesta di voto segreto sugli identici emendamenti Vitiello 1.86, Costa 1.87 e Bazoli 1.88. Tale richiesta può essere accolta.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Vitiello 1.86, Costa 1.87 e Bazoli 1.88, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2 – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 14,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno, la Ministra della Difesa, il Ministro dell'Economia e delle finanze, il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative per l'organizzazione e il potenziamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – n. 3-00331)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Molinari ed altri n. 3-00331 (Vedi l'allegato A).

La deputata Simona Bordonali ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00331, di cui è cofirmataria.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, dal suo insediamento ha annunciato da subito di voler intervenire con urgenza sul tema della lotta alla mafia con modifiche normative, in particolar modo con gli interventi sulle norme della gestione dei beni confiscati. Addirittura l'ex direttore dell'agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati, Giuseppe Caruso, ha sottolineato come il problema della gestione derivi proprio dalla situazione in cui versa l'agenzia stessa. Infatti, ci sono circa 60-70 persone per la gestione di oltre 15 mila beni.

Quindi, siamo a chiederle quali siano i provvedimenti normativi che si intendono adottare in materia di organizzazione e di potenziamento dell'organico dell'agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente, e grazie ai deputati. La lotta alla mafia, camorra e 'ndrangheta è una priorità mia e di questo Governo. Fin dal nostro insediamento abbiamo indicato nell'aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati dalle mafie uno degli elementi essenziali per indebolire la forza economica delle cosche e per riaffermare la legalità e la presenza dello Stato, come abbiamo visto anche nello sgombero delle ville che da anni attendevano di essere rase al suolo dei signori Casamonica.

Ho ritenuto strategico investire immediatamente sulla funzionalità dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. L'agenzia infatti, che ho ereditato, operava con poche decine di unità di personale e con vincoli normativi e burocratici che ne rallentavano l'attività, pur dovendo gestire un patrimonio di oltre 30 mila immobili e 4 mila aziende. Nello scorso mese di giugno, in un intervento in quest'Aula, avevo preannunciato un intervento normativo, oggi concretizzatosi nel “decreto sicurezza”, che verrà approvato nei prossimi giorni, con il quale abbiamo reso più agile ed efficiente l'attività dell'agenzia, con la possibilità di istituire fino a quattro nuove sedi territoriali. È stata prevista, inoltre: la razionalizzazione delle procedure di gestione e destinazione dei beni, introducendo anche un nuovo regime di vendita degli immobili che amplia la platea dei potenziali acquirenti e stabilisce che sia l'acquirente a sanare gli abusi e prevede la riassegnazione all'agenzia del 20 per cento del ricavato (quindi, meno tempo e più soldi); l'introduzione di controlli per assicurare che il bene non torni nelle mani della criminalità organizzata; la previsione della facoltà per l'agenzia di avvalersi del supporto di amministrazioni centrali dello Stato, ivi comprese società e associazioni in house ad esse riconducibili ed agenzia fiscali o enti pubblici (quindi, un maggior sistema nella lotta alla mafia). Sono state inoltre risolte, attraverso il richiamato intervento normativo, tutta una serie di criticità di carattere amministrativo che frenavano l'operatività dell'agenzia.

Sul versante dell'incremento delle risorse umane - e ricordo a quest'Aula e a chi ci guarda da casa che un conto sono le parole e un conto sono i fatti concreti - l'agenzia potrà disporre fino a complessive 300 unità di personale. Infatti, alle 200 unità, per le quali, con regolamento entrato in vigore il 31 ottobre scorso, si prevedono modalità specifiche di reclutamento, sviluppo e formazione, se ne aggiungono, fino a piena copertura, altre 100. Desidero sottolineare che, per la prima volta dall'istituzione dell'agenzia, 70 unità delle 200 saranno assunte attraverso procedure concorsuali. C'è tutto un lungo elenco di immobili destinati agli enti territoriali in questi ultimi mesi, da Palermo alla Toscana, dalla Lombardia alla Calabria.

Lunedì prossimo saremo, col presidente della regione Zingaretti, alla Romanina ad abbattere, come promesso in estate, un'altra villa confiscata ai Casamonica, che diventerà un giardino per i bimbi del quartiere. Si può sempre fare meglio, però quello che abbiamo fatto in questi cinque mesi penso che sia un orgoglio per l'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Simona Bordonali ha facoltà di replicare.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, non ci resta che ringraziarla perché ritengo che le azioni che lei ha messo in campo in questi pochissimi mesi siano assolutamente eccezionali. Infatti, poter fare ritornare all'utilità delle comunità per scopi sociali i beni confiscati alle mafie, che per anni sono rimasti spesso inutilizzati, è sicuramente un risultato ottimo. Colgo l'occasione per ringraziarla perché il passo diverso che lei sta dimostrando, con tutti questi interventi normativi e con l'assunzione di personale all'agenzia, l'ha fatto vedere fin da subito anche con interventi diretti e con dimostrazioni che servono ai cittadini italiani.

Tra i vari esempi di quello che lei ha fatto io la voglio ringraziare per uno in particolare, sia da cittadina italiana sia, soprattutto, da cittadina bresciana. Infatti, un bene confiscato alle mafie a Brescia, occupato da oltre sei anni dai centri sociali, grazie al suo intervento diretto è stato finalmente sgomberato, è ritornato alla legalità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) ed è tornato a disposizione della comunità bresciana. Nonostante le pressioni negli scorsi anni nessuno, dal sindaco alla prefettura, era intervenuto, ma grazie al suo interessamento finalmente si è arrivati a questo risultato. Quindi io, a nome dei cittadini bresciani, la ringrazio.

La ringrazio, inoltre, anche per lo sgombero che abbiamo visto. Come lei ha ricordato, appunto, si tratta delle ville dei Casamonica. Anche quello è stato un simbolo importante, perché oltre alle azioni concrete abbiamo bisogno anche della dimostrazione attraverso questi simboli che riportino la legalità su tutto il territorio.

In ultimo, la ringrazio perché è arrivata l'informazione, da parte del Ministero dell'Interno, che è stata accolta la proposta del comune di Palermo per l'utilizzo di una villa confiscata…

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONA BORDONALI (LEGA). …come sede per un centro per bambini con disturbo dello spettro autistico. Sono tutte azioni che danno un senso importante della legalità, che finalmente ritorna sul territorio italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative inerenti al prossimo “decreto flussi” in relazione alla carenza di personale per l'assistenza familiare – n. 3-00332)

PRESIDENTE. La deputata Alessia Rotta ha facoltà di illustrare l'interrogazione Noja ed altri n. 3-00332 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ALESSIA ROTTA (PD). Ministro, torniamo alla realtà dopo i tanti ringraziamenti più o meno discutibili. Purtroppo, noi conosciamo bene, Ministro, le sue politiche dell'immigrazione e quello che pensa (un altro conto è il fatto che poi non realizzi quello che ha promesso, quindi mancati accordi e mancate rimpatri, ma quello è un problema suo). A proposito di promesse, però, e di slogan, sempre suoi, lei dice che prima ci devono essere gli italiani e, quindi, saprà benissimo che c'è un bisogno crescente di cura della persona legata all'invecchiamento, alle fragilità, che sono in via di aumento, e soprattutto di personale che si occupi di queste persone, che possa assistere le persone non autosufficienti. Lo dicono i dati dell'INPS, lo dice una comunità autorevole come quella di Sant'Egidio e il Presidente del Consiglio, Conte, ha preso al riguardo un impegno.

Allora noi, fuori dalla demagogia, siamo a chiederle che cosa intenda fare rispetto a questo problema, perché è anche un problema il lavoro nero, correlato al personale delle badanti, e quali soluzioni abbia in mente di porre in essere, a meno che non vogliate correlarlo al reddito di cittadinanza o anche a qualcosa altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Grazie a chi mi dà la parola e a chi mi interroga. La determinazione annuale delle quote massime di stranieri da immettere nel territorio dello Stato è prevista che avvenga, come è noto, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sulla base di criteri generali individuati in un documento programmatico triennale relativo alla politica dell'immigrazione e degli stranieri nel territorio dello Stato. Tale documento è stato formalmente adottato l'ultima volta per il triennio 2004, 2005 e 2006.

Tuttavia, in assenza di tale documento, il Presidente del Consiglio dei ministri può provvedere in via transitoria, con proprio decreto, entro il 30 novembre di ogni anno, nel limite delle quote stabilite nell'anno precedente.

Tutti i Governi che si sono succeduti a partire dal 2006 hanno proceduto, anno per anno, con la programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori non comunitari. Per l'anno in corso, con DPCM del 15 dicembre 2017, è stata fissata una quota di 30.850 cittadini non comunitari, di cui 12.850 per motivi di lavoro subordinato non stagionale e lavoro autonomo e 18 mila unità per lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero. Ripeto, numeri stabiliti dal passato Governo. Segnalo al riguardo, peraltro, secondo i dati forniti dal Ministero del lavoro, peraltro, che le quote previste per l'anno 2018 relative sia al lavoro subordinato sia al lavoro stagionale non sono ancora state pienamente utilizzate. Quindi, le quote previste non sono neanche state utilizzate e non penso che servano quote ulteriori. Informo, inoltre, che è attualmente operativo un tavolo di coordinamento presso la Presidenza del Consiglio dei ministri con il compito di definire un'ipotesi di programmazione per i flussi dell'anno prossimo. Per quello che mi consta, non essendo il “decreto flussi” un adempimento riconducibile alla prevalente competenza del mio Ministero, sono comunque al momento in valutazione presso quel tavolo tutte le richieste provenienti da associazioni di categoria, parti sociali e comuni relative alle necessità di assistenza familiare da soddisfare con specifiche figure professionali. Detto questo, con 3 milioni di italiani disoccupati e altri 3 milioni di italiani inoccupati che farebbero volentieri la badante domani mattina, se normalmente retribuita, penso che occorra aiutare prima questi milioni di italiani rispetto ad aiutare tutto il resto del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Lisa Noja ha facoltà di replicare.

LISA NOJA (PD). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, purtroppo non possiamo ritenerci soddisfatti dalle sue risposte. Noi le abbiamo posto un problema specifico, concreto, che riguarda i bisogni concreti degli italiani, anzi, mi consenta, della parte più fragile degli italiani e delle loro famiglie. Un problema che, mi perdoni, ma richiederebbe effettiva conoscenza della situazione di queste famiglie. Lei ha fatto riferimento al “decreto flussi” e, come credo saprà, all'interno del “decreto flussi” la categoria che può accedere al badantato è molto ristretta. Aggiungo questo: se lei avesse consapevolezza di quello di cui parla, saprebbe anche che il rapporto di cura è un rapporto fiduciario, che richiede la conoscenza della persona assunta. Per cui, in realtà, il “decreto flussi” applicato a quella tipologia di lavoro si risolve in una sanatoria occulta. Allora, noi le chiediamo di dirci che cosa intende fare per l'ingresso di persone regolari che possano rispondere a questo bisogno concreto. Capiamo che per la propaganda sia molto più facile e utile annunciare rimpatri di massa di migranti irregolari, che peraltro nessuno, al momento, ha ancora visto. Lo capiamo, ma mentre aspettiamo che lei spieghi al Paese come intende rimpatriare queste centinaia di migliaia di persone irregolari - lei ha detto che in un anno rimpatrierà 500 mila irregolari, ci chiediamo come - le saremmo molto grati se potesse impiegare un po' del suo tempo per occuparsi di come consentire l'ingresso regolare di personale di cura, consentendo così agli italiani di assumere regolarmente persone che sono necessarie per prendersi cura dei loro familiari, e per farlo serenamente.

Ministro, lo dico con molta simpatia: cominci a prendere in considerazione che il suo ruolo istituzionale non è limitato a fare comizi nelle piazze e sui social con slogan “prima gli italiani”, il suo ruolo è avere davvero a cuore i bisogni degli italiani, farne una priorità e dare risposte specifiche - ripeto specifiche - e concrete, il tempo della propaganda è scaduto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Chiarimenti in merito al blocco degli investimenti per il programma di ammodernamento militare per l'acquisto dei missili Camm Er e, più in generale, ai finanziamenti previsti per il comparto della difesa – n. 3-00334)

PRESIDENTE. Il deputato Matteo Perego Di Cremago ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maria Tripodi ed altri n. 3-00334 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Perego Di Cremnago, ma va benissimo comunque.

Signora Ministro Trenta, buongiorno. Da inizio legislatura fatichiamo ad intendere la direzione del Governo in materia di difesa. Il programma missilistico Camm Er, presentato dal Governo il 10 agosto 2018 - caso vuole - è stato ritirato il 28 settembre 2018, generando numerose difficoltà nel comparto difesa. Questo programma militare è fondamentale per il nostro sistema di difesa, perché sostituisce i missili Aspide, che dal 2021 non potranno essere più impiegati. Non solo: questo programma genererebbe un impatto positivo in termini tecnologici e occupazionali per le aziende del comparto difesa italiano, che sono un'eccellenza del made in Italy. A ciò si aggiunge che nel disegno di bilancio 2019 il Governo ha previsto pesanti tagli per il settore della difesa, provocando ingenti difficoltà al comparto dell'aerospazio.

La domanda è semplice: perché avete bloccato gli investimenti in merito al programma pluriennale per l'acquisto di missili Camm Er e, più in generale, dell'intero comparto della difesa?

PRESIDENTE. La Ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha facoltà di rispondere.

ELISABETTA TRENTA, Ministra della Difesa. Presidente, in merito ai quesiti posti dall'interrogante mi preme innanzitutto fugare l'apprensione che essi sostengono, ribadendo in questa sede quanto ho già avuto modo di affermare a suo tempo esponendo le linee programmatiche del mio Dicastero. Sento come mio primario dovere quello di migliorare e rendere più efficiente il settore della Difesa, è questo un obiettivo che mi impegna e ci impegna, come Governo, a tutto campo, dai compiti istituzionali di protezione del territorio e della sovranità nazionale alla tutela dell'industria italiana di settore, dalla ricerca e dallo sviluppo del nostro know-how al promuovere l'ottimizzazione dell'impiego delle risorse. Tale obiettivo, non a caso inserito nel contratto di Governo, è valido oggi come ieri, e oggi come ieri rappresenta la direttrice su cui la Difesa intende muoversi nei prossimi anni; questo è un punto fermo. Un altro punto fermo è rappresentato dall'odierno contesto economico-finanziario del Paese, che ha imposto una razionalizzazione delle spese, alla quale coerentemente anche il mio Dicastero contribuisce in relazione a taluni programmi di ammodernamento e rinnovamento dello strumento militare, ciò anche in considerazione di quanto emerso nel Consiglio supremo di difesa del 31 ottobre scorso circa l'opportunità di concentrare le risorse disponibili sulle capacità di fronteggiare direttamente le esigenze di sicurezza del Paese.

In tale ottica, lo scorso 28 settembre ho chiesto ai Presidenti di Camera e Senato di non dare seguito al previsto parere parlamentare sul programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento relativo allo sviluppo, qualifica e acquisizione del sistema Camm Er. Con il documento programmatico pluriennale 2018-2020, si prevede attualmente l'inserimento nell'ambito della programmazione, al momento priva di finanziamento, del programma per il rinnovo della capacità di difesa aerea nazionale di corto e medio raggio; più in generale, la rimodulazione dei profili finanziari inerenti a taluni programmi pluriennali, di cui si prevede un finanziamento a valere sulle risorse attestate a bilancio MISE e recate sia dal Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, di cui all'articolo 1, comma 140, della legge di bilancio 2017, sia dal rifinanziamento della legge n. 266 del 1997, recante interventi urgenti per l'economia.

Tale rimodulazione, volta a ridurre i livelli di spesa nel brevissimo periodo, ha consentito al momento il recupero di importanti risorse che saranno successivamente riallocate al Dicastero, dilazionate in un arco temporale decennale. Le soluzioni programmatiche individuate per i suddetti programmi – che, tengo a ribadirlo, rimangono della massima importanza per la Difesa – avranno l'effetto di realizzare dei risparmi, preservando lo sviluppo capacitivo delle Forze armate e l'indispensabile processo di ammodernamento e rinnovamento dello strumento militare.

In conclusione, onorevoli deputati, la Difesa ha scelto di adottare provvedimenti necessari per garantire, coerentemente con il quadro economico-finanziario del Paese, le risorse utili al processo di trasformazione e di ammodernamento delle Forze armate, in modo da preservarne ed accrescerne la capacità di adempire ai fondamentali compiti istituzionali attraverso uno strumento militare equilibrato e bilanciato nelle sue componenti, in aderenza alle caratteristiche strategiche delle Forze armate del futuro.

PRESIDENTE. Il deputato Perego Di Cremnago ha facoltà di replicare.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Signora Ministro, la sua risposta non rende soddisfatto né me, né le Forze armate. Quello che lei dice non è la verità, perché questo Governo sta operando dei pesanti tagli sul comparto difesa, e questo è inaccettabile. È inaccettabile per tre ragioni.

La prima, quando parliamo di difesa, parliamo di uomini, donne, ragazzi, ragazze, madri e padri di famiglia che ogni giorno per la nostra sicurezza rischiano la loro vita per uno stipendio di 1.200 euro al mese. E voi, con il reddito di cittadinanza, volete darne 780 per rimanere seduti beatamente su un divano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È ingeneroso nei confronti di coloro che ci proteggono con mezzi obsoleti, con risorse scarse. Ora voi siete il Governo, voi siete lo Stato, voi dovete proteggere questo personale, e non con le parole, ma con i fatti, con i fatti concreti. E vengo alla seconda ragione: il programma missilistico Camm Er sostituisce i missili Aspide, che dal 2021 non possono più essere impiegati. La verità è che voi questo programma lo avete ritirato, e lo avete ritirato per i vostri sotterfugi, per la vostra incapacità, per la vostra incompetenza, è questa la verità. Ora, signora Ministro, per difendere i cittadini bisogna andare ben oltre i piani di difesa e di investimento dilazionati negli anni. Con questi tagli, infatti, voi anteponete le vostre logiche di partito e le vostre logiche di propaganda alla sicurezza nazionale e internazionale del nostro Paese. E i cittadini vi chiederanno conto di questo, vi chiederanno conto del fatto che l'Italia è sempre più isolata agli occhi dei partner internazionali. Allora mi chiedo: ma è questa l'Italia che volete?

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Concludo. L'Italia che non investe nelle proprie Forze armate, che non investe in tecnologie, che non sostiene il comparto della difesa, che è un comparto di grandi eccellenze del made in Italy? Insomma, è questa l'Italia che volete? Se è questa, noi di Forza Italia non ci stiamo. La verità, signora Ministro, è che voi ambite a governare, ma non ne siete capaci.

PRESIDENTE. Concluda.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). E concludo: l'invincibilità sta nella difesa. Se ti difendi, sei più forte. Lo diceva Sun Tzu. Sottovalutarne l'importanza è da irresponsabili, come siete voi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Orientamenti del Governo in ordine all'attribuzione delle cosiddette quote inespresse dell'otto per mille, anche in relazione alla questione del versamento dell'Ici da parte della Chiesa cattolica, alla luce di una recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea – n. 3-00335)

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00335 (Vedi l'allegato A).

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Ministro Tria, com'è noto, a seguito del nuovo Concordato e, in particolare, della legge n. 222 del 1985, è stato stabilito un meccanismo di finanziamento pubblico indiretto, direi, di alcune confessioni religiose, non di tutte, attraverso la destinazione dell'otto per mille del gettito IRPEF. È altresì noto che ci sono grosse criticità su questa modalità di finanziamento delle confessioni religiose, rilevate e sottolineate più volte dalla stessa Corte dei conti. Una è quella che, evidentemente, viola principi di volontarietà. I cittadini che non optano per destinare la loro quota dell'otto per mille comunque la vedono destinata in base alla proporzionalità delle scelte espresse. L'altra criticità è che questo monte, questo gettito, è lievitato. Basti pensare che la Conferenza episcopale nel 1990 riceveva 201 milioni di euro, quest'anno ne riceverà un miliardo. Volevamo sapere su questo quali sono gli intendimenti del Governo rispetto alla sentenza della Corte di giustizia europea, che ha indicato di recuperare il gettito ICI, se si vuole rivalersi sull'otto per mille IRPEF e convocare la conferenza paritaria per rivedere l'aliquota.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha facoltà di rispondere.

GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Con interrogazione a risposta immediata l'onorevole Magi chiede se vi sia un orientamento del Governo volto a trattenere in compensazione le quote dell'otto per mille destinate alla Chiesa cattolica, al fine di estinguere il debito della stessa Chiesa per il mancato pagamento ICI, come da recente sentenza della Corte di giustizia. L'onorevole Magi chiede, inoltre, se il Governo ritenga di avviare la procedura prevista dell'articolo 49 della legge n. 222 del 1985, al fine di ridurre l'aliquota e incidere sul meccanismo delle quote inespresse.

Preliminarmente si evidenzia che, per quanto concerne i rapporti Stato-Chiesa cattolica, la pertinente disciplina di riferimento è contenuta negli articoli 47 e seguenti della legge n. 222 del 1985. In particolare, l'articolo 47, secondo comma, dispone che - citazione -: una quota pari all'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche liquidata dagli uffici sulla base delle dichiarazioni annuali è destinata in parte a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale e in parte a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica.

Le destinazioni di cui al comma precedente vengono decise sulla base delle scelte espresse dai contribuenti in sede di dichiarazione annuale dei redditi. In caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse. Questa è la norma. Detto sistema, previsto dalla legge n. 222 del 1985, è oggetto di revisione a scadenza triennale. Tale disciplina è riconducibile alla negoziazione bilaterale fra lo Stato e la Chiesa cattolica e, collocandosi a pieno titolo nel contesto concordatario, si connota per una particolare forza di resistenza rispetto ad eventuali modificazioni unilaterali. Peraltro, come la Corte costituzionale ha avuto modo di precisare, la Costituzione ha inteso evitare l'introduzione unilaterale di una speciale e derogatoria regolazione dei rapporti tra lo Stato e la singola confessione religiosa, sul presupposto che la stessa unilateralità possa essere fonte di discriminazione.

Per questa fondamentale ragione, come affermato dalla Corte costituzionale con sentenza n. 52 del 2016, gli specifici rapporti tra lo Stato e ciascuna singola confessione devono essere retti da una legge sulla base di intese. Detto principio è ancora più stringente nel caso di rapporti tra Stato e Chiesa cattolica, visto il principio concordatario declinato espressamente nell'articolo 7 della Costituzione.

PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Tanto premesso, si evidenzia che trattenere in compensazione le quote dell'otto per mille destinate alla Chiesa cattolica sarebbe lesivo delle scelte dei contribuenti che optano per la destinazione della propria quota alla Chiesa. Chiedo solo un minuto: bisogna inoltre ricordare che l'articolo 47 della legge…

PRESIDENTE. No, deve concludere, Ministro, non ce l'abbiamo un minuto.

GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Allora, c'è un vincolo di destinazione a scopi di carattere religioso e tale vincolo mal si concilierebbe con la finalità che si vorrebbe perseguire con la compensazione proposta.

PRESIDENTE. La ringrazio, Ministro Tria. Il deputato Magi ha facoltà di replicare.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Dispiace doversi dire assolutamente non soddisfatti della risposta, perché una delle due domande era proprio sulla volontà politica di avanzare e di formalizzare una richiesta alla Conferenza episcopale proprio di attivare la procedura di revisione, perché è vero che è prevista una revisione triennale, ma è anche vero che questa revisione non è mai stata fatta. Siamo di fronte a qualcosa di grave e di abbastanza scandaloso, perché la maggior parte dei cittadini italiani che non esprime una volontarietà di destinazione della quota dell'otto per mille del proprio IRPEF la vede destinata, appunto, contro la propria volontà. Su questa questione, visto che siamo in sessione di bilancio e viste le condizioni delle nostre finanze pubbliche, ci sarà occasione nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, di ritornare proprio con degli emendamenti che vogliono andare a modificare questo punto critico.

Basti ricordare, ancora una volta, le parole della Corte dei conti sul sistema dell'otto per mille, che risulta non del tutto rispettoso dei principi di proporzionalità, di volontarietà e di uguaglianza. Evidentemente, prendiamo atto che non c'è la volontà di questo Governo neanche di sollevare la questione, non c'è la volontà politica; in questo c'è una perfetta continuità e tutt'altro che cambiamento rispetto ai precedenti Governi.

(Iniziative diplomatiche a tutela dei diritti umani dei migranti attualmente a bordo della nave Nivin, ormeggiata nel porto libico di Misurata, in particolare tramite la destinazione in un porto sicuro europeo – n. 3-00336)

PRESIDENTE. Il deputato Palazzotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00336 (Vedi l'allegato A).

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, settantanove persone, tra cui donne e bambini, si trovavano dal 10 novembre asserragliate sulla nave cargo Nivin nel porto di Misurata.

Queste persone che si trovano lì, dopo che la nave le aveva soccorse su un gommone, su indicazione della Guardia costiera italiana, resistevano per non tornare nei campi di detenzione libici, dov'erano state torturate e abusate per mesi, prima di riuscire a fuggire. Da ieri, dopo l'intervento delle Forze armate libiche, non abbiamo più notizie sul destino di queste persone. Sappiamo, da alcune informazioni sommarie, che per evacuare il cargo in 11 sono rimaste ferite, di cui tre molto gravemente. Come lei stesso ha avuto modo di affermare, in Libia non vi sono porti sicuri e, quindi, il coinvolgimento della nostra Guardia costiera in questa vicenda si configura come una violazione delle convenzioni internazionali e pone sull'Italia una grave responsabilità. Siamo qui a chiedere se il Governo italiano non ritenga di intervenire per garantire la tutela dei diritti delle persone evacuate dalla nave Nivin, garantendo anche l'attivazione di un canale umanitario per riportarle in Europa.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha facoltà di rispondere.

ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Signor Presidente, alcune rapidissime ricostruzioni fattuali: il 7 novembre un velivolo della operazione dell'Unione europea Eunavfor Med individuava un gommone con 95 persone a bordo e, conformemente alle regole in vigore, ne ha informato i centri di coordinamento e salvataggio marittimo italiano e libico. Il centro libico è intervenuto confermando la presa in carico del coordinamento e assumendone la piena responsabilità, ai sensi delle convenzioni internazionali SAR e SOLAS che sono di applicazione. In conformità, quindi, al diritto internazionale vigente, ha chiesto il supporto del nostro centro per individuare unità mercantili in prossimità che potessero intervenire.

Il centro di coordinamento di Roma ha individuato la nave Nivin, battente bandiera panamense, che è intervenuta, operando sotto gli ordini del centro di coordinamento di Tripoli, sempre in conformità a quanto previsto dalle convenzioni, in particolare dalla Convenzione SAR di Amburgo. Le persone raccolte, i migranti raccolti sono stati portati nel porto di Misurata dalla nave Nivin. Qui, a fronte di resistenze da parte delle persone migranti a sbarcare, le autorità libiche hanno disposto l'intervento e hanno trasbordato i migranti nel porto, iniziando, nei loro confronti, una procedura di carattere legale.

Il comportamento del nostro Governo è stato nell'ambito della conformità con le convenzioni internazionali; ci stiamo assicurando circa la situazione dei migranti e la loro incolumità e non risultano situazioni di feriti gravi. Abbiamo anche attivato, insieme al commissariato dell'ONU per i rifugiati e alle organizzazioni internazionali per le migrazioni, le procedure d'uso per garantire un trattamento dignitoso, in linea col diritto internazionale umanitario. L'esortazione a fare quanto necessario per l'assistenza ai migranti sarà presa in conto dal Governo.

PRESIDENTE. Il deputato Erasmo Palazzotto ha facoltà di replicare.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Signor Ministro, mi dispiace dover constatare che nella sua ricostruzione ci sono alcune imprecisioni, forse anche alcune bugie. Dalle ricostruzioni che noi abbiamo, dalle prove che sono state fornite dalla piattaforma Mediterranea, che opera un'azione di monitoraggio e denuncia, siamo venuti in possesso, ed è allegato, anche, all'interrogazione che ho presentato, del messaggio NAVTEX che l'IMRCC italiano ha mandato al comandante della nave cargo Nivin, intimandogli di invertire la rotta, di effettuare il soccorso e di dirigersi verso Misurata. Ecco, questo continuo tentativo di occultare le responsabilità che noi abbiamo rispetto alla tragedia che si sta consumando in mare, alle violazioni delle convenzioni internazionali sul soccorso marittimo e sui diritti umani è diventato, davvero, insostenibile. Poi, vorrei aggiungere che il caso della nave Nivin pone un'altra questione. C'è anche un'etica delle parole che noi dobbiamo usare: “autorità libiche sono intervenute per garantire l'ordine”; quelle persone erano asserragliate e resistevano per non tornare in quelli che sono veri e propri campi di concentramento, costituiti anche con l'ausilio e con la responsabilità del nostro Governo, rispetto agli accordi sulla governance dei flussi migratori. Donne e bambini sono stati portati in luoghi dove vengono continuamente abusati, dove sono all'ordine del giorno torture, i cui segni sono testimoniati da quelle persone. Ora, io vi chiedo, voi cosa avreste fatto al posto di quelle persone? Avreste resistito, tentando di trovare uno sbarco in un porto sicuro, che lei ha già confermato non esistere in Libia, oppure vi sareste consegnati ai vostri aguzzini per tornare in luoghi di tortura, da dove eravate riusciti a fuggire? Questa è la responsabilità di cui noi, e questo Governo, risponderemo un giorno davanti al tribunale della storia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Posizione del Governo italiano in merito alla sottoscrizione del cosiddetto Global compact, nell'ottica della salvaguardia di una politica nazionale sul tema dell'immigrazione – n. 3-00337)

PRESIDENTE. La deputata Giorgia Meloni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00337 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

GIORGIA MELONI (FDI). Grazie, Presidente. Dunque, Ministro Moavero, il prossimo 10 dicembre a Marrakech, la comunità internazionale adotterà il Global compact for migration, cioè il patto globale sulle migrazioni, un accordo delle Nazioni Unite che riguarda la gestione dell'immigrazione e dei rifugiati. Il punto è che questo patto, che a un occhio disattento potrebbe sembrare limitarsi a ribadire alcune norme già previste dalle convenzioni internazionali, il che già dovrebbe far riflettere sulla utilità di questa iniziativa, in realtà, per chi sa guardare un po' più a fondo, introduce alcuni principi che, dal nostro punto di vista, e non solamente dal nostro, porterebbero a una seria limitazione del diritto degli Stati nazionali di difendere i propri confini. Tant'è che molte Nazioni hanno deciso di non sottoscrivere questo patto; la domanda che noi facciamo è che cosa intenda fare l'Italia; se intenda dire “no” e non sottoscrivere questo patto, dimostrando che sulla lotta all'immigrazione intende andare fino in fondo o se, invece, si vuole piegare a questa fregatura che ci sta per rifilare l'ONU (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha facoltà di rispondere.

ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Signor Presidente, il Global compact, cosiddetto, che è un insieme di atti che vengono collegati alla Dichiarazione di New York sui migranti e i rifugiati del 2016, non sarà un atto giuridicamente vincolante. Nell'ambito dei negoziati che si sono sin qui svolti su questo atto, nei mesi e negli anni che ci precedono, l'Italia ha sempre tenuto presente l'elemento importante di arrivare a una condivisione di oneri nella gestione dei fenomeni migratori e a una cooperazione rafforzata con i Paesi di origine e di transito. Nel documento sono recepiti questi principi di responsabilità condivisa, principi di partenariato con i Paesi di origine e di transito e la necessità di contrasto ai trafficanti di esseri umani; c'è anche l'obbligo per gli Stati di origine di riammettere i propri cittadini. Sono una serie di elementi che noi cerchiamo di portare avanti, anche nell'ambito del confronto in sede di Unione europea. Per quanto riguarda l'orientamento circa questo accordo detto Global compact, ricordo che il Presidente del Consiglio aveva espresso un orientamento favorevole; in ogni caso avremo un approfondimento in sede di Governo, prima di procedere alla conclusione eventuale dell'accordo stesso, tenendo conto, anche, degli stimoli parlamentari.

PRESIDENTE. La deputata Giorgia Meloni ha facoltà di replicare.

GIORGIA MELONI (FDI). Ministro Moavero, quella che lei annuncia qui, se venisse confermata, sarebbe, dal punto di vista di Fratelli d'Italia, una decisione gravissima. Delle questioni che lei ha elencato, delle quali si occupa il Global compact sulle migrazioni, ne ha dimenticata una fondamentale, e cioè che questo documento stabilisce, di fatto, il diritto fondamentale di ciascuno a emigrare e a essere immigrato, indipendentemente da quelle che sono le ragioni che lo portano a muovere. Questo significa che, domani, non sarà un diritto fondamentale solo essere rifugiato, ma essere un migrante che scappa dalla fame, che scappa dal caldo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che scappa semplicemente perché si vuole muovere; se l'Italia decide di sottoscrivere questo accordo internazionale significa che noi, ogni giorno e ogni volta che tentiamo, di fermare l'invasione (Dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia si espone un cartello recante la scritta: confini sovrani!)

PRESIDENTE. Metta giù quel cartello, per favore!

GIORGIA MELONI (FDI). Mettete giù…Dicevo, di fermare l'invasione e di fare qualunque cosa per difendere i nostri confini nazionali, ci ritroveremo con le istituzioni sovranazionali che ce lo vogliono impedire.

È la ragione per la quale una serie di nazioni che difendono i loro confini hanno detto di no ed è la ragione per la quale hanno detto di “no” gli Stati Uniti di Donald Trump, ha detto di “no” l'Ungheria di Orbán, ha detto di “no” la Polonia, ha detto di “no” l'Austria, ha detto di “no” l'Australia, e adesso ha detto di “no” la Svizzera: chiunque voglia rivendicare il diritto degli Stati membri di difendere i suoi confini nazionali non sta sottoscrivendo questo patto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - I deputati del gruppo Fratelli d'Italia espongono cartelli recanti le scritte: “Chi firma è complice - #stopGlobalCompact” - “No invasione - #stopGlobalCompact” - “Confini sovrani - stopGlobalCompact”)!

PRESIDENTE. Riponga quel cartello, per favore. Deputati, dovete rimuovere i cartelli. Non costringetemi a togliere la parola…

GIORGIA MELONI (FDI). Ora, io mi chiedo come faccia il Governo della difesa dei confini nazionali, il Governo che ha fatto dell'immigrazione la grande rotta di cambiamento, a sottoscrivere una roba (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Benissimo. Grazie.

(Iniziative in ordine al “Piano strategico nazionale della violenza maschile contro le donne 2017-2020”, alla luce dei contributi trasmessi al Grevio (Gruppo esperte sulla violenza del Consiglio d'Europa) da associazioni italiane di esperti – n. 3-00333)

PRESIDENTE. La deputata Ascari ha facoltà di illustrare l'interrogazione Spadoni ed altri n. 3-00333 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

Avverto che, con riferimento al testo del quesito della presente interrogazione, laddove si fa riferimento ai contributi trasmessi il 29 ottobre 2018, devono intendersi i contributi trasmessi al Grevio dalle associazioni italiane di esperti, e non come stampato.

STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, Ministro Fraccaro, come sappiamo il 25 novembre ricorre la Giornata mondiale per la lotta alla violenza sulle donne, un fenomeno che riguarda da vicino il nostro Paese, se pensiamo che da gennaio ad oggi ci sono già stati 80 femminicidi, una media spaventosa, uno ogni tre giorni, ed è doppiamente impressionante pensare che noi ci troviamo in uno dei Parlamenti più femminili e più rosa della storia.

Noi donne siamo arrivate praticamente ovunque: alla Presidenza della Camera, alla Presidenza del Senato, e siamo andate anche nello spazio; però ancora oggi molte di noi non riescono a sottrarsi alla violenza del partner. Per questo, sono qui a chiedere quali siano le iniziative di contrasto e di prevenzione per la violenza maschile contro le donne, che il dipartimento ha intenzione di adottare.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, ha facoltà di rispondere.

RICCARDO FRACCARO, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Signor Presidente e colleghi deputati, rispondo al quesito posto dagli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle pari opportunità.

Per dare concretezza al piano strategico nazionale contro la violenza maschile sulle donne 2017-2020, la cabina di regia ha stabilito di procedere rapidamente alla costituzione del comitato tecnico che, in poco meno di due mesi, ha messo a punto una prima bozza di programma operativo che si fonda su tre assi strategici. Nel primo asse, dedicato alla prevenzione, rientrano tutte le azioni di sensibilizzazione sul fenomeno della violenza maschile contro le donne e di rafforzamento della capacità formativa del sistema scolastico. Nel secondo si prevede di proseguire gli interventi di sostegno e protezione delle vittime, anche attraverso i fondi del dipartimento per le pari opportunità, che li trasferisce alle regioni per finanziare case rifugio e centri antiviolenza: si parla di 20 milioni di euro in corso di trasferimento a valere sulle risorse 2018. In accordo con il Ministro per la famiglia e le disabilità, saranno predisposte le linee guida per la presa in carico dei minori vittime di violenza assistita o degli orfani di femminicidio.

Nel terzo asse strategico si prevede di rafforzare le sinergie tra i Ministri dell'interno e della giustizia, il dipartimento per le pari opportunità e le forze dell'ordine, per garantire una valutazione e una gestione rapida ed efficace del rischio di letalità, gravità, reiterazione e recidiva dei reati.

Per quanto riguarda le relazioni con il Gruppo di esperti sulla violenza presso il Consiglio d'Europa, faccio presente che lo scorso 22 ottobre il dipartimento per le pari opportunità ha trasmesso al Gruppo il primo rapporto governativo che illustra le misure adottate al fine di dare attuazione alla Convenzione di Istanbul. Tale rapporto sarà esaminato dal Gruppo nel mese di febbraio 2019, mentre per il mese di marzo è già stata calendarizzata la visita dei componenti incaricati di svolgere la valutazione nel nostro Paese. Solo alla fine di tale percorso il Gruppo fornirà i propri elementi valutativi, che il Governo terrà nella massima considerazione.

Circa i contributi delle associazioni italiane, ricordo che le principali associazioni impegnate nel settore della violenza maschile contro le donne sono componenti effettive del comitato tecnico. I contributi di tali associazioni, pertanto, costituiscono a tutti gli effetti uno degli elementi fondanti della strategia di intervento in materia di contrasto alla violenza maschile contro le donne. Ringrazio per le interrogazioni, molto importanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La deputata Maria Edera Spadoni ha facoltà di replicare.

MARIA EDERA SPADONI (M5S). Presidente, Ministro, grazie per la risposta. Ovviamente gli assi strategici di cui lei ha parlato sono fondamentali, in primis la questione dell'educazione. È necessario sensibilizzare l'opinione pubblica sul fenomeno della violenza maschile contro le donne e credo che soprattutto i giovani debbano essere sensibilizzati in questo campo, perché ovviamente rappresentano il futuro della nostra società, quindi è fondamentale anche agire in quel senso. È necessaria la formazione, è già stato detto anche nel corso della discussione della mozione di contrasto alla violenza di genere, presentata e approvata la scorsa settimana in quest'Aula, soprattutto la formazione delle forze dell'ordine, degli operatori sanitari, della Polizia penitenziaria, delle Forze armate e dei dipendenti pubblici.

Inoltre, la questione della pubblicità. È molto positivo che il Mise, in raccordo con il dipartimento per le pari opportunità, abbia deciso di proporre un codice di autoregolamentazione, perché purtroppo ancora adesso ci ritroviamo con delle pubblicità aberranti, che sicuramente contribuiscono alla violenza sulle donne perché ledono la loro dignità e il rispetto loro dovuto. Per quanto riguarda le risorse, lei ha parlato di 20 milioni di euro: va benissimo, ma ricordo anche che è stato detto, proprio dal dipartimento per le pari opportunità, che per quanto riguarda le risorse per i centri antiviolenza e le case rifugio previste dalla legge n. 119 del 2013, la cosiddetta legge sul femminicidio, arriveranno, nel 2018, 33 milioni di euro, divisi tra dipartimento per le pari opportunità e regioni. Ciò è quindi molto importante, così come è importante che i fondi vengano erogati senza ritardi, dato che questo è stato denunciato più volte.

Sottolineo inoltre - non posso non sottolineare - la sensibilità del sottosegretario Spadafora, che si è attivato per costituire la cabina di regia, il comitato tecnico, che in poco più di due mesi, come diceva lei, Ministro, ha messo a punto una prima bozza di programma operativo, che era previsto nel Piano antiviolenza. Quindi, andiamo avanti così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Benvenuto, Biancofiore, Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Cassese, Castelli, Castiello, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Sabrina De Carlo, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Dieni, Durigon, Ehm, Ferraresi, Fioramonti, Gadda, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Liuzzi, Lorefice, Micillo, Molinari, Molteni, Pignatone, Quartapelle Procopio, Rixi, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Suriano, Tateo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1189-A: Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici (ai sensi dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento) e dell'abbinata proposta di legge n. 765.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti 1.86, 1.87 e 1.88.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Avverto che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 9.500 e 10.500, che sono in distribuzione.

Passiamo all'emendamento Costa 1.91.

È stata avanzata, da parte del rappresentante del gruppo Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, la richiesta di voto segreto su tale emendamento. La richiesta può essere accolta.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa collega?

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signora Presidente, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, sarebbe anche una cortesia se il Governo venisse messo in condizione di potere assistere ai lavori dell'Aula, grazie.

PRESIDENTE. Il Governo è presente, collega.

ENRICO BORGHI (PD). Sì, ma il Regolamento prevede che il Governo assista e ascolti, non che faccia…grazie. Signora Presidente, nel corso della Conferenza dei capigruppo che si è appena tenuta, non è stato raggiunto un accordo sul prosieguo dei nostri lavori e il nostro capogruppo, insieme con il capogruppo Fornaro, ha abbandonato i lavori come conseguenza dell'atteggiamento tenuto dalla Presidenza, che, dal nostro punto di vista, non è stato garante rispetto alla oggettiva prosecuzione dei nostri lavori.

A conferma di quello che sta accadendo, proprio mentre si stavano svolgendo i nostri interventi sia in quest'Aula, che poi successivamente all'interno della Conferenza dei capigruppo, il Vice Presidente del Consiglio, onorevole Di Maio, ha annunciato - naturalmente attraverso la nuova Gazzetta Ufficiale della Repubblica del cambiamento, e cioè i social - che il provvedimento sul quale siamo in questo momento impegnati a lavorare sarà certamente approvato entro il mese di dicembre, anzi, uso le sue parole: “avremo un natale senza corrotti”.

Ora, sappiamo che per decreto il Governo ha già abolito la povertà; forse attendiamo un'emanazione di un decreto che garantirà la felicità tutti, ma non è ancora data al Governo, in una Repubblica parlamentare, la condizione di decidere i lavori di un'Aula e di un'ala del Parlamento. Allora, noi vogliamo ulteriormente stigmatizzare questo atteggiamento, totalmente irrispettoso di quest'Aula, perché poche ore fa il Vice Presidente Di Maio, mentre dettava ai soci questa dichiarazione, era presente in quest'Aula e non ha ritenuto di alzarsi e di proferire verbo. Questo è un elemento estremamente irriguardoso, rispetto al quale noi non possiamo accedere all'idea che le procedure parlamentari e le riunioni delle Conferenze dei capigruppo siano degli elementi a corredo e che fuori il racconto del Governo è tutt'altro. Chiediamo, in particolare, ai rappresentanti della maggioranza: a che titolo parlano in quest'Aula e nelle Conferenze dei capigruppo, se poi l'atteggiamento è questo? Noi non possiamo accettare questo andazzo e riteniamo che la Presidenza debba mettere in atto tutte le azioni per garantire le prerogative del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Io credo che nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di oggi si sia segnato un punto negativo, anche nei rapporti tra maggioranza e opposizione. Quello dovrebbe essere un luogo - uso il condizionale, a questo punto - in cui, anche grazie al ruolo super partes che il Regolamento affida al Presidente, si ricercano soluzioni condivise per il calendario dei lavori. È evidente che se invece diventa semplicemente la fotocopia dei rapporti di forza in quest'Aula, diventa un organismo del tutto inutile.

Signora Presidente, io le devo anche far rilevare questo elemento, perché per il suo tramite lo segnali alla Presidente della Camera: mentre era in corso la Conferenza dei capigruppo, c'è stato il cosiddetto comitato dei nove, che sostanzialmente, a poche ore dalla conclusione dell'iter di questo provvedimento, interviene sopprimendo l'intero articolo e, soprattutto, signora Presidente, riscrivendo integralmente l'articolo 10. A quest'ora, alle 16,10, non ci risulta essere dato ancora il termine per i subemendamenti. Mi chiedo se questo è un modo per legiferare e, soprattutto, che cosa ci sia a questo punto dietro, che nulla ha a che vedere con i temi oggetto di questo provvedimento, perché a tutti i costi bisogna portare a chiusura questo disegno di legge, in barba alla sessione di bilancio, in barba a un corretto rapporto tra maggioranza e opposizione. Insomma, per quel che ci riguarda, se si va avanti in questo modo, cambierà anche il nostro atteggiamento in quest'Aula perché non è accettabile quella che si sta sostanzialmente costruendo - e in queste ore ne stiamo vedendo con nettezza il carattere -, cioè quella che si chiama in termini tecnici e giuridici la dittatura della maggioranza. Credo che da questo punto di vista non possa che esserci da parte nostra un richiamo ad un intervento correttivo da garante del Presidente della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Grazie, collega. Le comunico che il termine per i subemendamenti è stato fissato alle ore 19 di quest'oggi.

ENRICO COSTA (FI). Mentre votiamo?

FEDERICO FORNARO (LEU). Mentre votiamo cambiate le cose?

FRANCO VAZIO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Scusate, facciamo parlare un attimo il collega Vazio e dopo do una risposta a tutti.

FRANCO VAZIO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché, vede, Presidente, adesso lei ci ha detto - la mia domanda partiva anche dalla richiesta di sapere quando era il termine degli emendamenti -, precedendomi di qualche istante, che forse il termine degli emendamenti è fissato per le 19 e credo che sia francamente irragionevole e assolutamente incomprensibile come si possa emendare…

PRESIDENTE. Il termine è per i subemendamenti, collega.

FRANCO VAZIO (PD). …subemendare un articolo presentato qualche minuto fa. Io, tra l'altro, le chiederei, Presidente, di misurarsi su questo articolo, perché credo che sia l'esempio di come non si dovrebbe scrivere in italiano, di come non si dovrebbe scrivere una norma di legge.

Un comma, una parte di un comma di questo articolo 10 completamente riscritto, che io ho definito il “comma Maiorca”, perché solamente una persona che ha quelle caratteristiche, come il ben ricordato Maiorca, potrebbe misurarsi a leggere l'intero periodo. Stiamo parlando di 135 parole e otto incisi. Io mi domando come un cittadino italiano possa misurarsi a comprendere il significato, al netto dei congiuntivi che ci sono e che mancano. Ma credo che sia assolutamente incomprensibile come il Parlamento possa sfornare un emendamento di questa natura che, tra l'altro, viene inserito in un articolo 10 a pezzi, a spizzichi e bocconi, e credo che nessuno di noi riesca a comprenderne le ragioni. Ci sono stati, nel Comitato dei diciotto, più interventi di questa natura. Noi non siamo in grado non solo di subemendare, ma neanche di comprendere quest'articolo, così come è stato sostituito.

Io le chiedo, Presidente, almeno di metterci in condizione di comprendere e di suggerire a coloro che l'hanno presentato di scriverlo in italiano. Centotrentacinque parole, otto incisi: ma come si può pensare di legiferare in questa maniera? Noi abbiamo fatto due tentativi - uno l'ha fatto l'onorevole Costa e uno l'ho fatto io - ma non si riesce a leggere di fila. Non si riesce a leggere di fila questa parte di un comma dell'articolo 10. Credo che sia veramente illuminante di come non si dovrebbe legiferare e tra l'altro, Presidente, le vorrei ricordare che nell'ambito della tecnica della scrittura degli avvocati negli atti e dei giudici è stato ispirato il concetto che quegli atti e quelle sentenze dovrebbero essere concisi, semplici da leggere, con un soggetto, un predicato verbale e un complemento oggetto, assolutamente l'esatto contrario di quello che è scritto nell'articolo 10. Non si legifera così, non si scrive così, perché è come non spiegare agli italiani cosa devono fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maschio sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché io capisco che a seguito dell'emendamento di ieri, che resterà negli annali come il “Vitiellum”, sia andata nel pallone la maggioranza di Governo. Capisco anche che ci abbiate fatto perdere tutta la serata di ieri e quasi tutta la mattinata di oggi per risolvere i vostri problemi, ma per compensare i vostri ritardi non potete costringere noi, adesso, a tempi stringenti che non sono sostenibili.

E, allora, io le chiedo, prima di fissare in via definitiva il termine per i subemendamenti, in primo luogo di farci avere copia del testo a raffronto di come sarebbe modificato alla luce dell'emendamento presentato, perché altrimenti non è di facile lettura la norma che noi dovremmo subemendare; in secondo luogo, le chiedo di fissare un termine per i subemendamenti più ampio di quello delle 19; in terzo luogo, non si può pensare che i componenti del Comitato dei diciotto, contemporaneamente, con un occhio leggano gli emendamenti che devono essere posti in votazione adesso e con l'altro guardino i subemendamenti che dovrebbero essere predisposti. Quindi, le chiederò una sospensione per consentire ai componenti del Comitato dei diciotto di poter fare due cose distintamente bene e non contemporaneamente male.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Enrico Costa sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, sull'ordine dei lavori. Questa mattina abbiamo assistito a una richiesta fatta al Governo di comprendere, dopo il voto di ieri sull'emendamento dell'onorevole Vitiello, come intendeva procedere il Governo. Bene, io penso che, per fatti concludenti, abbiamo capito come vorrà procedere il Governo e io penso di fare un pronostico: che l'emendamento dell'onorevole Vitiello diventerà legge dello Stato, perché vedrete che al Senato sarà confermato. Oggi abbiamo dichiarazioni di autorevoli esponenti del Governo che dicono il contrario e che saranno smentite. Faccio un pronostico oggi e che questo avrà l'effetto medesimo della bomba atomica sulla clausola di collegamento. Doveva esserci la clausola di collegamento e non abbiamo la clausola di collegamento. Si dice, oggi, che si cancellerà l'emendamento dell'onorevole Vitiello al Senato; vedrete, non sarà cancellato niente e rimarrà nel testo della legge e, devo dire, rispettando il voto di questa Camera.

Per quello che riguarda questo emendamento, invece io devo dire che se osservate l'ultima parte dell'emendamento… Presidente, chiederei soltanto per un attimo la sua attenzione, perché io penso che sia compito anche della Presidenza consentire l'intellegibilità dei testi che vengono sottoposti alla votazione dell'Aula. Ebbene, che l'ultima parte di questo emendamento devo dire è un periodo di oltre dieci righe incomprensibile. Io lo rileggo perché…

PRESIDENTE. Collega, mi scusi: questo non è propriamente sull'ordine dei lavori. Lei sta entrando nell'ambito dell'emendamento.

ENRICO COSTA (FI). Noi dobbiamo lavorare sui subemendamenti e per fare i subemendamenti è necessario avere un testo intellegibile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo testo non è intellegibile e io glielo leggo, Presidente: “In apposita sezione denominata elezioni trasparenti del sito Internet dell'ente cui si riferisce la consultazione elettorale, ovvero del Ministero dell'interno in caso di elezioni del Parlamento nazionale o dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, entro il settimo giorno antecedente la data della consultazione elettorale per ciascuna lista o candidato ad essa collegato nonché partito o movimento politico che presentino candidati alle elezioni di cui al comma precedente sono pubblicati, in maniera facilmente accessibile, il curriculum vitae, il certificato penale dei candidati, rilasciato dal casellario giudiziario non oltre 90 giorni prima della data fissata per le elezioni e già pubblicati sul sito Internet del partito o movimento politico, ovvero della lista o del candidato con essa collegato di cui al comma 1, primo periodo, previamente comunicato agli enti di cui al presente periodo”. Mi scusi: noi dovremo essere fino alle 19 seduti a questo banco a subemendare questo testo? Abbia pazienza. Io chiedo ai relatori, attraverso di lei, di cambiare il testo e di formulare un testo emendabile, accettabile e comprensibile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ovviamente, c'è stato il Comitato dei diciotto che ha già deliberato e poi ricordo anche che, secondo l'articolo 86, commi 5 e 5-bis, il termine è proprio stabilito in tre ore. Quindi, diciamo che nel momento in cui il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato deciso per le 19, chiaramente le tre ore sono state rispettate.

Ha chiesto di parlare il collega Migliore. Ne ha facoltà. Su che cosa, collega Migliore?

GENNARO MIGLIORE, Relatore di minoranza per la I Commissione. Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 86, comma 7, del Regolamento, cioè i cinque minuti a disposizione del relatore di minoranza su qualsiasi provvedimento e su qualsiasi modifica che viene indicata al provvedimento. Quindi, faccio delle considerazioni relative alla modifica che è stata proposta nel Comitato dei diciotto.

Prima di tutto, noi riteniamo assolutamente irricevibile la possibilità di fissare il termine dei subemendamenti su questo emendamento dei relatori nel corso delle votazioni. Peraltro, state trasformando questa Assemblea nell'ufficio di presidenza delle Commissioni congiunte, che avrebbero il dovere di esaminare i subemendamenti sia in termini procedurali sia in termini di contenuto. E ritengo che sia necessario spiegare all'Aula anche quello che è successo con questo articolo 10, sia dal punto di vista procedurale sia dal punto di vista del contenuto. Venerdì scorso, il Governo ha sostanzialmente e praticamente, nella persona, lì presente per delega, del sottosegretario Ferraresi, tenuto in ostaggio la Commissione esattamente sulla riscrittura che aveva proposto il suo collega di partito, nonché relatore, Forciniti, dell'articolo 10.

Quelle continue sospensioni, che erano state frutto di una divisione interna alla maggioranza, che poi fragorosamente si è verificata nella giornata di ieri, hanno portato ad un ritiro inizialmente di quella riformulazione e a procedere secondo quanto veniva considerato necessario, cioè con gli emendamenti che erano risultati confermati.

Noi siamo qui a dirvi una cosa molto semplice, così come ha già detto il mio collega Vazio, cioè che non è possibile presentare un emendamento che di fatto riscrive tutto il secondo titolo di questo provvedimento senza che ci sia una discussione all'interno della Commissione, e che il termine per i subemendamenti non può essere fissato in vigenza di una discussione che prevede voti in Aula.

Noi non abbiamo la possibilità materiale di leggere questa riformulazione, non possiamo dare un contributo, ci impedite di lavorare. Avete prima sequestrato la Commissione, adesso volete schiacciarla. Non capisco come i presidenti della I e II Commissione possano accettare un atteggiamento di questo tipo; lo capisco da parte del Governo, che considera una suppellettile quelli che sono presenti qui in quest'Aula, ma io non capisco realmente come pensate di poter autorizzare, attraverso una procedura del tutto anomala, questa situazione che si è venuta a verificare.

Per favore, vi chiedo di riconvocare la Commissione e l'ufficio di presidenza congiunto delle due Commissioni, in modo tale che in quella sede si possa fissare il termine per i subemendamenti e ci si consenta di fare il nostro lavoro.

Non voglio neanche intervenire ancora sul merito di questo emendamento, voglio solo dirvi che se vi siete messi d'accordo con la Lega su questo emendamento significa, come ha detto il collega Costa, che anche sull'altro emendamento non ci sarà nessuna modifica. Lo dico ai colleghi di maggioranza: guardate che questo è uno degli elementi fondamentali dell'accordo su cui si sta tanto discutendo; era questo prima ed è questo adesso, quindi vi chiedo di cambiare posizione, di consentirci fino in fondo di fare il nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, non si tratta soltanto di un problema di tecnica legislativa, ammesso che questa fosse archiviabile come argomentazione in un dibattito parlamentare, è una questione politica l'aver proposto, a questo punto del percorso legislativo, nel Comitato dei diciotto, un emendamento che riscrive integralmente la parte di questa legge che riguarda la trasparenza dei partiti politici e dei movimenti, cioè l'unica parte in cui il legislatore ha provato a fare uno sforzo che non riguardasse l'aspetto repressivo della lotta alla corruzione.

Credo avrebbe dovuto fare questo sforzo con riguardo all'organizzazione della pubblica amministrazione italiana, l'ha fatto invece con riguardo ai partiti e ai movimenti politici con un ragionamento molto, molto delicato, rispetto al quale le opposizioni si apprestavano a svolgere un ruolo profondo di critica, che riguarda lo stesso accostamento del tema della corruzione col tema della vita dei partiti e dei movimenti politici.

Proporre, a questo punto della discussione, un accartocciamento ulteriore di questa discussione con una proposta emendativa che ha due aspetti da valorizzare in negativo - cioè riscrive totalmente quel titolo ponendo nel nulla tutte le proposte emendative finora articolate, con una forma di canguro che, nella scorsa legislatura, è stata stigmatizzata dall'opposizione che oggi interpreta la maggioranza, una forma ancora più sottile e insidiosa e per questo insopportabile di chiusura del dibattito parlamentare, e, in secondo luogo, schiaccia una discussione politica nel mentre quest'Aula deve essere portata compressa, secondo un regime di tempi che riguarda altro che la produzione legislativa, alla discussione degli altri emendamenti sugli altri articoli (perché siamo ancora, Presidente, all'articolo 1 ancora non concluso) - mi pare veramente un cattivo modo di rappresentare al Paese il dibattito sui partiti e i movimenti politici, che dovrebbero essere gli incubatori e i vettori della democrazia rappresentativa.

Allora, il tema riguarda questo, cioè riguarda evidentemente il non voler discutere della possibilità che dei soggetti possano rappresentare le istanze dei cittadini nel Parlamento della Repubblica.

Schiacciare così questo ragionamento significa dare una prova di scarsissima democrazia. Ci spieghiamo, allora, così la presenza oggi del Governo in Aula: non era una presenza di poco momento, è una presenza per dirimere forse il conflitto tra il Ministro Salvini e il Ministro Bonafede sulla realizzazione degli inceneritori in Campania, perché abbiamo ascoltato il parere di Bonafede ieri sera in TV in contrasto con quello di Salvini. Dovevano dare l'idea di aver ricondotto ad unità quel tema.

È, forse, venuto qui, Salvini, per rassicurare i colleghi del MoVimento 5 Stelle su questo provvedimento o per mettere in sicurezza la conversione del “decreto sicurezza” entro questa settimana, per realizzare il pareggio della comunicazione politica del Governo: un punto al MoVimento 5 Stelle e un punto alla Lega?

Qualsiasi sia il motivo, questo emendamento è evidentemente frutto di quella presenza. Si rinnova una tecnica di legislazione che è collegata al contratto di Governo, a un sinallagma, a un do ut des che poco ha a che fare con la visione di un Paese nuovo, col cambiamento inteso come realizzazione di interventi che incidono sulla realtà sociale, e sicuramente poco ha a che fare con gli interessi degli italiani e un adeguato ed equilibrato momento di legislazione, un partecipato momento di legislazione.

Al centro c'è - e questo forse non ci deve sorprendere più - una considerazione riduttiva e miserrima del ruolo del Parlamento, che viene inteso come soggetto ratificatore di scelte prese altrove, non solo più nel Governo ma addirittura nei Comitati dei nove delle Commissioni che predispongono i provvedimenti legislativi.

A nome del mio gruppo, chiedo formalmente, Presidente, lo stralcio di questa parte della legge, per continuare, organizzare e svolgere ordinatamente e adeguatamente il dibattito legislativo. Non consentire uno svolgimento equilibrato della discussione su norme che incideranno malamente - secondo il nostro avviso - nell'ordinamento giuridico e nell'ordinamento giudiziario italiano, addirittura schiacciandoci sopra una discussione che riguarda i partiti e i movimenti politici, con un inserimento di sospetto nella legge, che sarebbe una legge portatrice di malafede rispetto ai partiti e i movimenti politici, significherebbe dare un senso molto negativo della democrazia in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Fatuzzo, è già intervenuto il collega Costa per il suo gruppo, quindi io andrei avanti. Per quanto riguarda le varie osservazioni, ovviamente riferirò al Presidente della Camera, anche su richiesta proprio del collega Fornaro.

Per quanto riguarda, invece, la questione dei subemendamenti, siamo ovviamente all'interno dell'articolo 86, commi 5 e 5-bis, quindi rientriamo pienamente nell'ambito regolamentare.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Su che articolo?

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Articolo 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Essenzialmente, Presidente, per richiamare un obbligo di chiarezza e di gestione delle norme che in Commissione vengono presentate e poi sono di sua competenza, in quanto lei fissa il termine per i subemendamenti.

PRESIDENTE. Collega, il tema è già stata affrontato e ho già dato una risposta.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, è stato affrontato per la seconda parte, io mi sto riferendo alla prima parte dell'articolo 10, e le sarei grato se volesse prenderne visione, perché lei potrebbe apprendere, soprattutto per quanto riguarda i commi che vanno da uno a cinque, che la tecnica utilizzata è una tecnica - mi faccia passare il termine - ingannevole, nel senso che ci sono sostituzioni, inserimenti, modifiche. Cioè, non si tratta della lettura di una norma, ma di una sorta di puzzle inestricabile in cui anche l'attività subemendativa è praticamente impossibile.

Prenda nota in particolare del comma 5, dove si dice: “sostituire le parole (…) con le seguenti”; “dopo le parole (…) aggiungere”; “sostituire le parole”; “sostituire”; “sostituire la parola: venti con la seguente”; “aggiungere infine”.

Si rende conto di questo modo di strutturare un'intera norma? Inoltre, ha un altro difetto, che le segnalo, come correttezza dell'impostazione delle modifiche: assorbe 35 subemendamenti, non soltanto dell'opposizione, ma di tutti.

Allora, se ci deve essere un intervento, che sia un intervento chiaro, subemendabile, e questa è l'ultima richiesta che io le rivolgo, al di là della necessità di offrire all'Aula un testo che consenta una lettura in lingua italiana, non soltanto per l'ultima parte, che è inestricabile, ma soprattutto per la tecnica di formulazione, laddove sia possibile avere un testo finale da cui poter prendere le mosse, non dovendo dibattersi fra l'inevitabilità di una confusione - ripeto - ingannevole.

Ma l'ultima richiesta è questa: lei ha dato tre ore di tempo per subemendarli durante i lavori dell'Aula. Allora, se noi a questo aggiungiamo un testo inestricabile, una tecnica inaccettabile, io non ho mai visto - non è un anno che sono qui - mai visto una formulazione di questo genere, in cui si fa di tutto per non far capire. Si ha questa netta impressione, che il tentativo sia quello di confondere le idee per non capire. Le chiedo di consentire che questo testo sia scritto in una lingua intelligibile e che sia degna di questo Parlamento, e che non sia soltanto il frutto di un lavoro parlamentare teso a limitare i tempi e a mortificare i diritti dell'opposizione. Le chiedo di far partire il termine delle tre ore da quando avremo una formulazione - potrà riunire il Comitato dei nove - più chiara, più netta, più precisa, che consenta il pieno esercizio dei diritti dell'opposizione.

E, soprattutto, poiché lei ha fissato il termine alle ore 19 in costanza dei lavori di Aula, la necessità di questa chiarezza deriva soprattutto dalla sua scelta, che non so quanto condivisibile, di far coincidere il termine per i subemendamenti con lavori di Aula così intensi. Credo che invitare i relatori a scrivere questo emendamento in modo diverso sia il minimo che le opposizioni possano chiedere per poter esercitare correttamente i loro diritti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie, collega. Ovviamente lei è intervenuto sul contenuto dell'emendamento; ho già ribadito che noi siamo, a livello regolamentare, all'interno dell'articolo 86, comma 5 e comma 5-bis, e quindi rientriamo pienamente nella regolarità dei lavori d'Aula.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, faccio riferimento all'articolo 86, comma 2, del Regolamento, perché le vorrei proporre la seguente questione. Al netto di tutto quello che è stato detto, noi ci troviamo in una condizione, presumo, ma immagino che questo accadrà, per la quale questo emendamento deve essere valutato dalla Commissione bilancio, perché sappiamo l'iter che è in corso anche della sessione di bilancio; quindi è del tutto evidente che, se ci fossero delle implicazioni finanziarie, questo emendamento non potrebbe essere affrontato. Personalmente ritengo che ci siano, ma non sono né io né lei che facciamo, ovviamente, testo, sarà quello che deciderà la Commissione bilancio. Ora il tema che le vorrei porre, Presidente, rispetto ai tempi che abbiamo dato per i subemendamenti, è del tutto evidente che non è irrilevante il fatto che noi facciamo dei subemendamenti a un testo senza sapere qual è la valutazione della Commissione bilancio. Quindi, suggerirei che i tempi per i subemendamenti, se proprio dovete dare le tre ore, siano dati dopo l'espressione della Commissione bilancio sull'emendamento.

Teoricamente la Commissione bilancio potrebbe dire che ci sono implicazioni finanziarie e economiche e noi non dovremmo procedere, quindi rischieremmo, addirittura, di fare subemendamenti inutili, perché il tema non si affronta. Potrebbe essere che la Commissione bilancio dia un parere diverso, sostenendo che non ci sono implicazioni economico-finanziarie, però mi permetto di suggerirle, visto che state forzando sotto tutti i punti di vista, la logica vorrebbe, visto che si deve riunire comunque la Commissione bilancio per prendere una decisione, di subordinare i tempi per i subemendamenti alla decisione della Commissione bilancio.

Almeno abbiamo la certezza di avere un articolo, un emendamento, chiamiamolo come vogliamo, che è certificato non solo dal parere dei relatori, ci mancherebbe, e del Governo, ma anche da quello della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Ovviamente, anche in questo ci sono già situazioni di prassi, è già successo quello che sta succedendo in questo momento. Quindi, ripeto, la regolarità dell'andamento dell'Aula è assolutamente garantita.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.91 Costa.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa? È già intervenuto, le ricordo.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Sull'emendamento.

PRESIDENTE. Sull'emendamento? Prego, ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Certo, Presidente. Magari, se prima di indire la votazione, ci dà un occhio, questo non dispiace. Illustre Presidente, io sono un imprenditore che ha un rivale che intende eliminarlo dal mercato. Bene, questo signore, che intende eliminare un imprenditore perbene, magari del Nord, dal mercato, che fa, Ministro Salvini? Si inventa un contatto con un pubblico ufficiale e si rivolge alla Polizia giudiziaria, dicendo che questo imprenditore, che vuole eliminare dalla faccia della terra perché gli impedisce di avere il mercato che ha, ha accettato, ha proposto un affare ad un pubblico ufficiale, che ha accettato la promessa, ed egli si è posto come intermediario o come comunque partecipe di questo losco affare fra il pubblico ufficiale, l'imprenditore rivale e il soggetto che si rivolge alla Polizia giudiziaria per denunciare.

Bene, secondo questa geniale trovata di coloro che hanno scritto questo emendamento, chi denuncia non è punibile, chi denuncia non è punibile.

La delazione falsa non è punibile e si attiva un processo penale nei confronti di quell'imprenditore e di quel pubblico ufficiale semplicemente sulla scorta di una parola, perché - immagino che il Ministro Bonafede su questo punto sia almeno fortemente informato - basta nella corruzione l'accettazione della promessa. Non c'è bisogno di altro che accettare la promessa. Questa passione del MoVimento 5 Stelle per la delazione l'avevamo già apprezzata con i cosiddetti “soffiatori” nell'ambito della pubblica amministrazione, di coloro che accusavano il compagno di banco per fare carriera e avere, in qualche modo, dei demeriti. Noi non abbiamo la passione per la delazione, noi abbiamo la passione per colpire i responsabili, coloro che sono davvero responsabili di reati.

Ministro Salvini, questa clausola è un pericolo pubblico per la struttura del processo e dello Stato; consente, soltanto con la parola, di avere e attivare un processo nei confronti di soggetti che possono essere non solo presunti non responsabili, ma davvero innocenti, perché in questo Paese, è notorio, nella logica giustizialista del MoVimento 5 Stelle il processo significa sentenza di condanna. L'informazione di garanzia è già una sentenza definitiva: se tu hai un'informazione di garanzia, devi essere cacciato a pedate dappertutto, in barba all'articolo 27. Certo, questo lo dice lei, caro Ministro.

Lei vuole portare in questo Paese il terrorismo giudiziario. Noi non ci stiamo, questa è una clausola bestiale, bestiale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È un emendamento che introduce un clima terroristico, perché basterà rivolgersi alla Polizia giudiziaria e al pubblico ministero per denunciare l'accettazione di una promessa. E qualcuno mi deve spiegare, mi deve spiegare, qual è il contraccettivo, qual è l'antidoto rispetto a questo rischio che qualcuno, per eliminare un politico scomodo, per eliminare un imprenditore, per, in qualche maniera, correre un rischio calcolato, perché, colleghi, se accuso qualcuno di avere accettato una promessa, lo accuserò a vita pur di essere non punibile. E quel soggetto potrà protestare a vita la sua estraneità, ma sarà preso nella tenaglia di questo 323-bis, in cui il prezzo della non punibilità sarà la continuità della falsa incolpazione verbis, a parole, nei confronti dell'altro soggetto. Voi non vi rendete conto, voi ragionate sulla scorta di un giustizialismo che è lontano anni luce dalla realtà.

Presidente, quando noi diciamo che quello che è accaduto in quest'Aula non è secondario, cioè una crisi di sistema, una crisi di costituzionalità latente, ma anche evidente, che produce in quest'Aula anticorpi contro questo provvedimento, quello che è accaduto è accaduto su quell'emendamento, ma doveva accadere per forza: quando un provvedimento è eccessivamente incostituzionale, sfacciatamente incostituzionale, l'Aula non consente che possa passare. È la provvidenza, io ci credo che c'è una provvidenza anche in quello che accade. Bene, recuperate questo segnale, rendetevi conto che, almeno per quanto concerne la promessa, almeno per quanto concerne la promessa, questa roba non può funzionare e non deve funzionare, perché, se questo è vero, e ho finito Presidente, deve essere vero e collocando tutto questo nell'ambito della realtà che viviamo anche sul piano economico voi capite bene che, passo dopo passo, ci si avvia verso il baratro. Il baratro economico è già segnato, quello giudiziario noi non consentiremo che venga raggiunto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, mi rivolgo a lei e spero che l'Aula sia particolarmente attenta. Mi fa molto piacere che ci siano il Ministro della Giustizia e i due Vicepremier del Governo. Noi sappiamo e ascoltiamo spesso il richiamo ai nostri amministratori, ai nostri sindaci, che fanno un lavoro straordinario, bellissimo, ma chiedo a tutti quanti voi e chiedo a lei Presidente: ci rendiamo conto di cosa è previsto in quest'articolo? Onorevole Salvini, ha idea di cosa sta per votare con quest'articolo? L'onorevole Sisto le ha fatto un esempio, adesso io provo a fargliene uno più semplice, Ministro Bonafede: gliene faccio uno semplice, di esempio. Poniamo il caso in cui un imprenditore corrotto va da un sindaco perbene, apre la porta e propone al sindaco perbene di partecipare a una gara e di favorirlo. Il sindaco perbene gli dice che non è possibile, che lui è una persona perbene e che non accetta questo tipo di proposta. Questo imprenditore spregiudicato e corrotto esce dalla porta, va in procura e denuncia il sindaco per tentata corruzione, nel senso di dire: io ho proposto 100 mila euro e lui mi ha detto di sì, di darli a me e al mio partito. Allora, non siamo nel caso di uno contro uno, siamo nel caso in cui c'è un imputato e c'è un testimone. L'effetto di questa denuncia provoca questo effetto: la procura apre un fascicolo, iscrive il sindaco nel registro degli indagati come corrotto - lo ripeto, come corrotto - e noi sappiamo che, per effetto dalla riforma Bonafede, la prescrizione non avrà più fine, quindi noi avremo un processo che durerà in eterno e un sindaco che, nel migliore dei casi, rimarrà libero, nel migliore dei casi. Però, siccome io faccio questo disgraziato lavoro, le dico che, molto probabilmente, non rimarrà libero ma finirà in carcere, perché il corruttore, in quanto testimone e soggetto attivo di corruzione, e testimone che ha un interesse opposto alla confessione, sarà autorevolissimo. Il sindaco sarà arrestato, il sindaco sarà sottoposto a un processo che non finirà più - lo ripeto, che non finirà più - e l'imprenditore corrotto farà anche la figura del benemerito di questa società.

Ma, vi rendete conto che è una pazzia? Io mi rendo conto che, magari, l'agente provocatore - chissà - legato a qualche procedura può avere un senso, ma questa cosa non ha veramente senso. L'Autorità nazionale anticorruzione vi ha detto che è una pazzia: non c'è nessuno che ha speso una parola a sostegno di una norma di questa natura. Ma, avete idea che non ci sarà più un sindaco che….cioè se io fossi un sindaco o un amministratore non riceverei più nessuno, chiuderei la porta, perché chiunque entra nel mio ufficio mi può proporre una cosa di questa natura. Io rischio di andare in carcere a ogni persona che varca la porta del mio ufficio!

Colleghi della Lega, vi rendete conto? Voi avete fatto gli amministratori: correte il rischio di finire in carcere ogni tre per due! Non è possibile una cosa di questo genere: fermatevi. Lo ripeto, fermatevi! Formulatelo diversamente. Non è possibile prevedere che uno, se entra in un ufficio del sindaco, può denunciarlo, farla franca e mandare in carcere il sindaco: è una cosa pazzesca. In nessuno Stato civile, in nessuno Stato civile e democratico si fa una norma di questo tipo. Sisto è stato fin troppo buono. È una cosa che grida vendetta alla democrazia, alle garanzie, ai principi costituzionali, ma soprattutto è sbagliata, Presidente, è sbagliata. Facciamo del male al nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Presidente, mi rivolgo a lei, ma anche alle migliaia di pubblici amministratori onesti e sottolineo “onesti” che mettono la faccia ogni giorno nei nostri comuni, per fare faticosamente il loro dovere e cioè gli interessi delle loro comunità con emolumenti ridicoli. Amministratori che, dall'approvazione di questo disegno di legge, oltre alle ulteriori difficoltà burocratiche che questo decreto carica sulle loro spalle e sulle spalle dei funzionari, non avranno più l'agibilità politica di rapportarsi liberamente con i propri concittadini. Guardate, faccio un esempio semplicissimo, prima è stato fatto un esempio…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Però mi deve fare terminare. Gli amministratori locali girano anche per le strade, sono riconosciuti e vengono normalmente fermati dai cittadini, che giustamente e legittimamente vogliono delle risposte: da oggi occorreranno il registratore e dei testimoni. È una vergogna: altro che sburocratizzazione, altro che semplificazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Questa è una vergogna e bloccherà il Paese, bloccherà le pubbliche amministrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, io credo che sia veramente grave che questo Governo introduca il pentitismo, lo pseudo pentitismo, anche nei reati di PA, però, in questo caso, signor Ministro Bonafede, ammesso il concetto, che ritengo sia pericoloso e sbagliato, l'emendamento 1.91 dice: almeno, fermiamoci dopo la promessa, almeno consentiamo che vi sia stata una comprovata dazione di denaro o altra utilità; mettiamo un blocco all'utilizzo negativo che può essere fatto di questa norma. Signor Ministro, lei sta qui per ascoltare il dibattito parlamentare e anche per evitare, con le proposte emendative, usi impropri di una legge che magari lei, in buona fede, vuole. Riesamini questo emendamento. Noi non siamo convinti sui pentiti della pubblica amministrazione, ma almeno, prenda atto di una modifica migliorativa e la consideri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Presidente, in una giornata all'insegna del tatticismo e del politichese, Forza Italia fa degli interventi nel merito, quando sente, davvero, che ci sono in ballo dei provvedimenti che rischiano di mettere in ginocchio l'attività di tanti amministratori onesti. Io non posso sottrarmi dal rivolgermi a voi perché accettiate questo emendamento e quelli seguenti, perché state mortificando i sindaci italiani che, con grande fatica e senso di responsabilità, ogni giorno provano a governare la propria comunità. Non bastano tutti i livelli di controllo che già oggi ci sono: la Corte dei conti, i tribunali amministrativi, il Consiglio di Stato, poi è arrivata anche l'ANAC e, adesso, anche l'agente provocatore! Ma che Paese avete in mente? Noi siamo orgogliosi di averne un altro in mente che ha fiducia nei primi cittadini, che ha fiducia nei territori e che li mette nelle condizioni di lavorare, non li mortifica e non ha il pregiudizio di avere a che fare con dei corrotti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Riprendo, Presidente, il concetto espresso dai miei validi e capaci colleghi Graziano Musella e Alessandro Cattaneo. Io sono conosciuto per essere un grande esperto di pensioni - sono modesto, come vede - ma anche io dovrò andare in giro con dieci telecamere che registrino, perché magari qualcuno mi si avvicina per la strada e mi dice: se mi fa prendere la pensione io le darò questo, quello e quell'altro. Non è così che io posso vivere, io che non voglio neanche il cellulare per telefonare a mia moglie o a mia figlia. Figurarsi se mi posso salvare dall'assalto dei pensionati. Quindi vorrei che questo articolo venisse cancellato. Viva i pensionati, pensionati all'attacco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, tramite lei, mi rivolgo al Ministro. L'impianto normativo di questa disposizione dimostra, ancora una volta, che c'è uno squilibrio irragionevole nella determinazione della disposizione, specialmente sugli effetti come quelli relativi alla promessa, perché la semplice promessa significa che basta una qualsiasi attività volta a ottenere, da parte dell'amministratore, un possibile effetto sulla base di un comportamento ipoteticamente corruttivo. Quindi, mi rivolgo anche a lei e, tramite lei, al Ministro Salvini: questo vuol dire determinare, per tutte le amministrazioni, l'impossibilità di ricevere qualunque persona, la quale, poi, ipoteticamente o eventualmente, come diceva il collega Sisto, potrebbe rappresentare un'eventuale comportamento corruttivo e, quindi, un'influenza di qualche tipo.

È una norma capestro: nessuno riceverà più nessuno dentro alle stanze degli amministratori, ci sarà la paura anche semplicemente di poter discutere. È una norma che è irragionevole; questa norma, insieme a tutte le altre…

PRESIDENTE. Concluda.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). …costruisce un impianto tecnico-normativo che è veramente assurdo. Viene da una mente che non può essere… Non voglio dire malata, ma sicuramente ha qualche problema serio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Presidente, attraverso di lei io mi rivolgo al Vicepresidente Salvini; e mi rivolgo a lei perché lei è leader di un partito che governa quattro regioni, centinaia di comuni, ha decine e decine di sindaci. Le chiedo, allora, soltanto questo: tenga conto delle ragioni che sono state qui esposte.

Le ragioni che sono state qui esposte non sono ragioni a tutela di una parte: sono a tutela di tutti coloro che svolgono una funzione di amministratore pubblico nel nostro Paese. Questa norma rischia di essere una norma che penalizza duramente sindaci e amministratori, compresi quelli che sono stati eletti nelle liste della Lega.

Allora, se lei ha a cuore appunto la funzione e il ruolo degli enti locali, tenga conto di quello che si sta dicendo e ne tragga qualche conseguenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, in realtà questa norma credo rappresenti il punto di cesura con chi esercita funzioni di Governo senza mai aver praticato un'attività politica sul territorio.

In questo senso, credo che i colleghi della Lega ben sappiano che, semplicemente per un confronto con l'elettorato o per l'interlocuzione che normalmente avviene col corpo elettorale, una norma di questo tipo potrebbe consegnare un quadro assolutamente devastante, mediante il quale si realizza pertanto una chiusura del rapporto con l'elettorato nel timore, a questo punto legittimo, che chiunque possa denunciare chiunque per il solo fatto di aver incontrato o stretto una mano.

È davvero aprire le porte ad un'azione del tutto opinabile, sindacabile da parte della magistratura, cosa che inevitabilmente spinge Forza Italia a chiedere che non venga portato avanti questo comma (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Semplicemente, io mi attengo al testo di questo emendamento. Ministro Bonafede, le chiedo scusa, chiedo solo un attimo della sua attenzione. Questo emendamento non stravolge la norma: semplicemente consente di applicare questa norma ai casi in cui vi è la dazione di danaro, e non ai casi in cui vi è la promessa; in sostanza, in cui è possibile dare una prova materiale, e non solo una prova sulla parola.

Penso, quindi, che ci sia anche la possibilità da parte del Governo di formulare, attraverso magari un accantonamento, una valutazione favorevole. Non si stravolge dunque la norma, ma semplicemente si consente di applicarla solo al caso di dazione di denaro, e non di promessa. Capirà bene che…

PRESIDENTE. Concluda.

ENRICO COSTA (FI). …il denunciare qualcuno dicendo che c'è stata una dazione di danaro, determina una prova maggiore; farlo solo sulla parola e sulla promessa è più complesso. Chiederei quindi un accantonamento, se fosse d'accordo il Governo, di questo emendamento, per poter magari rivalutare il parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ferraioli. Ne ha facoltà.

MARZIA FERRAIOLI (FI). È inutile che continuiamo ad occuparci di questo provvedimento: abbiamo una sintesi infelice, o direi felice, dipende da come la si voglia intendere, che viene formulata da illustri componenti delle Commissioni affari costituzionali e giustizia; i quali concludono di aver definito un lavoro complesso… Ministro Bonafede… Concludono col dire che hanno concluso un lavoro complesso, che mira a rafforzare le sanzioni per i corrotti e gli strumenti investigativi per stanarli. Che cosa significa questo? Che il lavoro complesso non è sfociato in un processo in cui si accerta la condotta di corruzione…

PRESIDENTE. Concluda.

MARZIA FERRAIOLI (FI). …è un lavoro complesso che mira ad incrementare le sanzioni, perché si dà per scontato che questi signori sono corrotti, e bisogna stanarli!

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

MARZIA FERRAIOLI (FI). Questa è un'offesa ai cittadini italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Presidente, mi rivolgo al Governo, ma soprattutto al Ministro Salvini che ha esperienza di amministrazioni comunali; e io credo, come lei, Ministro, che le persone perbene fanno politica, la politica dev'essere fatta da persone perbene, in tutti i partiti. E così sono gli amministratori locali: persone perbene.

Allora, il senso dell'emendamento, che lei sicuramente avrà letto perché lei tiene alla politica, è quello di dire: ci può essere anche la prova controversa, cioè uno vuole liberarsi di un amministratore, va, lo denuncia, dice “gli ho fatto una promessa”. Quindi, il chiedere la prova, la dazione, mi pare di buonsenso. Perché, altrimenti, come si difendono, lei lo sa bene, gli amministratori onesti? I tanti amministratori della Lega, di Forza Italia, del PD, di Fratelli d'Italia, del MoVimento 5 Stelle che sono persone perbene, che rispondono “no” a chi va loro a parlare e fa loro una promessa.

Signor Ministro, ci aiuti lei, perché lei come noi pensa che la politica è fatta dalle persone perbene, e l'Italia è fatta dalle persone perbene.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO MARIN (FI). Non si può dire: “no, quello ruba, lo si denuncia”; ci dev'essere la prova. La differenza - e questo emendamento di Forza Italia - sta tutta qui: noi crediamo che gli italiani siano persone perbene…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO MARIN (FI). …qualcun altro, evidentemente, pensa che si possono infamare le persone, denunciarle, senza che abbiano fatto nulla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Collega Costa, formalizza la richiesta di accantonamento?

ENRICO COSTA (FI). Sì, la formalizzo.

PRESIDENTE. Relatrice Businarolo, per la richiesta di accantonamento.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Sta bene.

A questo punto, c'è bisogno di un intervento a favore e di uno contro per mettere in votazione la richiesta di accantonamento. Chi interviene a favore dell'accantonamento? L'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Illustre Presidente, io credo che la richiesta di accantonamento debba fare il paio con la disponibilità che il Ministro certamente mostrerà ad un approfondimento su questo emendamento. Perché è chiaro che, di fronte alla strutturazione del delitto di corruzione semplicemente con l'accettazione della promessa (è un reato consumato accettando la promessa) è il minimo che si possa chiedere per attivare un procedimento penale su indicazione fortemente interessata di un correo. Non va dimenticato che colui che denuncia è colui che ha commesso la corruzione, cioè è un correo a tutti gli effetti: non è un testimone, è uno che ha commesso la corruzione insieme all'ipotetico corrotto. Allora, vogliamo limitare la volatilità di questa scelta, che non condividiamo culturalmente, ma almeno limitiamola alla possibilità, ai sensi dell'articolo 190 del codice di procedura penale, di offrire una prova materiale, tangibile, percepibile di un rapporto corruttivo.

C'era una vecchia pubblicità, qualcuno se lo ricorderà: “Basta la parola”. Era riferita ad una purga, e richiamare “purga” in quest'Aula ci riporta molto indietro. Ma, Presidente, è evidente che noi dobbiamo offrire un rimedio che non sia peggiore del male: noi diamo la stura a delle incolpazioni che possono essere semplicemente vendette private, che possono essere semplicemente delle scelte incontrollabili.

Allora, io penso che, come è accaduto negli anni di piombo… Perché questa è una norma che ha soltanto un precedente, l'articolo 5 di una legge del 1990 di quando lo Stato si difendeva dalle Brigate Rosse: è l'unica volta in cui è accaduto che ci fosse una non punibilità per una delazione, un'attenuante nel 1987 e una causa di non punibilità nel 1990 che è durata lo spazio di un soffio, per fortuna.

Allora, se facciamo una scelta così incisiva e così pesante, almeno limitiamola alla prova materiale del fatto: io devo poter provare che c'è stata una dazione, che c'è stata una ricezione; un minimo di controllabilità per evitare di mettere nel sistema processuale una sorta di virus, che in qualche maniera contamini la spontaneità di quelle dichiarazioni.

Noi che cosa dovremmo credere? Che il soggetto che ha corrotto e che è comunque concorrente necessario della corruzione, si rivolge in un certo periodo alla polizia giudiziaria o al PM per autodenunciarsi: ma è un'autodenuncia farlocca, perché è un'autodenuncia che lo libera dalla responsabilità. Allora, se tu colpevole vuoi non essere punito, vuoi darmi la prova che l'altro ha ricevuto materialmente e non soltanto una parola di responsabilità? Ecco, liberiamo i nostri imprenditori, liberiamo i nostri pubblici amministratori dal rischio del colloquio, dal rischio del dialogo. Qui nessuno parlerà più con nessuno anche delle cose utili e importanti perché basterà la prova del colloquio senza contenuti per poter attivare un processo penale. Io invito fortemente il Governo, che vedo a ranghi molto completi, ad una riflessione nell'interesse dei nostri imprenditori e dei nostri amministratori.

Questo è un emendamento che credo meriti un livello di attenzione particolarmente attento, perché la coerenza non è soltanto adesione ad un programma, ma anche la capacità volta per volta di fare quello che non è un passo indietro, bensì un passo avanti, su un suggerimento che l'opposizione si permette di formulare soltanto per migliorare la qualità di una norma.

Credo che questo, signori del Governo, illustre relatore, sia un passaggio necessario per evitare che quello che viene ritenuto un approccio di carattere inquisitorio possa diventare un approccio incline alla calunnia senza prezzo e senza costi. È noto che un'accusa formulata nella fase delle indagini provoca danni irreparabili molto più di una sentenza. Vedo il sottosegretario alla giustizia che conosce bene questi problemi. Questo è un Paese in cui il processo è la sanzione, non è la sentenza, e attivare un processo da questo punto di vista significa, in qualche modo, non raggiungere l'obiettivo che vogliamo raggiungere, cioè una migliore pubblica amministrazione, un Paese migliore, con norme che siano migliori.

Noi insistiamo, Presidente, per l'accantonamento con una convinzione, cioè che quando c'è da parte dell'opposizione una buona segnalazione il Governo credo che possa e debba recepirla.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di intervenire la relatrice Businarolo. Ne ha facoltà.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Intervengo contro l'accantonamento. Io confermo il parere contrario perché questa norma è assolutamente di buonsenso; è una novità nell'ordinamento, la introduciamo con lo scopo di fare emergere quelli che sono una serie di reati che si fa difficoltà a fare emergere. Oltretutto, tutte le cose che ho sentito in aula secondo le quali un imprenditore furbetto potrebbe mettere in difficoltà il bravo amministratore, ricordiamoci che i magistrati davanti a una persona che si presenta e dà delle informazioni, non gli stringono la mano e lo fanno uscire dall'ufficio e partono…(Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente ) e partono… Presidente io così proprio…

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia fate concludere.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Non è vero che il magistrato gli stringe la mano e gli dice: bravo, adesso ti applichiamo la causa di non punibilità. Il magistrato aprirà ulteriori…Approfondirà la questione e prima di aprire delle indagini cercherà altre informazioni; se mai (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente) si paventasse un'ipotesi di diffamazione…

PRESIDENTE. Colleghi. Colleghi, fate concludere.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Se mai si paventasse un'ipotesi di diffamazione o ingiuria, ci sono i reati appositi. Ripeto il mio parere contrario contro la proposta di accantonamento. Grazie Presidente.

(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Applausi polemici del gruppo Forza Italia -Berlusconi Presidente ) .

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.91 Costa.

Colleghi stiamo votando l'accantonamento…Qualcuno ha già parlato a favore, il collega Sisto; Borghi ha ceduto la parola al collega.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 72 voti di differenza.

PRESIDENTE. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.91 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente, mentre il relatore di minoranza del gruppo del Partito Democratico si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.93 Costa.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Io intervengo come relatore per sostenere che questo emendamento tende semplicemente ad abrogare un reato da questa norma monstrum che abbiamo approvato: il reato di traffico di influenze. Perché vogliamo togliere questo reato di traffico di influenze da questa norma? Perché lo riteniamo un reato assolutamente generico, non definito, non chiaro e, soprattutto, che ha una struttura che non consente a priori di comprendere ciò che è lecito e ciò che è illecito. È evidente che inserire questo reato nell'ambito della più grande norma sulla non punibilità, crea un doppio problema. Il problema che abbiamo evidenziato prima, sulla non punibilità, e il tema per cui questo reato è talmente generico da non consentire a nessuno di capire se il proprio comportamento è lecito o illecito. Quindi, noi chiediamo di sopprimere le parole “346-bis”, cioè il riferimento all'articolo del traffico di influenze, perché mentre laddove c'è la dazione di denaro c'è un po' la continuità rispetto al precedente emendamento, ci può essere comunque una prova materiale, sul traffico di influenze vi è comunque una prova che è assolutamente indefinibile e molto complicata da apportare. Quindi, chiediamo la soppressione di questa norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Ministro, io invito a una riflessione perché c'è anche un giorno dopo, c'è la propaganda e poi c'è l'applicazione delle norme. Noi ci troviamo in una situazione nella quale stiamo creando, l'abbiamo detto, un mostro giuridico, perché altro che “spazza corrotti”! Questa è una norma “esalta mitomani” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché chiunque si troverà nella condizione di andare a denunciare qualcuno e non avrà neanche l'onere della prova di dimostrare che c'è stato un fatto concreto.

Dunque, mitighiamo almeno questo mostro, perché i colleghi del MoVimento 5 Stelle gridano sempre “onestà”. Ora, è vero che il diritto penale è una cosa diversa dalla morale, però vi invito a riflettere su questo punto: io sono un corruttore, vado da un amministratore locale, gli do dei soldi. Lui si impegna a fare una cosa che, però, non fa esattamente come voglio io. Cosa faccio? Vado dal PM e lo denuncio. Lui va sotto processo e io, in ragione dell'esimente, posso continuare a trattare con la pubblica amministrazione come se non fosse successo niente. Capite qual è il paradosso che state producendo? Io vi dico: fermatevi o, almeno, limitate la potenzialità esplosiva di questo intervento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signora Presidente. Io vorrei invitare realmente alla riflessione. Vedo perplessità, ovvie, sui volti, innanzitutto, di alcuni dei colleghi della maggioranza e anche tra i banchi del Governo. Non penso che basti una rassicurazione formale del Ministro della Giustizia per dire che questa è una norma che renderà molto più semplice la battaglia o, diciamo, la guerra sporca tra soggetti che si vogliono danneggiare. Io penso che questo alimenti uno stato di ingiustizia permanente che, associato alla prescrizione che viene abolita, renderà le persone incolpevoli assolutamente indifese, mentre quelle volte a realizzare indebiti profitti, azioni criminali saranno assolutamente protette.

PRESIDENTE. Concluda.

GENNARO MIGLIORE (PD). Concludo. Bisogna riflettere e bisogna ripensarci perché questa è una norma che colpirà indiscriminatamente chiunque abbia la coscienza a posto. Questo è ciò che volevo dire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente. Mi rivolgo al Ministro Salvini, per suo tramite, Presidente. Ministro Salvini, lei indubbiamente ha una grande considerazione per i sindaci perché - bisogna dirlo - è la forza politica, come leader, che ha portato il più alto numero di sindaci in Parlamento e, quindi, le va riconosciuta questa sua attenzione che ha verso le autonomie locali. Ma soprattutto oggi lei rappresenta, in virtù della sua carica istituzionale di Ministro dell'Interno, il Ministero più importante, il luogo dove giornalmente e quotidianamente i sindaci si confrontano, in modo particolare anche con le autorità locali, che sono i prefetti, che dipendono da lei, signor Ministro.

E, allora, io le rivolgo questa richiesta. Io credo - diciamolo onestamente, cari colleghi - che oggi nessun emendamento proposto dall'opposizione passerà in quest'Aula. Ebbene, signor Ministro - e mi rivolgo anche all'altro Vicepremier, Di Maio -, visto che probabilmente questo provvedimento, nel momento in cui lo riporterete al Senato, probabilmente lo cambierete anche per quello che è successo ieri, allora le chiedo, signor Ministro: non lo cambi per fare una cortesia a Forza Italia, non lo cambi per quel simbolo che noi portiamo con orgoglio, che è la bandiera italiana con scritto “Forza Italia”, ma lo faccia per l'orgoglio di quegli 8 mila sindaci che, quotidianamente e giornalmente si impegnano, sacrificando la propria famiglia e il proprio lavoro. E, come lei ben sa, la maggior parte lo fa a titolo gratuito. Lo faccia per quel tricolore, per quella fascia che, con passione e con amore, ogni giorno i sindaci portano avanti, perché noi dobbiamo salvaguardare quelli che sono i loro diritti e le loro preoccupazioni, ma veramente chi vuole fare qualcosa di cattivo nei loro confronti, con questa legge, lo potrà fare.

Dato che lei è una persona estremamente intelligente, sono certo che nelle prossime giornate esaminerà questo provvedimento e mi auguro veramente che questo provvedimento al Senato cambierà, non tanto - lo ripeto ancora una volta - per chi oggi porta questo emendamento, che è Forza Italia, ma per quel tricolore e per quella fascia che tutti noi sindaci, con orgoglio, portiamo ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, ci troviamo dinanzi a un altro emendamento che possiamo definire di riduzione del danno. Anch'io, come il collega Pella, sono particolarmente contenta che a questa seduta stia assistendo il Ministro Salvini, perché forse più che sulle carte in un dibattito parlamentare si rende conto, oggi, di quali orrori - orrori, Ministro Salvini! - sta costringendo la sua delegazione parlamentare a votare. Questo va contro qualsiasi idea della Lega e io sono certa che se potessero votare liberamente non voterebbero mai norme di sradicamento totale del diritto come quelle contenute in questo testo. Capisco che debba fare un compromesso di Governo, ma credo che abbia ancora la forza per fermare questi orrori e dire almeno: “Un attimo, ripensiamoci” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Grazie, Presidente. L'ex Ministro Orlando prima ha fatto un ragionamento che partiva da un sindaco corrotto, ma questo mi preoccupa di meno. A me preoccupa di più il sindaco onesto che riceve un imprenditore che cerca di corromperlo e lo manda a quel paese; poi quell'imprenditore perde l'appalto, va dalla magistratura e denuncia l'imprenditore che ha vinto l'appalto e denuncia il sindaco, inventandosi il fatto che ci sia stato un accordo tra i due (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'imprenditore che ha cercato di corrompere se ne sta tutelato dalla legge, mentre gli altri due finiscono sotto inchiesta e magari uno decade da sindaco e l'altro non può più partecipare ad appalti della pubblica amministrazione.

Adesso il Ministro Bonafede, che io ritengo in buona fede - e non mi rivolgo solo al Vicepresidente Salvini, ma anche al Vicepresidente Di Maio e al Ministro; non mi rivolgo solo a un partito ma mi rivolgo a tutti -: la nostra idea è quella di tutelare la legalità o di mettere nelle condizioni le persone oneste di essere ricattate o di finire sotto processo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Perché se è questo il punto d'arrivo, chi troveremo che avrà il coraggio di guidare un comune o di fare l'assessore? Chi parlerà ancora con qualcuno? Cioè, riusciamo a costruire una legge che tuteli l'onestà di fronte alla disonestà, che non ha paura? Un disonesto non ha paura di andare a fare una falsa denuncia, perché non ha nulla da perdere. Sembra che questa legge abbia un intento positivo ma, alla fine, ha degli effetti che rischiano di essere disastrosi per i nostri amministratori onesti o per gli imprenditori onesti.

Riusciamoci, Ministro. Si inventi lei il sistema. Non sarà l'emendamento del collega Costa e sarà un altro, ma riuscite a raggiungere il principio tutelando, però, le persone oneste? È questo che vi chiediamo. Che la legge colpisca i corrotti va bene a tutti e non c'è uno in quest'Aula che voglia proteggere un sindaco corrotto o un imprenditore corrotto. Riusciamo, però, a tutelare quelli onesti? Chiediamo alla legge di fare questo, non di colpire anche gli onesti perché, in mezzo agli onesti, vogliamo colpire qualche corrotto. Questo chiediamo, alla fine, alla legge.

Non sarà l'emendamento del collega Costa, sarà un emendamento del Governo: inventatevi qualunque cosa, ma raggiungete questo obiettivo, perché anche voi avete sindaci, anche voi avete assessori, anche voi avete imprenditori, anche voi rappresentate, come tutti qui dentro, quella parte del Paese onesta che non ha bisogno di una legge che li metta sul banco degli imputati, ha bisogno di una legge che depuri il mercato dai delinquenti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico), che siano nelle amministrazioni o che siano nelle aziende. Questo vi chiediamo. Decidete voi come farlo, voi siete al Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Io voglio tornare più nello specifico, nel merito dell'emendamento e ricordare che con questo emendamento noi vorremmo espungere dal novero dei reati per i quali si applica, appunto, l'esimente di cui abbiamo ben trattato poc'anzi il reato di traffico di influenze. Il traffico di influenze - e mi rivolgo anche al Ministro Salvini e a tutti quelli che tengono al principio di legalità e al principio di tipicità, ma anche al Ministro Di Maio e al Ministro Bonafede - è un reato a condotta evanescente, cioè il perimetro normativo del traffico di influenze non è chiaro, anche perché il Parlamento è inadempiente alla legge sulla disciplina della lobbying. Quindi, abbiamo tutta una serie di casi dal contenuto indeterminato.

Ora, mettere anche queste fattispecie di reato nel novero di quelle che possono essere a portata…

PRESIDENTE. Concluda.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). …di incriminazione con queste modalità già descritte credo che sia un qualcosa di gravissimo e molto preoccupante. Per questo noi chiediamo che venga accolto questo nostro emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Signor Presidente, ci troviamo di fronte davvero a una situazione assurda: Abbiamo un Governo sordo e muto che non reagisce di fronte alle osservazioni puntuali di chi guarda il mondo che sta all'esterno di quest'Aula con obiettività. Ci troviamo di fronte a una restaurazione della Santa Inquisizione. Ci troveremo di fronte a degli amministratori locali, molti dei quali di un partito come quello della Lega Nord, che si troveranno nelle condizioni che sono state ampiamente descritte dai colleghi. Ministro Salvini, credo che sarebbe il caso che lei facesse ragionare la sua compagine di Governo. C'è una cosa che possiamo augurare ai nostri amici e colleghi del MoVimento 5 Stelle, l'augurio è che possano ottenere quei risultati che auspicano e che possano diventare sindaci dei comuni di questo Paese, per poi dover affrontare quello che loro adesso stanno creando, questo obbrobrio giuridico, e risponderne consapevoli della loro innocenza, ma dovendo giustificare qualcosa che non hanno commesso e trovandosi di fronte la magistratura che li incriminerà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, chiedo l'accantonamento dell'emendamento 1.93 Costa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Relatrice?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere conforme.

PRESIDENTE. A questo punto accantoniamo l'emendamento e passiamo all'emendamento 1.94 Bordo.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, non sono voluto intervenire durante il dibattito per non interferire nelle decisioni. La pregherei di aiutarmi. Siccome ho cercato di sfogliare il Regolamento, che non conosco bene, e siccome lei prima in modo categorico ha detto che il relatore non sarebbe potuto intervenire se non che in funzione dell'espressione dei pareri, le volevo chiedere gentilmente se mi dice in quale articolo del Regolamento c'è scritto che i tempi riservati ai relatori di minoranza sono esclusivamente per l'espressione dei pareri. Lei magari mi potrà dire, siccome non credo che il Regolamento sancisca che ci sono dei relatori di serie A e dei relatori di serie B (non mi pare), e siccome addirittura, Presidente, sto qui da qualche anno e mi è capitato di ricordare, per esempio, che la Presidenza, quando sono stati esauriti i tempi dei relatori ha fatto intervenire i relatori a carico dei tempi del gruppo, è del tutto evidente che nel Regolamento da nessuna parte c'è scritto che i relatori di minoranza possono parlare solo per esprimere i pareri. Se per caso, in questo caso, qualcuno le suggerisse di portare dei precedenti, le suggerirei di non farlo, perché questa mattina c'è un precedente fresco fresco del Presidente della Camera, che ha fatto intervenire, non dando i pareri, a titolo di relatore di minoranza, un relatore di minoranza sul merito del provvedimento. Lo dico solo perché non possiamo ogni giorno cambiare le regole e inventarcele. Ci sono dei tempi assegnati al relatore di minoranza, quando li ha conclusi non può più intervenire, ma lasciamo almeno al relatore di minoranza la libertà di stabilire su che cosa deve intervenire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.94 Bordo. È stata avanzata da parte del rappresentante del gruppo Forza Italia, ai sensi articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, la richiesta di voto segreto sull'emendamento Bordo 1.94. Tale richiesta può essere accolta. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bordo. Ne ha facoltà.

MICHELE BORDO (PD). Presidente, anche con questo emendamento noi ci poniamo l'obiettivo di ridurre il danno rispetto a quanto previsto dall'articolo 323-ter, quindi auspicheremmo che anche su questo emendamento ci fosse la disponibilità del Governo ad accogliere la nostra richiesta di accantonamento.

Ciò perché con questo emendamento che cosa chiediamo? Chiediamo che il delatore, l'agente provocatore che si prova a reintrodurre surrettiziamente con questa norma, non abbia la possibilità di denunciare prima ancora che parta l'indagine, e comunque entro sei mesi da quando il fatto è stato commesso; chiediamo che la non punibilità possa essere riconosciuta se il soggetto decide di collaborare, ma nel corso del processo. Vorremmo in questo modo che almeno ci fosse la garanzia assicurata dalla presenza del giudice, dalla solennità del dibattimento, perché riconoscere invece questa possibilità a chi denuncia, quindi la non punibilità per chi denuncia ben prima che cominci il processo, anzi ben prima che si conosca se si è iscritti o meno nel registro degli indagati, ci sembra una forzatura molto ma molto pericolosa, perché, come è stato detto, chiunque si potrebbe trovare di fronte all'eventualità di poter denunciare qualcuno, un imprenditore, un sindaco, dai quali non sia stato accontentato. Francamente ci pare questo un modo assolutamente sbagliato di procedere ed una forzatura ai limiti della tenuta delle garanzie costituzionali previste dal nostro Regolamento e dalla nostra Costituzione. Ecco perché pensiamo che su questo emendamento ci possa essere un supplemento di riflessione e ne chiediamo l'accantonamento, in modo tale che si possa fare una riflessione adeguata e semmai arrivare ad una condivisione anche di quello che stiamo per approvare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Suppongo che lei stia formalizzando la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.94.

PRESIDENTE. Relatrice?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. A questo punto darò la parola a un intervento a favore e uno contro sull'accantonamento. Ha chiesto di parlare a favore il collega Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, innanzitutto credo che vada dato atto al Governo di avere iniziato a recepire il fatto che le prese di posizione dell'opposizione non hanno nulla di strumentale, ma sono totalmente nel merito dei provvedimenti. L'avvenuta disposizione dell'accantonamento dell'emendamento precedente segnala un elemento molto concreto, cioè il fatto che quando si fanno le cose di corsa il risultato è che poi ci si accorge in corso d'opera di averle anche fatte male. Questo dovrebbe anche valere con riferimento alla questione sollevata in precedenza dall'onorevole Migliore, se il Vicepremier Di Maio ha l'accortezza di potermi ascoltare e se la Presidente magari svolge la sua funzione assicurando che il Governo possa…

PRESIDENTE. Il Governo lo vedo rappresentato, collega (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ENRICO BORGHI (PD). Allora vengo lì e mi siedo vicino a Salvini? Non so, veda lei. Dicevo che questo è emblematico del fatto che, come ha ricordato in precedenza l'onorevole Migliore, se si comprimono gli spazi di discussione nelle sedi opportune - nella Commissione I e ora per gli emendamenti e i subemendamenti all'articolo 10 - il risultato è quello che ci troviamo ora, cioè che i problemi emergono e, quando emergono, emergono in tutta la loro complessità.

La questione posta dall'onorevole Bordo va vista nella sua complessità e integrità.

Noi stiamo consegnando, con questo provvedimento, a un pubblico ufficiale che svolge una funzione di guida di un ente locale o di una pubblica amministrazione del nostro territorio un ginepraio dal quale rischia di non uscire più. Immaginate che cosa significhi avere a che fare con un reato ancora complesso e sul quale la giurisprudenza non ha ancora definito i contorni come il traffico di influenze, unito all'applicazione della legge Severino in primo grado, unito a questo provvedimento che sta uscendo, unito al fatto che si sta dando un'ulteriore recrudescenza, qualora non venga approvato l'emendamento Bordo. Noi rischiamo di mettere gli amministratori onesti e corretti, che sono la più parte, la stragrande maggior parte degli amministratori italiani, in una situazione di autentico rischio.

Allora, perché la nostra richiesta di accantonamento? Perché la proposta fatta dall'onorevole Bordo è direttamente in connessione con quella precedente, cioè o qui rivediamo in maniera omogenea e complessa la questione di come regolare queste fattispecie oppure rischiamo di creare ulteriori confusioni e ulteriori rischi.

Allora diciamo al Governo: naturalmente se la scelta fatta in precedenza non è un espediente esclusivamente per sfangarla e per attendere che, magari nelle ore notturne, con un'Aula più stanca e più disattenta, questi provvedimenti possano passare, se realmente ritenete che c'è un problema dato dal fatto che avete disposto l'accantonamento, la logica conseguenza deve essere che questo emendamento deve seguire il destino dell'emendamento precedente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire contro la richiesta di accantonamento, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.94 Bordo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 79 voti di differenza.

Continuiamo, quindi, con l'emendamento 1.94 Bordo.

GENNARO MIGLIORE (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). A titolo informativo, non so quale effetto potrà sortire, però ci terrei che questo consulto potesse avvenire anche con una distensione dei tempi, Presidente. Ovviamente, non ho nessun titolo a richiamare il Governo all'attenzione nei confronti degli interventi dei deputati, però, se ritengono di dover fare delle modifiche, è evidente che potremmo sospendere la seduta e avere la possibilità di realizzare questo chiarimento.

Lo dico alla luce di quello che sto vedendo. Vorrei solo ricordare che nell'audizione del presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, che è intervenuto in audizione prima che fosse introdotto il tema della prescrizione, il presidente Cantone, che ha generalmente lodato il provvedimento, ha detto che questo era uno dei vulnus che avrebbe messo in ginocchio tutta l'attività investigativa, perché avrebbe esteso ad una serie infinita di provocatori la possibilità di realizzare una distorsione delle indagini, facendo così aumentare anche il carico giudiziario.

PRESIDENTE. Concluda.

GENNARO MIGLIORE (PD). Concludo. Questo per dire che, anche chi ha dato un apprezzamento largamente favorevole, proprio su questo punto è stato netto e inequivocabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.94 Bordo, con il parere contrario delle Commissioni, favorevole del relatore di minoranza del Partito Democratico e contrario del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'emendamento 1.95 Ferri: è stata avanzata da parte dei rappresentanti dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, la richiesta di voto segreto. Tale richiesta può essere accolta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie. Volevo presentare questo emendamento perché è un emendamento importante, in quanto intanto ha una valenza e un significato politico di come abbiamo proceduto di fronte a questo provvedimento. Noi abbiamo cercato in Commissione di migliorare il provvedimento; questo lo voglio dire non solo all'Aula, tramite lei, Presidente, ma anche a chi ci ascolta.

Non abbiamo fatto ostruzionismo, ma abbiamo voluto portare un nostro contributo tecnico e giuridico, oltre che politico, per rendere efficace questa norma, per migliorarla e per coordinare gli istituti che vogliono essere inseriti con questo provvedimento nel nostro sistema giuridico. Purtroppo, non c'è stato ascolto e anche su questo tema della causa di non punibilità noi siamo partiti da una premessa, dalla riforma che è stata fatta nella precedente legislatura, la legge n. 69 del 2015, che affronta il tema della lotta contro la corruzione.

Abbiamo introdotto una serie di istituti efficaci, aumentato le pene e davvero fatto una legge che guardasse alla lotta contro la corruzione e a frenare questo fenomeno per tutelare gli imprenditori onesti. Quindi, abbiamo detto al Governo e al Ministro, che, purtroppo, in Commissione non è mai venuto: partiamo dagli istituti che abbiamo inserito. E anche sul ruolo di chi collabora, nella legge n. 69 del 2015 noi abbiamo introdotto un'attenuante, all'articolo 323-bis…

PRESIDENTE. Collega Sgarbi!

COSIMO MARIA FERRI (PD). Che prevede una diminuzione di pena da un terzo a due terzi per chi collabora e, quindi, noi premiamo, c'è una premialità per chi collabora, per chi si adopera per evitare che l'attività arrivi a conseguenze ulteriori e si attivi o per assicurare la prova dei reati oppure, addirittura, per individuare i responsabili. Quindi, nella legge n. 69 del 2015, affrontiamo questo tema, introduciamo un'attenuante, quella dell'articolo 323-bis del codice penale, e chiedevamo, quindi, di far capire bene, nel sistema, la differenza tra la nostra attenuante, che già è incisiva, e questa causa di non punibilità che si differenzia dal nostro istituto solo per il meccanismo dell'autodenuncia. Non solo, ma nel vostro disegno, il tema dell'autodenuncia non si comprende, perché è indeterminato, è irragionevole perché non definisce bene i tempi e i tempi entro i quali autodenunciarsi e utilizza lo schema della ritrattazione, come dicevo in un altro intervento, per quanto riguarda la falsa testimonianza, che riguarda la riparazione dell'offesa. Quindi, confondete, dal punto di vista giuridico, gli istituti.

Abbiamo cercato di migliorare anche questo provvedimento; questo emendamento viene in parte riformulato e, quindi, ci viene data ragione sull'impostazione; ciò denota, però, come ci sia stata una mancanza di ascolto su tanti altri temi. Noi abbiamo proceduto sempre in questo modo e ci è dispiaciuto che il Ministro Bonafede, invece, di venire a discutere, a capire e a cercare, davvero, di ascoltare il contributo delle opposizioni, ci comunicasse solo via Facebook e via Twitter. Tra l'altro, non affrontando i temi che noi avevamo raccolto in sede di audizioni e, quindi, è inutile fare le audizioni, far sfilare professori universitari, il primo presidente della Cassazione, il procuratore generale, se poi non si vuole…

Allora, noi prendiamo atto di questo parere favorevole e di questo contributo e accogliamo la riformulazione, ma vogliamo denunciare come noi si sia proceduto sempre in questo senso e come tanti altri emendamenti, che ci sono stati respinti, avevano questa stessa finalità di collaborare a migliorare il testo. Così, sul tema della prescrizione abbiamo detto: monitoriamo la riforma Orlando, non precipitiamo le cose, interveniamo dal punto di vista organizzativo, con assunzioni, riforma del processo penale…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Vediamo di verificare prima di tutto… ho capito, devo concludere. Quindi, ringraziamo, ma vogliamo procedere così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega Ferri, dato che è stata accettata la riformulazione, chiedo se si vuole continuare con la richiesta di voto segreto oppure no. Bene, quindi il Partito Democratico ritira la richiesta di voto segreto.

I colleghi di Forza Italia? Vogliono mantenere la richiesta di voto segreto?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Io dovrei cambiare il parere; era un parere contrario, darei un parere di astensione.

PRESIDENTE. Quindi, si rimette all'Aula, è corretto?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Sì, mi rimetto all'Aula e comunico che ritiriamo la richiesta di voto segreto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.95 Ferri, come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza PD e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Gli uffici stanno verificando una cosa; vi chiedo un attimo per gli uffici, grazie.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.96 Costa. Comunico che è stata avanzata richiesta di voto segreto sull'emendamento 1.96 Costa. Tale richiesta può essere accolta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, questo emendamento è un ulteriore emendamento di riduzione del danno, perché riduce il termine, per il soggetto tra virgolette “corruttore” che corre a denunciare il patto ed è non punibile, a tre mesi, anziché a sei mesi. Quindi, secondo il nostro emendamento, entro i tre mesi c'è la non punibilità, oltre i tre mesi diventa punibile come chiunque. Quindi è un termine, tra virgolette, per il “pentimento”, molto ridotto, molto più ridotto rispetto ai sei mesi. È un emendamento per la riduzione del danno, perché, ovviamente, non incide sull'impianto della norma che non ci piace, tuttavia riteniamo che possa essere avanzato come forma migliorativa e che sia, comunque, un emendamento di buonsenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porchietto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente. In merito al tema e al contenuto di questo emendamento mi permetto di sottolineare quanto ha detto il collega Costa rispetto ad un tema che è dirimente. Chi ha fatto l'amministratore locale sa benissimo che, molto spesso, si troverà in condizioni in cui a dire dei “no” produrrà sicuramente delle persone scontente. Allora, io ritengo che vada suddivisa quella che è una funzione di scontentezza, rispetto, invece, a un eventuale tentativo di corruzione ed è chiaro che più sono limitati i tempi in cui il soggetto può denunciare questa situazione, più è probabile che la situazione possa anche essere veritiera, ma, sicuramente, non legata a un risultato che il soggetto aveva auspicato. È chiaro che se noi manteniamo i sei mesi, è molto più probabile che, non visto arrivare il risultato atteso, ci possa essere una condizione in cui si tenta, si fa il tentativo, magari, anche di distruggere una carriera amministrativa di un soggetto.

Allora, chiedere l'accantonamento rispetto a questo emendamento, per permettere al Ministro di valutare attentamente questa situazione, può essere una valutazione che poniamo all'Aula e a lei, Presidente.

PRESIDENTE. Quindi, collega, sta formalizzando la richiesta, anche lei, di accantonamento.

Relatrice?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. L'emendamento 1.96 Costa è, a questo punto, accantonato.

Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 1.97 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, anche su questo emendamento noi chiederemo l'accantonamento, perché credo che sia un emendamento di buonsenso. Pregherei anche il Ministro Di Maio di ascoltarmi, se ritiene. Cosa chiediamo con questo emendamento? C'è questo agente provocatore, c'è questo terzo che interviene e che va a denunciare l'imprenditore piuttosto che il pubblico amministratore. Noi chiediamo che cosa? Che egli sia in grado di dare delle prove decisive: non soltanto utili, prove decisive. È un emendamento, ripeto, di buonsenso, che va nel senso del favor rei, e che, quindi, impone che quantomeno per essere scriminato porti al magistrato degli elementi probatori tangibili e decisivi per la sua incriminazione; da questo punto di vista, credo che non infici quello che è il contesto generale di questa disciplina, che voi avete introdotto e che noi contestiamo, ma, in una logica di attenuazione dal danno, può essere certamente utile. Quindi, insistiamo per l'accantonamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Presidente, noi, come Forza Italia, stiamo insistendo, e accogliamo anche positivamente la disponibilità all'accantonamento che c'è stata prima e adesso anche le interlocuzioni che ci sono in corso, perché davvero ne va della vita amministrativa dei nostri 8 mila comuni, e non soltanto. Voi, noi abbiamo in mente un Paese in cui al mattino il sindaco, l'assessore, il funzionario vanno in comune per prendere decisioni, aprire cantieri, firmare delibere, assumersi responsabilità, o un Paese in cui al mattino si va in ufficio cercando pareri legali per pararsi le natiche e per vivere e costruire un mondo di carta, buono solo a contenziosi legali, come quelli che si apriranno in ogni momento? Ecco, io mi rivolgo sia ai banchi del Governo, ma anche a chi ha fatto l'amministratore locale in questo Parlamento, e se non dice niente davanti a questi provvedimenti, sarà complice dell'affossamento del buon funzionamento delle amministrazioni locali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Comunico che è stata avanzata la richiesta di voto segreto sull'emendamento 1.97 Costa. Tale richiesta può essere accolta.

Sull'accantonamento chiedo alla relatrice come vuole proseguire.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Colleghi, ricordo che la proposta di accantonamento è una proposta sull'ordine dei lavori, sulla quale, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, il Presidente ha la facoltà, e non l'obbligo, di chiamare l'Aula a decidere. Sulla proposta di accantonamento, inoltre, il Regolamento, all'articolo 86, comma 7, prevede che sia sempre interpellato il relatore.

La Presidenza ha già posto in votazione nella giornata odierna varie richieste di accantonamento con il parere contrario del relatore, che sono state respinte dall'Assemblea. Preso atto dell'orientamento negativo dei relatori su tali proposte, come già fatto in precedenti analoghe occasioni in presenza di un avviso negativo dei relatori, non ritengo di chiamare più l'Assemblea a decidere con una votazione.

GENNARO MIGLIORE, Relatore di minoranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE, Relatore di minoranza per la I Commissione. Nella qualità di relatore mi chiedo come faccia lei a dire che c'è stato un orientamento costante da parte del relatore, se lei chiede solo ai relatori per la maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non mi risulta che ci sia una differenza di qualità di relatore tra maggioranza e minoranza, se non ovviamente la disponibilità del voto. Per questo motivo, io contesto questa discussione: lei dovrebbe chiedere anche ai relatori di minoranza se sono d'accordo o non sono d'accordo.

PRESIDENTE. Collega, sono d'accordo con lei: quindi, dalle prossime volte che vi saranno richieste di accantonamento chiederò anche ai relatori di minoranza un parere sulla richiesta di accantonamento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Mule'. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, io vorrei insistere sulla natura dell'emendamento, perché è uno di quegli emendamenti che descrive quello che stiamo facendo. Ancora una volta, le parole sono decisive, soprattutto se inserite nel codice penale: “utile” e “decisivo” hanno una differenza fondamentale. Noi in questo momento continuiamo a votare, e grazie a Dio ogni tanto qualcosa viene accantonato, un provvedimento che sostituisce ciò che è il peccato originale con il quale tutti siamo nati, con una sorta di un reato originale.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 18)

GIORGIO MULE' (FI). Abbiamo già mandato al macero la presunzione di innocenza e abbiamo introdotto, in maniera oggettivamente incivile, una sorta di presunzione di colpevolezza in capo a tutti i cittadini; adesso abbiamo anche l'anticipazione di colpevolezza. E allora, questo emendamento tende a dare effettività al contenuto di una norma, che, viceversa, ci porta dritti verso quello Stato del terrore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, io insisterei nuovamente sull'accantonamento, Presidente; ma non di un solo emendamento: di tutti gli emendamenti che riguardano l'articolo 323-ter e, in particolare di questo, Presidente. Perché vede, quello che ha detto la relatrice di maggioranza prima, che noi dobbiamo… Do un elemento aggiuntivo, collega: la relatrice ci ha in qualche modo rassicurato, dicendo “non vi preoccupate, tanto il PM non iscrive subito”. Ebbene, collega, non è proprio così: chi ha dimestichezza con le aule di giustizia sa, Presidente, sa, che il PM iscrive la notizia di reato, quindi fa le indagini, perché c'è un principio, che è l'obbligatorietà dell'azione penale. Se il Ministro Salvini fosse stato qui, avrebbe confermato; io adesso non lo vedo, spero che sia in Aula: ne sa qualcosa direttamente lui. Il PM ha l'obbligo di iscrivere e fare le indagini. Quindi, Presidente, proprio in virtù di questo principio, noi insistiamo sull'accantonamento di questo, ma, ribadisco, di tutto all'articolo 323-ter.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Cambio il parere: parere favorevole sull'accantonamento.

PRESIDENTE. Sta bene: tutto quello che aiuta il prosieguo va bene.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.98 Costa… Però, collega relatrice, io le propongo di valutare, anche con il tempo necessario, se ci sono altri emendamenti che, per loro natura, insistono sulla stessa questione, perché credo vada ad economia di tempo. Quindi, se ci sono altri emendamenti che insistono sulla medesima questione, ad economia di tempo li possiamo accantonare prima che anche i colleghi giustamente dopo lo chiedano. Adesso facciamo anche l'analisi con… Facciamo l'analisi anche fatta da… I successivi tre, dice lei? Quindi gli emendamenti 1.98 Costa, 1.99 Costa e 1.101 Conte, e 1.106 Ferri anche, che riguarda la lettera r), io direi che vanno accantonati analogamente, per evitare incomprensioni.

Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 1.108 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (FI). Presidente, la mia era esclusivamente una domanda al Ministro; mi dispiace che non ci sia il Ministro Salvini, ma vedo attorno a voi parecchi amministratori estremamente capaci, che hanno fatto i sindaci. Vi faccio una domanda…

PRESIDENTE. Collega, se si avvicina al microfono, così sentiamo anche noi.

OSVALDO NAPOLI (FI). Faccio esclusivamente una domanda: ma tutta quanta questa normativa che riguarda i comuni, Ministro Di Maio, è passata attraverso la Conferenza Stato-città ed autonomie locali ed è passata, avete avuto un colloquio, uno solo, con l'ANCI per discutere, parola per parola, qual è l'indirizzo che i comuni avrebbero dato? Perché voi partite dalla base, la partecipazione, vi siete riempiti di questa parola, ma con l'ANCI questa partecipazione l'avete avuta o no? Mi rivolgo anche al Ministro Bonafede: perché, se non l'avete avuta, abbiate pazienza, ma molti di voi non hanno mai fatto il sindaco, io l'ho fatto ventisette anni, non ho mai messo piede in una procura dalla Repubblica, qualche consiglio forse ve l'avrei dato, in maniera corretta e non interessata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.108 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.109 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Questo emendamento è finalizzato a introdurre una nuova ipotesi di reato. Allora, noi sappiamo che c'è un termine che è quello dell'iscrizione della notizia di reato. Oltre quel termine non si può più denunciare. Cosa temiamo? Temiamo che alcune procure della Repubblica spostino in avanti l'iscrizione della notizia di reato per consentire a qualcuno di avvalersi della causa di non punibilità, cioè di andare a denunciare. Chiamano la persona, lasciano intendere che ci potrebbe essere un'iscrizione, ci dovrebbe essere un'iscrizione e, quindi, questa persona viene stimolata a denunciare avvalendosi della causa di non punibilità. Questa sarebbe una prassi assolutamente sbagliata.

Noi vogliamo prevedere, quindi, un'ipotesi che questa non tempestiva iscrizione rientri nel caso dell'omissione di atti d'ufficio. Probabilmente rientrerebbe comunque, noi preferiamo che la cosa venga scritta e venga puntualizzata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Presidente, mi rivolgo a lei e, per suo tramite, al Ministro Salvini, sottolineando che i suoi amministratori, da oggi, se passa senza emendamenti questo disegno di legge, saranno mandati come carne da macello allo sbaraglio solo per sostenere a forza un contratto che sta diventando un capestro per i comuni e per gli enti locali del nostro Paese e che bloccherà tutta la pubblica amministrazione.

Ai nostri e ai vostri amministratori non sarà più sufficiente essere onesti, dovranno essere molto, ma molto fortunati. Di tutto ciò ne patirà la democrazia e, soprattutto, la libertà. E, soprattutto, ne patiranno i cittadini onesti che vorrebbero risposte veloci, efficienti dalle pubbliche amministrazioni, che sono il volto dello Stato più vicino ai cittadini.

Ministro Salvini e colleghi della Lega, altro che autonomia locale!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Credo che questo emendamento, Presidente, sia molto opportuno perché oggi l'iscrizione nel registro degli indagati è sicuramente un atto di rilevanza del pubblico ministero che ha tutta una serie di discipline, però certamente questo tipo di atto, con l'introduzione della norma che noi abbiamo contrastato, ma che voi intendete introdurre nel nostro ordinamento, acquista un significato ancora più pregnante ed ancora più pertinente, perché evidentemente implica anche la possibilità per un terzo estraneo di denunciare ed essere scriminato.

Allora, cosa chiediamo? Chiediamo che venga normata e resa reato la ritardata iscrizione; anche oggi può darsi che il reato di ritardata iscrizione possa essere, in determinate fattispecie, punito penalmente, però, con questo nostro emendamento, che ripeto è molto opportuno e del quale chiederei l'accantonamento…

PRESIDENTE. Grazie, collega Zanettin. C'è una richiesta di accantonamento. La relatrice?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Collega Migliore, il parere del relatore di minoranza? Collega Migliore, mi scusi, per una certa organizzazione, lì ci sono i relatori, cosi aiuterà i lavori…

GENNARO MIGLIORE, Relatore di minoranza per la I Commissione. Poiché siamo due relatori, lo dico solo per comodità, sul primo titolo interviene il collega Bazoli, mentre sulla seconda parte sarei sceso io e sarei intervenuto; purtroppo, non c'è un'altra sedia; questo lo dico solo per comodità di collocazione.

PRESIDENTE. Ci vorrebbe un tavolo dei diciotto, lei mi sta dicendo.

GENNARO MIGLIORE, Relatore di minoranza per la I Commissione. Un tavolo dei diciotto: sono due Commissioni. Io invece, in qualità di relatore, sono favorevole all'accantonamento.

PRESIDENTE. Bene.

Ci sono altri relatori che intendono esprimere valutazioni? Mi sembra che ci sia… Chiedo scusa, immagino, per abitudine, che ci siano problemi che si possono risolvere e, ogni volta che si risolve un problema, è bene che ciò avvenga, ma fuori.

Bene, prendo atto dei pareri espressi dai relatori e, come detto dalla Presidenza dieci minuti fa, non metteremo in votazione la richiesta e soprassederemo agli accantonamenti, se non ci sono ripensamenti del relatore.

Passiamo ai voti.

Ricordo che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.109 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del PD e favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.110 Costa.

Mi sia consentita una precisazione collega Migliore. Collega Migliore, mi sia consentita una precisazione: all'articolo 86, il comma 7, differenzia tra le situazioni in cui i relatori esprimono i pareri, comma 6, e quella in cui il relatore illustra all'Assemblea le proposte e, se interpellato, esprime le valutazioni rispetto a tutte le proposte di accantonamento, con una prassi, che peraltro io ricordavo e forse anche lei ricordava; in questo senso, il relatore, chiamato in questo compito, è quello di maggioranza.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente, vorrei esprimere un sentito ringraziamento al Ministro Salvini perché sta svolgendo in maniera davvero entusiasmante tutte le parti in commedia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e, quindi, lo ringraziamo poiché sta facendo il capo della maggioranza, il Ministro dell'Interno, il capogruppo, non si sa bene se di tutti, e segretario d'Aula, credo coadiuvando il lavoro che, evidentemente, in queste settimane, non è stato molto fluidificante, quindi lo volevo ringraziare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. L'emendamento in questione, 1.110 Costa, è finalizzato alla soppressione del reato di traffico di influenze illecite. È un reato che noi vogliamo sopprimere perché, per come è formulato, rappresenta una fattispecie fin troppo generica e perché, soprattutto, conferisce uno straordinario potere discrezionale, nell'individuazione delle ipotesi di reato, in mano ai pubblici ministeri. Un potere discrezionale così ampio da diventare quasi arbitrario e poi diviene pericoloso, come hanno già illustrato in precedenza i miei colleghi, proprio perché il margine tra lecito ed illecito diviene invisibile.

E questa è l'ennesima stortura, l'ennesima stortura di questo provvedimento che rappresenta un mostro giuridico che ci presentate in quest'Aula, signor Ministro Bonafede, che non vedo più adesso. Quello che è accaduto ieri in Aula dimostra che non c'è nessun contratto di Governo e non c'è nessun compromesso con cui possa reggere la…

PRESIDENTE. Collega Siracusano, mi perdoni, ma è proprio il gruppetto vicino a lei (non mi fate far nomi). C'è proprio una collega che parla. Oltre al collega D'Ettore c'erano anche altri colleghi. Prego, collega Siracusano.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Povero collega D'Ettore, sempre in mezzo. Grazie, se posso continuare.

Entrando nel merito del provvedimento che noi condanniamo, c'è da ricordare quello che è accaduto ieri in Aula che, come stavo dicendo, ci dimostra che non c'è contratto di Governo che possa essere fatto sulla libertà o sulla giustizia e ciò a cui stiamo assistendo, Ministro Bonafede, è un'ignobile strumentalizzazione della giustizia per ragioni di propaganda politica ed elettorale e lei ci ha raccontato menzogne (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ci ha raccontato una menzogna ieri parlando della ragion d'essere della prescrizione, perché lei sa bene che la prescrizione è l'unica remota garanzia della ragionevole durata dei processi, che in questo Paese durano già un'eternità.

Signor Ministro Bonafede, signor Ministro, quando lei parla di riforma del processo penale che intende fare? Io la invito a non confrontarsi soltanto con i Davigo o con i Di Matteo. Invece, la invito ad ascoltare i familiari dei 26.550 innocenti che, in questo Paese, hanno scontato il carcere ingiustamente. Signor Ministro Bonafede, mi può ascoltare? La invito a confrontarsi con queste persone, con questi innocenti, perché per uno solo di questi innocenti vale la pena di fare una battaglia di una vita. È una battaglia che non ha e non può avere colore politico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e che noi faremo con lei, se lei si ravvede, se lei cambierà questo testo, se lei cambierà orientamento, perché noi vogliamo combattere la corruzione, ma vogliamo preservare le garanzie costituzionali e vogliamo difendere la libertà dei cittadini.

Signor Ministro, non mi ha ascoltato neanche un istante.

Un'ultima cosa. Volevo riferirmi a degli interventi illegittimi che sono stati espressi ieri dai miei colleghi e attraverso lei, Presidente Rosato, invito i miei colleghi del MoVimento 5 Stelle a sciacquarsi la bocca quando nominano il presidente Berlusconi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché il presidente Berlusconi è l'esemplare vittima di questo sistema infame dove c'è uno strapotere della magistratura che vuole inficiare i processi della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Onorevole Siracusano, vede, l'ascoltavano tutti.

Avverto che le prossime due votazioni avranno luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.110 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

Colleghi, maggior silenzio in Aula, grazie.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.111 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.112 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, è un emendamento che ha, come sempre, lo scopo di rendere le fattispecie più vicine alla possibilità di evitare abusi nell'ambito della lettura. Quando noi chiediamo, con questo emendamento, di intervenire in modo soppressivo sulla parola “asserite” - si tratta del comma primo, lettera t), e vi prego di avere un attimo di pazienza per poter prendere direttamente il testo; eccolo qui - in modo assolutamente coerente e senza che questo possa significare altro che manifestare la nostra naturale passione per il DNA del rispetto dei principi fondanti della Costituzione che sono tradotti poi, sia pure in modo, diciamo così, apparentemente atipico nei principi del processo penale, noi diciamo che un'espressione come quella di “asserite” è un'espressione che ha un carattere marcatamente soggettivo e, come tutte le cose marcatamente soggettive, sfugge poi alla percezione e alla verifica dei principi in materia di prova, di valutazione e di “scannerizzazione” della capacità di quel materiale di tradursi poi in un'affermazione di responsabilità.

Ecco, diciamo che in questo provvedimento il nostro sforzo è stato questo: un ritorno al futuro, se mi fate passare questo termine, della capacità dei principi costituzionali di essere credibili e questa operazione di drafting, credetemi, è severa nell'interesse dei cittadini e con gli stessi cittadini che non hanno interesse ad una norma penale politicizzata, ma ad una norma penale garantista, cioè in linea con quei principi. E questo nostro interesse si manifesta con la richiesta all'Aula di votare la soppressione di questo termine, nell'interesse proprio della capacità della norma penale di essere quanto più possibile vicina alla giustizia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.112 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.114 Conte.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, intervengo per illustrare brevemente questo emendamento, che possiamo semplificare così: il compratore di fumo, per il quale pure la normativa comunitaria suggerisce la sanzione penale - indicazione che è stata recepita con la proposta di legge -, rispetto al venditore di fumo, cioè a colui che millanta, raggirando il suo interlocutore, la possibilità di interferire nella formazione della volontà della pubblica amministrazione, è pur sempre la vittima di un raggiro, perché il venditore di fumo è sostanzialmente un truffatore. Quindi, se è meritevole di sanzione la sua predisposizione, la sua azione rispetto alla possibilità di mortificare il buon andamento della pubblica amministrazione, è, secondo me, meritevole di un trattamento sanzionatorio mitigato. Di qui l'introduzione di questa attenuante, che dà più proporzione al trattamento sanzionatorio.

Chiedo a questo proposito, se fosse possibile, l'accantonamento dell'emendamento, per una riflessione sul punto anche da parte dei relatori di maggioranza.

PRESIDENTE. Presidente Sarti, vuole esprimersi lei sull'accantonamento? Non vedo la relatrice.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Presidente, la relatrice si è allontanata un momento, ma la richiesta di accantonamento non può essere accolta.

PRESIDENTE. Sta bene, è stata una risposta molto gentile, peraltro. Se non ci sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.

Avverto che le prossime votazioni avranno luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.114 Conte, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza del Partito Democratico, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.115 Vitiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza del Partito Democratico, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.116 Vitiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza del Partito Democratico, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.118 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.122 Ferro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, intervengo solo per illustrare velocemente quanto proposto rispetto alla necessaria riforma che, in qualche modo, dobbiamo trovare di fronte all'intestazione fittizia di beni o società da parte dei pubblici amministratori che, tramite società di loro proprietà, ma intestate ovviamente a dei prestanome, si accaparrano appalti pubblici. Questa è una parte che riguarda un ampio spaccato della corruzione, nella quale va sicuramente inasprito quello che è il provvedimento che oggi andiamo a proporre come Fratelli d'Italia.

Auspico ovviamente che ci sia da parte del Ministro una riflessione, ma soprattutto che ci sia la giusta attenzione nell'accoglimento da parte della maggioranza, perché credo che anche il far “marcia indietro” su tanti accantonamenti faccia comprendere come ognuno di noi abbia portato avanti delle questioni che riguardano la pubblica amministrazione rispetto a quel decreto, che avrebbe visto degli obbrobri, ma soprattutto la necessità di un maggiore ascolto, di una maggiore saggezza.

Quindi, al Ministro, che difficilmente ci ascolta - ma devo dire che è stato preso da mille richieste, soprattutto accolte anche grazie probabilmente a quelle disattenzioni che sarebbero state necessarie, invece, in termini di presenza nella Commissione competente - chiedo un po' di coraggio, perché chi vede il giusto e non lo fa sicuramente non ha coraggio, ma in questo caso è solo una cieca e poco lungimirante azione della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.122 Ferro, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Forza Italia, mentre il relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.191 Lucaselli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.273 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Mi dispiace che non ci sia il Ministro Salvini in Aula, ma gli interlocutori, i sottosegretari – c'è anche il sottosegretario Molteni – vorranno ascoltare le mie parole, perché siamo alla norma di collegamento. Allora, per ricordare quelle che sono state, nei giorni passati, le dichiarazioni fatte dagli amici della Lega: il Ministro Salvini il 4 novembre 2018 diceva che la riforma, quindi prescrizione e anticorruzione va fatta, ma non sbilanciata, quindi staccata l'una dall'altra. E ancora, in una dichiarazione del 9 novembre, sempre il Ministro Salvini diceva che la prescrizione ci sarà, ma insieme alla riforma del processo penale. E ancora, il 10 novembre, sempre il Ministro Salvini diceva che la prescrizione entrerà in vigore il 1° gennaio 2020, ma solo con la riforma del processo penale.

A rincarare la dose, il Ministro Bongiorno, il 4 novembre diceva che sono due riforme inscindibili e, per disinnescare la bomba atomica, la bomba atomica, la bomba nucleare, la delega sul processo penale sarebbe stata una delega che doveva scadere un mese prima rispetto all'entrata in vigore della norma sulla prescrizione. E questo il Ministro Bongiorno diceva all'incontro, al vertice a Palazzo Chigi. Ancora, il Ministro Bongiorno, il 9 novembre diceva che il congelamento della prescrizione dopo il primo grado avverrà a partire dal 1° gennaio 2020, ma solo se controbilanciata da una riforma del processo penale.

E allora, Ministro Bonafede, Ministro Bonafede… grazie. No, Ministro, è importante, perché lei avrebbe dovuto ascoltare cosa ha dichiarato il Ministro Salvini e cosa ha dichiarato il Ministro Bongiorno, con cui lei dice di intavolare, ogni giorno, discussioni in materia di giustizia. Allora, se è così, in loro confido e fido; purtroppo, non confido in lei, ma non per una questione personale, per una questione prettamente politica, perché lei è lo stesso che aveva messo la faccia, Ministro, in Commissione, quando ci fu la questione delle tendopoli di Bari, questione che non è ancora risolta. No, Ministro, non è ancora risolta. Lei è quello che dice che bisogna fare la riforma epocale della giustizia e mi definanzia il fondo sulla riforma penale, di 10,2 milioni di euro.

Lei è quello che dice che sono stanziati milioni e milioni per il settore giustizia e, guarda caso, in un provvedimento che abbiamo in sede di Commissione per il parere vengo a scoprire che al comparto giustizia è stanziato solo il 2 per cento degli stanziamenti del Fondo per le infrastrutture, tanto che il relatore chiede di incrementare il Fondo. E, allora, è per questo che non posso confidare in quello che lei dice, che lei vuole fare la riforma sulla prescrizione unitamente e dopo la riforma del processo penale. E, proprio perché non posso confidare in quello che lei promette – purtroppo, a vanvera –, le chiedo, e chiedo soprattutto ai colleghi della Lega, di mantenere l'impegno e le cose che hanno detto.

Quindi, non confido in lei, il mio gruppo non può confidare in lei; confido nei nostri alleati, non nei suoi, nei nostri alleati. E allora, se le parole del Ministro Salvini sono quelle che ha ribadito tante volte, cosa le costa, Ministro, provvedere che questa norma, quindi la riforma della prescrizione, entri in vigore dopo la delega con la quale saranno emanati i decreti legislativi per la riforma del processo penale? Se lei è sincero – e io, guardi, per la prima volta voglio accordarle fiducia –, se lei è sincero, mi spiega per quale motivo non deve far sì che le due riforme corrano e camminino insieme? Non c'è nessuna pregiudiziale, non c'è nessun motivo, nessun motivo logico e giuridico. Il mio emendamento, l'emendamento che ha presentato Forza Italia è in assoluta aderenza con le parole che il Ministro Salvini ha più volte pronunziato, e anche il Ministro Bongiorno.

Le chiedo di consentire… E qui, Presidente, formulo una proposta di accantonamento, perché l'emendamento va pensato, va pensato, e i colleghi della Lega non potranno rimangiare quello che a bocca del loro Ministro hanno più volte preannunciato di voler fare.

Quindi, Presidente, la richiesta è formale: noi le chiediamo di accantonare l'emendamento. Spero che la relatrice dia un parere favorevole, perché, ribadisco, se questo emendamento dovesse passare a maggioranza dei presenti – io spero all'unanimità – nulla toglierà alla riforma, all'entrata in vigore della riforma sulla prescrizione. Quindi, relatrice, auspico, perché confido nello sforzo che state facendo, che il vostro parere sull'accantonamento sia positivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo di Forza Italia ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un aumento dei tempi pari a un terzo di quello originariamente stabilito.

Collega Businarolo, il parere sull'accantonamento.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. In analogia con quanto già detto, prendiamo atto del parere contrario della relatrice.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento perché è il primo di una serie di emendamenti che hanno contenuto analogo, tra cui ce n'è anche qualcuno nostro, che cerca di tradurre in norma l'accordo politico che ci è stato riferito e che è stato preso dalla maggioranza sull'entrata in vigore della norma sulla prescrizione. Ricordo che questa norma sulla prescrizione è la norma che è stata fortemente voluta dal Ministro Bonafede, che è stata inserita all'ultimo minuto dentro un provvedimento che parlava di tutt'altro e che ha contribuito a inquinare fortemente il dibattito di una legge sull'anticorruzione al quale dibattito noi ci eravamo predisposti con spirito costruttivo, perché, come è noto, il Partito Democratico su questo tema ha le carte in regola, perché nella scorsa legislatura siamo intervenuti sul tema con normative molto puntuali.

Ebbene, il Ministro ha preteso e ottenuto, nel corso della discussione di questo provvedimento, un modo, dal mio punto di vista, lesivo delle prerogative dell'opposizione e delle regole di funzionamento di questa istituzione, perché lo ha fatto in modo improvviso, quando l'istruttoria si era conclusa, impedendo, di fatto, un approfondimento e una discussione seria su un tema così importante come la prescrizione, ebbene, noi ci siamo chiesti per quale motivo ci fosse questa urgenza. E la domanda è diventata ancora più acuta quando abbiamo scoperto che nella maggioranza si era raggiunto un accordo per procrastinare l'entrata in vigore di questa norma al 2020; e, anzi, l'abbiamo scoperto, l'abbiamo appreso dalle agenzie, dalle dichiarazioni a mezzo stampa, perché, purtroppo, la maggioranza agisce in questo modo, parla fuori da questa istituzione, fuori da quest'Aula, e noi dobbiamo apprendere dalle agenzie, dalle dichiarazioni su Facebook, come è accaduto peraltro oggi, che la maggioranza si è presentata dopo un rinvio continuo della discussione e non abbiamo saputo nulla dell'accordo raggiunto.

Ma abbiamo saputo che nella maggioranza si era deciso di rinviare l'entrata in vigore della riforma della prescrizione e che sarebbe stata subordinata l'entrata in vigore a una riforma complessiva del processo penale.

Ora, una cosa ragionevole, perché ci è stato detto da tutti gli auditi che, in effetti, una riforma della prescrizione così come è stata introdotta con questo blitz, è una riforma che rischia di pregiudicare fortemente le garanzie e le libertà dei cittadini. Ce lo hanno detto tutti gli auditi, perché senza una riforma del processo penale che riduca i tempi del processo, questa riforma avrà solo l'effetto di allungare, sine die, i processi, di lasciare i cittadini sotto processi eterni. Ma la domanda che faccio e che ci facciamo noi è la seguente: ma se questa norma deve entrare in vigore nel 2020, se deve entrare in vigore dopo una riforma organica del processo penale, perché, Ministro, perché Ministro ha voluto a tutti i costi, con un atto di imperio, pretendere che venisse inserita in questo provvedimento? Non era molto più sensato stralciare la norma e riaffrontare il tema all'interno di una riforma organica del processo penale? Perché ha voluto fare questa forzatura? Se l'avessimo fatta noi nella scorsa legislatura sareste saltati per aria; perché ci avete concesso una settimana per discutere di un tema così delicato e importante e, poi, rinviate l'entrata in vigore al 2020, perché, perché? Forse perché c'è bisogno di esibire una coccarda sul risvolto della giacca? Perché c'è bisogno di piantare una bandierina? Non è una buona politica, questa, signor Ministro, mi dispiace. La buona politica è altro dalla mera propaganda che voi, con questo provvedimento, avete dimostrato di voler perseguire scientemente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, io credo che questo sia uno dei gli emendamenti più importanti, perché consente di normare questo accordo politico che ha risolto la questione della prescrizione. Io ricordo che, in particolare il Ministro Bongiorno, ha parlato di una norma di collegamento; ecco, questa è la norma di collegamento. Ma l'occasione mi è propizia, Presidente, anche per rassegnare al Ministro le preoccupazioni, perché noi abbiamo sentito parlare di una riforma epocale del processo penale. Ecco, le riforme si possono fare in un senso o nell'altro, in chiave “manettara”, in chiave giustizialista o in chiave, invece, in favore del principio del favor rei. So che lei, Ministro, incontrerà prossimamente le camere penali per un confronto, io le raccomando - noi siamo molto preoccupati, come cittadini, come avvocati, come componenti di Forza Italia, forza garantista - che l'ipotesi di processo penale sulla quale voi lavorate sia un processo che non sia espressione di quel giustizialismo, di quella logica “manettara” e forcaiola, che in tante occasioni avete manifestato, ma invece di una logica garantista alla quale noi apparteniamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, desidero porre l'attenzione del Ministro in merito a questo emendamento in cui si fa riferimento alla riforma organica del codice di procedura penale. Le chiedo veramente che, con l'eventuale riforma, si dia finalmente attuazione alla legge n. 62 del 2011, che ha come oggetto le detenute madri, perché in questi ultimi dieci anni, tutti i Ministri della Giustizia hanno assicurato che la vergogna dei bambini in carcere sarebbe presto finita.

Lei sa benissimo la situazione che abbiamo ancora oggi, so che sta facendo visite nei vari carceri, abbiamo ancora sessantadue bambini nelle carceri, accanto alle madri detenute. Ieri, l'ultimo allarme del garante dei detenuti del carcere di Bologna, che, tra l'altro, non figura tra le carceri dove ufficialmente ci sono i bambini detenuti, diceva che c'è un neonato e, visto che si è rotto il riscaldamento del reparto madri, ha lanciato l'allarme proprio per la salute. Io le chiedo l'urgenza di assicurare, almeno entro la fine dell'anno, che non ci siano bambini nelle carceri, perché i bambini sono bambini oggi, non lo sono più domani.

Quindi, l'urgenza è proprio perché abbiamo bisogno, per un senso di civiltà, di dare protezione all'infanzia. Quindi, le chiedo con un appello, lo abbiamo già fatto con interrogazioni, anche da parte di altri miei colleghi, di assicurarci di prendere misura rispetto a questa situazione con una riforma, di dare finalmente attuazione a una legge che c'è e che prevede, in quattro articoli, forme di detenzione alternative per le madri detenute e i bambini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Sull'ordine dei lavori, Presidente. Non è per tediare i colleghi, ma intervengo sulla richiesta di accantonamento. Io credo di interpretare il suo pensiero, perché lei non l'ha messa ai voti per lo speech della Presidenza che l'ha preceduta col quale sostanzialmente si diceva che, quando più volte viene chiesto l'accantonamento, è in potere della Presidenza, diciamo così, tra virgolette, di sorvolare. Ma, Presidente, io le faccio notare, sommessamente, che qui parliamo non dell'articolo 323, per il quale sono state fatte decine di richieste di accantonamento che potevano anche non esserci, ma di un emendamento che è parte fondamentale del testo, perché è quello che regola l'entrata in vigore della prescrizione.

Allora, Presidente, veramente col cuore, le chiedo un attimo di riflessione in più anche per i colleghi e, soprattutto, per i colleghi della Lega che si troveranno a dare un parere contrario rispetto a quello che il loro Ministro ha più volte espresso; io, Presidente, la pregherei, poi se votano contrario, va bene, ma la pregherei di far esprimere un parere contrario e uno favorevole.

PRESIDENTE. Collega Bartolozzi, la logica dello speech della Presidenza, che è sempre una, chiunque sieda qui, non è collegata al contenuto della richiesta di accantonamento, ma è collegata alla procedura e la procedura, in particolare, prevede come prassi, ormai, da anni, in questo Parlamento, che dopo un certo numero di richieste di accantonamento ci si rivolga direttamente alla relatrice o al relatore di maggioranza e che il parere del relatore di maggioranza venga acquisito dalla Presidenza. Questo non toglie il diritto di un parlamentare, e lei, in questo momento, lo ha fatto, di poter chiedere comunque l'accantonamento. Lei l'ha fatto, sempre nell'ambito dei tempi, però, attribuiti al gruppo, non in altri tempi, la relatrice ha la cortesia, ma anche l'obbligo di risponderle. Quindi, chiederei alla relatrice di risponderle sull'accantonamento, in questo caso, dell'1.273.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Confermo il parere contrario.

PRESIDENTE. Non è una conferma, nel senso che è un nuovo parere contrario.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. L'avevo già dato…

PRESIDENTE. No, l'aveva dato su un altro emendamento. Ogni emendamento ha una vita sua.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.273 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissioni e Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza di Forza Italia e del Partito Democratico.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Collega Businarolo, aveva ragione lei, era lo stesso emendamento su cui lei aveva dato il parere. Quindi, è stata una ripetizione utile, per i nostri lavori.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.277 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, tempi del relatore. Vi è una netta dicotomia, una distinzione precisa fra giustizialisti…

PRESIDENTE. Collega Sisto, la informo che anche quelli sono finiti. Tempi di Forza Italia.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Ma il relatore, Presidente, fuori dal tempo, non ha diritto all'aumento del terzo?

PRESIDENTE. Intanto parli.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, io l'avvocato faccio, mi deve perdonare se ogni tanto ho qualche guizzo che mi riporta al mio originario DNA. Riparto da zero, Presidente; ci sono due categorie nette, i giustizialisti e i garantisti, noi siamo fieri di appartenere alla categoria dei garantisti, il giustizialismo non ci appartiene, va detto con chiarezza e con puntualità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); e il giustizialismo di questo provvedimento disonora questo Paese! È un provvedimento che rende questo Paese invivibile sul piano giudiziario, e spiegherò perché questo emendamento svela l'atteggiamento ipocrita del Governo.

Sia ben chiaro, si fa riferimento ad un contratto; un contratto presuppone che le parti agiscano con correttezza. Bene: io credo che questo sia un contratto che va risolto per eccessiva onerosità sopravvenuta. Quanto ci costa questo contratto? Quanto ci costa sul piano economico, sul piano giuridico, sul piano del lavoro, sul piano della tenuta, sul piano della coerenza? Ha un costo eccessivo: va risolto, nell'interesse del Paese!

Questo emendamento vuol dire che noi non vogliamo essere correi. Noi vogliamo essere liberi e svincolati da ogni responsabilità, e non accettiamo briciole in cambio della coerenza che ci deve contraddistinguere. Non le accettiamo, e diciamo che quando qualcuno sostiene - e vengo alla parte tecnica rapidissimamente - che la prescrizione ha un vigore e poi un'efficacia, pone in essere con artifici e raggiri uno strumento che fa sì che questa prescrizione entri in vigore immediatamente. L'effetto sostanziale è il vigore immediato; l'effetto processuale è quello della dilazione all'efficacia. Mi chiedo: un reato commesso il giorno dopo del vigore di questo provvedimento, a quale regime sarà soggetto, a quello attuale o a quello che sarà in vigore nel momento in cui si porrà il problema? Quindi voi state turlupinando l'Aula con un emendamento e un provvedimento che sostanzialmente non differiscono un fico secco. Ecco perché sui nostri emendamenti ci date parere contrario: svelano l'artificio e il raggiro. Noi li voteremo convintamente, perché noi siamo parlamentari che quello che dicono, fanno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.277 Bartolozzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.278 Bazoli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, provo, come nel precedente emendamento che ha creato qualche problema, a cercare di spiegare a lei, ma anche all'Aula, un po' una favola, e al tempo stesso una cosa molto strana: è stato presentato un emendamento in Commissione che, frutto di un accordo politico mi si dice, posticipa l'entrata in vigore della legge della prescrizione al 2020.

È noto che la prescrizione è una norma di diritto sostanziale che si applica ai fatti reato compiuti e commessi, quindi, successivamente all'entrata in vigore della legge. Capisco che non sono molto interessati, gli amici del 5 Stelle, all'argomento e che votano a prescindere; ma vorrei capire: qual è la ragione di questo accordo? Se si vuole sconfiggere la corruzione, io non credo che si sconfigga con la prescrizione; ma se si vuole e se si ritiene di sconfiggere la corruzione con la prescrizione, perché lasciare una finestra tra oggi e il 2020? È la patente per commettere reati di corruzione che si lasciano aperta la Lega e gli amici dei 5 Stelle? Cioè, fino al 2020 si possono commettere impunemente i reati che si prescrivono: non è così, perché noi sappiamo che entrerà in vigore nel 2020 e si prescriveranno tra 18 anni, questi reati.

E allora, lo dico al Ministro e lo dico a noi stessi: quando si piantano delle bandierine sulla corruzione, dicendo che da Natale non ci saranno più corrotti grazie a questa norma, bisogna spiegare agli italiani che non è vero e che è una fuffa. La prescrizione entrerà in vigore nel 2020, e si prescriveranno i primi reati a partire dal 2020 più 18 anni, quindi stiamo parlando di eventi e di fatti che si produrranno tra 25 anni: è una cosa che non sta né in cielo né in terra.

Credo che sotto questo profilo un minimo di verità, Ministro, dovrebbe essere fatta; e credo che questo tipo di ragionamento dovrebbe condurla invece ad ascoltare quanto ci è stato detto da tutti gli auditi, e cioè che questa norma dev'essere accompagnata dall'entrata in vigore della riforma del processo penale. Perché è vero, lo ripeto, è vero che in alcuni Paesi non esiste la prescrizione, verissimo; ma in quei Paesi i processi durano 4-5 anni, non durano 20 anni. E allora sotto questo profilo se vogliamo fare un servizio all'Italia, dobbiamo dire che i processi devono durare meno di 20 anni.

PRESIDENTE. Collega Vazio, mi scusi. Colleghi, io pregherei, fermo restando che è normale che su questi provvedimenti ci sia un coinvolgimento tra deputati… Collega… Fantinati… Proprio mentre sto parlando…Io capisco ma si sieda nei banchi del Governo, le assicuro che nessuno la disturberà. Capisco che ci possa essere una fase, però cerchiamo di consentire a chi interviene di farlo in maniera normale. Prego, collega Vazio.

FRANCO VAZIO (PD). Volevo dire, e stavo dicendo che la corruzione si combatte con dei processi che si svolgono in tempi rapidi. Tutti gli auditi…Ripeto, il Presidente Mammone, Primo Presidente della Corte di cassazione, e il Procuratore generale presso la Corte di cassazione ci ha spiegato che non può essere introdotta questa riforma senza la riforma del processo penale, perché altrimenti si distrugge il sistema giudiziario del nostro Paese. La corruzione si sconfigge processando e condannando i corrotti, non allungando senza termine i processi. Nei Paesi come vengono ricordati da alcuni bene informati auditi del MoVimento 5 Stelle, in alcuni Paesi la prescrizione non esiste; ma non esiste perché in quei Paesi i processi si celebrano e si concludono in 3-4 anni: questo dev'essere l'obiettivo nostro! Non può essere l'obiettivo che i nostri processi possano durare 40 anni, perché se abbiamo come obiettivo i 40 anni, noi abbiamo come obiettivo quello di non celebrarli mai, i processi, quello di non dare mai soddisfazione alle vittime dei reati, e di non consentire ai cittadini di distinguere gli amministratori onesti dagli amministratori disonesti.

Coloro che si battono per un Paese onesto devono avere come obiettivo questo, cioè un processo che viene concluso entro pochi anni e non entro l'eternità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Questa norma è il trionfo dell'ipocrisia e sostanzialmente potrebbe essere paradigmatica di tutto quello che sta facendo in questo periodo questo strano Governo gialloverde, che sembra sostanzialmente non essere d'accordo quasi su nulla. Siccome i colleghi 5 Stelle hanno, mi pare, in materia di giustizia una sola Bibbia, e cioè Il Fatto quotidiano, mi permetto di ripetere a loro le parole esatte che scrive Marco Travaglio a proposito del raccordo politico fra prescrizione, signor Ministro, e riforma del processo penale. Dice Marco Travaglio, vostro vate ed ispiratore: mentre per il Ministro Bonafede e per il Ministro Di Maio la riforma del processo penale e la prescrizione sono due cose separate, non legate, questo dopo lo pseudo-compromesso che ha partorito questa norma, al contrario il Vice Presidente Salvini e il Ministro Bongiorno dicono ben altro. La Ministra leghista - scrive Travaglio - parla di riforme inscindibili. Se fosse stato qui il Ministro Salvini gli avrei chiesto se confermava queste parole e come oggi le leggeva in relazione a quest'articolo, nonché se condivide le parole del Ministro Bongiorno: la riforma della prescrizione sarà una parte del tutto - sagge parole - con la riforma del processo penale. Infine: “Se entra in vigore la riformona, uno o due mesi prima, allora ci sarà la prescrizione, ma se non entra in vigore la riforma del processo penale, la prescrizione non ci sarà», virgolettato di Matteo Salvini, Vicepremier e Ministro della Lega.

Ora, quello che c'è scritto qui dice ben altro. Quello che c'è scritto qui dice che, con un gioco di parole, avete trasformato un argomento importante e serio come la prescrizione in una norma truffa.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 19,06)

JOLE SANTELLI (FI). Di fatto, un ipotetico rinvio al 2020, che non serve sostanzialmente a nulla, ma che serve esclusivamente a salvare la faccia per la Lega, che aveva alzato le barricate su questa norma. La verità, signor Ministro - e lo dico veramente con gravità - è che quello che stiamo vedendo in questi giorni in questo Parlamento è un qualcosa di indicibile: ricatti e contro-ricatti all'interno di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) fra DDL anticorruzione e decreto sicurezza, fra un DDL anticorruzione che la Lega, parte della sua maggioranza non vuole ma che lei impone, ricattandoli con il decreto sicurezza. Questo lo stiamo vedendo tutti, questo sarà una vergogna, che pagherete davanti agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Partito Democratico ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un aumento dei tempi pari ad un terzo di quello originariamente stabilito.

Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.278 Bazoli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi del Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.279 Bazoli.

Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.279 Bazoli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del Partito Democratico e favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.280 Bordo.

Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.280 Bordo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e favorevole dei relatori di minoranza del Partito Democratico e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.274 Costa.

Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.274 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e favorevole dei relatori di minoranza del Partito Democratico e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.282 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, questo è un emendamento che ha una sua logica estremamente precisa. Si tratta della lettera H, che riguarda la non estensione alle pene accessorie dell'interdizione e dell'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione l'interdizione dai pubblici uffici, nonché della possibilità di non estendere gli effetti estintivi della pena sospesa alle pene accessorie.

E' una norma che appare superflua, tenuto conto che siamo di fronte a norme di carattere sostanziale, che in qualche maniera devono spiegare i propri effetti non certamente sul tempus regit actum ma sul fatto che, modificando una norma sostanziale, non possono che valere per il futuro.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 19,13)

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Però, noi abbiamo pensato, come esattamente è accaduto nel provvedimento sulla prescrizione ascrivibile al Governo del Ministro Orlando, di poter ribadire questo principio per evitare che qualche colpo di fulmine di carattere interpretativo potesse svilire un principio che a noi sembra assolutamente pacifico e vedo che la gioia del Governo mi conferma nel mio convincimento, perché solo così riesco a giustificare questa gioia che trapela dai banchi del Governo. Effettivamente, ho ragione: si tratta di una norma di carattere sostanziale e che, quindi, non può che rivendicare i suoi effetti per i fatti successivi - successivi - al vigore di questa legge.

In questo convincimento io ritiro questo emendamento - ripeto -, rassicurato dal via libera che l'atteggiamento del Governo mi dà su questo punto.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.0200 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, le chiedo scusa: mi conferma che siamo alla votazione del mio articolo aggiuntivo 1.0200?

PRESIDENTE. Esatto. Siamo su questo articolo aggiuntivo. Non votiamo l'articolo 1 perché ci sono gli emendamenti accantonati e, quindi, non possiamo votare l'articolo 1. Pertanto, passiamo alla votazione degli articoli aggiuntivi. Prego.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, questo emendamento è un emendamento a cui tengo particolarmente. È un emendamento, diciamo, che ha una sua logica. Noi sappiamo che la “legge Severino” prevede la sospensione degli amministratori locali per effetto soltanto della condanna in primo grado. Faccio un esempio: l'amministratore condannato per abuso d'ufficio viene sospeso con condanna in primo grado per diciotto mesi e molto spesso si dimette, ma molto spesso viene magari assolto successivamente, ciò creando, quindi, veramente un vulnus. Pertanto, ciò incide molto sull'articolo 27 della Costituzione, sulla presunzione di non colpevolezza. Questo emendamento prevede una cosa semplicissima: non è con la sentenza di primo grado che opera la sospensione, ma ci vuole almeno la sentenza di appello che confermi la sentenza di primo grado.

Io ho presentato questi emendamenti per introdurre nel dibattito questi temi, ma mi rendo conto anche che oggi il dibattito ha preso un'altra piega e abbiamo anche poco tempo per argomentarli. Mi voglio riservare di dedicarvi un apposito spazio in un apposito provvedimento. Quindi, ritengo che sia opportuno oggi avere introdotto semplicemente il tema e ritirare sia questo emendamento, sia l'emendamento successivo. Il tema è un tema - e lo dico anche al Governo - che ci vede molto sensibili da molto tempo e sul quale io penso sia opportuna una riflessione puntuale, mirata e, devo dire, ad ampio raggio.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, è solo per commentare il ritiro come “effetto Salvini” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, semplicemente per rassicurare il collega Borghi che noi qualche scelta la facciamo per ragioni tecniche, qualche scelta. Ecco, non c'è sempre una finalità politica e in questo provvedimento rivendichiamo questa caratteristica, di aver fatto delle scelte coerenti sul piano essenzialmente tecnico e indipendentemente dalle appartenenze: stia tranquillo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Quindi, gli articoli aggiuntivi 1.0200 e 1.201 Costa sono ritirati.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Presidente, emendamenti 3.200 e 3.201 Costa, parere contrario; identici emendamenti 3.204 Di Sarno, 3.205 Bazoli e 3.206 Costa, parere favorevole; emendamento 3. 208 Bazoli, parere contrario; emendamento 3.209 Costa, parere favorevole.

PRESIDENTE. Andiamo ai precedenti identici emendamenti 3.202 Vitiello, 3.210 Bazoli e 3.211 Costa.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il parere sull'emendamento 3.209 Costa è favorevole. Emendamento 3.8 Costa?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 3.11 Costa?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 3.12 Costa?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Presidente, i pareri sono contrari su tutti le altre proposte emendative, fino alle fine dell'articolo.

PRESIDENTE. Emendamenti 3.12, 3.13 e 3.14 Costa, parere contrario; emendamento 3.203 Vitiello, parere contrario.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Fino alla fine i pareri sono contrari.

PRESIDENTE. Emendamento 3.16 e 3.17 Costa, parere contrario.

Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Confermo i pareri espressi dalla relatrice per la maggioranza.

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Sull'emendamento 3.200 Costa mi rimetto all'Aula; mi rimetto all'Aula anche sull'emendamento 3.201 Costa; sugli identici 3.204 Di Sarno, 3.205 Bazoli e 3.206 Costa, parere favorevole; 3.208 Bazoli, parere favorevole; identici 3.202 Vitiello, 3.210 Bazoli e 3.211 Costa, favorevole; 3.209 Costa, parere favorevole; 3.8 Costa, parere contrario; 3.11 Costa, parere contrario; 3.12 Costa, parere contrario; 3.13 Costa, parere favorevole: 3.14 Costa parere favorevole; 3.203 Vitiello, parere favorevole; 3.16 Costa, parere contrario; 3.17 Costa, mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Relatore di minoranza Costa?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Presidente, emendamento 3.200 Costa, parere favorevole; emendamento 3.201 Costa, parere favorevole; identici emendamenti 3.204 Di Sarno, 3.205 Bazoli e 3.206 Costa, parere favorevole; emendamento 3.208 Bazoli, mi rimetto all'Aula; identici emendamenti 3.202 Vitiello, 3.210 Bazoli e 3.211 Costa, parere favorevole; emendamento 3.209 Costa, parere favorevole; emendamento 3.8 Costa, parere favorevole; emendamento 3.11 Costa, parere favorevole; emendamento 3.12 Costa, parere favorevole; emendamento 3.13 Costa, parere favorevole; emendamento 3.14 Costa, parere favorevole; emendamento 3.203 Vitiello, parere favorevole; emendamento 3.16 Costa, parere favorevole; emendamento 3.17 Costa, parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza del Partito Democratico, e il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.201 Costa. Avverto che è stata avanzata da parte del rappresentante del gruppo di Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, la richiesta di voto segreto sull'emendamento Costa 3.201, volto a sopprimere le lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 3. Tale richiesta può essere accolta sulla base di un giudizio di prevalenza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Gentile Presidente, questo emendamento tende a sopprimere una scelta tutt'altro che gentile, perché qualcuno avrà sentito parlare ma non sa esattamente che cosa possa significare l'uso indiscriminato del cosiddetto trojan sui dispositivi portatili in tema di reati contro la pubblica amministrazione. Presidente, è importante stabilire che cosa vuol dire essere soggetti ad un'indagine per un reato di pubblica amministrazione. Questo provvedimento slabbra completamente tutti gli automatismi che siano in qualche modo limiti al fatto che le procure possano introdurre, nei dispositivi portatili di un pubblico amministratore, un virus capace di intercettare tutto quello che accade alla “presenza” di questi dispositivi portatili. Io chiedo all'Aula se questo strumento barbaro, che parte semplicemente da un'iniziativa di un soggetto che possa ritenere di intrufolarsi comunque in tutto quello che ciascuno fa, è un'iniziativa che noi possiamo salutare come tendente al miglioramento della giustizia in questo Paese. Che cosa accadrà e che cosa dovrebbe accadere? Qui non è un problema di non avere nulla da temere, perché sappiamo benissimo che le captazioni, le intercettazioni, non sono uno strumento di prova chiara, ma sono uno strumento di prova equivoca per sua stessa natura; per non parlare della violazione della riservatezza - scusate se lo dico -, che è un bene protetto dalla Costituzione prima di tanti altri beni giuridici.

Cioè, qui stiamo abusando della posizione di potere per prendere a schiaffi la Costituzione, per introdurre sistemi di percussione delle libertà individuali per cui basterà essere soggetti ad un'indagine, ad una qualsiasi indagine di pubblica amministrazione, e non sapere se il cellulare è uno strumento di clamorosa ripetizione e riproduzione della propria vita privata. Siamo veramente in un regime! Ha ragione il Ministro Bonafede a utilizzare la parola “regime”, ma non il regime della prescrizione, il regime che voi volete instaurare in questo Paese togliendoci la libertà fondamentali. Votatelo! Votatelo! Dato il via libera a tutto questo, va benissimo! I cittadini non è che ve ne saranno grati, vi rincorreranno per questa roba, che si chiude in un perimetro di un'Aula ma, quando questa roba sarà fuori dall'Aula, sono convinto che - chi è cattolico lo sa, - ci sarà un pentimento: voi vi pentirete di questa roba! Vi pentirete profondamente, quando capirete che si tratta di strumenti idonei a limitare la libertà delle persone perbene. Un'indagine non è un processo, non è una sentenza, è un'ipotesi, e sull'ipotesi voi consentite che chicchessia possa entrare nelle vostre vite a piedi uniti e avere contezza di tutto quello che accade! Credo che non ci può essere dialogo, Ministro Bonafede, su chi porta avanti tematiche di questo genere. Il dialogo presuppone una parità di trattamento fra i due soggetti, voi invece ci proponete uno Stato percussione, che limita la libertà, che induce ad aver paura di vivere addirittura, che induce a dismettere i contatti con l'esterno e che chiude il soggetto in una solitudine che non è certamente sinonimo di uno Stato democratico. Volete isolare ciascuno di noi? Non ci riuscirete, noi combatteremo, e sono convinto che i cittadini vi rincorreranno per quello che state facendo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Voi non vi rendete conto, vi state assumendo delle gravi responsabilità. Votate! Noi abbiamo la coscienza a posto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, prendo la parola brevemente per rafforzare i concetti già espressi dal collega Sisto. Guardate che il captatore informatico è quel virus che rende il cellulare una cimice, una cimice ambulante. Chiunque ce l'abbia sulla scrivania, in macchina, sul comodino, sul tavolo di casa, tutto quello che dice ai propri familiari, ovunque, viene intercettato. C'erano dei limiti fortissimi, c'erano dei limiti stabiliti dalla Cassazione, soltanto per l'associazione per delinquere, oggi andiamo a consentire a dismisura l'applicazione per i reati contro la pubblica amministrazione di questo dispositivo. C'erano dei limiti, il giudice doveva dire dove questo dispositivo avrebbe dovuto scattare, magari nell'ufficio, magari nella macchina, ma aboliamo anche quei limiti stabiliti dal giudice. Lo dico anche ai colleghi della Lega, di pensare bene prima di votare un emendamento di questo genere, viste molte battaglie proprio su questi temi della tutela della riservatezza e considerato che il bilanciamento tra il dovere di svolgere l'indagine e la tutela della riservatezza dovesse essere sacrosanto. Da oggi, chiunque è indagato per peculato, per traffico di influenze, per corruzione, per concussione, potrà avere, se mette il cellulare sul suo comodino, intercettate tutte le sue conversazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Presidente, io dissento dal collega Sisto su una cosa: no, non è vero, onorevole Sisto, la gente normale non li inseguirà, perché non si percepisce la gravità di questa cosa da cittadino comune. Io mi ricordo una persona, che si chiamava Giuseppe Orsi, il quale era l'amministratore delegato di Finmeccanica, fu messo in galera, si dovette dimettere da amministrato delegato di Finmeccanica, fu messo ai margini della società per tre anni, e una delle frasi con cui fu incriminato era una registrazione nella quale diceva che era al frantoio e stava facendo l'olio. Secondo chi lo intercettava era un modo di dire che stava prendendo le tangenti, in realtà era al frantoio e stava facendo l'olio.

Però, intercettato, quella intercettazione fu interpretata, quindi venne utilizzato uno strumento, che considero normale per combattere la criminalità, venne interpretato e, sulla base di quella interpretazione, quella persona fu distrutta per quattro anni. Ne posso citare decine di esempi di questo tipo e non riguardano la gente comune: mia mamma non si preoccupa se la intercettano, tutt'al più telefona a me. Ma la possibilità di interpretare come si vuole un'intercettazione, che magari non vuol dire niente…Ricordo un nostro collega, di cui non faccio il nome, che telefonò alla moglie dicendole di portargli la roba; la roba era la roba da calcio e dovette spiegare per due anni e mezzo che era la roba per giocare a calcetto e non della droga, che non aveva mai usato.

Allora, il problema non sono gli strumenti, ma l'utilizzo che di questi strumenti si è fatto in questo Paese da parte, non di tutta, di una parte della magistratura, nonostante ci fossero delle tutele, nonostante ci fossero dei limiti a questi sistemi. Voi pensate il giorno in cui queste intercettazioni possano avvenire su tutti, senza particolare motivazione, in qualunque ora del giorno e della notte.

Tutti non sono 60 milioni di persone: quali sono? Quelle 10, 20, 30, 40, 50 mila persone che fanno la vita democratica del Paese e di cui, avendo in mano le conversazioni private, anche con la moglie, si può arrivare al ricatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Vi ricordate le telefonate tra il Ministro Guidi e suo marito, in cui si lamentava di una situazione privata, che sono state date in pasto a tutto un Paese, che ha giudicato un rapporto privato? E tutti noi gongolavamo di vedere lei che litigava con il marito e diceva “mi tratti in questo modo”. Ecco, non vorrei che noi adesso dessimo a questo Paese non più centinaia di intercettazioni, ma decine di migliaia di intercettazioni su chiunque abbia un minimo ruolo. Allora, se la stessa Cassazione ha chiesto che ci fossero dei limiti, non è per tutelare. Io voglio che siano tolti, io voglio che un delinquente sia indagato ovunque, ma la possibilità di intercettare chiunque di noi, in qualunque ora del giorno e della notte, è un potere immenso, dato senza controllo.

I latini dicevano: quis custodiet custodes? Quindi, il tema non era lo strumento, ma chi utilizzava lo strumento e il modo con cui veniva utilizzato lo strumento e noi in quest'Aula dobbiamo porcelo il tema. Non è che qualunque strumento è lecito nel perseguire il crimine, se quello strumento limita la libertà delle persone perbene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, per carità, io non vorrei che un magistrato, un carabiniere o un finanziere mi ascoltassero mentre litigo con mia moglie, mentre prendo in giro il mio collega e poi, un domani, estrapolassero una frase e, sulla base di quella frase, mi trovassi sbattuto in prima pagina su un giornale e dovessi aspettare cinque, dieci, vent'anni per riacquisire la mia dignità.

Ne ho visti troppi di questi casi in Italia. Quindi, no, onorevole Sisto: nessun cittadino inseguirà nessuno per questa legge. Questa legge non inquieta i cittadini, questa legge inquieta le persone che in questo Paese fanno qualcosa, ci mettono la faccia e, magari, possono essere ricattate anche se non fanno nulla di male (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.201 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza del Partito Democratico e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che è immediatamente convocata nella biblioteca del Presidente.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,40, è ripresa alle 20,50.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Benvenuto, Bonafede, Brescia, Buffagni, Castiello, Colucci, Cominardi, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Del Re, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fantinati, Ferraresi, Fioramonti, Gallinella, Gallo, Gehbard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grande, Guidesi, Liuzzi, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morrone, Picchi, Pignatone, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Tateo, Tofalo, Vacca, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che l'esame del disegno di legge in materia di misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione proseguirà nella serata odierna fino alle ore 22 e nella giornata di domani a partire dalle ore 9,30 e sino alla sua conclusione.

Nella stessa seduta di domani, alle ore 17, si svolgerà l'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri in ordine alle valutazioni della Commissione europea in relazione alla manovra di bilancio per il 2019.

È stato altresì convenuto che l'inizio dell'esame del decreto-legge in materia di sicurezza, approvato dal Senato, con scadenza il 3 dicembre 2018, già previsto nel vigente calendario a partire da venerdì 23 novembre, è differito a lunedì 26 novembre con prosecuzione nelle giornate successive.

Il programma si considera conseguentemente aggiornato.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1189-A: Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici e dell'abbinata proposta di legge n. 765.

Ricordo che prima della sospensione è stato da ultimo respinto l'emendamento 3.201 Costa. Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 15.500 che è in distribuzione.

(Ripresa esame dell'articolo 3 - A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.204 Di Sarno, 3.205 Bazoli e 3.206. Costa, a pagina 14 del fascicolo. È stata avanzata, da parte del rappresentante del gruppo di Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo del Regolamento, la richiesta di voto segreto su tali emendamenti. La richiesta può essere accolta.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, pongo in votazione, a scrutinio segreto, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza…

Scusate, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, questo è un emendamento che viene accolto, per fortuna; è uno dei pochissimi che sono stati accolti dalla maggioranza, ed è però un miglioramento molto rilevante del testo, perché era stata introdotta, con questo comma che noi aboliamo dal testo, una previsione assolutamente inaccettabile, perché era una previsione che, sostanzialmente, comportava l'obbligo di arresto in flagranza per tutti, indistintamente, i reati contro la pubblica amministrazione, quindi in deroga rispetto ai principi generali che sono posti dal codice e ai limiti di pena previsti per l'arresto obbligatorio in flagranza. Era una scelta che possiamo definire manettara che, per fortuna, è stata modificata con l'accoglimento del nostro emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, questa norma non era inserita nell'originario disegno di legge; è stata inserita con un emendamento in Commissione e prevedeva, addirittura, l'arresto obbligatorio in flagranza per i reati contro la pubblica amministrazione, per tutti i reati. Addirittura, per il traffico di influenza, un reato che è punito con una pena inferiore rispetto alla pena minima per aversi, secondo la regola generale, arresto obbligatorio in flagranza. Si sarebbe arrivati al punto di avere l'arresto obbligatorio in flagranza per un reato per il quale non è prevista la custodia cautelare in carcere. Lo avevamo evidenziato in Commissione e avevamo avuto una maggioranza sorda rispetto alle nostre considerazioni. Devo dire che siamo contenti che, finalmente, ci sia stata una presa d'atto delle contraddizioni che sarebbero emerse approvando questo emendamento in sede definitiva. Quindi, voteremo a favore di questo emendamento e a favore della soppressione di questa norma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.204 Di Sarno, 3.205 Bazoli e 3.206 Costa, con il parere favorevole di Commissioni, Governo e dei relatori di minoranza del PD e Forza Italia…

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Ritiro la richiesta di voto segreto.

PRESIDENTE. È stata ritirata la richiesta di voto segreto, quindi il voto sarà palese.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.204 Di Sarno, 3.205 Bazoli e 3.206 Costa, con il parere favorevole di Commissioni, Governo e dei relatori di minoranza del PD e Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Si intendono quindi preclusi l'emendamento 3.208 Bazoli e gli identici emendamenti 3.202 Vitiello, 3.210 Bazoli e 3.211 Costa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.209 Costa, con il parere favorevole di Commissioni, Governo e relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Costa, con il parere contrario di Commissioni e Governo, con il parere contrario del relatore di minoranza del PD e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza del PD ha espresso parere contrario e il relatore di minoranza di Forza Italia ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.12 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza del PD ha espresso parere contrario e il relatore di minoranza di Forza Italia ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza del PD e di Forza Italia hanno espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.14 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza del PD e di Forza Italia hanno espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.203 Vitiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza del PD e di Forza Italia hanno espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.16 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, nonché del relatore di minoranza del PD, mentre il relatore di minoranza di Forza Italia ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.17 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza del PD si rimette all'Aula e il relatore di minoranza di Forza Italia ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza per la II Commissione, deputato Bazoli, ad esprimere il parere.

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Il parere è contrario su tutti e tre gli emendamenti, 4.1 Costa, 4.2 Costa e 4.3 Costa.

PRESIDENTE. Invito ugualmente il relatore di minoranza per la II Commissione, deputato Costa, ad esprimere il parere.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, nonché del relatore di minoranza del PD, mentre il relatore di minoranza di Forza Italia ha espresso parere favorevole

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.2 Costa

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Grazie Presidente, brevissimamente, perché questi emendamenti attengono al tema del reato di corruzione tra privati. È un reato che è stato inserito dalla legge Severino nel nostro ordinamento, se non ricordo male, e che aveva una caratteristica: la corruzione tra privati aveva l'attivabilità a querela di parte. Se un privato riteneva in sostanza di non avere interesse ad attivare l'azione giudiziaria nei confronti della persona che aveva posto in essere questo reato tra privati, l'azione non poteva partire. Con l'intervento del Governo la procedibilità a querela viene soppressa, quindi si procederà d'ufficio. Noi riteniamo che, invece, attenendo a rapporti privatistici, non essendoci problemi e profili attenenti al profilo pubblicistico, debba essere mantenuta la procedibilità a querela. Questa è la ratio del nostro emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore minoranza del Partito Democratico e favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del Partito Democratico e favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti tranne un parere favorevole, con riformulazione, sull'emendamento 5.200 Bazoli.

PRESIDENTE. Scusi, sugli emendamenti 5.2 Costa e 5.3 Lucaselli il parere è contrario. Il parere sull'emendamento 5.200 Bazoli?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Favorevole con riformulazione.

PRESIDENTE. Ce la legge?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione.

Al comma 1, dopo le parole: legge 26 luglio 1975, n. 354 aggiungere le seguenti: dopo le parole “collaborino con la giustizia a norma dell'articolo 58-ter della presente legge” sono inserite le seguenti: “o a norma dell'articolo 323-bis, secondo comma, del codice penale”.

Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti 5.4, 5.5 e 5.6 Costa.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere è conforme a quello della relatrice per la maggioranza per la II Commissione.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza del PD?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole su tutti gli emendamenti all'articolo 5, Presidente.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza di Forza Italia?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Signor Presidente, raccomando l'approvazione di tutti gli emendamenti a mia prima firma e sull'emendamento Bazoli 5.200, mentre esprimo parere contrario sull'emendamenti 5.3 Lucaselli.

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Avverto che la prossime votazioni avranno luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del Partito Democratico e di Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.3 Lucaselli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza di Forza Italia-Berlusconi Presidente, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del Partito Democratico.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo adesso all'emendamento 5.200 Bazoli. Deputato Bazoli accetta la riformulazione proposta dalla relatrice Businarolo?

ALFREDO BAZOLI (PD). Sì?

PRESIDENTE. Sta bene.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Anche in questo caso credo che sia un piccolo miglioramento del testo della legge. Questo è un articolo, l'articolo 5, che io non condivido perché è un articolo che sostanzialmente parifica i condannati per reati contro la pubblica amministrazione ai condannati per mafia o per terrorismo, con fortissime limitazioni alle norme previste l'ordine del penitenziario a favore dei detenuti. Credo che la norma che introduciamo con questo emendamento sia un piccolo miglioramento perché almeno esclude dall'applicazione di questa rigidità i condannati che siano, però, stati condannati con una pena e l'applicazione delle circostanze attenuanti previste per reati contro la pubblica amministrazione. È un piccolo miglioramento che, ovviamente, accogliamo con favore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200 Bazoli, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza del Partito Democratico e di Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.4 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Brevissimamente, Presidente. Questa è la norma che stabilisce il diniego di qualsiasi beneficio penitenziario ma, soprattutto per i soggetti puniti per reati contro la pubblica amministrazione, evidenzio un punto: l'affidamento in prova al servizio sociale. L'affidamento in prova al servizio sociale è richiesto normalmente attraverso un percorso che prevede la sospensione dell'ordine di carcerazione. Quindi, la persona non entra in carcere: se viene punita a due anni e un mese non entra in carcere e si sospende l'ordine di carcerazione e questi può chiedere l'affidamento in prova al servizio sociale.

Oggi noi per tutti i reati contro la pubblica amministrazione prevediamo che si vada in carcere e si possa dal carcere soltanto chiedere l'affidamento in prova al servizio sociale. Devo dire che è una scelta per noi discutibile ma ancora più discutibile per alcuni reati che noi chiediamo di togliere da questa gamma, cioè il traffico di influenza e il peculato. Quindi, su questi due reati noi chiediamo di avere una disciplina diversa perché sono reati che hanno comunque una punibilità diversa e che, comunque, devo dire che hanno un disvalore diverso, ad esempio rispetto alla concussione o alla corruzione. Questo è lo spirito dei nostri emendamenti.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, chiedo l'accantonamento di questo emendamento.

PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento 5.4 Costa è accantonato. Di conseguenza, sono accantonati anche gli emendamenti 5.5 e 5.6 Costa. Accantoniamo anche l'articolo 5.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Presidente, il parere è contrario su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Deputata Businarolo, mi scusi: emendamento 6.2 Costa?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario. La Commissione esprime altresì parere contrario sull'emendamento 6.5 Costa, sugli identici emendamenti 6.6 Bartolozzi e 6.4 Conte, sugli emendamenti 6.7 Ferri, 6.8 Conte e 6.9 Bartolozzi.

PRESIDENTE. Il Governo (Una voce: Il Governo!)? Lo chiedo io al Governo.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza per la II Commissione, deputato Bazoli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Presidente, il parere è favorevole su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza per la II Commissione, deputato Costa?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Presidente, il parere è favorevole su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.5 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.6 Bartolozzi e 6.4 Conte, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.7 Ferri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, questo emendamento cerca di migliorare una norma che sta passando in cavalleria, la norma dell'agente sotto copertura, una norma su cui in audizione abbiamo sentito molte critiche da parte di molti auditi che ci hanno spiegato, in primo luogo, che l'agente sotto copertura in contesti come quelli corruttivi, dove ci sono accordi tra privati, non può funzionare perché è immediatamente riconoscibile e, quindi, è largamente inefficace; in secondo luogo, che è molto rischioso, perché l'agente sotto copertura in quei contesti e soprattutto per come è formulata la norma rischia di trasformarsi in alcuni casi in agente provocatore, soprattutto per alcune cosine che sono scritte in fondo, là dove si dice che può svolgere anche attività prodromica e strumentale alla sua attività.

Allora, secondo noi questa norma è molto rischiosa e molto pericolosa, perché il rischio è che questo agente sotto copertura si trasformi in un agente provocatore, cioè qualcuno che in nome dello Stato provoca reati per reprimerli, il che mi pare una cosa poco raccomandabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, è opportuno questo emendamento perché un conto è l'agente sotto copertura, che svolge un'attività di osservazione (per osservare e portare le prove) e un conto è un agente sotto copertura che - e recito il testo della norma - “corrisponde denaro o altra utilità, promette o dà denaro o altra utilità richiesta da un pubblico ufficiale, come prezzo della mediazione illecita (…) oppure compie attività prodromiche o strumentali”.

È chiaro che quindi qui non si tratta di un mero osservatore delle condotte criminose; qui si tratta di una persona che svolge attivamente.

È chiaro che qui si dice che deve essere svolto in esecuzione di un accordo illecito già concluso da altri, ma noi non abbiamo qui una norma che, diciamo, svincoli l'attività causale dell'agente sotto copertura e ci evidenzi che, quando questa attività diventa causale del reato, quest'agente diventa punibile. Queste era la norma che noi avremmo voluto e avremmo immaginato. Quindi, è evidente che questa norma si chiama “agente sotto copertura”, ma verrà tradotta molto spesso in “agente provocatore”. Questo è lo spirito di questo emendamento e lo spirito anche dei successivi.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, volevo fare i complimenti al sottosegretario Giorgetti, che nel frattempo è stato promosso Ministro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.7 Ferri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.8 Conte. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, intervengo per illustrarlo brevemente. L'emendamento, con la semplice aggiunta dell'avverbio “autonomamente” dopo le parole “promettono denaro o altra utilità richiesti” da un pubblico ufficiale, si pone l'obiettivo, senza incidere in maniera significativa sul contesto del comma, di sganciare i due fatti. “Autonomamente” significa che il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio non è stato sollecitato alla richiesta, quindi non è quella richiesta il frutto di una sollecitazione, di un'induzione da parte dell'agente sotto copertura, che quindi rimane tale, non diventa provocatore. Con questo semplice avverbio si può limitare, si può contenere, sterilizzare la preoccupazione di un'esorbitazione dal confine da parte dell'agente sotto copertura nel campo dell'agente provocatore. Presidente, se possibile chiedo anche al relatore l'accantonamento, per farle valutare questa possibilità.

PRESIDENTE. Deputata Businarolo, c'è una richiesta di accantonamento dell'emendamento 6.8 Conte.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.8 Conte, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.9 Bartolozzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione… Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, spiego il perché della richiesta di accantonamento, che sto formalizzando. Bisogna spiegare la differenza tra agente provocatore e agente infiltrato, perché il Governo vorrebbe fare entrare dalla finestra ciò che non è entrato dalla porta. Ministro, capisco che lei acconsente e muove la testa, però, se così è, dovrebbe capirne il perché (Commenti del deputato D'Ettore).

PRESIDENTE. D'Ettore, lei deve stare in silenzio.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). È una difesa d'ufficio. Presidente, io recupero il tempo.

PRESIDENTE. Ci penserò. Andiamo avanti.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Andiamo al tema della discussione: differenza tra agente provocatore e agente infiltrato. La differenza è che il reato deve essere iniziato, perché se non è iniziato la differenza tra le due figure non si concepisce. Allora io ho suggerito con l'emendamento - noi abbiamo suggerito - di togliere le parole “attività prodromiche”, perché se l'agente di polizia fa un'attività prodromica vuol dire che il reato non è ancora iniziato. Quando ho fatto questa osservazione in Commissione, Presidente, i colleghi relatori della maggioranza mi hanno risposto con una considerazione che mi lascia basita, perché mi hanno detto: collega, questo è un problema in realtà già superato, perché a differenziare è un testo che riprende la dicitura dell'articolo 9, e la giurisprudenza si è già più volte pronunciata. Allora, Presidente, per il suo tramite mi rivolgo alla collega Businarolo: perché demandare alla magistratura quello che è compito del legislatore? L'attività prodromica evidentemente si riconnette all'agente provocatore, quindi togliamo questa dicitura. Non possiamo domandare ai giudici di sopperire a quello che è il compito del legislatore, quindi togliamo una dicitura che lascia spazio ad ambiguità. Ministro Bonafede, non toglie niente se lei apre un minimo all'interlocuzione, non apra solo le porte del Ministero. Ministro, lei apre solo le porte, ma non il cervello.

PRESIDENTE. Deputata Bartolozzi, rimaniamo nei termini consoni.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, non è offensivo. Il confronto, Ministro, dimostra intelligenza. Allora, l'attività prodromica vuol dire che un reato non ha ancora iniziato il suo percorso, quindi se si parla di attività prodromica evidentemente è l'agente provocatore, allora togliamo una dicitura che dà luogo a dubbi interpretativi. Non facciamo che i magistrati debbano andare ad interpretare un disposto normativo che è ambiguo nella formulazione. Quindi, Presidente, ribadisco la richiesta di accantonamento, perché non facciamo male. Spero che la relatrice voglia assentire alla richiesta di accantonamento, perché la risposta che mi è stata data in Commissione non è sufficiente. Non basta dire che la giurisprudenza ha risolto il problema, perché li dobbiamo risolvere noi, colleghi, i problemi, non i magistrati, noi che creiamo norme che si prestano a cattive interpretazioni. Quindi, se c'è un'altra risposta, l'accetto, se la risposta è quella della Commissione, cioè che la giurisprudenza ha già chiarito, non mi basta. Togliamo l'ambiguità, facciamo sì che i magistrati sappiano cosa vanno ad applicare, quali sono le norme che applicano, e quindi, Presidente, riprendiamo e diamo di nuovo al Parlamento il compito che gli è proprio: facciamo norme chiare che non si prestino ad abusi interpretativi. Quindi, ribadisco la richiesta di accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Deputata Businarolo, c'è una richiesta di accantonamento sull'emendamento 6.9 Bartolozzi.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, vorrei sommessamente chiederle perché, ogniqualvolta presiede lei, puntualmente deve richiamare il collega D'Ettore. Non vorrei che ci fosse un pregiudizio prettamente personale, anche perché mi pare…

PRESIDENTE. Grazie, va bene così. Avverto che il gruppo di Forza Italia ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà ad un solo deputato di tale gruppo, su ciascun emendamento, lo svolgimento di un intervento della durata di un minuto, al fine di esprimere la posizione del gruppo, da imputare ai tempi previsti per gli interventi a titolo personale.

Passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.9 Bartolozzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del Partito Democratico e di Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Passiamo ai pareri sugli articoli aggiuntivi 6.07 Zanettin e 6.0200 Ciaburro. Deputata Businarolo?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli articoli aggiuntivi 6.07 Zanettin e 6.0200 Ciaburro.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere contrario su entrambi.

PRESIDENTE. Deputato Bazoli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole su entrambi.

PRESIDENTE. Deputato Costa?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole su entrambi.

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.07 Zanettin, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza del Partito Democratico e di Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 6.0200 Ciaburro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo lo abbiamo voluto fare per cercare di aiutare quei comuni che si ritrovano ad avere meno personale, e quindi meno dirigenti, meno posizioni organizzative, e quindi portare avanti quelli che sono gli adempimenti previsti che diventano veramente troppo significativi in termini di risorse economiche e di uomini. Per cui, per quello che riguarda la rotazione delle posizioni organizzative, in tantissimi, in centinaia e centinaia di comuni le posizioni organizzative sono addirittura ricoperte dagli amministratori stessi a titolo totalmente gratuito, con tutte le responsabilità che hanno in capo. Per cui, chiediamo che in questi comuni le posizioni organizzative, ovviamente laddove non ci sono, non possano ruotare, piuttosto che il piano anticorruzione possa essere sostituito da una relazione sugli obiettivi strategici, che venga adottata dalla giunta comunale entro il 31 gennaio. Di fatto, aiuterebbe quelli che oggi sono quasi dei missionari in questi comuni, senza risorse e senza personale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Alla luce di quanto illustrato dalla collega Ciaburro, chiedo che si possa accantonare questo articolo aggiuntivo, che ha un impatto, ovviamente, non importante sui temi fondamentali che politicamente fanno parte della vostra proposta di legge, e quindi che ci consenta da stasera a domattina di fare un'ultima riflessione, nella prospettiva, in parte da voi già accolta su altri articoli del disegno di legge, di non sovraccaricare dal punto di vista burocratico i soggetti più piccoli e più deboli. Quindi, auspico si possa quanto meno accantonarlo e ragionare fino a domattina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputata Businarolo, c'è una richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 6.0200 Ciaburro.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario (Commenti).

PRESIDENTE. Senza commentare in questo modo, grazie. Capisco la delusione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per annunciare il voto favorevole del nostro gruppo a questo articolo aggiuntivo, che è di assoluto buonsenso, e mi permetto, per il suo tramite, di rivolgermi al Vicepresidente Salvini perché…no, non è strumentale. La Lombardia, che lui conosce bene, il Veneto e il Piemonte sono regioni caratterizzate proprio dalla presenza di questi comuni. Credo che, da questo punto di vista, questo sia un articolo aggiuntivo non costoso, che non interviene, non ha nessun tipo di costo; è un articolo aggiuntivo di buonsenso, che consentirebbe di alleggerire, nei comuni sotto i 5 mila abitanti, una serie di incombenze burocratiche. Credo che, se i sindaci della Lega potessero votare, voterebbero favorevole a questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie. Nell'annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, vorrei portare all'attenzione, non tanto del Ministro Salvini, che ha sicuramente esperienza, ma quanto del Ministro Bonafede, che, probabilmente, non è mai entrato in un municipio con popolazione inferiore a 5 mila abitanti, che questo articolo aggiuntivo va nella direzione di consentire un'attività normale a questi enti, perché molti di questi enti, signor Ministro, non possono fare la rotazione dei dirigenti perché i dirigenti non li hanno; e quindi, non avendo la principale, è impossibile esercitare la subordinata. Se lei dà parere contrario a questa cosa, semplicemente non sa come è fatta l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Grazie, Presidente. Questo è un aspetto davvero singolare, perché rileggendo…

PRESIDENTE. Deputati, sta parlando la vostra collega. Ministro, per favore. Ministro Salvini, senza rispondere. Andiamo avanti.

DANIELA RUFFINO (FI). Dicevo, rileggendo l'articolo aggiuntivo, e, probabilmente, potrà farlo anche il Ministro con noi, nei comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti la rotazione dei dirigenti e funzionari è facoltativa. Sappiamo tutti benissimo che nei comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti abbiamo dipendenti in categoria D, D2 e D3, e credo sia…

PRESIDENTE. Per favore, Ciaburro. Per favore, Salvini, per favore!

DANIELA RUFFINO (FI). Sto parlando a favore dell'articolo aggiuntivo a firma Ciaburro.

PRESIDENTE. Le faccio anche recuperare il tempo, vada avanti.

DANIELA RUFFINO (FI). Certo, la ringrazio. Quindi, si tratta di conoscere, forse, un po' gli enti locali. Se vogliamo immaginare la morte degli enti locali facciamo… Approviamo questo articolo aggiuntivo. Ma se non fossero i comuni e vogliamo passare alle unioni dei comuni, riscontriamo, Presidente e, per suo tramite, Ministro, la medesima situazione.

Forse questa è stata una svista, cerchiamo almeno di accantonare questo articolo aggiuntivo che così come è formulato, non risponde al vero, ossia alla fotografia degli enti locali, ma neanche sotto i 15.000 abitanti, perché questi comuni non hanno la figura del dirigente, quindi, è impossibile da attuarsi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Solo per avvertire l'Aula e, tramite lei, tutti i colleghi, che questo stesso emendamento, relativamente ai comuni sotto i 15.000 abitanti, era stato presentato in Commissione dai colleghi della Lega. Quindi, comunque, credo che ci fosse la volontà e, oggettivamente, la consapevolezza che non si trattasse di un emendamento sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.0200 Ciaburro, con parere contrario delle Commissioni e del Governo e parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia…

CIRO MASCHIO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Lei è già intervenuto…

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, siccome non ha senso essere forti con i deboli e infierire immotivatamente sui piccoli comuni, io chiedo quantomeno che si voti questo accantonamento dell'emendamento - è un voto di buon senso - in modo che sia tracciato anche chi ha voluto togliere ai piccoli comuni questa opportunità di buon senso di ragionare da stasera fino a domattina. Non abbiamo fatto un secondo di ostruzionismo in tutta la giornata, quindi, mi appello al vostro buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (FI). Presidente, la ringrazio e sarò molto semplice, come al solito. Io mi rivolgo ai Ministri in senso generale; questo provvedimento che riguarda gli enti locali, Ministro, è qualcosa un pochino fuori dal normale, per chi ha fatto l'amministratore; l'ho detto prima, ve lo chiedo per piacere, guardate, non ha senso nulla, perché chi vive i comuni, specialmente i piccoli comuni, che sono oltre la metà di tutti i comuni italiani, ma li vogliamo prendere in giro? Un consigliere comunale, di un comune di 800 mila abitanti, capisce che quello che voi scrivete sui dirigenti è da ridere, cioè ci ridono sopra a un Governo che si mette a dire: ma i dirigenti… ma se persino il sindaco devo andare a pulire le strade per conto suo, ma vi chiedo scusa, ma come fate a pensare che i dirigenti si mettano lì (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia), ma ci sono buche da tutte le parti, al di là di Roma. Ma vi chiedo scusa, ve lo dico col buonsenso, non ve lo dico per polemica. Io non riesco a capire. Guardate lo dico qui e finisco, Presidente, mi rivolgo (Deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia scandiscono: Accantona! Accantona!)

PRESIDENTE. Per favore, facciamo concludere il collega… Ciaburro…

OSVALDO NAPOLI (FI). Presidente, mi rivolgo veramente con il cuore. Gli amministratori che leggono, ascoltate, vi dicono, ma cosa fate? Perché sanno tutti che non esiste. Io lì vedo una persona che stimo molto, il sottosegretario Garavaglia ha fatto il sindaco per tanti anni, è persona che conosce profondamente tutto. Guardate io credo che se voi parlate con lui vi consiglia direttamente; al di là dei colori politici, fatelo, per piacere. Dimostrate una volta, qualche volta, che avete i piedi per terra (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, ricordo che la proposta di accantonamento è una proposta sull'ordine dei lavori sulla quale, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento il Presidente ha facoltà, non l'obbligo, di chiamare l'Aula a decidere. Sulla proposta di accantonamento, inoltre, il Regolamento, all'articolo 86, comma 7, prevede che sia sempre interpellato il relatore.

La Presidenza ha già posto in votazione nella giornata odierna varie richieste di accantonamento, con il parere contrario del relatore, che sono state respinte dall'Assemblea. Preso atto dell'orientamento negativo dei relatori su tali proposte, come già fatto in precedenti e analoghe occasioni, a partire dalla prossima richiesta, in presenza di un avviso negativo dei relatori, non chiamerò più l'Assemblea a decidere con una votazione, ma per questo facciamo la votazione sull'accantonamento.

Quindi, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 6.0200 Ciaburro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 110 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.0200 Ciaburro, con il parere contrario di Commissioni e Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza PD e Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Emendamento 7.1 Costa, contrario; 7.201 Bartolozzi, contrario; 7.200 Bazoli, contrario; 7.202 Bartolozzi, contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Bazoli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. I pareri sono tutti favorevoli, Presidente.

PRESIDENTE. Costa?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Anche per me, tutti favorevoli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Costa, con parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole dei relatori di minoranza PD e Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.201 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, appena due parole, perché non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire, però noi di Forza Italia che siamo dei garantisti…Presidente, neanche lei mi ascolta.

PRESIDENTE. In realtà, la stavo ascoltando, con l'orecchio destro…

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Lo so che mi ascolta, però io voglio che mi guardi, così, insomma, almeno con lei…

PRESIDENTE. Quante pretese…

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, tranquillizzi perché pensano che ci sia un ponte tra me e lei.

PRESIDENTE. Non è questo il momento di parlare; parli dell'emendamento, grazie. Intendevo, non è il luogo, alle 22 dobbiamo sospendere, cioè chiudere.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, sarò breve.

PRESIDENTE. Sarà breve, perché ha un minuto. Colleghi per favore, colleghi, capisco l'ora però andiamo avanti.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, non riesco a…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, colleghi, capisco l'ora, però andiamo avanti. D'Ettore! Andiamo avanti. Deputata Bartolozzi, concludiamo.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Posso, Presidente?

PRESIDENTE. Un minuto. Prego.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Un minuto, sarò velocissima. Abbiamo massacrato, Ministro, le persone fisiche, perché irroghiamo pene draconiane, non sospendiamo le pene accessorie che resistono alle pene principali e sono oltre, la riabilitazione della riabilitazione, massacriamo i cittadini, e d'accordo. Lei massacra anche le imprese, Ministro, perché il decreto legislativo n. 231 del 2001 prevede che le sanzioni interdittive… Ministro, non sorrida, mi ascolti: non penso di dire cose che sono fuori dal contesto normativo, abbia almeno un po' di…Una giurista di poco conto le dice qualcosa che le può solleticare una riflessione, abbia almeno la bontà di ascoltare senza sorridere.

PRESIDENTE. Deve concludere perché il suo è un intervento a titolo personale, un minuto.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente…

PRESIDENTE. È passato il minuto, mi dispiace.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Sarò velocissima. Il decreto legislativo n. 231 prevede le sanzioni interdittive da tre mesi a due anni, noi le portiamo da cinque a dieci anni. Un'impresa che ha una sanzione accessoria da cinque a dieci anni muore, e questo non farà morire solo le imprese, avrà ricadute grandissime sul lavoro, sull'occupazione…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Onorevole Presidente, volevo denunciare la flagranza di un reato molto chiaro: il traffico di influenze, che è esercitato, dopo molti mesi di assenza dell'onorevole Salvini e dell'onorevole Di Maio, dalla loro presenza per indurre saggi e autonomi parlamentari, vincolati all'articolo 67 per potere essere liberi, a votare come vuole il Governo in modo obbligatorio senza libertà personale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Perché non possono non sapere loro, amici della Lega che io stimo, più dei 5 Stelle che sono, come dire, dei profughi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), cosa vuol dire governare un Paese…

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi! Deputato Sgarbi, usi parole appropriate!

VITTORIO SGARBI (MISTO). Governare un Paese… Governare un Paese… Governare un Paese di mille abitanti senza avere dirigenti veri, lo sanno! E il loro voto contro gli emendamenti è un voto di vigliaccheria e di traffico di influenze. Abbiano coraggio di tornare liberi, liberi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.201 Bartolozzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza del PD e di Forza Italia hanno espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Essendo giunti alle ore 22,04, come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD). Presidente, ho presentato un'interrogazione al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, perché in Tanzania, che è un Paese sottoscrittore della Convenzione internazionale sui diritti civili…

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 22,05)

PRESIDENTE. Collega, mi scusi. Collega, mi scusi un attimo.

Colleghi, se dovete uscire vi chiedo di farlo in silenzio: c'è un collega che sta cercando di intervenire.

ALESSANDRO ZAN (PD). Dicevo che ho presentato, Presidente, un'interrogazione al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, perché in Tanzania, che è un Paese sottoscrittore della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, stiamo assistendo ad una palese violazione dei diritti umani. Infatti contro le persone gay, lesbiche e trans è in corso una vera e propria persecuzione: in uno Stato che già prevede il reato di omosessualità punibile fino a 25 anni di carcere, il Presidente John Magufuli ha iniziato una vera e propria campagna di discriminazione verso persone anche solo sospettate di essere omosessuali. In particolare, nel 2017 ha decretato la chiusura di 40 strutture sanitarie impegnate nella cura dell'HIV, una piaga sanitaria in Tanzania, con l'accusa di essere luoghi che favoriscono i rapporti e le relazioni omosessuali, limitando dunque l'attività di numerose ONG ed organizzazioni umanitarie e cacciando dal Paese i cittadini stranieri che si occupano della tutela dei diritti delle persone LGBT.

Tuttavia il culmine di questa campagna è stato raggiunto lo scorso 29 ottobre, quando il governatore della regione più popolosa ed importante, Paul Makonda,…

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.

ALESSANDRO ZAN (PD). …ha dichiarato in una conferenza stampa di voler iniziare una campagna di arresti per tutti coloro che sono sospettati di omosessualità, minacciando di torturare i sospettati. Molte associazioni umanitarie operanti nel Paese denunciano già decine di arresti sommari e ingiustificati verso persone appartenenti alla comunità LGBT.

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.

ALESSANDRO ZAN (PD). Dunque oggi, essendo ieri la giornata del TDOR, Transgender Day of Remembrance, ho presentato un'interrogazione al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale affinché l'Italia si impegni in prima linea nella tutela e nella diffusione del rispetto dei diritti umani, come esige la nostra Costituzione, chiedendo la cessazione delle persecuzioni in Tanzania e mobilitandosi per concedere asilo immediato alle persone sotto attacco in quel Paese. E se necessario, qualora continuassero…

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di concludere.

ALESSANDRO ZAN (PD). Sto concludendo…questi arresti di massa e queste persecuzioni, di tagliare, come ha fatto un Paese come la Danimarca, gli aiuti economici che l'Italia sta concedendo ad un Paese che si sta macchiando di odiosi crimini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Camillo D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, purtroppo denuncio ancora una volta in quest'Aula un fatto spiacevole che riguarda la mia regione, ma soprattutto riguarda persone in carne e ossa: i lavoratori della Ball, un'azienda che produce lattine, azienda americana che ha deciso da un giorno all'altro di chiudere e di andare in Serbia. Il decreto, la legge, la norma che avevate salutato per evitare la delocalizzazione non ha alcun effetto, purtroppo. Ma io non sono qui per polemizzare: sono qui per chiedere al Ministro in persona, Di Maio, di assumere su di sé questa vertenza; e assumere su di sé significa occuparsene, non mandare uno stipendiato del Ministero, un tal Sorial, non eletto alle elezioni politiche e diventato consulente del Ministero, e che va in televisione a parlare di un'azienda, e va in televisione a parlare di questa vicenda non per mettere insieme le istituzioni, ma per fare politica e propaganda, come è avvenuto oggi.

Il fidanzato Sorial, abruzzese, deve capire che le persone in carne ed ossa hanno perso il lavoro; e l'ultimo giorno in cui prenderanno lo stipendio, ironia della sorte, sa qual è? È esattamente il 25 dicembre! Da Natale non riceveranno più lo stipendio, e Sorial, uno stipendiato del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, invece di mettere insieme, invece di lavorare, invece di fare ciò per cui è pagato, si mette a fare politica e propaganda sulla pelle dei cittadini.

PRESIDENTE. Concluda.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Quindi noi vogliamo sapere (concludo) se il Ministro in prima persona assume su di sé questa vertenza. Abbiamo bisogno del Governo, abbiamo bisogno dello Stato e non dei comizi di Sorial (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Carlo Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Un inabile al lavoro totale, al 100 per cento, chiede la pensione di invalidità per aver lavorato 30 anni: la domanda viene respinta perché sono trascorsi 2 anni da quando ha versato l'ultimo contributo, e deve sopravvivere, continuando ad attendere, senza una lira, senza un centesimo per altri 20-25 anni, la pensione di vecchiaia.

Io chiedo che si provveda affinché i versamenti volontari che gli consentirebbero di avere la pensione per inabilità totale dopo tre anni di versamenti gli vengano anticipati dall'Istituto nazionale della previdenza sociale. Viva i pensionati. Pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Soave Alemanno. Ne ha facoltà.

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, nelle scorse ore il maltempo ha messo ancora una volta a dura prova il Paese ed anche la mia terra, il Salento. All'alba di ieri, una tromba d'aria ha devastato molti Paesi nel sud della Puglia, un treno è deragliato, decine di aziende sono state smantellate e la produzione agricola è in ginocchio. Le conseguenze sono state terribili, come da settimane avviene in tutte le regioni del nostro Paese. Vigili del fuoco e forze dell'ordine sono impegnati “h24” a salvare il salvabile. Oltre a rivolgere un ringraziamento a questi ultimi che, nelle stesse ore, in tutta Italia hanno lavorato senza sosta per ripristinare l'ordine e la sicurezza, voglio esprimere vicinanza a tutti i territori alle prese con la conta dei danni. Questo intervento non è solo un messaggio di cordoglio per le vittime e le centinaia di imprenditori che devono ricominciare da zero, ma è un messaggio di auspicio verso tutte le misure che il Parlamento e il Governo possono mettere in campo a sostegno delle famiglie e delle attività lavorative colpite dal maltempo delle ultime settimane. Mi riferisco alle misure incentivanti per le zone a rischio, le detrazioni fiscali, i fondi per prevenire e monitorare dissesti idrogeologici. Non possiamo lottare contro il maltempo, possiamo però prenderci cura della comunità di questo grande Paese, con l'attenzione che merita in questi momenti difficili. Il Governo può e deve dare il buon esempio, e il nostro impegno e supporto concreto non deve mancare. Con questa consapevolezza, auguro buon lavoro a tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Rossini. Ne ha facoltà.

ROBERTO ROSSINI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, volevo portare all'attenzione di quest'Aula un evento molto grave, accaduto nella giornata di ieri. Come già tutti sapete, è stata rapita in Kenya una connazionale, Silvia Romano una volontaria dell'associazione Africa Milele ONLUS. Durante il rapimento c'è stata anche una sparatoria che ha causato il ferimento di alcuni bambini. l'Associazione Africa Milele è una realtà nata a Fano, la mia città, fondata da persone che conosco molto bene e che hanno messo a disposizione della comunità il loro tempo per aiutare concretamente la comunità di Chakama. Tra i progetti e le storie più importanti seguite dall'Associazione, voglio menzionarne una: la storia di Pendo, una bambina di due anni affetta da una patologia che non era possibile curare in Kenya. Invece, grazie alla tenacia di questa associazione e di tutti i suoi volontari che si sono attivati su ogni fronte possibile, il 6 maggio 2016 Pendo è arrivata in Italia e, con l'aiuto della dottoressa Pacelli, dell'ospedale Bambin Gesù di Roma, la bambina è stata curata ed è tornata nella sua terra con un futuro davanti. Ma questa è solo una delle storie dei progetti portati avanti da questa associazione e dai suoi volontari, che vi invito ad approfondire. Tutti i volontari dell'associazione hanno un cuore enorme, mettono il loro tempo, la loro passione e la loro sensibilità al servizio del prossimo. Spesso è troppo facile dire: aiutiamoli a casa loro. C'è chi lo fa, lo fa nel silenzio di tutto e tutti, senza richiedere un riconoscimento pubblico. Silvia scrive nella sua pagina: si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona. Con questa massima Silvia ha interpretato la sua missione tra gli ultimi all'insegna dell'amore. Insomma con questo momento difficile, la mia speranza è che tutto torni alla normalità e che Silvia venga ritrovata il prima possibile e senza alcun tipo di conseguenza. So già che le istituzioni si sono mobilitate con tutti i mezzi possibili per risolvere la situazione critica e per far sì che la ragazza torni presto a casa, a riabbracciare tutti i suoi familiari ed amici. Nel mio piccolo, seguirò con attenzione e monitorerò attentamente tutti gli sviluppi. Nel frattempo, son convinto di condividere e di interpretare il sentimento di quest'Aula nel ribadire la nostra vicinanza a Silvia, ai suoi colleghi e ai suoi familiari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (M5S). Grazie, Presidente. Nella scorsa legislatura, Massimiliano Fedriga, appartenente alla Lega e attuale Presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, ed io, del MoVimento 5 Stelle, presentammo atti in cui chiedevamo l'abrogazione e/o la modifica dell'ENPAF, che è una fondazione di previdenza obbligatoria dei farmacisti italiani, i quali pagano anche i contributi INPS per godere della pensione.

In particolare, sia Fedriga sia io, per quale motivo ci siamo adoperati per questo? Perché è una battaglia giusta, perché siamo nel giusto; non è giusto che i farmacisti siano doppiamente vessati sia da una che dall'altra parte ed una delle due è obbligatoria; se non lo fanno, se non danno questo pagamento, questo contributo - e mi hanno criticato i presidenti di queste associazioni - sono fuori, non è giusto e io mi batto per la categoria dei farmacisti. Basta, basta, basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marialuisa Faro. Ne ha facoltà.

MARIALUISA FARO (M5S). Presidente, colleghi, colleghe, pochi giorni, fa si è celebrata la Giornata mondiale della memoria delle vittime della strada e, proprio pochi giorni fa, un mio concittadino, Carmelo D'Addetta, un agente della Polizia locale di San Nicandro Garganico, si è spento, dopo essere stato travolto a Ferragosto mentre regolava il traffico durante un bruttissimo incidente sulla statale garganica 693, unica strada che collega il Gargano e che ormai non vede manutenzione da tempo; la sicurezza stradale richiede un'assunzione di responsabilità da parte di ognuno di noi perché una delle principali cause degli incidenti è proprio la distrazione, dovuta ad un uso improprio dei cellulari e di altri apparati elettronici. Il 2018 è stato finora uno degli anni peggiori per la sicurezza stradale, ecco perché questo deve essere, non solo un momento di ricordo per le tante vittime che quest'anno hanno perso la vita sulle nostre strade, ma anche un'occasione per soffermarsi su una problematica che ha un enorme impatto sulla nostra società. Purtroppo, la predisposizione di normative specifiche non basta da sola a colmare la mancanza di una cultura della sicurezza ed educazione stradale, che deve diventare adesso un obiettivo sociale primario, posto a tutela della vita umana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 22 novembre 2018 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici (ai sensi dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento). (C. 1189-A)

e dell'abbinata proposta di legge: COLLETTI ed altri. (C. 765)

Relatori: FORCINITI (per la I Commissione) e BUSINAROLO (per la II Commissione), per la maggioranza; SISTO e MIGLIORE (per la I Commissione) e COSTA e BAZOLI (per la II Commissione), di minoranza.

(ore 17)

2. Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri in ordine alle valutazioni della Commissione europea in relazione alla manovra di bilancio per il 2019.

La seduta termina alle 22,15.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati Ascari, Colmellere, Frate, Latini, Rotondi e Sasso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni n. 1 e dalla n. 19 alla n. 22 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 la deputata Tomasi ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 17 il deputato Varrica ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 23 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito a votare;

nelle votazioni nn. 23 e 40 il deputato Berti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 26 e 27 la deputata Deiana ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 40 il deputato Costa ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 42 il deputato Minniti ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 50 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 53 il deputato De Filippo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1189-A - em. 1.78 474 474 0 238 200 274 58 Resp.
2 Segreta em. 1.86, 1.87, 1.88 511 511 0 256 200 311 40 Resp.
3 Segreta em. 1.91 540 540 0 271 231 309 47 Resp.
4 Segreta em. 1.94 534 534 0 268 119 415 44 Resp.
5 Nominale em. 1.95 rif. 542 433 109 217 433 0 42 Appr.
6 Segreta em. 1.108 529 529 0 265 127 402 42 Resp.
7 Segreta em. 1.109 520 520 0 261 119 401 42 Resp.
8 Segreta em. 1.110 524 524 0 263 125 399 42 Resp.
9 Segreta em. 1.111 520 520 0 261 114 406 42 Resp.
10 Segreta em. 1.112 516 516 0 259 121 395 42 Resp.
11 Segreta em. 1.114 513 419 94 210 117 302 42 Resp.
12 Segreta em. 1.115 515 411 104 206 111 300 42 Resp.
13 Segreta em. 1.116 521 417 104 209 114 303 42 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Segreta em. 1.118 525 525 0 263 213 312 42 Resp.
15 Segreta em. 1.122 531 421 110 211 46 375 42 Resp.
16 Nominale em. 1.191 527 527 0 264 222 305 41 Resp.
17 Nominale em. 1.273 517 517 0 259 214 303 41 Resp.
18 Nominale em. 1.277 511 511 0 256 214 297 41 Resp.
19 Nominale em. 1.278 513 513 0 257 215 298 39 Resp.
20 Nominale em. 1.279 513 513 0 257 214 299 39 Resp.
21 Nominale em. 1.280 513 513 0 257 213 300 39 Resp.
22 Nominale em. 1.274 515 515 0 258 211 304 38 Resp.
23 Segreta articolo 2 520 520 0 261 329 191 38 Appr.
24 Nominale em. 3.200 513 401 112 201 103 298 38 Resp.
25 Segreta em. 3.201 529 431 98 216 124 307 38 Resp.
26 Nominale em. 3.204, 3.205, 3.206 496 495 1 248 495 0 49 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 3.209 500 499 1 250 499 0 49 Appr.
28 Segreta em. 3.8 506 505 1 253 112 393 47 Resp.
29 Nominale em. 3.11 509 508 1 255 99 409 45 Resp.
30 Nominale em. 3.12 513 512 1 257 190 322 44 Resp.
31 Nominale em. 3.13 514 513 1 257 201 312 44 Resp.
32 Nominale em. 3.14 518 518 0 260 207 311 44 Resp.
33 Nominale em. 3.203 519 491 28 246 180 311 43 Resp.
34 Nominale em. 3.16 520 520 0 261 103 417 42 Resp.
35 Nominale em. 3.17 520 418 102 210 102 316 42 Resp.
36 Nominale articolo 3 522 494 28 248 316 178 41 Appr.
37 Nominale em. 4.1 517 516 1 259 100 416 41 Resp.
38 Nominale em. 4.2 528 527 1 264 105 422 40 Resp.
39 Nominale em. 4.3 529 528 1 265 106 422 40 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 4 530 490 40 246 323 167 40 Appr.
41 Segreta em. 5.2 528 526 2 264 204 322 39 Resp.
42 Segreta em. 5.3 529 528 1 265 135 393 39 Resp.
43 Segreta em. 5.200 rif. 522 521 1 261 509 12 38 Appr.
44 Segreta em. 6.2 527 526 1 264 204 322 38 Resp.
45 Segreta em. 6.5 527 525 2 263 202 323 37 Resp.
46 Segreta em. 6.6, 6.4 526 525 1 263 205 320 37 Resp.
47 Segreta em. 6.7 528 527 1 264 205 322 37 Resp.
48 Segreta em. 6.8 528 527 1 264 202 325 37 Resp.
49 Segreta em. 6.9 527 526 1 264 195 331 36 Resp.
50 Segreta articolo 6 527 526 1 264 344 182 36 Appr.
51 Nominale art. agg. 6.07 525 524 1 263 201 323 36 Resp.
52 Nominale art. agg. 6.0200 508 508 0 255 195 313 37 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 54)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 7.1 501 501 0 251 184 317 37 Resp.
54 Nominale em. 7.201 492 491 1 246 178 313 37 Resp.