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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 febbraio 2019
139.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-01396 Migliore: Sulla revoca della scorta al giornalista Sandro Ruotolo.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Signori Deputati, com’è noto, la valutazione delle situazioni di potenziale esposizione a pericolo individuale è effettuata, in attuazione della legge n.  133 del 2002, sulla base di valutazioni tecniche operate ad un duplice livello:
          quello locale, nell'ambito della riunione tecnica di coordinamento delle Forze di Polizia, presieduta dal Prefetto e con la partecipazione dei vertici provinciali delle Forze di Polizia, che forniscono gli elementi informativi raccolti in sede istruttoria;
          quello centrale, a cura dell'Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza Personale (UCIS) presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'interno, cui spetta il coordinamento degli elementi raccolti in sede locale con eventuali ulteriori dati e la conseguente adozione delle definitive determinazioni di merito.

      Venendo al caso segnalato dagli interroganti, informo che la misura tutoria in favore del dottor Ruotolo – operativa dall'inizio del mese di maggio del 2015 ed assegnata all'Arma dei Carabinieri – è stata disposta, su proposta della Prefettura di Roma, a seguito di minacce verbali da parte del boss dei casalesi Zagaria, segnalate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. La misura tutoria era stata configurata in quella di 3o livello.
      Tale dispositivo è stato mantenuto sino all'aprile 2018 quando, in occasione della periodica revisione delle posizioni individuali, in assenza di elementi sintomatici di esposizione a pericolo in sede locale, la Prefettura di Roma ha proposto, in via prudenziale, la rimodulazione della misura tutoria al 4o livello di rischio!
      La predetta valutazione è stata ratificata dall'UCIS il 20 aprile 2018.
      Successivamente, il 29 ottobre 2018, la Prefettura di Roma ha proposto la revoca del dispositivo nei confronti del dottor Ruotolo, in considerazione del progressivo affievolimento del grado di esposizione a rischio del giornalista.
      Pertanto, l'8 gennaio 2019, l'UCIS ha disposto la revoca della misura a far data dal 15 febbraio.
      Tuttavia, a seguito di approfondimenti istruttori, il predetto Ufficio ha disposto, il 4 febbraio, la sospensione del provvedimento di revoca della misura, in attesa di ulteriori elementi richiesti alle Prefetture di Roma, Napoli e Caserta, al fine di un aggiornamento delle informazioni concernenti il dr. Ruotolo che, allo stato, continua, quindi, a rimanere destinatario di una misura di protezione di 4o livello in carico al Reparto Scorte e Sicurezza Carabinieri di Roma.

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ALLEGATO 2

5-01397 Macina: Sulla possibilità di ricomprendere in un ufficio organico all'interno del Dipartimento della pubblica sicurezza le funzioni del disciolto Corpo forestale dello Stato.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Signori Deputati, ringrazio gli onorevoli interroganti per aver posto con il presente atto di sindacato ispettivo l'attenzione su temi fondamentali quali il presidio e la tutela della sicurezza dell'ambiente, dell'integrità delle risorse forestali, agroalimentari e idrogeologiche del nostro Paese.
      Viene posto in evidenza il tema dell'adeguatezza dell'attuale modello ordinamentale che, per effetto del disegno di riorganizzazione dell'amministrazione centrale e periferica dello Stato, previsto dalla cosiddetta legge Madia (legge 7 agosto 2015, n.  124), ha determinato, tra l'altro, l'assorbimento del personale del Corpo forestale dello Stato e delle relative funzioni nell'Arma Carabinieri, con la sola eccezione di un contingente limitato assegnato alla Polizia di Stato, alla Guardia di finanza e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco per lotta attiva contro gli incendi boschivi e il loro spegnimento con mezzi aerei.
      L'Arma dei carabinieri è stata individuata, dal precedente Governo, tra le forze di polizia, come quella più idonea, funzionalmente, ad assorbire il Corpo forestale e a consentire la piena attuazione del principio di delega sul riordino delle funzioni in materia ambientale e agroalimentare.
      Potremmo supporre che tale scelta – sulla quale pende la decisione della Corte Costituzionale – deriva dal fatto che l'Arma dei Carabinieri – che com’è noto con i suoi vertici provinciali è componente del Comitato Provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica – è la forza di polizia che presenta una capillare diffusione di presidi sul territorio e che, dal punto di vista operativo, già assicurava la tutela agroambientale, in considerazione delle competenze specifiche sviluppate con reparti specializzati quali i NAC (Nuclei antifrodi Carabinieri), i NOE (Nuclei operativi ecologici) e i NAS (Nuclei antisofisticazioni e sanità), in materia di antisofisticazione alimentare, salute e illeciti ambientali.
      Le funzioni di polizia ambientale e agroalimentare, già svolte dal Corpo forestale, sono ora assolte dal Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari, dipendente gerarchicamente dal Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri e funzionalmente dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali per le materie afferenti alla sicurezza e tutela agroalimentare e forestale.
      Del Comando si avvale, inoltre, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, limitatamente allo svolgimento delle specifiche funzioni espressamente riconducibili alle attribuzioni dello stesso Ministero.
      Questo è, in sintesi, il modello organizzativo ed ordinamentale scaturito dall'attuazione di principi di delega fissati nella Legge Madia.
      Va comunque evidenziato che, a partire dalla fine dello scorso anno le Prefetture hanno effettivamente sviluppato moduli di collaborazione sinergica per affrontare alcune emergenze ambientali, derivanti da fenomeni di inquinamento e di sversamento Pag. 18delle sostanze tossiche di cui si sono resi responsabili organizzazioni criminali.
      Gli esempi più recenti di tale cooperazione inter-istituzionale si sono registrati in Campania, in attuazione del Piano d'azione per il contrasto del fenomeno dei roghi dei rifiuti, siglato, il 19 novembre scorso dal Presidente del Consiglio e da altri Ministri, tra cui anche quelli dell'interno, della Difesa e dell'Ambiente, con il Presidente della regione Campania.
      In tale quadro, ogni eventuale ipotesi di riforma dell'assetto organizzativo, in un'ottica auspicabile di maggior efficientamento delle strutture operative e della capacità di risposta nella tutela ambientale, dovrà necessariamente attendere la pronuncia della Corte Costituzionale, prevista per il prossimo 19 marzo, in merito proprio alla legittimità costituzionale dello scioglimento del Corpo forestale dello Stato e dell'assorbimento del suo personale nell'Arma dei carabinieri e nelle altre Forze di Polizia ad ordinamento militare.
      Le indicazioni che perverranno dalla Consulta costituiranno un quadro di riferimento essenziale per consentire al Governo e al Legislatore di affrontare la tematica posta dagli interroganti nella prospettiva di una sempre maggiore valorizzazione delle funzioni di sicurezza ambientale nell'ambito più vasto del sistema di pubblica sicurezza nazionale.
      Deve tuttavia essere ben inteso che qualora il Parlamento dovesse legiferare in un senso di un'eventuale modifica dell'attuale assetto e tenendo conto delle indicazioni che perverranno dalla pronuncia della Consulta, non ci sarebbero, come ovvio, motivi ostativi dell'attuazione di una volontà chiara espressa dal Parlamento che veda coinvolto il Ministero dell'interno.

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ALLEGATO 3

5-01398 Sisto: Sulla chiusura del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari Palesea.

TESTO DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Signori Deputati, le disposizioni contenute nel decreto-legge «sicurezza e immigrazione», n.  113 del 2018, sono dedicate per una parte consistente ad un nuovo approccio al tema dell'immigrazione, che tiene conto dell'impegno del Governo di consolidare la drastica diminuzione degli arrivi già in atto (-80 per cento nel 2018 rispetto al 2107 e -95 per cento dall'inizio dell'anno rispetto all'analogo periodo del 2018).
      La costante contrazione dei flussi di ingresso di richiedenti asilo ha comportato nel 2018 una riduzione del numero di migranti in accoglienza: infatti, mentre alla data del 1o gennaio risultavano presenti nelle strutture 148.502 migranti, al 30 giugno dello stesso anno si registravano 129.501 persone, con una riduzione di 19.001 unità, corrispondente ad un decremento percentuale pari al 12,80 per cento.
      Il trend in diminuzione ha trovato conferma anche nel secondo semestre, considerato che al 31 dicembre 2018 si sono registrate n.  109.348 presenze, con una riduzione complessiva, su base annua, di 39.154 persone, pari al 26,37 per cento.
      Il calo drastico degli sbarchi e le nuove disposizioni introdotte con il decreto-legge hanno reso possibile avviare il progressivo superamento dei centri di grandi dimensioni, che hanno comportato effetti negativi oltre che nell'impatto con le collettività locali anche sull'efficienza dei servizi forniti ai migranti, privilegiando nel contempo l'accoglienza nei centri di più piccole dimensioni.
      In questo senso, si è già provveduto alla dismissione delle strutture site nei comuni veneti di Bagnoli di Sopra e di Cona e del comune laziale di Castelnuovo di Porto.
      Recentemente è stato dato avvio ad un piano di redistribuzione graduale nel territorio siciliano dei migranti ospiti del centro di Mineo.
      Ad oggi non risulta programmata la dismissione del centro di accoglienza sito nel comune di Bari Palese, a cui fa riferimento l'interrogante e che attualmente ospita 507 migranti, di cui 14 nuclei familiari.
      In ogni caso, si sottolinea che per i richiedenti asilo già accolti strutture dismesse viene disposto il trasferimento in altri centri di accoglienza, in modo da assicurare una equilibrata dislocazione nel territorio, mentre per tutti coloro che sono in possesso dei necessari requisiti – titolari di protezione internazionale, minori stranieri non accompagnati e titolari dei permessi per casi speciali previsti dal decreto-legge n.  113 del 2018, viene disposto il trasferimento nella rete del SIPROIMI (ex Sprar).

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ALLEGATO 4

Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione. C. 1171 Iezzi e C. 1019 Bignami.

EMENDAMENTO

ART. 2.

      Sostituire il comma 5 con il seguente:
      «In conseguenza delle variazioni territoriali previste dalla presente legge, i comuni di Montecopiolo e di Sassofeltrio cessano di far parte dei collegi uninominali Marche 06 e Marche 01, di cui, rispettivamente, alle tabelle A1 e B1 allegate al decreto legislativo 12 dicembre 2017, n.  189, ed entrano a fare parte dei collegi Emilia-Romagna 15 ed Emilia Romagna 01, di cui, rispettivamente, alle medesime tabelle A1 e B1».
2. 1. Bignami, Vietina, Sisto.
(Approvato)