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XVIII Legislatura

IX Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Mercoledì 9 ottobre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morelli Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, sulle linee programmatiche in materia di comunicazioni (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Morelli Alessandro , Presidente ... 3 
Patuanelli Stefano , Ministro dello sviluppo economico ... 3 
Morelli Alessandro , Presidente ... 18 
Giacomelli Antonello (PD)  ... 18 
Morelli Alessandro , Presidente ... 21 
Scagliusi Emanuele (M5S)  ... 21 
Zanella Federica (FI)  ... 21 
Capitanio Massimiliano (LEGA)  ... 22 
Rotelli Mauro (FDI)  ... 23 
Morelli Alessandro , Presidente ... 24 
Patuanelli Stefano , Ministro dello sviluppo economico ... 24 
Morelli Alessandro , Presidente ... 27 
Mulè Giorgio (FI)  ... 27 
De Lorenzis Diego (M5S)  ... 28 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 29 
Maccanti Elena (LEGA)  ... 30 
Patuanelli Stefano , Ministro dello sviluppo economico ... 31 
Morelli Alessandro , Presidente ... 32 
Zanella Federica (FI)  ... 32 
Morelli Alessandro , Presidente ... 32 
Patuanelli Stefano , Ministro dello sviluppo economico ... 32 
Morelli Alessandro , Presidente ... 32 
Patuanelli Stefano , Ministro dello sviluppo economico ... 32

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO MORELLI

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, sulle linee programmatiche in materia di comunicazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143 comma 2 del regolamento, del Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, sulle linee programmatiche in materia di comunicazioni. Ringrazio il signor Ministro per aver accettato l'invito della Commissione e gli cedo dunque la parola per lo svolgimento della relazione. Prego, Ministro.

  STEFANO PATUANELLI, Ministro dello sviluppo economico. Grazie Presidente, buongiorno a tutti, intanto sono io che ringrazio il Presidente per aver organizzato la seduta di oggi dove illustreremo le linee programmatiche sul tema delle telecomunicazioni.
  Credo che non sia un mistero per nessuno che il tema delle telecomunicazioni è un tema complesso strategico e sensibile. Complesso perché nel tema delle telecomunicazioni l'innovazione e i salti tecnologici e lo sviluppo tecnologico è sempre più accelerato che altrove. Faccio solo un brevissimo esempio: novembre 2007 la rivista Forbes mette in prima pagina l'Amministratore delegato di Nokia dicendo: «Chi riuscirà a fermare il gigante da un miliardo di clienti?»Dopo pochi anni Nokia non fa più telefonia mobile perché la tecnologia nel frattempo si era spostata sugli smartphones con grandi investimenti di aziende alternative a Nokia che hanno saputo cogliere quell'occasione di sviluppo tecnologico per fare impresa. Nokia di fatto poi ha ricominciato credo nel 2013 o nel 2014 a far telefonini ma con scarso successo, e ha spostato completamente il suo campo; quindi complesso perché la capacità, o forse in qualche modo l'incapacità che il legislatore politico – il legislatore e la politica – con tempi decisionali molto più lunghi ha di star dietro allo sviluppo tecnologico in tema di telecomunicazione è probabilmente il ramo più evidente di questa discrasia e di questa difficoltà che la politica e i legislatori hanno nel seguire lo sviluppo tecnologico. Complesso anche perché poi c'è una grandissima incidenza, sempre l'esempio di Nokia lo dimostra, c'è una grandissima incidenza nella tecnologia, nel digitale, nell'innovazione rispetto allo sviluppo delle imprese, quindi il settore delle telecomunicazioni è sperimentale rispetto a molte parti dello sviluppo tecnologico.
  Pensiamo alla possibilità di operare a distanza, anche quello è un sistema di comunicazione e di telecomunicazione, quindi ha un'incidenza sulla salute e quindi è un tema veramente complesso e strategico per gli stessi motivi; strategico perché un Paese che riesce a innovare e a digitalizzarsi e a trasformare il modo in cui comunica riesce a modificare a implementare le sue capacità produttive e il suo sistema produttivo. Si tratta poi di un tema sensibile, e qui mi riferisco al tema che poi Pag. 4citerò della cyber Security, perché è evidente che il trasferimento dei dati, la gestione dei dati, la capacità di analisi dei dati è tema di interesse nazionale e riguarda la sensibilità che ogni Paese deve mettere in campo per tutelare quei dati; ci sono ovviamente i codici delle privacy. Attualmente è in discussione alla Camera il decreto-legge sulla Cyber Security, ne avete già parlato in questa Commissione credo ieri, forse, con la Sottosegretaria Liuzzi, per cui anche su questo punto cercherò di dire alcune cose.
  Ho preparato un intervento che poi ovviamente lascerò agli atti della Commissione che si articola su 7 punti: la questione del piano della banda ultralarga; il 5G dalla sperimentazione all'utilizzo; il tema della cyber Security; alcuni progetti che sono in corso come Piazza Wi-Fi Italia e SINFI; il tema delle tecnologie emergenti, pensiamo all'intelligenza artificiale, al tema della Blockchain rispetto alla strategicità del settore. Nell'ambito del tema della Blockchain – solo per fare un esempio su cui stiamo lavorando – c'è il grande tema delle etichettature, un tema che riguarda prevalentemente l'agricoltura e quindi non questa Commissione. Infatti attraverso l'utilizzo della Blockchain probabilmente riusciamo a tenere assieme l'esigenza di qualsiasi cittadino che è quella di conoscere ciò che sta mangiando con l'esigenza delle imprese di avere una certa flessibilità di etichettatura, una possibilità certa per dire cosa c'è all'interno di quell'elemento lavorato, quindi c'è un progetto sperimentale di utilizzo della Blockchain; in tema di etichettature pensiamo anche all'Internet delle cose, quindi uno sviluppo in cui attraverso l'intelligenza artificiale le macchine si parlano e producono oggetti; poi parlerò ovviamente delle politiche nel settore radiotelevisivo e, non ultimo, del settore Poste anche se la privatizzazione delle Poste ha tolto in parte le competenze al Ministero ma comunque alcune restano.
  Quindi per quanto riguarda il Piano sulla banda ultralarga è necessario accelerare la creazione di un'infrastruttura digitale nazionale che assicuri al nostro Paese di raggiungere l'obiettivo europeo di una società digitale pienamente inclusiva, il percorso delineato dalla Commissione Europea ha visto da ultimo un innalzamento dell'asticella degli obiettivi di copertura della popolazione nazionale con le nuove tecnologie di telecomunicazione. In questo contesto la strategia nazionale per la banda ultralarga punta a garantire entro il 2020 la copertura con reti ultraveloci ad almeno l'85per cento per cento della popolazione italiana e a tutte le sedi ed edifici pubblici, poli industriali, aree di interesse economico e concentrazione demografica, nonché delle principali località turistiche e degli snodi logistici. Sul tema delle aree bianche, il tema di quelle aree che quindi non hanno mercato, il 3 aprile scorso la Commissione Europea ha approvato definitivamente il grande progetto nazionale «Banda ultralarga aree bianche» per un costo ammissibile pari a 941 milioni di euro. L'intervento pubblico investe il territorio nazionale distinguendo tra le aree cosiddette «bianche», cioè a fallimento di mercato, in cui sono assenti interventi di investimento di operatori privati, e le cosiddette aree «grigie e nere», ovvero in concorrenza ove sono già presenti una o più reti di banda ultralarga al fine di far conseguire anche ad intere aree un importante salto di qualità per la realizzazione di reti di banda ultraveloce.
  Il piano si articola in due fasi: la prima riguarda l'attuazione di misure a sostegno dell'infrastrutturazione delle aree bianche, a seguire nella seconda fase verranno implementati gli strumenti a favore dello sviluppo di reti ultraveloci nelle aree nere e grigie del Paese. La prima fase, conclusa per quanto attiene all'aggiudicazione delle opere da parte del soggetto attuatore Infratel Italia S.p.A. – società controllata al 100 per cento per cento da Invitalia e vigilato dal MISE – è attualmente in piena realizzazione da parte del concessionario Open Fiber che si è aggiudicata, come è noto, tutti e tre i lotti. Il piano ha registrato tuttavia alcuni rallentamenti nell'avanzamento dovuti ad una molteplicità di fattori, quali il ritardo della concessione di permessi e di autorizzazioni a livello locale e quindi nel passaggio alla progettazione esecutiva Pag. 5 ormai in uno stadio avanzato in tutti i territori, sotto questo aspetto il Ministero sta compiendo un'incisiva opera di sensibilizzazione nei confronti delle autorità nazionali locali coinvolte nei processi di autorizzazione e anche favorendo il dialogo tra i diversi livelli istituzionali coinvolti; sono state in particolare adottate soluzioni per snellire i processi autorizzativi, quale ad esempio la pianificazione delle conferenze dei servizi ed è stato incoraggiato un comportamento proattivo dei concessionari nei confronti dei territori su cui si deve intervenire.
  Recenti misure di semplificazione per l'innovazione sono state inoltre previste nel decreto-legge Semplificazioni n. 135 del 2018 per accelerare il rilascio delle autorizzazioni, in particolare per l'attività di scavo a basso impatto ambientale, è stato toccato poi il tema degli interventi nei condomini che molto spesso è rallentato anche dalle amministrazioni condominiali ma soprattutto perché è difficile mettere d'accordo tutti i condomini sui lavori da fare, è evidente che sul tema della realizzazione della banda ultralarga nelle aree bianche c'è un ritardo. Secondo quanto dichiarato da Open Fiber attualmente su un totale di 5.554 Comuni coinvolti dal piano sono stati avviati 1.663 cantieri, 273 cantieri sono stati completati mentre in 50 sono state avviate le procedure di collaudo. Quindi è evidente che bisogna fare di più e si deve trattare di uno sforzo corale da parte di tutti i livelli istituzionali coinvolti; molto spesso come dicevo prima, c'è un tema che riguarda le autorizzazioni rilasciate dai Comuni, come è noto ci sono regolamenti edilizi diversi in ogni Comune italiano e questo certamente non aiuta Open Fiber nell'opera di realizzazione della banda ultralarga nelle aree bianche, cionondimeno è evidente la strategicità dell'intervento di Open Fiber su questo progetto e quindi bisogna fare uno sforzo per accelerare il piano. Bisogna far maturare la consapevolezza che si tratta di un piano strategico per il Paese per recuperare il gap evidente con il quale ci confrontiamo.
  È mia intenzione agire su tre piani distinti ma tra loro strettamente interconnessi: anzitutto è mia intenzione avviare un programma speciale rivolto alle Amministrazioni locali in collaborazione con i Ministri Dadone e Pisano – quindi il Ministero della PA e dell'Innovazione – per standardizzare e snellire per quanto possibile i processi autorizzatori; bisogna poi semplificare, pur nelle strette maglie regolamentari esistenti, le procedure di collaudo da parte di Infratel Italia favorendo una collaborazione virtuosa con Open Fiber e guardando la procedura nella prospettiva dei cittadini. Non è infatti ammissibile che dopo aver subìto i disagi di cantiere i cittadini non possano utilizzare la fibra perché non risulta completata la fase di collaudo dei lavori, come dicevo prima, di fatto ci sono 50 procedure di collaudo su 5.554 Comuni e su 1.663 cantieri di cui 273 terminati, c'è un ritardo evidente ma c'è anche un ritardo nella procedura di collaudo che poi rilascia l'opera per l'utilizzo. Sotto questo profilo, di rilievo per lo sviluppo delle reti sarà determinante l'opera del MISE nel recepimento del nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche da completare entro la fine del 2020; infine, ma solo all'esito di questo processo, bisogna aggiornare il piano banda ultralarga per allinearlo agli obiettivi europei, sotto questo profilo l'attività del Comitato Banda Ultralarga – il CoBul – in via di ricostituzione sarà determinante.
  Per quanto attiene alla seconda fase del progetto banda ultralarga, diciamo che il divario digitale del Paese appare ben evidente in base all'indice elaborato dalla Commissione Europa – il Digital Economy Society Index – secondo il quale l'attivazione degli abbonamenti a 100 megabit/secondo in Italia si attesta intorno all'8 per cento rispetto ad una media europea che sfiora il 20 per cento, mentre la copertura delle reti ultraveloci risulta pari al 23,9 per cento rispetto ad una media europea del 59 per cento, quindi è evidente il gap tra l'Italia e la media europea. Ogni anno Infratel effettua per conto del MISE una consultazione tra gli operatori per verificarne le intenzioni di investimento e aggiornare la copertura del servizio banda ultralarga nelle aree grigie e nere del Paese per i prossimi Pag. 63 anni. Secondo gli ultimi dati disponibili, a giugno 2019 per una base di indagine di un totale di 19,8 milioni di indirizzi civici in 4.250 Comuni italiani – quindi un campione molto ampio – gli indirizzi civici nelle cosiddette «aree grigie» ove non sono previsti investimenti dei privati in grado di garantire il servizio oltre i 100 megabit/secondo, rappresentano circa il 50 per cento dei civici totali, quindi anche in questo caso pur essendo un'area grigia di fatto è un'area bianca, cioè un'area dove non c'è mercato. Tale fotografia mette in rilievo l'esistenza di un potenziale divario tecnologico tra le aree del Paese che potrebbero in vista degli obiettivi 2020/2025 della Gigabit Society portare ad un rallentamento nel processo di ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche e di attuazione di servizi di nuova generazione in Italia. Anche facendo tesoro di questi dati, lo scorso 17 luglio 2019 il Comitato per la banda ultralarga ha formalmente avviato la fase II della Strategia nazionale, è giunto quindi il momento di accelerare anche su questo fronte che investe porzioni strategiche del territorio nazionale e intercetta la necessità di stimolare la domanda dei servizi digitali.
  Gli interventi della fase II saranno concentrati nel sostegno alla domanda per l'attivazione dei servizi ultraveloci in tutte le aree del Paese e una diffusione di infrastrutture a banda ultralarga nelle cosiddette «aree grigie» a fallimento tecnologico. Secondo quanto stimato dalla società Infratel, il fabbisogno complessivo per intervenire nelle aree grigie del Paese tra le infrastrutture al Gigabit è pari a 5,1 miliardi di euro, le risorse oggi a disposizione – considerando sia i fondi nazionali che i fondi regionali – ammontano a circa 3,3 miliardi di euro, quindi non c'è un'emergenza di investimento oggi, ma certamente bisognerà programmare un incremento.
  Si tratta di un progetto sfidante superiore per complessità e risorse finanziarie impiegate a quelle attualmente in corso nelle aree bianche che necessita della collaborazione e cooperazione di tutti gli attori coinvolti, Governo e regioni in primis, e a tutti i livelli istituzionali nel solco di quanto fin qui fatto. Oltre ad incentivare le infrastrutture, la fase 2 della strategia nazionale prevede anche misure di sostegno alla domanda di servizi ultraveloci nella forma di voucher in analogia con quanto fatto già da altri Paesi, quali Regno Unito e Grecia. Si intende pertanto, tenuto conto del fabbisogno complessivo del progetto e di eventuali risparmi sugli interventi nelle aree grigie, concedere voucher in favore di famiglie a basso reddito, piccole e medie imprese, scuole e centri per l'impiego in tutte le aree del Paese per un importo complessivo di risorse pari almeno a 1,3 miliardi di euro.
  Per velocizzare l'effettiva partenza della fase II della Strategia nazionale, sarà necessario riavviare quanto prima i lavori del Comitato per la banda ultralarga, come dicevo prima, nella sua nuova composizione e iniziare la necessaria interlocuzione con la Commissione UE secondo quanto previsto dalle regole comunitarie in materia. Siamo dunque a punto di svolta tecnologico per il nostro Paese e l'impegno del Ministero sarà concentrato verso il completamento di piani avviati per la creazione di un'infrastruttura solida e a prova di futuro; è evidente che in tema di telecomunicazioni la prima questione è l'infrastruttura, quindi ci sarà il massimo impegno per accelerare la procedura di realizzazione di una banda ultralarga partendo dalle aree bianche e poi per implementarle nelle aree grigie e in tutte le aree a fallimento di mercato.
  Per quanto riguarda invece il tema della tecnologia 5G, si sta cercando di passare dalla sperimentazione al lancio di servizi commerciali. Lo sviluppo armonico e capillare delle reti di nuova generazione rappresenta una priorità strategica nell'azione del Ministero, anche su questo fronte ci troviamo in un momento cruciale di passaggio dalla fase di sperimentazione avviato dall'Italia sin dal 2017 al lancio di servizi commerciali da parte degli operatori che hanno investito e stanno investendo ingenti risorse finanziarie per lo sviluppo delle nuove reti. Il 5G trasformerà in maniera e radicale significative porzioni del tessuto industriale del Paese, favorendo le comunicazioni macchina – macchina e consentendo Pag. 7 la creazione di nuovi servizi ad alta intensità tecnologica. In questo processo il Ministero dello sviluppo economico avrà un ruolo determinante tanto a livello di politica e opere di telecomunicazioni quanto più in generale in relazione alla definizione complessiva delle politiche industriali del Paese. Come è noto, il 2 ottobre 2018 si è conclusa la gara per l'assegnazione delle frequenze delle bande a 700 megahertz, 3,7 gigahertz e 26 gigahertz in coerenza con il 5G Action Plan europeo, per un ammontare complessivo delle offerte pari a 6,5 miliardi di euro, confermando la presenza dell'Italia tra i Paesi liberi in Europa per lo sviluppo del 5G.
  Con decreto del 5 ottobre 2018, il MISE ha inoltre approvato il nuovo piano nazionale di ripartizione delle frequenze per favorire la transizione verso la tecnologia 5G; nel periodo 28 ottobre-22 novembre si svolgerà in Egitto la prossima Conferenza Radio mondiale (WRC19) dell'ITU, l'Agenzia dell'ONU del settore delle telecomunicazioni; la WRC si riunisce ogni 4 anni ed ha il compito di rivedere il regolamento radio, il trattato internazionale che disciplina l'uso dello spettro delle radiofrequenze e le orbite geostazionarie e non geostazionarie satellitari. Il regolamento radio così modificato deve poi essere recepito a livello nazionale con il piano nazionale di ripartizione delle frequenze con decreto del MISE, costituente la base normativa per qualunque assegnazione di frequenza in Italia. Fra i temi più rilevanti in discussione c'è la possibile individuazione di nuove bande di frequenza da destinare al servizio mobile, la revisione dell'uso dello spettro di banda 470/960 megahertz, banda utilizzata nella parte bassa del servizio televisivo e quella alta del servizio mobile 4G e 5G. In considerazione dello sviluppo dei sistemi 5G considerati un obiettivo strategico nazionale, prosegue il monitoraggio delle sperimentazioni 5G autorizzate dal MISE nelle città di Bari, L'Aquila, Prato, Matera e Milano in virtù di quanto previsto dall'aggiudicazione, a seguito di procedura selettiva ad evidenza pubblica avvenuta nel 2017, dei progetti per la realizzazione di sperimentazioni pre-commerciali nella porzione di spettro 3,6/3,8 gigahertz.
  Tali sperimentazioni vengono monitorate dal Ministero con il supporto tecnico della fondazione Ugo Bordoni. Il 2018 è stato prevalentemente incentrato sulla realizzazione delle nuove reti, mentre quest'anno le attività si sono incentrate in casi di applicazione dei diversi campi, dalla salute come la diagnostica remota, gli ospedali di E-learning, all'industria con la digitalizzazione dei processi, la robotica collaborativa, la catena di produzione, al monitoraggio ambientale con l'ambiente intelligente, infrastrutture intelligenti, alla mobilità e alla sicurezza stradale con la guida assistita, la logistica, il monitoraggio della superficie stradale, al turismo e alla cultura con le visite virtuali e la realtà aumentata, all'agricoltura con l'agricoltura di precisione, il monitoraggio della produzione basata sulla tecnologia Blockchain, che è quello che citavo prima, alla sicurezza pubblica, sicurezza alla popolazione a supporto per l'applicazione della legge, a porti e città col monitoraggio logistica, l'energia, smart grid e ottimizzazioni, fino all'università col campus intelligente.
  Il forte interesse degli operatori per lo sviluppo del 5G ha portato anche all'avvio di sperimentazioni private che si sono affiancate alle sperimentazioni ufficiali del MISE.
  In particolare in tema di sicurezza delle infrastrutture stradali e smart road. Da ultimo, con decreto interministeriale assieme al Ministero dei Trasporti abbiamo disposto un finanziamento per progetti finalizzati alla sicurezza delle infrastrutture stradali da realizzare nell'area territoriale di Genova attraverso sperimentazioni basate sulla tecnologia 5G; a seguito della pubblicazione a giorni del decreto in Gazzetta Ufficiale, sarà pubblicato un avviso per la selezione di progetti sperimentali basati sulle reti 5G focalizzati su attività di monitoraggio delle infrastrutture viarie a cui è destinato un finanziamento del Ministero dello sviluppo economico pari a 2 milioni di euro. Il Ministero ha creato quindi tutte le condizioni per il prossimo lancio commerciale dei servizi 5G, prestando Pag. 8 una particolare attenzione alla tutela degli interessi strategici nazionali attraverso una normativa ad hoc che garantisca la sicurezza delle nuove reti che in questa fase abbiamo il compito di rendere pienamente operative in tempi rapidi.
  Veniamo poi al tema della cyber Security dove il ruolo del MISE ovviamente è evidente per la sicurezza cibernetica nazionale. Con la direttiva UE 2016/ 1148, nota come «direttiva NIS» recepita in Italia con il D.Lgs. n. 65 del 2018, sono state introdotte disposizioni volte a conseguire un elevato livello di sicurezza delle reti e dei sistemi formativi dell'Unione Europea.
  In particolare tale normativa ha previsto l'individuazione delle autorità competenti nazionali dei settori strategici identificati a livello europeo, energia, infrastrutture e servizi digitali, trasporti, settore bancario e infrastrutture di mercati finanziari, sanità, forniture e distribuzione di acqua potabile; l'individuazione dei cosiddetti «Operatori di Servizi Essenziali» – gli OSE – nei settori individuati e la previsione delle misure tecnico-organizzative che questi operatori devono adottare per ridurre il rischio e limitare l'impatto di incidenti informatici unitamente all'obbligo di notifica di eventi che presentino un rilevante impatto sulla continuità dei servizi e che quindi si riflettano sulla collettività; la designazione di un punto di contatto unico e un'interfaccia verso l'Unione Europea individuato nel DIS e la costituzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che a tal fine può avvalersi anche dell'AgID – Agenzia per l'Italia Digitale – di un unico centro nazionale per la gestione e prevenzione degli incidenti informatici (il CSIRT) in cooperazione con gli omologhi organismi europei. Nel frattempo, il preesistente CERT nazionale italiano che opera presso il MISE e quello della Pubblica Amministrazione (CERT PA) operante presso l'AGIT hanno rafforzato la loro collaborazione per svolgere congiuntamente il ruolo e le funzioni del CSIRT e continuano a svolgere compiti di prevenzione e risposte ai cyber attacchi.
  In base ad un decreto del 26 ottobre 2018, il Ministero dello Sviluppo Economico, mediante l'Istituto Superiore delle Comunicazioni e Tecnologie dell'Informazione, svolge la funzione di Autorità NIS per i settori energia, infrastrutture e servizi digitali.
  Dopo aver individuato gli operatori dei servizi essenziali nei settori di nostra competenza e contestualmente istituito l'elenco nazionale degli OSE individuati dalle autorità competenti in tutti i settori indicati, sono state inoltre emanate le linee guida che gli operatori OSE dovranno adottare con riferimento alle misure di sicurezza delle reti e di sistemi informativi e la segnalazione degli incidenti con impatto rilevante sulla fornitura dei servizi essenziali. Infine è attualmente in corso l'iter per l'adozione di un DPCM su proposta del MISE di concerto col Ministero della Pubblica Amministrazione relativo all'organizzazione e al funzionamento del Comitato di raccordo tra le medesime autorità competenti NIS, il CSIRT italiano e il punto di contatto unico verso l'Europa collocato presso il DIS.
  In merito alle architetture istituzionali deputate alla tutela della sicurezza nazionale relativamente alle infrastrutture critiche materiali e immateriali, con particolare riguardo alla protezione cibernetica e alla sicurezza informatica, è stato istituito il 15 febbraio scorso un Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale (il CVCN) per la verifica dell'affidabilità della componentistica ICT destinata a infrastrutture critiche e strategiche. Il centro rappresenta un tassello fondamentale per la sicurezza cibernetica del Paese e la garanzia della sua piena operatività costituisce una priorità strategica dell'azione del Ministero. In questa prospettiva siamo al momento in attesa dell'adozione da parte del MEF del decreto di assegnazione dello stanziamento pari a 3,2 milioni di euro per il corrente anno finanziario sulla base del DCPM del riparto del fondo della legge n. 205 del 2017 per il rilancio degli investimenti dell'Amministrazione centrale dello Stato; tale fondo è essenziale per l'avvio dell'operatività del CVCN in quanto potrà consentire di stipulare accordi di collaborazione con enti di ricerca al fine di realizzare laboratori per l'esecuzione di test e sperimentazioni. In Pag. 9assenza di tali fondi, il CVCN non potrà garantire e regolare avvio e funzionamento. Si è altresì in attesa della formalizzazione di un finanziamento da parte del DIS per la realizzazione del laboratorio per le verifiche della sicurezza dell’hardware e delle funzionalità non dichiarate dal costruttore; la verifica delle funzionalità non dichiarate dal costruttore è un elemento ovviamente molto critico perché è chiaro che quando ho una funzionalità non dichiarata devo andare a verificare parte per parte il funzionamento hardware e quindi questo necessita di lavoratori e soprattutto di personale specializzato che vada a verificare la parte hardware. Mentre sulla parte software c'è una maggiore semplificazione, la parte hardware è più preoccupante e su questo c'è bisogno del finanziamento e della possibilità di fare degli accordi che citavo prima con gli altri enti di ricerca.
  Nel contesto descritto, il decreto-legge sul perimetro di sicurezza nazionale cibernetica n. 105 del 2019 attualmente in fase di conversione, – rappresenta un ulteriore passo in avanti nella strategia messa in campo sulla sicurezza cibernetica determinando le modalità per l'individuazione dei soggetti pubblici e privati che sono inclusi nel perimetro di cyber security. L'obiettivo è quello di assicurare un elevato livello di sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici delle Amministrazioni Pubbliche, degli enti e dei lavoratori nazionali pubblici e privati da cui dipende l'esercizio di una funzione essenziale dello Stato, ovvero la prestazione di un servizio essenziale per il mantenimento delle attività civili, sociali ed economiche fondamentali. Si dovranno pertanto adottare specifiche misure di sicurezza definite e verificate dal Ministero dello Sviluppo Economico in relazione al settore privato; il provvedimento prevede anche disposizioni per incrementare un procurement più sicuro per i soggetti inclusi nel perimetro nel caso in cui procedano all'affidamento di forniture di beni e servizi ICT destinati ad essere impiegati su reti, sistemi e servizi di particolare rilevanza. Le attività di verifica obbligatorie sarebbero condotte dal CVCN presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
  In particolare, per far fronte a tale complessa attività che riguarda anche la sicurezza delle reti tecnologiche 5G, è prevista l'assunzione di personale – 77 unità – presso il MISE per assicurare il regolare funzionamento del CVCN. Entro i prossimi 12 mesi sarà necessario definire con regolamento le modalità con cui il CVCN dovrà effettuare la valutazione del rischio, eventualmente imponendo condizioni e test di hardware e software con conseguente vincolo per i relativi bandi di gara e contratti. Tale nuova normativa anticipa, peraltro, quanto previsto dal regolamento UE 2019/881, noto come «Cyber Act», che rivede il mandato dell'Agenzia dell'Unione Europea per cyber sicurezza e introduce uno schema unico di certificazione a livello europeo. Il regolamento europeo prevede infatti l'introduzione del principio che in ogni stato membro si debba costituire un'autorità nazionale di certificazione. A riguardo tengo a precisare che per rispettare i tempi del regolamento in merito alla designazione dell'autorità di certificazione nazionale è stato già predisposto uno schema di DPCM per l'affidamento dei compiti dell'autorità di certificazione al Ministero dello sviluppo Economico. Nel frattempo è stato predisposto il testo dei criteri di deroga per l'implementazione del regolamento nell'ambito del disegno di legge di delegazione europea proponendo anche in tale ambito il Ministero dello sviluppo Economico quale autorità nazionale di certificazione.
  C'è poi un tema importante che è quello della sicurezza delle reti 5G, la cosiddetta «Golden Power». La flessibilità architetturale delle reti 5G rende la sicurezza un tema veramente complesso da gestire in quanto le relative architetture saranno composte da una pluralità di segmenti che vanno dalla parte di accessori audio fino alla rete core con una vastità di terminali che svolgono funzioni sempre più complesse. Avremmo quindi un insieme molto ampio di elementi che presenteranno diversi aspetti di vulnerabilità; inoltre la stessa gestione delle risorse pensata per essere attuata in maniera virtuale e dinamica con Pag. 10procedure sia centralizzate che distribuite potrebbe essere sede di attacchi mai affrontati finora nelle attuali reti mobili. Il 26 marzo scorso la Commissione Europea ha raccomandato una serie di azioni e misure operative volte a rivedere e rafforzare le vigenti norme di sicurezza in questo settore per assicurare che riflettano l'importanza strategica delle reti 5G, nonché l'evoluzione delle minacce. In tale contesto, entro la fine di giugno 2019, ogni Stato membro ha completato la valutazione nazionale dei rischi ed aggiornato i requisiti di sicurezza vigenti a carico dei fornitori di rete includendo condizioni per garantire la sicurezza delle reti pubbliche. Nei prossimi mesi la Commissione provvederà pertanto ad elaborare il documento di valutazione del rischio 5G che sarà utilizzato come base per definire eventuali misure di sicurezza. Considerati i rischi che potrebbero derivare dalla nuova tecnologia nell'ordinamento nazionale, è già operativa la normativa sull'esercizio dei poteri speciali del Governo – decreto-legge 15/03/2012 n. 21, convertito con modificazioni dalla legge 11 maggio 2012 n. 56, la cosiddetta «Golden Power», volta a tutelare gli interessi essenziali della difesa e della sicurezza nazionale nonché gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e al funzionamento delle reti e degli impianti e alla continuità degli approvvigionamenti nel settore dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni.
  Recentemente, con il decreto-legge n. 22 del 2019, convertito con modificazioni dalla legge n. 41 del 2019, è stato introdotto l'articolo 1-bis che estende l'esercizio dei poteri speciali ai servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologia 5G, in particolare si prevede l'obbligo per gli operatori nazionali di notificare al Governo alla stipula di contratti o accordi con soggetti extraeuropei aventi ad oggetto l'acquisto di beni o servizi relativi alla progettazione, alla realizzazione, alla manutenzione e alla gestione delle reti inerenti i servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologica 5G, ovvero l'acquisizione di componenti ad alta intensità tecnologica funzionali alla predetta realizzazione e gestione. Su tale base, lo scorso 5 settembre il Consiglio dei Ministri su proposta del MISE ha esercitato i poteri speciali in relazione all'acquisto di beni e servizi da parte di operatori Linkem, Vodafone, Tim, Wind, 3 e Fastweb.
  L'impegno del MISE quale Ministero guida sul fronte della sicurezza cibernetica è massimo e l'approccio che caratterizzerà l'azione del Ministero sarà incentrato sull'assicurare la più ampia protezione dei nostri interessi nazionali, in coordinamento con gli altri organismi competenti, con il minimo sacrificio degli interessi di natura commerciale degli operatori che quotidianamente si confrontano con il nostro Ministero.
  È ovvio che l'obiettivo è quello di garantire i più alti standard di sicurezza cibernetica non mettendo però gli operatori nelle condizioni di non poter operare; la procedura di notifica è una procedura che impegna in parte la Presidenza del Consiglio e in parte direttamente il MISE sulla valutazione poi delle notifiche effettuate, il numero di notifiche è di più crescente, ovviamente vista l'estensione del perimetro della sicurezza nazionale, e quindi è un lavoro molto complesso che entra nel dettaglio della singola componente acquisita in Paesi extra UE. Come sapete, esiste diciamo un carnet di prescrizioni base quando viene esercitata la Golden Power, su quella base poi si installano anche elementi specifici prescrittivi rispetto ad uno specifico intervento.
  Un passaggio rapido su Piazza Wi-Fi Italia e SINFI, perché insieme ai grandi piani strategici sopra descritti il MISE ha nel corso del tempo promosso due progetti: «Piazza Wi-Fi Italia» e SINFI, il catasto delle infrastrutture del sottosuolo, che nel corso del mandato intendiamo ulteriormente rafforzare. Per quanto riguarda Piazza Wi-Fi Italia, con la pubblicazione del regolamento europeo sulla promozione della connettività internet nelle comunità locali, le istituzioni comunitarie hanno voluto dare un deciso slancio allo sviluppo di una piattaforma unica di accesso gratuito ad internet tramite tecnologie Wi-Fi.
  In questo contesto il MISE ha avviato una serie di azioni volte a diffondere su Pag. 11tutto il territorio nazionale a partire dalle aree più svantaggiate punti di accesso gratuiti per i cittadini ed i turisti. Particolare attenzione è stata posta agli interventi infrastrutturali nei Comuni colpiti dal sisma del 2016 e del 2017, a quelli che hanno una popolazione inferiore ai 2.000 abitanti. Attualmente, nell'ambito del progetto Piazza Wi-Fi Italia promosso dal MISE in collaborazione con Infratel sono stati attivati 230 Comuni su un totale di 705 e si prevede di completare l'intervento entro giugno del 2020 in funzione anche del tasso di registrazione dei Comuni alla piattaforma online dedicata. Al fine di estendere la rete wi-fi nei Comuni, con particolare attenzione ai piccoli Comuni e alle zone periferiche delle comunità piccole, medie e grandi, il Ministero ha approvato il Piano tecnico operativo del progetto «Piazza Wi-Fi Italia» con una dotazione di 45 milioni di euro individuati con delibera CIPE del 25 ottobre 2018. Il Piano tecnico prevede complessivamente la costruzione di 37.892 nuovi punti wi-fi in 5.378 Comuni italiani e successivamente l'integrazione e la federazione delle reti di accesso wi-fi pubbliche e private controllate da un sistema centrale di autenticazione. Si tratta di uno sforzo senza precedenti per dotare il nostro Paese di un sistema di connessione wi-fi moderno e capillare gestito attraverso un'App dedicata. Nel mese in corso Infratel concluderà le procedure di gara per la selezione dei fornitori secondo quanto previsto dal Piano tecnico, così da dare ulteriore slancio al progetto che sta riscuotendo un grande interesse da parte delle comunità locali.
  Il mio intendimento è di continuare a promuovere il progetto favorendo la federazione di reti wi-fi pubbliche già esistenti – penso a Roma Capitale o alla Regione Emilia Romagna che hanno già espresso un interesse in questa direzione – e investendo sulla realizzazione di servizi che insistano sulla rete pubblica a beneficio di cittadini e turisti. Per quanto riguarda invece il sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture, nasce dall'esigenza di mappare le infrastrutture del sottosuolo per rispondere efficacemente in caso di calamità naturali attraverso un'adeguata mappatura del sottosuolo e semplificare l'attività agli operatori delle utilities, oltre che la vita dei cittadini nelle opere di scavo. L'istituzione del SINFI – Sistema Informativo Nazionale federato delle Infrastrutture – vuole dare contezza del dispiegamento su tutto il territorio nazionale delle reti di servizi, siano essi di telecomunicazione o utility quali acqua, elettricità, gas e teleriscaldamento. Il sistema SINFI realizzato in Italia e installato sul data center del MISE è stato aperto al pubblico nella sua prima release ad aprile 2018, ha raccolto e reso disponibili una molteplicità di informazioni relative a tutti i principali operatori delle comunicazioni – elettricità, illuminazione pubblica, gas, gestione delle acque – offrendo importanti vantaggi agli operatori dagli enti territoriali chiamati rispettivamente a realizzare e a verificare progetti per il dispiego di nuove reti. Tra le principali criticità del sistema messo in campo vi è la difficoltà per le Amministrazioni Pubbliche e per gli operatori di conferire dati aggiornati al catasto.
  Per superare questa criticità e rendere il SINFI pienamente operativo il MISE ha messo in campo una serie di azioni regolamentari ed operative che intendo ulteriormente rafforzare: anzitutto è stata avviata un'attività sanzionatoria nei confronti degli operatori inadempienti ed è altresì in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale che regola l'accesso alla condivisione dei dati presenti sul SINFI. Sotto il profilo operativo, il MISE ha stanziato 5 milioni di euro per sostenere i Comuni e gli altri enti locali coinvolti nell'attività di conferimento dei dati al SINFI, stiamo raccogliendo i primi frutti di quest'attività coordinata, tanto che si è passati da 50 operatori che avevano conferito i dati disponibili a luglio 2018 a 533 nel mese di settembre del 2019 con una decisa e irreversibile inversione di tendenza che vede solo 195 operatori ancora inadempienti, cioè circa il 20 per cento del totale degli obbligati.
  Nella mia azione ministeriale intendo rafforzare questo strumento, arrivando nel più breve tempo possibile alla realizzazione Pag. 12 di un catasto delle infrastrutture completo e aggiornato e che possa essere utile e funzionale per cittadini e imprese; è evidente che quando si realizza uno scavo per intervenire su una rete avere la piena consapevolezza delle reti adiacenti è di utilità per chi deve intervenire nel caso di manutenzione, ma soprattutto ci dà il quadro completo delle zone carenti di reti infrastrutturali e quindi di possibile implementazione. In questa direzione il MISE, in collaborazione con Infratel e Talent Garden, ha organizzato per i prossimi 19 e 20 ottobre a Roma il primo Dataton del SINFI, una gara di idee rivolta a sviluppatori e designer esperti di comunicazione con l'intento di migliorare e rendere maggiormente usabile il software di funzionamento del SINFI.
  Passando poi al tema delle tecnologie emergenti, quindi come citavo prima l'intelligenza artificiale, la Blockchain e l'internet delle cose, riteniamo che insieme alla costruzione di infrastrutture di telecomunicazione diffusa sul territorio nazionale solide e sicure è necessario che il Ministero dello Sviluppo Economico svolga un ruolo propulsivo nella costruzione e sperimentazione dei servizi che viaggiano sulle reti o abilitati dalle reti di nuova generazione. Su questo fronte è mia intenzione dare continuità e nuovo impulso a quanto fatto nella precedente gestione del Ministero sul fronte delle tecnologie emergenti, tanto sul versante comunitario confermando e rafforzando la partecipazione italiana a progetti europei di interesse strategico come l'IPCEI sulla microelettronica, quanto sul versante nazionale posizionando l'Italia tra i Paesi leader a livello europeo nell'utilizzo e sperimentazione delle tecnologie emergenti in settori strategici per il nostro Paese, quale la tutela del Made in Italy e la sostenibilità ambientale. Nel mese di dicembre 2018 il MISE ha svolto le selezioni per i gruppi di esperti di alto livello per l'elaborazione della strategia nazionale sull'intelligenza artificiale e la strategia nazionale in materia di tecnologie basate su registri condivisi e Blockchain. I gruppi di esperti selezionati composti da 30 esperti per ciascun gruppo si sono incontrati in plenaria tra gennaio e maggio del 2019, strutturandosi in sottogruppi. Per il gruppo «Intelligenza artificiale», i sottogruppi riguardano l'etica, la normativa, la ricerca dello sviluppo tecnologico, l'economia dei dati e la Pubblica Amministrazione; per il gruppo «Blockchain» i casi d'uso, mappatura e condizione di replicabilità, quadro normativo, Sandbox e vulnerabilità, monete digitali, sistema dei pagamenti FinTech, educazione, competenze e consapevolezza, potenziamento dei servizi della Pubblica Amministrazione.
  Il gruppo di esperti in intelligenza artificiale ha elaborato un documento di proposte per una strategia italiana per l'intelligenza artificiale che è stato sottoposto a consultazione pubblica. Il gruppo di esperti Blockchain prevede di consegnare un documento di proposte per una strategia italiana per la Blockchain nelle prossime settimane. Ritengo essenziale completare il processo di redazione delle strategie nazionale ed a questo fine, coordinandomi con la Ministra Pisano provvederò nelle prossime settimane a coinvolgere i dicasteri interessati con l'intento di finalizzare le strategie per poi presentare le stesse a livello comunitario, si tratta di un'attività nella quale credo molto, anche in termini di acquisizione, di consapevolezza di tutto il Governo circa la centralità di queste politiche per lo sviluppo economico e sociale del Paese nei prossimi anni.
  Mi sembra evidente che intelligenza artificiale, internet delle cose, Blockchain sono cose che arrivano e verranno utilizzate nella quotidianità dei cittadini da qui ai prossimi 5, 10, 15 anni; nel settore del terziario, nel settore assicurativo e bancario l'intelligenza artificiale potrà in qualche modo sostituire in gran parte il personale amministrativo; sono fenomeni con cui dobbiamo fare i conti, credo che sia meglio guidarli e anticiparli piuttosto che subirli nei prossimi 10 anni.
  Con la delibera CIPE 61 del 25 ottobre 2018 sono stati stanziati 45 milioni di euro per progetti di sperimentazione e ricerca applicata al trasferimento tecnologico anche in collaborazione con gli enti territoriali e relativi alle tecnologie emergenti. Pag. 13Con decreto del 26 marzo modificato dal decreto del 5 giugno 2019 è stato adottato il programma di supporto tecnologie emergenti nell'ambito del 5G diviso in due assi: l'Asse intervento 1, la Casa delle tecnologie emergenti con dotazione 40 milioni; e l'Asse II che riguarda il progetto di ricerca e sviluppo per favorire la trasformazione tecnologica dei PMI e startup innovative con una dotazione di 5 milioni. L'asse 1 ha previsto uno specifico intervento per la realizzazione delle case delle tecnologie emergenti, sul modello inglese «Digital Catapult», veri e propri centri di trasferimento tecnologico volti a supportare progetti di ricerca e sperimentazione a sostenere la creazione di startup e il trasferimento tecnologico verso le PMI sui temi aventi ad oggetto l'utilizzo del Blockchain, degli IoT e delle intelligenza artificiale scegliendo le sedi nelle città oggetto di sperimentazione 5G, ovvero Torino, Roma, Catania, Cagliari, Genova, Milano, Prato, L'Aquila, Bari e Matera, e ogni altro Comune che dovesse avviare una sperimentazione 5G nel corso dello svolgimento del programma citato. Il decreto prevede che la prima Casa delle tecnologie venga realizzata a Matera, capitale europea della cultura.
  Nell'ambito dell'asse 2, il 5 agosto il MISE ha avviato il primo bando per 5 milioni di euro aperto fino al 4 novembre prossimo rivolto a Pubbliche Amministrazioni, enti pubblici, agenzie ed enti di ricerca università per la realizzazione di specifici progetti di sperimentazione e ricerca orientato all'utilizzo delle tecnologie emergenti attuate attraverso la cooperazione tra più soggetti in collaborazione con gli operatori titolari di frequenze utilizzabili per il 5G, PMI e startup innovative.
  L'obiettivo è quello di realizzare progetti di sperimentazione, ricerca applicata e trasferimento tecnologico basati sempre sulle tecnologie emergenti collegati allo sviluppo delle reti di nuova generazione e realizzati da enti pubblici, agenzie, enti di ricerca e università che possano costituire dei volani per lo sviluppo imprenditoriale sul territorio con particolare riferimento alle PMI e alle startup innovative e favorire il trasferimento tecnologico verso tali categorie di imprese.
  I progetti dovranno sviluppare servizi e soluzioni che ricadano nei seguenti ambiti: creatività, audiovisivo e intrattenimento, logistica, green economy, tutela e valorizzazione del Made in Italy. L'obiettivo più prossimo dell'azione del Ministero è quello di portare a compimento questo importante programma finanziando i progetti in via di presentazione da parte dei Comuni per le case delle tecnologie emergenti a partire da Matera, per la quale saranno destinati 15 milioni di euro. A questo proposito, una delle richieste del MISE per la legge di bilancio riguarderà il rifinanziamento di questo programma in modo da garantire una diffusione capillare della Casa delle tecnologie emergenti su tutto il territorio nazionale, anche in considerazione del grande interesse manifestato dai Comuni e dalle sinergie evidenti che questo programma può innescare con il fondo nazionale innovazione attualmente in fase di startup sotto la regia del MISE e di Casse Depositi e Prestiti.
  Inoltre, sempre sul fronte della sperimentazione delle tecnologie emergenti, è in fase avanzata l'interlocuzione con il MEF per la costituzione del fondo per la sperimentazione delle tecnologie emergenti presso il MISE così come previsto nell'ultima legge di bilancio.
  Accanto alla sperimentazione in corso nel nostro Paese, nell'ultimo anno il MISE ha portato avanti un'intensa attività a livello internazionale che intende proseguire e rafforzare. Il 9 luglio 2019 l'Italia ha ottenuto la presidenza dell’European Blockchain Partnership insieme alla Svezia e alla Repubblica Ceca; l'intento è conferire all'Italia il ruolo di leadership nell'ambito di progetti europei sulla Blockchain. Si tratta di un'opportunità unica per promuovere ulteriormente la conoscenza e l'utilizzo di questa tecnologia a beneficio di cittadini e di imprese rafforzando la cooperazione in ambito UE. Il 4 dicembre 2018 è stata inoltre sottoscritta la dichiarazione per lo sviluppo Blockchain in ambito MED 7, il gruppo costituito dai 7 Paesi del Sud Europa, Italia, Spagna, Francia, Malta, Cipro, Pag. 14 Grecia e Portogallo. Sempre nell'ambito del MED 7, la scorsa settimana il MISE ha sottoscritto una dichiarazione sul futuro dell'ecosistema digitale nel sud dell'Europa e un memorandum di intesa per la cooperazione e condivisione delle migliori esperienze maturate riguardo le tecnologie basate sui registri elettronici distribuiti. Per i Paesi del Sud Europa, la Blockchain, più in generale le tecnologie basate sui registri distribuiti, possono essere un volano per promuovere le specificità dei nostri territori, tutelare i nostri prodotti da frodi e contraffazioni.
  In questa direzione abbiamo proposto che la prossima riunione ministeriale MED 7 sul Blockchain si tenga in Italia a Bari nel mese di febbraio 2020 con un focus specifico sull'utilizzo della Blockchain per la protezione dei nostri prodotti, in linea con la sperimentazione MISE-IBM sulla filiera del tessile, conclusa nella scorsa settimana e che sarà ufficialmente presentata nel prossimo mese di novembre.
  Infine, sempre sul fronte internazionale, è opportuno sottolineare come l'OCSE stia conducendo proprio in Italia il primo studio in Europa finanziato dal MISE che ha come oggetto lo sviluppo dell'ecosistema Blockchain italiano e la valutazione dell'impatto che le policy messe in campo hanno determinato sull'ecosistema nazionale. Lo studio si focalizzerà sull'implicazione di queste tecnologie emergenti, startup e piccole e medie imprese italiane, sono continue le interlocuzioni con gli uffici dell'OCSE per organizzare al meglio le interlocuzioni con i centri di ricerca e le imprese italiane sul nostro territorio; un altro segnale dell'attenzione internazionale verso il MISE su questo terreno è la leadership che nei prossimi mesi ed anni intendiamo consolidare e rilanciare.
  Credo che ci siano le condizioni perché il nostro Paese su questi temi sia all'avanguardia in Europa, attualmente è così. È evidente dalle interlocuzioni internazionali che abbiamo che ciò che è stato fatto in questi ultimi anni, e in particolare negli ultimi mesi, sui temi delle tecnologie emergenti sia di primaria importanza sul piano europeo.
  Ciò che mi preme sottolineare è come, attraverso una politica seria di trasferimento tecnologico soprattutto verso le piccole e medie imprese, si possa consentire al nostro tessuto produttivo, è noto a tutti che nel nostro Paese il 96 per cento circa delle imprese ha meno di 50 dipendenti, di utilizzare le tecnologie emergenti per garantire il trasferimento tecnologico alle imprese che da sole non ce la fanno e sono la maggior parte, perché sono appunto formate da una o due persone, perché questo è il tessuto produttivo che abbiamo in Italia a differenza dei grandi gruppi che ci sono nei principali Paesi europei. Ritengo quindi che il tema delle nuove tecnologie emergenti, che certamente è in una fase sperimentale, debba portarci nel più breve tempo possibile a far fare quel salto tecnologico alle piccole e medie imprese che ovviamente senza questo salto non riusciranno a stare sul mercato.
  Passiamo quindi, alle politiche per il settore radiotelevisivo. Il settore radiotelevisivo è senza dubbio tra quelli maggiormente coinvolti dall'avvento del digitale e delle nuove tecnologie. In questi ultimi mesi abbiamo assistito e stiamo assistendo ad una profonda trasformazione del settore sotto il profilo tecnologico nella fruizione dei contenuti audiovisivi e con un mercato che registra alleanze tra operatori tradizionali e nuovi fornitori di contenuti che anche solo qualche anno fa apparivano impensabili.
  Il MISE svolge un ruolo cruciale nel governo del settore di riferimento e nei prossimi anni saremo impegnati su due fronti fondamentali: da un lato in ragione della necessità di recepire la direttiva 2018/1808 che modifica la direttiva 2010 /13/ UE sui servizi medio audiovisivi, avremo la possibilità di incidere profondamente su un assetto regolamentare ormai non più in grado di sostenere gli operatori nel processo di trasformazione in atto.
  Si tratta di un'occasione storica che come Paese non possiamo perdere, occasione da sfruttare intervenendo con decisione sull'attuale assetto regolamentare in coordinamento con le autorità indipendenti di settore per assicurare un mercato Pag. 15più concorrenziale ed un complessivo assetto maggiormente rispettoso del pluralismo informativo. Una sfida che come MISE raccoglieremo coinvolgendo i migliori esperti del settore nell'intento di ammodernare un sistema analogico non più al passo coi tempi; sotto l'altro profilo, è nella responsabilità del MISE governare il processo in atto di liberazione della banda a 700 megahertz assicurando le più ampie garanzie per i cittadini e gli operatori coinvolti.
  Il passaggio al 5G mediante il rilascio definitivo delle frequenze in banda 700 megahertz aggiudicate dagli operatori delle TLC nell'asta pubblica dello scorso anno, richiede un rilevante impegno da parte del Ministero con diverse procedure e azioni volte a realizzare nei tempi previsti il riassetto dell'intero settore televisivo.
  Con decreto dell'8 agosto 2018, al fine di armonizzare e coordinare le attività di rilascio della banda 700 megahertz, favorire lo sviluppo della tecnologia 5G ed elaborare strumenti volti a favorire le trasformazioni digitali del settore televisivo, è stato costituito il tavolo TV 4.0 per avviare con tutti gli stakeholders pubblici e privati coinvolti, il processo di elaborazione della frequenza in banda 700 megahertz a favore del 5G e per definire le modalità e le tempistiche di transizione alla tecnologia DVB-T 2.
  Con la legge di bilancio 2019, all'esito di un confronto con tutti gli stakeholders interessati nell'ambito del citato tavolo, si è operata una riforma complessiva del sistema di ripartizione delle frequenze in vista della liberazione della banda; con DM 19 giugno 2019, sempre all'esito di un articolato e fruttuoso confronto con gli operatori del settore, è stata approvata la nuova Roadmap che traccia le tempistiche. La nuova Roadmap suddivide il territorio nazionale in 4 aree geografiche, prevede l'attivazione della codifica DVBT/MPEG 4 nell'ultimo quadrimestre 2021 e dello standard DVB-T2 a livello nazionale nel periodo tra il 21 giugno 2022 e il 30 giugno 2022, ferma restando la facoltà per gli operatori di attivare la codifica DVBT/MPEG 4 e lo standard DVB-T2 prima delle scadenze previste. Il decreto prevede inoltre la rottamazione volontaria anticipata delle reti per gli operatori in ambito locale che lo richiedono con corresponsione anticipata dell'indennizzo previsto dalla legge.
  Il 22 luglio 2019 sono state, altresì, pubblicate le linee guida per la formazione delle graduatorie per gli operatori in ambito locale a tutela delle emittenti locali che irradiano in province non coperte da reti di secondo livello; le linee guida in maniera significativa e venendo incontro alle richieste degli operatori, prevedono l'obbligo per gli aggiudicatari di garantire un prezzo riproporzionato in base alla popolazione delle province interessate. A tutela del pluralismo locale sono, inoltre, previsti vincoli di aggiudicazione di più reti su un medesimo territorio da parte di uno stesso soggetto. Si è inoltre conclusa la procedura per la conversione dei diritti d'uso esistenti per gli operatori nazionali in diritti di capacità trasmissiva in nuovo sistema a regime entro il 30 giugno 2022 che assicura, pur con un numero inferiore di frequenze rispetto all'attuale situazione, di utilizzare maggiore capacità trasmissiva.
  Per rispettare le scadenze stabilite dal legislatore, il Ministero, anche grazie al lavoro del tavolo TV 4.0, è ora pronto ad affrontare la procedura di gara per selezionare gli operatori di reti più efficienti che dovranno mettere a disposizione la capacità trasmissiva e fornitura di servizi medio audiovisivi locali, questi saranno a loro volta selezionati con altri bandi di gara nelle aree tecniche individuate nella nuova pianificazione delle frequenze da parte dell'Autorità per le garanzie delle comunicazioni (AGCOM). Successivamente, si dovranno completare le procedure di assegnazione dei diritti d'uso delle nuove reti agli operatori nazionali, procedure che hanno avuto inizio lo scorso agosto con l'assegnazione provvisoria dei primi 10 MUX pianificati dalla AGCOM e che si concluderanno con una gara onerosa sulla base di criteri che saranno adottati dalla stessa AGCOM per assegnare due ulteriori MUX nazionali, suddivisi ciascuno in due lotti e pervenire pertanto all'assegnazione definitiva di tutti i 12 MUX pianificati. Pag. 16
  Inoltre, il Ministero a breve predisporrà, previa consultazione nell'ambito del tavolo TV 4.0, anche un altro decreto interministeriale, ossia quello che definisce le regole e le procedure per indennizzare gli operatori di rete televisive locali che dovranno perdere il loro diritto d'uso delle frequenze per consentire il passaggio al 5G. L'indennizzo erogato ad ogni operatore di rete verrà quantificato sulla base dell'ammontare complessivo stanziato dalla legge di bilancio 2018, pari a circa 303 milioni di euro.
  Si tratta di un processo che vede impegnato il MISE in tutte le sue articolazioni e ci vedrà impegnati nei prossimi mesi e anni con l'intento di ridurre al minimo i disagi per gli operatori e cittadini in questa fase di cambio tecnologico. Non sono ammessi ritardi e ritengo che con il contributo di tutti gli attori coinvolti, proseguendo un dialogo virtuoso con il Ministero, si possa raggiungere l'ambizioso risultato che ci siamo posti nei tempi stabili.
  Un tassello fondamentale dello switch-off che è alle porte è rappresentato dalla necessità di assicurare che le fasce deboli della popolazione siano poste nelle condizioni di fruire della nuova tv digitale. La legge di bilancio 2019 ha stanziato 151 milioni di euro in favore dei cittadini con ISEE fascia 1 e 2 per l'acquisto di decoder televisivi abilitati alla ricezione del nuovo segnale per evitare disagi agli utenti finali che potrebbero derivare dalla trasformazione tecnologica delle reti televisive sia nazionali che locali e quindi della necessità di adeguare anche i televisori.
  Il decreto attuativo in fase di finalizzazione, di concerto con il MEF, prevede di erogare i contributi fino a 50 euro immediatamente utilizzabili tramite un corrispondente sconto sul prezzo di vendita praticato dai rivenditori sin dalle festività natalizie, alle famiglie meno abbienti per l'acquisto di decoder o di nuove tv adeguate a trasmettere con le nuove tecnologie DVB-T2/ HEVC. Tale importante misura, che ha avuto lo scorso 10 settembre l'autorizzazione della Commissione Europea, avrà una durata triennale e sarà accompagnata da apposite campagne e azioni informative per spiegare agli utenti tali cambiamenti e guidarli verso la conversione dei loro apparati televisivi minimizzandone l'impatto; anche sotto questo profilo è mio intendimento richiedere nella prossima legge di bilancio un nuovo finanziamento della misura al fine di allargare la platea dei beneficiari.
  Per quanto riguarda il servizio pubblico radio-televisivo, la RAI riveste un ruolo centrale nelle politiche per il sistema radiotelevisivo messo in campo dal Ministero dello Sviluppo Economico; in attuazione del contratto di servizio MISE – RAI.
  Sono state istituite le tre Commissioni Paritetiche previste nel nuovo contratto di servizio con la concessione del servizio pubblico radiotelevisivo. Sono state approvate le linee guida operative a cui dovranno essere ispirate le intese tra l'azienda e le associazioni di categoria dei produttori maggiormente rappresentative in ordine alla durata e all'ambito dei diritti di sfruttamento radiofonico, televisivo e multimediale e il 19 luglio 2019 sono state pubblicatele linee guida.
  Sono state avviate una serie di iniziative volte a favorire la trasformazione digitale della RAI in linea con quanto previsto dal nuovo piano industriale. Il 24 giugno 2019 in collaborazione con il Comune di Torino ha preso il via la prima sperimentazione della tecnologia 5G in ambito audiovisivo. Il Centro Ricerche RAI, nel corso dello spettacolo in piazza in occasione delle celebrazioni di San Giovanni, ha sperimentato la diffusione di immagini ad alta definizione 5G in modalità broadcast. La scorsa settimana la componente del MISE della Commissione Paritetica prevista dal contratto nazionale di servizio ha formulato la determinazione di propria competenza ritenendo il Piano industriale della RAI per il triennio 2019 – 2021 compatibile con quanto previsto dal contratto stesso.
  La Commissione Paritetica ha convenuto inoltre di monitorare la tempistica di attuazione del piano attraverso riunioni bimestrali. Ritengo che la RAI possa e debba svolgere un ruolo trainante nella trasformazione digitale del Paese e in questa direzione il nuovo piano industriale Pag. 17pone un'attenzione particolare, in linea con il contratto di servizio, allo sviluppo digitale del servizio pubblico radiotelevisivo. Come Ministero sosterremo nei limiti delle nostre attribuzioni lo sforzo che sarà condotto dalla RAI come traino per l'intero sistema radiotelevisivo nazionale.
  Passando poi alla radio digitale, un ulteriore tassello fondamentale nella strategia digitale che col Ministero intendiamo proseguire e rafforzare, riguarda il passaggio dall'analogico al digitale del sistema radiofonico; dopo anni di attesa la legge di bilancio 2019 ha disposto la pianificazione e assegnazione delle frequenze in VHF per la radiofonia digitale e solo ove necessario per il servizio televisivo digitale terrestre. Conseguentemente, con il piano definito da AGCOM, con il rilascio della banda 700 megahertz ed il riassetto del sistema televisivo ci sarà la disponibilità di un numero maggiore di frequenze per la radio digitale. Il MISE sta inoltre effettuando una serie di incontri di coordinamento con gli Stati radio elettricamente confinanti per ottenere un maggior numero di frequenze coordinate per l'Italia o comunque una migliore distribuzione delle stesse rispetto all'accordo di Ginevra del 2006 e per consentire la pianificazione sia di una rete tv che reti nazionali locali in numero adeguato per la radio digitale.
  Per supportare la diffusione di apparecchi riceventi con il sintonizzatore digitale con la legge n. 205 del 2017 è stato previsto l'obbligo di vendere, all'ingrosso dal 1° giugno 2019 e al dettaglio dal 1° giugno 2020, apparecchi con il sintonizzatore digitale integrato negli apparecchi dotati di sintonizzatore della radio analogica.
  Detta previsione ha anticipato quanto poi disposto dal nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, da recepire entro il 21 dicembre 2020, che ha incluso una disposizione analoga per le autovetture di nuova immatricolazione lasciando la possibilità per gli stati membri di estendere la prescrizione ad altri apparecchi, a condizione di limitare l'impatto sul mercato dei ricevitori e di radiodiffusione di valore modesto ed escludendo i prodotti nei quali il ricevitore radio è puramente accessorio.
  Nelle more del recepimento del Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche è stata emanata una norma transitoria al fine di armonizzare le due disposizioni normative. Attualmente, a seguito dell'approvazione di uno specifico ordine del giorno, è stata effettuata una consultazione pubblica con gli stakeholders ed è in corso di definizione la categoria di prodotti nei quali il ricevitore radio è puramente accessorio; si tratta di uno sforzo di chiarezza che intende dare ulteriormente impulso allo sviluppo della radio digitale nel nostro Paese che come in altri settori guida la trasformazione digitale a livello europeo.
  Infine, per quanto riguarda il servizio postale, la trasformazione digitale investe in maniera totalmente trasformativa il settore postale e anche su questo fronte abbiamo nei prossimi mesi un'occasione in qualche modo storica per aumentare lo sviluppo di questo settore. Risulta infatti in scadenza il contratto di programma tra il Ministero dello Sviluppo Economico e Poste Italiane per l'erogazione del servizio Poste universale. Negli scorsi mesi sono state già avviate le procedure per il rinnovo del contratto di servizio per il successivo quinquennio con Poste Italiane quale concessionario del servizio universale postale fino al 2026; sullo schema di contratto sono stati acquisiti i pareri favorevoli di AGCOM, del Ministero dell'Economia e delle Finanze e si è già provveduto ad inoltrare la pre notifica alla Commissione Europea ai sensi della normativa in materia di aiuti di Stato. Sarà mia cura pertanto trasmettervi quanto prima il testo per l'acquisizione del previsto parere.
  Il nuovo contratto, ad invarianza dei costi a carico dello Stato, in aggiunta agli attuali obblighi del servizio universale prevede la promozione di forme innovative di servizi utili ai cittadini alle imprese e alle Pubbliche Amministrazioni.
  Mantenendo una rete capillare di circa 12.800 uffici sul territorio nazionale, Poste Italiane è in grado di assicurare un servizio di prossimità per i cittadini che nell'ottica di una sempre maggiore digitalizzazione Pag. 18dei servizi postali consente di fornire un concreto supporto alle fasce di utenza residenti nelle aree interne del Paese o con minore densità abitativa.
  In particolare nel nuovo Contratto di servizio si prevede che nei Comuni con popolazione residente fino a 5.000 abitati Poste Italiane si impegni a mantenere a disposizione in tutti i Comuni la connessione wi-fi gratuita presso almeno un ufficio postale, a proseguire il piano di installazione degli ATM presso gli uffici postali dei Comuni che ne facciano richiesta secondo un piano operativo che sarà costantemente aggiornato, ad offrire alle Amministrazioni che ne facciano richiesta il servizio di tesoreria nel rispetto delle vigenti norme in materia, a presentare un piano di interventi strutturali finalizzato ad una sostanziale riduzione e, ove possibile, al completo superamento delle barriere architettoniche negli uffici postali, ad assicurare attraverso la corretta installazione di impianti di videosorveglianza la messa in sicurezza delle persone, dei lavoratori e dei beni negli uffici postali. Poste Italiane, senza oneri per lo Stato, nel corso dei negoziati, su sollecitazione del MISE, si è inoltre impegnata a realizzare un incubatore di startup per il settore della logistica in modo da irrobustire le politiche di Open innovation da tempo avviato dall'operatore postale, a modernizzare le cassette di impostazione di una logica di IoT (Internet delle cose) dotandole di sensori in grado di misurare gli invii e rendere più efficiente il servizio di spedizione, ad installare a domicilio dei destinatari che lo consentano apparati, i cosiddetti «locker», per semplificare le attività di consegna e spedizione di posta e pacchi.
  Sempre in materia di mercato postale, ed in conclusione del mio intervento, ricordo che con l'emanazione nel luglio 2018 del «Disciplinare delle procedure per il rilascio dei titoli abilitativi per l'offerta al pubblico dei servizi postali e notificazione di atti giudiziari e violazioni del Codice della Strada», sono diventate operative le norme volte al superamento della storica riserva che Poste Italiane gestiva in monopolio; inoltre nel corso del 2019 sono state rilasciate agli operatori postali privati 10 licenze individuali speciali per svolgere vari servizi. Nell'azione del Ministero che intendo proseguire, nell'ambito del processo di progressiva liberalizzazione in atto dei servizi postali e, in relazione alle criticità riscontrate nell'assolvimento degli obblighi formativi prescritto dal regolamento di AGCOM e nella successiva disciplina applicativa definita dal competente Ministero della giustizia, recentemente anche oggetto di una specifica segnalazione al Parlamento e al Governo da parte dell'Antitrust in quanto considerato un ostacolo all'apertura del mercato.
  Sarà mia cura, quindi, promuovere l'attivazione di un tavolo interministeriale allargato alla partecipazione delle Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dell'Autorità nazionale anticorruzione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, Ministro. Cedo ora la parola ai deputati che intendano intervenire per formulare quesiti e svolgere osservazioni.

  ANTONELLO GIACOMELLI. Grazie Presidente. Credo che si debba dare atto al Ministro Patuanelli di una relazione molto ampia, esaustiva e approfondita che ha offerto un quadro complessivo su cui sarebbero molte le osservazioni, una relazione così ampia che obbligatoriamente l'intervento deve in qualche modo fare una scelta selettiva a monte, in particolare sui temi del servizio pubblico ci saranno forse occasioni anche nella Commissione bicamerale di Vigilanza, sul tema del servizio postale troveremo occasione nella discussione del rinnovo per approfondire.
  Vorrei concentrare alcune riflessioni sulla prima parte, per me la più interessante della relazione del Ministro. Andando diciamo per sintesi: certamente mi pare esca confermata un'idea, ce la siamo detta altre volte, sostenuta da tempo, che sul settore dell'innovazione è impossibile, o per lo meno sarebbe totalmente aleatorio e sbagliato, condurre una politica di schieramento. Su questo tema è necessaria una politica del sistema Paese perché il meccanismo di competizione Pag. 19 e di cambiamento è tale per cui è impensabile che la strategia di un Paese muti radicalmente al mutare di uno schieramento. Io ritrovo bene nelle cose dette dal Ministro alcuni aspetti che erano relativi alla strategia nazionale della banda ultralarga dei Governi della scorsa Legislatura, ma trovo anche molte implementazioni e molti fatti nuovi che giudico in linea e condivisibili, ma insomma c'è sicuramente un passo avanti.
  Rispetto alla prima parte, quella che riguarda più le cose fatte, non c'è dubbio che da subito si è manifestata una difficoltà nella realizzazione della fibra nelle aree bianche; il ritardo, diciamo così, è cominciato con i lavori, ci sono molti motivi, in particolare io ne segnalo uno: nonostante che noi, l'Italia abbia recepito – unico Paese a farlo almeno fino a poco tempo fa – per intero tutte le misure europee di snellimento delle procedure, siamo l'unico caso in cui la Commissione ha richiamato gli altri Paesi e non l'Italia, tra questi noi abbiamo recepito con una legge specifica la cosiddetta «mini trincea» che consente un intervento veloce, non invasivo e di straordinario impatto. Che cosa è accaduto da subito? Che nell'applicazione della «mini trincea» siamo andati in scontro con le aspettative delle Amministrazioni, perché cosa accade? Che un'Amministrazione quando dà il permesso per un intervento di quel tipo si aspetta che automaticamente ci sia il benefit di un intervento complessivo sulla sede viaria, questo ha portato a tutta una serie di rallentamenti e di difficoltà perché l'alternativa è solo procedere in modo coattivo, ma procedere in modo coattivo con centinaia e centinaia di Amministrazioni locali non credo che sarebbe stata – e sarebbe – una strada; io penso, rimango dell'idea che occorre intensificare la collaborazione con ANCI e la determinazione di modalità di relazione perché da un punto di vista normativo noi abbiamo fatto, l'Italia ha fatto tutto quello che doveva fare, non esiste una strada, un atto in più che possa velocizzare ulteriormente.
  Il secondo aspetto: se ho capito bene signor Ministro voi pensate, il Governo immagina di affrontare il tema delle aree grigie soprattutto attivando il meccanismo del voucher, atteggiamento condivisibile; io ho qualche dubbio in più, se ho capito bene, sull'utilizzo del voucher per soggetti come le imprese.
  Mentre per una famiglia – siccome uno degli obiettivi, per capirsi, dell'agenda europea è quello dell'effettiva connessione della percentuale importante della popolazione alla rete, è logico che il voucher induce a questo tipo di scelta, ora, il voucher ha un'efficacia straordinaria per una famiglia, perché nell'ambito di un bilancio familiare il passaggio da una rete all'altra sia coperto nel costo aggiuntivo da un intervento pubblico spesso è un fatto dirimente, ma per un'impresa io non credo, almeno questa è la valutazione, non sono certo che l'elemento del voucher solo finalizzato alla connettività sia tale da indurre in questa direzione; lì forse il problema riguarda anche tutti i meccanismi di connettività interna all'opificio, allora qui il voucher dovrebbe avere un'entità ben superiore e non so se siamo in grado di fare questo tipo di operazione, per cui la sensazione, ma riconosco che il tema è da approfondire, almeno per me, è che forse concentrando il voucher sulle famiglie massimizzeremmo il risultato, magari riservandosi di individuare per le imprese strumenti più adatti.
  Rete. Non c'è dubbio che però, dalla relazione svolta dal Ministro e che è certamente esaustiva, emergono inevitabilmente alcuni nodi politici che tornano, il primo: la questione della rete. Nel Codice europeo delle Comunicazioni recentemente approvato c'è una preferenza netta per la rete wholesale only, per la rete non verticalmente integrata, c'è un riconoscimento pieno. Ora, è chiaro che questo ha una forza diversa nei diversi Paesi europei, qui ce l'ha enorme perché questo è un Paese anomalo da questo punto di vista, rende privatizzata la propria infrastruttura e l’incumbent, ma il tema della rete pubblica o no rimane, anzi cresce, rimane perché l'iniziativa di Open Fiber ha riportato di fatto, con l'aggiudicarsi di Open Fiber dei bandi di gara, la rete pubblica nelle aree bianche; il paradosso è che nelle aree teoricamente Pag. 20 più svantaggiate c'è la rete più innovativa e c'è la rete pubblica rispetto ad altre realtà. Ora, questo nodo a un certo punto andrà sciolto, io penso che a maggior ragione le questioni delle infrastrutture 5G questo tema lo porranno nuovamente. Che cosa è ipotizzabile, visto che la rete 5G comporta molte più installazioni anche se molto meno invasive e più contenute? Che cosa ipotizziamo? La libertà per ciascun operatore nella realizzazione di infrastrutture? Questo, diciamo così, abbiamo appena affrontato ieri in Parlamento il tema della preoccupazione per le emissioni, acuirebbe credo il problema da un punto di vista di percezione della pubblica opinione in modo drammatico e inoltre richiederebbe investimenti che io penso nessun operatore sia in grado di sostenere da solo, allora torna il tema di una società dette reti? È ipotizzabile una realizzazione partendo dalla nuova rete che magari risolva anche quello delle reti esistenti di un'infrastruttura strategica a controllo pubblico? Capisco che sono questioni che più che in una relazione di un Ministero, giustamente, appartengono a un tema complessivo dell'attività di Governo, non ne faccio questioni su cui attendo una risposta, semplicemente segnalo qualche punto di riflessione su cui possiamo provare ad esercitarci, anche perché – l'ho già detto pubblicamente e lo ripeto nella sede istituzionale – capisco bene gli obiettivi e rispetto gli obiettivi del decreto-legge sulla sicurezza del 5G, il cosiddetto «Golden Power», capisco la pressione degli alleati occidentali, capisco tutto, ma mantengo tutta la mia perplessità sull'efficacia reale dello strumento in un Paese che da 20 anni consente una piena attività di privati di qualunque nazionalità.
  Se non si tratta di fare semplicemente un atto politico di omaggio a un'alleanza ma dobbiamo davvero porci un tema che riguarda la sicurezza delle realtà strategiche, forse il tema del ruolo del pubblico e del privato è un tema che non ha niente di passatista ma che al contrario ha una straordinaria attualità sulle infrastrutture strategiche; così come apprezzo molto, e sono curioso di approfondire, il lavoro dei gruppi o dei sottogruppi di cui lei ha parlato sulle tecnologie emergenti, credo che sia questo un fatto innovativo rispetto al dato che conoscevo molto prezioso.
  Penso, l'ho detto anche ieri in aula, penso che serva da parte del Governo un nuovo atto strategico sull'innovazione, un nuovo Digital Act, il tempo della discussione sulla rete in fibra ormai per quanto è vicino a noi sembra ormai lontano nel tempo, serve che sul Blockchain, intelligenza artificiale, 5G noi definiamo una strategia italiana di obiettivi delle priorità e ancora una volta il ruolo del pubblico e del privato. Verrebbe naturale chiedere: sulla Blockchain il modello è riconoscimento di qualunque piattaforma? C'è un ruolo del pubblico che svolge un ruolo di garanzia? C'è un controllo ex post? Sono temi così come l'incrociarsi di tecnologie etiche nell'intelligenza artificiale, è questione vera.
  Ora, su questo noi sappiamo bene che per esempio gli OTT stanno svolgendo riflessioni molto approfondite, alcuni si sono dotati di codici etici per esempio, io penso però che le istituzioni non possano demandare a soggetti del mercato l'individuazione dei codici etici di riferimento in uno scenario di questo tipo, quindi da questo punto di vista credo che Governo e Parlamento dovrebbero, è auspicabile per me, assumere delle iniziative, iniziative anche di coordinamento e di produzione normativa e legislativa.
  Noi procediamo con un impianto giuridico che è analogico in un tempo ormai in cui tutte le norme o quasi appaiono superate e devono essere adattate ad una realtà, e non solo, oramai siamo consapevoli che non basta nemmeno più il diritto nazionale, quindi da questo punto di vista forse i tempi sono maturi per provare ad individuare le linee di un Codice europeo che riguardi per intero il mondo digitale, non penso solo alle questioni dei dati, la questione dell’Internet of things, aumenterà in modo esponenziale la questione dei dati, del loro utilizzo, della loro raccolta, del rapporto tra quelli e la persona che li fornisce, ma penso anche a tutta una serie di questioni, l'intelligenza artificiale funziona con l'immissione dei dati che determinano Pag. 21 criteri e principi, qual è l'autorità che sovrintende alla scelta dei dati da immettere e quali sono i principi in base a cui si determinano le scelte? Quindi da questo punto di vista mi pare che partendo dalle cose che lei ha detto e che condivido ci sia molto lavoro da fare.
  Finisco con due osservazioni molto semplici, la prima sulla cyber sicurezza. Il recepimento della direttiva è il primo passo, in realtà a livello europeo su questo siamo lontani dal raggiungere una cooperazione che sia anche operativa e non solo strategica, per un meccanismo naturale di difficoltà a superare le barriere nazionali, anche solo nella comunicazione degli attacchi. Sono contento del processo, se capisco bene, di superamento della dispersione che Italia abbiamo storicamente dei centri (dei CERT) e dei centri di offensiva rispetto a questi. Mi domando se non ci sia la possibilità nella legge di bilancio di recuperare alcune iniziative, per esempio: partendo dall'ottimo lavoro sul wi-fi, perché non incrementare la creazione dei servizi che una rete wi-fi integrata può fare? È un'attività di profilazione del turismo nel nostro Paese, faccio per fare solo un esempio; così come sulle sperimentazioni 5G forse c'è la possibilità anche di recuperare le risorse che erano state destinate esattamente per lo sviluppo di servizi che non avevano magari un interesse di tipo privato ma che erano servizi di grande interesse, solo alcuni spunti per testimoniare anche un'adesione alla relazione ma anche la possibilità di successive interlocuzioni.

  PRESIDENTE. Grazie. Faremo un primo giro di domande da parte di tutti i gruppi, seguirà quindi la replica del Ministro e poi un secondo giro di interventi dei Commissari.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie presidente, ringrazio il Ministro per l'esposizione delle linee programmatiche che sono diciamo molto in continuità con il lavoro del Ministro precedente che abbiamo diciamo apprezzato qui in Commissione visto che molti dei temi sono ormai trasversali un po’ a tutte le forze politiche, penso un po’ all'innovazione e alle telecomunicazioni.
  Io vorrei porre un paio di questioni specifiche: bene l'impegno per quanto riguarda la banda ultralarga, in particolare sulla problematica diciamo dei collaudi perché qualche mese fa proprio qui in Commissione con un atto ispettivo avevamo scoperto che si era diciamo un po’ in ritardo da questo punto di vista, quindi spingere da questo punto vista è molto positivo. Mi ricollego un po’ anche a quello che diceva il collega nell'intervento precedente, le chiedo se da questo punto di vista l'opportunità di formare una rete unica dal punto di vista della banda ultralarga sia proponibile, quali possono essere gli step per andare verso questo obiettivo?
  Invece relativamente al SINFI, bene lo sviluppo del software e quindi l'evento che si terrà per migliorare l'usabilità del software attualmente disponibile per il SINFI, però ricordo che una delle problematiche era la comunicazione da parte degli enti locali delle informazioni a questi registro nazionale, se su questo punto di vista ha intenzione di mettere in atto delle iniziative per incentivare gli enti locali a fare questo, obbligarli diciamo a comunicare questi dati? La ringrazio.

  FEDERICA ZANELLA. Cercherò di essere rapida anch'io, pur avendo il Ministro toccato molti aspetti, lo ringrazio per l'esaustività e io ne affronterò solo un paio, poi lascerò anche ovviamente ai miei colleghi il compito di affrontare anche altri argomenti.
  Lei ha parlato di priorità per quanto concerne la questione delle infrastrutture, un'accelerazione sul tema della banda larga, noi ovviamente plaudiamo alla cosa, ricordo che il ministro Di Maio 16 mesi fa più o meno aveva detto lo stesso e lungi dalle polemiche ma, un po’ come l'abolizione della povertà, anche la slide relativa all'accessibilità universale diciamo che è in scarso avanzamento perché lei stesso ha parlato di 50 procedimenti di collaudo su 5.352 Comuni in aree bianche, non è sicuramente un dato che in più di un anno di Governo possa allietarci. Guardando al futuro, perché è sempre giusto essere propositivi, Pag. 22 lei parlava della fase 2 – accelerazione – che prevede la copertura delle aree grigie; ecco, siccome è fondamentale, lei giustamente ha parlato del tessuto produttivo e queste aree riguardano molti distretti industriali, artigianali e quant'altro, le chiederei qualche indicazione in relazione ai tempi e modi di intervento, se farete tesoro degli errori compiuti per quanto concerne le aree bianche anche se dovrete, forse, creare dei bandi eccetera dando possibilità a più players magari di giocare per operare, non lasciare a un unico player che poi se rimane incastrato non riesce ad andare avanti sotto il profilo appunto dell'accessibilità universale, se ci sono informazioni in merito alla composizione del nuovo Cobul? E poi lei ha parlato di 3,3 miliardi di euro a fronte di 5,1 miliardi, poi posso sbagliarmi sui numeri, mi domando, visto che l'asta per le frequenze ha portato in cassa 6 miliardi e mezzo perché non imputiamo quei denari anziché coprire le altre voci di bilancio per sviluppare le infrastrutture a cui noi teniamo, mi pare di evincere, tutti quanti? E a proposito appunto dell'asta, ha approfondito molto la questione della liberazione della banda a 700, c'erano parecchie problematiche, ritenete con le azioni di cui avete parlato di averle risolte? Cioè che vengano liberate queste frequenze? Perché è ovvio insomma che ci siano gli operatori che hanno investito 6 miliardi e mezzo, una parte di 6 miliardi e mezzo, su queste frequenze che siano un po’ tesi. E, secondariamente, visto che molte di queste frequenze riguardano l'emittenza privata, pensate che le misure che avete messo in campo siano in grado di ristorare sia a livello economico che di capacità trasmissiva le emittenze private in modo da garantirne la continuità aziendale e il futuro? Grazie.

  MASSIMILIANO CAPITANIO. Grazie presidente, ringrazio anch'io il Ministro per l'esaustiva e dettagliata relazione, avremmo preferito ascoltarla all'inizio della legislatura perché diciamo che tanti degli spunti andrebbero riportati al Ministro che l'ha preceduta, anche perché dalle stime che abbiamo noi, per toccare uno dei tanti temi che ha affrontato, sulla copertura della banda ultralarga se andiamo avanti di questo passo dubito che entro il 2020 avremo l'85 per cento della copertura perché il rischio che stiamo correndo è quello di raggiungere il 95 per cento della copertura solo nel 2035.
  Per quanto riguarda l'accelerazione, per la realizzazione della rete non sono d'accordo con gli spunti della relazione ma neanche con l'intervento del collega Giacomelli perché non è vero che è stato fatto tutto; sappiamo che in tutti i provvedimenti – dal provvedimento sul ponte di Genova allo sblocca cantieri alla semplificazione – abbiamo presentato un'infinità di emendamenti per la semplificazione e per l'accelerazione delle pratiche e per un dialogo diverso con gli enti locali e una volta per colpa della Sovrintendenza, una volta per colpa di altri enti esterni, gli emendamenti non sono stati accolti e se la richiesta non arriva dal singolo operatore ma dall'associazione di categoria vuol dire che qualcosa si può fare per accelerare, quindi non basta la sensibilizzazione ma bisogna procedere in maniera spedita verso la semplificazione.
  È evidente, ovviamente, che stiamo accusando un ritardo nella realizzazione della rete perché qui ci siamo soffermati anche con delle sorprese non irrilevanti sulla questione del 5G, però le nostre imprese, le scuole di ogni grado dalle scuole elementari che non riescono ad accendere le LIM alle aziende che si spostano perché non hanno la connettività, c'è ancora tanto da fare.
  Sulla politica dei voucher noi, prima che decidessimo di divorziare politicamente, stavamo presentando delle linee dopo aver fatto approvare un ordine del giorno in aula che magari si potrà recuperare, riteniamo invece che sia importante coinvolgere le famiglie come forma di alfabetizzazione digitale, ma anche coinvolgere le imprese; ci risulta che ci siano i margini per modulare il voucher in modo che le imprese stesse vengano coinvolte nella realizzazione di pezzi di rete magari sfruttando anche altre tecnologie come il fixed wireless.
  Spero ovviamente che abbia parlato con il Sottosegretario alla Salute sul tema del Pag. 235G per capire se il Governo abbia deciso di andare avanti in maniera determinata sulla sperimentazione, la parola... me la sono appuntata e poi ho perso le «x» cui è ricorsa nel suo intervento per almeno una trentina di volte, quindi dico se dobbiamo sperimentare, ma questo non è un appunto critico, anzi è una valutazione positiva, dico andiamo avanti con la sperimentazione in maniera convinta ma spero che ci sia seriamente un chiarimento perché quanto accaduto ieri in Aula con un Sottosegretario che a nome del Governo si dice disponibile ad accettare che il Parlamento dia un'indicazione per la sospensione della sperimentazione non solo perché sono stati investiti 6,5 miliardi più tutto l'indotto che potrebbe arrivare. Si tratta a mio giudizio di una una questione gravissima ed è un segnale alle borse, alle imprese, al buon senso piuttosto preoccupante.
  Poi ho apprezzato invece il riferimento allo sviluppo, cioè al sostegno mediante specifici finanziamenti per lo sviluppo del wireless e comunque della connettività nelle zone terremotate, volevo capire se parte di questi fondi fossero stati destinati anche al candidato Bianconi dell'Umbria per ristrutturare i propri alberghi e quindi magari ripristinare anche in quella zona la connettività wireless. Non ho sentito un accenno, ma forse ho perso io dei passaggi, un tema fondamentale che è quello del contrasto alla pirateria informatica, settore da cui accusiamo perdite stimate intorno al miliardo di euro per ogni anno, quindi preannuncio che, noi come Lega a breve presenteremo un progetto di legge specifico su questo tema però chiediamo ovviamente anche l'attenzione del Governo perché non c'è solo un tema di evasione fiscale ma c'è un tema anche di sicurezza. Ieri tra l'altro, anche di questo chiediamo eventualmente una verifica, durante un convegno dei giovani innovatori, un funzionario del Ministero della difesa ha dato una notizia piuttosto scioccante, ovvero che già 3 anni fa il Ministero della salute avrebbe stipulato una convenzione o un protocollo con un'azienda tedesca per la cessione di parti di dati relativi ai pazienti curati dal sistema sanitario nazionale, quindi eventualmente ci aspettiamo un chiarimento, su questa dichiarazione presenteremo a breve un'interrogazione parlamentare, però se poi potessimo ricevere un riscontro poi anche ovviamente, non lo so, farlo a microfono il nome del funzionario.
  L'ultima cosa che vorrei evidenziare, visto che oltre all'aspetto tecnologico industriale, lo sviluppo a livello tecnologico del Paese passa anche da un'alfabetizzazione volevo sapere se riesce a raccordarsi anche con il suo collega al MIUR per riuscire a sbloccare anche il tema dell'educazione civica. Ricordo, in proposito, che con il voto all'unanimità della Camera e pressoché all'unanimità del Senato ci siamo già impegnati sul tema dell'educazione e della cittadinanza digitale, sia per il contrasto di ignobili reati ma anche per avvicinare il Paese da punto di vista dell'alfabetizzazione digitale che poi si porta necessariamente il consumo e quindi lo sviluppo del Paese.
  Ricordo che all'inizio il Ministro appena insediato ha dichiarato che avrebbe fatto partire l'educazione civica già da gennaio. A settembre ha annunciato che si sarebbe dimesso se non avesse avuto i 3 miliardi necessari per finanziare la formazione dei docenti, con parte di questi dedicata proprio all'educazione digitale e anche degli insegnanti, quindi anche su questo ci aspettiamo sicuramente delle novità. Grazie.

  MAURO ROTELLI. Grazie Presidente e grazie anche al Ministro per la lunga, forse lunghissima relazione, le dico sinceramente visto che abbiamo avuto in qualche momento qualche difficoltà nel seguirla senza testo, insomma... abbiamo preso più un caffè per continuare a seguirla svegli; però sono tanti e importanti gli argomenti e in quanto tale le devo dire che la forza politica che rappresento – Fratelli d'Italia – come lei si può immaginare – non ha alcuna aspettativa da questo Governo, ce ne aveva anche di meno forse da quello precedente, ma da questo proprio veramente nessuna.
  Le racconto che cosa è successo in questi 15 mesi in Commissione Trasporti: qui abbiamo assistito ad alcune delle più grandi sconfitte dei precedenti Ministri che hanno Pag. 24avuto diciamo la fortuna – o sfortuna – di avere le deleghe che riguardavano trasporti e telecomunicazioni.
  In particolare questa è stata la Commissione nella quale facevamo interrogazioni sulla TAV con risposte nebulose e poi mezz'ora dopo c'era la Conferenza Stampa del Presidente del Consiglio che diceva che la TAV si faceva, non abbiamo praticamente quasi mai parlato di Poste, abbiamo parlato pochissimo di radiotv, ma forse sarà proprio perché noi come Commissari abbiamo scelto queste tematiche, siamo qui, abbiamo la voglia di guardare oltre, di guardare verso il futuro, l'innovazione, nuove tecnologie, qualche collega prima di me diceva che sono un po’ temi sui quali tutti quanti noi ci ritroviamo, e quindi apertura di credito rispetto però a che cosa?
  Una Nazione, un Paese che ha sicuramente due velocità perché l'Italia, come lei sa, è primissima nella telefonia mobile, è invece lontanissima dai primi posti purtroppo sulla rete, rete che lei tante volte ha citato, infrastruttura che se noi la immaginiamo paragonata a quelle infrastrutture che hanno caratterizzato le precedenti rivoluzioni industriali – l'infrastruttura elettrica, l'infrastruttura ferroviaria – dovremmo darle quell'importanza che purtroppo vediamo ancora troppo deficitaria nel nostro Paese e che invece avrebbe bisogno di sostegno, forza, vivacità ma anche di un'analisi, di un'analisi attenta da parte della politica.
  Credo infatti che sarebbe opportuno anche qualche intervento legislativo perché ci sono alcune questioni come, ne cito solo alcune, non soltanto la separazione della questione delle reti, la Net Neutrality, la condivisione magari degli investimenti per nuove reti perché qui abbiamo da una parte con una contrazione importante di ricavi e di prezzi da parte delle grandi compagnie, e d'altro canto di grandi investimenti – pensiamo appunto alla questione del 5G – che mettono però a rischio quella che è la sostenibilità di un intero comparto che ci fa venire qualche dubbio se possa andare avanti e quanto possa andare avanti con queste caratteristiche.
  Lei ha parlato di banda ultralarga, 5G, Cyber Security, questo progetto «Wi-Fi Italia», ancora sembra peraltro non completamente decollato.
  Io le auguro veramente buon lavoro e staremo qui attenti a sostenere, come abbiamo fatto altre volte, iniziative positive ma riteniamo che soprattutto da parte sua e con le sue deleghe lei debba mettere in risalto e a fuoco quelle che sono le questioni strategiche, una su tutte quella infrastrutturale, sulla quale le chiediamo insomma di venirci a trovare spesso e di poterci rendere conto di quelli che sono i passaggi successivi, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie collega Rotelli. passiamo ora alla replica del Ministro e poi facciamo un secondo giro di domande se abbiamo tempo, grazie.

  STEFANO PATUANELLI, Ministro dello sviluppo economico. Grazie, grazie a tutti per gli interventi, per le domande e per le considerazioni, intanto approfitto anche della prima affermazione fatta dall'onorevole Giacomelli rispetto al fatto che su certi temi sarebbe bene che ciascuno di noi mettesse in campo le proprie visioni, le proprie competenze ma con l'ambizione comune di dare risposte al Paese in termini di provvedimenti, di regolamentazione, di un settore fondamentale che per la maggior parte dei temi trattati oggi non ha una connotazione politica, cioè cercare di consentire alle nostre imprese di fare un salto tecnologico attraverso la realizzazione di un'infrastruttura immateriale o materiale che sia all'avanguardia in Europa pensa che non è un tema che possa essere in qualche modo racchiuso nel novero di posizioni politiche contrastanti, poi possiamo discutere se sia il caso che la rete sia pubblica o sia sul mercato, su questo certamente c'è una componente anche di visione politica, ma sul fatto che sia necessario fare la rete e farla il prima possibile, trovare assieme gli strumenti perché Open Fiber da un lato ma io, come posso dire, ricordo che c'è il tema Infratel in mezzo che dovrebbe gestire la realizzazione dei lavori, dall'altro che lo facciano presto perché Pag. 25 certamente non arriveremo all'obiettivo nel 2020, questo mi sembra ovvio tento di non dire mai cose che poi mi si potrebbero ritorcere contro fra 6 mesi, sarei illuso se dicessi che certamente raggiungeremo gli obiettivi nel 2020, dovremmo cercare di avvicinarcisi il più possibile ma sarà difficile ottenerlo.
  Allora, dico perché approfitto di questo argomento, per dirvi alcune cose: io ho vissuto i primi 14 mesi di questa legislatura non nel Governo, come è noto, ho fatto il Capogruppo al Senato di una forza politica e ho visto quanto possa servire una sana interlocuzione in Commissione tra le Commissioni e il Governo; ecco, su questo io vi dico subito che sono disponibile in qualsiasi momento a raccogliere le vostre sollecitazioni, farvene di mie e lavorare assieme sui temi che non hanno una forte connotazione politica, poi possiamo dividerci su tutto, possiamo dire che la relazione è troppo lunga e noiosa e non è un problema, accetto ovviamente la critica, anch'io in qualche passaggio magari mi sono annoiato da solo e forse mi serviva un caffè, però accetto qualsiasi sollecitazione di questo tipo con la consapevolezza però che alcune cose possiamo farle tutti assieme e se le facciamo tutti assieme probabilmente vengono meglio di quelle che vengono fatte solo da una parte. Per cui, lo ripeto, l'esperienza che ho avuto totalmente parlamentare è anche in qualche modo di sintesi di un intero gruppo, i primi 14 mesi mi hanno convinto dell'esigenza di avere un'interlocuzione con i membri del Governo nelle Commissioni che possono lavorare veramente bene anche perché in un ambito ristretto credo che si possano fare cose migliori.
  Venendo invece ai temi trattati, io adesso ho un grosso problema perché non vedo più assolutamente niente da vicino, quindi scrivo e riesco a scrivere però poi non riesco a leggere e devo togliermi gli occhiali. Quindi mi scuso per questa scena non edificante. Rispetto alla realizzazione appunto dell'infrastruttura e la necessità di accelerare sui lavori, è verissimo quello che diceva l'Onorevole Giacomelli, molto spesso il Comune in qualche modo cerca, permettetemi la parola, di approfittare del fatto che si fanno lavori in strada per chiedere a chi li sta facendo: «Beh, ma allora poi fammi l'asfalto di tutta la strada» o «Fammi fare anche questa cosa», o «Visto che scavi, vengo anch'io, lasciami lo scavo aperto», anche con una giusta volontà di risparmio per fare magari un intervento di manutenzione; noi abbiamo scritto ad ANCI cercando una collaborazione con ANCI, UPI e UNCEM per tentare una strada anche di moral suasion in qualche modo ma per dare delle linee guida comuni rispetto alle modalità di intervento.
  Un tema che è stato toccato da più Commissari è quello dei voucher, ritenendo che sia una misura appunto molto importante e utile per le famiglie, è forse da rivedere per le imprese. Allora, forse si tratta di un tema che non riguarda direttamente la Commissione Trasporti nel senso che il Piano relativo a Impresa 4.0 diciamo è più di competenza della Commissione Attività produttive ma alcune cose che si possono fare in quel piano possono avere anche attinenza col settore delle comunicazioni; noi stiamo cercando di capire, posto che confermiamo l'ammontare complessivo delle misure di Impresa 4.0 nella legge di bilancio, in che modo rendere strutturale almeno per un triennio alcune delle misure di Impresa 4.0 perché per gli imprenditori avere una prospettiva temporale triennale e non la rincorsa annuale della proroga o della riproposizione delle stesse misure credo che sia importante proprio per le capacità di investimento di ogni singolo imprenditore.
  Stiamo facendo alcune valutazioni sulle misure di Impresa 4.0 per connotarle di un maggiore colore di innovazione. In questo senso potrebbe essere, ma ci lavoriamo quindi consentitemi un po’ di vaghezza perché è inutile che dica delle cose che poi non riusciamo a fare per diversi motivi, che i costi che l'impresa deve sostenere per il collegamento, diciamo l'infrastruttura diretta della banda ultralarga, possano essere oggetto di specifiche misure all'interno di Impresa 4.0, in questo modo liberando la parte dei voucher a tutela delle famiglie. Quindi questo percorso lo stiamo valutando, Pag. 26 ci si approssima al momento in cui inizierà la discussione in Parlamento della legge di bilancio e quindi in quella sede ci confronteremo.
  Anche io ho la sensazione che qualche volta la cyber security sia più un elemento cartaceo che di reale sicurezza, però è innegabile, e non è facile da garantire, ma è innegabile che il tema del trattamento dei dati, cioè della conoscenza dei Big Data sia un tema, è una sfida su cui si basano probabilmente le evoluzioni di mercato di molti settori imprenditoriali.
  Oggi noi potremmo avere la possibilità di conoscere dati precisi di dove, come e quando i nostri turisti comprano gli oggetti, da dove arrivano, ovviamente entrare in possesso di quei dati per settori imprenditoriali è importante per orientare il proprio mercato e quindi la propria offerta di prodotti. Proteggere questi dati per un Paese consente di avere un mercato che abbia pari dignità di concorrenza, e allora è vero che qualche volta ci sono adempimenti che riguardano più il poter dire: «Eh, abbiamo fatto» ma che in realtà non garantiscono totalmente la sicurezza, ma è necessario che posto che, come dicevo prima, c'è un'evoluzione tecnologica molto rapida, anche il legislatore abbia la capacità di dotarsi di strumenti flessibili e modificabili rapidamente, ma anche, come dicevo prima, poi degli strumenti materiali, cioè c'è materialmente un laboratorio dove bisogna valutare la componentistica di un elemento e quindi anche su questo fronte lo sforzo fatto.
  Sul tema della Blockchain pubblica/privata, i blocchi, l'etica informatica, l'ingegneria etica, io credo che vada aperta una discussione sia a livello parlamentare ma credo anche attraverso diciamo una spinta del mondo intellettuale che si muove su questi temi, per trattare anche i temi generali dei diritti digitali perché su questo è ovvio che c'è una posizione politica ma credo che anche su questo ci sia un dato di fatto: ci muoviamo verso una direzione in cui sarà necessario garantire alcuni diritti di cittadinanza digitale, sono discussioni ampie che vanno fatte, vanno proposte e vanno anche stimolate da parte di chi governa.
  Spero di essermi segnato tutte le questioni poste nei diversi interventi, poi nel caso avremo modo e tempo per affrontale anche successivamente. Certamente sulla rete unica – banda ultralarga – sulla proprietà, quindi sul fatto che sia pubblica o che invece non sia pubblica, io parto da alcuni dati certi, diciamo che il fatto che non ci fosse una rete unica e un'infrastruttura unica che non fosse pubblica non ha prodotto i risultati attesi, e da questo dato dobbiamo costruire un ragionamento per capire qual è la direzione, io personalmente ritengo che la rete unica sia un obiettivo che possa portare più beneficio dell'attuale situazione.
  Per quanto riguarda il SINFI, noi abbiamo stanziato 5 milioni di euro per l'assistenza ai Comuni nelle procedure di inserimento dei dati e quindi questo è il primo elemento che potrà essere da stimolo ai Comuni per l'inserimento dei dati nel SINFI.
  Per quanto riguarda il Cobul, siamo in attesa del DPCM attuativo, io ritengo che ci vogliano ancora sei/otto mesi per arrivare alla composizione definitiva. L'asta è stata fatta nel 2018 e quindi le relative risorse sono state inserite nella legge di bilancio 2019, però certamente faremo una valutazione durante l'esame della prossima legge di bilancio se sia necessario implementare le risorse per la questione delle aree grigie anche per accelerarne l'esecuzione.
  Devo dire, come dicevo prima, che gli stanziamenti previsti non portano a dire che ci sia un problema di risorse al momento, cioè può esserci necessità di implementazione più avanti ma non nell'immediato e ovviamente faremo tesoro degli errori fatti sulle aree bianche. È vero che probabilmente avere un operatore unico che poi di fatto gestisce tutto, cioè noi abbiamo Infratel, poi abbiamo Open Fiber, poi Open Fiber ovviamente non lavora solo con i suoi dipendenti ma si relaziona con tanti operatori; forse spacchettare di più i lotti può portare un beneficio rispetto alla rapidità con cui si realizzano le opere. È evidente che uno dei motivi del rallentamento è probabilmente quello di avere un Pag. 27operatore unico, però ci possiamo ragionare.
  Sulla liberazione delle frequenze, ovviamente la liberazione della banda è prevista entro il 2022, stiamo procedendo, rispetto agli indennizzi siamo a buon punto, vista la soddisfazione di tutti gli operatori, quindi non credo che ci siano criticità; anche la questione, abbiamo avuto la comunicazione dell'Unione Europea, relativa agli incentivi che daremo ai cittadini con più necessità, un incentivo all'acquisto o del decoder o del nuovo televisore, anche questo è motivo di soddisfazione, quindi sulla parte della liberazione della banda non segnaliamo criticità.
  Ho fatto una riunione con la Direzione Generale per fare il quadro, la direttrice non segnala alcuna criticità, siamo pronti quindi a partire per arrivare alla liberazione di tutta la parte della frequenza a 700, ;poi, come sempre, quando accadrà vedremo quello che succede con la consapevolezza che il ruolo della tv che entra in tutte le case è un ruolo con un'importanza sociale ancora molto alta.
  Nel momento in cui uno non riesce ad accendere la tv o non c'è più niente questo è un problema, ma stiamo predisponendo una campagna di comunicazione molto importante per la cittadinanza, ci sarà un canale che sostanzialmente si attiverà nel momento in cui ci sarà la disponibilità del cambio di segnale, per cui chi lo vedrà vuol dire che è già pronto a ricevere sulla nuova banda, tutti questi strumenti ci garantiscono che stiamo facendo il possibile perché non ci sia nessun disagio.
  Per quanto riguarda alcuni aspetti sulla semplificazione delle procedure, è vero, onorevole Capitanio, che alcune cose riguardo gli interventi non siamo riusciti a farle, abbiamo fatto abbastanza ma non tutto quello che si poteva fare per le ragioni che lei ha citato. A me piacerebbe in generale vivere in un Paese in cui con procedure ordinarie non ci vuole una vita per mettere un cavo sotto terra, questo è il mio sogno, non è di competenza del mio Ministero grazie a Dio perché ha già tante competenze anche se alcune me le hanno portate via, ma vorrei vivere in un Paese in cui non c'è bisogno di un Commissario per fare un'opera e non c'è bisogno di una norma speciale per mettere un cavo sotto terra o sulla facciata di un edificio, anche perché non stiamo parlando di corrugati da 20 centimetri, cercheremo di fare il possibile per migliorare tali aspetti.
  Sugli ultimi due temi: certo, sulla pirateria informatica ci può essere un'interlocuzione anche col Ministero della Giustizia, onestamente in questo momento non so farle proposte ma possiamo lavorarci insieme, così come il raccordo col MIUR per l'educazione civica, io mi farò parte dirigente per rappresentare, so benissimo quanto ha messo di suo in quel disegno di legge il suo apporto è stato fondamentale in quella fase, me lo ricordo molto bene, cercherò di farmi parte dirigente col Ministro perché si parta effettivamente con l'educazione civica che ha anche, a parte le battute, la volontà di educare all'innovazione e alla tecnologia i nostri ragazzi.
  Per quanto riguarda l'ultimo intervento, che al di là delle note critiche anch'io mi auguro di fare un buon lavoro, ho cercato di non fare promesse anche se magari ne ha perso qualche passaggio bevendo un caffè, io cerco di non fare promesse ma dico alcune cose che vogliamo fare, dopodiché fra 6 mesi preferisco tornare qua e dirvi: «Guardate, abbiamo fatto A, B e C» e mi giudicate per quello che ho fatto e non per quello che ho promesso e non mantenuto, è un po’ più facile anche per me in questo modo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Un secondo rapidissimo giro di domande, magari se riusciamo a farle molto puntuali.

  GIORGIO MULÈ. Grazie, Presidente. Proverò ad essere puntuale, soprattutto rapido. Grazie al signor Ministro.
  Allora, lei ha molto insistito sulla rivoluzione digitale, sulla trasformazione digitale, ovviamente è andata a finire sulla RAI, noi ci vedremo a breve in Commissione di Vigilanza, però avendo lei pochi giorni fa bollinato, diciamo così, il piano industriale, che trascina dietro molta della trasformazione digitale in capo alla RAI, il piano Pag. 28industriale altro non è che il grande ampliamento di questa trasformazione con le nuove direzioni orizzontali, allora le chiedo a questo punto di uscire, se ritiene, dal tecnicismo e di andare più sugli aspetti politici, cioè secondo lei queste linee guida del piano industriale definito «epocale» dall'Amministratore Delegato rispondono alle esigenze della trasformazione digitale in senso di contenuto rispetto al processo che stiamo facendo? Questa è la prima domanda.
  La seconda: vorrei andare a sollecitarla, nello spirito, mi creda, costruttivo sulla vicenda che già sulle agenzie, complimenti al suo Ufficio Stampa, sui contributi per i nuovi decoder, sui 50 euro per i meno abbienti, 151 milioni del 2019. Allora, questi contributi diviso la platea, 151 milioni di euro diviso 50 euro fanno 3 milioni di persone che lo riceveranno; probabilmente lo riceveranno anche e soprattutto perché sono i meno abbienti, quelli che già attualmente percepiscono il reddito di cittadinanza, ma non è lì che voglio andare a parare; la invito allora, se ritiene di fare una riflessione, sull'allargamento come lei auspicava di questa platea, non prendendo i soldi dal cielo che ovviamente non ci sono, ma se ad esempio ha senso avviare una riflessione sull'extra gettito, e quindi sul surplus del bilancio della RAI che già quest'anno dovrebbe esserci per eventualmente destinarlo in parte alle esigenze del pluralismo informativo che conosciamo tutti, ma in parte eventualmente ad ampliare il più possibile questa platea e dovendo peraltro essere questo del blow switch, del 2022 un passaggio obbligato per tutti dal quale non si scappa diventa una sorta di «tassa» che tutti devono pagare. Ritiene allora che attraverso il canone RAI o dal canone RAI possa passare comunque un incentivo erga omnes considerato il surplus che la RAI avrà e ha già dichiarato di avere nel 2019?

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie Presidente. Io voglio fare i ringraziamenti al Ministro perché la sua relazione è stata completa, e per completa intendo puntuale e approfondita, quindi ampia e anche profonda.
  Ha toccato tanti punti e li ha sviscerati, li ha esplicitati fino al livello massimo di dettaglio consentito forse anche dai tempi, però ci sono alcune ulteriori questioni che io vorrei porre.
  Noi in questa Commissione, anzi, prima delle ultime legislature in questa Commissione storicamente si è sempre discusso molto di più del settore postale e del settore telecomunicazioni inteso come frequenze radiotelevisive; per una miriade di ragioni diciamo la politica italiana tutta, non faccio distinzioni, ha avuto anche forse la responsabilità di, in qualche modo aver causato il ritardo tecnologico che oggi noi stiamo provando da diversi anni tutti insieme a colmare, però colgo con favore che finalmente in questa Commissione si parli non di innovazione perché queste non sono cose nuove, sono cose attuali, molto attuali, sicuramente hanno un impatto sul futuro ma diciamo la tecnologia Blockchain esiste ormai da anni, il 5G come il 4G sono tecnologie in qualche modo già prototipate anni fa, quindi diciamo tutto sommato sono tecnologie attuali e danno forse il senso anche del cambiamento dei tempi.
  Concordo con quanto è stato detto prima di me, che probabilmente non c'è una distinzione sull'obiettivo da raggiungere, non credo che ci sia una distinzione tra le parti politiche sugli obiettivi che a volte sono anche europei, penso agli indicatori anche delle classifiche DESI in cui ovviamente anche il nostro Paese è coinvolto.
  Forse sugli obiettivi da raggiungere; probabilmente ci siamo divisi in questi anni anche sul come fare le cose, però tuttavia abbiamo, anche quando non siamo stati d'accordo su come fare le cose, continuato a costruire, nell'avvicendarsi dei Governi su quanto già fatto dai Governi precedenti, proprio perché demolire e ricominciare non è funzionale a raggiungere l'obiettivo.
  Faccio degli esempi: il piano nazionale banda ultralarga non è di questo Governo né di quello precedente, ma la fase 2 è evidente che è interesse di tutti portarla avanti; stessa cosa dicasi sul 5G; stessa cosa dicasi su alcuni strumenti, penso ai voucher, non sono un'invenzione di questo Governo, io chiedo in questa sede se, oltre Pag. 29a questa misura di stimolo della domanda, atteso che l'infrastruttura ormai ha un intervento già programmato, si deve agire sullo stimolo della domanda, chiedo se ci sono altre misure allo studio per migliorare anche quegli indicatori su cui voglio fare anche io una riflessione. Questi indicatori è vero che ci vedono ancora tra gli ultimi posti ma ci vedono risalire la classifica con le azioni degli ultimi anni, e questo è un riconoscimento che secondo me dobbiamo fare al lavoro diciamo dei Governi che ci sono stati negli ultimi anni, a prescindere dalle maggioranze.
  Vorrei fare anche una breve riflessione sul SINFI, lo spiego anche a chi ci sta seguendo da casa perché siamo anche in diretta tv, che è il catasto delle reti, insomma un catalogo appunto dove si fa indirizzo per indirizzo, una mappatura esatta delle reti che sono sul nostro territorio, e questo è utile soprattutto quando in presenza di più operatori si fanno attività di scavo, si fanno attività di investimento; lo voglio ricordare perché questa paradossalmente è una vittoria del Parlamento e nello specifico di questa Commissione, al di là che sia stato un emendamento del mio gruppo politico nella scorsa legislatura, ma oggi se discutiamo di questo, come dire, è giusto riconoscere che il Parlamento in questo caso ha avuto un ruolo determinante e di cui credo dovremmo esserne tutti coscienti e anche contenti.
  C'è un altro aspetto che secondo me vale la pena sottolineare, che non riguarda forse il merito delle cose che sono state dette dal Ministro, ma riguarda il metodo che da un po’ di anni secondo me è cambiato al Ministero dello sviluppo economico: si è parlato di intelligenza artificiale e di Blockchain come frontiere dell'innovazione e delle nuove tecnologie, però a me interessa molto di più il modo in cui queste tecnologie sono state portate nell'apparato ministeriale pubblico più importante che si occupa di questi temi.
  Si sono fatti dei gruppi di lavoro, attraverso non soltanto delle selezioni pubbliche di esperti ma attraverso una consultazione pubblica su questi temi, quindi coinvolgendo in un approccio multilaterale diversi interlocutori, cosa che prima non era mai stata fatta, almeno non con questa evidenza pubblica, probabilmente tecnologicamente si usavano dei tavoli di lavoro, dei gruppi, delle chiamate ai diretti portatori di interesse, oggi le tecnologie permettono anche un cambio di approccio e quindi ci tenevo a sottolineare questo cambio di paradigma; e allo stesso modo voglio rivendicare come risultato del Parlamento, paradossalmente del Parlamento, avere oggi un Ministero dell'Innovazione non è un risultato scontato, non è una vittoria di una parte politica, ma è il risultato di un lavoro fatto da un intergruppo trasversale al Parlamento composto da diversi deputati e senatori che si sono posti come maggioranze e come gruppi della scorsa legislatura il quesito su quale governance sia possibile dare all'innovazione tecnologica, perché c'era AgID che era sotto la funzione pubblica, c'era il team digitale, purtroppo ci siamo divisi anche su questo aspetto, su come cambiare l'agenda del nostro Paese e oggi però abbiamo convenuto più funzionale una governance che ricollochi l'Agenzia per l'Italia digitale e il team digitale sotto un unico Ministero per l'Innovazione.
  Credo che anche questo sia un risultato da rivendicare non per questo Governo, non per questa maggioranza, ma come un risultato che il Paese attendeva da tempo e che nel tempo produrrà degli effetti positivi che aspettiamo da tempo.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Intervengo velocemente, anche se ho da porre anche io alcune domande.
  Naturalmente condivido complessivamente la relazione e anche il clima della discussione; mi piacerebbe, vista la disponibilità alla collaborazione del ministro, forse sulla fase 2 del piano relativo alla banda ultra larga (BUL) un'interlocuzione più forte anche con questa Commissione in attesa di riuscire a creare la quindicesima Commissione dedicata solo al digitale, è un auspicio e un obiettivo sul quale stiamo lavorando.
  Credo che ci sia bisogno di una verifica su questa fase 2, considerando anche che il 5G è proprio anche una convergenza fisso/ Pag. 30mobile e quindi su questo forse bisogna un soffermarsi.
  Avrei molto da dire su come effettivamente i lavori fatti con i bandi successivi a BUL Sud abbiano portato concretamente connessione perché hanno portato la fibra ma non hanno portato la connessione; in Calabria i 150 Comuni che son stati fatti con il bando Infratel oggi se li è dovuti prendere in carico TIM rispondendo a sua volta a un altro bando Infratel su questo problema dobbiamo fare una verifica approfondita.
  Seconda questione: a proposito del 5G, che disponibilità c'è a dare seguito alla segnalazione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato sulle questioni legate agli ostacoli all'installazione degli impianti di telecomunicazione? Naturalmente fermo restando poi la parte che deve fare il Parlamento.
  Che disponibilità c'è da parte del Ministero a rivedere sostanzialmente il limite sulle emissioni elettromagnetiche anche in coordinamento magari con il resto d'Europa? Nell'ambito dell'esame del decreto-legge sulla sicurezza cibernetica abbiamo audito numerosi interlocutori, molti interlocutori, sul tema delle certificazioni hanno espresso forti preoccupazioni, sostanzialmente sui tempi e quindi si immagina anche un'ipotesi di silenzio-assenso nel caso i tempi diventassero eccessivi. Occorre capire anche meglio, perché non è chiarissimo, come funziona il punto di contatto unico – il CSIRT – rispetto agli altri CERT e per esempio anche la rivendicazione che ha fatto il ministero della ifesa sul proprio CERT. Sulla questione della Golden Power, come evitare che alcune cose vengano messe in discussione al termine di un lavoro che ha certamente dei costi sia per il pubblico che per il privato?
  Sulla questione, , intelligenza artificiale, Blockchain, Internet of Things, forse dovremmo fare ulteriori approfondimenti mentre per quanto riguarda il settore Poste quanto preannunciato, magari appena ce ne sarà la possibilità potremmo affrontare anche le novità del contratto di programma. Rimane sempre il tema che era già presente con cui ho tartassato il Sottosegretario Giacomelli a suo tempo, cosa succede in quei piccoli Comuni dove purtroppo sono stati già chiusi e non si è potuto più intervenire?
  Un'ultima domanda: quando finalmente ci sarà una definizione delle deleghe, e in particolare di quella alle telecomunicazioni, in maniera tale da completare la governance del digitale nella maniera più coerente possibile? Grazie.

  ELENA MACCANTI. Grazie presidente, Ministro benvenuto in Commissione, noi apprezziamo anzitutto il metodo, lei è il primo Ministro che è venuto in Commissione a illustrarci le linee programmatiche; apprezziamo il metodo perché all'inizio della sua replica, probabilmente anche per l'esperienza parlamentare che noi abbiamo apprezzato fin qui e per il ruolo che ha svolto in Senato, appunto l'intenzione comunque di mantenere un rapporto costante con la Commissione e, come dire, non fuggire e non mancare di rispetto agli organi costituzionali, quindi è un buon inizio, la ringraziamo anche per la sua relazione assolutamente esaustiva.
  Io non ho nulla da aggiungere a quanto detto dal collega Capitanio, lancio però un grido di allarme, visto che lei ha ritenuto di parlarne, per quel che riguarda proprio la situazione di Poste.
  Sono particolarmente soddisfatta del fatto che presto arriverà al nostro esame per il parere della Commissione il nuovo contratto di servizio perché purtroppo, nonostante l'amministratore delegato Del Fante di Poste ancora qualche settimana fa abbia trionfalmente annunciato che non avrebbe chiuso alcuna sede, purtroppo le porto l'esperienza della mia città, Torino.
  Improvvisamente si è deciso di chiudere 4 sedi, peraltro 4 sedi in zone periferiche, certamente non ricche e con una altissima popolazione anziana. Quindi io le raccomando una particolare attenzione certamente per i Comuni sotto i 5.000 abitanti, l'amministratore delegato di Poste giusto un anno fa ci aveva presentato in maniera, le ripeto, anche un po’ trionfalistica ma che ci aveva soddisfatto un po’ tutti l'intenzione di non chiudere più alcun ufficio postale sotto i 5.000 abitanti, ma noi le chiediamo Pag. 31su questo aspetto, e speriamo possa arrivare presto il contratto di servizio in Commissione, davvero una particolare attenzione. Grazie.

  STEFANO PATUANELLI, Ministro dello sviluppo economico. Grazie. Allora, cercherò anche io di essere breve rispondendo a questo secondo giro di domande.
  Onorevole Mulè, per quanto riguarda la questione del piano industriale che io non ho bollinato, poiché posso dire, la procedura non è di bollinatura del Ministro, c'è una Commissione che esprime un parere sulla coerenza del piano industriale col contratto di servizio, il contratto di servizio parla di digitale, la Commissione ha ritenuto in linea con quegli elementi il piano industriale.
  Faccio un esempio: Fiorello su Rai Play, al di là del fatto che è Fiorello, con tutte le conseguenze del caso, è un modo per abituare in qualche modo i cittadini all'utilizzo di Rai Play, e Fiorello ha sicuramente molto appeal nel pubblico e la scelta di farlo solo su rai Play è proprio perché si cerca di spingere quel canale che rappresenta un elemento di digitalizzazione; la RAI avrà un ruolo anche sull'educazione digitale attraverso programmi dedicati, quindi il piano industriale andrà poi verificato bimestralmente, se non ricordo male, quindi ritengo di poter rispondere affermativamente alla prima domanda, il piano industriale è in linea con la necessaria digitalizzazione del Paese e RAI è un partner importante in questo percorso.
  L'extra gettito utilizzato per il pluralismo per le emittenti locali, è difficile pensare di utilizzare l'extra gettito del canone per aumentare le risorse per l'acquisto dei decoder anche se potremmo inventarci una modalità per dire che questo è un modo per garantire il pluralismo e l'accesso alle emittenti locali.
  Credo che andrà fatto un monitoraggio sulla quantità di risorse e anche in corso d'anno poi si potrà trovare il modo per implementarle, non stiamo parlando di cifre immense, quindi ritengo che si possa arrivare all'obiettivo di garantire a tutti una transazione verso le nuove frequenze con il minor impatto possibile ovviamente sui cittadini.
  Onorevole De Lorenzis, intanto grazie per le parole che ha usato, rispetto alle misure ulteriori che possiamo individuare, stiamo facendo un ragionamento anche nella legge di bilancio per capire quello che si può fare ma anche su questo attendiamo anche i contributi parlamentari in qualche modo, cioè nelle opportune sedi se ci sono iniziative che portano alla velocizzazione noi siamo disponibili.
  L'Onorevole Bruno Bossio ha fatto tante domande, non so se sono riuscito a segnarmele tutte ma rispondo quantomeno a quelle politicamente più impegnative: le deleghe presto, presto nella misura in cui, come è noto, il mio Ministero ha alcuni temi che necessariamente mi stanno impegnando personalmente su diversi fronti, cito la questione Alitalia, una su tutte, e quindi materialmente con il Sottosegretario dobbiamo trovare il tempo di sederci e decidere assieme la questione delle deleghe; non c'è nessuna tensione su questo aspetto e sicuramente troveremo il modo nelle prossime ore e nei prossimi giorni di definire le deleghe ai sottosegretari anche per dare a ciascuna Commissione la possibilità di avere un referente; come è noto il mio Ministero è presente in più Commissioni permanenti e anche in alcune Commissioni di Vigilanza, quindi è necessario che le deleghe dei Sottosegretari siano definite al più presto.
  Certamente il tema dell'interlocuzione con la Commissione per la fase 2 lo colgo con piacere, per cui ci sarà modo per continuare questo confronto.
  Sulla questione Golden Power, l'abbiamo citato rispetto in generale alla Cyber Security, secondo me è la vera criticità del sistema Golden Power garantire la sicurezza da un lato e la possibilità quindi di esercitare la Golden Power, e dall'altro non soffocare gli operatori con adempimenti che non hanno nulla a che fare con la reale sicurezza ma che hanno a che fare soprattutto con la carta. È una sfida, ma dovremmo trovare assieme anche in questo caso le soluzioni. Pag. 32
  I limiti volt/metro in Italia sono 10 volt più bassi di quelli europei in media, 6volt/metro contro 60 credo sia la media europea; devo dire la verità, io non credo che ci sia l'esigenza di toccare in questo momento questo valore, cioè faremo le valutazioni del caso ma io non credo che sia il segnale giusto oggi dire: «Dovremmo assolutamente aumentare la soglia», credo che questa sia la soglia in cui ci possiamo assestare al momento.
  Poste. La discussione in Parlamento del contratto di servizio, è indubbiamente la sede più idonea per segnalare le criticità di quello che è stato questo periodo per Poste, magari anche evidenziando le innovazioni che Poste ha prodotto e quindi forse non è tutto da buttare, nonché quello che è stato fatto. Credo che la Commissione potrà avanzare tutte le sue proposte ed esprimere le preoccupazioni che possono probabilmente anche diventare proposte all'interno del contratto di servizio. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie ministro per la sua disponibilità.

  FEDERICA ZANELLA. Posso approfittare della sua disponibilità ministro? Una domanda proprio telegrafica, visto anche il suo impegno sui minori di cui parlava.
  Io ho fatto parte del Comitato «Media Minori» che è incardinato nel ministero dello sviluppo economico che ha prodotto un nuovo codice per la tutela dei minori nei Media, fondamentale perché prevede un aggiornamento su tutte le nuove tecnologie laddove insomma il codice precedente era diventato desueto, ma è rimasto purtroppo nel cassetto dai tempi di Antonio Giacomelli, anche se per la verità, verso la fine del suo mandato quindi non mi sento di buttargli addosso nessuna croce, volevo sapere se lo prenderà in mano e lo tirerà fuori dal cassetto e se ne occuperà? Grazie.

  PRESIDENTE. Basta un «sì», Ministro.

  STEFANO PATUANELLI, Ministro dello sviluppo economico. Guardi, io dico una cosa, siccome non conosco questo tema specifico, ogni tanto bisogna anche ammettere di ignorare delle cose, non credo che ci sia niente di male. Le rispondo che sì, certamente lo riprenderò, poi però le farò sapere qual è la strada che intendo percorrere. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie per la correttezza e la disponibilità, Ministro, poi ci spiegherà visto che siamo perfettamente d'accordo sul tema Rai Play e sulla notorietà di Fiorello, se altrettanto potrebbe valere anche per Fabio Fazio perché sembra che lavorerà anche lui su Rai Play. Comunque grazie e buon lavoro. Dichiaro quindi conclusa l'audizione.

  STEFANO PATUANELLI, Ministro dello sviluppo economico. Grazie a voi.

  La seduta termina alle 16.15.