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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (VII Camera e 7a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Martedì 5 novembre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gallo Luigi , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Lorenzo Fioramonti, sulle linee programmatiche del suo dicastero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati) :
Gallo Luigi , Presidente ... 3 
Palmieri Antonio (FI)  ... 3 
Cangini Andrea  ... 4 
Frassinetti Paola (FDI)  ... 4 
Ciampi Lucia (PD)  ... 4 
Iori Vanna  ... 5 
Sasso Rossano (LEGA)  ... 5 
Gallo Luigi , Presidente ... 6 
Mollicone Federico (FDI)  ... 6 
Lattanzio Paolo (M5S)  ... 6 
Granato Bianca Laura  ... 7 
Gallo Luigi , Presidente ... 7 
Fioramonti Lorenzo (M5S)  ... 7 
Gallo Luigi , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA VII COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI LUIGI GALLO

  La seduta comincia alle 12.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che dal resoconto stenografico, anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Lorenzo Fioramonti, sulle linee programmatiche del suo dicastero.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sulle linee programmatiche del suo dicastero. Saluto il ministro Fioramonti e lo ringrazio di essere qui. Sono lieto di salutare anche il Presidente della Commissione istruzione del Senato, senatore Pittoni, e tutti i colleghi senatori oggi presenti.
  Ricordo che il Ministro ha svolto la sua relazione sulle linee programmatiche nella seduta del 15 ottobre.
  Oggi – come già comunicato dal presidente Pittoni nella seduta del 15 ottobre – sono previsti interventi per complessivi cinque minuti per ciascun gruppo. Al termine degli interventi dei gruppi ascolteremo la replica del Ministro.
  Riprendiamo quindi il dibattito, partendo dagli iscritti a parlare.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, presidente. Mi limito a tre cose, perché condivido con grande piacere con il collega e amico Cangini lo quota di tempo destinata a Forza Italia.
  Ministro, il collega Toccafondi ha già posto il tema delle scuole paritarie. Sottoscrivo e aggiungo un dettaglio: nel Piano nazionale della scuola digitale, lei potrà verificare che le paritarie sono ancora escluse e che ho presentato tre interrogazioni a riguardo, perché siamo gente tignosa che affronta le cose in modo non superficiale.
  Il secondo punto riguarda un aspetto che la capogruppo Aprea ha già sottolineato nella chiusura del suo intervento al Senato: il tema dell'insegnamento dell'informatica e del coding, richiamando la famosa mozione approvata all'unanimità alla Camera. Aggiungo che giace da firmare – e il suo predecessore si era impegnato a farlo (per stare sempre sulla concretezza) – una cosa che come Intergruppo innovazione, quindi non solo come Forza Italia, abbiamo appoggiato e sostenuto nella scorsa legislatura: l'iniziativa «programma il futuro», che già porta il coding nelle scuole da cinque anni.
  Io ho sostanzialmente finito.
  Le auguro e le auguriamo nuovamente un buon lavoro perché, avendo come ragione sociale Forza Italia, siamo abituati a fare il tifo per chi rappresenta l'Italia. Però all'Italia serve un ministro di Governo, non un ministro di lotta, perché in altri Governi c'erano i ministri di lotta e di governo che andavano in piazza a protestare contro il proprio esecutivo. Leggere le cose di oggi in rassegna stampa sarà stato doloroso per lei, però la sua responsabilità la richiama Pag. 4al fatto che queste cose non possono accadere. Quindi l'augurio rinnovato è quello di un buon lavoro, ma anche – ripeto – di essere un ministro di Governo e non di lotta.

  ANDREA CANGINI. Grazie, presidente. Signor Ministro, in questa legislatura si sta parlando molto (ed è un bene che se ne parli) dello studio della storia, dell'importanza dello studio della storia. Viviamo in un'epoca consegnata a un eterno presente ed è bene che i ragazzi abbiano coscienza del passato, in modo da contestualizzare quel che accade nel presente e, auspicabilmente, avere una visione o un'idea del futuro. Credo che lo studio della storia serva anche ad alimentare quell'identità nazionale positiva e quel sentimento di amor patrio che, con tutta evidenza, è il miglior antidoto a un feroce nazionalismo.
  È successo nei giorni scorsi che, in occasione delle celebrazioni del 4 novembre, alcuni insegnanti di una scuola di Venezia (la Marco Polo) abbiano di fatto impedito agli studenti di partecipare alle celebrazioni, ritenendo che si trattasse di manifestazioni guerrafondaie e specificando che esse sarebbero state in contrasto con i principi dell'Istituto Marco Polo di Venezia. Ricordo che la Costituzione, all'articolo 52, prevede che la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino e che le Forze Armate svolgono attività in difesa del Paese e della sicurezza nazionale. Mi pare, quindi, che un'affermazione del genere sia in evidente contrasto con i principi costituzionali. Le chiedo quale sia la sua sensibilità al riguardo e se intende intervenire.
  Si è parlato a lungo del problema dei manuali di storia scritti con orientamento politico. Ci sono anche insegnanti che hanno orientamenti politici e non mancano di manifestarli agli studenti. Ritengo che questo comprometta il dovere dell'insegnamento che dovrebbe essere quello di dare strumenti critici, non indicazioni ideologiche: lei avverte questo problema, Ministro?

  PAOLA FRASSINETTI. Grazie, presidente. Grazie Ministro. Brevemente toccherei questi punti, per me prioritari. Anche Fratelli d'Italia ha a cuore la situazione dei docenti delle scuole paritarie e quindi vorremmo spiegazioni anche in relazione al fatto che ci sia per loro questa situazione pregiudizievole che li ammette al concorso, ai soli fini abilitanti.
  Sulla stampa si dà rilievo a questa Agenzia nazionale della ricerca, che sarebbe istituita presso la Presidenza del Consiglio. Quindi, chiedo a lei, Ministro, che – ho visto – si è espresso con preoccupazione sul fatto che questo importante istituto non sia stato costituito in capo al MIUR, se le decisioni nel merito dei provvedimenti sui ricercatori, in futuro, con questa Agenzia, potrebbero esulare dalle competenze del ministero che lei guida. Questa è la domanda.
  Per il resto devo anch'io stigmatizzare i comportamenti di alcuni docenti, che si sono rifiutati di interloquire con le Forze Armate nel giorno dedicato alle stesse. È accaduto in alcune scuole: ci sono dei «chiari di luna» un po’ preoccupanti. Anche quanto accaduto all'Università di Trento, dove a un giornalista che scrive sul Giornale, un inviato di guerra, è stato impedito di parlare e poi sono seguiti atti di violenza e tumulti del tutto ingiustificati. Questo giornalista avrebbe spiegato la situazione libica, perché è un inviato di guerra che svolge l'attività di reporter da sempre. Quindi non si spiega questo clima. Anche su questo vorrei avere rassicurazioni da parte sua.
  La preoccupazione – per tornare alla problematica inerente alla prossima legge di bilancio – che i fondi promessi per il nostro comparto non siano disponibili mi sembra fondata; quindi, chiedo se le sue dichiarazioni in sede di relazione introduttiva, con riferimenti a stanziamenti di risorse cospicue, sono confermate in questa fase più concreta e più vicina alla legge di bilancio.

  LUCIA CIAMPI. Grazie, presidente. Signor Ministro, prima di tutto devo condividere con lei – e credo che lo condividano anche le due Commissioni di Camera e Senato – che scuola, università e ricerca sono le condizioni per lo sviluppo del Paese. Lo credo fermamente e voglio sperare che le risorse in bilancio siano sufficienti Pag. 5per poter dare corpo a questa nostra convinzione.
  Le linee programmatiche che lei ha sintetizzato nelle tre parole (sicurezza, innovazione e sostenibilità) sono senz'altro di grande auspicio per una scuola moderna da tutti i punti di vista, sicura e senz'altro capace di essere all'altezza dei tempi mutanti e mutati.
  Mi soffermo su un tema che ho affrontato anche attraverso molte interrogazioni presentate al precedente Governo: quello della sicurezza. La sicurezza scolastica è un'emergenza, perché l'edilizia scolastica, perlomeno per quanto riguarda l'anagrafe dell'edilizia scolastica, è in uno stato non certo favorevole. Sappiamo che il 53 per cento degli edifici scolastici possiede il certificato di collaudo statico; il 59 per cento non ha quello di prevenzione incendi, anche se ci sono dati positivi relativamente ad altri indici come per esempio le barriere architettoniche, che risultano rimosse nel 74 per cento degli edifici. Questo è un quadro che ci preoccupa: bisogna assolutamente intervenire su questo tema, avere molto coraggio e insistere sulla necessità di avere fondi per migliorare questa situazione.
  Ho sempre lamentato la soppressione, da parte del precedente Governo, della struttura di missione che nella precedente legislatura aveva avuto un compito estremamente positivo: quello di coordinare, di sostenere gli interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica; di individuare le problematiche che i sindaci e i Comuni si trovano a dover risolvere sulla questione dell'edilizia scolastica; di essere un supporto tecnico e amministrativo; di dare talvolta modelli personalizzati per il territorio, per individuare procedure speciali. Ho apprezzato comunque il suo impegno a dotare il MIUR di una task force che spero – e glielo chiedo ora – abbia gli stessi compiti e adotti quei criteri molto positivi, che ho avuto modo di sperimentare.

  VANNA IORI. Grazie, presidente. Mi limito semplicemente a ribadire l'importanza di due aspetti. In primo luogo, l'apertura della scuola al territorio, affinché essa non sia un luogo isolato, ma sempre più in correlazione con le altre agenzie educative e con le famiglie e che magari promuova anche le relazioni tra queste. In secondo luogo, la dimensione dell'educazione emotiva, perché credo che molti aspetti di violenza, verbale e fisica, che si verificano nella scuola e nell’extra scuola, derivino proprio da questa assenza di educazione alla vita emotiva.

  ROSSANO SASSO. Grazie, presidente. Io voglio parlare del «decreto-legge scuola» rispetto al quale ci sarà un'opposizione ferma, coerente e determinata della Lega. Presenteremo emendamenti al Senato e alla Camera, perché a nostro avviso questo decreto-legge non risolve il problema del precariato, anzi in certi casi lo accentua, purtroppo in alcuni lo drammatizza, andando ad escludere dalla platea del concorso straordinario – facendo una stima neanche tanto approssimativa – venti/ventiduemila insegnanti precari di terza fascia, quelli che stanno maturando uno dei requisiti richiesti per poter accedere al concorso straordinario (i tre anni di servizio) con l'anno in corso, con contratti a tempo determinato stipulati tra le parti, tra insegnanti e Ministero. Quindi non capiamo e pertanto presenteremo emendamenti in tal senso. Purtroppo si sente già aria di contenzioso con – ipotetico, ma molto probabile – esborso per le casse dello Stato, perché si chiedono tre anni di servizio, senza valutare l'anno in corso. Oppure i tre anni di servizio devono partire dal 2011 e, se uno degli anni era nel 2010, si rimane precario a vita: non si può partecipare a questo concorso straordinario. Stessa cosa – e qui c'è una vera e propria discriminazione – per l'assistente amministrativo che l'amministrazione ritiene idoneo al servizio facente funzione come direttore dei servizi generali e amministrativi per tre, quattro o cinque anni per poi non consentirgli di accedere al concorso straordinario, perché privo di titolo di studio.
  Ministro, mi faccia capire una cosa: quelle persone vanno bene per svolgere quel ruolo, quelle persone ci tengono aperte le scuole – ce le hanno tenute aperte anche per dieci anni – però non possono svolgere quelle stesse mansioni a tempo indeterminato, Pag. 6 perché glielo negate con questo decreto-legge sulla scuola? Su questo saremo coerenti, perché non possiamo assolutamente accettare questa discriminazione nei confronti di categorie di lavoratori che non sono di serie B soltanto perché non sono fresche di studio e perché non laureate.
  Detto questo, Ministro, voglio esprimerle, a nome del gruppo della Lega alla Camera, solidarietà e vicinanza. Questo è fuor di dubbio. Abbiamo apprezzato il suo appello nelle ultime ore affinché vengano date maggiori risorse alla scuola; abbiamo apprezzato un po’ meno qualche uscita del passato, ma non serbiamo rancore e andiamo avanti. L'unica cosa che abbiamo notato è che la sua voce è rimasta inascoltata: «vox clamantis in deserto». Non l'ha ascoltata nessuno.
  Noi abbiamo apprezzato questo suo appello; abbiamo apprezzato questo suo grido di dolore e grido di allarme, anche perché lei ci ha messo la faccia: si è autocelebrato come il papà dell'idea della sugar-tax. Si è spinto un po’ troppo oltre secondo me, perché ha detto che le tasse sullo zucchero sono un segno di civiltà e noi non crediamo allo Stato etico. Però riprendo una sua affermazione, quando giustamente ha detto: «L'idea delle tasse sullo zucchero è mia, tutti i soldi che ne deriveranno devono andare alla scuola. È il futuro dei nostri figli. Le forze politiche che non vogliono investire sul futuro lo dicano chiaramente». Ministro, le forze politiche che non vogliono investire sul futuro, nostro e dei nostri figli, sono quelle che reggono la vostra maggioranza, se non arriveranno quei famosi 2 miliardi di euro che lei aveva chiesto, pena le sue dimissioni.
  Concludo chiedendo se pensa di mantenere fede alla parola data. E – mi creda – apprezziamo il suo coraggio, però evidentemente c'è qualcosa che non torna.

  PRESIDENTE. Sono rimasti due minuti residui per Fratelli d'Italia. Può intervenire il deputato Mollicone.

  FEDERICO MOLLICONE. Grazie, presidente. Già la volta scorsa ci sono state domande specifiche su vari aspetti: diplomati magistrali, proposta di legge sulla lettura, didattica digitale e altro. Oggi faccio una domanda molto semplice in cui possano auspicabilmente riconoscersi tutti, relativamente alla celebrazione del 9 novembre. Ricordo che il 9 novembre è una giornata che va commemorata anche dallo Stato italiano; quindi la domanda semplice è questa: ministro Fioramonti, ha previsto una circolare alle scuole con cui si invitano le stesse a celebrare la caduta del muro di Berlino?
  Su questo abbiamo presentato, a prima firma della collega Frassinetti, una risoluzione e so che ce ne sono altre; siamo un po’ preoccupati dalla rimozione psicologica di alcuni colleghi della maggioranza sul termine «comunista»; ma, al di là di questo, lei è il Ministro dell'istruzione e chiediamo ufficialmente se è stata fatta questa circolare.

  PAOLO LATTANZIO. Grazie, presidente. Mi fa piacere avere qui il Ministro nel giorno in cui andiamo avanti con i lavori sulla mozione, che abbiamo fortemente voluto, per l'istituzione di una giornata celebrativa in memoria dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri: credo possa essere uno spunto per tutta la Commissione anche per imparare a soffiare un po’ meno su un uso aggressivo e spregiudicato della lingua. Credo che audire in questa giornata il Ministro dell'istruzione sia particolarmente importante.
  Due spunti. Il primo. Crediamo che la legge di bilancio debba offrire una grande possibilità di dialogo fra le parti su diversi temi; è per questo che dal punto di vista parlamentare lavoreremo per collegare direttamente alcuni interventi – sui quali abbiamo espresso sin da subito apprezzamento – in tema di editoria, per parlare di giornali da portare nelle scuole. La legheremo a un intervento educativo, perché è impegno del Movimento 5 Stelle lavorare affinché ci sia un percorso di educazione all'uso critico di quei media parallelo alla decodifica dei messaggi che dai media possono arrivare, in modo da poter affrontare in maniera sana il problema non tanto delle fake news, che è più tema giornalistico, ma della disinformazione a cui il web,Pag. 7ma anche tanta carta stampata e televisione hanno contribuito, oltre alle strumentalizzazioni che vengono fatte delle notizie. Crediamo che questo dialogo fra mondo dell'editoria e mondo della scuola possa avere in lei un sostenitore (lo auspichiamo) e un interprete di alto livello.
  Il secondo punto invece è sul tema dell'AFAM (Alta formazione artistica e musicale), dove crediamo sia importante sottolineare e richiedere forme di intervento, perché la maggior parte degli istituti si trovano – come ben sappiamo – all'interno di edifici storici sottoposti a vincoli molto importanti e crediamo che vadano incentivate forme di accesso a studenti con disabilità e, al tempo stesso, un supporto anche dal punto di vista della didattica e della formazione per questi stessi studenti affinché un comparto così importante e un asset culturale di così grande rilievo possa essere veramente inclusivo e accessibile per tutti.

  BIANCA LAURA GRANATO. Grazie, presidente. Signor Ministro, la ringraziamo per il suo intervento legislativo volto a risolvere l'annosa questione del precariato scolastico, visto che lo sta facendo in modo tale da garantire la qualità del sistema di istruzione nazionale. Questa per noi è una priorità assoluta: bisogna conciliare sempre le esigenze dei lavoratori con quelle della qualità del sistema e del servizio che andiamo ad erogare perché la scuola possa continuare ad essere quell'ascensore sociale, che i padri costituenti avevano stabilito che fosse negli articoli 33 e 34 della Costituzione. La ringrazio anche per la tutela della libertà di insegnamento contro tante voci che vogliono insidiarla con una serie di proposte o illazioni su una prerogativa costituzionale dei docenti.
  Con l'occasione vorrei chiederle quale tempistica si prevede per la pubblicazione dei bandi del concorso ordinario e straordinario, e sulla task force che lei ha previsto di attivare per venire in aiuto agli enti locali per sbloccare i fondi dell'edilizia scolastica e come si sta procedendo. Questo sarà un ottimo dispositivo che consentirà – credo – di sbloccare 11 miliardi, non ancora spesi per risolvere questo annoso problema che incide negativamente anche sulla qualità del servizio.
  Le chiedo anche se prevede di lavorare per risolvere il gap tra atenei situati in vari territori per l'attribuzione dei punti-organico, laddove molti studenti hanno un requisito di ISEE per esenzione totale o parziale dal versamento della retta universitaria tale da pregiudicare il rimpiazzo dei docenti, quindi il turnover, creando un circolo vizioso che tende a peggiorare la qualità del servizio offerto dagli atenei proprio di quei territori più svantaggiati economicamente.

  PRESIDENTE. Sono conclusi gli interventi dei deputati e dei senatori, quindi do la parola al ministro Fioramonti per la replica.

  LORENZO FIORAMONTI. Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, presidente. Come veniva detto dal presidente Gallo qualche minuto fa, l'incontro di oggi rappresenta un momento importante non solo per proseguire il dibattito già avviato il 15 ottobre scorso, ma anche per illustrarvi come le vostre osservazioni mi abbiano consentito di definire in maniera approfondita e partecipata le linee programmatiche del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, grazie al ricco e proficuo confronto parlamentare a cui stiamo prendendo parte.
  Prenderò qui spunto dalle vostre numerose domande e osservazioni, di cui vi ringrazio nuovamente, per tracciare un percorso sempre a partire dalle tre parole chiave: «sicurezza», «innovazione» e «sostenibilità». Queste parole rappresentano i pilastri fondanti della mia azione da Ministro e guideranno e ispireranno le strategie e gli interventi da porre in essere da parte dei dipartimenti e delle direzioni che compongono il Ministero in tutte le sue ramificazioni, sia a livello centrale che territoriale.
  Vorrei iniziare dal pilastro sicurezza che rappresenta la chiave e le fondamenta da cui partire perché tutto il resto possa realizzarsi. Come abbiamo già detto, infatti, non possono darsi innovazione né sostenibilità, Pag. 8 se non sono gettate le basi per rendere le istituzioni scolastiche universitarie e di ricerca sicure, affidabili e accoglienti. Intendo chiaramente il pilastro della sicurezza in senso ampio e trasversale, ed è ciò che è emerso anche dalle domande che mi sono state poste il 15 ottobre.
  Onorevoli, numerosi vostri interventi hanno riguardato il problema del reclutamento, del superamento del precariato e la formazione necessaria per insegnare nelle nostre scuole (anche oggi). Parto dalle osservazioni dell'onorevole Piccoli Nardelli riguardo al sistema di reclutamento del personale scolastico che fosse efficace e funzionale a rispondere alle esigenze della nostra scuola. Non posso che concordare con lei, assicurandole che è mia intenzione realizzare un sistema di reclutamento moderno, concludendo al più presto la stagione della gestione dell'emergenza del precariato e passando alla definizione di procedure concorsuali fluide, ravvicinate nel tempo, attente ai profili di competenza richiesti e che garantiscano anche una gestione più agevole sia per l'amministrazione sia per i candidati.
  Rispetto al tema del precariato e alle osservazioni presentate già ad ottobre dal senatore Pittoni e dagli onorevoli Fratoianni, Frassinetti, Furgiuele, Mollicone e Sasso (da quest'ultimo reiterate anche oggi), vorrei illustrare il percorso di reclutamento contenuto nel «decreto-legge scuola», ora alla vostra attenzione per la conversione in legge. La strada scelta dal Governo e concordata con le organizzazioni sindacali si sviluppa lungo due principali linee di intervento: accanto all'indizione del concorso ordinario per la scuola secondaria è previsto, entro il 2019, un concorso straordinario riservato al personale precario con almeno tre anni di servizio, per complessivi ventiquattromila posti, costituendo quindi un intervento concreto e di impatto notevole per affrontare il problema del precariato. Parallelamente il decreto interviene a dare risposta ai docenti non abilitati che, oltre a poter partecipare al concorso, potranno ottenere l'abilitazione all'insegnamento. Il decreto prevede che al percorso abilitante possano partecipare docenti con trentasei mesi di servizio svolti nell'ottennio 2011/12-2018/19 sia nelle scuole statali sia in quelle paritarie. Vorrei poi precisare, rispetto all'osservazione dell'onorevole Mollicone, che la procedura straordinaria prevista dal «decreto scuola» è in realtà molto semplificata rispetto a quella ordinaria: infatti prevede un numero inferiore di prove e una diversa struttura delle stesse.
  In risposta alla domanda sui diplomati magistrali (tema molto sentito da tutti), che mi è stata rivolta dagli onorevoli Frate e Mollicone e dal senatore Pittoni, segnalo che la vicenda, lunga e complessa, ha trovato la soluzione nel concorso straordinario ormai espletato. Naturalmente, nell'ambito del dibattito parlamentare relativo al decreto-legge sulla scuola, sull'università e sulla ricerca (che comincerà a breve) si potranno valutare eventuali opportune soluzioni per il mantenimento in servizio, per l'anno scolastico in corso, del personale eventualmente raggiunto da sentenze di merito. Soluzione che io personalmente, come Ministro, auspico.
  I senatori Pittoni e Granato e gli onorevoli Frate e Frassinetti sollevano un problema che è alla mia attenzione fin dal giorno del mio insediamento: la mancanza di docenti di sostegno specializzati. È necessario intervenire con soluzioni concrete e lavorare per cercare di garantire, fin dall'avvio dell'anno scolastico, il docente di sostegno per tutti gli alunni con disabilità. A questo riguardo la prima soluzione che intendiamo mettere in campo, avviando l'opportuna interlocuzione con il MEF, è la stabilizzazione di una quota considerevole dei posti di sostegno, da realizzare attraverso un allargamento dei posti in organico di diritto, riducendo quindi, in egual misura, quelli in organico di fatto, anche con l'intento di limitare il ricorso ai posti in deroga. Allo stesso tempo stiamo lavorando con il sistema universitario per ampliare il numero dei posti messi a disposizione per il prossimo ciclo di specializzazione sul TFA sostegno, che sarà avviato al più presto. Di questo abbiamo parlato anche pubblicamente attraverso una serie di interviste. Stiamo anche predisponendo una misura che consenta una prima formazione Pag. 9sui temi dell'inclusione già durante l'anno in corso rivolta a tutti i docenti, e su questo abbiamo già stanziato vari milioni di euro, perché la scuola inclusiva non è soltanto la scuola che ha docenti di sostegno opportunamente formati, ma è una scuola che in tutte le sue ramificazioni e competenze concepisce la disabilità come un elemento integrato all'interno della struttura e della comunità scolastica.
  Rispondo brevemente al senatore Pittoni relativamente all'insegnamento della religione cattolica, che – come è noto – trova fondamento nel Concordato tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica. Al momento però non è prevista l'attivazione di procedure di reclutamento per tali docenti, ulteriori a quelli che già esistono.
  Per quanto riguarda la domanda del senatore Pittoni sui direttori dei servizi generali e amministrativi, è vero che esiste un problema di copertura di posti – questo lo sottolineava, se non sbaglio, anche l'onorevole Sasso poc'anzi –, ma è in corso di svolgimento il concorso ordinario per la copertura di 2.004 posti che consentirà l'assegnazione e l'assunzione presso le sedi sin dall'inizio del prossimo anno scolastico. Inoltre il decreto-legge sulla scuola, l'università e la ricerca prevede che per il 2019 e il 2020 saranno attivabili procedure selettive per la progressione all'area dei direttori dei servizi generali amministrativi nella quota del 20 per cento. Tali procedure sono riservate al personale assistente amministrativo di ruolo che abbia svolto a tempo pieno le funzioni di direttore di SGA per almeno tre interi anni scolastici, a partire dal 2011/12, e che sia in possesso di idoneo titolo di studio. Questo è un requisito di carattere nazionale.
  La senatrice Granato e l'onorevole Frate sono intervenuti in merito ai dirigenti tecnici. Qui evidenzio la funzione ampia e strategica che il nostro sistema affida loro. Essi, oltre a contribuire al lavoro delle direzioni generali, soprattutto riguardo agli ordinamenti scolastici e a svolgere la funzione ispettiva vera e propria, ricoprono un ruolo essenziale anche all'interno del sistema nazionale di valutazione. Il «decreto-legge scuola, università e ricerca» prevede l'urgente emanazione di un bando di concorso per cinquantanove dirigenti tecnici, nonché, nelle more dell'espletamento del concorso ordinario, il rifinanziamento del comma 94 della legge n. 107, per reclutare in tempi più brevi dirigenti tecnici con contratto a tempo determinato che possano svolgere le insostituibili funzioni loro affidate, tra le quali quella ispettiva, fondamentale per contrastare quanto rappresentato dalla stessa senatrice Granato e dagli onorevoli Piccoli Nardelli e Toccafondi, insieme al senatore Pittoni: il tema dei cosiddetti «diplomifici» che rappresentano certamente una patologia grave, per quanto marginale, del nostro sistema scolastico.
  Per quanto riguarda il profilo professionale degli assistenti all'autonomia e alla comunicazione, la senatrice Granato sottolineava come il decreto legislativo n. 66 del 2017, novellato, prevede un'intesa, in sede di Conferenza unificata, per la definizione del profilo professionale degli assistenti all'autonomia e alla comunicazione. È un momento importante, perché si potrà finalmente avere uniformità del profilo professionale di tali assistenti: figure essenziali nei processi di sostegno alla persona nelle scuole, laddove fino ad oggi si è riscontrata una significativa difformità nei diversi territori. A questo riguardo mi impegno a seguire i lavori in questione.
  Alla senatrice Iori, che anche oggi ci ricordava dell'importanza dell'educazione professionale di carattere socio-pedagogico ed emotiva, in linea con il recente riconoscimento della professione dell'educatore professionale socio-pedagogico, pensiamo che sia da sostenere il ruolo dell'educatore professionale in questo ambito e siamo disponibili a studiare possibili modalità di attuazione delle norme vigenti, anche nel settore scolastico, per la realizzazione di una reale comunità educante connessa con le realtà socioeducative del territorio. Mi permetto di aggiungere che anche l'opportunità offerta dell'educazione civica, che entrerà a regime dal prossimo anno, permetterà che anche questi elementi più emotivi e più soft dell'educazione complessiva del bambino, del ragazzo e della ragazza Pag. 10possano entrare all'interno del curriculum scolastico.
  La senatrice Granato e l'onorevole Fusacchia, insieme a molti altri, hanno sottolineato la questione dei lavoratori socialmente utili (gli ex LSU), una questione che ho a cuore e che è al centro della programmazione del nostro Ministero. Questa è una situazione che coinvolge decine di migliaia di lavoratori che il primo gennaio 2020 corrono il rischio di non avere più un lavoro. Con il «decreto scuola, università e ricerca» abbiamo dato una risposta certa sulla stabilizzazione dei lavoratori che hanno svolto servizi esterni alle scuole (processo di internalizzazione), individuando le modalità di partecipazione al concorso per soli titoli ai soggetti che possono parteciparvi. Questo per velocizzare il più possibile le procedure di selezione. Una vicenda molto articolata e complessa, con problematiche sociali delicate, alla quale finalmente diamo una soluzione positiva attesa da tanti lavoratori – mi si consenta di dirlo – da tanti anni, perché costantemente ogni anno ci siamo trovati in questa situazione, salvo poi rinnovare contratti onerosi per l'erario pubblico alle cooperative e alle aziende che li utilizzavano.
  Rispetto alla domanda dell'onorevole Fusacchia sulla mancanza di personale, nonché di competenze specifiche del Ministero e nelle sue articolazioni territoriali, evidenzio come ho ben presente la grave situazione di carenza e di sottofinanziamento strutturale di questo nostro beneamato Ministero, di cui tutti dicono di comprenderne l'importanza, salvo poi, Governo dopo Governo, ridurre quasi drammaticamente le risorse, sia economiche che umane. Attualmente prestano servizio poco più di tremila unità di personale di ruolo, a fronte di una dotazione organica del Ministero di 6.419. Sottolineo che sono in via di conclusione due importanti concorsi, giunti a notevole distanza di tempo dalle ultime procedure del medesimo tipo: da un lato entro il mese di dicembre verranno assunti cinque nuove dirigenti amministrativi e si intende reclutare anche ulteriore personale dirigenziale, per un totale di trenta nuove unità, mediante lo scorrimento della graduatoria e del reclutamento degli idonei; dall'altro, con il decreto-legge sulla scuola, l'università e la ricerca si prevedono sia un concorso per cinquantanove dirigenti tecnici sia, nelle more dell'espletamento di tale procedura – come abbiamo già sottolineato –, la possibilità di assumere dirigenti tecnici a tempo determinato. Inoltre, entro il mese di novembre, sarà definito, in raccordo con gli uffici competenti dell'amministrazione, un ulteriore piano assunzionale straordinario, mediante il quale si prevede di poter reclutare ulteriori figure professionali attentamente selezionate in base alle effettive esigenze dell'amministrazione. Infine, si evidenzia che per effetto della recente riorganizzazione del MIUR, approvata nella sede del Consiglio dei ministri del 21 ottobre u.s., è prevista l'istituzione di una nuova struttura di livello dirigenziale generale, destinata a curare la progettazione organizzativa e l'innovazione dei processi dell'amministrazione del MIUR, con l'obiettivo di incrementare la qualità dei servizi, semplificare e standardizzare le modalità di gestione, nonché conseguire possibili riduzioni dei carichi di lavoro, anche mediante una più attenta reingegnerizzazione e digitalizzazione dei processi informativi e amministrativi.
  L'onorevole Fusacchia è tornato su una questione relativa alle aree interne e sulla situazione delle scuole nelle piccole isole. Va garantito un sostanziale diritto allo studio per gli studenti di questa parte del territorio italiano; dobbiamo riuscire a creare una serie di incentivi per il personale che presta servizio in queste aree, anche prendendo in considerazione elementi che spaziano dalla valutazione del servizio alla previsione di un sostegno economico per il costo da sostenere in regione per la permanenza di questi territori. Tutto questo però deve prevedere un'approfondita analisi e la possibilità di trovare un accordo contrattuale con le parti sociali. Abbiamo già avviato, anche in collaborazione con il ministro Provenzano (Ministro della coesione) la possibilità di utilizzare anche fondi di carattere strutturale per venire incontro a queste necessità, sia dal punto di vista del mantenimento dei plessi scolastici in zone Pag. 11svantaggiate, sia della possibilità di aggregare plessi scolastici in maniera orizzontale, per poter fornire insegnamento di alta qualità anche a regioni che hanno difficoltà ad ottenere i numeri minimi per il mantenimento delle istituzioni scolastiche.
  C'è stata una serie di interventi – della senatrice Granato e dell'onorevole Sasso – sulla questione della mobilità di cui alla legge n. 107. Avete giustamente evidenziato come la situazione dei tanti docenti, immessi a ruolo con la legge n. 107 in regioni anche molto distanti da quelle di origine, sia ancora irrisolta; avete anche suggerito di destinare alla mobilità interprovinciale una quota maggiore di quella fin qui prevista. Rappresento che si tratta di una materia di contrattazione integrativa che dall'ultimo contratto collettivo nazionale integrativo sulla mobilità ha valore triennale. Sicuramente ho ben chiaro che il problema da voi sollevato dovrà trovare una soluzione; è mia intenzione promuovere ogni possibile azione, a partire da un dialogo con le parti sociali, in previsione del prossimo incontro relativo alla mobilità. Questo già è stato realizzato in parte anche nella fase elaborativa del decreto-legge sulla scuola, l'università e la ricerca nei mesi scorsi.
  Condivido lo sdegno dell'onorevole Fratoianni riguardo agli episodi accaduti relativamente al sostegno dei costi per il servizio mensa. Come sa, il servizio mensa è di competenza dei Comuni, ma si tratta di un problema sul quale ritengo serva uno sforzo urgente e congiunto per dare risposte che consentano di superare le differenze territoriali nell'erogazione dei servizi per un'equità del sistema. Stiamo per firmare un protocollo d'intesa con l'Associazione nazionale dei comuni italiani e il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, proprio in questi giorni volto all'attuazione di forme di prevenzione di ogni tipo di discriminazione, con particolare riguardo alla prevenzione delle problematiche di gestione del servizio mensa. È chiaro che servono ulteriori risorse, che stiamo cercando di reperire con la collaborazione di altri Ministeri, anche per garantire una sostanziale eguaglianza di questi servizi su tutto il territorio nazionale.
  Passo al tema della dispersione scolastica. Lei, onorevole Casciello, sottolineava il problema della dispersione che ha definito una vera e propria – e condivido – «emergenza nazionale», molto diversificata sul territorio in relazione ai diversi ordini di scuola. Anche se negli ultimi anni il fenomeno appare in lieve ma costante riduzione, esso resta strutturale e superiore a quanto previsto per il 2020 per il nostro Paese. Evidenzio a questo proposito la sollecitazione dell'onorevole Casa che chiede di utilizzare parte delle risorse del Fondo unico giustizia per intervenire nelle aree di esclusione sociale. Si tratta di territori che richiedono un'attenzione e misure particolari. Il Ministero ha individuato aree ad esclusione sociale caratterizzate da povertà educative minorili e dispersione scolastica, nonché da un elevato tasso di criminalità minorile. Sottolineo anche come le dichiarazioni del presidente Conte di ieri vadano in questa direzione. Queste aree sono oggetto di azioni previste dalla programmazione PON Scuola 2014-2020, che intendiamo potenziare anche nella prossima programmazione. Relativamente al Fondo unico sulla giustizia, poterne destinare una quota a misure contro la dispersione consentirebbe di avere risorse importanti, ma è chiaro che per intervenire su tale fondo, le cui risorse sono determinate e ripartite annualmente con il DPCM, occorre l'impegno e il sostegno parlamentare.
  Per quanto riguarda l'ulteriore domanda dell'onorevole Casciello sulla posizione dei cinquanta docenti campani, è intervenuta la Corte costituzionale sul ricorso degli stessi ricorrenti. Secondo la Corte non si ravvisa una disparità di trattamento tra i ricorrenti di differenti procedure concorsuali, in quanto obiettivo dell'intervento della legge n. 107 è la tutela delle esigenze di certezza dei rapporti giuridici e di efficacia dell'azione amministrativa, anche sotto il profilo della tempestività, a fronte di una compressione non irragionevole del diritto di accesso all'impiego pubblico e del principio del pubblico concorso, che sono al Pag. 12centro anche del mandato politico di questo Governo.
  Il tema dell'edilizia scolastica è emerso in molte vostre osservazioni: tra queste, quelle della senatrice Saponara e degli onorevoli Casciello, Frassinetti, Fusacchia e Toccafondi. Prima di entrare nel merito del tema dell'edilizia scolastica in termini di sicurezza, vorrei esprimere il più profondo cordoglio alle famiglie delle vittime di incidenti avvenuti in ambito scolastico. Gli ambienti destinati alle attività scolastiche devono essere tenuti in piena efficienza e resi accoglienti, oltre ad essere adeguati alle norme di sicurezza. Ci siamo subito attivati per snellire le procedure e costituire – come sottolineato anche da voi – una task force di esperti in progettazione a supporto degli uffici tecnici degli enti locali che hanno diretta competenza in materia. Siamo impegnati fortemente su questa particolare problematica e saremo attenti al costante monitoraggio di effettivo utilizzo delle risorse, che sono disponibili per l'adeguamento degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi ambienti. Vorrei ricordare che abbiamo appena presentato il nuovo portale dell'Anagrafe nazionale dell'edilizia scolastica, che tra l'altro è stato completamente ristrutturato per rendere l'accesso semplice e aperto a tutti, e abbiamo presentato i primi risultati della mappatura satellitare delle scuole in collaborazione con l'Agenzia spaziale italiana, con il Consiglio nazionale delle ricerche e con l'Istituto nazionale di fisica nucleare.
  La senatrice Saponara sollevava il tema della videosorveglianza nelle scuole, che risulta essere di estrema delicatezza per diverse ragioni: la fascia di età coinvolta e il rischio di condizionare il fluido esplicarsi della relazione educativa affidata alla sensibilità e alla competenza didattica degli insegnanti; i costi eccessivi; l'interazione con altro personale scolastico e altri allievi. Peraltro già oggi, in caso di segnalazione, la Procura della Repubblica valuta l'immediata installazione di telecamere nascoste come strumento per la raccolta delle prove. Ritengo che su questo tema occorra una più approfondita analisi e riflessione.
  Per quanto riguarda l'università e la ricerca, vorrei rispondere ad alcune questioni sollevate dal senatore Verducci, che ha richiamato l'importanza del diritto allo studio e di prestazioni di welfare studentesco omogeneo tra regioni, nonché l'urgenza di combattere il precariato. Sul primo punto ritengo che l'anomalia degli idonei senza borsa debba cessare subito e questa per me è un'azione prioritaria su cui nella prossima legge di bilancio sono previste, grazie a un mio intervento, delle risorse importanti (almeno 16 milioni), che riteniamo poter essere risolutorie per arginare il fenomeno. Per quanto riguarda il precariato, occorre sfruttare completamente e senza deviazioni le opportunità che la normativa vigente offre per realizzare un vero e proprio sistema di tenure-track, con la riduzione allo stretto necessario di una fase a tempo determinato, oltre la quale chi ha dimostrato il proprio talento possa accedere a una posizione stabile. Dalle stime che abbiamo fatto si potrebbe rapidamente tornare ad una situazione fisiologica, in cui un profilo corrispondente a quello del professore associato possa essere di norma raggiunto intorno ai trentacinque/trentasei anni, senza per questo venire a compromessi con la realizzazione di un sistema aperto, trasparente e basato sul merito. In questo senso ci sono e abbiamo analizzato una serie di proposte di legge parlamentare, che seguiremo nel loro iter nelle prossime settimane.
  Rispondo anche all'onorevole Frate sul decreto docenti tutor per le università. A seguito delle indicazioni della Corte dei Conti si è scelta la via del decreto interministeriale tra Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e Ministero dell'economia e delle finanze; l’iter amministrativo è in corso, è in fase avanzata: il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha firmato, mentre si attende a breve la firma del ministro Gualtieri per il MEF e la successiva registrazione presso la Corte dei Conti. Nelle more del perfezionamento amministrativo, si è comunque convenuto che gli uffici scolastici regionali potranno procedere con le selezioni dei docenti, in quanto tale decreto rappresenta Pag. 13(come quello dello scorso anno) una sorta di proroga dei contingenti già definiti negli anni precedenti.
  C'è stata un'ulteriore domanda dell'onorevole Saccani Jotti sulla missione del Consiglio Nazionale delle Ricerche che mi consente di precisare che esso ha sempre condotto al suo interno anche ricerca a basso livello di maturità tecnologica (basso livello di TRL) nelle scienze cosiddette hard (dure), così come molte università sono impegnate in attività di ricerca a più alto livello di maturità tecnologica al fine di accrescere, anche nel breve e medio termine, la competitività del Paese in aree strategiche come: salute, clima, ambiente e sostenibilità. Il sistema nazionale della ricerca deve essere visto come un unicum che abbraccia tutto lo sviluppo della ricerca: dalle idee di ricerca di base (blue sky) fino al prodotto sul mercato (ricerca applicata), perché tutto contribuisce allo sviluppo sostenibile e inclusivo della nostra comunità di ricerca. Certamente nel programma nazionale per la ricerca 2001-2027, che stiamo approntando, ci sarà ampio spazio anche per la ricerca orientata delle missioni e delle applicazioni dirette, con obiettivi misurabili e raggiungibili in un tempo definito (questa è anche la direzione in cui si sta muovendo sempre di più la comunità di ricerca scientifica internazionale e dell'Unione europea), per dare risposte a quelle che i nostri cittadini riconoscono come priorità urgenti.
  Veniamo ora al secondo pilastro, quello dell'innovazione che – come ho già detto – deve essere non episodica ma sistemica. Non deve dipendere dalla capacità di leadership di docenti e/o dirigenti illuminati, che sono bravissimi operatori delle nostre comunità scolastiche, ma non possiamo affidarci soltanto alla capacità carismatica e di leadership di alcuni individui: deve diventare una realtà sistemica. Né deve essere esclusivamente favorita da un particolare contesto sociale e geografico, ma deve poter agire in maniera trasversale quale leva di miglioramento integrato di tutte le nostre scuole, in tutte le nostre regioni.
  Il tema dell'innovazione sistemica della didattica, anche attraverso la digitalizzazione, è oggetto di diverse vostre osservazioni. Per quanto concerne la questione degli istituti tecnici superiori (ITS), evidenziata dall'onorevole Aprea e dalla senatrice Granato, ritengo che siano un'opportunità formativa di eccellenza. Sono una novità di tutto rilievo nel panorama della scuola italiana: mettono a sistema le politiche dell'istruzione, della formazione e del lavoro con le politiche industriali del Paese. Si tratta di dare sbocchi professionalizzanti ai ragazzi e di offrire loro l'opportunità di sviluppare competenze utili per entrare nel mondo del lavoro. Vorrei fornire due dati che mi sembrano estremamente significativi del buon funzionamento di questi istituti. Il primo riguarda il fatto che l'80 per cento dei diplomati ITS trova lavoro entro un anno dal diploma; il secondo mostra che il 90 per cento dei diplomati trova un lavoro coerente con il percorso di studi. Altri elementi mi sembrano meritevoli di interesse: non solo nei percorsi ITS non si riscontra lo stesso mismatch tra le competenze professionali, ma ben il 60 per cento dei percorsi sono progettati tenendo conto delle tecnologie abilitanti 4.0 e, pertanto, risultano anche all'avanguardia. Credo che ora sia il momento di fare il punto su quanto fatto e su quanto ancora da fare per rilanciarli. Qui sottolineo l'importanza che questo modello formativo ha avuto in tante realtà internazionali: dalla Germania alla Corea, Paesi che hanno investito in maniera significativa e oggi hanno un livello di disoccupazione molto più basso del nostro. Rispondo in questo modo anche all'onorevole Aprea, sottolineando che sarà impegno prioritario ripensare il Piano nazionale scuola digitale, potenziarne le azioni rivolte direttamente alle scuole per arrivare a un pieno sviluppo delle competenze digitali dei Centennials ma anche della scuola tutta, in sintonia con il DComp (Quadro europeo delle competenze digitali) declinato dalla Comunità europea.
  Con riferimento all'editoria digitale, alla domanda dell'onorevole Mollicone, evidenzio che, sulla base dell'ultima rilevazione di aprile 2019, da parte dell'Osservatorio sulla Pag. 14scuola digitale gestito direttamente dal MIUR, in circa il 20 per cento delle scuole tutti i docenti fanno uso di materiale digitale nella didattica, mentre in un ulteriore 24 per cento di scuole più della metà dei docenti fanno uso di materiale digitale nella didattica. È questa la direzione in cui andare. Dobbiamo fare molto di più, ma è un passo nella direzione giusta.
  Tutelare il made in Italy – onorevole Frassinetti – nelle sue diverse forme, materiali e immateriali, rientra nelle condizioni di una sostenibilità reale e culturale per il nostro Paese, al cui interno è compresa la valorizzazione della lingua italiana e del nostro patrimonio storico-culturale, nonché il ritorno della traccia di Storia alla maturità. Prima me lo chiedeva il senatore Cangini. Qui voglio anche sottolineare, come forse avrete appreso anche dagli organi di stampa, che il sottoscritto ha fatto in modo che la traccia di Storia venisse evidenziata tra quelle obbligatorie per la prossima prova di maturità, come è stato richiesto da tanti storici e come da tempo veniva richiesto anche da parte della società civile. Prevediamo di studiare iniziative che vadano a favorire la conoscenza, l'approfondimento e la valorizzazione della Storia dell'arte nei nostri sistemi culturali identitari. Mi permetta anche di sottolineare che il fatto che si sostiene oggi con forza l'internazionalizzazione delle nostre scuole, dei nostri sistemi educativi non significa ridurre le competenze degli studenti italiani; io ritengo e voglio che gli studenti italiani, quando vanno in giro per il mondo, siano migliori degli altri, sappiano parlare più lingue, siano in grado di utilizzare al meglio la loro lingua, ma utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione per essere i primi della classe in tutto il mondo. Non vorrei a volte che una riflessione forse un po’ troppo accentuata sulla necessità esclusiva della lingua italiana metta i nostri studenti in una posizione di svantaggio rispetto agli altri. Noi possiamo fare molto di più e quindi un focus sull'internazionalizzazione non compromette la conoscenza delle nostre lingue, anzi ci dà l'opportunità di essere i primi della classe in tutto il mondo.
  Ringrazio l'onorevole Frassinetti per aver parlato della lotta al bullismo e al cyberbullismo. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca da anni ha attivato progetti e piattaforme a supporto delle scuole per combattere questo odioso fenomeno che, con l'utilizzo dei social network, ha amplificato la sua portata e diffusione. Vorrei sottolineare che nelle prossime linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica, uno spazio sarà dedicato all'uso consapevole di internet e dei social e, contemporaneamente, alla diffusione di modelli educativi positivi nella comunità scolastica. Vogliamo che le scuole siano luogo di benessere – l'ho detto in tutti i contesti, in tutte le regioni –; il contrasto al bullismo e al cyberbullismo si fonda prima di tutto sulla relazione educativa.
  Rispondo poi a due osservazioni dell'onorevole Toccafondi. La prima in merito alla valutazione. Ritengo che tutto l'impianto della valutazione debba avere, in primo luogo, un valore regolativo, così che dalla valutazione derivino elementi di apprendimento per definire le azioni da intraprendere per la crescita e il miglioramento del sistema. Se non ci si muove in questa direzione, la valutazione sarà sempre guardata con sospetto dagli stessi operatori della scuola. Sul tema dell'autonomia scolastica sono d'accordo con lei sul fatto che bisogna rafforzarla. Tutto questo è all'attenzione del mio ministero. Bisogna agire dunque su tre punti fondanti: l'autonomia didattica, organizzativa e finanziaria. Questi sono i veicoli per realizzare una scuola capace di immettere le conoscenze in un processo dinamico che ha come suo fine ultimo quello di sviluppare sapere e formare cittadini competenti e responsabili.
  Vengo all'ambito università e ricerca e parto dalle osservazioni dell'onorevole Frassinetti sulla proposta di legge su accesso a Medicina e reclutamento. È inspiegabile come non si sia fatta una previsione adeguata, visto che i parametri erano noti e prevedibili. Adotteremo un sistema che regoli l'ingresso in base alle necessità future: da troppi anni prosegue questo sistema. A questo sarà collegato un analogo intervento Pag. 15sull'accesso alle scuole di specializzazione (ulteriore collo di bottiglia). A questo proposito ringrazio la senatrice Cattaneo che ci ha fornito spunti molto interessanti. Voi sapete che oggi esistono due problemi di ingresso sia al primo anno di Medicina e, molto più importante, nelle scuole di specializzazione: risolvere l'uno, senza risolvere l'altro, vuol dire non risolvere il problema.
  Sull'Agenzia per la ricerca vorrei rispondere alle osservazioni della senatrice Cattaneo, dell'onorevole Di Giorgi e di quanti ancora oggi mi hanno fatto la stessa richiesta, evidenziando che la libertà e l'autonomia della ricerca sono valori fondanti della Repubblica, scritti in modo chiaro nella Carta costituzionale. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, da quando esiste, li ha sempre garantiti. Oggi le sfide globali impongono una riduzione della frammentazione e delle duplicazioni inutili e la necessità di un coordinamento delle attività di ricerca del Paese. È prevista in tal senso l'istituzione di un'Agenzia nazionale per la ricerca con funzioni di coordinamento e monitoraggio delle attività svolte da università, enti, istituti di ricerca pubblici e privati, incrementando la sinergia, la cooperazione, l'integrazione tra di essi con le istituzioni e il sistema economico e produttivo, in relazione agli indirizzi e agli obiettivi strategici nazionali della ricerca e dell'innovazione. Rispetto ai fondi per ricerca e sviluppo – per rispondere a quanto anche evidenziato dall'onorevole Saccani Jotti – sono previsti per l'Agenzia stanziamenti significativi: a regime, pari a 300 milioni di euro quasi interamente dedicati al finanziamento dei progetti di ricerca.
  Sull'Alta formazione artistica, musicale e coreutica rispondo all'onorevole Russo evidenziando in primo luogo che è mia intenzione proseguire nell'attenzione data al settore già da Viceministro, a partire dagli stati generali dello scorso febbraio. L'obiettivo quindi è di preservare, potenziare e valorizzare l'Alta formazione artistica, musicale e coreutica traghettandola definitivamente verso un'organizzazione stabile di qualificato livello terziario, al fine di consentirne un radicale rinnovamento, nel rispetto della sua prestigiosa storia e peculiarità disciplinare.
  Per venire alle domande, sono d'accordo che è necessario continuare a lavorare per un miglioramento e un'armonizzazione dell'intera filiera formativa e quindi operando per l'introduzione nei curricula di un insegnamento qualificato della musica e delle arti, fin dalla scuola primaria, valutando la possibilità dell'introduzione della Storia della musica nelle scuole superiori, affrontando l'ipotesi di un'attivazione dell'insegnamento coreutico a partire dalle medie. Relativamente all'insegnamento di materie jazz nei licei stiamo lavorando al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per la revisione delle classi di concorso e ancora di più mi riprometto di approfondire sul lungo periodo l'intera questione di un eventuale allargamento dell'offerta formativa strumentale nei licei musicali. Infine, per quanto riguarda il problema della contrattualizzazione dei docenti esterni nel settore AFAM, posso rispondere che stiamo lavorando per trovare una soluzione rispettosa della normativa generale vigente, che permetta di inquadrare queste figure adottando le prassi che sono nella disposizione degli atenei, essendo le AFAM, a tutti gli effetti, l'altro settore di formazione terziario al pari delle università.
  In conclusione, l'ultimo pilastro è quello della sostenibilità. Le nostre scuole devono diventare centri di sostenibilità, punto di riferimento per la comunità e i propri territori. Rispondo molto volentieri alla senatrice Saponara e all'onorevole Fusacchia su un tema che considero fondamentale e decisivo per la mia azione di governo. L'educazione e lo sviluppo sostenibile sono il sostrato su cui muovere la progettazione e le azioni di miglioramento della scuola, dell'università e della ricerca: è la nostra visione, è il motore del cambiamento che vogliamo imprimere al sistema educazione. Per questo all'inizio del mio mandato ho voluto dare un segnale preciso: promuovere la partecipazione degli alunni e degli studenti alle manifestazioni dei Friday for Future per valorizzarne l'impegno ed evidenziarne la centralità. Sono i documenti Pag. 16internazionali che ci invitano ad attivare azioni propositive e innovative che ricadano sul percorso di istruzione e formazione degli studenti, sulla formazione dei docenti, potenziando il lavoro in rete per la condivisione delle proposte e dei risultati ottenuti in sinergia con le altre agenzie educative, associazioni ambientaliste, organizzazioni non governative e tutti i ministeri. Per procedere lungo questa direttrice un'opportunità da non perdere è data – come evidenziato nell'intervento anche dell'onorevole Fusacchia – dai fondi europei. Occorre rivedere quelle norme che rendono la gestione dei fondi europei lenta e inefficiente, ma occorre anche aumentare la quota dei fondi europei destinati all'istruzione, all'alta formazione e alla ricerca. In collaborazione con il Ministero dello sviluppo economico sono già partiti i programmi volti a rinforzare negli atenei gli uffici che si occupano di valorizzazione dei risultati della ricerca e mi riprometto di potenziare ulteriormente questi programmi, con una particolare attenzione agli atenei del Sud e delle aree interne, anche dal punto di vista, per esempio, della valutazione della qualità e della ricerca (VQR) che da quest'anno cambierà in modo sensibile, dando un'importanza straordinaria e senza precedenti nella storia del nostro Paese, alla cosiddetta «terza missione»: la valutazione dell'impatto economico e sociale delle attività di ricerca e di formazione in tutti i territori italiani. Questo darà ulteriori possibilità e respiro alle tante università italiane che si trovano ad operare in regioni svantaggiate. Con questo faccio riferimento anche alle domande poste testé sulla no tax area: sulle risorse che mancano, anche attraverso il decreto sui punti organico e sulla VQR, noi permetteremo che i finanziamenti premiali e i finanziamenti ordinari delle università tengano in considerazione gli impatti sui territori e le condizioni di partenza delle università.

  PRESIDENTE. Ringrazio nuovamente il Ministro e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.15.