Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti stenografici delle audizioni

Vai all'elenco delle sedute >>

XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (IV Camera e 4a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 13 di Giovedì 28 novembre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del Ministro della difesa, Lorenzo Guerini, sulle linee programmatiche del suo dicastero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Guerini Lorenzo (PD) , Ministro della difesa ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 
Ferrari Roberto Paolo (LEGA)  ... 9 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Ermellino Alessandra (M5S)  ... 10 
Rauti Isabella  ... 10 
Russo Giovanni (M5S)  ... 10 
Pucciarelli Stefania  ... 11 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 11 
Gasparri Maurizio  ... 11 
Pagani Alberto (PD)  ... 11 
Iovino Luigi (M5S)  ... 12 
Ferrari Roberto Paolo (LEGA)  ... 12 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 12 
Guerini Lorenzo (PD) , Ministro della difesa ... 12 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 14

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA IV COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 8.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare e la diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Ministro della difesa, Lorenzo Guerini, sulle linee programmatiche del suo dicastero.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del Ministro della difesa, Lorenzo Guerini, sulle linee programmatiche del dicastero. Saluto la vice presidente della Commissione difesa del Senato, la senatrice Donno, e do il benvenuto al Ministro Guerini, che ringrazio. Ricordo che lo scorso 30 ottobre il Ministro ha svolto un'ampia relazione e che si è concordato di rinviare a una successiva seduta la fase della replica; resta fermo che oggi le iscrizioni a parlare sono chiuse. Ricordo, inoltre, che alcuni colleghi non erano riusciti a intervenire: i deputati Ferro, Ermellino, Corda, De Menech, Rossini e Russo e le senatrici Rauti e Pucciarelli; pertanto, data la ristrettezza dei tempi, dopo la replica del Ministro, ove vi siano ancora aspetti che, a loro avviso, meritino di essere approfonditi, potrei dare loro la parola per due minuti solo per dichiarare se si ritengano soddisfatti o se intendano preannunciare la presentazione al Ministro di quesiti scritti, avvalendosi delle ordinarie forme del sindacato ispettivo o degli atti di indirizzo.
  Do, a questo punto, la parola al Ministro per la replica.

  LORENZO GUERINI, Ministro della difesa. Grazie, Presidente. Grazie per il dibattito che è scaturito dopo la presentazione delle mie linee programmatiche e per le numerose domande che sono pervenute alla mia attenzione. Se mi consentite, cercherò di raggruppare le risposte per temi, constatata la quantità delle domande.
  In merito ai quesiti posti dagli onorevoli Tripodi, Deidda, Ferrari e Del Monaco sugli effetti della legge n. 244 del 2012 e sugli arruolamenti, ritengo necessario rammentare innanzitutto quali finalità si poneva la citata legge, ovvero il raggiungimento del volume organico di 150.000 militari e 20.000 civili, da conseguire entro il 2024. Tali misure si inserivano nel più ampio contesto della spending review, con l'obiettivo di attuare una revisione delle dimensioni strutturali e organiche dello strumento militare nazionale. In particolare, miravano essenzialmente ad incrementare le risorse per il funzionamento delle Forze armate, riducendo il personale. Gli effetti auspicati non sono però stati del tutto conseguiti, dal momento che i risparmi derivanti dalla riduzione dei volumi organici hanno contribuito, in parte, al miglioramento dei saldi di finanza pubblica e, per la quota rimanente, vengono ulteriormente erosi dagli obiettivi di risparmio, fissati annualmente sulla spesa dei singoli Ministeri. A ciò si aggiunge l'acuirsi della problematica del progressivo invecchiamento del personale, poiché, per centrare i target imposti dalla legge, si sono potuti reclutare meno giovani. Pag. 4
  Inoltre, stiamo vivendo in un quadro geostrategico internazionale di riferimento decisamente mutato rispetto al contesto in cui la legge è stata concepita. La NATO e l'Unione europea ci chiedono da sempre maggiore assunzione di responsabilità nella condivisione degli oneri per la sicurezza internazionale, a cui si sommano le esigenze di una maggiore presenza operativa delle Forze armate sul territorio. Di contro, la riduzione del personale incide oggi prevalentemente proprio sulle componenti operative delle Forze armate, determinando quelle criticità evidenziate in maniera esplicita da voi nella precedente occasione in cui ci siamo incontrati, ma anche davanti a questa Commissione dai vertici delle Forze armate, e che sono state richiamate correttamente dagli onorevoli colleghi anche nelle domande che mi sono state poste. Condivido la necessità di una seria e approfondita riflessione per porvi rimedio, proprio alla luce del mutato contesto in cui oggi ci muoviamo e che ci richiede una sempre maggiore capacità di adattamento alle nuove minacce. Da un punto di vista concreto, ritengo che si possa e si debba fare ciò che già oggi la legge ci consente. In primo luogo, continuare a sfruttare al massimo la flessibilità che la norma già prevede per la definizione annuale degli organici durante il periodo transitorio, cioè fino al 2024. In secondo luogo considerare la possibilità di differire annualmente a oltre il 2024, posticipare di anno in anno qualora necessario, il conseguimento dell'organico a regime, che prevede 150.000 unità per il personale militare e 20.000 per quello civile. Intendo contestualmente avviare con voi, se sarete d'accordo, anche partendo dal dibattito delle proposte che in queste Commissioni si sono già sviluppate, una riflessione generale sulla legge che, preservandone l'impianto, la aggiorni proprio alla luce del mutato contesto geostrategico, e tenga conto delle effettive esigenze numeriche di personale delle Forze armate, individuando, nel contempo, le necessarie coperture finanziarie.
  Il secondo gruppo di domande era quello che faceva riferimento alle risorse assegnate alla Difesa e al raggiungimento della percentuale del 2 per cento del PIL. I quesiti erano stati posti dagli onorevoli Tripodi e Deidda. Comincerei dal tema del conseguimento del 2 per cento nel rapporto tra il budget della Difesa e il prodotto il prodotto interno lordo. Come ho avuto modo di dire recentemente, anche ai miei omologhi in ambito NATO, tale obiettivo non è realisticamente realizzabile entro il 2024. Oggi siamo infatti all'1,22 per cento, per cui per salire al 2 per cento occorrerebbe aumentare il budget della Difesa di circa 14 miliardi. Questa cifra chiarisce il perché ho usato il termine «irrealistico». È però un dato di fatto che, da quando nel 2014 l'impegno è stato assunto, non vi è stata una significativa crescita del bilancio della Difesa.
  Il Governo si sta muovendo nella direzione di un incremento degli investimenti nel settore della difesa che ci consenta di tendere progressivamente, in maniera credibile e sostenibile, alla media degli altri alleati europei, e al contempo rispondere all'esigenza di assicurare al Paese uno strumento militare efficiente e commisurato al ruolo che l'Italia vuole avere sulla scena internazionale.
  Restiamo certamente convinti – e continueremo a sostenerlo – che tutte e tre le dimensioni della condivisione degli oneri in ambito NATO (contribuzione finanziaria, capacità esprimibile, contributi operativi) debbano essere tenute in considerazione nel loro complesso. Non può infatti passare sottotraccia il fatto che l'Italia sia il secondo contributore alle operazioni della NATO né tantomeno la qualità delle capacità che mettiamo a disposizione dell'Alleanza. Mi piace infatti sottolineare come, attraverso il primo impiego operativo degli F35 nella missione di sorveglianza dei cieli dell'Islanda, l'Italia è stato il primo Paese dell'Alleanza a portare la componente aerea della NATO nella quinta generazione.
  Certamente continueremo anche a sostenere la possibilità di includere nelle voci di spesa riguardanti la sicurezza collettiva gli investimenti che le singole nazioni sostengono per i nuovi domini operativi, in particolare quelli connessi alla sicurezza cibernetica, nonché quelli derivanti dalla Pag. 5partecipazione alle iniziative promosse dall'Unione europea nei settori della sicurezza e della difesa.
  Il tema sarà chiaramente al centro del summit NATO di Londra del prossimo 4 dicembre. Il Governo confermerà l'impegno dell'Italia a muoversi verso i parametri dell'Alleanza secondo i criteri a cui ho fatto riferimento in precedenza. In ogni caso – come ho già detto in sede di presentazione delle linee programmatiche – il tema delle maggiori risorse da destinare alla Difesa risponde a una esigenza prioritariamente nazionale per assicurare l'efficienza del nostro strumento militare. Pertanto, condividendo l'esortazione dell'onorevole Deidda e nella consapevolezza che occorre uno sforzo maggiore – e qui vengo alla domanda sulle maggiori risorse della Difesa – confermo l'intenzione di proseguire, secondo una logica spiccatamente interforze, il percorso di ammodernamento delle Forze armate, fondato su un attento bilanciamento tra le dimensioni quantitativa e qualitativa dello strumento militare. Ciò necessita chiaramente di una graduale crescita degli investimenti nel medio-lungo periodo, in un quadro di certezza e stabilità dei finanziamenti stessi. Nell'ambito delle politiche di rilancio degli investimenti pubblici vorrei pertanto sostenere l'istituzione di uno strumento pluriennale per i maggiori investimenti della Difesa, che assicurerebbe sia stabilità alle risorse sia l'opportuna super visione politica del Parlamento sulle scelte più rilevanti. Prima della quantità, quindi, viene la certezza delle risorse. Come hanno infatti dimostrato i fondi d'investimento quindicennali per le amministrazioni centrali, finanziamenti certi e garantiti per l'intero arco temporale di sviluppo dei programmi consentono importanti economie di scala e favoriscono la crescita armoniosa del comparto industriale nazionale, con rilevanti ricadute sia sullo sviluppo di nuove tecnologie sia sulla competitività e sui livelli occupazionali.
  È altresì necessario recepire le preoccupazioni espresse dai vertici delle Forze armate, richiamate dall'onorevole Deidda, in merito alle conseguenze che la progressiva contrazione delle risorse comporta, in particolare, nel Settore Esercizio, quello che afferisce alle attività fondamentali dello strumento militare quali l'addestramento e la manutenzione dei mezzi.
  In merito, riallacciandomi a quanto detto in precedenza a proposito del mancato raggiungimento di tutti gli effetti auspicati dalla legge n. 244, intendo individuare nuove risorse per finanziare il settore. Infatti il costante assottigliamento della voce «Funzionamento del bilancio delle Forze armate», oggi prevalentemente assorbita dai costi fissi, determina ricadute dirette sull'efficienza complessiva dello strumento militare, sempre più vincolato a finanziamenti ad hoc connessi all'impegno all'estero e in Patria per mantenere adeguati livelli di addestramento e di prontezza.
  Terza domanda. Il merito al quesito posto dall'onorevole Tripodi sull'ipotesi di una nuova missione internazionale nello stretto di Hormuz, specifico che la Difesa sta seguendo con particolare attenzione l'evoluzione della situazione nella regione marittima in questione. Circa le iniziative in atto e il possibile ruolo nazionale si tenga inoltre presente che la proposta inglese non ha avuto esiti, tant'è che il Regno Unito partecipa con i propri assetti alla missione di sicurezza marittima internazionale a guida statunitense, cosiddetta «Operazione Sentinel».
  Parigi, invece, si è fatta promotrice nei confronti dei partner europei di un'ulteriore iniziativa, che intende raccordare con quella in atto. Allo stato attuale questa operazione, promossa dalla Francia, è ancora in fase di pianificazione e la Difesa italiana sta partecipando ai relativi incontri preparatori.
  Nel ritenere che, dal punto di vista politico, non sia al momento efficace ipotizzare un'ulteriore iniziativa a guida nazionale, stiamo seguendo con attenzione e con una predisposizione favorevole l'iniziativa francese, che sembra essere quella più coerente con la postura nazionale nei confronti dei principali attori regionali. Al momento, tuttavia, la maggior parte delle nazioni che intenderebbero aderire all'iniziativa non ha ancora reso disponibili i propri assetti, anche se vi sono aggiornamenti di Pag. 6ora in ora, in attesa che il quadro della missione venga definito più precisamente nelle prossime e ormai imminenti riunioni di pianificazione.
  In merito ai quesiti posti dagli onorevoli Tripodi e Tondo sulla missione internazionale UNIFIL in Libano, innanzitutto vorrei riportare le attestazioni di apprezzamento e di riconoscenza per l'operato del contingente nazionale impegnato nella missione UNIFIL, ricevute dalle massime autorità nazionali in occasione della mia recente visita a Beirut e a Naqoura. Per il Libano è sicuramente un momento di grande travaglio interno, in cui il malcontento popolare è alimentato dal perdurare delle condizioni di disagio economico e sociale in cui il Paese si trova. Le Forze armate libanesi in questo frangente hanno dimostrato di essere un importante tessuto connettivo che ha consentito lo svolgimento in condizioni di relativa sicurezza delle manifestazioni. Questo risultato è in buona parte ascrivibile al lavoro di addestramento effettuato da UNIFIL, di cui l'Italia detiene il comando ed è il secondo contributore, ma anche alla missione di supporto dedicata alle Forze armate libanesi (MIBIL) che abbiamo avviato a livello bilaterale da qualche anno.
  Atteso il complicato quadro libanese interno, e più in generale le altre criticità regionali, ritengo ancor più necessario il ruolo di stabilizzazione che svolge UNIFIL, così come reputo altrettanto importante la MIBIL per continuare a fornire supporto alle Forze armate libanesi, che sono una pedina essenziale nei delicati equilibri in atto.
  In conclusione, adesso e più che mai è importante restare nel Paese, sia in supporto alle istituzioni che in aiuto alla popolazione, senza perdere di vista, ad ogni buon conto, i nostri interessi strategici in quell'area, soprattutto energetici e industriali.
  In merito ai quesiti posti dagli onorevoli Ferrari e Tondo sulla situazione in Sahel e sui relativi rapporti con la Francia, desidero innanzitutto ringraziare gli onorevoli colleghi per questa domanda che mi consente di sottolineare il tema dei prioritari interessi nazionali nell'area del Sahel e dell'Africa subsahariana in genere. La stabilità di questa regione è infatti essenziale per noi sia nell'ottica di un'efficace azione di prevenzione dei flussi migratori, che la attraversano e ne originano, sia con l'obiettivo del contrasto al terrorismo internazionale. La nostra strategia verso il Sahel va inquadrata in un'ottica multidimensionale che racchiuda filoni di azioni diversi e complementari, volti alla stabilizzazione dei Paesi dell'area attraverso il rafforzamento delle loro capacità di difesa, sicurezza e controllo del territorio. Occorre agire sia bilateralmente (come già stiamo facendo in Niger) sia all'interno di strumenti multilaterali, quali ad esempio l'iniziativa del G5 Sahel, che comprende Niger, Ciad, Mali, Mauritania e Burkina Faso, che noi supportiamo.
  Qualunque iniziativa nella regione non può non tener conto dello del ruolo della Francia, attore ineludibile nel Sahel. Ritengo perciò che la ricerca di un approccio congiunto e strutturato con Parigi sia necessario. Ciò, ferma restando la volontà di perseguire bilateralmente i prioritari interessi nazionali attraverso un rafforzamento del nostro impegno nella regione, in particolare nel quadro delle attività di sicurezza cooperativa di capacity building, funzionali al rafforzamento delle capacità delle forze di sicurezza locali.
  In merito la perplessità espressa rispetto alla disponibilità di idonee capacità per operare nell'area, evidenzio che la tipologia di missioni prefigurate ci vede adeguatamente equipaggiati. Ciò fermo restando che abbiamo avviato il rinnovamento di molte linee operative, in particolare dei mezzi terrestri, anche attraverso i vari programmi che avete recentemente approvato, per i quali colgo l'occasione per ringraziarvi.
  In merito all'intervento dell'onorevole Ferrari sul programma relativo al Joint Strike Fighter F35, indico che – come ho già detto in altre occasioni – ritengo che la partecipazione dell'Italia al programma F35 risponda, da un lato, a specifiche esigenze in termini di efficacia, efficienza e modernità dello strumento militare nazionale e, Pag. 7dall'altro, rappresenti un'opportunità di crescita tecnologica ed occupazionale per l'industria nazionale di settore. Partendo da queste premesse, volendo capitalizzare gli investimenti fin qui fatti e valorizzare le opportunità offerte dal programma, ho dato avvio alla Fase 2 del programma stesso, confermando ciò che era già stato definito e comunicato alla direzione di programma nella pianificazione del 2017, e mai modificato successivamente. Peraltro la Fase 2 del programma rappresenta la condizione imprescindibile per l'auspicabile salto di qualità per il sito di Cameri, al fine di renderlo pienamente complementare allo stabilimento americano di Fort Worth, vicino al limite di saturazione della produzione. Ciò offre indubbie opportunità di ulteriore sviluppo per Cameri, anche in relazione alla possibile adesione di nuovi partner europei al programma, su cui stiamo lavorando con grande impegno, a patto che il nostro stabilimento sia pienamente operativo con le commesse nazionali e sia sempre più in grado di lavorare garantendo i tempi di consegna e gli standard qualitativi richiesti.
  In merito al quesito posto dall'onorevole Deidda, sulla possibilità di reintrodurre gli ausiliari nell'Arma dei carabinieri, specifico che la tematica dei ricollocamenti è complessa, perché il bacino di risorse è comune a diversi dicasteri e perché occorre contemperare le aspirazioni del personale con le esigenze funzionali. Ritengo, pertanto, che il sistema di reclutamento delle Forze armate debba essere considerato nella sua globalità e che interventi settoriali, se non affrontati in una prospettiva generale, potrebbero risultare non adeguati. Peraltro, le diverse forme di reclutamento devono essere armonizzate con le riserve di posti a favore dei volontari delle Forze armate, per non alimentare forme di precariato e venire incontro alle legittime aspettative dei giovani a conseguire un impiego stabile. In merito, il Governo intende valorizzare i lavori dell'indagine conoscitiva, in via di conclusione, che la Commissione difesa della Camera sta effettuando sul tema del reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate, che si ricollega alla più ampia riflessione a cui ho fatto riferimento in precedenza relativamente alla legge n. 244.
  In merito all'intervento dell'onorevole Del Monaco, sull'operazione «Strade sicure», chiarisco che si tratta di un'operazione di sicuro valore per le Forze armate, e in tale ottica abbiamo assicurato un innalzamento del limite medio per lo straordinario personale impiegato, portandolo da 14,5 a 21 ore, per un importo annuo di circa 15 milioni di euro. Abbiamo dato mandato allo stato maggiore della Difesa di fare un approfondimento sulle modalità di impiego tecnico militare, proponendo ai prefetti le migliori modalità di utilizzo degli assetti coinvolti. Ciò detto, confermo comunque l'intendimento di avviare una riflessione collegiale in ambito governativo su «Strade sicure», volta alla sua riqualificazione.
  In merito all'intervento dell'onorevole Del Monaco, sulla problematica dei suicidi, preciso e voglio rassicurare la Commissione che l'attenzione della Difesa sul fenomeno è, e resterà, elevata. Concordo con l'onorevole Del Monaco sul fatto che il fenomeno debba essere affrontato in maniera sistemica, al fine di assicurare al personale un adeguato sostegno psicologico, non solo in occasione dell'esposizione a eventi critici o di particolare gravità, che possano tradursi in casi di disturbo post traumatico da stress, ma più in generale anche nell'affrontare situazioni che possano preludere ad atti di autolesionismo. Pertanto, non esiterò a sostenere gli organismi istituiti da ciascuna Forza armata, e a livello centrale presso lo stato maggiore della Difesa, affinché possano svolgere le loro azioni di analisi, di monitoraggio e di consulenza in maniera aderente ed efficace. Più in particolare, segnalo che è in corso da parte dei competenti organi della Difesa l'implementazione delle attività individuate dal tavolo tecnico, a cui accennava l'onorevole Del Monaco, tra i quali mi preme evidenziare il rafforzamento del Centro Veterani della Difesa (di recente costituzione), con particolare riferimento alle capacità nell'ambito del supporto psicologico; il potenziamento della rete di monitoraggio del personale Pag. 8presso i reparti e le unità delle Forze armate, anche attraverso la ricerca di possibili collaborazioni con gli organi della società civile presenti sul territorio; la definizione di nuove e più efficaci procedure di intervento nell'individuazione, nella prevenzione e nella risoluzione delle situazioni di possibile rischio, sia sistemico che individuale. Desidero inoltre assicurare la particolare attenzione del Governo nella valutazione delle eventuali iniziative parlamentari che saranno presentate al riguardo.
  In merito agli interventi dell'onorevole Ferrari e della senatrice Garavini sulla situazione in Turchia e Siria, indico che l'azione unilaterale turca è stata discussa anche nell'ambito dell'ultima ministeriale NATO, nel corso della quale è stata registrata, da parte dell'Italia e di molti alleati, una generale disapprovazione nei confronti di tale iniziativa, per le ricadute gravi sotto il profilo umanitario, di sicurezza e della lotta contro Daesh. La condanna per tali azioni, unita all'appello alla Turchia a rispettare il diritto internazionale e fermare la sua offensiva militare, è stata condivisa anche in ambito europeo, dove sono state prese decisioni sostanziali non simboliche, quali le restrizioni all’export di armi. Quanto alla Siria, è evidente che ogni ipotesi di forza multilaterale, che possa essere messa in campo con finalità di interposizione, non può che trovare legittimità in un chiaro mandato delle Nazioni Unite, in un processo politico che richiede il consenso delle parti in causa. Sulla specifica questione evidenzio che l'Esecutivo si è mosso prontamente, promuovendo azioni di ferma condanna, senza le quali la tregua in atto non sarebbe stata probabilmente possibile. Laddove nel contesto delle organizzazioni internazionali si concordasse sull'opportunità di una forza internazionale in affiancamento o in sostituzione delle forze turco-russe, posso assicurare che la Difesa italiana sarà pronta a fare la sua parte.
  In merito alla domanda posta dall'onorevole Ferrari sul ritiro della batteria missilistica in Turchia, il Governo ha immediatamente avviato le azioni necessarie per completare il ritiro degli assetti nazionali presenti sul territorio turco entro il 31 dicembre 2019, come peraltro già previsto dalla deliberazione sulla proroga delle missioni in atto, adottata dal Consiglio dei ministri del 23 aprile scorso, in linea con le recenti risoluzioni approvate dal Parlamento. Al riguardo evidenzio che il 15 novembre scorso sono cessate le attività operative della batteria SAMP/T, ed è iniziato il dispiegamento del contingente nazionale che richiede i tempi tecnici necessari per fare rientrare personale, mezzi e materiali per via aerea e a mezzo nave, e che comunque sarà completato entro la fine del mese di dicembre come previsto.
  In merito all'intervento dell'onorevole Ferrari, sulla questione turco-cipriota, evidenzio che la questione cipriota e le attività turche nell'area sono un argomento che è già da tempo oggetto della massima attenzione del Governo. Come è noto, i prioritari interessi nazionali nell'area sono legati non solo allo sfruttamento delle risorse marine, ma più in generale all'importanza strategica che il Mediterraneo orientale e la sua stabilità rivestono per l'Italia nel loro insieme. La posizione del Governo è chiara rispetto al diritto internazionale e tutela degli interessi nazionali, così come sono chiare le decisioni che l'Unione europea ha adottato verso la Turchia, nelle quali l'Italia si riconosce condannando le azioni turche nel Mediterraneo orientale e richiamando i diritti sovrani di Cipro. Pertanto, di concerto con gli altri partner europei, in tutti i consessi internazionali continueremo a ribadire la necessità che la Turchia si sieda al tavolo dei negoziati per dirimere la questione, nel pieno rispetto della sovranità cipriota. Contestualmente già dallo scorso aprile, a seguito di un confronto interministeriale coordinato dal Ministero degli affari esteri, la Difesa ha confermato la sua prontezza a fornire il supporto necessario alla tutela degli interessi nazionali dell'area, valutando anche eventuali sinergie con i partner europei. Nello specifico, d'accordo con ENI, il Governo segue con attenzione costante l'attività di esplorazione in coordinamento con Cipro e con la Francia, co-licenziataria in alcuni blocchi attraverso Total. In tale contesto, sulla base di opportunità e al fine di assicurare una maggiore Pag. 9presenza, sono già state previste, nell'ambito di operazioni in corso ed esercitazioni già programmate, periodiche elongazioni nell'area da parte di assetti nazionali marittimi.
  In merito ai quesiti posti dall'onorevole Tondo sulle missioni internazionali di ridotta entità puntualizzo che, indipendentemente dall'entità di una missione intesa in termini di numeri di personale e assetti, la nostra partecipazione è certamente opportuna in relazione all'esigenza di dimostrare coesione e unità d'intenti, nello spirito del multilateralismo che ispira la nostra politica estera e di difesa. Peraltro, evidenzio che la partecipazione a questa missione assicura un ritorno importante, in quanto consente all'Italia di prendere parte ai relativi processi decisionali a fronte di un impegno e di costi limitati. Stiamo parlando, infatti, di circa 30 unità di personale in 9 operazioni tra quelle ONU e dell'Unione europea, per un onere massimo complessivo di circa 4,5 milioni di euro. Ad ogni modo, in occasione della predisposizione delle delibere delle missioni per il 2020, sarà valutata l'opportunità di non prevedere la prosecuzione di alcuni missioni, qualora dovessero risultare non più indispensabili.
  Infine in merito all'intervento dell'onorevole Silli, sui rapporti con i francesi e la joint venture tra Fincantieri e Naval Group, indico che più di due anni fa i Governi francesi e italiano si sono riproposti di costruire un'industria navale europea più efficiente e di sostenere attivamente le iniziative per una più profonda cooperazione militare tra i due Paesi e per il miglioramento dello sviluppo cantieristico internazionale. In questo spirito sono state studiate le modalità di un'alleanza progressiva, ambiziosa ed equilibrata. Nella consapevolezza che riunire i punti di forza italiani e francesi avrebbe consentito la creazione di un leader globale in grado di ambire a diventare il più grande esportatore mondiale nei mercati civili e militari, con il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse è stato avviato un processo complesso e approfondito, che per le implicazioni significative sugli interessi nazionali strategici ha richiesto l'impegno e la guida di entrambi i Governi.
  Sul piano industriale il progetto ha trovato concreta applicazione con l'avvio lo scorso giugno di una joint venture tra Fincantieri e Naval Group, mentre il processo di acquisizione della STX France, ora Chantiers de l'Atlantique da parte di Fincantieri è al vaglio della Commissione europea; è all'esame il testo dell'associato accordo intergovernativo e sono stati individuati interessi comuni per progetti di ricerca cofinanziati per programmi che si innestano anche nella PESCO. Entrambe le tipologie di iniziativa costituiscono un catalizzatore in grado di aggregare altri partner europei e possono concretamente intercettare i fondi già stanziati per la difesa europea. Ritengo quindi che l'alleanza tra Fincantieri e Naval Group e i suoi potenziali sviluppi futuri costituisca, sia per la Francia che per l'Italia, un'opportunità per guidare nel settore navale il processo di aggregazione dell'industria della difesa europea, ottimizzandone l'impiego delle risorse e consentendole di competere a livello globale con maggiori opportunità di successo.
  Credo di aver risposto a tutte le domande. Se ne ho saltata qualcuna, chiedo scusa e sono disponibile e pronto a rispondere alle domande rimaste inevase. Ringrazio i Presidenti per l'opportunità, e i colleghi deputati e senatori per le domande e le sollecitazioni pervenute alla mia attenzione, e anche per il livello del dibattito che in queste Commissioni sempre si sviluppa e che è elemento di stimolo e di aiuto nel lavoro importante che siamo chiamati a fare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Ferrari. Ne ha facoltà.

  ROBERTO PAOLO FERRARI. Grazie, Presidente. Devo esprimere il mio disappunto sull'organizzazione di lavori. So che non dipende dalla sua volontà, perché abbiamo atteso per un mese circa il ritorno del Ministro per sentire le risposte; però, se il dibattito è così compresso come lei ci ha annunciato, nonostante i colleghi del Senato Pag. 10 presenti e coloro che non hanno potuto svolgere le loro domande la scorsa volta abbiano la facoltà di dire se sono o meno soddisfatti, questo dibattito risulta davvero alquanto avvilente. A questo punto avremmo potuto ricevere dal Ministro le sue risposte scritte e non l'avremmo scomodato. È sempre un piacere vederlo, però il dibattito in questa maniera non è un dibattito di una Commissione parlamentare, ma è l'ascolto di quanto potevamo ricevere anche per iscritto. Ripeto, so che non è sua responsabilità.

  PRESIDENTE. A questo punto chiedo ai colleghi che si erano già iscritti la volta scorsa se intendano intervenire. Rimane fermo che non posso prendere ulteriori iscrizioni, poiché i lavori dell'Assemblea stanno per iniziare con votazioni.

  ALESSANDRA ERMELLINO. Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per essere venuto qui a dare risposta ad alcune questioni poste nella prima sessione.
  Mi interessa il tema del personale. Abbiamo accennato alle difficoltà legate alla legge n. 244 del 2012. Vorrei semplicemente fare una domanda o comunque lanciare una proposta. Nella legge di bilancio dell'anno scorso erano state stanziate risorse per 294 unità di personale tecnico da integrare negli arsenali e nelle aree industriali; è necessario emanare un atto che faccia partire il bando? Lo chiedo perché – parlo da tarantina – siamo davvero in emergenza e, quindi, questa sarebbe una piccola boccata d'ossigeno, che potrebbe aiutare chi sul posto ha delle difficoltà importanti.

  ISABELLA RAUTI. Grazie, Presidente. Condivido il rilievo posto dal collega Ferrari, ma mi attengo comunque a quanto richiesto e anticipo due domande scritte che riguarderanno, la prima, l'atto del Governo n. 118 e, in particolare, il trattamento economico e previdenziale; la seconda, la legge sui sindacati militari, lo sviluppo del cui iter non conosco. Mi permetterò di aggiungere una terza domanda sulla questione dei suicidi, sulla quale lei si è soffermato mostrando attenzione, però ha annunciato posizioni di merito: ero più interessata a sapere se c'erano degli impegni di metodo. Ma questo – ripeto – sarà oggetto di domande scritte.
  Mi conceda una domanda orale. Le do atto che, in tutte le sedi, ha richiesto maggiori risorse per garantire maggiore efficienza, con l'obiettivo di ammodernare le Forze armate in una logica interforze. Tuttavia l'obiettivo del raggiungimento del rapporto del 2 per cento tra spesa per la Difesa e PIL – come giustamente e con estrema sincerità ha sottolineato lei – è considerato non realizzabile, stante l'1,22. Se noi consideriamo questo dato nel contesto della nostra partecipazione all'Alleanza NATO, che vede affermazioni recenti del Presidente francese che ha affossato l'Alleanza e ha rilanciato contestualmente lo «European 12», quasi a designare Parigi come guida militare dell'Europa, anche in alternativa alla PESCO, e avendo l'Italia, sia pure in una seconda fase, aderito allo «European 12», non so se questo ci avvicini alla Germania o meno. Quando lei nella sua esposizione parla di fase lanciata dalla Francia, si riferisce al disegno contenuto nello «European 12» e anche a questo superamento dell'Alleanza atlantica? Macron, infatti, ha definito un progetto di sovranità europea post NATO. Quindi, se noi mettiamo insieme il deficit e il PIL, la nostra partecipazione – contestualizzando –, le affermazioni di Macron, la nostra adesione tardiva allo «European 12», quindi di seconda fase, la riunione a Berlino, nella quale lei è intervenuto – tre giorni fa, credo – nella Security Conference di cui l'Italia è partner, mi chiedo a che punto siamo.

  GIOVANNI RUSSO. Grazie, Presidente. Soprattutto ringrazio il Ministro che oggi è venuto qui a dare le risposte che l'altra volta, purtroppo, non abbiamo potuto ricevere.
  Le problematiche sono tante e anche oggi noto con grande piacere che la trattazione dei temi è a trecentosessanta gradi. Ringrazio anche perché, in questo tempo che c'è stato tra i nostri due incontri, lei ha dimostrato una grandissima sensibilità per Pag. 11i temi trattati in Commissione dal nostro gruppo, come per esempio la materia della rappresentanza sindacale del personale militare, su cui si sta svolgendo un ottimo lavoro. Ma ci sono tante altre problematiche che lei ha già accennato, come per esempio quella sulla cybersecurity, sulla sanità militare, sulla giustizia militare e quella sulla legge n. 244 del 2012.
  Grande attenzione va posta anche alla questione dei suicidi, agli atti di autolesionismo all'interno delle Forze armate e all'operazione «Strade sicure», che viene confermata come un punto focale delle nostre Forze armate.

  STEFANIA PUCCIARELLI. Grazie, Presidente. Mi allineo al collega Ferrari, perché non ritengo idoneo questo modo di portare avanti i lavori: non è decoroso per noi, ma neanche per il Ministro.
  Vengo comunque alle domande. Lei, nell'ambito dell'illustrazione delle linee programmatiche, ha dichiarato di voler gradualmente portare la spesa per gli investimenti della Difesa dall'1,22 per cento verso il 2 per cento del PIL (soglia fissata in ambito NATO). C'è da rilevare che nel bilancio presentato questo non si è ravvisato nel modo più assoluto.
  Lei ha anche parlato della ricognizione di ciò che non è più indispensabile per quanto riguarda le aree non più strategiche. Le chiedo se c'è la possibilità concreta che queste aree possano essere cedute a privati per far sì che, da quello che può essere realizzato in questa cessione, si possa realizzare ciò che consentirà di manutenere ed efficientare il resto della dotazione della Difesa.
  In ultimo, a fronte di copiosi investimenti per quanto riguarda l'industria navale subacquea di Francia, Spagna, Turchia, Algeria, Egitto, Arabia, Saudita, Qatar, Emirati Arabi veniva evidenziata la necessità, anche alla luce degli scenari attuali con la presenza della Russia sempre più frequente nel Mediterraneo, della dotazione di due nuove unità navali equipaggiate per la localizzazione e il contrasto di piattaforme straniere, cosa che è stata richiesta anche dal Capo di stato maggiore della Marina militare Cavo Dragone, per cui chiedo se ci siano intendimenti a riguardo e, se sì, eventualmente in quale spazio temporale.
  Quello che le chiedo, Ministro, in maniera accorata, visto che lei ha ricevuto il testimone da parte di un Ministro che in alcuni episodi è stato – direi – imbarazzante, è di invertire la rotta, per far sì che le nostre Forze armate abbiano la giusta dignità di poter svolgere appieno il loro ruolo.

  PRESIDENTE. Darò ora la parola ai colleghi che la chiedono, dal momento che la Camera ha differito l'inizio dei lavori.

  MAURIZIO GASPARRI. Sarò telegrafico, per sollecitare la risposta all'interrogazione sulla vicenda Trenta e anche per capire la filiera che ha gestito in maniera inopportuna quella vicenda. L'interrogazione è nota, non devo aggiunge altro.
  Infine, la prossima settimana dovremo esprimerci sul riordino, sia alla Camera che al Senato; i problemi che resteranno aperti sono più numerosi di quelli che si chiudono, quindi inviterei a una riflessione se sia il caso di non dare un parere robusto. Noi l'abbiamo presentato, la invito a riflettere.

  ALBERTO PAGANI. Sarò rapido quanto il collega che mi ha preceduto. Visto quanto ha affermato nelle sue risposte rispetto al finanziamento del settore della Difesa e all'importanza dell'industria della Difesa e visto anche il dibattito che si è sviluppato in Commissione difesa alla Camera sull'importanza di assicurare certezza e stabilità agli investimenti, in particolare per la piccola e media impresa che è quella più fragile dal punto di vista finanziario, segnalo che, qualora ci fosse una sua iniziativa rivolta alla Presidenza del consiglio e al Ministero dell'economia e finanze per sostenere un riequilibrio e un impegno maggiore nel fondo MISE per il settore della Difesa, avrebbe il pieno sostegno del nostro gruppo, e immagino anche di gran parte della Commissione, se non tutta. Ricordo, infatti, che in occasione della precedente legge di bilancio il Partito democratico non Pag. 12ha condiviso la riduzione delle risorse stanziate sul bilancio del MISE legate alla Difesa.

  LUIGI IOVINO. Spero di essere anch'io così rapido. Vorrei porre una domanda al signor Ministro per quanto riguarda la difesa cibernetica, che ha citato poc'anzi.
  Ministro, anche alla luce del recente dibattito nell'ambito dell'esame del decreto-legge che ha definito il perimetro della sicurezza nazionale cibernetica, quali misure intende prendere il Governo rispetto anche a quello che può intraprendere nel comparto Difesa? Mi spiego meglio. Rispetto all'internazionalizzazione e all'informatizzazione dei sistemi del comparto Difesa, in che modo il Governo intende procedere? C'è qualche iniziativa che vuole mettere in campo e, soprattutto, ci sono in campo progetti adeguati a mettere in sicurezza i sistemi della Difesa, nell'ottica di una diffusione della cultura della difesa cibernetica?
  Mi voglio complimentare con il Presidente e ringraziarlo per averci concesso questi minuti in più per porre queste domande.

  ROBERTO PAOLO FERRARI. Torno anch'io su alcuni aspetti che sono stati sottolineati dai colleghi. Uno su tutti, visto che nei prossimi giorni si celebrerà il settantesimo anniversario della NATO, dopo le affermazioni del Presidente francese sulla morte celebrare della stessa Alleanza e la nostra adesione a posteriori all'iniziativa europea di intervento, quale sarà la posizione che l'Italia assumerà all'interno dei futuri vertici? Faccio questa domanda per capire la nostra posizione dato che abbiamo sempre riaffermato la nostra posizione euroatlantica, su questo tema.
  L'altro elemento che non è stato toccato riguarda la dotazione di droni. Proprio pochi giorni fa abbiamo perso i contatti con un drone. Non ritiene che gli investimenti in questo settore debbano essere incrementati, visto che le scelte strategiche nell'ultimo anno sono state diverse.
  Lei – dobbiamo riconoscerlo – ha sempre affermato l'impossibilità tendenziale di raggiungere il 2 per cento entro il 2024. Ma qual è la media europea a cui dovremmo avvicinarci, stante che ieri la Germania, per bocca della cancelliera Merkel, ha dichiarato di voler raggiungere quel 2 per cento, e visto anche che la legge di bilancio presentata al Senato non vi sono misure concrete?

  PRESIDENTE. Do ora la parola al Ministro per le repliche.

  LORENZO GUERINI, Ministro della difesa. Grazie, Presidente. Vi ringrazio delle tante sollecitazioni, alcune delle quali avranno risposta scritta immediata. Rassicuro il senatore Gasparri che la sua interrogazione a risposta scritta sarà evasa in tempi rapidissimi. È volontà anche di questa amministrazione porre alcuni elementi di chiarezza rispetto a un dibattito che si è sviluppato in questi ultimi giorni, che credo necessiti anche della fissazione di alcuni punti fermi.
  Su alcune delle domande, in particolare dell'onorevole Ermellino relativamente alle questioni del personale civile, il bando da lei citato è all'esame della Funzione pubblica. Noi abbiamo già annunciato alla Funzione pubblica – e lo abbiamo comunicato anche ai sindacati che abbiamo recentemente incontrato – che, nel caso in cui il bando non proceda con tempi spediti, la Difesa intende procedere autonomamente per dare seguito a quello che è già previsto. Inoltre, proprio sulla questione di Taranto è stato presentato un emendamento governativo dentro il «pacchetto Taranto» per ulteriori assunzioni straordinarie di 315 unità presso l'arsenale di Taranto. Mi auguro che da parte del Parlamento, nell'esame della legge di bilancio, su questo punto specifico vi possa essere una convergenza di azione e di intenti.
  Tanti interventi hanno riguardato il tema del bilancio della Difesa e dei rapporti con la NATO. Io ho cercato di dire parole sincere e veritiere, cercando, sulla base di una riflessione che si muova su principi di realtà, di immaginare ciò che può fare l'Italia da questo punto di vista. Ribadisco un elemento di lettura preliminare: il tema Pag. 13dell'ampliamento delle risorse della Difesa non è l'adempimento di un obbligo internazionale; è l'esigenza nazionale di adeguamento del nostro strumento militare. Noi non possiamo non orientare il dibattito anche nell'opinione pubblica del nostro Paese in ordine all'importanza delle spese, degli investimenti della Difesa che costituiscono un pezzo della nostra sovranità nazionale.
  Ciò detto, l'obiettivo del 2 per cento è un tema oggetto di discussione e di confronto politico-istituzionale che non riguarda solo l'Italia, ma tutti i Paesi appartenenti all'Alleanza atlantica. È un tema che è stato deciso alcuni anni fa nel vertice del Galles e rispetto al quale io non posso non constatare che nel nostro Paese non ha avuto come conseguenza l'implementazione delle risorse della Difesa per poter arrivare entro il 2024 a quel determinato livello di spesa. Dire oggi, alla fine del 2019, che entro il 2024 saremo in grado di raggiungere quell'obiettivo significherebbe parlare di cose che non hanno a che fare con la realtà. Altro è rinunciare a una graduale crescita degli investimenti per la Difesa: l'obiettivo che noi ci poniamo è di arrivare gradualmente, ma con una chiara e intelligibile progressione della spesa, alla media dei Paesi europei alleati della NATO (l'1,58 per cento), che è già un incremento importante relativamente agli investimenti per la Difesa. Questo è il nostro obiettivo. Dopo di che il tema delle risorse è ampio, impegnativo e riguarda non semplicemente l'attività del dicastero che io pro tempore dirigo, ma anche altri dicasteri.
  Sulle questioni citate dalla senatrice Rauti c'è il tema dell'utilizzo delle risorse del fondo dell'articolo 7 della legge di bilancio, c'è il tema del «fuori area». Continuo a ritenere, è una mia posizione che credo sia giusto possa essere oggetto di discussione, di confronto e di arricchimento rispetto al dibattito che si svilupperà, che sia interesse della Difesa ma anche di una sana programmazione delle risorse per gli investimenti, immaginare un fondo di investimento pluriennale per gli investimenti della Difesa che consenta certezza di risorse e nella programmazione.
  Sul piano più prettamente politico, rispetto al dibattito che si è sviluppato in queste settimane ribadisco posizioni che ho già assunto, che credo siano le posizioni tradizionali della politica italiana sotto questo punto di vista. Il tema della nostra difesa collettiva si basa su due pilastri: la difesa comune europea e l'Alleanza atlantica. Il dibattito che si è sviluppato, anche in relazione alle recenti affermazioni del Presidente Macron, è un dibattito interessante, che ha a che fare anche con una riflessione strategica sull'Alleanza atlantica. Credo che sia imprescindibile per noi, per la nostra sicurezza in termini di strumento di dissuasione e deterrenza fare riferimento alla NATO. La NATO è uno dei pilastri della nostra sicurezza. Questa è la posizione già recentemente espressa anche nella Security Conference, a cui ha fatto riferimento prima la senatrice Rauti; credo che sarà la posizione che esprimeremo anche nel summit di Londra del prossimo 4 dicembre.
  Sulla questione della capacità antisommergibile è in programmazione l'avvio di nuove corvette programmate in ambito PESCO; nuovi pattugliatori sono già in cantiere, una unità su sette è già stata varata: l'intervento della Difesa è un intervento che va nella direzione prima richiamata e auspicata.
  Sulla questione della cyber, dal punto di vista organizzativo si sta andando verso la costituzione di un comando di operazioni in rete che riunisca tutte le capacità delle Forze armate nel settore. La Difesa già dispone in piena operatività, per le proprie esigenze, dei Centri di valutazione e certificazione previsti dal perimetro definito nell'atto normativo a cui l'onorevole Jovino ha fatto riferimento. Continua la formazione del personale, l'ammodernamento delle reti e dei sistemi, come riportati nel Documento programmatico pluriennale presentato alle Camere prima dell'estate. Il tema della cyber è un tema fondamentale, che richiede impegno, su cui si sta esercitando una riflessione, un lavoro, una programmazione di interventi sia in ambito nazionale, sia in ambito NATO dove è stato oggetto recentemente di riflessione e di Pag. 14discussione. È un tema, che deve vedere un impegno forte da parte di tutti noi.
  Per le altre domande più specifiche rimando alle risposte scritte che sarà mia cura inviare in tempi rapidi. Grazie ancora.

  PRESIDENTE. Prima di concludere, mi corre l'obbligo ricordare a tutti i colleghi che è compito del Presidente, ai sensi dell'articolo 8 del Regolamento della Camera, assicurare il buon andamento dei lavori. Questo ovviamente include la conciliazione dei lavori della Commissione, dell'Assemblea e degli impegni del Ministro. Rinnovo i ringraziamenti al Ministro Guerini e a tutti i presenti. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.45.