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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (V Camera e 5a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 11 marzo 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Buompane Giuseppe , Presidente ... 3 

Audizione, in videoconferenza, del Ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri (Attività conoscitiva preliminare all'esame della Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243) :
Buompane Giuseppe , Presidente ... 3 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 3 
Buompane Giuseppe , Presidente ... 8 
Padoan Pietro Carlo (PD)  ... 8 
Bagnai Alberto  ... 8 
Gubitosa Michele (M5S)  ... 9 
De Bertoldi Andrea  ... 10 
Lupi Maurizio (Misto-NI-USEI-C!-AC)  ... 11 
Fassina Stefano (LeU)  ... 11 
Marattin Luigi (IV)  ... 12 
Brunetta Renato (FI)  ... 14 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 15 
Pichetto Fratin Gilberto  ... 15 
Manca Daniele  ... 16 
Pesco Daniele , presidente della 5a Commissione del Senato della Repubblica ... 17 
Buompane Giuseppe , Presidente ... 17 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 17 
Buompane Giuseppe , Presidente ... 21 

ALLEGATO: Documentazione depositata dal Governo ... 22

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
DELLA V COMMISSIONE DELLA
CAMERA DEI DEPUTATI
GIUSEPPE BUOMPANE

  La seduta comincia alle 11.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, del Ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, nell'ambito dell'attività conoscitiva preliminare all'esame della Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, del Ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, nell'ambito dell'attività conoscitiva preliminare all'esame della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012. Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori delle Commissioni, avverto che dopo l'intervento del Ministro, che saluto, sono previsti interventi per ciascun gruppo fino a un massimo di due, in linea di massima ripartiti tra un componente della Camera e uno del Senato e per un tempo complessivo di circa sei minuti per gruppo. Invito, quindi, i rappresentanti degli omologhi gruppi di Camera e Senato, d'intesa tra loro, a segnalare al banco della presidenza, durante lo svolgimento della relazione del Ministro, i nominativi dei componenti del proprio gruppo che intendono intervenire. Do la parola al Ministro Gualtieri.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Buongiorno, signor presidente Buompane, signor presidente Pesco. Onorevoli deputati e senatori, buongiorno. Al 21 febbraio l'epidemia di coronavirus si è estesa al nostro Paese in modo repentino. Il Governo è intervenuto immediatamente con l'obiettivo di proteggere la salute dei cittadini. L'obiettivo prioritario è arrestare la diffusione del virus e potenziare le capacità di risposta a questa emergenza da parte del sistema sanitario. A questo proposito sento il dovere di ringraziare i medici, gli infermieri e tutti coloro che, nelle attuali drammatiche circostanze, sono impegnati in uno sforzo eroico per assicurare a tutti le cure necessarie. L'adozione scrupolosa di tutte le necessarie misure di contenimento del virus, definite sulla base delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico, è peraltro doverosa non solo per la tutela della salute, ma anche per ridurre nel tempo l'impatto economico e sociale dell'epidemia sul nostro Paese. In questo quadro, occorre mobilitare tutte le risorse essenziali a garantire l'adeguata dotazione di personale, strumenti e mezzi al sistema sanitario, al sistema della Protezione civile e alle Forze dell'ordine, per fornire l'assistenza alle persone colpite dalla malattia e per applicare politiche di prevenzione, mitigazione e contenimento dell'epidemia.
  Al tempo stesso, vanno tempestivamente adottate tutte le disposizioni per affrontare l'impatto economico di questa emergenza sui lavoratori, sulle famiglie e sulle imprese. Per questa ragione il Governo chiede Pag. 4oggi al Parlamento di autorizzare uno scostamento rispetto agli obiettivi di finanza pubblica, definiti nella scorsa Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, per un importo fino a 20 miliardi di euro, pari all'1,1 per cento del prodotto interno lordo in termini di indebitamento netto, che corrispondono a circa 25 miliardi di euro di maggiori stanziamenti di bilancio per competenza e cassa. Con la prima relazione inviata al Parlamento lo scorso 5 marzo il Governo aveva previsto uno stanziamento di risorse di circa 7,5 miliardi di euro, corrispondente a un indebitamento di 6,35 miliardi di euro, pari a circa 0,3 punti percentuali di prodotto interno lordo. Con l'aggravarsi della crisi, il Governo ha ritenuto prudente approvare – lo abbiamo appena fatto in sede di Consiglio dei Ministri – un'integrazione alla relazione che prevede la possibilità di uno stanziamento ulteriore di risorse fino a 13,65 miliardi di euro di indebitamento e fino a 17,5 miliardi di euro aggiuntivi di saldo netto da finanziare. Questo incremento si è reso necessario alla luce delle nuove misure restrittive adottate dal Governo al fine di rafforzare gli interventi che saranno contenuti in un prossimo decreto-legge che il Consiglio dei Ministri adotterà probabilmente già venerdì. Inoltre, abbiamo ritenuto opportuno assicurare fin da ora la disponibilità delle risorse per finanziare i successivi interventi che si renderanno necessari sulla base dell'evoluzione dell'emergenza e delle misure coordinate che adotteremo a livello europeo. A questo proposito, le conclusioni del Presidente del Consiglio europeo dopo il summit, in videoconferenza, dei capi di Stato e di Governo dei 27 Stati membri svoltosi ieri e la risposta dei commissari Gentiloni e Dombrovskis alla mia lettera del 5 marzo dimostrano che l'Europa è pronta a fare tutto ciò che è necessario per fronteggiare questa crisi senza precedenti. Mai come oggi, quando il nostro Paese è colpito più di ogni altro da una sfida comune e di dimensioni planetarie, ci rendiamo conto di quanto l'unità dell'Europa sia una risorsa preziosa e indispensabile. Per questo lavoreremo per assicurare il massimo grado di coordinamento e l'adeguato livello di ambizione degli interventi comuni europei sul fronte del contrasto all'epidemia e del sostegno all'economia. Tali interventi comuni potranno anche alleviare il costo finanziario delle misure a carico delle finanze pubbliche del Paese.
  Il decreto-legge in preparazione, che sarà adottato in settimana, prevederà interventi per un ammontare di circa 12 miliardi di euro. Vorrei quindi ringraziare le forze economiche e sociali, i partiti di maggioranza e di opposizione e le autonomie territoriali per il costruttivo confronto con il Governo e per il contributo alla definizione delle misure che sono in via di finalizzazione. Proseguiremo questo confronto anche nelle prossime ore, nella convinzione che, pur nella distinzione dei ruoli, in un momento come questo occorra perseguire la massima unità e coesione del Paese. Gli assi portanti del provvedimento saranno quattro. In primo luogo garantiremo le risorse per fronteggiare l'emergenza sotto il profilo sanitario e della protezione civile. Ricordo che tra i primi interventi adottati, il Governo ha disposto l'incremento dei fondi a disposizione della Protezione civile per circa un miliardo di euro, metà dei quali saranno destinati all'acquisto di dispositivi medici, come mascherine, respiratori ed altro. Il Governo ha previsto una semplificazione delle procedure di acquisto dei dispositivi di protezione individuale medicali che ha consentito a CONSIP di acquistare in maniera tempestiva 5.000 impianti di ventilazione assistita e i relativi materiali indispensabili per il funzionamento dei ventilatori. La disponibilità di questi dispositivi sarà assicurata in maniera progressiva nel corso dei prossimi giorni. In un prossimo intervento normativo sarà disposta la possibilità per la Protezione civile di requisire, in uso o in proprietà, sia presidi sanitari e medico chirurgici e beni mobili occorrenti per fronteggiare la predetta emergenza sanitaria, sia strutture alberghiere e altri immobili da utilizzare per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o domiciliare. Il decreto-legge adottato il 9 marzo scorso ha stabilito il reclutamento Pag. 5straordinario che riguarderà il personale medico e infermieristico e, laddove necessario, sarà rivolto anche ai medici specializzandi, ai laureati abilitati all'esercizio della professione medica e ai medici abilitati privi della cittadinanza italiana. Il personale medico e infermieristico sarà incrementato con 320 unità di personale militare, di cui 120 medici e 200 infermieri. Saranno aumentate anche le risorse umane dell'INAIL, con l'assunzione a tempo determinato di 200 medici specialisti e 100 infermieri da impiegare per assistenza a cure ambulatoriali agli infortunati sul lavoro. Per continuare a garantire lo svolgimento ordinario delle attività assistenziali di medici e pediatri è stata disposta l'istituzione di unità speciali di continuità assistenziale. Sarà, inoltre, potenziata la rete di assistenza territoriale per aumentare, a livello regionale, del 50 per cento il numero dei posti letto in terapia intensiva e del cento per cento il numero dei posti letto nelle unità operative di pneumologia e di malattie infettive da allestire con la dotazione per il supporto ventilatorio. A questo si aggiungerà anche il potenziamento delle strutture della sanità militare.
  Il secondo asse riguarda il lavoro: l'obiettivo è che nessuno perda il proprio posto di lavoro a causa del coronavirus, che nessuno venga licenziato. Per questo, potenzieremo la cassa integrazione in deroga e il Fondo di integrazione salariale per l'intero territorio nazionale e per tutti i settori produttivi, incluse le attività con meno di cinque dipendenti. Inoltre, interverremo per assicurare un sostegno al reddito per i lavoratori non coperti dalla cassa integrazione in deroga, come gli stagionali, inclusi quelli del settore del turismo, i lavoratori autonomi, tra cui i lavoratori del settore dello spettacolo, e i lavoratori a tempo determinato. Si tratta di interventi che vanno nella direzione della tutela dei redditi, ma che, al tempo stesso, chiedono alle imprese di organizzare i luoghi di lavoro in modo da tutelare la sicurezza sanitaria dei lavoratori. Infine, aiuteremo i genitori che lavorano e che si trovano in difficoltà a causa della necessaria chiusura delle scuole, rafforzando il congedo parentale e contribuendo alle spese per l'assistenza ai bambini da parte di baby-sitter. Già nel decreto emanato lunedì scorso, abbiamo autorizzato il lavoro a domicilio degli assistenti educativi e culturali per i bambini diversamente abili.
  Il terzo asse di intervento sarà volto ad assicurare la necessaria liquidità alle famiglie e alle imprese. In primo luogo, verrà ulteriormente potenziato il Fondo centrale di garanzia a sostegno delle piccole e medie imprese, il più grande strumento di agevolazione, che garantisce ad oggi finanziamenti bancari per 40 miliardi di euro in favore del sistema delle imprese. Il Fondo sarà esteso con accesso gratuito su tutto il territorio nazionale, saranno prolungate le garanzie prestate e, in specifiche aree e filiere, sarà possibile aumentare le percentuali di garanzia. Accanto a queste misure si prevede una semplificazione procedurale per la sospensione delle rate dei mutui per la prima casa per un periodo massimo di diciotto mesi, in caso di riduzione o sospensione dell'orario di lavoro, tramite il ricorso al cosiddetto Fondo Gasparrini. Inoltre, prevediamo di sospendere il pagamento delle rate dei mutui e dei prestiti bancari, prolungandone la durata con il sostegno di parziali garanzie statali. Sarà, altresì, previsto che le imprese possano continuare a beneficiare delle aperture di credito accordate, ma non ancora utilizzate. A queste misure, che auspichiamo saranno anche sostenute da adeguati interventi della Banca centrale europea, si aggiungono le risorse messe a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti e da SACE per sostenere le imprese, che passano da 1 a 7 miliardi di euro. Di questi, 3 miliardi di euro saranno impiegati per garantire tassi calmierati alle piccole e medie imprese e alle società Mid-Cap dalle istituzioni finanziarie aderenti alla «Piattaforma imprese», mentre 4 miliardi di euro andranno a sostenere l'export e l'internazionalizzazione delle imprese. Si introdurranno, infine, misure per sostenere il settore bancario nel rafforzamento dei bilanci, attraverso incentivi che liberino nuovo capitale bancario a sostegno di nuova finanza per le imprese e per le famiglie. Pag. 6
  Il quarto asse riguarderà il fisco. Da un lato, prevediamo di posticipare una serie di adempimenti per venire incontro alle oggettive difficoltà di contribuenti e operatori del fisco. Dall'altro lato, per assicurare un adeguato sostegno alle aziende e ai lavoratori autonomi colpiti dagli effetti dell'emergenza sanitaria in termini di riduzione del livello di attività e di fatturato, con conseguente impatto sulla liquidità, potranno essere introdotte misure di sospensione dei versamenti tributari e contributivi, anche in previsione di un futuro parziale ristoro.
  Insieme a questi assi principali di intervento, il Governo è impegnato ad accelerare e sbloccare investimenti già programmati e finanziati, anche mediante la nomina di commissari ad hoc. Rivedremo le procedure amministrative al fine di semplificare l'iter successivo alle decisioni politiche per realizzare gli investimenti, mantenendo i necessari controlli, ma evitando la ridondanza di atti amministrativi. Nel contempo, lavoreremo per alleggerire l'impianto del codice degli appalti, facilitando procedure più snelle, come consentito dalla normativa europea.
  Passo ora a svolgere alcune considerazioni sull'impatto economico dell'emergenza legata al coronavirus. Per valutare le conseguenze economiche dell'epidemia e delle relative misure preventive è necessario naturalmente formulare delle ipotesi circa la durata dell'epidemia, sia in Italia che a livello globale. La durata della crisi nella sua dimensione economica dipenderà anche dall'evoluzione dell'epidemia negli altri Paesi. Il grado di incertezza, come appare evidente, è assai elevato e, pertanto, dobbiamo ragionare in termini di scenari, preparandoci per quelli più sfavorevoli, ma lavorando affinché si realizzino quelli più favorevoli. Il Governo sta facendo del proprio meglio per assicurare che i settori produttivi dell'economia italiana rispondano alle esigenze del sistema sanitario e dei cittadini in questa difficile fase.
  Dal punto di vista dell'economia italiana, la crisi attraverserà quantomeno tre fasi. La prima è stata quella dell'insorgere dell'epidemia in Cina e del suo impatto diretto sul commercio bilaterale tra Italia e Cina e indiretto sul commercio mondiale e, quindi, anche sulle esportazioni italiane verso Paesi terzi. A questo va sommato il possibile impatto sull'industria italiana dell'interruzione di alcune catene del valore e il forte calo previsto degli afflussi di turisti orientali in Italia. Nel complesso, uno scenario in cui l'epidemia non si fosse diffusa in maniera rilevante al di fuori della Cina, avrebbe sottratto qualche decimo di punto dal tasso di crescita dell'economia italiana nel 2020. La previsione ufficiale di crescita, come sapete, fu formulata a settembre in occasione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e poneva la crescita di quest'anno in termini reali allo 0,6 per cento. Di recente, in seguito alla flessione del prodotto interno lordo nel quarto trimestre, i previsori di mercato hanno rivisto le loro proiezioni di crescita per l'Italia al ribasso e l'Ufficio parlamentare di bilancio ha rivisto la previsione relativa al 2020 dallo 0,5 previsto a ottobre allo 0,2 per cento. Il Governo pubblicherà una nuova previsione in occasione del Documento di economia e finanza 2020, che incorporerà gli effetti legati alla fase eccezionale che l'economia sta attraversando. Ciò che possiamo affermare allo stato attuale è che la revisione al ribasso da parte dei previsori indipendenti e l'effetto conseguente all'epidemia in Cina avrebbero fatto scendere la previsione tendenziale verso lo zero, ma non in territorio negativo.
  Su questa base si innesta la seconda fase, ovvero l'allargarsi dell'epidemia all'Italia. Gli indicatori sinora disponibili suggeriscono che l'attività economica, dopo la caduta della produzione industriale in dicembre, abbia registrato un rimbalzo positivo a gennaio, per tornare a una moderata contrazione verso la fine del mese di febbraio. È ragionevole ritenere che la caduta del prodotto interno lordo durerà almeno un paio di mesi, a prescindere dagli interventi messi in campo.
  Un contenimento efficace ci avvicinerà alla terza fase: il graduale ritorno alla normalità nella vita degli italiani e nell'attività economica. La diffusione dell'epidemia a livello internazionale potrebbe, però, impattare temporaneamente le nostre esportazioni Pag. 7 di beni e servizi, compresi gli afflussi di turisti stranieri in Italia. Di conseguenza, mentre sarebbe logico attendersi un profilo a «V» per il prodotto interno lordo italiano con una forte caduta nei mesi di marzo e aprile e poi un rimbalzo nei mesi successivi, il rischio di un superamento dell'epidemia in Italia più graduale e di un più marcato impatto sui nostri partner commerciali esiste e va considerato. In tale scenario, la caduta dell'attività economica di questi giorni non sarebbe totalmente recuperata nei mesi immediatamente successivi e ad essa seguirebbe una rilevante contrazione del prodotto interno lordo in media d'anno.
  Come vedete, esistono quindi vari scenari ed è prematuro e inopportuno che io indichi oggi uno specifico dato previsionale. Vorrei che fosse chiaro, tuttavia, che non teniamo la testa nella sabbia. Stiamo tenendo in considerazione tutti gli scenari e, in occasione della redazione del Documento di economia e finanza, formuleremo un nuovo quadro macroeconomico equilibrato e fondato sull'aspettativa di efficacia della strategia di contenimento dell'epidemia adottata dal Governo, con la collaborazione dei cittadini italiani e grazie all'apporto dei dipendenti del Servizio sanitario nazionale, delle Forze dell'ordine e della Protezione civile e alla partecipazione di tutto il Paese.
  Stiamo affrontando una sfida che fino a poco tempo fa non vedevamo all'orizzonte. L'impegno che tutto il Paese sta profondendo è notevole e non ha precedenti nella storia repubblicana. L'Esecutivo, in costante dialogo con tutte le forze politiche, i livelli di governo, le istituzioni europee, le parti sociali e gli esperti di settore, sta agendo con tempestività e risoluzione, studiando e implementando soluzioni spesso inedite. Il Paese, malgrado l'impatto dell'emergenza sanitaria e delle necessarie misure restrittive poste in essere sia a livello internazionale che nazionale per sconfiggere l'epidemia, è solido ed è proprio nei momenti più difficili che gli italiani sanno mostrare le proprie virtù e le proprie straordinarie risorse. La finanza pubblica italiana è sostenibile, come dimostra il miglior risultato registrato a consuntivo 2019. Secondo i dati diffusi dall'ISTAT, l'indebitamento netto dell'anno appena trascorso, si collocherebbe all'1,6 per cento del prodotto interno lordo, il valore più basso degli ultimi dodici anni, inferiore di oltre mezzo punto percentuale sia al dato del 2018, sia alle previsioni elaborate a ottobre per il Documento programmatico di bilancio (DPB). Al risultato ha contribuito principalmente l'andamento molto positivo delle entrate tributarie, che hanno segnato un incremento di quasi 12 miliardi di euro rispetto all'anno precedente e di oltre 10 miliardi di euro rispetto alle stime del DPB. Questo eccezionale risultato, verificatosi raramente nella storia recente, è stato possibile anche grazie a un atteggiamento rigoroso e credibile del Governo, che sin dal suo insediamento ha avuto come obiettivo prioritario l'incentivazione dell'adempimento spontaneo agli obblighi tributari, assicurando il necessario presidio alla piena attuazione di misure quali la fatturazione elettronica, lo split payment e i nuovi indicatori sintetici di affidabilità. A questo risultato ha concorso anche l'efficace controllo della spesa delle pubbliche amministrazioni. Dal lato della spesa voglio, inoltre, sottolineare il risultato positivo di quella per investimenti, che, anche per effetto degli interventi di sblocco adottati nei primi mesi di azione del Governo, è tornata a crescere dopo quattro anni, segnando un aumento di quasi 3 miliardi di euro rispetto al 2018.
  L'aumento temporaneo del disavanzo, per il quale il Governo chiede l'autorizzazione al Parlamento, è frutto della situazione straordinaria che stiamo vivendo, ma non mette, dunque, a repentaglio la sostenibilità di lungo termine delle nostre finanze pubbliche. Quando questa fase sarà dietro di noi, riprenderà il percorso di aggiustamento e anche quello di crescita. Come Ministro sento molto forte la responsabilità dei compiti che sono chiamato ad assolvere e posso assicurare, da parte mia e del Governo, il massimo impegno per individuare le soluzioni che consentano al Paese di gestire e superare la fase molto complicata che stiamo vivendo.

Pag. 8

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro e do la parola ai deputati e ai senatori che intendono intervenire.

  PIETRO CARLO PADOAN. Grazie, signor Ministro, per questa esposizione molto chiara e ricca, che mostra, tra l'altro, che, giustamente, il problema viene visto complessivamente, pur essendo caratterizzato da vari effetti specifici. Nei minuti che ho a disposizione volevo sottolineare alcuni punti che lei ha già toccato per chiedere ulteriori chiarimenti, se possibile.
  Innanzitutto, le quattro linee d'azione che lei ha descritto comportano evidentemente sia una valutazione delle cause della crisi sia una domanda molto semplice, ovvero: cosa serve? Soltanto una volta che noi abbiamo capito cosa serve nei vari settori di intervento, possiamo arrivare a decidere quanto serve e quanto costa quello che serve. Lo dico perché in questi giorni si è assistito a un balletto del «più uno», cioè che bisognasse aumentare le cifre che circolavano semplicemente perché più è meglio. Io penso che sia un problema di qualità oltre che di quantità. Questa mia valutazione deriva anche da quanto da lei sollevato riguardo all'analisi della crisi che stiamo vivendo. Un'analisi che ha sottolineato una caduta sia dal lato dell'offerta sia dal lato della domanda e che, giustamente lei ha richiamato, potrebbe essere risolta o da una crisi a «V», cioè da una caduta violenta seguita da una altrettanto rapida risalita, oppure dal rischio che permangano fattori di debolezza che possono prolungarsi nel tempo. Questo secondo scenario va fortemente evitato, quindi, da questo punto di vista, è importante che le misure che il Governo si appresta a mettere in campo riguardino la gestione dell'emergenza e i problemi di liquidità e di domanda, ma anche i problemi di più medio termine, ovvero evitare che il lato dell'offerta, le imprese e i lavoratori, siano colpiti in modo eccessivo. È, quindi, importante, per esempio, il richiamo alla necessità di sbloccare rapidamente gli investimenti pubblici che già sono pronti a partire, come da tempo si dice. Quindi, apprezzo molto il quadro che lei ci ha descritto.
  In conclusione, aggiungo due osservazioni. La prima riguarda l'Europa. Mi fa piacere sentire dalle sue parole che l'Europa si appresta a interventi coordinati, forse un po’ tardivi, forse perché in qualche Paese – mi si consenta dirlo – si riteneva di essere immuni a un male solo italiano. Purtroppo, il male è europeo, se non globale, quindi necessita di risposte europee. Da questo punto di vista, le chiedo se lei ritiene che sarebbe opportuno introdurre, oltre che strumenti di intervento tradizionali, anche strumenti di intervento nuovi a livello europeo, come da più parti si richiede. Vista la gravità della crisi, forse è il caso di essere un po’ più ambiziosi da questo punto di vista.
  L'ultima osservazione riguarda lo scenario positivo che lei ci proponeva, cioè che dopo una fase di aggiustamento, per quanto molto rigida, si tornerà ad una situazione di crescita meno legata all'emergenza. Me lo auguro con tutto il cuore e lo ripeto: questo richiede di mettere mano a strumenti come l'avvio degli investimenti pubblici che garantiscano un ponte tra la domanda di breve termine e l'offerta di medio termine e che, soprattutto, rassicurino il mercato, perché, ovviamente il mercato sta reagendo all'ipotesi di aumento dello scostamento, che è del tutto giustificato. Occorre fare in modo che lo scostamento sia giustificato semplicemente per il fatto che non possiamo permetterci di perdere i benefici in termini di minori interessi che nei mesi passati avevamo registrato.

  ALBERTO BAGNAI. Signor Ministro, la ringrazio per la sua ampia relazione. Sappiamo tutti che stiamo vivendo un momento di particolare urgenza, in cui c'è bisogno che vi sia una concordia di tutte le forze politiche e registriamo quindi con particolare favore il fatto che nella sua esposizione lei ci abbia sostanzialmente detto che il Governo intende avvicinarsi a quelle che erano le richieste dell'opposizione, che poi erano le richieste delle principali categorie produttive. Anche se rimane ancora probabilmente un po’ di strada da fare, sono d'accordo con lei sul fatto che quanta strada resta da fare non sia in questo momento esattamente quantificabile. Pag. 9
  Intanto però abbiamo capito che la teoria fiscale dello spread, quella secondo cui lo spread era legato al deficit o, se vogliamo, alla spesa, si è rivelata fasulla, nel senso che il passaggio dai 7 miliardi di euro previsti nella prima relazione ai 20 miliardi previsti in questa è stato accolto favorevolmente dai mercati. Lo spread, in questo momento, è in calo e questo ci dovrebbe probabilmente far riflettere.
  Lei ha parlato di un'Europa che si atteggia positivamente. In effetti l'Europa ha messo anche l'emergenza coronavirus all'ordine del giorno del prossimo Eurogruppo, ma al terzo punto. Al primo punto dell'ordine del giorno c'è il Meccanismo europeo di stabilità – MES e quindi a questo proposito io ho due cose da chiederle: intanto quest'ordine del giorno ci dice che si dovrà ancora raggiungere un accordo politico, perché si parla esplicitamente di political endorsement. Quindi forse questo accordo politico finora non c'era, come ci era stato detto da alcuni e in particolare, mi sembra di ricordare, anche da lei a dicembre. Vorremmo capire se l'accordo politico, c'è o non c'è. Ci piacerebbe anche sapere se verrà a spiegarcelo in audizione, come da mia specifica richiesta, perché, vede, dal tema del MES dipendono tante cose, tra cui anche la stabilità finanziaria del nostro Paese e le risorse disponibili per intervenire in termini finanziari su questa crisi.
  Un terzo punto secondo me riguarda i rapporti con l'Europa e in generale la gestione di questa crisi nel quadro delle regole – è vero che in questo momento ci sono segni di apertura da parte di alcune Istituzioni europee. Io vorrei ricordare che la Francia, quando ci fu la crisi precedente, si comportò in un modo molto razionale, cioè partì con un deficit molto alto e poi lo ridusse gradatamente con un piano di rientro, mezzo punto circa l'anno in media. Qui invece quello che abbiamo fatto finora è stato stanziare poco e crescere sempre di più, creando un po’ di incertezza negli imprenditori e nei mercati. Secondo me sarebbe il caso di mettersi tutti d'accordo – lo dico senza polemica – e fare un intervento veramente molto deciso che ci permetta, cogliendo la tragica occasione di questa crisi, di colmare quel corridoio fra il PIL effettivo e il tendenziale storico che si è aperto con una gestione non accorta e non sufficientemente ambiziosa delle politiche anticicliche in occasione della crisi precedente.

  MICHELE GUBITOSA. Grazie, Ministro, per il lavoro svolto. Ho ascoltato la parte della sua relazione relativa alle nostre aziende e alle modalità con le quali possiamo aiutarle e stargli vicino e apprezzo la possibilità di posticipare gli adempimenti fiscali e altre scadenze, come le rate dei mutui e ascolto con piacere del parziale ristoro. Però vorrei capire qualcosa in più e soprattutto come lavorarci sopra, perché, Ministro, la realtà è che in questo momento, per la prima volta a mio avviso nella storia degli ultimi anni, tantissime nostre aziende non avranno la possibilità di ripartire a settembre, a ottobre o a novembre o rinviare di un anno il pagamento del mutuo, perché magari il mutuo tra un anno non potranno pagarlo più, in quanto ci sono delle attività che non hanno subito riduzioni del 10, 15 o 20 per cento, ma sono piombate a zero. Ci sono agenzie di viaggi che hanno il lavoro annullato da qui a ottobre, albergatori che hanno stanze vuote da qui a novembre.
  Quindi la realtà qual è? È che l'intervento questa volta deve essere diretto, il che significa andare lì e aiutarli ad andare avanti, perché se perdono il battito cardiaco, il mutuo non lo pagheranno più, anche se glielo spostiamo. Perché? Perché continueranno a pagare i dipendenti. Magari non tutti possono usare la cassa integrazione, ma anche se quelli che godono della cassa integrazione, hanno altre spese come fitti, eccetera.
  Pertanto io vorrei capire come si attua il parziale ristoro per le nostre aziende, le partite IVA, i piccoli commercianti e gli artigiani, che sono a fatturato zero e che in questo momento non riescono a lavorare. Perché l'intervento non può essere di rilancio o di stimolo tra qualche mese o qualche anno, deve andare a impattare immediatamente sulle casse delle aziende, anche perché – concludo – andando solo a Pag. 10posticipare eventuali adempimenti, noi mettiamo le aziende in condizioni di avere poi nei loro bilanci un buco che magari non riusciranno più a colmare in futuro.
  Noi siamo in presenza di tante aziende sane, tanti imprenditori sani e piccoli commercianti, partite IVA, anche medie aziende, che stavano andando bene e sono state vittime di una causa di forza maggiore. Come noi aiutiamo le zone che subiscono calamità naturali, allo stesso modo in questo momento dobbiamo considerare le aziende come vittime di una calamità naturale e andare lì a salvarle, perché, signor Ministro, le aziende sono piombate a fatturato zero. Ci sono aziende che da qui a tre mesi, se non facciamo qualcosa, chiudono, abbassano le serrande, quindi il fatto che posticipiamo i pagamenti va bene – io l'apprezzo molto – ma l'intervento deve essere diretto, diretto a salvare le aziende in difficoltà.

  ANDREA DE BERTOLDI. Signor Ministro, a nome del gruppo Fratelli d'Italia non possiamo ovviamente che esprimere la massima collaborazione in un momento così difficile per il nostro Paese. Apprendiamo quindi con piacere che sia stata accolta anche la nostra richiesta che formulavamo da giorni. Ritenevamo inadeguati i numeri espressi per questi provvedimenti e quindi ben venga che si parli ora di 25 miliardi di euro. Probabilmente non basteranno neppure questi, però almeno cominciamo a ragionare di cifre che sono più vicine alla realtà.
  Prima di affrontare alcuni punti molto sintetici, voglio però richiamare la sua attenzione su un'interpellanza che ho presentato ieri al Senato, la numero 2-00059, nella quale, a seguito della risposta che mi ha dato in Commissione finanze giovedì scorso sul tema del MES, io sono a chiederle chiarezza – quella chiarezza che sembra il Presidente del Consiglio avere dato ieri alla nostra presidente Giorgia Meloni – sul fatto che in un momento così drammatico per il nostro Paese, in un momento nel quale il nostro Paese è impegnato in cose ben più gravi, non si pensi a far passare, in modo magari subdolo, un trattato che sarebbe capestro per questo Paese. Quindi mi auguro che anche da parte sua ci sia una chiara e netta espressione di risposta all'interpellanza presentata ieri in Senato.
  Detto questo, nel merito dei provvedimenti, io mi auguro che finalmente i provvedimenti che verranno presi siano provvedimenti verso tutti i cittadini italiani, quindi verso tutti i lavoratori: dipendenti, autonomi, partite IVA e professionisti, perché purtroppo tutte le misure finanziarie di questo Governo, dalla legge di bilancio al decreto-legge proroga termini, al decreto-legge volto a ridurre il cuneo fiscale, hanno ignorato le partite IVA e i professionisti. Mi auguro che almeno nell'emergenza anche le partite IVA e i professionisti vedano riconosciuta la propria dignità da parte del Governo e vengano quindi supportati.
  La invito quindi a un'attenzione particolare alla borsa: lo avevo richiesto anche nei giorni scorsi con un apposito comunicato stampa, perché miliardi di euro sono andati persi in questi giorni. I soldi dei nostri risparmiatori, prima di tutto, rischiano di essere persi a vantaggio di qualche straniero che magari viene a fare shopping nelle nostre aziende. È quindi importante che le vendite al ribasso e i movimenti di borsa siano monitorati veramente con grande attenzione e subiscano limitazioni.
  La invito infine a sospendere davvero tutte le scadenze per le impugnazioni degli atti fiscali, perché gli studi dei professionisti non possono lavorare a regime ordinario, quindi tutti gli atti devono essere sospesi, come pure le scadenze immediate, quali la liquidazione IVA, che a oggi non è sospesa, e pertanto lunedì prossimo dovrebbe essere effettuato il relativo versamento. Quindi ci sono scadenze importanti, per le quali le chiedo, signor Ministro, una generalizzata sospensione.
  Per quanto riguarda l'Unione europea, ci auguriamo – e concludo – che da parte di questa istituzione ci sia finalmente una risposta collaborativa e costruttiva. Non ci è piaciuto leggere, ovviamente, che il primo punto all'ordine del giorno dell'Eurogruppo del prossimo lunedì sia la riforma del MES. Auspico, come ho detto prima, una risposta chiara, unitaria di questo Governo a questo Pag. 11punto all'ordine del giorno che non condividiamo. È quasi una provocazione che al primo punto dell'ordine del giorno dell'Eurogruppo in un momento così drammatico per l'Italia e per l'intero continente si possa pensare di trattare la riforma del MES. Vogliamo – ce lo permetta di dire – sentire una voce del Governo che una volta tanto su questo dica all'Europa di pensare ad altro e rinviare ad altro momento questi temi.

  MAURIZIO LUPI. Ringrazio il Ministro. Diciamo subito che mi sembra che si stia andando nella direzione giusta, perché proprio per affrontare un'emergenza straordinaria come questa, ci vuole unità e l'unità nella differenza di ruoli e di responsabilità – Governo, maggioranza e opposizione – la si fa con il metodo di lavoro che stiamo seguendo. Quindi va molto bene da parte nostra la relazione che lei ha fatto. Si è andato nella direzione giusta e si è andato nella direzione giusta non per assumersi un merito, uno o l'altro, ma proprio perché l'emergenza grave che stiamo affrontando la si può affrontare solo con il metodo e con i contenuti che lei oggi ci ha illustrato. L'incontro di ieri tra lei e il Presidente del Consiglio, da una parte, e l'opposizione, dall'altra, è stato secondo noi un momento importante e non è formale – lo dico perché è giusto sottolinearlo non solo all'esterno, ma in questi luoghi – che quel confronto ha dato – poi ci confronteremo, vedremo con quali modalità – questo risultato: questo ci rende tutti più forti. Quindi lo diremo anche oggi in Aula: questo scostamento dell'1,1 per cento va nella direzione giusta. Dovremmo poi lavorare. Spero che si possa proseguire con il metodo che lei e il Presidente del Consiglio, maggioranza e opposizione stiamo seguendo.
  Nel merito: vanno molto bene dal nostro punto di vista le quattro aree che lei oggi ha esposto qui alle Commissioni. Io mi concentrerei anche bene sull'idea che ci sono gli interventi urgentissimi a breve termine e poi quelli strategici, su cui immagino ci confronteremo ulteriormente e anche lì ci saranno le nostre proposte. Sugli interventi a breve termine la domanda è molto semplice e mi piacerebbe già un chiarimento proprio in questo luogo che sono le Commissioni. Lo ha già accennato, proprio perché siamo in un'emergenza straordinaria: il tema della platea, della semplificazione dell'accesso e dell'immediatezza dell'entrata in vigore delle misure, affinché queste possano essere fruite immediatamente dalle nostre imprese, dalle nostre famiglie, credo che sia la questione fondamentale, con criteri molto semplici e con certezza dei tempi in cui la cassa integrazione può essere utilizzata. Quindi da questo punto di vista vorrei che nelle sue risposte a queste Commissioni possa fornire maggiori indicazioni in merito alla direzione verso la quale vi state muovendo: quindi tempi, platea ampia – ovviamente anche dopo i provvedimenti che sono stati presi dal Governo, anche su richiesta dell'opposizione – e fruizione immediata delle risorse.
  Una seconda domanda - e poi ho concluso - sul punto principale, che è quello dell'emergenza sanitaria: l'Italia si sta dimostrando come sempre generosa e in particolare non solo le famiglie, ma le nostre imprese piccole, medie e grandi. Abbiamo letto, per esempio, che Banca Intesa ha donato 100 milioni di euro per l'intervento sull'emergenza sanitaria. Quello che vorremmo sapere è come e dove questo flusso di donazioni – che ovviamente non eliminano l'intervento pubblico – vengono indirizzate e anche qui l'immediatezza e la certezza del poterne usufruire nell'acquisto dei macchinari necessari o in quant'altro: vorremmo sapere se sarà il Commissario a gestirle o sarà un'unità speciale e dove verranno indirizzate. Credo che su questo, per l'ennesima volta, non bisogna deludere la generosità e la forza che il nostro sistema privato ha ancora una volta dimostrato.

  STEFANO FASSINA. Ringrazio il Ministro Gualtieri per la sua introduzione ed esprimo solidarietà. È vero che in questi momenti gli eroi sono al lavoro nel Servizio sanitario nazionale, ma anche il Governo è impegnato ventiquattro ore su ventiquattro. Mi pare che l'esposizione che ha fatto il Ministro sui quattro capitoli di intervento sia assolutamente condivisibile. Ovviamente poi rileverà molto il contenuto specifico di Pag. 12questi provvedimenti, perché è chiaro che stiamo parlando di interventi che necessitano di una specificità e di un'articolazione, perché un conto è la cassa integrazione in deroga per un lavoratore dipendente, un conto è un intervento a integrazione del reddito di una pluralità di forme di lavoro autonomo, di partite IVA, che ritengo debbano avere la medesima attenzione politica rispetto a tutte le altre categorie di lavoratori.
  Mi concentro su tre punti che riguardano il fronte europeo, perché a me pare che sul fronte interno il Governo stia oggettivamente facendo, con senso di responsabilità, consapevolezza e determinazione, quello che è possibile fare, anche raccogliendo utili proposte che vengono dalle forze di opposizione.
  I tre punti che vorrei sollevare sono nell'ordine, il primo: il Meccanismo europeo di stabilità. Ieri i leader dell'opposizione all'uscita da Palazzo Chigi, dopo l'incontro che hanno avuto con lei e con il Presidente del Consiglio, hanno dichiarato – cito tra virgolette – che il testo non verrà firmato e ritengo che intendessero dire che non vi sarà l'endorsement politico previsto all'ordine del giorno dell'Eurogruppo di lunedì prossimo. Quindi vorrei conferma da lei su quanto dichiarato dai leader dell'opposizione in merito al fatto che non vi sarà endorsement politico, qualora il punto dovesse rimanere all'ordine del giorno, perché abbiamo ritenuto la revisione del MES pericolosa in un contesto «ordinario», e questa avrebbe effetti ovviamente devastanti se fosse considerata e dovesse entrare in termini operativi nella fase in corso.
  Il secondo punto: la questione che abbiamo di fronte non è tanto l'impatto che le misure che lei oggi ha ricordato – i 20 miliardi in termini di indebitamento netto per il 2020 – avranno sul deficit, sul rapporto tra deficit e PIL e sul debito. Il punto è un altro: è l'impatto della contrazione del denominatore di quel rapporto, e cioè del PIL, sia sul deficit che sul debito. Su questo, ovviamente, vi sono enormi preoccupazioni. È evidente che non vi sono canali ordinari sufficienti per poter compensare, arginare, tenere sotto controllo il livello e la dinamica del debito nel contesto di una recessione profonda. Allora la domanda che le faccio è se non ritenga necessario promuovere in sede europea – nell'Eurogruppo, nell'ECOFIN e in Consiglio europeo – una valutazione di strumenti temporanei che consentano alla Banca centrale europea di intervenire direttamente a favore degli Stati, recuperando quella che è la funzione ordinaria delle banche centrali, di cui è carente soltanto la Banca centrale europea, cioè la possibilità di monetizzare una parte del debito. In particolare, mi riferisco alla parte acquistata dalla Banca d'Italia durante la fase del quantitative easing, perché ritengo che senza un intervento consistente e diretto della Banca centrale europea, nei termini che ho appena indicato, diventerà molto complicata, molto rischiosa la sostenibilità del nostro debito.
  Infine – e chiudo – il terzo punto: lei ha fatto riferimento a incentivi per il capitale bancario. A me pare – vedremo poi gli incentivi quali saranno esattamente – che le banche, dopo un periodo di grande sofferenza, siano in condizioni decisamente provate e a me pare che la prima misura che sarebbe utile promuovere – anche qui a livello europeo – sia una sospensione delle regole contabili recentemente inserite nella normativa dell'Unione bancaria e il conseguente calendar provisioning, perché gli accantonamenti richiesti diventano insostenibili, data la recessione profonda in corso e l'impegno richiesto alle banche in termini di sospensione di mutui, di pagamenti e quant'altro. A me pare che su questo fronte si giochi la partita per scongiurare lo scenario peggiore, che lei giustamente metteva come primo obiettivo.

  LUIGI MARATTIN. Buongiorno, signor Ministro. Grazie a lei per il suo servizio e per il suo lavoro. Grazie a tutti i colleghi, anche di opposizione, che sono intervenuti con senso di responsabilità, parlando delle cose concrete, o perlomeno a coloro che lo hanno fatto.
  Tre cose veloci, anzi tre punti specifici e una domanda, in relazione alle attività che lei sta tenendo, anche di concerto con i suoi colleghi europei. I tre punti specifici sono Pag. 13relativi a tre questioni che la mia forza politica ha posto con particolare determinazione e su cui a questo punto ci aspettiamo qualche risposta concreta: una relativa a certe indiscrezioni di stampa stamattina, che hanno un po’ destabilizzato chi sta seguendo questa vicenda, vale a dire il fatto che la moratoria su mutui, prestiti personali, leasing di famiglie e imprese su tutto il territorio nazionale, alla quale state e stiamo lavorando possa essere concessa solo sotto determinati parametri o di reddito o di ISEE. Io spero che l'anticipazione giornalistica non sia vera e che la moratoria su mutui e prestiti a famiglie e imprese su tutto il territorio nazionale, ovviamente su base volontaria, cioè a chi ritiene di dover aderire o meno, possa essere concessa. Quindi le chiedevo da questo punto di vista una parola di chiarezza, soprattutto a fronte delle anticipazioni uscite questa mattina.
  Il secondo punto era sulle cosiddette misure per sbloccare gli investimenti, quindi sia dal punto di vista della nomina commissariale sia dal punto di vista dell'alleggerimento temporaneo e provvisorio delle normative contenute nel codice degli appalti e di un'adesione invece alla direttiva comunitaria. Ovviamente questa è più una misura da ripartenza che non da emergenza, ma innanzitutto noi abbiamo bisogno subito di misure di sostegno all'economia – e ci tornerò brevissimamente fra un minuto, quando parlerò d'Europa – poiché abbiamo imparato nel corso degli anni che quando nella pubblica amministrazione cambia qualcosa, paradossalmente anche quando si semplifica, c'è bisogno di tempo prima che venga digerita. Quindi un cambio di normative sugli appalti, un cambio che noi abbiamo chiesto con forza da diversi mesi e che con piacere vediamo che tutte le forze politiche, tutti gli attori sociali ora sostengono, ha bisogno di tempo per essere digerito dalla macchina della pubblica amministrazione, quindi prima lo facciamo, meglio è. Quindi la domanda diretta è se lei ritenga che ci siano le condizioni già nel decreto-legge prossimo per inserire perlomeno una parte sostanziale di questo sblocca investimenti, sblocca cantieri o come lo vogliamo chiamare.
  Terzo punto, signor Ministro, lo sa, ne abbiamo parlato a lungo: non cediamo alla tentazione di agire solo nei confronti di filiere impattate dalla crisi, per il semplice motivo che pare ogni giorno più chiaro che non esistono filiere impattate dalla crisi, esiste una situazione generalizzata di difficoltà economica e in secondo luogo perché ragionare per filiere potrebbe lasciare a piedi quelle figure, penso soprattutto ai liberi professionisti, che per definizione hanno un'attività orizzontale. Non si inquadrano in filiere terziarie o secondarie o sicuramente primarie, ma hanno un'attività di servizio appunto del terziario, che vengono impattati quindi in maniera orizzontale. Essendo le figure tradizionalmente più sprovviste di tutele – sono un po’ i nuovi deboli della nostra società – vorrei che non fossero dimenticati.
  La domanda, Ministro, e chiudo: da europeista convinto non sono stato entusiasta del comunicato di ieri del Consiglio europeo, quello che afferma che l'Europa si tiene pronta e dichiara di dare sympathy – non è traducibile in simpatia – verso l'Italia. Noi, adesso, non abbiamo bisogno solo di sympathy, abbiamo bisogno di qualche risposta concreta. La storia ci ha insegnato che quando accade uno shock di questo tipo prima si interviene e meglio è. È la grande lezione della depressione del 1929 ed è una lezione parzialmente appresa, perlomeno appresa negli Stati Uniti in relazione alla crisi del 2008. Quindi le chiedo brevemente – e chiudo – se nelle sue interlocuzioni di queste ore con i suoi colleghi europei, lei abbia avuto risposta sui quattro temi cruciali che ci servono. Faccio spoiler: non cito il MES, perché vorrei concentrarmi sulle cose che servono veramente all'economia italiana. Primo: c'è una disponibilità alla sospensione temporanea della disciplina sugli aiuti di Stato, sì o no? Secondo: c'è la disponibilità – lo diceva anche il collega Fassina, su qualcosa siamo d'accordo – ad allentare temporaneamente i requisiti di vigilanza prudenziale del meccanismo di sorveglianza unico della European Banking Authority? Perché Pag. 14quella può essere la copertura definitiva ai provvedimenti nazionali sulla concessione di liquidità. Terzo: c'è la disponibilità o meno a un'azione immediata della Banca centrale europea con speciali immissioni di liquidità nel sistema finanziario, ma immediata non fra diversi giorni? E quarto, anche se ovviamente delle quattro, è quella che richiede più tempo: si sta o non si sta lavorando alla creazione, alla definizione, alla predisposizione di uno stimolo fiscale coordinato a livello europeo con risorse sia nazionali sia comunitarie in grado di fornire con la gamba della politica fiscale una risposta pronta, immediata e incisiva a quello che sta avvenendo e quello che sospetto avverrà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane.

  RENATO BRUNETTA. Grazie, Ministro. Anch'io voglio partire da un giudizio positivo del discorso, delle affermazioni del Ministro Gualtieri per quanto riguarda il fronte interno, vale a dire i quattro assi di intervento abbozzati, che andranno ovviamente specificati anche rispetto a certe indiscrezioni – faccio riferimento anch'io alla paventata limitazione, per quanto riguarda la dilazione dei mutui, in relazione ai livelli ISEE: sarebbe una follia. Noi dobbiamo intervenire rispetto a tutto l'universo delle famiglie, delle imprese e quindi, da questo punto di vista, nessuna limitazione per le imprese di tutti i tipi e di tutti i settori e le famiglie. Per cui spero che queste indiscrezioni di stampa siano delle fake news.
  Quello che volevo sottolineare era soprattutto la cassetta degli attrezzi a livello europeo. Stiamo vedendo una risposta europea molto generica, superficiale, molto tardiva e non sostanzialmente in linea con la drammaticità degli eventi. Le faccio solo un esempio che è stato già citato dai colleghi: si sta parlando del nuovo MES – e speriamo che la rassicurazione del Presidente del Consiglio di ieri ai leader dell'opposizione sia confermata – ma io mi chiedo: cosa sta facendo il vecchio MES? Vale a dire il cosiddetto Fondo salva Stati già esistente e dotato, se non sbaglio, di 640 miliardi di euro di munizioni, come bazooka – mi permetto di utilizzare questo termine – che dovrebbe intervenire per la stabilità e la sopravvivenza delle strutture finanziarie dei vari Paesi. Cosa sta facendo? Sta ancora comprando titoli come una qualsiasi banca d'affari, titoli sicuri, per la propria sopravvivenza di rendimenti? Non sarebbe il caso che il MES attualmente in funzione e costituito con i contributi di tutti i Paesi membri intervenisse o desse un segno di vita per intervenire immediatamente, come hanno già evocato i colleghi prima di me? La stessa Banca centrale europea cosa sta facendo? So che domani – mi pare – ci sarà la riunione del consiglio direttivo della Banca centrale europea. Cosa sta mettendo in atto la Banca centrale europea, anche per ridefinire quelli che il collega Marattin ha ricordato come «i requisiti di vigilanza prudenziale» per quanto riguarda il nostro sistema bancario? Utilizzando un termine keynesiano, quello della cassetta degli attrezzi, io mi chiedo se la cassetta degli attrezzi europea sia ancora adeguata per rispondere a un'emergenza di questo tipo.
  Quando lei, giustamente, inevitabilmente, ha affermato che dopo l'emergenza riprenderà la fase di aggiustamento e crescita, già questa frase, che è implicita nelle regole europee e nazionali, è una contraddizione in termini, perché lei sa benissimo, signor Ministro, che dopo l'emergenza sarà necessaria una fase di recovery, una fase di crescita, che dovrà essere esattamente l'opposto della fase di aggiustamento, che sarebbe prociclica, perché dopo l'emergenza noi avremo un buco di investimenti, un buco di PIL, un buco di consumi, un buco di esportazioni, un buco di crescita potenziale spaventoso. In quel momento, altro che fase di aggiustamento! Altro che riprendere il sentiero di convergenza verso il close to balance o altro! Deve cambiare il paradigma, caro Ministro. Lei che è specializzato in lettere classiche conosce bene il valore del concetto di paradigma. Deve cambiare l'approccio, oppure, più banalmente, da economisti, deve cambiare la cassetta degli attrezzi.
  Dal mio punto di vista, da quello del mio partito, del mio gruppo parlamentare, noi la seguiamo senza rivendicare primogenitura Pag. 15 per quanto riguarda la scala dell'intervento. «Whatever it takes», signor Ministro, come disse Draghi il 26 luglio 2012. «Tutto quello che serve», e tutto quello che serve è la risposta migliore in termini di credibilità, anche rispetto ai mercati; non quello che è possibile, non quello che ci è consentito dalle regole attuali, ma tutto quello che serve, come fece Draghi da Londra quel 26 luglio del 2012. Questo dovrà essere l'approccio. Mi pare che il Governo, anche sulla base di riflessioni che si sono sviluppate nel corso degli ultimi giorni, si stia avvicinando a questo tipo di approccio. Io le chiederei – ma so che lei ha la competenza e la forza necessarie – di spiegare questo ai suoi colleghi dell'Eurogruppo e di ECOFIN, ai suoi colleghi europei, perché non mi pare che loro siano sintonizzati su quest'onda, e cioè Whatever it takes. Draghi, allora, riuscì in condizioni difficili a sintonizzare la Banca centrale europea. Non mi pare che l'Unione europea sia ancora sintonizzata su questo. Forse l'Unione europea e i Paesi membri dell'Unione europea hanno bisogno di vedere accelerare la propria crisi interna ancora per una settimana, due settimane, come abbiamo fatto noi? Forse L'Italia potrebbe dare degli insegnamenti in anticipo ai colleghi, agli amici, ai partner europei.

  PAOLO TRANCASSINI. Signor Ministro, noi ci uniamo al coro della disponibilità e la ringraziamo anche, in verità, per aver accolto gran parte delle proposte avanzate dal gruppo di Fratelli d'Italia. Ci aspettiamo però che sulla nomina di un Commissario con poteri speciali e su un fermo generalizzato di due settimane in tutto il nostro territorio nazionale ci sia da parte del Governo un ripensamento. Svolgo alcune riflessioni principalmente sul ruolo dell'Europa, sull'assenza di trasparenza nelle informazioni e di strategie di alcuni Paesi. Si fa fatica a seguire il suo ragionamento sulle prospettive di uscita dalla crisi, se lei – come credo anche noi – non ha notizie di quelle che sono le strategie di Francia e Germania, in assenza peraltro di una strategia unitaria da parte dell'Europa. Io credo che questa sia l'ennesima dimostrazione dell'incapacità dell'Europa di battere un colpo e avere comunque una strategia nei momenti topici, difficili e seri della vita delle nostre Nazioni. Rispetto alle risposte che vengono date per le imprese considerate nel loro complesso, ivi compresi dunque i professionisti, io la invito a riflettere su come queste risposte verranno date, perché, come spesso accade in situazioni di questo tipo, alla paura di morire subentra quasi immediatamente anche la paura del domani. In questo momento noi abbiamo migliaia di cittadini che sono chiusi in casa e che hanno paura di quello che può accadere a loro e ai loro cari da un punto di vista sanitario, ma che soprattutto si interrogano su quello che sarà il futuro personale delle proprie aziende, aziende magari che hanno una storia e che sono improvvisamente implose, perché il problema non è costituito dal domani, ma dall'oggi. Signor Ministro, la risposta deve essere allora tempestiva. Voi dovete avere la capacità di dare risposte immediate e di dare già oggi un segnale al Paese. Se questo non si verificherà, io credo che il rischio di arrivare troppo tardi sia molto elevato. Tutto questo è possibile attraverso un aumento, come avete fatto, delle misure e degli interventi, incrementando le risorse disponibili fino a 25 miliardi di euro, ma soprattutto attraverso un processo di semplificazione. L'appello che quindi le rivolgo a nome di tutte le aziende è il seguente: non mettete le piccole e le medie aziende nella condizione di dover riempire decine e decine di carte e di affollare gli uffici per poter accedere agli aiuti che avete in mente e che, in parte, vi abbiamo anche noi proposto. Occorrono semplicità ed immediatezza; occorre, per fare un esempio, «aprire le terapie intensive» anche per le nostre aziende.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN. Ringrazio il signor Ministro per la sua relazione, che ha dato conto anche della integrazione alla Relazione trasmessa al Parlamento ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, che sarà posta in votazione nella giornata di questo pomeriggio, nonché per aver accolto gran parte delle proposte che provenivano dalla nostra forza politica, come ha già avuto modo di osservare l'onorevole Brunetta. Ringrazio naturalmente Pag. 16 il Ministro anche per il coinvolgimento che ha dimostrato nel discutere una questione di emergenza nazionale come quella che stiamo vivendo. Per tali ragioni, noi riteniamo apprezzabile e voteremo a favore nel pomeriggio di oggi sulla proposta di innalzare a 20 miliardi di euro lo spazio di indebitamento e, complessivamente, a 25 miliardi di euro, come lei ha illustrato, l'impatto della manovra; ma segnaliamo altrettanto che l'emergenza è tale per cui nessuno di noi è ancora in grado di capire quali sono attualmente le conseguenze sul fronte sanitario e quali saranno le conseguenze future sotto l'aspetto economico e sociale. In considerazione di ciò, le ribadisco l'invito, che del resto da più parti è pervenuto, anche nel corso della presente audizione, di poter disporre di meccanismi chiari, semplici ed automatici su tutto il territorio nazionale, senza l'eccesso di frammentazioni e differenziazioni settoriali. Ho apprezzato l'enunciazione che lei ha fatto delle quattro misure d'azione. Su un aspetto però, che in parte è stato già citato, vorrei richiamare l'attenzione. La situazione sta infatti dimostrando la difficoltà che i meccanismi europei, a partire da Maastricht, hanno creato, ingabbiando le azioni dei Paesi membri, non solo dell'Italia. Certamente rispetto all'Italia vi è una preoccupazione maggiore, dovuta al nostro elevato debito pubblico. Quando parliamo di maggiore indebitamento ciò significa automaticamente restituzione e di conseguenza, stante il livello del nostro spread, il verificarsi di oneri superiori. Da qui discende la necessità di analizzare nuove forme di intervento a livello europeo. Non è mia intenzione attardarmi su questioni di denominazione, che si tratti di «eurobond» ovvero di «garanzie di bond nazionali». Vi è tuttavia la necessità di prendere in considerazione anche meccanismi diversi rispetto a quelli finora attuati, naturalmente ridiscutendo, in questo caso, sia i Trattati che, probabilmente, le regole della Banca centrale europea. Non voglio arrivare alla proposta di Helicopter money ipotizzata nel 1969 da Milton Friedman, immaginando un elicottero che semina le banconote per l'Europa. Ma forse un modello simile riferito agli Stati membri – considerato che comunque il quantitative easing non ha raggiunto l'obiettivo di portare l'inflazione in ambito europeo al 2 per cento, rispetto alla quale occorrerà anzi tener conto anche degli effetti determinati dalla emergenza epidemiologica da Coronavirus – può essere proposto da un Paese grande e fondatore come il nostro.

  DANIELE MANCA. Ringrazio anzitutto il Ministro. Anch'io voglio esprimerle gratitudine e condivisione rispetto alle azioni che ha indicato, perché credo sia molto importante sottolinearlo, soprattutto di fronte a una fase inedita e nuova per il nostro Paese, per le misure che si intendono adottare e per le difficoltà che chiaramente dobbiamo tutti insieme attraversare. Condividiamo molto l'impostazione rispetto ai quattro assi che lei ha indicato. Per quello che ci riguarda, sono identitari e figli dei valori di riferimento di questo Paese, perché non crediamo che si possa pensare allo sviluppo economico senza prima, ed insieme a questo, garantire il diritto più importante e più prezioso, quello alla salute. Le due azioni, di fatto, tendono a tenere insieme la necessità di garantire una risposta immediata sul versante sanitario con quella di apprestare le misure necessarie a salvaguardare l'occupazione e le imprese, e sono i quattro assi che lei ovviamente ha indicato. La prima domanda che le voglio fare è molto semplice: il Governo ha valutato attentamente, nella curva che si verrà a determinare, la sostenibilità del sistema sanitario di fronte a questo passaggio? Le risorse indicate nel primo asse sono sufficienti? Consentiranno cioè di attraversare questa fase, cioè di garantire il diritto alla salute, per evitare che di fronte all'emergenza un medico debba poter decidere il destino individuale di ciascuno? Questo è molto importante, perché attraversare questa fase con la garanzia del diritto alla salute significa anche aprire la strada affinché sia assicurato a tutti noi uno sviluppo economico, nonché la salvaguardia del lavoro e della crescita. La seconda domanda, invece, è molto pertinente ai temi europei, perché io credo che ci sia bisogno, soprattutto in una fase come questa, Pag. 17 di evidenziare un volto, un tratto inedito, anche dell'Europa. Dunque, mi chiedo se alla prossima riunione dell'Ecofin saranno all'ordine del giorno anche iniziative, valutazioni europee rispetto ad una questione che noi riteniamo cruciale, ossia quella di come intervenire, in modo particolare, sulle partite IVA e sul lavoro, che sono ai margini degli ammortizzatori sociali. Tutto questo avrebbe bisogno, a nostro avviso, anche di un'armonizzazione, di misure cioè che ci consentano un intervento rapido e immediato, perché le filiere del valore e del capitale, ovviamente, in questa fase sono più indebolite proprio nei confronti delle piccole e medie realtà. Penso al settore turistico o a quello legato ai servizi, che in questo momento hanno di fronte piccole realtà che non subiscono solo una contrazione del reddito, bensì conoscono un vero e proprio blocco delle condizioni economiche di riferimento. Quindi, mi chiedo se anche a livello europeo sia all'ordine del giorno una valutazione sulle modalità con le quali, nell'asse che lei ha indicato, si possa intervenire immediatamente. La seconda, infine, è una raccomandazione, in modo particolare volta ad affrontare il tema di una curva delicata che avremo di fronte alla ripresa economica, anche per un'eventuale sbalzo ulteriore, per un impatto negativo che si determinerà sul nostro export a causa delle condizioni in cui potranno venire a trovarsi gli altri Paesi europei. Io penso che sia necessario ed urgente intervenire immediatamente sullo sblocco degli investimenti, perché porre la pubblica amministrazione nelle condizioni di sbloccare immediatamente gli investimenti costituisce un presupposto essenziale per cercare di costruire le condizioni atte a fronteggiare l'eventuale fase negativa dell'export dovuta ad un prolungamento negli altri Paesi dello stato di emergenza sanitaria connessa al coronavirus. In tale contesto, ribadisco pertanto l'importanza di sbloccare gli investimenti. Volevo quindi sapere dal Ministro Gualtieri se già con il primo decreto-legge preannunziato dal Governo si comincerà ad affrontare immediatamente il tema del rilancio degli investimenti.

  DANIELE PESCO, presidente della 5a Commissione del Senato della Repubblica. Ringrazio il signor Ministro per l'esposizione che ci ha fatto e, soprattutto, per averci indicato gli strumenti che verranno messi in campo. Volevo chiederle se, nel caso in cui non dovesse arrivare lo strumento europeo di cui parlava l'onorevole Padoan, non potrebbe essere utile un'emissione di titoli destinati ai nostri cittadini italiani – quelli che possono, logicamente – esentasse, ossia senza l'imposta di bollo sul deposito titoli, e magari, perché no, pensare a un pagamento di interessi attraverso un credito di imposta. La lancio come idea. So che può sembrare un po’ assurda, però penso possa essere messa in campo. Ricollegandomi a quanto ha già detto il collega Gubitosa sulle imprese, avete pensato a come sostenerle dal punto di vista degli affitti? Molte si troveranno infatti, tra le prime difficoltà, quella di dover pagare l'affitto per i beni strumentali. Potrebbe essere messo in campo qualche strumento per aiutare le imprese a pagare ovvero le proprietà a essere indennizzate. Nel caso in cui le proprietà non dovessero ricevere i pagamenti, perché non pensare, quantomeno, a permettergli di poter detrarre dal reddito i mancati introiti, visto che attualmente non è così? Ricollegandomi invece a quello che diceva l'onorevole Fassina, rimarco il fatto che bisogna rivedere le regole bancarie quantomeno in questo periodo, e quindi a mio avviso potrebbe essere utile una moratoria se non altro sulla nuova definizione di «default bancario», che obbliga le banche a segnalare le imprese che sforano solo dell'un per cento i prestiti assegnati e che metterebbe in questo momento in seria difficoltà moltissime imprese.

  PRESIDENTE. Cedo ora la parola al Ministro Gualtieri per la replica.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, innanzitutto, per il largo sostegno e per la condivisione degli obiettivi che abbiamo proposto al Parlamento in termini di ridefinizione del quadro finanziario e, quindi, di Pag. 18scostamento dagli obiettivi di finanza pubblica. Il Governo ha sempre utilizzato il metodo dell'ascolto e della valutazione degli interventi in rapporto alle esigenze e ai princìpi, come ha ricordato l'onorevole Padoan. Il nostro approccio è di individuare innanzitutto cosa serve e poi, in relazione a questo, di garantire le risorse adeguate. I princìpi sono molto chiari e positivamente condivisi da tutti: il diritto alla salute, innanzitutto, e quindi a cure adeguate; il diritto al lavoro; il diritto a garantire le necessarie risorse e la liquidità per evitare che la crisi produca un impatto negativo sulle famiglie e sulle imprese; infine, la necessità di stanziare le risorse necessarie per gli investimenti volti a sostenere la domanda sia in questo momento sia nella fase di superamento della crisi, nonché di intervenire sul versante dell'offerta sotto i vari ambiti, anche a partire dalle catene del valore. Questo è stato il nostro principio: obiettivi e risorse. Da questo punto di vista, anche gli interventi che sono stati fatti e il contributo che abbiamo ricevuto da tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, dalle forze sociali e dalle autonomie territoriali hanno concorso a definire il perimetro, la natura e l'orientamento degli interventi che stiamo predisponendo, a cui peraltro vanno aggiunte le risorse addizionali che la Cassa depositi e prestiti Spa ha destinato a questa emergenza, nell'ordine dei 7 miliardi di euro, cui ho in precedenza accennato, finalizzati a sostenere il credito all'economia e il supporto alle esportazioni. Il perimetro degli interventi e la dimensione dello scostamento sono stati il risultato di questo processo di analisi degli obiettivi e di ascolto, tenendo naturalmente conto anche di tutti i contributi pervenuti dalle forze politiche e sociali e dalle autonomie territoriali. Questo, naturalmente, è un metodo che dovrà proseguire sia nelle prossime ore, all'atto della precisazione e definizione delle misure concrete contenute nel primo decreto-legge, sia più in generale nel prossimo futuro. È un metodo di unità del Paese per far fronte ad una crisi straordinaria, sia pure nella distinzione dei rispettivi ruoli e responsabilità. Da questo punto di vista, sono lieto che sia forte, e in un modo sempre più condiviso, la consapevolezza dell'importanza del ruolo e degli strumenti che si possono dispiegare a livello europeo. È in momenti come questi, infatti, che si acquisisce la piena consapevolezza dell'importanza dell'unità dell'Europa, e quindi sono contento che, anche da questo punto di vista, siano provenute molte suggestioni e riflessioni. Vorrei a questo proposito riprendere le conclusioni del Presidente del Consiglio europeo di ieri, che credo segnino un punto molto positivo. Ne cito, più o meno letteralmente, il testo. Abbiamo enfatizzato il bisogno di lavorare insieme, di adottare ogni misura necessaria e di agire rapidamente. Sono state inoltre individuate quattro aree di priorità e di azione comune: limitare la diffusione del virus; garantire gli equipaggiamenti medici necessari; promuovere – aspetto questo molto importante – la ricerca; affrontare le conseguenze socioeconomiche. È stato altresì affermato che l'Unione è pronta a fare uso di tutti gli strumenti necessari e, in particolare, ad affrontare ogni impatto in termini di liquidità e sostegno delle piccole e medie imprese, dei settori colpiti e dei lavoratori. Inoltre, sarà necessaria un'applicazione flessibile delle regole europee, in particolare per quanto riguarda gli aiuti di Stato e il Patto di stabilità e crescita. Queste non sono solo le mie opinioni, ma anche le affermazioni del Presidente del Consiglio europeo a seguito della videoconferenza di ieri, e io ritengo che segnino un passaggio molto positivo e significativo. Naturalmente, adesso noi saremo attenti e partecipi alla definizione dei passi successivi. La Banca centrale europea si riunisce domani e attendiamo con fiducia le sue decisioni, che siamo certi saranno adeguate e all'altezza della sfida che stiamo affrontando. A seguire, l'Eurogruppo, l'Ecofin e la Commissione europea, con i quali il Governo italiano è in strettissimo contatto, definiranno in concreto il quadro, il perimetro e le scansioni di questo livello di coordinamento e di intervento comune a livello europeo, nel quale intendiamo inserire anche le nostre misure. Per evidenti ragioni, abbiamo fin da subito detto ai nostri partner europei che avevamo la particolare Pag. 19 necessità di varare immediatamente un provvedimento d'urgenza con risorse aggiuntive. Come sapete, ne abbiamo peraltro già varati due, poiché dovevamo garantire immediatamente il sostegno al lavoro e alla liquidità. Per quanto riguarda gli interventi successivi, intendiamo collocarli nel quadro di questa auspicabile risposta comune europea, che, a mio giudizio, deve non solo conseguire gli obiettivi che ho appena richiamato, che coincidono del resto con le priorità e gli assi del nostro intervento, ma anche sostenere in modo adeguato la ripresa dell'economia europea una volta che, auspicabilmente, l'emergenza sarà stata superata. Da questo punto di vista, indipendentemente dalla vicenda dell'emergenza sanitaria connessa al Coronavirus, io ho sempre condiviso la posizione di quanti sostengono che sia necessario affiancare alla politica monetaria accomodante un adeguato stimolo fiscale comune da parte europea. Naturalmente, il dibattito sulla «cassetta degli attrezzi» sarebbe molto interessante. Anche indipendentemente da riforme più ambiziose di natura istituzionale che – io personalmente ed il Governo – sosteniamo e sulle quali avremo la nostra regolare interlocuzione a livello europeo, ritengo che già gli strumenti attuali possano consentire di mettere in campo strumenti innovativi e adeguati ad affrontare l'emergenza. Da questo punto di vista, quindi, saremo contemporaneamente fiduciosi, ambiziosi ed esigenti. Noto particolare interesse e attenzione da parte dei colleghi deputati e senatori rispetto alla questione del Meccanismo europeo di stabilità (MES). Registro che da parte di alcuni si sollecita addirittura un suo rafforzamento e utilizzo. Il MES fa parte esattamente della «cassetta degli attrezzi» di cui dispone l'Unione europea per affrontare le crisi. Per quanto riguarda la nota vicenda della sua riforma, come è risaputo, essa figurava nell'agenda dell'Eurogruppo di marzo già da tempo. Non è stata inserita a sorpresa dopo l'emergenza Coronavirus, ma era una decisione che noi stessi avevamo sollecitato quando avevamo chiesto il rinvio e il tempo adeguato per proseguire questo negoziato, che peraltro era indirizzato a un esito positivo e a una conclusione positiva anche di una serie di punti che noi avevamo posto da tempo. È del tutto evidente che adesso non è possibile quel coinvolgimento parlamentare che la risoluzione del Parlamento chiedeva al Governo per una finalizzazione della riforma, non sussistendo allo stato attuale le condizioni di quel passaggio parlamentare. Nelle condizioni particolari in cui sta operando, il Parlamento deve infatti concentrarsi, ovviamente, innanzitutto sui provvedimenti per affrontare l'emergenza Coronavirus. È dunque verosimile immaginare che lunedì la priorità sarà costituita dalla discussione dell'emergenza Coronavirus; pertanto è altresì ragionevole immaginare che non sarà possibile la conclusione e la finalizzazione di questo negoziato, che pure, come ho appena detto, a mio giudizio era ed è destinato a un esito positivo di rafforzamento e di sostegno di uno strumento, ancorché imperfetto. Ho detto da tempo che la riforma del MES, a mio giudizio, non rappresentava alcun pericolo per la stabilità dell'Italia, ma semmai non aveva un livello sufficiente di ambizione. È una riforma che comunque non definisce, dal mio punto di vista, alcun elemento critico e problematico. Naturalmente, adesso la priorità di tutti è concentrarsi su questa emergenza, ma sarei anche lieto che si evitasse un utilizzo strumentale di questa vicenda, visto che abbiamo instaurato un positivo clima di unità del Paese. Suggerirei a tutti di evitare atteggiamenti di inutile strumentalità rispetto a punti che non devono, in questo momento, far venire meno la positiva unità di tutto il Paese e di tutte le forze politiche per affrontare questa emergenza. Venendo al merito di una serie di domande e premesso che stiamo lavorando alla finalizzazione del decreto-legge, come abbiamo annunciato anche nell'incontro di ieri con le forze di opposizione, nonché nell'ambito degli incontri molto importanti svolti con le parti sociali, con le autonomie territoriali e con i partiti di maggioranza, proseguiremo il dialogo e l'ascolto a livello anche tecnico, tanto più che vedo una condivisione molto larga dell'impostazione che ho delineato. Non entro adesso in tutti i Pag. 20dettagli, ma vorrei limitarmi ad invitare a non dare troppo peso alle indiscrezioni di stampa. Alcuni dei punti e delle criticità che sono stati paventati non faranno parte dei provvedimenti, che avranno invece una portata di carattere generale. Naturalmente, è molto avvertita da parte del Governo la necessità di tutelare anche i lavoratori, i professionisti e le partite IVA, che non possono far ricorso agli strumenti tradizionali di sostegno al reddito e agli ammortizzatori sociali. Questo elemento ci è pienamente chiaro. Naturalmente, vorrei anche qui rivolgere un invito al rigore, alla serietà e alla comune assunzione di responsabilità da parte di tutti. Proprio perché noi dobbiamo garantire pieno sostegno a tutti i settori economici e a tutte le famiglie colpite dalla crisi, dobbiamo essere estremamente rigorosi nella definizione dei beneficiari e della platea dei nostri interventi, proprio per consentire e tutti coloro che hanno bisogno dei nostri interventi di poterne usufruire. Faccio anche un appello alle forze politiche e al Parlamento ad essere, da un lato, giustamente ambiziosi nella definizione della portata dei nostri interventi e, al tempo stesso, consapevoli che è bene che gli interventi e le misure si concentrino sulle conseguenze economiche del coronavirus. Altre questioni, altri temi, altre controversie, altre esigenze verranno affrontate e discusse a tempo debito nella fisiologia della dinamica parlamentare e procedurale. Adesso è doveroso concentrare le nostre attenzioni e le nostre risorse innanzitutto per garantire il diritto alla salute e, in secondo luogo, per sostenere i cittadini, i lavoratori, le famiglie e le imprese che sono colpiti dagli effetti di questa epidemia e di questa crisi. Per quanto riguarda la questione degli affitti, stiamo anche valutando misure che prendano in considerazione la possibile difficoltà per gli affittuari di pagare il canone mensile nei tempi previsti dal relativo contratto, evitando anche che questa difficoltà abbia poi un impatto negativo sui proprietari che devono magari pagare le imposte su una rata di affitto che non possono riscuotere. Stiamo valutando anche le possibili soluzioni tecniche a questo problema e naturalmente anche su questo e sugli altri aspetti siamo pronti ad ascoltare suggerimenti e proposte da parte del Parlamento. Per quanto riguarda l'ISEE, non è presente nella moratoria, contrariamente a quanto apprendo, giacché non avevo avuto tempo di leggere queste indiscrezioni di stampa. Per quanto riguarda le donazioni, dovrebbero avvenire tramite conto corrente della Protezione civile, in modo che i fondi saranno immediatamente disponibili. È positivo anche il suggerimento dell'onorevole Lupi di incoraggiare e sostenere la generosità degli italiani, delle famiglie e delle imprese, che potranno contribuire a sostenere lo sforzo straordinario che si sta affrontando. Per quanto riguarda le domande dell'onorevole Marattin, sugli investimenti cercheremo il più possibile di accelerare e di integrare già nel primo decreto-legge le misure che possano favorire un'accelerazione degli investimenti medesimi. Come dicevo, dovremo bilanciare la particolare attenzione rivolta alle filiere più penalizzate dalla crisi con la necessità di provvedimenti di carattere generale, che sostengano chi effettivamente è colpito. Faccio un esempio banale: chi è un dipendente pubblico e può pagare benissimo la rata del proprio mutuo è in una situazione diversa da chi invece non dispone di una fonte di reddito e quindi si trova nell'impossibilità di pagare una rata di mutuo. Questi sono aspetti tecnici che affronteremo. Per quanto riguarda la disponibilità a deroghe temporanee sulla disciplina degli aiuti di Stato, ho letto le incoraggianti parole del Presidente del Consiglio europeo. Noi pensiamo che sia opportuna questa temporanea flessibilità, dal punto di vista della disciplina degli aiuti di Stato. Per quanto riguarda il Patto di stabilità e crescita, come è noto, esso già prevede la possibilità di deviazione dagli obiettivi per circostanze eccezionali. Ed è riconosciuto, ovviamente, che noi versiamo esattamente in questa fattispecie. Non entro nel dettaglio dei requisiti di vigilanza prudenziale. L'obiettivo è evidente: non si devono creare situazioni di tensione nella liquidità e di crediti deteriorati. Questo obiettivo può essere raggiunto in vari modi. Non necessariamente la sospensione Pag. 21 delle regole prudenziali è l'unico modo per raggiungere questo obiettivo. Chiaramente, anche qui, quello che conta è l'obiettivo. Quanto agli strumenti, stiamo valutando. Io, personalmente, non penso che sia necessaria questa sospensione, ma è evidente che l'obiettivo debba essere raggiunto. Di qui anche l'importanza degli interventi nazionali ed europei a sostengo della liquidità. Per quanto riguarda l'esigenza di uno stimolo fiscale coordinato a livello europeo, la condivido. Auspico che esso potrà determinarsi e noi siamo pronti a contribuire. La sostenibilità del sistema sanitario è la principale priorità e quindi, anche da questo punto di vista, tutte le risorse necessarie per assicurare il diritto alla cura e alla salute saranno sempre garantite, e sottolineo positivamente che questo è un impegno non solo del Governo italiano, bensì condiviso a livello europeo. Credo di aver risposto a tutte le domande. Per quanto riguarda la possibilità di un intervento sulle cosiddette Deferred tax asset (DTA) e la conversione in crediti di imposta, parliamo, naturalmente, sia delle imprese finanziarie sia delle imprese non finanziarie, ma stiamo lavorando su questo specifico aspetto. Direi, in conclusione, che è molto positivo che ci sia un clima di coesione e di unità. Credo sia il metodo gusto per affrontare questa emergenza e ritengo altresì che questo messaggio positivo, che proviene anche da questo dialogo di oggi, rappresenti un segnale forte di fiducia nella capacità dell'Italia di reagire e di superare quest'emergenza. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, signor Ministro. La saluto e le auguro buon lavoro. Ricordo che il Governo ha depositato l'integrazione della Relazione al nostro esame, di cui autorizzo pertanto la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'audizione odierna (vedi allegato). Dichiaro quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.10.

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