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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Giovedì 4 giugno 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro dell'Economia e delle Finanze on. Roberto Gualtieri:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'Economia e delle Finanze ... 3 
Ruocco Carla , Presidente ... 11 
Bitonci Massimo (LEGA)  ... 11 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Pesco Daniele  ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 13 
Zanettin Pierantonio (FI)  ... 13 
Ruocco Carla , Presidente ... 13 
Maniero Alvise (M5S)  ... 13 
Ruocco Carla , Presidente ... 13 
Vazio Franco (PD)  ... 14 
Ruocco Carla , Presidente ... 14 
Foti Tommaso (FDI)  ... 14 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'Economia e delle Finanze ... 15 
Foti Tommaso (FDI)  ... 15 
Ruocco Carla , Presidente ... 15 
Foti Tommaso (FDI)  ... 15 
Ruocco Carla , Presidente ... 15 
De Bertoldi Andrea  ... 15 
Ruocco Carla , Presidente ... 16 
Pellegrini Marco  ... 16 
Ruocco Carla , Presidente ... 17 
Ferro Massimo  ... 17 
Ruocco Carla , Presidente ... 17 
Lannutti Elio  ... 17 
Ruocco Carla , Presidente ... 18 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'Economia e delle Finanze ... 18 
Ruocco Carla , Presidente ... 22 

Allegato 1: Relazione del Ministro dell'economia e delle finanze on. Roberto Gualtieri ... 23 

Allegato 2: Fondo di garanzia per le PMI – reporting 03-06-2020 ... 34 

Allegato 3: Arrivate totali per richiedenti, forma giuridica, dimensione, regione, settore al 03.06.2020 ore 17,30 ... 38 

Allegato 4: Domande arrivate sino a 25000€ al 03.06.2020_ore 17,30 ... 51 

Allegato 5: Domande arrivate oltre 25000€ al 03.06.2020_ore 17,30 ... 62 

Allegato 6: Domande arrivate il 03 06 2020 e cumulate_ore 17,30 ... 74 

Allegato 7: Risposte ai quesiti posti dalla Pres. Ruocco ... 76 

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CARLA RUOCCO

  La seduta inizia alle 14.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE . Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'Economia e delle Finanze on. Roberto Gualtieri.

  PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'Economia e delle Finanze, on. Roberto Gualtieri.
  L'audizione di oggi rappresenta un'occasione importante per fare il punto sull'attuazione degli interventi introdotti dal legislatore con i decreti-legge n. 18 e 23 del 2020, relativamente al settore bancario e finanziario, per il sostegno alle aziende ed imprese colpite dalla crisi. La Commissione ha già svolto un ciclo di audizioni con le istituzioni partecipanti alla Task Force costituita per coordinare gli interventi, tra MEF, Banca d'Italia, ABI, MCC, SACE e MISE; successivamente abbiamo esaminato in Commissione, lo scorso 27 maggio, le risposte fornite dalle 140 banche operanti in Italia (tra gruppi bancari, banche singole e filiali italiane di banche estere). Dall'esame del questionario è emerso un quadro di una indubbia complessità delle procedure in atto, testimoniata anche dal fatto che il numero di domande presentate, esaminate ed accolte al 20 maggio non corrisponde al numero teorico di partite Iva, piccole e micro imprese esistenti e colpite dalla crisi in conseguenza della pandemia. Per questo sarà molto interessante conoscere dal Ministro i dati aggiornati su quanto è stato effettivamente erogato dalle banche con riferimento alle varie tipologie di finanziamenti, per fasce d'importo, tipologie di banche, distribuzione dei finanziamenti per settore economico delle imprese beneficiarie ed aree geografiche e sul rapporto tra nuove erogazioni e compensazioni con precedenti posizioni di finanziamento. Altro tema rilevante è quello dell'accesso al credito assistito dalla garanzia dello Stato da parte delle grandi aziende, in primis FCA, e sulle condizioni che lo Stato può porre a tutela degli interessi pubblici in materia.
  Do pertanto la parola al Ministro Gualtieri, ringraziandolo per la disponibilità manifestata a collaborare con la Commissione.

  ROBERTO GUALTIERI , Ministro dell'Economia e delle Finanze. Grazie presidente Ruocco, onorevoli componenti della Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, vi ringrazio soprattutto per l'opportunità che mi viene offerta di fornire un primo bilancio dell'applicazione delle misure riguardanti il credito e la liquidità e vi ringrazio anche per il lavoro importante che state svolgendo su questo tema, di estrema utilità anche per il Governo.
  Il Governo ha adottato queste misure con l'obiettivo di contribuire a contrastare l'impatto dell'epidemia sulle condizioni economiche e finanziarie delle famiglie e del sistema produttivo del Paese, ed evitare l'innescarsi di una spirale negativa di contagio dall'economia reale al sistema finanziario e successiva retroazione da quest'ultimo all'economia reale. Pag. 4 
  Si tratta di un bilancio necessariamente preliminare perché le misure stanno dispiegando i propri effetti e, in particolare quelle contenute nel Decreto Liquidità, che è stato pubblicato in gazzetta 8 settimane fa, stanno entrando solo ora pienamente «a regime». Oggi c'è stato un voto molto positivo sulla conversione del Decreto Liquidità in Aula.
  A partire dallo scorso 29 marzo, il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) ha promosso insieme al MISE la costituzione di una Task Force informale tra i principali soggetti impegnati nella realizzazione ed esecuzione delle misure di supporto alla liquidità, per l'efficiente messa in opera e il rapido impiego e utilizzo da parte dei destinatari e al contempo darne conto nelle competenti sedi istituzionali e attraverso la pubblicazione di report settimanali, che voi conoscete molto bene e che sono tra le fonti del vostro lavoro.
  Nell'ambito dei lavori che la Task Force conduce un contributo importante proviene anche dalle indicazioni che pervengono da cittadini, imprese e soggetti istituzionali. Tra questi ultimi, ringrazio in particolare questa Commissione per il dialogo che ha voluto instaurare con la Task Force e il supporto e gli stimoli forniti al fine di identificare disfunzioni e promuoverne la rimozione.
  Cercherò di dare un quadro di insieme delle varie misure attivate dal Governo, illustrerò il disegno a esse sotteso e il rapporto di complementarietà tra i diversi strumenti, per poi descriverne contenuti ed effetti, condividendo con Voi prime valutazioni di efficacia e alcune considerazioni in ordine ai possibili sviluppi, alla luce del consolidamento delle prassi operative. Ho qui una serie di dati che vi consegno, affinché possiate esaminarli più approfonditamente, che contengono alcune delle risposte alle domande che probabilmente mi rivolgerete nel dettaglio nel corso di questo incontro.
  Come sapete, l'intervento a sostegno della liquidità delle famiglie e delle imprese – questo forse non è un dato sufficientemente chiaro – si è basato principalmente su due strumenti: le moratorie dei finanziamenti in essere, da un lato, e il rilascio di garanzie a favore di nuova finanza, dall'altro.
  Prima di soffermarmi su tali misure, sottolineo che esse rappresentano solo una parte di un più ampio e articolato insieme di interventi di sostegno e rilancio, di cui ho dato conto nelle precedenti audizioni in Parlamento.
  Moratorie e garanzie operano e sono state introdotte tenendo in considerazione il loro rapporto di complementarietà.
  La moratoria è uno strumento rapido, efficace sin da subito, semplice nella sua applicazione. È immediatamente operativa con una semplice comunicazione – anche tramite e-mail – che è effettuata direttamente alla banca da parte dell'impresa che se ne voglia avvalere. Funge da essenziale «rete di sicurezza» che consente di far fronte immediatamente all'improvviso e imprevedibile calo delle entrate, permettendo di rinviare i pagamenti dovuti a un momento in cui l'emergenza sia cessata e le attività abbiano ripreso il loro corso ordinario, e di usufruire altresì dell'eventuale liquidità accordata dall'intermediario prima dell'epidemia.
  Rispetto alla moratoria, la garanzia dello Stato erogata a fronte di nuova finanza ha un obiettivo complementare: essa ha una finalità più strutturale, in quanto volta a supportare le imprese non solo nel breve periodo ma anche in funzione di bisogni e disegni imprenditoriali di medio e lungo periodo.
  Al contempo, rispetto alla moratoria lo strumento del finanziamento assistito da garanzia comporta necessariamente un maggior grado di scrutinio, perché implica seppur con intensità diverse in relazione agli importi e alle forme tecniche dei finanziamenti – la gestione di un inevitabile trade-off tra l'esigenza di dare rapidamente un supporto alle imprese, da un lato, e la necessità di evitare abusi ovvero utilizzi criminali, dall'altro. Ciò significa che il finanziamento assistito da garanzia statale ha richiesto più tempo per essere impostato ed integrato nei processi operativi e tecnologici delle banche. Anche se ci sono stati istituti più rapidi ed efficienti di altri, così come numerosi casi di malfunzionamento Pag. 5  e criticità, che vanno individuati, risolti e monitorati, occorre essere consapevoli che vi è un fisiologico ed inevitabile «tempo di apprendimento» di cui occorre tener conto. Su questi aspetti tornerò nelle conclusioni di questa relazione.
  Per quanto riguarda la moratoria è anche bene sapere che l'Italia è stata il primo Paese a definire e introdurre la moratoria ex lege, e a rappresentare alle competenti istituzioni europee l'esigenza di tenere conto di questa misura sia nel Quadro Temporaneo per l'applicazione delle regole sugli Aiuti di Stato, sia nell'applicazione delle regole prudenziali in tema di qualificazione dei crediti oggetto di moratoria, evitando che essi siano considerati «posizioni ristrutturate» o implichino una valutazione negativa della qualità creditizia dei debitori. Grazie a questi interventi interpretativi da noi sollecitati, la misura è stata successivamente adottata – in ragione della sua efficacia – da diversi altri Paesi europei che si sono avvalsi di questo nuovo spazio interpretativo che l'Italia ha definito con questa misura.
  Da una rilevazione a carattere sistematico effettuata dalla Banca d'Italia presso le banche, risulta che, a soli due mesi dall'iniziale attivazione delle misure di moratoria, ex lege a cui si sono aggiunte in seguito misure volontarie, sono pervenute circa 2,4 milioni di domande o comunicazioni di moratoria su prestiti, per poco meno di 260 miliardi. Questo semplice dato è già un'indicazione importante dell'ampio successo riscontrato dalle varie iniziative di moratoria poste in essere.
  Si stima che, in termini di importi, circa l'85 per cento delle domande o comunicazioni relative alle moratorie sia stato accolto dalle banche, pur con differenze tra le varie misure; il 2 per cento circa è stato sinora rigettato; la parte restante è in corso di esame e si presume che verrà accolta perché in questo caso il tasso di rigetto appare molto basso. Più in dettaglio, il 46 per cento delle domande di moratoria provengono da società non finanziarie (a fronte di prestiti per 176 miliardi). Le domande delle famiglie riguardano prestiti per circa 80 miliardi.
  Alla luce di tali dati, credo si possa affermare che, quando da parte di alcuni si lamentano ritardi nell'azione del Governo a supporto dell'economia reale, si trascura o non si tiene nella giusta considerazione questo importante filone di azione, i cui esiti già oggi appaiono ben al di là delle più ottimistiche previsioni iniziali, quando avevamo stimato in 220 miliardi i crediti oggetto di moratoria mentre ad oggi siamo già ben oltre questa cifra.
  Poi c'è il tema di quante domande sono accolte e finanziate, che è un tema critico, ma anche quante domande sono fatte in assoluto, perché ci sono le percentuali – adesso ci arriveremo – del numero di domande accolte, erogate, dove si evidenziano dei colli di bottiglia. C'è anche la questione «Noi abbiamo 4 milioni di microimprese: perché non tutte hanno presentato la domanda?» Bisogna sapere che molte hanno usufruito della moratoria e quindi magari lo faranno in un secondo momento. Poi ci sono quelle che hanno presentato la domanda e non l'hanno accolta. Lì ovviamente c'è la criticità. Però, nella valutazione dei numeri della domanda di queste misure, occorre tenere presenti questi circa 260 miliardi di liquidità oggetto della moratoria.
  Più specificamente, dall'emanazione del decreto-legge 'Cura Italia', le domande o comunicazioni di moratoria ex lege a favore delle PMI ai sensi dell'art. 56 sono state particolarmente numerose e hanno rappresentato la parte preponderante di quelle complessivamente pervenute alle banche: al 22 maggio erano state presentate quasi 1,2 milioni di domande, per un controvalore di circa 149 miliardi di euro.
  La Banca d'Italia evidenzia che, al fine di ridurre i tempi medi di lavorazione, le banche hanno progressivamente rafforzato i processi interni e adottato specifiche misure organizzative: gruppi di lavoro dedicati, back office, adattamento delle procedure informatiche, perché siamo veramente di fronte a volumi senza precedenti come entità: milioni di domande, centinaia di migliaia che arrivano in pochissimo tempo. Queste misure sono state adottate in un contesto di emergenza senza precedenti, Pag. 6  con una significativa componente di attività svolta in regime di lavoro delocalizzato.
  Al 22 maggio, si stima che sinora, in termini di importi, circa l'89 per cento delle domande o comunicazioni relative alle moratorie ex art. 56 sia stato accolto; solo l'1 per cento sarebbe stato rigettato; la parte restante sarebbe in corso di lavorazione.
  Con specifico riferimento alle iniziative di moratoria a supporto delle famiglie indebitate, articolo 54, mutui prima casa, i decreti «Cura Italia» e «Liquidità» hanno ampliato i criteri per accedere al cosiddetto Fondo Gasparrini, che consente di sospendere le rate del mutuo prima casa e offre un contributo dello Stato sulla quota per interessi.
  Si stima che fino al 22 maggio siano state presentate circa 147.000 domande di accesso al Fondo, per un controvalore di mutui pari a circa 13 miliardi di euro e un importo medio di circa 89.000 euro. A inizio maggio il numero di domande pervenute al gestore si attestava a poco più di 50.000 (circa un terzo). L'adesione a questa misura appare pertanto in decisa accelerazione.
  Lo straordinario numero di richieste di accesso al Fondo Gasparrini – subordinato all'autorizzazione rilasciata da Consap SpA, società pubblica incaricata della sua gestione – ha determinato alcune iniziali criticità e ha richiesto la necessità di approntare specifiche soluzioni informatiche e operative da parte di Consap e delle banche, che si sono trovate a gestire quotidianamente un numero di richieste superiore a quelle che in media venivano ricevute nell'arco di un anno. Al fine di rendere più spedite le procedure, Consap ha già attivato una nuova piattaforma informatica.
  Inoltre, in sede di conversione del decreto «Liquidità» sono state previste modifiche normative volte a snellire il processo di lavorazione. È stato previsto che le banche possano procedere immediatamente alla sospensione dalle rate successivamente alla verifica della completezza e della regolarità formale della domanda, senza attendere l'esito dell'esame di Consap. Inoltre, Consap – ricevuta dalla banca per via telematica la domanda di sospensione – dovrà comunicare l'esito dell'istruttoria entro 20 giorni; la domanda si considererà comunque accolta decorso tale termine, in mancanza di un riscontro espresso di Consap.
  Queste moratorie ex lege hanno portato in seguito alle moratorie promosse dalle associazioni di categoria, che si sono avvalse dei suddetti chiarimenti ottenuti in merito all'applicazione delle regole prudenziali sulla qualità delle esposizioni soggette a moratoria, e che sono essenzialmente riconducibili agli accordi sottoscritti dall'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e dall'Associazione Italiana del credito al consumo e immobiliare (Assofin), con le associazioni di imprese e consumatori.
  Anche in questo caso i numeri sono significativi poiché l'ordine di grandezza di queste moratorie è paragonabile a quello delle moratorie ex lege, sia come numerosità delle domande sia come importo. Sulla base dei dati rilevati settimanalmente dalla Banca d'Italia, fino al 22 maggio sono pervenute oltre 1 milione di richieste di moratoria di categoria e individuali, per un controvalore di circa 99 miliardi di euro. Le analisi della Banca d'Italia evidenziano che gli utenti hanno diffusamente aderito a queste iniziative delle banche, che in alcuni casi riguardavano prodotti finanziari o clienti non rientranti nei requisiti previsti per accedere alle moratorie ex lege (ad es. credito al consumo, mutui per la ristrutturazione, per l'acquisto di abitazioni diverse dalla prima casa o mutui che, pur essendo connessi all'acquisto dell'abitazione principale, non presentano le caratteristiche idonee all'accesso del Fondo Gasparrini).
  Venendo al Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, il primo intervento in ordine di tempo sul fronte delle garanzie è avvenuto, come noto, potenziando le capacità operative e finanziarie del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, per il quale da ultimo il Decreto Rilancio ha previsto lo stanziamento di ulteriori 4 miliardi e in sede di Pag. 7 conversione del DL Liquidità sono intervenuti alcuni significativi emendamenti.
  Il Mediocredito Centrale (MCC) segnala che sono complessivamente 476.225 le domande di garanzia accolte dal Fondo Centrale PMI nel periodo dal 17 marzo al 2 giugno 2020, per un importo complessivo di circa 18 miliardi di euro. Di queste, 439.738 sono riferite a finanziamenti fino a 25.000 euro, con percentuale di copertura al 100 per cento, per un importo finanziato di oltre 9 miliardi di euro che, secondo quanto previsto dalla norma, possono essere erogati senza attendere l'esito definitivo dell'istruttoria da parte del Gestore. Per quanto riguarda l'erogato, i dati di cui disponiamo risalgono al 22 maggio e indicano 6,6 miliardi di erogato, che presumibilmente oggi dovrebbe essere molto vicino ai 9 miliardi autorizzati, perché in genere il collo di bottiglia si verifica prima della fase dell'autorizzazione da parte del Fondo Centrale di Garanzia. La procedura di erogazione normalmente è abbastanza rapida, poi ci sono casi di autorizzazione precedente alla autorizzazione di domande successive.
  Si consideri che un mese fa le richieste di garanzia sui prestiti fino a 25.000 euro accolte dal Fondo di Garanzia erano poco più di 1000. Quindi siamo partiti da mille. In un mese siamo passati da mille a 439 mila. Allora l'importo era circa 26 milioni di euro. Quindi all'inizio, effettivamente – perché in realtà siamo a otto settimane dal decreto «Liquidità» – nelle prime tre o quattro settimane c'è stata lentezza. Questo ormai è accertato, tanto è vero che dopo circa tre settimane c'erano solo mille domande; nell'ultimo mese invece si è passati da mille a 439 mila; a metà maggio già a 240 mila con circa 5 miliardi. C'è un trend che appare esponenziale nella crescita. Siamo a circa 20 mila istanze al giorno. Abbiamo messo insieme un po' di numeri, ma non c'è ancora uno studio analitico che Vi invitiamo a intraprendere. Negli ultimi giorni siamo tra i 400 e i 500 milioni al giorno di erogazione, i numeri sono molto alti e anzi, rispetto alle previsioni iniziali, è probabile che con questo ritmo si vada oltre le stime iniziali. Basta fare una proiezione temporale di questo ritmo.
  Va chiarito che una garanzia dello Stato pari al 100 per cento, che tra i grandi Paesi è stata introdotta solo in Italia e Germania, non significa che il ruolo della banca erogatrice si riduca a quello di semplice agente di pagamento. Una garanzia è efficace se aiuta ad accedere a un credito che può essere ripagato, così da liberare le risorse per nuove garanzie su nuovi crediti (effetto leva). Non si tratta quindi di un contributo a fondo perduto e va considerato che sebbene ci si possa avvalere di verifiche semplificate e fondate sulla responsabilizzazione del richiedente – molto positive quelle introdotte in sede di conversione, come il rafforzamento dell'autocertificazione –, permane comunque un trade-off tra rapidità e ampiezza dell'erogazione e rischi di abusi e sprechi nell'utilizzo di risorse pubbliche, se non addirittura di infiltrazioni criminali. Anche in Germania, ad esempio, la qualità del credito è verificata attraverso il requisito di avere bilanci passati in utile. E il tasso di interesse richiesto è ben superiore a quello applicato in Italia sulla base del decreto.
  Le banche hanno espresso timori di poter incorrere in rischi legali per incauta erogazione del credito, ed eventuale concorso in reati di bancarotta. Tali timori appaiono ridimensionati alla luce del più recente intervento normativo sulla portata legale delle autodichiarazioni. Appena le modifiche apportate saranno pubblicate in Gazzetta, ci aspettiamo una ulteriore accelerazione.
  La Task Force creata tra il MEF e le altre autorità di settore ha istituito dei canali per raccogliere le segnalazioni da parte della clientela sulle problematiche di accesso alle misure previste dai Decreti, similmente a quanto fatto dalla Commissione: in particolare, la Banca d'Italia ha potenziato i propri strumenti di contatto con l'utenza bancaria mediante una specifica sezione del proprio sito internet dedicata alla ricezione di esposti e un numero verde dedicato alle segnalazioni. Effettivamente le segnalazioni degli esposti sui finanziamenti fino a 25 mila euro hanno rappresentato nelle prime settimane di maggio più del 40 per cento del totale. Tra le Pag. 8 principali lamentele si annoverano il mancato tempestivo riscontro alle richieste (21 per cento), lungaggini procedurali (16 per cento), presenza di segnalazioni in Centrale Rischi o in altri Sistemi di Informazioni Creditizie (15 per cento).
  Nel complesso, credo si debba esprimere una valutazione di cauto ottimismo sui concreti risultati che iniziano a delinearsi dopo le difficoltà iniziali, sebbene non si può ignorare che i dati rilevano anche l'esistenza di criticità, in alcune banche più che in altre.
  Il numero in valore assoluto di richieste ricevute e di garanzie rilasciate dal FCG è assolutamente significativo, sia per numero delle pratiche sia per il valore. Tuttavia dalle prime segnalazioni ad hoc che la Banca d'Italia riceve dalle banche emerge come nella fase di avvio delle garanzie lo scarto tra il numero di domande presentate e le erogazioni fosse molto elevato, addirittura ben inferiore al 50 per cento. Circa le presumibili ragioni di questo scarto, va riconosciuto che le banche hanno dovuto modificare le proprie procedure operative e informatiche, nonché l'allocazione del personale per far fronte a un volume di domande senza precedenti, peraltro in un regime di esteso lavoro remoto. Poi c'erano casi di istituti che si avvalevano di service esterni che spesso avevano la pratica di accumulare le domande e mandarle in blocco, invece di mandarle gradualmente. Questo ha prodotto in alcuni casi, per chi aveva questi service esterni, un effetto collo di bottiglia, perché invece di mandare man mano la singola domanda si aspettava che arrivasse un numero; questo era sbagliato. Quindi, ci sono elementi oggettivi che spiegano, ma ci sono anche, come ho rilevato, quelle differenze tra istituto e istituto che dimostrano che chi ha voluto e tempestivamente si è adeguato, invece, è riuscito a smaltire numeri molto più elevati con tempi migliori.
  Bisogna comunque osservare come questo «delta» tra domande ed erogazioni si sta riducendo considerevolmente di settimana in settimana, è stato 30 per cento e la settimana scorsa si attestava a circa il 50 per cento delle domande ricevute, un dato tuttavia ancora insoddisfacente. Noi auspichiamo che questo dato vada a ridursi significativamente. Premesso che un certo scarto tra questi due flussi (in entrata e in uscita) rimarrà anche a regime ed è del tutto fisiologico che ci sia, osservo che è presumibile e auspicabile che il suddetto –, trend di miglioramento continui anche con le prossime rilevazioni. L'importante è che il processo sia dinamico e non statico, che quindi il gap tra domande ed erogazioni sia limitato nel tempo e in pochi giorni ci siano nuove domande e nuove erogazioni. Noi auspichiamo, anche con lo stimolo che viene da questa Commissione, l'attento lavoro di scrutinio e anche le innovazioni normative che sono state introdotte – su alcune delle quali poi inviterò a una certa cautela e attenzione alla loro implementazione – che questo trend di miglioramento continui anche con le prossime rilevazioni e quindi ci troveremo una percentuale minore. Già oggi, se confrontiamo la percentuale di accoglimento di autorizzazione dall'MCC (Mediocredito Centrale) e quella di erogazione, che pure è di qualche giorno precedente, c'è una differenza. La prima è che, anche se le domande possono aumentare e fossero superiori al 60 per cento, possiamo immaginare che questo numero vada ad aumentare. L'importante è che aumenti significativamente e che, soprattutto, la dinamicità acceleri i tempi tra domande che continueranno ad arrivare ed erogazioni. Come ho detto, le rilevazioni condotte da voi e anche i nostri dati mostrano che alcuni istituti sono riusciti a soddisfare domande con percentuali molto elevate e diametralmente opposte a quelle di altre, il che dimostra – questo è importante rilevarlo – che l'assetto normativo di per sé non costituisce un ostacolo, perché, se alcuni istituti hanno percentuali molto elevate e diametralmente opposte a quelle di altri, evidentemente la normativa consente di erogare rapidamente e di avere un tasso di accoglimento più alto.
  Grazie al contributo del Parlamento, in sede di conversione del Decreto Liquidità, la misura dei prestiti interamente garantiti dallo Stato è stata significativamente potenziata con l'innalzamento a 30.000 euro Pag. 9 dell'importo finanziabile (e la possibilità di incrementare in conseguenza l'importo per i finanziamenti già concessi); il riferimento – alternativo al fatturato – al parametro di spesa per il personale; l'allungamento a 120 mesi dell'ammortamento; la possibilità di contrarre finanziamenti fina a 30 anni e garantiti all'80 per cento dallo Stato e al 100 per cento con i confidi; la semplificazione del calcolo del tasso. Inoltre, in un'ottica di opportuna semplificazione, è stato esteso (anche per le altre tipologie di prestiti garantite dal fondo PMI) il ricorso all'autocertificazione da parte dell'impresa, con l'esonero esplicito della banca erogante dall'obbligo di richiedere ulteriore documentazione sulle materie oggetto di autocertificazione.
  Per quanto poi attiene alle operazioni di rinegoziazione e consolidamento del debito in cui vi sia tuttavia credito aggiuntivo in misura almeno pari al 10 per cento dell'accordato, che in conversione è stato portato al 25 per cento (art. 13, comma 1, lett. e), i dati aggiornati a inizio giugno evidenziano che questa fattispecie rappresenta solo lo 0,5 per cento in termini di numero di domande pervenute al FCG (2,5 per cento in termini di importo finanziato). Quindi si tratta di una percentuale trascurabile.
  In prospettiva, un punto di attenzione è relativo agli emendamenti introdotti all'articolo 13 in sede di conversione in legge del DL liquidità, sia per i prestiti fino a 25.000 euro, sia per il credito aggiuntivo minimo nelle ipotesi di rinegoziazione del debito. Queste modifiche, pur tese a un maggior favore degli schemi di garanzia nei confronti dei potenziali debitori, potrebbero allungare i tempi di lavorazione, se non disegnati con accuratezza: in particolare, occorrerà individuare soluzioni che consentano alle banche di proseguire con il processo deliberativo in corso riferito alle domande già presentate, al fine di evitare che il loro iter di valutazione debba essere iniziato di nuovo, per tener conto delle modificate caratteristiche contrattuali, con ulteriori invii di flussi informativi, e quindi con il rischio di possibili ingolfamenti del sistema e connesso allungamento dei tempi di erogazione. Anche con riferimento a queste fattispecie, potrà fare la differenza la capacità delle banche di adottare al proprio interno soluzioni organizzative, tecnologiche ed operative che consentano – ove possibile – di incorporare in modo automatico queste modifiche, riducendo al minimo ulteriori adempimenti contrattuali e prevedendo la possibilità di trattare in modo massivo l'inoltro delle domande aggiornate ai nuovi parametri di legge. Mi risulta che ABI e MCC sono già al lavoro a tal fine.
  Infine, coerentemente con le preoccupazioni più volte espresse anche in questa Commissione in ordine all'opportunità di ampliare, ove possibile, il supporto alla liquidità anche a soggetti in temporanea difficoltà finanziaria, in sede di emendamento del DL liquidità è stata estesa la possibilità di accesso al Fondo Centrale di Garanzia anche in favore di beneficiari finali che, pur presentando esposizioni classificate come inadempienze probabili o come esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate anche prima del 31 gennaio 2020, abbiano al momento della richiesta ripreso il normale pagamento delle proprie passività e le banche presumano l'integrale rimborso dell'esposizione. Si tratta di un miglioramento importante al fine di assicurare un efficiente utilizzo delle risorse del Fondo ed evitare il rischio che siano poste a carico della garanzia dello Stato imprese senza prospettive di recupero.
  Venendo a SACE, è chiaro il rapporto di complementarietà tra Garanzia Italia e FCG, dato che la prima è deputata a gestire richieste di finanziamenti di importo maggiore presentate da Mid e Large company, e opera solo in via additiva sul fronte del finanziamento alle PMI e small mid cap, nel caso in cui gli importi dei finanziamenti non possano essere coperti dal FCG. Pertanto, questa fase arriverà presumibilmente in un secondo momento.
  Nel periodo dal 20 aprile (data di entrata in esercizio della garanzia ex art. 1 del DL 23 del 8 aprile 2020) e fino al 2 giugno, sono state concesse garanzie su 44 richieste, per un importo complessivo di 419 milioni di finanziamenti. Pag. 10 
  Al 2 giugno risultano in lavorazione 3 richieste di garanzia per un importo complessivo pari a 6.720 milioni di euro, di cui 2 sono state deliberate e in attesa dell'emissione del decreto MEF, per un importo pari a 420 milioni.
  Di particolare rilevanza, come è noto, è l'accordo per il finanziamento da 6,3 miliardi di euro con FCA Italy, interamente dedicato alle attività italiane dell'azienda automobilistica. Visto il rilievo dell'operazione l'autorizzazione sarà soggetta a particolari condizioni relative tra l'altro al pagamento dei fornitori strategici per la produzione negli impianti italiani, alla realizzazione degli investimenti in Italia, in particolare quelli dedicati allo sviluppo ed all'elettrificazione dei nuovi modelli in produzione nei vari impianti. La realizzazione dell'intervento avrà «rilevanti ricadute in termini di occupazione, investimenti e innovazione sostenibile», specie considerando l'articolato tessuto di aziende fornitrici di piccole e medie dimensioni che fanno parte della filiera FCA in Italia.
  Infine, le potenziali operazioni di finanziamento in fase di valutazione e istruttoria da parte delle banche si confermano in circa 250 per un valore complessivo di circa 18,5 miliardi di euro. Una volta terminata l'attività di istruttoria, costruzione dei pool e conseguente delibera, le banche accreditate sul portale dedicato, a oggi oltre 200, presenteranno le richieste a SACE, che emetterà la garanzia entro 48 ore dalla ricezione come già accaduto per le richieste di garanzie fino ad ora ricevute e emesse in poche ore attraverso la piattaforma digitale dedicata.
  Da questi dati, emerge chiaramente come gli importi in gioco in Garanzia Italia siano importi elevati, per cui le esigenze di istruttoria e valutazione del merito creditizio dei richiedenti sono necessariamente più complesse e articolate di quelle che si hanno nel caso del FCG. SACE lavora sui volumi di erogato più che sulla quantità di richieste ricevute (esattamente l'opposto del Fondo Centrale di Garanzia): l'effetto può essere quello di avere numeri non troppo significativi per le pratiche di istruttorie, ma un effetto in termini di volumi molto alto.
  È evidente come, per questa tipologia di interventi, sia particolarmente rilevante l'esigenza di trovare un appropriato bilanciamento tra, le istanze pratiche di rapidità ed effettività dell'azione di sostegno da un lato, e, l'esigenza di disporre di appropriati controlli dall'altro.
  Al fine di tenere nel dovuto conto tutte le possibili opportunità di semplificazione dei processi di lavoro, in sede di conversione del Decreto Liquidità è stato previsto, anche per i finanziamenti garantiti da SACE, il ricorso ad un modulo di autocertificazione che consente all'impresa di autocertificare alcuni dati necessari alle banche e a SACE per valutare l'erogazione del finanziamento e della garanzia.
  Con il DL Rilancio e la conversione del DL Liquidità, l'intervento di Garanzia Italia è stato inoltre rafforzato con ulteriori elementi che, per ragioni di brevità vi nomino solamente: la garanzia sull'assicurazione dei crediti commerciali a breve termine (art. 35 DL 34/2020), mercato che vale 250 miliardi; l'estensione alle operazioni di factoring pro solvendo; l'ampliamento alle emissioni obbligazionarie e altri titoli di debito.
  Parallelamente sono stati anche rafforzati i presidi, poiché saranno escluse le imprese che controllano direttamente o indirettamente società con sede in paradisi fiscali ed è stato esteso l'obbligo di non distribuire dividendi o procedere al riacquisto di azioni proprie fino al 31/12/2020 all'ipotesi in cui l'azienda abbia già effettuato una distribuzione nel corso del 2020 (in tal caso il divieto coprirà i 12 mesi successivi alla richiesta dell'intervento pubblico).
  Il significativo rifinanziamento del Fondo che fronteggia la garanzia dello Stato verso l'operatività di SACE (incrementato di 30 miliardi con l'art. 31 del DL Rilancio) dà il senso del carattere strategico che il Governo attribuisce all'intervento. In prospettiva, credo si possa essere assolutamente fiduciosi sul fatto che, nei prossimi mesi, i volumi di SACE si confermeranno molto significativi.
  In conclusione, voglio ribadire che semplificazione e connessa responsabilizzazione dei soggetti coinvolti sono le due Pag. 11 principali direttrici che caratterizzano le misure sinora adottate: si è inteso valorizzare la responsabilità del singolo, anche a sostegno della rapidità delle banche erogatrici, facendo leva sullo strumento dell'autodichiarazione e sulle conseguenze anche penali in caso di mendacio, sia per le moratorie sia per il rilascio delle garanzie.
  Al contempo, si è affidato un compito rilevante alle istituzioni bancarie e finanziarie, unici attori in grado di garantire un afflusso adeguato e sufficientemente rapido di risorse al sistema economico, attesa la capillarità e la consuetudine nell'interlocuzione finanziaria con famiglie e imprese.
  Infine, sono stati selezionati in modo oculato i soggetti pubblici a cui affidare la gestione delle garanzie pubbliche, individuati tra istituzioni (Fondo PMI, SACE) già rodate e ben interfacciate con il sistema bancario e finanziario e con l'utenza. Vorrei ringraziarli per questo. Sia il Fondo di Garanzia, sia le PMI, sia SACE stanno dando buona prova e stanno lavorando con efficienza.
  Il mix di queste scelte rappresenta un sistema che, una volta entrato in funzione, sta progressivamente dimostrando la propria efficacia.
  Ciò non deve far ridurre l'impegno che tutte le parti coinvolte devono continuare a profondere per migliorare il funzionamento dell'operazione.
  In particolare, mentre la moratoria ha fornito da subito buoni riscontri in termini di efficacia, per le garanzie l'inizio è stato più difficile. Le ragioni le ho approfondite. Ora che i numeri stanno significativamente migliorando, persistono però differenze e quindi margini di miglioramento ulteriori che noi auspichiamo si realizzeranno con una omogeneità al livello più alto e più efficace possibile altresì, con l'incorporazione più rapida ed efficiente possibile, con le innovazioni introdotte positivamente dal Parlamento in sede di conversione che possono rappresentare un'occasione ulteriore per migliorare la qualità, la portata e i tempi di erogazione di questo strumento che, lo sappiamo, l'abbiamo detto, lo ripetiamo, da solo non può essere risolutivo; è solo una componente degli interventi di natura economica, ma ha un rilievo estremamente importante per garantire una tenuta del sistema economico delle famiglie e delle imprese di fronte a una crisi senza precedenti.
  Vi ringrazio per il vostro impegno e sono pronto a rispondere alle vostre domande.

  PRESIDENTE . Grazie per la relazione. Si sono iscritti a parlare nove commissari, il primo è l'onorevole Bitonci che prego di avvicinarsi. Vi invito ad essere sintetici nei vostri interventi per dare modo al Ministro di rispondere adeguatamente.

  MASSIMO BITONCI . Buongiorno a tutti. Buongiorno, signor Ministro. Ho ascoltato bene la sua relazione, però l'assetto economico e produttivo nazionale è fatto di 5.600.000 partite IVA, di cui il 90-95 per cento sono tutte quante PMI. Diciamo che sul decreto «Liquidità» e sulla richiesta di liquidità da parte delle imprese, soprattutto quelle piccole, si avevano delle grandi aspettative. Io ho ascoltato il suo intervento e anche i dati che lei ha letto, però nel sito del Ministero ci sono dei dati che forse sono un po' più aggiornati rispetto a quelli che ha citato lei. Nel comunicato congiunto di ieri di ABI e di Banca d'Italia, si parla di una somma erogata di 22 miliardi per i prestiti sotto i 25 mila euro, quindi finanziamenti interamente garantiti per un numero di erogazioni che si avvicina al mezzo milione. Questi sono più o meno i dati. Però, se consideriamo che le potenziali PMI che potevano attingere a questo finanziamento non sono ovviamente tutti i 5.600.000, ma sono circa 3 milioni, non si può certamente dire che questa misura è stata efficace ed efficiente per quanto riguarda la grande richiesta di liquidità e l'immediatezza della misura che doveva pervenire alle nostre imprese con una certa velocità.
  Oltre a questo, da uno studio fatto dai dottori commercialisti proprio in questi giorni – stamattina ci sono stati anche gli Stati Generali delle Professioni economiche, forse sarebbe opportuno ascoltare di più i professionisti, che sono esperti anche e soprattutto nel campo dell'economia – su Pag. 12 900 professionisti che hanno circa 15 mila aziende, è uscito un panorama abbastanza sconfortante: il 95 per cento delle domande presentate dai commercialisti per conto delle proprie imprese ha avuto una serie di problematiche che hanno ritardato di molto il finanziamento, se non anche risposte negative da parte del sistema bancario; in alcuni casi, se non lo sa, signor Ministro, anche con la richiesta di polizze assicurative o altre richieste, ulteriori di garanzie che non erano previste nel decreto.
  Quindi io le chiedo: non era, forse, meglio cercare o trovare una soluzione diversa, magari diretta, magari attraverso CDP (Cassa Depositi e Prestiti), senza passare attraverso un sistema che si è rivelato abbastanza complicato con una risposta, come ha detto lei, da parte del sistema bancario che è stata assolutamente difforme? Grazie.

  PRESIDENTE . Senatore Pesco. Si prepari Zanettin.

  DANIELE PESCO . Grazie, presidente. Grazie, signor Ministro, per l'intervento e per l'audizione.
  Io Le pongo due domande: una sui crediti da 25 mila euro e una sui finanziamenti garantiti da SACE.
  Volevo, però, ricordare a tutti i colleghi, visto che già l'altra volta ho ricordato una risposta strana che è arrivata a un richiedente, un caso su un finanziamento. La banca stava facendo firmare a questo richiedente una richiesta subdola nella quale lo stesso richiedente metteva a disposizione un'ulteriore garanzia utilizzata per un altro finanziamento per chiedere un finanziamento da 25 mila euro garantito al 100 per cento. Questo fa parte delle cose strane che stanno capitando in questi giorni. Un'altra cosa strana che sta succedendo è che la banca dice di aver inviato la richiesta al Fondo di Garanzia, quando invece la richiesta, magari, non l'ha mai inviata. Succede anche questo, quindi invito tutti i richiedenti di questo finanziamento a chiamare anche il Fondo di Garanzia per essere certi che la banca abbia inviato le domande. Purtroppo sta succedendo anche questo.
  Sui finanziamenti da 25 mila euro sappiamo che c'è stato il problema della compensazione, nel senso che molte banche hanno compensato l'esposizione pregressa della banca, ad esempio un fido. Sappiamo che c'è stata la circolare ABI che diceva che questo non si poteva fare perché comunque vi è un periodo di preammortamento. La restituzione del capitale avviene dopo due anni e quindi questo non può combaciare con la compensazione. Purtroppo, però, molte banche hanno compensato. Una banca ci ha risposto in modo analitico al questionario che abbiamo fatto e ci ha detto che 66 mila richiedenti hanno avuto la compensazione. Sostanzialmente, su 150 milioni emessi a favore di queste 66 mila aziende circa 50 milioni sono da compensare. Facendo la media, su 23 mila euro richiesti per ciascuna azienda circa 15 mila euro sono stati quelli erogati effettivamente; gli altri 8-9 mila sono andati in compensazione. Ora, su questo abbiamo intenzione di intervenire o lasciamo le cose come stanno?
  Sui finanziamenti più grandi, quelli garantiti da SACE, sappiamo benissimo che FCA Italia ha chiesto la garanzia di circa 6,5 miliardi di euro, perché sappiamo che la capogruppo comunque è una società che ha molte risorse, che anzi ha un rating pari o maggiore a quello dello Stato italiano. FCA Italia avrebbe potuto tranquillamente andare in banca e dire: «Non mi garantisce lo Stato; mi garantisce la mia capogruppo». Praticamente le garanzie sarebbero state quasi simili. La mia domanda è questa: secondo il signor Ministro, perché ha preferito chiedere la garanzia allo Stato? Probabilmente la risposta è banale, perché nel caso andasse male con lo Stato, pagano i cittadini e non paga la capogruppo. Però, quali altre garanzie ha dato allo Stato FCA Italia per chiedere questa garanzia? Perdoni il gioco di parole. Probabilmente occupazione e investimenti. Ma se occupazione e investimenti non arriveranno, che cosa succederà? È giusto scrivere nero su bianco quali devono essere i requisiti che deve mettere in campo FCA per riuscire ad avere e conservare questa garanzia dello Stato? Grazie mille.

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  PRESIDENTE . Onorevole Zanettin, prego. Dopo si prepari Maniero.

  PIERANTONIO ZANETTIN . Grazie, presidente. Buongiorno, Ministro. Lei, parlando soprattutto dei finanziamenti garantiti dallo Stato interamente, ha delineato e ha riconosciuto un quadro critico. Ci sono aspetti in chiaroscuro e alcune situazioni non sono particolarmente positive. È un quadro molto diversificato tra banca e banca. Una cosa che mi ha molto sorpreso leggendo il questionario che ci è stato messo a disposizione dalla Presidenza, per quanto riguarda in particolare i finanziamenti, è la diversità fra istituto e istituto, ma, al di là di questo aspetto che ci può stare, a me ha colpito molto il dato delle BCC (Banche di Credito Cooperativo). Glielo riassumo. Da ICCREA, una delle due centrali delle BCC, a fronte di 32.226 domande presentate, risultano erogate soltanto 828 pratiche. Per Cassa Centrale, l'altro gruppo di BCC, delle 9.021 richieste di importi fino a 25-30 mila euro ne risultano accolte e ammesse all'erogazione 1.913: una percentuale bassissima.
  Io sono un parlamentare di territorio e sono sempre stato affezionato all'idea che le banche, le BCC, fossero quelle più vicine al territorio, più vicine alle piccole e medie imprese, più vicine alle famiglie. Questo dato sembrerebbe in palese contrasto con quello che abbiamo sempre ritenuto dovesse essere. Nella mia provincia, quella di Vicenza, addirittura la presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ha pubblicato una lettera nella quale criticava proprio le BCC del territorio perché chiedevano della documentazione ulteriore rispetto a quella prevista dalla legge e non necessaria. Lei ha detto che se ci sono banche che erogano molto e altre che erogano poco o nulla, come le BCC, non è un problema normativo e probabilmente è un problema politico. Allora le chiedo: c'è qualche problema politico nei confronti di questo sistema che è così importante per il sostegno delle piccole e medie imprese?
  Una raccomandazione mi sentirei di farla alla presidente e all'Ufficio di presidenza. Mi pare che abbiate in animo di chiamare anche gli amministratori delegati o comunque i responsabili delle singole banche. Forse sarebbe il caso di partire proprio dalle BCC per capire cosa sta succedendo relativamente a queste problematiche. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE . Grazie a lei. Onorevole Maniero. Dopo Vazio.

  ALVISE MANIERO . Grazie, presidente e signor Ministro. Approfitto di questa occasione per il tema che è tornato all'attenzione il 12 maggio, quando la Corte di cassazione a sezioni riunite ha emanato un'importante sentenza sui contratti derivati che coinvolgono soprattutto gli enti locali. Era il comune di Cattolica, ma riguardavano gli enti locali. Questi contratti ovviamente risalgono a molto tempo prima del suo mandato, hanno radici datate, ma i loro effetti li paghiamo ancora oggi. Se per gli enti locali questi contratti sfortunati, questi prodotti finanziari ogni anno causano centinaia di milioni di perdite, quelli però che all'epoca sono stati stipulati dal Tesoro pesano molto di più. Ricordiamo che dal 2011 al 2015 ci sono costati oltre 23 miliardi. Solo l'anno scorso, ricordo, il precedente Ministro ci ricordava 3.700.000 di perdita in un solo anno. Ora, con una trasparenza che va anche encomiata dal sito del MEF, viene esplicitato in un portafoglio derivati che noi abbiamo ancora un mark to market, quindi un valore potenziale, in questo caso una perdita potenziale, di oltre 36 miliardi sui contratti rimasti.
  La mia domanda è duplice: da una parte è se abbiamo delle imminenti scadenze riguardo a questi contratti per le quali dobbiamo prevedere delle perdite rilevanti; d'altra parte se ci siano delle iniziative che possiamo intraprendere per scongiurare questi effetti, eventualmente anche rescindere questi contratti. A questo proposito sarà particolarmente importante per la Commissione banche – io spero che ne avremo modo, tramite gli appropriati canali – anche accedere a questi contratti. La ringrazio anticipatamente.

  PRESIDENTE . Onorevole Vazio e poi Foti.

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  FRANCO VAZIO . Grazie, Ministro. Grazie per la sua partecipazione davanti alla Commissione banche. Grazie per l'illustrazione molto articolata e completa che dà conto di un lavoro straordinario e certamente non banale messo in campo dal Ministero, da Lei e dal Governo su un terreno certamente non particolarmente agevole in un tempo straordinariamente compresso. Evito di dilungarmi sulle valutazioni e sui pregi di tutte le misure messe in campo e della capacità di interpretare i bisogni che esistevano alla radice di queste necessità.
  Mi concentro su due elementi che, come io ho più volte sottolineato, possono minare la fiducia del sistema imprese e dei cittadini rispetto al sistema economico-finanziario delle banche e dello Stato. Ci sono due questioni che sono, a mio parere, incomprensibili.
  La prima è quella relativa ai tempi incomprensibilmente dilatati e lunghi nell'esame quantomeno delle pratiche inferiori a 25 mila euro delle PMI a fronte di una garanzia dello Stato al 100 per cento e laddove la norma impediva una valutazione del merito creditizio. Vi erano solamente valutazioni di tipo tecnico relative a quelle a cui faceva riferimento, ma incomprensibilmente lunghe per alcuni istituti bancari. Noi stiamo parlando di istituti bancari che hanno evaso queste pratiche in una settimana e istituti bancari che hanno evaso le pratiche in tempi ancora non definiti. C'è chi le ha evase in una settimana, c'è chi le ha evase in due settimane, c'è chi ha ancora da evadere oggi.
  C'è poi la questione dei tassi di interesse, questione che, per quanto ci riguarda, da un lato allarma e dall'altro ci preoccupa. Ci sono stati istituti bancari – e di questo ci rallegriamo – che hanno applicato tassi al di sotto di quel valore, di quell'algoritmo indicato dalla legge che viene definito intorno all'1,20,1,22, 1,23, 1,24 per cento; e ci sono banche che hanno, invece, applicato un tasso al di sopra di questo valore, addirittura del 40-50 per cento. Noi siamo di fronte a un sistema di imprese che ha bisogno di finanza, come lei ha riferito, e che non ha la possibilità di scegliere. Troppo spesso le imprese hanno di fronte a loro una sola banca e quando quella banca richiede dei tassi di interesse di 1,80-1,90 per cento, che è il 40-50 per cento, non hanno la possibilità di dire di no, non hanno la possibilità di scegliere. Sotto questo profilo, senza adombrare ipotesi penali, certamente c'è uno scollamento tra quanto noi auspichiamo che avvenga e quanto poi avviene in concreto.
  Lei ha fatto un riferimento molto specifico. ABI è venuta a riferirci le stesse cose e le stesse indicazioni, ma sul territorio spesso accade il contrario. Signor Ministro, noi ci aspettiamo che il Ministero ci fornisca gli elementi di tranquillità che possano evitare quello scollamento a cui facevo riferimento tra il mondo reale e il mondo della finanza e dell'economia rappresentato dai nostri istituti bancari.

  PRESIDENTE . Grazie. Onorevole Foti. Dopo il senatore De Bertoldi.

  TOMMASO FOTI . Grazie, presidente. Signor Ministro, mi collego a quanto diceva il collega Bitonci. Effettivamente i dati che lei ha citato, rispetto a quelli forniti con un comunicato stampa pubblicato sul sito del MEF, sono abbastanza differenti, ma comunque io mi fermo ai suoi per dire questo: 6,5 miliardi o 9, a seconda della stima effettiva o di quella auspicata da lei rispetto ai finanziamenti alle piccole e medie imprese fino a 25 mila euro, è il massimo a cui siamo arrivati, perché lei ha parlato prima di 6.500.000 erogati. Dice che il dato è vecchio, quindi probabilmente siamo a 9. Io prendo il dato che lei ha citato, nella migliore delle ipotesi.
  Anche rispetto alle moratorie, lei giustamente ha fatto notare che le moratorie hanno funzionato molto meglio, però le moratorie non sono state delle iniezioni nuove nell'economia. Quei soldi erano già dati, la moratoria è servita soltanto a evitare ulteriori problemi.
  Il bazooka della SACE: 418 milioni erogati. Lei ha citato circa 18 miliardi di euro ipotizzati come garanzie ulteriori. Siamo ben lontani dai 200 miliardi di euro ipotizzati anche sotto il profilo del decreto- Pag. 15 legge. La moderata soddisfazione o meno, secondo me, potremmo esattamente verificarla tra quindici o venti giorni, quando anche gli effetti migliorativi della conversione del decreto-legge «Liquidità» potranno dare risultati differenti. Io sono convinto che, ad esempio, l'estensione della moratoria da sei a dieci anni in qualche modo inciderà; l'elevamento per le piccole e medie imprese da 25 mila euro a 30 mila euro qualcosa potrà determinare; però le chiedo: perché, ad esempio, non diamo i dati con uno spaccato regione per regione? Purtroppo non li abbiamo.

  ROBERTO GUALTIERI , Ministro dell'Economia e delle Finanze. Li abbiamo, ve li lascio.

  TOMMASO FOTI . Sono contento che ce li dia. Se ce li lascia tutti, è meglio.

  PRESIDENTE . Il Ministro ha portato un bel plico che poi ci lascerà e pubblicheremo.

  TOMMASO FOTI . Io la ringrazio per questo, se ce li ha, perché, vedendo quanto aveva pubblicato Il Sole 24 Ore rispetto a FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani), che non è ABI, mi pareva che ci fosse una discrasia notevole all'interno del Paese. Addirittura sembrava che il Sud avesse una richiesta quasi irrisoria e il massimo era, se non sbaglio, la Lombardia con il 20 per cento.
  Poiché noi siamo una Commissione d'inchiesta, vorremmo poter godere, commentare e magari non diffondere i dati, o diffonderli a seconda dei casi. Poi sarà un'altra questione sapere se sono dati sempre pubblici o meno. Al di là di questo, vorremmo avere contezza esattamente di com'è la situazione, perché mi pare che già lei nella sua leggera replica abbia fatto intendere che i dati che erano stati pubblicati da Il Sole 24 Ore non sono quelli di cui lei è in possesso e sicuramente la Commissione potrà trarre giovamento da questa sua indicazione.
  Conclusivamente io le chiedo: è perfettamente convinto che quello messo a disposizione sia un bazooka? O non sarà una miccetta?

  PRESIDENTE . Senatore De Bertoldi. Poi c'è il senatore Ferro.

  ANDREA DE BERTOLDI . Signor Ministro, innanzitutto grazie per essere qui con noi. Certamente ha la mia, la nostra comprensione, credo di tutti i colleghi, della forza politica Fratelli d'Italia che io rappresento, per il difficile momento che caratterizza la sua presenza al Ministero dell'Economia. Un apprezzamento, almeno nelle intenzioni, per il fatto di aver appreso che sarebbero in corso delle condizionalità per le garanzie a FCA, sulle quali ovviamente io non esprimo alcun parere negativo nel merito perché abbiamo lavoratori e investimenti in Italia, ma sulle quali, però, come italiano, pretendo che vengano previste delle condizionalità, vista la misura di favore che va realizzandosi in questa direzione. Detto questo, però, signor Ministro, io ho ascoltato con attenzione il suo intervento e ho pensato immediatamente che se accanto a me ci fosse stato qualche professionista, qualche imprenditore, qualche artigiano, magari della mitica Germania, forse avrebbe rimpianto di non esser nato in Italia, di non avere la propria attività in Italia, di non poter accedere a uno strumento così ben funzionante approntato dal Governo. Lo dico con un po' di ironia, lei sicuramente lo ha compreso, perché invece purtroppo, al di là dei numeri, dei dati – li ho citati oggi in Senato in dichiarazione di voto e li ha citati già anche qualche collega, quindi non li ripeto, se non ricordando che di fatto è poco più di un 10 per cento la percentuale delle imprese che si sono rivolte in un momento così difficile al decreto «Liquidità» per quanto riguarda i prestiti, che l'approvato, se non ancora erogato, può essere quantificato in circa un 5 per cento rispetto ai 400 miliardi promessi. Ma al di là di questi numeri, credo che basti davvero girare per le strade di Roma, entrare in qualche bar, in qualche negozio, da qualche imprenditore, da qualche artigiano e sentirsi dire quasi da tutti: «Non abbiamo di fatto ancora visto niente Pag. 16 o quasi». Ecco quindi che il decreto «Liquidità», che lei ci ha così ben illustrato non risponde, ad oggi per lo meno, alle necessità di questo sistema Paese. Non so se non risponde per colpa di chi ha creato questo strumento o se qualcuno sta cercando, più o meno onestamente, di incolpare le banche del mal funzionamento di questo sistema, forse anche facendo un parallelismo con quello che è successo sulla Cassa integrazione in rapporto alle regioni, all'INPS, dove si è sempre cercato di trovare qualcuno che fosse il colpevole del mancato funzionamento degli strumenti, cioè dell'inefficacia degli strumenti previsti. Vado a concludere, presidente. Quindi io le chiedo, richiamando anche le parole del Governatore della Banca d'Italia, quindi non certamente di un esponente dell'opposizione, o di Fratelli d'Italia: non le pare che sarebbe bastato ascoltare quello che fin da subito le banche, ma anche le forze di opposizione, hanno evidenziato? Non sarebbe stato necessario prevedere una manleva penale per i rischi legati alle normative antiriciclaggio e antimafia che il Governatore della Banca d'Italia ha evidenziato come uno degli ostacoli maggiori? Su questo ci terrei, signor Ministro, ad avere una risposta precisa. Infine, davvero per concludere, non ritiene che l'utilizzo del combinato disposto di Cassa depositi e prestiti, come anche il collega della Lega ha evidenziato prima, e dell'Anagrafe Tributaria, che peraltro ha sede qui, dove ha sede la Commissione bicamerale, avrebbe permesso al Governo di superare tanti di questi ostacoli, facendo arrivare più in fretta e con meno problematicità il denaro alle aziende? O forse non è stato fatto così perché eravate coscienti che le coperture di quel decreto non avrebbero permesso di dare davvero alle imprese quel denaro che serviva? Grazie.

  PRESIDENTE . Senatore Pellegrini, prego.

  MARCO PELLEGRINI . Grazie, presidente. Grazie, Ministro. Se ho capito bene il senso del suo discorso, ci ha invitato sostanzialmente a valutare asetticamente e complessivamente il comportamento delle banche, visti i numeri sia in assoluto sia in percentuale. Lei ha ricordato giustamente che ci sono state 2,4 milioni di domande per la moratoria, quindi dei numeri enormi, tra l'altro lavorate in pochissimi giorni o pochissime settimane. Poi, invece, riguardo ai numeri della liquidità – prendo quelli delle risposte al questionario che questa Commissione aveva fatto – ci è stato detto dalle banche che le domande presentate al 20 maggio erano circa 560 mila per i prestiti fino a 25 mila euro e, se non ricordo male, 48 mila per gli over 25 mila euro. Io la seguo nel discorso, nel senso che se guardo complessivamente i numeri e soprattutto i volumi, anche se con un po' di difficoltà, posso dire che forse le banche hanno dato una risposta accettabile, però io con lei ora volevo fare un discorso diverso e quindi andare a guardare lo specifico e rivolgerle la domanda. Se guardiamo, per esempio, i dati di UBI Banca, e mi riferisco ai prestiti fino a 25 mila euro, sono state accolte o erogate – non abbiamo il dato disaggregato – il 98 per cento delle domande, quindi la quasi totalità; da UniCredit il 78 per cento; con Montepaschi si scende al 45 per cento; Banca Intesa, che ha ricevuto il grosso delle domande (circa 150 mila) invece ha erogato o accettato il 30 per cento. Poi, invece, se si passa agli istituti cooperativi, che sono essenzialmente le banche del territorio, quelle più vicino ai piccoli e ai piccolissimi operatori, agli artigiani, si hanno dei valori che veramente lasciano di ghiaccio. ICCREA denuncia di aver erogato pratiche per il 2,5 per cento; l'altro gruppo, BCC, per il 21 per cento. Allora, la domanda che io le pongo è questa: che cosa possiamo fare, oltre ad auspicare un cambio di passo da parte degli istituti di credito, per indurre gli istituti di credito che sono molto più indietro rispetto agli altri a migliorare le loro performance? Dobbiamo agire dal lato del regolatore, o in che altra maniera? Posto che io sono d'accordo con lei e tra l'altro ho detto ieri nel mio intervento in Senato, in sede di discussione generale, che la norma ha avuto da parte di alcune banche un'applicazione totale. Se si parla del 98 per cento, vuol dire che non è sbagliata la Pag. 17 norma, ma probabilmente c'è qualcosa nell'organizzazione delle banche che deve cambiare. Ecco, la mia domanda è questa: in che modo noi possiamo indurli a migliorare le loro performance? Grazie.

  PRESIDENTE . Senatore Ferro.

  MASSIMO FERRO . Grazie, presidente. Grazie, Ministro. Io ho fatto la dichiarazione di voto oggi per il mio gruppo di Forza Italia in sede di conversione del decreto, quindi i commenti prettamente politici li lascio a quel livello. Prima cosa, dal punto di vista metodologico, il sito del Ministero dà dei numeri e il Ministro in audizione in Commissione d'inchiesta dà degli altri numeri. Mi permetto di dire che c'è qualcosa che non funziona e quindi c'è bisogno che lei faccia le opportune verifiche, visto anche il ruolo della nostra Commissione. Lei ha terminato dicendo che era pervaso da un cauto ottimismo, specialmente in prospettiva. Io invece, signor Ministro, al momento, allo stato attuale, circa questo decreto le dico che ho un'assoluta insoddisfazione. C'è qualcosa che non va. Basta girare, basta parlare con le associazioni di categoria, con gli ordini professionali: non arrivano. La prima domanda: dal deliberato all'erogato sa che possono passare anche quindici o venti giorni? Possibile che non si riesca con la potestà di moral suasion che ha il Ministero? È possibile che dalla delibera, quindi effettuato il merito creditizio – mi riferisco alle situazioni over 25, over 30 mila – dalla delibera comunicata all'erogazione passino venti giorni? È una cosa che non va. Dal bazooka all'Helicopter Money, o chiamiamola come vogliamo, in questi tempi c'è bisogno di risposte immediate. La seconda, se me lo può dire: i fondi SACE c'erano anche prima, ci sono sempre stati. Duecento miliardi di fondi per sostenere le esportazioni ci sono da sempre. Quindi metterli nel pacchetto per la liquidità... Ci sono sempre stati i fondi per le esportazioni, sono proprio 200 miliardi fisiologici. Ma lasciamo stare, faceva parte di quel circo mediatico delle conferenze stampa serali tali per cui ci può stare. Perché è stato coinvolto SACE? Chi opera nel mondo dell'impresa sa che è tutto fuorché celerità, fuorché velocità, fuorché liquidità immediata. È l'esatto contrario. Mi sta bene il Fondo Mediocredito, ma il ruolo di SACE, perché coinvolgerlo in un'operazione del genere? Non ha le strutture, non ha il personale. Ce ne siamo resi conto noi nell'audizione del direttore di SACE. Imbarazzante. Il presidente l'ha dovuto richiamare un po' all'ordine per dargli un'ulteriore opportunità, ma chi c'era quella mattina si ricorda.
  Le volevo chiedere che cosa intende per il valore legale dell'autocertificazione che supera in parte e migliora la valutazione del merito creditizio, che comunque rimane. Altra domanda. È individuato il ruolo della Cassa depositi e prestiti nelle patrimonializzazioni delle aziende, che sarà il vero problema. Ci può dire qualcosa di più su questo, signor Ministro, su come intendiamo passare dalle dichiarazioni di principio ai fatti? Le imprese hanno bisogno di risposte chiare, certe e precise subito, anche negative, ma subito. Gli è stata aperta questa possibilità di un intervento di Cassa depositi e prestiti nella capitalizzazione delle imprese. La risposta chiara su questo argomento potrebbe anche essere quella che apre un ciclo di fiducia da parte delle imprese nei confronti delle istituzioni. Grazie.

  PRESIDENTE . Senatore Lannutti, prego.

  ELIO LANNUTTI . Grazie, signor Ministro. Io le chiedo scusa se non ho potuto ascoltare tutto il suo intervento perché ero impegnato nella VI Commissione Finanze a una risposta importante da parte del Sottosegretario Villarosa sul sistema delle aste marginali. Anche questa era una questione molto importante. Comunque, le volevo fare solo un paio di brevissime domande. Ieri abbiamo visto, a conferma del popolo delle formichine, che sono gli italiani, che a fronte di una emissione di BTP decennali di 16 miliardi ci sono state richieste superiori a 100 miliardi. Significa che l'Italia è solida, che c'è il debito, ma c'è anche il risparmio e la laboriosità degli italiani che, rispetto a una tragedia come questa pandemia, Pag. 18  sapranno riprendersi come hanno fatto i nostri padri nel secondo dopoguerra, e si sono ripresi perché ci sono stati governanti lucidi che hanno ricostruito, che hanno emesso, ricordo, le cambiali, le tratte, e hanno saputo ricostruire il Paese dalla distruzione della Seconda guerra mondiale. Ecco, la domanda che le voglio fare è questa. Noi abbiamo visto alcuni provvedimenti molto importanti che riguardano il nuovo sistema di pagamento. Che cos'è questo nuovo sistema di pagamento? Superbonus, quello a 110, che è una misura importantissima per ricostruire questo Paese, ossia si possono cedere i crediti e si possono generare come certificati di credito fiscale in una proposta di legge che abbiamo presentato al Senato. Ci sono economisti, come Cattaneo, Sylos Labini e altri, che da tanto tempo lavorano e abbiamo anche modificato il titolo, signor Ministro. Prima era «moneta fiscale», però per non incorrere in censure da chi emetteva moneta – oggi non la emette più – li abbiamo chiamati «certificati di credito fiscale». Allora, signor Ministro, come si evince da studi e da elaborazioni, i certificati di credito fiscale potrebbero generare massa monetaria superiore a 100 miliardi di euro, quindi io spero che non ci sia ostilità da parte sua e da parte del Ministero verso questo grande esperimento che voi tra l'altro già avete fatto. Noi abbiamo emendamenti al decreto «Rilancio» da parte di alcuni deputati, Pino Cabras e altri. Quindi io confido che ci possa essere un'apertura rispetto a questo. Concludo dicendo che, per carità, il sistema bancario è importantissimo, però le banche devono fare le banche. Noi abbiamo la garanzia statale sui 25 mila euro e le banche non fanno le banche, non concedono questi crediti; addirittura li utilizzano per sanare vecchie pendenze. Queste cose non vanno bene, quindi noi continueremo a vigilare e la ringrazio ancora, signor Ministro, del tempo che ci ha dedicato. Grazie.

  PRESIDENTE . Grazie. Poiché sono terminate le richieste di intervento vorrei aggiungere qualcosa. Intanto ringrazio il Ministro per aver portato ampia documentazione che metteremo a disposizione della Commissione e sarà oggetto di studio e di approfondimento. Vorrei poi rivolgerle una domanda sul prestito alla FCA: vorrei sapere se il Ministro è a conoscenza dell'attuale situazione debitoria e creditoria di FCA Italia, quindi sia delle fonti di finanziamento, sia dell'ammontare di tassi pagati, sia delle condizioni ottenute dai suoi fornitori; e poi quali siano le condizionalità richieste, in particolare sapere se, ciò che FCA Italia ottiene in garanzia poi sia a sua volta riversato sulla filiera. Vale a dire, quindi, se ci sia per conseguenza una riduzione dei giorni medi di pagamento dei suoi fornitori, quali ripercussioni sul tasso di interesse applicato da parte di FCA Bank sui concessionari. È una notizia degli ultimissimi giorni la forte difficoltà dello stabilimento di Pomigliano e quindi vorremmo sapere quali siano le garanzie in merito a evidenti crisi commerciali in atto che poi hanno ripercussioni sugli stabilimenti in Italia. Lascio la parola al Ministro, che ringrazio.

  ROBERTO GUALTIERI , Ministro dell'Economia e delle Finanze. Grazie. Mi sono state rivolte molte domande. Parto dall'onorevole Bitonci. Intanto, i dati che vi ho fornito sono gli stessi rinvenibili sul sito. I 9 miliardi sono le autorizzazioni dei prestiti fino a 25 mila euro garantiti al 100 per cento; 22,5 miliardi sono i prestiti autorizzati, le garanzie concesse dal Fondo Centrale di garanzia. Non deve stupire che il grosso delle domande abbia importi più bassi, perché chiaramente, come una piramide, si sale, le domande si riducono di numero, ma l'ammontare cresce; quindi il grosso delle domande è fino a 25 mila euro, ma l'erogato è superiore; quindi è lo stesso numero. C'è chi dice 9 e chi dice 22,5, ma sono due indicatori diversi, entrambi veri.
  Io per primo, come avete visto, sono stato abbastanza, credo, rigoroso nell'individuare elementi critici ed elementi positivi. Ci dobbiamo basare empiricamente sulla realtà. Tuttavia, un approccio che non mi sembra persuasivo è quello di ritenere a priori che l'indicatore di valutazione dell'efficacia della misura sia sulla platea delle potenziali imprese che ne potrebbero teoricamente usufruire. Non abbiamo introdotto Pag. 19  l'obbligo di credito garantito per legge. Questo non l'abbiamo fatto. Io credo sia molto più sensato misurare il tasso di accoglimento delle domande e non giudicare l'importanza e l'efficacia della misura sul fatto di quelli che non hanno scelto di fare domanda, almeno per questo momento – come sappiamo, Lannutti su questo è esperto – magari perché abbiamo un tasso di risparmio privato alto, siamo un Paese più solido di altri quanto al debito privato. Avete visto il dato sui depositi bancari, quindi siamo un Paese, ovviamente con differenze, ma che comunque ha anche delle disponibilità finanziarie.
  Non è strano, tenuto conto che 2.200.000 famiglie e imprese hanno beneficiato e hanno fatto richiesta della moratoria, che non è semplicemente un congelare, ma è una forma di finanziamento, perché non si deve pagare il proprio bilancio. C'era una rata e non si paga più. Non solo: la moratoria prevede anche la possibilità di continuare ad attingere a linee di credito non tirate, che altrimenti sarebbero state immediatamente bloccate o modificate per effetto delle nuove condizioni. Quindi quello è credito, quindi è liquidità, e lì siamo a 250 miliardi. Poi ci sono tot domande e discutiamo se è accettabile il 50 per cento; magari adesso il 60; dieci giorni fa era il 30; e quello è un parametro. Ma parametrare sulla platea potenziale decidendo che tutti hanno fatto richiesta non è un dato utile.
  Io ho letto questa teoria che parametrava sulla platea potenziale e non la trovo una teoria convincente. Detto ciò, i numeri sono questi. Approfitto perché sennò «bazooka», «miccetta»: divertente opposizione di figure, di metafore. Ma io vorrei ricordare quello che noi abbiamo detto. Noi abbiamo detto complessivamente – ed è effettivamente un intervento senza precedenti, tra i più alti in Europa – che col sistema di garanzie arrivavamo a toccare 750 miliardi di liquidità, i quali sono scomposti nel modo seguente: circa 220 miliardi che pensavamo sarebbero stati oggetto delle moratorie, più altri delle altre sottocomponenti (Gasparrini, eccetera). Diciamo 250 per semplificare. Cento miliardi del Fondo Centrale di garanzia, 200 miliardi della garanzia SACE sui crediti e 200 miliardi del rafforzamento. Correggo l'onorevole Ferro: non c'erano già 250 miliardi, il sistema SACE prima era diverso, è stato cambiato proprio il meccanismo contabile. Noi abbiamo potenziato la garanzia SACE alle esportazioni: prima non era 200 miliardi, adesso è 200 miliardi. Ma è chiaro, quelli sono un altro conto. Complessivamente, con i decreti abbiamo messo in campo il sistema di garanzie e di moratorie che copre quella cifra. Questo – bazooka è una simpatica metafora – è molto consistente. Non abbiamo detto che tutto ciò sarebbe stato tirato in un mese, perché questo credo non sia proprio possibile umanamente. Abbiamo questi provvedimenti che mettono in campo queste cose entro la fine dell'anno. Come era non sorprendente, la moratoria è stata immediatamente utilizzata al di sopra dei nostri target, quindi siamo a 250-260, siamo oltre, ma ce lo si aspettava. Una parte, quella relativa alla Gasparrini, in realtà, che ha subito un collo di bottiglia iniziale per ragioni che vi ho detto, è in crescita, quindi lì andremo ulteriormente sopra i 250. Sul Fondo Centrale di garanzia siamo a 22 miliardi e mezzo su 100. Non abbiamo detto che tutti li devono usare, noi copriamo fino a 100. SACE, che è partita dopo, sta carburando con numeri crescenti. Abbiamo detto che siamo a 400 e qualcosa; adesso si arriverà a 7 miliardi e poi sono in lavorazione. Anche lì i numeri li vedo in crescita esponenziale. Quindi vanno valutati ciascuno per la sua categoria. I 200 delle esportazioni sono a parte, perché le esportazioni devono innanzitutto ripartire e quindi sono legate a un'altra dimensione. Immagino che alla fine dell'anno avremo usato gran parte di queste garanzie pubbliche, il che è tantissimo, perché era una cifra molto alta. Altri Paesi ne avevano una più bassa. Questo probabilmente dimostrerà, ma lo vedremo alla fine dell'anno, che era il periodo entro cui queste garanzie saranno accessibili sulla base delle nuove regole dell'Unione Europea, del Temporary Framework. Ora non ho con me il dato, quindi dovrei essere impreciso, ma mi perdonerete. Stiamo parlando già nel primo periodo Pag. 20  di una cifra di circa dieci volte superiore a quella dei quindici anni, dal 2000 al 2015. Stiamo parlando di numeri incomparabili rispetto agli altri periodi, anche rispetto alla crisi finanziaria che c'è stata. Naturalmente valutiamo se questo trend di crescita è in corso. Se sì, naturalmente arriveremo abbastanza presto a utilizzare i 100 miliardi, forse qualcosa di più, che abbiamo potenzialmente del Fondo Centrale di garanzia. Valuteremo le esigenze delle mid e large corporate rispetto a SACE. Lì si va più verso singoli prestiti significativi, molto grossi. Quindi complessivamente noi abbiamo messo in campo delle garanzie di livello senza precedenti e il sistema economico le sta utilizzando, in alcuni casi con grande rapidità ed efficacia, in altri con un inizio più faticoso, però con un incremento esponenziale. Stiamo adesso viaggiando a 20 mila al giorno, sono numeri molto alti. Vedremo adesso cosa succede. Poi è anche possibile che quando finirà il periodo della moratoria ci sia un ulteriore passaggio dalla moratoria a nuova finanza. Il bilancio è quantomeno prematuro per un provvedimento che ha il respiro di un anno, però è molto importante monitorare per individuare le criticità. Alcune le abbiamo immediatamente individuate, alcune riguardano proprio comportamenti non corretti. L'onorevole Pesco li richiamava, la compensazione imposta è vietata. Ci sono casi in cui i clienti potrebbero voler estinguere lo sconfinamento perché costa di più e quindi hanno un vantaggio a farlo, però deve essere solo una scelta individuale, non può essere, invece, una condizione della banca, altrimenti è improprio. Non può essere una strategia aziendale, sarebbe sbagliato e scorretto, so che voi avete giustamente preteso e ottenuto anche una circolare dell'ABI che ha chiarito questo aspetto. Poi ci sono queste differenziazioni e quindi anche la domanda «cosa fare», che molti di voi mi hanno rivolto. Naturalmente siamo in un sistema bancario con tanti attori privati. Non dubito che sarebbe esistito un attore singolo pubblico che sarebbe stato in grado di fare meglio, rapidamente, perché stiamo parlando di un processo capillare, non stiamo parlando di un'erogazione a fondo perduto di risorse; stiamo parlando di garanzie. Poi c'è il fondo perduto, ma le garanzie sono una cosa diversa. Faremo poi anche un confronto con gli altri Paesi, anche rispetto alle condizioni. Si parlava del tasso. Andate a vedere il tasso obbligatorio delle garanzie al 100 per cento in Germania: è significativamente più alto.
  Ora, cosa fare di fronte a queste differenze? Potrei cavarmela dicendo: «Cambiate banca, andate dalla banca che è più rapida; non siete obbligati a stare in una banca. Ce ne sono tante». Se una banca non ti respinge e un'altra te lo fa in 48 ore, io suggerirei di andare dalla banca che te lo dà in 48 ore, senza fare nomi; non sto qui facendo pubblicità. Mi sembra una cosa razionale da fare e forse adesso abbiamo dato il tempo a tutte le banche di mettere in campo. Poi ci sono casi specifici citati da voi. Invitateli, chiamateli a rispondere con i dati. Dite: «Ma scusi, perché il suo istituto fa così e quell'altro ha fatto cosà? Avete fatto una scelta, avete avuto delle difficoltà, avete avuto dei problemi? È stata una scelta strategica di investire meno su questo perché volevate magari spingere un altro prodotto?» Si può essere assolutamente esigenti nei confronti del sistema bancario, che deve dare il suo contributo e capire i problemi che possono essere stati iniziali. Per esempio, gli istituti più piccoli spesso si appoggiano su dei server che fanno loro, di fatto. Quindi in alcuni casi questi stessi server non erano abituati. Neanche qui faccio nomi, ma c'è un caso di un istituto che ha accumulato le domande per inviarle massivamente e quindi ha fatto aspettare tantissimo tempo. Anche loro hanno sbagliato. Erano attrezzati rispetto ai loro volumi abituali? Qua stiamo parlando di volumi che sono enormemente superiori a quelli ordinari, per di più in un momento in cui il grosso dei lavoratori è in smart working. Questo bisogna saperlo. Non voglio giustificare, sono il primo a essere severo ed esigente, anche perché, vi ripeto, se alcuni hanno potuto fare meglio di altri, vuol dire che era possibile anche con lo smart working, con le domande in aggiunta. Però bisogna tenere conto di questo e quindi non sorprende che il sistema possa Pag. 21 avere agito in modo differenziato. Naturalmente, occorre dare il tempo a tutti di assestarsi, di prendere le misure col provvedimento, magari di incorporare alcuni ulteriori miglioramenti, come questo dell'autocertificazione che implica che le banche possono fare affidamento su quanto dichiarato, che non devono svolgere accertamenti, riducendo così il rischio di essere esposti a concorso in bancarotta, alla concessione abusiva del credito. L'autocertificazione è un miglioramento significativo. Detto questo, poi non ci saranno scuse per nessuno. È legittimo, anche da parte vostra, da parte del Parlamento, sollecitare, individuare, evidenziare differenze e spiegare anche ai cittadini e alle imprese, che magari sono legati a un periodo in cui era più statica la dimensione, che è possibile rivolgersi all'istituto bancario che garantisce una maggiore efficacia e tempi migliori di erogazione. Sui tassi ho detto, sui numeri credo di aver detto e non riprendo la questione dei numeri, che avete posto in tanti, ma i numeri vanno parametrati sulle domande. Sulla manleva si è espresso il Parlamento, il tema è stato posto in Parlamento e si è scelto il meccanismo dell'autocertificazione. Io penso che questo rafforzerà ulteriormente l'efficacia delle misure. Non mi risulta, onorevole Bertoldi, che il Governatore Visco abbia invocato la manleva su antiriciclaggio e antimafia. Anzi, le posso garantire di no. Questi presidi antiriciclaggio e antimafia sono presidi irrinunciabili e, anche con i meccanismi, con le convenzioni, con l'autocertificazione, e quindi con i controlli ex post, sono perfettamente compatibili con la rapidità di erogazione. Abbiamo fatto il break down. Mi si chiedeva qualche dato regionale: confrontando la distribuzione del PIL tra le regioni e la distribuzione dei finanziamenti garantiti a livello regionale, ad oggi, non si evincono scostamenti significativi, cioè coincide col PIL, con una differenza massima di 2,2 per cento in più o in meno. In sostanza, l'erogazione dei finanziamenti è abbastanza omogenea a livello nazionale, cioè coincide col PIL; non con la popolazione, ma con in PIL; questo è prevedibile. Ovviamente nel Nord ci sono più finanziamenti. Il Nord Italia raccoglie il 55,9 dei finanziamenti con un PIL pari a 56,2. Anzi, è leggermente sotto la percentuale del PIL. Il Centro Italia, 21,6 di finanziamenti, PIL 21,1; il Mezzogiorno, invece, ha più finanziamenti del PIL. Contribuisce al PIL per 22,2 e beneficia del 22,9, quindi è l'unico che ha una differenza positiva. Poi vi darò i dati, così potete anche andare più approfonditamente a vedere regione per regione. Onorevole Ferro, lei parlava di assoluta insoddisfazione: sarei prudente nel precipitare giudizi finali. Valutiamo. Noi per primi, se si congelasse una situazione e non evolvesse, saremmo insoddisfatti, mentre se migliorasse, se si arrivasse a un'erogazione significativa e a un tasso di accoglimento di domande in tempi rapidi, saremmo soddisfatti. Adesso l'impegno è per andare verso una situazione di soddisfazione. Poi immagino che sentirete anche il Ministro Patuanelli, che ha un rapporto ancora più diretto con Mcc e con il Fondo Centrale di garanzia. Quanto a SACE, davvero, non ho assistito all'audizione, ma a me interessano i fatti. SACE eroga la garanzia in 48 ore. Questo è un fatto. Quindi non sembra imputabile a SACE nulla dal punto di vista dei tempi. Sono efficienti, ma perché è un lavoro che facevano prima; non sono stati scelti a caso. In questo caso la procedura è semplificata e nella procedura semplificata la garanzia finora è stata erogata sempre entro 48 ore, anzi in meno di 48 ore, in realtà in pochissimo tempo. SACE non ha costituito un elemento di rallentamento. Non lo è, assolutamente. Tra l'altro il meccanismo della garanzia di SACE è molto standardizzato e semplificato, ancorché ovviamente c'è uno skin in the game, un prestito più elevato e quindi c'è ovviamente valutazione del merito creditizio, perché stiamo parlando di prestiti grandi, e tuttavia sono stati molto semplificati, come anche i tempi di istruttoria, dei prestiti più elevati. Ovviamente ci sono. Non si può pensare che si valuti il prestito da 6 miliardi in 24 ore, ma questo credo che neanche voi l'abbiate richiesto. Anzi, giustamente siete qui a chiedere le condizionalità, le garanzie. Pag. 22 
  C'era una domanda sui derivati. È vero che oggi il valore di mercato è pari a circa 37 miliardi. Questo si deve a contratti chiusi negli anni passati, quando i tassi erano molto più alti. Se volessimo oggi chiudere questi contratti, non faremmo altro che pagare importi rilevanti cristallizzando questo valore negativo. Abbiamo un impatto sugli interessi che si sta progressivamente riducendo grazie al fatto che gradualmente i contratti scadono, soprattutto quelli più vecchi, che hanno tassi più alti. L'impatto previsto degli importi è del 2,8 per il 2020 e del 2,9 per il 2021. Quindi, proprio dal punto di vista dell'interesse della finanza pubblica, la chiusura anticipata non appare utile. La valutazione su quanto è stato fatto... insomma, siete qui per valutarlo. Come è stato correttamente ricordato, sono una eredità che abbiamo e noi cerchiamo di assicurare la massima trasparenza.
  Senatore Lannutti, leggeremo con attenzione queste proposte. Abbiamo, come noto, previsto un meccanismo di credibilità del credito di imposta, di sconto in fattura. È un meccanismo nuovo, lo valuteremo; il Parlamento sta esaminando. Credo sia uno stimolo, in una situazione di emergenza, a sostenere gli investimenti.
  La presidente Ruocco, infine, mi ha chiesto dei dati su FCA. FCA Italy presenta esposizioni debitorie di natura finanziaria principalmente nei confronti della holding incaricata della gestione della tesoreria accentrata. A fine 2019 l'entità dei debiti verso la società del gruppo risultava pari a 354 milioni, mentre l'indebitamento complessivo totale del gruppo FCA NV, quello globale, nel primo trimestre 2020 era pari a circa 14 miliardi di euro, ai quali, allo scopo di sostenere gli impatti finanziari derivanti dalla crisi Covid, sono aggiunte esposizioni debitorie per ulteriori 10 miliardi. Per quanto riguarda i debiti commerciali, a fine 2019 ammontavano a circa 6,8 miliardi di euro, con un numero di giorni medi di pagamento pari a 127, mentre i crediti commerciali sono pari a 3,4 miliardi con un numero di giorni medi pari a 53. L'emergenza sanitaria ha comportato anche in Italia il fermo della produzione industriale, il blocco delle attività commerciali, la riduzione della domanda, con inevitabili ripercussioni sull'intera filiera automotive italiana e anche il conseguente allungamento dei tempi medi di pagamento dei fornitori. Come sapete, i dati sulle vetture vendute ad aprile comprensibilmente sono... Per quanto riguarda gli impegni derivanti dal finanziamento assistito da garanzia statale, esso è destinato a supportare specifiche esigenze di FCA Italy, delle imprese italiane, peraltro obblighi della legge, contribuendo alla copertura dei costi del personale, al pagamento dei fornitori, agli investimenti e, al fine di assicurare che le erogazioni del finanziamento siano destinate allo scopo descritto, i flussi transiteranno su conti correnti dedicati e vincolanti, in modo da assicurare un controllo puntuale circa la destinazione delle somme erogate mediante meccanismi diretti di pagamento da parte della stessa banca a favore dei fornitori, dei dipendenti e degli investimenti programmati in Italia. I fornitori potenzialmente coinvolti sono circa 10 mila. Il contratto di finanziamento prevede specifici obblighi di rendicontazione periodica da parte di FCA Italy finalizzati ad accertare il rispetto degli impegni assunti dalle società. In caso di mancata attuazione o di ritardi nell'attuazione di tali impegni, in assenza di adeguate azioni di rimedio, sono stati definiti i meccanismi sanzionatori, che possono arrivare fino al rimborso anticipato dell'intero finanziamento. Poi ci sono degli impegni specifici relativi agli investimenti e all'occupazione. Questo è tutto. Grazie.

  PRESIDENTE . Ringrazio il Ministro Gualtieri. Dichiaro conclusa l'audizione. Dispongo che la documentazione sia allegata al resoconto stenografico della seduta.

  La seduta termina alle 16.35.

Pag. 23 

ALLEGATO 1

Commissione Parlamentare di inchiesta
sul sistema bancario e finanziario

L'applicazione delle misure riguardanti il settore bancario contenute nei decreti legge n. 18 e 23 del 2020, per il sostegno alle aziende ed imprese colpite dalla crisi conseguente alla pandemia sanitaria

Audizione dell'On. Roberto GUALTIERI
Ministro dell'Economia e delle Finanze

Palazzo San Macuto
Roma, 4 giugno 2020

  Gentile presidente Ruocco, onorevoli componenti della Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario,

  desidero innanzitutto porgere un ringraziamento per l'opportunità che mi viene offerta di fornire un primo bilancio dell'applicazione delle misure riguardanti il credito e la liquidità. Il Governo ha adottato queste misure con l'obiettivo contribuire a contrastare l'impatto dell'epidemia sulle condizioni economiche e finanziarie delle famiglie e del sistema produttivo del Paese, ed evitare l'innescarsi di una spirale negativa di contagio dall'economia reale al sistema finanziario e successiva retroazione da quest'ultimo all'economia reale.
  Si tratta di un bilancio necessariamente preliminare perché le misure stanno dispiegando i propri effetti e, in particolare quelle contenute nel decreto liquidità, che è stato pubblicato in gazzetta 8 settimane fa, stanno entrando ora pienamente «a regime».
  A partire dallo scorso 29 marzo, il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) ha promosso insieme al MISE la costituzione di una Task Force informale tra i principali soggetti impegnati nella realizzazione ed esecuzione delle misure di supporto alla liquidità, per l'efficiente messa in opera e il rapido impiego e utilizzo da parte dei destinatari e al contempo darne conto nelle competenti sedi istituzionali e attraverso la pubblicazione di report settimanali.
  Nell'ambito dei lavori che la Task Force conduce un contributo importante proviene anche dalle indicazioni che pervengono da cittadini, imprese e soggetti istituzionali. Tra questi ultimi, ringrazio in particolare questa Commissione per il dialogo che ha voluto instaurare con la Task Force e il supporto e gli stimoli forniti al fine di identificare disfunzioni e promuoverne la rimozione.
  Nel corso del mio intervento fornirò un quadro di insieme delle varie misure attivate dal Governo, illustrerò il disegno a esse sotteso e il rapporto di complementarietà tra i diversi strumenti, per poi descriverne contenuti ed effetti, condividendo con Voi prime valutazioni di efficacia e alcune considerazioni in ordine ai possibili sviluppi, alla luce del consolidamento delle prassi operative.

1. Le misure governative a sostegno della liquidità: il quadro di insieme

  L'intervento a sostegno della liquidità delle famiglie e delle imprese si è basato principalmente attraverso due strumenti: le moratorie dei Pag. 24 finanziamenti in essere, da un lato, e il rilascio di garanzie a favore di nuova finanza, dall'altro.
  Prima di soffermarmi su tali misure, sottolineo che esse rappresentano solo una parte di un più ampio e articolato insieme di interventi di sostegno e rilancio, di cui ho dato conto nelle precedenti audizioni in Parlamento.
  Moratorie e garanzie operano e sono state introdotte tenendo in considerazione il loro rapporto di complementarietà.
  La moratoria è uno strumento rapido, efficace sin da subito, semplice nella sua applicazione. È immediatamente operativa con una semplice comunicazione – anche tramite email – che è effettuata direttamente alla banca da parte dell'impresa che se ne voglia avvalere. Funge da essenziale «rete di sicurezza» che consente di far fronte immediatamente all'improvviso e imprevedibile calo delle entrate, permettendo di rinviare i pagamenti dovuti a un momento in cui l'emergenza sia cessata e le attività abbiano ripreso il loro corso ordinario, e di usufruire altresì dell'eventuale liquidità accordata dall'intermediario prima dell'epidemia.
  Rispetto alla moratoria, la garanzia dello Stato erogata a fronte di nuova finanza ha un obiettivo complementare: essa ha una finalità più strutturale, in quanto volta a supportare le imprese non solo nel breve periodo ma anche in funzione di bisogni e disegni imprenditoriali di medio e lungo periodo.
  Al contempo, rispetto alla moratoria lo strumento del finanziamento assistito da garanzia comporta necessariamente un maggior grado di scrutinio, perché implica – seppur con intensità diverse in relazione agli importi e alle forme tecniche dei finanziamenti – la gestione di un inevitabile trade-off tra l'esigenza di dare rapidamente un supporto alle imprese, da un lato, e la necessità di evitare abusi ovvero utilizzi criminali, dall'altro. Ciò significa che il finanziamento assistito da garanzia statale ha richiesto più tempo per essere impostato ed integrato nei processi operativi e tecnologici delle banche. Anche se ci sono stati istituti più rapidi ed efficienti di altri, così come numerosi casi di malfunzionamento e criticità, che vanno individuati, risolti e monitorati, occorre essere consapevoli che vi è un fisiologico ed inevitabile «tempo di apprendimento» di cui occorre tener conto. Su questi aspetti tornerò nelle conclusioni di questa relazione.

2. Le iniziative di moratoria

  L'Italia è stata il primo Paese a definire e introdurre la moratoria ex lege, e a rappresentare alle competenti istituzioni europee l'esigenza di tenere conto di questa misura sia nel Quadro Temporaneo per l'applicazione delle regole sugli Aiuti di Stato, sia nell'applicazione delle regole prudenziali in tema di qualificazione dei crediti oggetto di moratoria, evitando che essi siano considerati «posizioni ristrutturate» o implichino una valutazione negativa della qualità creditizia dei debitori. Grazie a questi interventi interpretativi da noi sollecitati, la misura è stata successivamente adottata – in ragione della sua efficacia – da diversi altri Paesi europei.
  Da una rilevazione a carattere sistematico effettuata dalla Banca d'Italia presso le banche, risulta che, a soli due mesi dall'iniziale Pag. 25 attivazione delle misure di moratoria, ex lege e/o volontaria, sono pervenute circa 2,4 milioni di domande o comunicazioni di moratoria su prestiti, per poco meno di 260 miliardi. Questo semplice dato è già un'indicazione importante dell'ampio successo riscontrato dalle varie iniziative di moratoria poste in essere.
  Si stima che, in termini di importi, circa l'85 per cento delle domande o comunicazioni relative alle moratorie sia stato accolto dalle banche, pur con differenze tra le varie misure; il 2 per cento circa è stato sinora rigettato; la parte restante è in corso di esame. Più in dettaglio, il 46 per cento delle domande di moratoria provengono da società non finanziarie (a fronte di prestiti per 176 miliardi). Le domande delle famiglie riguardano prestiti per circa 80 miliardi.
  Alla luce di tali dati, credo si possa affermare che, quando da parte di alcuni si lamentano ritardi nell'azione del Governo a supporto dell'economia reale, si trascura o non si tiene nella giusta considerazione questo importante filone di azione, i cui esiti già oggi appaiono ben al di là delle più ottimistiche previsioni iniziali, quando avevamo stimato in 220 miliardi i crediti oggetto di moratoria.

2.1. Moratoria ex lege sui crediti delle micro, piccole e medie imprese (art. 56 DL «Cura Italia»)

  Dall'emanazione del decreto-legge 'Cura Italia', le domande o comunicazioni di moratoria ex lege a favore delle PMI ai sensi dell'art. 56 sono state particolarmente numerose e hanno rappresentato la parte preponderante di quelle complessivamente pervenute alle banche: al 22 maggio erano state presentate quasi 1,2 milioni di domande, per un controvalore di circa 149 miliardi di euro.
  La Banca d'Italia evidenzia che, al fine di ridurre i tempi medi di lavorazione, le banche hanno progressivamente rafforzato i processi interni e adottato specifiche misure organizzative: [hanno costituito gruppi di lavoro dedicati; fatto ricorso a risorse del back-office; adattato le procedure informatiche in precedenza utilizzate per la gestione delle moratorie volontarie, si sono impegnate a riaccreditare le rate dei finanziamenti nei casi in cui esse sono state addebitate sui conti della clientela nell'attesa del perfezionamento della moratoria]. Queste misure sono state adottate in un contesto di emergenza senza precedenti, con una significativa componente di attività svolta in regime di lavoro delocalizzato.
  In base ai dati disponibili al 22 maggio, si stima che sinora, in termini di importi, circa l'89 per cento delle domande o comunicazioni relative alle moratorie ex art. 56 sia stato accolto; solo l'1 per cento sarebbe stato rigettato; la parte restante sarebbe in corso di lavorazione.

2.2. Moratoria per mutui prima casa (art. 54 decreto-legge «Cura Italia»)

  Con specifico riferimento alle iniziative di moratoria a supporto delle famiglie indebitate, i decreti «Cura Italia» e «Liquidità» hanno ampliato i criteri per accedere al cosiddetto Fondo Gasparrini, che Pag. 26 consente di sospendere le rate del mutuo prima casa e offre un contributo dello Stato sulla quota per interessi.
  Si stima che fino al 22 maggio siano state presentate circa 147.000 domande di accesso al Fondo, per un controvalore di mutui pari a circa 13 miliardi di euro e un importo medio di circa 89.000 euro. A inizio maggio il numero di domande pervenute al gestore si attestava a poco più di 50.000 (circa un terzo)(1) . L'adesione a questa misura appare pertanto in decisa accelerazione.
  Lo straordinario numero di richieste di accesso al Fondo Gasparrini – subordinato all'autorizzazione rilasciata da Consap SpA, società pubblica incaricata della sua gestione – ha determinato alcune iniziali criticità e ha richiesto la necessità di approntare specifiche soluzioni informatiche e operative da parte di Consap e delle banche, che si sono trovate a gestire quotidianamente un numero di richieste superiore a quelle che in media venivano ricevute nell'arco di un anno. Al fine di rendere più spedite le procedure, Consap ha già attivato una nuova piattaforma informatica.
  Inoltre, in sede di conversione del decreto «Liquidità» sono state previste modifiche normative volte a snellire il processo di lavorazione. È stato previsto che le banche possano procedere immediatamente alla sospensione dalle rate successivamente alla verifica della completezza e della regolarità formale della domanda, senza attendere l'esito dell'esame di Consap. Inoltre, Consap – ricevuta dalla banca per via telematica la domanda di sospensione – dovrà comunicare l'esito dell'istruttoria entro 20 giorni; la domanda si considererà comunque accolta decorso tale termine, in mancanza di un riscontro espresso di Consap.

2.3. Moratorie promosse da singoli intermediari o associazioni di categoria

  Le moratorie promosse dalle associazioni di categoria, che si sono avvalse dei suddetti chiarimenti ottenuti in merito all'applicazione delle regole prudenziali sulla qualità delle esposizioni soggette a moratoria, sono essenzialmente riconducibili agli accordi sottoscritti dall'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e dall'Associazione Italiana del credito al consumo e immobiliare (Assofin), con le associazioni di imprese e consumatori.
  L'ordine di grandezza di queste moratorie è paragonabile a quello delle moratorie ex lege, sia come numerosità delle domande sia come importo. Sulla base dei dati rilevati settimanalmente dalla Banca d'Italia, fino al 22 maggio sono pervenute oltre 1 milione di richieste di moratoria di categoria e individuali, per un controvalore di circa 99 miliardi di euro.[A fronte della moratoria ABI per i finanziamenti alle micro, piccole e medie imprese, siglata il 10 marzo 2020 tra ABI e le Associazioni di impresa, sono pervenute circa 44.000 richieste, per un controvalore di circa 8 miliardi di euro. Le moratorie ABI e Assofin per le famiglie, introdotte a fine aprile, hanno ricevuto quasi320.000 adesioni, per circa 13 miliardi di prestiti.]
  Le analisi della Banca d'Italia evidenziano che gli utenti hanno diffusamente aderito a queste iniziative delle banche, che in alcuni casi Pag. 27 riguardavano prodotti finanziari o clienti non rientranti nei requisiti previsti per accedere alle moratorie ex lege (ad es. credito al consumo, mutui per la ristrutturazione, per l'acquisto di abitazioni diverse dalla prima casa o mutui che, pur essendo connessi all'acquisto dell'abitazione principale, non presentano le caratteristiche idonee all'accesso del Fondo Gasparrini).

3. Il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI

  Il primo intervento in ordine di tempo sul fronte delle garanzie è avvenuto, come noto, potenziando la capacità operative e finanziarie del Fondo Centrale di garanzia per le PMI, per il quale da ultimo il Decreto Rilancio ha previsto lo stanziamento di ulteriori 4 miliardi e in sede di conversione del DL Liquidità sono intervenuti alcuni significativi emendamenti.
  Il Mediocredito Centrale (MCC) segnala che sono complessivamente 476.225(2)  le domande di garanzia accolte dal Fondo Centrale PMI nel periodo dal 17 marzo al 2 giugno 2020,per un importo complessivo di circa 18 miliardi di euro. Di queste, 439.738 sono riferite a finanziamenti fino a 25.000 euro, con percentuale di copertura al 100 per cento,per un importo finanziato di oltre 9miliardi di euroche, secondo quanto previsto dalla norma, possono essere erogati senza attendere l'esito definitivo dell'istruttoria da parte del Gestore. Per quanto riguarda l'erogato, i dati di cui disponiamo risalgono al 22 e indicano 6,6 miliardi di erogato, che presumibilmente oggi dovrebbe essere molto vicino ai 9 miliardi autorizzati, lo verificheremo appena saranno disponibili i dati.
  Si consideri che un mese fa le richieste di garanzia sui prestiti fino a 25.000 euro accolte dal Fondo di Garanzia erano poco più di 1000, per un importo di circa 26 milioni di euro mentre già a metà maggio tale numero era salito a quasi 240.000, per circa 5 miliardi di euro di importo. Il trend delle richieste è quindi in crescita esponenziale (pervengono al Fondo circa 20.000 istanze al giorno).
  Va chiarito che una garanzia dello Stato pari al 100 per cento, che tra i grandi Paesi è stata introdotta solo in Italia e Germania, non significa che il ruolo della banca erogatrice si riduca a quello di semplice agente di pagamento. Una garanzia è efficace se aiuta ad accedere a un credito che può essere ripagato, così da liberare le risorse per nuove garanzie su nuovi crediti (effetto leva). Non si tratta quindi di un contributo a fondo perduto e va considerato che sebbene ci si possa avvalere di verifiche semplificate e fondate sulla responsabilizzazione del richiedente, permane comunque untrade-off tra rapidità e ampiezza dell'erogazione e rischi di abusi e sprechi nell'utilizzo di risorse pubbliche, se non addirittura di infiltrazioni criminali. Anche in Germania ad esempio la qualità del credito è verificata attraverso il requisito di avere bilanci passati in utile. E il tasso di interesse richiesto è ben superiore a quello applicato in Italia sulla base del decreto.
  Le banche hanno espresso timori di poter incorrere in rischi legali per incauta erogazione del credito, ed eventuale concorso in reati di Pag. 28 bancarotta. Tali timori appaiono ridimensionati alla luce del più recente intervento normativo sulla portata legale delle autodichiarazioni.
  La Task force creata tra il MEF e le altre autorità di settore ha istituito dei canali per raccogliere le segnalazioni da parte della clientela sulle problematiche di accesso alle misure previste dai Decreti, similmente a quanto fatto dalla Commissione: in particolare, la Banca d'Italia ha potenziato i propri strumenti di contatto con l'utenza bancaria mediante una specifica sezione del proprio sito internet dedicata alla ricezione di esposti e un numero verde dedicato alle segnalazioni(3) .
  Nel complesso, credo si debba esprimere una valutazione di cauto ottimismo sui concreti risultati che iniziano a delinearsi dopo le difficoltà iniziali, sebbene non si può ignorare che i dati rilevano anche l'esistenza di criticità, in alcune banche più che in altre.
  Il numero in valore assoluto di richieste ricevute e di garanzie rilasciate dal FCG è assolutamente significativo, sia per numero delle pratiche sia per il valore, come ho ricordato poc'anzi. Tuttavia dalle prime segnalazioni ad hoc che la Banca d'Italia riceve dalle banche emerge come nella fase di avvio delle garanzie lo scarto tra il numero di domande presentate e le erogazioni fosse molto elevato, addirittura ben inferiore al 50 per cento. Circa le presumibili ragioni di questo scarto, va riconosciuto che le banche hanno dovuto modificare le proprie procedure operative e informatiche, nonché l'allocazione del personale per far fronte a un volume di domande senza precedenti, peraltro in un regime di esteso lavoro remoto.
  Alcune banche hanno dovuto adattare le procedure per dialogare in modo 'massivo' col sito di MCC, che gestisce le richieste per conto del FCG (cioè elaborando un gran numero di richieste in fase notturna). Inoltre, le richieste pervenute da imprese non precedentemente clienti delle banche impone una istruttoria per acquisire le informazioni necessarie sull'impresa. Le stesse difficoltà delle banche sono state incontrate dai servicer a cui alcune banche hanno esternalizzato la gestione delle richieste dei clienti per l'inoltro al Fondo/MCC. A causa di carichi operativi in forte aumento, di difficoltà iniziali di interfaccia informatica massiva, molti servicer hanno dovuto adattare gli organici e le procedure interne per riuscire a rispettare gli impegni assunti verso le banche in termini di numero di giorni necessari per l'inoltro delle domande a MCC.
  D'altro canto, occorre anche osservare come questo «delta» tra domande ed erogazioni si sta riducendo considerevolmente di settimana in settimana, e la settimana scorsa si attestava a circa il 50 per cento delle domande ricevute, un dato tuttavia ancora insoddisfacente. Premesso che un certo scarto tra questi due flussi (in entrata e in uscita) rimarrà anche a regime ed è del tutto fisiologico che ci sia – sia per i tempi istruttori, sia perché non tutti i richiedenti hanno i presupposti per ricevere il finanziamento – osservo che è presumibile Pag. 29 e auspicabile che il suddetto trend di miglioramento continui anche con le prossime rilevazioni. Continueremo a monitorare, anche rispetto alle singole banche. Con riguardo a queste ultime peraltro osservo che le rilevazioni mostrano che alcune di esse siano riuscite a soddisfare le domande di finanziamento con percentuali molto elevate e diametralmente opposte a quelle di altre, il che dimostra che l'assetto normativo non è di certo la variabile di ostacolo alla riuscita di queste operazioni.
  Grazie al contributo del Parlamento, in sede di conversione del Decreto Liquidità, la misura dei prestiti interamente garantiti dallo Stato è stata significativamente potenziata con: innalzamento a 30.000 euro dell'importo finanziabile (e la possibilità di incrementare in conseguenza l'importo per i finanziamenti già concessi); il riferimento – alternativo al fatturato – al parametro di spesa per il personale; l'allungamento a 120 mesi dell'ammortamento; la possibilità di contrarre finanziamenti fina a 30 anni e garantiti all'80 per cento dallo stato e al 100 per cento con i confidi; la semplificazione del calcolo del tasso. Inoltre, in un'ottica di opportuna semplificazione, è stato esteso (anche per le altre tipologie di prestiti garantite dal fondo PMI) il ricorso all'autocertificazione da parte dell'impresa, con l'esonero esplicito della banca erogante dall'obbligo di richiedere ulteriore documentazione sulle materie oggetto di autocertificazione.
  Per quanto poi attiene alle operazioni di rinegoziazione e consolidamento del debito in cui vi sia tuttavia credito aggiuntivo in misura almeno pari al 10 per cento dell'accordato, che in conversione è stato portato al 25 per cento (art. 13, comma 1, lett. e), i dati aggiornati a inizio giugno evidenziano che questa fattispecie rappresenta solo lo 0,5 per cento in termini di numero di domande pervenute al FCG (2,5 per cento in termini di importo finanziato).
  Essa sembra quindi avere, almeno finora, un peso ridotto, per quanto appaia comunque suscettibile di produrre frutti tangibili nell'interesse delle imprese finanziate, sia in termini di allungamento delle scadenze o revisione al ribasso dei tassi di interesse applicati alle imprese, sia in termini di credito aggiuntivo erogato, che risulta pari al 65 per cento, quindi in misura ben superiore al minimo del 10 per cento previsto dalla norma. È tuttavia possibile che la percentuale di credito aggiuntivo erogato possa diminuire anche di molto in relazione alle nuove erogazioni in corso di valutazione, specie tenendo conto che questa tipologia di finanziamenti ha delle istruttorie più precise, più dettagliate e quindi più lunghe. Sul punto, in sede di conversione del DL liquidità, è stato previsto che, per i finanziamenti deliberati dal soggetto finanziatore successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, la liquidità aggiuntiva dovrà ammontare al 25 per cento (e non più al 10 per cento) dell'importo del debito accordato in essere del finanziamento oggetto di rinegoziazione.
  In prospettiva, un punto di attenzione è relativo agli emendamenti introdotti all'articolo 13 in sede di conversione in legge del DL liquidità, sia per i prestiti fino a 25.000 euro, sia per il credito aggiuntivo minimo nelle ipotesi di rinegoziazione del debito. Queste modifiche, pur tese a un maggior favore degli schemi di garanzia nei confronti dei potenziali debitori, potrebbero allungare i tempi di lavorazione, se non disegnati con accuratezza: in particolare, occorrerà individuare soluzioni che consentano alle banche di proseguire con il processo deliberativo in Pag. 30 corso riferito alle domande già presentate, al fine di evitare che il loro iter di valutazione debba essere iniziato di nuovo, per tener conto delle modificate caratteristiche contrattuali, con ulteriori invii di flussi informativi, e quindi con il rischio di possibili ingolfamenti del sistema e connesso allungamento dei tempi di erogazione. Anche con riferimento a queste fattispecie, potrà fare la differenza la capacità delle banche di adottare al proprio interno soluzioni organizzative, tecnologiche ed operative che consentano – ove possibile – di incorporare in modo automatico queste modifiche, riducendo al minimo ulteriori adempimenti contrattuali e prevedendo la possibilità di trattare in modo massivo l'inoltro delle domande aggiornate ai nuovi parametri di legge. Mi risulta che ABI e MCC sono già al lavoro a tal fine.
  Infine, coerentemente con le preoccupazioni più volte espresse anche in questa Commissione in ordine all'opportunità di ampliare, ove possibile, il supporto alla liquidità anche a soggetti in temporanea difficoltà finanziaria, in sede di emendamento del DL liquidità è stata estesa la possibilità di accesso al Fondo Centrale di garanzia anche in favore di beneficiari finali che, pur presentando esposizioni classificate come inadempienze probabili o come esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate anche prima del 31 gennaio 2020, abbiano al momento della richiesta ripreso il normale pagamento delle proprie passività e le banche presumano l'integrale rimborso dell'esposizione. Ciò al fine di assicurare un efficiente utilizzo delle risorse del Fondo ed evitare il rischio che siano poste a carico della garanzia dello Stato imprese senza prospettive di recupero.

4. SACE: Garanzia Italia

  È chiaro il rapporto di complementarietà tra Garanzia Italia e FCG, dato che la prima è deputata a gestire richieste di finanziamenti di importo maggiore presentate da Mid e Large company, e opera solo in via additiva sul fronte del finanziamento alle PMI e small mid cap, nel caso in cui gli importi dei finanziamenti non possano essere coperti dal FCG.
  Nel periodo dal 20 aprile (data di entrata in esercizio della garanzia ex art. 1 del DL 23 del 8 aprile 2020) e fino al 2 giugno, le richieste di garanzia sono state concesse garanzie su 44 richieste, per un importo complessivo di 419 milioni di finanziamenti.
  Al 2 giugno risultano in lavorazione 3 richieste di garanzia per un importo complessivo pari a 6.720 milioni di euro, di cui 2 sono state deliberate e in attesa dell'emissione del decreto MEF, per un importo pari a 420 mln.
  Di particolare rilevanza, come è noto, è l'accordo per il finanziamento da 6,3 miliardi di euro con FCA Italy, interamente dedicato alle attività italiane dell'azienda automobilistica. Visto il rilievo dell'operazione l'autorizzazione sarà soggetta a particolari condizioni relative tra l'altro al pagamento dei fornitori strategici per la produzione negli impianti italiani, alla realizzazione degli investimenti in Italia, in particolare quelli dedicati allo sviluppo ed all'elettrificazione dei nuovi modelli in produzione nei vari impianti. La realizzazione dell'intervento avrà «rilevanti ricadute in termini di occupazione, investimenti e innovazione sostenibile», specie considerando l'articolato tessuto di Pag. 31 aziende fornitrici di piccole e medie dimensioni che fanno parte della filiera FCA in Italia.
  Infine, le potenziali operazioni di finanziamento in fase di valutazione e istruttoria da parte delle banche si confermano in circa 250 per un valore complessivo di circa 18,5 miliardi di euro. Una volta terminata l'attività di istruttoria, costruzione dei pool e conseguente delibera, le banche accreditate sul portale dedicato, a oggi oltre 200, presenteranno le richieste a SACE, che emetterà la garanzia entro 48 ore dalla ricezione come già accaduto per le richieste di garanzie fino ad ora ricevute e emesse in poche ore attraverso la piattaforma digitale dedicata.
  Da questi dati, emerge chiaramente come gli importi in gioco in Garanzia Italia siano importi elevati, per cui le esigenze di istruttoria e valutazione del merito creditizio dei richiedenti sono necessariamente più complesse e articolate di quelle che si hanno nel caso del FCG. SACE lavora sui volumi di erogato più che sulla quantità di richieste ricevute: l'effetto può essere quello di avere numeri non troppo significativi per le pratiche di istruttorie, ma un effetto in termini di volumi molto alto.
  È evidente come, per questa tipologia di interventi, sia particolarmente rilevante l'esigenza di trovare un appropriato bilanciamento tra, da un lato, le istanze pratiche di rapidità ed effettività dell'azione di sostegno e, dall'altro, l'esigenza di disporre di appropriati controlli.
  Al fine di tenere nel dovuto conto tutte le possibili opportunità di semplificazione dei processi di lavoro, in sede di conversione del Decreto Liquidità è stato previsto, anche per i finanziamenti garantiti da SACE, il ricorso ad un modulo di autocertificazione che consente all'impresa di autocertificare alcuni dati necessari alle banche e a SACE per valutare l'erogazione del finanziamento e della garanzia
  Con il DL Rilancio e la conversione del DL Liquidità, l'intervento di Garanzia Italia è stato inoltre rafforzato.
  In particolare, ne è stato ampliato l'ambito di operatività, con:
  la garanzia sull'assicurazione dei crediti commerciali a breve termine (art. 35 DL 34/2020), per gli indennizzi generati dalle esposizioni relative a crediti commerciali maturati dall'entrata in vigore del decreto e fino al 31/12/2020. In Italia, tale mercato vale 250 miliardi e dà copertura a circa 15 mila imprese, in prevalenza PMI. La garanzia pubblica è volta a scongiurare il rischio di una paralisi del mercato dell'assicurazione del credito con un effetto-domino sulla liquidità delle imprese e sull'economia;
  l'estensione alle operazioni di factoring pro solvendo, che consentirà alle aziende di accedere anche a tale strumento per le proprie esigenze di capitale circolante;
  l'ampliamento alle emissioni obbligazionarie e altri titoli di debito emessi da imprese italiane a cui sia attribuito un rating almeno pari a BB+, nell'ottica di allargare l'intervento per la liquidità a forme alternative a quelle del finanziamento bancario.
  Parallelamente sono stati anche rafforzati i presidi, poiché saranno escluse le imprese che controllano direttamente o indirettamente società con sede in paradisi fiscali ed è stato esteso l'obbligo di non distribuire dividendi o procedere al riacquisto di azioni proprie fino al 31/12/2020, all'ipotesi in cui l'azienda abbia già effettuato una distribuzione Pag. 32  nel corso del 2020 (in tal caso il divieto coprirà i 12 mesi successivi alla richiesta dell'intervento pubblico).]
  Il significativo rifinanziamento del Fondo che fronteggia la garanzia dello Stato verso l'operatività di SACE (incrementato di 30 miliardi con l'art. 31 del DL Rilancio) dà il senso del carattere strategico che il Governo attribuisce all'intervento. In prospettiva, credo si possa essere assolutamente fiduciosi sul fatto che, nei prossimi mesi, i volumi di SACE si confermeranno molto significativi.

5. Considerazioni conclusive

  In conclusione, voglio ribadire che semplificazione e connessa responsabilizzazione dei soggetti coinvolti sono le due principali direttrici che caratterizzano le misure sinora adottate: si è inteso valorizzare la responsabilità del singolo, anche a sostegno della rapidità delle banche erogatrici, facendo leva sullo strumento dell'autodichiarazione e sulle conseguenze anche penali in caso di mendacio, sia per le moratorie sia per il rilascio delle garanzie.
  Al contempo, si è affidato un compito rilevante alle istituzioni bancarie e finanziarie, unici attori in grado di garantire un afflusso adeguato e sufficientemente rapido di risorse al sistema economico, attesa la capillarità e la consuetudine nell'interlocuzione finanziaria con famiglie e imprese.
  Infine, sono stati selezionati in modo oculato i soggetti pubblici a cui affidare la gestione delle garanzie pubbliche, individuati tra istituzioni (Fondo PMI, SACE) già rodate e ben interfacciate con il sistema bancario e finanziario e con l'utenza.
  Il mix di queste scelte rappresenta un sistema che, una volta entrato in funzione, sta progressivamente dimostrando la propria efficacia.
  Ciò non deve far ridurre l'impegno che tutte le parti coinvolte devono continuare a profondere per migliorare il funzionamento dell'operazione.
  In particolare, mentre la moratoria ha fornito da subito buoni riscontri in termini di efficacia, per lo strumento della garanzia diversi fattori spiegano la necessità di tempi di «messa a terra» e di «apprendimento» ben diversi da quelli delle moratorie. Mi riferisco all'improvvisa moltiplicazione dei carichi di lavoro per le banche, peraltro intervenuta in un momento organizzativo di grande stress; ai necessari tempi di adeguamento degli assetti organizzativi e delle procedure informatiche (si pensi, ad esempio, all'iniziale impossibilità di immettere in modo massivo, e non per singola pratica, le domande da trasmettere e presentare ad MCC per la garanzia del Fondo Centrale); alla necessità di formazione degli operatori di filiale, che sono coloro che vengono in contatto con imprese e famiglie sul territorio. D'altro canto, la diversità di risposta da parte delle singole banche nell'erogare i finanziamenti garantiti rivela come l'assetto giuridico e amministrativo consenta di poter fare fronte alla domanda di credito delle famiglie e delle imprese.
  Avendo presenti queste considerazioni, credo che l'evoluzione dei dati a partire dall'attivazione delle misure evidenzi in maniera chiara un costante miglioramento nei tempi medi di lavorazione delle domande, Pag. 33  di erogazione dei finanziamenti, nelle percentuali di accoglimento delle domande e di erogazione dei prestiti.
  In sostanza, data la portata, l'ampiezza e il carattere repentino del processo di cambiamento globale nel quale le banche si sono trovate a operare, tempi di adeguamento più lunghi nella fase iniziale appaiono nostro malgrado fisiologici. Il segnale incoraggiante e positivo è che vi sono chiare indicazioni del fatto che questi tempi si stanno man mano riducendo e stabilizzando.
  Non mancano, come ho detto, casi problematici o di malfunzionamento di sistemi, procedure, assetti organizzativi. Compito e obiettivo esplicito della Task Force è porre in essere le iniziative necessarie atte a consentire soluzioni strutturali. Continueremo pertanto a essere vigili e proattivi sulle procedure e sui risultati, ma siamo fiduciosi sul fatto che il trend positivo che osserviamo possa continuare e che le misure di supporto all'economia reale potranno dispiegare i propri effetti in maniera ottimale.
  In questo senso, nell'ambito delle sue attività, la Task Force continua a monitorare su base settimanale l'andamento delle misure, con una raccolta continuativa di dati e segnalazioni resa possibile dal network di istituzioni che la compongono. Dei risultati di tali attività si continuerà a dar conto nelle prossime settimane.

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(1)  Comunicato congiunto Task Force N° 96 del 06/05/2020

(2)  In particolare, le domande accolte relative alle misure introdotte con i decreti 'Cura Italia' e 'Liquidità' sono 473.616, pari a un importo di circa 17,5 mld di euro di finanziamenti.

(3)Le segnalazioni e gli esposti alla Banca d'Italia relativi ai finanziamenti fino a 25.000 euro hanno rappresentato nelle prime settimane di maggio più del 40 per cento del totale. Tra le principali lamentele si annoverano: i) il mancato tempestivo riscontro alle richieste (21 per cento); ii) lungaggini procedurali (16 per cento); iii) la presenza di segnalazioni in Centrale dei Rischi o in altri Sistemi di informazioni creditizie (15 per cento).