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XVIII Legislatura

V Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Mercoledì 24 giugno 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Borghi Claudio , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, nell'ambito dell'esame del decreto-legge n. 34 del 2020, recante Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Borghi Claudio , Presidente ... 3 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 3 
Borghi Claudio , Presidente ... 5 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 5 
Borghi Claudio , Presidente ... 6 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 6 
Borghi Claudio , Presidente ... 6 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 6 
Borghi Claudio , Presidente ... 6 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 6 
Borghi Claudio , Presidente ... 7 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 7 
Borghi Claudio , Presidente ... 7 
Faro Marialuisa (M5S)  ... 7 
Borghi Claudio , Presidente ... 7 

(La seduta, sospesa alle 19.45, è ripresa alle 19.50) ... 7 

Borghi Claudio , Presidente ... 7 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 7 
Giglio Vigna Alessandro (LEGA)  ... 7 
Borghi Claudio , Presidente ... 7 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 8 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 8 
Borghi Claudio , Presidente ... 8 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 8 
Patassini Tullio (LEGA)  ... 9 
Borghi Claudio , Presidente ... 9 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 9 
Borghi Claudio , Presidente ... 9 

(La seduta, sospesa alle 20.05, è ripresa alle 20.10) ... 10 

Borghi Claudio , Presidente ... 10 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 10 
Paternoster Paolo (LEGA)  ... 11 
Borghi Claudio , Presidente ... 11 

(La seduta, sospesa alle 20.20, è ripresa alle 20.25) ... 11 

Borghi Claudio , Presidente ... 11 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 11 
Borghi Claudio , Presidente ... 13 
Garavaglia Massimo (LEGA)  ... 13 
Gelmini Mariastella (FI)  ... 14 
Padoan Pietro Carlo (PD)  ... 16 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 18 
Fregolent Silvia (IV)  ... 19 
Fassina Stefano (LeU)  ... 20 
Zennaro Antonio (Misto-PP-AP)  ... 21 
Raduzzi Raphael (M5S)  ... 22 
Cattoi Vanessa (LEGA)  ... 22 
Lucaselli Ylenja (FDI)  ... 24 
Borghi Claudio , Presidente ... 25 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 25 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 32 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 32 
Zennaro Antonio (Misto-PP-AP)  ... 32 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 32 
Zennaro Antonio (Misto-PP-AP)  ... 33 
Gualtieri Roberto (PD) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 33 
Borghi Claudio , Presidente ... 34

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare: Misto-PP-AP.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
CLAUDIO BORGHI

  La seduta comincia alle 19.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, nell'ambito dell'esame del decreto-legge n. 34 del 2020, recante Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, nell'ambito dell'esame del decreto-legge n. 34 del 2020, recante Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori della Commissione, avverto che dopo l'intervento del Ministro sono previsti interventi fino a un massimo di due per ciascun gruppo per un tempo complessivo di circa dieci minuti per gruppo. Invito quindi i rappresentanti dei gruppi, di intesa tra loro, a far pervenire al banco della Presidenza, durante lo svolgimento della relazione, i nominativi dei componenti del proprio gruppo designati a intervenire. Do quindi la parola al Ministro Gualtieri.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Presidente, onorevoli deputati, vi ringrazio per l'opportunità di confrontarmi nuovamente con voi sul decreto-legge «Rilancio», che è all'esame di questo ramo del Parlamento per la sua conversione in legge, e, più in generale, naturalmente, sull'azione del Governo a sostegno dell'economia. Vi ringrazio per il lavoro intenso che so che state svolgendo per migliorare e rafforzare le misure che abbiamo introdotto per gestire una sfida senza precedenti, difficilissima per il nostro Paese. Esprimo naturalmente la piena disponibilità del Governo non solo al confronto, ma anche alla collaborazione con questa Commissione e con il Parlamento. Come è noto, il decreto-legge «Rilancio» è il più corposo tra i provvedimenti che sono stati adottati dal Governo per far fronte all'emergenza economica determinata dal coronavirus. Abbiamo iniziato addirittura con un primo decreto ministeriale il 24 febbraio; poi si sono succeduti altri provvedimenti, tra i quali i principali sono i cosiddetti decreti-legge «Cura Italia» e «Liquidità», e nel complesso gli interventi fin qui posti in essere hanno avuto un impatto di 75 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e di 180 miliardi di euro in termini di saldo netto da finanziare. Sono risorse, con ogni evidenza, molto ingenti che collocano il nostro Paese tra quelli in Europa che hanno sostenuto lo sforzo di bilancio maggiore, secondo solo a quello messo in campo dalla Germania, anzi probabilmente il maggiore per dimensione rispetto alle garanzie emesse a sostegno della liquidità delle famiglie e delle imprese. In particolare, il pacchetto di misure introdotte con il decreto-legge «Rilancio» è il Pag. 4più corposo tra i tre provvedimenti principali che ho citato ed è basato su un mix di interventi che hanno un impatto di 55 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e di 155 miliardi di euro in termini di saldo netto da finanziare.
  Queste misure sviluppano e rafforzano gli obiettivi e la strategia che sono stati definiti sin dall'inizio della pandemia lungo un impianto che è poi analogo a quello che è stato via via seguito dalla maggioranza dei Paesi europei: sostenere, innanzitutto, con risorse adeguate lo sforzo straordinario del sistema sanitario, della Protezione civile e di tutte le forze impegnate ad assistere i cittadini e a contenere l'epidemia; garantire la cassa integrazione per tutti i lavoratori dipendenti; assicurare un sostegno al reddito a tutte le tipologie di lavoratori autonomi e parasubordinati; fornire una rete di protezione alle famiglie in difficoltà, non tutelate da strumenti di welfare preesistenti; sostenere il più possibile la liquidità delle imprese per preservare la loro capacità produttiva; erogare dei contributi a fondo perduto e coprire una parte dei loro costi, come quelli, per esempio, per gli affitti; incentivare la loro capitalizzazione e, per questa via, anche l'assorbimento delle perdite; alleggerire la pressione fiscale; incentivare gli investimenti, in particolare quelli orientati alla sostenibilità, all'innovazione, alla coesione; finanziarie adeguatamente la scuola e l'università; aiutare le famiglie e contribuire allo sforzo straordinario degli enti territoriali e delle regioni. Si tratta, indubbiamente, di un perimetro molto largo di interventi che, tuttavia, era necessario predisporre e varare per non lasciare indietro nessuno, per assorbire il più possibile l'impatto economico e sociale del lockdown e le conseguenze dirette e indirette della pandemia che, senza queste misure e senza la loro portata e ampiezza, sarebbe stata pesantissima e insostenibile.
  Come ha rilevato la Banca d'Italia, senza le misure economiche del Governo la contrazione del prodotto interno lordo sarebbe stata molto più pronunciata. Un recente studio ha mostrato come gli interventi del Governo hanno avuto effetti anche rispetto ai vari percentili mitigando, in particolare, in misura maggiore la perdita di reddito dei ceti meno abbienti, che erano e sono naturalmente i più vulnerabili di fronte all'impatto economico della crisi. D'altronde, proprio i numerosissimi emendamenti che sono stati presentati dai parlamentari al decreto-legge in esame dimostrano la piena consapevolezza della necessità di assicurare interventi ad ampio raggio, che inevitabilmente richiedono un certo grado di granularità proprio per garantire equità negli effetti e per eliminare o minimizzare il più possibile il rischio di escludere segmenti della popolazione colpiti dalla crisi e, quindi, meritevoli come gli altri degli aiuti adeguati.
  Peraltro, sul tema della complessità delle norme e delle procedure attuative, in alcuni casi necessarie a garantire la loro efficacia, in altre naturalmente meritevoli – speriamo – anche nel vostro contributo di miglioramento, sono state dette e scritte anche alcune cose non esatte. Come voi sapete bene, dei 266 articoli del decreto-legge «Rilancio», ben 191, cioè il 72 per cento, sono autoapplicativi: dal blocco dell'IRAP alla riduzione degli oneri delle bollette, dal reddito di emergenza all'indennità di 600 euro per gli autonomi, dal Fondo «Terzo settore» all'indennità per colf e badanti, solo per fare alcuni esempi. Mentre delle 49 norme attuative più importanti, ben 40 sono già operative: dal contributo a fondo perduto alle imprese al credito di imposta sugli affitti commerciali, dall'indennità per i lavoratori dello sport all'emersione dei rapporti di lavoro. Quindi, l'attuazione delle norme sta procedendo secondo le previsioni, in alcuni casi anche in anticipo. Al riguardo, sono contento di essere qui il giorno in cui l'Agenzia delle entrate è riuscita a fare meglio dei piani facendo partire i bonifici relativi ai primi due giorni di domande in anticipo rispetto alle previsioni, con una procedura che, proprio perché è stata elaborata e definita anche nella norma con la necessaria articolazione, si è, invece, rivelata nella pratica assai semplice ed efficace e anche, nei limiti del possibile, più equa perché consente di modulare l'intervento in rapporto Pag. 5alla perdita del fatturato, che naturalmente non potrà mai essere compensato integralmente, ma tale intervento, rispetto a una soluzione flat, si è dimostrato, nei limiti del possibile, maggiormente equo e preciso.
  Naturalmente, ci sono poi interventi e misure che sono in via di completamento – avremo modo, magari, di confrontarci su questi – anche sulla base di una interlocuzione in corso con la Commissione europea, perché sono gli interventi della fase successiva, del sostegno alla capitalizzazione delle imprese medio-grandi, che noi abbiamo inaugurato con il nostro decreto insieme ad altri Paesi e che stiamo ancora predisponendo. Da questo punto di vista, penso che questo decreto-legge si stia mettendo a terra nei tempi previsti; ciò non significa – lo sappiamo bene – che non ci siano stati complessivamente alcuni problemi e criticità di implementazione, in particolare, come è ben noto a tutti noi, per quanto riguarda l'erogazione della cassa integrazione in deroga e l'avvio di una parte delle misure sulla liquidità, che ora fortunatamente stanno marciando a pieno regime, anche se è bene continuare a esercitare vigilanza affinché tutti gli istituti bancari si adeguino alle pratiche di quelli che erogano liquidità con rapidità ed efficienza.
  Oltre alle criticità – quella sulla cassa integrazione in deroga ci ha portato addirittura a riformare la relativa procedura proprio nel decreto-legge «Rilancio» –, ci sono stati anche casi di particolare efficacia e velocità, come ad esempio per quanto riguarda le moratorie su prestiti e mutui, che l'Italia ha introdotto per prima in Europa e che stanno interessando una cifra davvero priva di eguali in termini di liquidità oggetto di queste moratorie, o l'erogazione della seconda tranche del contributo di 600 euro ai lavoratori autonomi o numerose altre misure. Quindi, è bene assolutamente evitare ogni tipo di trionfalismo – il Governo lo sta facendo –, che sarebbe del tutto fuori luogo di fronte alle difficoltà e ai problemi del Paese e alle criticità e ai limiti dell'azione di contrasto a questi problemi. Ma è bene anche evitare rappresentazioni inesatte e pretestuose e avere un giudizio equilibrato che ci deve portare, tutti insieme, a lavorare, con il massimo sforzo e il massimo impegno, per attuare le misure e per definire il quadro di un impegno, che io spero sia il più possibile condiviso, per sostenere il rilancio dell'economia.
  Il Governo, come è noto, ha previsto nel Documento di economia e finanza di aprile una caduta del PIL dell'8 per cento per il 2020 e una ripresa per il 2021 del 4,7 per cento, in base alle politiche allora vigenti. Sappiamo – lo abbiamo detto – che i rischi per la previsione ufficiale sono, come si dice in gergo tecnico, al ribasso, in particolare perché la caduta dell'attività economica in aprile è stata più grave del previsto a causa del proseguimento delle chiusure produttive e delle misure di distanziamento sociale fino al 4 maggio. Tuttavia, le nostre valutazioni non sono altrettanto pessimistiche di quelle, ad esempio, oggi pubblicate dal Fondo Monetario Internazionale, che ha previsto, non solo per l'Italia, ma anche per tutti i Paesi europei (Commenti dei deputati della Lega)... Stavo dicendo che il Fondo Monetario Internazionale oggi ha pubblicato delle previsioni più pessimistiche per l'Italia e per tutti gli altri Paesi. Come ho detto, noi siamo consapevoli, per le ragioni che vi ho illustrato, che i rischi rispetto alla nostra previsione sono al ribasso e aggiorneremo a breve la previsione ufficiale. Di ciò daremo conto al Parlamento. Riteniamo, però, errato esagerare in chiave pessimistica perché la riapertura dell'economia sta già producendo effetti tangibili (Commenti dei deputati della Lega). Credo che se si prevede l'8 per cento di calo del PIL, non si possa parlare di ottimismo. Stiamo parlando della riduzione del PIL, che è un fatto di per sé negativo (Commenti del deputato Iezzi)...

  PRESIDENTE. Deputato Iezzi! Silenzio, per cortesia.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Io penso sia doveroso per il Governo commentare le previsioni del Fondo Monetario Internazionale. La riapertura dell'economia sta producendo Pag. 6 effetti tangibili: riprendono i consumi elettrici, la produzione industriale, il traffico autostradale e ferroviario. L'intervento attuato con il decreto n. 34 del 2020, secondo le stime da modello, avrà un impatto positivo sull'economia di alcuni punti percentuali, in particolare lo 0,6 è una delle stime dei modelli. Tra le altre principali istituzioni italiane, L'ISTAT ha valutato recentemente la caduta media del PIL nel 2020 a -8,3 per cento, mentre la Banca d'Italia ha previsto almeno il -9 per cento. Tutto questo ci dice, quindi, che siamo in una forchetta rispetto alla quale noi auspichiamo che la possibile revisione al ribasso rispetto alle nostre previsioni sia sensibilmente inferiore a quella che alcune istituzioni più pessimistiche hanno varato oggi e in linea, invece, con quelle indicate dall'ISTAT e dalla Banca d'Italia. Questi dati determinano forchette che in entrambi i casi indicano una caduta del PIL molto significativa, anche se è bene notare che il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto, invece, un sensibile rimbalzo di crescita per l'anno successivo, prevedendo per il prossimo anno una crescita per l'Italia sensibilmente superiore a quella prevista dal Governo italiano. In ogni caso, è evidente che occorre rafforzare gli interventi a sostegno dell'economia e della ripresa (Commenti della deputata Tomasi).

  PRESIDENTE. Onorevole Tomasi! Cortesemente, facciamo finire il Ministro, altrimenti devo richiamarvi all'ordine.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Se non avete fretta, ripropongo la descrizione del decreto-legge che ho fatto in questa Commissione molto a lungo, ma io, proprio per rispetto verso di voi, che conoscete molto bene il contenuto del provvedimento, visto che ci state lavorando, ritengo superfluo dilungarmi nel descrivere nel dettaglio i vari articoli di cui si compone, perché li conoscete meglio di me. Se volete lo posso fare, naturalmente, ma volevo dire qualcosa di nuovo e di aggiuntivo, se mi consentite di parlare (Commenti del deputato Giglio Vigna)...

  PRESIDENTE. Onorevole Giglio Vigna! Basta!

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Stavo dicendo che, rispetto a questa esigenza di rafforzare gli interventi a sostegno dell'economia e della ripresa, il Governo è impegnato nella definizione di un ambizioso piano di rilancio pluriennale che è stato discusso con le forze sociali e produttive agli Stati Generali. Una parte consistente di tale piano confluirà nel Recovery Plan italiano che presenteremo a settembre insieme alla Nota di aggiornamento al DEF, nel quadro del piano europeo «Next Generation EU» che l'Italia sta negoziando e che auspichiamo possa consentire di disporre di risorse significative per rilanciare una stagione di investimenti e riforme in un orizzonte pluriennale, permettendo all'Italia non solo di sostenere e di rilanciare l'economia, ma anche di affrontare alcuni problemi strutturali di bassa crescita, di eccessive diseguaglianze, di insufficiente livello di produttività, di innovazione (Commenti dei deputati della Lega)...

  PRESIDENTE. Onorevole Iezzi, la richiamo all'ordine (Commenti del deputato Iezzi)! Onorevole Iezzi, l'ho già richiamata una volta (Commenti del deputato Mancini)! Onorevole Mancini, forse si tende a dimenticare il passato: io cerco di essere imparziale. Se lei fa qualche esercizio di memoria, si ricorderà cos'è successo l'anno scorso con il Ministro Tria. Come allora, conduco i lavori sempre alla stessa maniera. Chi c'era si ricorda come andarono le cose. Lasciamo proseguire il Ministro, cortesemente (Commenti dei deputati della Lega – Commenti del deputato Donno)... Onorevole Donno, la capienza dell'Aula è rispettata, in quanto non ci sono deputati in piedi. Adesso, però, andiamo avanti.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Stavo dicendo che, rispetto a questo piano di rilancio, il Governo presenterà al Parlamento, a breve, il Programma nazionale di riforma (PNR), che, come è noto, avremmo dovuto presentare insieme al DEF, ma che abbiamo deciso, anche sulla base della possibilità che ci veniva concessa dalle deroghe europee, Pag. 7di rinviare proprio per poterlo tarare a un'analisi più approfondita dell'impatto economico derivante dal coronavirus. È una prospettiva di rilancio rispetto alla quale il confronto con il Parlamento e con tutte le forze di maggioranza e di opposizione è da noi fortemente auspicato. Quindi, raccogliendo, da questo punto di vista, l'invito che è venuto anche da alcune forze di opposizione, auspico che intorno al PNR si possa sviluppare in questo Parlamento un confronto approfondito sulle strategie di rilancio del Paese (Commenti dei deputati della Lega)...

  PRESIDENTE. Vogliamo lasciare finire il Ministro? Ricordo che ci sarà tutto il tempo per le domande e per la replica del Ministro (Commenti dei deputati della Lega). Il Ministro nel suo intervento illustra ciò che ritiene opportuno, poi, nel corso degli interventi, ognuno avrà modo di dire quello che pensa.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Sono convinto che ci sono, invece, gruppi interessati a un confronto sul futuro delle riforme e degli investimenti e sul PNR. Intendevo comunicare che sul PNR il Governo intende sviluppare un confronto in Parlamento. Tuttavia, è necessario anche predisporre e dare forza agli interventi immediati, rafforzando e garantendo anche la continuità di alcune misure di sostegno ai lavoratori, alle imprese e alle famiglie, che sono presenti anche nel decreto-legge «Rilancio». Per questo motivo il Governo presenterà una richiesta di scostamento la cui quantificazione è in via di definizione, così come le misure (Commenti del deputato Iezzi)...

  PRESIDENTE. Onorevole Iezzi, la richiamo all'ordine e la faccio allontanare dall'Aula. Lasciamo parlare il Ministro, altrimenti sono costretto a sospendere la seduta (Commenti dei deputati della Lega). Onorevole Iezzi, si allontani dall'Aula!

  MARIALUISA FARO. Non avete rispetto per i deputati che vogliono ascoltare l'audizione del Ministro (Commenti dei deputati della Lega)!

  PRESIDENTE. Onorevole Iezzi, esca dall'Aula (Commenti del deputato Iezzi)! Sospendo brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 19.45, è ripresa alle 19.50.

  PRESIDENTE. Se c'è silenzio e tranquillità, possiamo riprendere i lavori. Ora che c'è tranquillità, do la parola al Ministro.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Sulla base di due elementi di analisi, uno di tipo macroeconomico e uno più specifico, che credo utile sviluppare ed esplicitare, ossia un'analisi della situazione economica e la consapevolezza del lavoro difficile che il Parlamento, in questa Commissione, sta svolgendo rispetto a risorse definite e, quindi, limitate e con la volontà legittima di affrontare numerosi temi e questioni al fine di rafforzare le misure a sostegno delle famiglie e delle imprese, stavo spiegando e argomentando le ragioni per le quali il Governo – credo sia un'informazione utile che può contribuire al vostro lavoro – presenterà al Parlamento una nuova richiesta di scostamento, la cui quantificazione è in via di definizione, così come l'arco delle misure che conterrà, e che tuttavia, nelle intenzioni del Governo, ha lo scopo anche di concorrere ad affrontare alcuni temi, alcune questioni, rispetto alle quali so che siete impegnati e che sono particolarmente difficili da affrontare, da sciogliere compiutamente nel quadro delle risorse attualmente disponibili sulla base delle vigenti autorizzazioni di spesa, che stanno orientando anche il vostro lavoro. Quindi ci sono alcuni temi, alcune questioni che vi volevo illustrare. Il Governo intende recepire, affrontare...

  ALESSANDRO GIGLIO VIGNA. I tempi?

  PRESIDENTE. Mi sembrava di essere stato chiaro (Commenti dei deputati della Lega)... Durante gli interventi potete porre Pag. 8al Ministro le vostre domande (Commenti dei deputati della Lega). Non si può fare così! Basta! Devo espellere altri deputati (Commenti del deputato Tabacci – Commenti dei deputati della Lega)? Onorevole Giglio Vigna, la richiamo all'ordine! Non si può andare avanti così, a forza di richiami all'ordine ed espulsioni! Cerchiamo, se possibile, di evitare questo dialogo disordinato (Commenti del deputato Caffaratto). Onorevole Caffaratto!

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Stavo dicendo che, per le ragioni che vi ho indicato, il Governo presenterà una richiesta di scostamento con l'obiettivo di varare entro la metà del prossimo mese, quindi in tempi piuttosto rapidi, un ulteriore decreto che avrà l'obiettivo di prolungare e di garantire la continuità delle misure già adottate, valutando la necessità di interventi aggiuntivi rispetto alle misure a sostegno dei lavoratori e delle imprese contenute nel decreto «Rilancio» e nei precedenti provvedimenti. Penso che questa intenzione, che naturalmente è soggetta all'autorizzazione parlamentare sulla base delle procedure costituzionali, sia però utile per facilitare il lavoro di questa Commissione. Quindi, anche se, come ho detto, il Governo è al lavoro per la definizione del perimetro e dell'entità complessiva di questo intervento, volevo anticipare alcuni temi che abbiamo intenzione di affrontare nel prossimo decreto-legge, perché, essendo consapevole che su alcuni di questi temi è in corso un lavoro e sono stati presentati emendamenti con la volontà di affrontare determinati nodi, la consapevolezza che il Governo li affronterà nel prossimo intervento può, in qualche modo, facilitare il vostro lavoro e aiutarvi a focalizzare e individuare le priorità concentrando gli interventi in modo da renderli il più possibile efficaci. Questa è l'intenzione del Governo.
  Tra questi temi volevo indicarne alcuni sui quali già l'orientamento è abbastanza definito. Innanzitutto, c'è il doveroso sostegno ai comuni, ai quali il Governo ha già dedicato, anche con questo decreto-legge, risorse importanti volte al ristoro delle mancate entrate fiscali e anche a sostegno della liquidità. Siamo, tuttavia, consapevoli che la conseguenza dell'impatto economico del lockdown determina un calo delle entrate che, in alcuni casi, è superiore alla portata delle risorse derivanti dalle misure già varate dal Governo. Quindi è nostra intenzione fare ciò che peraltro abbiamo sempre annunciato e in proposito, come sapete, è in corso un dialogo molto costruttivo e positivo, un tavolo con i comuni, in cui fin dall'inizio, noi abbiamo dichiarato che insieme avremmo misurato e valutato le risorse aggiuntive necessarie a colmare il gap tra quanto già previsto (i famosi 3 miliardi di euro più le risorse precedenti) e quanto, invece, risulta in termini di mancate entrate e di necessario sostegno economico per consentire ai comuni di chiudere i bilanci o gli assestamenti e di mantenere il livello necessario di erogazione dei servizi che sono fondamentali a garantire la tenuta sociale ed economica del Paese. Questo lavoro consensuale che stiamo svolgendo è in via di finalizzazione e, come abbiamo sempre detto, ciò che sarà necessario a colmare questo gap sarà oggetto di un provvedimento specifico del Governo e, quindi, confluirà nel prossimo decreto-legge.

  TULLIO PATASSINI. Perché non lo prevediamo nel decreto-legge «Rilancio»?

  PRESIDENTE. Onorevole Patassini, la richiamo all'ordine!

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Per far fronte a questa legittima esigenza, sconsiglierei di tagliare alcune delle misure importanti a sostegno dei lavoratori e delle imprese contenute nel decreto in esame. Proprio per evitare di trovarci di fronte a queste scelte difficili, il Governo, come peraltro aveva annunciato fin dall'inizio, ha intenzione di garantire il rispetto degli impegni presi con i comuni. Lo stesso vale per le regioni, sia quelle a statuto speciale che quelle a statuto ordinario. È in corso un tavolo, ma di fatto si tratta di due sottotavoli, che proficuamente stanno lavorando con le regioni e, analogamente, gli esiti e le esigenze che Pag. 9deriveranno da questo lavoro, in via di finalizzazione, saranno raccolti. Il Governo si farà carico, sempre se il Parlamento lo consentirà, di adottare queste misure per sostenere le regioni, che insieme ai comuni, alle città metropolitane e alle province, vorrei ringraziare davvero sentitamente per la collaborazione e per l'impegno straordinario che stanno mettendo in atto, considerate le condizioni così difficili. Il Governo si farà carico di sostenere le regioni nel loro impegno per l'erogazione dei servizi necessari e per assolvere i loro compiti. Questi sono i primi due capitoli. Poi vi è, naturalmente, la questione delle misure di sostegno al lavoro e all'occupazione, ossia gli ammortizzatori sociali e la cassa integrazione. Su questo, come sapete, al netto, siamo i primi ad aver riconosciuto...

  TULLIO PATASSINI. Noi abbiamo 8.000 sindaci che aspettano lei!

  PRESIDENTE. Onorevole Patassini! Non vorrei farle raggiungere l'onorevole Iezzi, però non continui così.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Approfitto della circostanza perché mi ha consentito di ricordare una cosa che non avevo detto: intendiamo accompagnare la definizione dei tempi e delle forme di questo intervento con un rinvio delle scadenze di bilancio, in modo da consentire ai comuni di avere il tempo necessario di incorporare le risorse aggiuntive che verranno destinate attraverso il nuovo intervento nelle loro previsioni e poter far fronte ai loro compiti, anche dal punto di vista degli adempimenti di bilancio. Questo vale per i comuni e per le regioni: si tratta di un tema che abbiamo discusso consensualmente in modo molto costruttivo con le regioni e con i comuni. Quindi anche il rinvio della scadenza, che potrebbe essere al 15 settembre, concorre, insieme alla tempistica del decreto e alla gestione dei tempi e delle risorse, anche a consentire alle regioni e ai comuni di assolvere i loro obblighi di bilancio.
  Poi c'è il capitolo della cassa integrazione e delle misure di sostegno all'occupazione, alle quali il Governo ha giustamente destinato delle risorse estremamente rilevanti. Al netto delle criticabili lentezze di cui ho già parlato, l'azione del Governo ha assicurato e garantito la copertura di questo fondamentale ammortizzatore sociale a tutti i lavoratori dipendenti e a tutte le tipologie di impresa. È un impegno senza precedenti, giusto e che naturalmente va modulato, va proseguito, va prolungato in modo da continuare a garantire il sostegno necessario ai lavoratori e alle imprese. Stiamo lavorando insieme al Ministro Catalfo per definire dimensioni, forme e modalità di questo intervento di rafforzamento e prolungamento delle misure a sostegno dell'occupazione e a tutela del reddito, anche tenendo conto della necessità di favorire la ripresa del lavoro e dell'occupazione e, al tempo stesso, di garantire la più solida e robusta rete di protezione sociale. Su questo il Governo è al lavoro proprio per far sì che tale aspetto diventi un terzo pilastro di questo intervento, che appare necessario e che sarà proporzionato e commisurato alle esigenze dell'economia e del mondo del lavoro e sul quale intendiamo definire forme e modalità, come abbiamo peraltro fatto anche per altri interventi.
  Vorrei ricordare che in Italia siamo riusciti a conciliare anche una graduale ripartenza dell'economia e la riapertura delle attività alla piena garanzia della salute dei lavoratori attraverso un patto che è stato sottoscritto tra sindacati, imprese e Governo. Siamo stati tra i primi a farlo. Siamo i primi in Europa ad aver coinvolto sindacati, imprese e Governo per definire i protocolli di sicurezza. Con lo stesso spirito noi vorremmo, insieme ai sindacati e alle imprese, discutere di questa fondamentale dimensione dell'intervento per garantire e accompagnare il sostegno all'economia e la ripresa nei prossimi mesi. Questo sarà il terzo (Commenti dei deputati della Lega)...

  PRESIDENTE. Per cortesia! Il Ministro ha quasi finito il suo intervento, credo. Non credete sia meglio per tutti lasciare finire il Ministro e poi lasciare spazio alle domande (Commenti del deputati Giglio Vigna e Caffaratto)? Onorevole Caffaratto, richiamo all'ordine Pag. 10 anche lei! Onorevole Giglio Vigna, la richiamo all'ordine! È il secondo richiamo, quindi, cortesemente, onorevole Giglio Vigna, abbandoni l'Aula (Commenti del deputato Giglio Vigna). Onorevole Giglio Vigna, abbandoni l'Aula, per cortesia. La sto richiamando da troppo tempo (Commenti del deputato Giglio Vigna). Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 20.05, è ripresa alle 20.10.

  PRESIDENTE. Do la parola al Ministro affinché possa proseguire il suo intervento.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Il capitolo relativo alla cassa integrazione e agli ammortizzatori sociali sarà il terzo capitolo. Credo sia un tema di qualche interesse per i lavoratori e le imprese. Spero lo sia anche per tutti voi. Naturalmente ci confronteremo nel merito anche con il Parlamento, oltre che con le forze sociali, per la definizione di questi interventi. Naturalmente, essendo voi impegnati nel quadro di risorse definite dal decreto in esame, che su questo aspetto presenta numerosi articoli e numerosi interventi, e considerato che sono stati presentati diversi emendamenti su questo tema, credo sia di qualche interesse e utilità tenere presente il fatto che su questo aspetto vareremo un provvedimento specifico. Ho appena detto quando. Credo che siate consapevoli delle procedure parlamentari necessarie per disporre di ulteriori risorse di bilancio. Posso illustrarle, ma credo che tutti voi le conosciate.
  Venendo al quarto punto, come è noto, con i precedenti decreti-legge il Governo ha sospeso e rinviato adempimenti fiscali per le imprese di alcune filiere e per le imprese che avevano subìto perdite e ha rinviato da settembre a dicembre il pagamento delle relative imposte. Noi riteniamo che sia appropriato modificare questo schema di pagamento, di ripresa, di proroga. Su questo intendiamo intervenire per diluire maggiormente il pagamento delle imposte che sono state rinviate in modo da alleggerire sostanzialmente il carico fiscale per le imprese che hanno subìto maggiormente l'impatto del coronavirus e della conseguente crisi economica. Queste misure, come è noto, nel momento in cui riguardano anni successivi al 2020, hanno un impatto di bilancio e quindi un intervento di questo tipo potrà essere realizzato esclusivamente sulla base di una conseguente autorizzazione di spesa. Ma, a nostro giudizio, si tratta di un intervento necessario per ridurre la pressione fiscale di quest'anno, in particolare sulle imprese che sono state maggiormente colpite per effetto del coronavirus. Questo intervento si accompagnerà a quelli già varati, come l'abolizione del saldo e dell'acconto IRAP e anche all'annunciato rinvio dei pagamenti fiscali previsti al 20 luglio per i contribuenti ISA (indici sintetici di affidabilità) e forfettari, con cui intendiamo anche alleggerire il carico per gli intermediari, che, da un lato, stanno operando in condizioni di difficoltà e, dall'altro, stanno anche – e per questo vorrei rivolgere loro un ringraziamento – processando numerosi strumenti nuovi, che proprio il Governo ha varato a sostegno dei lavoratori e delle imprese, ma che richiedono spesso, come il credito d'imposta sugli affitti, un carico di lavoro maggiore proprio per gli intermediari. Siamo, infatti, consapevoli del fatto che, nonostante l'Agenzia delle entrate abbia questa volta rilasciato il software ISA tempestivamente – se non ricordo male il 4 maggio –, poi chi lo doveva materialmente rilasciare, a causa del lockdown e della cassa integrazione, spesso lo ha fatto tardi. Molti intermediari hanno potuto poi utilizzare il software tardivamente. Quindi, in aggiunta a questi due interventi, ci è sembrato anche utile predisporre questo ulteriore intervento di rinvio delle scadenze fiscali. Ovviamente per la sua attuazione sarà necessario un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ma lo abbiamo già annunciato.
  C'è poi un tema importante che riguarda la liquidità delle imprese. Come ho detto e come sapete bene – ci siamo confrontati su questo anche con la Commissione finanze, ma anche con voi in questa Commissione –, il decreto-legge «Liquidità», non nella parte relativa alle moratorie, Pag. 11 che è stata immediatamente efficace e rapida, ma nella parte relativa ai prestiti garantiti, ha avuto un inizio lento, con una serie di criticità che conosciamo bene, che si sono gradualmente venute superando e che adesso vedono, anzi, un ritmo di concessione dei prestiti garantiti che solo temporaneamente, negli ultimi giorni, è rallentato leggermente per introiettare le positive modifiche che questo Parlamento ha introdotto alla normativa, che riguardano gli aspetti relativi ai dieci anni e ai 30.000 euro e, soprattutto, alla possibilità di arrivare anche fino a trent'anni per i prestiti a 80 o a 100...

  PAOLO PATERNOSTER. Le banche non danno nulla!

  PRESIDENTE. Onorevole Paternoster, la richiamo all'ordine! Non è permesso un dialogo di questo tipo (Commenti del deputato Paternoster). Onorevole Paternoster, l'ho già richiamata all'ordine! Non si può fare così (Commenti del deputato Paternoster)... Onorevole Paternoster, la richiamo all'ordine una seconda volta! Abbandoni l'Aula, per cortesia (Commenti dei deputati della Lega)... Onorevole Coin! Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 20.20, è ripresa alle 20.25.

  PRESIDENTE. Do la parola al Ministro affinché possa proseguire il suo intervento.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Stavo dicendo che il Fondo centrale di garanzia sta accelerando le erogazioni di credito alle imprese e i numeri sono piuttosto eloquenti. Stavo, appunto, dicendo che c'è stato un piccolo rallentamento negli ultimi giorni, dovuto proprio al fatto che il sistema si sta adattando a gestire le modifiche che sono state introdotte e che auspico – avevo già rilevato autonomamente questa questione – siano introiettate nelle procedure in modo rapido ed efficiente. Tuttavia, i numeri ci dicono che il tasso di concessione di prestiti garantiti, in particolare quelli garantiti al cento per cento, ma anche gli altri, cresce in misura molto consistente. Ciò non toglie che, naturalmente, permangano differenze e criticità tra istituto e istituto, ma dal punto di vista dei numeri questo determina l'esigenza di valutare ed eventualmente rafforzare le dotazioni a sostegno del Fondo centrale di garanzia. Questo sarà un altro elemento di un possibile intervento nel prossimo decreto-legge.
  C'è poi una questione che noi valuteremo e su questo davvero vorrei rispondere soprattutto alle vostre domande, perché credo sia per voi di scarso interesse una descrizione puntuale del decreto-legge, che conoscete a menadito. C'è, però, una serie di temi, al di là di questi più generali che ho identificato – comuni, regioni, cassa integrazione e sostegno al reddito, scadenze fiscali già prorogate, liquidità – su cui so che siete impegnati con particolare intensità. Sono consapevole del fatto che non sarà possibile definire per tutti questi temi delle soluzioni adeguate e soddisfacenti nell'ambito delle dotazioni di risorse attualmente disponibili per il Parlamento. Quindi, il Governo è pronto, anche attraverso il dialogo con il Parlamento, che vede nell'occasione di oggi un momento – auspico – utile proprio ad ascoltare e ad esprimere la disponibilità su alcuni di questi temi, ad affrontarli nel quadro del prossimo decreto-legge e sulla base delle risorse che saranno rese disponibili. Ovviamente anche questi interventi di tipo più settoriale dovranno avere una natura limitata, perché naturalmente l'impegno del Governo è quello di definire e proporre una dimensione significativa e adeguata a questo intervento, il quale – questo vale sempre e comunque – riguarderà risorse finite, che dovranno essere utilizzate in modo ottimale, efficiente, sempre garantendo e assicurando la piena sostenibilità dell'intervento. Tuttavia, riteniamo di essere nelle condizioni di poter affrontare alcuni temi. Quindi io vorrei manifestare la disponibilità del Governo a dialogare con i relatori e con tutti i parlamentari per definire insieme una possibile distribuzione – vorrei dire allocazione – di temi e di questioni che consenta a voi di poter concentrare Pag. 12meglio le risorse disponibili su alcuni interventi senza doverle «disperdere» in modo eccessivo su troppi settori sui quali si ritiene spesso, e in molti casi legittimamente e giustamente, di dover realizzare gli interventi.
  Ci sono, quindi, alcune questioni settoriali che meritano una riflessione particolare. Io credo che il dialogo in questo caso sia particolarmente necessario, ma sono consapevole, ad esempio, che ci sono filiere produttive sulle quali il Parlamento sta ragionando con particolare attenzione. C'è un dibattito, c'è una discussione, ci sono degli emendamenti sul tema, ad esempio, dell'automotive, che sicuramente rappresenta una filiera molto importante. Il Governo è disponibile a considerare e a valutare insieme a voi l'ottimizzazione e l'allocazione tra i vari provvedimenti (questo e il prossimo) di un eventuale intervento a sostegno di questo settore. C'è anche la questione dei settori che hanno un'evidente stagionalità. In proposito, anche se naturalmente dobbiamo esaminare i concreti sviluppi dell'economia in questi settori, è presumibile attendersi e immaginare un impatto più forte rispetto ad altri. Penso, ad esempio – ne ha già parlato in Parlamento il Ministro Franceschini – al settore del turismo, che, naturalmente, anche noi auspichiamo possa ricevere sostegno dalla domanda interna in un processo di ripresa sicura, che gli consenta di ripartire. Questo settore però – è un'osservazione sicuramente banale, ma oggettiva – dipende anche molto dal turismo internazionale e quindi potrà presumibilmente anche subire un impatto prolungato rispetto ad altri settori la cui la riapertura può assicurare una ripresa più significativa. Quindi è doveroso che rispetto al settore del turismo il Governo abbia un'attenzione particolare, modulando anche eventuali interventi aggiuntivi rispetto allo sviluppo delle attività proprie di questo settore. Ho fatto due esempi significativi di temi su cui, in modo anche consensuale, noi potremmo definire una divisione dei compiti.
  Ci sono poi temi su cui so che siete al lavoro proficuamente. Il Governo rispetta le scelte del Parlamento, che sono scelte emendative e migliorative rispetto alle modalità con cui il Governo ha definito il profilo di interventi. Volevo anche assicurare la disponibilità al dialogo e al confronto, naturalmente nel rispetto dei ruoli. So che è in atto un lavoro intenso al quale stiamo contribuendo, dando anche il necessario sostegno tecnico, per esempio per interventi di affinamento e di miglioramento di una misura molto significativa, che, credo, riscuota un consenso da parte di tutti, come la detrazione del 110 per cento per le spese relative ad interventi di rafforzamento sismico, della resilienza sismica o di efficienza energetica degli edifici. È un intervento già molto corposo e significativo, che proprio per questo ha anche riscosso particolare interesse e attenzione. È in atto un lavoro di affinamento rispetto al quale il Governo è disponibile, nei limiti, anche in questo caso, delle risorse stanziate, ma con l'impegno a ottimizzare e a massimizzare l'efficacia dell'intervento e a dare il necessario impulso, naturalmente salvaguardando l'impostazione generale volta ad assicurare, anche con meccanismi innovativi e positivi – penso alla cedibilità del credito di imposta e allo sconto in fattura –, un significativo sostegno pubblico ad azioni che hanno una forte esternalità positiva, come quella di affrontare il rischio sismico ed energetico, e che tuttavia, proprio per l'entità del sostegno, gravano in misura molto significativa sul bilancio pubblico. Pertanto, è doveroso che un intervento di questo tipo abbia la necessaria ambizione.
  Allo stesso modo so che sul fronte del sostegno agli affitti siete impegnati per cercare di valutare interventi rafforzativi per affrontare specifiche situazioni rispetto alle quali la modulazione dell'intervento definito dal decreto-legge «Rilancio» può essere migliorata. So che siete impegnati su alcuni interventi settoriali e che è in corso una discussione che il Governo rispetta e guarda con attenzione. Ci sono questioni, come ad esempio il tema dei professionisti rispetto ai contributi a fondo perduto, sulle quali c'è stato un dibattito che il Governo guarda con attenzione e con rispetto e sul quale è disponibile ad argomentare la relativa Pag. 13 definizione nel decreto-legge «Rilancio». Ma adesso vorrei lasciare spazio ai vostri interventi, anche perché purtroppo ci è stato tolto un po' di tempo, forse non nel modo più utile e proficuo. Ritengo, infatti, che la fase delle vostre domande e della mia replica sia forse la più utile, ma comunque tenevo a identificare prima le aree rispetto alle quali il Governo può prendere un impegno volto ad affrontare le relative questioni nel prossimo decreto-legge e quelle rispetto alle quali c'è un pieno impegno e interesse a facilitare il lavoro migliorativo che il Parlamento sta svolgendo. Naturalmente, avevo preparato un intervento più lungo, ma credo che a questo punto possiamo concentrarci sul dialogo più specifico e sui punti che vorrete porre. Quindi concludo qui, definendo questa cornice, questa impostazione, questo interesse al dialogo, con l'auspicio – anzi, la certezza – che la larga maggioranza dei componenti di questa Commissione intenda lavorare costruttivamente per assicurare le misure più efficaci possibili ai cittadini, alle famiglie e alle imprese. Il Governo sta lavorando con grande intensità, ma anche nella consapevolezza della eccezionalità e della straordinarietà della crisi che ci ha investito e che ha anche determinato una compressione e una riduzione della capacità ordinaria di dialogo tra Governo e Parlamento. C'è stata una straordinarietà inevitabile rispetto alle procedure e volevo ringraziare i parlamentari per l'impegno costruttivo e la consapevolezza delle difficoltà del contesto in cui abbiamo operato. Spero che il dialogo sugli emendamenti al decreto-legge «Rilancio» e sulla definizione consensuale di alcuni temi sui quali si potrà concentrare il prossimo provvedimento sia un'occasione per rafforzare la collaborazione tra Governo e Parlamento e anche per riaffermare la disponibilità del Governo a dialogare e ad ascoltare tutte le posizioni, nella misura in cui si pongano con un atteggiamento costruttivo che punta soprattutto a definire e a realizzare interventi efficaci per i cittadini. Vi ringrazio e sono pronto a rispondere alle vostre domande.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Ricordo che il criterio per l'ordine degli interventi è decrescente rispetto alla dimensione del gruppo. Ricordo che qualora, ad esempio, gli interventi di un gruppo sono due, se il primo intervento dura più di cinque minuti, sottrae tempo al secondo.

  MASSIMO GARAVAGLIA. Grazie, presidente. Grazie, gentile signor Ministro. Io potrei sintetizzare il suo abbastanza lungo intervento in tre punti. Il primo riguarda il fatto che non ci ha parlato di IVA. Quindi questa è una notizia: la riduzione dell'IVA non è all'ordine del giorno. Il secondo punto è un'autocritica giusta. Ci dice giustamente che non vanno disperse le risorse in modo eccessivo, esattamente come è stato fatto con questo decreto-legge. Il terzo punto riguarda l'annuncio di un nuovo decreto-legge «Sforamento». Il decreto-legge «Sforamento» affronterà i temi degli enti locali, della cassa integrazione e delle proroghe fiscali. Quindi per il suo intervento bastava un minuto.
  Veniamo alle domande, sono due, una generale e una puntuale. In merito alla domanda più generale, all'inizio della crisi lei sostanzialmente disse che il primo intervento del Governo, consistente in 2,5-3 miliardi di euro, era più che sufficiente e recuperabile nella seconda parte dell'anno. Preghiamo con il gomito che l'anno si chiuda con un calo del 12 per cento del PIL. La Lega all'inizio della crisi affermò che servivano 100 miliardi di euro di sforamento, tutti maledettamente subito, per fare tre cose: cassa integrazione, contributi reali agli autonomi e quello che noi abbiamo chiamato un anno bianco fiscale, prevedendo misure volte ad eliminare gli acconti e a una riduzione di imposte chiara. Non è stato fatto e adesso si rincorre. Alla fine arriveremo comunque a 100 miliardi di euro e, se non saranno 100, saranno 90, cambia poco. Però abbiamo perso quattro mesi e l'effetto di questo ritardo è che, invece di chiudere onorevolmente l'anno come gli altri Stati, chiuderemo con una riduzione di 12 punti di PIL. Questa è la prima questione, tutta politica. Sappia, Ministro, che la Lega voterà il prossimo scostamento se si siede al tavolo con le forze Pag. 14politiche di opposizione e, insieme a noi, decide come impostarlo, perché nel decreto-legge in esame, con i voti della Lega sullo scostamento, avete messo la sanatoria agli immigrati. Questa è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Non c'è rispetto verso il Parlamento.
  Veniamo ai temi che vogliamo introdurre nel provvedimento in esame. Una delle cose più semplici, che dobbiamo fare subito, riguarda le scuole paritarie. Con 150 milioni di euro risolviamo un problema ed evitiamo di trovarci a settembre con 300.000 bambini o ragazzi senza scuole e 2,5 miliardi di euro da spendere. Questo intervento però possiamo metterlo in atto subito, le altre cose le dobbiamo fare in itinere.
  Venendo alla domanda puntuale, le chiedo per quanti anni sarà sospeso il patto di stabilità. Infatti, se l'anno venturo si torna alle regole del patto di stabilità, si possono anche stanziare tutte le risorse che vuole, ma siamo rovinati. Le sottopongo altri temi rispetto ai quali bisogna intervenire. Se si interviene sul turismo occorre farlo con risorse importanti. Lo stesso vale per il settore dell'automotive. In merito alle proroghe, occorre modularle in maniera adeguata, perché se le risorse non sono distribuite in modo efficace, a settembre una miriade di imprese rischia di fallire. Quindi facciamo le cose in modo razionale e portiamo a trent'anni la durata del prestito, così diventa capitale e non è più prestito. Noi siamo per interventi razionali.
  Un'altra questione puntuale riguarda la norma di contabilità che sciaguratamente avete cambiato nel decreto-legge. Adesso si sta tentando ancora di metterci mano. Io ho anche l'onore di essere uno dei sottoscrittori della norma di contabilità che viene modificata, che prevede che l'unità base di voto del Parlamento totalmente trasparente è la missione o il programma. Nel decreto-legge in esame si prevede che il Ministro può, come vuole, rimodulare le risorse all'interno di missioni e programmi. Addirittura può, volendo, dequalificare la spesa da investimento a spesa corrente. È come se un sindaco, approvato il bilancio all'inizio dell'anno, poi fa quello che vuole senza sentire il consiglio comunale. Questa norma fascista, ci faccia una cortesia, la tolga lei: fa più bella figura.

  MARIASTELLA GELMINI. Grazie, presidente. Signor Ministro, noi la ringraziamo per la sua presenza in Commissione, che riteniamo importante, perché il Paese ha già vissuto la stagione degli esperti e la stagione delle task force e ha da poco visto la conclusione della kermesse di Villa Pamphili, senza che sia arrivato in Parlamento – e questo non ci conforta – un benché minimo provvedimento che sia il frutto della kermesse di Villa Pamphili. Quindi pensiamo e ci auguriamo – le sue parole vanno in questa direzione – che il decreto-legge «Rilancio» ponga al centro il protagonismo del Parlamento e sia un po' anche un rilancio del ruolo del Parlamento, perché lei ha evocato i tre provvedimenti più significativi che sono stati in discussione in queste aule e, in parte, approvati. Mi riferisco ai decreti-legge «Cura Italia», «Liquidità» e «Rilancio» e io le devo dire, signor Ministro, che dal punto di vista del metodo noi non possiamo dirci soddisfatti. Infatti, il decreto-legge «Cura Italia» ha visto sostanzialmente un «non dialogo» con le opposizioni, il decreto-legge «Liquidità» ha registrato timidi miglioramenti e, secondo noi, il decreto-legge «Rilancio» deve vedere un confronto che non sia solo di natura formale, ma che entri nel merito degli emendamenti che noi abbiamo presentato e dei contenuti del provvedimento in questione. Lo dico perché credo doveroso ricordare che questi provvedimenti sono il frutto di due voti, quelli sugli scostamenti di bilancio che hanno visto l'opposizione decisiva per raggiungere quella maggioranza qualificata indispensabile per poter consentire di mettere sul piatto tante risorse.
  Abbiamo detto più volte che i 55 miliardi di euro del decreto-legge «Rilancio» sono pari a due manovre finanziarie, quindi ci fa piacere che questa volta non ci sia stato chiesto di presentare solo emendamenti non onerosi o ordini del giorno. Però, signor Ministro, ci sono davvero amplissimi margini affinché alcuni temi vengano affrontati con il contributo vero dell'opposizione. Pag. 15 Vado a elencare questi temi. Il primo è quello delle scadenze fiscali. Su questo, alle 20.40 di lunedì scorso, avete annunciato, a mezzo di un comunicato stampa del Ministero dell'economia e delle finanze, l'imminente emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che sposterebbe la scadenza del 30 giugno al 20 luglio. Noi pensiamo, invece, che le scadenze non debbano essere spostate né a luglio né a settembre, ma si debba almeno arrivare alla fine dell'anno. Ci sono emendamenti di Forza Italia ai decreti-legge «Liquidità», «Cura Italia» e «Rilancio» che aprono una finestra un po' più ampia, perché oggi noi sappiamo che, purtroppo, per le ragioni che lei ha elencato, la liquidità non sempre, anzi in tanti casi non è ancora arrivata e, a fronte di mesi di lockdown, purtroppo non ci sono le risorse per pagare le tasse e quindi occorre almeno rinviare non a luglio o a settembre, ma alla fine dell'anno le scadenze fiscali. È un elemento sul quale vi invitiamo a riflettere e a prendere una posizione chiara, che renda più semplice il lavoro dei professionisti, ma soprattutto degli operatori, dei lavoratori e delle imprese.
  Prima il collega Garavaglia ha affrontato il tema delle scuole paritarie che noi ovviamente condividiamo, perché troppe volte si parla di quanti soldi bisogna spendere per le scuole paritarie e di quanti soldi lo Stato deve dedicare alle scuole paritarie e ci si dimentica, invece, di quanto lo Stato risparmi grazie alle scuole paritarie. Voglio ricordare che il 30 per cento delle scuole paritarie è a rischio chiusura, ma lo Stato risparmia miliardi di euro grazie al fatto che più di un milione di studenti frequentano le scuole paritarie. Io rivolgo questo appello al Governo, ma non possiamo essere dei Ponzio Pilato e, quindi, credo che anche con le forze presenti in Parlamento, se vogliamo un protagonismo vero del Parlamento, forse ci possa essere su questo tema una trasversalità che va dal centrodestra fino anche ai partiti della maggioranza per votare gli emendamenti che tutti i gruppi hanno presentato e che darebbero la possibilità alle scuole paritarie e a un sistema educativo di eccellenza di sopravvivere.
  Apprendiamo poi che rispetto all'articolo 25, che riguarda le risorse a fondo perduto, purtroppo non sono ancora contemplati, anzi sono stati esclusi dall'accesso al fondo perduto i titolari di partite IVA e i lavoratori autonomi. Su questo io mi auguro che ci sia un supplemento di riflessione, anche perché su questi emendamenti c'è un parere favorevole del Ministro Catalfo, ma credo che manchi ancora il parere del Ministero dell'economia e delle finanze. Tuttavia, vi è la necessità di non allargare ulteriormente la forbice tra i tutelati e i non tutelati. Purtroppo le lungaggini nell'erogazione della liquidità stanno allargando le distanze tra coloro che hanno sostanzialmente avuto danni assolutamente parziali dal lockdown, come pensionati e lavoratori dipendenti, e chi si è visto azzerare il fatturato e purtroppo in molti casi le risorse a fondo perduto non sono arrivate. Allora, io le chiedo, signor Ministro, se può prendere in considerazione i nostri emendamenti all'articolo 25, affinché tutte le partite IVA e i lavoratori autonomi vengano contemplati nella distribuzione delle risorse a fondo perduto.
  Per quanto riguarda il comparto del turismo e quello dell'automotive, lei ha annunciato un nuovo scostamento e, se non ho capito male, intende anticipare che questi comparti troveranno delle risposte all'interno dei provvedimenti che seguiranno ad una votazione su un nuovo scostamento di bilancio. Io credo che, invece, non ci sia tempo da perdere e che, per quanto riguarda l'automotive, a fronte di un calo del fatturato dell'80 per cento, si debba sostenere la filiera adesso, che non si possa aspettare e che, quindi, occorra approvare emendamenti al decreto-legge «Rilancio» che vadano a sostenere non solo le filiere dell'elettrico e dell'ibrido, ma anche quelle volte alla produzione di motori a benzina e diesel, nonché di veicoli euro 6, perché, purtroppo, questi sono i comparti in cui sono coinvolti più posti di lavoro e sostenere le filiere che oggi ci sono vuol dire mantenere quella occupazione. Considerato che su questo tema, non solo Forza Pag. 16Italia, ma anche altri gruppi hanno presentato emendamenti in tal senso, mi auguro che in occasione dell'esame del decreto-legge «Rilancio» possa trovare spazio un supplemento di riflessione.
  Il tema della ricerca e delle start-up ci sta particolarmente a cuore e su questo, Ministro, le chiediamo di non dimenticare il made in Italy. Non le chiediamo soldi in più. Chiediamo di riformulare determinati articoli di competenza del Ministero dello sviluppo economico e del Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, affinché nel concetto di innovazione rientri anche la creatività. Le start-up creative, infatti, rappresentano una realtà molto importante del nostro Paese e del comparto manifatturiero, della moda, del design e del tessile. Escludere questa creatività vuol dire danneggiare l'artigianalità, vuol dire danneggiare il saper fare di questo Paese. Quindi mi auguro che ci sia la possibilità di riscrivere quelle norme, a saldi invariati, per consentire anche al mondo dell'artigianato, della creatività e del design italiani di poter accedere a queste opportunità.
  Lei poi ha annunciato, ancorché non definendone la cifra, un nuovo scostamento di bilancio. Noi – lo abbiamo già detto attraverso le parole del professor Brunetta – non siamo disponibili a votare a scatola chiusa un nuovo scostamento di bilancio, perché ci deve essere un coinvolgimento vero del Parlamento, non solo attraverso le comunicazioni del Presidente del Consiglio, forse attraverso la costituzione di una Commissione speciale, piuttosto che attraverso le Commissioni parlamentari permanenti, e attraverso un dibattito in Aula. Noi vogliamo sapere prima il motivo per il quale andiamo ulteriormente a indebitare il Paese, vogliamo sapere quali sono le finalità, lo scopo e gli obiettivi. Crediamo che la trasparenza sia anche questo, sapere e poter dire al Paese, assumendone l'onere, che il nuovo indebitamento è stato approvato per adottare provvedimenti che non possono avere una logica solo di elargizione e di riduzione del danno, che è una logica legittima ma oggi non più sufficiente. Infatti, vi è la necessità di far ripartire questo Paese in autunno e lo si può far ripartire solo se si affronta anche il tema della pressione fiscale, il tema della crescita e il tema dello sviluppo. Penso che si debba svolgere una valutazione a tale proposito; è una valutazione che faremo in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo e nelle sedi opportune, ma è giusto che lo dica anche a lei, Ministro: ci sono i fondi del decreto-legge «Rilancio», ma ci sono anche i fondi del Recovery Fund, i fondi dello SURE e i fondi europei. Su questo punto io credo che sia doverosa una sessione parlamentare in merito a come impiegare queste risorse. Infatti, il passaggio parlamentare non può diventare un mero atto dovuto, ma molto inefficace, come potrebbe essere andare dal notaio. Noi, da opposizione netta a questo Governo, ma opposizione costruttiva, siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità, ma vogliamo andare a vedere le carte. Vogliamo sapere prima e vogliamo sapere a cosa serve il nostro voto, a quali obiettivi e a quali finalità è indirizzato.

  PIETRO CARLO PADOAN. Grazie, presidente. Signor Ministro, la ringrazio per il suo intervento. Lei è venuto ad annunciare uno scostamento di bilancio. Non ci ha dato dati né sull'ammontare di questo scostamento né sull'allocazione. Malgrado ciò io non ritengo che il suo intervento di questa sera sia inutile. Ci ha dato informazioni importanti – la invito quindi a partire da questo scambio per svilupparle, magari al più presto possibile – su quante risorse lo scostamento di bilancio dovrà mobilizzare e in che direzione dovrà essere allocato questo nuovo ammontare di risorse. Il tema dell'allocazione è estremamente importante a mio avviso, perché dobbiamo fare uno sforzo anche mediatico per collocare questo scostamento di bilancio, per collocare quello che il Governo sta facendo in una prospettiva di più medio termine, in una prospettiva che vada al di là di questi mesi, che si colleghi, non solo idealmente, ma anche praticamente, alla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, che si colleghi, in prospettiva, alla legge di bilancio e che, quindi, permetta al Paese di uscire da questa fase di estrema vulnerabilità per andare avanti. Lei ci ha Pag. 17detto che le risorse devono essere ancora quantificate e rispetto questa sua prudenza. Conosco un po' i numeri e vedo quanto difficile sia oggi, da parte di qualunque organizzazione internazionale e di qualunque istituzione nazionale, cito innanzitutto la Banca d'Italia, fare delle previsioni. Sarebbe uno sbaglio fare delle previsioni, perché non è possibile farle. Quello che si può fare è costruire scenari, lo ha detto il governatore Visco e qualche giorno fa l'ha ripetuto. Costruire scenari non significa non dire nulla, significa collocarsi in un contesto di forte transizione che deve essere governata. L'insegnamento che, secondo me, si deve trarre dagli scenari che circolano in questi giorni, compreso quello molto negativo del Fondo Monetario Internazionale, è che non è la singola cifra che conta, ma è l'andamento che conta. In questi casi l'andamento ci dice una cosa, secondo me, molto precisa ed estremamente utile per la discussione che stiamo affrontando e cioè che la recessione che l'Italia – ma non solo l'Italia – sta attraversando sarà più dura del previsto, ma forse il rimbalzo sarà più elastico. Quindi il compito della politica economica è quello di accelerare questo rimbalzo, di farlo accadere prima e di fare in modo soprattutto che esso sia collegato al medio termine. Perché insisto su questo punto? Perché bene o male, anche se ci saranno molte risorse, anche se ci sarà il sostegno della Banca centrale europea, il debito aumenterà e, dal punto di vista del Governo, non possiamo non porci la questione della sostenibilità del debito. Se così non fosse, anche gli sforzi più commendevoli che si possono fare adesso, sarebbero vanificati dalla sfiducia dei mercati, ma non lo devo dire a lei. Lei lo sa benissimo. Ricordavo ai colleghi presenti in aula o non più presenti in aula che non è vero che presentare una storia è inutile. Lo trovo molto utile soprattutto nella fase attuale.
  Detto questo, vorrei affrontare alcuni punti specifici. Il primo punto riguarda dove allocare le risorse. Le risorse che saranno rese disponibili dal nuovo scostamento di bilancio saranno allocate in modo equiproporzionale rispetto a quelle che già sono immobilizzate dal decreto in discussione oppure si utilizzeranno queste risorse per spostare le priorità, in particolare per spostarle verso «la crescita», quindi riguarderanno non tanto e solo spesa corrente ma anche spesa in conto capitale, sia pure in modo indiretto? Questo sarebbe estremamente importante, perché permetterebbe di legare il prossimo provvedimento ad una strategia che il Paese deve esplicitare chiaramente. Spesso è una questione di comunicazione, piuttosto che di analisi. Non so quanto il Governo stia pensando di utilizzare in termini di risorse, ma qui c'è un'occasione importante, visto anche l'elenco di priorità che lei, signor Ministro, ci ha illustrato. Ci sono i fondi dello SURE. La Commissione europea ci dice che già dodici Paesi europei hanno chiesto di poter utilizzare queste risorse, che nel caso dell'Italia potrebbero arrivare fino a 20 miliardi di euro. Mi chiedo se il Governo stia pensando o abbia già pensato di utilizzare le risorse dello SURE. Non parlo di altri strumenti, per evitare di poter sembrare provocatorio, ma sappiamo bene di cosa stiamo parlando. Lo SURE potrebbe rappresentare uno strumento che si affianca alle risorse che provengono dallo scostamento di bilancio per alleviare il vincolo di bilancio, che – mi permetto di ricordare ai colleghi – non è scomparso. Il vincolo di bilancio è più stringente di prima, perché affidato unicamente ai mercati, i quali avranno meno compassione nei nostri confronti e non è detto che la Banca centrale europea possa continuamente compensare un atteggiamento eventualmente negativo dei mercati.
  Infine, lei ha citato giustamente il Piano nazionale di riforma. Non lo devo dire a lei, ma comunico all'aula quanto sia importante quest'anno un Piano nazionale di riforma che sia forward-looking, cioè che non solo indichi una visione del Paese, ma la traduca anche in progetti, veri, specifici, che contengono la visione del Paese ma anche gli strumenti per realizzarla, perché altrimenti – lo ricordo – i fondi che molto generosamente si prevede verranno dal «Next Generation EU» non ci saranno concessi; infatti, l'unica condizione che viene Pag. 18richiesta per ottenere quei fondi, almeno allo stato attuale delle trattative, è che siano utilizzati per far crescere il Paese in modo sostenibile e – non dimentichiamocelo – come ciò avverrà non lo deciderà l'Unione europea, lo decideremo noi. Saremo noi che, in base al quadro generale europeo, esprimeremo le nostre preferenze e potremo scegliere le priorità, a patto che queste priorità siano ben disegnate nei progetti di investimento e, quindi, siano meritevoli di essere finanziate.

  PAOLO TRANCASSINI. Vorrei l'attenzione del Ministro, perché io mi considero molto fortunato, non solo perché faccio il parlamentare, ma anche perché sono qui, la posso guardare negli occhi quando le dico alcune cose e penso a tutte quelle persone che avrebbero voglia, desiderio di farle delle domande su questo decreto e non possono farlo, perché non hanno la mia fortuna.
  Quando io insieme a Fratelli d'Italia abbiamo votato lo scostamento di bilancio e le abbiamo consegnato di fatto 80 miliardi, ci aspettavamo da lei almeno una cosa, che lei agisse secondo un principio antico che è quello della diligenza del buon padre di famiglia. Ci sarebbe bastato questo e cioè la capacità di calarsi all'interno di una tragedia che investiva una Nazione e dare delle risposte immediate che avessero il requisito del tempismo – che non c'è – dell'efficacia – che non c'è – e che fossero estremamente semplici. Invece lei ci consegna un decreto complicatissimo, che nel tempo si complica sempre di più, anche per gli interventi del Governo e poi arriverà a breve quello dei relatori. 266 articoli sui quali faccio fatica ad intervenire in cinque minuti, nei quali c'è stata – mi perdoni – l'indecenza di infilare tante cose che con il decreto non c'entrano nulla. Questo è il tema principale che noi come Fratelli d'Italia abbiamo posto, perché è insopportabile, in un momento in cui il Paese è in difficoltà, assistere alla rimodulazione dei consigli di amministrazione, come fate con ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo, è insopportabile vedere che in questo decreto ci sono le assunzioni senza concorso nei Ministeri, è insopportabile trovare in questo decreto il finanziamento di consulenze per milioni di euro ai Ministeri, mentre, mi perdoni la considerazione che ormai è una battuta ricorrente, i nostri lavoratori non percepiscono la cassa integrazione da mesi.
  Poi è quasi divertente sentirla parlare di rilancio dell'economia. Io credo che lei si renda conto invece dell'insufficienza della risposta e l'aggravante in tutto questo è un vizio antico, che per la verità io ritrovo in quello che avete fatto nella gestione post-sisma, e cioè che il decreto importante è sempre quello che verrà dopo. Anche lei oggi qui ci viene a dire che della liquidità, dei comuni, del lavoro, della cassa integrazione, del dilazionare le imposte ne parleremo il mese prossimo. Allora la domanda che le faccio è: lei non pensa che forse su questi temi bisognava intervenire oggi e sui viaggi a Dubai potevamo intervenire a luglio? Non era magari più tempestivamente importante occuparci della velocizzazione della cassa integrazione e rinviare il consiglio di amministrazione di ENIT al mese successivo? Noi abbiamo provato a porre questi temi. Ci aspettiamo delle risposte. Ci aspettiamo quella diligenza del buon padre di famiglia che faccia dire a lei e ai relatori che questo decreto va ripulito prima di arrivare in Aula.
  Mi perdoni poi un'altra considerazione che è quella del tema delle imprese, il tema della difficoltà del lavoro. Sta arrivando al Paese un messaggio assistenziale, un messaggio anestetizzante. È giusta la cassa integrazione, ma dire alle imprese che hanno la possibilità di avere la cassa integrazione non basta. Devono arrivare alle imprese, a questa straordinaria Nazione che è l'Italia, segnali in controtendenza, segnali di vivacità, segnali di complicità. Devono arrivare quei segnali che facciano decidere all'imprenditore di alzarla quella saracinesca, perché voi non dovete mettere in condizione l'impresa di scegliere tra correre il rischio di fallire il giorno dopo o mettere tutti in cassa integrazione. Questo è un Paese vivo. È un Paese che si è fatto strada nel mondo, Ministro, e merita scelte di campo coraggiose, forti che vadano in controtendenza rispetto a quello che è il credo Pag. 19del MoVimento 5 Stelle. Non si può andare dietro all'anestetizzazione del Paese. Abbiamo bisogno di segnali diversi. Fratelli d'Italia ha molti emendamenti accantonati su questi temi. Ce ne avete bocciato uno, quello sull'IVA al 5 per cento per la filiera del turismo ed è stato impressionante, non le dico altro, sentir parlare il Presidente Conte della stessa strategia. Abbiamo bisogno che quegli emendamenti vengano accolti per dare un segnale in controtendenza rispetto a tutto quello che avete messo in campo con questo decreto. Mi auguro che questo verrà fatto.
  Mi unisco all'attenzione per le scuole paritarie, che è un tema che abbiamo sottolineato anche noi. Sul discorso delle scadenze anche noi crediamo che non sia il caso di rinviare mese per mese, ma anche qui servono scelte coraggiose e definitive per mettere in condizione questa Nazione di ripartire. Togliete per favore da questo decreto tutto quello che con questo decreto non c'entra e non serve. Le lascio un'ultima chicca, probabilmente lo saprà anche lei: noi nel decreto «Rilancio», che ha la spinta di un monopattino, interveniamo per ristrutturare la stazione ferroviaria di Naz-Sciaves. Io non credo che il rilancio di questo Paese, con tutto il rispetto per questa bellissima località, passi per la stazione di Naz-Sciaves.

  SILVIA FREGOLENT. Grazie, signor Ministro, per il suo intervento e per quello che ci ha detto, innanzitutto le due novità più importanti, che già sono state sottolineate dai colleghi che mi hanno preceduto, cioè lo scostamento e l'arrivo di un nuovo decreto. A me, signor Ministro, non spaventa il fatto che ci saranno nuovi decreti. Non credo che nessun Paese in questo momento possa, con un unico decreto, approntare soluzioni di una crisi così complicata come quella del COVID, che ha visto, non soltanto l'Italia, ma l'Europa intera e l'intero mondo essere colpiti da una pandemia, di cui francamente non ci si aspettava né l'arrivo né l'evoluzione. Quindi come Italia Viva siamo sicuramente consapevoli che ci saranno altri decreti e ci fa piacere vedere in lei l'apertura soprattutto per alcune proposte che noi abbiamo fatto, anche come emendamenti in questo decreto, in primo luogo il rinvio del pagamento delle tasse, soprattutto per le partite IVA e per le piccole e medie imprese. Noi l'abbiamo proposto con un emendamento, quello dell'onorevole Librandi, lei è venuto qua a dircelo, a sottolinearcelo in un prossimo provvedimento. Questa è un'apertura che a noi fa piacere, ma non perché l'abbiamo prevista noi, quanto perché ce lo chiede il Paese, ce lo chiedono le imprese che in questi mesi sono state chiuse e obiettivamente non riescono a far fronte ai pagamenti.
  Lei ha sottolineato un importante intervento sul mondo del lavoro e sul mondo delle tasse in generale. Benissimo, la proposta nostra, sottolineata anche in questi giorni con più forza, non soltanto dal collega Marattin ma anche da altri deputati del mio gruppo, è quella del taglio dell'IRAP, perché se vogliamo effettivamente far venir meno lo spauracchio di non vedere più occupati in questo Paese, bisogna finalmente abbassare questa tassa in modo netto ed efficiente, in modo tale che le nostre imprese siano competitive anche a livello internazionale in un momento in cui sono state chiuse forse anche più che in altri Paesi e per più tempo.
  A noi sta a cuore la scuola in generale. Oggi il mio collega Toccafondi ha lanciato un grido d'allarme sulle linee guida per l'apertura delle scuole e noi abbiamo presentato in questo decreto «Rilancio» numerosi emendamenti sulle scuole paritarie, che sono un elemento della formazione degli alunni, degli insegnanti e della scuola pubblica, perché le paritarie sono nel sistema della scuola pubblica e devono essere sostenute e rafforzate e hanno bisogno di avere risposte rapide, pena, non soltanto che ci saranno alunni che non potranno andare a scuola, ma soprattutto insegnanti che non potranno più insegnare.
  Il nostro non è un mondo dei sogni. Lei è venuto giustamente a raccontarci di uno scostamento di bilancio molto importante e noi sappiamo che non lo facciamo né a cuor leggero né perché non sappiamo che cosa fare, ma sappiamo che è un elemento importante di rilancio e bisogna farlo in Pag. 20questi momenti così difficili, ma abbiamo anche fondi che arrivano dall'Europa. Il collega Padoan ha citato lo SURE e si è limitato a questo, io mi permetto di essere un po' più birichina e citare anche i fondi del MES-Meccanismo europeo di stabilità, perché esistono e sembrerebbe uno spreco non usarli in un momento in cui tutti chiedono di dare risposta ad un Paese che ha in questo strumento la possibilità di dare risposte, soprattutto in un settore che è stato stressato, cioè il settore della sanità. Se noi siamo riusciti oggi a uscire da una curva drammatica, è stato perché abbiamo avuto una grandissima risposta della sanità, ma lei sa, Ministro, che cosa abbiamo dovuto fare per adeguare la rincorsa di un evento che ci ha colto di sorpresa anche con scelte che in passato erano andate verso altre direzioni e quindi avere la possibilità dell'Europa di avere fondi su questo tema, è importante, sarebbe assurdo privarsene. Pertanto la ringrazio per le puntualizzazioni che ha fatto oggi.
  A differenza di altri colleghi l'ho trovato molto interessante e puntuale. Sicuramente sarà un percorso che faremo insieme sia con le opposizioni, quelle che vorranno collaborare, sia con le forze di maggioranza per poter dare tutti insieme una risposta a questo Paese, perché tutti governano questo Paese – chi a livello locale, chi a livello nazionale – e tutti hanno delle responsabilità puntuali.

  STEFANO FASSINA. Grazie, presidente, anche per essere riuscito a riportare un minimo di ordine nella nostra discussione. Ringrazio il Ministro e mi scuso per il clima che ha trovato in quest'aula, che francamente mi ha sorpreso – lo dico con grande franchezza ai colleghi della Lega. In queste settimane difficili abbiamo lavorato in modo civile, ci siamo tutti sforzati a partire dai nostri relatori per trovare punti di incontro e francamente non mi aspettavo che un'audizione richiesta giustamente dalle opposizioni, poi non fosse utilizzata per entrare nel merito, per fare le critiche anche le più dure, ma fosse utilizzata invece per fare qualche agenzia e dire all'esterno che si è particolarmente duri.
  Ma veniamo al merito. Le condizioni del Paese sono gravi. Forse sono più gravi di come avevamo stimato, di come avevamo immaginato. Ci sono dei danni inevitabili. Dobbiamo evitare i danni evitabili. Dobbiamo evitare che i danni evitabili diventino danni irreversibili. Su questo dobbiamo essere consapevoli che forzare sul deficit oggi può essere la migliore strada per dare sostenibilità al nostro debito pubblico domani. Lo dico con grande franchezza, trovo certamente utili, ma un po' fuori fase, l'enfasi e il tempo dedicati a discutere di quanti e quali investimenti faremo a partire dalla fine del prossimo anno. Noi non costruiamo il futuro sull'angoscia del presente. Abbiamo necessità di ridurre l'angoscia del presente. Abbiamo necessità di riprendere comportamenti il più possibile ordinari da parte dei consumatori e da parte delle imprese. Per questo è fondamentale intervenire, non solo con quantità adeguate, ma anche il timing è fondamentale e dare un orizzonte, per quanto breve, di certezze, perché se io prendo la cassa integrazione oggi, ma so che mi finisce ad agosto e non so quello che mi succederà dopo agosto, io quei soldi probabilmente farò di tutto per non spenderli. Se invece è una prospettiva di qualche mese, non un piano quinquennale, ma una prospettiva che mi fa dire che fino alla fine dell'anno ho un minimo di garanzia del reddito, magari faccio qualche consumo in più e do qualche possibilità in più a qualche impresa. Allora il timing è fondamentale.
  L'appello che faccio è che questo scostamento e questo decreto arrivino il prima possibile. Il Ministro si ricorderà che ho posto la stessa questione, mi pare fosse il 26 maggio, quando è venuto in audizione sul decreto «Rilancio». Il timing è fondamentale. La portata deve essere consistente, però qua bisogna essere chiari, lo dico anche ai colleghi dell'opposizione, perché come si fa a sostenere in questa sede – poi lasciamo i comizi fuori – l'anno bianco delle tasse? Come paghiamo gli stipendi, come paghiamo le pensioni? Quante centinaia di miliardi andiamo a chiedere ai mercati? Proviamo a stare con senso di Pag. 21responsabilità in una realtà che è sufficientemente drammatica da richiedere misure straordinarie. Per avere misure della portata necessaria bisogna essere selettivi. Serve selezione. Non si possono rinviare le tasse a tutti. Chi ha possibilità di pagarle, le deve pagare. Vanno rinviate o anche cancellate per chi non è nelle condizioni di pagarle. Continuo a ritenere che sia stato un grave errore eliminare il saldo 2019 e l'acconto 2020 dell'IRAP per tutti, perché chi può pagare, avrebbe dovuto pagare. Non ha senso aiutare chi non ha avuto perdite di fatturato, perdite di reddito in un momento in cui comunque le risorse sono poche, per quante ne vuoi mettere, sono sempre poche. Bisogna essere selettivi, selettivi sul versante dei sostegni al reddito, selettivi sul versante del sostegno alle famiglie e selettivi sul versante del sostegno alle imprese, con misure consistenti che devono avere i tempi giusti. Poi il dibattito sul SURE, sul Recovery Fund lo faremo, ma noi abbiamo bisogno di evitare condizioni irreversibili per una parte importante del Paese.
  Infine – lo dico con amicizia all'onorevole Garavaglia – lasciamo stare il fascismo. È evocato troppo a sproposito nel dibattito italiano. Lasciamo stare il fascismo; ma non c'è dubbio, Ministro, lo dico con grande chiarezza, basta prendere il parere fatto dal Comitato per la legislazione della Camera: l'articolo 265 che trasferisce l'autorità di bilancio dal Parlamento al Governo non va bene. Le ragioni per cui è stato fatto sono comprensibili, la rapidità negli interventi, ma ci sono dei principi costituzionali che non possono essere sacrificati alla rapidità degli interventi. Vanno portati in Parlamento e il Parlamento avrà senso di responsabilità sufficiente per fare le scelte che vanno fatte. Però attenzione, stiamo inanellando una sequenza di atti, di forzature, di scelte che poi rischiano di diventare ordinarie e così non va bene. Allora sarebbe utile che il Governo, con un atto di autocorrezione, rinunciasse in questo decreto e in quello sugli ammortizzatori sociali, che è stato approvato la settimana scorsa, a questo trasferimento di autorità di bilancio, perché è una forzatura davvero non necessaria e ricominciamo – e qua mi rivolgo alle opposizioni – ricominciamo con un clima di collaborazione, di cooperazione come quello che abbiamo avuto in questi giorni. La posta in gioco è troppo seria per fare propaganda come siamo abituati a fare nelle fasi ordinarie della nostra vita.

  ANTONIO ZENNARO. La ringrazio, Ministro, per essere qui oggi. La crisi COVID si innesca in un'economia mondiale che era già in recessione e l'Italia in questo contesto si trovava già con una crescita sostanzialmente nulla, la più bassa dell'Unione europea – se togliamo Cipro – poca o nulla mobilità sociale e sostanzialmente una diminuzione delle capacità di risparmio e di investimento da parte della classe media. Oltretutto non parliamo della difficoltà che ha avuto in questi anni la classe media. Inoltre abbiamo visto i dati della produzione industriale con la più alta diminuzione, se consideriamo l'Europa e soprattutto i competitor che hanno fatto meglio di noi come Francia e Germania. In questo senso le misure del Governo non hanno prodotto o non produrranno secondo gran parte degli analisti, associazioni di categoria, mondo confindustriale, partite IVA e professionisti, quei risultati che si aspettano, soprattutto per la ripartenza del ciclo economico. Servono grossi investimenti per evitare quello che è anche il frutto di politiche che abbiamo avuto negli ultimi anni. Oggi siamo in una fase di declino strutturale del Paese. Potremmo dire anche in un inizio di fase di deindustrializzazione. Dobbiamo evitare che questo declino strutturale diventi irreversibile e bisogna farlo sostanzialmente incrementando e favorendo gli investimenti e la domanda interna e quindi serve un piano. Oggi non abbiamo sentito proposte concrete e mi auguro che venga fatto questo piano e presentato il prima possibile.
  Aggiungo un secondo aspetto di criticità per il nostro Paese, quello della sentenza della Corte costituzionale tedesca in rapporto all'acquisto da parte della BCE dei titoli di Stato. Avete fatto analisi di scenario su quali sono gli effetti di questa sentenza e se il Ministero dell'economia e delle finanze ha in sostanza degli scenari di Pag. 22risposta nell'eventualità che ci sia una diminuzione da parte della BCE dell'acquisto di titoli di Stato?
  L'ultimo punto è quello legato all'istruzione. In un Paese con mobilità sociale quasi nulla è fondamentale che vengano fatti gli investimenti e se ci sarà questo scostamento, è fondamentale che le risorse vadano in formazione, istruzione e anche, come è stato detto da tanti colleghi, sulle scuole paritarie. Dobbiamo immaginare un'Italia protagonista in Europa e nel mondo, ma dobbiamo farlo subito, adesso, perché non c'è più tempo.

  RAPHAEL RADUZZI. Grazie, Ministro, per la sua disponibilità anche in una seduta diciamo un po' calda, dove lei ha – giustamente a mio avviso – ricordato le stime internazionali che oggi sono uscite e mi è anche un po' dispiaciuto vedere i colleghi che su questo forse non erano troppo interessati, vedevano il focus su altro. Eppure le stime del Fondo Monetario, che sono effettivamente molto dure per il nostro Paese – e questo è motivo di preoccupazione di certo – dall'altro lato però evidenziano che tanti altri Paesi sono nella nostra stessa situazione. Vediamo la Spagna, la Francia, entrambe a meno 12, quindi mettere inizialmente in luce quello che è il carattere non solo nazionale ma internazionale di questa congiuntura secondo me era una cosa oggettivamente da fare, che ci ricorda il momento storico impressionante in cui si trova anche l'Unione europea e la posta in gioco che l'Unione europea ha in ballo.
  In questo senso qualcuno ricordava la sospensione del Patto di stabilità. Noi sappiamo che il nostro Paese e i vari Governi degli ultimi anni, in maniera più o meno forte, hanno cercato comunque di aggiustare il tiro di un Patto di stabilità e crescita-PSC che si basa su modelli macroeconomici sottostanti che non stanno molto in piedi neppure nella letteratura economica. Quindi io le chiedo da parte nostra un forte impegno per prolungare questa sospensione, che arrivi però a una totale riscrittura del Patto di stabilità e crescita, anche alla luce di quello che tutti i Paesi europei in questo momento stanno vivendo. Accogliamo in maniera molto positiva – lo dico a nome del gruppo – la notizia di un ulteriore scostamento che possa andare di nuovo a dare un aiuto alle imprese e ai lavoratori di questo Paese, che in questo momento stanno soffrendo e qui vogliamo e cercheremo anche di dare il nostro apporto per una riduzione delle tasse che possa andare a incentivare i consumi e gli investimenti, cosa di cui il Paese ha necessariamente bisogno in questo momento.
  In ultima analisi una considerazione su una norma molto importante contenuta in questo decreto, che è il super Ecobonus, che è stato portato al 110 per cento per dare uno stimolo ulteriore agli investimenti, una misura che secondo noi può essere veramente il volano per una ripresa del Paese, che viene indirizzata verso una ripresa green, una ripresa legata all'efficientamento energetico e anche qui ci sono tanti emendamenti da parte di tutti i colleghi, segno che comunque la misura è stata apprezzata e che c'è stato molto interesse anche da parte delle associazioni di categoria, che durante le audizioni sono venute a rappresentare l'interesse verso questa norma. Quindi io le chiedo se può, su questo, anticipare magari qualche indicazione del Governo sull'accoglimento o meno di tanti emendamenti che cercano di ampliare, ad esempio alle seconde case, ad altre annualità o comunque ampliare, il perimetro del super Ecobonus.

  VANESSA CATTOI. Vede, Ministro, innanzitutto nella relazione che ci ha raccontato e narrato poc'anzi sinceramente non abbiamo trovato alcuna risposta. Già mi hanno preceduto alcuni colleghi, però io vorrei partire da uno dei punti importanti. Visto che qualche giorno fa il Presidente Conte è entrato nell'Aula di Montecitorio, non dicendo nulla, perché in realtà doveva chiarire a tutti noi parlamentari quali fossero le linee del Governo e della maggioranza in Europa. In realtà queste linee non sono state definite all'interno delle aule parlamentari, perché voi, la vostra maggioranza, vi siete sottratti a un mandato puntuale e condiviso che doveva essere concluso tra le forze di maggioranza e le forze di opposizione. Perché senza mandato preciso Pag. 23 in Europa, di cosa stiamo parlando? Noi dobbiamo avere le idee chiare di cosa andiamo a chiedere in Europa e soprattutto di cosa vogliamo fare. L'Europa, sinceramente, come può vedere un Paese che butta all'aria 80 miliardi di euro di decreti e di manovra per fare il nulla? Non c'è nulla di strutturale in questi decreti. Nel decreto cosiddetto «Cura Italia», con il quale sono stati spesi i primi 25 miliardi, abbiamo fatto un sacco di proposte. Tante le abbiamo ritrovate poi nel documento di Colao, che è una brutta copia di tutte le proposte che da gennaio noi stiamo portando avanti e sono certificate da emendamenti che abbiamo presentato al decreto «Cura Italia», sia noi della Lega sia tutto il Centrodestra unito, che vi sta chiedendo un confronto vero e sincero e voi vi sottraete e continuate a dire che lo farete questo confronto. È il momento di farlo adesso.
  Questa sera alcuni colleghi hanno espresso in minima parte la rabbia che c'è fuori. Perché lei ci trova d'accordo quando dice – ho appuntato le sue parole – «Vogliamo garantire la cassa integrazione per tutti.». Ci mancherebbe, peccato che poi voi siete sconfessati dalla vita vera, perché se andate a chiedere alle persone quante ancora la devono ricevere, purtroppo sono molte. Altro punto: sostenere le imprese. Ci mancherebbe che non vogliamo sostenere le imprese. Siamo tutti d'accordo, ma come, se all'interno del provvedimento non c'è nulla? Non c'è nulla per il sostegno delle imprese. Non siamo noi dell'opposizione a dirlo. Sono tutti gli auditi intervenuti nelle audizioni che abbiamo fatto. Si trovano all'interno di questo tomo. Può tranquillamente andare a rileggerselo, Ministro, perché danno parecchie risposte che poi si sono trasformate in proposte emendative della Lega e di tutto il Centrodestra, che voi avete cassato, dato parere contrario e noi come possiamo credere o pensare di essere felici del fatto che lei questa sera ci viene a dire che ci sarà un nuovo scostamento, senza sapere in che termini, in che misura e soprattutto attraverso quali misure strutturali per questo Paese? Bisogna dare fiducia a questi nostri imprenditori.
  L'onorevole Fassina ha detto: «L'anno bianco non possiamo proporlo, perché altrimenti come facciamo a pagare gli stipendi?» Signori miei, guardate che a settembre molte imprese chiuderanno e quindi gli stipendi per i dipendenti pubblici non potranno comunque essere pagati, quindi mettiamoci nell'ordine di idee di procedere e proporre soprattutto sulla scia degli emendamenti della Lega, come di tutto il Centrodestra, che prevedono di ridurre la pressione fiscale. Ve l'ha chiesto anche la Corte dei conti. La Corte dei conti ha detto che il taglio delle tasse non è più rinviabile. Allora la mia domanda è: quando volete farlo questo taglio delle tasse e in che termini? Perché le proposte emendative ci sono anche all'interno del presente decreto «Rilancio». Abbiamo proposto, attraverso i nostri emendamenti, la flat tax. Non volete chiamarla flat tax? Volete chiamarla in altro modo? Ma diamo una prospettiva e una visione a questi imprenditori, altrimenti il rischio è che veramente a settembre non avremo più le partite IVA e non avremo poi alcun gettito per la copertura degli stipendi pubblici e questo non siamo solo noi a dirlo, è la realtà dei fatti, perché i dati sono allarmanti.
  Alcuni colleghi dicevano: «Benissimo, siamo tutti d'accordo che dobbiamo cercare di sostenere l'automotive.». Non ci avete detto quanti soldi volete mettere nell'automotive. Vogliamo sostenere le regioni, i comuni. Ricordiamoci che gli enti territoriali sono gli enti che danno risposte in termini velocissimi ai nostri concittadini. Sono quelli che riescono a immettere liquidità in pochissimo tempo, perché se fosse per lo Stato, con la lentezza giurassica che ha nell'immettere liquidità nel sistema, ci troveremo veramente ad arrivare a questo autunno con metà delle aziende italiane che avranno chiuso. Quindi è inutile non avere il coraggio di fare scelte coraggiose per il Paese ora, ma all'interno di questo provvedimento, non nei prossimi. Adesso ci dobbiamo sedere e dovete confrontarvi con noi delle opposizioni per cercare di risolvere dei problemi dirimenti che abbiamo anche più volte sollevato in questa fase di interlocuzione all'interno della Commissione Pag. 24 bilancio. Noi abbiamo sollevato la questione del turismo, la questione dell'automotive, delle regioni. Non potete pretendere che le regioni diano risposte con un fondo di un miliardo e mezzo. Ce l'hanno detto anche in audizione. Servono almeno 5 miliardi. I comuni? Avete stanziato 3 miliardi. Loro l'hanno scritto. È tutto rendicontato. Hanno detto che avranno un calo delle entrate tributarie pari ad almeno 8 miliardi e voi ne mettete 3? Come possiamo pensare che i comuni, che sono gli enti territoriali più vicini ai cittadini, possano dare una mano concreta a dare delle risposte, visto che voi non riuscite a darle queste risposte, perché lo Stato continua a perdere tempo, fa dei provvedimenti inutili.
  Scusate, ma se quello che per tutti è un problema imminente come il problema della cassa integrazione, del sostegno al reddito, vede prima la presenza di emendamenti che sostengono la cannabis. Ma stiamo scherzando? Emendamenti che sostengono il bonus per i monopattini. Stiamo scherzando? È un'umiliazione nei confronti dei cittadini italiani un provvedimento del genere, dove sono stati inseriti una serie di articoli che si discostano totalmente da quelle che sono le esigenze reali di questo Paese. Quindi mi lasci concludere, Ministro, perché alcune domande gliele voglio fare puntuali.
  La prima: non ci ha detto l'ammontare del fondo per le regioni. Ci sono due tavoli, uno per le regioni a statuto ordinario e uno per le regioni a statuto speciale. Attualmente nella norma, nel decreto abbiamo un miliardo e mezzo di euro. A quanto volete aumentare questi soldi, perché ci sono diversi emendamenti che sono stati accantonati che potrebbero essere ripescati, perché adesso è il momento di inserire queste risorse, non nel prossimo decreto con uno scostamento ulteriore, perché noi un assegno in bianco non ve lo diamo più in mano, perché voi state giocando con il futuro dei nostri figli, non solo delle nostre imprese e delle nostre famiglie. È quello il problema e soprattutto il problema principale è avere una posizione decisa e ferma nei confronti dell'Europa. Non possiamo pensare di averla se non sappiamo neanche dove vogliamo andare, perché effettivamente con questi decreti il Governo dimostra di non sapere dove volere andare. Serve il coraggio di investire nei settori principali e cruciali del nostro Paese. Lo fate? No. Perché non ci avete detto quanto volete investire nel turismo. Siamo tutti d'accordo che il turismo è un settore in crisi, ma quando pensate di inserirlo? Dobbiamo inserirlo in questo decreto non nel prossimo che verrà, perché sarà troppo tardi.
  Quindi voglio concludere, presidente, semplicemente con un piccolo monito. Mi chiedevo il perché e mi sono chiesta perché ci siano degli emendamenti come quelli del sostegno alla cannabis all'interno di un provvedimento che dovrebbe essere per il rilancio del Paese. Sarà forse perché è un sostegno utile per farvi scrivere il prossimo decreto in modo migliore? Allora se serve a questo sinceramente ci trovate tutti d'accordo. Altrimenti speriamo – parlando di cose serie – che possiate finalmente sedervi al tavolo e parlare di cose serie con noi delle opposizioni da inserire per stravolgere questo decreto, che al rilancio del Paese non porterà sicuramente, perché purtroppo non lo diciamo solo noi, ma lo dicono tutte le categorie economiche che sono intervenute.

  YLENJA LUCASELLI. Grazie Ministro. Soprattutto grazie per averci ringraziato del lavoro che stiamo facendo in Commissione. Siamo stati eletti per questo. Facciamo parte di questa Commissione con dedizione per questo. Avremmo voluto e avremmo sperato di poter aiutare veramente l'Italia attraverso l'analisi di questo provvedimento e devo dirle che, quando lei ha iniziato a parlare, mi è sorto il dubbio che forse i suoi uffici avessero sbagliato e le avessero dato una relazione diversa da quella che probabilmente lei aveva in mente, perché quella che ci ha letto era quella che abbiamo sentito quando il decreto «Rilancio» veniva scritto all'inizio e invece il motivo per il quale noi abbiamo chiesto che lei venisse qui oggi a parlarci era proprio per quello spirito di collaborazione che le Pag. 25opposizioni hanno indubbiamente nei confronti di questo Governo.
  Quindi noi ci aspetteremmo – e io le faccio la prima domanda d'emblée – di sapere da lei quali sono i confini, nell'ambito dei quali ci può essere questa collaborazione, perché il decreto «Rilancio» l'avete scritto voi e se noi siamo qui oggi è perché evidentemente quello che avete scritto all'interno di quel testo non ci piace e riteniamo che possa essere migliorato. Allora io le chiedo se lei, con spirito di autocritica, ha verificato quali sono gli elementi che secondo lei possono essere migliorati, su quali argomenti questo decreto è scritto male e fino a che punto le opposizioni possono dialogare con la maggioranza e quindi con il Governo, per migliorare questo testo, perché è chiaro che se siamo qui è perché su moltissimi aspetti di questo decreto noi non siamo d'accordo.
  Partiamo dal primo punto che sicuramente non le sfuggirà. Per noi è molto importante – e io mi aspetto un'autocritica fortissima da parte sua come Ministro e da parte di questo Governo – rispetto alla paventata possibilità che attraverso un decreto ministeriale si possano spostare questi 80 miliardi di euro dei tre decreti, «Cura Italia», «Liquidità» e «Rilancio», a piacere e a volontà e quindi a seconda di una finalità. Quindi che il Governo e il Ministro possano decidere autonomamente quali sono le finalità. Il COVID è stato una copertura per far sì che questo Governo ponesse in essere atti senza passare dal Parlamento, quindi senza che ci fosse il dibattito parlamentare. Io spero che questa esperienza si chiuda qui e quindi chiederei al Ministro un mea culpa e un ritiro di questo principio che è veramente dannoso per la Costituzione e per la democrazia.
  Mi viene da dirle, visto che comunque ha parlato dell'Europa, che è proprio l'Europa che ci ha messo in un elenco e ci ha detto che le risorse l'Italia le sta spendendo male. Noi veniamo dopo Cipro, la Finlandia, la Francia, la Germania, la Spagna e l'elenco è lunghissimo. Se è proprio l'Europa che ci dice che stiamo spendendo male le nostre risorse, probabilmente dovremmo iniziare a ragionare sul fatto che il decreto «Rilancio» serve per rilanciare l'Italia. Partiamo dalle basi. Serve per rilanciare l'Italia e l'Italia non si rilancia se all'interno di questo decreto, che avrebbe dovuto essere snellissimo per poter essere efficace – perché noi sappiamo tutti che l'Italia è tormentata dalla burocrazia e questo decreto è un ulteriore passo di burocrazia – sono previsti 98 decreti attuativi. Capisce che questa non è né una velocizzazione dei tempi né uno snellimento burocratico. Io non voglio dover aspettare il prossimo decreto per vedere finalmente dei risultati. Io non voglio dover aspettare il prossimo decreto per vedere pagata la cassa integrazione e le dirò, senza troppi giri di parole, che la cassa integrazione si è già mangiata metà di quello che è stato messo a disposizione in questo decreto «Rilancio» e con il prossimo scostamento – ammesso che le opposizioni decidano di ragionare insieme alla maggioranza e di votare anche il prossimo scostamento, ma questo ovviamente è ancora tutto da vedere e da determinare – se entro il 17 di agosto non ci saranno delle soluzioni sulla spinta economica e imprenditoriale del Paese, la cassa integrazione mangerà anche quelle risorse. Allora dobbiamo capire di cosa stiamo parlando, quali sono i limiti entro i quali il Governo vuole confrontarsi seriamente e concretamente con le opposizioni. Ovviamente noi siamo assolutamente disponibili al ragionamento, ma dobbiamo eliminare dal decreto «Rilancio» tutto quello che con il rilancio dell'Italia non ha a che fare, perché gli italiani stanno morendo di fame. Non so se ne è reso conto.

  PRESIDENTE. Grazie. Abbiamo concluso con le domande. Do la parola al Ministro per la replica.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Veniamo a tutte le domande. Il primo era l'onorevole Garavaglia che ha posto una serie di questioni. Io ho indicato i temi che sicuramente affronteremo nel prossimo decreto. Non ho esaurito la definizione dei temi, quindi alcune considerazioni che lei ha fatto sono soggettive. Veniamo ai temi che ha posto. Sulle Pag. 26scuole paritarie, come sapete, già nel decreto «Rilancio» sono stati introdotti degli stanziamenti a sostegno delle paritarie, sia per la fascia da zero a sei anni sia per la fascia successiva. So che il Parlamento sta discutendo un rafforzamento ulteriore di questo intervento. L'intenzione del Governo di assumere l'onere di alcuni temi nel prossimo decreto consente anche al Parlamento di identificare meglio e di selezionare le priorità. So che questa è una delle priorità. Il Governo è attento alla vostra discussione. Personalmente valuto positivamente un intervento di rafforzamento, la modulazione e l'entità del quale naturalmente spetta alla vostra dialettica decidere. Noi osserveremo con grande attenzione quello che voi deciderete di fare su questo tema.
  Per quanto riguarda la seconda domanda, sul Patto di stabilità e di crescita, è evidente a tutti che il ritorno e l'uscita da questa fase di sospensione dovrà essere graduale e non potrà essere repentina e immediata. Su questo c'è piena consapevolezza anche da parte della Commissione europea e peraltro da più parti è stato espresso – anche recentemente e autorevolmente dalla presidente della Banca Centrale Europea, prima l'aveva fatto, oltre al Governo italiano, anche il commissario Gentiloni – l'auspicio di riprendere un lavoro di aggiornamento, riforma e miglioramento delle regole fiscali. Ebbene a questo poi si affianca il fatto che con la proposta della Commissione Next Generation EU siamo di fronte a un salto di qualità che riguarda anche il rafforzamento di una politica fiscale a livello dell'Unione europea con l'emissione di titoli di debito europei per il sostegno di spese comuni, che è anche un necessario sviluppo, perché il miglioramento delle regole di bilancio, e la riduzione dei loro elementi prociclici ben noti, che regolano le procedure di sorveglianza e di coordinamento delle politiche economiche a livello nazionale non potranno mai da soli supplire all'esigenza di avere una capacità fiscale a livello centrale, capace di agire in senso anticiclico e di sostenere gli investimenti e rafforzare la coesione. Da questo punto di vista obiettivamente ho ascoltato con alcuna sorpresa i rilievi dei colleghi della Lega a proposito della politica europea del Governo. Credo sia oggettivamente difficile non rilevare il fatto che il Governo italiano è riuscito a rendere una proposta, che inizialmente era sostenuta da pochi, ma inizialmente vorrei dire anzi solo dal Governo italiano, come la base su cui è in atto un negoziato che vede un salto di qualità davvero positivo attraverso la proposta di emettere titoli europei per sostenere spese comuni. Quindi su questo credo sarebbe auspicabile avere almeno un riconoscimento consapevole e un comune sostegno allo sforzo che adesso ci vede impegnati a livello europeo, ma comunque prendiamo atto di una difficoltà a fare i conti anche in modo equilibrato con l'oggettività delle questioni, ma non è un problema.
  Veniamo a questo tema su cui a mio giudizio ho ascoltato cose che un pochino mi hanno stupito, di questa norma che, vorrei ricordare, è presente da tempo in varie misure italiane. Fu per esempio proposta e approvata dal Governo precedente per consentire di modulare le risorse tra «Quota 100» e «Reddito di cittadinanza». È stata approvata nel decreto cosiddetto «Cura Italia». Presenta precedenti numerosi nell'articolo 17, comma 12-bis, della legge di contabilità e finanza pubblica, con cui si autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze ad apportare modifiche degli stanziamenti assegnati dalla legge di bilancio mediante la riduzione per il verificarsi di scostamenti di spesa o l'articolo 33 della legge di contabilità e finanza pubblica. Qui il tema è molto semplice. Si tratta non di allocare arbitrariamente le risorse, questo sarebbe davvero inaudito, ma di garantire che gli obiettivi della legge – del decreto-legge e poi del Parlamento, nella misura in cui il decreto-legge è convertito – possano disporre delle risorse sufficienti, sapendo che quando si stanziano risorse su provvedimenti così ampi c'è l'obiettivo che stabilisce un diritto soggettivo a ricevere una prestazione e c'è poi una copertura che viene stimata, ma che inevitabilmente non sempre può essere perfetta, soprattutto quando si fanno provvedimenti così ampi e quindi si dice che, ad esempio, tutti i lavoratori Pag. 27 autonomi devono ricevere un determinato trattamento. Quando si mettono tante misure in parallelo è utile, non attribuire il potere di decidere o addirittura di spostare risorse al di fuori e di inventarsi degli obiettivi, ma – per garantire l'attuazione di quelle misure – avere la possibilità, se una misura tira di meno e una tira di più, di spostare, col meccanismo dei vasi comunicanti che fu prodotto dal precedente Governo, per esempio per «Quota 100», le risorse, non per modificare gli obiettivi definiti dalla legge, ma per garantire la loro esecuzione.
  Quindi questi sono lo spirito e la sostanza dello strumento che infatti è stato approvato dal Parlamento anche nel decreto «Cura Italia». La differenza è che adesso, essendoci vari decreti, che però sostengono la stessa misura, soprattutto per la cassa integrazione, era utile, per evitare problemi e per consentire l'allocazione più efficiente delle risorse tra le misure previste dalla legge, potere modulare e verificare e magari indirizzare le risorse che avanzano da una parte dove magari sono invece insufficienti, proprio per consentire tempestivamente di garantire la fruizione dei diritti soggettivi che la legge ha stabilito e fare sì che i beneficiari di una misura siano tutti gli aventi diritto. Altrimenti l'alternativa sarebbe stato il meccanismo del cosiddetto «rubinetto», che è un meccanismo peggiore, perché dice che a un certo punto le risorse sono finite oppure addirittura meccanismi tipo il click day. Invece abbiamo detto: tutti hanno diritto a questo trattamento e mettiamo in campo tanti fondi per sostenere queste misure. È utile, pratico, intelligente, come è già avvenuto per consentire di pagare i professionisti quando le risorse erano finite. Questo già sta avvenendo, è già avvenuto. Il Parlamento l'ha approvato.
  Tuttavia io devo dire che per fortuna le cose che sono state rilevate dalla Commissione Affari costituzionali sono giuste. Quindi ho interloquito, ad esempio anche con l'onorevole Ceccanti e con coloro i quali hanno posto alcuni rilievi, sull'esigenza – sia pure nella emergenza, eccezionalità e giustificazione – di consentire che si attuino i provvedimenti fino in fondo, ferma però restando l'esigenza di mantenere informato e avere l'opinione del Parlamento. Come sapete, il testo è stato riformulato e quindi introduce un passaggio parlamentare che non c'era nel testo, approvato dal Parlamento, del decreto-legge precedente. So che esistono dei subemendamenti. Ce n'è uno dell'onorevole Ceccanti, che trovo giustificato, che ulteriormente chiarisce e circoscrive temporalmente questa procedura proprio per consentire rapidamente l'erogazione di risorse. Quindi si tratta esclusivamente di un meccanismo già presente, sperimentato e varie volte utilizzato, che ha l'esclusiva finalità di consentire l'implementazione delle misure previste dalla legge nel modo più efficace possibile. In nessun modo può e deve prevedere alcun soggettivo e arbitrario spostamento di risorse al di fuori degli obiettivi previsti dalla legge. Tuttavia io auspico che il testo venga migliorato, incorporando il passaggio parlamentare ed eventualmente anche questi ulteriori meccanismi suggeriti dai parlamentari della Commissione Affari costituzionali che aiutino a circoscrivere chiaramente il profilo temporale, peraltro già previsto e implicito di questa norma.
  Ovviamente non mette a disposizione i 75 miliardi di euro, perché è del tutto evidente che questi devono essere necessariamente impiegati per gli scopi prescritti. Ci sono esclusivamente compensazioni tra eccessi e avanzi da una parte e insufficiente copertura dall'altra. Senza questo meccanismo le risorse non possono essere utilizzate e vanno autonomamente in risparmio e quindi richiederebbero un passaggio ulteriore. Quindi questo meccanismo è a tutela del fatto che non si sprechi neanche un euro rispetto alla piena attuazione delle misure. Altrimenti se per una misura c'è un avanzo, questi soldi non possono essere usati per sostenere, per esempio, colf e badanti, dove invece magari c'è una domanda superiore alla stima della relazione tecnica e le risorse dello specifico fondo non bastano, pur avendo delle risorse non spese. Faccio un esempio. Pur essendoci più risorse del necessario per i congedi parentali, con queste risorse altro non si Pag. 28può fare, ma bisogna attivare una procedura. Questa è la ragione per cui il Parlamento ha approvato questo metodo nel precedente decreto-legge, ma adesso io penso sia opportuno introdurre un passaggio parlamentare maggiore. Questa è la proposta del testo. Naturalmente il Parlamento è libero di decidere su questo come su tutti i temi, ma ci tenevo a chiarire questo aspetto.
  L'onorevole Gelmini ha posto dei temi molto rilevanti, sia di merito che di metodo, ma anche di impostazione politica. Quindi vorrei raccogliere alcune delle sollecitazioni che sono state poste, che vanno anche oltre la specifica individuazione di alcuni elementi di intervento. Io penso sia auspicabile che si definisca un processo, un percorso, rispetto ad alcune scelte strategiche fondamentali che vanno anche oltre la questione degli emendamenti del decreto-legge «Rilancio» e del decreto-legge del prossimo scostamento e che riguardano il Piano nazionale di riforme e poi il Recovery plan dell'Italia. Un percorso, un processo che valorizzi gli apporti di tutte le forze politiche in quella che è un'opportunità unica, storica per l'Italia e un dovere anche di definire non solo delle risposte contingenti, ma anche una prospettiva. Questo tema peraltro raccoglie anche alcune questioni di metodo molto fondate che sono state poste dall'onorevole Padoan. Cioè anche nel momento in cui noi realizziamo degli interventi specifici di emergenza immediati, dobbiamo collocarli, abbiamo il dovere di collocarli, in una prospettiva di medio periodo che dia conto anche di un disegno volto ad assicurare al tempo stesso la crescita e lo sviluppo dell'Italia e la sostenibilità della finanza pubblica e sia anche volto, nel merito, ad affrontare alcuni nodi di fondo da troppo tempo irrisolti, affrontare i quali può consentire all'Italia di esprimere a pieno le sue potenzialità di crescita, di sviluppo, di coesione e di innovazione.
  È un'occasione, un'opportunità che questo Paese non deve sprecare e di fronte a questa è doveroso e necessario avere il massimo coinvolgimento possibile. Per questo anche il Governo aveva invitato le forze di opposizione a partecipare agli Stati generali. Rispettiamo le valutazioni che hanno portato alla scelta – naturalmente non siamo stati contenti di questo – di non partecipare. Tuttavia ho colto dall'intervento dell'onorevole Gelmini il suggerimento di utilizzare anche il percorso del PNR per valorizzare un passaggio parlamentare sulle scelte di fondo, al di là del confronto specifico sugli emendamenti, sull'indirizzo, sulla dimensione e sul perimetro del prossimo decreto. Io raccolgo questo invito, che avevo anche rivolto nella mia introduzione.
  Vengo ai temi più specifici che sono stati posti. Uno riguarda le scuole paritarie. Su questo ho già detto. Poi c'è un tema che riguarda l'articolo 25, sul quale vorrei essere preciso. L'articolo 25 non esclude le partite IVA e gli automi dal contributo a fondo perduto, perché proprio oggi – e vorrei rinnovare anche i complimenti all'Agenzia delle entrate e a SOGEI per il lavoro eccellente che hanno svolto – centinaia di migliaia di lavoratori autonomi, di imprese, commercianti, artigiani e agricoltori stanno percependo il contributo, sono partiti i bonifici nei loro confronti relativamente alla procedura dei contributi a fondo perduto. Questo dimostra come a volte, come ho già detto, una norma scritta con un po' di attenzione, poi aiuta dal punto di vista della semplicità dell'attuazione.
  Il tema non riguarda gli autonomi in generale, che sono inclusi, ma riguarda i professionisti che, come è noto, sono invece all'interno del regime INPS e non del regime dell'Agenzia delle entrate. Sono consapevole anche dei legittimi disappunti e delle posizioni dei professionisti, che rispetto molto. Quindi trovo che questo sia probabilmente un limite. Vorrei argomentare le ragioni che hanno portato a questa scelta, che può essere appunto modificata, emendata dal Parlamento. Ma effettivamente, al di là del merito, le modalità hanno prodotto il senso di una discriminazione. Ora è bene sapere che il Parlamento – confermando da questo punto di vista la scelta del Governo – ha scelto, per una ragione di individuazione delle priorità, di confermare una soglia di reddito al Pag. 29di sotto della quale i professionisti hanno potuto beneficiare dell'indennità. Stante quella soglia di reddito, se i professionisti fossero spostati dal regime dell'INPS dell'indennità (600 più 600 più 1.000) al canale del contributo a fondo perduto, non ci sarebbe nessuna differenza. Perché tutti quelli che rientrano nella soglia di reddito avrebbero il floor, chiamiamolo così, del contributo a fondo perduto, che è esattamente equivalente a quello che hanno sul fronte dell'INPS (sempre 600 più 600 più 1.000). Dal punto di vista soggettivo, al di là dell'esclusione, della differenziazione, dal punto vista tecnico qualsiasi professionista che rientra nella soglia dei 600 euro, se fosse stato spostato di là, riceverebbe esattamente le stesse risorse. Non un euro di più, non un euro di meno.
  Ovviamente se invece si decidesse di modificare la scelta confermata dal Parlamento di includere anche i professionisti ad alto reddito dentro il regime, è evidente che un professionista ad alto reddito, se fosse incluso, riceverebbe nel canale del contributo a fondo perduto un beneficio superiore a quello che riceverebbe nel canale INPS. Se un professionista che guadagna 500.000 euro o un milione di euro – e che in quel mese ha avuto una perdita di fatturato – fosse ammesso al beneficio, dentro l'INPS sempre 1.000 euro potrebbe prendere, mentre nell'ambito del contributo a fondo perduto potrebbe prendere alcune decine di migliaia di euro. Il Parlamento è libero, può fare questa scelta. È evidente che è una scelta che ha dei pro, quelli di dare un beneficio ad altre persone, e può avere dei contro, rispetto a un quadro inevitabilmente non infinito di risorse. Qualcuno potrebbe valutare l'opportunità di trasferire risorse molto consistenti a professionisti con un reddito molto elevato, rispetto ai quali un singolo mese può non essere stato un elemento determinante. È una scelta. Io capisco entrambi i punti di vista. Infatti è stata sofferta questa decisione. Non esiste una soluzione ottimale, ognuna, in un quadro limitato di risorse, ha dei pro e dei contro. Quindi sono legittime tutte le scelte che il Parlamento vorrà fare, decidendo di riconoscere il contributo anche ai professionisti con reddito più alto.
  Poi ci sono posizioni intermedie. Uno può anche fare l'esempio del notaio che guadagna due milioni di euro. Perché dovrebbe avere il contributo a fondo perduto se per un mese ha guadagnato un po' di meno? Però magari 55.000 euro può essere ritenuta una soglia non sufficiente di fronte a una perdita a seguito del Coronavirus, quindi sarebbe giusto alzarla. Ci sono tante ipotesi di miglioramento che si possono fare. Il Governo le rispetta, le guarda con attenzione ed è pronto a confrontarsi per soluzioni che possano migliorare dal punto di vista pratico e anche simbolico questa questione. Devo dire che mi ha dispiaciuto dal punto di vista del sentimento di discriminazione, che va persino oltre il tema pratico. In concreto le risorse sarebbero state le stesse, tranne che per i professionisti con reddito superiore alla soglia. Però c'è questo tema.
  Quindi io esprimo la massima attenzione e apertura a valutare le scelte del Parlamento, avendo però spiegato le motivazioni – così colgo l'occasione per farlo – ma con tutti i limiti di scelte che non sono mai ottimali e quindi sono anche drammatiche. Uno deve allocare risorse date e quindi fare scelte di priorità. Questo è il dato. Quindi, se il Parlamento suggerirà dei miglioramenti, noi saremo attenti e aperti. Con lo stesso sforzo, perché quando gli interventi sono seri e rispettosi, è doveroso anche non rifugiarsi in una risposta che potrebbe chiudere o compiacere l'interlocutore, ma senza poi dare una risposta sostanziosa. Quindi io preferisco argomentare le ragioni e poi su questa base misurarmi anche con la ricerca di soluzioni.
  Sul tema del rinvio fiscale. Premesso che condivido quello che ha detto l'onorevole Fassina: non esistono casi al mondo di Paesi che abbiano sospeso tutte le imposte, perché questo renderebbe insostenibile il finanziamento delle funzioni essenziali dello Stato con detrimento di tutti i cittadini. A meno che non si pensi – ma questa è una questione più strategica di visione, sono legittime visioni diverse – che si possa fare questa scelta. Questa maggioranza è unita Pag. 30dall'idea che lo Stato «minimo» non aiuti in realtà il benessere e la prosperità dei cittadini. I Paesi che hanno delle funzioni pubbliche sostenute dalla fiscalità generale e dalla progressività dell'imposta – come la sanità pubblica, la scuola, la ricerca, che inevitabilmente determinano un livello di pressione fiscale più alto di altri Paesi, che hanno invece queste funzioni affidate al mercato – sono Paesi complessivamente non solo più giusti, dove ci sono meno disuguaglianze, ma anche più prosperi, paradossalmente. I Paesi scandinavi dove la pressione fiscale è molto più alta che in Italia – e non sto certo parlando di alzarla – non sono Paesi dove non ci sono le persone benestanti. Al contrario sono Paesi anche prosperi. Queste sono visioni diverse, legittime. Io le rispetto. Ci sono dibattiti, che non nascono certo oggi, filosofie diverse del rapporto fiscalità, welfare, Stato, mercato che preesistono e se non ci fossero, non ci sarebbe il sale della democrazia. Quindi su questo è comprensibile che ci siano posizioni di partenza diverse.
  Venendo al tema concreto, premesso che non si può fare «l'anno fiscale bianco», premesso che ci sono visioni diverse, che attengono alla scelta se determinati servizi debbano essere pubblici o meno, nella specifica condizione di una crisi come questa, fino a quanto e in che misura si può intervenire per alleggerire la pressione fiscale? Questo Governo ha cercato di farlo con la scelta – che poi anche all'interno della maggioranza non è stata ugualmente considerata opportuna – di fare alcuni grossi interventi mirati e parametrati al fatturato e un intervento orizzontale di sostegno e di stimolo all'economia più generale come quello del saldo/acconto IRAP. Dentro questo è stato fatto un intervento di sospensione delle scadenze fiscali molto significativo che cuba diversi miliardi di lire e che teoricamente sarebbero dovute a settembre. Sì, di euro. La vicinanza di Borghi mi ha ispirato, diciamo così, un riferimento alla lira. Parecchi miliardi di euro. Tutte queste tasse dovrebbero teoricamente essere pagate tra settembre e dicembre. Come ho detto, probabilmente questo produrrebbe un aggravio eccessivo proprio sui settori che hanno subìto le perdite o le filiere più colpite. Quindi credo sia giusto porsi il tema, come alcuni di voi hanno fatto, di modulare in modo diverso questa scadenza per alleggerire le imprese – in particolare le famiglie e le imprese oggetto di questi versamenti – da questo adempimento che a settembre si cumulerebbe a quelli ordinari. Quindi questo è sicuramente un tema.
  Poi c'è questo tema specifico su cui ho espresso la posizione, quello che il Governo ha annunciato, cioè di modulare anche la scadenza del 30 giugno per alcuni soggetti, dando un po' più di tempo, soprattutto per gli intermediari. Su questo Forza Italia fa una richiesta di andare addirittura oltre settembre. Alcune parti della maggioranza parlano di settembre. Io ritengo che complessivamente sia meglio focalizzarsi sulla scadenza fiscale di settembre e sugli interventi a sostegno dei settori più colpiti, piuttosto che avere un intervento orizzontale. Anche perché l'intervento che abbiamo fatto precedentemente con il previsionale fa sì che non si debba quest'anno pagare sulla base delle entrate dell'anno scorso. È una scelta, ma si può utilizzare con un margine che prima non esisteva. Pertanto si può adottare il metodo previsionale anche con previsioni che poi risulteranno fino al 20 per cento non corrette. Quindi si può pagare in proporzione a quello che si è incassato. Quindi se uno non ha incassato, non paga. Invece con il metodo storico avrebbe dovuto pagare l'importo dell'anno precedente. Quindi questo cambia rispetto alla situazione dell'anno precedente, per esempio. Quindi allevia in qualche modo quantitativamente questa scadenza. Tuttavia siamo pronti a proseguire il confronto in una scelta allocativa che poi sta dentro anche le scelte che saranno nel prossimo decreto.
  Sulle scuole paritarie ho detto. Automotive e turismo ho già detto. Quindi sono contento che siano settori sui quali c'è consenso, che siano oggetto di un'attenzione particolare. Approfondirò il tema – perché sulle start-up il decreto «Rilancio» fa molto – della dimensione delle start-up creative. Raccolgo il tema, lo approfondiremo. Pag. 31 Insomma, direi di avere più o meno risposto alle questioni poste dall'onorevole Gelmini.
  Per quanto riguarda l'onorevole Padoan, ho già detto, ma sono molto d'accordo. Oggi non vorrei che l'essermi concentrato su alcuni aspetti di attenzione più immediata faccia passare in secondo piano il fatto che per il Governo la questione prioritaria è la cornice, l'ambizione di una strategia di medio-lungo termine che punti a ottimizzare le risorse, anche europee, per aumentare il potenziale di crescita del Paese, privilegiando in particolare gli investimenti pubblici e la mobilitazione degli investimenti privati e sforzandosi di canalizzarli e indirizzarli in particolare sull'innovazione, sulla sostenibilità e sulla coesione sociale e territoriale, con una forte attenzione ai temi delle infrastrutture materiali e immateriali, ai temi del sostegno alle filiere, ai temi dell'economia circolare e a una serie di temi che sono ampiamente definiti anche all'interno del progetto rilancio, su cui abbiamo consultato le parti sociali e le forze produttive negli Stati generali e su cui stiamo definendo la rete di interventi che puntano a cogliere l'opportunità di far fare un salto di qualità alla crescita, all'occupazione e alla capacità di innovazione del Paese. Questa è la cornice entro cui si collocano anche alcune riforme ambiziose e importanti, come la riforma fiscale e come il tema della semplificazione, che sarà oggetto anch'esso di un prossimo decreto a cui il Governo sta lavorando e che è in fase di completamento. Quindi questa è la cornice dentro cui va collocata anche la valutazione di interventi di natura congiunturale.
  Qui colgo il tema dell'onorevole Fassina. Ci sono due dimensioni, entrambe importanti. La definizione di un piano di rilancio pluriennale e gli interventi congiunturali con risorse che devono far conto, naturalmente, con il quadro di sostenibilità della finanza pubblica che l'Italia può assicurare, ma anche con la convinzione che interventi di natura ciclica possono e devono essere anche significativi proprio per salvaguardare la crescita e l'occupazione. Quindi interventi non strutturali, ma one-off che devono e possono essere incisivi. Su questo stiamo valutando – colgo l'occasione per dirlo – perché ho letto anche delle ricostruzioni fantasiose su posizioni diverse, su un dibattito nel Governo. C'è una dimensione strutturale e lì il Governo ha delle priorità: il costo del lavoro, il cashless, la famiglia, nel quadro della riforma fiscale che conoscete. Poi c'è la dimensione diciamo ciclica, specifica di interventi temporanei su cui è in corso una valutazione. Tutte le ipotesi sono sul tavolo e il Governo le sta seriamente valutando. Non è stato deciso nulla, si stanno valutando le opzioni e in modo comune si stanno esaminando le diverse ipotesi rispetto all'allocazione ottimale di risorse, inevitabilmente limitate, che si possono utilizzare sul piano immediato, congiunturale per i prossimi mesi. Quindi sono due questioni diverse. Quando ho sentito mettere in contrapposizione il costo del lavoro... Peraltro vorrei ricordare che il 1° luglio calano le tasse per 16 milioni di lavoratori perché entra in vigore il decreto-legge n. 3 del 2020 sul cuneo fiscale, che per 11 milioni di lavoratori eleva gli 80 euro a 100 euro e per quattro milioni e mezzo di lavoratori per la prima volta dà un contributo che va da 80 euro fino a 100 euro al mese. Quindi per 16 milioni di lavoratori il Governo ha ridotto le tasse con la precedente manovra e dal prossimo mese queste risorse saranno nella busta paga di 16 milioni di lavoratori. Ma questo è un tassello di una strategia di medio termine che punta a ridurre il costo del lavoro in Italia. Questa strategia non è in contraddizione con la possibilità di interventi temporanei e ciclici a sostegno dei consumi, che possono essere o non possono essere attuati. Ci sono casi diversi: un Paese lo ha attuato, altri no. Ci sono valutazioni serie, sull'efficacia, l'impatto, i prezzi si riducono, non si riducono. L'allocazione costi-benefici delle risorse è un esercizio che il Governo sta facendo in modo unitario e condiviso, senza nessuna contrapposizione tra le due dimensioni, perché una è strutturale e una è ciclica. I temi strutturali li ha evocati Padoan, non li ricordo. Pag. 32
  L'onorevole Trancassini, secondo me, ha comprensibilmente seguito il copione che a mio giudizio è prevalentemente propagandistico. Lo dico senza alcuna volontà polemica. Io faccio politica da molti anni, quindi ho affrontato assemblee molto più calde di questa. Ho ricevuto messaggi preoccupati da colleghi, ma questa è «acqua fresca» rispetto alla mia esperienza politica. Quindi sono assolutamente sereno e non ho nessun bisogno di rispondere con vis polemica, ma con grande tranquillità posso riconoscere che comprensibilmente si sceglie di interpretare una parte e si deve individuare. Purtroppo non c'è molto materiale...

  PAOLO TRANCASSINI. Lo dico col massimo rispetto, io non interpreto nessuna parte. Glielo dico nel rispetto del suo ruolo. Lei ha detto «propagandistico» e ci sta. Che io sono venuto qui a recitare una parte, non me lo può dire. Glielo dico con serenità. Solo per una questione di rapporto al quale tengo.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Io ho un ottimo rapporto personale con lei, quindi vorrei chiarire che non ho assolutamente detto che lei sta recitando una parte. Diciamo che è un indirizzo, un approccio che a mio giudizio è propagandistico, che legittimamente è stato scelto di seguire e che può avere la sua efficacia dal punto di vista politico e propagandistico. Io spero che Fratelli d'Italia, a fianco di questa legittima scelta, partecipi anche all'individuazione di soluzioni efficaci sul miglioramento del provvedimento. È una scelta legittima. Poi, ripeto, nel merito sono cose che non hanno nessuna giustificazione perché, per esempio, se si realizzano operazioni complesse, come la costituzione di una newco, servono gli advisor – lo prevede la legge – si può fare senza scriverlo o, per maggiore trasparenza, spiegare quello che richiede la legge, così come se si fa un'operazione come il Patrimonio Destinato. Quindi non c'è nessuna riga del decreto «Rilancio» – come le misure sulle esportazioni o relative al Ministero dello sviluppo economico – che non sia un utilizzo efficiente delle risorse a sostegno dell'economia italiana. Quindi, da questo punto di vista io respingo le critiche, non potrebbe essere diversamente, ma rispetto la scelta di insistere su questo aspetto. Siccome so che spesso noi ne abbiamo fatto tesoro, perché abbiamo persino in precedenti provvedimenti tenuto conto di proposte di Fratelli d'Italia su alcune soluzioni intelligenti e utili, auspico che a fianco di questa – non la chiamiamo parte, ma motivo che io giudico propagandistico – poi ci siano anche delle proposte utili a migliorare il provvedimento.
  L'onorevole Fregolent ha detto cose anche condivisibili e che sono posizioni anche note di Italia Viva, quindi non penso ci siano punti specifici su cui debba aggiungere nulla di particolare. All'onorevole Fassina credo di aver risposto. L'onorevole Raduzzi ha parlato del Patto di stabilità, della riscrittura del Patto di stabilità. Anche su questo credo di aver risposto.

  ANTONIO ZENNARO. Ministro, scusi. Non ha risposto ai miei quesiti.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. È vero, ha ragione. L'ho saltata. Adesso arrivo a lei.
  Dunque, stavo dicendo a Raduzzi che credo di aver risposto sul tema delle tasse a sostegno dei consumi e degli investimenti. L'utilizzo della leva fiscale a sostegno degli investimenti, vorrei che fosse sottolineato che è presente significativamente nel decreto-legge e l'onorevole Raduzzi ha rimarcato in particolare l'Ecobonus al 110 per cento che è un intervento fiscale a sostegno degli investimenti di una certa portata e consistenza. Per quanto riguarda invece l'intervento fiscale a sostegno dei consumi, è una delle ipotesi concrete. Stiamo ragionando a livello congiunturale.
  Poi c'è un altro tema strutturale che il Governo non ha dimenticato, che è quello dell'incentivo ai metodi di pagamento digitali, che è una prospettiva che trova un rafforzamento, un rilancio dai cambiamenti di questi mesi, che hanno visto molti cittadini avvicinarsi anche di più all'utilizzo di questi metodi di pagamento e quindi sicuramente il Governo farà il massimo per Pag. 33sostenere queste innovazioni. Tra l'altro il 1° luglio, oltre alla riduzione del limite del contante, entra in vigore un'altra delle riforme precedenti del Governo – una misura che sappiamo che voi non condividete, ma questo è normale – come il credito di imposta, ovvero la riduzione delle commissioni per i commercianti che utilizzano i dispositivi di pagamento elettronico. Entra in vigore dal 1° luglio, è importante, ma queste misure sono una tappa di interventi più significativi.
  Dell'ipotesi di interventi fiscali, congiunturali, di sostegno ai consumi, ho parlato. Per quanto riguarda gli emendamenti all'Ecobonus e al Sisma bonus, sto seguendo la cosa con attenzione. Stiamo discutendo e dialogando, insieme ai colleghi Patuanelli e Fraccaro, con i relatori e con i parlamentari, per cercare di valutare degli interventi, che sono inevitabilmente limitati perché stiamo parlando di misure che impegnano una porzione abbastanza significativa del bilancio dello Stato per molti anni, ma comunque io ho già espresso il mio sostegno ad alcuni interventi mirati di ampliamento, di allargamento e di perfezionamento di questa misura che effettivamente stiamo sperimentando e che io penso sia una scommessa giusta che il Governo fa per sostenere gli investimenti, che può essere, come lei ha detto, uno dei volani di rilancio dell'economia. Quindi, ad esempio, anche se l'esclusione delle seconde case aveva una ragione, una logica, perché c'è sempre un criterio nelle cose, è stato sottolineato che c'era una conseguenza potenzialmente inattesa. In alcune circostanze potevano essere presenti magari delle seconde case che meritavano un sostegno. Su questo si può rimodulare e quindi un allargamento, da questo punto di vista, è possibile; stiamo pensando anche a una serie di interventi sui quali forse l'onorevole Raduzzi sa che siamo in una fase avanzata di riflessione e che penso saranno accolti positivamente per rafforzare ulteriormente questa misura.
  Onorevole Zennaro mi dovrebbe ricordare la domanda che ha fatto.

  ANTONIO ZENNARO. Non c'è problema, vista soprattutto l'ampia discussione. Vorrei sapere se avete fatto delle analisi di scenario per quanto riguarda soprattutto la sentenza della Corte costituzionale tedesca sull'acquisto dei titoli della BCE.

  ROBERTO GUALTIERI, Ministro dell'economia e delle finanze. Io ricordo che ero forse in questa Commissione, proprio il giorno della sentenza, quando dissi che a mio giudizio questa sentenza non avrebbe cambiato la politica della BCE. Devo dire che la mia analisi fu accolta con un certo scetticismo da molti colleghi presenti che ritenevano che l'impatto sarebbe stato molto negativo, molto pronunciato. Io ho espresso fiducia nel primato del diritto dell'Unione. Mi sembra che i fatti stiano confermando – lo dico in punta di piedi – questa interpretazione, che sottolineava il fatto che il diritto europeo prevale e che il piano e il programma di acquisti speciale non era, peraltro, neanche toccato. La BCE non è tenuta a rispondere a sentenze di Corti nazionali, ma solo alla Corte di giustizia europea. Mi pare, però, che sia stato confermato che la Bundesbank, in cooperazione con il Governo tedesco, avrebbe costruttivamente lavorato per fornire delle risposte, i cui dati sono già nei fatti, e che mostrano come anche gli interventi del programma precedente siano coerenti con il principio di proporzionalità e di attribuzione dei trattati europei e con il mandato della Banca centrale europea. Questa è la mia convinzione e penso, quindi, che non ci saranno impatti neanche nel medio periodo di questa sentenza e la BCE continuerà ad esercitare con efficacia il suo mandato a sostegno della stabilità monetaria e anche a sostegno dell'integrità della zona euro e del corretto funzionamento dei mercati finanziari e della trasmissione della politica monetaria.
  L'onorevole Vanessa Cattoi ha legittimamente espresso delle posizioni genericamente critiche. Io potrei agevolmente smentire quello che lei dice, in particolare sul fatto che non ci sia nulla a sostegno delle imprese. C'è moltissimo. Sono lieto che proprio oggi sono stati fatti 700 milioni di bonifici in un solo giorno a sostegno delle imprese, anche con importi significativamente Pag. 34 superiori a quelli che in altri Paesi sono stati erogati, con una proporzionalità rispetto al calo di fatturato, oltre al fatto che la cassa integrazione, con tutti i limiti e i ritardi di cui abbiamo parlato, è comunque erogata a milioni di lavoratori e offre anche un sostegno concreto alle imprese. Naturalmente, come anche ricordava l'onorevole Padoan, non è sufficiente accontentarsi del fatto che ci sia la cassa integrazione, ma occorre incoraggiare la ripartenza e la riapertura dell'economia. Questo fa parte del pacchetto di misure su cui stiamo lavorando anche in stretta cooperazione con la Ministra del lavoro e delle politiche sociali Catalfo. Sulla flat tax ho già spiegato il motivo per cui noi riteniamo preferibile il sistema fiscale previsto dalla nostra Costituzione, basato sulla progressività delle imposte, ma è una differenza di posizioni nota. Anche sull'Europa credo di avere risposto, argomentando che forse sarebbe corretto, non dico un'autocritica, ma un riconoscimento, da parte anche della Lega, del fatto che, primo, l'Europa è una risorsa fondamentale per l'Italia, e, secondo, che l'Italia ha saputo positivamente concorrere a un rafforzamento significativo delle politiche europee; ma poi ognuno è libero di esprimersi come preferisce.
  Infine, l'onorevole Lucaselli ha parlato sempre del tema che ha posto l'onorevole Garavaglia, sulla facoltà di spendere milioni a piacere. Credo di aver risposto anche su questo.
  Quindi vi ringrazio, soprattutto coloro i quali erano interessati al dialogo e non a manifestazioni poco interessanti per i cittadini, i quali aspettano da noi concretezza di lavoro. Ribadisco infine l'impegno del Governo ad accompagnare e favorire il più possibile il lavoro importante in cui è impegnato il Parlamento.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 22.25.