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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVIII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Martedì 26 marzo 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Saltamartini Barbara , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE PROSPETTIVE DI ATTUAZIONE E DI ADEGUAMENTO DELLA STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE AL PIANO NAZIONALE ENERGIA E CLIMA PER IL 2030.

Audizione di rappresentanti di Edison.
Saltamartini Barbara , Presidente ... 3 
Benayoun Marc , Amministratore delegato di Edison ... 3 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 9 
Bersani Pier Luigi (LeU)  ... 9 
De Toma Massimiliano (M5S)  ... 9 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 10 
Benayoun Marc , Amministratore delegato di Edison ... 10 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
BARBARA SALTAMARTINI

  La seduta comincia alle 12.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati, nonché la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Edison.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia energetica nazionale al Piano nazionale energia e clima per il 2030, l'audizione di rappresentanti di Edison.
  Nel dare la parola al dottor Marc Benayoun, amministratore delegato di Edison, che ovviamente saluto e ringrazio per la sua presenza, unitamente a tutta la delegazione di Edison, a partire dal dottor Marco Margheri, ricordo che l'audizione odierna è finalizzata esclusivamente ad ottenere elementi istruttori utili ad approfondire le tematiche oggetto del programma dell'indagine conoscitiva.

  MARC BENAYOUN, Amministratore delegato di Edison. Onorevole presidente Saltamartini, onorevoli deputati, sono felice di avere l'opportunità di partecipare a questa audizione. Il dibattito della X Commissione sarà essenziale per contribuire allo sviluppo non solo del Piano nazionale integrato energia e clima, ma anche alla sua reale attuazione.
  Sono ormai passati 135 anni da quando Edison ha elettrificato Milano ed è diventata un'azienda italiana leader della trasformazione energetica del Paese. La nostra sede di Foro Bonaparte rappresenta ancora oggi la storia dell'energia italiana e vogliamo che ne rappresenti anche il futuro.
  Dopo 800 milioni di euro investiti in Italia nel 2018, nei prossimi tre anni abbiamo previsto investimenti per oltre 2 miliardi di euro. Sono quasi 700 milioni di euro all'anno, oltre il 90 per cento dei quali in Italia. Abbiamo orientato questi investimenti sugli assi fondamentali del Piano energia e clima, di cui vogliamo essere un attore significativo: rinnovabili, gas sostenibile e competitivo per sostituire carbone e petrolio, innovazione di mercato, efficienza energetica e nuovi servizi per i clienti.
  Vi parlo a pochi giorni dal lancio di un nuovo grande progetto per l'Italia. All'Ansaldo Energia di Genova, in un luogo simbolo dell'eccellenza industriale italiana, abbiamo avviato un investimento da oltre 300 milioni di euro e circa 600 posti di lavoro in tre anni. Questo progetto, grazie alla tecnologia Ansaldo, trasformerà una centrale degli anni ’90 a Marghera, vicino Venezia, nel primo impianto europeo di classe H2, livello di rendimento a cui accennerò brevemente, con 780 MW di potenza installata e livelli record di efficienza, di flessibilità e di sostenibilità, sia per le emissioni di CO2 per kilowattora (meno 40 per cento rispetto alla media dell'attuale parco termoelettrico italiano), sia per tutte le altre emissioni (meno 70 per cento delle emissioni di NOx autorizzate). Per noi è un impegno importantissimo, che si affianca alle molte altre iniziative dedicate alle rinnovabili, alla mobilità sostenibile, all'innovazione digitale e ai servizi energetici. Pag. 4
  Aumentare l'impegno di Edison verso l'Italia è stato il mio obiettivo da quando sono arrivato nel 2016. Dal 2012 la maggioranza del capitale di Edison è posseduta dal Gruppo EDF. In questo quadro Edison ha mantenuto una solida autonomia, con una governance trasparente, amministratori indipendenti autorevoli e top management italiano. Il gruppo ha anche affidato a Edison tutte le attività della piattaforma gas che abbiamo in Europa, oggi gestite interamente dall'Italia. Nel 2018, per la prima volta dal 2013, la società è tornata in utile. Nel corso degli ultimi esercizi abbiamo rinforzato la struttura finanziaria della società e pertanto, pur avendo avviato un percorso di crescita, non abbiamo realizzato utili, né distribuito dividendi. Con il sostegno dell'azionista di riferimento, abbiamo costruito quindi una società in ottima salute finanziaria, abbiamo definito obiettivi sfidanti per la crescita futura della società e siamo determinati ad essere un attore centrale nell'evoluzione del settore energetico italiano.
  Sono anche molto fiero di ricordare che questo processo si accompagna con la crescita delle opportunità di lavoro nel Paese. Siamo attualmente 5.300 dipendenti, con 300 nuovi assunti nel solo 2018 in oltre 200 siti italiani.
  Edison guarda con favore agli obiettivi sfidanti espressi dal Piano. Voglio per prima cosa soffermarmi sul grande obiettivo Paese che il Piano dà al settore energetico per il 2025: sostituire il carbone, il combustibile più inquinante, nella generazione elettrica, in modo sicuro, sostenibile ed economicamente competitivo.
  Nel 2017, le otto centrali carbone attive in Italia hanno prodotto il 10 per cento dell'elettricità consumata nel Paese. Il gas ha coperto invece il 44 per cento della generazione. Tuttavia, per quanto riguarda le emissioni, le centrali a carbone hanno emesso circa il 30 per cento delle emissioni totali del settore, contro il 50 per cento del gas.
  La produzione a carbone ha contribuito nel 2017 alle emissioni italiane per circa 29 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti all'anno. Esse possono variare sensibilmente in base alla produzione, ma si tratta di un valore pari a quello dell'intero settore agricolo nazionale, oltre sei volte superiore alla riduzione delle emissioni dei trasporti con l'introduzione dei 6 milioni di veicoli elettrici che dovranno essere messi in circolazione in Italia entro il 2030. Conti alla mano, phase out carbone ed efficienza energetica sono le due leve a maggior impatto per la riduzione delle emissioni di CO2. A seguire, la sostituzione della generazione a gas con cicli combinati ad alta efficienza, che equivarrebbe ad oltre 10 milioni di veicoli elettrici al 2030 in circolazione, in aggiunta ai 6 milioni già previsti dal PNIEC.
  Peraltro, proprio nel settore della mobilità elettrica, il phase out del carbone è di primaria importanza: se manterremo il carbone, l'elettrificazione della mobilità non farà che spostare il problema.
  La sostituzione del carbone permetterà all'Italia di raggiungere nel 2030 livelli emissivi virtuosi al pari di Paesi come la Finlandia e l'Austria, consolidando una vera leadership nella transizione energetica europea. Per vincere questa sfida sarà necessario il contributo di tutte le politiche descritte nel Piano.
  Innanzitutto serve conseguire gli obiettivi di efficienza energetica. Queste politiche devono coinvolgere tutti gli attori, produttori e consumatori, in nuovi modelli di mercato come ad esempio le comunità energetiche, e nuovi comportamenti di consumo. È necessario poi vincere la sfida delle rinnovabili, che si deve portare al 55,4 per cento di copertura dei consumi di energia elettrica al 2030.
  Nel quadro della transizione italiana e degli sviluppi sulle rinnovabili, il Piano conferma anche che è necessario un sistema gas sostenibile, sicuro e competitivo. Dobbiamo infatti mantenere nel tempo la piena sicurezza delle forniture soprattutto nelle zone del Paese oggi servite da impianti a carbone. Inoltre, è necessario tenere alta la competitività del sistema, per rispondere ai bisogni della seconda economia manifatturiera d'Europa. In questo quadro, il gas rimane un componente fondamentale della domanda energetica delle imprese, e nel settore elettrico contribuisce Pag. 5alla formazione dei prezzi per circa il 50 per cento delle ore.
  Nel settore delle rinnovabili il Piano ci chiede di raddoppiare la capacità eolica installata e di aumentare due volte e mezzo quella solare, oltre che di crescere anche negli altri settori, a partire dall'idroelettrico. Significa fare in 10 anni più di quello che abbiamo fatto negli ultimi 25, gran bella sfida. Edison è pronta a fare la sua parte.
  Nel settore eolico siamo stati tra i pionieri in Italia. Oggi possiamo contare su 40 impianti in 35 comuni. Con gli interventi di ammodernamento e integrale ricostruzione, gli impianti possono aumentare significativamente la produzione, riducendo gli impatti ambientali. Inoltre, stiamo ultimando un piano di sviluppo, che porterà la capacità installata a 710 MW alla fine del 2019, con il contributo di 8 nuovi progetti per 165 MW di nuova capacità in via di completamento, soprattutto al sud del Paese, dove c'è ovviamente più vento. In questo quadro, dal 2014 è attiva E2i Energie Speciali, la nostra partnership con il fondo F2i – Fondi italiani per le infrastrutture.
  Vista l'attuale frammentazione del settore eolico e la conseguente inefficienza operativa, finanziaria e d'investimento, operatori di dimensione nazionale andrebbero a beneficio dell'intero sistema elettrico italiano, consentendo la valorizzazione delle economie di scala sulla catena di gestione delle operazioni.
  Alle istituzioni chiediamo un quadro stabile e favorevole agli investimenti. L'ultimo decreto per le aste di capacità rinnovabile risale al 2016. In questo quadro risulta importante l'adozione del prossimo provvedimento, attualmente oggetto di discussione con Bruxelles.
  L'avvio di un nuovo ciclo di aste sarà molto importante per accrescere il ruolo delle rinnovabili in Italia. Per ora, infatti, sono lo strumento di mercato più efficace. I sistemi basati sui Power Purchase Agreement, i PPA, non hanno ancora raggiunto una maturità sufficiente a far progredire il settore alla velocità richiesta. Noi crediamo in questo strumento, ma esso deve essere introdotto e affinato, mentre il settore deve svilupparsi con continuità.
  Tengo infine a fare un riferimento chiaro al ruolo dell'idroelettrico, settore in cui puntiamo a investire oltre 40 milioni di euro all'anno nel prossimo triennio. Nella fotografia contenuta nella documentazione trasmessa alla Commissione, si può vedere la centrale di Pizzighettone, 5 MW installati, primo impianto idroelettrico realizzato da Edison in 40 anni. È particolarmente moderna e ha un impatto visivo nullo. Anche il nostro progetto di Palestro è una bella prova di buona relazione con il territorio. La campagna innovativa di crowdfunding che lo accompagna ha raccolto in pochi giorni adesioni molto superiori al target prefissato, con il pieno sostegno del Comune. Questi progetti hanno un ruolo importante nel quadro della transizione verso le energie rinnovabili. Per ogni euro investito in questa tecnologia, il 70 per cento viene speso in opere civili, in cantieri, in tecnologia prevalentemente italiana, come le turbine idrauliche di piccola taglia, su cui la manifattura italiana è leader. Al contrario, nel solare o nell'eolico le filiere produttive sono in larga misura all'estero. Inoltre, una centrale idroelettrica potrà produrre energia in modo più prevedibile per molti decenni; solare ed eolico invece sono intermittenti e gli impianti hanno vite utili più brevi. Crediamo fortemente, come hanno sostenuto anche le regioni, che il settore del mini-idroelettrico debba trovare una sua collocazione favorevole nel quadro dei nuovi decreti sulle fonti rinnovabili. Diversamente, si allontanerebbero gli obiettivi sulle fonti rinnovabili e verrebbero messe a rischio le autorizzazioni. Sarebbe un colpo duro a un settore importante dell'industria energetica italiana che valorizza ampiamente i territori.
  Anche nel settore delle grandi dighe, dei grandi impianti idroelettrici, è necessario sviluppare un quadro normativo organico, con una prospettiva di rilancio industriale. Questa prospettiva oggi non c'è. In Europa, solo Italia e Francia hanno attivato un processo di riforma del settore, mentre altri Paesi lo hanno ritardato o completamente Pag. 6 escluso. Dobbiamo invece favorire gli investimenti di miglioramento degli impianti e delle tecnologie, dei profili ambientali, delle relazioni con i territori e con le comunità locali.
  Nel recente decreto semplificazioni è stata definita un'ulteriore riforma del settore, che non ha coinvolto nell'ascolto gli operatori e ha completamente rivisto tutte le previsioni precedenti, stratificate a partire dal 1933. Gli impatti devono ancora essere verificati e saranno in parte diversi da regione a regione, secondo le scelte amministrative di ciascun contesto. È forte quindi il rischio che si arrivi in Italia a un quadro molto diversificato, e bisognerà valutare che non si aprano fronti di contenzioso.
  In aggiunta, l'incertezza del quadro normativo non consente la programmazione di importanti investimenti, che potrebbero essere realizzati. Mi riferisco ad esempio agli impianti di pompaggio previsti nel Piano, che comporterebbero investimenti compresi tra i 2 e 3 miliardi di euro. Quale operatore potrà pensare di sviluppare questi progetti in assenza di una cornice di regole chiare e prevedibili?
  Come ho detto, Edison concorda anche con il ruolo importante che il Piano riserva alla generazione a gas, che offre un supporto ineludibile alla crescita delle fonti rinnovabili. Si tratta di una leva decisiva della competitività del sistema. Al 2030, l'efficientamento del parco impianti CCGT (Combine cycle gas turbine) a cicli combinati infatti contribuirà ad assicurare il giusto livello di adeguatezza del sistema e fornirà la flessibilità necessaria per lo sviluppo di generazione rinnovabile non programmabile. Inoltre, come abbiamo visto, contribuirà in modo significativo alla riduzione delle emissioni.
  Il Piano va già in questa direzione, identificando la necessità di 3 GW di nuova potenza installata, che saranno un fattore abilitante essenziale della transizione energetica italiana. Tuttavia, è necessario ricordare che tra il 2025 ed il 2030 molti degli attuali impianti a gas arriveranno a fine vita utile. Si tratta di 15-20 impianti, per una potenza complessiva di 6 GW.
  Per ridurre le emissioni specifiche della produzione elettrica in Italia ed ottenere valori tra i più bassi in Europa è quindi necessario investire nella sostituzione degli impianti a gas, con cicli combinati di nuova generazione come il nostro progetto di Marghera, e, dove possibile, nella life extension degli impianti più efficienti attualmente in esercizio. Su questo la tecnologia e le competenze italiane sono in prima fila.
  Come vi ho anticipato, Edison è già all'opera. Innanzitutto il progetto di Marghera con benefici ambientali, sociali ed economici che vi ho descritto. Ulteriori opportunità sono possibili in altre zone del Paese, ma è necessario un quadro che permetta a questi investimenti di avere una visione solida di medio periodo.
  Per questo è di assoluta importanza dare rapidamente avvio al mercato della capacità. Il settore elettrico italiano lo aspetta da molti anni, perché lo sfruttamento della capacità esistente ha i suoi limiti. Fino allo sviluppo massivo degli stoccaggi elettrici, che oggi non sono ancora competitivi su larga scala, dobbiamo poter bilanciare istantaneamente la domanda. Il margine di riserva, che considera la capacità produttiva disponibile nelle ore di maggiore criticità quando la domanda è al picco, è infatti pari a 7 GW (dato 2018) e, come ci dice Terna, è in riduzione, a livello di 5-7 per cento della capacità.
  Occorre quindi agire rapidamente, abbiamo accolto con favore la notizia della notifica a Bruxelles del meccanismo rivisto, ci auguriamo che presto si possa dare avvio alla fase operativa.
  Il sistema gas italiano è una leva sicura e diversificata di sviluppo sostenibile. In questo quadro è importantissimo il ruolo che il Piano assegna nella transizione energetica a questo settore. Per il 2030 il Piano prevede che l'Italia consumi circa 60 miliardi di metri cubi di gas, restando uno dei leader europei del settore dopo la Germania e l'Inghilterra.
  Nel corso del 2018 sono stati consumati in Italia ben 72,7 miliardi di metri cubi ed erano circa 75 miliardi nel 2017. Il Piano prevede politiche molto stringenti di efficienza energetica, ma va ricordato che fino Pag. 7al 2030 vi saranno alcune spinte in crescita, come il ruolo dei cicli combinati per la sostenibilità del sistema elettrico e la decarbonizzazione dei trasporti pesanti e marittimi grazie al gas naturale liquefatto.
  In questo quadro dobbiamo preservare nel tempo la sicurezza e la competitività delle nostre forniture di gas. Dobbiamo rapidamente aggiornare il nostro modello di approvvigionamento e garantirci oggi le fonti del futuro. Assistiamo infatti ad uno scenario di trasformazione molto forte, con alcuni fornitori che ridurranno il proprio contributo, mentre altri si preparano a diventare nuovi partner.
  Gli attuali contratti di fornitura di gas di lungo termine non saranno sufficienti a soddisfare la domanda di gas nel medio-lungo termine e sarà necessario prevedere il rinnovo o l'introduzione di nuovi contratti, accompagnati dalla diversificazione delle fonti e delle rotte di importazione.
  Edison offre il proprio contributo grazie a un portafoglio molto diversificato ed interamente orientato verso l'Italia, composto da tre contratti via pipeline ed uno di gas naturale liquefatto. A questi si aggiungerà presto il primo contratto di GNL americano destinato all'Italia, oltre al gas azero che abbiamo contrattualizzato a partire dal 2021.
  Nel contesto attuale, la possibilità di approvvigionarsi da fonti diverse appare ancora più importante alla luce del differenziale di prezzo dell'energia tra il mercato italiano e i mercati del Nord Europa. Con l'avvio del Nord Stream 2 una quota considerevole delle forniture russe destinate all'Italia potrebbe provenire dalla Germania, rendendo così il gap competitivo un fattore strutturale. Abbiamo visto in questi giorni, grazie alle segnalazioni dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, quanto è importante che l'Italia progetti in modo efficace il proprio futuro infrastrutturale, per non trovarsi a dipendere dalle scelte tedesche.
  Edison lavora da tempo per offrire al sistema nazionale opzioni strategiche di diversificazione. Dopo il terminale di Rovigo, che è costato 2 miliardi di euro, investimento assolutamente ingente, stiamo oggi lavorando per mettere al servizio del Paese la rotta Poseidon/EastMed.
  Poseidon, attraverso il TurkStream già in realizzazione, può offrire a partire dal 2023 una nuova opzione per il trasporto di gas dalla Russia, attraverso una rotta affidabile e a condizioni favorevoli. Il progetto è pronto a partire; ha già sviluppato un dialogo positivo e costante con i territori ed è stato oggetto di una lunga attività di sviluppo con i partner internazionali. Nel giugno del 2018 abbiamo richiesto al Ministro dello sviluppo economico e alle autorità greche di poter iniziare i test di mercato previsti dalla normativa europea, che sono un prerequisito. Questi test sono necessari per offrire agli operatori e alle autorità tutte le informazioni utili sulle fasi successive. Vi segnalo che nel frattempo è proseguito con grande velocità lo sviluppo di una rotta concorrente all'Italia nei Balcani. La rotta è complessa, ma i Paesi balcanici hanno dedicato un fortissimo sostegno politico a questo risultato e il gas russo del TurkStream potrebbe essere destinato a Bulgaria, Serbia, Ungheria.
  L'Italia è davanti ad una scelta strategica fondamentale per il futuro del suo sistema energetico: realizzare direttamente con guida italiana una rotta che consenta di migliorare la sicurezza e la competitività delle forniture russe oppure lasciare che questi benefici siano conseguiti da altri Paesi. Per non perdere questa opportunità strategica, il sostegno istituzionale e l'avvio delle procedure di market test sono quindi urgenti. Anche grazie a tale supporto, Poseidon potrà raggiungere le condizioni necessarie ad una decisione finale di investimento entro il 2019, entrando in una nuova fase operativa del progetto. Una opportunità industriale aperta anche a nuovi partner, strategici per il Paese.
  Al progetto Poseidon è collegato il futuro del progetto EastMed: la rotta ha ottenuto lo status di PCI (Project of common interest), la massima priorità strategica europea. La rotta Poseidon/EastMed ha l'obiettivo di sfruttare la rotta tra Grecia e Italia, per collegare l'Italia alle nuove scoperte del Mediterraneo orientale, e rappresenta l'unica opzione sicura, in grado di Pag. 8garantire al Paese un accesso di lungo termine alle risorse della regione. I nostri partner internazionali ed i Governi coinvolti promuovono l'avanzamento del progetto, la Commissione europea ne cofinanzia lo sviluppo per praticamente la metà (36,5 milioni nella fase iniziale). Riteniamo importante che venga riaffermata la centralità dell'Italia in questo processo, confermando così i princìpi sottoscritti nella recente dichiarazione di Nicosia del 29 gennaio.
  Il gas ha un ruolo centrale anche nella mobilità sostenibile. Il contributo della mobilità elettrica sarà essenziale per il trasporto urbano, ma il gas è oggi il solo vettore energetico sostenibile per le lunghe percorrenze, il trasporto pesante e il trasporto marittimo.
  Edison è la prima azienda italiana ad aver avviato, con un investimento di oltre 100 milioni di euro, la realizzazione di un deposito costiero di GNL, in cui confluirà il gas liquefatto proveniente dai giacimenti americani, che per primi abbiamo contrattualizzato per l'Italia. Serve una logistica imponente, che stiamo sviluppando con fatica con i nostri partner spagnoli di Enagas e con la società PIR nel porto di Ravenna. È un primo esempio che alimenterà in modo sostenibile un intero settore innovativo dell'economia italiana. Edison sta peraltro lavorando ad ulteriori sviluppi e investimenti in questo nuovo mercato, ossia concretamente a nuovi depositi costieri.
  Per ogni deposito di LNG stimiamo che il sistema italiano eviti emissioni per circa 6 milioni di tonnellate di CO2, stima calcolata sulla vita utile dell'impianto che è di circa 20 anni. In linea con il Piano, crediamo che sia importante sviluppare una regolamentazione favorevole per gli investimenti, che tenga conto dei nuovi usi del gas liquido.
  Veniamo ora all'innovazione nel settore della domanda. La transizione energetica non funzionerà se non riusciremo a sviluppare una nuova consapevolezza e nuovi modelli di consumo. Abbiamo visto risultati importanti nella transizione digitale, in quella dei media, dei servizi finanziari, nello sviluppo delle grandi piattaforme. Anche i consumi energetici si devono trasformare rapidamente.
  Edison ha una presenza storica nei servizi energetici industriali, dove è oggi il terzo gruppo italiano. L'efficienza energetica ha bisogno di politiche per quanto riguarda la generazione distribuita e di un nuovo approccio che dia più spazio al partenariato pubblico/privato soprattutto per la pubblica amministrazione ed alla riqualificazione energetica dei condomini. In particolare, crediamo serva un'evoluzione normativa che valorizzi il ruolo delle ESCo (Energy service company) e che sia orientata al raggiungimento degli obiettivi di prestazione energetica.
  Per quanto riguarda invece il mercato residenziale, abbiamo aperto sette grandi cantieri digitali, portato sul mercato nuove offerte tipo My Sun per lo sviluppo del solare domestico e Plug&Go per un modello innovativo di mobilità elettrica individuale. Queste trasformazioni accompagnano la nostra presenza sul territorio. Già oggi serviamo più di 900 condomini e case popolari e 1.200 edifici pubblici, gestiamo 100 impianti a biomassa e reti di teleriscaldamento, 30 centri ospedalieri e più di 50 siti e poli industriali.
  Crediamo fortemente nello sviluppo del mercato e sosteniamo pienamente l'obiettivo del Piano di completare l'apertura entro il 2020. Inoltre, chiediamo alle istituzioni di usare il 2019 per migliorare la protezione non solo dei consumatori in difficoltà con una riforma ambiziosa del bonus sociale, ma dell'intero sistema elettrico, introducendo un albo di venditori che garantisca l'operatività sul mercato di soggetti seri e capaci. Nel 2020 vorremmo che venisse raggiunto un vero mercato energetico concorrenziale innovativo ed efficiente per i consumatori. Noi ci impegniamo ad essere al loro fianco con oltre 400 aperture di punti di contatto fisici entro il 2020. Siamo particolarmente contenti anche del lavoro che stiamo facendo con le associazioni dei consumatori, direttamente e nell'ambito del Manifesto per l'energia del futuro. Crediamo che sia possibile avere presto un mercato più efficiente Pag. 9 e innovativo, a beneficio di tutti i clienti.
  Onorevole presidente, onorevoli deputati, in conclusione il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima ha il merito di mettere l'energia al centro del dibattito italiano sulla crescita e sullo sviluppo. La chiave essenziale del successo saranno gli investimenti. Senza di essi non ci sarà innovazione, si ridurrà la competitività per le famiglie e per le imprese, e rischieremo di non conseguire gli obiettivi ambientali.
  Il quadro normativo e l'amministrazione giocheranno ruoli fondamentali. È necessario semplificare le procedure e dare certezza di tempi e realizzazione ai progetti che hanno superato le necessarie verifiche ambientali. Occorre affrontare le sfide che il Piano ci impone in modo organico e coinvolgendo tutti gli attori. Abbiamo assistito a strappi che rischiano di pregiudicare la vita economica di alcuni settori e di aumentare l'incertezza degli investimenti.
  Edison è pronta ad offrire il proprio contributo alla transizione energetica italiana, con un piano ambizioso da oltre 2 miliardi di euro di investimenti in 3 anni, focalizzato sulle competenze, sulle tecnologie, sulla competitività italiana. Confido di poter tornare presto davanti a questa Commissione con i risultati concreti degli investimenti che vi ho descritto.
  Vi ringrazio per l'attenzione che avete dedicato al mio intervento.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, dottor Benayoun. Lascio la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PIER LUIGI BERSANI. Per prima cosa formulo un auspicio e poi porrò una domanda. In questi giorni ricorre il ventennale della possibilità data a Edison di svilupparsi come grande produttore, Edison (ha fatto bene l'amministratore delegato a ricordarlo) è quello che ha fatto vedere in Italia per primo cosa sia la luce elettrica, illuminando le scale. Voglio veramente augurarmi che EDF, la proprietà francese, tenga conto di cosa è per noi Edison, vale a dire la nave scuola di tutta l'energia italiana.
  La domanda invece riguarda il tema dell'approvvigionamento, che giustamente il dottor Benayoun ha sottolineato come un aspetto cruciale. Premetto che il più grande delitto fatto negli ultimi dieci anni in questo Paese è quello di aver abbandonato sia il South Stream, sia Poseidon sotto chiare pressioni internazionali e quindi per inerzia stiamo andando rapidamente verso uno scenario nel quale pagheremo di più il gas che arriva da nord, lo pagheremo ancor di più se dovremo approvvigionarci sul mercato spot, saremo gli unici attaccati al tubo dell'Ucraina.
  Dal punto di vista dei costi e della sicurezza strategica abbiamo compiuto un delitto, questa è la mia premessa. Vorrei qualche chiarimento in più su EastMed e sulla possibilità effettiva di realizzazione, perché conosco le complicazioni geopolitiche e la difficoltà dei costi di questa operazione.
  Ritengo un altro delitto che il progetto Poseidon non abbia potuto integrarsi con il TAP, perché il Poseidon è già autorizzato da molto tempo, compreso l'attracco, compreso tutto. Che possibilità ci sono di sconfiggere il giusto sforzo dei paesi dei Balcani di averlo loro? Dopodiché ce lo andremo a prendere in Austria, se ci va bene? Cosa potete fare per dare una mano a levarci da questa situazione, che secondo me è molto preoccupante, perché dal versante dell'Algeria e della Libia sappiamo come è la situazione? Le sarei grato se potesse darmi qualche elemento in più sullo stato dell'arte di queste operazioni.

  MASSIMILIANO DE TOMA. Innanzitutto grazie per l'esaustiva relazione. Ho una curiosità e una domanda.
  Ho avuto modo di incontrare con i miei colleghi Costa Crociere, che spiegava il fatto del GNL, il loro punto di vista secondo cui necessariamente nel Mediterraneo e soprattutto in Italia (se non sbaglio parlava di Ravenna) bisogna prevedere anche un'alternativa nel Tirreno, quindi Adriatico e Tirreno per la morfologia del nostro territorio, è un punto di riflessione che bisogna porci a livello logistico. Pag. 10
  L'altra domanda è più per una mia curiosità, visto che in questo periodo mi sto occupando della geotermia, tema che non è inserito nel contesto, ma vorrei sapere se da parte vostra sia stato preso in considerazione e sia qualcosa su cui state lavorando.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande da parte dei colleghi, ne faccio una io, ringraziando ovviamente l'amministratore delegato di Edison per l'ampia illustrazione.
  Mi permetto di aggiungere alcune riflessioni a quelle fatte dall'onorevole Bersani circa la strategicità di Edison nel sistema Paese non solo per quello che ha rappresentato, ma soprattutto per quello che può ancora rappresentare Edison in Italia, perché credo che la strada da fare insieme sia ancora tanta anche rispetto all'imponente piano di investimenti che Edison ha posto in essere nel nostro Paese.
  È indubbio che in questa fase di transizione energetica che abbiamo di fronte il tema del gas sia centrale, voi lo avete ribadito, non siete gli unici tra i soggetti che stiamo ascoltando in questa lunga serie di audizioni dell'indagine conoscitiva che riportano il tema del gas come centrale nella transizione energetica. È anche indubbio che, proprio ritenendo il gas centrale nella fase di transizione come elemento mediano per poi arrivare ad una fase di phase out totale del carbone, serve porre in essere alcuni piani di infrastrutture importanti, alcune citate anche dall'onorevole Bersani.
  Sono convinta che l'Italia possa essere l’hub del gas a livello europeo, ma bisogna andare incontro ad alcune esigenze per noi prioritarie come la riduzione del costo dell'energia, riattivare un sistema industriale che nel settore dell'energia ha un perno centrale, e quindi sostenere le nostre imprese e diventare davvero l'architrave su cui ricostruire veramente un sistema industriale degno di chiamarsi tale.
  Per fare questo secondo Edison cosa serve, e soprattutto, visto che noi ragioniamo a step successivi, ragionando quindi su i tre step principali del 2020, 2030 e 2050, secondo Edison come si può arrivare da qui al 2050 utilizzando il gas come via di transizione?
  Do la parola all'Amministratore delegato di Edison, il dottor Benayoun per la replica.

  MARC BENAYOUN, Amministratore delegato di Edison. Ringrazio per queste domande. Vorrei affrontare la prima domanda relativa a Poseidon e EastMed. Noi non abbiamo abbandonato questi progetti, ma adesso è diventato urgente, per lo sfruttamento del TurkStream con il gas russo che arriva alla frontiera greca turca, prendere una decisione a breve, altrimenti il gas andrà nei Balcani. Questo metterà anche a rischio un progetto a medio termine, quello di EastMed, che richiede per 5-7 anni investimenti esplorativi immensi, che non sono nostri, per sfruttare i giacimenti del bacino Levante.
  Senza il braccio indicato in blu nella slide 9 della documentazione, che pagherà per la parte offshore tra Grecia e Italia, EastMed è molto più difficile e costoso da realizzare, quindi questi due progetti sono collegati. Se posso semplificare, non c'è fretta per EastMed, perché è un progetto che richiede investimenti di lungo termine, ma per Poseidon invece c'è, perché adesso stiamo per perdere l'opportunità e probabilmente circa 100 milioni di costi esplorativi iniziali che abbiamo sostenuto.
  È vero che nel quadro della transizione energetica italiana il gas è centrale e c'è la necessità e l'opportunità di aumentare la competitività di questa fornitura. Se posso dare un'illustrazione molto semplice, oggi il gas all'ingrosso è il 10 per cento più caro in Italia che nei Paesi più competitivi, sul PSV, il punto di scambio virtuale del gas, il costo del gas è tra 18 e 20, lo spread con il TTF, Title transfer facility, che è l'indice direttore per la zona North-West Europe è sempre tra 1,8 e 2,5, quindi più o meno il 10 per cento. Questo è dovuto alla complessità di accesso al mercato italiano, occorrono più opzioni per portare il nuovo gas a sud dell'Italia, altrimenti l'alternativa è quella di dipendere Pag. 11 dalla rotta tedesca, che può diventare più cara.
  È quindi assolutamente necessario per avere gas competitivo in Italia, sfruttare l'opportunità di un hub con più attività, più dinamicità per questo mercato, avere più gas al sud del Paese, e questa infrastruttura è essenziale così come l'infrastruttura TAP.
  È vero che il progetto TAP ha creato dei disagi, perché arriva in un posto protetto, bellissimo, ma il nostro progetto è diverso, perché arriva nel porto di Otranto, dove nessuno è contrario, perché non arriva su una bella spiaggia con olivi, ma in una zona industriale.
  Ho l'impressione che questo progetto faccia paura per il possibile impatto ambientale, ma l'impatto ambientale di un gasdotto è zero, è sotterraneo, quindi auspico che le istituzioni porteranno a questi progetti un occhio più favorevole e ci aiuteranno, perché sono veramente critici per la disponibilità e la competitività del gas nel Paese.
  Penso che con più gas che arrivi al sud del Paese lo spread tra il sud e il nord dell'Europa, questo 10 per cento, possa ridursi quasi a zero, perché il gas che arriva dalla Russia, dal TurkStream o dal bacino Levante tramite una rotta diretta è un gas competitivo e il costo della trasmissione non è caro rispetto a una lunga rotta a nord.
  Ritengo che questi progetti siano chiari e, come ho spiegato, avranno anche un impatto sul prezzo dell'elettricità, perché nel mondo dell'elettricità il prezzo è determinato dalla centrale marginale, il market maker, e c'è molta capacità installata a gas in Italia, ma anche con centrali di alta generazione il costo del gas non è competitivo, quindi il costo dell'elettricità prodotta da gas non può che riflettere questa mancanza di competitività.
  Un gas più competitivo può portare ai clienti e al settore energetico grandi vantaggi, ma per questo occorre prendere decisioni e anche a breve.
  Sul ruolo di Edison in Italia e il sostegno del gruppo EDF, vorrei ricordare che il gruppo EDF ha investito più di 6 miliardi di euro per l'acquisizione di Edison nel 2004 e nel 2012, è sempre rimasto attivo in Italia, ha sostenuto la società. Da quattro anni la società non ha portato dividendi alla controllante e tutta la nostra capacità finanziaria è dedicata agli investimenti in Italia, perché c'è un'opportunità, una visione, un Piano nazionale.
  Edison è un marchio molto forte e ho preso la decisione di ridurre la nostra presenza internazionale come Edison e di rifocalizzare gli investimenti in Italia. Tre o quattro anni fa appena più della metà degli investimenti di Edison era dedicata all'Italia, sul nostro piano il 90 per cento, quindi il sostegno di EDF a Edison è forte, costante, e la società vuole investire la sua competenza e la sua capacità finanziaria qui in Italia.
  Sul tema del gas liquefatto e del cosiddetto Small scale LNG, il gas per lo shipping marittimo e i trasporti pesanti, questa è veramente un'opportunità interessante, perché il bunker fuel è il fuel più inquinante, e basta guardare il fumo di una nave di crociera o di un traghetto per capirlo, c'è un impatto visivo, un impatto in termini di qualità dell'aria e di CO2.
  L'utilizzo del gas liquefatto riduce a zero il fumo, le particelle, i Nox, e riduce il CO2 del 25 per cento, quindi in modo veramente molto rilevante, e tutti gli esperti nel mondo del gas si aspettano uno sviluppo forte del gas liquefatto per sostituire il bunker fuel nello shipping marittimo. C'è anche una bella opportunità per i camion, soprattutto i grandi camion da più di 30 tonnellate che fanno trasporti su grandi distanze.
  Siamo l'unico protagonista in Italia con una disponibilità costante di gas liquefatto e questo è dovuto alla nostra presenza a Rovigo e al contratto con i qatarini, e intendiamo utilizzare una quota di questo gas per sviluppare questa attività, ma per questo, come l'onorevole De Toma ha ben compreso, ci vuole più di un deposito costiero.
  Questo deposito è una bella opportunità per il porto di Ravenna, ma ci vuole anche una presenza al sud del Paese e Pag. 12possibilmente a Genova, a Napoli, a Brindisi, quindi lavoriamo con le autorità portuali e gli operatori dell'energia in queste zone per avere una presenza su tutto il territorio, ma a Ravenna abbiamo già avviato il cantiere.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare l'amministratore delegato, Marc Benayoun, e la rappresentanza di Edison per l'importante contributo alla nostra indagine conoscitiva, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.