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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 29 aprile 2020

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: MOZIONE N. 1-00346

Mozione n. 1-00346 - Iniziative volte al superamento delle limitazioni delle libertà costituzionalmente garantite e delle criticità normative emerse in relazione alla gestione dell'emergenza da COVID-19

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ora e 20 minuti
 MoVimento 5 Stelle 59 minuti
 Lega – Salvini premier 43 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 37 minuti
 Partito Democratico 35 minuti
 Fratelli d'Italia 24 minuti
 Italia Viva 23 minuti
 Liberi e Uguali 19 minuti
 Misto: 20 minuti
  Noi Con l'Italia-USEI-CAMBIAMO!-
  Alleanza di Centro
10 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  Centro Democratico-Radicali
  Italiani-+Europa
3 minuti
  MAIE-Movimento Associativo
  Italiani all'Estero
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 29 aprile 2020.

  Amitrano, Ascani, Azzolina, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carbonaro, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Micheli, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Mammì, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Orrico, Parolo, Rampelli, Rizzo, Rosato, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Spadafora, Speranza, Tasso, Tofalo, Trano, Tomasi, Traversi, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Amitrano, Ascani, Azzolina, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carbonaro, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, Dadone, De Micheli, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Mammì, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Orrico, Parolo, Rampelli, Rosato, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Spadafora, Speranza, Tasso, Tofalo, Tomasi, Trano, Traversi, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 24 aprile 2020 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
   RIZZETTO: «Delega al Governo per la modifica della normativa sul diritto alla conservazione del posto di lavoro per i lavoratori dipendenti e sull'indennità di malattia per i lavoratori autonomi affetti da patologie oncologiche o altre gravi malattie temporaneamente invalidanti» (2478).

  In data 28 aprile 2020 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   MURELLI: «Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus» (2479);
   MARTINA ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus» (2480).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge CENNI ed altri: «Norme per la tutela della terra, il recupero e la valorizzazione dei terreni agricoli abbandonati e il sostegno delle attività agricole contadine nonché istituzione della Giornata nazionale dedicata alla cultura del mondo contadino e della Rete italiana della memoria della civiltà contadina» (1269) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Rizzo Nervo.

Assegnazione di progetti di legge Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   I Commissione (Affari Costituzionali):
  PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE MAGI ed altri: «Modifiche agli articoli 72 e 79 della Costituzione, in materia di concessione di amnistia e indulto» (2456) Parere della II Commissione.
   II Commissione (Giustizia):
  VARCHI e MASCHIO: «Modifiche alla tabella A allegata all'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, e altre disposizioni per la rideterminazione del circondario del tribunale di Sciacca» (2430) Parere delle Commissioni I, V e XI.

Trasmissione dalla Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale, in data 24 aprile 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia conforme della decisione n. 83 del 7 – 24 aprile 2020, con la quale la Corte stessa ha disposto la correzione di un errore materiale contenuto nella sentenza n. 16 del 15 gennaio – 13 febbraio 2020 (Doc. VII, n. 400), già inviata, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, in data 25 febbraio 2020, alla I Commissione (Affari costituzionali), nonché alle Commissioni competenti per materia.

  Questa decisione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 24 marzo 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Autorità di sistema portuale del Mare di Sardegna, per l'esercizio 2018, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 266).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 24 aprile 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Unione italiana delle camere di commercio industria, artigianato e agricoltura (Unioncamere), per l'esercizio 2018, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 267).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 27 aprile 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza per gli psicologi (ENPAP), per gli esercizi 2017 e 2018, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 268).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal Ministero per i rapporti con il Parlamento.

  Il Capo dipartimento per i rapporti con il Parlamento, con comunicazione in data 27 aprile 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 aprile 2020, concernente ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull'intero territorio nazionale.

  Questa decreto è depositato presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 23 aprile 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1379/2013 e il regolamento (UE) n. 508/2014 per quanto riguarda misure specifiche per attenuare l'impatto della pandemia di Covid-19 nel settore della pesca e dell'acquacoltura (COM(2020) 142 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti.

  Questa relazione è trasmessa alla XIII Commissione (Agricoltura) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di risoluzioni del Parlamento europeo.

  Il Parlamento europeo ha trasmesso le seguenti risoluzioni, approvate nella tornata del 26 marzo 2020, che sono assegnate, ai sensi dell'articolo 125, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
   Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CEE) n. 95/93, relativo a norme comuni per l'assegnazione di bande orarie negli aeroporti della Comunità (Doc. XII, n. 620) – alla IX Commissione (Trasporti);
   Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1303/2013, il regolamento (UE) n. 1301/2013 e il regolamento (UE) n. 508/2014 per quanto riguarda misure specifiche volte a mobilitare gli investimenti nei sistemi sanitari degli Stati membri e in altri settori delle loro economie in risposta all'epidemia di COVID-19 [Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus] (Doc. XII, n. 621) – alla V Commissione (Bilancio);
   Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 2012/2002 del Consiglio al fine di fornire assistenza finanziaria agli Stati membri e ai paesi che stanno negoziando la loro adesione all'Unione colpiti da una grave emergenza di sanità pubblica (Doc. XII, n. 622) – alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 24 e 27 aprile 2020, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la decisione 2003/17/CE del Consiglio per quanto riguarda l'equivalenza delle ispezioni in campo effettuate in Ucraina sulle colture di sementi di cereali e relativa all'equivalenza delle sementi di cereali prodotte in Ucraina (COM(2020) 137 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 8 aprile 2020, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 24 aprile 2020.
   Proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1387/2013 recante sospensione dei dazi autonomi della tariffa doganale comune per taluni prodotti agricoli e industriali (COM(2020) 156 final), corredato dal relativo allegato (COM(2020) 156 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);  
   Proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1388/2013 recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari autonomi dell'Unione per taluni prodotti agricoli e industriali (COM(2020) 157 final), corredata dal relativo allegato (COM(2020) 157 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che dovrà essere assunta a nome dell'Unione europea nel comitato direttivo regionale della Comunità dei trasporti su determinate questioni amministrative e inerenti al personale e sull'istituzione di regole finanziarie per la Comunità dei trasporti (COM(2020) 159 final), corredata dai relativi allegati (COM(2020) 159 final – Annexes 1 to 3), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio sulla fornitura di assistenza macrofinanziaria ai paesi partner dell'allargamento e del vicinato nel contesto della crisi della pandemia di Covid-19 (COM(2020) 163 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 28 aprile 2020.

Trasmissione dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

  Il Presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, con lettera pervenuta in data 24 aprile 2020, ha trasmesso una segnalazione – indirizzata al Governo ai sensi dell'articolo 1, comma 6, lettera c), numero 1), della legge 31 luglio 1997, n. 249 – concernente l'opportunità di recepire quanto prima talune proposte di intervento legislativo nell'ambito delle misure d'urgenza in corso di adozione al fine di consentire alla medesima Autorità di svolgere pienamente, in questa delicata fase, il proprio ruolo di vigilanza in settori strategici per lo sviluppo del Paese e assicurare l'equità nell'accesso ai servizi di intermediazione e dei motori di ricerca on-line che rappresentano, allo stato, l'unico canale per la commercializzazione di prodotti e servizi per la maggioranza delle piccole e medie imprese.

  Questa segnalazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal Garante per l'infanzia e l'adolescenza della regione Valle d'Aosta.

  Il difensore civico della regione Valle d'Aosta, nelle sue funzioni di Garante per l'infanzia e l'adolescenza, con lettera pervenuta in data 24 marzo 2020, ha trasmesso la relazione sull'attività svolta dallo stesso Garante nell'anno 2019.

  Questa relazione è trasmessa alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal Difensore civico della regione Valle d'Aosta.

  Il Difensore civico della regione Valle d'Aosta, con lettera pervenuta in data 24 marzo 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta dallo stesso Difensore civico nell'anno 2019 (Doc. CXXVIII, n. 16).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali).

Trasmissione dal Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della regione Valle d'Aosta.

  Il Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della regione Valle d'Aosta, con lettera pervenuta in data 24 marzo 2020, ha trasmesso la relazione sull'attività svolta dallo stesso Garante nell'anno 2019.

  Questa relazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia).

Comunicazione di nomine ministeriali.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 4 marzo 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento al dottor Achille Iachino, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di direttore della Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico, nell'ambito del Ministero della salute.

  Questa comunicazione è trasmessa alla XII Commissione (Affari sociali).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 20 aprile 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 14 giugno 2019, n. 55, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante l'individuazione di un intervento infrastrutturale ritenuto prioritario, da adottare su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentito il Ministro dell'economia e delle finanze, relativo alla ricostruzione del Viadotto di Albiano sul fiume Magra tra le province di La Spezia e Massa Carrara (173).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 19 maggio 2020.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative di competenza in relazione al versamento del contributo annuale a favore dell'Autorità di regolazione dei trasporti da parte degli operatori del settore – 3-01494

   RIXI, MOLINARI, MACCANTI, MORELLI, CAPITANIO, CECCHETTI, DONINA, GIACOMETTI, TOMBOLATO, ZORDAN, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO e ZOFFILI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   l'articolo 37 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dispone che al finanziamento dell'attività di competenza dell'Autorità di regolazione dei trasporti si provvede mediante un contributo versato dagli operatori vigilati dall'Autorità medesima, determinato annualmente con atto dell'Autorità, sottoposto ad approvazione da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze;
   con riguardo all'anno 2020, la delibera di autofinanziamento dell'Autorità di regolazione dei trasporti n. 172/2019, approvata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 gennaio 2020 ed integrata con la determina del Segretario generale n. 77/2020 del 19 febbraio 2020, ha fissato al 30 aprile 2020 il termine per il versamento di due terzi del contributo previsto e al 30 ottobre 2020 quello per il versamento del terzo residuo;
   stante l'emergenza sanitaria tuttora in corso in Italia, il 20 aprile 2020 l'Autorità di regolazione dei trasporti – come da nota pubblicata sul suo sito – ha avviato la riscossione della quota di contributo dovuta entro il 30 aprile 2020, pubblicando on line modalità e procedure e ha suffragato la richiesta di versamento adducendo – ad avviso degli interroganti in modo del tutto inopportuno e infondato – che «l'emergenza SARS-COVID-19 produce effetti anche sulla libera circolazione di persone e merci» e che «proprio nei trasporti, prima che in altri settori, sono attesi segnali di ripresa in ragione della funzione essenziale di servizio a favore di imprese, utenti e passeggeri»;
   contrariamente a quanto inopportunamente asserito dall'Autorità, i soggetti da essa vigilati sono tra quelli maggiormente colpiti dall'emergenza economica conseguente all'emergenza sanitaria attualmente in corso in Italia; basti pensare che: il trasporto aereo ha registrato una contrazione dei traffici dell'88 per cento; il trasporto ferroviario un taglio del 98 per cento delle corse dei treni ad alta capacità/alta velocità; il trasporto regionale ha registrato una riduzione del 70 per cento delle corse; il trasporto merci una flessione del 25 per cento circa;
   il Governo, ad avviso degli interroganti, non ha disposto misure adeguate a sostegno delle imprese a diverso titolo operanti nel settore dei trasporti e non ha, altresì, disposto il differimento o la sospensione della richiesta di versamento del contributo annuale, di cui ora l'Autorità di regolazione dei trasporti esige il pagamento nei termini originariamente previsti –:
   se il Governo non ritenga di adottare, con la massima sollecitudine, le iniziative di competenza con riferimento in particolare alla sospensione del versamento del contributo annuale, dovuto all'Autorità di regolazione dei trasporti a titolo di auto-finanziamento, dai soggetti da essa vigilati.
(3-01494)


Iniziative di competenza volte a garantire un'adeguata mobilità in vista della ripresa dell'attività lavorativa nella cosiddetta «fase 2» – 3-01495

   PASTORINO e FORNARO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020 ha avviato la cosiddetta «fase 2» con il graduale superamento delle misure restrittive e la graduale riapertura dei settori produttivi essenziali, con modalità dirette non solo ad assicurare il contrasto e il contenimento del diffondersi del virus COVID-19, ma anche a tutelare la salute di quanti continueranno o saranno chiamati a prestare attività lavorative;
   la graduale ripresa delle attività di diversi settori produttivi determina la necessità di garantire la mobilità a quanti saranno interessati dalla stessa e che i trasporti, sia con mezzi privati che pubblici, avvengano in condizioni di sicurezza;
   questo obiettivo è condizionato:
    a) da una persistente criticità nella mobilità stradale a causa delle condizioni di precarietà strutturale di ponti e viadotti – già oggetto prima della crisi sanitaria di interventi straordinari di verifica strutturale e di programmazione di interventi manutentivi – le quali hanno penalizzato fortemente alcune territori come quello ligure, il quale ha visto da ultimo le gravi problematicità del viadotto Bisagno sull'autostrada A12, riguardo alle quali, tra l'altro, 29 famiglie ancora attendono una soluzione, per le quali è indispensabile riprendere tempestivamente tali interventi straordinari di verifica al fine di prevenire possibili interruzioni e gravi difficoltà nella viabilità;
    b) da un trasporto pubblico locale su gomma, metropolitano e ferroviario che dovrà sostenere, pur nelle limitazioni ancora previste, un consistente flusso di mobilità urbana e pendolare tra città, la cui regolamentazione – distanziamento tra gli utenti e limitazioni di accesso – prevista dalle misure dirette a contrastare la diffusione del COVID-19 rischia di non rispondere alle esigenze di mobilità indotte e necessarie al riavvio seppure graduale delle attività previsto dalla cosiddetta «fase 2»;
   appare, quindi, necessario prevedere e garantire un adeguato sistema di trasporto pubblico, che nelle sue modalità certamente risponda alla necessità di proseguire le azioni dirette al contrasto e al contenimento della diffusione del virus COVID-19, ma che al contempo assicuri condizioni e tempi di mobilità che non gravino sui tempi di vita –:
   quali iniziative abbia assunto o intenda assumere, anche d'intesa con le regioni, le amministrazioni locali e i gestori del trasporto pubblico locale, per garantire un'adeguata mobilità a quanti continueranno o saranno chiamati a prestare l'attività lavorativa in relazione alla progressiva ripresa prevista dalla cosiddetta «fase 2». (3-01495)


Iniziative per un piano di potenziamento del trasporto locale, ferroviario e marittimo, anche tramite trasferimento di adeguate risorse agli enti locali, in vista della ripartenza economico-produttiva – 3-01496

   PAITA, NOBILI, FREGOLENT e D'ALESSANDRO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   la ripresa della cosiddetta «fase 2», coincidente con una parziale e, ad avviso degli interroganti, insufficiente riapertura delle attività produttive, dovrà rimettere i cittadini nella condizione di spostarsi e a tal fine è urgente fornire indicazioni chiare sulle modalità di utilizzo del trasporto pubblico locale in sicurezza;
   il tavolo delle aziende sul trasporto pubblico locale è stato riunito per la prima volta dal Ministro interrogato il 23 aprile 2020 e, ad una settimana dalla data del 4 maggio 2020, ad oggi non risultano ancora chiare le linee guida sul trasporto pubblico, sull'eventuale obbligo di dispositivi di protezione individuale, sul numero di passeggeri che potranno salire sui mezzi pubblici, sul conseguente necessario aumento dei veicoli pubblici, su chi eseguirà i controlli;
   ci sarà bisogno di una rivoluzione del mondo del trasporto pubblico, i cui costi non potranno ricadere sugli utenti o sui comuni che hanno già sottoscritto contratti di servizio e che necessiterà dello stanziamento di maggiori risorse da parte dello Stato nel fondo nazionale trasporti e di linee guida precise sulle condizioni di utilizzo;
   l'emergenza epidemiologica, inoltre, richiederebbe misure ad hoc a tutela di studenti e lavoratori pendolari, utenti dei servizi di trasporto ferroviario e di trasporto pubblico locale che sono stati impossibilitati ad utilizzare il proprio abbonamento per il periodo di lockdown, prevedendo dunque forme di ristoro o l'estensione dell'abbonamento per il periodo non utilizzato;
   la situazione del trasporto ferroviario è altrettanto seria: le linee risultano in gran parte bloccate e le migliaia di lavoratori che utilizzano il trasporto su rotaia sono così nella totale impossibilità di trasferirsi sui luoghi di lavoro;
   è necessario, inoltre, soprattutto per il trasporto locale, pensare anche a strumenti alternativi, quali l'implementazione del car sharing, delle piste ciclabili, dei monopattini o di mezzi di trasporto diversi dai veicoli privati;
   vi è poi il capitolo non secondario dei porti, per i quali è necessario mettere in campo misure straordinarie, continuando a garantire il traffico marittimo e i collegamenti con le isole –:
   quali iniziative intenda adottare per dotare il Paese di un piano per il potenziamento del trasporto locale, ferroviario e marittimo in sicurezza per utenti e lavoratori, assicurando tutte le misure di prevenzione per il contenimento della diffusione del COVID-19, e quali risorse economiche siano state previste da trasferire agli enti locali affinché i mezzi di trasporto siano garantiti in vista della ripartenza economico-produttiva del Paese. (3-01496)


Misure per assicurare un efficiente utilizzo dei mezzi pubblici, in condizioni di sicurezza, e per favorire altre forme di mobilità nell'ambito della cosiddetta «fase 2» – 3-01497

   GARIGLIO, BRUNO BOSSIO, CANTINI, GIACOMELLI, PIZZETTI, ANDREA ROMANO, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020 apre la cosiddetta «fase 2» dell'emergenza da virus COVID-19 e introduce ulteriori disposizioni in relazione a scadenze precise e a regole per consentire una graduale ripresa delle attività, nei settori produttivi e dei servizi, e una graduale e sicura circolazione dei cittadini che dovranno recarsi sui luoghi di lavoro;
   la gestione dei flussi di persone, in particolare sui mezzi pubblici, è una delle questioni più complesse e delicate della «fase 2», che al tempo stesso coniuga l'obiettivo di assicurare il trasporto con quello di garantire la sicurezza sanitaria dei cittadini;
   gli interventi da realizzare presentano un costo non indifferente, che arriva in un momento molto difficile sul fronte delle entrate per le aziende del trasporto pubblico;
   secondo le stime fatte dall'Inail, sono 700 mila i lavoratori dipendenti che con la «fase 2» potrebbero tornare a utilizzare i mezzi di trasporto pubblici. L'Inail, in un documento tecnico pubblicato sul proprio sito, sottolinea che l'intero sistema di trasporto pubblico «deve essere considerato un contesto a rischio di aggregazione medio-alto, con possibilità di rischio alto nelle ore di punta, soprattutto nelle aree metropolitane ad alta urbanizzazione»;
   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020 prevede uno specifico protocollo del settore del trasporto e della logistica (allegato 8), sottoscritto il 20 marzo 2020, e delle linee guida (allegato 9) del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con procedure specifiche per il contenimento della diffusione del COVID-19 nel settore del trasporto pubblico locale;
   accanto alla procedura base della sanificazione e dell'igienizzazione dei locali, dei mezzi di trasporto e dei mezzi di lavoro, si prevedono: flussi separati di salita e discesa dei passeggeri e aperture differenziate delle porte; applicazione di marker sui sedili non utilizzabili; aumento della frequenza dei mezzi nelle ore considerate ad alto flusso di passeggeri; numero massimo di passeggeri per consentire il rispetto della distanza di un metro, anche non effettuando alcune fermate; apparati di videosorveglianza per monitorare i flussi ed evitare assembramenti; sospensione vendita e controllo dei titoli di viaggio a bordo –:
   se, oltre alle prescrizioni già adottate per il contenimento della diffusione del COVID-19, siano allo studio ulteriori misure per assicurare un migliore utilizzo dei mezzi pubblici e per favorire altre forme di mobilità. (3-01497)


Iniziative volte a incentivare forme di mobilità sostenibile in alternativa all'uso di autoveicoli privati in vista della cosiddetta «fase 2» – 3-01498

   DE LORENZIS, SCAGLIUSI, BARBUTO, LUCIANO CANTONE, CARINELLI, CHIAZZESE, FICARA, GRIPPA, DE GIROLAMO, MARINO, RAFFA, PAOLO NICOLÒ ROMANO, SERRITELLA e SPESSOTTO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   dal mese di febbraio 2020, l'Italia si trova a gestire un evento emergenziale senza precedenti nella storia recente determinato dalla diffusione del virus SARS-CoV-2. Dal 23 febbraio 2020 si susseguono i provvedimenti del Governo per affrontare l'emergenza sanitaria ed economica in atto; con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 marzo 2020, «Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull'intero territorio nazionale», allo scopo di contrastare il diffondersi del virus è stata adottata, sull'intero territorio nazionale, la sospensione di tutte le attività. A seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020, l'Italia inizia una graduale fase di riapertura delle attività economiche e della vita sociale;
   l'emergenza COVID-19 ha comportato provvedimenti di restrizione della circolazione delle persone, che sta bloccando quasi completamente il sistema dei trasporti e la mobilità urbana. Le città si sono svuotate, anche se una quota significativa degli spostamenti continuano ad avvenire; nella sola area B di Milano si è osservata una riduzione media della circolazione delle auto del 70 per cento e del 95 per cento del trasporto pubblico e di tutte le varie forme di sharing mobility;
   la lotta al COVID-19 ha anche imposto stringenti norme di distanziamento sociale, che dovranno continuare a essere osservate con un certo grado di rigidità. Quando le restrizioni alla mobilità cesseranno, si verificherà un primo shock di traffico quando le attività economiche riprenderanno e un secondo shock più drammatico nel settembre 2020, alla riapertura delle scuole. Lo scenario più probabile è una paralisi della mobilità nelle città, in particolare in quelle di grandi dimensioni. Il trasporto pubblico locale dovrà, in questo scenario, rappresentare nuove soluzioni volte a tutelare la salute e il diritto alla mobilità e ad evitare la paralisi dei sistemi urbani, garantendo la sicurezza e la tutela della salute di cittadini e operatori del trasporto;
   la sfida in questa fase è, dunque, quella di sostenere sia l'offerta che la domanda di mobilità, nelle forme alternative al diffuso impiego dell'auto privata –:
   quali iniziative intenda adottare per incentivare forme di mobilità sostenibile per evitare che la quota di spostamenti non assorbita dal trasporto pubblico si orienti verso l'uso di autoveicoli privati.
(3-01498)


Iniziative di competenza volte all'accertamento delle cause e delle responsabilità amministrative relative al crollo del viadotto di Albiano Magra, in provincia di Massa-Carrara, nonché intendimenti in ordine al riconoscimento dello stato di emergenza in Liguria e alla nomina del presidente della regione quale commissario per l'emergenza viabilità – 3-01499

   GAGLIARDI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   l'8 aprile 2020 è crollato il viadotto che collega Albiano Magra, nel comune di Aulla (Massa-Carrara), e la provincia della Spezia, spezzandosi in più parti e collassando su sé stesso, fortunatamente senza feriti gravi;
   il ponte – infrastruttura strategica per la Lunigiana e per l'intera provincia della Spezia –, sempre molto trafficato, nei mesi passati era stato al centro di diverse segnalazioni di cittadini che avevano denunciato la presenza di crepe;
   in particolare, a novembre 2019, durante un'ondata di maltempo, era stata fotografata una nuova vistosa crepa; i tecnici dell'Anas erano intervenuti, ma con un'attività apparsa da subito insufficiente;
   la procura di Massa-Carrara ha aperto un'inchiesta e ha messo sotto sequestro l'area del crollo;
   in un momento già tragico per il Paese, il crollo del ponte mette nuovamente in evidenza la fragilità e l'arretratezza delle infrastrutture, nonché la mancanza di controllo da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie: ancora non operativa, nonostante dovesse iniziare a operare nel gennaio 2019;
   il crollo del viadotto inciderà negativamente sull'economia dell'intera zona e sulle condizioni del traffico delle altre arterie, già molto trafficate, se le infrastrutture liguri, già progettate e cantierabili o in corso di realizzazione, non saranno velocizzate usando le procedure già collaudate per il ponte Morandi;
   riconoscere lo stato di emergenza anche in Liguria, per consentire l'attuazione di un piano straordinario di investimenti infrastrutturali, attraverso la nomina del presidente della regione quale commissario per l'emergenza della viabilità, garantirebbe l'immediato affidamento del secondo e del terzo lotto della strada della Ripa, l'asfaltatura e messa in sicurezza del tratto di strada tra Podenzana e Bolano, opere entrambe finanziate dalla regione, e l'avvio della costruzione del primo lotto del ponte di Ceparana;
   la Liguria ha inserito nella sua programmazione le tre infrastrutture che procedono con gli iter e i tempi ordinari di progettazione ed esecuzione, mentre, potendo applicare il modello Genova, ci sarebbe una notevole accelerazione;
   nonostante le promesse e i proclami, il Governo non ha ancora sbloccato nessun cantiere, né per la realizzazione di nuove opere, né per le manutenzioni straordinarie –:
   quali iniziative urgenti di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per accertare le cause e le responsabilità amministrative del crollo del viadotto sul Magra e porre in essere per ripristinare la viabilità interrotta tra le due regioni, nominando, oltre al commissario Rossi in Toscana, in Liguria il Presidente Toti per l'emergenza viabilità. (3-01499)


Iniziative per rilanciare la politica infrastrutturale, con particolare riferimento all'individuazione di opere prioritarie e alla nomina di appositi commissari straordinari che ne accelerino la realizzazione – 3-01500

   GELMINI, OCCHIUTO, BALDELLI, MULÈ, SOZZANI, CORTELAZZO, BERGAMINI, CASINO, GERMANÀ, LABRIOLA, MAZZETTI, PENTANGELO, ROSSO, RUFFINO e ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   l'epidemia da COVID-19 ha prodotto una situazione economica fortemente negativa, i cui effetti sul sistema Paese sono destinati a farsi sentire a lungo;
   tale situazione è riconosciuta dallo stesso Governo nel documento di economia e finanza, in cui la stima del prodotto interno lordo per il 2020 è prevista in calo di otto punti percentuali rispetto al 2019;
   per rilanciare l'economia italiana non ci si può limitare a misure meramente assistenziali, in misura tra l'altro insufficiente, ma sono necessarie politiche mirate a rimettere in moto gli investimenti, liberando e sviluppando a pieno le risorse e le energie presenti nel Paese;
   il rilancio delle opere infrastrutturali pubbliche, che già prima della pandemia costituiva una priorità, nella fase attuale è un'assoluta emergenza alla quale il Governo continua a non fornire risposte concrete, rifugiandosi in annunci e promesse;
   il decreto-legge n. 32 del 2019, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 giugno 2019, n. 55, all'articolo 4, comma 1, ha previsto la possibilità di individuare opere infrastrutturali prioritarie e la nomina di appositi commissari straordinari che ne accelerino la realizzazione, norma che ad oggi risulta sostanzialmente inattuata;
   nella legge di bilancio per il 2020 furono annunciati 50 miliardi di euro per le infrastrutture, che si sono poi rivelati essere non più di 4,7 miliardi di euro per il triennio 2020-2022;
   in piena emergenza COVID-19 la Ministra interrogata annunciava l'imminente individuazione di 25 opere prioritarie e la nomina di 12 commissari straordinari;
   sempre tramite notizie di stampa è stato annunciato più volte che l'individuazione delle opere prioritarie e dei relativi commissari sarebbe avvenuta con il cosiddetto «decreto aprile»;
   dalla lettura del documento di economia e finanza anche questa promessa sembra destinata ad essere disattesa, poiché nel delineare il provvedimento contenente le misure urgenti per il rilancio economico non si fa menzione di sblocco delle opere infrastrutturali che, nella migliore delle ipotesi, sembrano rinviate ad un ulteriore provvedimento di «natura ordinamentale»;
   è assolutamente indispensabile mettere in campo in tempi brevi una politica infrastrutturale in grado di incidere sulle circa 750 opere attualmente ferme, tra piccole, grandi e medie, che ammontano ad un totale di circa 62 miliardi di euro –:
   quali iniziative, e con quali tempistiche, il Governo intenda assumere in concreto per rilanciare la politica infrastrutturale, ad iniziare dall'individuazione di un nucleo di opere prioritarie e dei relativi commissari. (3-01500)


Intendimenti in ordine a recenti scarcerazioni di detenuti sottoposti al regime del «carcere duro», in relazione alle misure adottate dall'amministrazione penitenziaria con riferimento all'emergenza COVID-19 – 3-01501

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, VARCHI, DELMASTRO DELLE VEDOVE, FERRO, MASCHIO, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DONZELLI, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI e ZUCCONI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   in piena emergenza dovuta alla pandemia da COVID-19 ancora in corso, desta enorme indignazione la scarcerazione di alcuni boss;
   va richiamata innanzitutto la circolare del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria inviata il 21 marzo 2020 a tutti i penitenziari italiani con oggetto generico «Segnalazione all'autorità giudiziaria», che invitava a comunicare «con solerzia all'autorità giudiziaria, per le eventuali determinazioni di competenza», il nominativo di quei detenuti che hanno più di 70 anni e sono affetti da determinate patologie;
   la circolare ha fatto seguito all'emanazione del decreto-legge «Cura Italia», che prevede, all'articolo 123, che la pena detentiva non superiore a 18 mesi, anche se parte residua di maggior pena, sia eseguita presso il domicilio, salve eccezioni per alcune categorie di reati o di condannati, richiamando l'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario;
   dunque l'effetto immediato della circolare è stato quello di aumentare le richieste di messa ai domiciliari dei detenuti over 70, soprattutto se, come Zagaria, affetti da patologie. Tra i potenziali beneficiari delle misure riconducibili vi sono nomi di primissimo piano di Cosa nostra, ’ndrangheta e camorra;
   alla circolare del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ai primi di aprile 2020 ha fatto seguito un'ulteriore disposizione del procuratore generale della Corte di cassazione Giovanni Salvi a tutte le procure generali d'Italia. Nel documento si suggeriva di considerare il carcere come « extrema ratio»;
   dal combinato disposto dei due documenti emerge a parere degli interroganti che la decisione finale viene lasciata nelle mani del singolo giudice chiamato ad assumere le proprie «determinazioni di competenza», assumendosi di fatto ogni responsabilità qualora accada qualcosa al detenuto che ha presentato l'istanza tramite il proprio legale;
   come è noto, il provvedimento di sottoposizione al regime di cui all'articolo 41-bis è assunto dal Ministro della giustizia, con una decisione centralizzata che sarebbe opportuno prevedere specularmente anche per la revoca del medesimo provvedimento, evitando così che la decisione sia lasciata a ciascun ufficio di sorveglianza in luogo di una valutazione da operarsi di concerto con Procura nazionale antimafia, Direzione nazionale antimafia e rispettivi uffici territoriali;
   va considerato, peraltro, che numerosi provvedimenti di scarcerazione sembrerebbero assunti sulla base delle norme previgenti al decreto-legge «Cura Italia» –:
   quali siano gli intendimenti del Governo, per quanto di competenza, in merito alla scarcerazione dei detenuti sottoposti al regime carcerario del 41-bis e dei detenuti in alta sicurezza e quali siano le urgenti iniziative previste in ordine alle eventuali negligenze e inadempienze dell'amministrazione penitenziaria. (3-01501)


DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2020 (DOC. LVII, N. 3)

Doc. LVII, n. 3 – Risoluzioni sulla relazione di cui all'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012.

RISOLUZIONI

   La Camera,
   premesso che:
    preso atto della decisione del Consiglio dei Ministri di attivare la procedura di aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di medio termine (OMT) ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243;
    il Parlamento è chiamato a votare uno scostamento di bilancio per il 2020 per 55 miliardi di euro di deficit, a causa del protrarsi dell'emergenza Coronavirus e della necessità di nuove misure per il sostegno della sanità, nonché del lavoro e delle attività produttive bloccate dal lockdown. Si tratta del secondo voto sullo scostamento – dopo quello di circa 20 miliardi di euro di indebitamento netto dell'11 marzo 2020 – nel corso dell'emergenza sanitaria in atto. Questo porterà il rapporto deficit-Pil del nostro Paese al 10,4 per cento e il rapporto debito/Pil al 155,7 per cento. Il tasso di disoccupazione nel 2020 è previsto salire all'11,6 per cento;
    quanto all'aumento del deficit, esso è possibile grazie alla sospensione del Patto di Stabilità europeo, mentre con riferimento all'esplosione del debito pubblico, il Documento di Economia e Finanza (DEF) prevede un piano di rientro verso la media dell'area euro nell'arco di dieci anni;
    di fatto il Governo propone al Parlamento un'ipoteca sui conti dei prossimi dodici anni: 411,55 miliardi di indebitamento aggiuntivo da qui al 2031, 112,6 miliardi solo nel 2020-2022, a cui si aggiunge una postilla da 29,2 miliardi all'anno dal 2032;
    tuttavia, non è ancora dato sapere come il Governo utilizzerà le risorse derivanti da questo maggior deficit e maggior debito, anche a causa della non esaustiva interlocuzione da esso avuta con le opposizioni e, più complessivamente con il Parlamento, nonostante gli inviti del Presidente della Repubblica. Sarà, pertanto, un voto necessitato a scatola chiusa;
    non abbiamo infatti ancora una indicazione di massima delle macrovoci di interventi che concorrono a formare i 100 miliardi di saldo netto da finanziare 2020 che non rientrano nel perimetro dell'indebitamento netto 2020;
    nelle more della conoscenza di questo dato, le voci più accreditate riconducono buona parte di questi 100 miliardi: allo stanziamento di risorse per impegni di natura finanziaria quali il rilascio delle controgaranzie dello Stato sulle garanzie che SACE spa può rilasciare sui finanziamenti bancari alle imprese fino a 400 miliardi di euro (ai sensi di quanto stabilito dal Decreto Liquidità) e alla dotazione finanziaria di Cassa Depositi e Prestiti per eventuali acquisizioni di aziende in difficoltà ritenute strategiche. Ad ogni modo, è necessario avere conferma che le risorse stanziate a fronte del rilascio di garanzie da parte di SACE spa sui 400 miliardi di finanziamenti alle imprese, ai sensi di quanto previsto dal Decreto Liquidità, siano state opportunamente suddivise tra una parte confluita anche ad indebitamento netto 2020 e una parte confluita invece solo a saldo netto da finanziare 2020, rappresentando sin d'ora che, ove così non fosse, il Governo chiede al Parlamento di votare uno scostamento di bilancio errato nella sua struttura e che esporrà l'Italia alla seconda imbarazzante correzione da parte di Eurostat, con conseguente necessità di modifica postuma dei saldi di bilancio, come avvenuto ad aprile 2018 in relazione alle errate poste di bilancio del cosiddetto «Decreto Banche Venete» di giugno 2017;
    Forza Italia è disposta, nei solco dell'atteggiamento responsabile che ha contraddistinto la sua azione politica dall'inizio dell'emergenza, a sostenere la seconda proposta di scostamento di bilancio, che dovrebbe però aumentare fino ad almeno 75-80 miliardi di deficit (in termini di indebitamento netto), contro i 55 previsti dal Governo, così da avere un ammontare complessivo di 100-105 miliardi (primo e secondo scostamento), come avevamo proposto sin dall'inizio della crisi con molta chiarezza a fronte del minimalismo irresponsabile del Governo;
    il maggior indebitamento netto 2020, messo al servizio di famiglie e imprese per il superamento della crisi, nei «tre decreti COVID» Cura Italia, Liquidità e quello di prossima emanazione, pari a complessivi 74 miliardi di euro, appare infatti del tutto insufficiente ad offrire una risposta adeguata in un anno in cui è espressamente consentito e supportato a livello europea il ricorso all'indebitamento e al debito in misura massiccia;
    occorre mettere tutto il «fieno in cascina» il più possibile, ovvero caricare al massimo la politica economica italiana nel 2020, in maniera da avere il massimo risultato in termini di crescita e occupazione nel 2021 e 2022. L'idea del caricare al massimo la politica economica in situazioni di ciclo economico avverso è giustificata da una robusta letteratura economica. Questa ritiene infatti che le politiche fiscali espansive, come i tagli fiscali o gli aumenti della spesa, possono aumentare il Pil e i redditi nel breve periodo aumentando la domanda complessiva. Per avere il massimo impatto con il minor costo a lungo termine, lo stimolo dovrebbe avere appunto una natura «front load», ovvero essere dotata delle seguenti caratteristiche: tempestività, temporaneità e concentrazione su pochi obiettivi. Le politiche del Governo devono quindi essere tempestive, in modo che i loro effetti si possano far sentire mentre l'attività economica è ancora al di sotto del suo potenziale; quando l'economia si è ripresa, gli stimoli diventano infatti controproducenti. Temporanee, per evitare un aumento dell'inflazione e per minimizzare gli effetti negativi a lungo termine di un maggiore deficit di bilancio. E ben mirate, per fornire risorse alle componenti della società che ne hanno più bisogno e che le spenderanno: perché le politiche fiscali funzionino, è essenziale che i fondi siano spesi, non risparmiati;
    in sintesi, sfruttando l'anno sabbatico concesso dalle istituzioni europee, per attuare una politica economica di tipo «front load» occorre che il Governo aumenti al massimo il deficit quest'anno, di almeno altri 2 punti percentuali rispetto al Pil (rispetto al 10,4 per cento previsto nel DEF), portandolo quindi a circa il 12 per cento, per poi abbassarlo di 2 punti percentuali l'anno prossimo (rispetto al 5,7 per cento previsto sempre dal Governo nel DEF) in maniera da riportarlo sul sentiero virtuoso della credibilità nei confronti dei mercati e delle regole europee contenute nel Patto di Stabilità e Crescita, Fiscal Compact, Two Pack, Six Pack che non potranno essere sospese all'infinito;
    in particolare, uno scostamento di 100 miliardi consentirebbe di aggiungere alle misure in atto un rinvio di scadenze fiscali dal 2020 al 2021 per 26 miliardi, pari sostanzialmente ai saldi IRPEF, IRAP e IRES per l'anno 2019 in scadenza il prossimo 30 giugno, offrendo a moltissime partite IVA e imprese un sostegno in termini di liquidità molto più concreto e immediato di quelli sino ad ora concessi nella teoria, ma non incassati nella pratica; questi 26 miliardi di maggiore indebitamento netto 2020, per rinvio di incassi dello Stato al 2021, si sarebbe tradotto nel quadro programmatico del Governo – come accennato – in un deficit 2020 dell'11,8 per cento (rispetto al 10,4 per cento del DEF), e in un deficit 2021 del 4,3 per cento (rispetto al 5,7 per cento del DEF), mentre, sul fronte del rapporto Debito/PIL, avrebbe determinato un aumento al 157,2 per cento (rispetto al 155,7 per cento del DEF), ma poi già un riallineamento al dato del DEF sul 2021; numeri sufficienti ad evidenziare l'assoluta mancanza di coraggio, visione e strategia del Governo rispetto a un tema, quello dei rinvii delle scadenze fiscali 2020, che offre un aiuto concreto e immediato a molte partite IVA contro impatti assolutamente risibili sul bilancio dello Stato in un contesto in cui quello che conta è soltanto il «punto di arrivo» sul 2021 e non certo la «tappa intermedia» del 2020;
    Forza Italia conviene, inoltre, sulla necessità di sostenere l'intero pacchetto finanziario europeo da oltre 2.000 miliardi di euro deciso nell'ultimo Consiglio Europeo dei Capi di Stato e di Governo, costituito da 4 pilastri fondamentali (BEI, MES, SURE e Recovery Plan), da discutere e approvare in Parlamento, soprattutto in relazione alla quota che potrebbe spettare all'Italia (oltre 200 miliardi di euro), sostenendo la scelta di far prevalere il finanziamento tramite «grants» rispetto ai «loans»;
    il piano finanziario europeo a 4 pilastri rappresenta lo strumento per fornire supporto all'economia italiana, atteso che la BCE ha deciso di attuare il programma di Quantitative Easing da 750 miliardi di euro per il 2020, possibilmente prorogabile anche nel 2021, più altre misure di politica monetaria come l'allentamento delle regole sui collaterali e sui finanziamenti al sistema bancario, che fornisce uno scudo importante contro la crisi, in grado di tenere bassi gli spread e i rendimenti di emissione dei titoli di Stato;
    l'unica ricetta di politica economica possibile in questo momento per fronteggiare la disastrosa crisi economica in cui ci troviamo, consiste quindi in un forte aumento del deficit pubblico, ossia della spesa pubblica, grazie alla liquidità erogata e garantita dall'Unione Europea e dalla BCE. L'incremento della spesa pubblica, non solo nel breve ma anche nel medio-lungo termine, potrà consentire di creare quel volano per rilanciare la produzione e quindi i consumi;
    le condizioni economiche del sistema Italia, con un alto debito pubblico, ormai arrivato ad oltre il 155 per cento del Pil, non consente di fare a meno del sostegno economico proveniente dall'Unione Europea, mai come in questo momento così necessaria e funzionale per la nostra ripresa. A causa del nostro debito, non possiamo permetterci quella flessibilità di cui potrebbero giovarsi Paesi più virtuosi del nostro, con un basso debito pubblico, come ad esempio la Germania;
    maxi-manovra anticrisi e pacchetto europeo sono quindi indispensabili ad affrontare una congiuntura senza precedenti, con un Pil che crolla dell'8 per cento quest'anno, per risalire del 4,7 per cento il prossimo, in un rimbalzo aiutato anche dall'addio alle clausole Iva;
    la liquidità di cui di cui l'Italia necessita arriverebbe dalle misure varate dall'Eurogruppo nei giorni scorsi, come i 17-18 miliardi di euro che dovrebbero arrivare dal fondo Sure, ossia quel meccanismo di finanziamento europeo finalizzato a finanziare le rispettive casse d'integrazione dei Paesi membri e potrebbe arrivare anche dal cosiddetto Mes «morbido», ossia quella linea di credito che ha come vincolo quello di essere utilizzato solo per affrontare le spese inerenti alla crisi sanitaria diretta ed indiretta e le sue conseguenze, con una liquidità erogata che ammonterebbe a circa 36-37 miliardi di euro. Senza dimenticare, ovviamente, i 220 miliardi che la Bce ha già erogato all'Italia, grazie ai suoi acquisti dei titoli di Stato italiani, secondo un programma ben definito;
    quindi, secondo questa previsione, si arriverebbe ad un totale di 270 miliardi di euro, il restante dovrebbe arrivare dai futuri titoli di Stato emessi nel mercato, che continueranno ad essere acquistati comunque e anche dal nuovo fondo, denominato Recovery fund, tenendo conto che anche i 200 miliardi di euro della Bei previsti per finanziare il settore privato potrebbero portare indirettamente altra liquidità all'economia italiana. Questa liquidità sarà indispensabile per evitare possibili speculazioni sui titoli di Stato italiani nel mercato finanziario, a danno della nostra già provata economia;
    in questo quadro strategico, nell'ambito della legislazione nazionale, supportata dalle risorse e dai provvedimenti dell'intero pacchetto europeo, sarà anche utile anticipare a giugno la prossima Legge di bilancio per l'anno 2021;
    ad ogni modo, è necessario «parlamentarizzare» il dibattito europeo, portando alle Camere tutti i documenti sottoscritti e discussi nelle riunioni europee alle quali ha partecipato, in maniera che questi possano essere analizzati e discussi dalle istituzioni italiane che possono esprimere, sui tema, un congruo parere (Banca d'Italia, Corte dei conti, Ufficio Parlamentare di Bilancio, Confindustria, sindacati, ecc.). Tutto questo dovrebbe avvenire in sede parlamentare in una opportuna sessione di lavori con Commissioni congiunte Camera e Senato e con tutte le audizioni possibili, come normalmente si fa per le Leggi di Bilancio;
    un Parlamento consapevole e responsabile assieme ad un Paese opportunamente informato. Questo è il solo percorso in grado di dare al Governo il maggior potere negoziale, e la migliore risposta all'Europa, ai mercati e soprattutto agli italiani,

autorizza il Governo,

ai sensi dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, a procedere all'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di Medio Termine (OMT) considerando la cifra di 80 miliardi in termini di indebitamento netto (così da avere un ammontare complessivo di 100 miliardi), necessaria alla realizzazione di interventi fondamentali in ambito sanitario ed economico-finanziario utili a fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19, e a rilanciare strutturalmente l'economia italiana gravemente colpita, rendendo l'intero «pacchetto europeo» (da discutere anche in Parlamento) strategico e complementare all'azione interna della decretazione emergenziale, valutando altresì l'opportunità di anticipare la legge di bilancio per il 2021 al prossimo mese di giugno.
(6-00104) «Gelmini, Brunetta, Occhiuto, Mandelli, Prestigiacomo, Cannizzaro, D'Attis, D'Ettore, Pella, Paolo Russo».


   La Camera,
    preso atto della decisione del Consiglio dei Ministri di attivare la procedura di aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di medio termine (OMT) ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243;
    premesso che la Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6 della legge 24 Dicembre 2012, n. 243 e presentata alle Camere l'11 marzo 2020 faceva riferimento all'esigenza di assumere iniziative immediate di carattere straordinario ed urgente per fronteggiare le conseguenze dell'emergenza epidemiologica da Covid-19, individuando risorse finalizzate al sostegno e supporto dei settori coinvolti;
    nella predetta Relazione si faceva altresì riferimento all'esigenza di precostituire «le condizioni per avere la disponibilità di risorse aggiuntive al fine di assicurare il finanziamento di eventuali ulteriori iniziative che si rendesse necessario adattare con tempestività e urgenza in un quadro di interventi coordinati a livello europeo»;
    autorizza il Governo, ai sensi dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, a procedere all'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di medio termine (OMT) senza ricorrere allo strumento dei Meccanismo europeo di stabilità per finanziare tale scostamento dal deficit programmatico o altri interventi di sostegno durante la crisi pandemica.
(6-00105) «Molinari, Andreuzza, Badole, Basini, Bazzaro, Bellachioma, Belotti, Benvenuto, Bianchi, Billi, Binelli, Bisa, Bitonci, Boldi, Boniardi, Bordonali, Claudio Borghi, Bubisutti, Caffaratto, Cantalamessa, Caparvi, Capitanio, Castiello, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cestari, Coin, Colla, Colmellere, Comaroli, Comencini, Covolo, Andrea Crippa, Dara, De Angelis, De Martini, D'Eramo, Di Muro, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Donina, Durigon, Fantuz, Ferrari, Fogliani, Lorenzo Fontana, Formentini, Foscolo, Frassini, Furgiuele, Galli, Garavaglia, Gastaldi, Gava, Gerardi, Giaccone, Giacometti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gobbato, Golinelli, Grimoldi, Guidesi, Gusmeroli, Iezzi, Invernizzi, Latini, Lazzarini, Legnaioli, Liuni, Locatelli, Lolini, Eva Lorenzoni, Loss, Lucchini, Maccanti, Maggioni, Manzato, Marchetti, Maturi, Minardo, Molteni, Morelli, Morrone, Moschioni, Murelli, Alessandro Pagano, Panizzut, Paolini, Parolo, Patassini, Patelli, Paternoster, Pettazzi, Piastra, Picchi, Piccolo, Potenti, Pretto, Racchella, Raffaelli, Ribolla, Rixi, Saltamartini, Sasso, Stefani, Sutto, Tarantino, Tateo, Tiramani, Toccalini, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Turri, Valbusa, Vallotto, Vinci, Viviani, Raffaele Volpi, Zicchieri, Ziello, Zoffili, Zordan».


   La Camera,
   premesso che:
    la Relazione al Parlamento, allegata al Documento di economia e finanza 2020, è stata presentata ai sensi dell'articolo 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 243;
    la Relazione illustra l'aggiornamento del Piano di rientro verso l'Obiettivo di Medio Periodo (MTO) rispetto a quanto indicato nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2019, tenuto conto delle misure di contrasto agli effetti dell'epidemia da Covid-19 che il Governo ha adottato e quelle che si appresta ad approvare,

autorizza il Governo

ai sensi dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, a dare attuazione a quanto indicato nella Relazione citata in premessa.
(6-00107) «Davide Crippa, Delrio, Boschi, Fornaro».


Doc. LVII, n. 3 – Risoluzioni relative al Documento di economia e finanza 2020.

RISOLUZIONI

   La Camera,
   premesso che:
    il Documento oggetto di esame, data l'incertezza legata alla situazione emergenziale, presenta previsioni economiche e finanziarie che si sviluppano su un orizzonte temporale biennale e manca del Programma Nazionale di Riforma, necessario ad individuare gli interventi e le riforme strutturali che il Governo intenda realizzare;
    le previsioni ufficiali presentate nel Documento certificano un crollo del PIL per il 2020 dell'8 per cento, con una ripresa prevista del 4,7 per cento per il 2021, nonché il peggioramento di tutti gli indicatori economici rilevanti, quali il tasso di disoccupazione, atteso in rialzo all'11.6 per cento, dei consumi, in calo del 7,2 per cento, degli investimenti fissi lordi, –12,3 per cento, e di import ed export, entrambi in calo di oltre il 13 per cento. Tali previsioni sono altresì condizionate all'ipotesi che non vi sia una recrudescenza dell'epidemia nella prossima stagione autunnale, tale da costringere il Paese ad un nuovo lockdown;
    il quadro che ci offre il Documento di Economia e Finanza presentato dal Governo è dunque il peggiore dal Dopoguerra e oggi – e solo oggi – il minor male è l'aumento del debito. Per la prima volta da un paio di lustri il Documento di economia e finanza ferma l'orizzonte a dicembre dello stesso anno invece dei prescritti tre anni;
    quanto all'aumento del deficit, esso è possibile grazie alla sospensione del Patto di Stabilità europeo, mentre con riferimento all'esplosione del debito pubblico, il Documento di Economia e Finanza (DEF) prevede un piano di rientro verso la media dell'area euro nell'arco di dicci anni;
    di fatto il Governo propone al Parlamento un'ipoteca sui conti dei prossimi dodici anni: 411,55 miliardi di indebitamento aggiuntivo da qui al 2031, 112,6 miliardi solo nel 2020-2022, a cui si aggiunge una postilla da 29,2 miliardi all'anno dal 2032. Cifre come queste chiariscono bene come mai un Documento di solito «ambizioso» come il Def riconosca che all'Italia serviranno almeno 10 anni di avanzi primari «congrui» per avvicinare la media europea del debito;
    tuttavia, non è ancora dato sapere come il Governo utilizzerà le risorse derivanti da questo maggior deficit e maggior debito, anche a causa della non esaustiva interlocuzione da esso avuta con le opposizioni e, più complessivamente con il Parlamento, nonostante gli inviti del Presidente della Repubblica. Sarà, pertanto, un voto necessitato a scatola chiusa;
    infatti, il DEF ha una narrativa tutta rivolta al passato, un mondo che ormai purtroppo non esiste più, e poco dice sul futuro, tanto più che straordinariamente quest'anno non contiene il Piano Nazionale delle Riforme (PNR) con cui normalmente si programmano gli interventi normativi strategici futuri, e anche le previsioni macroeconomiche sono limitate al biennio 2020-2021, senza alcuna prospettiva di lungo periodo (altro che ricostruzione);
    proprio l'assenza del Programma Nazionale di Riforma impedisce una effettiva e completa valutazione delle misure urgenti di rilancio economico che il Governo dichiara di voler intraprendere, restando, ad oggi, mere dichiarazioni di intenti;
    la stessa previsione della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia poste dalla legge di bilancio 2020 e la considerazione della dannosità di misure restrittive di politica fiscale, non trovano alcun addentellato nel Documento, prefigurandosi invece, a legislazione vigente, un aumento della pressione fiscale al 42,5 per cento del PIL nel 2020, e del 43,3 per cento nel 2021;
    allo stesso modo non paiono definirsi con nitidezza i contorni della strategia di riduzione del debito, la quale si basa sulla tenuta annuale, e per i prossimi dieci anni, di un bilancio primario in surplus, ma soprattutto sul contrasto all'evasione fiscale, sulla tassazione ambientale, e sulla riforma del sistema fiscale improntata a semplificazione ed equità; il fisco è il sesto punto delle «misure urgenti di rilancio», ma la sostanza è solo un «rinvio di alcuni adempimenti fiscali e sostegno alle imprese e ai lavoratori autonomi». Quindi, i prestiti del decreto imprese e il bonus da 600 euro;
    per ridurre il debito, fuori controllo anche a causa delle spese sostenute nell'emergenza, il Def cita il «contrasto all'evasione fiscale» e poi «le imposte ambientali», confermando di fatto plastic e sugar tax. Ma il paragrafo dedicato al fisco annuncia anche una «riforma della tassazione che ne migliori l'equità». Formula nemmeno troppo vaga che indica un aumento delle tasse per alcuni e, forse, una diminuzione per altri. Ad ogni modo, l'impostazione sul tema «fisco» è sbagliata in radice perché, nel solco di una concezione assistenzialista, piuttosto che essere proiettato ad una coraggiosa e impetuosa diminuzione del carico fiscale (con i relativi aumenti degli investimenti e del tasso di crescita del sistema) ne certifica piuttosto un aumento automatico a danno dello sviluppo dell'Italia;
    con specifico riferimento agli effetti finanziari del prossimo decreto-legge annunciato dal Governo, risulta sensibile la differenza tra il suo impatto in termini di deficit, 55 miliardi di euro, e di saldo netto da finanziare, 155 miliardi di euro. Al netto del fisiologico disallineamento tra i due saldi, tale differenza pare potersi ricondurre alla scelta di contabilizzare solo al saldo netto da finanziare, e non anche all'indebitamento netto, per il 2020 i miliardi necessari a prestare le controgaranzie dello Stato alle garanzie di SACE spa previste dal decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, considerate per prassi garanzie non standardizzate, ai sensi del Regolamento contabile europeo SEC 2010 e da Eurostat. Il meccanismo costruito dal suddetto decreto-legge, in particolar modo all'articolo 1, appare però del tutto assimilabile, quanto a standardizzazione delle percentuali e delle procedure di rilascio delle garanzie, a quello proprio delle garanzie standardizzate del Fondo centrale PMI, e come tali conteggiabili a indebitamento netto. Tale diversa contabilizzazione produrrebbe un maggior indebitamento netto per l'anno 2020, ma in regime di general escape clause, consentendo di sgravare il deficit dei prossimi anni, nei quali sarà necessario approntare strategie di rientro sul percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine di finanza pubblica;
    l'ipotesi che un'eventuale recrudescenza della pandemia il prossimo autunno possa essere affrontata attraverso la medesima strategia utilizzata in questa prima fase, come implicitamente affermato nel Documento, lascia intendere che poco o nulla sia stato fatto per strutturare una risposta del sistema sanitario più pronta ed efficace;
    ulteriori ritardi nell'elaborazione, predisposizione ed esecuzione di programmi strutturati di ripartenza del sistema economico e produttivo nazionale potrebbero avere effetti irreversibili su grandissima parte del tessuto socioeconomico nazionale;
    tuttavia, senza pretendere un livello analitico di dettaglio che appartiene alla fase di presentazione del prossimo decreto-legge di aprile-maggio, e non a quella di presentazione del quadro economico finanziario, sarebbe stato quantomeno opportuno procedere con una indicazione di massima delle macrovoci di interventi che concorrono a formare i 100 miliardi di saldo netto da finanziare 2020 che non rientrano nel perimetro dell'indebitamento netto 2020;
    sebbene i firmatari del presente atto, nel solco di un atteggiamento responsabile, intendono sostenere anche questa seconda proposta di scostamento di bilancio, è evidente come il maggior indebitamento netto 2020, messo al servizio di famiglie e imprese per il superamento della crisi, nei «tre decreti COVID» Cura Italia, Liquidità e quello di prossima emanazione, pari a complessivi 74 miliardi di euro, appaia del tutto insufficiente ad offrire una risposta adeguata in un anno in cui è espressamente consentito e supportato a livello europeo il ricorso all'indebitamento e al debito in misura massiccia;
    sarà quindi necessario sostenere il pacchetto finanziario europeo da oltre 2.000 miliardi di euro deciso nell'ultimo Consiglio Europeo dei Capi di Stato e di Governo, – da discutere e approvare in Parlamento – che rappresenta la strategia per fornire supporto all'economia italiana, atteso che la BCE ha deciso di attuare il programma di Quantitative Easing da 750 miliardi di euro per il 2020, possibilmente prorogabile anche nel 2021, più altre misure di politica monetaria come rallentamento delle regole sui collaterali e sui finanziamenti al sistema bancario, che fornire uno scudo importante contro la crisi;
    l'unica ricetta di politica economica possibile in questo momento per fronteggiare la disastrosa crisi economica in cui ci troviamo, consiste quindi in un forte aumento del deficit pubblico, ossia della spesa pubblica, grazie alla liquidità erogata e garantita dall'Unione Europea e dalla BCE. L'incremento della spesa pubblica, non solo nel breve ma anche nel medio-lungo termine, potrà consentire di creare quel volano per rilanciare la produzione e quindi i consumi;
    le condizioni economiche del sistema Italia, con un alto debito pubblico, ormai arrivato ad oltre il 155 per cento del Pil, non consente di fare a meno del sostegno economico proveniente dall'Unione europea, mai come in questo momento così necessaria e funzionale per la nostra ripresa. A causa del nostro debito, non possiamo permetterci quella flessibilità di cui potrebbero giovarsi Paesi più virtuosi del nostro, con un basso debito pubblico, come ad esempio la Germania;
    a segnare il passo sono soprattutto gli investimenti, che accusano una contrazione del 12,3 per cento, e il mercato del lavoro, con una disoccupazione in salita all'11,6 per cento. Questo freno impatterà ovviamente anche sulla finanza pubblica, che nel frattempo deve sostenere spese extra: la spesa corrente passa dal 41,9 per cento del 2019 al 47,2 per cento di quest'anno, e le uscite totali (al netto di interessi al 3,7 per cento del Pil) arriva ad assorbire più di metà (il 51,2 per cento) della ricchezza nazionale, contro il 45,3 per cento dell'anno scorso. A spingere sono prima di tutto i sussidi di disoccupazione, che crescono del 45,5 per cento, mentre le prestazioni sociali aumentano del 6,9 per cento;
    serve quindi una strategia che punti sugli investimenti: è il momento di fare di mettere la più grande quantità possibile di risorse sulle infrastrutture piccole, medie e grandi, dar vita a un piano casa e ridurre la pressione fiscale, anche usando gli strumenti che ci darà l'Europa;
    la liquidità di cui l'Italia necessita arriverebbe dalle misure varate dall'Eurogruppo nei giorni scorsi, come i 17-18 miliardi di euro che dovrebbero arrivare dal fondo Sure, ossia quel meccanismo di finanziamento europeo finalizzato a finanziare le rispettive casse d'integrazione dei Paesi membri. Senza dimenticare, ovviamente, i 220 miliardi che la Bce ha già erogato all'Italia, grazie ai suoi acquisti dei titoli di Stato italiani, secondo un programma ben definito;
    ulteriori risorse dovrebbero arrivare dai futuri titoli di Stato emessi nel mercato, che continueranno ad essere acquistati comunque e anche dal nuovo fondo, denominato Recovery fund, tenendo conto che anche i 200 miliardi di euro della Bei previsti per finanziare il settore privato potrebbero portare indirettamente altra liquidità all'economia italiana. Questa liquidità sarà indispensabile per evitare possibili speculazioni sui titoli di Stato italiani nel mercato finanziario, a danno della nostra già provata economia;
    la cosiddetta «Fase 2» sembra partire all'insegna dell'incertezza, senza un indirizzo preciso per imprese e lavoratori. Non vi sarà infatti una ripartenza, ma un lento e farraginoso percorso totalmente confuso e asimmetrico dei settori produttivi del Paese. Serve un piano nazionale, strategico, che sia chiaro per tutti e che preveda una ripartenza ordinata, che non pregiudichi la salute e un'ondata di ritorno del coronavirus. Non possono ripartire tutti i settori e i territori contemporaneamente, ma bisogna ripartire, con una strategia che aiuti allo stesso modo famiglie ed imprese, e che dia allo stesso tempo certezza. La strategia deve essere collegata non solo ai tempi, ma anche ai modi e alle misure di sostegno di cui potranno godere i diversi settori;
    in questo quadro, il Documento di economia e finanza presentato dal Governo è assolutamente insufficiente e omissivo, non in grado di affrontare l'emergenza economica e fare uscire l'Italia dalla crisi; tra l'altro, non una riga del DEF è dedicata alle specifiche iniziative che dovrebbero e, nonostante questo Governo, dovranno necessariamente essere improntate ad un adeguato sostegno economico e finanziario «rafforzato» ad un comparto fondamentale dell'economia del Paese, quale il turismo, che per le sue intrinseche caratteristiche è destinato a patire gli effetti della crisi e a rinviare una piena ripartenza per un periodo significativamente più duraturo di quello corrispondente per la generalità degli altri settori economici; in particolare, per quei comuni e territori la cui economia è a prevalente vocazione turistica internazionale, il lockdown rimarrà tale per lo meno fino a quando non sarà dichiarata la cessazione della pandemia da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Tuttavia, nulla viene previsto a livello di DEF circa la necessità di individuare detti comuni e territori e di predisporre sin d'ora aiuti mirati nell'intensità e nella durata, rispetto alle misure di aiuto varate per la generalità dei settori economici condizionati dalla crisi epidemiologica da COVID-19;
    di fatto, manca una qualsiasi visione strategica basata su specifiche strategie di riforma che investano il fisco, la burocrazia, la giustizia, le infrastrutture e coinvolgono tutti i settori produttivi del Paese,

impegna il Governo:

  ad attuare un piano completo, strutturato, coraggioso e concreto, di sostegno e rilancio del sistema economico nazionale, incentrato sulla semplificazione amministrativa, sulla riduzione dei carichi fiscali, nonché sull'innovazione tecnologica e lo sviluppo infrastrutturale e industriale, coinvolgendo appieno le forze politiche di opposizione e avviando una interlocuzione con le Camere, nel rispetto delle norme costituzionali e delle procedure parlamentari, che contempli la presentazione quanto prima del PNR sui temi delle infrastrutture, della giustizia, del mercato del lavoro, della riforma del welfare e della semplificazione:
   a) sul fronte del fisco:
    1) implementare una pace fiscale prevedendo: lo sconto fino al 40 per cento delle cartelle esattoriali; il versamento di una quota forfettaria per il recupero dei 200 miliardi non versati dal 2000; rendimenti competitivi, sgravi fiscali e scudo penale per chi trasferisce capitali dall'estero trasformandosi «da esportatore di capitali in propulsore della ripresa e dell'accelerazione della crescita italiana»;
    2) prevedere una moratoria di tutti gli adempimenti fiscali almeno per tutto il 2020;
    3) introdurre i CIR (Conti Individuali di Risparmio) per riequilibrare il debito pubblico aumentando la quota detenuta dai risparmiatori italiani, creando contemporaneamente un terzo pilastro di welfare (completamente privato) a complemento della previdenza pubblica e della previdenza professionale;
    4) prevedere, in un'ottica di bilanciamento tra obiettivi di politica economica ed esigenze di tutela del risparmiatore, l'emissione di titoli di Stato speciali BTPS (Buoni del Tesoro Poliennali Speciali), dedicate alle sole persone fisiche, con taglio minimo di sottoscrizione di mille euro a scadenza quinquennale o decennale a tasso fisso, e detrazione dall'imposta lorda sui redditi per il 30 per cento fino ad un massimo di 30 mila euro annui, con premio addizionale correlato all'andamento del Pil;
    5) implementare «Piani di investimento per la Ripresa» (cosiddetti «PIR Anticovid») che, attraverso un fondo chiuso, possono raccogliere i risparmi degli investitori istituzionali, di quelli professionali e anche delle famiglie italiane indirizzandoli verso le piccole e medie imprese ed anche verso titoli di Stato italiani di lunga durata;
    6) escludere del tutto l'introduzione di una nuova «patrimoniale»;
    7) reintrodurre il regime forfettario con flat tax al 15 per cento, senza le vigenti limitazioni per fatturati fino a 65 mila euro ed al 20 per cento per ricavi oltre 65 mila euro ed entro i 100 mila con copertura supportata da un vero patto fiscale;
    8) realizzare una riforma complessiva del sistema fiscale, disponendo l'immediata introduzione della flat tax al 15 per cento, sia per famiglie che per le imprese, sul reddito incrementale, ovvero sul maggior reddito prodotto rispetto al periodo d'imposta precedente, al fine di far emergere i redditi sommersi ed ampliare la base imponibile delle diverse imposte e a prevedere, a partire dall'anno d'imposta successivo, l'applicazione del meccanismo della flat tax sull'intero reddito prodotto;
   b) sul fronte delle imprese e del lavoro:
    1) implementare un piano di «pace fiscale Stato-Imprese, sanando tutte le pendenze pregresse con varie opzioni alternative subito in una unica soluzione con uno sconto del 40 per cento; in 5 anni a un tasso del 3 per cento con uno sconto del 20 per cento; in 20 anni a un tasso del 2 per cento senza sconto, per avere ingenti flussi di cassa per lo Stato in questo momento di emergenza (viceversa sono denari che molto probabilmente non saranno riscossi), e permettere l'uscita da una situazione di debito per molte imprese, che potrebbero così guardare al futuro con maggiori opportunità di ripresa e sviluppo;
    2) prevedere premialità economiche a carico dello Stato per i lavoratori costretti a lavorare e premialità per le attività che garantiscono la continuità aziendale ed occupazionale, in questa fase di crisi nella quale molti potrebbero avere la tentazione di chiudere o licenziare;
    3) estendere al 100 per cento della garanzia statale per i prestiti alle imprese con eliminazione dell'intermediazione della Sace;
    4) procedere all'effettivo e immediato pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione nei confronti di cittadini e imprese (circa 60 miliardi);
    5) prevedere ogni iniziativa finalizzata ad abrogare la plastic tax e la sugar tax;
    6) implementare un piano di semplificazione e decertificazione delle procedure e dei controlli da effettuare ex post sulla liquidità erogata per tutti;
    7) erogare i risarcimenti per tutte le imprese e le attività costrette a fermarsi in ragione del periodo di chiusura e dei relativi mancati guadagni. Almeno il 25-30 per cento del fatturato per i mesi di chiusura deve essere risarcito;
    8) utilizzare, nell'attività di sostegno alle imprese, Fondi europei non spesi nel bilancio 2014-2020 e accelerare le pratiche di liquidazione delle somme già richieste e disponibili introducendo un criterio di silenzio assenso in caso di mancata risposta entro un congruo termine;
    9) affrontare in modo organico il tema di una moratoria fiscale per mutui e affitti, dando seguito all'esigenza perequativa di sollevare dal pagamento dei canoni di locazione relativi al quadrimestre marzo/giugno 2020 le attività commerciali, turistiche, artigianali e produttive, nonché i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, che hanno dovuto sospendere o ridurre la propria attività a causa di misure restrittive adottate dall'autorità per il contenimento della pandemia, adottando ogni iniziativa normativa finalizzata a calmierare i canoni di locazione delle attività che, dopo la fine dell'emergenza derivante dalla diffusine del COVID 19 su tutto il territorio nazionale, abbiano ricavi inferiori al 40 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, adottando in modo proporzionale misure compensative sia di carattere fiscale che di natura monetaria a titolo di ristoro con contributi erogati dallo Stato in favore dei locatori;
    10) prevedere che nei casi in cui le attività commerciali che hanno dovuto sospendere o ridurre la propria attività a causa di misure restrittive adottate dall'autorità per il contenimento della pandemia non riescano a pagare i canoni di locazione per i quali è riconosciuto in loro favore un credito d'imposta, lo stesso credito d'imposta sia riconosciuto in favore dei locatari;
    11) introdurre una cedolare flat, con tutela della posizione giuridica dei contraenti in essere o che intendano formalizzare nuovi contratti di locazione;
    12) prevedere la massima flessibilità possibile nel mercato del lavoro, ovviamente nel rispetto dei diritti e delle tutele dei lavoratori, attraverso il superamento o comunque la sospensione delle norme del «decreto dignità», che ingessa il mercato del lavoro, e l'introduzione dello strumento dei voucher per i settori come il turismo, l'agricoltura, lo sport, i servizi alla persona per permettere ed assicurare così il lavoro stagionale fondamentale per tenere in piedi intere filiere produttive;
    13) introdurre una completa decontribuzione per 10 anni per le aziende che assumono lavoratori fino ai 35 anni;
    14) disporre opportune sollecitazioni all'impiego, dei disoccupati, inoccupati e percettori del reddito di cittadinanza, con particolare riguardo al settore agricolo al fine di sopperire alla denunciata carenza di manodopera;
    15) di non volersi avvalere, pertanto, della facoltà di cui all'articolo 6, paragrafo 4 della direttiva 2008/115/CE, e, di conseguenza, a garantire la continuità delle procedure finalizzate al rimpatrio, coattivo e volontario assistito, dei cittadini di paesi terzi in posizione irregolare sul nostro territorio nazionale e nel rispetto di tutte le misure sanitarie e di sicurezza adottate nel nostro Paese per il contenimento dell'epidemia da Covid-19 in corso, anche al fine di poter effettivamente procedere al loro effettivo rientro nei paesi di origine e transito il prima possibile quando sia possibile in condizioni di sicurezza.
    16) garantire la cassa integrazione per tutti e per tutto il periodo di chiusura;
    17) prevedere una nuova procedura per la cassa integrazione Covid-19 che contempli la presentazione della domanda in modalità telematica all'Inps con silenzio-assenso entro 48 ore dall'invio e pagamento ai percettori alla medesima data dello stipendio da parte dell'azienda, tramite anticipo bancario vincolato all'erogazione dell'ammortizzatore e fondo di garanzia statale;
    18) prevedere interventi strutturali di riduzione del costo del lavoro anche attraverso l'introduzione di una flate rate per standardizzare il costo del lavoro alla media europea e misure di sburocratizzazione e snellimento degli adempimenti anche attraverso l'introduzione di una tax rate omnicomprensiva;
    19) introdurre per i lavoratori frontalieri coinvolti in procedimenti di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa per eventi legati all'emergenza epidemiologica da Covid-19, una misura analoga ai trattamenti di integrazione salariale previsti per i pari lavoratori italiani;
    20) prevedere lo stanziamento di un fondo di investimenti da assegnare a regioni, province e comuni al fine di promuovere opere pubbliche e cantieri a sostegno dell'economia locale;
    21) trasformare la sospensione di tasse e contributi per i mesi di marzo, aprile e maggio in azzeramento degli stessi fino al 30 settembre 2020 per favorire l'immediata ripresa dell'attività produttiva;
    22) favorire la diminuzione degli oneri burocratici a carico di imprese e lavoratori, prevedendo la sospensione degli indici sintetici di affidabilità, l'abolizione del minimo contributivo Inps per artigiani e commercianti, e la possibilità di ricorrere ai voucher lavoro senza limitazioni;
    23) tutelare le imprese italiane e il Made in Italy, sostenendo in ambito europeo l'introduzione di misure più stringenti volte a contrastare il dumping sociale e ambientale degli Stati extraeuropei, nonché ad intraprendere le necessarie iniziative volte a promuovere una maggiore armonizzazione tra gli Stati membri del sistema di tassazione gravante sulle imprese, al fine di compensare il dumping fiscale esistente;
    24) assumere con urgenza iniziative volte a contrastare la concorrenza fiscale sleale tra Stati membri e il fenomeno delle delocalizzazioni intracomunitarie;
   c) sul fronte giustizia:
    1) l'attuazione delle riforme ordinamentali e processuali per consolidare il principio del giusto processo, che, pur essendo enunciato nella Costituzione, non fa ancora parte del quotidiano esercizio della giurisdizione in quanto: nel processo penale è oramai improcrastinabile restituire efficienza e celerità al sistema senza sacrificare le garanzie deve essere oltremodo assicurata l'effettiva parità tra accusa e difesa e la reale terzietà del giudice; nel processo civile deve essere garantita la certezza di una decisione in tempi ragionevoli e vanno individuate le soluzioni idonee ad eliminare il gigantesco macigno dei procedimenti arretrati, in particolare attraverso un'azione complessiva di informatizzazione;
    2) la realizzazione di interventi definitivi finalizzati al superamento delle carenze drammatiche di personale amministrativo e all'effettiva riqualificazione del personale, nonché alla giusta tutela della polizia penitenziaria;
    3) la necessaria semplificazione normativa e burocratica della legislazione primaria e regolamentare che incide sul sistema giustizia, che aumenta il livello di litigiosità e contribuisce ad allungare i tempi dei processi;
    4) la realizzazione di maggiori investimenti in informatizzazione del processo civile e del processo penale, al fine di conseguire un miglioramento complessivo dell'organizzazione dei servizi di cancelleria, di realizzare considerevoli risparmi di spesa e di raggiungere una trasparenza delle informazioni relative alle cause e alle sentenze per l'avvocatura e i cittadini;
    5) la definitiva implementazione di una modernizzazione tecnologica degli uffici giudiziari, già avviata con parziale successo, in ragione di una loro maggiore efficienza e produttività; la realizzazione di programmi di innovazione digitale, per il miglior funzionamento degli uffici, da attuare con il completo ammodernamento delle infrastrutture e delle reti di trasmissione dei dati informatizzati;
    6) l'attuazione di un programma credibile e immediato, adeguatamente finanziato, per la realizzazione di un nuovo piano carceri, attraverso l'implementazione delle strutture esistenti e l'edificazione dei nuovi istituti, nonché per provvedere alla copertura dei ruoli vacanti della polizia penitenziaria, al fine di garantire ad essi di poter operare in condizioni di sicurezza;
    7) l'elargizione delle risorse già stanziate per i magistrati onorari;
   d) sul fronte delle infrastrutture e dell'edilizia:
    1) attuare un grande piano infrastrutturale pubblico, con lo sblocco degli oltre 100 miliardi già stanziati e non spesi per la modernizzazione del paese, anche al fine di sostenere l'edilizia e con almeno 28 miliardi immediatamente spendibili in cassa, di cui un miliardo da destinare alle opere olimpiche Milano Cortina 2026;
    2) prevedere incentivi fiscali e agevolazioni per le imprese ai fini dell'immediata apertura dei cantieri e sostenere in particolare gli investimenti nel comparto ospedaliero, indirizzati a raggiungere e mantenere l'eccellenza italiana nel settore, e le iniziative di realizzazione e manutenzione degli impianti sportivi, allo scopo di garantire la perfetta efficienza richiesta a livello nazionale e internazionale;
    3) disporre una nuova «legge per le città», prevedendo più infrastrutture e manutenzione per centri urbani e periferie;
    4) implementare un grande «Piano casa» per almeno 100 miliardi;
    5) prevedere disposizioni di pace fiscale anche nel settore edilizio: molti proprietari hanno in corso contenziosi con lo Stato su interventi edilizi minori o altre tematiche riguardanti le prime case;
    6) apportare semplificazioni al codice dei contratti pubblici indirizzate ad una generale sburocratizzazione del sistema nazionale, sulla base dei soli obblighi europei; per rilanciare gli investimenti, prevedere la possibilità di deroga immediata allo stesso codice dei contratti pubblici per l'anno 2020, per l'affidamento e l'esecuzione di lavori, servizi e forniture, assegnando priorità alle opere immediatamente cantierabili e disponendo altresì l'abolizione del sistema delle autorizzazioni preventive e l'introduzione di controlli ex post;
    7) adottare il «modello Genova» per la nomina di commissari straordinari, allo scopo di garantire l'immediata realizzazione delle grandi opere infrastrutturali attese da anni, colmare il gap infrastrutturale del Paese e mettere in sicurezza la rete viaria e ferroviaria esistente;
    8) prevedere un'ulteriore detassazione degli investimenti per miglioramenti nelle abitazioni con ampliamento dei bonus esistenti ristrutturazioni, eco bonus e sisma bonus;
   e) sul fronte trasporti:
    1) prevedere specifiche misure di sostegno per le imprese operanti nei settori del trasporto merci con qualunque vettore, della distribuzione, della logistica e del magazzinaggio, anche sotto forma di compensazioni per i maggiori costi sostenuti durante l'emergenza sanitaria per assicurare l'approvvigionamento di tutti i beni, nonché misure di ristoro per le imprese italiane d del trasporto aereo in possesso del Certificato di Operatore Aereo (COA), per quelle del trasporto marittimo e per quelle portuali, anche al fine di consentire loro di salvaguardare i livelli occupazionali;
   f) sul fronte del turismo:
    1) prevedere un grande «Piano Marshall sulla filiera del turismo» con il riconoscimento dello stato di crisi;
    2) istituire, presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, un Fondo straordinario di sostegno al mancato reddito per tutte le imprese che operano nel comparto turistico: imprese turistiche, ivi incluse le agenzie di viaggio i tour operator e i parchi divertimento, nonché le imprese termali, le strutture extralberghiere, i gestori di stabilimenti balneari, le professioni turistiche, gli intermediari, le imprese di trasporto turistico. Le risorse sono concesse, con garanzia dello stato, a titolo di prestiti a fondo perduto, in un arco di tempo quinquennale, in misura pari alla perdita di fatturato subita nell'anno 2020 rispetto il fatturato registrato nel 2019;
    3) disporre per l'Italia incentivi senza limiti di reddito a tutti i cittadini con detrazioni per spese turistiche per chi trascorrerà le vacanze entro i confini nazionali; in Europa un recovery plan straordinario per tutelare e sostenere le imprese con finanziamenti a fondo perduto;
    4) implementare una poderosa campagna di comunicazione in Italia e all'estero per valorizzare il nostro Made in Italy e coinvolgere l'ENIT in tutte le attività di promozione del Paese in chiave turistica attraverso la valorizzazione dell'offerta esperienziale dei territori legata alla loro storia, cultura e tradizioni, nonché la promozione di eventi e fiere nazionali ed internazionali;
    5) rimuovere i limiti che impediscono il ricorso al contratto occasionale da parte degli operatori del settore turistico e pubblici esercizi e contestuale ampliamento della platea a tutte le imprese turistiche;
    6) prorogare tutti gli ammortizzatori sociali per le attività del comparto turistico fino alla fine del 2020 e introdurre una decontribuzione del costo del lavoro per il personale assunto con contratto stagionale nel 2020 allo scopo di consentire alle imprese di sostenere tali costi nonostante le incertezze della stagione estiva con oneri assunti dallo Stato;
    7) fissare un termine perentorio per l'adozione del DPCM di attuazione della disciplina di revisione delle concessioni demaniali marittime ai sensi del comma 675, della legge 145 del 2018, confermando così l'estensione della concessione di 15 anni;
    8) sospendere i canoni relativi alle concessioni demaniali marittime per 24 mesi, ivi inclusi i porti turistici, nonché dei canoni di concessione mineraria, a titolo di risarcimento per i danni subiti dalle imprese, a seguito dei lockdown che ha impedito, in particolare, la manutenzione continua degli stabilimenti, con conseguenti danni alle strutture;
    9) individuare le modalità di definizione dei procedimenti giudiziari o amministrativi pendenti alla data del 31 dicembre 2019 concernenti il pagamento dei canoni e degli indennizzi per l'utilizzo dei beni demaniali marittimi e delle relative pertinenze;
    10) sospendere, per un periodo di 24 mesi, dell'applicazione su tutto il territorio nazionale dell'applicazione della disciplina relativa allo svolgimento della professione di guida turistica;
    11) introdurre un credito di imposta del 60 per cento del canone di locazione di immobili strumentali all'esercizio dell'attività turistica o del 60 per cento dell'importo pagato dal gestore a titolo di corrispettivo per l'affitto d'azienda;
    12) abolire il versamento IMU per l'anno 2020 nelle due componenti: acconto entro 16 giugno 2020 e saldo entro 16 dicembre 2020 in favore degli operatori del comparto turistico;
    13) estendere le moratorie sul pagamento di tutti i tributi in scadenza e delle utenze a carico degli operatori del turismo con possibilità di rateizzazione degli importi dovuti su un arco di tempo biennale;
    14) ridurre l'aliquota IVA per la vendita di pacchetti turistici dall'attuale 22 per cento, aliquota ordinaria, all'aliquota del 10 per cento;
    15) differire al 31 dicembre 2020 i versamenti su immobili utilizzati per locazioni stagionali ed estendere fino al 31 dicembre 2020 le disposizioni riguardanti la sospensione delle rate dei mutui e dei canoni di leasing assunti per l'acquisto di beni materiali e di infrastrutture per il comparto autotrasporto viaggiatori;
   g) sul fronte dell'agricoltura e dell'agroalimentare:
    1) autorizzare, per la durata di tempo non superiore a centoventi giorni, nel rispetto dell'articolo 53 del regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, l'utilizzo della sostanza attiva clorpirifos metila, attualmente ritenuto tra i più efficaci metodi per contrastare in tempi rapidissimi la diffusione della cimice marmorata asiatica che ha colpito le produzioni ortofrutticole, nonché qualificare gli attacchi della cimice asiatica come eventi eccezionali ai sensi della disciplina europea sugli Aiuti di Stato, al fine di consentire alle imprese agricole interessate l'accesso ad aiuti in forma diretta finanziati con risorse comunitarie o nazionali;
    2) proporre soluzioni che portino ad un contenimento delle varie specie di fauna selvatica presenti sul territorio nazionale in quanto la gestione della fauna selvatica è una problematica che richiede l'individuazione di soluzioni condivise e di opzioni efficaci, al fine di salvaguardare le produzioni agricole e agroalimentari italiane;
    3) prevedere misure per garantire alle imprese della pesca di recuperare i mancati guadagni dovuti dallo stop imprevisto per l'emergenza Coronavirus tramite il pagamento degli arretrati del fermo pesca nonché la possibilità di poter sottrarre dal periodo di fermo biologico temporaneo i giorni di inattività, affinché alla fine dell'emergenza i pescherecci possano ritornare a lavorare tranquillamente nonché prevedere disposizioni che portino ad innalzare le tonnellate di tonno rosso previste per la quota indivisa e ridistribuire parte di esse tra le varie marinerie, al fine di dare la possibilità agli operatori della pesca, che attualmente ne sono privi, di poter accedere a questa fondamentale risorsa economica;
    4) adottare ogni misura normativa e amministrativa, sia in sede nazionale che unionale affinché i soggetti che a vario titolo acquistano e trasformano latte sul territorio nazionale siano obbligati ad acquistare ed utilizzare latte proveniente dagli allevatori italiani prescrivendo che solamente qualora la quantità di latte italiano non risultasse sufficiente per il fabbisogno dei consumatori, gli acquirenti e i trasformatori del latte saranno autorizzati ad acquistare o utilizzare latte proveniente da Paesi della Unione europea, al fine di salvaguardare la produzione nell'ambito lattiero-caseario;
    5) convocare un tavolo della filiera agroalimentare che coinvolga il mondo agricolo, della trasformazione e della distribuzione al fine di adottare tutte le iniziative utili a supportare le grandi eccellenze del made in Italy, favorendone il più largo consumo;
    6) prevedere misure urgenti destinate ad interventi volti ad indennizzare, tramite l'istituzione di un fondo ad hoc con risorse adeguate di almeno 1 miliardo, i danni diretti e indiretti subiti e alla perdita di reddito dei produttori florovivaistici, derivante dall'emergenza epidemiologica COVID-19, al fine di assicurare la continuità aziendale delle imprese del comparto e per dare loro immediata liquidità favorendo la ripresa del settore florovivaistico;
    7) disporre fondi di ristoro per le imprese di tutti quei settori colpiti dalla chiusura del canale Ho.re.ca (Hotel, Bar, Ristoranti, mense, catering, eventi) e dalle difficoltà nella esportazione dei prodotti (florivivaismo, produttori di vino, operatori della filiera lattiere-casearia con particolare riferimento alla mozzarella di bufala e ai formaggi, prosciutti e salumi soprattutto DOP, agriturismo, pasticceria);
    8) lavorare, come stanno facendo altri grandi paesi europei, alla costruzione dei corridoi verdi per far transitare lavoratori dell'Europa dell'est in Italia;
    9) costruire le condizioni strutturali per aumentare la produzione nazionale delle materie agricole primarie (grano, mais, orzo, soia) al fine di diminuire la dipendenza dall'estero attraverso investimenti mirati agli accordi di filiera;
   h) sul fronte della famiglia:
    1) potenziare e riunificare i vari bonus e misure di sostegno alle famiglie attualmente vigenti, attraverso la previsione di un assegno universale unico di almeno 250 euro mensili per ogni figlio, erogato a prescindere dello stato occupazionale e reddituale dei genitori, recependo le istanze provenienti dai principali esponenti del mondo associativo familiare;
    2) promuovere l'adozione di un Piano nazionale di interventi – anche di natura fiscale – finalizzato a contrastare la crisi demografica in atto e incentivare la natalità, con provvedimenti strutturali e permanenti volti a promuovere, in primo luogo, la gratuità degli asili nido e gli assegni per i figli a carico;
    3) estendere il congedo parentale fino a fine giugno, maggiorando l'indennità al 75-80 per cento, incrementando il numero di giornate disponibili ad almeno 20 complessive e garantendo in ogni caso per il periodo non coperto dal congedo stesso la possibilità per un genitore del nucleo familiare di astenersi dal lavoro, con divieto di licenziamento e diritto alla conservazione del posto;
    4) prevedere un potenziamento della misura del voucher baby sitting, cumulativo, e non alternativo o commutabile, al voucher familiare;
    5) adottare linee guida per la riapertura dei centri e oratori estivi, volte ad individuare le misure fondamentali che all'interno di tali luoghi dovranno essere garantite in termini di prevenzione dei contagi da COVID-19 e tutela della salute degli operatori e utenti;
    6) disporre l'apertura di centri e oratori estivi, parchi e aree gioco, in condizioni di sicurezza per bambini, accompagnatori e operatori, stanziando risorse affinché i ridetti centri e oratori siano in condizione di garantire il servizio gratuitamente o, comunque, a costi accessibili, senza trasferire il costo degli adeguamenti che inevitabilmente si renderanno necessari per la prevenzione dei contagi sulle famiglie e sugli utenti dei servizi stessi;
    7) disporre altresì l'apertura delle aree ricreative all'interno dei circoli sportivi e degli agriturismi, anche incentivando le attività ludico-sportive, i percorsi naturalistici e le attività nelle fattorie didattiche nel settore dell'ospitalità agrituristica, garantendo condizioni di sicurezza, con particolare riferimento al rapporto numerico tra operatori e utenti;
    8) prevedere la misura della detrazione fiscale delle rette per le famiglie che frequentano le scuole paritarie;
   i) sul fronte disabilità:
    1) incrementare gli importi della pensione di inabilità civile e dell'assegno di invalidità civile al fine di restituire agli strumenti in questione un'utilità concreta ed effettiva, in grado di tutelare adeguatamente le esigenze delle persone con disabilità;
    2) garantire la cumulabilità tra le pensioni percepite dalle persone con disabilità o invalidità e le misure di sostegno economico e i bonus erogati in relazione all'emergenza sanitaria correlata alla diffusione del virus COVID-19);
    3) incrementare il Fondo per la non autosufficienza di cui all'articolo 1, comma 1265, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, al fine di prevenire il rischio di isolamento delle persone con disabilità e dei loro familiari nella fase di emergenza COVID-19 e nel periodo ad essa successivo;
    4) implementare nell'ambito del sistema scolastico l'uso di ausili alla comunicazione e di software didattici personalizzai per garantire l'inclusione degli alunni con disabilità nelle diverse forme di didattica a distanza;
   l) sul fronte scuola:
    1) stanziare 1 miliardo di euro per interventi di sanificazione e fornitura quotidiana di dispositivi di protezione individuale;
    2) implementare un piano per la «scuola digitale», stanziando 1 miliardo per la dotazione di device, e 1 miliardo per il superamento del digital divide attraverso la formazione docenti didattica digitale;
    3) disporre interventi per l'edilizia scolastica (almeno per 800 milioni di euro);
    4) prevedere un preciso piano per la didattica e il recupero delle lezioni;
    5) disporre un fondo da 500 milioni per le esigenze emergenziali delle scuole paritarie;
    6) prevedere, in condizioni di sicurezza, la riapertura dei locali scolastici per attività ludiche e di recupero;
    7) prevedere un piano per la stabilizzazione dei precari della scuola al fine di potenziare il corpo docente;
    8) prevedere adeguate risorse a favore dei Comuni nel caso di riapertura delle scuole nei mesi estivi con la formula dei centri estivi;
    9) prevedere la gratuità dei libri scolastici della scuola d'obbligo per l'anno scolastico 2020/2021;
   m) sul fronte «Mezzogiorno»:
    1) al fine di promuovere la rinascita industriale e occupazionale delle regioni del Mezzogiorno, realizzando gli obiettivi dell'aumento e del miglioramento della qualità degli investimenti in capitale fisico e umano e dell'adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, prevedere l'esenzione integrale dell'imposta sul reddito delle società (Ires), e dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) per le imprese in attività ivi ubicate e per le nuove imprese che avviano in tali regioni un'attività economica;
    2) salvaguardare il rispetto della cosiddetta «clausola del 34 per cento», rendendola finalmente effettiva ed efficace (imponendo un meccanismo automatico di trasferimento delle risorse), ed estendendo il vincolo non solo agli investimenti delle amministrazioni centrali, come avviene attualmente, ma a tutte le amministrazioni pubbliche e agli enti di diritto privato in controllo pubblico, e a Cassa depositi e prestiti;
    3) prevedere per i giovani imprenditori beneficiari della misura «Resto al Sud» la sospensione fino al 31 dicembre 2020 dei termini per la realizzazione dei progetti già ammessi al beneficio e dei pagamenti previsti nel cronoprogramma;
    4) più in generale, prevedere interventi organici e razionali, attraverso un grande piano di investimenti, innanzitutto per rispondere alle drammatiche carenze infrastrutturali sociali del Sud, in particolare in termini di sicurezza, di adeguati standard di istruzione, di idoneità di servizi sanitari e di cura (attraverso la realizzazione di un piano straordinario per la realizzazione di nuovi complessi ospedalieri accelerando le procedure sul «modello Genova»), e per implementare le reti infrastrutturali fondamentali per la fase della ripresa, particolarmente delicata in un territorio che sconta inevitabilmente la precedente lunga crisi, prima recessiva, poi di sostanziale stagnazione, dalla quale non è mai riuscito a uscire del tutto;
   n) sul fronte cultura e spettacolo:
    1) garantire liquidità, tramite prestiti agevolati e contributi a fondo perduto da parte dello Stato per interventi di promozione di investimenti nei settori delle imprese culturali;
    2) permettere agli esercenti attività di spettacolo di avere fondi da poter investire per l'adeguamento degli spazi e delle attrezzature alle nuove esigenze per il contrasto Covid-19 attraverso l'estensione dell'Art Bonus anche a favore di soggetti privati;
    3) per le produzioni cinematografiche in questo periodo di emergenza saranno necessari ingenti spese per i dispositivi di protezione individuale che difficilmente le produzioni minori potranno affrontare, per questo vanno sostenute finanziariamente soprattutto le produzioni indipendenti che hanno meno risorse perché non legate alle majors del cinema;
    4) oltre gli incentivi fiscali che si auspicano per coloro che sceglieranno di trascorrere le vacanze in Italia, prevedere al contempo anche la detraibilità totale delle spese per cinema, teatri e luoghi di spettacolo in generali, frequentati in estate, per gli anni 2020 e 2021;
   o) sul fronte del terzo settore:
    1) emanare immediatamente il Dpcm per sbloccare le ultime due annualità della quota del 5x1000;
    2) in ogni provvedimento – dall'accesso al credito ai contributi, dalle semplificazioni al trattamento del personale e via dicendo – considerare gli enti del Terzo Settore allo stesso modo di ogni altra categoria produttiva del Paese;
    3) prevedere lo Sblocco fondi rotativi di sistema (per esempio quello da 200 milioni per le imprese sociali «congelato» a Invitalia o i 10 milioni del fondo che il Ministero del lavoro ha affidato a Fondazione Italia Sociale) e dei Fondi Strutturali di coesione europea;
    4) dare continuità alle attività di volontariato, mutuando alcune prerogative del servizio civile universale: assegno temporaneo (da 8 a 12 mesi) di 440 euro, con esenzione Irpef e previdenziale, copertura assicurativa e adeguata formazione per progetti di rilevanza sociale gestiti da enti del Terzo settore;
    5) estendere le norme sulla facilitazione dello svolgimento delle assemblee attraverso l'uso di mezzi di telecomunicazioni, al fine di ridurre il contatto fisico, agli enti non lucrativi, ossia ONLUS, Organizzazioni di Volontariato e Associazioni di promozione sociale).
(6-00106) «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».


   La Camera,
   premesso che:
    il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio;
    l'eccezionalità della crisi pandemica da Coronavirus (COVID-19) e gli straordinari impegni di finanza pubblica – derivanti dalle misure di contenimento e cura e dalle misure per far fronte alla forte contrazione dell'economia – hanno fatto sì che il DEF 2020 sia concentrato sul breve periodo e sulle variabili più essenziali rispetto ai precedenti. Gli scenari di previsione della finanza pubblica, in linea con gli altri Paesi dell'Unione Europea, sono limitati al periodo 2020-2021 e viene posticipata la presentazione del Programma Nazionale di Riforma;
    la marcata revisione dello scenario macroeconomico in confronto a quello che si andava delineando porta la previsione del PIL per l'anno in corso ad una contrazione pari a 8,0 punti percentuali, con un indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche al 10,4 per cento del PIL. Per il 2021, il DEF prevede un rimbalzo consistente dell'economia italiana con il PIL in crescita del 4,7 per cento;
    il Governo sta elaborando un nuovo decreto-legge che, riprendendo gli interventi del Cura Italia, rafforzandoli e prolungandoli nel tempo, e introducendo altre misure, comporta, anche al fine di consentire un'adeguata funzione del Parlamento nella fase di conversione in legge uno scostamento di 55,3 miliardi in termini di maggiore indebitamento netto su quest'anno e 26,3 miliardi a valere sul 2021, compresi i maggiori oneri sul debito pubblico. In particolare, il decreto avrà l'obiettivo di sostenere le famiglie, le imprese, il sistema sanitario e proteggere il tessuto produttivo del paese in questo momento difficile garantendo liquidità e favorendo la capitalizzazione delle imprese;
    l'intervento sul 2020 è equivalente al 3,3 per cento del PIL, che sommato al decreto-legge Cura Italia porta al 4,5 per cento del PIL il pacchetto complessivo di sostegno all'economia, a cui si aggiungono garanzie per attivare credito alle imprese potenzialmente fino circa il 40 per cento del PIL. Sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, in termini di competenza e in termini di cassa, gli effetti del decreto ammontano a 155,3 miliardi di euro nel 2020 e 26,5 miliardi nel 2021, a cui si sommano, per il 2020, i 25 miliardi del decreto Cura Italia;
    nella fase di difficoltà che il Paese sta attraversando, il forte aumento dell'imposizione indiretta previsto dalla legislazione vigente a inizio 2021 (le cosiddette clausole di salvaguardia) aggraverebbe la situazione economica. Il Governo ha pertanto deciso di includere nel nuovo decreto in arrivo l'eliminazione degli aumenti dell'IVA e delle accise previsti per i prossimi anni. In questo modo si rafforza anche la trasparenza e la credibilità delle stime di finanza pubblica;
    l'inevitabile e largo innalzamento dell'indebitamento netto per il 2020 e, in misura più contenuta, per il 2021 e l'aumento del debito pubblico in rapporto al Pil richiede adeguati interventi della Banca Centrale Europea,

impegna il Governo:

   a) a perseguire una politica di attenta ed efficace transizione tra la fase di emergenza e la fase di ripresa dello sviluppo anche utilizzando gli strumenti appropriati tra quelli resi disponibili dalle istituzioni europee, in modo da assicurare una risposta adeguata alla gravità della crisi in atto, migliorare le prospettive di crescita e garantire la sostenibilità della finanza pubblica;
   b) a promuovere, insieme agli altri Governi dell'Eurozona, tutte le iniziative utili a sostenere gli interventi della Bce necessari a garantire il corretto funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria ed evitare il sorgere di forti instabilità finanziarie all'interno della zona euro, contribuendo alla stabilità del mercato dei titoli di Stato dei singoli Stati membri;
   c) a realizzare interventi per aumentare il finanziamento e il potenziamento del sistema sanitario nazionale, delle forze dell'ordine, del sistema di protezione civile e di tutte le altre amministrazioni pubbliche, in particolare gli enti locali, che sono chiamate a dare una efficace risposta alla situazione emergenziale; a prevedere specifici interventi di sostegno per le attività maggiormente colpite dall'emergenza sanitaria o che presentino maggiori difficoltà o ritardi nella riapertura;
   d) a monitorare costantemente la situazione di emergenza epidemiologica a seguito della graduale riapertura delle attività produttive e dell'attenuazione delle misure di distanziamento sociale al fine di mantenere in equilibrio le esigenze di tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini, di assistenza alle persone e di riapertura delle scuole di ogni ordine e grado e delle università con quelle di riavvio di tutte le attività produttive e di mobilità delle persone;
   e) ad incrementare le risorse a sostegno della ripresa economica e produttiva, anche attraverso iniziative per il recupero della competitività sui mercati internazionali, ivi compresi interventi per la capitalizzazione delle imprese e favorendo la introduzione di tecnologie innovative;
   f) ad affiancare alle misure di sostegno della ripresa economica e competitiva del nostro Paese, un articolato Piano nazionale di riforme che, tra le altre misure, preveda: a) la semplificazione delle procedure amministrative poste a carico delle imprese e dei cittadini, con l'obiettivo di ridurne sia gli oneri sia il carico degli adempimenti; b) una riforma del sistema fiscale, improntata alla semplificazione, all'equità, alla riduzione del carico fiscale sulla produzione e il lavoro e alla tutela ambientale tramite incentivi, nonché ad un più efficace contrasto dell'evasione fiscale; c) la revisione e la riqualificazione della spesa pubblica, orientando la stessa verso una logica di significativo aumento della produttività della PA e verso un rafforzamento di quella sanitaria, per il welfare e per l'istruzione scolastica e universitaria; d) rafforzare le misure a sostegno delle famiglie;
   g) a garantire, in un contesto di miglioramento graduale e strutturale della finanza pubblica, la completa eliminazione dell'incremento delle aliquote IVA e delle accise previsto dal 2021; ad adottare interventi finalizzati ad incrementare la produttività, l'innovazione e la capitalizzazione delle imprese nonché la competitività del nostro sistema economico nei contesti internazionali; a promuovere il rilancio degli investimenti pubblici e privati, anche attraverso la semplificazione delle procedure amministrative, a partire da quelle relative agli investimenti infrastrutturali; a sostenere gli investimenti volti a promuovere forme di economia circolare e a favorire la transizione ecologica aumentando la competitività e la resilienza dei sistemi produttivi a shock ambientali e di salute e perseguendo con fermezza politiche di contrasto ai cambiamenti climatici finalizzate a conseguire una maggiore sostenibilità ambientale e sociale; ad agevolare gli investimenti orientati a promuovere un nuovo modello di sviluppo produttivo ed industriale, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitivo, orientato alla crescita, all'innovazione tecnologica e alla creazione di lavoro; a promuovere lo sviluppo del capitale umano.
(6-00108) «Davide Crippa, Delrio, Boschi, Fornaro».