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CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 18 dicembre 2018
116.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00056 Cenni: Intendimenti del Governo in materia di contrasto del fenomeno del cosiddetto «caporalato» in agricoltura.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come è noto, lo sfruttamento della manodopera lavorativa di italiani e di stranieri in special modo, ma non solo, nel settore agricolo, si manifesta non solo attraverso la completa inosservanza delle normative in materia previdenziale e di sicurezza dei luoghi di lavoro, bensì anche attraverso vere e proprie forme di riduzione in schiavitù assai spesso perpetrate attraverso i cosiddetti «caporali», questi ultimi autori di illecita attività di intermediazione tra la domanda e l'offerta di lavoro.
  Un fenomeno, dunque, che presenta, in alcune realtà territoriali, forti legami con la criminalità organizzata e che proprio per questo occupa un posto di assoluto rilievo nell'agenda dell'attuale Governo e, in particolare, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  Avvertiamo forte la necessità di individuare nuovi strumenti di prevenzione e di repressione nella consapevolezza che solo attraverso un'azione comune tra tutti i partner istituzionali potrà affermarsi il primato della legalità.
  Voglio a tal fine ricordare che lo stesso Ministro del lavoro, Luigi Di Maio, a testimonianza della sensibilità riservata dall'intero Governo su questo tema, ha voluto riunire un Tavolo operativo, lo scorso 3 settembre, presso la Prefettura di Foggia, per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura.
  L'obiettivo è quello di predisporre un piano triennale di contrasto al caporalato, in cui le attività di prevenzione, vigilanza e repressione rivestano un'importanza centrale. In tal senso, fondamentale sarà il ruolo dei centri per l'impiego, importanti filtri legali per l'impiego di manodopera, il cui potenziamento verrà finanziato nella Legge di bilancio.
  Ma è il caso di dire che dalle parole siamo passati ai fatti visto che nel Decreto Fiscale (n. 119 del 2018) – approvato in via definitiva dal Parlamento lo scorso 13 dicembre – è stata prevista l'istituzione del «Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura», allo scopo di promuovere la programmazione di una proficua strategia per il contrasto al fenomeno del caporalato e del connesso sfruttamento lavorativo in agricoltura.
  Il Tavolo, presieduto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, prevede la partecipazione di numerosi partner istituzionali, al fine di recepire dagli stakeholders di riferimento tutte le istanze che dovranno successivamente tradursi in azione concrete di prevenzione e repressione del caporalato.
  Nella giornata di ieri, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si è svolta la prima riunione programmatica al fine di realizzare, quanto prima, gli obiettivi prestabiliti.
  Attraverso questo metodo di lavoro «partecipato» si potrà quindi intervenire, in modo mirato, per abbattere tutti quei pilastri che oggi sorreggono il lavoro nero. Ogni Amministrazione partecipante al Tavolo avrà la responsabilità, per gli ambiti di rispettiva competenza, di adottare quelle specifiche misure che nella loro Pag. 53visione unitaria garantiranno una risposta certa, efficace e proporzionata all'entità del fenomeno.
  La sensibilità del Governo su questo tema è alta ed il fatto di aver inserito nel decreto fiscale, già legge dello Stato, la norma che dà il via libera alla creazione del Tavolo contro il caporalato rende palese a tutti l'impegno e la celerità con cui vogliamo manifestare la nostra scelta di civiltà, contro ogni forma di sfruttamento nel mondo del lavoro.

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ALLEGATO 2

5-01062 Rizzetto: Iniziative per prevenire e contrastare la cessione illecita di contratti di lavoro e le conseguenti, gravi lesioni di diritti dei lavoratori interessati.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il delicato tema, posto dall'onorevole Rizzetto, relativo alla grave diffusione del fenomeno della fornitura illecita di lavoratori «sottocosto» da parte di soggetti non autorizzati, a condizioni di lavoro irregolari, fino ad arrivare a forme di sfruttamento del lavoro di rilevanza penale, è già da tempo oggetto di attenzione da parte di questo Governo.
  Nell'anno corrente, infatti, l'attività di contrasto posta in essere dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro contro tale fenomeno è stata molto intensa.
  In particolare, l'attività di vigilanza si è concentrata nei confronti delle società cooperative sia per quanto riguarda le verifiche relative all'applicazione dei contratti collettivi di settore finalizzate all'emersione delle cosiddette cooperative spurie, sia sul contrasto a fenomeni di appalto e somministrazione illecita nel settore.
  Tale attività si è intensificata anche in forza del Vademecum redatto e condiviso dall'INL (nota del 29 novembre 2017) con il Ministero dello sviluppo economico quale ausilio a supporto dell'attività ispettiva per individuare possibili indici di irregolarità nel settore, peraltro aggiornabile e modificabile in base alle criticità rilevate sui territori interessati.
  Inoltre, il focus ispettivo, contenuto nel documento di programmazione della vigilanza per il 2018 dell'INL, ha dato particolare risalto alle verifiche della regolarità dei rapporti di lavoro nelle cooperative anche in virtù dell'attività di intelligence implementata grazie alla collaborazione degli Osservatori provinciali sulla cooperazione, attivi in ambito territoriale, nel quadro del coordinamento operato, a livello centrale, dall'Osservatorio nazionale permanente presso l'INL.
  In tal senso sono state poste in essere attività di verifica in relazione alla regolarità della costituzione e dello svolgimento dei rapporti di lavoro con i soci di cooperativa, nonché all'adempimento degli obblighi retributivi e contributivi, spesso disattesi soprattutto in conseguenza di fenomeni interpositori illeciti.
  Un'ulteriore attività, sulla quale è stata posta una specifica attenzione, riguarda la tutela dei crediti di lavoro attraverso lo strumento della diffida accertativa, finalizzato alla soddisfazione delle pretese patrimoniali nei confronti dei datori di lavoro, particolarmente rilevante nei casi in cui l'applicazione di contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni sindacali prive di reale rappresentatività sia preordinata ad ottenere consistenti ed indebite riduzioni del costo del lavoro, in termini retributivi e previdenziali. Conseguentemente, nell'anno in corso, l'INL ha provveduto a dare impulso ad iniziative ispettive mirate su tutto il territorio nazionale, continuando ad effettuare la vigilanza nei confronti di realtà imprenditoriali, non solo cooperative, che somministrano irregolarmente personale a molteplici committenti impegnati in tutti i settori dell'attività produttiva.
  Considerata la notevole diffusione del fenomeno in questione, sono stati coinvolti tutti gli Ispettorati territoriali del lavoro e sono stati approfonditi gli aspetti di tutela del lavoro e di legislazione sociale, con particolare attenzione al ricorso alla Pag. 55somministrazione di manodopera e al processo di stabilizzazione dei lavoratori utilizzati.
  Solo nel primo semestre del 2018, come risulta dal cosiddetto Modello Breve pubblicato sul sito istituzionale dell'INL, i lavoratori tutelati per effetto delle verifiche concernenti fenomeni interpositori sono stati 5.161, e l'attività di accertamento ha comportato l'applicazione di sanzioni amministrative per l'importo di 1.190.000 euro.
  Per quanto concerne la specifica vicenda dei tre camerieri di Bologna, la sede del competente Ispettorato Territoriale del Lavoro di Bologna ha riscontrato la difficoltà a identificare, tra i tantissimi casi simili quotidianamente accertati e sanzionati dall'ITL, quello specifico segnalato dall'onorevole interrogante.
  Non risulta, invece, così frequente, come reso noto dall'ITL di Bologna, il fenomeno della «regia occulta di professionisti regolarmente abilitati come consulenti del lavoro», se non in pochi casi prontamente sanzionati e segnalati all'Ordine professionale per i provvedimenti di competenza.
  Si registra, piuttosto, la frequente intermediazione di «soggetti» non abilitati quali consulenti del lavoro ed avvezzi ad operare ai limiti, ed oltre, della legalità.
  Questo Governo ha l'obiettivo di proseguire ed intensificare ulteriormente l'opera di contrasto già avviata contro queste «illecite forniture di manodopera», rafforzando l'organico dell'Ispettorato e inasprendo le sanzioni in materia di lavoro, al fine di contrastare il fenomeno del lavoro sommerso e irregolare e di tutelare la salute dei lavoratori.
  Per questo motivo, segnalo che anche la Legge di Bilancio 2019 procede in questa direzione. Infatti, come noto, è stato approvato, già alla Camera, un emendamento che consente all'INL di assumere 300 nuove unità lavorative per ciascuno degli anni 2019 e 2020 e ulteriori 330 unità per l'anno 2021. L'emendamento prevede, inoltre, un aumento delle sanzioni per violazioni in materia di lavoro in una misura che va dal 10 per cento, in materia di tutela della salute, al 20 per cento, in materia di lavoro irregolare, entrambe raddoppiate nel caso in cui un datore di lavoro nei 3 anni precedenti sia stato oggetto di sanzioni amministrative o penali per i medesimi illeciti.
  In questo modo, per concludere, vogliamo dare un segnale concreto al mondo del lavoro al fine di garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e contrastare le frodi commesse nella gestione illecita del «capitale umano», ricchezza inestimabile su cui si fonda la nostra Repubblica.