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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 dicembre 2019
288.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03230 Macina: Sulla realizzazione della cittadella della Polizia di Catania e sulle carenze di organico presso le locali strutture di polizia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  premetto che i lavori in corso per la realizzazione del nuovo Complesso Polifunzionale della Polizia di Stato a Catania, in località Librino, sono stati finanziati grazie alla legge di bilancio per il 2017 (98 milioni di euro), che consentirà, unitamente ai fondi (30 milioni di euro) già impegnati con la delibera CIPE del 29 settembre 2004, n. 19, la realizzazione dell'intero complesso.
  Aggiungo, che già dal 2008 il Provveditorato alle Opere Pubbliche aveva acquisito la progettazione esecutiva del 1o lotto e del 2o lotto funzionale di completamento.
  Il progetto, negli anni successivi, ha subito numerose modifiche e nel 2013 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha proceduto all'affidamento dell'esecuzione dei lavori relativi al primo stralcio dell'opera.
  Non è stato possibile, tuttavia, avviare i lavori a causa della mancata risoluzione di problemi successivamente emersi e connessi alla rimozione dei rifiuti rinvenuti nell'area.
  Da ultimo, il 3 agosto 2018, in considerazione della procedura di fallimento dell'impresa aggiudicataria, il citato Provveditorato ha approvato il decreto di risoluzione del relativo contratto di appalto integrato e, il 12 febbraio di quest'anno, ha sottoscritto la convenzione per la realizzazione dell'intero Complesso Polifunzionale.
  Nel frattempo sono state già avviate le attività per lo studio di caratterizzazione dell'area, per la quale si è resa necessaria una pulizia profonda, anche per la bonifica di ordigni bellici ivi presenti.
  In base al cronoprogramma di massima, la gara per la suddetta pulizia dovrebbe essere avviata nei primi mesi del prossimo anno e, sempre nel corso del prossimo anno, dovrebbe completarsi la fase di progettazione e messa a bando dei lavori.
  L'avvio dei cantieri dovrebbe perfezionarsi nei primi mesi del 2021.
  Relativamente al più generale problema del ripianamento degli organici della Polizia di Stato, si rappresenta, sinteticamente, che il meccanismo di recupero del turnover, come previsto dall'ordinamento vigente, prevede che la Polizia di Stato sia annualmente autorizzata ad assumere un numero di unità pari alle cessazioni intervenute nell'anno precedente.
  Peraltro il depauperamento dell'organico effettivo risulta mitigato dagli effetti delle leggi di bilancio per il 2018 e 2019, con le quali sono state finanziate assunzioni straordinarie che, per l'anno in corso, consentono l'immissione di allievi agenti ulteriori rispetto al personale andato in quiescenza.
  Al riguardo, informo che è in corso lo svolgimento della procedura per il reclutamento di 1.515 unità di allievi agenti di cui: 389 unità rappresentano la prima tranche delle assunzioni straordinarie relative all'anno 2019, mentre 200 unità sono relative al piano di assunzioni straordinarie disposte con legge di bilancio del 2018.Pag. 19
  Nel disegno di legge di bilancio per il 2020, inoltre, è stato predisposto un apposito intervento finalizzato all'assunzione straordinaria di complessive 2.500 unità delle Forze di polizia, di cui 814 nella Polizia di Stato, per il quinquennio 2021-2025.
  Sotto il profilo della formazione del personale, sottolineo che negli ultimi anni il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha assicurato tempestivamente l'attività di formazione dei vincitori di concorso al termine della conclusione delle relative procedure selettive, garantendo, altresì, il necessario «affiancamento» delle nuove risorse al personale già in servizio, dotato di specifiche professionalità.
  Nell'anno in corso la formazione specialistica e di aggiornamento qualificato del personale della Polizia di Stato già in servizio e le attività formative connesse al cosiddetto «riordino delle carriere», hanno interessato oltre 7.000 unità di personale, che potranno quindi trasmettere ai neo assunti l'esperienza e la peculiare cultura professionale maturata sul campo.

Pag. 20

ALLEGATO 2

5-03231 Marco Di Maio: Sulla carenza di personale presso il presidio di polizia stradale sito nel comune di Rocca San Casciano (FC).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  mi pare opportuno premettere, sul punto posto dall'On. Di Maio, che allo stato, in considerazione dell'esigenza di pervenire ad una razionalizzazione sul territorio delle risorse disponibili, e al fine di garantire una più efficace attività di vigilanza stradale nei bacini viari con maggiori emergenze, il Ministero dell'interno ha allo studio un progetto per il potenziamento dei presidi di Polizia, con criteri che soddisfino sia l'attuale riparto di competenze tra gli stessi presidi di polizia stradale, che le necessità connesse al più efficace controllo dei flussi viari e dell'incidentalità.
  In tale ambito, il Distaccamento Polizia Stradale di Rocca San Casciano assicura l'attività di vigilanza stradale sulla Strada Statale n. 9 e sulla Strada Statale n. 67, con una media di 1,5 pattuglie al giorno (un giorno 2 e quello successivo 1) e con una dotazione effettiva di personale attualmente pari a 6 unità.
  Credo sia opportuno aggiungere che nel comune di Rocca San Casciano è presente una Stazione dell'Arma dei Carabinieri, alla quale sono attribuiti anche funzioni di Polizia Stradale, ai sensi dell'articolo 11 del Codice della Strada.
  Relativamente alla sede del citato Distaccamento, come ricordato dall'Onorevole Di Maio, confermo che il Prefetto di Forlì Cesena, anche al fine di realizzare una riduzione delle spese di accasermamento, si è attivato per individuare una sede alternativa, poi reperita grazie alla disponibilità dell'Amministrazione comunale di Rocco San Casciano.
  Il citato comune ha infatti concesso un immobile di sua proprietà mediante un contratto di comodato in uso gratuito la cui stipula è avvenuta il 10 maggio scorso.
  Quanto, più in generale, agli interventi di potenziamento previsti in particolare per la Polizia Stradale di Forlì-Cesena, informo che nel corso del 2019 è stato effettuato un incremento del personale appartenente ai ruoli dei sovrintendenti e degli assistenti ed agenti, pari a 4 unità ed è già programmato un ulteriore incremento di 3 unità entro il prossimo mese di aprile.
  Per quanto riguarda la provincia di Forlì-Cesena, evidenzio che attualmente la stessa può contare su un organico effettivo della Polizia di Stato pari a 539 unità, di cui 209 in servizio presso la Questura e 86 presso il Commissariato di Cesena. Nel corso del 2019 il predetto organico è stato incrementato di 7 unità cui si aggiungeranno le 13 previste entro il prossimo mese di aprile.

Pag. 21

ALLEGATO 3

5-03232 Tonelli: Sulla carenza di personale nelle questure dell'Emilia Romagna e sull'istituzione di un centro di permanenza per il rimpatrio in tale regione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  relativamente alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti appare opportuno premettere qualche notizia sul Centro per Immigrati dagli stessi richiamato.
  Detta struttura è ubicata a Bologna, in via Mattei, ed in passato era destinata a Centro per l'identificazione e l'espulsione (CIE). Negli ultimi anni, per far fronte agli ingenti flussi migratori che hanno interessato l'Italia, il Centro è stato riconvertito per l'accoglienza dei richiedenti asilo.
  Aggiungo, più in particolare, che presso la struttura in parola è stato assicurato il corretto svolgimento delle procedure volte all'avvio verso tutte le province della regione dei migranti assegnati all'Emilia Romagna, e ciò sulla base di piani di riparto concordati a livello regionale.
  Tale modello organizzativo ha permesso un'ottimale gestione delle destinazioni finali, tenendo conto delle effettive disponibilità di posti in ciascuna provincia.
  Il Centro Mattei, dopo un breve periodo di inattività, nel corso del quale sono stati effettuati lavori di manutenzione straordinaria, è stato riaperto il 6 novembre scorso, con una ricettività di duecento posti.
  Riguardo alle questioni poste, preciso che non sono stati recentemente disposti trasferimenti di richiedenti asilo in Emilia Romagna.
  Inoltre, come ha informato la Prefettura di Bologna, dal 6 novembre ad oggi i Centri di accoglienza straordinaria (CAS) attivi nella stessa provincia sono passati da 60 a 42, con una riduzione complessiva delle presenze (compreso il Centro Mattei) da 735 a 687 persone (dati al 2 dicembre).
  Per quel che concerne il punto riguardante la mancanza di un Centro per i rimpatri (CPR) nella regione Emilia Romagna, posso assicurare che, dopo un'accurata valutazione, è stato ritenuto opportuno ripristinare le funzioni dell'ex CIE di Modena.
  A tal fine proseguono le trattative per concordare con la Proprietà e con l'Agenzia del Demanio, le condizioni di acquisizione in locazione della struttura.
  Vengo ora alle iniziative per potenziare le dotazioni organiche delle Questure in Emilia Romagna.
  Al riguardo posso assicurare che, proprio al fine di supportare l'attività delle Questure, sono già stati disposti e programmati incrementi del personale appartenente ai diversi ruoli della Polizia di Stato. In particolare, entro la fine del corrente mese saranno assegnate alle Questure della regione 39 unità tra assistenti e agenti, mentre nel corso del prossimo anno saranno assegnate ulteriori 111 unità.
  Per quanto concerne il personale appartenente alla carriera e ai ruoli della polizia di Stato, che svolge attività tecnico-scientifica o tecnica, l'esigenza di un incremento sarà tenuta in evidenza al fine di poterla valutare in occasione delle prossime immissioni in servizio, che potrebbero concretizzarsi entro il 2020.

Pag. 22

ALLEGATO 4

5-03233 Prisco: Sulla provenienza dei migranti che saranno prossimamente accolti nell’hub di accoglienza sito in via Mattei a Bologna.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  relativamente alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti appare opportuno richiamare sinteticamente quanto appena riferito in risposta all'interrogazione dell'Onorevole Tonelli (e altri) 5-03232 riguardo al Centro per immigrati di Bologna.
  Detta struttura già destinata a Centro per l'identificazione e l'espulsione (CIE), è stata successivamente riconvertita per l'accoglienza dei richiedenti asilo per far fronte agli ingenti flussi migratori nel tempo verificatisi.
  La struttura in parola ha permesso il corretto svolgimento delle procedure per l'avvio verso tutte le province della regione dei migranti assegnati all'Emilia Romagna, con un'ottimale gestione delle destinazioni finali e tenendo conto delle effettive disponibilità di posti.
  Ripeto che detto Centro, dopo un breve periodo di inattività, nel corso del quale sono stati effettuati lavori di manutenzione straordinaria, è stato riaperto il 6 novembre scorso, con una ricettività di duecento posti.
  Preciso che il trasferimento nel predetto centro dei cittadini stranieri richiedenti asilo, già ospitati nelle strutture di alcuni comuni dell'Appennino bolognese, è stato avviato a seguito della riorganizzazione del sistema di accoglienza nella città metropolitana di Bologna, in attuazione del decreto del Ministro dell'interno del 20 novembre 2018, e che, pertanto, non si tratta di persone provenienti da sbarchi, né di cosiddetta provenienza secondaria, ma da tempo presenti sul territorio provinciale.
  La nuova struttura è destinata, per i posti disponibili, al trasferimento di migranti già presenti in strutture di accoglienza della regione prossime alla chiusura per la scadenza delle precedenti convenzioni o che non hanno partecipato ai nuovi bandi di gara.
  Aggiungo infine che il Centro di Via Mattei, ospita, al momento (3 dicembre), 163 cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.

Pag. 23

ALLEGATO 5

5-03234 Ceccanti: Sui tempi di erogazione dell'elargizione prevista a favore delle vittime di mafia, estorsione e usura.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  con l'interrogazione all'ordine del giorno l'Onorevole Ceccanti, unitamente ad altri Deputati, chiede chiarimenti in merito a due specifiche questioni, riguardanti l'erogazione dei benefici previsti per le vittime dei reati di tipo mafioso e per le vittime di estorsione e di usura.
  Relativamente ai benefici riguardanti le vittime della mafia, l'articolo 6 della legge 22 dicembre 1999, n. 512 prevede effettivamente che la corresponsione delle somme sia disposta entro 60 giorni dalla presentazione della domanda.
  Al riguardo, ritengo opportuno precisare come il predetto termine di 60 giorni sia stato fissato dal legislatore prima delle modifiche apportate alla disciplina di settore da tre provvedimenti normativi, che ne hanno aggravato l’iter procedimentale: il decreto-legge 2 ottobre 2008, n. 151, la legge 7 luglio 2016, n. 122 e la legge 17 ottobre 2017, n. 161.
  Il primo provvedimento ha esteso nei confronti della vittima del reato l'accertamento del possesso dei requisiti previsti dalla normativa, mentre la legge n. 122 del 2016, per altro verso, ha introdotto la procedura di verifica dell'estraneità ad ambienti delinquenziali, sia per la vittima che per l'istante.
  Tale verifica, svolta dalle Forze di polizia, non si esaurisce in una mera visura del casellario giudiziale o nella verifica di rapporti di parentela con soggetti gravati da pregiudizi penali e di polizia, richiedendo, infatti, uno scrupoloso accertamento, in concreto, dell'assenza di contiguità ad ambiti criminali.
  Aggiungo che l'attuazione della nuova procedura ha consentito di poter motivare il respingimento di diverse domande, con notevole risparmio per il Fondo appositamente istituito.
  Con la legge n. 161 del 2017, infine, è stato introdotto, per agli enti costituitisi parte civile nei processi, un altro requisito: l'affidabilità e la capacità operativa in favore delle vittime di mafia, desumibile dall'atto costitutivo, dalla partecipazione ad almeno un giudizio penale nell'ultimo biennio e dall'effettiva attività svolta per la diffusione della cultura della legalità.
  In considerazione di quanto sin qui evidenziato, il Commissario preposto alla gestione del Fondo ha riferito che la durata media dei procedimenti relativi alle elargizioni per le vittime della mafia è, attualmente, di circa 100 giorni, fermo restando che lo stesso Commissario adotta ogni iniziativa utile per abbreviare i termini del procedimento.
  Nel passare ora alle criticità evidenziate per il procedimento relativo all'elargizione dei benefici per le vittime di racket ed usura, sottolineo che, proprio con la finalità di «velocizzare» tutti gli adempimenti istruttori, il Commissario alle stesse preposto, sin dal 2016, ha avviato un programma di dematerializzazione dei fascicoli, con la relativa «costruzione» di una rete telematica con tutte le Prefetture.
  Con le stesse finalità è stato attivato anche un apposito «portale Internet» per la predisposizione « on line» delle richieste di accesso al Fondo e per la gestione informatizzata del rapporto con l'Amministrazione.Pag. 24
  Ancora, sempre al fine di velocizzare le attività istruttorie e deliberative, anche il Comitato di solidarietà ha intensificato le proprie sedute.
  Le iniziative appena illustrate, unitamente agli interventi di ulteriore consolidamento della cosiddetta «piattaforma SANA», impiegata per la gestione informatizzata delle richieste di accesso al fondo, hanno permesso, secondo quanto riferito dal predetto Commissario, di ridurre i tempi di definizione delle istanze a circa 210 giorni, in media. In tale contesto desidero puntualizzare che sulla tempistica possono influire:
   la presentazione di nuove istanze o osservazioni;
   successive pronunce giurisdizionali di riconoscimento di eventuali danni biologici;
   eventuali contestazioni alla quantificazione di benefici economici già riconosciuti.

  Si soggiunge, infine, che la Struttura commissariale, proprio per pervenire all'ulteriore contrazione dei tempi, ha in corso un'iniziativa, da realizzare con i Fondi europei del programma operativo nazionale per la legalità 2014-2020, per la l'implementazione del processo informatico delle procedure di accesso al fondo.

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ALLEGATO 6

5-03235 Sisto: In merito all'annunciata chiusura del Commissariato di polizia sito nel quartiere San Paolo di Bari e sulle iniziative per far fronte alle carenze di organico delle forze dell'ordine in tale territorio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  gli Onorevoli Sisto e Savino richiamano l'attenzione del Governo sulla questione della sicurezza e dell'ordine pubblico nella città di Bari, manifestando preoccupazione, in particolare, per la notizia dell'imminente chiusura del Commissariato della Polizia di Stato del quartiere San Paolo.
  Al riguardo, ricordo preliminarmente che con la direttiva del Ministro dell'interno del 15 agosto 2017 sono state fornite indicazioni per procedere alla razionalizzazione dei presidi di Polizia nelle Città Metropolitane.
  L'obiettivo continua ad essere quello di elevare il livello di sicurezza della collettività, anche attraverso l'ottimizzazione delle risorse disponibili, procedendo al riequilibrio e al potenziamento delle attività operative delle Forze di Polizia, tenuto conto della peculiarità di ciascuna realtà territoriale.
  Per quanto riguarda la città metropolitana di Bari, il «Progetto di rimodulazione presidiaria delle Forze di Polizia nelle 14 città metropolitane» ha tenuto conto delle proposte della locale Autorità di pubblica sicurezza e delle valutazioni del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, circa il trasferimento del Commissariato sezionale di Pubblica Sicurezza «San Paolo» nel quartiere di Torre a Mare e l'istituzione di un nuovo presidio della stessa polizia di Stato nel comune di Putignano.
  Nello specifico, il quartiere San Paolo di Bari è molto popoloso e distante dal capoluogo alcuni chilometri ed è costantemente all'attenzione delle Forze dell'Ordine, in ragione della presenza di attività criminose.
  Proprio al fine di garantire una presenza capillare delle Forze di polizia su quel territorio, sono stati infatti istituiti, nel corso del tempo, numerosi presidi tra cui, sottolineo la realizzazione della Cittadella della Polizia, all'interno della quale sono presenti il Centro Polifunzionale e diverse Specialità della Polizia di Stato, il Commissariato di Polizia San Paolo, unitamente al Comando Compagnia ed al Comando Stazione dei Carabinieri e alla Legione Allievi della Guardia di Finanza.
  Per quanto attiene, quindi, ai timori conseguenti alla chiusura di un ufficio di polizia nel quartiere San Paolo, ritengo di poter rassicurare che lo spostamento in questione non inciderà sulla presenza delle Forze di polizia nella stessa zona, attesa, come già riferito, la sua attuale ubicazione all'interno del citato Centro Polifunzionale, che continuerà ad essere pienamente operativo con l'attività dei reparti ivi allocati (solo per la Polizia di Stato: la Polizia Stradale, il Reparto Prevenzione Crimine, la Polizia di Frontiera, il IX Reparto Mobile, il Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica).
  Per contro, proprio in un contesto di ottimale distribuzione delle risorse da impiegare per la prevenzione ed il contrasto del crimine, va evidenziato che il quartiere di Torre a Mare, che si trova sulla fascia costiera all'estrema periferia sud est del Capoluogo, attualmente conta la presenza di un solo presidio fisso della Polizia Locale, pur essendo caratterizzato da un Pag. 26intensa «movida» alimentata dalla presenza di numerosi locali di intrattenimento.
  A ciò si aggiunge la circostanza che il succitato quartiere, soprattutto durante la stagione estiva, registra un notevole incremento di residenti e di turisti.
  Preciso che l'istituendo Commissariato di Bari Torre a Mare avrà competenza su un'area di circa 19 chilometri quadrati, con 36.200 abitanti e che comprende i quartieri San Giorgio e Japigia, quest'ultimo, peraltro, caratterizzato da un'alta densità criminale e teatro, nel recente passato, di episodi di accesa conflittualità tra i clan criminali, culminati, anche, in efferati fatti di sangue.
  Concludo informando che, per supportare l'attività della Questura di Bari, sono già stati disposti e programmati incrementi del personale appartenente ai diversi ruoli della Polizia di Stato. In particolare, entro la fine del corrente mese saranno assegnate 14 unità, tra assistenti e agenti, mentre ulteriori 27 ne saranno assegnate nel corso del prossimo anno.