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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 dicembre 2018
119.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 65

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 27 dicembre 2018. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Salvatore Giuliano.

  La seduta comincia alle 11.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 e relativa nota di variazioni.
C. 1334-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato, e relativa nota di variazioni.

(Relazione alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Relazione favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Luigi GALLO, presidente, avverte che l'esame si svolgerà nella sola seduta di oggi, in quanto, come a tutti noto, il provvedimento sarà discusso dall'Assemblea già da domani. Ricorda che l'esame si concluderà con l'approvazione di una relazione sulle parti di competenza della Commissione e con la nomina di un relatore. Possono essere presentate relazioni di minoranza. La relazione approvata dalla Commissione e le eventuali relazioni di minoranza saranno trasmesse alla Commissione bilancio.
  Avverte che non sono stati presentati emendamenti e che il gruppo del Partito democratico ha preannunciato una relazione di minoranza.

  Alessandro MELICCHIO (M5S), relatore, introduce l'esame evidenziando preliminarmente che le modifiche introdotte dal Senato all'esito della trattativa del Governo con le istituzioni europee hanno apportato variazioni nell'entità delle entrate e delle spese finali e, di conseguenza, Pag. 66al saldo netto da finanziare. In particolare, le modifiche alla Sezione I del disegno di legge di bilancio hanno comportato un miglioramento del saldo netto da finanziare di circa 6,8 miliardi di euro nel 2019, 12,1 miliardi nel 2020 e 15,9 miliardi nel 2021. Un ulteriore apporto al miglioramento del saldo netto da finanziare per il 2019 è derivato da definanziamenti e riprogrammazioni delle risorse stanziate nella Sezione II della legge, che hanno comportato una riduzione del saldo netto da finanziare di 1.754 milioni di euro sul 2019. Nel complesso, per quanto riguarda il saldo netto da finanziare, dalla Nota di variazioni risulta che il disegno di legge di bilancio, come modificato dagli emendamenti approvati dal Senato, sia alla prima che alla seconda sezione, determina, in termini di competenza, per l'anno 2019 un miglioramento di 8.525 milioni di euro, determinato per 439 milioni da maggiori entrate e per 8.085 milioni da minori spese, di cui –5.249 milioni di spese correnti e –2.836 milioni in conto capitale. Per l'anno 2020, la Nota evidenzia un miglioramento del saldo netto da finanziare per circa 12 miliardi di euro che sale a circa 15,7 milioni di euro per l'anno 2021, quale conseguenza della contabilizzazione in bilancio delle maggiori entrate nel 2020 e 2021 determinate dalle disposizioni in materia di IVA.
  Ciò premesso, riferisce che, nel testo trasmesso dal Senato, il disegno di legge di bilancio si compone di 19 articoli. La prima sezione è contenuta interamente all'articolo 1, composto di 1.143 commi. La seconda sezione, recante l'approvazione degli stati di previsione e la norma di entrata in vigore, è contenuta negli articoli 2-19.
  Venendo alle parti di competenza di questa Commissione, e cominciando da scuola, università e ricerca, rileva che il provvedimento incrementa la dotazione organica del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca con due posti di livello dirigenziale generale (comma 345).
  In tema di scuola, trattando innanzitutto dei docenti, il provvedimento prevede, per gli anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021, la costituzione di équipe formative territoriali col compito di promuovere progetti di innovazione didattica e digitale nelle scuole; alle équipe sono destinati al massimo 120 docenti, che possono essere esonerati dalle attività didattiche (commi da 725 a 727).
  Viene incrementato il limite di spesa relativo alla dotazione organica delle scuole, in misura corrispondente a 2.000 posti aggiuntivi nella scuola primaria, al fine di ampliare le possibilità di tempo pieno. Le modalità per l'incremento devono essere stabilite con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca (commi da 728 a 729).
  Dall'anno scolastico 2019/2020, è incrementato di 400 posti l'organico del personale docente dei licei musicali (comma 730).
  A valere per lo stesso anno scolastico 2019/2020, è inoltre previsto un incremento delle facoltà di assunzione di personale educatore nelle istituzioni educative statali (comma 415).
  È ridefinito il percorso per l'accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria, sia per i posti comuni sia per quelli di sostegno. In particolare, il percorso triennale di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione docente (FIT) è sostituito con un percorso annuale di formazione iniziale e prova, cui si continua ad accedere previo superamento di un concorso, all'esito del quale, però, si consegue già l'abilitazione all'insegnamento per la classe di concorso per cui si è partecipato e si è immessi in ruolo. Il docente, concluso positivamente l'anno di formazione iniziale e prova, deve rimanere nella stessa scuola, negli stessi tipo di posto e classe di concorso, per almeno altri quattro anni (commi da 792 a 795).
  Sempre a partire dall'anno scolastico 2019/2020, ai docenti non è più attribuita la titolarità su ambito territoriale. Si torna, dunque, alla titolarità del docente in una singola scuola (comma 796).
  Per quanto riguarda il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), si autorizza la trasformazione a tempo pieno, sempre dall'anno scolastico 2019/Pag. 672020, del rapporto di lavoro di soggetti, già titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa per lo svolgimento nelle scuole di funzioni assimilabili a quelle degli assistenti amministrativi e tecnici, immessi in ruolo a tempo parziale dall'anno scolastico 2018/2019. Conseguentemente, si dispone l'incremento della dotazione organica del personale amministrativo e tecnico (commi da 738 a 740).
  Per quanto riguarda gli studenti, il provvedimento autorizza la spesa di ulteriori 25 milioni annui, per il triennio 2019-2021, per l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali, nonché per i servizi di supporto organizzativo del servizio di istruzione per i medesimi alunni o per quelli in situazione di svantaggio (commi 561 e 562).
  Viene differita dal 1o gennaio al 1o settembre 2019 l'entrata in vigore di alcune disposizioni recate dal decreto legislativo n. 66 del 2017 – in materia di inclusione scolastica degli studenti con disabilità – relative, tra l'altro, alla introduzione del Profilo di funzionamento e alla costituzione, presso ogni ambito territoriale, del Gruppo territoriale per l'inclusione. Al contempo, si autorizza una spesa di 5,03 milioni per il 2019, al fine di realizzare misure di accompagnamento per le scuole per l'attuazione delle novità in materia di inclusione scolastica degli studenti con disabilità introdotte dal citato decreto (comma 1138, lettera b)).
  I «percorsi di alternanza scuola-lavoro» vengono ridenominati «percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento» e, a decorrere dall'anno scolastico in corso, viene ridotto il loro numero di ore minimo complessivo: si passa a 210 ore nei percorsi di istruzione professionale, 150 ore nei percorsi degli istituti tecnici e 90 ore nei percorsi liceali (commi da 784 a 787).
  Con riferimento alle scuole, si incrementano, per il 2019, le risorse da destinare all'acquisto di servizi esternalizzati di pulizia e di mantenimento del decoro nelle istituzioni scolastiche ed educative statali, così da consentirne la prosecuzione fino al 31 dicembre 2019. Inoltre, si dispone che, dal 1o gennaio 2020, i medesimi servizi sono svolti esclusivamente da personale dipendente appartenente al profilo di collaboratore scolastico. A tal fine, si prevede la stabilizzazione, nel profilo di collaboratore scolastico, previo superamento di una procedura selettiva, del personale delle imprese di pulizia già impegnato nell'erogazione dei medesimi servizi a decorrere dal 1999. Inoltre, si autorizza una spesa di 10 milioni annui per l'acquisto dei materiali di pulizia e si incrementa il Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche di 184 milioni nel 2020 e di 90 milioni nel 2021 (comma 757, commi da 760 a 761, e comma 763). Dal 2019, le risorse in precedenza stanziate per i percorsi di alternanza scuola-lavoro sono assegnate alle scuole nei limiti necessari allo svolgimento del numero minimo di ore fissato per i nuovi percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (commi da 784 a 787).
  Viene prorogato dal 31 dicembre 2018 al 31 dicembre 2019 il termine per alcuni pagamenti in materia di edilizia scolastica (comma 1138, lettera a)). Si specifica che – fra le somme trasferite alle scuole statali per la realizzazione di progetti a carattere nazionale e regionale in materia di formazione e sviluppo dell'autonomia scolastica, rimaste inutilizzate per tre esercizi finanziari consecutivi, da versare all'erario – sono incluse quelle per spese di pulizia. Inoltre, si prevede il versamento all'entrata di alcune somme non utilizzate dal Ministero dell'istruzione: per il 2019, 22,5 milioni delle stesse risorse rimangono acquisiti all'erario (comma 783).
  Il Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione (da 0 a 6 anni) è incrementato di 10 milioni annui, a decorrere dal 2019 (comma 741).
  In materia di istruzione terziaria (Università, AFAM, ITS), il provvedimento incrementa il Fondo per il finanziamento ordinario (FFO) di 20 milioni nel 2019 e di 58,63 milioni annui dal 2020, per il conferimento di contratti di ricerca a tempo determinato di tipo B a 1.000 Pag. 68ricercatori (comma 400), nonché, per il 2019, di ulteriori 40 milioni (comma 979).
  Si autorizzano le università statali, per il 2019, in deroga alle vigenti facoltà di assunzione, a stipulare contratti di ricerca a tempo determinato di tipo B e a bandire procedure per la chiamata di professori universitari di seconda fascia riservate ai ricercatori universitari a tempo indeterminato in possesso di abilitazione scientifica nazionale (comma 401).
  Si consentono alle università «virtuose» facoltà di assunzione superiori al 100 per cento del ricambio generazionale (turn over), per gli anni 2019 e 2020, nel limite della spesa fissato, (comma 978).
  Il «Fondo per le cattedre universitarie del merito Giulio Natta», destinato al reclutamento per chiamata diretta di professori universitari, selezionati tra studiosi di elevato e riconosciuto merito scientifico (comma 788) viene abolito.
  Si dispone che l'università degli studi di Napoli Federico II istituisca sperimentalmente, per un triennio, a decorrere dall'anno accademico 2019-2020, in propri locali, la Scuola superiore meridionale. Al termine della sperimentazione, la Scuola, previa valutazione positiva dell'ANVUR e reperimento di idonea copertura finanziaria, potrà assumere, con apposito provvedimento legislativo, carattere di stabilità. Per le attività della Scuola, si autorizza la spesa di 8,209 milioni per il 2019, 21,21 milioni per il 2020, 18,944 milioni per il 2021, 17,825 per il 2022, 14,631 milioni per il 2023, 9,386 milioni per il 2024 e 3,501 milioni per il 2025 (commi da 409 a 413).
  Si dispone l'istituzione del Fondo per i poli universitari tecnico-scientifici nel Mezzogiorno (comma 275).
  Si incrementa di 0,5 milioni annui dal 2019 al 2027 e di 3,5 milioni annui dal 2028 le risorse destinate alla Scuola di dottorato internazionale Gran Sasso Science Institute (GSSI) (comma 414).
  Si ridefiniscono, per il periodo 2019-2025, i criteri per la determinazione annuale del fabbisogno finanziario programmato delle università statali, ai fini del concorso di tali enti alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica. In particolare, il fabbisogno finanziario complessivamente generato dal comparto in ciascun anno non deve essere superiore al fabbisogno realizzato nell'anno precedente, incrementato del tasso di crescita del PIL reale stabilito dall'ultima Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza. Dal 2021, il Ministero stabilisce penalizzazioni economiche per gli atenei statali che non hanno rispettato il fabbisogno finanziario programmato nell'esercizio precedente (commi da 971 a 977).
  Il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio universitarie viene incrementato di 10 milioni, per il 2019 (comma 981).
  Si ridefiniscono le modalità di ripartizione delle risorse del Fondo per l'istruzione e formazione tecnica superiore, da erogare agli Istituti tecnici superiori (ITS). Inoltre, è previsto che gli ITS, al fine di potenziare la propria offerta formativa, possono comprendere nei piani triennali di attività ulteriori percorsi e attività finanziati da soggetti pubblici e privati. Infine, è previsto che, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, si proceda all'attualizzazione degli standard organizzativi delle strutture e dei percorsi degli ITS (commi da 465 a 469).
  La dotazione del Fondo per il funzionamento amministrativo e didattico delle Istituzioni dell'alta formazione e specializzazione artistica e musicale (AFAM) viene incrementata di 0,5 milioni annui a decorrere dal 2019, per consentire alle Istituzioni predette di dare concreta attuazione ai servizi e alle iniziative in favore degli studenti con handicap riconosciuto con invalidità superiore al 66 per cento o con certificazione di disturbo specifico di apprendimento (DSA) (comma 742).
  In materia di ricerca, il provvedimento interviene sulle commissioni cui spetta la valutazione per l'assunzione per chiamata diretta di ricercatori presso gli enti pubblici di ricerca. In particolare, se ne ridefiniscono le modalità di nomina e di funzionamento: le commissioni saranno nominate con decreto del Ministro vigilante Pag. 69e composte da un minimo di tre fino ad un massimo di cinque esperti del settore di afferenza degli enti che propongono l'assunzione per chiamata diretta (comma 402).
  Si riconosce al Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) un contributo straordinario di 30 milioni annui per 10 anni dal 2019 al 2028 (comma 404).
  La dotazione del Fondo ordinario per il finanziamento degli enti e degli istituti di ricerca vigilati dal MIUR (FOE) è incrementata di 10 milioni per il 2019 (comma 980).
  Venendo ora a cultura e spettacolo, si prevedono assunzioni di personale non dirigenziale da parte del Ministero per i beni e le attività culturali, in parte mediante scorrimento di graduatorie di procedure selettive già espletate, e in parte all'esito di procedure selettive ancora da avviare. Anzitutto, il Ministero è autorizzato ad espletare procedure concorsuali per l'assunzione – a decorrere dal 2020 e dal 2021 – di complessive 1.000 unità di personale di Area II e III. Inoltre, è autorizzato a procedere ad assunzioni nel 2019, nel limite di spesa fissato, attraverso scorrimento delle graduatorie relative alle procedure di selezione pubblica bandite nel maggio 2016 per personale di Area III. Infine, è autorizzato a coprire, nel 2019, i posti vacanti nei profili professionali delle Aree II e III assumendo, nel limite del 50 per cento delle proprie facoltà assunzionali, i candidati idonei presenti nelle graduatorie approvate a decorrere dal 1o gennaio 2010 a seguito di procedure selettive interne per il passaggio, rispettivamente, alla II e alla III Area. Le assunzioni avvengono in ordine di graduatoria e nel limite dei posti previsti in ciascun bando (commi 338, 339 e 342).
  Si consente la proroga fino al 31 dicembre 2019 dei contratti a tempo determinato stipulati dagli istituti e luoghi della cultura statali, ai sensi dell'articolo 8 del decreto-legge n. 83 del 2014 (comma 343).
  L'organico dell'Accademia della Crusca viene aumentato di 3 unità di personale non dirigenziale, da assumere mediante apposita procedura concorsuale per titoli ed esami. La gestione amministrativa dell'Accademia è affidata a un Segretario amministrativo (commi da 369 a 371).
  Si autorizza l'Accademia Nazionale dei Lincei ad effettuare assunzioni di personale a tempo indeterminato nel triennio 2019-2021. Inoltre, si proroga per il 2019 il contributo in favore della Fondazione «I Lincei per la scuola» presso l'Accademia Nazionale dei Lincei (commi 405 e 406).
  Si prorogano al 31 dicembre 2020 le funzioni del commissario straordinario per il risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche. Inoltre, si prevede la possibilità di conferire un massimo di tre incarichi di collaborazione della durata massima di 12 mesi a supporto delle attività del commissario (commi 602 e 603).
  Si dispone un limite massimo di spesa di 240 milioni per l'assegnazione della Card cultura a tutti i residenti nel territorio nazionale che compiono 18 anni di età nel 2019 (comma 604).
  Si destinano 43 milioni al finanziamento di iniziative nel settore dei beni e delle attività culturali. In particolare, per il 2019: il Fondo unico per lo spettacolo (FUS) è incrementato di 8 milioni; per il sostegno di festival, cori e bande, è autorizzata la spesa di 1 milione; per le fondazioni lirico-sinfoniche è autorizzata la spesa di 12,5 milioni; per iniziative culturali in zone terremotate è autorizzata la spesa complessiva di 3 milioni; per la realizzazione di iniziative culturali a Matera, Capitale europea della cultura 2019, è autorizzata la spesa di 2 milioni; per la valorizzazione del patrimonio culturale della città di Parma, designata capitale italiana della Cultura 2020 è autorizzata la spesa di 3 milioni per il 2019; il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo è incrementato di 4 milioni; per la riqualificazione delle periferie urbane, anche attraverso progetti di arte contemporanea, è autorizzata la spesa di 2 milioni; per la promozione delle arti applicate (moda, design e grafica) è autorizzata la spesa di 3,5 milioni; per la digitalizzazione del patrimonio culturale è autorizzata la spesa di 4 milioni (commi da 605 a 616). Pag. 70
  Il contributo in favore della Biblioteca italiana per ciechi «Regina Margherita» di Monza è incrementato di 1 milione per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 (comma 452).
  Si incrementa di 3,75 milioni a decorrere dal 2019 l'autorizzazione di spesa per le istituzioni culturali ammesse al contributo ordinario annuale da parte dello Stato (comma 340).
  Si autorizza l'impegno nel 2019 delle somme (relative al 2017 e al 2018) non impegnate entro il 2018, stanziate dalla legge n. 226 del 2017 per progetti di promozione, ricerca, tutela e diffusione della conoscenza della vita, dell'opera e dei luoghi legati alla figura di Ovidio, pari a 700.000 euro, e si proroga al 31 dicembre 2019 il termine di operatività del Comitato promotore delle celebrazioni ovidiane (commi da 815 a 817).
  Si autorizza la spesa di 1 milione per il 2019 per sostenere gli investimenti volti alla riqualificazione e alla valorizzazione dei siti italiani tutelati dall'UNESCO, nonché del patrimonio culturale immateriale (comma 618).
  Si destinano 3 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020 e 1 milione annuo a decorrere dal 2021, a valere sulle risorse del Piano per l'arte contemporanea, alla promozione dell'arte contemporanea italiana all'estero (comma 620).
  Si introducono disposizioni in materia di prevenzione degli incendi negli istituti e luoghi della cultura, nelle sedi del Ministero per i beni e le attività culturali, nonché nelle sedi degli altri Ministeri che siano sottoposte alle disposizioni di tutela (cosiddetto vincolo) di cui al Codice dei beni culturali e del paesaggio (commi da 566 a 568).
  Si riduce di 2.350.000, dal 2019, lo stanziamento per spese di funzionamento degli istituti del Ministero per i beni le attività culturali dotati di autonomia speciale. Al contempo, si stabilisce l'esonero di tali istituti dall'applicazione delle norme di contenimento delle spese, al fine di consentire agli stessi di porre in essere processi che permettano una più efficace realizzazione degli obiettivi istituzionali – consistenti nella tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale – volta a garantire un incremento delle entrate proprie (comma 804).
  Viene modificata la disciplina dettata dalla legge di bilancio 2017 per contrastare la vendita di titoli di accesso ad attività di spettacolo effettuata da soggetti diversi dai titolari dei sistemi di emissione dei biglietti (fenomeno cosiddetto del secondary ticketing). In particolare, è previsto che, dal 1o luglio 2019, i titoli di accesso ad attività di spettacolo in impianti con capienza superiore a 5.000 spettatori siano nominali. Continua a non essere oggetto di sanzione la vendita effettuata da una persona fisica in modo occasionale, purché senza finalità commerciali, ma si introduce ora l'ulteriore condizione che tale vendita deve essere effettuata ad un prezzo uguale o inferiore a quello nominale. La nuova disciplina non si applica agli spettacoli di attività lirica, sinfonica, cameristica, nonché di balletto, prosa, jazz, danza e circo contemporaneo, né alle manifestazioni sportive, per le quali resta ferma la specifica disciplina di settore (commi 1099 e 1100).
  Si proroga dal 1o gennaio al 1o luglio 2019 il termine dal quale decorre l'avvio del graduale innalzamento degli obblighi di programmazione in opere europee e di investimento in opere europee prodotte da produttori indipendenti da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi e della concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale; nonché l'avvio del graduale innalzamento degli obblighi di programmazione e di investimento in opere di espressione originale italiana, ovunque prodotte, nell'ambito delle previste quote di programmazione e investimento in opere europee; nonché l'introduzione degli obblighi di investimento e di programmazione in opere europee anche per i fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta (comma 1142).
  In materia di sport, relativamente al finanziamento dell'attività sportiva nazionale e all'assetto del CONI, il provvedimento muta la denominazione della società Pag. 71«CONI Servizi spa» in «Sport e Salute spa» e, nell'ambito del nuovo sistema di finanziamento delineato, attribuisce alla stessa il compito, finora assicurato dal CONI, di provvedere al sostegno degli organismi sportivi; si specifica che ciò avviene anche sulla base degli indirizzi generali adottati dallo stesso CONI. Inoltre, viene ridisciplinata la governance della citata società, in particolare attribuendo a vari esponenti del Governo, previo parere delle Commissioni parlamentari, il compito di nominare il presidente e gli altri membri del consiglio di amministrazione (commi da 629 a 633).
  In materia di diritti audiovisivi, il provvedimento innova la disciplina per la ripartizione delle risorse derivanti dalla commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi al campionato italiano di calcio di serie A. In particolare, a partire dalla stagione sportiva 2021/2022, si riduce la quota relativa ai risultati sportivi conseguiti e si aumenta quella calcolata sulla base del radicamento sociale. Ai fini della ripartizione di quest'ultima tra le società, si aggiunge il criterio dei minuti giocati da giovani calciatori. Inoltre, si prevede che l'accesso alla ripartizione delle risorse relative ai campionati di Serie A e B e ad altre competizioni organizzate, rispettivamente, dalla Lega di serie A e dalla Lega di serie B, sia limitato alle società che per l'anno precedente abbiano sottoposto i propri bilanci a revisione legale svolta da una società di revisione iscritta nel registro dei revisori contabili e soggetta alla vigilanza della CONSOB (commi 641-644).
  Inoltre, si incrementa di 300.000 euro, per ciascuno degli anni del triennio 2019-2021, il contributo per l'attuazione del programma internazionale di allenamento sportivo «Special Olympics Italia», destinato all'integrazione delle persone con disabilità intellettiva (comma 652).
  In materia di informazione ed editoria, il provvedimento conferma, a regime, l'importo di 90 euro per il canone RAI per uso privato, già fissato per il 2017 e il 2018. Inoltre, stabilizza la previsione – già vigente per il 2017 e il 2018 – secondo cui la metà delle eventuali maggiori entrate versate a titolo di canone RAI (cosiddetto extra gettito) è riversata all'Erario e destinata a specifiche finalizzazioni, tra cui, per quanto di interesse di questa Commissione, l'incremento del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, destinato al sostegno dell'editoria e dell'emittenza radiofonica e televisiva locale, fino ad un importo massimo di 125 milioni in ragione d'anno (commi da 89 a 90).
  Si riconosce alla RAI-Radiotelevisione italiana S.p.a. un contributo di 40 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020, per l'adempimento degli obblighi del contratto di servizio, ivi inclusi quelli per lo sviluppo della programmazione digitale (comma 101).
  Si proroga di ulteriori sei mesi, fino al 30 giugno 2019, la Convenzione stipulata fra il Ministero dello sviluppo economico e il Centro di produzione S.p.A. titolare dell'emittente Radio Radicale, per la trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari. A tal fine, si autorizza la spesa di 5 milioni per il 2019 (comma 88).
  Si prevede la soppressione, a far data dall'esercizio 2020, delle riduzioni tariffarie per spese telefoniche da parte delle imprese editoriali e radiotelevisive (commi 772-775). Si dispone inoltre l'abolizione, o la progressiva riduzione fino all'abolizione, dei contributi diretti a favore di determinate categorie di imprese radiofoniche e di imprese editrici di quotidiani e periodici. Inoltre, si prevede il sostegno, a valere sul Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, di progetti finalizzati, tra l'altro, a diffondere la cultura della libera informazione plurale, dell'innovazione digitale e sociale, e a sostenere il settore della distribuzione editoriale (comma 810). Nella seconda sezione, si prevede un definanziamento di circa 2,5 milioni di euro per il 2019, 3,1 milioni di euro nel 2020, e 2,8 milioni di euro nel 2021, a valere sulle somme da corrispondere a Poste italiane in conseguenza delle agevolazioni tariffarie per i prodotti editoriali.
  È anche previsto un credito d'imposta per agli anni 2019 e 2020 per le attività Pag. 72commerciali che esercitano esclusivamente la vendita al dettaglio di giornali, riviste e periodici (comma 806).

  Valentina APREA (FI) rileva preliminarmente che nella sua lunga esperienza politica parlamentare, che dura ormai dal 1994, con qualche interruzione, non è mai accaduto – salvo una sola altra volta – che il Parlamento fosse costretto a riunirsi tra Natale e capodanno per approvare la legge di bilancio ed evitare al Paese l'esercizio provvisorio.
  Ciò premesso, osserva che il lavoro svolto dalla Camera dei deputati in prima lettura è stato inutile, dal momento che quasi ogni intervento di qualche rilievo nei settori di competenza della Commissione – con l'eccezione parziale della scuola – è stato o eliminato o rinviato, con decorrenza dal 2020 o successiva, laddove le riduzioni dei finanziamenti, dove ci sono, si applicano fin dal 2019. L'esame del Senato è servito in effetti al Governo per riscrivere la manovra quasi integralmente, all'esito del braccio di ferro con l'Unione europea. La riscrittura ha fatto salve – e neppure completamente – soltanto le due misure di maggiore evidenza mediatica, ossia il reddito di cittadinanza e la riforma pensionistica, mentre tutto il resto è stato sacrificato per assicurare i nuovi limiti di spesa. Il risultato è una manovra «raschia-tutto», che taglia risorse in ogni settore, perfino a danno delle associazioni del volontariato e dei pensionati, e che, per aiutare alcune categorie oggettivamente svantaggiate, finirà con l'impoverirne altre.
  Soffermandosi sugli ambiti di competenza della Commissione, e innanzitutto sulla scuola, esprime l'avviso che difficilmente gli interventi contenuti in questa materia nel provvedimento potranno servire a un progresso, e che segneranno piuttosto un arretramento. Pensa ad esempio alle misure a danno delle scuole paritarie; pensa inoltre alla digitalizzazione, per la quale servono ben altri interventi e risorse rispetto a quelli che mette in campo il Governo. La digitalizzazione è un cambiamento epocale di mentalità e comportamenti, che la scuola deve rendere accessibile a tutti, e che può essere conseguito solo coinvolgendo attivamente tutti i docenti – e non un numero limitato di insegnanti distaccati – e dando alle scuola fondi per acquistare strumenti e apparecchiature.
  Quanto all'università, osserva che rinviare le assunzioni alla fine del 2019 significa di fatto lasciare l'università nella situazione attuale per un altro anno, fino alla prossima manovra di bilancio, il che è un gravissimo errore strategico, dato che l'università è lo strumento primario della crescita intellettuale della popolazione e che la qualificazione professionale è l'unico rimedio davvero sostenibile e credibile alla disoccupazione.
  Ritiene che la manovra approvata dal Senato contenga tanto statalismo e tanti «pannicelli caldi» che non servono a guarire il Paese dai suoi mali. Dichiara quindi che il giudizio del suo gruppo è contrario, e ancor più contrario sul nuovo testo giunto dal Senato di quanto fosse sul testo sottoposto alla Camera dei deputati in prima lettura. Si tratta di un provvedimento che, a suo parere, restituisce l'immagine di un Paese fermo, che guarda al passato e non sa progredire.

  Gabriele TOCCAFONDI (Misto-CP-A-PS-A), premesso che da una legge di bilancio si comprende meglio che da ogni altro provvedimento quale sia la direzione di movimento e quale la capacità di un Governo, osserva che la prima legge di bilancio della XVIII legislatura rivela che nel Governo Conte regna grande confusione e mancanza di idee chiare e mature.
  Non intende spendere troppe parole per ricordare che il Movimento 5 Stelle usava toni e parole durissimi contro la maggioranza e i Governi della passata legislatura, quando nel settore di istruzione, università e ricerca venivano stanziati fondi più consistenti e soprattutto venivano operate scelte chiare e coraggiose, nel quadro di una visione d'insieme netta, che poteva essere contestata, ma che almeno esisteva ed era delineata. Il nuovo Governo non solo taglia le risorse, ma non Pag. 73opera scelte, non traccia politiche. Si limita a distruggere parzialmente, con isolati colpi di piccone, le riforme coraggiosamente realizzate nella passata legislatura. Dopo aver evidenziato che la riforma della cosiddetta «buona scuola» è stata tanto disprezzata dal Movimento 5 Stelle, ma che lo stesso, ora che ne ha la possibilità, non la smantella affatto, osserva che si interviene in modo distruttivo su singoli istituti, senza un'idea d'insieme. Si riferisce ad esempio all'alternanza scuola-lavoro: che non viene abolita del tutto, come sarebbe stato sensato fare se si è contrari, ma viene depotenziata, attraverso la riduzione delle ore e delle risorse finanziarie, al punto da renderla un'inutile e costosa attività secondaria. È, questa, una non scelta; ossia una misura operata al di fuori di un disegno organico. Un'altra non scelta è l'abolizione, o per meglio dire lo snaturamento, del percorso di formazione degli insegnanti, il cosiddetto FIT, cui viene sostituito un anno di prova. È sufficiente un anno di prova per selezionare i docenti delle scuole ?
  Quanto al percorso di formazione da zero a sei anni, sottolinea che, mentre il vecchio Governo aveva previsto fondi appositi, il nuovo non ha previsto nulla: si deve ad un emendamento del Partito democratico, approvato al Senato, lo stanziamento di risorse per un anno, ma per gli anni successivi non c’è niente.
  Considerazioni analoghe possono svolgersi per gli ITS. Rispondendo ad una sua interrogazione parlamentare, il Governo aveva annunciato interventi migliorativi e condivisibili, ma di quegli annunci non c’è ora traccia nel provvedimento trasmesso dal Senato. Ribadisce quanto già detto in altra occasione su questo tema, ossia che non ha senso erogare risorse per gli ITS a vantaggio solo di chi ha già corsi e corsisti. Servono misure per aiutare il sistema ITS a crescere e diffondersi.
  Si sofferma poi sull'aumento dell'IRES, che colpirà anche le scuole paritarie, le associazioni eroganti borse di studio e le associazioni senza scopo di lucro che abbiano beni immobili, le quali dal 1973 pagavano l'imposta in misura ridotta come forma di contributo statale al loro svolgere attività di pubblico interesse, tra cui servizi caritatevoli come le mense e i ricoveri per i poveri. L'abolizione dell'agevolazione determina peraltro un maggior gettito di importo irrilevante a fronte del danno che infligge agli enti colpiti.
  Venendo allo sport, ricorda di aver più volte chiesto inutilmente in sede di ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi l'audizione del sottosegretario Giorgetti, delegato nella materia, per un confronto sulla riforma che viene attuata in questo campo, con la quale viene ripensata la governance e vengono rivisti i criteri di distribuzione delle risorse: scelte forti, questa volta, sulle quali non c’è stato nessun confronto parlamentare approfondito e degno di questo nome nelle Commissioni competenti.
  Quanto infine all'editoria, si limita a dire che si adottano misure che distruggeranno la piccola e media editoria, mentre si aumentano le risorse per la RAI.

  Luigi CASCIELLO (FI) preannuncia che il suo intervento sarà concentrato sulle misure che la legge di bilancio contiene in materia di editoria. Il relatore ha affermato che viene aumentato il Fondo per il pluralismo, il che però è falso. Come è falso e menzognero quanto ripetutamente affermato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, ossia che con le risorse pubbliche si finanziano i grandi giornali di partito. È vero invece che questi non ricevono più finanziamenti pubblici già da anni e che ad essere finanziati sono i piccoli giornali editi da cooperative di giornalisti giovani e indipendenti e dalle ONLUS. Il taglio dei finanziamenti in loro favore li costringerà a chiudere, impoverendo le voci libere del dibattito pubblico, e produrrà lo stesso effetto su tante piccole tipografie, mettendo in difficoltà centinaia di famiglie. E questo ad opera di un Governo che, a parole, dice di voler combattere la disoccupazione. Quello che si sta facendo nel campo dell'editoria è in realtà solo una delle tante prove del fatto che il Governo in carica non è all'altezza del compito di amministrare e guidare il Paese. Pag. 74
  Conclude affermando che si tratta di una vergogna di cui i deputati della maggioranza saranno chiamati a rispondere sui territori e che non è accettabile in un sistema democratico usare il potere per ridurre al silenzio quelli che si ritiene avversari politici.

  Marco MARIN (FI), premesso che la manovra discussa in prima lettura è stata completamente cambiata dal Senato, atteso che sono stati modificati sensibilmente gli obiettivi di finanza pubblica, che della manovra sono la spina dorsale, osserva che il modo con cui il Governo ha proceduto dimostra arroganza e disprezzo del Parlamento, a dispetto del ruolo costituzionale fondamentale che spetta a quest'organo e che a parole ha rivendicato di recente anche il Presidente della Camera.
  Molte delle ragioni per giudicare la manovra negativamente sono state già dette, ma ce ne sono delle altre. Si limita a osservare che il provvedimento dà ai comuni la facoltà di elevare tributi locali: è una possibilità, ma nessuno dubita che sarà esercitata. Vengono alzate le tasse a carico delle imprese finanziarie e non finanziarie, che si rifaranno sui cittadini. Si prevede un'ecotassa sulle vetture, che colpisce una manifattura essenziale del Paese. Di fatto, si stanno alzando le tasse per cittadini e imprese. Ma non è questo che era stato promesso. Sottolinea in particolare l'aumento dell'IRES, che colpisce indiscriminatamente le associazioni, compreso il mondo del volontariato, che andava piuttosto – a suo parere – protetto e sostenuto per l'aiuto che offre ai disoccupati e alle persone senza reddito.
  Quella in esame è in sostanza, a suo giudizio, una manovra statalista e dirigista, che ha il solo scopo di permettere ai due partiti di maggioranza, e ai suoi capi, di dire che non stanno rinnegando le promesse fatte in campagna elettorale per il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni: misure che, peraltro, non sono ancora state delineate in concreto e non si sa come prenderanno corpo e quando.
  Quanto al mondo dello sport, per il quale nutre una speciale attenzione, osserva che il fine delle riforme introdotte dal Governo nella manovra pare essere quello di controllare e rendere dipendenti le federazioni sportive: come per il volontariato, anche per lo sport, si tratta di attività che i cittadini svolgono nel loro tempo libero. Pare che li si voglia controllare e rendere dipendenti nelle scelte più libere. Un analogo tentativo di distruggere l'autonomia e di creare dipendenza è quello perpetrato nel settore dell'editoria e dell'informazione, su cui ha già detto il deputato Casciello.
  Conclude condividendo il giudizio della deputata Aprea: si tratta di una manovra che genera regresso, non progresso.

  Federico MOLLICONE (FdI), dopo aver ricordato come il suo gruppo, pur giudicando negativamente diverse misure della manovra, aveva però espresso un giudizio favorevole sulla resistenza che il Governo pareva aver intrapreso, in difesa dell'interesse nazionale, contro gli imperativi dell'Unione europea in materia di politiche di bilancio, constata che anche questo motivo di apprezzamento è adesso venuto meno: con grandissima delusione ha dovuto prendere atto che il Governo, che era andato per farsi sentire, è tornato a testa bassa, con i compiti da fare assegnati dalla Commissione europea e dal Presidente della Repubblica, e, dopo essersi vantato di essere il primo Governo sovranista, ha accettato di farsi dettare la linea da altri Paesi e poteri, riducendo l'obiettivo di debito dal 2,40, che era già basso, al 2,04, con una piccola inversione di numeri che suona come un insulto agli italiani.
  A parte questo, rileva che quanto c'era di buono nella prima versione del disegno di legge, e che veniva dalla parte del contratto di Governo riconducibile all'elettorato di centro-destra, è ora scomparso. In materia di scuola, il suo gruppo è favorevole alla digitalizzazione, ma deve prendere atto che il progetto è fermo. Gli risulta anzi che ci sia un accordo tra il Ministero dell'istruzione e gli editori: in sostanza, per consentire agli editori di Pag. 75continuare a vendere costosi libri cartacei, si considera come digitalizzazione anche, e in larga misura, la vendita di supporti informatici on-line o su disco a corredo del tradizionale libro di carta. Preannuncia che il suo gruppo sta presentando una proposta di legge per promuovere l'effettiva digitalizzazione nella scuola, della quale chiederà a suo tempo l'iscrizione all'ordine del giorno della Commissione.
  Rimarca poi che il suo gruppo ha chiesto, con appositi emendamenti, senza effetto, il raddoppio delle assunzioni del personale docente in campo musicale.
  Rileva che il percorso di formazione dei docenti denominato FIT, l'unica cosa buona della riforma scolastica del Partito democratico, che era stata concordata coi sindacati, è stata abolita. Mentre si abolisce la formazione del docente, si sentono voci a favore della regionalizzazione della scuola: indirizzo cui, se dovesse prendere corpo, la sua parte politica si opporrà con tutte le forze, nella convinzione che la scuola sia un patrimonio nazionale e un fattore importante di coesione.
  Quanto all'alternanza scuola-lavoro, osserva che, a seguito delle modifiche introdotte con la legge di bilancio e alla riduzione di ore e risorse, l'istituto non servirà a niente. Se prima provocava lo sfruttamento degli studenti da parte di aziende e attività economiche, ora sarà uno spreco di risorse pubbliche senza nessuno significato in termini di orientamento degli alunni e loro inserimento nel mondo del lavoro.
  Quanto all'edilizia scolastica, che dovrebbe essere un obiettivo prioritario, perché l'istruzione si realizza nelle scuole, rileva che le vengono destinati solo degli spiccioli.
  Nel campo della ricerca, constata che vengono abolite le cosiddette cattedre Natta, che erano state pensate per premiare la meritocrazia e che potevano essere utilizzate meglio, anziché soppresse.
  Si intrattiene poi sulle fondazioni lirico-sinfoniche, sottolineando che, nonostante la legge Bray e i finanziamenti pubblici, esse ancora versano quasi tutte in gravi condizioni di dissesto finanziario, avendo molti milioni di debiti, compresi debiti per mancato versamento dei contributi per i lavoratori. Il commissario Sole, che prima denunciava la situazione, è stato prorogato e nel frattempo ha smesso di sollevare il problema. A suo avviso, è indispensabile costituire un organismo terzo, indipendente anche dal Governo, per il monitoraggio dei bilanci delle fondazioni, che altrimenti non arriveranno mai al risanamento.
  Esprime poi soddisfazione per l'aumento del FUS, rilevando tuttavia che si tratta di pochi soldi. Annuncia che il suo gruppo sta preparando una proposta di riforma dell'istituto e che, nella convinzione che serva non solo una riforma, ma una di iniziativa parlamentare, ha chiesto e ottenuto garanzie di attenzione e aperture da parte del ministro Bonisoli.
  Quanto infine allo sport, premesso che non è rispettoso del Parlamento fare una riforma del settore di portata storica scavalcando le Commissioni competenti e usando come strumento la legge di bilancio, il cui tempo di esame è di fatto contingentato, esprime il dubbio che l'unico vero obiettivo dell'operazione fosse quello di togliere il potere a Malagò: per il che non occorreva però una riforma così incisiva e squilibrante, potendosi usare altri mezzi, a cominciare da quelli di persuasione. Il dubbio nasce dal fatto che la gestione economica viene di fatto indirettamente ridata al CONI, attraverso il rappresentante appositamente designato.
  In materia di editoria, il giudizio del suo gruppo sulle misure contenute nella manovra è assolutamente negativo. Sottolinea come sia importante per la vitalità del dibattito pubblico che esistano molti giornali e ricorda che proprio l'esistenza di giornali dissenzienti rispetto al coro dominante dei grandi giornali ha permesso al Movimento 5 Stelle e alla Lega di vincere le elezioni. Ridurre drasticamente le agevolazioni per la piccola editoria è gravissimo, come lo è abolire il divieto di mandato imperativo sancito dalla Costituzione. Si tratta di forme di repressione del dissenso, dietro le quali si nasconde la volontà di distruggere il pluralismo democratico, Pag. 76per dare più forza a un certo canale di informazione, quello digitale, che non è affatto libero, ma anch'esso condizionato e orientato da gruppi di potere. Nella stessa direzione si muove l'introduzione della cosiddetta web tax, che, per come è stata delineata nel provvedimento, si applica solo al di sopra e al di sotto di certe soglie, e quindi non si applica per esempio alla Casaleggio Associati né ai giganti del web come Facebook. Per di più, la norma è scritta male: non viene specificato che la tassazione si applica solo ai profitti generati dai servizi web, col rischio che imprese che gestiscono anche altri servizi si trovino assoggettate all'imposta anche per quel che non riguarda i servizi su web.
  Dichiara che il suo gruppo ha presentato una serie di emendamenti nella Commissione Bilancio, che certamente non saranno discussi, ma che sono importanti. Si sofferma in particolare su quelli in materia di contrasto della ludopatia e su quelli per attirare in Italia i pensionati emigrati all'estero. Su questo punto è prevista nel provvedimento in esame una misura che è stata copiata da proposte del suo gruppo, ma è stata copiata in modo imperfetto e andrebbe quindi migliorata.
  Conclude affermando che la sbandierata «manovra del popolo» di fatto sta soltanto alzando le tasse per tutti, ma lo fa dietro il camuffamento di misure di facciata. È solo uno spot elettorale in vista delle elezioni europee.

  Alessandro FUSACCHIA (Misto-+E-CD) osserva che, considerata nel complesso, la manovra si distingue per fare poco in favore dei giovani. La parte più sostanziosa degli interventi, i 14 miliardi per il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni, è destinata alla parte più improduttiva della società. Si rischia in questo modo di deprimere ancora di più le forze attive e produttive del Paese, le fasce di popolazione che rappresentano il futuro attivo della società e la sua speranza. Detto altrimenti, ci sono nella manovra misure per stimolare il lato dell'offerta di attività imprenditoriale, ma, per così dire, non ce ne sono per stimolare la domanda: non c’è niente per promuovere lo sviluppo nei giovani della mentalità imprenditoriale, per spiegare loro come creare imprese. L'unico strumento che c'era per questa funzione, l'alternanza scuola-lavoro, è stato smantellato. Per inciso, ritiene incomprensibile perché la maggioranza non abbia accettato, come da lui proposto, di cambiargli il nome in un altro modo rispetto a quello proposto dal disegno di legge, e di chiamarlo «alternanza scuola-cittadinanza». L'idea sottostante era quella di stimolare il contatto degli studenti col mondo imprenditoriale e del lavoro per far nascere la mentalità imprenditoriale, più che la propensione al lavoro dipendente: mentalità che non necessariamente serve a creare imprese con fini di lucro, ma anche realtà di volontariato senza fini di lucro, utili alla società.
  Su scuola e università, esprime un giudizio negativo. Non si comprende, tra l'altro, perché si sia rinunciato al progetto di sostenere l'accordo tra la Normale di Pisa e la Federico II di Napoli. Ritiene che il provvedimento contenga molte spese che interessano solo realtà locali o gruppi molto ristretti. Questo è sempre accaduto, in ogni manovra finanziaria. La novità è che questa volta sono misure davvero micro-settoriali, e che per di più vengono sbandierate come grandi risultati. Un esempio è il tecnopolo di Taranto, che rischia di essere una scatola vuota, considerato che i fondi sono pochi, che basteranno appena a creare la struttura e che per rendere efficace un ente di ricerca servono anni. Tanto valeva, se si intendeva potenziare quei settori di ricerca e sviluppo, che certamente sono importanti, concentrare i fondi su altri enti già esistenti.
  Da ultimo, rileva che l'articolo 1, comma 1118, con una disposizione introdotta dal Senato, detta norme per garantire il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica. In particolare, si dispone l'accantonamento di una serie di voci di spesa indicate in apposito allegato per un ammontare complessivo di 2 miliardi di euro nel 2019 e si definisce una Pag. 77specifica procedura di monitoraggio dell'andamento dei conti pubblici. Guardando l'allegato si scopre che anche i Ministeri di riferimento della VII Commissione sono toccati dagli accantonamenti e che il Ministero dell'istruzione è toccato per 100.214.000 euro nel 2019, a valere su diritto allo studio e ricerca. Ciò considerato, ritiene abbia poco senso prevedere singole misure di finanziamento nei settori dell'istruzione e della ricerca, se poi si taglia per oltre 100 milioni. A titolo di esempio, a fronte di 30 milioni di maggior finanziamento del CNR per il 2019, con questo comma 1118, se ne tolgono 30 alla ricerca.

  Anna ASCANI (PD) esprime un giudizio fortemente negativo sulla manovra, sottolineando che le Commissioni e l'Assemblea sono costrette per la prima volta a riunirsi tra Natale e capodanno perché alla fine di ottobre, termine per la presentazione del disegno di legge di bilancio alle Camere, la manovra esisteva solo come «messinscena» ed il suo vero contenuto è stato reso noto al Parlamento solo il 22 dicembre. Come era stato anticipato dalla sua parte politica e da tutti gli osservatori avveduti, il Governo è stato costretto a fare marcia indietro rispetto alle promesse irresponsabili e insostenibili fatte in campagna elettorale. Il risultato è stato lo spreco di miliardi di euro degli italiani e l'adozione di meccanismi di salvaguardia insostenibili, a cominciare dall'aumento dell'IVA al 26,5 per cento. Tra l'altro, poiché non è credibile che la maggioranza voglia questo aumento, se ne deve dedurre che si vuole solo finanziare le due principali misure bandiera del reddito di cittadinanza e della riforma delle pensioni per arrivare alla campagna elettorale, e poi si vedrà. Ma il rischio, così, è di far schiantare il Paese. Per effetto degli errori iniziali, il Governo si è trovato costretto in fretta e furia a tagliare, cercando di salvare le suddette misure bandiera. Ma ha tagliato dappertutto. Solo per quanto riguarda la scuola, sono 252 milioni in meno per il 2019, laddove il Partito democratico ha portato al Ministero dell'istruzione in cinque anni di legislatura ben 4 miliardi in più.
  Rileva poi che viene previsto il blocco delle assunzioni, che non riguarda, sì, i ricercatori di tipo B, ma tocca però le università, che sono interessate anche da una riduzione di finanziamenti per 34 milioni. Perché non è stato trovato anche per l'università l'accordo per consentire assunzioni come avvenuto per altri settori ?
  Quanto alle cattedre Natta, vengono abolite, ma poi i 70 milioni di risparmio non vengono utilizzati se non parzialmente per la ricerca: al conto mancano circa 50 milioni. Questo si aggiunge a quanto già rilevato dal deputato Fusacchia: a fronte di 90 milioni di finanziamenti aggiuntivi per il CNR, 30 ogni anno per tre anni, si accantonano 100 milioni del bilancio del Ministero dell'istruzione, di cui 30 per il settore della ricerca. Perché non si prendono le risorse occorrenti dal fondo costituito per non meglio specificate assunzioni della Presidenza del Consiglio dei ministri ? Questo provvedimento contiene tanti favori ad amici.
  Lo stesso discorso può farsi per l'alternanza scuola-lavoro e per il FIT, che vengono riformati, con risparmio di risorse, ma senza che tali risorse siano poi reinvestite nel settore dell'istruzione. Che ne è poi delle assunzioni promesse dal ministro Bonisoli per il suo Ministero nel 2019 ? Anche qui, si è trattato di promesse false, non mantenute. Teme poi che i tagli su scuola e ricerca si rinnoveranno anche per i prossimi anni, quando si tratterà di neutralizzare le clausole di salvaguardia per non far scattare l'aumento dell'IVA.
  Quanto all'editoria, rileva che, anziché ridurre i finanziamenti progressivamente, come promesso – scelta che comunque trovava il suo gruppo contrario – si è scelto di tagliare drasticamente. È una scelta scellerata. Sono finanziamenti che non vanno ai giornali grandi, ma ai piccoli: servono a creare pluralismo e a formare e far crescere i giovani giornalisti, quelli che iniziano la professione.
  Ancora, vengono sottratti fondi al Maxxi, senza che se ne dica la ragione: il Pag. 78risparmio è irrisorio, ma il mancato finanziamento colpisce il Museo. È solo per colpire un ente sgradito ?
  A ben considerare il disegno di legge nel suo complesso, non se ne può ricavare che una conclusione: a questo Governo la cultura fa paura. Si vuole abbattere le istituzioni della cultura, perché creano indipendenza e spirito critico. Il messaggio è chiaro. Ma tra quanto promesso in campagna elettorale e quanto attuato con la prima manovra c’è un abisso ipocrita, che trova in certe parole del presidente della Commissione il suo simbolo evidente: lo stesso deputato Gallo che nella scorsa legislatura affermava che il bonus cultura era una mancia elettorale e che almeno si doveva legarlo all'ISEE, adesso difende il bonus cultura e non fa nessun riferimento all'ISEE.

  Marco BELLA (M5S), premesso che il dibattito è stato ampio e che non è possibile rispondere su tutte le questioni sollevate dalle opposizioni, annuncia che si limiterà a fornire qualche chiarimento basato su dati numerici con riferimento al settore che conosce meglio, quello dell'università.
  Dopo aver ricordato che lo strumento di finanziamento pubblico principale è il fondo FFO, descrive l'andamento dell'ammontare del fondo negli ultimi, secondo come stanziato nelle leggi di bilancio, rinviando alle schede del Servizio studi della Camera, reperibili sul sito web della Camera. Alla luce di tale dato, risulta incontrovertibilmente che la manovra di bilancio in esame segna un aumento del fondo rispetto a quella precedente. A finanziare l'incremento del fondo è servita in parte l'abolizione delle cattedre Natta, che non hanno funzionato perché è rimasto poco trasparente il meccanismo di attribuzione. Il risparmio derivante dall'abolizione delle cattedre Natta è servito anche per finanziare l'assunzione di ricercatori di tipo B.
  Quanto al fondo FOE, i dati desumibili dalle tabelle di raffronto del Servizio studi dicono che, anche in questo caso, c’è un incremento rispetto all'ultima legge di bilancio. Lo stesso può dirsi per il fondo per il finanziamento delle borse di studio, che è costantemente cresciuto e che anche con la manovra in esame non viene diminuito, ma anzi aumentato di 10 milioni.
  Nel complesso, considerando gli incrementi di FFO, FOE e fondo per le borse di studio, si tratta di 98 milioni di aumento. Perciò, anche se i 100 milioni di accantonamento sul Ministero dell'istruzione dovessero essere confermati ai sensi del comma 1118, non si avrà alcuna riduzione complessiva degli importi del Ministero rispetto alla passata legge di bilancio.
  Sul capitolo assunzioni, osserva che sono previste assunzioni nella scuola per il tempo pieno al Sud e negli enti di ricerca. C’è il blocco delle assunzioni nelle università, è vero; ma considerato che sono previste le assunzioni dei ricercatori di tipo B, si tratta di un blocco che riguarda solo una piccola sottoclasse di docenti.
  Nel complesso, le misure di taglio appaiono ridotte, e non si capisce in che modo si possa arrivare ai 252 milioni che secondo la deputata Ascani sarebbero sottratti al Ministero dell'istruzione.

  Luca Rodolfo PAOLINI (Lega), replicando al deputato Mollicone, secondo cui la norma sulla web tax sarebbe scritta male, osserva che la disposizione appare chiarissima nella formulazione, specificando bene quali soggetti e quali redditi sono oggetto di tassazione.

  Rossano SASSO (Lega) ritiene che la gran parte delle cose dette dai gruppi di opposizione non abbia nessuna aderenza alla realtà. Con riguardo al rapporto con la Commissione europea, ricorda che questa chiedeva all'Italia di mantenere l'obiettivo di debito all'1,6 per cento: rispetto al 2,4 per cento iniziale, l'attuale 2,04 rappresenta una via di mezzo che fa onore all'Italia e al Governo, che non ha affatto ceduto rispetto alle posizioni iniziali di difesa della sovranità nazionale.
  È stato poi detto che la manovra alza le tasse, quando è vero invece che cerca di aiutare i contribuenti tartassati, a cominciare Pag. 79dalle partite IVA, che tanto hanno sofferto per effetto dei trattamenti iniqui del passato.
  È stato detto che la manovra conterrebbe misure per accontentare pochi amici del Governo: e questo da chi nella passata legislatura ha fatto leggi e preso provvedimenti per proteggere le banche che hanno messo in difficoltà i risparmiatori, anziché per proteggere i truffati.
  Quanto ai precari della scuola, osserva che non si può riassorbire in breve tanto personale ridotto a condizioni di precariato da anni e anni di politiche dissennate, ma che questo è comunque l'obiettivo cui la maggioranza tenderà, per ridare serenità a tutti.
  Conclude dichiarando che con la manovra in esame l'Italia ha rialzato finalmente la testa, riprendendo la sua sovranità nazionale, contro gli imperativi dell'Unione europea. Rivolto alle opposizioni, dice che sbagliavano e sbagliano tuttora, come hanno dimostrato le elezioni politiche e continuano a dimostrare i sondaggi.

  Alessandro MELICCHIO (M5S), relatore, formula una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 1).

  Luigi GALLO, presidente, avverte che il gruppo del Partito democratico ha presentato una proposta di relazione di minoranza (vedi allegato 2).

  La Commissione approva la proposta di relazione del relatore sul disegno di legge di bilancio, per le parti di competenza. Delibera altresì di nominare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del regolamento, il deputato Melicchio quale relatore presso la V Commissione, per l'esame delle parti di competenza del disegno di legge.

  Luigi GALLO, presidente, avverte che la relazione approvata dalla Commissione, unitamente alla relazione di minoranza, sarà trasmessa, ai sensi dell'articolo 120 del regolamento, alla V Commissione.

  La seduta termina alle 14.25.

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