TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 64 di Martedì 16 ottobre 2018

 
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INTERROGAZIONI

A)

   INCERTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   la tutela delle risorse idriche è una delle maggiori sfide dell'agricoltura per la realizzazione di uno sviluppo di aree agricole sempre più sostenibili, volte al perseguimento di un maggiore grado di efficienza nella gestione della risorsa, anche in riferimento ai mutamenti climatici in atto;

   la concentrazione delle precipitazioni, infatti, e la modifica delle temperature medie rendono ancora più centrale il ruolo dell'acqua in agricoltura, soprattutto in un territorio come quello italiano dove la pratica irrigua, dal prelievo alla distribuzione in campo, è fondamentale per le produzioni agricole italiane;

   la tutela delle risorse idriche, per queste ragioni, è indicata, nella programmazione per lo sviluppo rurale 2014-2020, come una tra le maggiori sfide da affrontare per uno sviluppo sostenibile e competitivo insieme all'introduzione di pratiche innovative ed efficienti nell'uso dell'acqua in agricoltura;

   a supporto delle innovazioni per l'agricoltura irrigua e la lotta al cambiamento climatico il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo ha intrapreso in questi anni molteplici azioni e, in particolare, significativi sono stati i finanziamenti per l'efficientamento degli investimenti irrigui:

    a) il programma di sviluppo rurale nazionale, che ha previsto una dotazione finanziaria di euro 291.000.000,00 per interventi sulle infrastrutture irrigue a carattere collettivo ed interaziendale realizzati da enti irrigui;

    b) il piano irriguo nazionale, finanziato dalle delibere Cipe 74/2005 (legge n. 350 del 2003) e Cipe 92/2010 (legge n. 244 del 2007), che ha l'obiettivo di realizzare e modernizzare i sistemi di irrigazione esistenti in aree vaste, insieme alla creazione di grandi bacini idrici e alla difesa dei territori da eventi meteorologici estremi. Negli anni sono state realizzate circa l'80 per cento delle opere previste dal «piano» (in particolare, l'86 per cento al Centro-Nord e il 73 per cento al Centro-Sud) per un importo complessivo erogato pari a 1.095 milioni di euro;

    c) il fondo di sviluppo e coesione, finanziato dalla delibera Cipe n. 25 del 10 agosto 2016, con una dotazione finanziaria iniziale di 295 milioni di euro per interventi nel campo delle infrastrutture irrigue, bonifica, idraulica, difesa dalle esondazioni, bacini di accumulo e programmi collegati di assistenza tecnica e consulenza, e poi dalla delibera Cipe del 28 febbraio 2018 con l'approvazione dell’addendum al piano operativo «Agricoltura» del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo e l'assegnazione di ulteriori risorse pari a 12,6 milioni di euro. Il fondo di sviluppo e coesione finanzia interventi per la riduzione e il contenimento della desertificazione e per la salvaguardia degli ecosistemi, l'adattamento ai cambiamenti climatici nelle aree agricole a rischio di inondazioni, il miglioramento della qualità e della quantità dei corpi idrici superficiali e sotterranei;

    d) la legge di bilancio per il 2018 che ha fortemente coinvolto il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo per promuovere misure normative e coordinare le azioni a sostegno delle regioni e delle altre pubbliche amministrazioni in relazione ai progetti che riguardano le grandi reti di distribuzione idrica, le dighe multiuso, gli interventi urgenti di manutenzione straordinaria, le problematiche relative agli aspetti di protezione del suolo, prevenzione da dissesto idrogeologico e sismico;

   negli anni, quindi, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo ha previsto per gli interventi di ammodernamento del sistema irriguo nazionale e di tutela dell'acqua un'importante quantità di risorse, insieme agli strumenti normativi utili ad accompagnare la realizzazione degli investimenti –:

   se il Governo intenda fornire elementi sullo stato d'avanzamento del piano operativo «Agricoltura»;

   se il Governo intenda assumere iniziative per accelerare l'attuazione del piano irriguo nazionale e del piano nazionale invasi;

   se intenda assumere iniziative per rafforzare la dotazione finanziaria del piano irriguo nazionale.
(3-00119)

(31 luglio 2018)

   INCERTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo per raggiungere gli obiettivi di tutela delle risorse idriche ha intrapreso in questi anni molteplici azioni e stanziato ingenti risorse per finanziarie il piano irriguo nazionale –:

   se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative utili ad accelerare l'attuazione del piano irriguo nazionale, rafforzandone eventualmente la dotazione finanziaria.
(3-00238)

(15 ottobre 2018)
(ex 5-00272 del 31 luglio 2018)

B)

   RIZZETTO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   i vini dalla denominazione Collio goriziano o Collio doc sono prodotti di eccellenza del made in Italy, conosciuti anche a livello internazionale, che traggono il loro nome dall'area geografica del Collio, una delle più importanti aree vitivinicole della regione Friuli Venezia Giulia;

   è stato recentemente segnalato un grave caso di pratica commerciale ingannevole che danneggia i produttori dei vini a denominazione Collio, posta in essere da un'azienda canadese, con sede nella città di Missisagua, che produce una gamma di vini, dal Pinot grigio allo Chardonnay, denominati Colio wines;

   si tratta palesemente del cosiddetto fenomeno dell’italian sounding, attraverso il quale viene imitato un prodotto o un marchio con il richiamo alla presunta italianità dello stesso;

   il falso made in Italy produce al nostro Paese danni per decine e decine di miliardi di euro, con la vendita di prodotti proposti e venduti sul mercato con simboli o diciture ingannevoli che evocano l'italianità degli stessi, sebbene di italiano non sia presente nulla. Ciò avviene in tutto il mondo, dagli Usa all'Olanda, dall'Argentina alla Germania; si ritiene dunque necessario adottare urgenti provvedimenti per contrastare tale grave e sleale pratica che adesso sta colpendo i produttori del Collio, che con un duro lavoro nei vigneti, dedizione e competenza in cantina, imbottigliano ogni anno vini di eccellenza;

   per contrastare l’italian sounding, in particolare, vanno introdotte incisive azioni a tutela del made in Italy, che possano essere efficaci anche al di fuori dell'Unione europea, poiché è proprio oltre tali confini che risulta ancora più difficile intervenire a salvaguardia delle eccellenze agroalimentari italiane colpite dalle pratiche di concorrenza sleale in questione –:

   se e quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per tutelare gli interessi dei produttori di vini a denominazione Collio, che rischiano la perdita di importanti quote su un mercato strategico, oltre al danno di immagine;

   se e quali iniziative intenda promuovere per contrastare il fenomeno dell’italian sounding che danneggia il made in Italy agroalimentare, sfruttandone illegalmente la fama.
(3-00239)

(15 ottobre 2018)
(ex 5-00124 del 10 luglio 2018)

C)

   BOND, BARATTO, BENDINELLI e CORTELAZZO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il rifugio Sonino al Coldai è situato presso il comune di Zoldo Alto, nelle Dolomiti bellunesi, a 2.130 metri d'altezza. Si tratta di un vero rifugio di alta montagna, punto di riferimento anche per il soccorso alpino, ma soprattutto riferimento telefonico per gli alpinisti, in un'area dove è scarsa la copertura telefonica dei cellulari;

   da anni il rifugio è vittima di gravi disservizi imputabili alla compagnia telefonica Telecom Italia, dovuti al malfunzionamento o addirittura all'isolamento completo (per settimane, in un caso anche per 45 giorni) della linea telefonica fissa con grave disagio per gestori ed utenza. Di recente si è verificata una nuova interruzione di 10 giorni, nonostante la rassicurazione di intervento a breve del call center;

   in considerazione delle necessità del soccorso alpino è stata interessata anche la stazione dei carabinieri della Val di Zoldo che ha contattato, a quanto consta agli interroganti, senza esito il call center della Telecom;

   la società Telecom è incaricata, ai sensi dell'articolo 58, comma 3, del decreto legislativo n. 259 del 2003, recante «codice delle comunicazioni elettroniche», di fornire il servizio universale telefonico su tutto il territorio nazionale. Il contenuto del servizio universale è esaminato periodicamente dalla Commissione europea nell'ambito del Comitato delle comunicazioni;

   ai sensi dell'articolo 61, comma 4, del codice, nell'ambito della direttiva per la qualità e le carte dei servizi di telefonia vocale fissa e per il servizio universale (delibera n. 479/17/CONS del 5 dicembre 2017), l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha fissato i valori obiettivo, ossia gli standard generali degli indicatori di qualità del servizio universale per la telefonia vocale fissa, che Telecom Italia si deve impegnare a raggiungere. Tali tempi mediamente non devono superare le 48 ore;

   la società Telecom Italia, ai sensi dell'articolo 14-bis della legge n. 223 del 2006, ha presentato all'Autorità degli impegni in cui indica, fra gli obiettivi, quello di soddisfare i clienti finali attraverso concreti interventi per lo sviluppo e il miglioramento della qualità della rete e dei servizi;

   la società Telecom Italia non è nuova a disattendere i propri obblighi di servizio universale: con la delibera n. 163/17/CONS – l'Autorità ha emanato un'ordinanza di ingiunzione nei confronti della società Telecom per il mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità del servizio universale per l'anno 2015 fissati ai sensi dell'articolo 61, comma 4, del decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259 (contestazione n. 26/16/DTC);

   il problema della mancanza di collegamento telefonico interessa anche la struttura turistica: i clienti chiamano, nessuno risponde perché la linea è guasta (pur suonando il telefono) e si convincono che il rifugio sia ancora chiuso e quindi non vengono o non prenotano, con il danno economico notevole –:

   quali iniziative il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda intraprendere al fine di assicurare ai rifugi di alta montagna, in particolare al rifugio Sonino al Coldai, un servizio telefonico certo e costante, ai sensi dell'articolo 58, comma 3, del decreto legislativo n. 259 del 2003, in considerazione del servizio di sicurezza pubblica che tali rifugi svolgono.
(3-00031)

(26 giugno 2018)

D)

   MANDELLI, SACCANI JOTTI, ROSSELLO e DELLA FRERA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   a partire dalle 22,00 del 14 settembre 2018 è stata disposta da Rete ferroviaria italiana la chiusura urgente del ponte di San Michele D'Adda;

   il ponte di San Michele d'Adda è una costruzione realizzata 130 anni fa, candidata a patrimonio dell'Unesco e rappresenta un collegamento fondamentale tra la provincia di Bergamo e il Lecchese, con un traffico giornaliero di migliaia di persone;

   sul ponte passano sia la strada provinciale 54 (che sulla sponda bergamasca diventa provinciale 166) sia la linea Milano-Bergamo via Carnate;

   i lavori di consolidamento sarebbero dovuti iniziare nel 2019, con uno stanziamento pari a 25 milioni di euro, ma verifiche strutturali hanno determinato la chiusura immediata ed urgente;

   la chiusura della rete viaria comporta che il traffico automobilistico è stato deviato verso gli altri ponti sull'Adda, con un aggravio di traffico sui ponti di Brivio e Trezzo, e comporta enormi disagi per i lavoratori pendolari che si spostano ogni giorno tra le provincie di Bergamo e di Lecco, molti dei quali facevano affidamento su quella strada provinciale;

   la conseguente interruzione della linea ferroviaria che congiunge Milano-Monza-Carnate-Bergamo comporta la divisione della rete in due tronconi: i treni circolano tra le stazioni di Milano e Paderno e tra Calusco e Bergamo. I viaggiatori da e per Calusco, Terno e Ponte S. Pietro verso Milano sono stati invitati a utilizzare i collegamenti alternativi via Bergamo-Treviglio-Pioltello-Milano, mentre le stazioni di Calusco e Paderno d'Adda saranno collegate da un servizio di bus navetta, soggetto alle condizioni del traffico stradale, per un tempo medio di percorrenza non inferiore ai 45 minuti;

   da notizie di stampa si legge che la chiusura per restauro comporterà lavori di consolidamento che potrebbero durare circa 2 anni e per la parziale riapertura si stimano interventi per circa 6 mesi –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato sullo stato delle infrastrutture citate;

   quali iniziative intenda intraprendere al fine di garantire la sicurezza della rete viaria e ferroviaria;

   quali risorse si intendano mettere in campo per alleviare il disagio dei cittadini che utilizzavano la rete viaria e ferroviaria del ponte San Michele d'Adda.
(3-00174)

(18 settembre 2018)

   FRAGOMELI e CARNEVALI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   il ponte ferroviario e stradale San Michele è posto a superamento di una gola del fiume Adda e unisce i comuni di Paderno d'Adda (provincia di Lecco) e Calusco d'Adda (provincia di Bergamo) per mezzo di una strada provinciale, posta nella parte superiore dello stesso, che vede il transito giornaliero di circa 20 mila veicoli. L'impalcato mediano della struttura è, invece, sede della linea ferroviaria Milano-Bergamo (via Carnate), tratta di notevole importanza – in termini di utilizzazione da parte dei pendolari, sia studenti che lavoratori – che corre a sud della provincia di Lecco;

   il ponte, bene monumentale che rappresenta un pregiato esempio di archeologia industriale, è vincolato con specifico decreto della soprintendenza del 14 luglio 1980 e, nel 2017, è stato candidato a essere inserito nella lista Unesco del patrimonio dell'umanità;

   nel 1992 è stato eseguito un intervento di manutenzione straordinaria allo scopo di alleggerirne la struttura, con istituzione del divieto di transito agli automezzi di portata superiore alle 3,5 tonnellate. Successivamente a tale intervento, non sono più state eseguite opere di manutenzione o conservazione della struttura;

   dall'anno 2012, l'amministrazione comunale di Paderno d'Adda ha più volte inoltrato a Rete ferroviaria italiana, alle province di Lecco e di Bergamo, alla soprintendenza e a regione Lombardia molteplici richieste allo scopo di sollecitare interventi di manutenzione e di conservazione della struttura del ponte, ormai pesantemente compromessa, che non hanno avuto esito positivo;

   dal 2015, alcuni deputati del Partito Democratico e i rappresentanti degli enti locali interessati, si sono impegnati nel ricercare un accordo, con il Ministro competente e con Rete ferroviaria italiana, per il finanziamento di una serie di interventi manutentivi, ormai non più rinviabili, sulla struttura del ponte San Michele. Tale accordo è stato finalmente raggiunto nel 2016 e ha portato alla progettazione di una serie di opere finalizzate ad un restauro conservativo dell'intera struttura, che prevede, tra l'altro, la sostituzione delle parti metalliche, sia strutturali, sia complementari, ormai compromesse; l'investimento complessivo richiesto è di circa 20 milioni di euro, finanziati da Rete ferroviaria italiana, a cui si aggiungono 1,6 milioni di euro della regione Lombardia;

   a seguito del completamento delle analisi sullo stato del ponte, volto al monitoraggio delle vibrazioni e dei sondaggi e ai rilievi sui terreni di imposta, il 15 settembre 2018 è stata decretata la chiusura del ponte al traffico automobilistico e ferroviario;

   nonostante tale chiusura fosse stata prevista con ampio anticipo, essa sta comunque causando enormi disagi a migliaia di persone che utilizzavano il ponte quotidianamente –:

   se il Governo non ritenga necessario intervenire per accelerare lo svolgimento della prevista conferenza di servizi, in modo tale da giungere quanto prima alla validazione definitiva del progetto di restauro, alla successiva attività negoziale per l'affidamento dei lavori e quindi all'avvio dei lavori di consolidamento della struttura del ponte, allo scopo di avere il minor disallineamento tra tempi di chiusura al traffico e durata dei lavori;

   come il Governo intenda monitorare lo stato di avanzamento dei lavori di ripristino del manto stradale in maniera tale da velocizzarne la tempistica e consentire, almeno per la primavera 2019, la riapertura del ponte al traffico leggero;

   se il Governo non ritenga opportuno operare, in sinergia con i soggetti gestori Trenord e regione Lombardia, per mantenere inalterata la frequenza e gli orari dei treni, definendo al contempo le tratte dei pullman sostitutivi verso la provincia di Bergamo, suddividendoli tra quelli per studenti e quelli verso la stazione di Calusco d'Adda;

   se non si ritenga opportuno fornire informazioni aggiornate sullo stato di avanzamento dei lavori ai comuni coinvolti, affinché gli stessi possano comunicare la situazione delle opere ai cittadini interessati.
(3-00240)

(15 ottobre 2018)
(ex 5-00562 del 28 settembre 2018)

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