TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 88 di Mercoledì 21 novembre 2018

 
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MOZIONI RECANTI INIZIATIVE VOLTE AL CONTRASTO
DELLA VIOLENZA NEOFASCISTA E NEONAZISTA

   La Camera,

   premesso che:

    il 25 ottobre 2018 il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione 2018/2869 (RSP) sull'aumento della violenza neofascista in Europa, con la quale ha preso atto che la mancanza di un'azione seria nei confronti dei gruppi neofascisti e neonazisti ha consentito il verificarsi dell'attuale impennata xenofoba in tutta Europa;

    il Parlamento europeo ha manifestato, dunque, la sua preoccupazione per la «crescente normalizzazione del fascismo, del razzismo, della xenofobia e di altre forme di intolleranza nell'Unione europea» ed il suo turbamento a seguito di «notizie di collusione di leader politici, partiti politici e forze dell'ordine con neofascisti e neonazisti in alcuni Stati membri»;

    nella risoluzione viene, infatti, messo in luce come, a fronte della crescente minaccia dell'estremismo violento di destra, nessun Paese europeo sia rimasto immune dal fenomeno e, in particolare, ha ricordato l'orrendo massacro dei giovani laburisti avvenuto nel 2011 in Norvegia, l'assassinio della deputata Joe Cox in Gran Bretagna per motivi inerenti all'odio politico e all'intolleranza e i numerosissimi attacchi ai centri per l'asilo e alle moschee di tutta Europa;

    i parlamentari europei, dopo aver ricordato che i gruppi e partiti politici apertamente neofascisti, neonazisti, razzisti e xenofobi incitano all'odio e alla violenza nella società e che la diffusione della retorica dell'odio on line conduce spesso ad un aumento della violenza, soprattutto da parte di gruppi neofascisti, hanno «condannato e deplorato vivamente gli attacchi terroristici, gli assassinii, la violenza psicologica, le aggressioni fisiche violente e le marce delle organizzazioni neofasciste e neonaziste che hanno avuto luogo in vari Stati membri dell'Unione europea»;

    la risoluzione del Parlamento europeo, dunque, prende atto di un fenomeno in costante crescita in tutta Europa, che colpisce la società nel suo insieme e la cui violenza finisce per essere rivolta in particolar modo contro tutte le minoranze, come quelle dei neri europei, persone di origine africana, ebrei, musulmani, rom, cittadini di Paesi terzi, persone lgbti e disabili e chiede agli Stati membri di indagare e perseguire i reati generati dall'odio e di condividere le migliori pratiche per individuare e indagare tali reati, compresi quelli motivati specificamente dalle varie forme di xenofobia, nonché di prevedere e fornire un sostegno adeguato per le vittime di reati di stampo razzista o xenofobo e dei reati di odio e la protezione di tutti testimoni contro i responsabili di tali reati;

    del resto, il problema è così sentito anche in Italia che proprio recentemente è stata presentata la proposta di legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, presentata dalla senatrice a vita Liliana Segre, vittima a sua volta dell'odio dell'Italia fascista, che ha evidenziato come proprio in Italia stia «ricrescendo una marea di razzismo e di intolleranza che va fermata in ogni modo» e che occorre lavorare «contro la fascistizzazione del senso comune che sta appena un gradino sopra l'indifferenza che 80 anni fa ha coperto di vergogna l'Italia fascista»;

    anche in Italia, infatti, vi è una costante preoccupazione non solo per l'intensificarsi degli episodi di aggressione e violenza da parte di organizzazioni e movimenti neofascisti o di estrema destra, ma anche semplicemente per le sempre più frequenti manifestazioni a viso aperto poste in essere da organizzazioni che o esplicitamente si richiamano al fascismo o al nazismo e ai suoi valori, come in questi giorni è avvenuto nell'ennesima manifestazione a Predappio, dove si sono viste sfilare ingiuriose magliette che inneggiavano apertamente e senza nessun timore da parte degli autori di essere giuridicamente perseguiti, ad Auschwitz come ad un novello parco divertimenti;

    occorre, infatti, rilevare che, nonostante le numerose disposizioni presenti nell'ordinamento italiano volte a prevenire o a sanzionare i crimini dell'odio, come nel caso della cosiddetta legge Mancino o del delitto di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazioni razziali, etniche e religiose, ora ricondotto all'interno del codice penale, e nonostante le numerose disposizioni volte a diffondere una cultura della tolleranza e del reciproco rispetto, negli ultimi anni si è assistito a una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo che pervadono la scena pubblica;

    come ricordato dalla senatrice Segre, «parole, atti, gesti e comportamenti offensivi e di disprezzo di persone o di gruppi che assumono la forma di un sistematico incitamento all'odio, in particolare verso le minoranze»,

impegna il Governo:

1) coerentemente con quanto previsto dalla risoluzione approvata dal Parlamento europeo, ad adottare le iniziative di competenza per contrastare tutte le organizzazioni che incitano all'odio e alla violenza negli spazi pubblici e on line e vietare i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o associazione o movimento che esalti o promuova il fascismo o il nazismo;

2) ad adottare ogni iniziativa volta a prevenire e contrastare la diffusione della propaganda ideologica basata sull'odio, sul razzismo e sull'intolleranza, con particolare riguardo alla sua diffusione attraverso il web, anche predisponendo sistematiche campagne informative ed educative in ambito scolastico e sui media;

3) a contrastare ogni forma di violenza e di intolleranza, nei confronti di qualunque minoranza, riconducibile alla ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o con altre formazioni politiche analoghe;

4) ad adottare apposite iniziative normative volte a sanzionare anche il mero utilizzo della simbologia della gestualità fascista, anche laddove non sia strettamente riconducibile alla ricostituzione del partito fascista.
(1-00072) «Fiano, Migliore, Bazoli, Morani, Ceccanti, Marco Di Maio, Giorgis, Martina, Orfini, Pollastrini, Annibali, Bordo, Ferri, Miceli, Vazio, Verini, De Maria».

(8 novembre 2018)

   La Camera,

   premesso che:

    la crescente minaccia dell'estremismo di destra, accompagnato da crescenti fenomeni di violenza, razzismo, xenofobia e intolleranza che si sta verificando in tutta Europa negli ultimi anni, obbliga il Parlamento europeo e ciascun Parlamento degli Stati membri ad assumere le dovute iniziative per contrastare tali fenomeni, compresa una reale volontà e capacità di individuare, indagare e punire gli autori di tali reati;

    il Parlamento europeo, con la risoluzione 2018/2869, approvata il 25 ottobre 2018, ha preso atto che la mancanza di una seria azione nei confronti dei gruppi neofascisti e neonazisti sta provocando un'allarmante e crescente normalizzazione del fascismo, del razzismo, della xenofobia e di diverse forme di intolleranza nei Paesi dell'Unione europea, con colpevoli «collusioni di leader politici, partiti politici e forze dell'ordine con neofascisti e neonazisti in alcuni Stati membri»;

    l'incitamento all'odio e alla violenza che i gruppi e partiti politici apertamente neofascisti, neonazisti, razzisti e xenofobi praticano sistematicamente nella società, attraverso azioni sul territorio e on line attraverso i social network, determinano un aumento della violenza verbale e spesso anche fisica nei confronti di tutte le minoranze;

    occorre un reale coordinamento tra tutti gli Stati membri dell'Unione europea per individuare, adottare e condividere le migliori soluzioni per indagare, perseguire e punire tali reati legati al razzismo e alla xenofobia e prevedere forme di sostegno sia per le vittime di tali reati che per i testimoni che denunciano i responsabili;

    nessun Paese europeo è rimasto immune dal dilagare dei fenomeni di razzismo, xenofobia e intolleranza promossi da gruppi neofascisti e neonazisti; basti ricordare il terribile massacro dei giovani laburisti del 2011 in Norvegia, l'assassinio della deputata Joe Cox in Gran Bretagna e i tanti attacchi ai centri per l'asilo e ai luoghi di culto, come le sinagoghe e le moschee, avvenuti in tutta Europa;

    anche in Italia si assiste ad una preoccupante escalation di episodi di intolleranza, razzismo e xenofobia, promossi da organizzazioni e gruppi politici di estrema destra che si richiamano esplicitamente al fascismo e al nazismo, sia nelle idee e nei valori che nelle pratiche, spesso violente, che accompagnano l'iniziativa politica di queste organizzazioni;

    tale sentimento di odio e di discriminazione verso tutte le minoranze sta permeando i gangli della società e comincia ad influenzare, in modo preoccupante, anche l'attività delle istituzioni;

    infatti, sempre più frequenti sono le iniziative che organizzazioni di destra e neofasciste compiono indisturbate e con un senso di impunità che dovrebbe destare allarme in tutte le istituzioni democratiche, mentre al contrario in alcuni casi vedono la partecipazione di appartenenti a tali istituzioni o addirittura il coinvolgimento delle stesse, come sono sempre più frequenti episodi di apologia del fascismo e del nazismo, di cui si riportano solo gli esempi più eclatanti riferiti al 2018:

     a) nella giornata della Festa di Liberazione, il 25 aprile 2018, alcune decine di militanti della comunità militante nazionalsocialista dei «Dodici Raggi» si sono presentati al cimitero Belforte di Varese per rendere omaggio ai caduti nazifascisti della Repubblica di Salò, con tanto di saluto romano e rito del «Presente!» da parte degli esponenti di un'organizzazione che già in passato è stata oggetto di operazioni delle forze dell'ordine e dell'antiterrorismo, coordinate dalla procura di Busto Arsizio, senza che gli organi preposti abbiano ritenuto doveroso vietare tale tipo di manifestazione, svoltasi nella ricorrenza della Liberazione;

     b) l'amministrazione comunale di Cascina (Pisa) ha organizzato per il 27 aprile 2018 l'iniziativa pubblica «1944 – Quando Passò il Fronte...», promossa insieme all'associazione «Ultimo Fronte 1945»; tale iniziativa prevedeva anche una parata di mezzi e figuranti di reparti delle SS;

     c) il 28 maggio 2018 a Padova, una decina di militanti di Forza Nuova ha improvvisato un presidio davanti alla libreria Feltrinelli contro il giornalista de la Repubblica e autore del libro «NazItalia – Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista», Paolo Berizzi, in occasione di una presentazione dello stesso; introdottisi nella libreria sono rimasti tutti schierati a braccia conserte e uno di loro, con evidente scopo intimidatorio, ha scattato alcune foto ai relatori;

     d) il 15 maggio 2018, durante la notte, sul cavalcavia dello svincolo di Buguggiate era già apparso uno striscione contro lo stesso giornalista de la Repubblica che recitava testualmente: «NazItalia: Paolo Berizzi camerata» a firma dei Do.Ra., neonazisti della comunità militante dei ’Dodici Raggi’ che ha base nel Varesotto e di cui, grazie a diverse inchieste giornalistiche, è emerso l'intento, attraverso appositi raduni, di riorganizzare il disciolto partito fascista;

     e) nella notte tra il 21 e il 22 giugno 2018 i militanti del movimento di estrema destra Forza Nuova Lario hanno affisso uno striscione con la scritta «Berizzi: infamitalia» sulla facciata del cinema Gloria, dove la sera del 22 giugno 2018 il giornalista avrebbe tenuto la presentazione del suo libro;

     f) al supermercato Top Market di Lido Jesolo (Venezia) vengono esposte e vendute bottiglie di vino con effigi naziste e fasciste e fotografie di Hitler e Mussolini; sulle etichette delle stesse bottiglie compaiono le scritte «Sieg heil», «Mein Kampf», «Führer», «Ein Volk, ein Reich, ein Führer» («un popolo, un Reich, un Führer»), «Deutschland erwache!» («Germania svegliati!»), «Blut und Ehre» («Sangue e onore»); nello stesso supermercato si trovano in vendita anche tazze con l'immagine di Hitler e il simbolo della croce di ferro nazista;

     g) il 6 e 7 luglio 2018 si è tenuta l'edizione 2018 della Festa del Sole, tradizionale appuntamento di Lealtà Azione, movimento neofascista e antisemita, che si ispira al generale nazista delle Waffen SS Leon Degrelle e a Corneliu Codreanu, fondatore della Guardia di ferro rumena, formazione militare ultranazionalista e antisemita attiva negli anni Trenta e Quaranta; dietro Lealtà Azione opera il circuito Hammerskin, movimento skinhead nato da una scissione del Ku Klux Klan negli Stati Uniti; in chiusura si è tenuto anche un concerto nazi-rock con band che esaltano il suprematismo bianco, i pogrom antiebraici e la Repubblica di Salò; a tale «Festa» hanno partecipato due assessori regionali lombardi, deputati e illustri esponenti di partiti politici nazionali;

     h) dal 5 al 9 luglio 2018 militanti di Forza Nuova e Onr, movimento di estrema destra polacco, hanno pattugliato le spiagge di Rimini in un'operazione definita «per la sicurezza» e «conclusa con successo» secondo gli stessi esponenti di Forza Nuova, che hanno rivendicato il merito di aver fatto sentire qualcuno «più sicuro e per un attimo padrone a casa propria»;

     i) nel mese di agosto 2018 il giornalista Enrico Nascimbeni, militante dei movimenti antirazzisti e antiomofobi e vicino ai «Sentinelli di Milano», è stato aggredito davanti alla propria abitazione da due soggetti che lo hanno colpito con un coltello, urlandogli contro frasi ingiuriose; lo stesso giornalista era stato oggetto, nei mesi precedenti l'agguato, di numerose minacce giunte via mail e via social network, dopo la partecipazione a manifestazioni antifasciste e antirazziste;

     l) all'istituto comprensivo Luisa Levi di Mantova, alcuni docenti alla fine dello scorso anno scolastico hanno assegnato ai loro alunni un tema sull'amor di patria e inviato poi gli elaborati al concorso annuale indetto dalla Piccola Caprera di Ponti sul Mincio, che sul proprio sito web si presenta come «Museo Reggimentale Giovani Fascisti di Bir el Gobi» e sulla homepage espone orgogliosamente il simbolo del «Battaglione Volontari Giovani Fascisti»; le famiglie dei ragazzi non sarebbero state informate e solo a pochi giorni dalla premiazione i genitori dei vincitori avrebbero appreso della partecipazione dei loro figli a tale concorso;

     m) il 21 settembre 2018 a Bari, una trentina di militanti di CasaPound ha aggredito, ferendoli, alcuni manifestanti, al termine della manifestazione antifascista e antirazzista che si è tenuta in città; tra i manifestanti aggrediti figura anche il parlamentare europeo Eleonora Forenza; dopo l'aggressione, sui social network è partita una campagna vergognosa con commentatori seriali e menzogne volte ad accusare gli aggrediti e non gli aggressori, fino al post di un operatore della polizia di Stato che, sull'accaduto, ha manifestato godimento e soddisfazione per l'aggressione;

     n) l'organizzazione neofascista Forza Nuova a Mestre ha annunciato di aver svolto nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 settembre 2018 le «passeggiate per la sicurezza» tra la stazione ferroviaria, piazzale Roma e ronde su alcune corse notturne degli autobus;

     o) ad ottobre 2018 a Pavia CasaPound ha organizzato e svolto delle vere e proprie ronde per le strade della città, denominate «passeggiate contro il degrado», con il dichiarato scopo di liberare la città dalla «feccia»;

     p) il 28 ottobre 2018 per l'anniversario della Marcia su Roma, circa duemila neofascisti sono arrivati da tutta Italia per radunarsi a Predappio e dirigersi in corteo verso il cimitero di San Cassiano per rendere omaggio alla tomba di Mussolini; durante il corteo è stato inneggiato al fascismo e al nazismo e una manifestante ha indossato e mostrato orgogliosa ai fotografi presenti una maglietta con la scritta «Auschwitzland»;

     q) il 3 novembre 2018 si è svolto a Trieste un corteo nazionale di CasaPound, il quale, nel ricordo strumentale dell'anniversario del 4 novembre, ha rappresentato il tentativo di radicarsi nel territorio e di acquisire consensi e simpatie, diffondendo le sue parole d'ordine di odio e apologetiche del fascismo, in una città in cui nel 1938 vennero annunciate le leggi razziali e in cui sorse il lager della Risiera di San Saba;

    l'attivismo di organizzazioni neofasciste e neonaziste e il moltiplicarsi delle loro iniziative anche nel nostro Paese si diffondono anche grazie ad un clima di tolleranza e sottovalutazione dei fenomeni della xenofobia e della intolleranza; le aggressioni, almeno quelle divenute note, a sfondo razzista a danno di migranti in Italia, nel periodo che va da giugno a novembre 2018, ammontano a poco meno di settanta e hanno attraversato tutto il Paese, dalla Val di Susa a Enna, a Trento, Varese, Padova, Venezia, Bari, Brindisi, Palermo;

    le violenze sono state troppo spesso derubricate, anche da autorevoli esponenti politici e di Governo, a fatti di cronaca o a gesti di pochi e isolati individui «problematici», senza che si colga la pericolosa matrice razzista e xenofoba che lega tutti questi episodi, dimostrando come si sia perso quel senso di responsabilità sociale, cosa che ha permesso lo sdoganamento di linguaggi e azioni violente, come quelle di gruppi neofascisti e neonazisti, razzismo e xenofobia alla base di azioni come quella del 3 febbraio 2018, quando Luca Traini, già appartenente ad organizzazioni neofasciste, a Macerata ha esploso alcuni colpi di pistola nel centro cittadino da una vettura in movimento, ferendo sei persone, tutti immigrati di origine sub-sahariana; Luca Traini, dopo il raid che solo per caso non ha avuto conseguenze ancora più gravi, è sceso dall'auto con il tricolore legato al collo, ha fatto il saluto romano e gridato "Viva l'Italia" davanti al monumento ai Caduti, prima di arrendersi alle forze dell'ordine; nella sua casa sono stati rinvenuti elementi riconducibili all'estrema destra, tra cui una copia del Mein Kampf e una bandiera con la croce celtica; il movente sarebbe stato quello di «vendicare» la morte di Pamela Mastropietro, vittima di un atroce delitto che vedeva coinvolto un immigrato;

    le istituzioni democratiche hanno il dovere di garantire la piena attuazione e la tutela della libertà, dei diritti e dignità della persona e, quindi, contrastare ogni forma di ideologia fascista e/o di discriminazione razziale, etnica, nazionale, di orientamento sessuale, religiosa o nei confronti di persone con disabilità;

    nell'ordinamento già esistono numerose disposizioni volte a prevenire, vietare e sanzionare i crimini e le violenze legate all'odio, al razzismo, alla xenofobia e all'intolleranza, come nel caso della cosiddetta legge Mancino o del codice penale che puniscono l'istigazione a delinquere per motivi di discriminazioni razziali, etniche e religiose, le quali dovrebbero trovare una più rigorosa applicazione;

    vi è la necessità di iniziative normative dirette a rendere più efficaci le attività di contrasto e sanzione delle manifestazioni e delle apologie del fascismo e del razzismo, oltre a strumenti di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, come quello proposto dalla senatrice Liliana Segre, con l'istituzione di un'apposita Commissione parlamentare e l'istituzione di un osservatorio nazionale sul web con il compito di monitorare i fenomeni connessi all'uso del web aventi finalità manifestamente fasciste o discriminatori per motivi razziali, etnici, nazionali, di orientamento sessuale, religiosi o nei confronti di persone con disabilità, anche al fine di accogliere e valutare le segnalazioni inviate da enti, associazioni e singoli cittadini,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative di competenza per contrastare tutte le organizzazioni che incitano all'odio e alla violenza negli spazi pubblici e sul web e per vietare i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o associazione o movimento che esalti o promuova il fascismo o il nazismo;

2) ad adottare iniziative di competenza per prevenire la diffusione della propaganda ideologica basata sull'odio, sul razzismo e sull'intolleranza, con particolar riguardo alla sua diffusione attraverso il web, predisponendo sistematiche campagne informative ed educative in ambito scolastico e sui media ed istituendo un osservatorio nazionale sul web con il compito di monitorare in tale ambito i fenomeni aventi finalità manifestamente fasciste o discriminatorie per motivi razziali, etnici, nazionali, di orientamento sessuale, religiosi o nei confronti di persone con disabilità, nonché di accogliere e valutare le segnalazioni inviate da enti, associazioni e singoli cittadini, nonché a contrastare ogni forma di violenza e di intolleranza, nei confronti di qualunque minoranza, riconducibile alla ricostituzione di organismi politici-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o con altre formazioni politiche analoghe;

3) ad adottare ogni iniziativa di competenza perché trovino effettiva applicazione le disposizioni già presenti nell'ordinamento volte a prevenire, vietare e sanzionare i crimini e le violenze legate all'odio, al razzismo, alla xenofobia e all'intolleranza, come nel caso della cosiddetta legge Mancino, e ad adottare apposite iniziative normative volte a sanzionare ogni forma di manifestazione ideologica e apologetica del fascismo anche attraverso il mero utilizzo della simbologia e della gestualità fascista, anche laddove non sia strettamente riconducibile alla ricostituzione del partito fascista.
(1-00078) «Fornaro, Boldrini, Conte, Epifani, Fassina, Fratoianni, Muroni, Occhionero, Palazzotto, Pastorino, Rostan, Speranza, Stumpo, Bersani».

(14 novembre 2018)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GASTALDI, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LO MONTE, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MARCHETTI, MATURI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, SEGNANA, STEFANI, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, ZANOTELLI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. – Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:

   il Ministro interrogato ha dichiarato che è stata accolta la proposta del comune di Palermo per l'utilizzo di una villa confiscata come sede per un centro per bambini con disturbi dello spettro autistico;

   la proposta, nata anche da un confronto con l'azienda sanitaria provinciale e dalla volontà di coinvolgimento di associazioni di volontariato che operano nel settore, era stata inviata all'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata il 22 ottobre 2018, unitamente a quella che riguarda altri due beni confiscati;

   di questi due beni, uno diventerà la sede della Consulta per la pace del comune e «Centro mediterraneo per lo sviluppo della pace, dell'integrazione e della cooperazione», mentre l'altro sarà assegnato al Cesvop, il Centro di servizio per il volontariato, che coordina una vasta rete di associazioni;

   il 22 ottobre 2018 il sindaco e l'assessore Giuseppe Mattina hanno annunciato un piano di utilizzo di beni confiscati e immobili comunali per finalità sociali, che prevede anche un investimento di circa 700 mila euro per la ristrutturazione di strutture comunali. Si tratta, in particolare, di interventi previsti a Villagrazia, dove sarà realizzato un centro per accoglienza e orientamento di cittadini con disabilità, in via Messina Marine, dove sarà realizzato il terzo dormitorio per cittadini senza dimora e, infine, allo Sperone dove sarà ristrutturato un immobile da destinare ai servizi sociali comunali;

   risulta, inoltre, che si stia lavorando perché si possa arrivare al più presto ad avere la disponibilità di altri beni e di circa 60 appartamenti con caratteristiche tali da poter essere destinati all'emergenza abitativa;

   il Ministro interrogato ha dichiarato: «Questa è l'antimafia dei fatti, quella che mi piace non quella delle parole»;

   si tratta di una conferma sull'importanza dell'utilizzo sociale dei beni confiscati, che tornano a essere beni di tutti a servizio di tutti –:

   quali siano le iniziative normative che si intendono adottare in materia di organizzazione e di potenziamento dell'organico dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
(3-00331)

(20 novembre 2018)

   NOJA, ROTTA, MIGLIORE, CECCANTI, MARCO DI MAIO, FIANO, GIORGIS, MARTINA, ORFINI, POLLASTRINI, GRIBAUDO e ENRICO BORGHI. – Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:

   secondo gli ultimi dati divulgati dalla Comunità di Sant'Egidio, gli anziani che vivono soli in Italia sono 3,8 milioni, il 33 per cento del totale delle famiglie italiane. Nella fascia con più di 85 anni, è il 52,2 per cento ad abitare sola e, assumendo come punto di riferimento le famiglie composte da persone sole, il 48,7 per cento è rappresentato da anziani di 65 anni e più;

   una parte importante della popolazione italiana esprime, dunque, una domanda di collaboratori e collaboratrici familiari che è destinata ad aumentare; a tale domanda si va ad aggiungere quella delle persone con disabilità non autosufficienti, che necessitano di assistenza personale, e quella delle famiglie con bimbi piccoli;

   pur a fronte della crescente domanda di queste figure professionali, a luglio 2018 il presidente dell'Inps ha denunciato un calo tendenziale del numero di collaboratori e collaboratrici familiari che sono iscritte alla gestione dell'Inps;

   in particolare, gli ultimi dati Inps indicano che negli ultimi cinque anni ci sono 145 mila assistenti familiari in meno. Si stima che, in Italia, tra regolari e non, siano circa 840 mila; il 45 per cento ha un contratto di lavoro, il 35 per cento ne è privo, pur avendo il permesso di soggiorno, e il 20 per cento è irregolare e senza contratto; il 60 per cento convive con la persona non autosufficiente, il 40 per cento lavora a ore;

   nel corso di una recente visita del Presidente del Consiglio dei ministri alla Comunità di Sant'Egidio, il presidente Impagliazzo ha affrontato il problema, dichiarando: «abbiamo proposto di inserire nel “decreto flussi”, che spero sia fatto entro il 2019, non meno di 50 mila visti per motivi di lavoro» riguardanti collaboratori e collaboratrici familiari;

   infatti, le porte per l'ingresso in Italia dei lavoratori extracomunitari si aprono ogni anno solo per un numero fisso di lavoratori, secondo quanto previsto dal «decreto flussi» che, da molti anni, riguarda sostanzialmente solo determinate categorie di lavoratori;

   appare del tutto evidente come la carenza di personale per l'assistenza familiare stia creando notevoli disagi alle famiglie italiane che non trovano corrispondenza di offerta disponibile e sono, spesso, costrette a ripiegare su lavoratori irregolari, con tutti i rischi che tale scelta comporta –:

   quali misure intenda mettere in atto, con particolare riferimento al «decreto flussi», per risolvere un problema drammatico delle famiglie italiane, che hanno la necessità di affidare l'assistenza familiare a personale qualificato ed assunto regolarmente.
(3-00332)

(20 novembre 2018)

   SPADONI, MACINA, DIENI, D'ARRANDO e ASCARI. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. — Per sapere – premesso che:

   il 27 giugno 2013 l'Italia ha ratificato la cosidetta Convenzione di Istanbul con l'intenzione di partecipare con il Consiglio d'Europa alla creazione di una «Europa libera dalla violenza sulle donne e la violenza domestica». Con questa legge l'Italia ha espresso l'impegno alla tutela delle donne su diversi fronti, adottando nuove norme, introducendo modifiche al codice penale e di procedura penale per inasprire le pene di alcuni reati commessi più frequentemente nei confronti di donne ed adottando un «Piano d'azione contro la violenza sessuale e di genere»;

   il Piano adottato per gli anni 2017-2020 si fonda su quattro linee di intervento (prevenzione, protezione e sostegno, repressione dei reati, assistenza e promozione) e deve considerare le donne vittime di ogni forma di violenza indipendentemente dalla loro condizione sociale o economica, coinvolgendo anche quante vivono situazioni multiple di disagio e violenza, come le donne rom, le migranti, le rifugiate e le richiedenti asilo e disabili. Il Piano dev'essere pertanto volto a contrastare la violenza in ogni sfera e contesto della vita pubblica e privata, personale e professionale, sviluppando misure specifiche in ambiti di particolare criticità, come il luogo di lavoro;

   sono indispensabili delle politiche serie ed efficaci, intese a promuovere un cambiamento culturale profondo, che pongano fine alla drammatica situazione odierna testimoniata dai dati più recenti. Quasi sette milioni di donne hanno subito qualche forma di abuso nel corso della loro vita: violenze domestiche, stalking, stupro, insulto verbale e violazioni della propria sfera intima e personale, fino alla forma più tragica di violenza, il femminicidio, che è ancora oggi a livelli a dir poco preoccupanti: negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9 per cento) in famiglia –:

   quali siano, a seguito della formazione di una cabina di regia politico-programmatica e di un apposito Comitato tecnico e dei recentissimi tavoli intervenuti presso il Dipartimento per le pari opportunità, le iniziative e le azioni di prevenzione e contrasto alla violenza maschile contro le donne che il Dipartimento ha intenzione di adottare e se, nella definizione degli obiettivi strategici antiviolenza, stia prendendo in considerazione i contributi trasmessi il 29 ottobre 2018 dal Grevio (Gruppo esperte sulla violenza del Consiglio d'Europa) e dalle associazioni italiane di esperti in merito ad alcune criticità del «Piano strategico nazionale della violenza maschile contro le donne 2017-2020».
(3-00333)

(20 novembre 2018)

   MARIA TRIPODI, FASCINA, GREGORIO FONTANA, PEREGO DI CREMNAGO, RIPANI, SIRACUSANO e VITO. – Al Ministro della difesa. – Per sapere – premesso che:

   lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma Mbda Camm Er, presentato il 10 agosto 2018, è stato ritirato dal Governo il 28 settembre 2018, generando numerose difficoltà nel comparto difesa;

   il programma militare citato è necessario al fine di sostituire progressivamente i missili «Aspide» attualmente a disposizione dell'Esercito italiano, che in considerazione della loro vetustà non potranno essere più impiegati a partire dal 2021;

   a ciò si aggiunge che il programma genererebbe un impatto positivo in termini tecnologici e occupazionali, coinvolgendo gli stabilimenti di Mbda Italia, ma anche quelli di Avio per lo sviluppo e la produzione del motore del missile e Leonardo per il radar Kronos;

   le prospettive sembrano però sfumare, alla luce delle improvvise difficolta per l'approvazione del programma sorte in seno al Governo, poiché, come riportato dalle maggiori agenzie di stampa, si sarebbe sviluppato un vivace confronto tra il Ministro interrogato e il Ministro dello sviluppo economico;

   a ciò si aggiunge che nel disegno di legge bilancio per il 2019 il Governo ha previsto consistenti riduzioni per il settore della difesa (60 milioni di euro a decorrere dal 2019 e ulteriori 531 milioni di euro nel periodo 2019-2031), nonché riprogrammazioni di spese per il programma European fighter aircraft (Efa) e per il programma di sviluppo di unità navali della classe Fremm, senza prevedere ulteriori finanziamenti per un comparto strategico per il Paese, quale quello della difesa;

   quanto appena riportato provoca ingenti difficoltà al comparto dell'aerospazio che, con più di 14 miliardi di euro annui, circa lo 0,8 per cento del prodotto interno lordo, crea occupazione per più di 110.000 unità, con la produzione di un gettito fiscale di circa 4,5 miliardi di euro –:

   se il Ministro interrogato non intenda fornire gli opportuni chiarimenti circa le motivazioni che hanno portato al blocco degli investimenti previsti in merito al programma pluriennale di ammodernamento militare per l'acquisto dei missili Camm Er e, più in generale, dell'intero comparto della difesa.
(3-00334)

(20 novembre 2018)

   MAGI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la legge 20 maggio 1985, n. 222, all'articolo 47, comma 3, prevede che le destinazioni dell'otto per mille vengono stabilite sulla base delle scelte espresse dai contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi; in caso di scelte non espresse, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse;

   come rilevato dalla Corte dei conti – che è intervenuta per ben tre volte negli ultimi anni rilevando gli elementi di debolezza della normativa – in virtù di tale meccanismo ognuno è coinvolto, indipendentemente dalla propria volontà, nel finanziamento delle confessioni, dal momento che i soli optanti decidono per tutti, e il riparto anche delle scelte non espresse avvantaggia soprattutto i maggiori beneficiari. «Il sistema, pertanto, risulta non del tutto rispettoso dei principi di proporzionalità, di volontarietà e di uguaglianza» (deliberazione del 23 dicembre 2016, n. 16/2016/G);

   come sottolinea sempre la Corte dei Conti, «in un periodo di generalizzata riduzione delle spese sociali a causa della congiuntura economica, le contribuzioni a favore delle confessioni continuano, in controtendenza, ad incrementarsi senza che lo Stato abbia provveduto ad attivare le procedure di revisione di un sistema che diviene sempre più gravoso per l'erario, tanto più che, negli ultimi anni, si è assistito al sovrapporsi delle assegnazioni previste dal diritto pattizio con quelle – che raggiungono cifre, in taluni casi, ancora più consistenti – di diritto comune. Il progressivo accrescersi di queste ultime fa, in parte, venir meno le ragioni che giustificano il cospicuo intervento finanziario dello Stato disegnato dall'otto per mille, che ha contribuito ad un rafforzamento economico senza precedenti della Chiesa italiana»;

   infatti la Conferenza episcopale italiana, che nel 1990 incassava 210 milioni di euro, a partire dal 2002 riceve un gettito quintuplicato di circa un miliardo di euro, mentre nello stesso periodo le spese per il sostentamento del clero (la principale destinazione cui la legge vincola l'uso dei fondi) sono poco più che raddoppiate – :

   se vi sia un orientamento del Governo volto a trattenere le quote dell'otto per mille con la tecnica del credito in compensazione, al fine di estinguere il debito della Chiesa per l'Ici non versata a seguito della recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, e comunque se non ritenga di formalizzare la richiesta alla Conferenza episcopale italiana di avviare la procedura prevista dall'articolo 49 della legge 20 maggio 1985, n. 222, al fine di ridurre l'aliquota e incidere sul meccanismo delle quote inespresse.
(3-00335)

(20 novembre 2018)

   PALAZZOTTO e FORNARO. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:

   la notte del 7 novembre 2018 un gommone alla deriva con 95 persone nel Mediterraneo centrale ha lanciato una richiesta di soccorso diretta all’alarm phone, che a sua volta ha contattato l'Imrcc;

   l'Imrcc alle 19.34 comunicava alla Nivin: «A nome della Guardia costiera libica per la salvezza delle vite in mare, per favore, cambiate rotta e dirigetevi a massima velocità alla latitudine indicata». Seguiva l'indicazione di contattare il Jrcc libico attraverso Imrcc, con un numero italiano, coordinando di fatto l'intervento della cosiddetta Guardia costiera libica;

   alle 21.34 la cosiddetta Marina libica via mail comunicava a Nivin, a Eunavformed e alla Marina maltese e italiana: «Come autorità libica vi ordino di recuperare il gommone e provvederemo a dare istruzioni di disimbarco»;

   le persone sono state, quindi, fatte salire a bordo della Nivin, affermando che li avrebbero portati in Italia, e invece sono state portate, sotto scorta libica, presso il porto di Misurata;

   quando i migranti hanno capito che non si sarebbero diretti in Europa ma sarebbero tornati in Libia, ci sono stati momenti di tensione;

   dal 10 novembre 2018 questi profughi si rifiutano di scendere dalla Nivin perché non vogliono essere riportati in un centro di detenzione dove rischierebbero ulteriori torture e violenze, temendo inoltre ritorsioni che metterebbero a rischio la loro vita;

   79 migranti sono ancora a bordo, in condizioni igienico-sanitarie disperate, mentre il comandante libico Anwar El Sharif, che li considera criminali e terroristi – senza alcun riscontro – minaccia azioni di forza;

   organizzazioni governative, come l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, e non governative, come Medici senza frontiere o Mediterranea, chiedono la destinazione dei profughi in un porto sicuro europeo, considerando anche che le operazioni di soccorso e il ritorno nel porto libico configurano nei fatti un respingimento verso un Paese non sicuro;

   le proteste dei migranti dimostrano le condizioni terribili dei centri libici per migranti, in cui torture, stupri, pestaggi sono all'ordine del giorno, come mostrano i segni sui corpi delle stesse persone a bordo del Nivin;

   il Ministro interrogato il 9 ottobre 2018 in una conferenza stampa dichiarava: «In senso stretto e giuridico la Libia non può essere considerata porto sicuro» –:

   come il Governo intenda intervenire per garantire la tutela dei diritti umani di queste persone, di cui a parere degli interroganti ha responsabilità per averne di fatto coordinato il soccorso, garantendo una soluzione diplomatica e l'eventuale destinazione in un porto sicuro europeo.
(3-00336)

(20 novembre 2018)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FIDANZA, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, CROSETTO, LUCA DE CARLO, DEIDDA, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:

   il 10 e l'11 dicembre 2018 i Governi del mondo saranno chiamati a firmare il Global compact per una migrazione «sicura, ordinata e regolare» e quello per i rifugiati. I due testi compiono la più ampia iniziativa strategica di revisione dei flussi migratori e della loro gestione;

   nato sulla spinta della Dichiarazione Onu di New York del 5 agosto 2016, il Global compact mira, tramite un approccio multilaterale, a creare un mondo dai confini aperti. A parere degli interroganti, rappresenta l'ennesimo tassello di un progetto volto ad «annientare» i confini, le culture e le sovranità nazionali sul tema dell'immigrazione;

   il Global compact, finanziato da contributi volontari dei Governi, tra cui l'Italia, promuove flussi continui, utilizzando motivazioni sia economiche che demografiche, creando obblighi crescenti verso gli Stati in termini di servizi agli immigrati, a prescindere dal loro status di rifugiato;

   contro l'approccio immigrazionista si sono già schierati: Stati Uniti, Ungheria, Australia e Austria. A questi si aggiunge la Repubblica Ceca, secondo cui il testo «non stabilisce una netta differenza tra migrazione legale e illegale»;

   nel testo l'immigrazione viene ideologicamente definita come un fattore in grado aumentare il benessere del Paese ospitante. Viene sottratta agli Stati nazionali la gestione delle politiche migratorie e l'assistenza, qualora ideologicamente definita umanitaria, non si potrebbe mai più considerare illegale;

   in ogni caso la sottoscrizione del complesso reticolato di impegni del Global compact, anche laddove genericamente formulati, è tale da comportare un'inaccettabile cessione di sovranità sul tema migratorio;

   si ritiene inaccettabile che le migrazioni siano gestite da organismi sovranazionali senza controllo democratico dei cittadini, né si condivide l'impostazione ideologica che sancisce, di fatto, un «diritto a migrare»;

   l'Italia patirebbe il prezzo più caro di questa impostazione ideologica per la sua posizione al centro del Mediterraneo, in quanto «molo naturale» per le rotte che provengono dall'Africa;

   l'Italia è anche confine meridionale dell'Unione europea e del mondo occidentale, la «porta di accesso» alla civiltà occidentale, al suo stile di vita, ai suoi diritti e ai suoi doveri –:

   quali siano gli intendimenti del Governo circa la firma del Global compact alla Conferenza di Marrakech del 10 e 11 dicembre 2018 e quali i costi a carico delle casse dello Stato per dare seguito alla politica di accoglienza ivi prevista e per il contributo al trust fund che finanzia il Global compact.
(3-00337)

(20 novembre 2018)

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