Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento difesa
Titolo: JSF - JOINT STRIKE FIGHTER - STATO DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 162
Data: 04/10/2010
Descrittori:
AEREI MILITARI   AERONAUTICA MILITARE
Organi della Camera: IV-Difesa

Casella di testo: Programmi d’arma 


4 ottobre 2010

 

n. 162/0

JSF - Joint Strike Fighter - stato di attuazione del programma

 

Il programma

 
Il programma JSF (Joint Strike Fighter) è finalizzato alla realizzazione di un caccia multiruolo di quinta generazione (denominato F-35 Lightning II). Il velivolo è il risultato di una cooperazione internazionale tra Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Canada, Turchia, Australia, Norvegia e Danimarca.

Il programma è stato avviato negli USA, nella prima metà degli anni Novanta, nell’ambito del progetto JAST (Joint Advanced Strike Technology), che prevedeva lo sviluppo di un velivolo da combattimento di nuova generazione che fosse in grado di combinare una tecnologia che garantisse un lungo periodo di impiego con la possibilità di sostituire, con un unico aereo in più versioni, una ampia gamma di velivoli della flotta militare statunitense (compresi quelli a decollo verticale).

Nel 1994 sono iniziate le attività di Concept Exploration; nel 1995-1996 si è svolta la fase di Concept Development. Successivamente (ottobre 1996) è stata avviata la Concept Demonstration Phase (CDP) terminata nell’ottobre del 2001, che ha portato alla definizione del JSF Operational Requirement Document (JORD). Tale fase di definizione è servita ad individuare le tecnologie essenziali, da studiare e sviluppare nella successiva attività di costruzione prototipica, ed a scegliere la ditta (Lockheed Martin Aero) destinata a proseguire il programma.

 

Il programma si articola in cinque fasi:

Ø     CDP (Concept Demonstration Phase svoltasi tra il 1996 e il 2001) che ha portato alla definizione del JSF Operational Requirement Document (JORD). Tale fase di definizione è servita ad individuare le tecnologie essenziali, da studiare e sviluppare nella successiva attività di costruzione prototipica, ed a scegliere la ditta (Lockheed Martin Aero) destinata a proseguire il programma.

Ø     SDD (System Development and Demonstration), 2002-2012, che prevede sia lo sviluppo dei sistemi del velivolo che la produzione di 23 esemplari (14 per i test di volo, 8 per le prove a terra ed uno per la valutazione della signatura radar del mezzo); nell’ambito di questa fase proseguono le prove di volo del JSF nella versione base, il cui primo decollo di prova è avvenuto il 15 dicembre 2006, e del JSF nella versione a decollo corto, che ha volato per la prima volta l’11 giugno 2008.

Ø     PSFD (Production, Sustainment and Follow-on Development), in cui vengono definite le partecipazioni industriali, l’impegno economico e i requisiti dei singoli partner, i quali verranno coinvolti nello sviluppo, produzione e test fino a poter operare efficacemente il nuovo sistema d’arma.

Ø     LRIP (Low-Rate Initial Production), inizio 2009 e conclusione indicativa nel 2015, in cui avverrà una produzione a basso ritmo con consegne di 12 velivoli al mese per Stati Uniti, 3 per i partner internazionali e 7 per l’export.

Ø     FRIP (Full Rate Production), produzione a pieno regime, a partire dal 2015.

 

Il coinvolgimento dei diversi Paesi è stato calibrato in base alla partecipazione finanziaria ed alla capacità di acquisto dei velivoli secondo il seguenti livelli:

·       Level I partner (full partner) con partecipazione finanziaria pari al 10% e possibilità di influire sui requisiti del velivolo (Regno Unito);

·       Level II partner con partecipazione finanziaria pari al 5% e limitate possibilità di influire sui requisiti del velivolo (Olanda, Italia);

·       Level III partner con una partecipazione finanziaria pari all’1-2% senza alcuna possibilità di influenzare i requisiti del velivolo (Canada, Danimarca, Turchia, Norvegia, Australia).

Sono state inoltre previste forme di collaborazione da parte di Israele e Singapore, attraverso la sottoscrizione di un accordo bilaterale di Security Cooperation Participation (SCP) con gli USA.

Le ultime due fasi del programma (LRIP e FRIP) non sono attualmente quantificabili noi loro oneri in quanti gli stessi varieranno in base alle richieste di velivoli da parte dei singoli partner. Per quel riguarda gli oneri delle fasi precedenti si rinvia alla tabella sottostante.

 

 

Costo previsto in dollari USA

Fase CDP

Fase SDD

Fase PSFD

USA

3.792

28.565

16.843

Regno Unito

200

2.056

952

Italia

10

1.028

904

Paesi Bassi

10

800

586

Australia

 

150

690

Canada

10

100

551

Turchia

6,2

175

690

Norvegia

10

125

330

Danimarca

10

125

330

Totale

4.048

33.124

21.876

 

Le fasi sin qui svoltesi del programma JSF (CDP, SDD, PSFD) sono state regolate da appositi memorandum of understanding sottoscritti dagli Stati partner. Il memorandum relativo alla fase PSFD contiene anche una stima dei velivoli da mettere in produzione, che è riportata nella tabella sottostante. Si segnala tuttavia che i quantitativi effettivi di velivoli da consegnare ai diversi Stati membri del progetto verranno definiti nelle ultime due fasi (LRIP, FRIP).

 

 

Velivoli previsti

USA

2.443

Regno Unito

138

Italia

131

Paesi Bassi

85

Australia

100

Canada

80

Turchia

100

Norvegia

48

Danimarca

48

Totale

3.173

 

Per ulteriori informazioni sulle caratteristiche del programma JSF si rinvia alla nota del Servizio Studi del 6 ottobre 2008.

 

I pareri parlamentari

 
L’Italia ha aderito al programma fin dalla fase CDP, a livello di partner informato, con un contributo di 10 milioni di dollari, a partire dal 1999, dopo che le Commissioni difesa della Camera e del Senato avevano espresso parere favorevole, rispettivamente nelle sedute del 9 e del 15 dicembre 1998.

Il nostro Paese ha confermato la partecipazione alla fase SDD, dopo i pareri favorevoli con osservazioni espressi dalle Commissioni difesa del Senato e della Camera, rispettivamente nelle sedute del 14 maggio e del 4 giugno 2002. L’Italia è impegnata in questa fase con 1.028 milioni di dollari (corrispondenti allora a 1.190 milioni di euro) in undici anni. Il costo complessivo della fase SDD è quantificato in 33,1 miliardi di dollari.

Il 7 febbraio 2007 l’Italia ha sottoscritto il MoU (Memorandum of Understanding) relativo alla fase PSFD. In termini finanziari l’impegno italiano prevede un onere di 904 milioni di dollari, a partire dal 2007 fino a termine fase (pari al 4,1% dei 21,88 miliardi di dollari di costo complessivo della fase PSFD del programma). Il MoU contiene un quadro indicativo degli acquisti, che reca, per l’Italia, una previsione di 131 velivoli (69 nella versione CTOL e 62 nella versione STOVL)..

Anche l’adesione alla fase PSFD è stata approvata dalle Commissioni difesa della Camera e del Senato, che l’8 aprile 2009 hanno espresso rispettivamente parere favorevole con condizioni e parere favorevole con osservazioni sullo schema di programma trasmesso dal Governo, che comprendeva anche la realizzazione, presso l’aeroporto militare di Cameri (Novara), di una linea di assemblaggio finale e di verifica (FACO) per i velivoli destinati ai Paesi europei. Alle Commissioni è stato, in questa occasione, sottoposto l’intero programma JSF (compresa la realizzazione del centro FACO); la durata prevista sia del programma JSF, a partire dal 2009, che della costruzione e del funzionamento del centro FACO/MRO&U è di diciotto anni (2009-2026).

Le condizioni poste alla prosecuzione del programma da parte della Commissione difesa della Camera riguardano:

Ø     la conclusione di accordi industriali e governativi che consentano un ritorno industriale per l'Italia proporzionale alla sua partecipazione finanziaria, anche al fine di tutelare i livelli occupazionali;

Ø     la fruizione da parte dell'Italia dei risultati delle attività di ricerca relative al programma;

Ø     la preventiva individuazione di adeguate risorse finanziarie che non incidano sugli stanziamenti destinati ad assicurare l'efficienza della componente terrestre e, più in generale, dell'intero strumento militare.

La Commissione ha inoltre richiesto che il Governo renda comunicazioni sugli sviluppi del programma alla Commissione Difesa, con cadenza annuale, e in ogni caso in cui si manifestino scostamenti significativi rispetto alle previsioni effettuate.

Le osservazioni della Commissione difesa del Senato si riferiscono invece:

Ø     alla necessità di assicurare la totalità degli investimenti ricorrenti e non-ricorrenti del programma per consentire la massimizzazione dei ritorni in termini economici e occupazionali, sia per gli operatori industriali nazionali, sia per gli Enti universitari e di ricerca;

Ø     alla garanzia che la FACO di Cameri sia considerata dagli enti governativi ed industriali statunitensi il Centro Regionale Europeo di assemblaggio e supporto, nel rispetto degli accordi multinazionali in essere;

Ø     alla assicurazione per l'Italia, in accordo allo status di partner di secondo livello, della concessione da parte statunitense delle autorizzazioni per l'accesso alle tecnologie per i team industriali e governativi;

Ø     alla definizione degli accordi industriali prima della definitiva formalizzazione contrattuale dei rapporti tra il Direttore Nazionale degli Armamenti e il Joint Program Office statunitense;

Ø     alla garanzia che le attività di realizzazione della linea di assemblaggio finale siano a maggioranza italiana;

Ø     alla assicurazione che le aziende nazionali del settore, di proprietà o a partecipazione pubblica, garantiscano procedure trasparenti per il reclutamento della forza lavoro impegnate per la realizzazione del programma.

Il ruolo delle aziende italiane

 
 


La partecipazione industriale italiana al programma è prevista in 11 miliardi di dollari nelle sole fasi di sviluppo e produzione. La partecipazione dell’industria nazionale alle fasi di supporto logistico e di sviluppo successivo non sono ancora definite, mentre le attività svolte nel centro FACO/MRO&U potranno offrire opportunità aggiuntive alla partecipazione dell’industria nazionale al programma pari a circa 1,5 miliardi di dollari.

 

Tra le aziende italiane coinvolte si ricordano: Alenia Aeronautica, (che realizzerà il cassone alare del 100% dei velivoli destinati alle forze armate italiane e del 50% di quelli destinati a USA e Regno Unito). Avio (che avrà la responsabilità completa per lo sviluppo e la produzione del sistema di trasmissione e di parte della turbina del motore F136). Galileo Avionica (che ha ottenuto l’appalto per lo sviluppo e la realizzazione della cella “sotto vuoto” del sistema di controllo del tiro); Elsag (che è coinvolta nel settore dei sistemi informativi a supporto dello sviluppo prodotto e per la logistica). Marconi Selenia Communications (alla quale è affidata la costruzione dei sistemi radio di riserva).Le altre ditte italiane che hanno acquisito contratti ed impegni per il futuro sono Aerea (piloni dilancio dei missili), Datamat, Gemelli, Logic, Selex communication, Marconi, Sirio Panel (schermi e luci dell’abitacolo), Mecaer, Moog, Oma, OtoMelara, Secondo Mona, Sicamb (seggiolino eiettabile), Consorzio S3Log, Elettronica, Aermacchi e Vitrociset.

 

L’attuazione del programma

 
Secondo un rapporto del Government Accountability Office (GAO)[1] del marzo 2010, i costi del programma per l’Amministrazione USA sono cresciuti dai 231 miliardi di dollari del 2001 fino ai 276,5 del 2007, raggiungendo nel budget 2011 un costo complessivo di 322,6 miliardi di dollari. Il GAO ha anche accertato che ai significativi aumenti di costi si sono accompagnati progressivi ritardi nelle scadenze delle diverse fasi. Anche il costo medio per unità risulta significativamente aumentato (da 81 milioni di dollari a 131 milioni di dollari), tanto da prefigurare la necessità, alla luce del Nunn-McCurdy Amendment, di effettuare un’apposita comunicazione in merito al Congresso[2]. Il GAO evidenzia infine ritardi nel completamento delle diverse fasi del programma. Il GAO ha riassunto tali dati nelle tabelle sottostanti.

 

Stima dei costi e programmazione della produzione

 

ottobre 2001

Stime originarie

marzo 2007

dati approvati

dicembre 2008

previsioni sul programma

Bilancio 2011

Costi totali di produzione

$34,4 miliardi

$44,8 miliardi

$46,2 miliardi

$49,3 miliardi

Scadenze previste

aprile 2012

ottobre 2013

ottobre 2014

aprile 2016

 

Cambiamenti nei costi e nelle quantità previste

 

 

 

 

ottobre 2001

Stime originarie

marzo 2007

costi consolidati

Bilancio 2011 stanziamento previsto

Finanziamento complessivo

$ 231 miliardi

$ 276,5 miliardi

$ 322,6 miliardi

Velivoli previsti

2.852

2.443

2.443

Costo medio per unità

$81 milioni

$113 milioni

$131 milioni

 

Modifiche negli obiettivi principali

Obiettivi principali

Programma dicembre 2007

 

Programma dicembre 2008

 

Aggiornamento del programma febbraio 2010

 

Completamento della fase di sperimentazione

ottobre 2012

ottobre 2013

marzo 2015

Completamento dei test operativi

ottobre 2013

ottobre 2014

gennaio 2016

Completamento della messa a punto complessiva

ottobre 2013

ottobre 2014

aprile 2016

Produzione a pieno regime

ottobre 2013

ottobre 2014

aprile 2016

 

In ordine al programma JSF è inoltre in corso un confronto tra Congresso e Dipartimento della Difesa sull’opportunità di programmare la costruzione del motore F136 originariamente previsto come alternativo  a quello principale F135. Dall’anno fiscale 2007 il Dipartimento della Difesa non ritiene più necessaria la programmazione di tale motore alternativo, in quanto i rischi per la riuscita del programma derivanti dalla previsione di un solo motore risultano, ad avviso del Dipartimento, bassi e non tali da giustificare i costi aggiuntivi derivanti dalla programmazione di un secondo motore. Tuttavia il Congresso ha continuato a finanziare il programma fino all’anno fiscale 2010. Per l’anno fiscale 2011 il Dipartimento della Difesa ha notificato al Congresso che la conferma della programmazione del motore alternativo F136 comporterebbe un costo addizionale di 2,9 miliardi di dollari per i prossimi sei anni.

 

Al riguardo si segnala che nella costruzione del motore F136 è coinvolta anche l’impresa italiana Avio (cfr. supra)

 

Per quel che concerne l’Italia, si riporta, nella tabella sottostante (a partire dal 2003), la serie storica dei costi (in milioni di euro) per il programma JSF preventivati dalla Nota aggiuntiva al bilancio della difesa:

 

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

107,3

126,0

118,8

148,7

127,8

94,8

47,1

158,9

 

Per quanto riguarda le prospettive dell’esportazione, le prime consegne per il mercato dell’export sono previste per il 2015; l’obiettivo primario è quello di puntare alla sostituzione dei 4.000 aerei F-16 in servizio nelle aeronautiche militari di decine di Paesi. Il 1° ottobre 2008 il Dipartimento di Stato USA ha annunciato la vendita (che deve essere approvata dal Congresso) di 25 JSF ad Israele, con opzione per ulteriori 50 velivoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonti: Atti parlamentari, Ministero della difesa, RID - Rivista italiana di difesa, IAI, Panorama difesa, The Military Balance 2010, Dipartimento della difesa USA, ANSA, siti internet ufficiali del JSF, della Lockheed , di Finmeccanica, di Paginedidifesa e di Dedalonews, GAO e Congressional Research Service.

 


Servizio Studi – Dipartimento Difesa

( 06 6760-4172 – *st_difesa@camera.it

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File: DI0259_0.doc



[1] Il General Accountability Office è un’agenzia indipendente che supporta il Congresso USA nel monitoraggio dell’azione del governo federale e delle sue spese.

[2]    Il Nunn-Mc Curdy Amendment del 1982  all’Authorization Act per il Dipartimento della Difesa per l’anno fiscale 1983 impone la comunicazione al Congresso quando i costi dei principali programmi di acquisizione d’arma (Major Defence Acquisition Programs) superano del 15 per cento o più i costi previsti all’ultimo aggiornamento (current baseline estimate) ovvero del 30 per cento o più gli original baseline estimate, i costi originariamente previsti (violazione significativa, significant breach, del Nunn-McCurdy Amendment). La comunicazione è altresì obbligatoria quando i costi superino del 25 per cento o più i costi previsti all’ultimo aggiornamento ovvero del 50 per cento o più i costi originariamente previsti all’ultimo aggiornamento (violazione critica, critical breach, del Nunn-McCurdy Amendment). A seguito di una modifica legislativa approvata nel 2009 in caso di violazione critica il programma viene terminato a meno che il Dipartimento della Difesa non certifichi al Congresso il suo carattere essenziale per la sicurezza nazionale. Anche in questo caso, comunque, il programma deve essere ristrutturato.