XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 414 di giovedì 22 ottobre 2020
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO
La seduta comincia alle 10,05.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNA RITA TATEO , Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 20 ottobre 2020.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bergamini, Enrico Borghi, Dieni, De Menech, Orlando, Zennaro e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sulle misure adottate per la nuova fase relativa all'emergenza epidemiologica da COVID-19.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sulle misure adottate per la nuova fase relativa all'emergenza epidemiologica da COVID-19.
Dopo l'intervento del Presidente del Consiglio dei ministri, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per dieci minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
(Intervento del Presidente del Consiglio dei ministri)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte.
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Gentile Presidente, gentili deputate e gentili deputati, l'evolversi della situazione epidemiologica in questi ultimi giorni ha reso necessaria l'adozione urgente di un ulteriore DPCM volto a integrare quello precedente, adottato il 13 ottobre, con l'introduzione di ulteriori misure di natura restrittiva, al fine di contenere quanto più possibile il contagio in presenza di una recrudescenza del virus ormai in atto da alcune settimane.
In ragione dell'urgenza e del repentino aggravamento della situazione, non è stato purtroppo possibile illustrare in via preventiva in Parlamento lo schema del provvedimento. Ho quindi informato i Presidenti delle Camere, preannunciando loro la mia intenzione di venire a riferire tempestivamente il contenuto delle misure adottate, ai sensi della previsione dell'articolo 2, quinto comma, del decreto-legge n. 19 del 2020.
Prima di riferire sulle misure adottate, desidero illustrare le ragioni che hanno indotto il Governo ad assumere queste determinazioni e la ratio sottesa al complesso degli interventi. Innanzitutto, voglio sottolineare che, nei mesi successivi alla fase più acuta della pandemia, non abbiamo mai abbassato la guardia. L'Italia è stata - lo ricordiamo - la nazione che per prima, con coraggio, con determinazione, ha scelto di assumere misure molto rigorose, sino al lockdown, e ancora è stata il Paese più prudente nelle riaperture. Più volte in Parlamento, in precedenti comunicazioni, abbiamo sottolineato che, nonostante i tanti passi in avanti fatti, non potevamo e non dovevamo considerarci in un porto sicuro, mentre nel mondo e ai nostri confini il contagio si moltiplicava per numero ed estensione territoriale. Siamo consapevoli che ai cittadini, ancora una volta, si chiedono sacrifici, rinunce, limitazioni alla loro ordinaria condotta di vita, con particolare riferimento alle relazioni di comunità. Ancora una volta siamo costretti a compiere una sofferta operazione di bilanciamento tra diritti e libertà fondamentali, con l'obiettivo di individuare il punto di equilibrio che, nell'assicurare alla salute la tutela più intensa, comporti il minor sacrificio possibile degli altri diritti fondamentali pure coinvolti.
I principi che muovono oggi l'azione del Governo al contenimento del contagio sono sempre gli stessi, sono quelli che ci hanno consentito di superare efficacemente la prima ondata della pandemia: massima precauzione, adeguatezza e proporzionalità, nella prospettiva della prioritaria tutela della vita e della salute dei cittadini, che è - giova ribadirlo - presupposto per il godimento di tutti gli altri diritti. L'esperienza di questi mesi ci ha anche dimostrato che tutelare prioritariamente la salute consente di difendere meglio anche il tessuto produttivo del Paese: se ci pensate, sarebbe stato impossibile preservare la produzione e tutelare il tessuto economico trascurando la salute dei cittadini. L'intenso lavoro svolto con il coinvolgimento degli esperti del Comitato tecnico-scientifico - che ancora una volta desidero ringraziare pubblicamente a nome di tutta la comunità nazionale - e la responsabile partecipazione di tutte le parti sociali - associazioni di categoria e associazioni sindacali - ci ha consentito di definire le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. Questo è stato un passaggio fondamentale perché la correttezza di questa scelta - che rivendico come decisiva nella strategia di contrasto alla pandemia - è stata anche confermata dai dati economici di quest'anno, che al momento risultano più confortanti delle attese. La nostra economia sta dimostrando un'elevata resilienza, come dimostrano sia la caduta del PIL nel secondo trimestre, che appare più contenuta rispetto a quella di molti partner europei, sia gli indicatori economici relativi al terzo trimestre, che si prospettano decisamente positivi. Però quella decisione ci consente al momento di evitare chiusure generalizzate e diffuse su tutto il territorio nazionale, di pervenire all'arresto delle attività produttive e lavorative, alla chiusura delle scuole e di tutti gli uffici pubblici. La strategia per contrastare questa seconda ondata di contagio non può essere quindi la stessa adottata in primavera, anche per le conoscenze acquisite in questi mesi e per le prassi virtuose che fanno parte della nostra esperienza quotidiana. L'Italia è oggi in una situazione ben diversa rispetto a quella del mese di marzo, anche se pure questa situazione si sta rivelando molto critica. All'inizio - lo ricordiamo - non disponevamo di mezzi - mascherine, test diagnostici, terapie intensive sufficientemente capienti - per contrastare questo nemico invisibile e insidioso, non eravamo neppure a conoscenza, se non vagamente, delle procedure di base per affrontare questa sfida; oggi siamo più pronti, grazie al lavoro ed al sacrificio di tutti. L'elenco per soffermarmi in ringraziamenti personalizzati sarebbe molto lungo, permettetemi però di ringraziare, ancora una volta, tutti gli operatori sanitari che sono in prima fila in questa dura battaglia (Applausi) e permettetemi di ringraziare anche le donne e gli uomini della Protezione civile, in particolare il capo, dottor Borrelli, e il commissario, dottor Arcuri, che sono costantemente impegnati, totalmente assorbiti dai loro compiti ormai da tanti mesi. Abbiamo sin qui distribuito più di un miliardo tra mascherine, tute, guanti, camici, ventilatori, maschere dell'ossigeno; i nostri piani prevedono il raddoppio dei posti in terapia intensiva e subintensiva. Il personale sanitario è stato aumentato di ben 34 mila unità; senza considerare l'accresciuta capacità di tracciamento, contenimento ed esecuzione dei test diagnostici. Attualmente produciamo 20 milioni di mascherine chirurgiche al giorno e, a breve, arriveremo a produrne e a distribuirne 30 milioni: stiamo parlando sempre di mascherine chirurgiche al giorno. Già oggi siamo uno dei pochi - e non azzardo a dire l'unico solo per cautela - Paesi al mondo in grado di distribuire gratuitamente, giornalmente, una mascherina chirurgica per ogni studente. Distribuiamo anche 7 milioni di mascherine chirurgiche agli ospedali, alle residenze per anziani, alle Forze di polizia. Abbiamo investito miliardi su trasporti, scuola e università, uffici pubblici per garantire condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro e di studio, adottando protocolli che tutelino studenti e lavoratori e li pongano in grado di proseguire nelle ordinarie attività.
Ecco, questo immane lavoro svolto ci spinge oggi ad affrontare con una strategia diversa la pandemia, concentrando l'attenzione a livello nazionale esclusivamente su quelle misure volte a limitare le condotte ed i comportamenti più direttamente riconducibili alla sfera delle relazioni sociali e ricreative, attualmente veicolo - ce lo segnalano le evidenze epidemiologiche - di maggiore diffusione del virus. Ovviamente ci manteniamo vigili e flessibili per valutare la curva di questi giorni, che rivela sempre costante criticità. A livello regionale, tuttavia, bisogna mantenersi anche pronti ad intervenire, in base all'assetto definito dal decreto legge n. 125 del 2020, per modulare in senso più restrittivo le misure, qualora, in base alla progressione del virus, si verifichino situazioni di particolare criticità in specifiche aree della regione. Le regioni infatti, per contrastare la maggiore diffusione del contagio, possono introdurre misure ulteriori rispetto a quelle disposte a livello nazionale dal DPCM, in conformità ai criteri previsti dai provvedimenti del Governo, e comunque d'intesa con il Ministro della salute, il Ministro Speranza, qui presente. Tanto più in questa fase ritengo fondamentale, direi decisivo, il massimo coordinamento tra i diversi livelli di governo, secondo un metodo ispirato alla collegialità, alla necessaria condivisione delle scelte, le quali, seppur differenziate per adattarsi al mutevole ed erratico andamento del contagio, devono comunque preservare i caratteri di omogeneità e di coerenza per non smarrire la ratio unitaria dell'intervento all'emergenza. Quindi, in questi ultimi giorni, vi sono già alcune regioni che hanno promosso la procedura per pervenire a misure più restrittive rispetto a quelle contenute nel DPCM: al momento si è concluso l'iter per la regione Lombardia, si sta concludendo quello per la Campania, c'è stata anche la regione Lazio; adesso non le sto a indicare tutte, ma molte regioni si sono già attivate per introdurre queste misure più restrittive. L'efficacia della risposta resta in ogni caso affidata alla responsabilità individuale di ciascun cittadino, alla responsabilità collettiva dell'intera comunità nazionale. Questo lo dobbiamo rimarcare: al di là delle misure restrittive adottate, tanto più sarà rigoroso il rispetto delle prescrizioni da parte di ciascun cittadino, da parte di ciascuno di noi, tanto più efficace sarà il contenimento del rischio di contagio, e più possibile superare questa seconda ondata con il minor sacrificio per il Paese. Dobbiamo sforzarci tutti di ridurre le occasioni di contagio, di evitare spostamenti non più necessari e attività superflue che potrebbero generare rischio. Se saremo disposti oggi ad affrontare questi piccoli sacrifici, domani riusciremo ad evitare interventi più rigorosi e quindi più penalizzanti. D'altra parte sono stati soprattutto il senso di responsabilità, la consapevolezza di condividere un comune destino a consentirci, nella fase più acuta, quella più imprevedibile della pandemia, di vincere la prima battaglia e di ritornare, con anticipo anche rispetto al previsto, alle abitudini di vita a noi più care.
Io sono fiducioso che, anche questa volta, l'intera comunità nazionale saprà esprimere, come già accaduto in occasione della prima ondata, la serietà, la forza d'animo, la determinazione necessaria a superare la difficile sfida che stiamo vivendo e che sono state anche sottolineate e apprezzate a livello internazionale. Il DPCM, che ho firmato domenica sera, frutto di un intenso dialogo tra Ministri, forze di maggioranza, Comitato tecnico-scientifico, regioni ed enti locali, integra e completa il precedente decreto del 13 ottobre, con il quale erano già state introdotte misure specifiche di contenimento. In particolare, ricordo l'obbligo di recare con sé sempre dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché l'obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all'aperto, salvo specifici casi.
Per quanto riguarda la vita di relazione, il DPCM del 13 ottobre aveva già previsto alcune limitazioni (le ricorderete): il divieto di feste al chiuso e all'aperto, ad eccezione di quelle conseguenti alle cerimonie civili o religiose per le quali è previsto il limite di 30 persone; la raccomandazione - ma, direi, la forte raccomandazione - di evitare feste nelle abitazioni private, di astenersi a ricevere persone non conviventi in numero superiore a sei; le attività di ristorazione, salvo limitate eccezioni, sono consentite con alcune limitazioni che variano in base alla modalità di consumazione. Per contenere la vita notturna, dove spesso si verificano situazioni di assembramento estremamente pericolose, il DPCM prevede la possibilità, dopo le ore 21, di chiudere strade o piazze nei centri urbani. Su questo tema abbiamo anche fugato le preoccupazioni legittimamente espresse dai sindaci, i quali temevano di non poter disporre di risorse di polizia adeguate a garantire l'efficacia dell'intervento di chiusura. Per questo è stata predisposta, da parte del Ministro dell'Interno, della Ministra Lamorgese, una direttiva indirizzata ai prefetti che assicura, in accordo e in coordinamento con le autorità locali, la piena operatività alla misura.
Come ho già ricordato, le attività scolastiche continueranno in presenza. Non possiamo permetterci che uno dei principali assi portanti del Paese, dove sono riposte le migliori garanzie di un futuro migliore, possa subire ulteriori sacrifici. Lo dobbiamo all'impegno sin qui riposto dai nostri dirigenti scolastici, dai nostri docenti, dal personale ATA, che, pure in condizioni difficili, hanno garantito nel periodo anche più duro la continuità didattica, sperimentando nuove, talvolta inesplorate, attività di insegnamento. Lo dobbiamo alle famiglie e lo dobbiamo, soprattutto, ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, che non possiamo lasciare privi del valore di un'esperienza irripetibile di formazione culturale e umana che si realizza nella scuola attraverso un'offerta didattica che presuppone e integra, quale tratto caratterizzante, la fondamentale relazione interpersonale. Solo per le scuole secondarie di secondo grado sono previste modalità ancora più flessibili di organizzazione dell'attività didattica - e la Ministra Azzolina presiederà perché questo avvenga - che contemplano ingressi degli studenti scaglionati a partire dalle nove, con possibilità di ricorrere anche ai turni pomeridiani. Per quanto riguarda la formazione superiore, invece, è stato previsto che le università, di concerto con il Comitato universitario regionale di riferimento, predispongano, in base all'andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari in presenza e a distanza in funzione delle esigenze formative, tenendo conto dell'evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria.
Quanto alle attività sportive da contatto, oltre alle attività a livello amatoriale già interdette con il DPCM del 13 ottobre, è stata disposta l'attività dilettantistica di base, salvo, per quest'ultima, gli allenamenti individuali. Sono, inoltre, vietate le sagre, le fiere locali; restano, invece, consentite le manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale.
Sono consentite le attività convegnistiche, quelle congressuali, purché si svolgano in modalità a distanza. Anche nell'ambito delle pubbliche amministrazioni è previsto che le riunioni si svolgano in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni. La Ministra per la pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, lunedì scorso ha emanato un decreto che stabilisce il ricorso allo smart working in misura superiore anche al 50 per cento. Siamo consapevoli che ad alcune categorie - e mi riferisco, soprattutto, al settore dei bar e dei ristoranti, i cui rappresentati, peraltro, ho voluto incontrare all'indomani dell'emanazione del DPCM del 13 ottobre - chiediamo ulteriori sacrifici. Al riguardo, assicuro l'impegno del Governo ad adottare misure di sostegno mirate a vantaggio di queste categorie produttive più duramente colpite e a tal fine, con la prossima legge di bilancio del 2021, il Governo intende porre in essere una strategia che, pur agendo con una prospettiva di medio e lungo periodo, non trascuri anche misure immediate. In una fase ancora critica della congiuntura economica, il Paese ha bisogno di ossigeno per poter tornare a correre e a ridurre al massimo l'incertezza. In generale, la manovra mira a tutelare la stabilità economica del Paese attraverso il mantenimento di un consistente stimolo fiscale alla nostra economia. Questo significa che non prevediamo nessun aumento delle imposte. In un decreto-legge dedicato abbiamo previsto la proroga, fino all'inizio del nuovo anno, della sospensione delle attività di notifica di nuove cartelle di pagamento, del pagamento delle cartelle precedentemente inviate e degli altri atti dell'agente della riscossione. Allo stesso tempo, proroghiamo agli inizi del nuovo anno anche il periodo durante il quale si decade dalla rateizzazione con il mancato pagamento di dieci rate anziché cinque. Inoltre, nella legge di bilancio prevediamo un Fondo da 4 miliardi di euro per il sostegno delle attività maggiormente colpite dalla crisi come, ad esempio, il settore del turismo, della cultura, dello spettacolo, della ristorazione.
I contraccolpi della crisi sono ancora forti e non è possibile in questa fase dismettere la rete di protezione disposta sin dall'inizio della crisi in favore dei lavoratori e delle imprese. Per tale ragione rifinanziamo con 5 miliardi di euro un ulteriore ciclo della Cassa integrazione, prevedendo la gratuità della Cassa integrazione per le imprese che hanno registrato perdite oltre una soglia predeterminata. Allo stesso scopo, viene estesa la durata della moratoria sui mutui. Viene rifinanziato il Fondo centrale di garanzia per erogare prestiti alle piccole e medie imprese e viene anche rafforzato l'intervento di SACE, con garanzie pubbliche a sostegno delle medie e delle grandi imprese. Viene prorogata l'estensione temporale delle misure di sostegno alla patrimonializzazione delle piccole e medie imprese all'interno del quadro temporaneo - quello europeo - in materia di aiuti di Stato. Anche nel settore dei trasporti interverremo con misure mirate e adeguate. A fronte della oggettiva difficoltà di conciliare la massima copertura possibile per il trasporto pubblico con il rispetto delle norme di distanziamento interpersonale, in particolare a seguito della ripresa della scuola, che, come ho già ricordato, costituisce per il Governo una priorità assoluta, abbiamo stanziato, per un ulteriore potenziamento del trasporto scolastico, 350 milioni di euro aggiuntivi per il 2021 in favore di regioni e comuni.
La manovra ci consente di gettare uno sguardo anche al medio e al lungo periodo, di erigere i pilastri necessari a ricostruire il nostro potenziale di crescita e di sviluppo sociale. Per conseguire un vero rilancio della nostra economia è imprescindibile incrementare la partecipazione al lavoro - in particolare, mi riferisco al lavoro delle donne e dei giovani -, favorire la natalità, rendere più equo e più efficiente il nostro sistema fiscale, massimizzare lo sforzo economico e normativo a sostegno degli investimenti. Nel disegno di legge di bilancio abbiamo affrontato ognuna di queste priorità. In questi giorni e ancora nelle prossime settimane dovremo rimanere ben concentrati sul contenimento del contagio.
Siamo ben consapevoli che il nemico non è stato ancora sconfitto, circola tra noi; siamo ancora dentro la pandemia, il costante aumento dei contagi ci impone di tenere l'attenzione altissima. Stavolta, forti dell'esperienza della scorsa primavera, dobbiamo adoperarci rimanendo vigili, prudenti, pronti a intervenire nuovamente se necessario.
Il Governo continuerà a mantenere costante anche l'interlocuzione con il Parlamento: quindi, mi predispongo a raccogliere tutti i suggerimenti, le istanze che scaturiranno dagli interventi che seguiranno, riferendone tempestivamente anche ai Ministri che adesso non sono presenti. Il Governo continuerà a dialogare, poi, in particolare, con spirito di leale collaborazione, con i rappresentanti delle regioni e degli enti locali, per gestire questa fase dell'emergenza. Questa collaborazione sarà davvero indispensabile per poter venire a capo di questa ulteriore sfida: anche perché è necessario, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica, l'altro giorno, il coro sintonico delle nostre istituzioni e delle loro attività, che solo può condurci a superare queste difficoltà, in modo da perseguire, quindi, una strategia condivisa, responsabile, efficace (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).
(Interventi)
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare il deputato Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, signora Ministra e signori Ministri, spesso usiamo il paragone bellico per parlare di questa pandemia: ebbene, la guerra quindi non è ancora finita, già lo sapevamo, già sapevamo che sarebbe stata lunga. E già sappiamo che non ci sarà un momento preciso, come nelle guerre, in cui potremo dire: ora è finita, non ci sarà un momento in cui potremo lanciare le mascherine in aria, come i soldati lanciavano gli elmetti, e ci potremo abbracciare e tornare alla normalità; ci sarà una strada lunga, lenta e graduale, che però sarà la strada lenta, lunga e graduale verso quella vittoria.
Adesso dobbiamo agire con la difficoltà enorme di conciliare le libertà personali e la tutela della salute; però siamo coscienti che non ci sarà e non c'è crescita economica se non si contiene il contagio. Dobbiamo agire così; però dobbiamo e vogliamo dirlo con chiarezza: il virus, in Italia non è fuori controllo. Non è fuori controllo perché, a differenza della propaganda che si fa, il Governo e lo Stato hanno lavorato senza sosta per tenere un Paese in piedi, e perché gli italiani hanno mostrato un senso di responsabilità, hanno un senso di responsabilità e di consapevolezza enorme. E lo sappiamo tutti che in tutto il mondo il Governo può essere il più efficiente e il più virtuoso, ma poi il comportamento individuale e responsabile, che fortunatamente gli italiani hanno dimostrato e continuano a dimostrare, quello è il primo argine per la diffusione del contagio.
Però non si può non vedere che, cercando di delegittimare costantemente il lavoro dello Stato, si alimenta una sfiducia che porta automaticamente molti cittadini a non riconoscere neanche quelle precauzioni. Perché qui nessuno dice che non ci devono essere ovvie, legittime differenze politiche, però non si può mistificare la realtà. Non si può dire che lo Stato e il Governo non hanno fatto nulla per prevedere questa seconda ondata, che poi in realtà è un'onda di una solita, appunto, ondata. Perché rimettiamo in fila le cose: l'abbiamo già detto: l'INPS ha fatto in sei mesi quello che solitamente fa in sei anni. Pensiamo alla sanità; io capisco che il cittadino comune non riesce a cogliere o non sa cogliere la differenza tra quello che è compito dello Stato, della regione, del comune: il pubblico è il pubblico per il cittadino. Ma noi qui la conosciamo, qui noi sappiamo quali sono le differenti filiere istituzionali e le differenti competenze, sappiamo che esiste una separazione di competenze garantite dalla Costituzione.
Non riconoscere che il Governo per la sanità ha stanziato 9,5 miliardi di euro e 1,4 miliardi per l'aumento dei posti in terapia intensiva, non riconoscere questo e non vedere che ci sono alcune regioni virtuose e alcune regioni non virtuose… Eppure il Governo è sempre il solito!
Citiamo allora due esempi di due regioni governate dal medesimo partito, così evitiamo qualsiasi idea di provocazione politica. Il Veneto doveva aumentare le terapie intensive da 494, le ha aumentate a 825, ben 120 posti in più del previsto, seguendo i fondi e le direttive del Governo. La regione Lombardia doveva passare da 861 posti letto in terapia intensiva a 1.446, e invece è ferma a 994. Il Governo è il solito, le direttive sono le solite; evidentemente c'è un lavoro diverso che avviene nelle regioni, e non si può non restituire questa cosa. E allora se vediamo questi dati, io mi permetto di dire che sentiamo continuamente la parola MES quando si parla di spese sanitarie, prima pensiamo a spendere le risorse che abbiamo stanziato e a potenziare la sanità! A potenziare la sanità! Altrimenti diventa ideologico infilare sempre la parola MES in ogni discorso. Per il MoVimento 5 Stelle, il MES rimane uno strumento inadeguato, e lo sarà sempre; e anche questi dati sono qui a testimoniarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Sulla scuola, la stessa cosa: esistono diversi livelli di governo, esiste lo Stato, esistono le regioni, esistono le province. Oggi viene fatto un concorso, e se la nostra colpa è quella di dire che perché lo Stato assuma si deve fare un concorso pubblico, allora è una colpa! Si dice che si deve rimandare questo concorso: ma chi è che fra due mesi ha la certezza che i contagi non saranno in aumento? Il concorso viene fatto, e viene fatto in sicurezza: in sicurezza, con dieci persone per aula, con la rilevazione delle temperature, con le aule sanificate, perché la scuola è stato dimostrato che è il luogo che è stato più sicuro in questa fase. Solamente che l'attacco alla Ministra Azzolina, nonostante la previsione di assunzione di 84.808 docenti, di 11.323 unità nel personale ATA, dell'immissione in ruolo di 529 dirigenti scolastici, dei fondi per il settore scuola di 7 miliardi 256 milioni… non bastano. Lei Ministra Azzolina, ha due colpe: una è l'essere donna, l'altra è di essere del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
A febbraio molte donne e molti uomini di scienza non avevano previsto ovviamente quello che sarebbe stato il COVID, perché la scienza non fa pronostici: la scienza analizza, studia e fa delle previsioni basate su dati scientifici. Quindi, è inutile citare le previsioni fatte a febbraio; è triste, però, vedere che a maggio, dopo la primavera che abbiamo subito, ci fossero così tante sottovalutazioni del virus e del contagio, e sentire esponenti politici che quando si parlava di stato di emergenza, di prorogare lo stato di emergenza… sentir dire, due esempi, Salvini: “L'unico stato di emergenza è quello della maggioranza, non ravviso la necessità di prorogare per altri mesi lo stato d'emergenza”; Meloni, un mese fa: “È una pericolosissima deriva liberticida, siete dei pazzi, degli irresponsabili, non saremo vostri conniventi, il centrodestra compatto voterà contro lo stato d'emergenza”. Questo era quello che ci sentivamo dire, e se ora possiamo emanare i DPCM e possiamo agire con tempestività è perché è stato prorogato questo stato d'emergenza!
PAOLO TRANCASSINI (FDI). Solo in Italia!
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Non stupirebbero queste dichiarazioni se venissero da dei personaggi televisivi in cerca di qualche popolarità. Il problema è che vengono da dei leader che sicuramente, con le loro parole e i loro comportamenti, hanno un'influenza anche sul comportamento degli individui, e siccome il comportamento degli individui è fondamentale, queste parole sono totalmente irresponsabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti del deputato Deidda)!
PRESIDENTE. Deputato Deidda, per favore!
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Stiamo scrivendo una manovra di bilancio, praticamente la quarta quest'anno, che servirà a prorogare aiuti e sostentamenti, ma dando anche una prospettiva di futuro, perché in questa particolare guerra bisogna iniziare a ricostruire nel momento in cui stiamo ancora combattendo e in questa particolare guerra, questa particolarissima guerra del XXI secolo, vediamo che il soldato non è, come in passato, l'uomo forte e coraggioso che sprezzante del pericolo vinceva in battaglia; i soldati e le soldatesse di questa guerra sono le donne e gli uomini che lavorano negli ospedali, le donne e gli uomini dei servizi essenziali, le donne e gli uomini che nei laboratori stanno lavorando da mesi alla ricerca del vaccino, con l'arma che hanno a disposizione che è quella del sapere, il sapere, questo bene immateriale, ma che mai come oggi serve ed è vitale per il nostro benessere fisico e materiale. Quindi, quando vinceremo, dopo questa lunga e lenta strada e ci dovremo dedicare alla ricostruzione, bisognerà ricordarsi delle due cose essenziali che ci hanno salvato e che ci permetteranno di ripartire: il servizio pubblico e il sapere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore… deputato Delmastro, per favore, anche la mascherina, bene. Prego, deputata Locatelli.
ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Innanzitutto, io vorrei fare un minimo di chiarezza, perché, invece, dal mio punto di vista, l'unica colpa che ha il Ministro Azzolina è quella di essere la persona sbagliata nel posto sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché, se per mesi ha riflettuto sui banchi e ancora sta contando la distribuzione delle mascherine, io credo che non abbia capito un bel niente di quello che è il problema dei ragazzi e delle ragazze che devono andare a scuola e devono poter frequentare la scuola, peraltro, accedendo al trasporto pubblico, trasporto pubblico che, per mesi, è stato trascurato e abbandonato, forse perché questo Governo stava riflettendo più sui monopattini che sul trasporto dei ragazzi verso la scuola (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma che sicuramente non è stato adeguato, perché non ci sono state una pianificazione, una progettazione e una prevenzione di quello che sta succedendo adesso.
È chiaro che, poi, in questa grave situazione di trascuratezza, di non prevenzione, di non pianificazione, tutto ricade un'altra volta sulle spalle di sindaci e governatori, proprio anche quelli che cita il collega, anche quelli della Lombardia, anche quelli del Veneto, che, oggi, ricordo peraltro che possono essere i testimoni migliori per ricordare che siamo nell'anniversario, il terzo anniversario, del referendum per l'autonomia, un referendum che tanti italiani, tanti veneti e tanti lombardi hanno chiesto, hanno voluto per il diritto di avere servizi migliori, più vicini, per risparmiare e, semplicemente, per essere, nel loro territorio, più liberi di spendere le risorse; tanti altri governatori lo hanno chiesto, e questa potrebbe essere una soluzione per il futuro, ma ancora non è stata data una risposta da questo Governo, mentre mi sembra che fossimo a buon punto con le trattative con tutte le regioni coinvolte con il precedente Governo.
Tuttavia, un'altra cosa mi sorprende e, poi, oggi voglio toccare un tema che non è mio direttamente, quello dell'economia, ma che devo toccare perché mi sono guardata alcuni dati e ho trascritto alcune frasi del Presidente Conte che mi hanno lasciato un attimo qualche dubbio, però mi chiedo anche questo: se siamo in piena emergenza sanitaria, abbiamo prorogato l'emergenza nazionale e chiediamo ulteriori sacrifici agli italiani, è possibile che i nostri sindaci e i nostri governatori siano costretti a limitare la vita quotidiana degli italiani, delle attività, delle aziende, di tutto l'indotto e di tutte le attività economiche del territorio, ma possano sbarcare, stanotte, 250 tunisini a Lampedusa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Ma non è, guardate, per ridire le solite cose, perché la Lega si occupa dei clandestini (Commenti del deputato Fornaro)…
PRESIDENTE. Deputato Fornaro!
ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Ma perché ciò non è coerente: gli italiani si chiedono perché qui ci siano i soldi e, invece, la cassa integrazione non sia ancora arrivata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti del deputato Stumpo)!
PRESIDENTE. Deputato Stumpo, deputato Stumpo!
ALESSANDRA LOCATELLI (LEGA). Questo non è normale! Ve lo dovete chiedere come mai si trovino le risorse per le navi da crociera, come mai si trovino le risorse per tamponi, monitoraggio, vitto e alloggio dei clandestini e non ci sia la cassa integrazione per gli italiani. È un sacrosanto diritto e devono arrivare nelle tasche di tutti tutte le mensilità che non sono ancora state versate.
Voglio ancora dire che ho trascritto queste frasi, perché il Presidente Conte ci ha detto: la nostra economia dimostra resilienza - questo è un termine che piace tantissimo, ultimamente -, la caduta del PIL è contenuta rispetto ad altri Paesi, è uno scenario economico meno drammatico del previsto. Ecco, a me non risulta, perché per esempio FIPE e Confcommercio ci dicono che entro fine anno chiuderanno 50 mila imprese e sono a rischio sopravvivenza altre 340 mila imprese, Coldiretti ci dice che ci sono un milione di nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare, ISTAT ci dice che il 40 per cento delle micro imprese rischia la chiusura, Federalberghi denuncia che, con l'ultimo DPCM, la sospensione dei congressi rischia di far chiudere tutto un settore che genera l'indotto di 64,7 miliardi di euro, con un impatto diretto sul PIL di 36,2 miliardi di euro, con, naturalmente, 569 mila persone che lavorano in quel comparto e che rischiano il posto. Potrei andare avanti, perché c'è Banca d'Italia che fa un'indagine sulle famiglie che non ce la fanno a campare, non ce la facevano prima a tirare a fine mese, figuriamoci adesso, ma, secondo il Presidente del Consiglio, la situazione economica del nostro Paese è florida.
Allora, invece, io dico che è necessario parlare di lavoro, rimetterlo al centro, perché senza lavoro la gente non si può pagare le visite mediche, non può andare a farsi curare e le famiglie non possono mangiare, e se facciamo chiudere tutte queste imprese, che sono il risultato delle politiche di questi ultimi mesi e di quelle che verranno, purtroppo, ancora, nei prossimi, purtroppo non ci sarà più nulla da fare per rimediare, per riportare l'economia a un livello decente di sopportazione. Peraltro, ricordo che questo Governo sta trascurando le persone più fragili e, quando parlo di lavoro, parlo anche di quel settore che riguarda i lavoratori fragili; ne abbiamo parlato tanto nel “Cura Italia”, ci sono state delle proroghe per i loro diritti, proprio perché se abbiamo esteso l'emergenza nazionale sanitaria dovevamo tutelare anche la loro salute, invece, stanno usando le loro ferie, sono a casa, rischiano il posto di lavoro, ma rischiano anche la loro vita e la salute. E non è possibile che nei vostri ragionamenti, nei vostri tavoli di confronto, ancora non siano stati oggetto di una proroga, rispetto ai loro diritti. Ci sono persone a casa che hanno bisogno di lavorare o hanno bisogno di sostegno. Tutti questi miliardi che voi descrivete in arrivo dall'Europa, dalla legge di bilancio, da tutte le vostre strategie, non si stanno vedendo; mi dovete spiegare quale sia il senso di tutte queste operazioni se, poi, agli italiani a casa non arriva un soldo. Questo è il problema, perché poi possiamo mettere la salute, ci mancherebbe altro, al primo posto, ma dobbiamo anche renderci conto che, forse, c'è da fare una riflessione sulle strategie che sono state messe in campo, c'è da fare una riflessione sul percorso fatto fino ad oggi, perché se non siamo più, come tutti quanti stanno ammettendo, nella situazione di marzo o di aprile, mi dovete spiegare come mai ancora siamo costretti a penalizzare e a sacrificare sempre gli italiani.
Inoltre, io ho qualche dubbio anche sul futuro delle famiglie, perché ho sentito tante belle parole, come sempre, dal Presidente Conte, riguardo alla natalità, alla crescita del Paese, al bene pubblico e alla pace nel mondo, questo lo diciamo sempre, però, purtroppo, poi, concretamente, quali sono i gesti? Io temo che i soldi, qui, non ci siano e che non arriveranno in tempo neanche dall'Europa e voi vi stiate nascondendo dietro queste operazioni, dietro queste parole, perché, in realtà, per gli italiani, non ci sarà niente, non ci sarà niente perché, purtroppo, i vostri ragionamenti non arrivano mai in tempo, arrivano in ritardo e la rabbia delle opposizioni non è quella semplicemente politica, è la voce del popolo, è la voce delle persone che protestano ogni giorno fuori da Montecitorio, che scrivono mail disperate e che non ne possono più di essere sacrificate, quando, peraltro - scusate, visto che è stato anche citato - nel concorso del Ministro Azzolina, lì la sicurezza e i protocolli sono stati garantiti.
Mi spiegate perché le palestre e tutte le attività sportive che hanno fatto investimenti per sanificare e per garantire la sicurezza secondo le stesse prescrizioni del CTS, oggi invece non sono più sicuri? Me lo dovete spiegare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e non solo a me, lo dovete spiegare anche agli italiani! Allora, io credo che siamo in una situazione in cui non ci si possa più nascondere solo dietro all'emergenza sanitaria, serve un profondo riesame di tutto quello che sta succedendo nel Paese, che riguarda direttamente gli italiani - il lavoro, l'occupazione, le imprese, le aziende - perché senza quello moriranno anche gli italiani che stanno bene purtroppo e bisogna assolutamente cercare di mettere in piedi dei tavoli di confronto con l'opposizione seri, signor Presidente, se vuole, non telefonate di trenta secondi, perché di quello non ce ne facciamo nulla, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giacomoni, prego.
SESTINO GIACOMONI (FI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli Ministri, signor Presidente del Consiglio, ormai Palazzo Chigi è diventata come Netflix, perché produce DPCM in serie come se fossero delle sitcom. Oggi noi siamo qui per parlare dell'undicesimo episodio della saga dei DPCM, il cui sottotitolo è “decreti poco chiari e maldestri”. Ben 11 DPCM in 7 mesi, un vero record da Guinness dei disastri; e tutti si domandano: ma perché dovete sfornare un DPCM dietro l'altro? Inizialmente pensavamo che lo stavate facendo per evitare il controllo del Parlamento, il controllo della Corte costituzionale, il controllo del Presidente della Repubblica, poi però abbiamo capito che il vero obiettivo, come per tutte le serie televisive che si rispettino, non è quello di fare il massimo degli ascolti, ossia il vostro obiettivo è quello di andare in TV, in prima serata e possibilmente a reti unificate, l'obiettivo sono i sondaggi. Dopo la diretta di domenica però avere intuito che qualcosa non funziona più ed è per questo probabilmente che vi siete rivolti alla coppia Fedez-Ferragni, nel tentativo di farvi ascoltare dai giovani. La cosa che vi sfugge, però, è che oggi neppure gli over 65 vi ascoltano più e per questo probabilmente vi dovrete rivolgere a Pippo Baudo e Raffaella Carrà. Vedete, c'è poco da sorridere: in realtà, per farsi ascoltare basterebbe un po' di serietà, basterebbe fissare poche regole, semplici, chiare e certe e non creare altra confusione. Onorevoli colleghi, la situazione è molto grave e, stando a quanto dicono i medici che lavorano in prima linea, siamo solo all'inizio di questa seconda e prevedibile ondata. Ieri abbiamo superato i 15.000 contagi, abbiamo avuto anche in questa settimana il raddoppio dei ricoveri, oltre 8.000. Non si può più parlare di focolai, ma di ripresa dell'epidemia. E' evidente che ci sono stati dei ritardi, è evidente che qualcosa non ha funzionato, Presidente. Il Comitato tecnico-scientifico si è spaccato, i sindaci sono insorti contro questo DPCM: in 300, compresi quelli eletti dal Partito Democratico, hanno chiesto di attivare subito il MES per supportare il sistema sanitario territoriale. Le regioni non si fidano del Governo, stanno intervenendo autonomamente. Da oggi, regione che vai coprifuoco che trovi. Personalmente credo - e soprattutto di questi tempi - che bisognerebbe evitare parole che evocano cattivi ricordi ed invece Lombardia e Campania hanno annunciato il coprifuoco dalle 23 alle 5; a breve lo faranno anche altre regioni, come il Lazio, il cui governatore, che poi è il segretario del Pd, insiste un giorno sì e l'altro pure nel chiedere di attivare subito il MES sanitario. Evidentemente, però, avete un problema di comunicazione. Forse è per questo che non ascoltare l'opposizione, opposizione che da mesi chiede di essere coinvolta seriamente in Parlamento, nell'interesse dell'Italia, per dare un contributo concreto in termini di idee e di cose da fare subito, come la sospensione delle cartelle esattoriali e dei pignoramenti, che Forza Italia chiedeva sin da marzo e che finalmente avete fatto, meglio tardi che mai. Lei, purtroppo, non ha mai coinvolto veramente le opposizioni, a parte qualche telefonata all'ultimo minuto. Lei spesso dimentica che il centrodestra governa 14 regioni su 20 e rappresenta la maggioranza reale del Paese. Così, la seconda ondata è arrivata e il Governo si è fatto trovare impreparato, come se le migliaia di persone scomparse ed i mesi trascorsi a lottare fossero passati inutilmente.
L'aumento dei casi in Italia e la vostra risposta confusa e disordinata dimostrano come il Governo abbia sottovalutato la portata del pericolo. Gli ospedali, specie quelli del Centro-Sud, si trovano ormai quasi al collasso. Il tracciamento dei positivi è in tilt, anche la semplice organizzazione dei tamponi è diventata un'impresa epica, perché ve l'assicuro, attendere 10-12 ore per fare il tampone a un figlio con la febbre a 38 non è accettabile in un Paese normale. Le domande che tutti gli italiani si stanno ponendo sono: cosa sia stato fatto in questi mesi, perché non sono stati potenziati veramente gli ospedali, perché non sono stati aperti nuovi reparti COVID-19, perché non sono stati aumentati a sufficienza i posti di terapia intensiva? In questi giorni abbiamo appreso che mancano ancora 4.300 posti in terapia intensiva 6.000 operatori sanitari, 20.000 medici, 53.000 infermieri: diteci perché non li avete assunti; perché in questi mesi le farmacie non sono state dotate dei test rapidi, così come pure i medici di famiglia e neppure dei vaccini antinfluenzali. L'impressione è che l'Esecutivo abbia navigato a vista, vi siete lasciati travolgere dagli eventi, tentando poi di mettere pezze coi DPCM. Dalla scuola ai trasporti, alla sanità vi siete fatti cogliere del tutto impreparati e le responsabilità poi sono ricadute sui cittadini, sulle imprese, sugli enti locali. Ma perché non avete potenziato nemmeno il trasporto pubblico? Vede, Presidente, governare non è facile, lo sappiamo bene, lo so anch'io personalmente, perché ho avuto la fortuna, per vent'anni, di essere a fianco del presidente Berlusconi. Noi, però, per dieci anni abbiamo governato, voi, in questo momento, non state governando, voi in questo momento state solo cercando di guadagnare tempo. Non vi siete minimamente preoccupati di aiutare in modo serio le imprese, gli artigiani, i commercianti, gli operatori turistici, le partite IVA: 90.000 imprese tra hotel, strutture ricettive, negozi, bar, ristoranti hanno chiuso e ce ne sono 600.000 ancora in pericolo. Secondo i dati dell'Istat, il 38 per cento rischia di fallire. Abbiamo perso da inizio anno oltre 350.000 posti di lavoro, nonostante il blocco dei licenziamenti. Vede, l'Italia è il penultimo Paese in Europa per numero di giovani laureati e voi non avete neppure pensato a cancellare gli aumenti del 50 per cento delle tasse universitarie per gli studenti, che quest'anno andranno inevitabilmente fuori corso. Anzi, vi dico di più: tutte le spese universitarie e tutte le tasse universitarie andrebbero cancellate, perché è assurdo che un giovane debba pagare per studiare. In questo quadro, oggi, abbiamo presentato una mozione a prima firma del nostro capogruppo, l'onorevole Gelmini, che saluto e a cui vanno i nostri auguri di pronta guarigione da parte di tutto il gruppo e spero di tutto il Parlamento (Applausi). Dicevo, abbiamo presentato una mozione, oggi, per far sì che i 20 miliardi non ancora spesi vengano messi veramente a sostegno delle attività messe in ginocchio dal COVID-19.
Tornando a voi, non avete nemmeno messo in campo gli strumenti necessari per sostenere le famiglie, in cui uno dei componenti ha contratto il virus. Per ridurre il rischio del contagio nelle abitazioni non bisogna controllare quante persone siedono intorno al tavolo da pranzo, ma bisogna ridurre il rischio di contagi mettendo a disposizione luoghi ampi, come alberghi, ex caserme, immobili pubblici, per l'isolamento degli asintomatici positivi, costretti a convivere con i propri familiari non contagiati. Questo andrebbe fatto. Il Governo invece non ha neppure protetto i lavoratori più esposti: nelle RSA, i medici e gli infermieri dovrebbero usare non la mascherina chirurgica, ma i dispositivi di protezione individuale, perché è nelle RSA che il virus fa i danni maggiori in termini di vite umane. Neppure i medici di famiglia hanno ricevuto i dispositivi di protezione individuale. Il Governo sta predisponendo una manovra di circa 40 miliardi, 25 in deficit, 15 provenienti dal Recovery Fund. Tutti, ormai, sappiamo che quei soldi arriveranno, se arriveranno, a metà del prossimo anno, quindi questa manovra è un immenso pagherò, che ci darà solo una certezza: i nostri figli saranno più poveri. Il crollo del PIL di una percentuale a due cifre, del 10 per cento, significa che l'economia ristagna invece di ripartire, che i consumi sono crollati e non riescono a riprendersi, che l'intero Paese si impoverisce giorno dopo giorno. In queste condizioni, Presidente del Consiglio, lei ha affermato che non siamo meno attrezzati perché non abbiamo attivato il MES. La verità è che il Governo ha dovuto varare l'ennesimo DPCM proprio perché avete perso sei mesi senza attivare il MES sanitario. Ma lei, signor Presidente, lo sa che il Ministro Speranza, che è seduto al suo fianco, ha presentato una riforma strutturale del sistema sanitario, che rimane chiusa nel cassetto, perché costa oltre 60 miliardi in cinque anni. Che fine ha fatto il pieno di Speranza per la sanità? Qualcuno ce lo dica. Sono sufficienti i 4 miliardi stanziati e il rifiuto del MES? Vede, caro Presidente, abbia il coraggio di dire che il MES non è una questione sanitaria, perché è una questione ideologica; rappresenta un problema politico, lo abbiamo ascoltato poco fa, perché se lei lo attivasse, nell'interesse del Paese, il suo Governo cadrebbe un secondo dopo.
Allora, signor Presidente, ci ascolti: si liberi delle contraddizioni della sua maggioranza, si liberi delle zavorre, le zavorre che, all'interno della sua maggioranza, la bloccano, si liberi dei no-vax, dei no-TAV, dei no-MES. Lei sa bene che il MES sanitario è ben altra cosa rispetto al vecchio MES salva-Stati; sa bene che, dal primo giugno scorso, l'Europa ha messo a disposizione del nostro Paese 36 miliardi. E' sì debito, ma un debito diverso, un debito leggero, perché offerto a tassi zero, un debito buono che va utilizzato per riformare il sistema sanitario, che va utilizzato per i reparti COVID, per aumentare i posti in terapia intensiva, per aumentare e assumere i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e per tutto quello che serviva, sin da marzo, e che ancora servirebbe al nostro Paese e che non abbiamo potuto realizzare perché non abbiamo risorse. Presidente, noi sappiamo bene che lei sta facendo del suo meglio, lei sta facendo tutto quello che può con l'esercito che ha. Però, ci ascolti, ascolti le opposizioni, non perda altro tempo! Attivi subito il MES e non abbia soprattutto paura di liberarsi dei paletti ideologici e di chi li sostiene. Vedrà che lei in Parlamento troverà i voti necessari per andare avanti perché l'opposizione è pronta a sostenere i progetti veramente importanti per il Paese. Come ha detto nei giorni scorsi il Presidente Berlusconi, Forza Italia c'è e ci sarà non per sostenere questo Governo ma per sostenere il Paese che amiamo. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Delrio. Ne ha facoltà.
GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, innanzitutto desidero esprimere qui l'appoggio convinto alle parole che lei ha detto e alle iniziative che il Governo sta mettendo in campo da parte dei Democratici italiani. Descrivendo la grave situazione in cui si trova il Paese adesso - questo è il momento dell'unità nazionale, della solidarietà e della responsabilità collettiva, non è il momento delle polemiche - in questo momento lei ha detto che, purtroppo, saremo costretti a chiedere ai cittadini ancora una volta sacrifici e rinunce alla loro ordinaria condotta di vita. Ed è vero: sono parole non facili da pronunciare; eppure, noi apprezziamo che lei le abbia pronunciate oggi, perché sono parole giuste. Semmai c'è stato un momento in cui occorre verità e coraggio, questo è quel momento. Abbiamo bisogno di verità e di coraggio, abbiamo bisogno di agire, non sulla base della paura, ma certamente con grande prudenza perché siamo ancora, di nuovo, in un'emergenza sanitaria. Presidente, io vorrei che lei sentisse oggi qui, in quest'Aula, tutta la nostra forza, la forza del nostro sostegno, del sostegno convinto del Partito Democratico, ma anche che non dimentichi la fragilità, l'angoscia, l'impazienza e persino la rabbia che sta montando nel Paese, nelle nostre comunità locali. Quindi, bisogna che questo ascolto sia un ascolto operoso, cioè capace poi di meglio organizzare trasporti, tracciamenti e organizzazione sanitaria; di snellire il sistema, di consentire tempi di prenotazione dei test, tempi di refertazione e tempi di lavoro adeguati all'emergenza sanitaria ma anche adeguati a questo Stato che sta crescendo. Nella prima fase noi ci siamo sentiti più forti Presidente, lei si è sentito più forte, il Governo si è sentito più forte perché ha vissuto la solidarietà della nostra comunità nazionale. Il Paese si è stretto intorno al Governo, si è stretto intorno alle Istituzioni. Ora non vorrei, proprio perché sta montando, proprio perché sentiamo nelle nostre comunità un sentimento diverso in questa seconda fase, che questa seconda fase portasse a una sfiducia nelle Istituzioni, a un minore senso di affidamento e senso di protezione da parte dei nostri cittadini. Dobbiamo quindi mettere in campo uno sforzo ancora maggiore, io credo, in questo momento.
Il compito nostro, se c'è un compito che spetta ai cittadini, è di rispettare appunto norme di comportamento adeguate: la mascherina prima di tutto, lo voglio ricordare qui, poi l'igiene personale e il distanziamento fisico (si può essere uniti anche stando lontani). Ecco, se dobbiamo continuare a richiamare alla responsabilità, sapendo che sempre nella storia della medicina la responsabilità individuale e alcune norme semplicissime hanno permesso di sconfiggere le grandi epidemie, se dobbiamo dire questo, dobbiamo anche dire che, se c'è un compito per i cittadini, c'è un compito anche per le Istituzioni, ovviamente, quindi c'è un compito del Governo, delle Regioni e dei Comuni. Pertanto, il primo appello che noi facciamo qui, oggi, apprezzando anche il vostro sforzo di concertazione, è che tutto venga gestito in uno spirito di unità e responsabilità collettiva, come l'ha chiamata il Presidente della Repubblica, perché solo così potremo superare questa seconda ondata. Le decisioni quindi vanno prese insieme e ci permettiamo di dire, come già hanno sollecitato più volte anche l'ex Presidente dell'Istat e altri presidenti dell'Istat, hanno bisogno di essere ancorate a dati scientifici; un ancoraggio serio, è stato citato anche prima. La scienza è di aiuto. Abbiamo fatto passi in avanti, in questi mesi, nella conoscenza del virus, nella lotta contro il virus. Abbiamo ancora l'eroismo straordinario dei nostri medici, dei nostri operatori sanitari ma abbiamo anche acquisito nuove conoscenze in termini terapeutici. Oggi il virus ha una pericolosità alta, certamente, per il numero di contagi ma anche le nostre strutture sanitarie sono state attrezzate meglio. Abbiamo aumentato i posti in terapia intensiva, il Paese si è mosso dal punto di vista dell'emergenza e della terapia intensiva. Dicevo che la lotta al virus ha bisogno di dati di scienza e di organizzazione sanitaria sempre, sempre maggiore. Abbiamo bisogno di basare le nostre scelte, non sui sondaggi, ma, appunto, sui dati scientifici e quindi di organizzare al meglio questi dati, come ci è stato richiesto già da mesi. L'obiettivo, ovviamente, il primo obiettivo è spezzare la catena dei contagi. Dobbiamo fare tutto quello che è necessario per spezzare questa catena, per arrestare l'emergenza sanitaria, sapendo che l'emergenza sanitaria è strettamente correlata all'emergenza economica, che le cose vivono e stanno insieme, come lei ci ha ricordato. L'altro giorno, l'annuale rapporto della Caritas ha mostrato che sono aumentate del 15 per cento le persone che, costrette alla povertà, si presentano per chiedere il minimo per sopravvivere. L'epidemia, la pandemia sta indebolendo la capacità di risposta delle nostre famiglie e dei nostri cittadini.
Abbiamo condiviso tutto quello che lei ha detto anche come iniziative di supporto finanziario contenute nella legge di bilancio che vedremo, che ancora non è stata presentata al Parlamento. La vedremo, ma lei ha preannunciato alcune misure e ci pare che queste misure vadano nella direzione giusta. Quindi, tutela della salute e tutela dell'economia devono camminare insieme. Abbiamo bisogno di provvedimenti nuovi e più efficaci, sempre più efficaci per rispondere a questo senso di difficoltà che si vive nel Paese da un punto di vista sanitario, ma abbiamo bisogno anche di provvedimenti economici per gli operatori - lei ha citato i ristoratori, sono tanti, gli operatori turistici, gli operatori dei ristoranti e del commercio - che sono tanti e molto preoccupati, molto preoccupati. Non è il momento di raccontarci che tutto va bene, è il momento di assumere i dati di queste preoccupazioni, assumerle su di noi, sulle nostre spalle, proprio per rafforzare quel senso di fiducia nelle Istituzioni che è necessario cresca nelle crisi. Dalle crisi si esce o con Istituzioni più rafforzate, lo ripeto spesso, o con Istituzioni più indebolite. Noi lavoriamo insieme in questa direzione: nessuno deve perdere il lavoro, nessuna azienda deve essere costretta a chiudere per i nostri ritardi o per le nostre incapacità a sostenerla immediatamente. So che il Governo è impegnato in questa direzione, so che i sostegni finanziari ci sono. Cerchiamo di lavorare in maniera molto stringente per rafforzarli, per renderli più adeguati. La situazione ci dice che questa è la più grande crisi che si è mai abbattuta sul nostro Paese dal secondo dopoguerra, che non è alle nostre spalle, e che abbiamo una cassetta degli attrezzi - l'ho già detto - molto migliore rispetto a prima e che abbiamo l'Europa che ci ha fornito questi strumenti finanziari. Bisogna assolutamente agire in maniera che questi arrivino velocemente a sostenere la fatica quotidiana dei nostri imprenditori, dei nostri lavoratori.
Non voglio qui aprire discussioni sulla cassetta degli attrezzi che abbiamo a disposizione come il MES: abbiamo già trovato una posizione di maggioranza e mi sembra inopportuno in questa giornata riaprirla. Sappiamo già; attendiamo il Piano sanitario e attendiamo di poter discutere serenamente e con molta tranquillità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) di come fare per avere la sanità migliore al mondo, la sanità territoriale più forte al mondo, la sanità di comunità più forte al mondo. Questa è la nostra aspirazione.
Qualcheduno ci spieghi - appunto ne discuteremo serenamente - come rafforzare la nostra sanità pubblica, che è stata, proprio in questo momento di buio, un ancoraggio fermo per tutti i nostri cittadini. Abbiamo, dunque, dinanzi a noi un periodo ancora lungo, complesso e, proprio per questo, credo che tutti, dentro e fuori quest'Aula, dobbiamo compiere ogni sforzo perché si possa costruire uno spirito costituente. Dico ciò di nuovo ai colleghi dell'opposizione, con uno spirito costituente, tutte le forze politiche, oltre che tutte le istituzioni che costituiscono la Repubblica, devono essere chiamate a collaborare. Minoranza, maggioranza, Governo, opposizione: non è un problema di confusione di ruoli, ma è un problema di interesse superiore del Paese. Quindi noi auspichiamo ancora un confronto vero, reale, serio sulle soluzioni per i grandi problemi che abbiamo davanti. La pandemia non ha colore politico, le soluzioni scientifiche non hanno colore politico; potremo trovare diversità su impostare o rafforzare più o meno un settore, ma questo non è il problema, il problema è il bene della Repubblica. È bene che il dialogo con le opposizioni continui e forse anche si rafforzi, se viene vissuto come inadeguato; ascoltiamo anche queste parole se sono parole costruttive, non se sono parole di polemica. Se vi è un desiderio di contribuire sempre in misura maggiore al bene della Repubblica, sono convinto che queste parole vadano ascoltate. La funzione del nostro Stato è proteggere e provvedere, e la nostra opinione è che questa funzione possa essere svolta al meglio se tutti insieme, dalle istituzioni centrali a quelle periferiche, dalla maggioranza all'opposizione, in questo momento abbiamo a cuore il bene del Paese, il bene supremo del Paese. Questa è la bussola che credo dobbiamo avere presente. Dobbiamo provare a mettere in campo provvedimenti che siano tempestivi e lungimiranti, con strategie e responsabilità precise, senza scaricamento di responsabilità tra i vari livelli di governo, perché solo così usciremo da questa pandemia, con prudenza - ripeto - e non con paura.
Se mostriamo di essere una comunità unita in questa fase, se saremo capaci di rimanere uniti, credo che usciremo da questa crisi più forti e più capaci di dare speranza ai nostri cittadini: questo è quello che oggi il Paese ci chiede, non polemiche ma speranza e operosità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI (FDI). Presidente, Presidente del Consiglio, colleghi deputati, ci tengo innanzitutto, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, a smascherare questa sorta di equivoco, perché è davvero inverosimile che da parte sia del Capo del Governo, sia della maggioranza che lo sostiene si possano ascoltare degli interventi protesi, ancora una volta, come se nulla fosse accaduto in questi mesi, a chiedere la collaborazione da parte dell'opposizione. La collaborazione c'è stata, ma purtroppo non è stata recepita adeguatamente, se non addirittura con telefonate mortificanti fatte pervenire ai leader dei tre partiti dell'opposizione, dei tre partiti principali dell'opposizione, tre minuti prima che si celebrasse la conferenza stampa, per raccontare i contenuti di un DPCM che, oltretutto, è risultato tuttora, nonostante le spiegazioni del Presidente del Consiglio, del tutto incomprensibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi intanto cominciamo a mettere i puntini sulle “i”, e siccome li voglio mettere fino in fondo, nessuno si offenderà se per un momento soltanto mi tocca celebrare persino l'ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che, quando ci fu una emergenza terroristica, convocò un tavolo permanente a Palazzo Chigi con i capigruppo di tutte le forze politiche, ovviamente a cominciare dai capigruppo dell'opposizione di Camera e Senato, cosa che non è stata fatta dal Capo del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che ha avuto tempo otto mesi per poter convocare in maniera regolare tavoli, se davvero avesse tenuto a accogliere i contributi dell'opposizione, che comunque ha sempre generosamente continuato a produrre e a riversare sul tavolo del Governo, cosa che, ciò nonostante, continuerà a fare anche ora. Ciò mi dispiace davvero, perché quando si parla del Capo del Governo si parla dell'Italia e quando si dice che il Capo del Governo ha fallito, si dice che sta fallendo l'Italia; quindi noi non siamo affatto soddisfatti di dover fare interventi di questa natura, ma - ahimè - non possiamo non constatare che siamo nuovamente in una situazione di emergenza.
A che cosa serve un Governo nelle amministrazioni dello Stato se non riesce a prevenire, a informare, a organizzare, a intervenire, a controllare, a sanzionare, a salvaguardare? Non serve a niente! Allora, se ci troviamo oggi e qui a discutere in buona sostanza di una seconda ondata del COVID-19, che non è un'ipotesi su cui ragionare, ma che incalza ferocemente e aggredisce. Qui non si tratta di stabilire quanti sono i contagiati in Italia e, tra questi, quanti siano gli asintomatici, né di mettersi a fare filosofia su, magari, la necessità di fare interventi sugli asintomatici e costringerli alla quarantena, all'autoisolamento o altro. Qui oggi dobbiamo parlare - è qui la misura del fallimento del Governo - dei ricoveri, delle necessità di avere delle terapie intensive rispetto alle quali, nonostante gli otto mesi trascorsi, lei oggi ci viene a dire che faremo degli interventi per garantire la capacità da parte del nostro Sistema sanitario nazionale di ospitare chi sta male: non gli asintomatici, chi è malato e ha bisogno di andare in ospedale! Lo sa, Presidente del Consiglio, dov'è che finiscono i contagiati che stanno male negli ospedali? Nei pronto soccorso, in regime di promiscuità, rischiando di contagiare persone che magari stanno lì nel pronto soccorso, come il sistema impone, per altre ragioni, perché voi non siete riusciti a dare gli strumenti in questi mesi alle regioni per essere operative.
Avete fatto con la vostra struttura e il commissario straordinario Arcuri per il contrasto all'emergenza epidemiologica una pubblica gara di bando il 1° ottobre, chiudendola il 12, proprio perché c'era una necessità di andare veloci, anzi velocissimi. Ma perché non l'ha fatta a luglio ‘sta gara, scusate? Lo dico in romanesco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Una gara fatta a ottobre! Ma avete presente che cosa significa? Questa gara non si è ancora aggiudicata, un altro mistero, perché se è una gara d'urgenza e viene chiusa il 12, per quale motivo non è stata ancora aggiudicata? Ci sarà - e noi lo sappiamo bene - qualche problema, per esempio la commissione degli esperti non è fatta da esperti e quindi va contro le prescrizioni del nostro codice degli appalti e, probabilmente, bisognerà ricominciare daccapo; questa è una previsione, ve la lascio lì. Tuttavia, la procedura prevede che dopo l'aggiudicazione, che ancora non è avvenuta, ci sia il contatto con le amministrazioni locali. Quello c'è stato, ma lo sapete in quale data sono stati avvisati i governatori? Il 18 di ottobre! E dovrebbero attivare tutte le procedure compatibili con il sistema BEI, e quindi prima di quattro-cinque mesi non accadrà assolutamente nulla. Ma dopo il contatto con le amministrazioni c'è il progetto esecutivo, la validazione del progetto, l'esecuzione del lavoro, il collaudo: cioè, voi oggi ci state parlando di qualcosa che accadrà - il potenziamento dei posti letto piuttosto che delle terapie intensive - tra aprile e agosto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Vi dovete vergognare!
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Vergogna!
FABIO RAMPELLI (FDI). Avete avuto tutto il tempo per farlo: che cosa avete fatto in questi mesi se oggi non abbiamo la capacità di assistere i malati? Abbiamo già totalizzato 36 mila morti e abbiamo avuto tutta la possibilità di fare quello che era necessario! Benissimo: avete agito sulla scuola; noi siamo d'accordo sul fatto che le lezioni vadano fatte in presenza, quindi potete fare conto sul nostro sostegno, anche se è stato oggettivamente ridicolo sentire in lungo e largo parlare dei banchi monoposto, dei banchi con rotelle, dei divisori in plexiglass (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Una discussione interminabile, umiliante e mortificante! E poi non vi siete preoccupati di come i ragazzi a scuola ci dovessero arrivare: a che cosa serve mettere in sicurezza le scuole con l'obbligo della mascherina, il sapone detergente, il disinfettante e il distanziamento fisico? Ci siete arrivati anche voi: lo avete chiamato impropriamente “sociale” fino a ieri l'altro, il distanziamento fisico. A che cosa serve tutto ciò se poi questo distanziamento fisico non è garantito nelle stazioni metropolitane, non è garantito a bordo dei vagoni, delle vetture, nelle fermate degli autobus, per i treni pendolari che trasportano i pendolari? A che cosa serve? Perché non avete agito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Oggi ci venite a parlare della legge di bilancio, che verrà probabilmente approvata intorno a dicembre, diventando operativa successivamente, e i soldi che voi stanzierete a dicembre arriveranno alle regioni dopo qualche mese; poi le regioni dovranno, a loro volta, cercare di potenziare il trasporto pubblico locale e dare le risorse ai comuni, quindi questi 350 milioni di euro per il trasporto, il trasporto scolastico o quello che è, sono intanto una somma ridicola, che testimonia che voi non avete capito qual è il problema! Lo Stato si deve occupare degli assembramenti e dei sovraffollamenti, non di vietare le feste di compleanno e di dire alle famiglie che non possono stare dentro un'abitazione in un numero superiore a sei, anche se è una raccomandazione!
Ma siccome non è una raccomandazione che viene dal portiere di uno stabile, ma dal Capo del Governo, è anch'essa vergognosa! Porti pazienza, Presidente del Consiglio. Oppure non dovete dire ai ristoratori che i tavoli vanno composti da massimo sei persone. Voi dovete intervenire sui luoghi dell'assembramento e dovete impedire che ci siano i sovraffollamenti!
Nel caso del trasporto pubblico locale, dovete mettere in campo i bus privati, i pullman privati, che, peraltro, essendo legati alla filiera del turismo, sono immobilizzati nei parcheggi e stanno vivendo una crisi nera. Quindi, con una fava potete, potreste, prendere due piccioni. Dovete intervenire facendo le convenzioni con i taxi e facendo abbassare le tariffe con il contributo dello Stato. Dovete individuare tutti i meccanismi tesi a disperdere il sovraffollamento. Questa, non il divieto delle feste di compleanno, è una competenza dello Stato! Questa è una sua competenza, signor Capo del Governo. E, invece, purtroppo, da questo punto di vista abbiamo accusato dei ritardi fenomenali, che ci hanno fatto impennare la curva del contagio, da cui discende la necessità dei ricoveri aggiuntivi. Siamo, in alcune regioni, a 150 malati, che vengono ricoverati ogni giorno. Facendo una proiezione a dieci giorni, sono 1.500; facendola a trenta giorni, diventano dei numeri ingestibili, che ci proiettano automaticamente indietro nel tempo, riavvolgendo il nastro, al mese di marzo del 2020, dove non saremmo dovuti mai arrivare, mai tornare. E se questo accade è per vostra incapacità? Per vostra presunzione? Perché non siete stati sufficientemente concentrati? Non so, interessa poco.
Ma, a fianco a questa tragedia della sanità, che si trova praticamente nuovamente con l'acqua alla gola, dei primi nuovi contagi di medici e infermieri, che anche noi ringraziamo - ci mancherebbe altro - sono davvero eroici, anche perché non hanno intorno a sé tutta la solidarietà, la comprensione e l'intervento che uno Stato serio dovrebbe garantirgli, affianco a questa tragedia sanitaria, c'è comunque una situazione economica, che non è certamente migliore.
Mi avvio a concludere. Voi non avete praticamente fatto quello che era necessario. Io - ultima battuta che faccio, le chiedo scusa, Presidente - mi sono imbattuto, pochi giorni fa, in televisione con una intervista del Presidente della Repubblica francese e, quindi, certamente persona non affine - non lo era neanche Renzi, citato anch'esso poco fa - al centrodestra. Il Presidente della Repubblica, intanto, ha detto delle cose molto importanti, in Francia. Ha stabilito un principio fondamentale e cioè il principio che questa pandemia non deve alterare il sistema e la struttura sociale francese. Noi avremmo voluto e desiderato che queste parole le avesse potute proferire lei. Questa infezione, questa pandemia non può intaccare il nostro sistema e la nostra struttura sociale. Questo significa, conseguentemente, per citare le sue indicazioni, non arrendersi alla strategia del lavoro da casa. Io lo chiamo in italiano, perché Macron lo chiama il télétravail, non smart. Cerchiamo anche, cortesemente, di valorizzare la lingua italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché non se ne può più. Su tutti i vostri documenti ci sono sempre anglicismi. Dovete, oltretutto, risultare accessibili, perché la democrazia significa essere anche comprensibili da chi non conosce l'inglese, da chi non è istruito, da chi ha la terza elementare. Quindi, parliamo italiano. Il lavoro da casa, il lavoro a domicilio, viene ritenuto dal Presidente Repubblica francese un problema, perché a casa si lavora male e lavorare male significa incidere negativamente sull'economia della nazione. Non è un problema che attiene ai singoli accordi…
PRESIDENTE. Concluda.
FABIO RAMPELLI (FDI). E per noi fate esattamente il contrario, cioè andate verso l'incentivazione, che significa desertificare le città, mettere in ginocchio il commercio, mettere in ginocchio tutto il sistema delle piccole realtà produttive che in questi decenni, sole, ci hanno consentito di poter competere a livello internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Queste sono le ragioni per le quali siamo sinceramente delusi per la sua relazione e perché evidentemente non vuole ascoltare dei suggerimenti e dei consigli, animati da spirito di collaborazione da parte dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, Presidente del Consiglio, mi preme subito sottolineare con forza un concetto molto chiaro. Nessun rappresentante di Italia Viva, che ho l'onore di rappresentare oggi qui, nega l'esistenza della pandemia, della sovranità, della sua gravità e delle esigenze di tutelare la salute pubblica. Lo dobbiamo agli operatori sanitari in prima linea, ai nostri amministratori locali, chiamati a scelte difficili in queste ore. Anzi, quando è scoppiata la pandemia, noi di Italia Viva abbiamo sempre dichiarato, con franchezza e anche abbastanza fuori dal coro, che con il virus avremmo dovuto conviverci per molto tempo, fino alla scoperta di cure efficaci e, comunque, del vaccino, nel 2021. Certo, un concetto non molto popolare, rispetto ad “andrà tutto bene”, che ci ha accompagnato per tutto il periodo del lockdown, probabilmente per dare la forza di superare i momenti più difficili di lontananza dagli affetti più cari. Infatti, anche da subito, dalla fine del lockdown, è parso chiaro che non andava tutto bene, e lo stanno scoprendo i cittadini italiani sulla loro pelle. Non va bene, ad esempio, per gli operatori del turismo e gli alberghi senza stranieri e, da domenica scorsa, con i convegni bloccati, con la paura ulteriore dei blocchi di trasferimenti tra regioni. Quando si dice di evitare gli spostamenti, se non per le esigenze essenziali, signor Presidente, di fatto, si blocca di nuovo il Paese. Non va bene per i bar e i ristoranti, appunto, dei centri storici, soprattutto senza turisti, con il prorogarsi dello smart working. Non va bene per il mondo dello spettacolo, per le restrizioni di capienza dei teatri e dei luoghi all'aperto. Non andrà bene per le palestre, che hanno una settimana di tempo per rispettare regole che, per sua stessa affermazione, signor Presidente, la maggior parte degli esercizi hanno compiuto. E allora, invece di chiudere chi da sempre rispetta le regole, perché invece non essere severi con i furbetti, che non hanno nessuna intenzione di essere ligi alle regole?
Che Paese è un Paese che, per bocca del suo massimo rappresentante, in una conferenza stampa, in prima serata, ammette l'impotenza delle regole rispetto alla collettività che amministra? Questo Paese arriva all'autunno sfibrato, stanco, demotivato ed impoverito. A molti non sono arrivati i soldi della cassa integrazione. Le misure economiche messe in campo non sono giunte alla platea di soggetti alla quale erano destinati e la sfiducia e la paura di nuove chiusure stanno facendo il resto, in un Paese, tra l'altro, dove la criminalità organizzata ha una potenza di risorse che rischia di sostituirsi allo Stato. Abbiamo perso posti di lavoro e, con lo scadere dei blocchi dei licenziamenti, il rischio - per usare l'allarme lanciato ieri dal segretario generale della CGIL, Landini - diventerà una certezza. Nessuno dice che non devono essere assunte misure per la tutela della salute, ma occorre che queste siano dettate da razionalità, e non da emotività. Pensavamo che il Paese fosse pronto per la seconda ondata, che è sempre stata preannunciata e invece, scopriamo che molte strutture, messe in piedi dalle regioni per l'emergenza COVID, sono state inspiegabilmente smantellate, che si compiono nelle RSA gli stessi errori realizzati da alcuni nei mesi più bui, che altri reparti COVID che dovevano venire alla luce non sono stati terminati, che ci sono problemi per la realizzazione dei tamponi, per la tracciabilità di contagiati, per la realizzazione dei vaccini antinfluenzali, già in parte esauriti, e che, per colpa di tutto questo, si tiene sequestrata un'intera nazione. Mancano ancora medici e infermieri, nonostante quanto lei ha affermato ancora oggi. E si farà ricorso alle forze militari, come a marzo.
Questo Paese, a nostro avviso, ha bisogno di meno indiscrezioni e più consapevolezza. Un tema su tutto: le scuole. Quando si fece, a luglio, la discussione in quest'Aula, su come aprire in sicurezza le scuole, noi di Italia Viva ponemmo l'attenzione sul trasporto pubblico locale, dicendo che quello sarebbe stato l'elemento di debolezza per un ritorno in sicurezza sui banchi. Ancora qualche giorno fa, con i colleghi Paita e Nobili, abbiamo chiesto l'uso di pullman privati, per incrementare i mezzi a disposizione.
Invece, molte regioni stanno preferendo la didattica a distanza per le scuole superiori, scelta che, si sa, non è pienamente applicabile, data l'arretratezza della rete del nostro Paese e del divario digitale fra le famiglie e la nostra società, che rischia così di creare studenti di serie A e studenti di serie B (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
Lei, signor Presidente, chiede collaborazione istituzionale tra i vari enti locali, dal centro alla periferia e tra le varie forze politiche. Vero, giusto. Lo ricordo a tutti quelli che fanno parte della maggioranza e anche delle opposizioni: non è il momento di individuare i colpevoli. Noi di Italia Viva abbiamo chiesto una Commissione d'inchiesta, lo dico a tutti, appunto. Facciamo nostre le sollecitazioni del Presidente della Repubblica sulla concordia istituzionale e lavoriamo tutti per il bene del Paese. Però, signor Presidente, spetta in primo luogo a lei e al suo Governo la prima mossa. Si mettano in campo provvedimenti condivisi per la rinascita economica, sociale e sanitaria del Paese. Vede, signor Primo Ministro, io penso che non sia il momento di mettere in atto provvedimenti divisivi, di qualsiasi natura essi siano, ma veramente di collaborare tutti insieme. Vedo qui con piacere il Ministro Costa, che è il Ministro con il quale mi interfaccio di più, essendo io responsabile della Commissione ambiente per Italia Viva. So che il Ministro ha a cuore un provvedimento, un disegno di legge, che vorrà presentare a breve nel Consiglio dei Ministri, dal nome “Terra Mia”, che spaventa molto le attività produttive, in un momento così delicato, come abbiamo appunto visto, e che aumenta le pene per i reati ambientali, come se in questo Paese non ci fosse già una legge che disciplina la materia dal 2015, voluta dal Ministro Orlando, allora Ministro della Giustizia, con il Ministro Galletti. Noi di Italia Viva ci siamo opposti che venisse presentato questo provvedimento così come è stato scritto e che ci fosse un tavolo politico per smussare gli elementi di criticità. A queste nostre osservazioni è stato risposto di no. Ecco, mi scusi, ma questo non è il senso di collaborazione di cui ha bisogno in questo momento il Paese.
Chiudo con una battuta sul MES: non voglio replicare a quanto lei ha detto domenica sera, lo ha fatto magistralmente il mio collega Luigi Marattin nei giorni scorsi e anche lei, devo dire con onestà, ha modificato in parte quanto già dichiarato in quel frangente. Noi di Italia Viva abbiamo sul tema una posizione netta e ringrazio veramente con cuore i miei colleghi Camillo D'Alessandro e Vito De Filippo per aver promosso l'intergruppo “Sì MES” che ha avuto importanti adesioni, non solo numeriche. Sono 300 i deputati che vi hanno appunto partecipato ma che vengono da tutti gli schieramenti politici, questo a dimostrazione che forse è arrivato il momento per fare una discussione parlamentare sul tema MES, e non soltanto mediatica (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Qui lo voglio dire con franchezza: se lei confermerà quanto detto domenica, si assumerà la responsabilità di dire “no” a 37 miliardi da utilizzare per la sanità nazionale, presente e futura, e per quello che ho detto, cioè per le mancanze che le regioni stanno mettendo in campo in questo momento e che hanno nelle scelte compiute dimostrato, penso che sia una responsabilità molto grave. Lei chiede di tornare al clima di unità nazionale di marzo: bene, per farlo apra le porte ad un confronto aperto con le forze politiche della sua maggioranza tutte, con le opposizioni, con i corpi intermedi che in questi mesi hanno più volte chiesto di apportare delle idee costruttive per il bene del Paese e che fino ad oggi non sono state prese in considerazione. Aprite le vostre stanze alle forze migliori e a qualche comitato tecnico scientifico in meno e il Paese sarà pronto a seguirvi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, ci aspettano giorni, settimane e mesi difficili. Dobbiamo avere questa consapevolezza e, al tempo stesso, avere anche però il coraggio della verità, evitando quindi quelle polemiche, quelle strumentalizzazioni, quel chiacchiericcio politico che, come ha sottolineato giustamente il collega Delrio, comporta il rischio della perdita di fiducia nelle istituzioni. La fiducia nelle istituzioni è un bene primario e dobbiamo assolutamente tutelarlo. Noi siamo d'accordo, Presidente, sul fatto che il Governo e il Ministro della Salute non hanno mai abbassato la guardia. Mai in nessun momento si è data la sensazione che il peggio fosse alle spalle e che non ci fosse un rischio concreto, reale di una possibile seconda ondata. E al tempo stesso concordiamo sul fatto che occorra cercare un equilibrio corretto nei sacrifici degli italiani tra l'obiettivo costituzionalmente fondato sulla tutela della salute degli italiani e quello altrettanto costituzionalmente garantito del rispetto dei diritti fondamentali di libertà. E quindi, da questo punto di vista, anche per noi massima precauzione, adeguatezza, proporzionalità rappresentano la strada giusta, rappresentano quel principio di precauzione che ha guidato l'azione del Governo fin dall'inizio e che noi condividiamo. Al tempo stesso credo che mai come in questo momento, di fronte a numeri che - è giusto dirlo - ci spaventano, occorre una risposta nazionale, occorre una risposta nazionale unita ad una responsabilità individuale e collettiva. E voglio dirlo qua, ancora una volta: nella risposta nazionale noi ci mettiamo il fatto che non ci possono essere 21 sistemi sanitari regionali differenti, e purtroppo quello a cui stiamo assistendo è fondamentalmente questo. Anche oggi abbiamo sentito critiche assai dure rispetto al funzionamento del sistema di tracciamento e di gestione dei tamponi. Abbiamo sentito anche in quest'Aula critiche sull'attivazione e quindi sul numero di nuovi posti letto in terapia intensiva. Però anche qua dobbiamo essere intellettualmente onesti: non tutte le regioni sono uguali (Applausi dei deputati del gruppo di Liberi e Uguali e di deputati di Italia Viva). Ci sono regioni dove si prenota il tampone, si va a fare il tampone spesso in auto. e si ottiene in 24-48 ore la risposta; altre dove siamo di fronte ad odissee francamente inaccettabili. Si è scaricata sul Governo la responsabilità della mancata attivazione, del rinforzo - lo ricordo noi siamo oggi in una situazione migliore rispetto a marzo sul numero di posti in terapia intensiva - ma in quella prospettiva giustamente di precauzione il Ministero della Salute aveva disegnato un piano di raddoppio tra terapie intensive e subintensive, ebbene abbiamo ancora ascoltato in quest'Aula che è responsabilità del Governo il fatto che non si siano attivate. Anche qua: non è vero, ci sono regioni che hanno raggiunto quell'obiettivo e lo hanno addirittura superato e ci sono regioni che invece sono indietro, tutto all'interno della stessa cornice nazionale, delle stesse direttive nazionali, delle stesse circolari e degli stessi soldi (Applausi dei deputati del gruppo di Liberi e Uguali e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva). La dobbiamo smettere di fare un gioco che non fa bene al Paese, che è quello che quando le cose vanno bene il merito è degli enti locali e delle regioni, quando vanno male è del Governo nazionale (Applausi dei deputati del gruppo di Liberi e Uguali e di deputati dei gruppi del Partito Democratico e Italia Viva). Lo scaricabarile non serve a nessuno, perché impedisce di andare a vedere dove i problemi ci sono e i problemi, signor Presidente del Consiglio, ci sono. Ci sono! La circolare del Ministero che, quando giustamente aveva individuato nella criticità della medicina territoriale, della capacità di trattamento, il problema reale più grave dell'epidemia tra marzo e aprile, e aveva individuato nella costituzione delle USCA la risposta a quel problema, è uguale in tutta Italia, è uguale in tutte le regioni; eppure sia tra le regioni, ma anche all'interno delle regioni, ci sono USCA funzionanti, che stanno dando una risposta, e USCA che non sono state nemmeno costituite.
E questo è colpa del Governo? Se vogliamo uscire vivi come politica da questa bruttissima pandemia, è indispensabile avere questa capacità. Fare di tutta un'erba un fascio non serve a nulla, fare lo scaricabarile danneggia il risultato fondamentale che è quello per il quale siamo stati eletti: rispettare la Costituzione che ha tra i suoi principi fondamentali la tutela della salute dei cittadini. Così come io credo che non serva - io sono assolutamente convinto di questo - continuare il ritornello stanco che il Governo non ha fatto nulla, che i soldi sono stati annunciati. Continuare a dire che non sono state pagate le casse integrazioni significa mentire, sapendo di mentire. Dopodiché, Presidente del Consiglio, i problemi ci sono, ci sono tra 50 e 60 mila cittadini italiani che non hanno ancora visto riconosciuta la Cassa integrazione di marzo, aprile e maggio, e non si capisce il perché, in un rimbalzo tra INPS ed enti bilaterali. Ma detto questo, concentriamo l'attenzione su questo, non continuando a dire che non è stato fatto niente, basta andare sul sito dell'INPS: al 10 di ottobre i beneficiari di tutti gli interventi, dai bonus alla Cassa integrazione, passando per l'estensione della legge n. 104, sono stati - lo dico alla collega Locatelli - 14.263.525 milioni, pari a 26,19 miliardi. Allora come si fa a dire che non è stato fatto nulla? Concentriamoci dove le cose non funzionano, dove ci sono i problemi. Così come, provo a spiegarmi, arrivando da un territorio un po' particolare che la Ministra Azzolina conosce essendo mia corregionaria: stiamo discutendo di DPCM, dire che le elezioni devono iniziare alle 9 non è la stessa cosa a Milano, Roma o Napoli, rispetto ai paesi dei territori marginali. Perché, quando io dico che iniziamo alle 9, invece che alle 8, evidentemente, nelle grandi città, invece di prendere il tram, la metropolitana o il bus alle 7 e un quarto o alle 7 e mezza, lo prenderò alle 8 e un quarto o alle 8 e mezza; ma dalle nostre parti tutto il sistema dei trasporti è costruito sulle scuole e il pullman, dopo quello che porta i ragazzi alle 8, è a mezzogiorno, non ce n'è né prima, né dopo. Quindi, chiedo flessibilità: flessibilità perché quella norma giusta, che risponde a un obiettivo giusto e condivisibile, cioè ridurre la pressione sul trasporto pubblico, deve essere modulata.
Ma anche sul trasporto pubblico, io vorrei ricordare a me stesso e a quest'Aula che il trasporto pubblico è competenza regionale; che le scuole sarebbero iniziate il 15 di settembre lo si sapeva in primavera! Io credo che, da questo punto di vista, quindi, insieme, si possa e si debba fare di più sul trasporto pubblico: bisogna provare a vedere se utilizzare pullman privati, il pullman dell'Esercito se necessario, cioè dobbiamo rafforzare, da un lato, quel tipo di servizio e, al tempo stesso, lavorare a scaglionare il più possibile la pressione sul sistema.
Presidente io credo - lei lo ha detto, lo ha accennato - sia fondamentale continuare un'azione di protezione. Nelle crisi, nelle difficoltà, è evidente che quelli che rischiano di pagare il prezzo più alto non sono quelli che hanno gli strumenti culturali ed economici per affrontare questa crisi, sono quelli più deboli. Noi dobbiamo continuare, è giusto prorogare il blocco dei licenziamenti, è giusto prorogare la Cassa integrazione, non ascolti le sirene di chi parla di sussidi, sapendo che molti dei sussidi in realtà non vanno a quei soggetti, ma vanno a settori molto più importanti e potenti di questa nazione. Insomma, e chiudo: Presidente, noi dobbiamo fare questo sforzo, la crisi pandemica ci sta dimostrando che senza salute non c'è economia. Al tempo stesso, però, all'interno di questa azione di protezione, dobbiamo stare molto attenti perché c'è una situazione a macchia di leopardo e bisogna intervenire subito e bene dove le cose non vanno. Con questo, per quel che ci riguarda, massimo e completo appoggio (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). In un Parlamento impaurito e semivuoto - non c'è un solo parlamentare nel transatlantico - e singolarmente popolato di Ministri, che, evidentemente, sono curiosi di sentire ciò che dice il loro Presidente, le parole del collega Fornaro escono su molti punti condivisibili. Credo che abbia detto una cosa giusta nel momento in cui nel Parlamento è imposto il bavaglio alla bocca per una realtà che non corrisponde ai dati reali del contagio, visto che siamo molto più di un metro distanti, come indicava il capo del Dipartimento della Protezione civile, Borrelli. Ha detto che politicamente c'è un problema di sanità: ecco, io credo che politicamente non ne uscirete vivi, e questo è certo; che quello che ha fatto questo Governo, con un sistematico terrorismo dell'informazione legato anche alle intuizioni di comunicazione di vari influenzatori dell'opinione pubblica, indichi la volontà di uno stato di malattia permanente che non è corrispondente al dato reale. Il dato reale è che il 31 marzo si contavano 837 morti, il 29 maggio si contavano 242 morti, il 20 ottobre 89. Il dato mi pare importante per indicare che la curva è discendente e anche i contagi, su cui si contano dati notevoli, ci indicano un errore fondamentale del sistema italiano, del modello italiano: sono 104 mila i contagiati d'Italia, sono 10 mila i contagiati in Svezia, anche tenuto conto della differenza di popolazione, sono 1.900 in Norvegia. Abbiamo usato un metodo come quello di chi voglia fermare un fiume con le mani: è inutile. Il Coronavirus ci circonda anche se mettiamo le mille mascherine. Il cavalier Berlusconi si è protetto come nessuno ed è caduto nel Coronavirus, poi ne è uscito fortunatamente non con la morte. Ma tutto questo, poi, le chiusure delle sagre, la pressione sadica contro i giovani colpevoli di non essere contagiabili in senso mortale: se non è morto nessun ragazzo tra i dieci e i vent'anni, tra i dieci e i quarant'anni, evidentemente, il problema non riguarda quei giovani. Chiudere dalle 23 alle 5 del mattino le città è insensato. Dobbiamo proteggere gli anziani, stare attenti a loro, non proteggere i giovani da se stessi. Nessuno si preoccupa di avere un cancro a vent'anni, è molto più raro che nell'età più matura. Nessuno si preoccupa di avere un infarto a quindici anni. Perché far preoccupare i giovani per quello che non li riguarda? È un'azione criminale (Commenti)!
PRESIDENTE. Colleghi!
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). È un'azione criminale dell'informazione. L'informazione deve dire la verità, non può continuare a dare dei dati che seminano soltanto il terrore. Quello che il Coronavirus ha fatto è colpire la nostra mente…
PRESIDENTE. La mascherina…
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). …è colpire le nostre teste e impedirci quello che l'articolo primo - visto l'amico Fornaro con le sue parole: “non ne uscirete vivi” - l'articolo primo non dice che la Repubblica italiana è fondata sulla sanità, ma sul lavoro, e avete fatto perdere il lavoro a milioni di italiani, i quali sono nelle condizioni di non vivere più: bar, ristoranti, fiere, tutto quel mondo che è stato censurato nel discorso del Presidente del Consiglio è un mondo di gente che morirà di fame perché non può fare il mercatino di Natale, perché non può andare in un bar a bere dopo le 23. Ma come è possibile che ci sia un rischio dalle 23 alle 5 o dalle 24 alle 5 e non ci sia alle 22? Ma come è possibile?
PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, la mascherina…
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Sì, la mascherina. Io, purtroppo, mi farò fare un certificato medico perché ho problemi di respirazione e sono uno di quelli che potrebbe non portarla secondo il DPCM! Le va bene? La porterò a lei, illustrissimo signor Fico.
PRESIDENTE. E poi me lo porti. Andiamo avanti.
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Lo porterò così poi almeno avrò la bocca…
PRESIDENTE. Andiamo avanti che deve concludere.
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). …potrò parlare senza censura.
PRESIDENTE. Andiamo avanti a concludere.
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). A concludere, a concludere che i dati sono dati forzatamente indirizzati a farci credere di vivere…In particolare, se la televisione non parlasse tutti i giorni, per 12 ore, solo di Coronavirus, avremmo la capacità di difenderci da soli, per l'autotutela che ognuno ha, senza essere impauriti da minacce, non tutte corrispondenti al vero, della malattia, e tutte invece costruite sui DPCM, con le proibizioni: fino a qualche giorno fa, i convegni non si potevano fare, oggi ho sentito che si possono fare i convegni; i congressi non si possono fare, ma si possono fare le mostre: e le mostre non sono come i convegni? Si possono presentare i libri o si può andare soltanto a leggere i libri attraverso la televisione? Ma com'è possibile che non siate capaci di vedere la realtà com'è?
È chiaro - io non ho mai negato nulla - che c'è una malattia, ma nessuno si è preoccupato di ostacolare l'epatite C, le tante malattie che ci circondano. Viviamo nell'orrore di una malattia che abbiamo amplificato fino a farla diventare una peste. Non è così e i giovani devono essere liberi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Schullian. Ne ha facoltà.
MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Signor Presidente, l'evolversi attuale della pandemia ci dimostra drammaticamente…
PRESIDENTE. Può cambiare microfono, deputato Schullian? Si mette a fianco, perché sento un rumore. Vada al microfono di fianco. Grazie.
MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). L'evolversi attuale della pandemia ci dimostra drammaticamente che la sensazione di sicurezza e di avere il virus sotto controllo è una mera illusione, ma ci dimostra anche che non possiamo permetterci di pensare di poter gestire questo fenomeno in una logica puramente emergenziale, se vogliamo evitare un nuovo lockdown generale. Questo problema va affrontato in modo sistematico e strutturale, soprattutto potenziando il sistema sanitario. Su questo non possiamo permetterci di perdere ulteriore tempo e, soprattutto, Presidente, non possiamo permetterci di rimanere succubi di pregiudizi e atteggiamenti insensati verso strumenti, anche europei, che potrebbero supportare gli interventi indispensabili e non più procrastinabili. Mi appello al suo senso di responsabilità e alla sua capacità di mediazione tra le varie forze di maggioranza al fine di non perderci in posizioni meramente ideologiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-CD-RI-+E). La ringrazio, Presidente. Onorevoli colleghi, Presidente del Consiglio, Ministri, l'epidemia, con il suo andamento moltiplicatore, non lascia scampo alla retorica e non consente ritardi. Oggi il Parlamento si trova a discutere e a valutare un suo atto, Presidente, il DPCM 18 ottobre, che è già ampiamente superato dalla realtà. Non ho il tempo per passare in rassegna le gravi mancanze che sono emerse in queste settimane, sul tracciamento, sul rafforzamento della medicina territoriale, sull'organizzazione dei trasporti pubblici, ed evidentemente sono responsabilità, in buona parte, condivise dal Governo con le regioni e con gli enti territoriali. Però, ora c'è il rischio concreto di trovarci, tra tre settimane, nelle condizioni del marzo scorso, con ciò che questo comporterebbe in termini di impatto sul sistema ospedaliero e di perdite di vite umane. Abbiamo davanti due settimane cruciali, Presidente: l'unico modo per dimezzare i contagi, evitando il lockdown totale, è - e spero di poter dire è, e non sarebbe stato - quello di mettere in atto misure mirate, specifiche e rafforzate. Per fare questo, però, è necessario avere informazioni precise e mirate sui contagi, sulle situazioni di contagio, su come avvengono e dove avvengono, sulle attività lavorative, sulle modalità di spostamento. Il presidente dell'Accademia dei Lincei Parisi, nei giorni scorsi e, ancora prima, Giorgio Alleva e Alberto Zuliani, già presidenti dell'Istat, hanno messo in evidenza una mancanza macroscopica. Mi rivolgo qui, oltre che a lei, per il tramite del Presidente della Camera, al Ministro Manfredi e al Ministro Speranza: nel nostro Paese, ancora, non siamo riusciti a realizzare un database nazionale che raccolga tutti i dati necessari all'elaborazione, che i nostri migliori ricercatori ed istituti di ricerca possano fare per indicare, poi, quali e dove devono agire queste misure di restrizione, se vogliamo davvero evitare il lockdown totale. Sembra incredibilmente che ancora non abbiamo capito la forza e l'importanza dei dati. In una società che, da un punto di vista economico e di tutte le altre relazioni umane, si regge ormai sui dati, sull'elaborazione sistematica dei dati, noi non la stiamo utilizzando per contrastare il virus.
Presidente, fate qualcosa. Da quello che ci risulta, alla comunità scientifica, nazionale e internazionale, non sono accessibili i dati disaggregati che sono in possesso solo dell'Istituto superiore di sanità per motivi di privacy, per altri motivi. Questa è la chiave - e concludo - per avere un approccio davvero efficace e davvero scientifico, altrimenti noi saremo costretti ad avere, nel migliore dei casi, un approccio basato sul buon senso, nel peggiore, basato sul paternalismo e, in ogni caso, come nella seduta di oggi, in ritardo sulla realtà (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa-Centro Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Presidente Conte, rappresentanti del Governo, ci ritroviamo in Assemblea dopo che, ieri, i contagi giornalieri hanno toccato il punto più alto di questa seconda fase: oltre 15 mila. Io ho ascoltato con attenzione l'elenco degli interventi a sostegno dei vari settori imprenditoriali e lavorativi, un elenco che, in parte, è stato comunicato, anche ieri, dal Ministro Franceschini nel corso del consueto question time, in risposta ad una mia interrogazione.
A completamento di quanto ho ascoltato nei vari interventi precedenti, mi permetto di ribadire un concetto, peraltro da lei, Presidente, già espresso altre volte, cioè l'azione di controllo, azione di controllo non già solo del rispetto delle normative comportamentali, ma anche dell'applicazione e degli interventi previsti a sostegno. Perché è importante sapere - e parlo per esperienza, come dire, territoriale, ma è pur sempre un indicatore - che, nell'ambito sanitario, molte strutture periferiche non sono state ancora opportunamente potenziate o riattivate per decongestionare il lavoro verso l'afflusso che devono sopportare le strutture centrali, che sono anche centri COVID, soprattutto in previsione di un possibile aumento della curva dei contagi che, inevitabilmente, poi, andrà ad intasare il sistema. Azione di controllo, quindi, a che gli aiuti economici predisposti per le partite IVA arrivino con tempestività ed urgenza, poiché, osservando le normative previste, esse vedono, come dire, fortemente compromesso o, addirittura, annullato il frutto del proprio lavoro.
E infine, atteso che la nostra rete - come è stato già ricordato in altri interventi - dei trasporti urbani e extraurbani opera con difficoltà, dato il sovraccarico dell'utenza, quindi, si sollecitino le regioni per attivare le collaborazioni con quelle aziende di trasporto private, piccole e grandi, che, da marzo, hanno visto praticamente azzerato il loro lavoro, il loro fatturato, controllando, però, che la ripartizione degli affidamenti vada equamente divisa tra tutti i soggetti privati, in modo che si dia ad ognuno la possibilità di sopravvivere. Perché, come lei ha spesso ricordato, Presidente, si combatte insieme e, quindi, insieme si sopravvive. Buon lavoro.
PRESIDENTE. È così conclusa l'informativa urgente del Presidente del Consiglio.
Cessazione dal mandato parlamentare di un deputato.
PRESIDENTE. Comunico che, in data 21 ottobre 2020, è pervenuta alla Presidenza la lettera con la quale il deputato Francesco Acquaroli ha rassegnato le proprie dimissioni da deputato, manifestando la volontà di optare per la carica incompatibile di presidente della Giunta regionale delle Marche.
Do lettura della lettera: “Illustrissimo Presidente, con la presente le comunico la decisione di dimettermi dalla carica di parlamentare della Repubblica. Come è noto, sono stato eletto presidente della regione Marche, carica incompatibile con quella di parlamentare. Sono stati anni intensi e proficui, in cui, nel rispetto dei reciproci ruoli, ho avuto l'onore di lavorare per il nostro amato Paese nel Parlamento della Repubblica. È stata una grande esperienza, che lascerà in me un segno indelebile, in cui ho avuto l'opportunità di costruire relazioni istituzionali e politiche, ma anche e soprattutto umane. Avrei desiderato esprimere personalmente questi sentimenti di ringraziamento all'Aula del Parlamento, ma impegni istituzionali me lo hanno impedito. Pertanto, le chiedo cortesemente di estendere tali saluti ed i migliori sentimenti di stima e ringraziamento a tutti i miei colleghi parlamentari. Cordialmente, Francesco Acquaroli” (Applausi).
Trattandosi di un caso di incompatibilità ai sensi dell'articolo 122, secondo comma, della Costituzione, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Francesco Acquaroli dal mandato parlamentare.
Proclamazione di un deputato subentrante.
PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni del deputato Acquaroli, comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 6 ottobre 2020, ha accertato che la candidata che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo della lista n. 7 - Fratelli d'Italia con Giorgia Meloni, nell'ambito del collegio plurinominale 01 della XIV circoscrizione Marche, risulta essere Lucia Albano.
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputata, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XIV circoscrizione Marche, nell'ambito del collegio plurinominale 01, Lucia Albano.
S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.
Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 21 ottobre 2020, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali): “Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale” (2727) - Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis del Regolamento), III, IV, V, VII, IX, X, XI, XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Modifica nella composizione della Giunta per le autorizzazioni.
PRESIDENTE. Comunico di aver chiamato a far parte della Giunta per le autorizzazioni, in data 21 ottobre 2020, la deputata Elisa Scutellà, in sostituzione del deputato Mario Perantoni, dimissionario.
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverto che, come previsto dal vigente calendario dei lavori, gli argomenti non esaminati nella settimana in corso saranno iscritti all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana, a partire da martedì 27 ottobre, e saranno collocati prima degli argomenti già previsti.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Acunzo. Ne ha facoltà.
NICOLA ACUNZO (MISTO). Presidente, signor Presidente del Consiglio, approfitto di questo intervento per portare all'attenzione di questa onorevole Aula e alla sua la difficile situazione in cui si trovano i lavoratori dello spettacolo e, in generale, il comparto….
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, non si può stare così! Se dovete uscite. Prego, deputato.
NICOLA ACUNZO (MISTO). Grazie, Presidente. Mi rendo conto della difficile situazione in cui tutti noi ci troviamo in questo momento e soprattutto della difficile situazione in cui una serie di comparti, tutti i comparti, si trovano, ma mi preme sottolineare la necessità di una impellente urgenza, che per il suo tramite vorrei portare a quest'Aula, e sensibilizzarla maggiormente, in quanto il Parlamento necessita di essere sensibilizzato su questa situazione. La situazione degli operatori dello spettacolo, la situazione del mondo della cultura in senso lato è davvero una situazione su cui dobbiamo noi, come membri di questo Parlamento, assolutamente sensibilizzare il Governo e fare in modo che le misure e le norme che noi abbiamo, onorevoli colleghi, vengano in qualche modo snellite e vadano in qualche modo incontro a questo settore, che principalmente necessita di sostegno, che è già arrivato e che sta arrivando grazie alla competenza del Ministro Franceschini e dei suoi sottosegretari, ma credo che questo Parlamento vada sensibilizzato sulla necessità di poter venire incontro a questo settore, che nell'assembramento ha il suo fulcro e che nell'assembramento ha il suo motivo di vita e quindi di produttività, per cui, sono già in itinere, come membro e presidente dell'intergruppo Cinema e arti dello spettacolo, nel costituire e nel presentare una proposta di legge che possa consentire, in casi di emergenza come questo, di venire incontro al mondo della cultura e di quei settori specifici che necessitano dell'assembramento. Se questa norma noi non la modifichiamo e in qualche modo non consentiamo ai Ministeri e allo stesso Ministro Franceschini di accelerare le misure che ha già posto in campo con urgenza, io credo che questi lavoratori avranno grossa difficoltà anche in futuro. Per cui, gentile Presidente Fico - so che lei è molto sensibile anche a questa causa -, la prego di pensare insieme e di sensibilizzare il Governo, di pensare insieme ad una norma che possa accelerare le misure che abbiamo già messo in campo e che vanno incontro alle necessità degli operatori dello spettacolo e del mondo della cultura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV). Grazie, Presidente. Volevo sollecitare la risposta da parte del Governo ad un'interrogazione che ho presentato il 3 giugno 2020, la n. 4-05899, un'interrogazione che, rivolta ai Ministri della giustizia e della salute, chiede un'indagine amministrativa interna relativa al carcere di Voghera, nel quale il 27 marzo del 2020 è morto un ristretto, che era in attesa di giudizio peraltro, arrestato il 12 dicembre 2019. I primi di marzo si era sentito male per manifestazioni da COVID, aveva chiesto la visita da parte del medico interno del carcere della ASL, che gli è stata rifiutata, e questo sembra che sia stato anche elemento per un richiamo formale da parte del corpo degli agenti di custodia. Insomma, morale della favola: signor Presidente, questo detenuto è deceduto. Peraltro, aveva parlato al telefono con i familiari, preannunciando una lettera in cui spiegava tutta la sua vicenda, lettera che ai familiari non è mai arrivata. Tutte queste cose sono state scritte dal figlio di questo detenuto alla ex deputata del Partito Radicale, Rita Bernardini, attraverso la quale poi io ho fatto questa interrogazione. Vorrei una risposta e, signor Presidente, ne approfitto anche perché oggi giustamente il collega Ungaro ha manifestato tutta la sua preoccupazione per quello che potrebbe riscatenarsi nelle carceri. Noi abbiamo ricordato cosa è successo, quanto le carceri siano un elemento di straordinaria fragilità peraltro, per il contesto nel quale vivono tutti gli operatori, compresi i detenuti. Ecco io vorrei - siccome stiamo verificando che magari su tante cose ci troviamo impreparati in relazione a risposte che potevamo organizzare prima - rivolgere un appello anche al Ministro della Giustizia e al Presidente del Consiglio, ancorché non sono qui: evitiamo di trovarci magari tra qualche settimana e qualche mese di nuovo con una situazione drammatica come quella che abbiamo vissuto all'inizio di questa pandemia, che ovviamente sulle carceri in quel contesto ha colpito in modo molto pesante.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Lunedì 26 ottobre 2020 - Ore 15:
1. Discussione sulle linee generali della mozione Ungaro ed altri n. 1-00392 concernente iniziative a favore dell'occupazione, della formazione e dell'emancipazione giovanile .
2. Discussione sulle linee generali della Relazione sull'emergenza epidemiologica COVID-19 e ciclo dei rifiuti, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. (Doc. XXIII, n. 4)
3. Discussione sulle linee generali della mozione Fitzgerald Nissoli, Invidia, Formentini, Pezzopane, Mollicone, Ungaro ed altri n. 1-00359 concernente iniziative di carattere diplomatico volte a salvaguardare l'eredità culturale italiana negli Stati Uniti, con particolare riferimento alla figura di Cristoforo Colombo .
La seduta termina alle 12,05.