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Vicolo Valdina
  • Il Complesso

    Il Complesso di vicolo Valdina, a poche decine di metri da Palazzo Montecitorio, ha una storia antica. E' sorto, infatti, in epoca altomedioevale nel cuore del Campo Marzio come piccolo convento di monache raccolte intorno all'oratorio di S. Gregorio Nazianzeno. Esso ha subìto attraverso i secoli notevoli trasformazioni, dal nucleo più antico sovrastato dal campanile romanico, alle sovrapposizioni rinascimentali, settecentesche e ottocentesche, fino ai restauri novecenteschi. Nel 1870, quando gran parte degli edifici degli ordini religiosi passarono al demanio dello Stato, il convento venne parzialmente adibito a deposito dell'Archivio di Stato. Negli anni Settanta del secolo scorso fu acquisito dalla Camera dei deputati, che con un radicale restauro ne ripristinò i volumi originari.

    Oggi il Complesso è costituito dall'ex convento delle monache benedettine di S. Maria in Campo Marzio e dall'annessa chiesa dedicata a S. Gregorio Nazianzeno, da un campanile romanico, da un frammento di saletta capitolare duecentesca (in corrispondenza della buvette), da un chiostro cinquecentesco con al centro una fontana e dagli ampliamenti realizzati nei secoli scorsi intorno alle celle del convento.

    La facciata della chiesa e il campanile sono stati di recente restaurati dal Provveditorato alle opere pubbliche nell'ambito di lavori eseguiti dal 2009 al 2015 in una parte del Complesso, in conseguenza dei quali la Camera ha acquisito la disponibilità dei locali di una ex scuola comunale, divenuta di proprietà demaniale e unita al Complesso. Il cortile del chiostro è stato utilizzato come area di cantiere in occasione dei suddetti lavori, successivamente ai quali, in stretto raccordo con la competente Soprintendenza, sono stati eseguiti ulteriori interventi di restauro (facciate esterne del chiostro, cortile e fontana) conclusi nel giugno 2017; con l'occasione è stata anche realizzata una nuova, suggestiva illuminazione a tecnologia led.

    Il Complesso di vicolo Valdina ospita uffici dei deputati. Le sale principali che si affacciano sul chiostro, quella del Cenacolo e la Sacrestia, sono utilizzate per lo svolgimento di eventi.

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  • La chiesa di S. Gregorio Nazianzeno

    La piccola chiesa a pianta longitudinale, lunga m.16,30 e larga m.7, a una sola navata con abside e dedicata a S. Gregorio Nazianzeno, occupa l'angolo nord-est del chiostro. Essa costituisce l'elemento più antico del convento ed è stata il fulcro materiale e spirituale intorno al quale si è sviluppato l'intero complesso.

    La chiesa è attestata a partire dal IX secolo (secondo il Liber Pontificalis, che raccoglie le biografie dei papi, nell'806 papa Leone III donò alla chiesa un lampadario d'argento), ma la sua fondazione risale forse al secolo precedente, allorché alcune monache basiliane fuggirono da Costantinopoli con le reliquie di S. Gregorio Nazianzeno per sottrarsi alla furia iconoclasta.

    La chiesa fu rifatta nell'XI secolo; tra la fine di tale secolo e la prima metà di quello successivo si possono datare gli affreschi parzialmente visibili nell'abside (Cristo tra S. Gregorio e un altro santo, probabilmente S. Quirino) e nella parete destra (Redentore e altre figure), mentre l'affresco della parete sinistra (Vergine con bambino e santi) è della fine del XIII secolo. La bella torre campanaria che sovrasta la chiesa è stata realizzata nel XII secolo.

    Nel 1505 furono ritrovate nella chiesa le reliquie di S. Gregorio Nazianzeno, traslate nella basilica di S. Pietro al tempo di papa Gregorio XIII (1580).

    La facciata attuale della chiesa è frutto degli interventi di restauro del Settecento (ne rimane memoria nella lapide tuttora presente). Dopo l'acquisizione del Complesso da parte della Camera nel secolo scorso e a conclusione dei relativi lavori di restauro, nel 1987 fu consacrato il nuovo altare della chiesa, per il quale venne utilizzato un antico sarcofago romano.

  • Il Chiostro

    Il chiostro risale al 1520, all'epoca della badessa Marzia Palosci - come attestato dalla lapide affissa sulla parete orientale - e fu realizzato molto probabilmente da maestranze lombarde. Lo spazio coperto è separato dal cortile mediante colonne ottagonali, costituite da base e capitello in travertino e fusto in cortina laterizia. In occasione del recente restauro, conformemente alle indicazioni della competente Soprintendenza, è stata ripristinata l'originaria pavimentazione del cortile facendo uso di laterizi posti a spina di pesce, in sostituzione del manto erboso presente dagli anni '80 del secolo scorso.

    La fontana, anch'essa cinquecentesca, è attribuita a Giacomo Della Porta. Al suo interno è stata ripristinata dal recente restauro un'iscrizione, ove si legge che nel 1648 la badessa Angelica Clementini fece qui portare l'acqua Vergine dal Pincio.

  • La sala del Cenacolo

    La sala del refettorio conventuale, comunemente denominata sala del Cenacolo, è caratterizzata dall'ampia volta settecentesca e conserva sulla parete d'ingresso un affresco cinquecentesco raffigurante l'Ultima Cena; sulla parete opposta è collocata una tela di Sebastiano Conca, Cristo in casa di Marta e Maria (1741).

  • La sala della Sacrestia

    La sala della Sacrestia presenta sulla parete destra un frammento di Crocifissione del Trecento, mentre sulla parete sinistra,
    confinante con la chiesa, si trovano affreschi cinquecenteschi raffiguranti S. Giovanni Battista, S. Gerolamo e S. Caterina d'Alessandria.