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Comunicati stampa

25/11/2014
Intervento in Aula della Presidente Laura Boldrini in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
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"Care colleghe e cari colleghi, ricorre oggi, 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel '99 dalle Nazioni Unite.

Secondo i dati diffusi recentemente dall'Eures nel 2013 in Italia vi sono state 179 donne uccise contro le 157 dell'anno precedente. Gli ultimi dati forniti dal Governo fanno intravedere una qualche inversione di tendenza; negli ultimi dodici mesi le donne uccise sarebbero state infatti 152 con una diminuzione dell'8%. Rimangono dati impressionanti. Una strage - di questo si tratta - che prosegue inesorabile, metodica, indisturbata, e che si consuma spesso all'interno di un contesto familiare o affettivo. Una strage che dimostra come il fenomeno della violenza di genere abbia carattere strutturale e dunque culturale che affonda le sue radici in antichi ma persistenti pregiudizi e stereotipi. In mancanza di un profondo cambiamento del nostro modo di pensare, di parlare, di guardare, nulla potrà fare neanche la normativa più repressiva.

Non vi sarà un reale cambiamento finché non si comprenderà che la sottorappresentazione e la rappresentazione offensiva della donna hanno una dimensione di educazione al rispetto che riguarda in primo luogo gli uomini. Occorre quindi un loro maggiore coinvolgimento senza il quale non si faranno sostanziali progressi.

In questa legislatura il Parlamento si è molto impegnato sul tema: ha ratificato all'unanimità, già nel giugno 2013 la Convenzione di Istanbul, che stabilisce un principio fondamentale secondo cui la violenza di genere è da considerarsi come una violazione dei diritti umani fondamentali e che come tale va trattata. Ciò significa che non è un fatto privato, ma un fatto pubblico che coinvolge l'intera società, un fatto che non può e non deve restare chiuso tra le mura domestiche, un fatto che - come ci mostrano i dati - ha anche un costo economico, perché una donna che subisce violenza, non potrà recarsi sul posto di lavoro, avrà bisogno di cure mediche, di assistenza legale e psicologica.

Le Camere poi, come sapete, hanno approvato nel 2013 un decreto-legge che ha introdotto nuove norme per la repressione di tali odiosi reati, inserendovi nel corso dell'iter parlamentare ulteriori e significative disposizioni.

Dobbiamo proseguire nella direzione indicata dalla Convenzione, sul piano della prevenzione innanzitutto a partire dall'educazione al rispetto di genere che deve iniziare già nelle scuole, tra i nostri figli, tra gli adolescenti e le adolescenti.

I dati, infatti, ci dimostrano in maniera incontrovertibile come tutte le Istituzioni - Parlamento, Governo, regioni, enti locali - siano chiamate ad un ulteriore salto di qualità nel contrasto a questo fenomeno. Servono sforzi sul piano del reperimento delle risorse, su quello del sostegno a tutte le associazioni impegnate su questo fronte e sul piano del coordinamento delle azioni e delle iniziative.

E' fondamentale infatti agire in maniera strategica, coordinata e sinergica, proprio come indicato dalla stessa Convenzione di Istanbul".

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