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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 630 di mercoledì 19 gennaio 2022

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 8.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 17 gennaio 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Baldelli, Barelli, Bergamini, Enrico Borghi, Boschi, Brunetta, Butti, Casa, Cavandoli, Colletti, Colucci, Covolo, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, Daga, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Grande, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Magi, Mandelli, Marin, Migliore, Molinari, Molteni, Mule', Mura, Nardi, Nesci, Orlando, Paita, Parolo, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Andrea Romano, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Tabacci, Tateo, Vignaroli, Vinci, Viscomi, Raffaele Volpi e Zanettin sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 116, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, volevo solo inviare, a nome del gruppo del Partito Democratico, al collega Mollicone, per il suo tramite e per il tramite dei colleghi di Fratelli d'Italia, le nostre parole di augurio di pronta guarigione e di conforto, perché eravamo qui ieri sera quando si è sentito male e ci auguriamo proprio che si possa rimettere quanto prima e tornare a lavorare con noi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Io credo che sia giusto ricordare il 19 gennaio del 2000, la scomparsa di Bettino Craxi, uno statista che ha dato lustro a questo Paese e che ha avuto il coraggio di opporsi a decisioni americane, cosa che non ha fatto il Presidente del Consiglio di allora, che ha avuto il coraggio di bombardare il Kosovo, ma non di fare un gesto umanitario nei confronti di Bettino Craxi, scomparso 22 anni fa ad Hammamet. Ricordo anche che sulla tomba di Craxi c'è la scritta: “La mia libertà equivale alla mia vita”, la stessa vita che ha sacrificato, sempre il 19 gennaio di qualche anno prima, Jan Palach, dandosi fuoco a Praga per protestare contro l'invasione sovietica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio anche i colleghi che hanno voluto esprimere la vicinanza all'amico Federico Mollicone. Evidentemente, non prendiamo la parola con la serenità e la tranquillità che avremmo voluto avere, fortunatamente le notizie sono abbastanza positive e siamo in attesa, ovviamente, di sviluppi ulteriormente positivi. È, comunque, vicino alla sua famiglia e, quindi, siamo convinti che, ancora una volta, Federico Mollicone dimostrerà la tempra di cui è fatto (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Lucentini. Ne ha facoltà.

MAURO LUCENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Ieri sera eravamo qui, è stato molto brutto vedere quello che è successo, quindi esprimiamo la nostra vicinanza al collega Mollicone e anche al gruppo di Fratelli d'Italia, a nome del gruppo Lega (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Alemanno. Ne ha facoltà.

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi, a nome del MoVimento 5 Stelle, esprimiamo i migliori auguri di pronta guarigione al collega Mollicone. Ci confortano le notizie che abbiamo appena appreso, per cui ci stringiamo in un caloroso abbraccio al collega, ma anche al gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. A nome del gruppo di Coraggio Italia, esprimo la nostra vicinanza assoluta e la nostra amicizia ai colleghi di Fratelli d'Italia e al collega Mollicone per quanto accaduto ieri, pregando i colleghi di portare lui il nostro saluto e il nostro grandissimo apprezzamento ed aspettandolo, il più presto possibile, qui, con noi, per proseguire a lavorare (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Per associarci all'augurio di pronta guarigione al collega Mollicone. Lo aspettiamo presto, con le sue intemerate, con il suo modo molto forte e passionale, questa passione credo che sia importante e utile. Davvero lo aspettiamo presto (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Anche noi per dare tutta la nostra vicinanza al collega Mollicone e, soprattutto, anche al gruppo di Fratelli d'Italia. Siccome l'onorevole Mollicone è un uomo forte, sicuramente si riprenderà e si riprenderà con forza ancora più di prima (Applausi).

PRESIDENTE. Chiaramente, colleghi, anche la Presidenza si associa agli auguri di pronta guarigione del collega Mollicone. Sembra che le notizie siano confortanti. (Applausi).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2463 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali (Approvato dal Senato) (A.C. 3442​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3442: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali.

Ricordo che nella seduta di ieri hanno avuto inizio gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 3442​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per illustrare l'ordine del giorno n. 9/3442/52 il deputato Paolo Giuliodori. Ne ha facoltà. Non è presente. Si intende che abbia rinunziato.

Ha chiesto di intervenire per illustrare l'ordine del giorno n. 9/3442/83 il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno nasce da una constatazione evidente, cioè l'eccessiva attenzione e sovrapposizione che l'Esecutivo ha voluto mettere, come abbiamo già citato in discussione generale, tra vaccino e green pass, tra elemento sanitario ed elemento amministrativo, che porta a distorsioni che sono evidenti a tutti e che non possono non essere tenute in considerazione.

Siamo tutti in evidente perplessità già per il fatto che per accedere al luogo di lavoro bisogna avere un lasciapassare, sostanzialmente, e già questo ci lascia perplessi, lascia in qualche modo anche attoniti perché abbiamo sentito per decenni l'esaltazione, talvolta anche giusta, del concetto di lavoro, anche nel suo rango costituzionale, come elemento fondante di una società e di una comunità. Abbiamo sentito dire che il lavoro - non vorrei citare una banalissima frase - nobilita l'uomo, ma sicuramente è un elemento cardine della nostra vita. Quindi, vederlo sottomesso alla necessità di un documento amministrativo, che non dà nessuna certezza in più dal punto di vista sanitario, cioè il green pass, evidentemente lascia sicuramente già perplessi di per sé. Lascia ancora più perplessi quando ad essere sottoposti a questo obbligo e a questa necessità - quindi, sostanzialmente all'obbligo vaccinale – sono, per esempio, il personale scolastico, il personale del comparto della difesa, della sicurezza, del soccorso pubblico, il personale che svolge attività lavorativa nelle strutture sanitarie e sociosanitarie, anche a titolo non prettamente sanitario, e il personale che svolge la propria attività lavorativa alle dipendenze del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, della giustizia minorile e della giustizia, anche in comunità. Tutti questi soggetti, che sottostanno a un obbligo vaccinale, rischiano la sospensione quando non ottemperano a questa modalità.

Già questo, per noi, è abbastanza inspiegabile; lo è di più quando la sospensione prevede questa sanzione anche per chi è in congedo di maternità e per le persone assenti per malattia, perché evidentemente questi sono diritti tutelati dalla Costituzione, al pari del diritto alla salute, ma sono situazioni e fattispecie che hanno una loro dignità costituzionale a prescindere. Quindi, a nostro modo di vedere, l'assenza di queste persone non può essere fonte di contagio. Se sono assenti per malattia o per stato di gravidanza, queste persone non accedono perché già assenti dal luogo di lavoro; non possono contagiare altri colleghi, non hanno nessuna pericolosità sociale, semmai si possa utilizzare questo termine, e quindi, a nostro modo di vedere, è una violazione doppia, perché lo è dal punto di vista della logica e lo è anche dal punto di vista della vera pericolosità pandemica.

Quindi, io credo che sia giusto che il Governo si impegni, tramite un provvedimento normativo, a limitare questa discrasia, che evidentemente non ha nessun senso.

Io credo, peraltro, che una persona assente per gravidanza o per malattia dal posto di lavoro abbia anche qualche motivazione per voler ritardare o attendere rispetto al vaccino stesso. Non credo che si tratti solo di pericolosi no-vax; sono persone che si trovano in una situazione particolare della loro vita e che, quindi, magari preferiscono non accedere alla vaccinazione.

Quindi, sottosegretario, io credo che il Governo possa fare questo sforzo di realismo, direi, questo sforzo di prendere atto di una situazione che è anche cambiata rispetto a quando, appunto, non conoscevamo gli esatti contorni della pandemia.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO OSNATO (FDI). Concludo. Allora, se l'obbligo vaccinale, sul quale - ripeto - noi personalmente siamo tuttora contrari, potrebbe avere un senso in un certo momento della situazione pandemica, per le persone che non possono andare al lavoro per gravidanza o malattia non ha proprio alcun senso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per illustrare l'ordine del giorno n. 9/3442/20 il deputato Germana'. Ne ha facoltà.

ANTONINO GERMANA' (LEGA). Grazie, Presidente. Il provvedimento in questione, il decreto che prevede le misure di contenimento per il COVID, che proprio ieri ha incassato la fiducia di questo Parlamento e che introduce il super green pass per lo svolgimento di alcune attività, già non è più attuale, in quanto ci sono altri decreti all'attenzione del Senato e poi della Camera.

L'oggetto di quest'ordine del giorno è proprio l'introduzione del super green pass per l'accesso e l'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici o privati, in particolare, nello Stretto di Messina. Non sarà sfuggita la protesta di questi giorni del nostro sindaco, del sindaco di Messina. Immagino che anche il Governo sia a conoscenza delle ordinanze emanate dal nostro presidente della regione Sicilia e anche dal presidente della regione Calabria, che hanno autorizzato, diciamo, con un'ordinanza l'attraversamento dello Stretto non con il super green pass, ma con il semplice tampone.

Questo ordine del giorno interviene a rafforzare quello che è stato fatto dai due presidenti delle regioni, perché, come sappiamo, le ordinanze possono sempre essere impugnate e, quindi, noi dobbiamo andare a riparare la norma di questo provvedimento, sul quale anch'io ho votato la fiducia, che, però, è una norma discriminatoria, perché oggi la Sicilia e la Sardegna sono le uniche regioni d'Italia che hanno di fatto un blocco regionale: si può andare tranquillamente in macchina dalla Calabria alla Lombardia, come si può andare dal Piemonte alla Puglia, ma non si possono fare Sicilia-Calabria o Calabria-Sicilia, che sono regioni divise solo da tre chilometri di mare. Appunto, è una norma assolutamente discriminatoria che noi dobbiamo correggere, che viola palesemente i principi dell'Unione europea, nonché gli articoli 3 e 16 della Costituzione italiana. Va a ledere il principio di continuità territoriale, inteso come capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi cittadini residenti in territori meno favoriti (meno favoriti sì, ma certamente splendidi). Noi siamo isolani ma certamente non vogliamo essere isolati e abbiamo necessità che questa norma venga corretta. Prova ne è anche il fatto che un paio di giorni fa sulla nave Florio della Tirrenia, un traghetto che faceva la tratta Palermo-Napoli, alla fine della corsa sono stati trovati 20 positivi che facevano parte dell'equipaggio. Quindi, non cittadini che avevano utilizzato il traghetto per raggiungere Napoli partendo da Palermo, ma componenti dell'equipaggio stesso.

Quindi, le ordinanze che hanno fatto i nostri presidenti delle regioni sono certamente giuste e motivate, perché noi siamo assolutamente convinti che può essere più sicuro chi attraversa lo Stretto di Messina avendo fatto un tampone e magari - certamente, altrimenti non potrebbe attraversare - avendo l'esito positivo, piuttosto che chi è in possesso di un super green pass, come è successo appunto nel traghetto Florio.

PRESIDENTE. Il deputato Vinci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/73.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Dopo due anni di pandemia, ci ritroviamo ancora qui a parlare di green pass, è da circa un anno che si parla di questa misura, e con questo ordine del giorno chiedo di fare una cosa che non doveva neanche entrare in quest'Aula, perché fa parte dei diritti individuali di tutti i cittadini, non solo italiani, ma dei cittadini in quanto tali, in quanto non sudditi, cioè la possibilità di muoversi su tutto il territorio nazionale senza limitazioni legate a un certificato. Un certificato che ad oggi non garantisce, perché ormai è palese e lo dicono anche i medici, anche quelli più oltranzisti lo hanno ormai ammesso: la vaccinazione non garantisce l'immunizzazione.

Quindi chi è in possesso del super green pass, quello rafforzato, può comunque trasportare con sé il virus, mentre chi fa un tampone semplice, che sia rapido o molecolare, dimostra di non portare con sé il virus. Cosa fa questo Governo? Questo Governo nel decreto prende una strada totalmente opposta a quelli che sarebbero i dettami sanitari, cioè impedire il trasporto del virus, il passaggio del virus sul territorio nazionale, imponendo il tampone; invece no, viene di fatto dimenticato e messo da parte completamente l'uso del tampone, che è il vero strumento che garantisce di non trasportare con sé il virus. Viene invece inserita una restrizione che nulla ha a che vedere con una misura sanitaria, cioè il possesso, di fatto, o della guarigione o di un super green pass legato alla vaccinazione, che, come abbiamo appena detto, non consente minimamente di fermare il virus.

Con questo ordine del giorno noi chiediamo che i cittadini italiani siano liberi, siano liberi di muoversi verso la Sardegna, verso la Sicilia, ma anche di utilizzare, ad esempio, i treni ad alta velocità, che oggi sono un mezzo indispensabile per muoversi sul territorio nazionale, per prendere gli aerei. In realtà, un cittadino oggi può tranquillamente recarsi all'estero e uscire dai confini nazionali, ma, se non ha il super green pass, non può recarsi in Sardegna, non può prendere un treno ad alta velocità, e anche con i mezzi pubblici ha diversi problemi.

Non parliamo di tutte le altre limitazioni inserite, tra le quali il super green pass anche per l'accesso alle strutture alberghiere, che, oltre che impedire gli spostamenti, danneggiano gravemente la nostra economia. Noi, come partito e come cittadini, non possiamo accettare una limitazione di questo tipo.

Arrivano dichiarazioni di scienziati che continuano a ripetere che l'immunizzazione non viene data dal vaccino, e noi ci ritroviamo, invece, a puntare tutto su un super green pass e abbandonare di fatto il tampone, facendo in questo modo diminuire i tamponi, che sono l'unica misura efficace per capire dove e come si sta muovendo il virus nel nostro Paese, per andare a fare una misura che è di tipo restrittiva, che non viene di fatto neanche rilasciata dal Ministero della Salute, ma che viene rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle finanze. Non si capisce questa struttura, non capiscono neanche i cittadini perché un lasciapassare come questo venga rilasciato da un Ministero che nulla ha a che vedere con la sanità. Per noi tutto questo è gravissimo, le libertà dei cittadini devono essere ripristinate al più presto.

Con questo ordine del giorno - visto che è stata posta fiducia e non abbiamo potuto presentare emendamenti o sono stati subito cancellati - chiediamo che il Governo ne prenda atto e nelle prossime settimane metta immediatamente mano a questo problema.

PRESIDENTE. Il deputato Bond ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/15.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente, e grazie anche al Governo, al sottosegretario, che è sempre presente e che - gli faccio un complimento - risponde sempre a tutti i quesiti che gli vengono posti, e quindi il suo lavoro e anche il suo comportamento gli fanno onore. Grazie, perché non è facile trovare gente disponibile e anche persone tecnicamente preparate. È un ordine del giorno, questo, molto brevemente, che in qualche maniera va a fotografare la situazione dei contagi in generale e dei soggetti che hanno avuto il COVID. Mentre un anno fa noi avevamo pochissimi studi a disposizione per dire com'è il comportamento del corpo umano di fronte a un'infezione da COVID e com'è la reinfezione dal punto di vista anche del comportamento dei numeri, ora possiamo tranquillamente dire che alcuni studi importanti, americani, ma anche italiani, ma lo stesso alcuni studi di università tedesche e austriache, dimostrano che il tasso di reinfezione su soggetti che hanno avuto il COVID è bassissimo, e il tasso di ospedalizzazione è ancora più basso.

Alcuni studi americani dimostrano anche che la resistenza che ha il soggetto che ha avuto il COVID, e quindi praticamente un'infezione di tipo naturale, su varianti è una resistenza molto forte. Allora l'ordine del giorno che ho presentato è per aprire un tavolo di discussione. Difatti chiedo al Governo di avere un'attenzione attraverso l'istituzione di un osservatorio specifico di tipo scientifico e che in qualche maniera questo osservatorio faccia transitare delle informazioni certe e anche ben distribuite sul territorio al CTS. Poi aggiungo anche, come fattore principale, di tenere in considerazione la durata del green pass per i soggetti che hanno avuto un'infezione di tipo naturale, perché, sottosegretario, questa ultima variante, che colpirà probabilmente uno su due degli italiani attivi, in qualche maniera non determinerà un'immunità di gregge, ma creerà una serie di soggetti che hanno comunque una forte risposta verso il COVID.

Questi soggetti che hanno avuto un'infezione di tipo naturale noi li dobbiamo tenere in considerazione perché sono numeri importantissimi; sono numeri talmente importanti che costituiscono anche, se ben gestiti, un risparmio per la sanità pubblica, perché è giusto parlare di tamponi, ma è anche giusto dire che i tamponi costano alla struttura sanitaria; è giusto parlare di vaccinazioni, però bisogna dire che le vaccinazioni costano sia in termini di lavoro degli operatori sanitari sia in termini di costo del vaccino alle strutture pubbliche e alle strutture sanitarie. E allora la richiesta che faccio, e ho chiuso, è di avere da parte del Governo, attraverso il CTS, un'attenzione particolare su questi numeri, che non sono più migliaia, ma sono milioni, e quindi devono essere sia attesi in termini di durata del green pass e, secondo me, anche attesi in termini di esenzione dalla vaccinazione.

PRESIDENTE. Il deputato Foti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/2.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, il tema che intendo porre all'attenzione dell'Assemblea è un tema abbastanza delicato, perché, come è noto, una legge dello Stato del 1992 consente che abbiano diritto all'indennizzo coloro i quali abbiano avuto dei danni permanenti anche da vaccinazione obbligatoria.

Ora, come è noto, in un recente decreto-legge, ma anche in quello in esame, il Governo ha statuito l'obbligatorietà del vaccino per alcune figure e addirittura in modo generalizzato per gli over 50 anni. Cosa realizza, però, questa vicenda? Realizza un fatto che è indubbiamente clamoroso e per il quale se un cittadino che si è sottoposto volontariamente al vaccino ha, per effetto della somministrazione dello stesso, una permanente invalidità non può essere indennizzato. Pare evidente che questa disparità di trattamento non è stata colta solo da chi parla sotto il profilo politico, è stata colta molto significativamente anche dalla Corte costituzionale con una serie di decisioni, l'ultima delle quali è la n. 118 del 26 maggio 2020, presidente Cartabia; in buona sostanza, il principio che qui si ribadisce è molto semplice: chi volontariamente si sottopone al vaccino rende comunque un'utilità sociale alla comunità, proprio perché diminuisce la possibilità, per la comunità stessa, della diffusione del contagio. Molto significativamente, evocando gli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione, la Corte precisa che la ragione che fonda il diritto all'indennizzo del singolo non risiede, quindi, nel fatto che questo si sia sottoposto a un trattamento obbligatorio. In buona sostanza, oggi, noi abbiamo, a legislazione vigente, una legge del 1992 che tutela alcune figure che, nel malaugurato caso dovessero avere delle conseguenze dannose permanenti in ragione della somministrazione del vaccino, sono coperte dalla possibilità dell'indennizzo ex lege, dall'altra parte, delle persone che invece si sono sottoposte volontariamente al vaccino - e faccio presente che sicuramente sono la stragrande maggioranza di coloro i quali attualmente hanno assunto il vaccino - e che lo hanno fatto liberamente, nel senso che non sono state costrette da un provvedimento di legge, ma una serie di provvedimenti di legge indubbiamente ha concorso fortemente a sollecitare le predette persone ad avere e a sottoporsi al vaccino.

Stiamo parlando ovviamente di casi che nessuno si augura si debbano diffondere, ma ne parlo soprattutto anche in relazione, scusatemi, ai minori, perché oggi la vaccinazione è estesa anche a una fascia di età di minori, dove ovviamente i genitori che sottopongono i figli a vaccinazione si assumono delle responsabilità, non soltanto di tipo genitoriale, ma anche di decidere per terzi se e come procedere di fronte a una pandemia. Allora, scusatemi, a un genitore che già si assume questa responsabilità vogliamo anche negare la possibilità che, se domani da quel vaccino dovesse derivare un danno permanente al proprio figlio, non abbia neanche diritto all'indennizzo? Sto parlando di indennizzo, perché significativamente la legge tratta di questa materia e la legge che, torno a ripetere, è una legge datata, perché è del 1992, copre ed evidentemente copriva una fase in cui le vaccinazioni non erano tanto riferite a pandemie, ma erano riferite ad altri tipi di malattia molti dei quali, tra l'altro, debellati in Italia.

Ora, essendo nota a tutti i colleghi la differenza tra indennizzo e risarcimento, siamo in una situazione dove l'ordine del giorno non evoca il risarcimento, che è un atto che poi se un soggetto individualmente vuole potrà sicuramente attivare nelle forme e secondo le procedure di legge, ma un indennizzo automatico che non obblighi il cittadino a dover attivare un procedimento di natura civilistica contro chicchessia per avere un riconoscimento di un diritto che altri hanno; ci sembra una cosa di buonsenso. Voglio anche aggiungere che in tal senso anche il Senato della Repubblica, nel corso della discussione di questo provvedimento, già si è pronunciato e si è pronunciato nel senso di prospettare al Governo altra uguale e idonea soluzione che consiste nel fatto, non di procedere ovviamente soltanto all'accoglimento di un ordine del giorno, ma di prospettare e di introdurre una norma di legge modificativa, evidentemente, della legge del 1992 che, quindi, consenta di poter accedere all'indennizzo anche a coloro i quali non si sono sottoposti a vaccinazione in ragione di un obbligo di legge, ma di una libera scelta di volontà, data comunque da una campagna vaccinale che è stata intrapresa dallo Stato e che lo Stato ha sollecitato nell'interesse, ovviamente, della salute pubblica ai cittadini stessi. Io, quindi, faccio appello, perché il Governo possa accogliere in modo pieno questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/88 il deputato Mauro Lucentini. Ne ha facoltà.

MAURO LUCENTINI (LEGA). Grazie, Presidente, saluto il sottosegretario Costa. Io ho deciso di presentare questo ordine del giorno, sollecitato dalle imprese e sollecitato anche dal nostro presidente della camera di commercio delle Marche, Gino Sabatini, i quali ci chiedono aiuto e, quindi, chiedo un provvedimento di buonsenso, sottosegretario Costa, perché, visto che in questo provvedimento, in questo decreto-legge sono in esame misure urgenti per il contenimento dell'epidemia di COVID e per lo svolgimento in sicurezza di attività economiche e sociali, serve un provvedimento che non costi nulla e che dia respiro alle imprese. In tali ambiti, appare indispensabile l'adozione di una misura, allo stato non prevista dai provvedimenti varati dal Governo, per agevolare e rendere concretamente possibile anche ai soggetti vaccinati con doppia dose Sputnik l'ingresso nel Paese e la partecipazione ad alcuni eventi, fiere e manifestazioni che sono programmati e per i quali la disciplina normativa vigente richiede il possesso obbligatorio delle certificazioni verdi COVID-19.

Un intervento in questo senso risulta fondamentale, sottosegretario, in particolare, tra l'altro, al fine di consentire ai buyer russi di poter partecipare agli eventi che, soprattutto nel settore della moda, si stanno svolgendo e si svolgeranno da qui ai prossimi mesi, ai prossimi giorni. C'è stato il Pitti di Firenze che - lo ripeto, il Pitti di Firenze, parliamo di moda - era deserto, non c'erano compratori russi; ci sarà la Fiera di Riva del Garda, ci sarà il MICAM di Milano e ci sarà la settimana della moda. Quindi, la presenza dei buyer russi è estremamente importante e nel settore della moda vorrei solo ricordare che cuba oltre 80 miliardi e garantisce il 12,5 per cento dell'occupazione dell'industria manifatturiera. La cosa che non riusciamo a capire è perché a chi entra in San Marino gli viene riconosciuto come valido il vaccino Sputnik.

Come dicevo, chiedo un provvedimento che non costa niente allo Stato. Non sto chiedendo risorse al bilancio dello Stato, anzi, questo emendamento farà risparmiare soldi allo Stato italiano.

Se, infatti, compratori esteri vengono a comprare prodotti italiani, i nostri imprenditori non chiederanno aiuti. Allora, il controsenso è tutto italiano, perché da una parte il Governo cerca disperatamente di trovare fondi per aiutare le imprese e, d'altra parte, non permettiamo loro di trattare e di potersi confrontare con un mercato fondamentale. Quindi, le chiedo, sottosegretario, di intervenire presso il Ministero e il Ministro Speranza, perché senza questi buyer, che poi non sono solo russi - sono tutti quelli che hanno utilizzato il vaccino Sputnik -, sarà la morte di tante imprese manifatturiere, quindi non solo del mio paese Montegranaro, che è centro calzaturiero, non solo di quelle del distretto della calzatura e del distretto del cappello, non solo di quelle marchigiane, ma proprio del settore moda in generale. Come deputato di maggioranza, non mi sognerei mai di presentare un ordine del giorno strumentale, se questo provvedimento non fosse strettamente necessario. Le dico anche che ci sono – è vero - circolari che normano, ci sono pass, cosiddetti business, sottosegretario, che però sono troppo brevi. Io so che lei è una persona molto di buonsenso, pratica, come è stato già detto qui da qualche mio collega, quindi, le chiedo la disponibilità anche di confrontarsi con queste categorie, con la camera di commercio, con le varie camere di commercio e anche con le imprese di categorie, perché ne hanno bisogno velocemente. Già le prime fiere ci saranno a febbraio e a marzo e, quindi, non possiamo permetterci di ritardare altro tempo. Grazie della sua disponibilità.

PRESIDENTE. La deputata Ferro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/80.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente. Nella discussione di questi ordini del giorno, unico strumento lasciato al Parlamento a seguito della posizione di fiducia, io spero che venga accolto quello in esame, a prima firma mia, che ha visto anche la sottoscrizione del collega Gemmato e che riguarda un tema fondamentale: in questa tremenda spietata pandemia, non soltanto dal punto di vista strettamente clinico, ma per tutto ciò che ha comportato rispetto alla malattia, rispetto all'ospedalizzazione, piuttosto che ai vari ricoveri, c'è una fase di grande isolamento, a cui ovviamente il malato viene sottoposto, e anche di preoccupazione e paura maggiore - come visto in tutte le pagine che abbiamo letto - per la difficoltà, se non alcune volte certa impossibilità, da parte dei parenti, di comunicare, di dialogare e avere notizie. Noi abbiamo avuto più decreti-legge e oggi parliamo di questo super green pass, che dovrebbe consentire e comunque testimoniare rispetto alla mission per noi fallimentare di questo Governo, con l'istituzione di questo strumento, benché siamo ovviamente favorevoli alla parte che riguarda la vaccinazione. Abbiamo avuto dei decreti. Mi riferisco a quello approvato il 22 aprile 2021, che ha previsto, per quanto riguarda gli accompagnatori dei pazienti delle strutture ospedaliere, qualora fossero muniti di certificazione COVID-19 verde, la possibilità di poter accedere nelle sale di attesa dei dipartimenti di emergenza e di accettazione e nei reparti di pronto soccorso. Successivamente, sempre rispetto alla parte che riguarda la certificazione verde, con la conversione del decreto-legge n. 44 del 2021 è stato altresì ripristinato l'accesso per i visitatori e i familiari muniti di tale certificazione verde nelle strutture assistite, quindi mi rifaccio alle RSA, agli hospice, piuttosto che alle strutture riabilitative per anziani e residenziali. Poi, l'aggravarsi di questa pandemia, che certamente negli ultimi giorni ha destato ulteriori preoccupazioni, dimostrando quello che abbiamo più volte detto e sottolineato, ovvero che lo strumento del green pass non aveva l'efficacia di poter prevenire e, semmai, lo ha anche causato in alcuni casi: pur attraverso una grande responsabilità e attenzione da parte degli italiani, per come ci è stato proposto, si sono abbassate un po' le difese rispetto alle regole e, quindi, tutto ciò che era stato passato come uno strumento, che in qualche modo avrebbe prevenuto l'ulteriore contagio, non si è dimostrato reale.

Con l'aggravarsi della situazione di queste ultime settimane, con l'articolo 7 del decreto-legge 221 del 2021, Il Governo ha riconosciuto la continuità di visite nelle strutture socio-sanitarie, prevedendo l'impiego della certificazione verde COVID-19, emessa a seguito della somministrazione della dose del richiamo del ciclo vaccinale. Il green pass ottenuto, a seguito di eventi che dovrebbero attestare un'elevata immunizzazione, in qualche modo, ha certificato lo strumento idoneo per garantire la sicurezza relativa a queste strutture che ho elencato, socio-assistenziali e socio-sanitarie, compresi gli hospice. Stesse considerazioni, però, riteniamo dovrebbero essere coerentemente messe in atto e applicate all'ingresso dei reparti di degenza delle strutture sanitarie, i quali restano, con la legislazione vigente, in qualche modo esclusive del malato e non danno l'accesso ai familiari e agli accompagnatori. Quindi, chiediamo di consentire nuovamente ai visitatori di poter accedere, anche in caso diversi da pazienti disabili o accompagnatori, in queste strutture che noi abbiamo fin qui elencato, per aiutare almeno la parte che riguarda l'isolamento, che è stata una parte sostanziale e drammatica di questa pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Butti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/68.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie Presidente. Il gruppo di Fratelli d'Italia conferisce a questo ordine del giorno una certa importanza, perché attiene alla riorganizzazione del profilo professionale del medico di base. Noi abbiamo imparato in questa emergenza sanitaria l'importanza del medico, non solo del medico impegnato sul fronte ospedaliero. Ed è proprio il caso di utilizzare questo termine, in modo particolare al pronto soccorso. Sappiamo noi, che abbiamo avanzato anche una serie di proposte per arginare il problema, che la carenza di personale medico e sanitario negli ospedali è di per sé molto evidente e, ovviamente, inficia anche la qualità del servizio che viene erogato ai cittadini, ai pazienti. Ma c'è anche il ruolo soprattutto del medico di medicina generale da focalizzare, perché gli ambulatori dei medici di medicina generale rappresentano il presidio, il primo baluardo, al quale ovviamente il cittadino sul territorio si riferisce. La qualità del loro lavoro, del lavoro dei medici di medicina generale, è fondamentale, perché, se venissero messi nella condizione di poter esercitare serenamente la propria professione, allestendo anche degli ambulatori con qualche strumento per quanto concerne una diagnostica anche piuttosto semplice, noi alleggeriremmo notevolmente la pressione che attualmente insiste sugli ospedali e, in modo particolare, sul pronto soccorso. Noi riteniamo che attraverso le cure domiciliari, se venissero impiegati meglio sul territorio, i medici di medicina generale potrebbero essere estremamente utili anche nella lotta alla pandemia. È fondamentale - e lo sarà ancor di più nel futuro - garantire anche una cosiddetta assistenza residenziale e cioè, come dicevamo prima, una diagnostica a distanza, una diagnostica da remoto, utilizzando la tecnologia per affermare il principio della telemedicina. Ma, a parte il clamoroso ritardo in cui versa il sistema Italia per quanto riguarda il progresso tecnologico, la posa della fibra e quant'altro, dobbiamo anche fare i conti con una sorta di competenza digitale che, soprattutto nelle popolazioni anziane, non consente l'applicazione, anche laddove fosse possibile, della cosiddetta diagnostica a distanza e della telemedicina. Immaginiamoci poi nelle zone montane e nelle aree periferiche!

Quindi, l'imperativo è certamente potenziare la rete tecnologica per mettere il medico di medicina generale nella condizione di rapportarsi più velocemente e telematicamente con la rete regionale, con la rete regionale e con la rete nazionale. Ovviamente, tutto questo passa attraverso la revisione di quello che noi abbiamo definito profilo giuridico, sottosegretario, ma è evidente che ci riferissimo al modello organizzativo del medico di medicina generale, perché i medici di medicina generale hanno un accordo collettivo nazionale che evidentemente non li mette nelle condizioni di operare adeguatamente e proficuamente, e anche di lottare contro la pandemia.

I numeri dell'emergenza - sto concludendo, Presidente - ci dicono che, tra il 2022 e il 2028 perderemo tra i 9.200 e i 12.400 medici di medicina generale, anche per effetto dei pensionamenti. Quindi, noi chiediamo, con forza, al Governo un impegno a potenziare la medicina del territorio e a studiare il nuovo modello organizzativo per i medici di base, soprattutto per l'emergenza pandemica; evidentemente, non c'è più tempo.

PRESIDENTE. La deputata Lucia Albano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/5.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, colleghi, intervengo su questo ordine del giorno, presentato, per l'approvazione, a questo decreto, che fa seguito a una interrogazione che il gruppo di Fratelli d'Italia, a mia prima firma, ha presentato e di cui chiedo al sottosegretario si possa eventualmente interessare, che riguarda il tema dei cittadini stranieri vaccinati con il vaccino Sputnik che, ad oggi, come sappiamo e come è stato sottolineato, non possono entrare in Italia, sia per motivi di lavoro che per motivi turistici e, tanto meno, sanitari, poiché il vaccino russo, come è noto, non è stato ancora approvato dall'EMA.

Le linee di governo del Comitato tecnico-scientifico sulla risposta alla pandemia sicuramente non solo sono fuori contesto, ma rischiano di uccidere più che il virus, l'economia italiana. Su questo punto concordano tutti; anche da parte del PD si fanno richieste e proposte per alleggerire il sistema sanitario, in qualche modo, considerato anche che la caccia al positivo oggi è diventata impossibile.

Il tema del vaccino Sputnik ha sollevato un grosso allarme; io vengo dalle Marche e, dal presidente della camera di commercio c'è stato proprio un grido d'allarme, perché? Perché sicuramente uno dei settori che viene maggiormente danneggiato è quello del lavoro e, in particolare, delle aziende manifatturiere. Sappiamo che i cittadini che arrivano in Italia per motivi di lavoro vaccinati col vaccino Sputnik dalla Russia - ma non solo, anche dagli 80 Paesi che utilizzano questo siero - non potranno prenotare un albergo o un ristorante, e sappiamo anche che ci sono fiere, mercati, eventi; Pitti Uomo è stato disertato dai grandi buyer russi, per il MICAM attendiamo le disdette degli stessi imprenditori. Quindi, l'allarme è assolutamente generalizzato; non è solo il lavoro, non è solo l'attività imprenditoriale, non è solo questo settore dell'economia che viene che viene danneggiato; c'è anche il turismo, poiché, secondo un'analisi di Coldiretti, il via libera al bacino Sputnik potrebbe riportare in Italia 380 mila turisti dalla Russia che, prima della pandemia, erano venuti in Italia in vacanza durante l'estate; nell'estate 2020 gli arrivi dalla Russia sono crollati del 92 per cento e la spesa dei turisti russi, nel trimestre estivo, in Italia, si attesta intorno ai 400 milioni di euro, per alloggio e alimentazione, e sappiamo bene che il target è piuttosto elevato, è un turismo molto ricco. Non solo; c'è anche un tema salute; si crea una forte discriminazione, perché le persone che arrivano dalla Russia e dai Paesi dell'Est per cicli terapeutici che sono già iniziati, in questo momento non avranno la possibilità di proseguire le cure.

Sappiamo anche che il Governo italiano recentemente ha raggiunto una nuova intesa con il Governo di San Marino, poiché ci sono anche cittadini sammarinesi che sono vaccinati con il vaccino Sputnik; per questi ultimi c'è la possibilità, per fortuna, di girare in Italia e c'è stata anche una deroga al green pass; ora il green pass non è riconosciuto per il vaccino Sputnik e questo è un paradosso; perché - e non noi siamo solo noi di Fratelli d'Italia a dirlo, ma è un tema assolutamente noto - il mancato riconoscimento del farmaco Sputnik è un paradosso? Perché se, da una parte, è adatto al progetto COVAX, da un'altra non viene riconosciuto per la certificazione vaccinale.

Quindi, auspico che questo ordine del giorno venga accolto; è sicuramente importante non solo per la nostra salute, ma anche per la nostra economia, perché sappiamo che una Nazione con una forte economia avrà anche un forte sistema sanitario e garantirà anche benessere per i propri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Gemmato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/78.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario, questo ordine del giorno ci offre la possibilità di declinare fino in fondo la contrarietà di Fratelli d'Italia al green pass. L'avevamo detto, avevamo presagito, non perché ci piace fare gli uccelli del malaugurio, ma perché evidentemente viviamo il nostro tempo e sappiamo anche decodificare gli eventi sanitari, che il green pass avrebbe portato al numero dei contagi rispetto ai quali oggi ci troviamo a dover fare conto; in che senso? L'avevamo detto: il green pass, erroneamente, poteva indurre il cittadino italiano a pensare che, una volta vaccinato, diventava immune e, quindi, poteva togliersi la mascherina, abbandonare le buone norme sociali e sanitarie che aveva - ed ha -, in questi mesi praticato, in una parola, far dilagare il virus; questo è avvenuto.

Per fortuna, e avevamo previsto anche questo, il numero di ospedalizzazioni, il numero di ricoverati nei reparti di terapia intensiva non è stato così alto da dover poi chiudere tutto - e il nostro invito è sempre quello di gestire in fase endemica questa patologia, che è diventata appunto una endemia -, soprattutto, però, e purtroppo, il picco del numero dei morti è aumentato, dato significativo della circostanza che non esiste ancora un sistema sanitario nazionale che declini fino in fondo la sua presenza territoriale, e il numero alto di morti ne è, appunto, la testimonianza; l'evidenza di ciò che sto dicendo è, purtroppo, nei numeri.

L'ordine del giorno che io illustro questa mattina, sottosegretario, chiede al Governo la possibilità di aprire, nella fase di tracciamento, ai tamponi antigeni rapidi orali, in modo, da un lato, di continuare a tracciare in maniera opportuna l'evoluzione della malattia, ma, soprattutto, da un altro lato, di rendere fattibili i test, perché chi oggi ha deciso, legittimamente e liberamente, di non vaccinarsi - legittimamente e liberamente, perché non esiste l'obbligo diffuso al vaccino - deve avere la possibilità di diagnosticare la presenza del virus anche - anche - senza doversi sottoporre all'invasività di un tampone nasale che, se ripetuto più volte, evidentemente produce danni. Lo dico soprattutto perché, in queste ore, con la riapertura delle scuole, noi stiamo sottoponendo i nostri figli, bambini di 6, 7, 8, 10 anni, a un tamponamento continuo, e, da genitore, da padre, non lo ritengo opportuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non lo ritengo opportuno soprattutto se esiste un altro strumento diagnostico, quello del tampone antigienico rapido salivare, che non sottoporrebbe i nostri figli a questo stillicidio. Io ritengo che la presa di posizione rispetto alla possibilità di fare il tampone salivare sia legata al fatto di voler indurre tutti a vaccinarsi, e non è ammissibile.

Non possiamo, sull'altare di un capriccio, immolare la salute, il benessere psicofisico dei nostri bambini. I bambini, quando sanno e sentono che si devono tamponare per la prima, per la seconda, per la terza e per la quarta volta per stare in aula, tremano e io ritengo che questo non sia giusto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Chi fa politica, oggi, si deve occupare soprattutto dei più deboli e i più deboli, in questo momento, sono i nostri figli.

Per questo io ritengo che questo ordine del giorno, che è un atto di indirizzo al Governo, lo ricordo e non ha potere cogente, debba però essere approvato, lo dobbiamo approvare, lo dobbiamo far nostro, dobbiamo aprire a questo nuovo strumento di diagnosi e lo dobbiamo fare per il nostro popolo e, soprattutto, per i nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Deidda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3442/82

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno pone il tema - ne ho trattato durante la discussione generale - dei trasporti dalle isole, sia da quelle minori sia da isole come la Sardegna e la Sicilia che, purtroppo, vivono quella che noi chiamiamo una vera e propria discriminazione. Qualche collega l'ha già detto, però i fatti ormai sono all'ordine del giorno. Ieri, una famiglia composta da marito e moglie non ha potuto prendere il traghetto per Roma, dove la donna doveva recarsi per un'operazione per un tumore, perché lei aveva una vaccinazione, con una dose di vaccino, e il green pass non era attivo perché non erano trascorsi 15 giorni. Tuttavia, aveva la certificazione del proprio medico, che attestava la avvenuta vaccinazione, e aveva il tampone negativo. Ebbene, non è potuta partire e ha dovuto rinviare l'operazione. Si stanno registrando casi ogni giorno. Ormai non si capisce come cercare di far capire il disagio che si vive nello stare in Sardegna o in Sicilia. Bellissime isole, noi siamo orgogliosi di vivere lì ma ormai siamo confinati, ci fate pesare ancora di più il fatto di vivere in un'isola. L'altro giorno, parlavo con una collega, per fortuna di argomenti più leggeri, la quale mi diceva come non abbia senso venire in vacanza in Sardegna perché il pensiero di essere costretti, per ritornare a casa, a prendere una nave o un aereo è limitante. Io le ho dato ragione e le ho detto che voi ci state facendo pesare questo. Ad una persona che abbia la necessità di partire verso il continente, non per vacanza ma per motivi di lavoro, scuola, sport o per un'attività propria, voi state limitando la libertà.

Il green pass è nato, in Europa, su richiesta delle isole greche per far viaggiare le persone, per farle muovere, per dar loro il diritto di muoversi in sicurezza ed era previsto col tampone. Ricorderò sempre che voi, con il Governo Conte, rifiutaste di far viaggiare coi tamponi, di fare un certificato con i tamponi, perché dicevate che era anticostituzionale vietare il viaggio a una persona che non si voleva sottoporre a tampone. Abbiamo passato delle estati in questo modo, con la libertà. Voi dicevate che non potevate obbligare i cittadini a opporsi a un passaporto sanitario. Poi l'avete introdotto e lo state rendendo blindato, come un dogma. Voi impedite di vivere a chi non si sottopone a questo, a chi non ha questo passaporto mentre noi, nell'isola, abbiamo bisogno di viaggiare, abbiamo il diritto di viaggiare, abbiamo il diritto di curarci, abbiamo il diritto di passare la nostra vita come noi riteniamo di volerla passare e non può essere lo Stato a imporlo. Tanto più che noi non chiediamo di liberalizzare tutto, ma chiediamo che sia reintrodotto il tampone che è lo strumento che permette, comunque, di viaggiare e di sapere più o meno con esattezza se uno è positivo o meno. Quando li abbiamo introdotti, come regione Sardegna, in ogni porto e aeroporto, e c'era l'obbligo del tampone anche all'arrivo, abbiamo trovato i positivi e siamo tornati in zona bianca, con questo controllo, con i tamponi. Adesso, addirittura si vocifera che la Sardegna debba tornare in zona gialla. Ancora, dopo due anni? Dopo che vi abbiamo offerto dei suggerimenti che sono di buonsenso?

Ebbene, noi non vogliamo più sentire di persone che non possono venire a Roma o a Milano a curarsi, non vogliamo più sentire di persone a cui sono negate le visite in ospedale.

Spero che questo ordine del giorno venga accolto pienamente perché è un impegno al Governo. Non costringetemi a fare la rivoluzione, come abbiamo fatto, con ordinanze e battaglie giudiziarie perché noi siamo isolani e siamo orgogliosi di esserlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Bignami ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Dispiace che, rispetto alle proposte che Fratelli d'Italia sta formulando anche in occasione di questo decreto-legge, vi sia - ringrazio il Governo per essere presente - una certa distrazione dell'Aula, quando invece, tutto sommato, Fratelli d'Italia in questi due anni ha realizzato proposte e suggerimenti che, guardandoli oggi, appunto a due anni di distanza, avrebbero probabilmente consigliato maggiore attenzione da parte del Governo. Ne cito alcuni, a partire dalle perplessità, a tacer d'altro, che manifestammo quando, il 22 luglio del 2021, il Presidente del Consiglio Draghi, in una conferenza stampa, affermò che coloro che accedevano in luogo per il quale fosse richiesto il green pass si sarebbero trovati in un luogo sicuro e sarebbero stati garantiti dal fatto di essere tra persone non contagiose, postulando con ciò, evidentemente, che il vaccino garantisse una sorta di immunità.

Fratelli d'Italia, che pure si è sempre schierata a favore del vaccino, immediatamente rilevò come quelle parole fossero pericolose sia perché ingeneravano un messaggio sbagliato sia perché comportavano il rischio, poi effettivamente realizzatosi, che coloro che accedevano a quei locali si sentissero in qualche maniera esentati dall'assumere precauzioni che erano, invece, necessarie. Gli ultimi dati disponibili dimostrano che, purtroppo, avevamo ragione perché, rispetto ai dati di un anno fa, in cui si contavano 8.800 contagi e 377 decessi, oggi noi abbiamo 228.000 contagi e oltre 430 decessi. Certo, qualcuno ci dice che sono stati fatti molti tamponi in più - è vero - ma comunque, nelle proporzioni, i dati dimostrano che il numero di contagi e il numero di decessi, ahinoi, è superiore rispetto a quello di un anno fa. Avevamo chiesto e continuiamo a chiedere che per coloro che sono guariti dal COVID vi sia la possibilità di una certificazione a fronte di un test sierologico e questo anche a causa della totale inefficienza della burocrazia del Ministro Speranza che, nonostante siano passati due anni, ha registrato un fallimento del tracciamento e della sorveglianza epidemiologica. Tanto che, ancora oggi, tantissimi italiani contraggono il COVID e non sono nelle condizioni di vedersi certificata la malattia proprio a causa della burocrazia inefficiente del Ministero. Perché allora non rilasciare un eventuale green pass, strumento nel quale non crediamo ma che, evidentemente, per le burocrazie è uno strumento mediante il quale si può esercitare una forma di potere in quanto tale e, quindi, è visto da quelle stesse burocrazie come elemento indispensabile, anche a chi è guarito? Forse perché qualcuno si è dimenticato che l'obiettivo non è vendere vaccini, ma è sconfiggere il virus. Avevamo chiesto che si centrasse nel rapporto medico-paziente lo strumento principale mediante il quale riuscire a realizzare le cure più adatte, anche domiciliari. Il Governo ha detto di no e, non a caso, una sentenza del tribunale ha comportato l'ennesima condanna nei confronti del Ministro Speranza. Diciamo ennesima perché già il Ministero era stato condannato, quando avevamo chiesto, per collaborare assieme, di poter vedere i documenti riservati al Ministero e lo stesso Ministero si era opposto. Il tribunale amministrativo, ancora una volta, ha condannato il Ministro Speranza a esibire quei documenti. Avevamo chiesto di investire sul piano pandemico, perché è uno strumento necessario, e invece il Governo, per lungo tempo, ci ha deriso, salvo poi stanziare 250 milioni per quel piano pandemico. Potrei proseguire a lungo, potrei proseguire, ad esempio, citando la ventilazione meccanica controllata, che per lungo tempo avete dileggiato e che adesso vi siete accorti essere lo strumento principale, o il potenziamento di mezzi di trasporto per le scuole.

È per questo che diciamo che, nel momento in cui il Governo chiede responsabilità e fiducia, deve dare responsabilità e fiducia ed è il motivo, appunto, per il quale chiediamo che le sanzioni possano essere azzerate laddove qualcuno vi incorra per la prima volta.

PRESIDENTE. Il deputato Giovanni Russo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie signora Presidente, esponente del Governo, onorevoli colleghi, è noto che il Governo ha stabilito l'identità di fatto tra vaccino e green pass, tra vaccino e possibilità di muoversi, possibilità di vivere. Quando, per ragioni burocratiche o meramente burocratiche, questo green pass non si può ottenere, poi il cittadino viene discriminato. Io ho proposto anche un altro ordine del giorno che prevedeva anche un'autocertificazione sostitutiva, se ci fossero stati dei problemi burocratici nell'ottenimento del green pass, ma questo ordine del giorno, che è stato anche approvato, non è stato mai attuato, continuando ancora ad arrecare danno ai cittadini che, senza colpa, si ritrovano nella impossibilità di svolgere le loro attività quotidiane.

Questo “green caos” che si è venuto a creare ha provocato anche dei problemi gravi alla vita delle persone. Basti ricordare quello che dicevano anche prima i miei colleghi, cioè si va a derogare anche a uno dei principi fondamentali del nostro ordinamento, che è quello dello stato di necessità: donne incinte con minacce d'aborto che non vengono ammesse al pronto soccorso; persone che hanno bisogno di prendere un traghetto per andarsi a curare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), per un'operazione, per potersi curare da un tumore, non vengono ammessi sui mezzi di trasporto, con conseguente aborto e danno incalcolabile alla salute. Che cosa succede però quando questo “green caos”, quando questa identità tra vaccino e vita, va a colpire un settore importantissimo e molto delicato, come quello delle Forze armate e delle Forze dell'ordine; succede che c'è ancora di più un grandissimo caos.

Basti ricordare che, a seguito dell'introduzione dell'obbligatorietà vaccinale per le Forze di polizia, si è avuto un calo operativo, con personale in meno pari al 20 per cento, che, non avendo adempiuto all'obbligo del vaccino si è ritrovato a casa senza neanche lo stipendio. Questo è andato ad incidere in maniera troppo drammatica nella vita di questi operatori della sicurezza e delle loro famiglie; operatori della sicurezza che vengono abbandonati a se stessi senza un'adeguata tutela da parte dello Stato. Basti vedere quello che è accaduto a Milano, dove una agente della polizia municipale in borghese è stato aggredito da una quindicina di ragazzi, che lo hanno non soltanto preso a bottigliate e a calci, ma lo hanno anche disarmato, e dove alcuni esponenti della sinistra, anziché esprimere la loro solidarietà al vigile urbano, hanno addirittura detto che non doveva estrarre l'arma (come se poi si fosse trovato lui con 15 ragazzi addosso). A queste persone, a cui va la nostra piena solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), noi abbiamo visto che lo Stato ha tolto anche lo stipendio.

Con questo mio ordine del giorno, che è di assoluto buonsenso, io chiedo che venga riconosciuta al militare che, a causa del servizio e avendo dovuto adempiere all'obbligatorietà vaccinale, venga la causa di servizio in caso di danni alla salute; chiedo di prevedere uno screening per quanto riguarda gli anticorpi sviluppati dal personale; soprattutto, chiedo di valutare gli effetti applicativi di questa disciplina così rigida, per farla più mite, perché non è possibile togliere uno stipendio, o parte dello stipendio, ai militari e alle Forze dell'ordine che, in seguito al mancato adempimento dell'obbligo vaccinale, si vedono impoveriti e senza la possibilità neanche di poter sfamare i propri figli. Questo è un ordine del giorno di assoluto buonsenso: dire no a questo ordine del giorno significa arrecare, per l'ennesima volta, un danno non soltanto economico ma anche esistenziale a tutti gli esponenti delle Forze armate e a quelli delle Forze dell'ordine. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Francesco Lollobrigida ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie Presidente. Allora, in questo caso mi richiamo non tanto al Governo quanto all'Assemblea; con questo ordine del giorno, del quale credo sia stato presentato un analogo testo anche da colleghi di maggioranza, teso a chiarire qui in Aula quale deve essere la volontà del Parlamento, il ruolo che dobbiamo avere, in una fase delicata come questa. Noi andiamo ad eleggere, dal 24 di gennaio, il nuovo presidente della Repubblica, il garante della Costituzione, il garante di quello che è il nostro sistema democratico.

Le elezioni del Presidente della Repubblica sono state codificate nella nostra Costituzione in maniera puntuale, indicando quali siano i meccanismi che portano ad eleggerlo, cioè la compartecipazione di Camera e Senato attraverso i rappresentanti del popolo che siedono al loro interno e i rappresentanti delle regioni, per un complessivo numero di 1009; un numero oggettivamente poco rappresentativo in termini assoluti, ma molto rappresentativo in termini relativi al ruolo che le persone che dovranno partecipare svolgono, perché rappresenteranno l'intera popolazione italiana.

Fratelli d'Italia vorrebbe un altro sistema per l'elezione del Presidente della Repubblica; vorrebbe l'elezione diretta del Presidente della Repubblica; una persona che possa essere scelta direttamente dal popolo perché possa essere garante e legittimato da una volontà popolare più ampia; però non è questa la circostanza. Purtroppo attraversiamo una fase di mediazione, che però dobbiamo interpretare appieno, consapevoli che votare il Presidente della Repubblica non è solo un diritto dei parlamentari e dei rappresentanti del popolo, ma è un dovere, un obbligo morale dei soggetti che hanno la possibilità di farlo, che rappresentano, pro-quota, milioni di cittadini italiani. Allora, ciò che noi chiediamo in questo ordine del giorno è che il Parlamento dia un indirizzo al Governo, alle istituzioni tutte e – ovviamente, essendo noi in autodichia, per quanto riguarda lo svolgimento delle votazioni stesse - anche alla Presidenza della Camera e del Senato, per rimuovere tutti gli ostacoli che impediscano a parlamentari di essere presenti e di poter svolgere il loro compito votando il nuovo Presidente della Repubblica.

Che cosa sta avvenendo? Per la prima volta nella storia repubblicana, delle indicazioni esterne al Parlamento impediscono ai parlamentari di poter partecipare al voto (anche esterne al Parlamento); si faceva riferimento prima al green pass obbligatorio per lasciare le isole. Questo fatto impedisce ad alcuni parlamentari di poter agevolmente raggiungere la sede della Camera, pur non essendo né contagiati, né contagiabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), quindi non mettendo oggettivamente a rischio la salute pubblica. Questo, almeno fino ad oggi, avviene per decreto, cioè il Governo - un Governo, questo Governo, ma potrebbe essere un altro con motivazioni diverse - impedisce l'arrivo di un parlamentare nella sede di votazione. Perché la Costituzione protegge i parlamentari, ne legittima la libertà di movimento, ne impedisce da parte di corpi esterni una intrusione nella loro azione quotidiana? Perché rappresentano il popolo; il popolo deve essere libero di scegliere. Noi quando stiamo qui dentro non siamo cittadini comuni - lo siamo certamente, è evidente, anzi valiamo meno di tanti cittadini comuni anche nelle nostre azioni quotidiane - ma qui abbiamo un altro compito. Nel momento in cui eleggiamo il Presidente della Repubblica dobbiamo avere la possibilità di essere liberi.

Entrano allora in contraddizione due questioni: una è libertà dei deputati e l'altra è la tutela della sanità. Qui noi non troviamo e non immaginiamo soluzioni a problemi che non abbiamo posto solo noi, ma autorevoli costituzionalisti. Ricordo Guzzetta ieri, che, rinviava nella sua trattazione dell'argomento anche ad altri casi nei quali i deputati non hanno partecipato alla votazione. Tuttavia, costoro l'hanno fatto in una condizione di scelta soggettiva, mentre in questo caso c'è un impedimento che il Governo – lo dobbiamo chiedere – deve collaborare a rimuovere. Chiudo, Presidente, ma è un argomento particolarmente delicato, che riguarda la nostra forma democratica, che riguarda anche l'autorevolezza e la possibilità in re ipsa di un Presidente della Repubblica di essere eletto in una delle votazioni successive, magari in quelle che richiedono un quorum più ampio. Perché, se mancassero - e chiudo - come ad oggi mancano, decine e decine di elettori, si potrebbe non raggiungere mai per un'eventuale elezione non condivisa, il numero di 505 parlamentari, che serve ad eleggere un Presidente della Repubblica.

Non possiamo lasciare, specie in questa fase storica e delicata, la nostra Nazione nell'indeterminatezza di una scelta o, peggio, dover scegliere condizionati, invece, dall'assenza di un certo numero di votanti. Quindi, io spero che il Parlamento dia seguito a questo indirizzo di libertà e di tutela dei diritti degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Si è così conclusa la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,20).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3442.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3442​)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati. Sottosegretario Costa, partiamo dall'ordine del giorno n. 9/3442/1 Sarli. Prego.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/3442/1 Sarli, parere favorevole, inserendo nell'impegno le parole: “compatibilmente con la curva epidemiologica”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3442/2 Foti, n. 9/3442/3 Rotelli, n. 9/3442/4 Montaruli e n. 9/3442/5 Albano, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/6 Frassinetti, parere favorevole, se la parola successiva a “indicazioni” è da intendersi “chiare”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3442/7 Baldini e n. 9/3442/8 Bucalo, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/9 Siani, parere favorevole, a condizione che sia premessa la seguente frase: “a valutare l'opportunità di”.

L'ordine del giorno n. 9/3442/10 De Toma è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/11 Prisco, parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/12 Caiata, parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di ripristinare gradualmente la capienza degli stadi fino al 100 per cento in considerazione dell'andamento della curva epidemiologica, non appena la pandemia darà segnali di evidente regressione”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/13 Lucaselli, parere favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/14 Giovanni Russo, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/15 Bond, parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di avviare un percorso di approfondimento con gli organismi tecnico-scientifici volto ad aumentare”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/16 Gabriele Lorenzoni, parere favorevole, limitatamente alla valutazione dell'opportunità di non prorogare lo stato di emergenza oltre il 31 marzo 2022.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/17 Mollicone, parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/18 Silvestroni, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/19 Zucconi, parere favorevole, con la seguente riformulazione degli impegni. Per quanto riguarda il primo impegno: “a valutare l'opportunità di adottare misure volte a ristorare le aziende in difficoltà”. Per quanto riguarda il secondo impegno: “a valutare l'opportunità di prevedere interventi per l'abbattimento dei costi fissi e la tutela delle aziende italiane dall'impatto dovuto all'inflazione dei costi energetici, al fine di scongiurare la chiusura di centinaia di imprese e la conseguente cassa integrazione per migliaia di lavoratori”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3442/20 Germana', n. 9/3442/21 Noja e n. 9/3442/22 Occhionero, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/23 Bellucci, parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di finanziare, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e con l'evoluzione del quadro pandemico, la proroga dell'equiparazione dei periodi di quarantena allo stato di malattia per i lavoratori del settore privato, almeno fino al termine dello stato di emergenza”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/24 Romaniello, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/25 Sodano, parere favorevole con riformulazione: parere contrario per quanto riguarda il primo impegno, parere favorevole sul secondo impegno.

Sugli ordini del giorno n. 9/3442/26 Toccafondi, n. 9/3442/27 Ianaro e n. 9/3442/28 Grippa, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3442/29 Barzotti è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/30 Alaimo, parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/31 Papiro, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/32 Galizia, parere favorevole, con l'aggiunta, nell'impegno, delle seguenti parole: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/33 Martinciglio, parere favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/34 Zanichelli, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/35 Zolezzi, parere favorevole con riformulazione: parere contrario sul primo impegno, mentre il secondo impegno è accolto come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/3442/36 Ficara è accolto come raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/3442/37 Flati e n. 9/3442/38 Bella, parere contrario, mentre l'ordine del giorno n. 9/3442/39 Giarrizzo è accolto come raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/3442/40 Masi, n. 9/3442/41 Pignatone e n. 9/3442/42 Ruggiero, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/43 Terzoni, parere favorevole, premettendo all'impegno: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/44 Corda, parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/45 Costanzo, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/46 Maniero, parere contrario, mentre l'ordine del giorno n. 9/3442/47 Sapia è accolto come raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/3442/48 Trano e n. 9/3442/49 Leda Volpi, parere contrario, mentre l'ordine del giorno n. 9/3442/50 Cabras è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/51 Colletti, parere contrario, mentre l'ordine del giorno n. 9/3442/52 Giuliodori è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/53 Vianello, parere favorevole, premettendo all'impegno: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3442/54 Furgiuele è stato ritirato.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. L'ordine del giorno n. 9/3442/55 Vallascas è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/56 Ehm, parere favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare la possibilità di disporre la gratuità dei tamponi a quei soggetti ricadenti nella fattispecie illustrata in premessa”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/57 Spessotto, parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/58 Paolo Nicolò Romano, parere favorevole, permettendo all'impegno le seguenti parole: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/59 Forciniti, parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/60 Testamento, parere favorevole, permettendo all'impegno le seguenti parole: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/61 Raduzzi, parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/62 Piccoli Nardelli, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3442/63 Caretta è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/64 Ciaburro, parere favorevole con riformulazione: parere contrario per quanto riguarda i primi due impegni, mentre parere favorevole per quanto riguarda il terzo impegno.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/65 Frassini, parere favorevole, mentre sugli ordini del giorno n. 9/3442/66 Potenti e n. 9/3442/67 Suriano, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/68 Butti, parere favorevole, a condizione che sia riformulato nel senso di sostituire le parole: “nuovo profilo giuridico del medico di base”, con le seguenti parole: “nuovo modello organizzativo”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/69 Trancassini, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/70 Rampelli, parere favorevole, con riformulazione: parere contrario sul primo impegno, in quanto il DL n. 77 del 2001 è già intervenuto per adeguare la normativa alla disciplina internazionale sulla licenza obbligatoria in caso di emergenza sanitaria. Per quanto riguarda il secondo impegno, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a sostenere, attraverso lo stanziamento dei necessari finanziamenti, progetti nazionali per lo sviluppo e la produzione di vaccini contro il COVID-19”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/71 Rizzetto, parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di assumere iniziative, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e con l'evoluzione del quadro pandemico, affinché vengano rifinanziate le indennità di malattia per la quarantena e la cassa integrazione COVID a sostegno dei lavoratori e delle imprese”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/72 Fiorini, parere favorevole, con riformulazione: al quarto impegno, dopo la parola: “nazionali”, inserire le parole: “e internazionali”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/73 Vinci, parere contrario, mentre l'ordine del giorno n. 9/3442/74 Varchi è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/75 Rachele Silvestri, parere favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/76 Maschio, parere favorevole, a condizione che siano inserite le parole: “a valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/77 Mantovani, parere favorevole con riformulazione, sostituendo le parole: “sanare le anomalie”, con le seguenti: “perfezionare le procedure relative”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/78 Gemmato, parere favorevole, a condizione che siano aggiunte le seguenti parole: “previo parere del CTS”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/79 Galantino, parere favorevole, a condizione che siano aggiunte le seguenti parole: “a valutare l'opportunità di” e “tenuto conto della curva epidemiologica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/80 Ferro, parere favorevole, a condizione che siano aggiunte le seguenti parole: “a valutare l'opportunità di” e “tenuto conto della curva epidemiologica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/81 Donzelli, parere contrario, mentre l'ordine del giorno n. 9/3442/82 Deidda è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/83 Osnato, parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/84 Lollobrigida, il Governo si rimette alla volontà dell'Assemblea.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/85 Bignami, parere contrario, mentre sugli ordini del giorno n. 9/3442/86 Panizzut e n. 9/3442/87 Paolin, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/88 Lucentini, parere favorevole, a condizione che siano aggiunte le seguenti parole: “nel rispetto delle circolari del Ministero della Salute”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3442/89 Ribolla e n. 9/3442/90 Delmastro Delle Vedove, parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3442/91 Trizzino, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/92 Barelli, il Governo si rimette alla volontà dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Colleghi, dovremmo ora passare ai voti, tuttavia, non essendo ancora decorso il termine di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,39. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,29, è ripresa alle 9,39.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/3442/89 Ribolla è stato ritirato dal presentatore.

Passiamo, quindi, all'ordine del giorno n. 9/3442/1 Sarli, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sottosegretario, voleva prendere la parola su questo? Prego.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. È per comunicare un cambio di parere sull'ordine del giorno n. 9/3442/30 Alaimo, su cui avevo espresso parere contrario; invece, comunico che il parere è favorevole.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/3442/37 Flati, su cui, anche qui, avevamo espresso un parere contrario, si propone di accoglierlo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Collega Sarli, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno?

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Grazie sottosegretario, anche per aver provato ad accogliere l'ordine del giorno con una riformulazione. Però, è proprio in base alla curva epidemiologica attuale che sono nate le considerazioni di questo ordine del giorno, proprio alla luce di quanto sta accadendo in Italia - e non solo - con la variante Omicron, che ha dimostrato ormai la chiara incapacità dei vaccini attualmente somministrati di bloccare la trasmissione del contagio.

Dunque, in virtù di questo, non si comprende la restrizione delle limitazioni a soggetti vaccinati e guariti e si escludono, senza possibilità alternativa, i soggetti con green pass ottenuto effettuando tamponi antigenici o molecolari. Si è creata una ingiustificata discriminazione tra cittadini, con grave compromissione dei diritti costituzionali, e probabilmente senza neanche una base scientifica acclarata.

Proprio tenendo conto di questo, chiediamo di introdurre misure sanitarie per limitare la diffusione del contagio: i tamponi, il distanziamento, le mascherine, le misure igieniche. Cioè, noi chiediamo di pensare a ragionare in termini sanitari rispetto alla diffusione del contagio. È chiaro che la nostra richiesta è proprio in base alla curva epidemiologica attuale. Dunque, per questo motivo non posso accettare la riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Sull'ordine dei lavori, Presidente. Le devo chiedere dieci minuti di sospensione della seduta per approfondimenti sui due ordini del giorno su cui il Governo si è rimesso al parere dell'Aula. Stiamo approfondendo l'argomento e le chiedo dieci minuti di sospensione.

PRESIDENTE. D'accordo.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.

La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 9,55.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito del disegno di legge n. 3442. Eravamo all'ordine del giorno n. 9/3442/1 Sarli. Collega Sarli, lei aveva fatto una dichiarazione di voto. Accetta la riformulazione?

DORIANA SARLI (MISTO). Sul Regolamento! Mi scusi, Presidente, questo è un richiamo al Regolamento, articolo 8 e seguenti, ma in realtà è anche un richiamo alla buona educazione. Noi siamo in pieno svolgimento di un ordine del giorno, faccio la mia dichiarazione di voto, altri stanno per fare la dichiarazione di voto e poi si mette in votazione. Chiusa questa parentesi, poi si può andare alla sospensione dell'Aula. Non abbiamo mai sospeso mentre facciamo le dichiarazioni di voto (Applausi di deputati del gruppo Misto). Ma veramente questa è un'Aula gestita - mi scusi, non è nei suoi confronti - in una maniera veramente assurda (Applausi di deputati del gruppo Misto)!

PRESIDENTE. Collega, ci sono già stati dei precedenti, comunque, prendo atto del suo richiamo al Regolamento.

Ha chiesto di parlare sull'ordine del giorno n. 9/3442/1 la collega Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO). Grazie, Presidente, per sottoscrivere questo ordine del giorno e per ricordare anch'io a quest'Aula che eravamo in pieno svolgimento di un ordine del giorno della collega, e sinceramente premettere i problemi personali di partito davanti a uno svolgimento importante di altri colleghi, che si stanno comunque impegnando in quest'Aula a lavorare seriamente, è altamente irrispettoso.

Entrando nel merito, personalmente sostengo altamente questo ordine del giorno, credo sia un ordine del giorno di buonsenso che richiede semplicemente di ricorrere a quello che può essere efficace a livello sanitario per il nostro Paese. Stiamo parlando di mascherine, di distanziamento, stiamo parlando di un green pass base che prevede - lo ricordo - la vaccinazione, la guarigione, il tampone ogni 24 ore. Quindi, secondo me, questo non è altro che un ordine del giorno di buonsenso, che dovrebbe essere accolto interamente com'è stato scritto (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (MISTO). Visto che abbiamo sospeso per 15 minuti, volevo rinfrescare il senso di questo ordine del giorno all'Aula. Si chiedono semplicemente delle misure sensate, anziché addivenire a inutili discriminazioni, visto che comunque la tripla, la quadrupla e la quintupla dose non riescono a fermare il contagio e visto che il decreto ha la finalità di limitare i contagi; ma mi sembra che a questo risultato non stiamo arrivando.

Quindi, anziché andare verso misure totalmente discriminatorie, totalmente vessatorie, cerchiamo di avviare un percorso per la gestione della pandemia che sia a 360 gradi, che sia serio dal punto di vista sanitario e che sia scientificamente sostenibile, anziché vessare quelle persone che non hanno ancora deciso di vaccinarsi o sono esitanti, laddove comunque non si ferma il contagio, nonostante il 90 per cento della popolazione si sia vaccinata.

Quindi, sostengo pienamente questo ordine del giorno e volevo richiamare il senso di questo stesso ordine del giorno all'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Era settembre l'ultima volta in cui ci è stata fatta la grazia di poter votare un emendamento su questi “decreti Green pass” in quest'Aula; da allora, solo ordini del giorno. C'è un problema, però: molti ordini del giorno, sin da allora, pur accettati, non sono stati accolti in testi normativi, prima fra tutte ricordo la questione dell'estensione del green pass ai guariti che è stata oggetto di plurimi ordini del giorno. Per cui, mi spiace, ma io, come l'altra volta, come per l'ultimo decreto, mi asterrò su tutti gli ordini del giorno presentati, a titolo personale ovviamente.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/1 Sarli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/2 Foti, c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3442/3 Rotelli, c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3442/4 Montaruli, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3442/5 Albano, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3442/6 Frassinetti, c'è un parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3442/7 Baldini, c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3442/8 Bucalo, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3442/9 Siani, il parere è favorevole con riformulazione: viene accettata. L'ordine del giorno n. 9/3442/10 De Toma è accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare il collega De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Non intendo accettare la raccomandazione. Sottosegretario, ieri sera non c'è stata la possibilità di intervenire sull'illustrazione degli ordini del giorno, per un fatto accaduto in Aula a un nostro collega; anzi, mi permetta, a nome personale e del gruppo di augurare una pronta guarigione a Federico Mollicone (Generali applausi).

Nello specifico, mi permetto semplicemente di far notare che, con un emendamento di natura parlamentare, il Senato ha introdotto nel testo in esame al Capo I, dopo l'articolo 2, l'articolo 2-bis recante “Misure per il personale delle pubbliche amministrazioni”, oltretutto a firma del senatore Cangini e del senatore Malan, quindi, una forza di opposizione e una forza di Governo, che prevede come l'assenza dal lavoro del personale che svolge un'attività lavorativa a tempo indeterminato e a tempo determinato nelle pubbliche amministrazioni, di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo del 30 marzo 2001, n. 165, per la somministrazione del vaccino contro il COVID-19, sia giustificata e che la predetta assenza non determini alcuna decurtazione del trattamento economico, né fondamentale né accessorio.

Tuttavia, nulla viene disposto con riguardo al trattamento delle eventuali giornate di assenza per malattia successive all'inoculazione vaccinale contro il COVID-19 per il verificarsi di eventi avversi, esponendo in tal modo il personale delle pubbliche amministrazioni al rischio di pesanti decurtazioni delle retribuzioni per le eventuali giornate di malattia conseguenti la vaccinazione, che potrebbero determinarsi con l'insorgenza di patologie correlate alla vaccinazione contro il COVID-19.

Questo ordine del giorno, infatti, impegna il Governo a garantire ai lavoratori che operano nella pubblica amministrazione, a tempo determinato e indeterminato, che l'assenza per malattia nelle giornate immediatamente successive alla somministrazione della vaccinazione contro il COVID-19, dovuta al verificarsi di eventi avversi purché certificati dal medico di famiglia che ne attesti la correlazione con la somministrazione della dose vaccinale contro il COVID-19, non determini, anche per i periodi inferiori a dieci giorni, alcuna decurtazione del trattamento economico, né fondamentale né accessorio e che, a tal dire, siano rafforzate le procedure per la comunicazione ai fini della farmacovigilanza nazionale.

Il citato emendamento approvato al Senato al decreto-legge sul super green pass ha risolto finalmente un problema importante che da tempo colpiva i lavoratori delle pubbliche amministrazioni, anche e soprattutto a causa degli obblighi vaccinali introdotti da parte del Governo.

È nota a tutti l'estensione del certificato verde rafforzato a una vastissima fascia di attività. Con l'emendamento, quindi, approvato al Senato si spiega che l'assenza per il vaccino è sempre giustificata e non comporta alcuna decurtazione del trattamento economico. Resta, però, da capire se la norma avrà effetti retroattivi.

Quindi, l'oggetto del mio ordine del giorno mira a tutelare tutti quei lavoratori che si assentano dal posto di lavoro a causa di eventi avversi che possono manifestarsi nei giorni immediatamente successivi alla vaccinazione, perché, allo stato attuale, è previsto il taglio dello stipendio. In più di una pubblica amministrazione e non solo, sta emergendo il problema dei postumi causati dall'inoculazione del siero; trattasi, chiaramente, di malesseri comuni che comportano, però, l'impossibilità per il lavoratore di prestare la propria opera.

È una questione che va affrontata prontamente, come giustamente richiedono i sindacati, soprattutto quelli del pubblico impiego, come già riportato da diversi quotidiani, rispetto alle dichiarazioni del segretario generale della Federazione lavoratori pubblici. Grazie, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/10 De Toma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3442/11 Prisco su cui c'è un parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/11 Prisco, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/3442/12 Caiata, c'è un parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie Presidente. Intervengo, perché non accetto la riformulazione del sottosegretario. Mi permetta di dire due parole su questo ordine del giorno, non senza prima, però, aver fatto riferimento al fatto che, come diceva prima giustamente l'onorevole Claudio Borghi, - ma questo ormai sembra diventata prassi comune, per cui sembra tutti siano addormentati, abituati a questo stato delle cose, anche il Presidente Fico, che lo permette ormai in maniera usuale – ormai votiamo la trentaseiesima fiducia in nove mesi, praticamente la media di una fiducia a settimana. Ciò vuol dire che questo Parlamento, ormai, da nove mesi, non esercita più la sua funzione legislativa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): si limita ad assistere a quello che il Governo fa, ad avallare quello che il Governo fa. Mi chiedo cosa sarebbe successo tra i banchi del Partito Democratico o dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, se una cosa del genere non l'avesse fatta il Governo Draghi, ma un altro Governo. Quindi, speriamo che la prossima elezione del Presidente della Repubblica possa ripristinare una funzione democratica di questo Parlamento, ridandogli la funzione legislativa, soprattutto dando la possibilità a tutti di votare, perché quello già sarebbe un primo passo verso il ripristino della democrazia.

Venendo all'ordine del giorno, Presidente, si chiede di riaprire gli stadi in presenza al 100 per cento. Questa degli stadi è una cosa veramente paradossale, perché non si capisce come mai questo Governo predica e ci dice che le scuole sono aperte in sicurezza, i trasporti sono aperti in sicurezza, il Parlamento è aperto in sicurezza e gli stadi devono essere chiusi perché non sono in sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Allora, c'è qualcosa che non torna, perché, se siamo in sicurezza nei luoghi chiusi, siamo in sicurezza uno accanto all'altro, siamo in sicurezza assembrati negli autobus e nelle metropolitane, non capiamo come non si possa essere in sicurezza in uno spazio all'aperto, distanziati e con una mascherina FPP2.

È evidente che questa degli stadi è diventata una battaglia ideologica del Ministro Speranza, a cui ho sentito dire spesso: meglio gli stadi chiusi e le scuole aperte. Come se le due cose fossero in alternativa! Come se le due cose fossero in antagonismo! Non è così! Allora, questo è un messaggio. Qual è il danno degli stadi chiusi? Oltre al danno economico che viene fatto alle società che si privano dell'importante incasso dei botteghini, c'è un danno altrettanto importante dal punto di vista economico, quello della mancanza degli sponsor, perché, naturalmente, niente spettatori, niente pubblicità, perché io non faccio pubblicità in un luogo che non è frequentato da nessuno. Questo va a penalizzare tutte quelle piccole società, che non possono vantare diritti televisivi, che gli diano una remunerazione importante, ma che invece vivono esclusivamente degli incassi del botteghino e degli sponsor.

Ma il danno più grande, a mio modo di vedere, sottosegretario, è il messaggio che si dà. Infatti, se il Governo dice di non andare allo stadio e ne limita la capienza e non ha neanche l'autorevolezza di imporre la limitazione, perché chiede, suggerisce alla Lega di serie A di ridurre a 5.000 il numero degli spettatori, lo fa per non assumersi neanche la responsabilità del danno che provoca a queste società (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché con il danno provocherebbe la remunerazione di quel danno. Invece, si limita a suggerire!

Allora, noi non possiamo accettare di valutare l'opportunità di riaprire gradatamente in base all'andamento dell'epidemia. Ci mancherebbe altro che non fosse così! Chiediamo, invece, di sapere se sono un luogo sicuro, come tutti gli altri. E, se lo sono, allora non c'è motivo per cui debbano stare chiusi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/12 Caiata, parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ordine del giorno n. 9/3442/13 Lucaselli, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/14 Giovanni Russo, c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signora Presidente, Con il parere negativo espresso dal Governo, io intendo denunciare, per l'ennesima volta, l'ennesima mortificazione delle Forze armate e delle Forze dell'ordine, perché non è possibile vedersi negato un parere favorevole ad un ordine del giorno di assoluto buonsenso, perché non è possibile che vi sia l'obbligo vaccinale per gli operatori delle Forze armate e delle Forze dell'ordine per poi addossare a questi ultimi la responsabilità ed il costo umano, anche in termini di salute, di eventuali danni al loro fisico. Non è possibile non riconoscere al personale la causa di servizio, in caso di effetti gravi sulla salute correlati alla vaccinazione o facilmente ascrivibili a tale evento. Non è possibile impedire la previsione di uno screening sugli anticorpi sviluppati dal personale militare vaccinato, per un eventuale prolungamento della validità del green pass per i soggetti con un'adeguata copertura anticorpale. È necessario valutare gli effetti applicativi della disciplina in esame, al fine di rivedere la previsione del mancato riconoscimento della retribuzione e di ogni altro compenso ed emolumento per il periodo di sospensione per il mancato rispetto dell'obbligo vaccinale, in considerazione della cosiddetta specificità militare.

Questo mio ordine del giorno richiama anche nello spirito quello presentato dal collega Prisco, che era finalizzato al riconoscimento al medesimo personale, durante il periodo di sospensione per il mancato rispetto dell'obbligo vaccinale, della metà degli assegni a carattere fisso e continuativo e che, agli effetti della pensione, il tempo trascorso in sospensione dal servizio fosse computato per metà, in ossequio alla normativa vigente e alla giurisprudenza prevalente in materia di sospensione del servizio. Anche questo ordine del giorno ha ricevuto un parere contrario da parte del Governo e noi, come Fratelli d'Italia, ci chiediamo a questo punto quali altre mortificazioni questo Governo vuole riservare ai nostri servitori della patria, ai componenti delle Forze dell'ordine e delle Forze armate, che ogni giorno, anche a rischio della propria vita, onorano la loro divisa e onorano il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/14 Giovanni Russo, con parere il contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/3442/15 Bond, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3442/16 Gabriele Lorenzoni, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Gabriele Lorenzoni. Ne ha facoltà. C'è un parere favorevole con riformulazione: mi deve dire se lo accoglie o meno.

GABRIELE LORENZONI (M5S). Vorrei chiedere un accantonamento, per considerare di accogliere anche la seconda parte dell'impegno.

Apprezzo lo sforzo da parte del Governo per la prima parte, però, chiederei un accantonamento per la seconda parte.

PRESIDENTE. Sottosegretario? No. Quindi, la richiesta di accantonamento non può essere accolta. Mi deve dire se accoglie o meno la riformulazione, collega.

GABRIELE LORENZONI (M5S). Allora, non accolgo la riformulazione e faccio una breve dichiarazione di voto.

Il presente ordine del giorno è stato presentato per porre all'attenzione dell'Aula un tema, e cioè quello del costo sociale, in termini di diritti umani, che l'Italia ha pagato in questi ultimi mesi di pandemia rispetto ad altri Paesi europei che questo costo non l'hanno sostenuto (Applausi di deputati del gruppo Misto). Quando dico “diritti umani” non è perché mi ergo a paladino dei diritti umani, ma mi riferisco alla nota di Amnesty International di pochi giorni fa nei confronti del Governo italiano per quanto riguarda questa tematica.

Amnesty, pochi giorni fa, ha scritto una nota, che vi invito a leggere; io mi limito a citare solo la parte in cui testualmente si chiede al Governo italiano di garantire che l'intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all'istruzione, al lavoro, alle cure e che siano previste misure alternative, come l'uso di dispositivi di protezione e di test COVID-19, per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni.

Io mi chiedo perché Amnesty fa questi rilievi solo all'Italia. La risposta, secondo me, è che l'Italia si è spinta oltre, ha varcato una linea rossa che non avrebbe dovuto superare, condizionando l'esercizio di diritti costituzionali fondamentali come il diritto al lavoro, allo studio, alla mobilità, diritti che in altri Paesi non sono stati intaccati, allo status della vaccinazione ogni 6 mesi.

Il costo sociale di queste misure è stato altissimo in termini di aumento della tensione sociale, per tutte quelle persone che, per i motivi più disparati e personali, hanno ritenuto di non vaccinarsi; pensiamo, ad esempio, a quelle persone che magari hanno avuto effetti avversi dopo la prima dose e non hanno ottenuto l'esenzione dal proprio medico per quelle successive, e a come abbiamo peggiorato la qualità della vita di milioni di persone. Dalla rabbia iniziale, si è passati alla depressione, magari per le difficoltà economiche, per dover pagare i tamponi per lavorare o per mandare a scuola i propri figli, all'angoscia per il futuro, alla sospensione dal lavoro, al desiderio di espatriare, banalmente, a Madrid o a Londra, dove queste misure non esistono, a tendenze irrazionali come la ricerca volontaria dell'infezione o, addirittura, a tendenze suicide.

Si è deciso volontariamente di ignorare questi effetti avversi dei decreti, che finora hanno colpito duramente una fetta di popolazione, una minoranza – ma, comunque, stiamo parlando di 6-7 milioni di persone – perché si è ritenuto che i benefici per la collettività fossero maggiori. Si è detto, infatti, che, grazie al green pass e al super green pass, comunque abbiamo evitato scenari catastrofici, da lockdown, abbiamo evitato il sovraccarico dei reparti di terapia intensiva, abbiamo contenuto l'epidemia; insomma, il fine ha giustificato i mezzi.

Però, la risposta è nota: l'epidemia non è stata contenuta, perché i contagi, come abbiamo visto, dopo queste misure sono letteralmente esplosi e, facendo un confronto basato sui dati reali – quindi, non sui modelli ipotetici che propaganda il Corriere della Sera, e mi riferisco, in particolare, a un articolo uscito ieri appunto sul Corriere della Sera che sostanzialmente diceva che grazie al green pass si sono risparmiate molte vite umane - facendo un confronto con quello che è successo in Spagna, che banalmente non è stato preso in considerazione nello studio citato dal Corriere della Sera, si osserva che in Italia il costo, in termini di contagi e di vite umane, è stato addirittura maggiore rispetto a quello della Spagna, un Paese molto simile al nostro come stile di vita, evoluzione dei casi COVID e percentuale di popolazione vaccinata, con la differenza che la Spagna non ha adottato alcuna forma di green pass oppure quest'ultimo è stato adottato soltanto recentemente in alcune comunità autonome e nelle forme più blande che conosciamo, come il green pass base per entrare nei ristoranti o nei locali al chiuso.

Addirittura c'è una relazione - vorrei far notare all'Aula - del Ministero della Salute della Spagna che ha ritenuto - anche qui cito testualmente - che la certificazione verde non sia efficace contro i contagi e possa persino avere un impatto negativo se le misure di prevenzione fossero allentate, e che difficilmente se ne giustificherebbero il costo e i risvolti negativi, consigliandone il suo utilizzo solo in contesti limitati.

Spesso viene preso come modello di riferimento, da parte della destra liberale, Boris Johnson; io penso che magari una parte di sinistra potrebbe prendere come riferimento Pedro Sánchez. Noi firmatari di questo ordine del giorno vorremmo pubblicamente elogiare il modello di campagna vaccinale della Spagna, gestita con successo, perché ha saputo tenere unito il suo Paese (Applausi di deputati del gruppo Misto) e adesso la Spagna si propone capofila in Europa per un nuovo modello di gestione della pandemia, verso una forma di malattia simile all'influenza.

Purtroppo, in Italia abbiamo deciso di seguire il percorso contrario, di una società divisa, rancorosa, disumanizzata, di una minoranza perseguitata, che serve come capro espiatorio per distrarre la popolazione dai veri problemi.

Con questo ordine del giorno, quindi, chiediamo semplicemente di fare nostro l'appello di Amnesty International; chiediamo una semplice misura di buon senso, che quanto meno venga previsto un metodo alternativo, che consenta alle persone non vaccinate o, comunque, non vaccinate con la dose booster

PRESIDENTE. Concluda.

GABRIELE LORENZONI (M5S). …di utilizzare i mezzi pubblici per motivi di lavoro, di studio, di salute, e per altre necessità urgenti, lo vediamo nelle cronache abbastanza recenti. Insomma, basterebbe una semplice autocertificazione per motivi di lavoro, di studio e di salute (Commenti)

PRESIDENTE. Colleghi! Collega, grazie, ha esaurito il tempo a sua disposizione.

GABRIELE LORENZONI (M5S). …accogliamo il fatto che il Governo sembra aver accolto il fatto che il 31 marzo possa terminare lo stato di emergenza e che una serie di restrizioni e limitazioni (Applausi di deputati del gruppo Misto)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare la collega Corda. Ne ha facoltà.

EMANUELA CORDA (MISTO-A). Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno del collega, che mi sembra di buon senso, e potrebbero sottoscriverlo tutti, in quest'Aula, soprattutto i colleghi del MoVimento 5 Stelle; anzi, mi spiace che non lo facciano, perché davvero questa è una proposta, lo ripeto, assolutamente ricevibile, anzi doverosa, perché ribadisce il diritto alla mobilità delle persone. Io lo dico da isolana, da sarda perché i sardi, in questo momento, sono assolutamente isolati, privati dei loro diritti rispetto a tutto il resto del Paese: è così almeno anche per i siciliani e per tanti altri ai quali sono stati negati i diritti. Noi non possiamo prendere un'auto per muoverci; il Governo non ha pensato a questo piccolo dettaglio, perché, in realtà, sta agendo in maniera orizzontale, fregandosene totalmente dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) e dei disagi che stanno vivendo. Tra l'altro, il collega ha sottolineato la nota, importante, di Amnesty International; è veramente scandaloso il fatto che i nostri colleghi non abbiano minimamente tenuto conto di questo appello (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), di un'organizzazione così importante per i diritti umani; loro, che si sono sempre fatti paladini dei diritti umani ma anche dei diritti costituzionali che attualmente sono minati, in questo momento sono silenti, tacciono e a me dispiace tantissimo perché, ragazzi, siamo in un momento veramente buio, il Paese è dilaniato proprio a causa di queste misure demenziali del Governo; sono demenziali (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), perché non rendersi conto che questo benedetto green pass non ha funzionato e averlo rafforzato è vergognoso, poiché si persevera nell'errore, invece che correggerlo. Tra l'altro, negli altri Paesi lo stanno completamente abbandonando, hanno una strategia completamente opposta alla nostra; noi ci siamo vantati di essere stati virtuosi e adesso stiamo fallendo miseramente, con i contagi alle stelle e accusando le persone che non si sono vaccinate. Vi ricordo che tra i no-vax, tra coloro che vengono tacciati come no-vax ci sono tantissime persone che non ottengono l'esenzione e hanno patologie gravissime (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa); vi dovreste vergognare, perché ci sono famiglie dove sono tutti vaccinati e magari c'è un bimbo ammalato che non può essere vaccinato e non può viaggiare. Quindi, dovete vergognarvi doppiamente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), perché ve ne state infischiando dei diritti delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

Sappiate che uno Stato che non tutela la persona, per un millantato diritto di tutti, non è più uno Stato di diritto; quindi, vergognatevi, ragionate su questi crimini che state portando avanti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)

PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza.

EMANUELA CORDA (MISTO-A). …perché veramente questa cosa non va assolutamente bene. Questo ordine del giorno dovrebbero sottoscriverlo tutti. Invito tutti a farlo, anche la maggioranza, la Lega, tutti quanti, compreso il MoVimento 5 Stelle. Veramente qui dentro si sta consumando una vergogna; è veramente un'offesa anche all'intelligenza, e lo dico da vaccinata: attenzione, perché questa storia di dire “no-vax” eccetera è vergognosa e vi dovreste vergognare di ripeterla (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) per dividere le persone.

State creando una situazione pericolosissima per il Paese, dove c'è anche chi gode a veder soffrire le persone; una cosa scandalosa e, sinceramente, in un Paese come l'Italia, in un Paese che dovrebbe essere democratico, non me la sarei mai aspettata; non avrei mai immaginato di poter vivere un'epoca così buia e così scandalosamente vergognosa, con la complicità di tutto l'arco politico. Quindi, vergognatevi, punto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Collega Suriano, voleva sottoscrivere l'ordine del giorno? La collega Ehm lo sottoscrive. Il collega Vianello lo sottoscrive.

Il collega Bignami lo sottoscrive. Quindi, Alternativa lo sottoscrive. Chiedo ai colleghi di avvicinarsi alla Presidenza, se intendano sottoscrivere l'ordine del giorno. Collega Bignami, chiede di intervenire? Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole su questo ordine del giorno, in particolar modo rispetto alla richiesta di non prorogare lo stato di emergenza, richiesta su cui insiste anche l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia n. 9/3442/79 Galantino. Ci permettano i colleghi di evidenziare che, però, qualcuno li ha votati i provvedimenti che sono stati censurati dal duro intervento del collega Lorenzoni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). C'è una maggioranza che ha avallato, fiducia su fiducia, quei provvedimenti. Ci fa piacere che esponenti della principale forza parlamentare oggi si sveglino e si accorgano che questo Governo ha portato a una divisione profonda del Paese, con scelte assolutamente inutili e irresponsabili che - i dati di ieri lo dimostrano - sul piano dei contagi e dei decessi non sono servite a nulla. Come conseguenza, anche logica, dovreste votare le mozioni di sfiducia nei confronti del Ministro Speranza, che ci ha portato a questa situazione. Servirebbe onestà intellettuale e servirebbe anche una ragione conseguente per la quale - ce lo auguriamo - verrà votato l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia che, in perfetta solitudine, da mesi e mesi sta chiedendo che non si proroghi lo stato di emergenza e che si faccia un'inversione a U su queste politiche fallimentari del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere, ma anche per ringraziare, perché è stato sollevato il problema dei trasporti. Tutta quest'Aula è consapevole che noi abbiamo creato grandissime discriminazioni per coloro che abitano nelle isole e abbiamo interrotto la continuità territoriale, non con questo decreto-legge, ma con il combinato disposto dei decreti-legge n. 229 del 2021 e n. 1 del 2022. Quindi, io chiedo al Governo di fare veramente attenzione. I cittadini sono tutti uguali, un cittadino di Milano sotto i cinquant'anni può raggiungere, nonostante l'obbligo, la sede di lavoro a Roma, per esempio, cosa che non può fare un siciliano o un isolano (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente, per sottoscrivere questo ordine del giorno. Non c'è molto da dire. Amnesty International è una delle organizzazioni più importanti nel mondo per la difesa dei diritti umani. Mi sembra assurdo che il mondo della sinistra, del Partito Democratico, di fronte a questo appello che ha fatto riguardo alle conclamate limitazioni della libertà personale in Italia, non batta ciglio. Per concludere, invito i colleghi a non bullizzarre il collega Lorenzoni, perché ha finalmente detto qualcosa a 5 Stelle. Onore a Lorenzoni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Non vedo altre richieste di intervento, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/16, Gabriele Lorenzoni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3442/17 Mollicone, sul quale c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di intervenire la collega Albano. Ne ha facoltà

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretari e colleghi, intanto colgo l'occasione, intervenendo sull'ordine del giorno del collega Mollicone, per mandargli un caloroso abbraccio a titolo personale e a nome di tutti i colleghi di Fratelli d'Italia (Applausi). Siamo qui, ai banchi dell'opposizione, e lo aspettiamo, con la sua passione e con la sua veemenza.

Ebbene, intervengo su questo ordine del giorno che riguarda il green pass ai guariti dalla SARS-CoV-2. Volevo sottolineare che, in realtà, siamo nel 2022, ma è come se ci trovassimo ancora nel 2021. Vorrei sottolineare anche che, nel mezzo, ci sono state tre dosi di vaccino, green pass di vario tipo, genere e grado, fasce e colori e ci sono stati lockdown a diversi livelli, di grado differente, ma ci sono stati anche guariti. Ci sono più di 200 mila guariti dal COVID-19. I guariti - così viene illustrato dal collega Mollicone - acquisiscono una persistente e robusta immunità naturale che, in caso di reinfezione, consente un decorso lieve o, comunque, non grave e provoca una bassa carica virale. Ebbene, tutto questo, coadiuvato dal fatto che recenti evidenze dimostrano che l'infezione precedente è associata ad un significativo aumento del rischio di effetti collaterali in caso di vaccino, porta all'ordine del giorno su cui c'è un parere contrario che noi chiediamo possa essere rivisto. Ciò che sale sono i casi tra i sanitari a cui sono state somministrate tre dosi. Gli ospedali sono ancora in affanno per la mancanza di personale, atavica, sì, lo vogliamo dire. La carenza vi era già prima della pandemia ma è stata aggravata dal fatto che i contagi persistono e continuano tra il personale sanitario. A tale proposito, volevo sottolineare che non è stato approvato in legge di bilancio un emendamento che Fratelli d'Italia aveva presentato per il sostegno economico ai sanitari, in particolare ai medici italiani che lavorano in pronto soccorso e che sono sicuramente, più di tutti, i sanitari che operano in prima linea. Intanto, si continua a vivere, oltre che il dramma sanitario, anche il dramma economico che deriva da un lockdown di fatto. Ciò su cui c'è confusione ancora sono i dati, i dati nel caos, come alla conferenza stampa del Ministro Speranza, nella quale i dati sono risultati contrastanti rispetto a quelli dell'ISS: i non vaccinati risultano aumentati, i booster risultano scesi, ma quello che cresce sicuramente è il caos. I dati devono essere considerati. Quindi, valutiamo il fatto che essere asintomatico non voglia dire essere malato ma contagiato, ma anche che essere guarito dal COVID-19, come abbiamo visto, è assolutamente fondamentale ed importante sia per il nuovo contagio sia per la trasmissione del virus. La salute ha diverse componenti, lo abbiamo già visto anche ieri in discussione generale e ne abbiamo già parlato. Dobbiamo anche considerare gli aspetti e le testimonianze che ci dicono che il benessere non è solo fisico ma c'è anche quello mentale e sociale. Ce lo dicono le testimonianze degli insegnanti. Abbiamo testimonianza diretta - l'abbiamo sicuramente tutti - che giovani e studenti, guariti dal COVID-19 e magari non ancora vaccinati, sono costretti a non andare a fare attività sportiva o a fare attività di vario genere e quindi soffrono ancora più di quella solitudine e di quella difficoltà che sicuramente non è dovuta loro. La politica del green pass quindi, come dimostrano i dati e come Fratelli d'Italia ha sempre sostenuto, non ha sortito effetto sui contagi. Noi abbiamo proposto anche l'indennizzo ma sicuramente il nostro tema, quello di convincere e non costringere, avrà anche l'avallo di questa posizione sul green pass per i guariti. Per cui chiediamo una revisione del parere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. È con piacere e convinzione che sostengo l'ordine del giorno del collega Mollicone, che chiedo di sottoscrivere. Dobbiamo capire, e questo ordine del giorno lo consente, se questo Governo vuol fare la lotta al COVID-19 o si vuole intestardire sul super green pass da vaccinazione. Ricordo, fin dai primi anni di scuola, che ci insegnavano che chi aveva avuto una malattia difficilmente la riprendeva e che gli stessi vaccini nascevano proprio da chi aveva superato indenne la malattia. Con questo ordine del giorno noi chiediamo che il Governo valuti - il Governo, invece, ci risponde di no, che non vuole neanche valutarlo - di rilasciare un green pass definitivo a chi ha avuto ed è guarito dal COVID-19.

Questo perché, da sempre, fino a un anno fa, la scienza e la medicina ci hanno insegnato che chi guarisce da una malattia, di fatto, viene utilizzato e aiuta la creazione di vaccini. Quindi, se i guariti - in Italia ne abbiamo oltre 5 milioni - sono coloro ai quali la scienza si rivolge di solito per la creazione di vaccini, perché oggi questi soggetti devono essere sottoposti a una vaccinazione? Come risulta dai dati (non ve ne sono), non siamo sicuri e, anzi, vi è qualche evidenza che proprio questi soggetti, almeno nell'immediato se non anche oltre, possano avere delle conseguenze ancora più negative, proprio perché questi soggetti il COVID l'hanno già avuto. Quindi, subire una vaccinazione contro il COVID quando il COVID l'hai avuto e sei anche guarito, oserei dire che è assolutamente stupido è aberrante. Questo che cosa comporta? Comporta che il Governo oggi ha buttato giù la maschera; il Governo ha detto di non voler neanche valutare che i soggetti guariti possano avere un green pass permanente: questo perché? Per quale motivo? Il Governo avrà sicuramente delle certezze, ma io qui non le ho sentite, e non le ho sentite né qui, né sulla stampa, né da nessuna parte.

Quali sono queste certezze? Quali sono i dati dei deceduti per seconda infezione da COVID-19? Quali sono i dati che ci dimostrano e che fanno ritenere al Governo che sia necessaria una vaccinazione perché i guariti poi si contageranno e moriranno a seguito di un nuovo contagio? Questi dati non ci sono, il Governo non li ha forniti e, allora, ci si chiede per quale motivo ci sia una chiusura addirittura su un ordine del giorno che chiedeva semplicemente al Governo di valutare, di guardare, di cercare i dati.

Si fa presente che ci sono dei soggetti che, di fatto, sono già immunizzati; si tratta di diversi milioni e saranno sempre di più perché l'infezione sta andando avanti. Si ha invece la certezza che questi soggetti vengono colpiti meno e, se colpiti, siano asintomatici o con sintomi assolutamente minimi. Allora, a fronte di evidenze scientifiche che ci dicono questo, per quale motivo costringere questi soggetti dopo sei mesi a fare una vaccinazione, quando sono proprio loro che dovrebbero aiutare - e in alcuni casi hanno aiutato, magari non il Ministero che si è sempre più o meno opposto - singoli medici, come il dottor De Donno, a portare avanti delle soluzioni alternative, decisamente più efficaci per combattere la pandemia?

Noi, davanti a un ordine del giorno di questo tipo, ci saremmo aspettati almeno un'apertura da parte del Governo; invece c'è un assoluto divieto anche soltanto a valutare, quindi anche soltanto a parlarne. Per chi non è presente in quest'Aula, ma ci sente magari da casa, faccio presente il forte disinteresse che ad oggi c'è per questo ordine del giorno, quindi anche per oltre 5 milioni di cittadini guariti del nostro Paese. Per questo, chiediamo al Governo almeno di potere avere magari un suo parere differente e di procedere a una votazione più serena di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, Governo, nel “no” a questo ordine del giorno si palesa in maniera evidente il “no” ideologico della maggioranza a qualsiasi confronto rispetto al tema dei vaccini.

Fratelli d'Italia, fin dall'inizio, ha cercato in questa sorta di dibattito manicheo - sì o no - di aprire al ragionamento e, in questo ragionamento che noi abbiamo cercato di sviluppare, abbiamo detto che alcuni cluster - i malati, gli immunodepressi, i soggetti fragili, gli anziani - andavano vaccinati, perché nel bilancio costi-benefici, evidentemente, questi ultimi prevalevano sui primi.

In questo ordine del giorno del collega Mollicone, che evidentemente chiedo di sottoscrivere, si chiede che per persone che si sono ammalate di una patologia, venga, come dire fatto un bilancio preventivo prima di vaccinarli. Quindi, una persona che ha preso una malattia, viene vaccinata per la stessa patologia, il che, in virologia, è di per sé un assurdo. Noi chiediamo di attenzionare questa ipotesi, perché se quella persona evidentemente ha degli anticorpi, un titolo anticorpale importante, perché sottoporla nuovamente a vaccino?

La chiusura è ideologica rispetto al dibattito. Noi non stiamo dicendo che sia così; il collega Mollicone chiede di valutare “l'opportunità di adottare iniziative volte (…)”; ci pone il tema in modo dubitativo. Rispetto a questo dubbio perché non c'è il confronto? Perché non si vuole aprire alla possibilità, rispetto a chi ha avuto quella patologia, di avere un green pass prolungato? Perché non si vuole aprire sulla possibilità di un bilancio costi-benefici rispetto alla vaccinazione? Queste sono le tematiche che alimentano il popolo no-vax: la vostra ottusità nella mancanza di confronto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Rispetto a questo, evidentemente, Fratelli d'Italia la pensa in maniera diversa e non porta il cervello all'ammasso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non essendovi altre richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/17 Mollicone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/3442/18 Silvestroni, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno 9/3442/19 Zucconi, c'è un parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie Presidente, le dico subito che non accetto la riformulazione per un motivo semplicissimo. Questo non è un ordine del giorno di buonsenso. Questo, da parte del Governo, avrebbe dovuto essere considerato un ordine del giorno imperativo, perché si chiede di ripristinare tutta una serie di misure che sono già state prese in passato a causa della pandemia COVID per supportare e aiutare le aziende che stanno andando in difficoltà.

Una cosa dovrebbe essere chiara, anche ai membri del Governo che hanno espresso un parere riformulativo, cioè che un'azienda, quando va in difficoltà, prima evidentemente cerca di pagare i dipendenti (per una questione di umanità e di correttezza); poi, cerca di pagare le bollette (perché sono indispensabili); poi, cerca di pagare gli affitti e i fornitori, ma poi non cerca più perché i soldi sono finiti.

Allora, in questa partita di giro, che vede le aziende produrre ricavi e pagare le tasse, se non si evita - come sta accadendo ancora adesso - che decine di migliaia di aziende chiudano, domani lo Stato non potrà contare su una base di afflusso delle risorse fiscali.

Allora, la situazione adesso è questa: ci sono restrizioni COVID che si susseguono e limitano gli incassi delle aziende. Lo sapete: gli alberghi chiudono, i ristoranti chiudono, i negozi di vicinato chiudono; c'è un aumento enorme delle bollette (quelli sono costi fissi che un'azienda, comunque, ricavi o non ricavi, deve sostenere) e sono aumenti che ne raddoppiano il costo.

Al contempo, è finito il credito d'imposta sugli affitti, è finita la cassa integrazione COVID, sono finiti gli esoneri IMU (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), cioè tutte le misure di supporto a fronte di un lockdown mascherato come questa mascherina. Avete attuato un lockdown mascherato per non mettere le risorse nei ristori: questo è un dato di fatto. Ci sono aziende, anche aziende importanti (penso al settore cartario, per esempio, della mia zona), che sono energivore, le quali non riescono più a pagare le bollette dell'ENEL o del gas. Non c'è più una ragione economica se non c'è un supporto: le aziende chiudono, e se le aziende chiudono, licenziano, e se licenziano oltretutto non pagheranno le tasse con cui lo Stato vive. Questo è un meccanismo, credo, abbastanza consolidato. Allora, è un errore di calcolo oltre che un'ingiustizia, secondo me.

Se perdiamo la base contributiva, che rappresenta una fetta così importante dei flussi fiscali, si va verso una società, potenzialmente, di “redditati”, ma a cui, poi, il reddito non verrà corrisposto perché non ci saranno le risorse. Allora noi chiediamo con questo ordine del giorno che si intervenga urgentemente, nel “decreto Milleproroghe” già si potrebbe fare tanto. Perché il Governo non si vuole assumere l'impegno di ristorare? Perché il Governo non è venuto ancora qui, alla Camera, a dire quali sono i progetti per far fronte all'aumento delle bollette? La situazione in Ucraina non è che si risolverà in poco tempo. Io non so se qualcuno si è informato, ma le notizie in questi giorni ci dicono che, addirittura, Gazprom non ha prenotato spazio nei gasdotti a febbraio; era già successo in autunno e le conseguenze le stiamo vivendo adesso. Ma, se Gazprom non prenota gli spazi negli oleodotti, vuol dire che intende perseguire con il ricatto all'Occidente di chiudere i rubinetti del gas. Ma Cingolani fa il conferenziere o fa il Ministro della Repubblica? Perché a noi sembra che parli molto, ma di fatti per le aziende e per affrontare questo problema, che non si risolverà a breve, non stia facendo niente. Allora, a fronte di un ordine del giorno, non siete d'accordo, Governo, a impegnarvi a risolvere queste situazioni? A me pare veramente un nonsenso. Quindi, grave che lo facciate, ne prendiamo atto, naturalmente Fratelli d'Italia continuerà a fare le proposte, invece, per risolverli questi problemi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo importante ordine del giorno. Saluto i sottosegretari che, da due giorni, sono qui ad ascoltare noi, solo il gruppo di Fratelli d'Italia che è qui a dibattere su questo tema.

Presidente, io volevo fare una riflessione su questo ordine del giorno. Noi, tutti i giorni, ormai abbiamo imparato a vivere questa emergenza sanitaria con dei dati che entravano nelle nostre case e di cui, ogni giorno, avevamo paura: il famoso bollettino giornaliero che, adesso, da come ho capito, andrà anche modificato. In questo bollettino giornaliero vediamo le difficoltà del nostro Paese a livello sanitario, i ricoverati in terapia intensiva, gli asintomatici, l'isolamento domiciliare, però, vede, sottosegretario, in questo bollettino giornaliero dovremmo aggiungere una casella in più, dovremmo aggiungere un dato in più, un dato che va a mostrare agli italiani che, oltre a una crisi sanitaria, abbiamo anche una crisi economica. In particolare, ci dovrebbe essere il dato delle aziende che chiudono ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché, ogni giorno, da due anni, chiudono le aziende e questo sta rimanendo sottotraccia, nessuno ne parla ed è drammatico, perché si tratta di famiglie, di posti di lavoro, del futuro di questo Paese, soprattutto per quanto riguarda il turismo, perché, se andiamo a rileggere quanto detto dai rappresentanti della Federazione turismo organizzato di Confcommercio, si evince che il turismo organizzato è fermo da due anni e sta perdendo l'80 per cento del fatturato. Questi sono dati drammatici. Quindi, oltre ai dati sanitari, agli italiani dovremmo mostrare anche i dati economici, di quante aziende stanno chiudendo ogni giorno: ristoranti, alberghi, aziende. È importante ripartire, i ristori che sono stati dati non erano abbastanza. Non possiamo pensare che, non parlando di un problema, il problema non esista, perché il problema esiste, c'è e lo si vede, purtroppo lo vediamo anche a Roma, basta uscire da Montecitorio, andare in via del Corso e vediamo che i negozi sono chiusi. Via del Corso, una delle vie più importanti d'Italia, ha i negozi chiusi; a Natale, abbiamo visto le vie che erano vuote e questo durante il periodo dei saldi. Perché? Perché c'è una crisi economica e le aziende, le attività stanno chiudendo, soprattutto nel settore del turismo. Noi viviamo di turismo, noi siamo un Paese che vive di turismo e il fatto che il Governo non si stia preoccupando di questa cosa è veramente impensabile in un Paese normale. Noi dobbiamo ripartire, ma non solo a livello sanitario, anche a livello economico e, se non badiamo a queste piccole cose - che, secondo voi, sono piccole cose, ma per noi sono enormi -, quando usciremo da questa pandemia, come ho già detto in discussione generale, dovremo affrontare un problema molto, molto più grave, perché, poi, non potremo più nasconderlo sotto al tappeto il problema della crisi economica, dopo ce lo sbatteranno in faccia, gli italiani vedranno effettivamente quelli che sono stati questi due anni. Quindi, chiedo al Governo di cambiare il parere su questo ordine del giorno che, in fin dei conti, è un ordine del giorno, non è un emendamento. Quindi almeno una riflessione, cercare di venire incontro a queste aziende che chiedono aiuto, chiedono di non chiudere, chiedono di non buttare all'aria anni e anni di sacrifici. Presidente, oltre a questo, non so più cosa dire, quindi, ripeto, chiedo al Governo, almeno, di poter cambiare il parere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/19 Zucconi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/3442/20 Germanà, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3442/21 Noja, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3442/22 Occhionero, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3442/23 Bellucci, favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno volevamo porre all'attenzione del Governo e della maggioranza tutta una discriminazione che riguarda i lavoratori dipendenti privati. Noi, al 31 dicembre dello scorso anno, abbiamo visto cessare l'equiparazione della quarantena con lo stato di malattia economicamente riconosciuto. Questo significa che, attualmente, se sei un lavoratore dipendente pubblico e vai in quarantena, ti viene riconosciuto economicamente lo stato equiparato al ricovero ospedaliero, mentre, se sei un lavoratore dipendente privato, questo tipo di tutela e di riconoscimento non ti è dato. Questo, ovviamente, è uno stato di grande discriminazione, perché, a volte, anche negli stessi contesti si trovano ad insistere dei lavoratori dipendenti pubblici e dei lavoratori dipendenti privati. Lo vediamo, per esempio, negli asili nido: è stata posta alla nostra attenzione una situazione che riguarda le educatrici negli asili nido e il personale AEC. Abbiamo visto che queste due figure professionali, che insistono nei servizi educativi con lavori dipendenti diversi, appunto - i primi pubblici e i secondi privati -, si trovano a vivere condizioni diametralmente opposte che, evidentemente, li pongono in una condizione di grave discriminazione.

Noi sappiamo che la pandemia ha veramente piegato ad una condizione di grande sofferenza i lavoratori: è una crisi economica, una crisi sanitaria, una crisi sociale, ma è anche, poi, una crisi delle istituzioni, del Governo, che si sottrae a ripristinare la giusta equità e il giusto rispetto. Allora, abbiamo tentato con questo ordine del giorno di sottolinearvi questa discriminazione, volevamo che voi accoglieste quest'ordine del giorno così com'è, cioè impegnandovi a ripristinare il riconoscimento della quarantena, economicamente, anche ai lavoratori dipendenti privati.

È una questione di giustizia, è una questione di equità, è una questione di buonsenso. Noi abbiamo sperato che la vostra fosse una disattenzione, seppure, ovviamente, estremamente grave, e che vi foste distratti, perché probabilmente troppo presi a inserire decreti-legge e poi conversioni di decreti-legge che si sono susseguite numerose in queste quattro settimane. Invece, dobbiamo ipotizzare che non sia così e, nonostante la nostra opposizione responsabile cerchi in tutti i modi di cogliere la vostra attenzione, voi continuate a volgere lo sguardo dall'altra parte.

È per questo che non possiamo accogliere una riformulazione che fa diventare estremamente fragile l'impegno che noi vi richiediamo. Già un ordine del giorno sappiamo che non modifica le leggi, che è un impegno ma apre a una discrezionalità e anche a un tempo indefinito entro il quale voi vi assumerete la responsabilità di accogliere la nostra modifica; ma quando poi non è accolto integralmente ciò che vi abbiamo chiesto, cioè inserire subito una modifica che preveda l'equiparazione della quarantena nel settore del lavoro dipendente pubblico e in quello del lavoro dipendente privato, allora evidentemente non possiamo accogliere la riformulazione.

Ci dispiace davvero tanto, perché avremmo voluto che in questo caso come in altri - ma in particolare in questo caso, in cui si parla di tutela dei lavoratori - da parte vostra ci fosse un parere favorevole forte, chiaro e deciso, per rassicurare i lavoratori dipendenti del settore privato. Quindi, per questo non accogliamo la riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Io penso che la richiesta della collega Bellucci sia ragionevole e quindi, con il suo consenso, vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Lo sottoscrivo e aggiungo che questo è un tema molto sentito e che a noi, rappresentanti istituzionali, c'è stato segnalato più volte. Poi ricordo a me stesso che comunque un ordine del giorno non va a modificare l'articolato in sé, ma comunque è un impegno a rivedere queste decisioni assunte.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/23 Bellucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3442/24 Romaniello, su cui c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Parliamo spesso di scienza e allora ho deciso di portarne un po'. Mi rendo conto che l'ordine del giorno è abbastanza lungo, però sono le prime due pagine che contengono un po' di valutazioni politiche. Dopo ho descritto alcuni dei 146 articoli scientifici, che ho citato tutti quanti, riguardanti i guariti dal COVID. Abbiamo centinaia di evidenze scientifiche pubblicate che ci dicono che i guariti hanno un'immunizzazione maggiore e di più lunga durata rispetto ai vaccinati.

Detto questo, oltre ad assodare che queste evidenze scientifiche sono così tanto numerose, devo dire che, tuttavia, tra le fattispecie che possono determinare la generazione di una certificazione verde o di una certificazione parallela al green pass non rientra il possesso di un elevato titolo anticorpale, cosa di cui abbiamo già discusso in passato. Ho trovato diversi colleghi che mi hanno detto “se presenti un ordine del giorno te lo votiamo”, salvo non aver mai letto i quattro ordini del giorno che ho presentato nel tempo e che riguardavano questo tema. Quindi, poi voglio anche vedere se queste persone davvero lo voteranno, visto che adesso non possono dire di non sapere. Io credo che mai come oggi sia necessario evitare che possa sussistere il dubbio che la vaccinazione sia il fine e non il mezzo della campagna avviata dal Governo, poiché il fine deve essere l'immunizzazione comunque raggiunta.

Se l'immunità indotta dall'infezione e dalla successiva guarigione è consistentemente più duratura di quella sviluppata dopo la somministrazione del vaccino, non comprendo come possano giustificarsi i criteri di rilascio della certificazione verde che ha validità di soli sei mesi. Secondo molti esperti di settore sarebbe opportuno valutare una preesistente immunità prima di ogni vaccinazione.

Una prova di immunità, che consenta di esercitare i diritti e le libertà fondamentali al pari di quella che segue la vaccinazione, contribuirebbe, inoltre, a ridurre le reazioni sociali generate dall'obbligo vaccinale diretto o surrettizio, nonché i disordini dovuti alla perdita di diritti sociali ed altre possibilità di vivere una vita libera e accettabile. Le divisioni che si stanno strutturando all'interno della nostra società tra popolazione vaccinata e quella non vaccinata, tra stereotipi, pregiudizi e discriminazioni generati da un'azione inadeguata del Governo, non sono sostenibili né dal punto di vista sociale, né da quello politico, né da quello sanitario, né da quello scientifico.

Poi ritengo assolutamente antiscientifico - e mi spingo a dire antisociale - che non si sia tenuto in debito conto il dato relativo alla popolazione guarita dal COVID, in mancanza del quale tutte le statistiche e le informazioni che si otterrebbero “clusterizzando” i guariti non saranno mai disponibili, perché confluiranno, almeno da adesso in poi, nel cluster dei vaccinati, peraltro migliorandone le statistiche.

Ci sono molte evidenze scientifiche che vi elenco (alcune sono molto interessanti). Secondo un'indagine di laboratorio, le persone che hanno avuto una precedente infezione da COVID e che sono guarite si reinfettano solo per lo 0,7 per cento, che è una percentuale bassissima. Inoltre, c'è un altro articolo che riporta che è improbabile che questi ultimi possano trarre beneficio dalla vaccinazione e che peraltro la vaccinazione deve rimanere prioritaria per coloro che non hanno contratto il virus. Quindi, non stiamo parlando di pericolosi no-vax, di no-green pass o di terrapiattisti. C'è sempre una discriminazione su tutte le persone che hanno una voce contraria rispetto al dogma - e il dogma è contrario alla scienza - che pronunciate in queste Aule o in qualsiasi televisione in cui vi trovate a parlare.

Un altro studio austriaco dice che la protezione contro il COVID dopo l'infezione naturale è paragonabile alle più alte stime disponibili sull'efficacia del vaccino. Quindi, è per questa ragione che mi chiedo: ma siamo sicuri che il fine sia l'immunizzazione e non la vaccinazione? Questa è una domanda che dovreste porvi tutti quanti quando poi votate anche su ordini del giorno di questo tipo.

Avrei ancora tantissime cose da dirvi su questi studi, che spero abbiate la bontà di leggere, ma passo alla conclusione per dirvi che cosa chiedo: io chiedo di estendere a dodici mesi, in luogo di quelli attualmente previsti, la validità del green pass rafforzato per i soggetti guariti; una certificazione parallela alla certificazione del green pass valida all'interno dei confini nazionali per le persone che sono guarite e che lo possano dimostrare con certificazione clinica; poi, soprattutto, una cosa fondamentale per la Repubblica, su cui voglio vedere davvero se voterete contro, cioè superare immediatamente ogni provvedimento che produca o alimenti qualsiasi forma di pregiudizio o di discriminazione all'interno della popolazione.

Voglio proprio vedere se voterete contro rispetto a centinaia di evidenze scientifiche e su un impegno che richiede di rimuovere tutto ciò che produce pregiudizi e discriminazioni, perché io lo trovo veramente…

PRESIDENTE. Concluda.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). …se c'è una cosa che non riesco a sopportare è che ci siano conflitti in famiglia e conflitti tra amici di una vita perché qualcuno va in televisione a dire che le persone non vaccinate sono fuori dalla società (Applausi di deputati del gruppo Misto) o che devono smettere di uccidere le persone, quando le evidenze non stanno dicendo questo. Questo lo trovo abominevole!

Quindi, voglio che vada messo al voto e vi dico anche che il Governo…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). …non mi ha dato alcuna motivazione per il parere contrario e credo che noi rappresentanti del Paese dovremmo sapere perché ci danno un parere contrario su un ordine del giorno (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. La collega Suriano sottoscrive l'ordine del giorno, così come il collega Vianello.

Ha chiesto di parlare la collega Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere e per ribadire brevemente che termini come “pregiudizio” e “discriminazione” in quest'Aula li sentiamo tutti i giorni. Facciamo attenzione, facciamo tesoro dell'importanza di non discriminare. Parliamo di un ordine del giorno che chiede esattamente questo e non chiede altro: chiede di un popolo che non deve e non può essere discriminato. È così facile! Quindi, suggerisco e chiedo a tutti i colleghi di votarlo.

PRESIDENTE. Il collega Trano chiede di sottoscriverlo.

Anche il collega Tasso chiede di sottoscriverlo: d'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/24 Romaniello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3442/25 Sodano, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Qui non voglio convincervi a votare nulla, tanto so che dall'indicazione del partito non vi smuovete; però qualcosa dovete pur farla, ma soprattutto i siciliani, i sardi, i minimi esperti di diritto. Uno può anche essere d'accordo con tutte le misure restrittive, ma qui c'è una discriminazione nella discriminazione, perché oggi un milanese può recarsi in Calabria non vaccinato, ma non può andare in Sicilia, per esempio; un calabrese può andare a Torino, ma un siciliano non lo può fare perché c'è lo Stretto di Messina e viene richiesto il super green pass per lo Stretto di Messina, cioè, non viene neanche considerata quella che è la continuità territoriale. Questa è una discriminazione nella discriminazione e ci sono migliaia di persone che magari avevano visite mediche al Nord Italia, perché sappiamo che la sanità fa schifo al Sud, e non possono andarci. Sappiamo di situazioni di ricongiungimenti familiari che non possono avvenire, ma almeno questa è una roba logica, che fra l'altro dovete normare, perché già il presidente della regione siciliana, Musumeci, e il presidente della regione Calabria, Occhiuto, hanno fatto un'ordinanza che va contro questo decreto. Quindi, c'è già un vulnus legislativo, c'è una contraddizione che dovete chiarire. Ma così dimostrate di essere dei peracottari della politica (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Ma sì! Ma sì!

PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza. Collega! Collega Sodano, si deve rivolgere alla Presidenza!

MICHELE SODANO (MISTO). Presidente, so che questi miei colleghi hanno abdicato al loro lavoro di rappresentare i loro popoli, le loro regioni. Oggi abbiamo un problema grave perché ci sono gli isolani completamente discriminati nella discriminazione. Quindi votate pure rosso, ma, vi prego, occupatevene nel vostro privato, nelle vostre relazioni con i Ministri. È inspiegabile avere un voto contrario e un parere negativo su questo ordine del giorno di buonsenso, anche perché, ripeto, già i presidenti delle regioni Calabria e Sicilia hanno fatto un'ordinanza che vi smentisce. Chiarite queste equivoci normativi perché - chiedo scusa prima al collega Giachetti, che si è un po' offeso - così non siete credibili se nelle regioni si fa una cosa e qua a Roma se ne fa un'altra. Tranne che questa roba di impedire il movimento tra Sicilia e resto d'Italia - perché per il traghetto ci vuole il super green pass, cioè non va bene che uno se ne va dentro una macchina, chiuso, senza uscire, senza neanche avere alcun tipo di relazione con nessuno - non sia un'idea, non so, in salsa di “Operazione scoiattolo”, per fare diventare Berlusconi Presidente della Repubblica e magari rimettere in mezzo tutta la questione del ponte dello Stretto di Messina. Magari pensate che in questo modo si potrà colmare questa grave mancanza nel nostro Paese, perché non ci sono altre spiegazioni, non ci sono altre spiegazioni. Ma com'è che un catanese non si può recare a Roma con la macchina e un calabrese lo può fare, un pugliese lo può fare? Non vi rendete conto della discriminazione nella discriminazione? Volete un po' accendere il cervello? Non so, è assurdo. Detto ciò, completamente sconfitto, alzando le mani, mi rendo conto ancora una volta che in questo Parlamento regna l'ignavia, naturalmente, perché non ve ne frega assolutamente nulla di quello che noi abbiamo fatto in queste ore; regna l'illogicità più assoluta. Grazie, Presidente, concludo qui il mio intervento con una questione aperta e più attuale che mai (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (MISTO). Voglio intervenire a confermare la vergogna di un provvedimento che chiede l'esibizione del super green pass e isola e discrimina una parte della popolazione. Sono consapevole che a questo Governo del Mezzogiorno non gliene frega nulla, e questa è l'ennesima dimostrazione della discriminazione verso la popolazione che abita nelle isole. Si è cercato di sopperire con una deroga per le isole minori, dimenticando che ci sono anche le isole maggiori in questo Paese. Siamo cittadini italiani, paghiamo le tasse e abbiamo diritto di viaggiare e di muoverci liberamente in Italia, che è il nostro Paese (Applausi di deputati del gruppo Misto).

SILVIA FREGOLENT (IV). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Presidente, articolo 8 e seguenti. Solo per dire a lei e ai colleghi che l'espressione colorita tipo “peracottari” e gli insulti che abbiamo ricevuto fino adesso non vanno fatti né se si rivolgono a noi né, Presidente, se si rivolgono alla dirigenza, perché non è una questione di dove si rivolge l'insulto, è che l'insulto non va fatto. Deve essere spiegato l'emendamento o l'ordine del giorno o qualsiasi altra cosa in termini di italiano corretto, se è possibile, visto che questo è il Parlamento e dovremmo almeno conoscere la lingua italiana, ma, se non si arriva neanche all'utilizzo corretto della lingua italiana, quello che non bisogna fare è l'utilizzo dell'insulto. Presidente, non più di una settimana fa abbiamo ricordato il collega Sassoli, tutti compiti nel dire quanto fosse educato nell'utilizzare i termini, quanto fosse determinato nel fare politica usando parole gentili. Se uno deve esprimere la propria opinione, non è che la rafforza con l'insulto, la rende ridicola con l'insulto. E la rende ancora più ridicola perché ognuno può avere le proprie opinioni su quello che abbiamo fatto, e magari la storia ci boccerà, però l'insulto rende talmente irritabile quello che stiamo ascoltando che, se anche in astratto uno avesse cambiato idea, cosa che noi non abbiamo fatto, di certo dopo l'insulto non si mette a votare uno che lo ha insultato. Lo dico anche perché, se volete convincerci della bontà delle vostre idee, cosa che fino adesso non avete fatto, non è di certo chiamandoci “peracottari” o qualsiasi altra cosa che ci convincete a farlo. Ma soprattutto, Presidente, le chiedo, e questo, sì, a nome di Italia Viva, che ad un insulto lei interrompa la persona che sta parlando, perché in quest'Aula si possono esprimere le opinioni, ma non insultare i colleghi (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Aiello. Sempre sull'ordine dei lavori?

PIERA AIELLO (MISTO). Sulla stessa materia. Intanto voglio sottoscrivere questo ordine del giorno, dopodiché mi sorprende che la collega si indigni quando in quest'Aula abbiamo visto di tutto. Sicuramente il nostro collega Sodano ha esagerato, ma sinceramente ci siamo dimenticati quando sono stati pure tirati fogli e malloppi al Presidente della Camera? Si è fatto di tutto in quest'Aula, andiamo a rispondere su questa cosa, ma non sul merito che un siciliano (Applausi di deputati del gruppo Misto)…guardi, sono vaccinata, ho fatto pure la terza dose, però, che un mio concittadino non possa andare a Roma con la propria macchina, questo mi fa pensare un poco. Ringrazio comunque i presidenti delle regioni che hanno messo fine a questa tragedia e speriamo che il Governo prenda pure dei provvedimenti, e dico alla collega che non ci indigniamo di sentire queste frasi, queste parole pesanti, perché in quest'Aula si è sentito di tutto e di più, e anche suoi colleghi hanno trattato male tempo fa la Presidenza. Di conseguenza, mettiamoci una mano sulla coscienza (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Forciniti. Sempre sullo stesso argomento? Sul richiamo al Regolamento?

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Anche nel merito dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Allora aspetti un attimo, collega, se vuole intervenire sull'ordine del giorno. Ovviamente rispondo. Chiaramente il collega Sodano è stato richiamato durante l'intervento, chiedendogli di rivolgersi alla Presidenza. Tutti hanno diritto di esprimere la propria opinione in quest'Aula.

Chiaramente, chiedo a tutti di farlo rispettosamente, soprattutto nei confronti degli altri colleghi.

Ha chiesto di parlare il collega Forciniti sull'ordine del giorno n. 9/3442/25 Sodano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Se qui qualcuno ha ritenuto offensivo essere definito peracottaro, immaginiamo come possa ritenersi offeso chi ha bisogno magari di prendere un mezzo pubblico, soprattutto nelle isole, e non può farlo. Io metterei anche su due piani diversi questo tipo di offese. Se può urtare la suscettibilità sentirsi apostrofati in questa maniera, immaginatevi quanto sia brutto, quanto sia atroce, quanto sia discriminatorio non poter salire su un mezzo da persone sane, con un tampone, per poter andare a fare una visita oncologica o per potersi ricongiungere con una persona cara (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Tra l'altro, anche i vostri stessi governatori, di centrodestra o di centrosinistra che siano, vi stanno sconfessando, perché anche i governatori di Sicilia e Calabria si stanno prodigando con degli atti autonomi per permettere che questo attraversamento dello Stretto possa verificarsi.

Ci rendiamo conto, quindi, che questa cosa è totalmente folle, illogica e ve lo dicono anche i vostri stessi governatori che appartengono alle vostre stesse correnti politiche? Allora, io direi di essere un po' meno attenti, forse, alla formalità, alla forma, perché qui noi ci stiamo giocando i diritti delle persone, veramente le stiamo offendendo, umiliando e portando alla disperazione, stiamo facendo di tutto per complicar loro la vita. Poi, però, la nostra suscettibilità è urtata in maniera così facile, quando solo si usa un'espressione un po' più colorita; tra l'altro, chi vende le pere cotte per me fa un lavoro rispettabilissimo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/25 Sodano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Sugli ordini del giorno n. 9/3442/26 Toccafondi, n. 9/3442/27 Ianaro e n. 9/3442/28 Grippa il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3442/29 Barzotti è accolto come raccomandazione, che viene accettata. Sugli ordini del giorno n. 9/3442/30 Alaimo e n. 9/3442/31 Papiro il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/32 Galizia il parere è favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/33 Martinciglio il parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/34 Zanichelli c'è un parere contrario. Viene ritirato o lo metto in votazione? Viene ritirato, d'accordo.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/35 Zolezzi il parere è favorevole con riformulazione, che viene accettata.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, per rettificare alcuni pareri. Nello specifico, per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/3442/36 Ficara vi era un accoglimento come raccomandazione; invece, si propone un parere favorevole con riformulazione, inserendo “a valutare la possibilità di”. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/3442/38 Bella, su cui si era espresso un parere contrario, si esprime invece un parere favorevole con la stessa riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/3442/39 Giarrizzo, che il Governo aveva proposto di accogliere come raccomandazione, si esprime invece un parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3442/36 Ficara, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Ficara. Ne ha facoltà.

PAOLO FICARA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'ulteriore riflessione al sottosegretario, con il quale avevo interloquito prima, perché il mio ordine del giorno n. 9/3442/36 e gli ordini del giorno n. 9/3442/20 Germana' e n. 9/3442/3 Rotelli, che abbiamo già votato, più o meno trattano lo stesso tema; anzi, nella mia formulazione è trattato in modo anche leggermente più blando. Quelli sono stati accolti, appunto, con parere favorevole secco. Quindi, prima era stato espresso parere favorevole come raccomandazione, adesso con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Chiedo un'uniformità di valutazione.

PRESIDENTE. Collega Ficara, quando parla di un'ulteriore riflessione chiede un accantonamento oppure chiede soltanto al Governo di cambiare il parere?

PAOLO FICARA (M5S). Chiedo al sottosegretario di richiedere qualche secondo in più, in maniera tale da trattare in maniera uguale questi stessi ordini del giorno. Chiedo quindi un accantonamento, se abbiamo bisogno di qualche secondo in più, oppure una riflessione al momento.

PRESIDENTE. Non vedo cenni da parte del sottosegretario, quindi chiedo al collega Ficara se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno. Collega, il sottosegretario ha cambiato il parere da raccomandazione a favorevole con la riformulazione che lei ha sentito. Lei mi deve dire se l'accetta o meno.

PAOLO FICARA (M5S). Siccome il tema è veramente uguale e la formulazione del mio ordine del giorno è assolutamente anche più blanda rispetto agli ordini del giorno n. 9/3442/20 Germana' e n. 9/3442/3 Rotelli, chiedo al sottosegretario veramente qualche secondo in più rispetto al tema, insieme anche ad altri. Gli chiedo veramente di venire incontro a questa richiesta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Presidente, credo sia necessario sostenere questa richiesta di accantonamento e il sottosegretario può benissimo valutare la questione. Non è che ci sia una gradualità passando da raccomandazione ad accoglimento con riformulazione per cui, passando, metto la formula. Penso che la si possa valutare, anche perché, se l'impegno è di intervenire con la massima urgenza al fine di trovare una soluzione per i cittadini delle isole maggiori, nella formulazione “ad intervenire con la massima urgenza” già c'è comunque un procrastinare una valutazione sulle modalità d'urgenza e su come intervenire. “Valutare la possibilità di” è un di più. Penso che un accantonamento si possa fare, perché effettivamente il tema dei trasporti e delle isole maggiori è un tema che è avvertito anche dalla maggioranza e c'è un gruppo di maggioranza relativa, nella maggioranza, che ha presentato un secco e molto sintetico impegno che, in qualche modo, può essere valutato.

Anche noi, come gruppo, chiediamo semplicemente un accantonamento per valutare un'eventuale diversa riformulazione, perché il tema è sicuramente centrale e, lo ripeto, l'ordine del giorno è formulato in modo tale che non ci siano elementi di contrarietà. Capisco il passaggio da raccomandazione a impegno accettato, però c'è già nella formulazione la possibilità di trovare eventuali ulteriori soluzioni. Chiediamo semplicemente al Governo di accettare la proposta di accantonamento, perché la sensibilità dei gruppi di maggioranza sul tema è molto ampia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Ne ha facoltà.

Collega Sarli, lei ha già parlato due volte.

DORIANA SARLI (MISTO). Chiedo solo di sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Bene.

Collega Sodano, anche lei è già intervenuto due volte. Chiede di sottoscriverlo? D'accordo.

Ha chiesto di parlare la collega Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Vorrei sottoscriverlo.

PRESIDENTE. D'accordo. I colleghi Piera Aiello, Villani e Romaniello chiedono di sottoscriverlo. Colleghi, a questo punto viene accettata la riformulazione. Il collega Tasso chiede di sottoscriverlo. Quindi, andiamo avanti.

Collega D'Ettore vuole intervenire? È stata accettata la riformulazione.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Chiedo di sottoscriverlo come gruppo, proprio perché è stato accettato. Stavamo auspicando una soluzione.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo quindi all'ordine del giorno 9/3442/37 Flati, accolto come raccomandazione, accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/38 Bella il parere è favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Ringrazio il Governo e accetto la riformulazione, ma chiedo che sia messo in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Se è possibile riascoltare la riformulazione, per orientarci sul voto.

PRESIDENTE. Sottosegretario Costa, se può rileggere la riformulazione, grazie.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. D'accordo. Collega Forciniti, vuole sottoscriverlo?

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Vorrei intervenire nel merito.

PRESIDENTE. Come ha detto?

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Vorrei intervenire nel merito. Non so se è possibile avendo il collega accettato.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Intanto, vorrei rendere merito al collega Bella, per avere veramente fatto un atto tipico di un parlamentare, che fa le pulci al Governo anche quando magari è in maggioranza. Infatti, noi qui vorremmo capire - il collega vorrebbe capire e io appoggio in pieno questa sua richiesta - sulla base di quali obiettivi era stato varato questo provvedimento del green pass, che poi è stato inasprito di volta in volta. Quindi, quali erano gli obiettivi all'origine, quali sono stati i parametri di misurazione, in termini di costi e benefici, che questa misura ha portato nel Paese - che ne so, per esempio, vite salvate, ospedali svuotati e in che percentuale, quanti contagi in meno ci sono stati - e quindi, poi, i criteri per valutare se la misura è stata utile per poi anche valutare nel prosieguo se sia il caso di mantenere una misura del genere o se magari cancellarla per la manifesta incapacità di raggiungere gli obiettivi.

Quando ci viene detto “affidiamoci alla scienza”, anche il calcolo di modelli, di elaborazioni matematiche e di statistica è una scienza. Allora, noi vorremmo capire se c'è una scienza dietro questo green pass, se effettivamente il Governo, quando ha pensato questa cosa aveva degli obiettivi in mente, se sta pensando comunque che questi obiettivi siano ancora raggiungibili perseguendo questa strategia. In ogni caso, per dovere di trasparenza verso questo Parlamento, sarebbe utile sapere se hanno un obiettivo o se stanno semplicemente andando alla carlona, così, a casaccio, per tentativi, come a noi sembra.

Ora, il Governo mi dice che “valuterà l'opportunità di” rendere noti questi parametri: se ce li ha, praticamente significa il nulla, significa prendere in giro questo Parlamento che ha posto la questione! Secondo me, allora, sarebbe molto più sincero dirci di no, dire di no al collega, perché “valutare l'opportunità di” rendere noti i parametri e gli obiettivi e le valutazioni, i criteri di valutazione, significa proprio dire: se vogliamo lo faremo; altrimenti state al vostro posto, votate, ratificate e basta. Per quanto mi riguarda è inaccettabile questa riformulazione: l'ordine del giorno, come presentato, è un atto magnifico proprio di sindacato parlamentare. Mentre, invece, come viene riformulato, è una cosa blanda e inutile, che sfocerà nel nulla, perché questo Governo non ha un'idea, non ha obiettivi, non ha dei parametri di valutazione, non ha il niente di niente e questo ormai è evidente a tutti nel Paese: vanno a tentoni. Quindi, se viene riformulato in questi termini, noi non potremo votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento. Quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno…

Collega Giuliodori? Lo vuole sottoscrivere? Vuole intervenire? Allora, colleghi, revoco la votazione, però, vi chiedo di alzare le mani per tempo, perché non ho intenzione di revocare altre votazioni.

Ha chiesto di parlare il collega Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie Presidente, Intendo sottoscrivere l'ordine del giorno e, in particolare, voglio aggiungere due elementi di riflessione, che sono usciti in questi giorni. Il primo è che, in uno studio promosso dal…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega, deve cambiare microfono.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Come dicevo, voglio aggiungere alla discussione due elementi, che sono venuti fuori negli ultimi giorni. Il primo è che il Ministero della Salute olandese ha promosso uno studio, proprio per capire qual è la reale efficacia dei sistemi come il green pass e il super green pass, e ha scoperto… Presidente, posso chiedere un po' di silenzio all'Aula?

PRESIDENTE. Collega… Colleghi! Vada avanti, collega Giuliodori, prego.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). È stato scoperto che il green pass e il super green pass non hanno praticamente effetto sul tasso di riproduzione del contagio del virus. È una questione abbastanza banale, perché basta vedere la scienza - che viene spesso citata in quest'Aula a torto - che ci dice sostanzialmente che il vaccino non protegge dal contagio e, quindi, chiaramente che i sistemi come il green pass - e tantomeno il super green pass -, non avrebbero portato ulteriori benefici. In più, abbiamo anche il Ministro delle Finanze israeliano, che sui social dice - quasi testuali parole - che il green pass non ha prodotto nessun risultato, non ha nessuna base sanitaria e scientifica, ma, anzi, ha creato un disastro economico. Ed è esattamente quello che stiamo vedendo.

Io ringrazio il collega Bella che ha promosso questo ordine del giorno, perché trovo assolutamente ragionevoli le sue richieste. Quindi, ci tengo a sottoscriverlo e mi immagino che anche qualcun altro, del MoVimento 5 Stelle magari, abbia il coraggio perlomeno di votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Collega Trizzino?

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Presidente, soltanto per sottoscriverlo.

PRESIDENTE. D'accordo. Prendo atto che i deputati Vianello, Romaniello, Trano, Suriano e Sarli sottoscrivono l'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/38 Bella, nel testo riformulato con parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/3442/39 Giarrizzo, n. 9/3442/40 Masi, n. 9/3442/41 Pignatone e n. 9/3442/42 Ruggiero. Ordine del giorno n. 9/3442/43 Terzoni, favorevole con riformulazione: viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/3442/44 Corda, c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/44 Corda, parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Ordine del giorno n. 9/3442/45 Costanzo, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3442/46 Maniero, c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie Presidente. Intanto chiedo di sottoscriverlo e, poi, ribadisco anche il fatto di come, in questo Paese, non ci sia una reale trasparenza, per quanto riguarda i dati. Parliamo dei dati sui contagi e sui morti, ma, come recita il testo dell'ordine del giorno, anche delle reazioni avverse. Le reazioni avverse sono un tema molto discusso e molto, molto delicato, ma che lascia adito a complottismi vari, perché non c'è un reale sistema di gestione delle reazioni avverse. Infatti, basterebbe istituire - cosa che abbiamo già chiesto nei mesi scorsi - un sistema di gestione delle reazioni avverse, attivo, in modo tale da poter in qualche modo tranquillizzare tutte quelle persone che magari sono un po' scettiche su fare o meno questo farmaco, e per avere trasparenza vera e completezza di informazioni, in modo tale che le persone si sentano anche libere di poter scegliere.

A quanto pare non è questo l'interesse, perché l'interesse è vaccinare il più possibile (bambini, cani, gatti e tutto quello che passa) e non è quello di informare la popolazione, che sarebbe un dovere anche del Governo e - mi permetto - anche di questa maggioranza. Quindi, ripeto, sottoscrivo questo ordine del giorno e spero che qualcuno da qualche parte ci possa sentire, per tutelare anche la popolazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Prendo atto che il collega Romaniello sottoscrive l'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/46 Maniero, parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3442/47 Sapia. Il collega Sapia chiede di parlare. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Grazie, Presidente. Non accetto l'accoglimento come raccomandazione del mio ordine del giorno, che è un ordine del giorno di responsabilità, che vado a spiegare nel merito.

Nei giorni scorsi la stampa nazionale ha raccontato la vicenda del signor Fabio Messina, privo di “turbo green pass” e quindi bloccato all'imbarcadero di Villa San Giovanni, sulla sponda calabrese dello Stretto. Esplicito meglio, sottosegretario: avete impedito a un cittadino italiano di tornare a casa, nella sua Palermo! Il signor Messina ha dormito in sacco a pelo, poi è stato ospitato da una famiglia, ricevendo la solidarietà e l'aiuto di molti cittadini. Sottosegretario, esplicito ancora meglio: avete trattato un cittadino italiano che paga le tasse come un pacco postale; lo avete abbandonato sulla banchina del porto, gli avete calpestato la dignità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 11,40)

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Questo è lo Stato italiano, che abbandona cittadini italiani e non li fa ritornare a casa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) e lei, sottosegretario, dice che “accoglie come raccomandazione”: ma quale raccomandazione?

Come deputato, ho presentato sul corso una specifica interrogazione. È pazzesco che un cittadino sano non possa spostarsi liberamente; peraltro, in tema di COVID, è innegabile che vaccinati e non vaccinati siano contagiosi allo stesso modo. Sulla vicenda del signor Messina si è, infine, pronunciato il tribunale di Reggio Calabria, che gli ha consentito di imbarcarsi e tornare a casa a Palermo.

In pratica, contro le disposizioni costituzionali e le regole europee, il Governo sta negando il diritto alla libera circolazione e alla mobilità dei cittadini che vivono nelle isole o che devono raggiungerle. È una decisione fuori dal mondo, dalla logica, dal diritto e della democrazia; è un'imposizione autoritaria, priva di ragioni; è la dittatura del vaccino che il Governo sta perseguendo in maniera diabolica, per la grande gioia delle Big Pharma e dei loro conti.

Nel decreto in conversione è stato posto l'obbligo del green pass rafforzato per i viaggi in nave nello Stretto di Messina e per altri collegamenti marittimi. Ciò ha creato evidenti problemi pratici, oltre che disparità, disagi, situazioni assurde come quella vissuta dal signor Messina; vi hanno posto rimedio le recenti ordinanze dei Presidenti regionali Musumeci e Occhiuto, certamente vicini al Governo nazionale. Il Presidente Draghi, i suoi Ministri e la sua maggioranza restano ciechi, sordi e muti sul punto, ma, prima o poi, dovranno ricredersi perché la gente non può essere tenuta in gabbia per tre anni, mentendo spudoratamente e recitando a soggetto.

Per noi, il Governo deve impegnarsi, proprio ora, adesso, a garantire la continuità territoriale e il diritto alla mobilità di cui all'articolo 16 della Costituzione. Chiediamo, allora, di eliminare da subito la previsione del green pass rafforzato dal provvedimento, in modo che i cittadini possano spostarsi liberamente in nave. Ognuno si assuma le proprie responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Non essendovi altre richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/47 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3442/48 Trano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, questo ordine del giorno è stato bocciato, con un parere contrario da parte del Governo, tra l'altro senza fornire neanche una spiegazione valida. Qui siamo stiamo parlando di un fondo per il turismo, un comparto che è stato massacrato e che continua a essere massacrato. Bocciare un ordine del giorno simile significa anche bocciare il Governo, perché quest'ultimo si fa trovare impreparato di fronte a una ecatombe, a un disastro economico che sta avvenendo adesso. Per avere la fotografia del disastro, basta anche ascoltare le audizioni sul “decreto Milleproroghe” nelle Commissioni bilancio e affari costituzionali; basta ascoltare gli auditi, i quali danno un quadro reale di quello che sta avvenendo sullo stato di salute, in particolare dei piccoli operatori del turismo e dello svago, perché loro sono quelli più colpiti da questa pandemia.

Soltanto per dare la dimensione del disastro, vorrei raccontarvi quali sono i numeri impietosi che stanno subendo le imprese del comparto turistico, in quanto ci sono circa 45 mila imprese a rischio chiusura; ci sono oltre 300 mila lavoratori che rischiano di andare a casa definitivamente; in questi due anni abbiamo perso 156 miliardi di fatturato e hanno chiuso già 45 mila imprese.

A fotografare questo inquietante ritratto ci sono anche le città d'arte, come la città dove noi oggi siamo qui ospiti, Roma, ma anche Napoli, Firenze, Palermo; sono città d'arte che stanno subendo un calo dell'affluenza turistica, soprattutto internazionale, notevolissimo. Gli scellerati provvedimenti - siamo a tre provvedimenti COVID in tre settimane e un quarto è in preparazione - non fanno altro che porre in essere provvedimenti restrittivi che, di fatto, stanno anche dilaniando la popolazione. Tra l'altro, gli effetti sortiti da questi provvedimenti non hanno limitato i contagi, allora mi chiedo: perché c'è questo accanimento verso i ristoratori, i titolari dei bar, coloro che fanno catering, gli artisti, gli attori, o anche verso le sale cinema, i teatri, le sale da ballo, le discoteche, ossia verso tutte le attività che hanno una grande socialità, come clientela? Io credo, Presidente, che, in due anni, anche questo Governo non abbia capito minimamente come bisogna programmare la parte dei ristori, la parte dei sostegni, nei confronti delle aziende che sono colpite. Ciò è davvero vergognoso, perché ci sono altri Paesi europei - prendiamo ad esempio l'Inghilterra e la Spagna - che hanno già iniziato a capire che con questa pandemia bisogna conviverci, non bisogna soltanto porre limitazioni e veti nei confronti delle attività economiche. Purtroppo, Presidente, io ho ricevuto un messaggio all'inizio di dicembre, da parte di una coppia di giovani imprenditori siciliani, neanche trentenni; questi mi avevano mandato un messaggio dicendo che ormai probabilmente avrebbero chiuso prima della fine dell'anno. Cito le loro testuali parole: “Chiuderemo se tutto questo schifo continuerà ad oltranza e, fino a marzo e oltre, senza aiuti e sostegni degni e senza lavoro, non ci resta che chiudere, perché più passa il tempo e più i debiti aumenteranno”. Purtroppo il 5 gennaio mi riscrivono dicendo che hanno chiuso la pizzeria. Ecco, purtroppo, tutto questo accade senza programmazione, senza ristori, senza la capacità di salvare le imprese; questi provvedimenti COVID non limitano le infezioni, ma stanno limitando fortemente i consumi, i fatturati e determinando la moria di imprese.

Quindi, Presidente, magari faccio appello al Governo, che appare insensibile, se non voglia magari rivedere il parere espresso su questo ordine del giorno almeno su di un punto, quello sul fondo del turismo, affinché lo stesso possa essere alimentato, possa essere utile a tutte queste imprese che ho citato, che ogni giorno stanno scomparendo e che ogni giorno stanno mettendo fuori la porta dipendenti. Di tutto questo il Governo non se ne fa carico: sembra proprio che vi sia un'insensibilità assoluta. Io mi chiedo: cosa devono fare queste persone (Applausi di deputati del gruppo Misto-Alternativa)?

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/48 Trano, con il parere contrario del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/49 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

L'ordine del giorno n. 9/3442/50 Cabras è accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-A). Nella scala degli atti che possiamo produrre in questo Parlamento c'è l'emendamento, che cambia un provvedimento di legge, c'è l'ordine del giorno, che è, diciamo, il parente povero dell'emendamento, molto impoverito perché non influisce sul risultato, però, in qualche modo, dà un'indicazione al Governo, poi c'è il parente negletto, che è la raccomandazione. Se l'ordine del giorno ha già l'efficacia giuridica di una patata, la raccomandazione ha l'efficacia di una patata marcia. Allora, è improponibile e anche vergognoso. Come altro esempio - oggi siamo di metafore -, io non salirei mai, per farmi dare un passaggio, su un'automobile priva della retromarcia. Ecco, nel Governo attuale non è prevista la retromarcia, anche quando è saggio usarla, quando stai andando contro un muro, contro qualcosa di irrazionale. La scelta di impedire a 6 milioni e mezzo di persone che vivono nelle isole, in Italia, di avere una condizione paragonabile a quella degli altri cittadini viola l'articolo 3 della Costituzione, ma viola anche il buon senso e viola qualsiasi considerazione scientifica che, in questo momento, possiamo fare sulle condizioni attuali dell'epidemia. Non ci sono ragioni per il green pass in generale, perché si è dimostrato inefficace. Guardate la curva epidemiologica della Spagna, dal 15 ottobre ad oggi, e quella dell'Italia: sono identiche, però lì non hanno il green pass e qui ce l'abbiamo. Evidentemente, il green pass ha un'efficacia paragonabile a quella della patata marcia che citavo prima.

In questa condizione, non si fa alcuna scelta, neanche razionale, rispetto a una condizione che sta creando sofferenza e problemi alla salute delle persone, sta creando condizioni di disparità nel lavoro e un impedimento verso lo studio. È anche un attacco al turismo. Nell'ambito di queste discussioni, ci sono attenzioni molto labili rispetto a quello che viene pronunciato. Richiamo quello che ha detto prima il collega Trano durante il suo intervento sul suo ordine del giorno: in Italia c'è un attacco al turismo, al quale non si dà alcuna soluzione e questo comporta una crisi grave di un intero settore che ricade su migliaia e migliaia di famiglie, su milioni di cittadini. Questa misura che noi vorremmo cambiare, non con una raccomandazione, ma con un atto molto serio, riguardante le isole è anche un rimedio rispetto a uno di questi problemi che stanno sorgendo nella gestione disastrosa della crisi COVID da parte del Governo, l'attacco al turismo, l'attacco ai settori. Guardate come i ristoranti siano, di fatto, in un lockdown mascherato, una forma di austerity mascherata.

Questo non dovrebbe neanche stupirci, perché tutta la storia del signor Draghi, nei suoi trent'anni di carriera nelle istituzioni pubbliche italiane, è stata sempre contrassegnata dall'austerity, da un'idea che fa crollare i settori economici italiani in favore di una borghesia compradora e di una finanza che se la accaparra. In questa condizione, abbiamo, per giunta, il danno enorme inflitto alle isole, alla Sardegna, alle isole minori e alla Sicilia. Credo che un ripensamento sia dovuto. Non so più che dire, in questa circostanza, rispetto alla volontà di obbedire sempre all'ordine di scuderia, all'ordine del partito, di fronte a dati reali che potete misurare. Si prendano la loro responsabilità i deputati sardi e siciliani qui presenti, rispetto alle scelte che ha fatto il Governo. Se le avallano, vuol dire che sono complici e ne risponderanno di fronte ai cittadini, spero presto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 11,55)

PRESIDENTE. Il collega Romaniello chiede di sottoscriverlo.

Ha chiesto di parlare la collega Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Vorrei rivolgermi, per suo tramite, al Governo per segnalare che questo ordine del giorno è sulla stessa linea di altri due ordini del giorno accolti come tali, dei deputati Germana e Rotelli, e sulla stessa linea degli ordini del giorno presentati dai deputati Ficara e Giarrizzo, che sono stati trasformati, giustamente, nuovamente da raccomandazione a ordine del giorno. Per cui, non capisco perché l'ordine del giorno del deputato Sapia sia stato considerato una raccomandazione e non un ordine del giorno, facendo una votazione, secondo me, a questo punto non corretta e perché questo non si debba considerare un ordine del giorno, dato che è sulla stessa linea degli altri (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Presidente, chiedo il permesso al collega Cabras di sottoscrivere questo ordine del giorno, rilevando che è in atto una difformità di valutazione tra i cittadini. Quindi, per superare questo stato di cose, invito a una maggiore e più attenta valutazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario, a lei la parola.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. In merito a questo ordine del giorno n. 9/3442/50 Cabras, propongo di trasformare l'accoglimento come raccomandazione in parere favorevole.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3442/51 Colletti, su cui vi è parere contrario del Governo.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/51 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

L'ordine del Giorno n. 9/3442/52 Giuliodori è accolto come raccomandazione. Il collega Giuliodori non accetta la raccomandazione, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/52 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Sull'ordine del giorno n. 9/3442/53 Vianello c'è un parere favorevole con riformulazione, che è accettata dal collega Vianello.

L'ordine del giorno n. 9/3442/55 Vallascas è accolto come raccomandazione.

Il collega Vallascas chiede di intervenire. Ne ha facoltà

ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Quando l'Unione europea ha introdotto la certificazione verde per garantire la libera circolazione in sicurezza dei cittadini dell'Unione, di certo non avrebbe mai immaginato che, nel regimetto guidato da Mario Draghi, una donna sarebbe rimasta bloccata sulla banchina di Olbia e privata del diritto di farsi operare a Roma, perché, in Italia, l'assistenza sanitaria non ha la stessa qualità ovunque.

Non avrebbe mai immaginato che in Sicilia un bambino di 12 anni appena compiuti non avrebbe potuto raggiungere in aereo la madre che vive in un'altra città, perché non vaccinato. Forse nessuno di noi avrebbe immaginato che una mamma sarda non avrebbe potuto raggiungere la sua neonata trasferita all'ospedale Gaslini di Genova, perché priva del super green pass. Noi, però, un'idea dell'Italia di Mario Draghi l'avevamo, visto il suo curriculum e il trattamento riservato alla Grecia. Dal 10 gennaio vige una nuova Costituzione, emersa da una serie di decreti - ormai cinque - sempre approvati a colpi di fiducia. Nella nuova Costituzione del regime del banchiere, non tutti i cittadini sono uguali: il principio di uguaglianza è stato sostituito da quello di discriminazione e dalla tirannia del ricatto. Sardi e siciliani, se non vaccinati, sono isolati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), con una precisa strategia politica che calpesta precisi riferimenti normativi europei, in deroga ai principali diritti umani, tanto che Amnesty International Italia è arrivata a ribadire che si deve continuare a garantire che l'intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all'istruzione, al lavoro e alle cure. L'Italia, patria del diritto, è diventata un avamposto di barbarie, giuridica ed etica. Dal 10 gennaio, sardi e siciliani non possono raggiungere la penisola o rientrare a casa perché questo Governo ha imposto il super green pass per poter salire su un aereo o un traghetto. Una sorte che dal 10 febbraio colpirà decine di migliaia di connazionali che vivono nelle isole minori, che sono stati momentaneamente graziati da un'ordinanza del migliore dei migliori: il Ministro della “Tachipirina e vigile attesa” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Secondo il Censis, ogni anno, circa 64 mila sardi e siciliani raggiungono la penisola per sottoporsi a cure specialistiche. Il Ministro della Salute si dovrebbe preoccupare di garantire i servizi sanitari da Nord a Sud, non di negarli! Invece si arriva addirittura a negare il diritto a curarsi altrove. Non c'è solo il problema della sanità negata nella propria terra; ci sono anche i tanti pendolari per lavoro e studio soprattutto dal Mezzogiorno e dalle isole: migliaia di esodati, un esercito che si aggiunge alle migliaia di italiani esclusi da ogni aspetto della vita sociale. Oggi dalla Sardegna paradossalmente è possibile raggiungere la penisola se si fa scalo all'estero: una follia! Il super green pass è un insulto ai sardi e ai siciliani, a cui viene negata la dignità umana, in deroga al principio di uguaglianza tra i cittadini: che ne è stato dall'articolo 3 della Costituzione? Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge: in che modo lo Stato pensa di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini? Certamente non con il green pass, che semmai è un ostacolo che non elimina le disuguaglianze ma le crea! Restrizioni via via crescenti ai fondamentali diritti di libertà. Si continua una strada senza uscita, mentre i contagi salgono alle stelle, quanto il numero dei morti. L'economia va a picco e questo Governo e la sua maggioranza trascinano il Paese nel baratro, in nome di un'ideologia autodistruttiva, per condurci al modello greco: svendita e liquidazione, e consegnarci al cappio del MEF! Il super green pass deve essere revocato - perché lo dicono i dati, non ha salvato l'economia, non ha salvato la salute! - per consentire al Paese di ripartire, ma, soprattutto, che si cominci a revocare l'obbligo per i residenti nelle isole, perché doppiamente discriminati.

Con questo provvedimento, il Governo sta costringendo con atti di forza come quello del Presidente Musumeci; in Sicilia si assumono atti di resistenza. Insomma, vi è la responsabilità di revocare o sospendere l'obbligo. Come Alternativa, invitiamo tutti i parlamentari, che non si vogliono rendere complici di abrogazione dei diritti umani e dei più elementari diritti costituzionali di così intollerabile portata, di votare a favore e di farlo a prescindere dalle posizioni politiche, perché questa Repubblica è fondata sulla Costituzione e non sul sopruso e sul ricatto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/55 Vallascas, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Ordine del giorno n. 9/34452/56 Ehm, parere favorevole con riformulazione. La collega chiede di intervenire, ma lei ha già parlato due volte quindi non può intervenire; mi può dire se accetta o meno la riformulazione.

YANA CHIARA EHM (MISTO). Intanto vorrei chiedere gentilmente al sottosegretario di ribadire la riformulazione. Grazie.

PRESIDENTE. Sottosegretario Costa, può gentilmente ripetere la riformulazione?

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare la possibilità di disporre la gratuità dei tamponi a quei soggetti ricadenti nella fattispecie illustrata in premessa”.

PRESIDENTE. Collega Ehm, accetta?

YANA CHIARA EHM (MISTO). Non accetto la riformulazione e vorrei anche motivare il perché.

PRESIDENTE. Collega, non può farlo perché è già intervenuta, quindi lo mettiamo in votazione, se non accetta la riformulazione.

YANA CHIARA EHM (MISTO). Non posso difendere il mio ordine del giorno?

PRESIDENTE. No, lei è già intervenuta due volte. Quindi, la riformulazione non viene accettata.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/34452/56 Ehm, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/57 Spessotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/3442/58 Romano Paolo Nicolo', parere favorevole con riformulazione. Viene accettata? No.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/58 Romano Paolo Nicolo', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/59 Forciniti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Ordine del giorno n. 9/3442/60 Testamento, parere favorevole con riformulazione: viene accettata la riformulazione? Chiedo ai delegati di Alternativa se viene accettata la riformulazione. Non viene accettata.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/60 Testamento, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/61 Raduzzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Ordine del giorno n. 9/3442/62 Piccoli Nardelli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3442/63 Caretta, accolto come raccomandazione: viene accettata la raccomandazione? Non viene accettata.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/63 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/3442/64 Ciaburro, parere favorevole con riformulazione: non viene accettata.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/64 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Ordine del giorno n. 9/3442/65 Frassini, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3442/66 Potenti, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione. Viene ritirato? D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/3442/67 Suriano, parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Suriano? Non può parlare, collega.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/67 Suriano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/3442/68 Butti, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/3442/69 Trancassini, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/69 Trancassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Ordine del giorno n. 9/3442/70 Rampelli.

Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Chiedo l'accantonamento di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/3442/71 Rizzetto, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Viene accettata la riformulazione del collega Rizzetto? Chiedo ai delegati di Fratelli d'Italia. Non viene accettata.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/71 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Ordine del giorno n. 9/3442/72 Fiorini, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/3442/73 Vinci, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/73 Vinci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Ordine del giorno n. 9/3442/74 Varchi, accolto come raccomandazione: viene accettata la raccomandazione? Non viene accettata.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/74 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Ordine del giorno n. 9/3442/75 Rachele Silvestri, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3442/76 Maschio, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? No, non viene accettata.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/76 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ordine del giorno n. 9/3442/77 Mantovani, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3442/78 Gemmato, parere favorevole con riformulazione: non viene accettata.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/78 Gemmato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ordine del giorno n. 9/3442/79 Galantino, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3442/80 Ferro, parere favorevole con riformulazione: non viene accettata.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/80 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3442/81 Donzelli.

Ha chiesto di parlare il collega Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. È tema di cui si è parlato un po' meno in questi mesi e in queste in queste settimane, ma con la circolare n. 2817 del 4 febbraio 2021, il Ministero dell'Interno ha trasmesso a tutte le prefetture il nuovo sistema per i capitolati di appalto per l'accoglienza dei richiedenti asilo. E nel nuovo sistema, la cifra pro capite, pro die che si può spendere per ciascun immigrato richiedente asilo, da quella che era diventata - grazie all'intervento del precedente Ministro dell'Interno Salvini, che aveva fatto abbassare precedentemente i costi - circa 25 euro, è lievitata immediatamente intorno ai 30 euro per ciascun richiedente asilo. Questo, ovviamente e casualmente, ha coinciso con l'aumento degli sbarchi, per cui è rifiorito il business dell'accoglienza.

Nel frattempo, però - ne parlo oggi in relazione a questo provvedimento - si arriva al paradosso per cui un siciliano non può muoversi dalla Sicilia se non fa il vaccino, e si ritrova confinato nella propria isola e, al tempo stesso, invece, un clandestino, senza vaccino, è libero di arrivare in Sicilia e, poi, dalla Sicilia di spostarsi per tutta Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non solo, ma una volta che il clandestino è arrivato in Sicilia e si è trasferito in tutta Italia può continuare a non vaccinarsi e lo Stato continua a mantenerlo gratuitamente.

Allora, vedete, qual è la ratio per cui a un italiano, che vuole lavorare, se non si vaccina gli viene tolta la possibilità di lavorare e di guadagnare lo stipendio e lo Stato, invece, continua a spendere 1.170 euro al mese per mantenere un immigrato che non si vuole vaccinare come l'italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Allora con questa pandemia avete stabilito una nuova gerarchia dei diritti. Ci occuperemo a lungo di tutto questo e rifletteremo, ma avete stabilito che il diritto al lavoro, il diritto alla libertà di circolazione, il diritto all'impresa, il diritto alla socialità, il diritto alla piena istruzione hanno nella gerarchia delle fonti un rango inferiore rispetto al diritto della salute collettiva. Ne discuteremo a lungo e non entro in merito se sia giusto o sbagliato. Noi crediamo sia sbagliato, ma ne rifletteremo a lungo e ne parleranno i libri di diritto costituzionale.

Vi chiedo: in questa vostra gerarchia delle fonti, il diritto all'assistenza dei clandestini - di essere assistiti a spese dello Stato - che fanno la richiesta di asilo è più importante della salute collettiva a questo punto? Allora, qual è la nuova gerarchia delle fonti? I diritti sociali degli italiani, il diritto alla salute collettiva e, sopra di tutti, il diritto delle cooperative amiche vostre di lucrare sulle spalle degli immigrati? Qual è la gerarchia delle fonti? Qual è il criterio di tutto questo?

Noi chiediamo banalmente la cosa più logica del mondo: se un italiano, secondo voi, non ha il diritto di lavorare e di guadagnarsi lo stipendio se non si vaccina, cosa che, secondo noi, è sbagliata, allora il richiedente asilo se non si vaccina perde il diritto di richiesta di asilo, lo Stato smette di spendere dei soldi per i richiedenti asilo e li rimpatria. Perché - guardate - non può esserci un criterio per cui agli italiani mancano i diritti fondamentali perché c'è il diritto alla salute, mentre gli immigrati clandestini, invece, devono avere più diritti degli italiani e della salute collettiva degli italiani. Non può funzionare!

Sono stupito che il Governo abbia dato parere negativo e faccio un appello a tutti i parlamentari, a prescindere da chi è in maggioranza e da chi è in opposizione, da chi è di centrodestra e da chi è di centrosinistra, ad accogliere un ordine del giorno di buonsenso.

Abbiate rispetto degli italiani, perché non potete raccontare che gli immigrati contagiano meno - perché hanno, a questo punto, la possibilità di circolare liberamente e di non vaccinarsi rispetto agli italiani - perché altrimenti le istituzioni perdono quotidianamente credibilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/81 Donzelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3442/82 Deidda.

Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, intervengo per chiedere al Governo, considerato che si tratta degli spostamenti dalle isole, se sia possibile modificare il parere - era stato accolto come raccomandazione - e riformularlo, come ha detto la collega, con le parole: “a valutare l'opportunità di”.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Sì, in analogia con gli altri ordini del giorno, possiamo dare parere favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3442/83 Osnato, su cui c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/83 Osnato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Dobbiamo ora passare all'ordine del giorno n. 9/3442/84 Lollobrigida.

Poiché tale atto di indirizzo reca il medesimo dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/342/92 Barelli, mentre vi sono alcune limitate differenze nelle premesse, la Presidenza ritiene che, per garantire la chiarezza nelle votazioni e in applicazione del principio di economia procedurale, conformemente a quanto già avvenuto in analoghe circostanze, l'esame dei due ordini del giorno possa avvenire congiuntamente.

Conseguentemente, le dichiarazioni di voto sui due ordini del giorno avverranno contestualmente e, successivamente, la Presidenza procederà a votazioni per parti separate nel senso di votare, dapprima, congiuntamente, le identiche parti dispositive e, quindi, distintamente, in caso di approvazione, le premesse dei due ordini del giorno.

Colleghi, vi ricordo anche che alle ore 12,55 dovremo interrompere la seduta per proseguire con il procedimento di sanificazione. Questo lo ricordo a tutti i colleghi dell'Aula.

Ha chiesto di parlare sul suo ordine del giorno n. 9/3442/84 il collega Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Già nella fase di illustrazione abbiamo spiegato le ragioni per le cui abbiamo inteso presentare quest'ordine del giorno, che, in realtà, non dice cose eclatanti: sostanzialmente dice e ricorda a noi stessi che siamo un Parlamento sovrano e che dobbiamo permettere ai parlamentari di votare. Ma trovandoci in una fase complessa della nostra democrazia, nella quale le libertà, in nome del principio di tutela della sanità, vengono comunque limitate, abbiamo inteso ricordare, attraverso questo ordine del giorno, che porta un impegno analogo a quello del collega Barelli ed è ampiamente condiviso tra tante forze politiche, la necessità che - e anche nelle riunioni dei capigruppo abbiamo ragionato insieme in maniera unanime - i parlamentari tutti e anche i delegati regionali possano partecipare al voto.

Ci siamo divisi, poi, sul fatto che i parlamentari in questo momento possano partecipare al voto pienamente. Perché ci siamo divisi? Ci può essere una ragione formale e una ragione sostanziale. Io credo che bisogna rimuovere la ragione sostanziale che noi riteniamo che sia dietro l'atteggiamento di alcune forze politiche (lo dico con chiarezza). Temiamo che qualcuno pensi che indebolire la base elettorale del Presidente della Repubblica possa condizionarne l'esito e lo dico con chiarezza.

Oggi le forze politiche potranno, però, dimostrare il contrario: potranno votare un ordine del giorno che chiede di collaborare a tutti gli attori di questa vicenda, come il Governo, che, in modo inusuale e improprio, agisce anche in termini normativi, in termini di decretazione, limitando di fatto anche le libertà dei parlamentari. Sulla vicenda faccio riferimento specifico alla libertà di movimento. È evidente che, se questa è la necessità, può essere rimossa in un momento importante come quello dell'elezione del garante della nostra Costituzione e delle libertà costituzionali. Come si può fare? Non spetta a me dire tecnicamente come si può fare. Ciò che spetta a noi, Parlamento, di fare, dire, proporre e votare è indicare agli attori principali, che sono le istituzioni regionali, i Ministeri e il Governo, di conseguenza - e ovviamente anche in questo caso specifico responsabilizzare ancora di più le Presidenze della Camera e del Senato - a collaborare tra loro per cercare di trovare una soluzione. È questo ciò che si chiede!

In queste ore ho letto autorevolissimi interventi. L'ultimo è quello del sottosegretario Costa, che parla della possibilità di ragionare su questo. Ho letto l'autorevole intervento del senatore Sileri, che spiegava come deve essere permesso o è possibile permettere ai deputati positivi ma non malati di partecipare al voto. Ho letto autorevolissimi costituzionalisti che dicono e ricordano a noi stessi che votare il Presidente della Repubblica non è un privilegio ma un dovere. Così come c'è qualcuno che denuncia il rischio di un vulnus per la democrazia qualora venisse impedito ai parlamentari che abitano sulle isole di non arrivare sulla terraferma per votare oppure persone sane che non possono votare perché hanno avuto contatti con un positivo.

Noi dobbiamo ricordarci che ognuno di noi rappresenta centinaia di migliaia di cittadini sani. Quando veniamo qui dentro e quando una persona esprime il voto, garantisce quel voto. Certo, la soluzione finale sarebbe quella che Fratelli d'Italia propone da tempo, l'elezione diretta del Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e quindi avere una base ampia di consenso. Lo faremo, riusciremo ad approvare questa norma che libera i cittadini da questi modelli vecchi anche nel modo di rappresentare la sovranità popolare. Abbiamo visto anche colleghi, tanti, di maggioranza, il collega Faraone al Senato, ma anche il collega Di Maio - parlo del collega di Italia Viva, voglio specificarlo -, con un apprezzabilissimo intervento in Conferenza dei capigruppo, che ha spiegato quale sia la differenza tra privilegi e invece doveri dei parlamentari, di condizioni nelle quali si devono trovare. Credo, quindi, che questo ordine del giorno sia semplicemente un'affermazione ovvia, banale, della necessità del Parlamento di tutelare la possibilità di difendere i principi costituzionali, in questo caso esclusivamente di dare mandato oggi di trovare una soluzione. Siccome a 360 gradi questo si pone, non vorremmo che alcune forze politiche pensino che impedire di fatto la partecipazione di una parte dei rappresentanti del popolo italiano - chiudo - a questa elezione possa impedire, che ne so, in quarta, in quinta, in sesta votazione, di avere una maggioranza qualificata che permetta l'elezione di un Presidente della Repubblica, seppure non ci fosse un accordo unanime, che va ricercato, ma non è che va ad essere la condizione essenziale per l'elezione del Capo dello Stato, perché la Costituzione non dice questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Credo che quello che stiamo facendo adesso sia un momento importante da parte di tutto il Parlamento. Lo spunto, ovviamente, sono i due ordini del giorno presentati dal collega Lollobrigida e dal collega Barelli, che noi, come Noi con l'Italia-USEI, abbiamo convintamente sottoscritto. Al di là della discussione nella Conferenza dei presidenti di gruppo, al di là della discussione nell'Ufficio di Presidenza o in talk show televisivi esterni, ho sentito il Presidente della Camera domenica che affermava che le leggi impediscono ai grandi elettori e ai parlamentari di poter votare per il Presidente della Repubblica. Credo che in questo momento un pronunciamento, ovviamente, come deve essere in una fase di ordini del giorno, di un atto di indirizzo da parte dell'Assemblea parlamentare nel suo complesso, e mi auguro all'unanimità, possa togliere degli equivoci e dare un indirizzo chiaro a chi poi deve attuare questo indirizzo.

È evidente che l'elezione del Presidente della Repubblica è il massimo del compimento di una democrazia parlamentare. Siamo una democrazia parlamentare, è il Parlamento che insedia l'Esecutivo attraverso, ovviamente, un voto di fiducia, ma è altrettanto il Parlamento - ci sarebbero altre forme di votazione, che non sono previste dalla nostra Costituzione; qualcuno, anche nello schieramento del centrodestra, ha più volte affermato che bisogna andare verso un Presidente della Repubblica eletto direttamente dai cittadini -, a cui si aggiunge una rappresentanza dei parlamenti regionali, cioè organi legislativi regionali, che elegge il Presidente della Repubblica, che è il massimo organo di garanzia della nostra istituzione, dello Stato italiano. Allora la domanda che dobbiamo porci è se i 1.009 grandi elettori, che sono il soggetto che elegge il Presidente della Repubblica, devono essere messi nelle condizioni di poter esercitare il loro diritto, ognuno dei 1.009 grandi elettori. Ognuno può e deve essere messo nelle condizioni di esercitarlo? Attenzione, una volta che hai messo nelle condizioni di esercitarlo, il grande elettore, nella sua libertà, può non esercitarlo, se è impedito in una certa direzione non lo esercita, ma a priori dire che non può esercitarlo perché oggi siamo nella condizione che alcune leggi lo impediscono o no, sarebbe un gravissimo errore.

Seconda considerazione, che ho sentito nel dibattito: i parlamentari sono uguali a tutti gli altri cittadini, devono sottostare a tutte le regole. Attenzione, in questo momento i 1.009 grandi elettori rappresentano i 60 milioni di cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC). Non sono uguali a tutti gli altri, basta con questa demagogia che fa male alle istituzioni e fa male al Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC e Fratelli d'Italia) per cui dobbiamo essere tutti uguali. Siamo tutti uguali nei diritti, nei doveri, non possiamo avere privilegi, ma abbiamo, ognuno di noi che è qui, dal 24 gennaio, e i 54 delegati delle regioni, non solo doveri e diritti, ma una grande responsabilità; e dobbiamo permettere - lo dico al Presidente della Camera - di esercitarla in tutti i modi e in tutte le possibili funzioni, senza esclusioni. È evidente che, tra l'altro, ci sono già le condizioni per poterlo fare, non è che bisogna arrampicarsi sugli specchi. È possibile farlo, lo si può fare se si usa la ragionevolezza, se si usa la possibilità di capire che oggi più che mai, e concludo, stiamo dando un segnale importante a tutto il Paese. Per questo ci sarebbe - me lo auguro - il dovere e l'opportunità di un indirizzo di tutto il Parlamento che dica che si faccia il possibile perché questo esercizio possa essere fatto, si faccia il possibile. Concludo: noi dobbiamo temere - lo dico con grande chiarezza - il contagio della malattia; non dobbiamo temere il contagio della democrazia. Sono due cose assolutamente diverse e il Parlamento deve ribadire con forza, con questo voto, mi auguro unanime, questo segnale che è importante. Il Parlamento è questo, i grandi elettori sono questo, la democrazia parlamentare è quella che noi abbiamo il dovere, il diritto e la responsabilità di difendere in ogni momento e in ogni opportunità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Tutta la vita del nostro Paese e della nostra Repubblica si basa sulle regole e sui principi fissati dalla Costituzione. Il Presidente della Repubblica ne è il garante e noi dal 24 gennaio saremo chiamati a individuare una figura che dovrà svolgere questa funzione. Se su questo siamo tutti d'accordo, noi riteniamo che creare le condizioni o comunque fare tutto il possibile affinché tutti i 1.009 deputati, senatori e delegati regionali possano partecipare al voto non sia solo una facoltà, ma sia un dovere, un dovere che noi abbiamo molto preciso; e non è un privilegio immaginare un percorso, una condizione giuridica che consenta a queste 1.009 persone di arrivare a Roma e di poter adempiere al proprio dovere. È una necessità perché il voto si deve svolgere qui, non si può svolgere per corrispondenza, non si può svolgere in altre sedi. Si deve svolgere qui perché questa è una sede inviolabile, è una sede che dal punto di vista costituzionale deve essere autonoma da qualsiasi altro potere dello Stato. È un'esigenza anche tecnica: l'elezione del Presidente della Repubblica, da Costituzione, impone dei quorum per raggiungere i quali dobbiamo mettere tutti i 1.009 grandi elettori nella condizione di scegliere se partecipare o no al voto. Un conto è la scelta di non partecipare, cosa che in passato in tanti scrutini abbiamo visto verificarsi, un conto è che non si creino le condizioni affinché chi vuole partecipare al voto non possa partecipare. Non è un privilegio, è una necessità, perché potremmo avere, come già è accaduto, Presidenti della Repubblica eletti con un margine di differenza rispetto al quorum inferiore al numero di parlamentari e delegati regionali a cui viene impedito di votare. Già oggi abbiamo un numero di persone positive o con obbligo di quarantena superiore al margine con il quale sono stati eletti alcuni Presidenti della Repubblica in passato. Provate a immaginare cosa potrebbe accadere se ci trovassimo nella condizione per la quale una candidata o un candidato alla Presidenza della Repubblica non raggiunge il quorum per una quantità di voti inferiore a quelli che sono in quarantena o che sono costretti a non votare. Credo sia un rischio che non possiamo pensare di gestire a cuor leggero, come se fosse un'elezione qualsiasi.

Anche qualora volessimo dire che questi 1.009 grandi elettori sono persone che non hanno in questo momento una funzione particolarmente rilevante per il destino della nostra Repubblica, ma vanno equiparati a tutti gli altri cittadini: in tutte le tornate elettorali ai cittadini positivi o in quarantena viene permesso di votare, anche alle ultime suppletive a Roma. Allora, se si sono trovate le strade giuridiche per garantire il diritto di voto a tutti i cittadini, in tutte le tornate elettorali, anche al collegio che deve eleggere il Presidente della Repubblica deve essere assicurata la possibilità di votare.

È un fatto di opportunità, è un dovere, secondo noi, che deve essere espresso, lo abbiamo ribadito più volte nella Conferenza dei presidenti di gruppo, come Italia Viva, e lo ribadiamo, oggi, votando a favore di questi ordini del giorno che non sono di centrodestra, di centrosinistra o con una connotazione di partito, ma sono ordini del giorno che danno in qualche modo la possibilità di indirizzare il Governo nella giusta strada, che deve essere perseguita, di una leale collaborazione tra istituzioni per garantire a tutti i 1.009 elettori l'esercizio di questo diritto, non tanto per loro stessi, in quanto singoli individui, ma in quanto rappresentanti della Repubblica italiana e dei 60 milioni di nostri connazionali (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Grazie, Presidente. In questa fase del dibattito, ormai, i termini sono stati esposti con chiarezza e, quindi, mi limiterò a fare alcune sottolineature.

Ci troviamo a convertire un decreto-legge che si occupa dello svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali; ebbene, tutti sanno che l'elezione del Presidente della Repubblica del 24 gennaio sarà probabilmente uno dei momenti più alti, se non il più alto, della nostra vita istituzionale e ci troviamo in una situazione emergenziale, è vero, ma non una situazione imprevista; sappiamo benissimo, con l'andamento delle curve e dei contagi, con la correlazione che potremmo fare tra i contagi e i positivi in quest'Aula e l'andamento delle curve, che dovremo affrontare un problema. L'altro punto, però, che caratterizza questa emergenza è che abbiamo un altissimo numero di positivi asintomatici che, quindi, possono svolgere perfettamente le proprie funzioni e abbiamo moltissime persone che si trovano in quarantena, perché sono entrate in contatto con persone contagiate.

Quindi, è nostro obbligo prevedere le procedure necessarie per consentire la votazione di tutti i grandi elettori. “Grandi”, è stato detto, non è un giudizio nei loro confronti, ma è grande la responsabilità che ricade loro sulle spalle, grande è la platea degli italiani per i quali loro esprimono il voto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ora, non è un privilegio, come è stato detto, quello che chiediamo, ma si tratta dell'esercizio di un dovere, in questo momento assai più ampio.

C'è da rilevare, altresì, che la normativa esistente già di per sé consente che ciò avvenga e con questo ordine del giorno noi semplicemente chiediamo una collaborazione con tutte le istituzioni e chiediamo che ciò possa avvenire in maniera veloce e snella.

L'altro punto che volevo sottolineare, però, è questo: esiste un corollario a questo nostro ordine del giorno che implicitamente impegna anche la nostra istituzione, impegna il Parlamento, a trovare quelle che, tutto sommato, sono soluzioni semplici a un problema molto importante dal punto di vista democratico. Per cui voteremo insieme: speriamo che ci sia un consenso sempre più ampio e che quelle forze politiche che nella Conferenza dei presidenti di gruppo sembravano essere scettiche abbiano capito lo spirito e l'importanza del fatto che occorra, con soluzioni molto semplici, mettere gli elettori in condizioni di esprimere il loro voto e che sia il Governo sia in questo caso la Camera, predispongano, perché ciò è fondamentale, tutte le soluzioni tecniche necessarie affinché ciò avvenga (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (CI). Presidente, colleghe e colleghi, noi abbiamo firmato questi due ordini del giorno, perché da più di un mese chiediamo che tutti i 1.009 grandi elettori siano messi nelle condizioni di votare. L'abbiamo fatto più volte, come veniva ricordato da chi ha parlato prima di me, nella Conferenza dei presidenti di gruppo, dove non abbiamo distinto, in quella Conferenza, fra buoni e cattivi. Io credo che sia interesse di tutti portare a votare tutti gli aventi diritto.

Devo dire, tra le altre cose, Presidente, che la Camera dei deputati ha saputo, in questo periodo di pandemia, garantire sempre il voto di tutti; lo dico da parlamentare, ma anche da medico: ho considerato alle volte un miracolo che qui dentro non ci siano stati cluster. Evidentemente, la questione è stata trattata con equilibrio, con consapevolezza della difficoltà delle cose e si sono trovate le soluzioni.

A questo devo aggiungere che quando il Presidente Fico, nell'ultima Conferenza dei presidenti di gruppo, ci ha riportato le difficoltà, le questioni per arrivare a questo voto, per garantire il voto di tutti, come questi ordini del giorno chiedono, io ho anche detto che siamo in questa pandemia da due anni e non è che questa situazione ci sia capitata fra capo e collo, ieri. Da due anni sappiamo che si va al voto del Presidente della Repubblica; da due anni sappiamo che i 1.009 grandi elettori non solo hanno diritto di votare, ma non è stato detto che hanno anche il dovere di votare (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), perché i grandi elettori rappresentano tutti gli italiani che li hanno messi in Parlamento.

Allora, come dicevo prima, su queste cose francamente faccio fatica a dividerci fra buoni e cattivi, perché credo che sia un interesse di tutti. Noi in quest'Aula non abbiamo nemici, abbiamo avversari politici, è il sale della democrazia, ma francamente io desidero che votino tutti i parlamentari e tutti i delegati regionali, di Fratelli d'Italia come di LeU, della Lega come del PD, di Forza Italia come di Italia Viva, di Coraggio Italia come del MoVimento 5 Stelle e naturalmente di tutte le forze politiche che sono rappresentate, perché il Presidente della Repubblica andrà a rappresentare tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), qualunque sia il voto e qualunque sarà il risultato, perché così abbiamo sempre fatto. Lo ha fatto chi ha visto Presidenti della Repubblica eletti con un voto a grande maggioranza, l'hanno fatto le forze politiche che hanno eletto Presidenti della Repubblica rappresentanti in quel momento di una parte, ma che, poi, hanno saputo diventare il Presidente di tutti gli italiani - faccio l'esempio del Presidente Mattarella, che in questi due anni è stato un'ancora di salvezza nei confronti degli italiani in questa pandemia difficile - perché il voto dei 1.009 grandi elettori è sovrano, perché è il voto degli italiani.

Dico questo, perché non voglio pensare che qualcuno ritenga di poter fare qualche giochetto sui numeri; dico anche a chi fa questi ragionamenti che il virus, il SARS-CoV-2, è assolutamente democratico, potrebbe azzoppare un gruppo piuttosto che un altro (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), e vogliamo ridurre l'elezione del Presidente della Repubblica ad una lotteria? Diventerebbe una lotteria, non sapendo quali sono le forze politiche che possono avere degli assenti.

Il Presidente della Camera, nell'ultima Conferenza dei presidenti di gruppo, ci ha dato dei numeri: sono numeri di positività, rispetto a quest'Aula, in discesa. Ma dico a tutti ciò che ho detto al Presidente: oggi, nessuno di noi è in grado di dire né che si è raggiunto il plateau dei positivi, né che siamo ancora in salita, né che siamo in discesa; siamo in una situazione difficile che tutti insieme possiamo risolvere (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia); non è che possiamo ma dobbiamo risolverla, perché dobbiamo garantire a tutti i 1.009 elettori la possibilità di votare.

Lo dobbiamo fare perché è giusto, lo dobbiamo fare perché è un dovere votare; dobbiamo farlo perché questa è la democrazia e dobbiamo farlo anche perché abbiamo chiesto agli italiani, in questi due anni, grandi sacrifici e abbiamo urlato, spesso, tutti assieme che doveva esserci il senso di appartenenza e di comunità. E noi dobbiamo avere il senso di appartenenza per il Parlamento.

I 1.009 grandi elettori devono essere messi nelle condizioni di votare. Siamo anche pronti, Presidente, a proporre delle soluzioni tecniche. Non l'abbiamo fatto perché - lo ripeto - la Camera, con l'Ufficio di Presidenza insieme al Collegio dei questori, ha saputo gestire bene la pandemia. Se ci verranno chieste delle soluzioni siamo pronti a proporle, ma noi crediamo che la Camera, con gli uffici e con il Collegio dei questori, sia ampiamente in grado di farlo, e lo ha dimostrato. Però, è importante essere tutti dalla stessa parte; dobbiamo essere tutti dalla stessa parte, che è la parte della democrazia. I 1.009 grandi elettori devono poter votare (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Davide Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo, ora, per spiegare quello che è accaduto rispetto alla Conferenza dei presidenti di gruppo citata da diversi colleghi.

Abbiamo posto sicuramente una necessità, quella di fare un chiarimento nell'ambito delle questioni che venivano rappresentate dal Presidente Fico relative alle difficoltà regolamentari che questa Camera ha già affrontato in passato, anche su grandi dibattiti, anche molto trasversali, tra le forze politiche, come, ad esempio, quelle del voto a distanza. E la Giunta per il Regolamento, di fatto, ha già sancito la difficoltà di attuazione di quella modalità.

Ovviamente, legato a questo, si pone il tema del seggio unico di votazione per l'elezione del Presidente della Repubblica, un seggio unico alla Camera. Evidentemente, abbiamo anche ragionato su come abbiamo subìto, giustamente, limitazioni normative di carattere nazionale, che hanno impedito ad alcuni nostri colleghi, soprattutto all'inizio della pandemia - lo ricorderemo -, circoscritti in comuni cosiddetti rossi, di uscire, pur non essendo positivi né in quarantena. Quindi, di fatto, c'era una limitazione alla partecipazione ai voti all'interno di questa istituzione.

Quello che, però, oggi mi sembra palese - e, quindi, credo anche gli appelli di questo ordine del giorno di lavorare per un cambio di normativa - è che non è compito del Presidente della Camera disciplinare se un quarantenato, positivo o meno, possa uscire dal proprio domicilio per recarsi in un'altra città: è una cosa che, normativamente, non è possibile fare. Quindi, conseguentemente, non si può nemmeno ipotizzare di andare anche tecnicamente ad affrontare un'altra tematica: qualora venisse qua, come potrebbe entrare, garantendo la sicurezza di tutto il palazzo e di tutta l'istituzione, per espletare il periodo di votazioni?

Noi voteremo a favore di questo ordine del giorno, per un semplice motivo, perché riteniamo che oggi la normativa imponga, di fatto, l'impossibilità di spostarsi dal proprio domicilio. Quindi, tutte le problematiche connesse e il tentativo, credo anche non corretto, di cercare di spostarle su un piano politico, sono totalmente sbagliati, perché qui all'interno, oggi, abbiamo normative di carattere sanitario. E, qui, il mio grande rammarico - lo dico assumendomi ovviamente la responsabilità di quello che dico - è, su un tema del genere, che non si può rimettersi all'Aula. Se c'è un ragionamento di carattere di salute, che sostanzialmente pone le basi di un ragionamento sin qui fatto di tutela, evidentemente mi sarei aspettato un ragionamento diverso da parte del Governo, nel dare un parere su questo tema. A questo punto, il nostro gruppo voterà a favore di questo ordine del giorno, con la netta consapevolezza che è evidente che si tratta di inquadrare il tema in un aspetto normativo. Oggi non è consentito per un quarantenato, positivo o meno, di uscire dal proprio domicilio. Quindi, tutte le lucubrazioni che stiamo facendo ad oggi non sono possibili, per il fatto che una norma dello Stato lo impone, per ragioni di carattere sanitario. Pertanto, credo sia indispensabile un chiarimento - e questo, ovviamente, è anche compito dell'ordine del giorno -, assegnando al Governo una riflessione ampia sull'aspetto di carattere sanitario, che possa andare a modificare questa normativa. Altrimenti, tutte le altre sono considerazioni di carattere politico e anche un pochettino strumentali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Signor Presidente, ho letto con interesse l'ordine del giorno del collega Lollobrigida, ma non si può, in realtà, essere totalmente d'accordo, per svariati ordini di motivi. Il primo è una questione giuridico-costituzionale. Per i parlamentari, l'elezione del Presidente della Repubblica non è un atto di natura eccezionale, né un atto di natura straordinaria: è un atto tipico - che avviene, ovviamente, più di rado -, così come lo è votare una fiducia, così come lo è votare gli emendamenti o votare un decreto-legge in conversione.

Pertanto, svolgere una differenza tra atti tipici e tra doveri tipici del parlamentare potrebbe rischiare di essere dichiarato incostituzionale. Prevedere che un parlamentare possa votare il Presidente della Repubblica, dichiarandone poi il voto incostituzionale, fa capire quanto possa essere potenzialmente pericoloso.

Oltretutto, vorrei chiarire che qui si parla di parlamentari positivi, ma nell'ordine del giorno non si parla di quei parlamentari - come tutti quei lavoratori - che provengono dalle isole, Sicilia e Sardegna, a cui è vietato - possiamo dire - l'“espatrio” da Sicilia e Sardegna. Dobbiamo parlare di “espatrio”, infatti, poiché, pur essendo nella stessa Nazione, loro non possono uscire dalla loro regione di residenza o di domicilio. E ne abbiamo qualche caso. Da quanto so, c'è anche un caso di un parlamentare della Lega, che non può uscire dalla Sardegna, non perché sia positivo, non perché sia in quarantena, ma semplicemente perché non si è ammalato di COVID o non si è vaccinato per motivi propri. Allora, questo è un rischio ancora più grande, di permettere a un positivo, che è ovviamente contagioso, sia esso vaccinato che non vaccinato, di poter votare all'interno delle Aule parlamentari. Di questo, purtroppo, ahimè, non si parla in questo ordine del giorno.

Quindi, vorrei chiarire all'Aula il perché noi non potremo votare a favore: perché riguarda solo un evento. Ma noi parlamentari dovremmo sempre essere qui a espletare i diritti e i doveri inerenti il nostro mandato, non solo per il Presidente della Repubblica. Ricordiamo che, tutto quanto sta avvenendo, avviene anche perché, magari, gli stessi parlamentari non hanno potuto esprimere il proprio voto nei decreti-legge che hanno confermato la normativa in essere.

Vi è di più, ma è una nota di costume, Presidente. I colleghi di Fratelli d'Italia citano anche l'opinione del sottosegretario Sileri, portandola a conforto del loro ordine del giorno. Ecco, avendo ascoltato recentemente spesso in televisione il sottosegretario Sileri, io eviterei di portare le opinioni del sottosegretario Sileri a favore di qualche posizione, anche di natura scientifica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie Presidente. Noi abbiamo sottoscritto entrambi gli ordini del giorno, sia quello del collega Lollobrigida che quello del collega Barelli, perché ribadiamo in Aula la posizione che abbiamo già espresso nella Conferenza dei presidenti di gruppo di lunedì. Noi riteniamo che alcune valutazioni vadano fatte e condivido le riflessioni svolte dal presidente Davide Crippa.

È vero, la tematica è complessa e riguarda due aspetti. Riguarda sia i regolamenti parlamentari e le prassi parlamentari che ci diamo sia la normativa attualmente vigente. Questo è il motivo per cui i due ordini del giorno prevedono di agire su entrambi i binari: si chiede al Governo di rimuovere gli ostacoli normativi per l'eccezionalità dell'elezione del Presidente della Repubblica e si chiede ai Presidenti di Camera e Senato di adattare anche le prassi parlamentari. Infatti, è vero che il Governo potrebbe, con un intervento normativo, permettere ai quarantenati di muoversi, ma, se noi non cambiamo la regola, per cui alla Camera dei deputati non si può entrare senza green pass, è evidente che non basterebbe l'intervento normativo del Governo. Quindi, serve anche che si cambi la procedura parlamentare, per questo si agisce sui due fronti.

Io voglio dire questo: noi ci siamo già trovati a dover derogare ai nostri Regolamenti per contemperare il diritto alla salute di tutti noi, di tutti i colleghi, con il diritto di esercitare la nostra funzione parlamentare, perché alcuni nostri colleghi ci stanno seguendo dal Transatlantico. Il Transatlantico non è l'Aula, però, stanno votando in Transatlantico. E perché? Perché abbiamo ritenuto che si potesse estendere il concetto e la definizione di Aula anche a quella parte del Montecitorio, per garantire il distanziamento, ma, allo stesso tempo, garantire anche ai colleghi di potere esercitare il loro diritto di voto. Ecco, io ritengo che, come l'abbiamo fatto per i lavori ordinari, per permettere il distanziamento e per permettere di votare, potremmo fare ulteriori approfondimenti, per capire come potere estendere ulteriormente questo concetto e prevedere dei percorsi sicuri per i pazienti COVID, per i colleghi malati di COVID o i quarantenati, per poter venire a votare senza mettere a rischio la salute di nessuno.

Infatti, come consideriamo Aula il Transatlantico, non capisco perché non potremmo considerare Aula anche il cortile di Montecitorio, che è all'aperto e che potrebbe permettere un seggio ad hoc per i quarantenati, un seggio ad hoc per i positivi COVID, con il controllo dell'Ufficio di Presidenza della Camera e garantendo una procedura di voto corretta, che superi il problema del voto a distanza, che superi il problema del voto elettronico, che superi i problemi che eventualmente potrebbero esserci con un voto fuori dalla sede di Montecitorio. Allora, noi riteniamo che se c'è la volontà politica, questo si possa fare e vorrei ricordare ai colleghi che hanno una posizione, diciamo, di contrarietà che, solo qualche giorno fa, abbiamo tutti ricordato come David Sassoli è stato in grado di far votare il Parlamento europeo in un momento in cui i parlamentari europei erano bloccati e non potevano raggiungere Bruxelles (Applausi).

Io credo che l'elezione del Presidente della Repubblica, anche per le ragioni che ha posto il collega Marco Di Maio, necessitino di un approfondimento ulteriore perché c'è il tema del quorum; non è una votazione come un'altra. È vero che il voto è un atto tipico, ma l'elezione del Presidente della Repubblica è una votazione straordinaria, non fosse altro perché votiamo insieme, Camera, Senato e delegati regionali, quindi non si può dire che è una votazione ordinaria come le altre. Allora, io credo che abbiamo il compito e il dovere, anche di fronte ai cittadini, di trovare una soluzione. Se c'è la volontà politica, sia del Governo che dei Presidenti di Camera e Senato, si può fare, ma l'indirizzo deve arrivare da quest'Aula. Io non vorrei mai che il giorno dopo l'elezione del Presidente della Repubblica si aprisse, in Italia, un dibattito sulla legittimità o meno dell'elezione, perché qualche collega o qualche delegato regionale è stato impossibilitato a esprimere il suo voto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), pur essendo perfettamente sano, ma soltanto per le norme nazionali e le regole che la Camera si è data.

PRESIDENTE. Questo era l'ultimo intervento, quindi passiamo ai voti.

Come preannunciato, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici dispositivi degli ordini del giorno nn. 9/3442/84 Lollobrigida e 9/3442/92 Barelli, su cui il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Colleghi, Colleghi, ci sono altre due votazioni.

Essendo stati approvati gli identici dispositivi degli ordini del giorno nn. 9/3442/84 Lollobrigida e 9/3442/92 Barelli, pongo ora in votazione le premesse dell'ordine del giorno n. 9/3442/84 Lollobrigida. È il penultimo voto della mattinata, collega Romaniello dopo le do la parola.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse dell'ordine del giorno n. 9/3442/84 Lollobrigida, su cui il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse dell'ordine del giorno n. 9/3442/92 Barelli, su cui il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Colleghi, come preannunciato, essendo stata raggiunta la durata massima della seduta pari a tre ore, il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla ripresa notturna della seduta, prevista alle ore 21,30, salvo eventuali intese tra i gruppi, che dovranno essere tempestivamente comunicate alla Presidenza.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Cristian Romaniello. Ne ha facoltà. Colleghi, vi chiedo di uscire in silenzio per permettere al collega Romaniello di poter intervenire sull'ordine dei lavori.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Non è un intervento di fine seduta, ma sull'ordine dei lavori, quindi più che invitare a uscire, forse sarebbe meglio invitare ad ascoltare.

Io ho appena avuto conoscenza di un fatto che, se si dovesse rivelare vero, sarebbe davvero di un'estrema gravità. Vi leggo un piccolo estratto di un articolo che è uscito su La Verità, a firma di Maurizio Belpietro. L'ospedale di Pregliasco rifiuta di curare chi non ha la terza dose. Fuori dal coro, una trasmissione televisiva, scopre che al Galeazzi di Milano respingono gente in lista d'attesa da mesi per gli interventi se non può provare di aver fatto il richiamo del vaccino. Poi dice: ordine della “virustar”, pagata con le tasse anche di quei pazienti. Sono andato a guardare il servizio, che è molto breve. In questo servizio si parla di un testo scritto, mi pare di capire, per cui è arrivato un ordine che va in questa direzione, cioè i pazienti in lista d'attesa da tanto tempo vengono respinti e non vengono sottoposti a interventi chirurgici se non hanno ricevuto la terza dose.

Allora, a parte che voglio una smentita dell'ospedale Galeazzi, perché questa è una cosa abominevole (Applausi di deputati del gruppo Misto), chiedo che il Ministro della Salute e che il Presidente del Consiglio vengano in Aula a riferire su questo fatto, estremamente grave! Perché è contro la Costituzione, che garantisce a tutti le cure! Quindi, se questa cosa si rivelasse vera sarebbe una delle cose per cui questa mattina avete votato contro un ordine del giorno, in 340 persone, in cui avevo chiesto, nel primo provvedimento utile, di superare ogni provvedimento che alimenti discriminazioni (Applausi di deputati del gruppo Misto)! E, se è successa davvero una cosa del genere, qui ci sono tanti colpevoli!

Io chiedo che venga il Governo a riferire (Applausi di deputati del gruppo Misto)!

PRESIDENTE. La Presidenza prende atto della sua richiesta di informativa.

A questo punto, la seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno Ministro del Turismo e il Ministro della Transizione ecologica.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte alla realizzazione degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in materia di turismo – n. 3-02720)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Molinari ed altri n. 3-02720 (Vedi l'allegato A). Il deputato Binelli ha facoltà di illustrare interrogazione, di cui è cofirmatario.

DIEGO BINELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Buongiorno, Ministro, il decreto-legge n. 152 del 2021 prevede disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e ha introdotto una serie di misure per realizzare importanti obiettivi, anche per quanto attiene il settore del turismo. Lo stesso decreto attribuisce al Ministero del Turismo il compito di emanare la disciplina necessaria all'attuazione di queste misure. Occorre che tale disciplina sia adottata nel rispetto della tempistica prevista dalla norma, sia per ottemperare alle indicazioni provenienti dall'UE in materia di attuazione del PNRR, sia per offrire al settore turistico le risorse necessarie per fronteggiare le criticità riconducibili alla situazione emergenziale e per consentire allo stesso di rendersi parte attiva del perseguimento degli obiettivi del PNRR. In tal senso le chiedo, Ministro, quali iniziative abbia adottato per l'attuazione delle predette misure relative alla realizzazione degli obiettivi del PNRR in materia di turismo.

PRESIDENTE. Il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO GARAVAGLIA, Ministro del Turismo. Grazie, Presidente. Gli onorevoli interroganti chiedono quali iniziative abbia assunto il Ministero del Turismo per dare attuazione alle misure del PNRR in materia di turismo. Al riguardo, rappresento che il Ministero del Turismo ha dato tempestivamente attuazione alle misure finalizzate contenute nel decreto-legge n. 152 del 2021. In particolare, l'articolo 1 di questo decreto prevede contributi a fondo perduto e il credito d'imposta per le imprese turistiche che riqualificano le strutture. La misura è operativa ed è stato pubblicato l'avviso il 23 dicembre scorso sul sito Internet del Ministero.

L'articolo 2 ha istituito nel Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese una sezione speciale per il turismo per la concessione di garanzie alle imprese del settore. La misura è operativa e il Ministero del Turismo ha definito con il MiSE il soggetto attuatore - il Mediocredito Centrale - e lo schema delle politiche di investimento. L'articolo 3 prevede contributi diretti alla spesa per gli interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione, in combinazione con finanziamenti agevolati, della durata fino a 15 anni, con un fondo rotativo. Anche questa misura è operativa e l'avviso è stato pubblicato il 28 dicembre. L'articolo 4 riconosce il credito d'imposta per le agenzie di viaggio e tour operator nella misura del 50 per cento dei costi sostenuti, fino al dicembre 2024. Anche questa misura è operativa ed è stata data attuazione adottando un decreto interministeriale il 19 dicembre dell'anno scorso. L'articolo 8, comma 6, prevede, nell'ambito del Fondo ripresa e resilienza, una sezione speciale per il turismo, un fondo per il turismo sostenibile, sono fondi BEI. Anche questa misura è operativa e, per dare attuazione, è stata concordata la politica di investimento con il Ministero dell'Economia e delle finanze e la BEI e, quindi, anche questa possiamo renderla operativa da subito. Posso, pertanto, affermare che il Ministero del Turismo ha rispettato tutte le scadenze stabilite e ha reso operative tutte le misure previste nel PNRR.

PRESIDENTE. Il collega Binelli ha facoltà di replicare.

DIEGO BINELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per le esaustive risposte, delle quali mi ritengo, evidentemente, soddisfatto. Quello del turismo, come sappiamo, è un settore fondamentale per l'intero sistema Italia, rappresentando il 13 per cento del prodotto interno lordo italiano. È, tuttavia, un settore che, in particolar modo negli ultimi due anni, a causa di questa pandemia, ha subito gravi penalizzazioni a causa dei lockdown, delle restrizioni di questi due anni. Si sono alternate stagioni invernali veramente drammatiche, stagioni estive un po' migliori, però sicuramente non ai livelli degli anni precedenti, quindi c'è stata veramente una forte crisi del settore. È un settore questo che va decisamente aiutato, sia dal punto di vista economico sia anche per quanto riguarda gli investimenti. Ciò che è stato attuato, grazie al Ministro Garavaglia e al Ministero del Turismo, sono misure - quelle annunciate oggi - fondamentali per il rilancio dell'intero settore. Ringrazio, quindi, il Ministro per quanto ha fatto, per quanto sta facendo e per quanto farà anche in futuro. Sappiamo la sua particolare attenzione a questa tematica e la sua costante presenza sull'intero territorio nazionale a rappresentare l'importanza di questo settore. Un Ministero, quello del Turismo, che è stato fortemente voluto dalla Lega, un nuovo Ministero che qui dimostra la lungimiranza del nostro movimento nel volere fortemente istituire questo Ministero per dare le risposte che necessita un settore importante come è quello del turismo. Ringrazio ancora il Ministro e l'intero Governo per quanto stanno facendo e per quanto faranno nei prossimi mesi a sostegno di questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Misure a sostegno dell'intera filiera del turismo – n. 3-02721)

PRESIDENTE. Il deputato Rizzone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02721 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

MARCO RIZZONE (CI). Grazie, Presidente. Ministro, l'arrivo di Omicron è stato indubbiamente, per moltissime agenzie di viaggio, tour operator, alberghi, guide turistiche, ma anche per chi lavora nei trasporti e nella ristorazione, l'ennesima mazzata. La situazione è a dir poco drammatica, in alcuni casi arriviamo, di nuovo, almeno a meno 80, meno 90 per cento di fatturato. Per dare un'idea, oggi si può dormire in piazza di Spagna con 40 euro e le stanze rimangono vuote. Ma perché? Perché la gente ha paura di viaggiare, non solo per il virus, attenzione, ma anche per tutta quella confusione e quell'incertezza delle regole relative ai tamponi, alle quarantene, alle zone gialle, alle certificazioni. Cambiano così rapidamente le regole, che già i cittadini non riescono a starci dietro, figuriamoci i turisti stranieri. E glielo dico anche da imprenditore del settore: non c'è cosa peggiore che l'instabilità e l'incertezza delle leggi. Per questo, come Coraggio Italia, le chiediamo di dire con chiarezza quali interventi il Governo intenda porre in essere, nei prossimi mesi, sia a sostegno del settore, sia di chi ci lavora.

PRESIDENTE. Il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO GARAVAGLIA, Ministro del Turismo. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, nell'interrogazione si chiede quali iniziative si intendano assumere a sostegno della filiera del turismo per garantire la continuità delle imprese e tutelare il relativo livello di occupazione in un comparto che, chiaramente, è ancora in grande sofferenza per questa coda del COVID, che ci auguriamo vada a terminare presto. Al riguardo rappresento di condividere le esigenze segnalate dall'onorevole interrogante e, infatti, ho dato mandato ai miei uffici di prevedere, d'intesa con le altre amministrazioni competenti, in un prossimo veicolo normativo dedicato a questo, la proroga della cassa integrazione COVID per il settore turistico, prevedendo un ulteriore periodo massimo di 13 settimane, fino a fine marzo 2022, in favore dei datori di lavoro del comparto turistico che sono costretti a interrompere o ridurre l'attività produttiva per gli eventi riconducibili all'emergenza COVID.

Per quanto riguarda la tematica del green pass e l'esigenza di attenuare, per quanto possibile, le restrizioni ad esso correlate, considerando le criticità dovute alla limitazione della mobilità internazionale, il 14 gennaio scorso ho rappresentato al Ministro della Salute l'opportunità di rafforzare il modello dei corridoi turistici COVID-free, aprendone di nuovi e prorogando la validità di quelli già previsti dall'ordinanza del 29 settembre 2021, che consentono spostamenti in sicurezza dall'estero verso l'Italia e dall'Italia verso l'estero, anche in relazione a destinazioni tradizionalmente considerate quali apprezzate mete turistiche. Al riguardo, un dato interessante: da ottobre in poi, i dati in nostro possesso ci dicono che, pur essendo uscite più di 36 mila persone, 36 mila italiani, solo 204 sono risultati positivi; un tasso dello 0,57, che è inferiore al tasso di positività degli italiani rimasti in Italia, per cui pensiamo che questa possibilità di aprire ulteriori corridoi turistici sia decisamente importante e necessaria.

Condivido, infine, l'opportunità di una comunicazione meno - come dire - stressante sul tema COVID, più serena e più chiara. Questo aiuterebbe senz'altro il settore.

PRESIDENTE. L'onorevole Marco Rizzone ha facoltà di replicare.

MARCO RIZZONE (CI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, della soddisfacente risposta. Come Coraggio Italia siamo convinti che chi lavora nel turismo, vista la situazione, meriti sicuramente un maggior supporto da parte dello Stato, perché è interesse dello Stato non far chiudere le aziende e mantenere i posti di lavoro. Oltre ai ristori e ai sostegni, che sicuramente aiutano, dobbiamo dare agli operatori la certezza delle regole per consentire loro di pianificare le attività e magari cogliere anche le opportunità che derivano da questa pandemia. Detto questo, rimane il problema della sostenibilità economica delle attività del settore turistico, perché, con minori entrate, è chiaro che il problema del costo del lavoro si fa sentire ancora di più. Ricordo che in Italia, tra tasse e contributi, se diamo 1.000 euro a un dipendente come costo per l'azienda abbiamo circa 2.000 euro. Quindi, molte strutture anche per questo hanno preferito chiudere e mettere i lavoratori in cassa integrazione, con enormi costi per lo Stato. Per non parlare poi delle conseguenze psicologiche devastanti per chi lavora, che viene mandato a casa, non sa più cosa aspettarsi e non sa più neanche se riprenderà a lavorare. Anche questi aspetti umani per noi sono importanti. Come Coraggio Italia abbiamo proposto una soluzione, cioè dare ossigeno al settore turistico anche attraverso l'esonero del pagamento dei contributi previdenziali. In questo modo potremmo ridurre il costo del lavoro senza ridurre gli stipendi e senza far stare a casa le persone e rispetto alla cassa integrazione peraltro sarebbe anche un risparmio per lo Stato. Oltre agli aspetti economici pensiamo sia fondamentale, infatti, tutelare e mantenere attivo il lavoro, perché il lavoro è non solo dignità ma è anche gratificazione e crescita personale e ciò poi si traduce in crescita aziendale e, quindi, anche in crescita del PIL. Se spegniamo i motori e stiamo fermi a lungo perdiamo non solo la speranza ma anche il know-how, perdiamo opportunità e quote di mercato. Dobbiamo, pertanto, rendere conveniente tenere aperte le strutture ricettive cosicché i dipendenti continuino a lavorare, Presidente, perché - e concludo -, diversamente dalle illusioni che ci siamo fatti col primo lockdown, non salveremo il Paese stando in pigiama sul divano ma tornando al lavoro. Allora, aiutiamo chi vuole lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Iniziative di competenza in materia di sostegno al reddito dei lavoratori e di misure di ristoro diretto a favore delle imprese del comparto del turismo – n. 3-02722)

PRESIDENTE. Il deputato Camillo D'Alessandro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Moretto ed altri n. 3-02722 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie Presidente e grazie Ministro. La nostra iniziativa nasce dalla fotografia, che anche lei oggi ha descritto, del mondo del turismo, in particolare delle strutture ricettive. È una fotografia che riguarda anche il sistema degli eventi, anche culturali, che hanno subito disdette e cancellazioni. Basta citare un dato riportato da Il Sole 24 Ore: al 31 dicembre, rispetto a 25 milioni di prenotazioni, di presenze e di partenze, 5 milioni sono state le cancellazioni e 5,3 milioni sono state le modifiche, cioè coloro che hanno ridotto la permanenza in vacanza. Abbiamo una perdita di fatturato pari al 55 per cento. Noi riteniamo - lei oggi l'ha annunciato e la coincidenza col question time aiuta da questo punto di vista - sia necessario un pacchetto turismo che tenga insieme misure di sostegno, indennizzo e cassa COVID, un pacchetto che non sia estemporaneo, ma strutturato nel tempo in modo che le imprese possano programmare se stesse anche per il futuro.

PRESIDENTE. Il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO GARAVAGLIA, Ministro del Turismo. Grazie, Presidente. Non posso che ripetere alcune considerazioni già fatte. Chiaramente, il settore è ancora in difficoltà; per questo abbiamo chiesto ai membri del Governo e domani ci sarà un Consiglio dei Ministri che darà una prima risposta a queste istanze con una serie di misure, quali la proroga della cassa integrazione COVID per il settore turismo, la possibilità di usufruire del credito d'imposta per la locazione di immobili finalizzati sempre alle strutture ricettive, l'esenzione del versamento della prima rata dell'IMU, la proroga delle misure di sostegno finanziario alle imprese operanti nel comparto turistico, la decontribuzione, come veniva detto anche dall'onorevole in precedenza, per chi rientra dalla cassa integrazione e l'incremento del Fondo che abbiamo a bilancio, che attualmente è di 120 milioni di euro e che, chiaramente, deve servire, sì, per i ristori ma anche per misure di promozione e di sviluppo, per cui abbiamo chiesto un incremento di questo Fondo.

Ci auguriamo che ci sia già domani una risposta abbastanza seria e completa a queste istanze. Siamo, però, consapevoli che non è finita qui, perché sappiamo che l'emergenza durerà ancora - mi auguro poco - e non possiamo permetterci che le aziende, che hanno sofferto così tanto, poi rischino di chiudere.

PRESIDENTE. L'onorevole Sara Moretto ha facoltà di replicare.

SARA MORETTO (IV). Grazie Presidente e grazie signor Ministro. Le notizie che ci ha fornito e che abbiamo già letto anche sulla stampa di stamane testimoniano l'impegno che il Governo sta mettendo per preservare un vero e proprio tesoro del nostro Paese, un tesoro fatto di imprenditori, di lavoratori e di professionisti che rendono ogni giorno l'Italia meta desiderata e terra accogliente. Però, questo tesoro - l'abbiamo capito dai numeri - rischia di perdere il suo valore dopo mesi di alti e bassi e ora anche di fronte a questa nuova ondata di contagi. I numeri sono già stati detti: 60 milioni di viaggiatori stranieri in meno, il 48,6 per cento di presenze in meno. Sarebbe, quindi, facile raffrontare le risorse che finora anche lei ha citato, i 10 miliardi stanziati, con le reali perdite di un settore così strategico per il Paese, che rappresenta più del 10 per cento del PIL (lo rappresentava prima del COVID). Comprendiamo, però, la fatica di recuperare una situazione complicata e apprezziamo l'annuncio di ulteriori 2 miliardi, che verranno stanziati con il Consiglio dei Ministri di domani, in quel famoso nuovo “decreto Sostegni”. Si tratta di ristori che sono necessari per un indotto che ha sofferto questa nuova ondata di contagi: le strutture ricettive ma anche il comparto degli eventi, le discoteche e la ristorazione. La seconda questione che le abbiamo posto e sulla quale ha assicurato il suo impegno è quella della cassa integrazione COVID. Proprio ieri il presidente di Federalberghi, Bocca, ha lanciato la preoccupazione del mondo della ricettività, che, senza la proroga della cassa COVID, potrebbe perdere 500 mila posti di lavoro. Sono dati che devono far scattare un'azione immediata: serve una copertura per questi lavoratori e per le loro famiglie. Credo che questa debba essere la priorità della sua attività, di concerto con il Ministro del Lavoro. In attesa del decreto annunciato per domani, Italia Viva continuerà a sostenere le ragioni di tanti imprenditori e di tanti lavoratori che meritano la nostra tutela (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative di competenza in relazione all'inasprimento delle garanzie richieste dagli operatori istituzionali a fronte dell'aumento dei prezzi di gas ed energia elettrica, al fine di tutelare imprese e clienti finali – n. 3-02723)

PRESIDENTE. L'onorevole Luca Squeri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02723 (Vedi l'allegato A).

LUCA SQUERI (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, abbiamo visto come negli ultimi dodici mesi il prezzo del gas sia decuplicato, trascinando con sé l'incremento del costo della corrente elettrica per le famiglie, nonché per le piccole e grandi imprese. Le conseguenze sono state devastanti e negative; hanno avuto giustamente l'attenzione dei media e stanno avendo l'attenzione dei media. La nostra interrogazione vuole accendere i riflettori su un aspetto più specifico e non attenzionato così tanto dai media ma altrettanto grave; faccio riferimento a quelle circa 500 aziende che acquistano all'ingrosso gas e luce per venderli alle utenze. Già una ventina sono andate in default, coinvolgendo centinaia di migliaia di utenze. Se non si interviene in maniera efficace altre decine faranno la stessa fine, coinvolgendo milioni di utenze. Chiediamo al Governo cosa intenda fare per affrontare il problema.

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie Presidente e grazie onorevole Squeri. L'aumento dei costi delle materie prime energetiche, in particolare del gas metano, è chiaramente un'emergenza che sta colpendo tutti i principali settori dell'economia. Il prezzo spot del gas ha subito un rialzo a tre cifre mentre il prezzo della CO2 è circa raddoppiato, riflettendosi sul prezzo dell'energia all'ingrosso, nonché su quello delle bollette dei consumatori e delle imprese, che sta diventando insostenibile.

Per mitigare le conseguenze di questa contingenza eccezionale il Governo per ora è intervenuto con l'adozione di provvedimenti che abbiamo chiamato contingenti e ovviamente sta pensando di adottarne di nuovi più strutturali. Avrò modo di toccare questi stessi argomenti; oggi ci sono sei question time e quattro sono quelli dedicati al tema e, quindi, fra breve spiegherò anche in dettaglio cosa facciamo. Tutta l'Europa ha fatto così, perché non si capiva quanto la situazione fosse contingente e quanto fosse strutturale. Purtroppo, sembra essere abbastanza strutturale, appesantita anche dalle crisi geopolitiche, e, quindi, ci stiamo muovendo su qualche provvedimento più strutturale.

Detto questo, c'è una prima richiesta degli interroganti che riguarda la scelta del coinvolgimento di SACE come garante per gli istituti bancari nei confronti degli operatori del settore che si trovano in difficoltà di liquidità. Trovo questa cosa particolarmente interessante. Ora, lei sa, onorevole Squeri, che SACE non rientra nel radar del MiTE, però mi faccio carico immediatamente di parlarne con il Ministero dell'Economia e delle finanze. Ho sentito oggi il collega Daniele Franco, perché credo che sia un argomento da approfondire in quanto potrebbe effettivamente, in tempi molto rapidi, alleviare lo stato di sofferenza di questo grande numero di sistemi intermedi economicamente non particolarmente forti. Quindi, le farò sapere nel più breve tempo possibile se la strada è perseguibile.

Per quanto riguarda la soppressione della franchigia del 3 per cento, oltre la quale ARERA attiva a favore degli esercenti di vendita il meccanismo di anticipazione degli importi rateizzati, ho chiamato, per capire se fosse percorribile, il presidente di ARERA, il dottor Besseghini.

La presenza della soglia del 3 per cento ha come principale finalità quella di consentire agli operatori di dare le adeguate e sollecite risposte agli utenti richiedenti la rateizzazione degli importi, evitando l'interlocuzione con la Cassa per i servizi energetici e ambientali di coloro che hanno un impatto minimo, 3 per cento del totale sugli importi fatturati, sulla propria esigenza di cassa. La soglia è applicata anche a soggetti che ricevono un anticipo da CSEA, in quanto il livello anticipato riguarda la parte eccedente la quota, per non discriminare tra gli operatori che partecipano al meccanismo rispetto a quelli che non vi partecipano. Anche per situazioni precedenti, anticipazioni per il sisma, è stata applicata la medesima regola.

Rimuoverla comporterebbe, quindi, il rischio di creare un precedente rispetto ai meccanismi in uso. Inoltre, qualora la soglia fosse rimossa, aumenterebbe il numero delle richieste per importi minimi da parte degli operatori, con l'inevitabile allungamento dei tempi di istruttoria e del livello degli importi anticipati. Quindi, dal punto di vista degli operatori, sono in corso varie interlocuzioni per gli aspetti pratici ed implementativi. Solo un'associazione ha presentato specifiche osservazioni legate alla soglia del 3 per cento. Temo, quindi, che ARERA su questo fosse in questa fase un po' negativa, però ovviamente si può dare un indirizzo anche a livello parlamentare ben più forte. Mi sono sincerato di capire se fosse perseguibile.

PRESIDENTE. Il deputato Squeri ha facoltà di replicare.

LUCA SQUERI (FI). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, per la risposta. Intanto colgo l'occasione per dare il nostro apprezzamento a quello che ha fatto il Governo rispetto al problema. Tra il 2021 e il 2022 sono stati stanziati 10 miliardi per tamponare questo problema a favore delle famiglie. È molto interessante vedere l'interesse del Governo con riferimento al fatto di ripristinare un incremento di produzione nazionale del gas; noi siamo stati tra i primi e più convinti assertori di questa iniziativa. Tornando, invece, ai nostri operatori che acquistano all'ingrosso, intanto bene la risposta su SACE. Per quanto riguarda il 3 per cento di franchigia, se questa è la regola, però non possiamo non tenere conto che siamo in un momento eccezionale, non tanto per il 3 per cento, che ha un'utilità secondo me marginale, ma perché mantenere questo 3 per cento, di fatto, ritarda l'anticipo che l'Autorità potrebbe fare agli operatori rispetto alla rateizzazione che gli operatori fanno agli utenti.

Poiché togliere questo 3 per cento significherebbe eliminare una zavorra, ritengo che in questo momento si debba fare. Per ultimo, signor Ministro, chiedo la sua attenzione su un ultimo aspetto, a mio avviso molto semplice, se si vuole attuare, e molto importante per gli operatori. Mi riferisco alle garanzie che gli operatori devono dare al gestore del mercato elettrico. Come funziona? Adesso acquisto, devo garantire 10 milioni e fra una settimana pago questi 10 milioni. Cosa succede? Che questa garanzia dura ancora, mi vincola ancora una settimana, quando il giorno dopo i sette giorni devo presentare un'altra garanzia di 10 milioni. Questo è un raddoppio di oneri assolutamente insopportabile. Quello che si chiede è che, una volta pagata la fornitura, la garanzia possa valere per le forniture successive. La ringrazio e spero che possa far fronte a un problema per il quale davvero non invidio lei che deve affrontarlo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative di competenza volte a mitigare l'impatto dell'aumento dei prezzi di gas ed energia elettrica sui soggetti più vulnerabili e in generale su famiglie e imprese – n. 3-02724)

PRESIDENTE. Il collega Morassut ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02724 (Vedi l'allegato A).

ROBERTO MORASSUT (PD). Presidente, l'impennata recente delle bollette dell'energia elettrica e del gas non ha precedenti per rapidità, intensità e necessità di interventi urgenti per scongiurare ricadute negative sulla ripresa per imprese e famiglie, anche a causa del probabile impatto sull'inflazione al consumo. Come è stato ricordato, Governo e Parlamento già all'inizio dell'estate hanno risposto attraverso provvedimenti urgenti che hanno impegnato tante risorse per avviare una riduzione dei prezzi, e, da ultimo, con la legge di bilancio per il 2022, si è intervenuti attraverso una serie di misure. Questi interventi hanno confermato l'azzeramento degli oneri generali di sistema applicato alle utenze elettriche domestiche e alle utenze non domestiche, e tanti altri provvedimenti saranno presi dal Governo. Quindi, la nostra interrogazione è questa: i rincari ci inducono ad accelerare nella transizione verso un sistema energetico sempre più basato sulle fonti rinnovabili, ma anche su misure immediate. Il contenimento del costo dell'energia è sempre una priorità, su cui il Partito Democratico chiede un impegno rapido al Governo, al quale chiede come intenda intervenire per contenere quanto più possibile l'aumento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas e per mitigare l'impatto, in particolare sui soggetti più vulnerabili e in generale per le imprese e per le famiglie.

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Morassut. L'aumento dei prezzi verificatosi negli ultimi mesi ha interessato l'intero mercato europeo dell'energia. Come è noto, la situazione contingente dipende anzitutto dal gas naturale, il cui aumento del prezzo è dovuto, tra altri fattori, all'incremento della domanda conseguente all'inizio della ripresa economica e alle note considerazioni geopolitiche molto complesse, compreso il Nord Stream e così via. L'aumento si è riflesso sul prezzo dell'energia elettrica, creando una situazione del tutto nuova: ricordo che circa l'80 per cento è materia prima e circa il 20 per cento solamente è connesso al prezzo della CO2. Quindi, paghiamo un prezzo elevatissimo per la nostra dipendenza dalla fonte energetica primaria. Fermo restando l'obiettivo di giungere ad un sistema energetico pulito, è necessario nella fase transitoria incrementare le soluzioni che consentano di accumulare energia in maniera stagionale, cosicché, rimediando alla non programmabilità delle fonti rinnovabili e compensando eventuali carenze di approvvigionamento, possano fronteggiarsi crisi di prezzo come quelle attuali.

Come ricordato dall'interrogante, il Governo è intervenuto a più riprese attraverso misure aventi carattere di urgenza, e non va sottovalutato lo sforzo notevole che è stato compiuto di recente in occasione della legge di bilancio per il 2022. Tuttavia, l'eccezionalità della situazione rischia di offuscare l'efficacia delle azioni messe in atto dal Governo e induce alla valutazione di ulteriori misure di carattere prettamente strutturale, e mi riferisco anche a quanto anticipavo nel precedente intervento, che possono essere sinteticamente riassunte come segue. Numero 1: promuovere una revisione delle regole del mercato elettrico, che va sviluppata su base europea, per consentire ai consumatori di beneficiare degli investimenti e dei minori costi dell'energia prodotta da fonti rinnovabili. Questo comprende anche il calcolo del costo del megawattora sulla base di un mercato internazionale regolato e posso assicurare che nelle cinque circolari ministeriali che ci sono state in questi mesi il problema è stato affrontato a livello europeo, perché è chiaro, non possiamo fare in autonomia. Numero 2: accelerare in modo significativo il tasso d'installazione delle fonti rinnovabili e delle infrastrutture necessarie per la decarbonizzazione attraverso la semplificazione dei procedimenti autorizzativi e la pianificazione dell'installazione di nuovi impianti, aree idonee, nonché mediante nuovi incentivi con programmazione di lungo termine, coperti, almeno parzialmente, dal PNRR e da proventi delle aste ETS su tutti i fronti, rinnovabili elettriche, efficienza energetica, gas rinnovabili, rinnovabili termiche, anche in assetti di comunità energetica. Numero 3: proteggere i consumatori più esposti ai maggiori costi dell'energia ponendo in essere azioni a contrasto della povertà energetica - c'è l'istituzione imminente dell'Osservatorio nazionale, è recente - e assicurando una protezione rafforzata dei clienti vulnerabili. Numero 4: rafforzare gli strumenti a salvaguardia dei livelli di competitività delle imprese ad alto consumo di energia sia attraverso strumenti di mercato sia con meccanismi di compensazione.

Nell'audizione di ieri presso le Commissioni riunite attività produttive di Camera e Senato ho anche illustrato alcune grandi linee, diciamo le idee principali sulle azioni da intraprendere, che sono attualmente in fase di valutazione quantitativa. In attesa dell'adozione di un provvedimento ad hoc del Governo, le proposte che sembrano più idonee rispetto all'obiettivo di contenere gli effetti degli aumenti dei prezzi dell'energia sui consumatori sono queste: intervento sulla disciplina delle aste a lungo termine di energia rinnovabile per la cessione di energia prodotta sia da impianti fotovoltaici che da impianti idroelettrici; valorizzazione della produzione di gas naturale nazionale; contenimento dell'attuale maggiore rendita degli impianti fotovoltaici; contenimento del peso sulla bolletta degli oneri di sistema mediante ricorso a cartolarizzazione o altre misure. Siamo pronti a far fronte a ogni eventuale sviluppo, anche tenendo conto dell'incertezza del mercato a livello mondiale in questo momento.

PRESIDENTE. La collega Braga ha facoltà di replicare.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, signor Presidente. Grazie, Ministro. Come lei sa, per il Partito Democratico l'incremento dei prezzi dell'energia, insieme a quello delle materie prime, è un'emergenza da affrontare con estrema tempestività e determinazione.

Sappiamo che le ragioni di questa situazione sono ampie e complesse; tuttavia, occorre evitare che questa rallenti e pregiudichi la ripresa o metta addirittura a rischio la continuità produttiva di settori strategici della nostra economia. Quindi, serve rafforzare con urgenza le importanti misure già assunte dal Governo nei mesi scorsi; servono risorse mirate a sostegno dei settori più colpiti della nostra industria manifatturiera e della piccola e della media impresa del Paese. Non esistono soluzioni miracolose, lo ha detto, chiediamo però al Governo il massimo sforzo, già nelle prossime ore, per un primo intervento immediato, utilizzando le risorse già disponibili, come quella delle aste di CO2, a sostegno, appunto, del costo che grava sulle imprese, e valutando anche altre soluzioni che siano percorribili e concretamente realizzabili, come quella della compartecipazione dei produttori di energia che stanno realizzando extraprofitti. Sappiamo che esiste la necessità di misure strutturali da costruire soprattutto a livello europeo per ridurre la nostra dipendenza da forniture fortemente instabili, come il gas, che è e resta una fonte di transizione necessaria per il nostro Paese, e, poi, lavorare sull'IVA, sulla revisione degli oneri di sistema, rivedere la struttura della nostra bolletta elettrica, così come il meccanismo di formazione del prezzo. Sappiamo che la priorità, per noi, è accelerare rapidamente la produzione di energia rinnovabile, per rispettare il traguardo al 2030 e aumentare, così, la nostra autonomia energetica; questo richiede una massiccia dose di investimenti in impianti e infrastrutture, anche grazie alle risorse e alle regole del PNRR, quindi, bene l'operatività della commissione speciale, la rapida individuazione delle aree idonee da parte del Governo e delle regioni, lo sviluppo del sistema di accumulo, lo sviluppo di contratti a lungo termine per le rinnovabili e le comunità energetiche. Serve salvaguardare questo settore che può e deve contribuire a risolvere la situazione in cui ci troviamo.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CHIARA BRAGA (PD). Quindi, grazie, signor Presidente, concludo; questa è la strada maestra per governare e accompagnare una transizione necessaria e per dare risposte strutturali alle famiglie e alle imprese, come siamo certi che il Governo stia facendo e continuerà a fare anche in queste ore.

(Iniziative a favore di famiglie e imprese in relazione al “caro energia”, anche tramite l'impostazione di un piano di sviluppo energetico di medio-lungo periodo – n. 3-02725)

PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Caiata ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02725 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente, buon pomeriggio, Ministro. Parliamo del caro bollette, il tema che forse in questo momento, dopo il COVID, sta più a cuore agli italiani e voglio farlo in una maniera semplice, citando due esempi: quello di nonna Itala, una pensionata che vive in un piccolo appartamento e che ha visto crescere la propria bolletta di oltre 100 euro al mese - 100 euro - un'enormità per chi vive di sola pensione e, Ministro, badi bene, non per un lusso, ma per un bene primario, essenziale, un piccolo appartamento riscaldato, illuminato e con acqua calda. Il secondo esempio è quello della Sammi Export, un'eccellenza metallurgica italiana, la cui bolletta energetica è passata da 18 mila euro a oltre 50 mila euro al mese, un costo fisso in più, importante per l'azienda che non lo può traslare sul costo del prodotto, pena la perdita di competitività sui mercati internazionali.

Ora, poiché quello che viviamo, secondo noi, non è il frutto di una contingenza, ma è l'evidente fallimento della politica energetica degli ultimi dieci anni di Governo, noi le chiediamo, visto che, come lei stesso ha detto ieri in audizione, non è pensabile risolvere e fronteggiare questo tema solo con i ristori, cosa intendete fare concretamente, lei e il suo Governo, per tutte le imprese e le famiglie italiane.

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Caiata, sono assolutamente e totalmente sensibile a questo problema che, le garantisco, mi tocca fortemente. Ho avuto modo di commentare ieri brevemente che paghiamo delle scelte energetiche del passato che sono veramente pesantemente sbagliate. Nell'anno 2000 consumavamo 71 miliardi di metri cubi di gas e ne producevamo 16,8 nostri, dai nostri giacimenti; c'è stato, poi, il picco di 86 miliardi di gas di consumo totale nel 2005 e nel 2020 siamo scesi a 70 miliardi, quindi, come nell'anno 2000, con la differenza, però, che ne produciamo tre di miliardi. E non è che noi abbiamo decarbonizzato abbassando il consumo di gas, abbiamo tenuto il consumo di gas sostanzialmente costante, a parte passare attraverso un picco, abbiamo aumentato il PIL globale e, di fatto, però, lasciamo l'IVA a casa degli altri, creiamo lavoro a casa degli altri e produciamo più CO2 perché lo prendiamo a casa d'altri, lo trasportiamo e lo stocchiamo.

Abbiamo un energy mix troppo dipendente dall'esterno, anche se, per fortuna, abbiamo differenziato le sorgenti più degli altri, i nostri stoccaggi sono buoni ed è evidente che queste cose non ci aiutano sommate alla sindrome NIMBY che, persino sulle rinnovabili, che dovremmo accelerare, spesso ci rallenta. Quindi, qui, serve un piano. Allora, io ho risposto ai colleghi e credo sia inutile che io mi ripeta nelle risposte su ciò che stiamo facendo adesso, ossia che siamo passati dalla contingenza immediata del trimestre, auspicabilmente, in questi giorni, a qualcosa che sarà più strutturale, perché abbiamo visto che il sistema sta cambiando strutturalmente, però, le devo dire questo: c'è una strategia nazionale di lungo termine per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra che è frutto della collaborazione tra diversi Ministeri - questa è un po' anziana adesso, perché è stata prodotta, credo, tra il 2018 e il 2019 - e individua possibili percorsi per raggiungere al 2050 una condizione di neutralità climatica nella quale le residue emissioni di gas a effetto serra siano compensate da assorbimenti di CO2 ed altre tecnologie che, casomai, adesso nemmeno ancora sono perfezionate ed esistenti. La strategia prevede diverse opzioni, prima fra tutte, una spinta all'elettrificazione mediante un eccezionale sviluppo della produzione nazionale di rinnovabili - e questo lo stiamo facendo - per una riduzione del grado di dipendenza da Paesi terzi per l'approvvigionamento. Tali opzioni, tuttavia, visto il mutato contesto nazionale e internazionale, si prestano a non essere più considerate molto attuali. Le dico, rispetto alla visione degli anni 2018-2019, nel frattempo, sono intervenuti: il PNRR, una crisi energetica globale, come sappiamo, Fit for 55, tassonomia, il problema degli stoccaggi che stiamo discutendo a livello europeo, per esempio stoccaggi congiunti e joint procurement, tante nuove tecnologie che si stanno affacciando.

Allora, onorevole Caiata, mi impegno, appena passiamo queste due o tre settimane in cui chiudiamo questa contingente norma sulla mitigazione del costo delle bollette, a riprendere il piano di lungo termine con tutti gli stakeholder intorno al tavolo e ci lavoriamo, perché noi dobbiamo avere una visuale al 2030 che è quella più o meno del PNRR, però per il 2030-2050 bisogna pensare molto più in grande. Quindi, mi faccia passare queste due settimane e cominceremo a lavorare su questo.

PRESIDENTE. Il collega Bignami ha facoltà di replicare.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Noi ascoltiamo sempre con piacere il Ministro Cingolani che è sicuramente uno degli interlocutori più interessanti che possiamo trovare all'interno del Governo; tuttavia, anche in questo caso, troviamo una scarsa concretezza rispetto alle esigenze che il sistema produttivo e sociale italiano sta realizzando. Noi abbiamo Confindustria che ha detto che passeremo a una spesa energetica di 39 miliardi, partendo dagli 8 di due anni fa, Confcommercio che ci dice che saranno 11 i miliardi in più che le famiglie italiane saranno chiamate a corrispondere per un totale di differenziale di 42 miliardi di euro, il che, inevitabilmente, Ministro, ci porta a dire che anche le manovre che state cercando di appostare, con un incremento di qualche miliardo di euro, che tra l'altro viene tolto dalle tasche degli italiani che, invece, che alle bollette lo danno al Governo che lo dà alle bollette, quindi, mi perdoni, sono un illusionismo poco utile; manca una risposta concreta, effettiva e immediata e una di queste, signor Ministro, secondo noi, doveva essere anche quella di andare in Europa a dire che la transizione ecologica ed energetica come la stanno imponendo dall'Europa non è sostenibile; può essere sostenibile ecologicamente, ma non lo è economicamente e non lo è socialmente.

Le diamo un consiglio, signor Ministro, nel 1954, con i trattati di Messina che contribuirono alla fondazione dell'Unione europea, si decise che l'Unione europea doveva nascere per dare più energia per tutti a basso costo, oggi, invece, si dà meno energia per pochi ad alto costo. Noi non sappiamo a chi risponde l'Unione europea, ci verrebbe anche voglia di verificare che non risponda ad interessi extra UE e, magari, cinesi, ma se l'Italia non punta i piedi su questo e non ammorbidisce l'impatto che la transizione ecologica vuole realizzare, sarà un bagno di sangue, perché avremo espulso dal mercato del lavoro, dal mercato, dei settori importanti, perché le aziende italiane non reggeranno questo ritmo e di questo, purtroppo, ci dispiace dirlo, ne è responsabile lei, almeno finché sarà Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative di competenza volte alla salvaguardia della riserva marina del Parco di Gaiola nel Golfo di Napoli – n. 3-02726)

PRESIDENTE. La deputata De Lorenzo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02726 (Vedi l'allegato A).

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, l'area marina protetta parco sommerso di Gaiola è una riserva naturale di interesse comunitario, istituita nel 2002, con un decreto interministeriale, nell'ambito del Programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana di Bagnoli. Invitalia ha indetto una conferenza di servizi che ha espresso parere favorevole all'approvazione di uno stralcio urbanistico dello stesso programma.

Dall'analisi della documentazione è emerso che gli interventi relativi alla riconfigurazione del sistema fognario dell'area non solo non elimineranno l'attuale scarico di troppo pieno di Cala Badessa, ma addirittura prevedono la realizzazione di un secondo scolmatoio fognario, che scaricherà sempre sulla linea di costa, in prossimità dell'attuale spiaggia di Coroglio, ubicata all'interno della zona speciale di conservazione. Le chiedo, signor Ministro, quali iniziative intenda adottare per salvaguardare la riserva marina e garantire la tutela dell'ecosistema del parco di Gaiola.

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Onorevole De Lorenzo, ho ricostruito un po' la vicenda. Dunque, innanzitutto, ricordo che il 3 ottobre 2018 il dottor Francesco Floro Flores era commissario straordinario di Governo per la bonifica ambientale e rigenerazione urbana del sito di rilevante interesse nazionale, il SIN di Bagnoli-Coroglio, con struttura a supporto del commissario istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Riguardo alla vicenda in oggetto, con il decreto della Presidenza del Consiglio del 15 ottobre del 2015 – l'articolo 2, in particolare - Invitalia viene nominata soggetto attuatore del programma di bonifica ambientale e rigenerazione urbana del SIN Bagnoli-Coroglio.

Riguardo alla Conferenza dei servizi citata dall'interrogante, con nota protocollo n. 78139 del luglio del 2021, il commissario straordinario del Governo ha indetto detta Conferenza per l'approvazione delle modifiche e integrazioni alle norme tecniche di attuazione per lo stralcio del programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana (PRARU). L'ente gestore dell'area marina protetta Parco sommerso di Gaiola, con nota del settembre 2021, ha comunicato agli uffici competenti del Dicastero del MiTE di avere inviato al commissario straordinario un parere al piano stralcio del PRARU, evidenziando alcune criticità circa possibili impatti a carico della componente ambientale del Parco sommerso di Gaiola, tra i quali la realizzazione di un secondo scolmatoio in prossimità del Parco della zona speciale di conservazione, identificata con il n. IT80341.

Atteso quanto rappresentato in questa premessa, evidenziamo che la discarica Ilva-Eternit nella baia di Trentaremi si trova al di fuori del perimetro del SIN e, pertanto, rientra nelle competenze della regione Campania. Si rappresenta, inoltre, che la galleria scolmatrice di bypass di Coroglio, compresa fra le opere del PRARU, afferisce a quanto di competenza del commissario straordinario. Quindi, con questa situazione un po' complessa, il Ministero può porre tutta l'attenzione che si vuole, affinché il soggetto attuatore Invitalia, contestualmente all'elaborazione del piano economico dell'operazione, predisponga il bilancio ambientale, energetico ed idrico dell'area ricompresa nel PRARU, secondo i principi di sostenibilità ambientale, energetica ed idrica, nonché attraverso l'impiego delle fonti energetiche rinnovabili, in un'ottica di tutela dell'ecosistema, con particolare riferimento al Parco Gaiola. Detto questo, che è tecnicamente quello che forse aspettava, io da domani chiamerò Invitalia e cercherò di avere al più presto un riscontro, in modo che questa cosa si sblocchi. Credo sia la cosa più immediata e pratica da fare.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la collega De Lorenzo.

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, signor Presidente. Grazie signor Ministro, per la sua risposta e per l'impegno che ha assunto in prima persona. A Napoli esiste un luogo della cultura che è unico al mondo, per essere la perfetta sintesi tra la storia della natura, la storia dell'uomo e quella dei vulcani. Si chiama proprio Parco sommerso di Gaiola; è un patrimonio di tutti, da mettere in protezione, nonostante vi siano tutele paesaggistiche riconosciute al sito da oltre vent'anni. Ricordo che il Parco sommerso di Gaiola oggi è una riserva marina per effetto del decreto interministeriale. È un luogo della cultura, secondo quanto disposto dal codice dei beni culturali e del paesaggio nel 2004, oltre ad essere un sito di importanza comunitaria. È dunque in queste sue tante anime che risiede l'unicità di un patrimonio naturalistico e culturale, che non ha precedenti. È per questo che è necessario affrontare il problema, partendo da un nuovo paradigma di fruizione del sito, che è caratterizzato addirittura dalla presenza di banchi di coralligeno, da falesie di tufo giallo napoletano, con costoni rocciosi che sono ricoperti da macchia mediterranea. Un paradiso che è già stato violato nel 2001, quando fu attivato l'impianto di pretrattamento delle acque reflue di Coroglio e che, oggi, rischia di essere per la seconda volta violato. Un paradiso violato, in cui si innesta la parabola della rigenerazione urbana di Bagnoli, che non solo non è sempre stata a vantaggio dei cittadini, ma in certi contesti non è mai nemmeno decollata, lasciando soltanto gli scheletri, fisici, simbolici e ideologici di un passato industriale. Il caso di Bagnoli è emblematico e, dunque, signor Ministro, sono certa che saprà riconoscere, ella, la tutela legata ad un paesaggio, ad un ecosistema unico al mondo, che merita di essere restituito nella sua bellezza ai cittadini ai turisti.

(Posizione del Governo italiano in ambito europeo in merito all'inclusione dell'energia nucleare e del gas all'interno della cosiddetta «Tassonomia degli investimenti verdi» – n. 3-02727)

PRESIDENTE. Il collega Tondo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02727 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Signor Ministro, anche questa interrogazione si pone nel tema del caro bollette, caro energia, il tema della produzione dell'energia. Noi crediamo che sia giunto il momento di un approccio non ideologico al tema e alcune sue considerazioni ci confortano in questo. L'Unione europea si è posta l'obiettivo di abbattere le emissioni di anidride carbonica, obiettivo difficilmente raggiungibile con il solo utilizzo di energie rinnovabili. Su questo tema si evidenzia che la Commonwealth Fusion Systems, in cui partecipa come maggior azionista privato l'ENI – ripeto: l'ENI! -, ha condotto un test di un supermagnete, indicando con questo un percorso importante verso la produzione di energia nucleare e pulita. Va rilevato che Gran Bretagna, Russia, India, Cina e Francia proseguono l'investimento in energia atomica. La Francia, addirittura, costruisce sei nuovi reattori nucleari. Il Ministro ha dichiarato in un'intervista che apprezziamo: sono sicuro che vadano studiati piccoli reattori modulari, che sono in pratica motori di navi nucleari; sono piccoli e più sicuri. Chiediamo di sapere se questa è la posizione del Ministro e di tutto il Governo, come ci auguriamo. Chiediamo una presa di posizione netta- approfitto di qualche secondo, Presidente Rosato - per evidenziare un tema che lei sicuramente conosce quanto me, che è quello della centrale nucleare di Krško, a poche decine di chilometri da Trieste. Sarebbe opportuno che il sistema Italia partecipasse al raddoppio di quella centrale. Ne avremmo vantaggi economici e, soprattutto, vantaggi in sicurezza, perché potremmo essere lì, nel board, a controllare questo sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie Presidente. Allora, la tassonomia europea è un sistema di classificazione, che stabilisce un elenco di attività economiche ecosostenibili, definendo le linee guida per gli investimenti privati mirati al raggiungimento della neutralità climatica nei prossimi trent'anni. Quindi, ha un ruolo di indirizzo importante per aziende, investitori e responsabili politici. La tassonomia è disciplinata da un regolamento e questo regolamento prescrive delle condizioni generali che un'attività economica deve soddisfare per potersi qualificare come ecosostenibile, rinviando poi all'adozione degli atti delegati l'elenco dettagliato di queste attività sostenibili. Ricordo a tutti, perché è fondamentale, che questa tassonomia non ci dice nucleare “sì”, nucleare “no”, gas “sì”, gas “no”: è un documento di natura finanziaria molto specifico, essendo un atto delegato. I sei obiettivi ambientali sono innanzitutto la mitigazione del cambiamento climatico e l'adattamento al cambiamento climatico: qualunque tecnologia favorisca queste due voci, è considerata dal punto di vista della tassonomia, come verde. Ci sono altri quattro indicatori, che sono sostanzialmente l'impatto sull'acqua, la circolarità dell'investimento, la prevenzione dell'inquinamento e la tutela di biodiversità ed ecosistemi, che vengono messi a sistema per dire se una cosa è molto verde o meno verde nella tassonomia. Il 31 dicembre 2021 è stato adottato l'atto delegato complementare, in cui sono trattati nucleare e gas. La Commissione sottolinea che alcune parti d'Europa sono ancora gestite a carbone. L'atto delegato complementare è dedicato a superare il carbone e deve tenere conto delle differenze esistenti negli energy mix dei vari Paesi. Siamo 27 Stati, con energy mix diversi. Chi ha troppo carbone deve accelerare verso il gas. Chi, come noi, ha già fatto gran parte di questo lavoro deve finire le ultime trasformazioni e, casomai, accelerare su altre fonti, in questo caso le rinnovabili. Chi ha il nucleare deve investire su questo, per tenerlo aggiornato e più sicuro. Difficile che la tassonomia dia una ricetta unica per tutti: le condizioni di partenza sono diverse per tutti. Ricordo, inoltre, che in questa fase il Ministero capofila della materia è il MEF, in quanto si tratta di un documento finanziario. Il Ministero della Transizione ecologica ha riunito tutti i Ministeri interessati ed ha analizzato il documento. Per quanto riguarda il nucleare, il tema è sviluppato seguendo il rapporto JRC 2021, che conclude, testualmente, dicendo che l'energia nucleare genera emissioni di greenhouse gas trascurabili, cioè rispetta soprattutto i due primi criteri che sono quelli fondamentali. Il JRC, Joint Research Centre europeo, è l'organo che produce le analisi tecniche significative. In Italia, come è noto, è proibito costruire centrali nucleari, che sono però adottate da 14 Paesi europei.

Ciò detto, la tassonomia introduce limiti tecnici e temporali per investimenti su centrali nucleari esistenti di seconda e terza generazione, laddove esistono, incoraggiando lo sviluppo di reattori modulari di nuova generazione (all'articolo 9, se non sbaglio, vado a memoria), i cosiddetti reattori self breeding di quarta generazione, che minimizzano il problema del rifiuto radioattivo e sono costruiti in fabbrica e trasportabili, ponendo dei limiti di 100 grammi di CO2 per chilowattora. Per il gas naturale, esso viene ritenuto dalla tassonomia imprescindibile per questo periodo transitorio, ma vengono imposti criteri stringenti di 100 grammi di CO2 per chilowattora per impianti già esistenti - quindi, per chi ha già fatto il passaggio questo numero è un po' complicato e va raggiunto solo con il carbon capture, altrimenti è irraggiungibile - o di 270 grammi di CO2 per chilowattora per i nuovi impianti, come per la Germania che sta riqualificando i suoi.

PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Avremmo voluto che il ministro finisse semplicemente perché aveva accennato ad un tema. La domanda era molto chiara e lei ha iniziato a risponderci: 14 Paesi europei hanno centrali nucleari. La tassonomia, cioè la classificazione degli investimenti verdi, prevede delle regole fondamentali per arrivare all'obiettivo inquinamento zero dal 2030. Il presidente francese Macron - così non ci giriamo attorno - oggi, non cento anni fa e non domani, ha detto che riconoscere il nucleare come una fonte energetica a basso tasso di emissione è un fatto scientifico oggettivo. Lo ha riconosciuto anche lei, nella sua risposta. Tassonomia, da una parte, e nucleare sono scelte coerenti con il cambiamento climatico. Entro il 2024 saranno già pronte nuove centrali nucleari di terza generazione in molti Paesi europei. D'altra parte noi, qui in Italia, abbiamo 37 miliardi di euro - come ha già detto lei - per l'aumento della bolletta energetica, contro gli 8 miliardi del 2021. Cosa vogliamo fare? Il referendum, signor Presidente, contro le centrali nucleari era del 2011.

Dal 2011 al 2021 è cambiato il mondo e, in particolare, è cambiato il progresso nella ricerca scientifica. Oggi, centrali nucleari di terza generazione che esistono e quelle future di quarta generazione danno garanzie di andare in una certa direzione. Abbiamo scoperto un vaccino contro il COVID in 8 mesi e una volta si scoprivano in 6 anni. Vogliono avere il coraggio, questo Governo e questo Parlamento, di prendere in mano questa situazione e riconoscere che anche la strada del nucleare di terza e quarta generazione, cioè del nucleare green, del nucleare pulito, è un elemento fondamentale per combattere il cambiamento climatico, per andare verso tutte quelle energie rinnovabili che sono la nostra sfida e, in particolare, per mettere insieme sviluppo, crescita economica, certezza delle nostre famiglie e certezza del futuro?

(Iniziative di competenza in ordine all'individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi, anche alla luce di recenti vicende che hanno coinvolto la Sogin – n. 3-02728)

PRESIDENTE. L'onorevole Sut ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maraia n. 3-02728, di cui è cofirmatario (Vedi l'allegato A).

LUCA SUT (M5S). Grazie, Presidente. Il 5 gennaio 2021 si è aperta la consultazione pubblica con la pubblicazione della proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, la cosiddetta CNAPI. Il 14 gennaio 2022, quindi qualche giorno fa, si è conclusa la seconda fase, avviata con la pubblicazione degli atti conclusivi del Seminario nazionale. Come sappiamo, gli esiti della consultazione pubblica, compreso il Seminario nazionale, sono funzionali alla successiva fase della procedura di localizzazione per la predisposizione della CNAI, la Carta nazionale delle aree idonee. ad oggi, non sono emerse autocandidature da parte delle località indicate dalla CNAPI. Recentemente, diversi quotidiani on line hanno riportato la notizia che la Sogin, la società di gestione impianti nucleari, è sotto indagine da parte della Guardia di finanza. Sappiamo che questa indagine riguarda la gestione precedente e non l'attuale. Però, chiediamo al Ministro quali improcrastinabili iniziative ritenga di adottare per scongiurare che la vicenda riguardante la Sogin non rallenti i lavori di individuazione del deposito nazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Alla data del 5 gennaio 2021 è stata di fatto avviata, subito dopo la chiusura dei lavori, la consultazione pubblica, che ha avuto la durata di 180 giorni, come previsto. In seguito, Sogin ha promosso il seminario nazionale per l'approfondimento degli aspetti tecnici relativi al deposito nazionale e parco tecnologico. I lavori si sono svolti dal 7 settembre al 24 novembre del 2021.

Successivamente, dal 15 dicembre del 2021, Sogin ha reso disponibili sui siti web dedicati gli atti conclusivi del Seminario nazionale e dovrà quindi redigere la Carta nazionale delle aree idonee, la CNAI, la quale dovrà essere consegnata al Ministero per i relativi adempimenti. In merito alle varie notizie di stampa riportate dagli interroganti, questo Ministero sta vigilando affinché le vicende riferite non abbiano conseguenze ne inficino il corretto svolgimento della procedura descritta, anche in quanto non attinenti agli elementi tecnici discussi nella consultazione pubblica e nel Seminario nazionale. Stiamo ovviamente monitorando e vigilando tutto in tempo reale. Si deve comunque constatare che, nel corso degli ultimi anni, si sono verificate alcune disfunzionalità che pongono dubbi sull'effettiva capacità di Sogin di rispettare gli impegni che è stata chiamata ad assolvere, in primis l'andamento dell'attività di decommissioning che, rispetto agli obiettivi fissati dai vari Piani a vita intera, continua a procedere molto a rilento, con conseguente slittamento dell'obiettivo finale. Sullo stato di avanzamento dell'attività di decommissioning si rappresenta che, al 31 dicembre del 2022, Sogin ha eseguito il 35,5 per cento dei lavori di smantellamento dei siti e l'estrema lentezza dell'attività si evince confrontando gli obiettivi fissati con le soglie di avanzamento effettivamente raggiunte.

In secundis, mi riferisco alla corretta attuazione del progetto Cemex che riguarda lo smaltimento dei rifiuti radioattivi nell'impianto di Saluggia, ove sono stati allocati 270.000 litri di rifiuti radioattivi liquidi acidi, stoccati in serbatoi in acciaio costruiti negli anni Sessanta, con il pericolo di sversamento di una parte di tali liquidi nell'ambiente circostante e con i relativi ingentissimi danni ambientali che ne potrebbero derivare. In terzo luogo, faccio riferimento alla correttezza delle rendicontazioni ad Arera circa i contratti sottoscritti per il deposito nazionale, sulle quali sono in corso anche indagini della Guardia di finanza. Ciò premesso, il MiTE insieme al MEF sono impegnati a dare alla società un assetto che garantisca il raggiungimento degli obiettivi complessivi che riguardano il decommissioning e tutte le altre attività, non escludendo alcuna ipotesi, ivi compresa quella del commissariamento, anche tenuto conto della circostanza che in primavera si dovrà comunque provvedere al rinnovo degli organi societari.

PRESIDENTE. Il deputato Maraia ha facoltà di replicare.

GENEROSO MARAIA (M5S). La ringrazio, signor Ministro, per la risposta. Abbiamo deciso di interrogarla per mettere in evidenza che il MoVimento 5 Stelle ha un approccio serio, pragmatico con la questione nucleare. Chiediamo che si vada avanti nella ricerca del sito e nell'istituzione del sito e del Deposito unico nazionale per le scorie ma, allo stesso tempo, vogliamo richiamare tutte le forze che sostengono questo Governo alla responsabilità, perché è finito il tempo della propaganda sul nucleare, quando sappiamo che l'Italia non ha ancora un deposito per le scorie. È finita questa propaganda e, soprattutto, dobbiamo limitare i danni che può fare la politica nei confronti della sofferenza dei cittadini a causa del caro bollette, una sofferenza che si sta trasformando in insofferenza rispetto a quelle forze politiche che continuano a parlare di nucleare sapendo che non è una soluzione alla crisi energetica, oggi. Noi vogliamo parlare delle nostre soluzioni, sia di soluzioni provvisorie, come i 3,8 miliardi stanziati in legge di bilancio, sia dei 10 miliardi di cui ha parlato lei per limitare i danni alle nostre imprese, ai nostri cittadini. Soprattutto, vogliamo parlare di soluzioni strutturali come l'utilizzo dell'extragettito per le aste CO2 e come gli incassi che sta registrando lo Stato italiano, proprio grazie a questi aumenti in bolletta. Grazie a questi incassi straordinari potremmo diminuire l'IVA. Questo vogliono sentire i cittadini, vogliono sentire parlare dei propri problemi e con soluzioni serie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Signor Presidente, la ringrazio. È una richiesta che riguarda un'informativa. Adesso la Ministra Cartabia verrà a fare la sua relazione, che era all'ordine del giorno, in cui tratterà anche l'argomento. Però, la notizia che ci ha dato l'ANSA, poco fa, Presidente, è che ci sono 2.586 casi tra i detenuti, più del doppio in dieci giorni. Al di là del fatto che una parte sono asintomatici, siamo di nuovo in una situazione che sta esplodendo, com'era del tutto evidente. Quello che accade fuori, a maggior ragione, rischia e sta accadendo all'interno delle carceri.

Penso che sarebbe il caso, prima che ci troviamo, come ci siamo trovati l'anno scorso, nella situazione di rincorrere i buoi dopo che erano usciti dalla stalla, che magari la Ministra della Giustizia venga a farci una relazione su quello che sta accadendo nelle carceri e soprattutto su cosa si intende fare per cercare di evitare che accada quello che è successo l'altro anno, o forse anche peggio. Grazie.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giachetti. Senz'altro la sua richiesta verrà portata all'attenzione della Presidenza che concorderà con il Governo le modalità per risponderle. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16 proprio con la relazione della Ministra Cartabia.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Baldelli, Enrico Borghi, Butti, Casa, Cavandoli, Colletti, Colucci, Covolo, Davide Crippa, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Gebhard, Giachetti, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Magi, Marattin, Marin, Molinari, Mura, Perantoni, Ribolla, Silli, Sportiello, Tasso, Tateo e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere la ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 117, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Comunicazioni della Ministra della Giustizia sull'amministrazione della giustizia, ai sensi dell'articolo 86 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 29, della legge 25 luglio 2005, n. 150.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione sulle comunicazioni della Ministra della Giustizia sull'amministrazione della giustizia, ai sensi dell'articolo 86 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 29, della legge 25 luglio 2005, n. 150.

Avverto che la ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (Vedi calendario).

(Intervento della Ministra della Giustizia)

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Grazie Presidente, onorevoli deputate e deputati, permettetemi di introdurre questa relazione sull'amministrazione della giustizia richiamando una lettera, una delle tantissime lettere che vengono indirizzate quotidianamente al Ministero. Questa era dell'8 marzo scorso, all'inizio del mio servizio in via Arenula.

“Illustre signora Ministro, le scrivo questa lettera pubblica per chiedere il suo conforto, affranta dalla morte sul lavoro di mio figlio Roberto e dall'impossibilità di vedere celebrato il processo in tempi ragionevoli. Ho 75 anni e sono vedova. Roberto il più piccolo dei miei figli era il mio sostegno in tutto. Aveva 32 anni e viveva con me. Il nostro processo non si riesce a celebrare nonostante rientri tra quelli cosiddetti a trattazione prioritaria.

Il tribunale non è in grado di poter far svolgere in sicurezza i processi con più parti, a causa della carenza di aule attrezzate, risorse e personale, e, per questa ragione, in un anno e mezzo, da quando è iniziato il dibattimento, a causa di continui rinvii, è stato sentito solo uno dei circa venti testimoni. Con questa cadenza, il processo di primo grado durerà numerosi anni. Sono sicura che morirò prima di vedere la fine di questo processo, senza poter sapere come e da chi è stato ucciso mio figlio.

Le scrivo come madre, vedova, umile cittadina per chiedere il suo conforto e, nei limiti delle sue possibilità e competenze, di approfondire la disastrosa realtà di quel tribunale. Prima di morire, vorrei poter andare sulla tomba di mio figlio Roberto, per dirgli che la giustizia terrena ha fatto il suo corso.”

La storia di questa anziana madre non è una storia isolata; è una storia paradigmatica, che dà voce a tanti altri cittadini; è per ciascuno di loro che l'azione del Ministero della Giustizia è stata orientata, con determinazione, verso un obiettivo che ho ritenuto cruciale: riportare i tempi della giustizia entro limiti di ragionevolezza, come chiede la Costituzione, come chiedono i principi europei. Il principio della ragionevole durata del processo e gli altri principi costituzionali che presidiano il corretto amministrare della giustizia sono scritti per questo, per rispondere all'esigenza di chi, come questa anziana madre, attende dai nostri uffici una parola di giustizia, aggiungo, una parola di giustizia tempestiva.

Questa lettera ci indica anche dove, in molti casi, si annidano i problemi che ostacolano il lavoro dei magistrati e degli avvocati: carenze di spazi, di risorse umane e strumentali; questo fa riflettere. Ho sempre detto, e lo ripeto anche in questa sede, che ogni azione, al Ministero della Giustizia, ha un faro e il faro sono i principi costituzionali, ma quei grandi e nobili principi costituzionali ed europei hanno bisogno di realismo e di pragmatica concretezza, per non ridursi a vuota retorica. Mi chiedo, e vi chiedo: come sarebbe stato il maxiprocesso di Palermo senza quell'aula bunker la cui costruzione fu favorita dall'allora Guardasigilli Mino Martinazzoli?

I grandi principi, le grandi pagine della nostra storia hanno bisogno di organizzazione, di risorse hanno bisogno di magistrati, hanno bisogno di uomini e donne nelle cancellerie, oltre che nelle aule d'udienza, hanno bisogno di strumenti informatici funzionanti, hanno bisogno di edifici agibili. Questo è esattamente e principalmente lo sforzo che il Ministero della Giustizia sta compiendo, in conformità al suo mandato costituzionale, che è di servizio per l'organizzazione e il funzionamento della giustizia (Applausi).

L'anno giudiziario 2021, come per tutto il resto del Paese, è stato segnato da due grandi fattori: la pandemia e la pianificazione del PNRR e la sua prima attuazione, elementi che, da un lato, hanno posto continui imprevisti, sfide, problemi, ma hanno anche offerto una serie di spinte al cambiamento.

Mi sia consentito cogliere questa occasione per ringraziare sentitamente tutti: i magistrati, gli avvocati, il personale amministrativo, la polizia penitenziaria, tutto il personale degli istituti penitenziari, i volontari, che hanno continuato a far funzionare la macchina della giustizia e dell'esecuzione penale, con spirito di adattamento e senza sottrarsi a rischi non trascurabili.

Ma, mentre l'emergenza sanitaria premeva, e continua a premere, con tutte le sue imperiose criticità, abbiamo messo a punto anche progetti e riforme strutturali a lungo termine, connesse agli obiettivi e alle opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, in modo da avviare il nostro sistema giustizia verso le grandi linee di modernizzazione concordate con le istituzioni europee. Oggi possiamo dire, con certezza e con fierezza, che abbiamo rispettato tutti gli impegni per il 2021, abbiamo conseguito tutti gli obiettivi e abbiamo anche anticipato l'attuazione di alcuni altri previsti per l'anno corrente.

Se guardiamo con uno sguardo d'insieme questo anno 2021 della giustizia, io colgo tre elementi, tre chiavi di lettura che offro alla vostra attenzione; la prima, già accennata, può essere definita così: dalla crisi, un'opportunità, oppure dalle misure emergenziali, riforme strutturali; infatti, un indirizzo di questa Amministrazione è stato quello di cercare di cogliere le opportunità di rinnovamento anche dalle situazioni che si presentavano come imprevisti, di volta in volta, valutando poi quali misure, tra quelle imposte dalla contingenza, potrebbero, o potranno, tradursi anche in modifiche strutturali; le modalità di celebrazione dei concorsi, l'accesso alla professione di avvocato e tante altre cose che riguardano il carcere sono state introdotte in via sperimentale, stiamo valutando la possibilità di mantenerle, almeno alcune. Del resto, il PNRR chiede all'Italia non interventi tampone, contingenti, destinati a esaurirsi nell'orizzonte temporale del Piano, ma uno sforzo preordinato a un miglioramento definitivo.

La seconda chiave di lettura è stato il ruolo che ha giocato l'Europa, non soltanto con il PNRR, con i fondi, con i progetti che ci ha richiesto, ma anche con numerose altre iniziative che l'Unione europea sta promuovendo sempre più intensamente nell'ambito del settore giustizia; ne elenco alcune, posso dire solo i titoli, ma voi conoscete bene l'importanza e il peso di ciascuna di esse. La Procura europea, EPPO, che ha iniziato ad operare, 22 sono i procuratori europei delegati in Italia e gli uffici italiani sono tra quelli che hanno iniziato ad aprire il più ampio numero di indagini rispetto agli altri Paesi; qui, forse, è una scoperta che desidero condividere con voi, approfondendo l'origine di questa nuova istituzione, diretta a presidiare gli interessi finanziari dell'Unione, a proteggerci dalle frodi, soprattutto quelle che riguardano l'utilizzo dei fondi europei, è stato interessante scoprire che le origini più lontane di questa intuizione sono da farsi risalire al lontano 1991 e a una profetica proposta di Giovanni Falcone (Applausi), il cui sacrificio continua a dare frutti, a trent'anni dalla strage di Capaci, che ricorderemo a maggio e sarà seguita, a luglio, da quella di via D'Amelio, in cui perse la vita Paolo Borsellino (Applausi).

Sempre di matrice europea sono altri importanti interventi normativi, approvati per dare attuazione agli impegni assunti nell'ambito dell'Unione europea, lungo quest'anno: la normativa in materia di lotta al riciclaggio, quella sulla presunzione di innocenza, quella relativa all'uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario. Dobbiamo ancora, invece, attuare la direttiva sul whistleblowing, prezioso strumento di contrasto alla corruzione che, in parte, è già presente nell'ordinamento, con le riforme introdotte nel 2012 e nel 2017.

Ancora, siamo intervenuti sulla disciplina dell'acquisizione dei tabulati telefonici ai fini di indagine per adeguarci ai principi pronunciati dalla Corte di giustizia dell'Unione e, sempre sulla spinta di una procedura di infrazione, abbiamo iniziato ad affrontare il grave e annoso problema della magistratura onoraria, che continua a prestare il suo servizio in totale assenza di tutele lavorative: malattia retribuita, maternità, ferie sono assenti. E grazie alla disponibilità del Governo, che ha reperito i fondi, e alle forze politiche, che hanno sostenuto un emendamento alla legge di bilancio, si è incominciato ad affrontare un problema che richiederà ancora tanto lavoro per una compiuta risposta a questi problemi.

La terza chiave di lettura è il fattore organizzativo. L'abbiamo detto sin dall'inizio: se il nostro obiettivo è ridurre i tempi dei giudizi, questo non si può fare solo con le riforme normative che incidono sui riti processuali. Le riforme sono necessarie, ma occorre, innanzitutto, lavorare sull'organizzazione. Organizzazione e capitale umano sono la condizione di effettività delle riforme. Per questo, prima di ricordare brevemente i principali capitoli delle riforme, vorrei dire qualcosa di più sul lavoro organizzativo che si sta conducendo.

L'innovazione più importante di tutte che credo, anche a regime, trasformerà il volto della nostra giustizia italiana e che considero come il pivot della nuova organizzazione della giustizia è l'Ufficio del processo, che, a brevissimo, porterà nei nostri uffici giudiziari migliaia di giovani giuristi in ausilio al lavoro dei magistrati. È un istituto che è già stato sperimentato in Italia, oltre che essere ben noto all'estero, e comporta un vero e proprio cambio di paradigma nell'organizzazione del lavoro, perché segna il passaggio dal lavoro individuale, quale è stato finora quello del magistrato, a un lavoro di squadra. Mi preme rimarcare che non è solo per l'efficienza - l'efficienza è importante, l'abbiamo sentito prima nelle parole di quell'anziana madre -, ma è anche per la qualità che il lavoro di squadra può dare un grande contributo. Non c'è competizione o contrasto tra efficienza e qualità della giustizia, ma reciproco sostegno nel quadro dell'Ufficio del processo.

Il 14 febbraio entreranno in Cassazione 200 giovani giuristi e, il 21 febbraio, altri 8 mila in tutti gli uffici giudiziari italiani. I numeri sono importanti, ma è importante anche notare che questa struttura è un raccordo fra le generazioni. Noi stiamo lavorando per un piano che si chiama Next Generation EU: giovani giuristi, che lavorano accanto a magistrati esperti, possono darsi un contributo reciproco molto importante, come chi ha sperimentato queste strutture ben sa. Ci saranno, poi, moltissime altre assunzioni che non sto qui a elencare e che proseguono nella scia, nella linea già avviata dal precedente Governo, che aveva varato un piano straordinario per le assunzioni nel settore giustizia.

Stiamo lavorando anche con la Scuola superiore della magistratura e con la Scuola nazionale dell'Amministrazione, che ringrazio, per offrire un'adeguata formazione, sia a questi giovani giuristi, sia ai vertici degli uffici giudiziari, che sono chiamati, in questo momento, in questi mesi, a un enorme sforzo di riprogettazione delle proprie strutture, e questo è necessario, perché tutte queste risorse possano essere destinate veramente a risolvere i bisogni specifici di ciascun tribunale, di ciascuna Corte o di ciascuna sezione.

Le leggi delega del processo penale e civile prevedono la stabilizzazione di questo Ufficio per il processo, con contingenti già muniti di copertura finanziaria, di modo che questa non sia un'esperienza legata soltanto all'orizzonte temporale del PNRR, ma possa proiettarsi stabilmente nel nostro sistema giustizia.

La seconda rilevante novità per il nostro Paese in materia di organizzazione della giustizia è quella che io vorrei definire come la cultura del dato e della sua trasparenza.

A questo scopo, tra l'altro, stiamo riorganizzando il Ministero con un nuovo dipartimento, che si occuperà della transizione digitale e della statistica. Noi non conosciamo, non abbiamo gli elementi sufficienti che ci permettano di capire dove, come, in quali aree d'Italia, in quali processi, in quali uffici, in quali sezioni si annidino le maggiori lentezze e inefficienze del sistema. Nei miei viaggi, nella visita delle corti d'appello, mi sono resa conto di quello che tutti sanno astrattamente, ma vederlo in prima persona è molto più efficace, che la realtà italiana, anche nel settore della giustizia, è molto diversificata. Abbiamo bisogno di capire dove ci sono i problemi per poter intervenire in modo più efficace. Lo sappiamo che gli obiettivi della riduzione dei tempi dei processi non si conseguiranno da un giorno alla notte, non si farà d'un tratto questo grande cambiamento della giustizia italiana, ne siamo consapevoli.

E, allora, dopo aver posto le basi per un processo virtuoso e averlo avviato, vogliamo accompagnare questo cammino graduale verso gli obiettivi prefissati con un costante monitoraggio dei tempi di ciascun ufficio giudiziario, in modo da poter intervenire tempestivamente, portare risorse dove è necessario, rimuovere ostacoli imprevisti, affrontare i problemi che realisticamente incontreremo. Per questo, è indispensabile che, anche nel settore della giustizia, si diffonda una cultura di progettazione delle politiche pubbliche e di verifica di queste politiche pubbliche basata sui dati e sulle statistiche. Non è una realtà, questa, nella situazione italiana o non lo è a sufficienza.

Il monitoraggio dei tempi, lo sappiamo, è particolarmente sentito e importante nel settore penale, per questo la legge delega di riforma prevede la costituzione di un Comitato tecnico-scientifico che monitori proprio l'efficienza dei processi penali. Abbiamo già costituito questo Comitato, perché possa incominciare a svolgere il suo lavoro. Al suo interno, questo Comitato ha anche una sezione, un'unità dedicata ai reati contro la Pubblica amministrazione. Da parte nostra, come da parte delle istituzioni europee, c'è una costante preoccupazione sulla piaga della corruzione, che richiede continua attenzione per la sua capacità, come ha detto il Presidente della Repubblica qualche anno fa, di divorare le risorse pubbliche e minare il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini.

Il terzo aspetto - Ufficio per il processo, cultura del dato e della sua trasparenza, che è un fattore anche di democrazia verso i cittadini e di responsabilità verso i cittadini -, il terzo fattore cruciale è lo sviluppo della digitalizzazione anche nell'ambito della giustizia e il Dipartimento rispecchia anche questo desiderio e questo intendimento di accelerare i processi di digitalizzazione, non soltanto nel senso della dematerializzazione degli atti cartacei in tutti i procedimenti civili, ma anche per cambiare le forme delle procedure e dare maggiori strumenti di conoscenza ai giudici. Tra i tanti progetti in corso, ve ne menziono due, circoscritti nella loro portata, ma cruciali, perché vanno a toccare, a risolvere alcuni problemi particolarmente gravi nel nostro sistema: uno è l'applicativo “SIAMM Pinto digitale”, che è una piattaforma per le procedure di pagamento degli indennizzi dovuti ai cittadini per la violazione del loro diritto alla ragionevole durata del processo. Chi conosce questa procedura “Pinto” sa che ha dato luogo a un paradosso, che, a sua volta, è diventata una procedura irragionevolmente lunga, che dà luogo a ulteriori risarcimenti dei danni, al quadrato. Andava risolto questo problema e la digitalizzazione ci può aiutare in questo senso.

Un secondo progetto che stiamo elaborando con la DG Reform della Commissione europea, che avrà un finanziamento dedicato, riguarda un altro problema, piccolo, pratico, ma che assorbe una quantità di tempo enorme, che è quello dei cosiddetti tempi di attraversamento del processo, cioè del passaggio delle carte e dei fascicoli da un grado all'altro del giudizio.

In alcune realtà, che ci crediate o no, il passaggio dalla sentenza di primo grado all'ingresso della corte d'appello può richiedere mesi o addirittura anni, a volte nell'ambito dello stesso edificio. C'è qualcosa che non va e qui la digitalizzazione può davvero azzerare questi processi e andare a beneficio proprio della durata dei processi d'appello, che, lo sappiamo, sono il cosiddetto collo di bottiglia, uno degli snodi più critici del sistema.

Questi sono solo due tra i tanti, tra i tantissimi progetti: il data warehouse e l'uso dell'intelligenza artificiale, sempre controllato, ovviamente, dal giudice. Tante sono le cose in cantiere che non sto a enunciarvi qui - rinvio alla relazione scritta per ogni altro sviluppo -, ma mi preme sottolineare che anche qui ci si muove sempre su due binari paralleli: mentre si progettano questi nuovi interventi, contemporaneamente i nostri uffici e i nostri tecnici devono incessantemente far fronte alle emergenze quotidiane, ai problemi informatici quotidiani degli uffici giudiziari - gli avvocati, che sono numerosi, lo sanno bene - dovuti anche all'obsolescenza e alla frammentazione di quelli già in essere. I sistemi hanno bisogno di continua manutenzione e di essere rinnovati incessantemente.

Permettetemi di concludere questa prima parte dedicata all'organizzazione con una osservazione di metodo. Sin dall'inizio del mio mandato ho cercato di assicurare che il Ministero della Giustizia operasse sempre in sinergia con tutti i numerosi attori del sistema giustizia. Il sistema giustizia è complesso: il CSM, la Scuola superiore della magistratura, i singoli uffici giudiziari, l'avvocatura, l'università. La collaborazione istituzionale, che è un principio costituzionale per tutti ed è una regola di buon funzionamento per tutte le amministrazioni, per la giustizia è un'esigenza imperativa, proprio in considerazione di questa complessità accentuata dall'indipendenza di ciascun ufficio giudiziario e di ciascun magistrato. Occorre una responsabilità collettiva, occorre creare snodi di collaborazione. Il Ministero non può dare ordini e ottenere risposte dagli uffici giudiziari, perché giustamente deve fare i conti con questo sacro principio dell'indipendenza della magistratura e del singolo giudice, che richiede, appunto, un atto di autonomia e di risposta autonoma da parte di ciascuno.

Per questo è importante trovare sempre delle soluzioni condivise, dare spazio al dialogo e al confronto con tutti. Io ho cercato di farlo anche andando di persona soprattutto nelle corti d'appello, dove si ravvisano le maggiori criticità.

Nella stessa prospettiva è indispensabile il dialogo costante con il Consiglio superiore della magistratura e a questo scopo un gran lavoro è stato svolto dal Comitato paritetico, nel quale si sono incontrati e si incontrano, con cadenza settimanale, i rappresentanti del Ministero e quelli del Consiglio superiore della magistratura.

Un altro soggetto importante, importantissimo in questa fase di grande rinnovamento, è la Scuola della magistratura. Con la Scuola CSM e Ministero hanno siglato un importante protocollo per la formazione dei dirigenti giudiziari, che poi sono quelli che hanno la responsabilità del rinnovamento organizzativo.

Potrei continuare: ci sono progetti bellissimi con le università, ma vi rimando a dettagli ulteriori nella lunga relazione che vi è stata consegnata.

Passo ora - ma qui veramente in modo molto sintetico, perché li conoscete meglio di me - a ricordare i titoli e i nomi delle riforme che abbiamo approvato in Parlamento e a ricordarne il senso e il significato essenziale. Prima di questo permettetemi di ritornare su un punto che è ben noto a tutti noi.

Sappiamo bene quanta fatica e quanta disponibilità è stata chiesta a tutte le forze politiche per trovare un terreno su cui convergere per arrivare a queste riforme. Queste riforme sono figlie del contesto straordinario in cui sono nate: un Governo sostenuto da una maggioranza amplissima di unità nazionale ma con al suo interno sensibilità molto distanti fra di loro (è anche la sua ricchezza). Il cammino delle riforme della giustizia è stato un cammino non sempre lineare, ma è stato un cammino possibile perché è stato sorretto dalla comune responsabilità per l'interesse del Paese, sempre alla ricerca di una equilibrata sintesi. Di questo ringrazio di nuovo sentitamente e pubblicamente tutte le forze politiche.

I capitoli principali delle riforme normative li conoscete. Innanzitutto la riforma penale, che è stata indubbiamente un momento di grande importanza in questo anno. Abbiamo cercato di coniugare gli obiettivi di maggiore efficienza del sistema con il rispetto delle fondamentali garanzie costituzionali in materia penale e l'impianto poggia su due pilastri: da un lato incide sulle norme del processo penale, operando sulle varie fasi delle indagini fino al giudizio in Cassazione, allo scopo di sbloccare i possibili momenti di stasi, di incentivare i riti alternativi e di fare arrivare a processo solo i casi meritevoli dell'attenzione del giudice; dall'altro la riforma prevede interventi sul sistema sanzionatorio penale capaci di produrre anche significativi effetti di deflazione processuale. Questa parte della riforma prosegue lungo una linea già presente da tempo nel nostro ordinamento volta a radicare l'idea, costituzionalmente orientata, che la certezza della pena non è la certezza del carcere. L'articolo 27 della Costituzione, infatti, parla di pena e non di carcere ed è in questa prospettiva che va letta la valorizzazione delle pene alternative alla reclusione, che, come ormai è ampiamente dimostrato, portano una drastica riduzione della recidiva, con beneficio per i singoli e per la società.

Peraltro, come ben sapete, la riforma ha anche affrontato il nodo della prescrizione: da un lato ha confermato ciò che era stato deciso dal Parlamento, cioè il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado con la riforma del 2019; dall'altro sono stati apportati alcuni correttivi a garanzia dell'imputato introducendo nei giudizi di impugnazione un nuovo istituto, quello della improcedibilità, che è nuovo per l'Italia ma è conosciuto all'estero, legato al superamento dei termini di durata massima dei giudizi. L'istituto della improcedibilità è modulato in modo da assicurare che sempre tutti i processi possano arrivare a sentenza definitiva e il monitoraggio dei dati e dei tempi, di cui abbiamo detto sopra, aiuterà a raggiungere questo obiettivo.

Tra le riforme da attuare, imminenti proprio in questo ramo del Parlamento, bisogna menzionare quella dell'articolo 4-bis della legge sull'ordinamento penitenziario, che so essere di prossima discussione in Commissione giustizia. A maggio, proprio a maggio, quel maggio in cui celebreremo la strage di Capaci, scadranno i 12 mesi di tempo dati dalla Corte costituzionale al Parlamento per intervenire sulla materia, nel rispetto dei principi costituzionali e nella salvaguardia delle specificità e delle esigenze del contrasto alla mafia e alle altre forme di criminalità organizzata. Il mio auspicio è che questo appuntamento possa vedere il Parlamento pronto a dare una risposta che abbia queste caratteristiche e assicurerò tutto il supporto necessario a questo scopo.

Per concludere questa parte sul processo penale faccio solo un cenno al capitolo della giustizia riparativa, sulla quale tornerò in conclusione, che considero essere uno dei capitoli più innovativi di tutta la riforma del sistema penale. Dopo la riforma penale abbiamo riformato il processo civile, sempre con lo scopo di fornire più celeri risposte alle esigenze quotidiane dei cittadini e delle imprese.

Anche qui, due gli ordini di intervento: da un lato, è stato valorizzato e perfezionato il sistema delle misure alternative di risoluzione delle controversie, ADR, al fine di deflazionare il carico dei tribunali, favorendo le soluzioni consensuali dei conflitti; dall'altro, si agisce sulle procedure con interventi mirati e circoscritti, nell'ottica della semplificazione. L'idea è di realizzare una maggiore concentrazione delle attività processuali nell'ambito della prima udienza di comparizione delle parti e di trattazione della causa da parte del giudice. Riduzione della domanda e razionalizzazione della risposta. La terza riforma è quella dell'insolvenza, resa necessaria nel contesto economico che si è creato a seguito della pandemia. L'obiettivo è quello di offrire nuovi e più efficaci strumenti agli imprenditori per sanare quelle situazioni che comportano, sì, uno squilibrio economico patrimoniale, però, pur rivelando l'esistenza di una crisi, appaiono reversibili. Il cuore di questa normativa dell'insolvency è la composizione negoziata della crisi, un percorso volontario attraverso il quale l'imprenditore, lontano dalle aule giudiziarie e in assoluta riservatezza, si rivolge a un esperto, terzo e imparziale. A questo si accompagna un sistema di allerta interno-esterno affidato a creditori pubblici qualificati affinché l'imprenditore possa fare un'autodiagnosi, possa avvalersi per tempo di questo strumento di composizione negoziata della crisi. Nell'ambito del processo civile, ed è un capitolo che però merita un'evidenziazione a parte, siamo intervenuti sul diritto di famiglia e il diritto minorile. Troppi casi di violenza sulle donne, troppi femminicidi, troppe le violenze sui bambini, troppi i drammi che originano in un ambito domestico, e ne abbiamo notizia quotidianamente. Una vera barbarie, ha detto qualcuno di voi. È triste, ma il contenzioso nell'ambito delle relazioni familiari sta crescendo e si sta facendo sempre più complesso. Cause di separazione si intrecciano con denunce di violenza domestica, specie nei confronti delle donne, o ad azioni del giudice a protezione dei minori; e troppo spesso le autorità procedenti sono molteplici e non coordinate fra di loro, sicché a volte non si riesce a prevenire le conseguenze fatali. È per questo che abbiamo sentito doverosa, imperiosa la necessità di una profonda riforma delle procedure e dell'organizzazione giudiziaria di questo settore, e questo sfocerà, a tempo debito, nell'istituzione di un unico tribunale per le persone minorenni e le famiglie allo scopo di incrementare le garanzie processuali dei soggetti più vulnerabili, facendo tesoro della grande esperienza dei giudici minorili e valorizzandone ancora di più la specializzazione, in un nuovo e più razionale contesto ordinamentale.

Fin qui le non poche riforme approvate nel corso di questi undici mesi: penale, civile, la famiglia, l'insolvenza. Ora bisognerà attuarle; sappiamo che entro il 2022 le due leggi delega per il penale e per il civile dovranno essere corredate dai loro decreti legislativi di attuazione. Non abbiamo aspettato la scadenza del PNRR, abbiamo già iniziato a lavorare in questo senso, costituendo dei gruppi di lavoro al Ministero, in modo da provare ad anticipare i tempi e portare all'esame delle Camere le proposte e i progetti di decreti legislativi per il relativo parere. Però sappiamo bene che all'appello manca un fondamentale e molto atteso capitolo, quello della riforma dell'ordinamento giudiziario e del CSM, che il Presidente della Repubblica e alcune forze politiche hanno ancora di recente, con forza, sollecitato. Il disegno di legge delega per questa riforma è incardinato qui, alla Camera, su iniziativa del precedente Governo, e, come abbiamo fatto con le altre riforme, intendiamo presentare emendamenti governativi. Durante l'autunno, dopo l'approvazione della delega penale e quella civile, abbiamo avuto più occasioni di confronto con i responsabili giustizia delle varie forze politiche.

Abbiamo avuto diverse interlocuzioni con l'Associazione nazionale magistrati, con il CSM, con l'avvocatura, per addivenire a proposte di emendamenti da presentare qui, alla Camera. Queste proposte oggi sono all'attenzione del Governo. Gli emendamenti intervengono su vari aspetti del disegno di legge; non li elenco tutti, ma per citare alcuni tra i più significativi: il sistema elettorale, la composizione, il funzionamento del CSM, il conferimento di incarichi direttivi, le valutazioni di professionalità, il collocamento fuori ruolo dei magistrati, il concorso per l'accesso in magistratura, il rapporto tra il magistrato e le cariche elettive.

Sono certa che nelle prossime settimane potremo progredire, dovremo progredire nella scrittura anche di questo atteso capitolo di riforma che il PNRR ci impegna ad approvare entro il 2022. La Camera ha già calendarizzato, a quanto so, la discussione in Aula e quella scadenza dovrà essere rispettata. Per parte mia, continuerò a lavorare e a sollecitare tutti i competenti organi del Governo.

Vi chiedo ancora un attimo di attenzione per parlare di un capitolo sul quale già ci siamo confrontati tante volte e che ogni giorno porta alla nostra attenzione situazioni drammatiche, quello dell'ordinamento penitenziario, del sistema penitenziario. Sentivo poco fa un deputato che chiedeva informazioni sullo stato dei contagi: sono alti, sono alti dentro il carcere come lo sono tra la popolazione non detenuta. Posso assicurarvi che abbiamo fatto di tutto per anticipare la campagna vaccinale e la risposta è altissima, più del 90 per cento sono vaccinati, sia detenuti, ovviamente, sia il personale, la Polizia e tutti gli altri operatori, e stiamo cercando di fare di tutto per dotare degli strumenti di protezione. È un picco di contagi che viviamo fuori e dobbiamo ricordarci che il carcere è sempre un luogo dove si amplificano i problemi della società civile. Ma oggi è anche un'altra giornata ancora triste, un altro suicidio in carcere a Monza, il sesto dall'inizio dell'anno. Sono problemi complessi e irrisolti da tempo, e questi anni sono stati durissimi per chi lavora in carcere e per chi in carcere sconta la sua pena. Il primo più grande e ancora irrisolto problema continua a essere il sovraffollamento: vi rinvio alle pagine della relazione per i numeri, ma le percentuali sono alte, e questo crea una condizione esasperante tanto per i detenuti che per la Polizia penitenziaria, troppo spesso vittima di aggressioni. Occorrono più spazi, ma occorre anche sviluppare pene diverse dalla reclusione in carcere. Le pene alternative, ne abbiamo già parlato prima, e la riforma del processo penale vanno in quella direzione. Può essere utile sottolineare che questo è un settore davvero in grande crescita nel nostro ordinamento. Già oggi le persone in esecuzione penale esterna superano il numero dei detenuti, 69 mila a fronte di circa 54 mila detenuti. Il personale degli UEPE, cioè di questi uffici dell'esecuzione penale esterna, invece sono numeri bassissimi, in tutto sono 1.211 unità, ed è evidente la necessità di potenziare questo settore. Ringrazio chi ha sostenuto un ordine del giorno, a margine della legge di bilancio, per impegnare il Governo in questa direzione. Ma naturalmente bisogna fare anche molto, moltissimo per le strutture edilizie.

Il tema degli spazi richiede anzitutto interventi finalizzati a garantire le essenziali condizioni di decoro e di igiene, ma implica anche un ripensamento dei luoghi, in modo che essi non siano soltanto dei contenitori di uomini, ma siano ambienti densi di proposte.

In questa prospettiva, mi piace ricordare il lavoro davvero di grande qualità svolto dalla commissione sull'architettura penitenziaria che stava concludendo i suoi lavori quando io sono arrivata al Ministero; ci ha offerto fecondi suggerimenti che stiamo cercando di attuare per l'attuazione di quegli otto padiglioni che saranno finanziati con i Fondi complementari del PNRR e sui quali abbiamo corretto i progetti precedenti.

Un altro tema drammatico è quello della salute mentale in carcere; insieme al Ministro della Salute, che ha la competenza su questo ambito, al Ministro per gli Affari regionali e agli altri attori istituzionali, sto cercando di affrontarlo. È un dramma enorme, anche se sta diminuendo il numero di detenuti in attesa di entrare nelle REMS, il problema, comunque, rimane ancora molto grave. Abbiamo all'orizzonte, forse, la disponibilità di una nuova struttura, grazie a una regione che ce la mette a disposizione, e speriamo possa divenire presto operativa.

Carenze di spazi e carenze di personale: insieme al DAP stiamo lavorando per invertire la rotta e la tendenza alla grave diminuzione del personale che si è verificata, non negli ultimi anni, ma da molti anni a questa parte. Stiamo facendo ripartire i concorsi che si erano arrestati. Insomma, si tratta di problemi che riguardano tutti i settori dell'amministrazione, ma che sappiamo che in ambito penitenziario danno effetti ancora più gravi.

C'è un punto che mi sta particolarmente a cuore, quello della formazione di tutto il personale, in particolare, quello della Polizia penitenziaria. Sono gli stessi agenti a chiedermelo continuamente attraverso i sindacati e hanno ragione. La Polizia penitenziaria svolge un compito complesso e delicatissimo, troppo poco conosciuto. Oltre all'esercizio della tradizionale funzione di vigilanza e della custodia, la Polizia penitenziaria è quotidianamente accanto al detenuto e deve essere sostenuta da un'adeguata e costante formazione, per svolgere appieno questo compito e per sapere come affrontare i momenti di crisi e di tensione che sono il pane quotidiano nella vita del carcere. Dovete sapere che in questi mesi ho raccolto molte testimonianze, da ultimo, recentemente, in un istituto penale minorile di Milano, il Beccaria, dove continuo a raccogliere racconti di persone che mi dicono quanto decisiva possa essere la presenza di un agente per il cambiamento della vita di una persona, perché loro sono lì, quotidianamente, ad accompagnarli a una visita medica, a vederne gli umori, i cambiamenti, ad accompagnarli ai colloqui. È un personale importantissimo, che ha bisogno di essere qualificato per poter svolgere il compito che la Costituzione gli affida.

Concludo su questo punto del penitenziario, ricordando che lo scorso 17 dicembre, la Commissione per l'innovazione del sistema penitenziario che avevo insediato qualche mese fa mi ha consegnato i lavori e una serie di proposte che possono contribuire a migliorare la qualità della vita quotidiana, dalla sicurezza all'impiego delle tecnologie, alla tutela della salute, e mi sono resa conto, leggendo le sue proposte, che davvero con le tecnologie potremmo fare moltissimo con il carcere, per il carcere. Ne ho parlato con il Ministro per l'Innovazione tecnologica e stiamo ragionando, oltre che su videosorveglianza, body cam, sistemi anti droni, lezioni e conferenze online, anche sui totem per segnalare le esigenze dei detenuti, superando la famosa pratica della domandina, nuove forme di prenotazione dei colloqui dei familiari, telemedicina e fascicolo sanitario elettronico. Davvero si può fare molto attraverso la tecnologia, proprio in questo ambiente che, essendo chiuso, ha bisogno di questi strumenti di raccordo ancor prima e ancor più che negli altri ambiti.

Mi avvio alla conclusione, ma vorrei citare alcuni aspetti di un'attività del Ministero della Giustizia che non sempre vengono considerati adeguatamente, non sono tra le prime cose che vengono in mente quando si pensa al Ministero della Giustizia: si tratta di tutta l'attività internazionale, sia nei testi multilaterali sia nei rapporti bilaterali con i vari Paesi. In questi giorni avrete tutti sentito parlare, di nuovo, anche perché ne ricorre un anniversario, del caso Regeni; quel processo si è bloccato per un problema di notificazione e ora il giudice ha rinnovato delle richieste anche al Ministero, anche al Governo, e c'è tutta un'attività che stiamo svolgendo per permettere al giudice italiano di poter celebrare questo processo.

Un altro caso, un'altra vicenda famosa che più d'uno di voi mi ha segnalato, di tutt'altra natura, è il caso di Chico Forti, un nostro connazionale detenuto in Florida, che chiede di poter essere trasferito in Italia per scontare la pena dell'ergastolo. Anche questo è stato ed è frutto di un'attenzione del Ministero. Ho fatto un viaggio a Washington e ho incontrato l'Attorney General per spiegare che cosa succederebbe esattamente in caso di trasferimento di questo detenuto in Italia. Il caso è complesso, non posso dire quando potrà avere una risposta, perché, poi, nel sistema americano c'è una complicazione dovuta al fatto che occorre la volontà concorde del Governatore della Florida, dove Chico Forti è detenuto, e dell'Attorney General, per cui siamo in attesa di risposte che continuiamo a sollecitare. Ma ricordo anche altri accordi bilaterali, per esempio con l'Albania o con altri Paesi per il trasferimento di detenuti, questa volta nei loro Paesi di origine, laddove ce ne siano le condizioni.

Poi, c'è il capitolo, che ricorderete, del Governo francese che finalmente ha dato il via libera per consentire alle autorità francesi di svolgere il loro processo in vista dell'estradizione di quei cittadini italiani che erano stati condannati in via definitiva per reati gravissimi, negli anni di piombo, e che avevano trovato rifugio Oltralpe. C'è stato anche un lavoro, durante l'estate, del Ministero della Giustizia affianco ai Ministeri degli Esteri e della Difesa, nell'ambito della crisi afgana, perché l'Italia aveva lavorato durante questi vent'anni per contribuire, nell'ambito della cooperazione internazionale, alla costruzione di uno Stato di diritto e, lì, abbiamo aiutato, abbiamo cercato di aiutare, le persone più esposte, proprio per la loro collaborazione con noi, soprattutto magistrati e avvocati, tra questi ricordo il caso dell'ex procuratrice di Herat, Mareya Bashir, una figura di primo piano nell'ambito della difesa delle donne, dei diritti delle donne e della costruzione dello Stato di diritto, alla quale poi il Presidente della Repubblica ha riconosciuto la cittadinanza italiana per meriti speciali.

Nell'ambito di queste e di tante altre attività internazionali, ce n'è una - e su questa concludo - che mi preme particolarmente raccontarvi brevemente, perché va a toccare quel tema della giustizia riparativa su cui vi avevo lasciato un attimo in sospeso nella descrizione della delega penale. Il 13 e il 14 dicembre scorsi, a Venezia, abbiamo convocato una conferenza dei Ministri della Giustizia dei Paesi membri del Consiglio d'Europa e il tema era “Criminalità e giustizia penale - Il ruolo della giustizia riparativa in Europa”. È stato il primo evento di livello ministeriale nell'ambito della Presidenza italiana del Consiglio d'Europa che abbiamo assunto, appunto, a novembre. Da quell'importante conferenza è uscita l'approvazione di una dichiarazione comune, la Dichiarazione di Venezia sulla giustizia riparativa, che nei giorni scorsi è stata, poi, adottata dai principali organi, dai massimi organi del Consiglio d'Europa.

Con la Dichiarazione di Venezia tutti gli Stati membri si sono impegnati a sviluppare questo che è un nuovo paradigma della giustizia penale, complementare e non sostitutivo a quello tradizionale, e che muove dall'esigenza di coinvolgere attivamente, in percorsi guidati da mediatori professionisti, il reo e la vittima, ma anche la comunità di riferimento, con l'obiettivo fondamentale di riparare e restaurare i legami sociali lacerati dal reato, di responsabilizzare l'autore dell'offesa, ma anche quello di porre le basi per una futura e più consapevole ripresa delle relazioni nei contesti di appartenenza. I benefici e le ricadute positive di questo nuovo paradigma sono ben chiare e ben documentate da studi empirici, nazionali e internazionali: riduzione della recidiva, alleggerimento dei procedimenti penali, nuova centralità per la vittima, lasciata troppo spesso solo ai margini del processo penale e troppo spesso sola con il suo dolore.

E, allora, questo della giustizia riparativa è certamente un istituto non nuovo, ma il più innovativo nel nostro sistema. Attenzione, non è un istrumento di clemenza, non esprime un pensiero debole in materia penale. La giustizia riparativa è uno strumento che si sviluppa a fianco delle tradizionali forme di contenimento della libertà del condannato, che sono pur sempre necessarie, quando c'è un problema di difesa sociale e di contenimento della sua pericolosità. La giustizia riparativa è molto esigente, perché chiede al trasgressore di guardare negli occhi la vittima, di guardare negli occhi la comunità che ha ferito con il suo gesto. Non è una richiesta semplice da assolvere: può essere solo accettata liberamente. Con la giustizia riparativa, l'ordinamento si apre alla possibilità di un sistema giudiziario in grado di domare la rabbia provocata dal reato e di ricostruire i legami civici tra i cittadini, sulla scorta di grandiose grandi esperienze, come quella messa in atto da Desmond Tutu e Nelson Mandela con la Commissione verità e riconciliazione, che ha posto fine all'era dell'apartheid in Sudafrica.

Questa è la concezione della giustizia che mi sta a cuore e che ritroverete, in filigrana, in tutti gli interventi di riforma, che ho sin qui sinteticamente ripercorso. Una giustizia che ricuce e che ripara, che non si nutre di odio, che non cede all'istinto e alla reazione vendicativa, ma che vive innanzitutto di ricerca della verità, meglio, di quella verità che emerge nella narrazione di fronte all'altro, nell'incontro personale, nel racconto e nell'ascolto reciproco del proprio vissuto.

Questa è la giustizia, su cui sono stata chiamata a riflettere in un dialogo per me indimenticabile proprio nel luogo della massima ingiustizia che la nostra storia abbia conosciuto, quel “binario 21” della Stazione centrale di Milano, da cui partivano i treni per Auschwitz. In una delle giornate più intense vissute da Ministro, sono stata invitata dalla senatrice a vita Liliana Segre e da lei accompagnata lì, fino alla soglia (Applausi) di quei vagoni, in cui da bambina tredicenne partì, insieme al padre e a migliaia di altri ebrei, verso una ignota destinazione. Quelle atrocità, di cui oggi tutto il mondo si vergogna e che tra qualche giorno ricorderemo nella Giornata internazionale della memoria, sono state alimentate innanzitutto dalla indifferenza. “Indifferenza”: è questa parola scritta a caratteri cubitali davanti al “binario 21”, quel non sapersi guardare, quel non sapersi parlare, quel non sapersi ascoltare e, poi, generatrice di piccole e grandi discriminazioni e, poi, di discorsi di odio e, poi, dell'idea dell'altro come nemico.

Coltivare un'idea della giustizia, che abbia a cuore la ricerca della verità e abbia cura dei rapporti e dei legami personali e sociali, questo è quello che ho inteso perseguire, in quest'anno quasi, al Ministero della Giustizia, nella convinzione, nell'unica convinzione, che questa è la più grande urgenza del nostro Paese e che questo è lo spirito che ci trasmette la nostra Costituzione (Applausi).

Proclamazione di un deputato a seguito di elezioni suppletive e modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito delle elezioni suppletive svoltesi il 16 gennaio 2022, ai sensi dell'articolo 86, comma 3, del testo unico 30 marzo 1957, n. 361, delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, l'Ufficio centrale circoscrizionale presso la corte di appello di Roma ha proclamato, in data 19 gennaio 2022, Cecilia D'Elia deputata per il collegio uninominale n. 01-Roma-Quartiere Trionfale della XV Circoscrizione Lazio 1 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali reclami decorre dalla data di proclamazione.

Comunico che la deputata Cecilia D'Elia, proclamata in data 19 gennaio 2022, ha dichiarato, con lettera pervenuta in pari data, di aderire al gruppo Partito Democratico.

La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Si riprende la discussione.

(Discussione)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni della Ministra della Giustizia.

È iscritto a parlare il deputato Cosimo Maria Ferri. Ne ha facoltà. Deputato Ferri, prego.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente, aspettavo per una forma di rispetto e di augurio di buon lavoro alla collega D'Elia. Signora Ministra, grazie, intanto, per il lavoro che questo Governo sta facendo in tema di giustizia, per l'impegno del Presidente Draghi e suo personale, che oggi ha elencato e illustrato, anche qui, alla Camera dei deputati.

Devo dire che il suo inizio, citare la lettera di una madre che chiede giustizia, ha colpito quest'Aula, come penso tutti i cittadini che l'hanno ascoltata. E voglio partire proprio da lì, perché si capisce quante, molte volte, in Parlamento raccontiamo di riforme e di slogan, che poi non arrivano al cuore del problema e che non risolvono la vera istanza in tema di giustizia. Allora, proprio partendo dalla lettera della mamma di Roberto, a cui va il pensiero anche del gruppo di Italia Viva e di tutti noi, voglio capire e voglio spiegare alla signora come si possa risolvere e dare quella risposta di giustizia. Ebbene, il processo che non viene fatto e viene rinviato non c'entra niente, per esempio, col tema della prescrizione, perché, quando noi abbiamo parlato in quest'Aula della riforma sulla prescrizione - e mi riferisco alla stagione fortunatamente archiviata del Ministro Bonafede - questo tipo di reato, dell'omicidio colposo, aggravato per colpa specifica in tema di infortuni sul lavoro, nel nostro ordinamento si prescrive in 17 anni e qualche mese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Quindi, il tema non è, per il funzionamento della giustizia penale, la riforma della prescrizione. Su quello, abbiamo accolto, con grande favore, la proposta che è arrivata da questo Governo e il cambio di passo; avevamo un'altra idea, perché noi volevamo tornare alla riforma Orlando, ma questo spiega - e non voglio addentrarmi solo sul tema della prescrizione – che, per far funzionare la giustizia penale, il tema è molto più complesso e dobbiamo intervenire sulle cose che davvero possono migliorare. Allora, ci deve essere da esempio questa lettera, per capire perché non si fa giustizia e il giudice penale non riesce a rispondere.

Su questo la voglio ringraziare. Mi è piaciuto un altro passaggio della sua relazione, quando evidenzia la necessità di parlare con gli interlocutori del mondo della giustizia: avvocatura, magistratura e tutti gli operatori che vivono le aule di giustizia. Anche su questo penso che sia importante coinvolgere gli interlocutori.

Proprio sul funzionamento della giustizia penale, ringrazio anche le Camere penali ed Eurispes per quel secondo rapporto che hanno fornito agli addetti ai lavori, e quindi anche al Parlamento, in tema di funzionamento della giustizia penale, rapporto che ha cercato, raccogliendo dati statistici, di spiegare il perché non funziona la giustizia penale, il perché dei rinvii, il perché del mancato funzionamento e dei ritardi nella risposta della giustizia, quando si parla di ragionevole durata del processo. Pertanto, voglio citare e ringraziare chi ha lavorato anche su quel rapporto Eurispes, che penso sia un ottimo contributo e spunto nel confronto.

Nel ricordare la signora che ha scritto la lettera, voglio ricordare a quest'Aula - perché è un altro tema che viene affrontato anche nella relazione del Ministro - la morte di quel bambino innocente, Daniele, di Varese, di 7 anni (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Abbiamo letto sulle cronache quello che è successo. Perché cito anche il ricordo di Daniele e il pensiero alla madre? Perché anche nella relazione, giustamente, la Ministra - ecco il pragmatismo di cercare di risolvere i problemi che l'opinione pubblica ci evidenzia - cerca di capire cosa non abbia funzionato. Allora comprendiamo la necessità di creare delle prassi, all'interno della magistratura, o delle regole, che stanno al legislatore, e di capire perché il giudice della separazione non parli con il GIP e perché non parli col tribunale dei minori. Tutto quello che è frammentario necessita comunque di una riforma che funzioni.

Le riforme che sono state approvate, anche da questo Governo, vengono evidenziate ma poi si devono toccare questi aspetti e dare queste risposte perché quel caso, che ha scioccato tutti noi, del piccolo Daniele dobbiamo analizzarlo sia da politici sia da addetti ai lavori, per capire veramente cosa non abbia funzionato, senza scaricare responsabilità, a volte in maniera superficiale, a questa o a quell'altra persona. Il tema è molto più complesso e va analizzato e un aspetto è proprio quello della mancanza di interlocuzione di un giudice di un tribunale con un altro; e questo il cittadino non lo capisce.

Voglio poi citare - anche lei è intervenuta al riguardo nei giorni scorsi - Niccolò Ciatti, morto ammazzato in Spagna. La sua famiglia è ancora in attesa di giustizia. Anche questa storia e questo episodio toccano temi che lei ha trattato nella relazione, quelli della cooperazione internazionale, dei rapporti tra Governi in materia di mandato d'arresto europeo, del ruolo dell'autorità giudiziaria e del dialogo tra le autorità giudiziarie del nostro Paese e della Spagna o di un altro Paese dell'Unione europea. Quindi, un tema complesso su cui riflettere. Anche la famiglia di Niccolò Ciatti aspetta giustizia da anni. Un processo in Italia è fissato per il 24 gennaio, con tutti i problemi giuridici che conosciamo, anche sotto il profilo della giurisdizione. C'è un processo in Spagna che è stato sospeso, perché c'è un processo in Italia. Quindi, in Italia si rischia magari il difetto di giurisdizione e intanto in Spagna il processo è sospeso. Anche sul tema della cooperazione internazionale occorre dare delle risposte concrete e trovare delle soluzioni.

Ho voluto ricordare queste tre vicende per capire come poi è compito nostro trovare delle soluzioni concrete. Noi siamo contenti, come Italia Viva, che vi sia questa fase nuova sul tema della giustizia. Voglio ricordare che l'anno scorso, quando, in questo periodo, cadeva il Governo “Conte 2”, forse per la prima volta questo passaggio della relazione del Ministro della Giustizia in Aula è stato saltato. Il Ministro di allora, Bonafede, consegnò o pubblicò la relazione, ma non ci fu il passaggio né alla Camera né al Senato in cui discutere su un momento, in tema di giustizia, fondamentale. Non è un rituale che nel 2006 il legislatore aveva voluto introdurre ma è l'occasione proprio per dare tante risposte. Penso al tema della cancellazione preventiva e dell'attesa dei processi e a tutto quello che ruota intorno a tante vicende su cui ogni giorno stiamo ad aspettare.

PRESIDENTE. Concluda.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Concludo, come ha iniziato prima il collega Giachetti, che ringrazio per la proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale, una proposta concreta che affidiamo alla Ministra della Giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) puntando l'attenzione sul tema penitenziario. Sul tema penitenziario occorre fare di più. I dati del COVID relativi non solo ai 2.586 detenuti ma anche ai 1.572 agenti di Polizia penitenziaria, che lei giustamente ha ricordato, con l'importante ruolo che svolgono, che voglio ricordare, richiedono un intervento forte non solo organizzativo ma anche normativo.

PRESIDENTE. Deve concludere.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Questo lo dobbiamo anche a chi, come Rita Bernardini, sta facendo uno sciopero e sta lottando per questi diritti. Il nostro impegno ci sarà per migliorare sempre una giustizia dei diritti e vicina al cittadino (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. È difficile ovviamente in pochi minuti, in circa nove minuti, intervenire puntualmente sui tantissimi temi aperti della giustizia. Quindi, cercherò di essere il più sintetico possibile.

Il quadro della giustizia italiana oggi è, come sappiamo, sconfortante e vede l'Italia fanalino di coda a livello europeo e mondiale, purtroppo, in molti settori. Il numero dei processi pendenti, al primo semestre 2021, è elevatissimo: nel settore penale, oltre 1.580.000 giudizi, nel settore civile oltre 3.100.000. La durata media di un processo civile in Italia, tra i tre gradi di giudizio, è mediamente di 7 anni e 3 mesi. Siamo il paese fanalino di coda nella durata dei processi ma per distacco, anche rispetto ad altri Paesi che sulla carta potrebbero essere meno efficienti del nostro ma che, in realtà, sono in condizioni molto migliori.

Potrei continuare l'elenco dei dati sconfortanti ma, ripeto, non c'è lo spazio per elencare puntualmente tutte le note più dolenti. Ebbene, assistiamo allora al rituale della relazione annuale al Parlamento del Ministro della Giustizia. Le relazioni annuali del suo predecessore sono state accompagnate sempre da grandi annunci. Inizialmente si annunciava una rivoluzione della giustizia; poi, questa rivoluzione è stata ridimensionata, con un annuncio di ricostruzione della giustizia. I risultati, gli esiti di questi annunci sono evidenti e sono sotto gli occhi di tutti. Non ho dubbi, illustrissimo Ministro, sulle sue buone intenzioni e anche sulla sua determinazione nel cercare di fare ciò che realisticamente è possibile. Sono certo che lei farebbe molto di più di quello che si sta facendo ma non può farlo. Non può farlo perché nel suo Governo si scontrano forze politiche con una visione antitetica della giustizia. In questo Governo, semplificando il concetto, ci sono i no-vax della giustizia contro i pro-vax della giustizia che si scontrano a colpi di agenzie e, soprattutto una parte del suo Governo, quella che ha amministrato la giustizia negli anni precedenti, ha anche una concezione propagandistica, carica di retorica e demagogia, negli annunci sulla giustizia che in questi anni ha portato a risultati devastanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Quindi, è inevitabile che il risultato della faticosa mediazione tra visioni contrapposte, che state cercando di fare, si riduca alla fine in un compromesso al ribasso che è inadeguato e insufficiente a sostenere le sfide e a dare risposte alla domanda di giustizia che i cittadini italiani in questo momento attendono. Questo si vede e si è visto sulla riforma del processo penale. È una riforma segnata in modo evidente e anche simbolico dal pasticcio giuridico della toppa messa sulla riforma della prescrizione, con questa anomalia italiana della prescrizione sostanziale e della prescrizione processuale che coesistono in una modalità che non risolve quello che era l'obiettivo di fondo. È una riforma penale, un approccio al processo penale ancora troppo sbilanciato sulla funzione rieducativa della pena, sulla giustizia riparativa, ma troppo debole, invece, sulla risposta alla domanda di giustizia degli italiani sulla certezza della pena. Tra processi infiniti, riti e misure alternative, depenalizzazioni di fatto e svuota carceri, in Italia è ancora forte da parte dei cittadini la percezione di una certezza dell'impunità anziché di una certezza della pena, che frustra la domanda di giustizia degli italiani. Mentre noi vorremmo un sistema che fosse garantista nella fase del processo, ma in grado poi di assicurare la certezza della pena nella fase dell'esecuzione, in questo momento sta avvenendo esattamente il contrario. Abbiamo un sistema che è giustizialista nella fase del processo e spesso la sentenza definitiva avviene immediatamente sui media ed è quella irreversibile, sulla quale ancora non sono stati posti rimedi nel nostro ordinamento, mentre poi c'è un'estrema debolezza nella fase dell'esecuzione della pena.

Per quanto riguarda la riforma del processo civile, noi assistiamo a una riforma nella quale, di fatto, è stato nuovamente appesantito il rito in diversi punti, soprattutto mi riferisco alla fase del giudizio ordinario di cognizione. Una riforma che ha sacrificato pesantemente i diritti delle parti, il diritto di difesa, che vengono fortemente compressi con sanzioni molto pesanti, che non sono bilanciati ovviamente da strumenti altrettanto attenti, invece, sui ritardi nella fase successiva di competenza del giudice, e che non hanno risolto minimamente quello che è il nodo essenziale, il vero collo di bottiglia, nel quale si accumula il sovraccarico e si rallenta oggi la giustizia civile, cioè la fase più delicata che è quella in cui la causa è trattenuta in decisione, quella che determina la stragrande maggioranza dell'allungamento dei tempi del processo civile. Su questo non ci sono state risposte adeguate e le buone soluzioni proposte sugli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, sulla riorganizzazione del diritto di famiglia, eccetera, non bastano a colmare e ad accelerare la giustizia su questo che è il vero imbuto, il vero collo di bottiglia nel quale si accumulano le lungaggini della durata dei procedimenti civili. D'altronde, se un magistrato continua ad avere 1200, 1500 e anche oltre ruoli all'anno da gestire, gran parte di questi trattenuti in decisione, sicuramente la soluzione non ci può essere. In questa panoramica di quest'anno vediamo troppo poco spazio a un tema che per noi è delicato, quello del rimpatrio dei detenuti stranieri. Anche qui, a inizio legislatura, grandi annunci sulla conclusione degli accordi bilaterali che consentisse il rimpatrio in diversi Paesi; nei fatti si annuncia che forse si sta concludendo l'accordo in uno o due Paesi. In realtà, sapendo che un terzo dei detenuti nelle nostre carceri è composto da detenuti stranieri, su questo tema si sarebbe dovuto metter mano in modo molto più significativo. Non ho lo spazio per sviluppare altri temi, quindi concludo su un tema fondamentale. Manca nella panoramica di oggi la cosa più importante. Mi riferisco all'amministrazione, all'organizzazione più che alle riforme sul rito, ed è il monitoraggio attento e la riorganizzazione della distribuzione dei magistrati nei vari ruoli e gradi di giudizio e nel territorio. I dati ci dicono innanzitutto che, purtroppo, è solo da una decina d'anni e poco più che avviene da parte del Ministero della Giustizia - dal 1800 ad oggi - un accenno di monitoraggio su come si accumulano gli squilibri nel carico dei ruoli, nella gestione e nella divisione dell'organizzazione degli uffici sul territorio. Su questo, in realtà, va concentrata la sfida fondamentale: c'è uno squilibrio, oggi, nella ripartizione tra magistrati nel settore civile e in quello penale, e non è attentamente monitorato il passaggio da uno all'altro. C'è uno squilibrio della distribuzione territoriale e c'è uno squilibrio anche fra i vari gradi di giudizio: questo è il focus fondamentale su cui ci si dovrebbe concentrare, compreso anche il richiamo in servizio di centinaia di magistrati fuori ruolo, che risultano ovviamente magistrati esistenti ma non impiegati nelle aule. Concludo solo perché non ho lo spazio, perché ci sarebbe da parlare per ore, dicendo che apprezziamo ovviamente la buona volontà e le buone intenzioni del Ministro sui propositi che ha annunciato oggi, ma temiamo che, essendo ella ostaggio di forze politiche con una visione contrapposta, ci continuino ad essere i modesti risultati che abbiamo finora visto in questi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

ANDREA GIORGIS (PD). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, Ministra, nell'affrontare il complesso tema del sistema sanzionatorio penale e, in particolare, nel descrivere lo stato dell'esecuzione della pena nel nostro Paese, lei ha usato parole chiare, di verità, che noi apprezziamo. Al tempo stesso, con altrettanta chiarezza, ha indicato una serie di interventi che il Governo e il suo Ministero intendono predisporre e ha delineato l'orizzonte culturale e politico che li anima e li motiva. Un orizzonte ispirato al dettato costituzionale, che noi condividiamo e vogliamo contribuire a raggiungere. Innanzitutto, perché a nostro avviso prendere sul serio quanto prevede la Costituzione e dare piena ed effettiva attuazione alla finalità rieducativa della pena, non è solo rispettare un precetto giuridico - pure vincolante - ma è giusto, nel senso che corrisponde a ciò che noi riteniamo sia giusto e si traduce in un beneficio per l'intera collettività. Come dimostrano tutti gli studi condotti sul tema, i tassi di recidiva variano in maniera significativa a seconda che i condannati abbiano avuto l'opportunità di intraprendere percorsi di crescita e di risocializzazione, oppure abbiano subìto una pena esclusivamente, ciecamente segregativa, priva di ogni opportunità e di ogni speranza. Purtroppo, dobbiamo riconoscere - come lei ha fatto - che oggi lo scarto tra l'essere e il dover essere, lo scarto tra ciò che è e ciò che noi vorremmo che fosse, e la Costituzione prescrive che sia, è profondo e la pandemia ha contribuito a renderlo ancora più insostenibile. I detenuti presenti nelle celle sono circa 6 mila in più dei posti effettivamente disponibili e il sovraffollamento - per riprendere le sue parole - esaspera i rapporti tra i detenuti e rende assai più gravoso il lavoro degli operatori penitenziari e, quindi, assai più difficile organizzare attività che consentano alla pena di favorire percorsi di recupero. Gli spazi disponibili, inoltre, appaiono spesso inadeguati e bisognosi di seri interventi di manutenzione e ristrutturazione. Lei, Ministra Cartabia, nel descrivere lo stato del carcere di Sollicciano, ha parlato di condizioni indecorose, non degne del nostro Paese e della nostra storia; condivido il suo giudizio e temo che valga anche per altri istituti. Alle carenze e all'inadeguatezza degli spazi, si accompagna una carenza di personale - di personale della Polizia penitenziaria, di personale amministrativo e di personale specificamente dedicato al trattamento - all'interno e all'esterno del carcere. Vi è poi una criticità che, con la pandemia, è diventata una vera e propria emergenza, che lei non ha dimenticato di evidenziare: è il problema della salute in carcere, in particolare della salute mentale.

I tempi di attesa per ricevere le cure e i trattamenti specialistici si sono moltiplicati e ai detenuti affetti da disturbi mentali spesso non sono garantiti spazi, condizioni materiali e servizi adeguati.

Da questo, pur sintetico, quadro emerge, dunque, l'urgenza di intervenire su più livelli e ambiti, a partire dall'attuazione e dal potenziamento, anche grazie ai fondi complementari del PNRR, di alcuni investimenti disposti nelle ultime leggi di bilancio. Occorre intervenire sulle strutture materiali, avviando il più rapidamente possibile i lavori di manutenzione di ristrutturazione, procedendo, altresì, al cablaggio e alla digitalizzazione degli istituti e, quindi, alla predisposizione di un efficace e diffuso sistema di videosorveglianza. Occorre procedere all'assunzione di personale amministrativo; la mancanza di direttori e di vicedirettori, com'è noto, è diventata molto seria e rischia, a breve, di risultare insostenibile; i concorsi sono in via di svolgimento, ma occorrerà trovare il modo di assicurare un rapido inserimento dei vincitori. Al contempo, occorre procedere all'assunzione di personale della Polizia penitenziaria; come lei ha ricordato, stanno per prendere servizio 1.650 allievi agenti e sono stati fatti ripartire i concorsi, ma, probabilmente, occorrerà metterne in cantiere ulteriori. E occorre procedere all'assunzione di personale specificamente dedicato al trattamento e di personale degli uffici dell'esecuzione penale esterna, un settore, quest'ultimo, quello dell'esecuzione penale esterna, che necessita di essere potenziato, anche per consentire l'effettivo conseguimento degli obiettivi fissati nel PNRR e nella riforma del processo penale, che, saggiamente, prevedono di sviluppare forme di esecuzione della pena alternative al carcere, soprattutto in riferimento alle pene detentive brevi. Se analizziamo la tipologia delle persone ristrette, si rimane, infatti, colpiti dalla consistenza dei condannati a pene molto brevi; oggi, ad esempio, vi sono circa 1.167 detenuti condannati a pene inferiori a 1 anno, 2.243 a pene tra 1 e 2 anni e 3.755 a pene tra 2 e 3 anni. Occorre, inoltre, un nuovo e rinnovato impegno sul piano della formazione, per promuovere l'affermarsi, in tutti coloro che operano all'interno del carcere, di una specifica sensibilità e consapevolezza della particolare funzione a cui sono chiamati. E, naturalmente, occorre predisporre le condizioni affinché sia evitata ai bambini l'esperienza del carcere, consentendo il trasferimento delle madri presso case famiglia protette o comunità alloggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Tutte queste misure sono importanti ed è senza dubbio necessario concretizzarle al più presto e ulteriormente rafforzarle ed ampliarle, ma, accanto ad esse occorre, a nostro avviso, valutare l'opportunità di nuove soluzioni legislative e di nuovi progetti per ridurre il sovraffollamento in maniera strutturale. Un passo in questa direzione è stato fatto, come prima ricordato, con l'approvazione della delega in materia penale e con la scelta di sperimentare forme di esecuzione della pena diverse e alternative al carcere. In questa stessa direzione, durante la pandemia sono state sperimentate alcune innovazioni volte a favorire l'esecuzione della pena detentiva fuori dal carcere, presso il domicilio, per coloro che devono scontare una pena residua non superiore a 18 mesi e ad incrementare le licenze e i permessi straordinari per i detenuti in regime di semilibertà e per quelli ammessi al lavoro esterno. Si tratta di soluzioni adottate per fronteggiare un'emergenza che dovrebbero, tuttavia, secondo noi, assumere una valenza strategica e un carattere strutturale, così come i progetti predisposti dal Ministero e della cassa delle ammende per reperire nuovi domicili ove rendere possibile l'esecuzione della pena fuori dal carcere anche a chi non dispone di un domicilio idoneo.

Un prezioso contributo alla definizione di misure volte a migliorare la capacità rieducativa della pena e le condizioni di lavoro di tutti coloro che operano all'interno delle strutture carcerarie è giunto dalla Commissione per l'innovazione del sistema penitenziario…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA GIORGIS (PD). …presieduta - ho concluso, Presidente - dal professor Marco Ruotolo. Accanto a interventi legislativi che questa Camera dovrà discutere e, a nostro avviso, prendere in seria considerazione, la Commissione ha avanzato interessanti proposte di riforma e di integrazione del regolamento di esecuzione e altrettanto interessanti soluzioni organizzative sperimentabili, a legislazione invariata, attraverso l'adozione di direttive e circolari che mi auguro possano trovare presto attuazione. Presidente, le chiedo 30 secondi.

Ho voluto ripercorrere brevemente alcune delle principali criticità del nostro sistema penitenziario, evidenziando, da un lato, lo scarto tra l'essere e il dover essere e, dall'altro, la necessità di adottare una strategia complessiva che, attraverso una pluralità di atti normativi e amministrativi, agisca sulle strutture materiali, sul personale e sulle formazioni, per ribadire, in quest'Aula, l'urgenza di provvedere e, al contempo, il nostro convinto sostegno alla sua azione e all'azione dell'intero Governo, nella prospettiva di una piena ed effettiva attuazione del dettato costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Enrico Costa. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi…

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Sentivo, in precedenza, che il collega Maschio si lamentava di avere a disposizione solo 9 minuti; a noi ne sono stati concessi 2. Probabilmente, il criterio è inversamente proporzionale al numero di proposte, di stimoli, di idee, di emendamenti e di proposte di legge che abbiamo presentato.

In questa discussione generale, vorrei toccare un tema che, nella relazione della Ministra Cartabia, sembra di nicchia, ma di nicchia non è, ossia il Dipartimento della transizione digitale e statistica. La Ministra Cartabia, nel suo intervento, fa riferimento alla cultura del dato e, devo dire, io ho apprezzato molto questo profilo, perché anch'io sono un po' innamorato del dato e del numero, perché il numero è un'entità che può essere fredda, se ci si limita a tale aspetto, ma indica una tendenza. Allora, noi dobbiamo avere la chiarezza sui fenomeni che si sviluppano. Infatti, mi ha molto colpito che l'attuale direzione statistica, ad esempio, non sappia quanti avvisi di garanzia vengono inoltrati ogni anno, quante richieste di custodia cautelare vengono emesse, quante vengono accolte – in realtà, quante vengono accolte lo si sa -, quante vengono rigettate, quante richieste di intercettazioni vengono rigettate, quante richieste di proroga indagini vengono rigettate. Non sono richieste fini a se stesse, sono elementi importantissimi per capire la dinamica del processo e del procedimento. Se avremo i dati di tanti elementi, se ci sarà la volontà politica noi sapremo anche costruire alcune norme che siano adeguate ai fenomeni. Io le faccio un altro esempio; lo sapete che ogni anno arrivano al Procuratore generale presso la Cassazione 1.900 segnalazioni e soltanto il 5 per cento si traduce in un avvio di azione disciplinare, senza che alcuno abbia possibilità di intervenire? Lo sapete che, in 11 anni, vi sono stati 11 mila innocenti in carcere e solo 8 condanne per responsabilità civile su 544 cause avviate, l'1,4 per cento? Lo sapete che le prescrizioni, nel 2020, in fase di indagini preliminari, sono state 43.375, ma le avocazioni per inerzia sono state solo 65, la grande novità nella scorsa legislatura, l'avocazione del Procuratore generale? Lo sapete che lo Stato ha speso, in 30 anni, 870 milioni di euro per ingiuste detenzioni, ma dal Ministero della Giustizia non ci sono state azioni disciplinari nei confronti di chi ha disposto arresti ingiusti? Questi sono dati significativi che si devono tramutare in norme di rimedio.

Allora, io saluto veramente in positivo l'innovazione di questo Dipartimento della transizione digitale e statistica, se saprà anche coniugarsi con il fascicolo di performance del magistrato, un fascicolo che abbia – concludo, Presidente, mi lasci fare soltanto un'ultima considerazione – al suo interno tutta l'attività del magistrato: quante sentenze, in quanto tempo, quante inerzie, quanti fascicoli, quanti arresti sbagliati, quante inchieste che finiscono nel nulla; allora, i consigli giudiziari e il CSM potranno giudicare i magistrati meritevoli e mandarli avanti e i magistrati che sbagliano fermarli; altrimenti, se sono tutti bravi, bravissimi, il 99 per cento bravi, diciamo, nelle valutazioni di professionalità, decidono, semplicemente, le correnti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (LEU). Grazie, Presidente. La relazione annuale al Parlamento sull'amministrazione della giustizia, illustrata oggi dalla Ministra Cartabia, contiene molti spunti di interesse. Per ragioni di tempo, mi concentrerò, in particolare, solo su alcuni aspetti, a mio parere rilevanti.

Nella relazione si parla, anzitutto, di tempi della giustizia; come sappiamo, però, l'obiettivo di tenere i tempi della giustizia entro limiti ragionevoli non si raggiunge solo con nuove regole processuali, ma, come la Ministra ha affermato, servono spazi adeguati, risorse umane e strumentali, servono magistrati, donne e uomini nelle cancellerie e nelle aule d'udienza.

A tal proposito, faccio presente che, con il question time che ho svolto qui, alla Camera, il 20 ottobre scorso, ponevo la questione della mancata adozione del nuovo piano triennale dei fabbisogni del personale amministrativo dell'Amministrazione giudiziaria e, in quell'occasione, in risposta, lei mi confermò l'impegno del suo Ministero a lavorare per la predisposizione, in tempi brevi, del piano triennale. Tuttavia - salvo che, poi, mi possa rassicurare in merito -, a distanza di 3 mesi, non abbiamo avuto ancora notizie circa la conclusione di questo lavoro di ricognizione dei fabbisogni e delle capacità assunzionali, che, poi, permetterà le conseguenti determinazioni relative alle immissioni dei vincitori dei concorsi, allo scorrimento delle graduatorie, alla riqualificazione del personale in servizio, alla mobilità interna e alla revisione delle piante organiche.

Per quanto riguarda il capitolo della digitalizzazione, che, come lei ha correttamente affermato, non implica soltanto la semplice dematerializzazione degli atti cartacei, ma presuppone l'individuazione di aggiornate tecnologie e infrastrutture informatiche, la richiesta è che si faccia presto, perché da troppo tempo si parla delle potenzialità della digitalizzazione della giustizia, ma se, poi, andiamo a guardare concretamente la situazione, ci troviamo un processo telematico che, come denunciato dall'Avvocatura o da associazioni forensi, come AIGA, procede a diverse velocità in base ai diversi settori del diritto e alla piattaforma utilizzata e che, presso gli uffici dei giudici di pace, è ancora un lontano miraggio. Mentre abbiamo un processo civile telematico efficiente, abbiamo, ahimè, un processo penale telematico, spesso non operativo, non funzionante, e non solo per i periodici aggiornamenti, con possibili gravi effetti anche sul diritto costituzionale di difesa.

Per quanto riguarda, invece, le riforme, sia nel settore civile, sia in quello penale, approvate dalle Camere, ricordo che si tratta di leggi delega, pertanto, come lei ha correttamente ricordato, dovranno, poi, essere elaborati gli schemi di decreti legislativi. Ecco, la richiesta è che tali schemi di decreti legislativi non arrivino, anche quelli, blindati, intoccabili. Certo, dovranno operare all'interno della cornice definita dalle leggi delega, tuttavia chiedo che, nei pareri che le Commissioni parlamentari dovranno esprimere su quegli schemi di decreti legislativi, ci possa essere uno spazio di riflessione a disposizione del Parlamento per formulare osservazioni che, poi, possano essere recepite dal Ministero. A tal proposito, ci tengo in modo particolare a ricordarlo, con un ordine del giorno alla riforma del processo civile approvato qui, alla Camera, il 25 novembre scorso, il Governo e, nello specifico, il Ministero della Giustizia, si è preso l'impegno, con riferimento all'istituzione del tribunale per le persone, per i minorenni e per la famiglia, a mantenere, nell'ambito di procedimenti delicati che coinvolgono i minorenni, come la limitazione e la decadenza dalla responsabilità genitoriale, la collegialità della decisione e il contributo multidisciplinare apportato dai magistrati non togati. Quindi, su questo impegno - il nostro ruolo ce lo impone - saremo particolarmente vigili.

Non mi è sfuggito, infine, che, nella sua relazione, ha posto particolare attenzione, c'è stato un tema, forse, l'unico che ha toccato più volte - sintomo di una sua particolare sensibilità su quel punto -, che ho apprezzato molto: mi riferisco alla giustizia riparativa. Condivido quanto lei ha affermato: la giustizia riparativa non è uno strumento di clemenza, ma, al contrario, è uno strumento molto esigente, che chiede all'autore del fatto illecito di assumersi tutta la sua responsabilità di fronte alla vittima e di fronte alla comunità. Il primo passo da compiere, infatti, non è tanto di natura giuridica, ma culturale: bisogna abbandonare errati preconcetti che per troppo tempo, in Italia, hanno ingabbiato la giustizia riparativa.

Il valore della giustizia riparativa sta nella capacità di interpretare il reato non soltanto come la violazione di una norma giuridica, ma, anzi, soprattutto, come la violazione di una persona o di una relazione. Con la giustizia riparativa si comprende che giustizia è fatta non solo applicando una sanzione, ma anche con la riparazione dell'offesa arrecata. La giustizia riparativa offre, quindi, al diritto penale quelle modalità di gestione dei conflitti mai elaborate dal diritto penale di natura retributiva, ponendo al centro le ferite causate alla vittima. Chiaramente, il presupposto deve essere sempre la volontarietà dell'adesione per rispettare la volontà della persona e per scongiurare il rischio di seconda vittimizzazione.

Su questo schema di decreto legislativo sulla giustizia riparativa, quindi, chiedo il massimo sforzo, la massima attenzione, perché porta con sé una vera rivoluzione, nell'ottica - come lei ha correttamente detto - della complementarietà con il sistema penale. So che il gruppo di lavoro che ha nominato è particolarmente qualificato e guidato dall'ottimo professor Ceretti e, quindi, ho la massima fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Illustre Ministro, non le potrà essere sfuggito che, tra le ragioni del sovraffollamento delle carceri, ve n'è una a cui lei non ha fatto riferimento, ma che riguarda i diritti elementari dell'uomo, che è la carcerazione preventiva, una delle misure più illiberali, più antidemocratiche, più incivili che si possa dare, soprattutto perché a molti magistrati non pone il limite. È necessario che se ne indichino, in modo preciso, per circostanze e occasioni eccezionali, i limiti, che non possono essere, come talvolta accade, di anni.

Ora, non le sarà sfuggito il caso di un nostro collega avvocato, quindi collega anche suo, Giancarlo Pittelli, che, da 2 anni, è palleggiato tra carcere e arresti domiciliari, fino a quando, avendo scritto una lettera a un deputato di Forza Italia, suo collega, e Ministro, suo collega, Mara Carfagna, invece di ricevere risposta o di tenere nella riservatezza la lettera inviata al parlamentare, il parlamentare ha pensato di darla alla polizia, che ha provveduto a mandarla ai magistrati, che hanno inteso la misura del carcere come punitiva e di tortura rispetto agli arresti domiciliari. Pochi si sono ribellati, ma è molto evidente che già la carcerazione preventiva ha motivazioni, spesso, non motivate da ragioni reali o superabili e da condanne in primo grado, come non è in questo caso, ma l'idea di prendere uno dagli arresti domiciliari e rimetterlo in carcere è chiaramente un'azione punitiva che stabilisce il magistrato e a cui lei, come Ministro, deve porre contenimento. Non possiamo lasciare un arbitrio di violenza e di tortura a un magistrato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. Ministro Cartabia, rinnovo l'apprezzamento che Forza Italia ha più volte manifestato per il suo operato, che ha impresso un decisivo cambio di passo rispetto al passato, un passato anche recente, purtroppo, troppo spesso, caratterizzato da azioni che hanno compromesso sempre più il sistema giustizia del nostro Paese. Quindi, lei ha fatto uno straordinario lavoro, però occorre farne ancora tanto, come sappiamo tutti. Purtroppo, nel poco tempo che ho a disposizione, voglio sottoporre alcune questioni alla sua attenzione.

La prima è rappresentata da un numero: 120 mila. 120 mila è il numero che corrisponde alle persone che, mediamente, ogni anno vengono assolte nel nostro Paese, dopo anni e anni di processi che devastano le loro vite e quella delle loro famiglie. Sappiamo che lo Stato, questo, non può risarcirlo, però può risarcire le spese legali, che sappiamo essere molto onerose e noi abbiamo chiesto e ottenuto l'approvazione di questa norma di civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Però, Ministro, il problema è che questo fondo che risarcisce le spese legali per gli assolti con formula ampia è finanziato con 8 milioni, 8 milioni a fronte di 120 mila assolti (la divisione fa circa 66 euro a persona, che non bastano neanche per pagare alcune marche da bollo). Sappiamo che sono stati imposti vincoli stringenti, proprio per restringere la platea dei beneficiari. Quindi, noi vogliamo che questa misura sia effettiva e non simbolica, che tutti coloro che ne avranno diritto potranno beneficiarne e questo può avvenire soltanto con l'incremento delle risorse di questo fondo.

Un secondo punto molto complesso, Ministro, è questo.

In questo Paese tante aziende, frutto di anni e anni di sacrifici, vengono sequestrate preventivamente sulla base del mero sospetto e non sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti e, dopo svariati anni, spesso vengono dissequestrate e restituite ai legittimi proprietari, che evidentemente erano estranei alla mafia. Però, Ministro, qual è il dramma? Che nella maggior parte dei casi queste aziende, frutto di sacrifici di anni di imprenditori estranei alla mafia, vengono restituite ai legittimi proprietari in condizioni fallimentari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) perché nel frattempo erano state affidate ad amministratori giudiziari che dovevano tenerle in vita, anche a garanzia dei dipendenti e a fronte di compensi lauti pari a quelli di top manager, ma evidentemente non ci sono riusciti. Quindi, noi proponiamo una riforma del complesso sistema delle misure di prevenzione, che sappiamo essere un tema molto delicato in questa maggioranza. Abbiamo presentato una proposta di legge alla Camera e una al Senato poche ore fa, presentata in conferenza stampa dalla collega senatrice Giammanco che è prima firmataria. Sappiamo, appunto, che è un tema divisivo per questa maggioranza perché sappiamo benissimo che le misure di prevenzione patrimoniale sono importantissime per contrastare la mafia, però se producono questi effetti devastanti in qualcosa vanno corrette. Ma siamo certi che già una di queste cose possiamo farla ed è quella di istituire un fondo che risarcisca queste imprese dissequestrate, di cui restano soltanto le macerie, per errori dello Stato. Su questa, che è una misura di buonsenso, abbiamo registrato un'ampia convergenza delle forze politiche che sostengono questo Governo, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). C'è, poi, un altro tema importante: in questo Paese nessuno ha la garanzia che la propria privacy sia inviolabile, perché basta un telefonino e un magistrato affinché la vita dei cittadini sia spiata di giorno e di notte attraverso il trojan, il captatore informatico, che è uno strumento efficace per perseguire i mafiosi e i terroristi ma ingiustificabile quando se ne abusa per spiare cittadini che mafiosi e terroristi non sono (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È successo al nostro collega, l'onorevole Ferri, che sicuramente mafioso e terrorista non è e, anzi, è un deputato e secondo una carta importante, che si chiama Costituzione, non poteva essere intercettato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È stato comunque intercettato e questo Parlamento ha negato l'autorizzazione all'acquisizione delle intercettazioni dell'onorevole Ferri, per segnalare ai magistrati che anche loro devono rispettare la legge e devono rispettare la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Però, questa vicenda emblematica cosa dimostra? Che l'abuso di questo strumento fuori controllo può indurre alla violazione della legge, come se questo possa diventare un fatto ordinario, una consuetudine, un danno collaterale. Quindi, Ministra, noi ricordiamo e confidiamo nel suo impegno, in occasione dell'esame del decreto che ha modificato la disciplina dell'acquisizione sui tabulati, e nel suo proposito di occuparsi, attraverso un provvedimento ad hoc, del trojan. Quindi, confidiamo nel suo proposito e speriamo che questo provvedimento possa arrivare presto in Parlamento per essere esaminato.

Ci sono tantissimi temi che vorrei affrontare, però ci tengo a farle presente una battaglia del nostro collega, l'onorevole D'Attis, che, attraverso un emendamento al “Milleproroghe”, proverà a chiedere di far scorrere la graduatoria degli allievi agenti di Polizia penitenziaria. Noi riteniamo che si debba procedere in questa direzione e confidiamo nell'attenzione del Governo rispetto a questo tema troppo importante. Infine, Ministro, io le manifesto ancora apprezzamento, perché lei ha avuto la capacità di far comprendere a tutti che l'efficientamento della macchina della giustizia non dipende soltanto da buone norme ma anche da una buona organizzazione e, quindi, dal potenziamento di tutte le risorse, di tutte le risorse umane. Mi permetta di sottoporre alla sua attenzione un caso drammatico, che è quello che riguarda la mia città, la città di Messina, con un tribunale che ha pochi magistrati: ogni magistrato deve gestire 1.072 cause. C'è un arretrato immane che non riesce a essere smaltito in nessun modo. Insieme a questo c'è un problema grandissimo che riguarda gli uffici giudiziari: è da troppi anni, infatti, che attendiamo che si realizzi il Palagiustizia. Questo non è stato mai fatto e nel frattempo sono state trovate sempre soluzioni tampone e d'emergenza che non risolvono il problema. La città di Messina confida nella sua bravura e nella sua concretezza affinché lei possa mettere la parola fine a un problema annoso che ha compromesso il funzionamento della giustizia nella città. La ringrazio, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Signor Ministro, colleghi, non invidiamo la posizione di un qualunque amministratore che in tempo di pandemia debba rendere conto ai propri cittadini e all'utenza della qualità dell'erogazione di un servizio e circa le condizioni in cui quel servizio è stato reso, pendenti le difficoltà inumane che il Paese sta affrontando. Della sua relazione ci piace un termine da lei impiegato per descrivere la missione del Ministero: lei ha usato la parola “servizio” a favore del giudicare. Lo riteniamo molto esplicativo e umilmente condivisibile delle missioni alle quali codesto organo ministeriale è quotidianamente chiamato. Poi ha correttamente indicato lo spirito con cui le deleghe di riforma dei due codici sono state generate, ovvero quello consistente nell'aver colto dalla crisi in atto un'opportunità. La ringraziamo anzitutto della sensibilità con la quale ha voluto aprire la sua relazione, portando una concreta testimonianza di quei tantissimi casi con i quali quotidianamente anche questi deputati trovano difficoltà a confrontarsi, non esistendo, purtroppo, una risposta di conforto per tutti. Un servizio, quello della giustizia, che in alcuni casi ha disatteso la sua missione - inutile nascondercelo - mancando di efficienza ed efficacia. Oltre al caso del povero Roberto, il cui processo non pare avere una fine temporalmente compatibile con le umane attese, voglio ricordare anche altri casi di genitori per i cui figli i processi addirittura non sono neanche mai iniziati. Per tutti, una persona che ha scritto anche a me: il padre del ciclista Giovanni Iannelli, un giovane corridore pratese di 22 anni morto a poco più di cento metri dalla linea di arrivo durante la volata finale. Sono anonimi cittadini che si attivano per far conoscere al pubblico le loro vicende in attesa di una risposta dal servizio giudiziario e che trovano spesso in questo un sistema di ostacoli e di impedimenti. Il collega prima ricordava - l'onorevole Ferri - il caso del giovane Niccolò Ciatti. Non mi dilungherò evidentemente su questo perché ne ha già parlato, ma preme certamente menzionare felicemente, dalle notizie che il signor Ministro ci ha voluto rendere, quello dei familiari delle vittime del terrorismo, umiliati dai tempi di estradizione di una decina di brigatisti italiani in Francia. Bene che vi siano notizie circa la soluzione di questo annoso problema. Bene quando afferma che i processi necessitano di poggiare su una ristrutturazione dell'organizzazione del servizio della giustizia, passando, ad esempio, dall'introduzione del lavoro di squadra che vedrà nell'ufficio del processo pratica attuazione. Non ha poi dimenticato come il Paese e la maggior parte delle forze politiche siano in attesa di una riforma dell'ordinamento giudiziario non più rinviabile, che non potrà disattendere l'obiettivo di far cessare le interferenze sulla magistratura o collusioni tra magistrati, altri poteri dello Stato e la politica. Il contesto storico nel quale, infatti, le riforme processuali, di cui lei menzionava la natura, hanno intrapreso la loro marcia è caratterizzato dagli effetti emotivi derivanti dalle ben note rivelazioni del caso Palamara, con un sistema di relazioni tra una parte della politica e una parte apicale del potere giudiziario indirizzato a condizionare gli incarichi di vertice afferenti alla magistratura inquirente. Non è la prima volta che politica e magistratura intrecciano vorticose e pericolose relazioni alle spalle del dettato costituzionale e il tutto ha come effetto di condizionare, nei fatti e nella percezione dell'utente, l'imparziale esercizio di un particolare servizio erogato dallo Stato, che a noi interessa che venga erogato in maniera imparziale e anche efficiente. Basta, quindi, con procedimenti disciplinari, l'esito della cui maggior parte sono ridicole sanzioni, ma responsabilizziamo il singolo magistrato rispetto a possibili condotte deviate. Andiamo convintamente nella direzione di separare le carriere tra giudici e PM, costruiamo regole elettive del CSM, non escludendo a priori un sistema di sorteggio, e rivediamo nei tempi e nei modi i procedimenti per le azioni di rivalsa da parte dello Stato nei casi di risarcimenti pagati da questo per ingiusta detenzione o per altri errori giudiziari.

Ella ci ha spiegato come le scommesse potranno essere vinte anche grazie alle esperienze maturate nel corso di questa pandemia. Vero! Una scelta lungimirante passa certamente dalla digitalizzazione e dalla riduzione di quegli accessi fisici non indispensabili ad esercitare davanti ad un giudice una difesa tecnica come quelli presso le cancellerie. Quando poi ci informa della creazione di un nuovo dipartimento per la conoscenza dei dati, noi le consigliamo di andare a raccogliere e a mappare anche le esperienze sul campo, le diverse capacità produttive dei singoli e degli uffici e quelle soluzioni innovative che spesso anticipano le scelte del legislatore.

Un plauso, ad esempio, al tribunale di Firenze, il quale, d'intesa con il consiglio dell'ordine degli avvocati, ha introdotto un sistema di prenotazione e consegna senza accesso in cancelleria di copia degli atti, resoconti d'udienza e documenti processuali, sfruttando la rete, così anticipando decisioni che nel futuro troveranno applicazione omogenea in tutto il Paese.

Realtà detentiva: cita 69 mila soggetti che stanno scontando la pena in sede trattamentale, sono oltre 100 mila quelli sotto trattamento UEPE, ad esempio per un semplice lavoro socialmente utile che sostituirà la pena derivante magari da una guida in stato di ebbrezza, generando chiaramente un effetto benefico. Sedi detentive indecorose, detenzione non come tempo di attesa, ma di ricostruzione - corretto -, investimenti per le strutture, punti sui quali concordiamo con lei anche per gli effetti che ne deriveranno rispetto ai sempre più numerosi atti di autolesionismo o, peggio, di aggressione alle Forze della Polizia penitenziaria.

Sproniamo quindi, poiché quando la detenzione è inserita in strutture inadeguate come castelli, fortezze, perché questi sono, come ad esempio Porto Azzurro, Volterra, strutture con una finalità forse più culturale e turistica, storico-culturale, che non detentiva, quando invece poi si tratta di moderni mostri architettonici. Lei, signor Ministro, ha visitato pochi giorni fa Sollicciano: bene garantire investimenti, ma solo se finalizzati a traghettare queste realtà verso altre destinazioni, che non quella detentiva. Crediamo che il ripensamento della strategia detentiva in funzione della nuova frontiera della giustizia riparativa possa condurci sulle tracce di esperienze virtuose, desiderate dagli stessi detenuti, come quella, ad esempio, dell'ultima colonia penale agricola, l'isola di Gorgona, - meraviglioso luogo, l'ho visitato insieme a colleghi e ad altri membri del COA più volte -, esportando quindi questi modelli in altre aree di pregio del nostro Paese ove poter inserire i detenuti, concretizzando per loro attività socio-rieducative e professionalizzanti.

Le cito una testimonianza: “da anni lavoro nelle vigne di Gorgona, ho imparato un mestiere, mi sento utile e soddisfatto”. Bene, aggiungiamo noi che attraverso quel lavoro potrà esservi anche un riscatto dal debito risarcitorio verso le vittime del reato, articolo 145 del codice penale.

Ci preme spendere due parole, infine, sulle trasformazioni del mondo dell'avvocatura, che peraltro non ho sentito citato, ma vorrei rammentarlo io. Importanti provvedimenti sono in esame presso la Commissione giustizia, come la riforma dell'accesso, ma anche testi su nuove prospettive e spazi di operatività professionale, come l'opportunità di impieghi in monocommittenza o dipendenza per figure specializzate come, ad esempio, gli avvocati di impresa, parimenti ad esempio irrintracciabili in altri ordinamenti europei.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 18)

MANFREDI POTENTI (LEGA). Nuove tecnologie e risorse finanziarie, due parole sulla geografia giudiziaria. Nuove tecnologie e risorse finanziarie che non consentiranno né renderanno opportuna, ovviamente, la scelta di tornare ad avere un tribunale sotto casa, ma una serie di correttivi per rivedere il taglio indiscriminato che ha falcidiato le sedi giudiziarie è ineluttabile. Vi sono sedi disagiate con utenti che potrebbero rimanere tagliati fuori dai servizi giudiziari oggi erogati grazie alle sezioni distaccate nelle isole minori. Ci sono tribunali soppressi, come ad esempio quello di Sala Consilina in Campania, che hanno visto accorpare quei territori al tribunale di Lagonegro, addirittura, sito in una regione diversa, la Basilicata. Tribunali nelle grandi città, come Firenze, Milano, Bologna, i cui tempi di definizione delle controversie non hanno premiato la scelta di un accentramento in una sola grande sede nel capoluogo, la cui operatività ora rischia di minare alla base le scelte processuali volte a velocizzare i tempi dei processi. C'è stata un'audizione interessantissima al Senato nella quale il tesoriere del COA di Firenze, l'avvocato Nannelli, da solo, con l'aiuto di alcuni colleghi, ha elaborato dei dati sui tempi di soluzione delle controversie civili in alcuni grandi tribunali, come Bologna e Firenze. La riprova è che nel tribunale di Livorno o di Pisa i tempi sono dimezzati rispetto a Firenze, Bologna e Milano. Sul fronte comunitario, veloci passi nell'adeguamento attraverso il recepimento stanno trasformando le finalità e le operatività di molti strumenti giudiziari. L'attesa procura europea, certamente frutto dell'operatività transnazionale del crimine finanziario, ne è la più palese dimostrazione. Ebbene, concludo: troverà nella Lega il più convinto alleato di ogni progetto di riforma, ed anzi, convintamente al suo fianco nella promozione di ogni proposta che intenda rafforzare il servizio della giustizia come potere a servizio della gente e dell'utente, e non come a servizio di qualcuno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, signora Ministra, colleghe, colleghi, il 2021 è stato un anno complicato e faticoso anche per il mondo della giustizia, di certo un anno ancora condizionato dall'emergenza sanitaria tuttora in atto, ma condivido con lei, signora Ministra, la convinzione che dalle difficoltà bisogna sempre trarre un'opportunità, un'occasione di rinnovamento. Così come condivido con lei l'impostazione di fondo che è emersa in diversi passaggi della sua relazione, l'impostazione per cui, per avere un sistema giustizia più efficiente, in grado di dare sempre una risposta di giustizia ai cittadini e di offrirla in tempi ragionevoli, gli investimenti sono in realtà più importanti e prioritari delle riforme sui codici. Investimenti in risorse umane, in risorse strumentali, nella digitalizzazione, in nuove forme e modelli di organizzazione degli uffici giudiziari.

Non esistono riforme della giustizia a costo zero. È questa l'impostazione che ha ispirato, del resto, anche l'azione di Governo dell'ex Ministro Bonafede, e come MoVimento 5 Stelle abbiamo perciò apprezzato, signora Ministra, che lei abbia ricordato in un suo passaggio il piano assunzionale straordinario voluto e messo in campo dal precedente Governo.

Ecco, la ringraziamo per averlo ricordato, anche perché ho sentito qualche collega che forse ha la memoria un po' troppo corta. Questo piano riguardava il personale amministrativo, riguardava l'organico della magistratura ordinaria, il Corpo di Polizia penitenziaria. Sono stati previsti numerosi concorsi per colmare le piante organiche ed ampliarle. Penso, ad esempio, alla previsione della pianta organica flessibile, quel contingente di magistrati da applicare presso gli uffici giudiziari più in sofferenza, fortemente voluto dall'ex Guardasigilli, che con lei sta trovando concreta attuazione proprio in questi ultimi giorni.

Sicuramente c'è una continuità ideale tra la sua azione e quella del precedente Governo, ma non possiamo tacere che ci ha un po' stupito e preoccupato la modesta entità delle risorse assegnate al comparto giustizia nella legge di bilancio da ultimo licenziata, specie se parametrata alle risorse assegnate nelle ultime tre leggi di bilancio. Non vediamo una continuità, purtroppo, nel trend degli investimenti. Come MoVimento 5 Stelle, francamente, speravamo in uno sforzo maggiore in termini di investimenti sulla giustizia; per tale ragione avevamo anche richiesto con un emendamento l'ampliamento della pianta organica dei magistrati, con particolare riguardo alla Corte di cassazione e alla magistratura di sorveglianza, perché riteniamo che siano questi gli uffici che rischiano di essere messi più sotto pressione in vista dell'introduzione delle riforme dei processi civili e penali.

Signora Ministra, abbiamo apprezzato la sua scelta di mantenere quasi integralmente l'impianto del Piano nazionale di ripresa e resilienza impostato dal precedente Governo, che ha il suo cuore pulsante nel rafforzamento capillare e nella valorizzazione dell'ufficio per il processo. A tal proposito, le ribadiamo però anche in questa sede le perplessità riguardo ad uno dei compiti assegnati agli addetti all'ufficio per il processo: la redazione delle bozze dei provvedimenti. Ebbene, ci preoccupa che siano gli addetti all'ufficio a predisporre la bozza delle sentenze perché riteniamo che sia questa l'attività più delicata e qualificante del magistrato. Cogliamo, inoltre, l'occasione per trasferirle quanto ci è stato segnalato in questi ultimi giorni da diversi consigli dell'ordine degli avvocati, ovvero la mancata previsione per i componenti dell'ufficio per il processo di una incompatibilità con l'esercizio della professione forense nel medesimo circondario in cui presteranno servizio.

Auspichiamo, quindi, un suo tempestivo intervento sul punto che possa chiarire che l'avvocato addetto all'ufficio per il processo non può esercitare la professione nel medesimo circondario in cui è stato assunto. In tema di nuovi modelli organizzativi apprezziamo anche il suo richiamo alla cultura del dato. Tale approccio è da sempre nelle corde del MoVimento 5 Stelle, da sempre il MoVimento 5 Stelle ha evidenziato come qualsiasi intervento legislativo debba poggiare sui dati, come il decisore politico debba essere sempre supportato da approfondite analisi costi-benefici nelle sue scelte, come l'applicazione delle nuove normative debba essere costantemente monitorata. Proprio a tal proposito, signora Ministra, auspichiamo che quanto prima vengano pubblicati i dati relativi all'applicazione della normativa “Codice rosso”, frutto del monitoraggio annuale.

I dati di cui disponiamo riguardano, infatti, solo il primo anno di applicazione, mentre non risultano ancora pubblicati i dati relativi a quest'ultimo anno.

Sempre in tema di contrasto alla violenza di genere, cogliamo l'occasione per chiederle se il Ministero della Giustizia si sia attivato per chiedere al Ministero dell'Interno, in occasione dell'imminente bando per la fornitura, un contingente di braccialetti elettronici da destinare esclusivamente ai soggetti maltrattanti, agli stalker e ai destinatari di misure cautelari per reati connessi alla violenza di genere. È un tema che ci preme molto, lei lo sa bene.

È stato un anno che ci ha visti impegnati in due riforme strutturali molto importanti: la riforma del processo penale, prima, e la riforma del processo civile, poi. Lo sanno tutti, non è un mistero, entrambe le riforme, che pure hanno mantenuto come testo di partenza i disegni di legge delega presentati dall'ex Ministro Bonafede, non sono però riforme che nella loro versione finale rispecchiano integralmente la proposta politica del MoVimento 5 Stelle. Il MoVimento 5 Stelle avrebbe voluto altro per il Paese, soprattutto con riguardo alla riforma del processo penale, tuttavia rivendico con orgoglio il contributo che il MoVimento 5 Stelle, con lealtà, determinazione e con grande senso di responsabilità, ha saputo offrire per migliorare le riforme durante i passaggi parlamentari e lasciare la sua inequivocabile impronta.

È grazie al MoVimento 5 Stelle, lo ricordo, che il meccanismo dell'improcedibilità non troverà sostanzialmente mai applicazione per i reati di mafia, terrorismo e violenza di genere; è anche, ma non solo, grazie al MoVimento 5 Stelle che è stato introdotto un regime transitorio: fino al 2024 i termini di fase saranno più lunghi. È anche grazie alle preoccupazioni espresse dal MoVimento 5 Stelle che sarà predisposto un costante monitoraggio sui tempi di definizione dei processi. Fondamentale sarà monitorare l'effettivo impatto di queste norme sul sistema, le ricadute applicative e le eventuali distorsioni. Fondamentale sarà intervenire con un'immediata iniezione di risorse umane in aiuto di quelle corti d'appello che arrancano e rischiano pronunce di improcedibilità per decorso dei termini di fase. La riforma funzionerà davvero se l'improcedibilità per superamento dei termini resterà solo un'ipotesi di scuola, sulla carta e non troverà mai applicazione. Per il MoVimento 5 Stelle neppure un processo dovrà mai estinguersi per improcedibilità. È indubbio, però, che l'avere portato ad approvazione - e nei tempi raccomandati dall'Unione europea - le due riforme strutturali, in un contesto storico politico così complesso com'è quello che stiamo vivendo, è stato frutto di un impegno intenso che, signora Ministra, noi le riconosciamo.

Fin qui, abbiamo parlato un po' di quanto fatto nell'ultimo anno. Ora, desidero guardare al futuro e alle sfide che ci attendono e a cui non possiamo né dobbiamo sottrarci. Adesso, tocca alla terza riforma strutturale, forse quella più attesa dai cittadini, quella che dovrebbe restituire alla magistratura credibilità e serenità, oltre che efficienza. Mi riferisco alla riforma dell'ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura. Il Parlamento ha fatto la sua parte, già da parecchio tempo sono stati depositati gli emendamenti e si sono svolte anche talune sedute di discussione sul complesso degli emendamenti; il dibattito parlamentare è ormai maturo per entrare nel pieno della fase emendativa e portare a meta il provvedimento. La riforma è urgente e non solo e non tanto perché quest'anno il CSM dovrà essere rinnovato e sarebbe auspicabile che fosse rinnovato applicando nuove regole, ma, soprattutto, perché ce lo chiedono i cittadini. I cittadini chiedono un cambiamento, una discontinuità, lo scardinamento di un sistema non più accettabile, perché hanno letto tanto sui giornali.

Auspicheremmo, poi, un intervento sulla geografia giudiziaria. Per il MoVimento 5 Stelle è fondamentale garantire la giustizia di prossimità, specie in quei territori fortemente penetrati dalla criminalità organizzata e, al contempo, carenti sotto il profilo delle infrastrutture e dei collegamenti. Ogni tribunale rappresenta la presenza dello Stato sul territorio e la presenza dello Stato riteniamo debba essere, per quanto possibile, capillare.

L'altra sfida che ci aspetta è senza dubbio quella di migliorare le condizioni di vita all'interno delle carceri, sia per i detenuti che per tutti coloro che lavorano ed operano all'interno degli istituti penitenziari. Anche per il MoVimento 5 Stelle, gli interventi prioritari per raggiungere questo improcrastinabile obiettivo sono gli investimenti sull'edilizia penitenziaria, l'assunzione di personale - sia personale di Polizia penitenziaria, con un'attenzione particolare per il GOM, sia personale preposto alle attività trattamentali e rieducative -, la formazione di tutti coloro che operano in carcere, l'adozione delle tecnologie, soprattutto per finalità di sicurezza e, allora, mi riferisco alla video sorveglianza, a body scanner, sistemi anti scavalcamento, sistemi anti droni, impianti per la rilevazione di microcellulari che sempre più frequentemente vengono introdotti nelle nostre carceri.

Imprescindibile in tema di sicurezza, per il MoVimento, è anche l'adozione della circolare sulla vigilanza dinamica e il regime delle celle aperte che prevede che solo i detenuti che aderiscano al percorso rieducativo e mostrino buona condotta possano accedere con gradualità a tali regimi. Auspichiamo che questa circolare veda presto la luce.

Come lei stessa, signora Ministra, ha ricordato, l'ex Guardasigilli aveva istituito una commissione ministeriale sull'architettura penitenziaria che ha saputo offrire suggerimenti preziosi, ma che potranno trovare concreta attuazione solo con ingenti investimenti, appunto, in materia di edilizia penitenziaria. Abbiamo apprezzato, signora Ministra, il passaggio della sua relazione sull'attenzione ai detenuti con problemi psichiatrici, che è forse il problema più rilevante nelle nostre carceri, e il passaggio sulle REMS. Anche per il MoVimento 5 Stelle è fondamentale la creazione di nuovi posti presso le REMS, al fine di offrire ai detenuti con problemi psichiatrici spazi, attività e terapie realmente rispondenti alle loro specifiche esigenze.

Una riflessione ad hoc merita la valorizzazione del lavoro in istituto e del lavoro di pubblica utilità all'esterno, come attività qualificante del percorso rieducativo e di risocializzazione che potrebbe, peraltro, essere sempre previsto come affiancamento alle misure alternative alla detenzione. Fondamentali per realizzare tutto questo sono le assunzioni di personale nell'ufficio per l'esecuzione penale esterna e il dare continuità ai protocolli per i lavori di pubblica utilità a cui ha dato il via il precedente Governo. Infine, sul tema, il MoVimento 5 Stelle rileva la necessità di mettere a norma molte sezioni destinate ai detenuti in regime di 41-bis, adeguandole in modo da evitare comunicazioni con l'esterno. Ad oggi, moltissimi istituti penitenziari, infatti, non rispettano le prescrizioni regolamentari sul punto.

In conclusione, desidero richiamare l'attenzione sul tema che in assoluto per il MoVimento 5 Stelle è più urgente e prioritario e più ci sta a cuore, il contrasto alla corruzione e alle mafie. Quanto alla corruzione, conveniamo con lei, signora Ministra, che è urgente e non più rinviabile il recepimento della direttiva sul whistelblowing, in modo così da potenziare quella normativa che è stata introdotta nella scorsa legislatura proprio con una legge a prima firma della collega del MoVimento 5 Stelle, Businarolo. Per quanto riguarda il contrasto alle mafie, ebbene, oggi, c'è una mafia silenziosa, sotterranea, affarista, che vuole mettere le mani sulle risorse del PNRR e, poi, c'è la mafia foggiana, quella dal grilletto facile, che sta rumorosamente sfidando lo Stato e i cittadini perbene a colpi di bombe. Occorrono interventi straordinari ed urgenti nella Capitanata, per quella che rappresenta una vera e propria emergenza criminale nazionale, come affermato dal procuratore nazionale antimafia De Raho. Il territorio foggiano si estende per più di 7 mila chilometri quadrati, conta una popolazione di oltre 600 mila abitanti, ma ha un solo tribunale, quello di Foggia, che conta circa 13 mila procedimenti pendenti che non riescono ad andare avanti per carenza di aule giudiziarie. Si tratta di una situazione insostenibile e non più accettabile. Entrambe le mafie, quella affarista e quella militare, sono pericolose e lo Stato non può permettersi di dare alcun segnale di debolezza. È per questo che per il MoVimento 5 Stelle, più di ogni altra cosa, è urgente e prioritario l'intervento legislativo volto a garantire la tenuta costituzionale dell'impianto dell'ergastolo ostativo e, allo stesso tempo, volto a garantirne pienamente la funzione di baluardo imprescindibile nella lotta alle mafie e ad ogni forma di criminalità organizzata che questo istituto ha sinora svolto, grazie all'intuizione di Giovanni Falcone.

Signora Ministra, lei ha citato Falcone in un passaggio della sua relazione e ci ha ricordato come quest'anno ricorreranno i trent'anni dalla barbara uccisione del giudice Falcone e del giudice Paolo Borsellino. Ecco, affinché la loro memoria, il loro sacrificio e le loro idee, per le quali sono stati barbaramente uccisi, vengano realmente onorati e rivitalizzati, noi tutti abbiamo un solo dovere, anzi, un imperativo categorico: intervenire entro la scadenza fissata dalla Corte costituzionale per il prossimo mese di maggio. Da siciliana, da palermitana, glielo dico col cuore veramente in mano, lo dico a tutti col cuore in mano, io proverei profonda vergogna a sedere in un Parlamento che abdicasse alle sue responsabilità e fallisse in questo compito, per di più proprio in coincidenza dell'anniversario. Sarebbe una beffa insopportabile, non solo per noi, ma per tutti i cittadini perbene che credono nella lotta alle mafie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie Presidente. Grazie signora Ministra, l'abbiamo ascoltata con attenzione. Abbiamo apprezzato e condiviso il suo intervento, sia per la scelta dei temi sia per il modo in cui ogni singolo tema è stato trattato. L'obiettivo di riportare la giustizia italiana e i processi ad un modello di efficienza e di competitività tali, che sappia, da un lato, riconquistare la fiducia dei cittadini garantendo una tutela effettiva dei diritti e sappia, dall'altro lato, permettere la ripresa degli investimenti, aumentando contestualmente la fiducia nella giustizia da parte delle imprese italiane e straniere, è una priorità per il Paese e anche per Coraggio Italia, ma è anche una sfida.

Senza dubbio in questo anno abbiamo posto delle solide basi per una ristrutturazione, nei tempi previsti dalle scadenze del PNRR. In un certo senso siamo riusciti con lei a togliere la giustizia dopo troppi anni - e se ne ravvisava l'esigenza - dal terreno dello scontro politico-elettorale, spostandola sul piano della concretezza e della serietà, senza compromettere quei diritti costituzionalmente garantiti, attorno ai quali è costruito il nostro sistema della giustizia. Uno spiraglio per uscire dal pericolo ricorrente del giustizialismo, una politica senza populismo e senza slogan, che noi condividiamo e che si traduce in pragmatismo. È necessario essere concreti e pragmatici. Lo chiedono le imprese, lo chiedono gli operatori del diritto e anche i cittadini, soprattutto al fine di vedere garantito il loro diritto a processi giusti e rapidi. È a tutti loro che dobbiamo dare delle risposte.

Essere coinvolti in un processo significa dedicare anni della propria vita a difendersi nelle aule dei tribunali e questo influisce negativamente sulla qualità della vita del singolo cittadino coinvolto e di tutta quella platea di soggetti che sono ad esso legati, determinando una situazione di incertezza che è assimilata ad un vero e proprio diniego di giustizia. Il processo è considerato già di per sé una sanzione anticipata. Così viene percepito da chi lo vive, senza contare che lo stesso determina una sterilizzazione sociale dell'individuo, che viene di fatto escluso dai circuiti sociali, professionali e imprenditoriali nei quali è inserito. Altre volte a questo si aggiunge un processo mediatico, che produce delle alterazioni ingiustificabili degli equilibri informativi, con un ribaltamento della presunzione di innocenza e la creazione di due verità parallele, quella processuale e quella mediatica. In questo anno, per ovviare ad alcune storture, abbiamo fatto un passo in più in questo senso, dando attuazione agli impegni assunti in ambito europeo nel tema della presunzione di innocenza.

Sempre sulla scia di una giustizia che pone maggiore attenzione alle parti del processo, condivido l'intenzione di sviluppare un nuovo paradigma della giustizia penale, complementare a quella tradizionale, cioè quello della giustizia riparativa, sulla quale noi di Coraggio Italia le diamo la nostra disponibilità a lavorare, perché crediamo che contribuire ad alleviare la sofferenza della vittima, quella sofferenza emotiva-sociale, sia importante, se non di più, tanto quanto giungere ad una riparazione economica del danno subito. Ed è altrettanto importante responsabilizzare gli autori dei reati e riuscire a domare la violenza, riducendo così anche il rischio di recidiva.

In questo scorcio di legislatura e, quindi, guardando avanti in prospettiva, credo vi sia ancora la possibilità di affrontare altre questioni di varia natura e complessità, come quella del CSM. Oggi è quanto mai necessario consolidare la fiducia nella magistratura, rilanciandone l'autorevolezza e il prestigio attraverso una revisione dell'organo di autogoverno, rivisitando il suo sistema elettorale, rivedendone la composizione e le modalità di funzionamento.

Giusto anche il suo accenno nella relazione al fattore organizzativo. Per assicurare ai cittadini una giustizia di qualità, occorre senza dubbio dargli una nuova centralità. Uno studio Ocse evidenzia un aspetto molto interessante e cioè che le differenze dei Paesi nella durata dei procedimenti non sembrano attribuibili ai divari nell'ammontare delle risorse finanziarie pubbliche destinate alla giustizia. Ciò che conta, quindi, e ciò a cui dobbiamo mirare e puntare è un'efficiente organizzazione degli incentivi adeguati, una governance dei tribunali diversa e, soprattutto, massicci investimenti in digitalizzazione del sistema e nella formazione degli organici, procedimenti giudiziari snelli e agili. Dobbiamo continuare a rafforzare gli organici, dal personale della giustizia a quello della magistratura.

È solo migliorando la qualità e l'efficienza della giustizia che migliorano anche le condizioni di finanziamento delle famiglie e delle imprese e aumenta anche la competitività del nostro Paese, perché gli ostacoli agli investimenti risiedono anche nella complessità e nella lentezza della giustizia. Difatti, i lunghi tempi minano anche la credibilità del nostro Paese. La giustizia è infatti considerata a livello internazionale non soltanto un elemento costitutivo dell'economia, ma anche e soprattutto un fattore di competitività. Si stima che, se solo avessimo un sistema giudiziario allineato alla media europea, riusciremmo ad attrarre fino a 170 miliardi di investimenti esteri, oltre ad un recupero sul PIL tra i 30 e i 40 miliardi. Per provare a migliorare la nostra competitività, quindi, è stato fondamentale concentrarsi sulla riforma del processo civile. Positiva anche la riforma delle norme sull'insolvenza delle imprese, che potranno produrre effetti positivi sul sistema economico, ben più di tante misure economiche temporanee; ma siamo anche consapevoli che ogni riforma è un processo che si attua per tappe.

La pandemia, per certi versi, ha condizionato e accelerato l'approvazione delle riforme, per l'esame delle quali sicuramente il Parlamento avrebbe preferito avere più tempo a disposizione, ma ha anche creato nuove opportunità che stiamo cogliendo. Naturalmente il cammino è ancora lungo; abbiamo alcune riforme da affrontare e dobbiamo adottare decreti legislativi delegati, in materia penale civile, di insolvenza, di diritto dei minori e di famiglia, ma è indispensabile proseguire con speditezza, perché sulla giustizia è necessario lavorare con continuità e ascoltando sempre gli operatori e le parti sociali.

Signora Ministra, in conclusione, Coraggio Italia le assicura un confronto leale e collaborativo, volto a costruire una giustizia veloce e che funzioni e volto a cercare soluzioni percorribili. Siamo convinti che, valorizzando ognuno le proprie posizioni, in questo modo riusciremo a raggiungere importanti e significativi risultati nell'interesse degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Grazie Presidente. La sua relazione, signora Ministro, è esauriente; mette in evidenza criticità, ritardi strutturali e situazioni insostenibili, però mette anche in luce il lavoro importante di questo anno per rendere civile ed europea la giustizia italiana. Governo e Parlamento hanno raggiunto risultati significativi e importanti: la riforma del processo civile e penale, gli investimenti nell'ammodernamento edilizio e tecnologico delle strutture giudiziarie e di quelle carcerarie, l'assunzione di migliaia e migliaia di personale di cancelleria, di magistrati, Polizia penitenziaria, forse per l'ufficio del processo. C'è un anno, adesso, per completare questo lavoro e provare a chiudere davvero una pagina ormai quasi trentennale, in cui la giustizia è stata troppo spesso usata come clava divisiva di scontro politico.

Sul tema carceri ha già pronunciato parole importanti il deputato Andrea Giorgis, che ha già lavorato su questo molto bene al Ministero nel precedente Governo. Ci sono decreti da scrivere e riforme da completare. Su alcune il Parlamento è già al lavoro: l'ergastolo ostativo, la legalizzazione della cannabis, il fine vita. Ci sono direttive e sentenze europee recepite da attuare al meglio, come quelle che riguardano la presunzione di innocenza e la fine delle cosiddette gogne mediatiche, principi fondamentali, civili e costituzionali, da attuare con altri ugualmente fondamentali, come la libertà di informazione e il diritto del cittadino ad essere informato, e i due principi debbono stare insieme.

Un altro appuntamento - lei lo ricordava bene -, al quale arrivare prima possibile, è la riforma dell'ordinamento e del Consiglio superiore della magistratura. Anche qui lei ha lavorato con il Parlamento, innestando il suo lavoro su quello con me compiuto dal precedente Governo e dal precedente Ministro, modificando, con il nostro sostegno, quelle parti che erano da cambiare anche profondamente, come la prescrizione. Lo ha fatto tenendo insieme la necessità di arrivare al giusto processo, ad un sistema di garanzie dentro il quale c'è il perno della presunzione di innocenza, il rifiuto del fine processo mai, insieme con il diritto-dovere di tutelare le vittime dei reati, siano singoli cittadini o la collettività, e tenendo sempre la guardia alta contro le mafie e la corruzione. Garantire in tempi certi e di durata ragionevole un esito processuale quando c'è un rinvio a giudizio: un esito, qualunque esso sia, è infatti un diritto degli imputati e delle vittime dei reati e un dovere dello Stato.

È in questo quadro che sta la riforma del CSM per contribuire a quella rigenerazione della magistratura, che vive da tempo una pericolosa crisi di credibilità. Anni difficili nei quali il pluralismo delle aree culturali ha lasciato il posto a un correntismo esasperato, a un carrierismo devastante e a rapporti opachi, in certe fasi, anche con poteri economici e politici e questo ha minato i principi e la prassi dell'autonomia e dell'indipendenza. Anni pesanti che hanno riguardato anche il CSM, epicentro di questa crisi. A nostro giudizio, la guida del Presidente della Repubblica Mattarella è stata un riferimento puntuale e unificante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), così come lo è stato anche il mandato svolto quotidianamente dal vicepresidente Ermini che ha guidato in mezzo alla tempesta il Consiglio, tenendo come bussola la sua autonomia e la Costituzione. Si deve però voltare pagina. Auspichiamo che quegli emendamenti che lei - lo ha ricordato - ha sottoposto alla valutazione politico-istituzionale del Consiglio dei Ministri arrivino quanto prima in Commissione. Come PD ne condividiamo l'impianto però sottolineiamo alcune esigenze: un nuovo sistema di elezione trasparente contro le degenerazioni correntizie che garantisca la parità di genere, che sciolga realmente, costituzionalmente il nodo delle incompatibilità, prima, dopo e, tanto più, durante l'esercizio del ruolo di magistrato, e le possibili candidature o incarichi nelle istituzioni locali e nazionali. Sosteniamo criteri più trasparenti, meritocratici per la valutazione delle domande per gli incarichi direttivi e un maggior peso reale degli ordini degli avvocati nei consigli giudiziari.

Infine, vogliamo lavorare su un binario parallelo per la costituzione di una sorta di Alta corte che definisca le questioni disciplinari e i ricorsi che riguardano tutte le magistrature, anche quella amministrativa.

Ho finito, Presidente. Voglio solo dire, da ultimo, che apprezziamo anche la celerità e la tempestività con la quale il CSM sta procedendo a sanare la situazione determinata proprio, alla vigilia dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, da una sentenza del Consiglio di Stato, sul cui merito ovviamente non entriamo, che ha sollevato più di una perplessità, quantomeno per la tempistica. Insomma, con questa riforma dobbiamo aiutare a combattere errori, degenerazioni, improprie invasioni di campo, atteggiamenti contrari, anche di pezzi della magistratura, ai principi del giusto processo e della presunzione di innocenza. Dobbiamo fare questo non per picconare e non per cercare vendette ma per aiutare la magistratura a ritrovare credibilità, per rafforzarne e non per indebolire l'autonomia e l'indipendenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (FI). Grazie, Presidente. Ministra Cartabia, alla luce di quanto accaduto poche settimane fa in provincia di Varese, dove un uomo ai domiciliari per tentato omicidio, per il quale era stato attivato il codice rosso a causa di maltrattamenti contro la moglie, ha ucciso suo figlio di sette anni, sono convinta che sia necessario fare una riflessione seria sul fatto che la nostra normativa debba essere modificata con urgenza.

Non è più tollerabile che i tribunali continuino ad ignorare le denunce e i precedenti di violenza nei procedimenti di affido e non è più tollerabile che sia permesso ad un genitore violento di passare del tempo, normalmente, con i propri figli, soprattutto quando gli stessi figli sono ad esprimersi specificando di averne paura. La violenza non può continuare ad essere ritenuta conflittualità di coppia e deve essere sempre tenuto in considerazione il superiore interesse del minore, la sua tutela e la sua vita. È necessario affermare normativamente che un genitore violento non può essere un buon genitore e questo indipendentemente se la violenza sia stata riconosciuta in tutti i gradi di giudizio. Ritengo sia opportuno applicare un principio di precauzione, in questi casi. Riferendoci dunque alla legge n. 54 del 2006, possiamo affermare che tale normativa è stata male applicata, attuandosi spesso una bigenitorialità a tutti i costi, anche quando in realtà è un pericolo per il minore, mentre dovrebbe essere automaticamente messa da parte in tutti i casi in cui ci sia anche solo un sospetto di pericolo per i bambini. Questa legge deve essere modificata a tutela dei minori. Ci aspettiamo venga fatto il prima possibile e che tale modifica sia inserita all'interno dei progetti del Ministero della Giustizia di questo anno. Molto spesso, i magistrati, i consulenti tecnici d'ufficio e i servizi sociali sembrano riconoscere ad un genitore violento troppe possibilità perché credono, probabilmente, che un violento possa essere comunque un buon genitore finché non agisce con violenza direttamente sul bambino, ignorando però completamente i danni provocati dalla violenza assistita.

Tutto ciò è in netto contrasto con quanto disposto dalla Convenzione di Istanbul. L'ascolto del minore è previsto anche nella riforma del processo civile ma, Ministra, chiediamo che un così importante strumento non sia nuovamente delegato ad una figura terza che poi riporti la sua personale interpretazione al giudice che dovrà comunque decidere del futuro di quel bambino. Vi chiediamo di prevedere quanto prima che sia sempre e solo il giudice nominato ad ascoltare direttamente il minore. Le chiedo a cosa serva aver ratificato la Convenzione di Istanbul, che prevede espressamente che il giudice debba tenere in debita considerazione, quanto decide circa l'affidamento dei figli, tutti gli episodi di violenza agiti, con il fine ultimo di garantire la sicurezza dei bambini. Nel caso del piccolo di Varese, di cui parlavo poco fa, per il quale le ho chiesto pubblicamente di intervenire con urgenza, sappiamo che lei ha inviato gli ispettori. Ma come è stato possibile che quel padre abbia avuto piena libertà di stare con il bambino nonostante misure cautelari piuttosto gravi e nonostante due denunce della ex moglie per maltrattamenti? Non sarebbe stato opportuno sospendere gli incontri con il padre? Le sono state indirizzate decine di interrogazioni parlamentari su casi di possibile pericolo o non tutela del supremo interesse del minore. Allora perché, per quanto di sua competenza, non pensare di inviare le ispezioni prima di epiloghi come quello appena citato? Nel nostro Paese esiste un pericoloso paradosso: i procedimenti di separazione e di affido e quelli penali riguardanti le stesse persone vanno esattamente su due binari opposti, come due rette parallele che mai si incontreranno, e l'affido dei figli è stabilito ormai per prassi tramite ricorso a consulenze tecniche che non prendono in considerazione eventuali denunce o procedimenti penali a carico di un genitore. Perché? Il consulente tecnico d'ufficio dovrebbe essere una figura chiamata dal giudice solo in casi molto complessi e quando vi sia realmente necessità di capire aspetti psicologici o per valutare l'effettiva capacità genitoriale, così come dichiarato anche in audizione dal presidente dell'Associazione nazionale dei magistrati. Il ricorso sistematico a tali consulenze invece è divenuto un mezzo attraverso cui viene rivittimizzato il genitore protettivo, nella maggioranza dei casi la madre. Siamo d'accordo con lei, la formazione di giudici specializzati nell'ambito è essenziale. Però, non possiamo poi lamentarci se le donne hanno paura di denunciare per timore di non essere credute o essere giudicate ostative e alienanti e di perdere addirittura l'affido dei propri bambini, se queste sono le premesse. Abbiamo delle proposte in Commissione, Ministra, qui alla Camera dei deputati. Quindi, le chiediamo un confronto, chiediamo di mettere a punto un testo unico e soprattutto un'iniziativa parlamentare e che, con il suo supporto, possa essere approvata nel minor tempo possibile, per permetterci finalmente di cambiare lo stato dei fatti e di tutelare concretamente i minori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle comunicazioni della Ministra della Giustizia.

(Annunzio di risoluzioni)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Saitta, Turri, Bazoli, Zanettin, Annibali, Conte, Parisse, Costa e Lupi n. 6-00204, Lollobrigida ed altri n. 6-00205 e Colletti ed altri n. 6-00206. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Replica e parere della Ministra della Giustizia)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare di replicare la Ministra della Giustizia, che esprimerà altresì il parere sulle risoluzioni presentate.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Grazie molte, Presidente. Vi sono veramente grata, intanto, per le parole di apprezzamento del lavoro svolto - lo ribadisco anche qui - non nei miei confronti, ma nei confronti dell'attività che insieme abbiamo condotto, per iniziare questo procedimento di rinnovamento della giustizia che tutti avete sottolineato essere essenziale per il futuro del Paese. Vi ringrazio per aver sottolineato, nei vostri numerosi e ricchissimi interventi, i tanti interventi già svolti e anche per aver elaborato numerosi suggerimenti e prospettive di cui ho preso nota, che valuteremo insieme nel prosieguo del lavoro che ci attende nei prossimi mesi. Vi ho occupato anche troppo tempo con la relazione introduttiva e, quindi, mi limito soltanto a cogliere l'occasione per brevissime repliche su alcuni aspetti molto, molto puntuali, mentre ciò che riguarda suggerimenti di nuovi interventi, riforme, eccetera, merita sicuramente un approfondimento che non possiamo fare in questa sede, in questa lunga sessione di confronto. Qualche spunto, tra quelli che mi permettono una reazione immediata. L'onorevole Giorgis sottolineava il problema delle REMS, sul quale stiamo lavorando.

C'è un tavolo aperto sempre per l'approfondimento di questa tematica e anche di tutta la situazione della salute psichica dei detenuti in generale e delle persone che invece non debbono andare in carcere. È in arrivo a brevissimo una sentenza della Corte costituzionale che rimetterà in moto questo problema, perché interviene dopo un'istruttoria che ha coinvolto il Ministero della Giustizia e anche il Ministero della Salute; ci sono stati chiesti moltissimi dati che abbiamo condiviso anche con il Ministero della Salute. Poiché c'è una scadenza del Presidente, a giorni arriverà questa sentenza e quindi credo che questo sarà un momento in cui potremmo anche capire se, come e in che direzione sviluppare una nuova riflessione su questa tematica.

Le donne con i bambini in carcere sono poche, ma ho sempre detto che anche un solo bambino è di troppo. Ci stanno aiutando anche tante realtà della società civile laddove ci sono le condizioni per accogliere in comunità, in case famiglia, in modo da evitare ai bambini innocenti di fare un'esperienza così traumatica come quella di vivere i primi giorni, i primi anni della loro vita in un ambiente severo e così poco accogliente come quello del carcere.

L'onorevole Siracusano mi ha dato moltissimi spunti, moltissimi suggerimenti che ho segnato, tra l'altro sull'aspetto dei beni confiscati. Ci sono aspetti anche nella delega penale che andranno sviluppati (non la vedo qui). Mi segnalava anche, alla fine, qualche profilo relativo alla situazione di Messina; venerdì sarò a Messina e potrò verificarla e affrontarla in prima persona. L'onorevole Dori chiedeva una precisazione sul piano dei fabbisogni. In realtà, il piano dei fabbisogni c'è fino al 2023 ed è sulla base di questo che sono previste 18 mila assunzioni. Quello a cui stiamo lavorando è il nuovo piano dei fabbisogni. Quindi, fino al 2023 possiamo proseguire con le assunzioni, altrimenti saremo bloccati (invece ne stiamo facendo moltissime). Si sta facendo un nuovo piano assunzioni che, però, attende la conclusione del nuovo contratto collettivo nazionale, per cui, a breve, quando si sblocca l'uno poi proseguirà anche l'altro. Sull'ordine del giorno sulla collegialità del tribunale della famiglia in primo grado, ribadisco - l'avevo detto davanti a tutti i Presidenti dei tribunali per i minorenni - che è un impegno serio; lì c'erano stati anche condizionamenti legati ad un problema di coperture finanziarie. Sono convinta, tanto quanto voi, tanto quanto tutti gli operatori, che la collegialità su decisioni così delicate come quelle che riguardano i minori sia una garanzia per tutti e anche un sollievo per chi quelle decisioni le deve assumere, che non è caricato individualmente di questa responsabilità.

Ci sono altre osservazioni che venivano, per esempio, dall'onorevole D'Orso, circa l'ampliamento della pianta organica dei magistrati, per un insufficiente quantità di risorse nella legge di bilancio. Allora, l'ampliamento della pianta organica è stato oggetto di riflessione nel Governo. In questa fase, poiché è così alto il numero delle scoperture - circa 1.300 - sembrava intempestivo e prematuro fare un ampliamento della pianta organica, perché intanto dobbiamo coprire i posti che abbiamo adesso da coprire. Quanto alle risorse è vero che, rispetto agli altri anni, sembrano meno quelle dedicate alla giustizia, ma intanto sono entrate tutte quelle del PNRR, laddove la giustizia ha avuto un cospicuo ammontare di risorse. In ogni caso, per il personale è stata fatta questa scelta di assegnare ad un unico grande fondo, che ancora deve essere ripartito, a cui speriamo di poter attingere per le diverse esigenze del nostro comparto. Credo che le cose che potevano avere una risposta nell'immediato ve le ho date. Mi limito a concludere sulla nota sulla quale abbiamo aperto, per riprendere un suggerimento, un'osservazione dell'onorevole Ferri circa il fatto di ascoltare i cittadini.

È vero, credo sia una risorsa che dobbiamo davvero tenere in considerazione con grande attenzione.

Richiamare delle lettere individuali, ascoltare, leggerle, farci anche scomodamente provocare dalle loro esigenze credo sia una risorsa delle nostre istituzioni che non dobbiamo disperdere, un dovere innanzitutto, perché siamo qui al servizio dei cittadini, ma, per quanto mi riguarda, reputo anche che sia uno stimolo - lo stimolo più vero - per avere il polso di dove si annidano i bisogni, di dove davvero dobbiamo indirizzare le nostre priorità.

L'onorevole Ferri faceva riferimento al caso di Niccolò Ciatti. In quel caso, devo dire, lo sconcerto è stato di tutti. Eravamo ad un attimo - stava iniziando il processo, il processo prosegue - ma intanto la persona nei confronti della quale c'erano molte prove è stata liberata per una serie di vicende che, probabilmente, gli hanno consentito di non essere forse neanche più sul territorio, e lo stiamo cercando. Ci sono dei casi che sono sconcertanti, ci sono dei casi che ci turbano profondamente. Io, in quell'occasione, quando ho saputo di questa vicenda e anche del dolore, dello smarrimento di questi genitori che erano ad un soffio dal vedere il corso della giustizia e l'accertamento delle responsabilità, mi sono sentita quantomeno di dovermi fare presente con una telefonata: non era una telefonata risolutiva, non potevo dire “adesso ci penso io”; non era nei miei poteri, non è nei miei poteri, non posso interferire sul lavoro del giudice e non posso certo andare a recuperare una persona o arrestarlo, laddove non so dove sia, ma c'è qualcosa che reputo faccia parte del nostro dovere di Ministri, di uomini e donne delle Istituzioni, ed è farci sentire vicini ai cittadini anche quando non siamo in grado di dare una risposta adeguata, all'altezza di tutte le loro aspettative.

Io qui mi fermo. Avete capito lo spirito con cui ho cercato di servire il Ministero della Giustizia quest'anno e con cui mi piacerebbe poter continuare questa esperienza di Governo, che ha davanti a sé tante possibilità di sviluppo per poter davvero implementare tutto questo lavoro che abbiamo avviato. Serve la collaborazione di tutti; abbiamo davanti appuntamenti importanti. Il PNRR ci chiede di impegnarci sull'attuazione delle deleghe, sulla riforma dell'ordinamento giudiziario, sulla riforma della giustizia tributaria che è un altro capitolo importante che ancora dobbiamo aggredire.

Sono arrivate le risoluzioni e le ho esaminate nell'ordine con cui sono pervenute: la risoluzione n. 6-00204, a firma degli onorevoli Saitta, Turri, Bazoli, Zanettin, Annibali, Conte, Parisse, Costa….

PRESIDENTE. E Lupi.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. …che prende atto dell'esposizione della relazione e la approva, e quindi ha il parere favorevole del Governo.

C'è poi una ricca e articolata risoluzione, n. 6-00205, che ha numerose firme….

PRESIDENTE. Lollobrigida e altri.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Sì, ed è molto articolata. Consta di moltissimi punti, alcuni dei quali sarebbero sicuramente condivisibili. Ne leggo alcuni: l'attuazione delle riforme ordinamentali processuali, la realizzazione di interventi finalizzati al superamento delle carenze drammatiche di magistrati e altri. Ci sono, però, altri punti che, diciamo, vanno in direzione contraria all'opera, al lavoro e alla politica seguita da questo Ministero. Basta leggere il primo, sulla reintroduzione della normativa della prescrizione prima dell'intervento abrogativo e, pertanto, il parere su questa risoluzione non può essere favorevole: è contrario.

Scusate ma sono in difficoltà, perciò per brevità vi dico che, per analoghe ragioni, pur condividendo e riconoscendo alcuni aspetti anche della successiva risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, la medesima non può avere il parere favorevole del Governo, perché su altri punti si discosta sensibilmente dalle linee che stiamo perseguendo.

PRESIDENTE. La ringrazio molto signora Ministra. Prima di passare alle dichiarazioni di voto, ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, poiché la Ministra ha detto che condivideva alcune parti della risoluzione a mia prima firma e che la votazione sarà su parti separate, come ho detto agli uffici, volevo conoscere su quali parti era condivisa la risoluzione e su quali parti no.

PRESIDENTE. Durante le dichiarazioni di voto, senz'altro la Ministra potrà valutare eventuali variazioni al parere che ha già formulato, che esprimerà senz'altro prima del voto, come da prassi.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto. Sarà un voto favorevole alla risoluzione che approva le sue dichiarazioni, Ministra, perché apprezziamo la relazione, apprezziamo l'approccio, apprezziamo anche l'inversione di rotta che c'è stata sui principi e, soprattutto, il rispetto con il quale ha valutato tutte le nostre proposte e tutti i nostri spunti, al di là poi dell'esito finale. Però, c'è un profilo sul quale è opportuno richiamare il Governo, e lei comunque lo ha fatto, nella sua relazione. Lei ha parlato di riforma del CSM e ne ha riconosciuto l'urgenza, un'urgenza che, se possibile, esce rafforzata da quanto accaduto sul tema della scelta del Primo presidente della Cassazione, che è l'emblema di un CSM che decide le regole a cui vincolarsi, le viola e, vedendo le sue scelte bocciate, le reitera fulmineamente, sfidando il Consiglio di Stato e aprendo ovviamente un conflitto istituzionale. Io non so dire chi abbia ragione, ma un dato è certo: noi ci mettiamo tre anni a riformare il CSM, altri tre giorni a rinominare un Presidente bocciato dal vertice della Cassazione; vi chiedo, e chiedo a tutti voi: cosa sarebbe successo ad un sindaco che, di fronte ad una delibera bocciata dal Consiglio di Stato, avesse insistito, reiteratamente? Io penso che a qualcuno tutto sia concesso, ma, Ministra, questo è l'indice di misura di un atteggiamento che lei ha subito sulla sua pelle quando ha provato a scrivere norme di civiltà che lor signori non condividevano; ha subito attacchi, anche feroci. Io penso sia il momento che la politica si riappropri del coraggio delle scelte e del coraggio delle decisioni, con concretezza. Saremo certamente al suo fianco (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie. Anche io ho firmato, ovviamente, la risoluzione di maggioranza. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Ministra, approviamo totalmente la sua relazione, della quale condividiamo soprattutto i principi e lo spirito che l'hanno guidata in questo anno di lavoro per le riforme. L'immagine della bilancia, con cui viene tradizionalmente rappresentata la giustizia, scusate il gioco di parole, non le rende giustizia; in una società libera, la giustizia vera è qualcosa di più, è fonte di pace e la condizione per la costruzione del bene comune.

Veniamo da anni in cui della giustizia si è abusato, in cui è stata usata come arma politica, dobbiamo avere il coraggio di dirlo. Abbiamo visto in azione forme alterate della giustizia, che hanno calpestato i valori e i principi giuridici su cui si basa la nostra civiltà e la vita del nostro popolo e, ciò che è più grave, i diritti della persona.

Lei, nell'ultima parte della sua relazione, ha parlato di giustizia riparativa: è un principio, una pratica che mi auguro e ci auguriamo si diffonda sempre di più, che illumina anche i criteri con i quali sono state varate le riforme penali e civili, allargando un'idea, purtroppo molto diffusa mediaticamente, che fa coincidere la giustizia con l'indagine e la pena con il carcere. Decongestionare i tribunali e le carceri, cercando, come si sta facendo, soluzioni alternative, è un imperativo non solo di efficienza, ma morale; è un giusto obiettivo politico; responsabilizzare, riparare, ricucire con la società, centralità della vittima; “no” a un pensiero debole, “no” a un'idea delle carceri che non siano effettivamente, invece, un luogo di rieducazione come, tra l'altro, ci richiamava la figura di Nicolò Amato: la forza della ragione più che la ragione della forza. Aggiungo un punto, signor Presidente, e vado verso la conclusione. Abbiamo assistito a una proliferazione di reati dai contorni fumosi che, oltre a ingolfare il sistema, espongono chi è accusato a gogne mediatiche che poco hanno a che fare con la giustizia. E mi permetta, in conclusione, di fare l'ultimo esempio, di grande attualità, il traffico di influenze in cui è incappato Beppe Grillo: io non provo alcuna soddisfazione per quella che ha tutte le caratteristiche di una nemesi storica - potremmo dire: chi è causa del suo mal pianga se stesso - ma è un'accusa che trovo penalmente assurda, così come trovo sospetta la tempistica con cui ne è stata data notizia. Il traffico di influenze è un abominio: il Parlamento ha la sua natura nella rappresentanza degli interessi, quelli positivi che si mettono insieme e che dialogano e trovano l'interesse comune. Ricordo che ho sottoscritto, ovviamente, anche la mozione di maggioranza e signor Ministro, vada avanti in particolare su questa sfida della giustizia riparativa. Voteremo convintamente la sua relazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Grazie Ministro, per la sua relazione, esaustiva, puntuale. Mi fa piacere, oggi, aver appreso del suo interessamento, così importante e così costante, nei confronti dell'andamento dell'attività giudiziaria nei tribunali e aver appreso che un Ministro, finalmente, si è recata all'interno dei tribunali per prendere coscienza, pienamente coscienza dell'andamento dell'attività giudiziaria in Italia.

Ecco, Ministro, vorrei che lei adesso facesse un altro passo ancora più importante, ossia che si recasse all'interno di tutte le carceri italiane per vedere come si vive all'interno delle stesse, Ministro; glielo dico perché qualcuna l'ho visitata; io vengo dalla Sardegna, dove mi sono recata in alcuni istituti di pena e ho visto situazioni veramente spaventose, Ministro. Quando dobbiamo definire civile una Nazione, che cosa andiamo a guardare? Andiamo a vedere la scuola, andiamo a guardare la sanità e andiamo a vedere la situazione delle carceri. ecco, Ministro, oggi, in Italia, noi possiamo dire che siamo una Nazione civile? Se entriamo in un carcere italiano vediamo che vi sono situazioni veramente disumane. Come viene gestita la sanità all'interno delle carceri italiani? La invito a venire a Nuoro, Ministro, a vedere il carcere di Badu' e Carros, dove i detenuti hanno una situazione veramente invivibile, così come gli operatori sanitari che lavorano all'interno di queste carceri; la rieducazione non è questa; non è questa, Ministra, la rieducazione, l'eccesso dell'utilizzo di benzodiazepine, di psicofarmaci somministrati da personale non specializzato.

Allora, basta, Ministro, all'interno di questo Parlamento, basta con le commissioni, iniziamo con le azioni; vedo che c'è una grande sensibilità da parte sua. La invito a iniziare questo nuovo percorso di civiltà per la nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Signora Ministro, io farò un intervento cercando di essere il meno ipocrita possibile. So che, in quest'Aula, è raro fare un intervento sincero, non ipocrita, ma forse sarà irrituale e già me ne scuso con lei.

In primis, voteremo contro questa vergognosa e laconica risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), perché sinceramente è abbastanza triste pensare che il pensiero di una maggioranza sia in due parole, la prova. Ma, Ministro, devo anche dirle che ho ascoltato il suo intervento attraverso i canali interni e anche da qui - non lo prenda come un fatto personale - e mi dispiace dirlo, ho ascoltato un'ora di chiacchiere; belle, emozionanti, ma chiacchiere; convincenti; chiacchere da candidata in panchina, magari, alla Presidenza della Repubblica, ma che rimangono chiacchiere; e nei 4 minuti che mi sono stati concessi dalla Presidenza su questo intervento le vorrei spiegare anche perché. Lei ha letto una lettera di una madre che ha perso un figlio, una lettera molto emozionante di una vittima di un reato, però dovrebbe avere anche il coraggio di spiegare a quella madre che, qualora il processo d'appello dovesse durare più di due anni, quel processo potrebbe essere cancellato dalla sua riforma e dalla riforma sull'improcedibilità che ha votato tutta la maggioranza parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), e questa è una verità che si merita, quella madre, di conoscere. E le cito anche un caso specifico; ho difeso una famiglia a cui è morta una bambina di tre mesi per un caso di malasanità; è finita in appello, con la prescrizione.

Se, all'epoca, fosse stata in vigore la riforma che aveva portato avanti l'ex Ministro Bonafede, forse l'unica riforma buona che fece l'ex Ministro Bonafede, noi avremmo ottenuto una condanna; se fosse stata in vigore la sua riforma, sarebbe stata dichiarata improcedibile, perché il processo d'appello era durato 2 anni e un mese. E questa, Ministro, non è giustizia, perché lei, con le sue azioni legislative, ha deciso da quale parte stare, quali interessi proteggere nella giustizia e, sicuramente, non vuole proteggere gli interessi delle vittime dei reati ma, magari, gli interessi di un'altra classe di persone, gli interessi da Ministro non della Giustizia, ma della “Ingiustizia” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

E parlando di ergastolo ostativo, Ministro, le comunico che quest'oggi, visto che lei ha anche fatto riferimento a Falcone e Borsellino, il suo sottosegretario ha bloccato i lavori della Commissione sull'ergastolo ostativo. Non so se lei ne era a conoscenza, perché voi non avete ancora a disposizione i pareri. Sono passati mesi dall'ordinanza della Corte costituzionale, su cui noi non siamo d'accordo, mesi e voi ancora non avete i pareri e state bloccando l'attività di questo Parlamento, con la complicità, ovviamente, dei partiti di maggioranza che non se ne possono lavare le mani. E la stessa complicità c'è sul Consiglio superiore della magistratura. Dal 3 giugno aspettiamo i vostri emendamenti, quasi come questo Parlamento debba attendere per forza il Governo per poter legiferare. Ma questa è la Costituzione materiale attuale. Ebbene, da 7 mesi stiamo aspettando i vostri emendamenti e da quello che si subodora, in realtà, saranno emendamenti che andranno a favore delle correnti e della partitocrazia - altro che “Palamaragate” - con gli accordi in visione, ovviamente, in indagine, di vari PM, che hanno portato anche all'elezione dell'attuale vice presidente del CSM, David Ermini. E allora con che coraggio voi, in realtà, andate a perpetrare uno status quo, lo andate a proteggere da influenze esterne? Come in un fortino, per continuare ancor di più in quello che stavano facendo, negli accordi sottobanco per le nomine dei procuratori capo delle procure della Repubblica, per le nomine dei presidenti delle corti d'appello e dei tribunali. È sempre la stessa solfa, perché voi, purtroppo, fate parte sempre dello stesso sistema. Non ho tempo per discutere della giustizia civile, è una giustizia che, con l'aumento delle tasse - perché le vorrei chiamare così -, in realtà, sta diventando una giustizia di classe. Ed è per questo motivo che non possiamo minimamente approvare il suo discorso perché - glielo dico da avvocato, da cittadino e non solo da deputato - il suo discorso, ma, soprattutto, le sue azioni, in questo quasi anno di Governo, sono quasi totalmente da rigettare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Signora Ministra, abbiamo apprezzato l'impianto della sua informativa e il nostro consenso sarà convinto, soprattutto perché ricostruisce un'attività che si è svolta in quest'anno con lo stile apprezzabile di evidenziare il lavoro di “riammaglio” con l'opera del Governo precedente, ma delinea anche le linee programmatiche del futuro, non solo prossimo, del suo Dicastero. Un percorso e una prospettiva che, giustamente, lei ha collocato nel contesto storico, sociale, economico in cui questa nostra attività si va a collocare, quello della pandemia mondiale da COVID-19, un tempo di crisi, che ci ha chiamato e ci chiama a scelte decisive. E, del resto, la etimologia greca della parola “krisis” è proprio questa: scegliere, la scelta viene tramandata dai greci come un'opportunità. Per dirla con le parole di Papa Francesco, peggio della pandemia ci sarebbe solo di sprecarla. Qual è l'opportunità del sistema giustizia? Un cambio strutturale di paradigma nel metodo e nel merito. Nel metodo, per passare da una stagione molto lunga - ormai sono trascorsi 30 anni da Tangentopoli - quella della contrapposizione di due schieramenti chiusi dentro questa distinzione manichea tra meta-giustizialisti e meta-garantisti alla stagione della concertazione, quella dell'accordo di tutti i protagonisti della giustizia. Nel merito, per avviare riforme che abbiano nell'urgenza la loro occasione, ma che non esauriscano nell'urgenza la loro funzione, cioè che abbiano un'aspirazione di sistema e di struttura. È questa la grande occasione che noi possiamo affrontare in questo momento storico. Mi riferisco, ovviamente, alle riforme già avviate - la riforma del processo civile, del processo penale -, che pure qualche costo parlamentare hanno pagato alla variegata sensibilità giuridica e politica della maggioranza, costi che spero si potranno, nei limiti consentiti, recuperare nella fase della delegazione, ma anche a quelle che dovremmo affrontare: l'ordinamento penitenziario, il sistema di esecuzione penale esterna, il tema delle carceri, così ben affrontato dall'onorevole Giorgis e, poi, il tema della riforma dell'ordinamento giudiziario, su cui più vorrò attardarmi. Per fare queste riforme, ovviamente, non bastano le norme, non serve solo il software, c'è necessità dell'hardware. E ricordava lei come saranno decisivi gli investimenti per il personale amministrativo, giudiziario, la novità straordinaria dell'ufficio del processo, come sono importanti gli investimenti per le strutture giudiziarie, gli spazi. Io, tra questi, però, evidenzierei, in particolare, l'investimento per l'infrastruttura digitale, perché è quella l'occasione materiale di cambiamento culturale della giurisdizione, per introdurre quella che lei suggestivamente definisce la cultura del dato e della sua trasparenza, un'occasione per ristrutturare il sistema sul duplice versante, nuovo per la magistratura, dell'organizzazione e della formazione. Sono questi i due driver con i quali possiamo introdurre due nuovi elementi connotanti il sistema giudiziario, la funzione giurisdizionale: l'efficacia e l'efficienza o, meglio, ancora l'efficienza e l'efficacia, l'efficienza del sistema generale e l'efficacia della scelta individuale, senza la preoccupazione, che viene paventata da ambienti spinti, secondo me, da una preoccupazione conservativa, di un burocratico efficientismo delle statistiche. Efficienza e efficacia sono due corollari del principio di responsabilità, possono connotare una nuova cultura della giurisdizione, perché è sul principio etico, giusnaturalistico della responsabilità che si salda il valore, che noi rivendichiamo fortemente, dell'indipendenza della magistratura, sancito dall'articolo 101 della Costituzione. La giustizia efficiente ed efficace è una giustizia che ha un presidio di autonomia e di indipendenza per i suoi magistrati: indipendenza verso l'esterno, verso la politica, verso l'economia, ma anche verso l'interno, verso le spinte negative della sua stessa corporazione.

Cultura del dato come cultura della giurisdizione: io credo che sia qui la sfida che abbiamo davanti, Ministro, a proposito della riforma dell'ordinamento giudiziario. Identità e funzione sono il tema che dovremo affrontare. Certo, saranno necessarie norme che garantiscano maggiore trasparenza e maggiore garanzie di imparzialità. È una riforma di sistema, come abbiamo detto e, quindi, va condivisa, ma bisogna anche partire dalla consapevolezza che nessuna riforma da sola basta, se non si svolge una palingenesi culturale e politica che torni a identificare la cultura della giurisdizione con la cultura della sua funzione, quella funzione che è andata in crisi quando, alla fine del secolo scorso, nei primi anni Novanta, si sono smarriti i confini tra magistratura e politica e l'una ha contaminato l'altra con il peggio di sé, avviando quella che l'onorevole De Caro definisce come una transizione infinita. Si è consumata allora una rottura dell'equilibrio costituzionale, di cui i fatti di cui oggi meniamo scandalo sono solo un tardivo epifenomeno.

È evidente allora, Ministra, che è il tempo - e questa è l'occasione, ci viene da questa crisi - di recuperare il valore perduto dell'equilibrio tra i poteri dello Stato. Noi abbiamo bisogno di una magistratura forte e credibile, che realizzi, però, nell'esercizio della giurisdizione, nel governo della giurisdizione e, cioè, nell'interpretazione e nella regolazione del diritto vivente nella società la sua funzione politica, quella costituzionalmente garantita. E che sia chiaro che spetta, invece, alla politica il governo della società e dello Stato e, dunque, spetta alla politica sfruttare questa crisi di identità e di funzione della magistratura e trasformarla in una opportunità. Mi consenta la metafora con questo istituto a lei tanto caro della giustizia riparativa: serve che la politica svolga una funzione riparativa per ricucire, con pazienza, il rapporto tra i poteri dello Stato, il cui equilibrio costituzionale va recuperato, nella consapevolezza che la credibilità delle istituzioni sta nell'antico brocardo simul stabunt, simul cadent. È evidente, allora, Ministra, che la riforma più importante di cui stiamo parlando è proprio questa: il ritorno alla funzione della politica. Io credo che questo sia un percorso che lei ha iniziato molto bene, con grande pazienza e grande determinazione: lo continui, ci troverà dalla sua parte (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Signora Ministra, la sua relazione ci consente finalmente come Parlamento di avere non un controllo, ma anche un'informazione e una capacità di approfondimento, al di là dei lavori parlamentari, con la relazione annuale del Ministro. Ecco, possiamo farlo e già questo è un primo risultato. Io partirei, visto che nella dichiarazione di voto c'è anche un aspetto puramente politico, anche se le tecnicalità sono fondamentali per comprendere il processo in ordine all'attività e ai risultati del Ministero, dall'idea della giustizia che lei pone alla fine, cioè “(…) un'idea della giustizia che sappia ricomporre i conflitti e preservare i legami personali e sociali, che sappia unire più che dividere, che tuteli i più fragili e che tenda sempre all'interesse comune. È quello che ho inteso perseguire in quest'anno di servizio al Ministero della Giustizia, nella convinzione che questa è la più grande urgenza del nostro tempo e che questo è lo spirito che ci trasmette la nostra Costituzione”. Finalmente: lo spirito della Costituzione, l'orientamento e la tavola dei valori costituzionali nell'esercizio dell'attività propria del Ministero della Giustizia e nella proposizione di quella che poi è la disciplina che media e applica questi principi.

Già questa conclusione potrebbe riassumere, in una validità ampia e in un humus valoriale ben preciso, un indirizzo politico, perché non è vero che un Ministro cosiddetto tecnico non ha un indirizzo politico se il suo indirizzo è quello costituzionale ed è quello dei valori più profondi della nostra Carta costituzionale. Ribadirlo e riportarlo non è un esercizio accademico; è la ratio valoriale, sono i valori e la tavola che ispira i provvedimenti, e questo non può che essere condiviso in particolare dal nostro gruppo e da me personalmente.

Però, ho sentito molti interventi. Ricordo che non c'è solo il processo penale - non c'è solo il processo penale! - né c'è solo il luogo dei conflitti del processo penale e della delega penale; c'è la delega civile e c'è la materia della famiglia e quella minorile, che sono state affrontate da questo Governo e dal Ministro e che pongono una prospettiva nuova di intervento su queste materie. Poi c'è la disciplina dell'insolvenza e ci sono tante questioni che sono ricordate nella relazione. La giustizia civile, in particolare, non può che essere resa più efficiente attraverso una serie di strumenti - anche le tecniche e le modalità alternative di risoluzione delle controversie - senza i quali non avremmo anche risultati da un punto di vista economico, perché il processo civile è legato anche a questo. Io sono certo che questa parte sarà importante, così come l'aver avuto anche la forza di affrontare temi che riguardano la giustizia minorile. Ho sentito anche accenni a quella tributaria, ma c'è anche la giustizia nell'ambito del diritto di famiglia con la complessità e la difficoltà di affrontare questi temi. I giudici lo sanno bene (i giudici!).

Finiamola, poi, sempre con questo ritornello di un avversario che sembra l'avversario della politica che è la magistratura e poi che bisogna trovare correttivi. Basta, anche quando discutiamo della relazione annuale. Basta! Parliamo, invece, di ciò che il Parlamento vuole fare, parliamo di quali strumenti vuole adottare, parliamo della nostra forza costruttiva e propositiva, parliamo di un indirizzo politico e non di un conflitto permanente (non di un conflitto permanente!). Per questo tratto un tema, che è quello del CSM, che non è qui - è solo accennato - sebbene il Ministro ci abbia fatto comprendere che sarà affrontato. Sul CSM, io pur non condividendo molto dell'indirizzo politico di un professore, il professor Zagrebelsky, ho letto un articolo in questi giorni dove il professor Zagrebelsky esortava a non snaturare il CSM che è un organo di rilevanza costituzionale la cui composizione rivela la natura delle sue competenze, compreso lo spazio di discrezionalità del CSM.

Anche lì stiamo attenti quando parliamo del CSM: stiamo attenti all'idea dei sorteggi e via dicendo. Stiamo attenti, perché tocchiamo un organo di rilevanza costituzionale; dunque, facciamolo con equilibrio e ragionevolezza (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) e facciamolo come Parlamento che costruisce. Consentiamo al Ministro e al Governo di trovare una soluzione che sia condivisa nel modo più ampio possibile, perché tocchiamo il CSM e non perché si condivide (io all'improvviso ho cambiato idea e condivido). Leggo e leggo anche chi la pensa diversamente da me e chi fa presente, con una maggiore esperienza in questa materia, che è facile snaturare il CSM rispetto all'impianto costituzionale. Non lo dobbiamo fare e non possiamo farlo, perché quell'equilibrio è così delicato e il Parlamento è l'organo principale che deve comprendere come intervenire. E visto che nell'indirizzo politico vanno bene anche le citazioni - se vanno bene i tecnici citiamoli, anche quelli che non sono del tutto tecnici - Giuliano Amato in un suo recente scritto, Corte costituzionale e Corti europee, ricorda la diversità degli ordinamenti nazionali ma anche la visione comune che nella prospettiva europea si può costruire. Ridondava negli interventi e nella relazione del Ministro anche questa prospettiva della visione europea, della comunanza delle tradizioni giuridiche comuni europee e della necessità di ispirarsi a questi valori. L'Europa: l'Europa ci ha esortato a fare alcune riforme, ma l'Europa, come diceva anche il Ministro, ci dà degli indirizzi, che non sono solo quelli che noi riteniamo essere per noi i valori che ci interessano nel rispetto del nostro humus più importante e dei valori costituzionali fondamentali. Dobbiamo ispirarci a questi valori europei e lo facciamo anche nella disciplina concreta che andiamo ad affrontare. Quindi, questo è il quadro valoriale e questi sono i riferimenti. Se ho ben compreso nella sua relazione, Ministro, c'è anche il tentativo di dare una quota culturale all'aspetto propositivo in ordine anche alle deleghe (il tentativo almeno il Parlamento lo può fare). Oggi discutevamo nella Commissione affari costituzionali della norma sull'ambiente da inserire in Carta costituzionale. Rifacciamolo, riprendiamo questo ruolo del Parlamento. Ce l'ha detto il Ministro con grande delicatezza, ma anche esortandoci e dicendo che il Governo farà degli emendamenti; però, con il Parlamento condividiamo e diamo un substrato culturale nuovo a una possibilità di riforma del processo civile e penale e nella materia della giustizia, in modo ragionevole, adeguato e senza conflitti. Siamo un'ampia maggioranza e puntiamo a trovare conflitti? Troviamo soluzioni!

Poi un altro tema che non c'entra niente con quello che ha detto, che era la parte più di indirizzo. Ce lo ricorda spesso il Ministro: struttura, organizzazione, risorse. Io ricordo bene un intervento del Ministro Cartabia per i fatti gravi di Santa Maria Capua Vetere, con la sensibilità, anche con il Presidente Draghi, di recarsi sul posto. L'ordinamento penitenziario è tutta organizzazione. Non basta dire: “Riformiamo, ci sono questi problemi”. No! Bisogna vedere concretamente come si vogliono affrontare. Io credo che nella relazione del Ministro questa prospettiva sia presente e quindi il nostro gruppo, proprio per il fondamento valoriale e per il substrato culturale delle proposte del Ministro e di questo Governo, non solo aderisce ma è pienamente convinto che sia il momento forse più importante nella storia del Paese per dare una riforma vera alla giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (IV). Grazie, signor Presidente. Signora Ministra, la ringraziamo per la sua relazione, che fotografa il lavoro fatto in questi mesi da Governo e Parlamento e lo spirito che lo ha animato. È una relazione dalla quale emerge con chiarezza che, grazie al Governo Draghi, anche in tema di giustizia è stato possibile realizzare quel cambio di passo necessario per riformare la giustizia dentro al più ampio disegno di riformare l'Italia e di favorirne lo sviluppo e la crescita. Lei ce l'ha ricordato, Ministra: l'efficienza del sistema giudiziario è una priorità.

Una giustizia che ben funziona è un'infrastruttura pubblica necessaria per far ripartire il Paese duramente colpito dalla pandemia e per restituire fiducia a tutti i cittadini. Le maggiori criticità, lo sappiamo, sono dovute all'eccessiva durata dei processi. Questo ha reso necessario programmare interventi normativi idonei a garantire una più celere definizione delle controversie e una più significativa riduzione delle pendenze. Una giustizia più veloce ed efficiente ce la chiede l'Europa, sì, ma è innanzitutto condizione necessaria per dare piena attuazione ai diritti garantiti dalla nostra Costituzione a chi ha subìto un'ingiustizia, ma anche a chi si trova imputato. Il PNRR rappresenta oggi un'occasione storica che ci consente di sostenere questa stagione di riforme con risorse e investimenti in personale, edilizia e digitalizzazione. È con questa consapevolezza che in questi mesi di intenso lavoro molto è stato realizzato in linea con le scadenze e gli impegni presi con l'Europa.

Permangono distanze profonde di cultura giuridica tra le forze politiche che compongono la maggioranza, ce lo siamo detti; nonostante questo, due riforme importanti e molto attese sono state approvate: la riforma del processo penale e la riforma del processo civile. Riforme che avrebbero potuto essere più coraggiose e più chiare in alcuni punti, ma che ci fanno comunque compiere quel passo che ci allontana da una stagione populista e giustizialista, con i suoi effetti corrosivi sulla cultura dei diritti e delle garanzie (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Costituzione, Europa, garantismo sono state le stelle polari degli interventi normativi messi in campo sino ad ora; questo è particolarmente evidente sul fronte penale. Con la riforma approvata, infatti, l'esigenza di repressione dei reati e di tutela delle parti offese, cui va garantita la certezza di ottenere giustizia, e la garanzia costituzionale del diritto dell'imputato ad un processo di ragionevole durata sono finalmente tenute insieme. Importante è anche lo spazio dato alle misure alternative al carcere. Siamo consapevoli che il cammino è però ancora lungo, che i tentativi di tornare indietro sono sempre dietro l'angolo. Sul tema dell'ergastolo ostativo, su cui la Commissione giustizia della Camera, come è noto, è impegnata in queste settimane, l'obiettivo dovrà essere quello di lavorare ad un testo coerente con le decisioni della Corte costituzionale e della Corte europea dei diritti dell'uomo, abbandonando ideologie e rigurgiti giustizialisti. Passi avanti importanti sono stati fatti anche per garantire un'effettiva tutela alla presunzione di non colpevolezza, uno dei cardini del nostro sistema costituzionale. Troppe volte abbiamo assistito a processi mediatici celebrati fuori dal perimetro delle aule di giustizia, spettacolarizzazione, sensazionalismo, colpevolizzazione preventiva da parte degli organi di informazione, pubblicazione arbitraria di atti di indagine e imputazioni diffamatorie (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), chiamando libertà di informazione una reiterata violazione di ogni forma di privacy e di garanzie costituzionali.

Ci auguriamo che, anche grazie all'entrata in vigore della legge sulla presunzione di innocenza, a cui Italia Viva ha dato un importante contributo, il processo penale possa tornare finalmente ad essere celebrato nei tribunali e non più sui giornali. Occorrerà però andare fino in fondo su questo con un percorso di seria verifica circa la sua concreta attuazione, perché questo importante risultato raggiunto sia anche occasione di un cambio culturale e non resti una mera dichiarazione di intenti. Su tutte le riforme messe in campo andrà dunque fatto un tagliando per valutarne efficacia e concretezza. Molti sono ancora gli interventi che mancano all'appello, primi fra tutti i decreti legislativi delegati sul processo penale, che è auspicabile arrivino il prima possibile. C'è poi la riforma dell'ordinamento giudiziario e del CSM, che andrà portata a termine in tempo utile in vista del rinnovo del CSM, come ci ha ricordato il Capo dello Stato a più riprese. Su questo attendiamo gli emendamenti del Governo, con cui si è attivato un confronto in questi mesi. Si tratta di una riforma non più procrastinabile, per restituire fiducia ai cittadini e credibilità alla magistratura, dopo i noti fatti di due anni fa e le vicende successive, da ultimo la decisione del Consiglio di Stato sui vertici della Cassazione. Tutto questo fa di questo CSM il più squalificato della storia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) e impone di varare una riforma che vada a fondo delle tante anomalie e criticità che caratterizzano l'ordinamento giudiziario italiano, per affrontare con successo la crisi della giustizia e, allo stesso tempo, ricomporre una crisi, che è innanzitutto etica, di una parte della magistratura.

È evidente che non si può pensare di riparare tutti i guasti emersi soltanto cambiando la legge elettorale, sono altri per noi i nodi cruciali che è tempo di affrontare con autorevolezza e determinazione. Lei li conosce, Ministra, dalle porte girevoli ai fuori ruolo, da serie valutazioni di professionalità al diritto di voto per gli avvocati nei consigli giudiziari, per citarne alcuni. Sul mondo del carcere, Ministra, lei ha mostrato grande attenzione sin da subito, considerandolo una priorità. La sua visita al carcere di Santa Maria Capua Vetere insieme al Presidente Draghi d'altra parte è stata emblematica. Nei mesi scorsi è stata istituita la commissione Ruotolo, che ha già elaborato proposte importanti per migliorare la quotidianità nel carcere; alcune di queste proposte si possono implementare senza passare dalla via legislativa. La pandemia da COVID-19, tuttora in corso, ha determinato nelle nostre carceri una situazione drammatica per le persone che vi sono ristrette e che vi operano.

I dati diffusi dall'associazione Antigone qualche giorno fa sono allarmanti: oltre 1.500 detenuti positivi al COVID-19, cui si aggiungono i quasi 1.500 operatori anch'essi contagiati dal Coronavirus. Tutto ciò a fronte di un aumento delle persone ristrette, tornate stabilmente sopra i 54 mila reclusi. Dall'inizio dell'anno 6 suicidi, ce lo ha detto lei oggi, Ministra. Le misure normative e amministrative disposte sino ad ora per ridurre il sovraffollamento si sono rivelate inadeguate; interventi in tale direzione non sono più procrastinabili (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) e la proposta del collega Giachetti, già ricordata dal collega Ferri, sulla liberazione anticipata speciale va proprio in questa direzione. Occorre ridare dignità a chi vive, ma anche a chi lavora e opera all'interno degli istituti di pena, a partire dagli agenti della Polizia penitenziaria, educatori, dirigenti, il personale tutto. I tempi sono maturi, secondo noi, anche per la riforma dell'ordinamento penitenziario, superando l'idea del carcere come unica soluzione punitiva.

Il tempo trascorso in detenzione deve essere un momento di cambiamento. È giusto che chi ha sbagliato paghi per il proprio errore, ma è altrettanto più giusto che chi ha sbagliato possa redimersi dal proprio errore. Non può esserci condanna senza finestre di speranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), queste sono le parole pronunciate da Papa Francesco oggi all'udienza generale, volgendo il proprio pensiero alle persone detenute. Sul fronte della lotta alla violenza maschile contro le donne, l'impegno di Parlamento e Governo continua, e lo sappiamo molto bene. Concludendo, Ministro, Italia Viva le assicura anche per i mesi a venire un confronto aperto e costruttivo; ci aspettano nuove importanti sfide in materia di giustizia. Le riforme sono senz'altro un punto cruciale di questo momento storico e noi non possiamo fallire. Ad esse, però, è tempo di affiancare un cambiamento culturale, che abbandoni definitivamente l'uso barbaro della giustizia, anche per non cadere vittime del proprio giustizialismo, e che si faccia promotore e protagonista, come dice anche lei, di un'idea della giustizia che ricompone, che unisce, che sta vicino ai fragili, che tende sempre all'interesse comune; che incarni, in sostanza, appieno lo spirito della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Per tutte queste ragioni, dichiaro il voto favorevole del mio gruppo Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, abbiamo ascoltato con rara attenzione la sua relazione sullo stato della giustizia, non solo per il consueto garbo con il quale tenta di illustrare posizioni, ahimè, inesistenti sulla giustizia per via di quella palude in cui si arena il suo Governo, ma perché lei è persona certamente di grande grammatica processuale, conosce le dinamiche processuali e già l'abbiamo seguita al Forum Ambrosetti. Era l'epoca della baldanzosa speranza, ci siamo appuntati quali dovevano essere, secondo lei, i criteri che avrebbero innervato il suo agire amministrativo: realismo, coraggio, coralità. Oggi, però, è il tempo dei bilanci, non è più il tempo della baldanzosa speranza. Realismo: sul realismo lei ha effettivamente fotografato con disarmante lucidità i mali che affliggono la giustizia italiana, a partire dai tempi eterni del processo italiano che superano ben oltre ogni soglia della ragionevole durata del processo. Basti pensare che la Banca Mondiale, nel report del 2020, ci raccontava che siamo al 119° posto su 190 Paesi per tempi e costi delle controversie giuridiche.

Basti pensare che sempre la Banca mondiale racconta che l'Italia perde ogni anno un punto percentuale di PIL per via della lentezza della giustizia, sia civile che penale; certo, si tratta di un report migliore di quello di Confesercenti che ci racconta, addirittura, di una perdita del PIL del 2,5 per cento.

Ha toccato il tema della presunzione di innocenza che rimane però, come dire, un gargarismo retorico sino a che continueremo ad assistere, pavidi ed incapaci di reagire, a processi mediatici con tanto di condanna sommaria, prima che intervenga anche la sola prima udienza dibattimentale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ancora, Ministro, come si può conciliare il richiamo alla presunzione di innocenza con un sistema giudiziario a causa del quale abbiamo le carceri sovraffollate e il 31 per cento dei detenuti è in attesa di giudizio, il 16 per cento nella Turchia di Erdoğan, il 31 per cento in Italia. Ancora, ha toccato il tema del sovraffollamento carcerario che contribuisce a infliggere una pena inumana e disumana ai detenuti, dice lei ed ha ragione, agli agenti della polizia penitenziaria, aggiungiamo noi e abbiamo altrettanta ragione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ha ricordato la questione annosa della magistratura onoraria, 5 mila nobili servitori dello Stato trattati come servi della gleba, privi di equo trattamento economico, privi di malattia, di maternità, privi di trattamento contributivo. Ha ricordato, ha lambito, debbo dire, con la sua consueta eleganza, però, in quel caso, solo lambito, sfiorato, la sfida del CSM, della necessità di far recuperare prestigio e onorabilità sociale alla magistratura e la sfida contro le mafie dell'ergastolo ostativo, in quel caso lo ha solo lambito. Un silenzio assordante in ordine alle proposte del Governo.

Allora, il realismo c'è, la fotografia è perfetta, la sottoscriviamo. Poi, parlava di un'altra qualità, il coraggio, quello però è un fatto prepolitico e, per galanteria, con una donna garbata come è lei, sorvoleremo; poi, ha parlato di un'altra necessità, la coralità; questo, ci dispiace, è il peccato originale di questo Governo in materia di giustizia, perché all'interno del suo Governo, e lo abbiamo visto plasticamente rappresentato anche in quest'Aula, si riproduce, sebbene strisciante e carsica, la sanguinaria ultra decennale guerra fra giustizialisti e ipergarantisti che ha paralizzato il sistema della giustizia italiana in questi vent'anni, orridi sotto questo profilo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ed è una frattura talmente forte, sanguinaria, che oggi nel giorno del bilancio lei ha dovuto assumere evidentemente e fatalmente dei toni decisamente meno trionfalistici, più dimessi, rispetto a quelli che assumeva al Forum Ambrosetti, perché manca di coralità, perché la mancanza di coralità, anzi, direi la profonda disarmonia del Governo, per non parlare di una tribalizzazione libica della maggioranza sui temi della giustizia, ha reso la giustizia non il terreno di elezione delle tanto auspicate e attese riforme, ma la palude delle mediazioni e dei compromessi al ribasso su tutto.

Lei aveva due strade davanti quando ha assunto il titanico compito, questo glielo riconosciamo, di fare il Ministro della Giustizia di questo Governo: scegliere di superare la stagione e di uscire dalle curve degli ultras dei garantisti e degli ultras dei giustizialisti per tentare di disegnare e consegnare ai nostri figli una giustizia semplicemente più giusta, senza altre aggettivazioni, oppure mediare, mediare, mediare, consumarsi in sfibranti mediazioni diuturne e notturne e lei ha scelto o, forse, è stata costretta a scegliere la seconda strada. Un esempio illuminante e paradigmatico di ciò, direi, è la prescrizione; non abbiamo avuto il coraggio, non lo hanno avuto neanche i nostri colleghi di centrodestra di abolire l'infausta, la talebana, la sgrammaticata riforma “bonafediana”, di archiviarla; lei - e quell'universo concentrazionario di indagati e imputati a vita che ha prodotto a danno e detrimento del popolo italiano - non ha avuto quel coraggio lì, ha dovuto mantenere il giustizialismo dei 5 Stelle, però, ha allungato la sua diafana ed elegante manina e una carezza l'ha fatta anche ai garantisti e, quindi, cosa ha concesso? L'improcedibilità in appello che, però, Ministro, è una vera e propria corsa ad ostacoli contro il tempo, frapposta fra la magistratura e l'accertamento dei reati, anche gravissimi, a favore delle vittime del reato, che per noi devono rimanere la stella polare dell'ordinamento giuridico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E il risultato qual è stato? Processi infinitamente più lunghi, perché, se non c'è la prescrizione in primo grado, i processi si dilateranno, un incentivo incredibile all'appello, una mannaia giudiziaria sui processi di secondo grado che, secondo molti procuratori d'Italia, fra cui il procuratore Gratteri, condanneranno al macero il 50 per cento dei processi penali italiani, con buona pace delle persone offese. Ecco, allora, cosa bisogna rispondere a quella madre che lei, garbatamente, con un tratto di umanità che le fa onore, ha citato nell'esordio della sua relazione? Bisogna dire onestamente a quella madre che il combinato disposto della riforma, prima bonafediana e dopo la sua, disegna una giustizia, un processo che si allunga in primo grado e che in appello diventerà una corsa ad ostacoli contro il tempo, con danno per gli indagati, con danno per gli imputati, con danno per le vittime del reato, con danno per la magistratura, con danno per l'accertamento della verità giuridica del fatto. È una giustizia giusta? No, è una giustizia che è giustizialista in primo grado, ipergarantista in secondo grado, ma non è giusta per nessuno, per l'indagato, per l'imputato, per la vittima del reato, per il magistrato. Questo è il risultato di quel Frankenstein giuridico, quell'ibrido, quel mostro che miscela prescrizione sostanziale di primo grado con prescrizione processuale di secondo grado.

Sul sovraffollamento carcerario, lo sa, le nostre posizioni sono distinte e distanti. Rappresentiamo con orgoglio e a schiena dritta quella destra che dice: garanzie certe per gli indagati e per gli imputati, ma non è che, poi, quando sei condannato si apre un processo di beatificazione e santificazione in terra, per cui dobbiamo parlare di misure alternative alla detenzione ogni due per tre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e lei sul sovraffollamento carcerario ha dato una risposta che è diametralmente opposta a quella che avremmo voluto sentir dire noi: fuga dal processo, con l'allargamento del perimetro della messa alla prova, con l'allargamento del perimetro del 131-bis, cioè della lieve entità del fatto, della non punibilità per lieve entità, fuga dalla pena con l'allargamento delle misure alternative alla detenzione. Noi avremmo voluto sentire altre parole, sia giustizialiste che garantiste, perché noi vogliamo consegnare ai nostri figli una giustizia giusta, non ci interessa il derby, anzi, ci ha stufato il derby fra garantisti e giustizialisti; avremmo voluto sentir dire, da giustizialisti, più carceri, carceri più moderne, perché non è che se noi abbiamo poche carceri dobbiamo fare provvedimenti svuota carceri; avremmo voluto sentire dire, da garantisti, meno persone detenute in attesa di giudizio, perché questo è un altro dramma del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Probabilmente, verrete scavalcati da un referendum che noi non voteremo, perché noi riteniamo che vi sia un uso smodato, strumentale della carcerazione preventiva in Italia, della custodia cautelare in carcere, a volte, volto a provocare più o meno genuine confessioni, ma non ci arrendiamo al fatto di deprivare i magistrati della possibilità di arrestare uno spacciatore, perché con il referendum si cancella la reiterazione quale presupposto per l'applicazione delle misure cautelari. Per noi la lotta a chi spaccia deve essere senza frontiere, senza se e senza ma (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ha sfiorato il tema della riforma del CSM; un silenzio catacombale, eppure, chi più di lei per ruoli ricoperti in passato e per il ruolo che ricopre oggi avrebbe potuto illuminarci? Un silenzio assordante su un fatto che non è avvenuto l'altro ieri, se solo vogliamo retrodatarlo al caso Palamara; è almeno un anno e mezzo che è stata svuotata…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Mi avvio a concludere. È stato aperto il vaso di Pandora da cui escono i miasmi maleodoranti di una magistratura che vive di correntismo abominevole, che mortifica il merito, che promuove per affiliazioni, che etero-dirige le indagini e allora il sistema evocato, preferenze multiple, decrescenti, sembra la sublimazione del modello Palamara, non la medicina per il modello Palamara.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Tanto altro potremmo dire, dall'ergastolo ostativo alla magistratura onoraria che ancora oggi non trova giustizia. Avremmo voluto sentire altro; abbiamo scoperto che lei vive questo sdoppiamento di personalità, è un Giano bifronte della giustizia, a giorni pari è garantista, a giorni dispari è giustizialista. Noi vogliamo invece sognare un futuro in cui la giustizia sia giusta per i nostri figli, senza altre aggettivazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente, per la parola. Onorevole Ministra Cartabia, onorevole sottosegretario Sisto, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, quando lei, signora Ministra, è succeduta ad Alfonso Bonafede, i garantisti che siedono in questo Parlamento, e tra i quali mi annovero anch'io - non so se sono un ultrà garantista, per dirla come diceva prima l'onorevole Delmastro - hanno tirato un bel sospiro di sollievo. Finalmente un raggio di sole squarciava il buio dell'oscurantismo “manettaro” e giustizialista, che aveva contrassegnato i Governi gialloverdi e giallorossi. Nessuno, credo, signora Ministra, come Forza Italia, ha accolto con entusiasmo carico di attese il suo arrivo a viale Arenula. Le posso confermare, signora Ministra, che le nostre aspettative in effetti non sono state deluse. Si è percepita una indiscutibile inversione ad U rispetto al passato e di questo gliene siamo grati. Come lei ha ricordato nella sua relazione, nel 2021 il settore della giustizia è stato caratterizzato da interventi ispirati ai princìpi costituzionali: il principio della ragionevole durata del processo, sia in sede civile che in sede penale, che si coglie nelle riforme della procedura civile e della procedura penale; il principio della presunzione di innocenza, che abbiamo colto nel recepimento della direttiva europea; un approccio al tema del carcere più umano ed ispirato al principio della rieducazione del condannato, anziché a quello della espiazione punitiva. Questi risultati, alla vigilia, non erano affatto scontati. Le vogliamo pubblicamente dare atto del suo impegno e, per questo, Forza Italia approverà con un voto favorevole la sua relazione. Ma, se molti sono gli aspetti positivi di questo primo scorcio di mandato ministeriale, non possiamo dimenticare la situazione, che non esito a definire imbarazzante, della riforma del Consiglio superiore della magistratura, la terza delle grandi riforme, che però è in drammatico, temo irrecuperabile, ritardo. Un Paese democratico per reggersi non può permettersi un potere giudiziario totalmente delegittimato di fronte ai cittadini; ma nel nostro Paese la magistratura vive in questo scorcio una gravissima crisi morale e di immagine. Gli scandali si sono susseguiti uno dopo l'altro, raggiungendo anche il CSM, l'organo di autogoverno della magistratura, che, ahimè, ha perso ormai ogni credibilità e legittimazione morale. Siamo davvero al minimo storico. Dopo il caso Palamara è seguito lo scandalo della cosiddetta “loggia Ungheria”; finora però non è accaduto nulla. Nelle ultime ore assistiamo esterrefatti ad uno scontro istituzionale senza precedenti, tra Consiglio superiore della magistratura e Consiglio di Stato, che ha azzerato i vertici della Cassazione alla vigilia addirittura dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Gli stessi vertici saranno riconfermati domani, a tamburo battente, tra lo sconcerto generale da parte del Consiglio superiore della magistratura alla presenza addirittura del Capo dello Stato. I cittadini assistono attoniti a questo spettacolo, che appare a loro inspiegabile. Nonostante i solenni richiami del Presidente Mattarella, lo strepito mediatico e il libro di Luca Palamara, la politica finora è rimasta inerte, ha fatto finta di niente, si è voltata da un'altra parte. Siamo al punto che, nel prossimo luglio, avrà luogo l'elezione del nuovo Consiglio superiore della magistratura e, quasi certamente, si andrà con la stessa legge di oggi. Quella in discussione in Commissione giustizia, qui alla Camera, è infatti solo una legge delega di non immediata applicazione, che richiede dei decreti attuativi legislativi; dunque, non cambierà nulla. Viviamo una situazione surreale. Nella relazione, che lei oggi ha letto e che ha depositato, si dichiara che gli emendamenti relativamente alla riforma del Consiglio superiore della magistratura sono stati da lei depositati al Consiglio dei Ministri nei primi giorni del mese di dicembre. È questione politicamente assai grave, se da oltre un mese questi emendamenti non sono stati esaminati dal Consiglio dei Ministri. Qualcuno ha messo un veto? Credo che qualche spiegazione sia dovuta al Parlamento. Vacanze di Natale e COVID non possono essere considerate, certo, una giustificazione plausibile per un ritardo così significativo, anche perché nulla imponeva un preventivo vaglio del Governo su quegli emendamenti. Le voglio ricordare, signora Ministra, che dopo il nostro ultimo incontro al Ministero, il 16 dicembre per la precisione, lei, Ministra, aveva assunto l'impegno di portare in Commissione giustizia un testo non blindato; Forza Italia pretende che quell'impegno venga rispettato. Le nostre proposte, che lei ben conosce, rimangono sul tavolo, a partire dal sorteggio cosiddetto temperato per l'elezione della componente togata del Consiglio superiore della magistratura. La nostra proposta è l'unica davvero in grado di attenuare il peso delle correnti, recidendo il regime di cooptazione e selezione delle candidature da sempre vigente. Quella, che quando per primi l'abbiamo formulata pareva un'autentica eresia, ha trovato strada facendo sempre maggiori consensi anche all'interno della magistratura. Da ultimo, si è espresso a favore anche il procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Raho. Ma non vi è solo il problema della legge elettorale. Anche le porte girevoli sono un tema urgente, che da diverse legislature attende una soluzione. Come abbiamo rappresentato in diverse occasioni, Forza Italia sostiene la necessità che il magistrato eletto a cariche politiche non torni più nella giurisdizione, ma possa optare su diverse successive alternative, che non lo penalizzino professionalmente.

Ci sono poi da rivedere i criteri per le valutazioni di professionalità e le carriere dei magistrati. Questa è davvero l'occasione per affermare, se non la separazione delle carriere, almeno quella delle funzioni. Noi siamo convinti che, a fronte della gravissima situazione di delegittimazione della magistratura, sono necessarie riforme radicali e non pannicelli caldi. Siamo pronti a cercare insieme queste soluzioni di alto profilo e le riconfermiamo la nostra fiducia e stima. Ma, parimenti, ho il dovere di avvertirla che non siamo disponibili a soluzioni di compromesso sull'onda dell'emergenza. A questo punto non accettiamo nessun diktat. Per quanto ci riguarda, meglio nessuna legge nuova, piuttosto che soluzioni cosmetiche o pasticciate. Ciò detto, riconfermo che voteremo favorevolmente la sua relazione, accompagnandola da un giudizio assolutamente positivo sul grande lavoro da lei svolto in questo primo anno, seduta sulla sedia piuttosto scomoda del Ministero di Largo Arenula. In conclusione, volevo anche ringraziare - adesso si è allontanato - per l'impegno che sempre mette nell'espletamento dell'attività parlamentare, il sottosegretario Sisto, che ci assiste sempre con impegno e solerzia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie Presidente. Signora Ministra, abbiamo apprezzato la sua relazione che abbiamo trovato completa, esaustiva e chiara. La giustizia è il grande malato d'Italia, al cui capezzale ogni Governo negli ultimi decenni si è accostato, nel tentativo di individuare le soluzioni, le riforme e i cambiamenti, che le consentissero di smettere di essere un tallone d'Achille per il nostro Paese. Eppure, siamo ancora qui, oggi, nel 2022, a constatare quanto ancora resti da fare per dotare il nostro Paese di una giustizia efficiente, rapida ed efficace, che consenta all'Italia di competere ad armi pari con le altre economie avanzate e, ai cittadini italiani, di guardare con fiducia, di fidarsi, di uno dei settori più importanti e rilevanti della nostra architettura istituzionale. Infatti, è attraverso la giustizia che funziona che passa tanto dello sviluppo del Paese, ma tanto anche del ricomponimento della frattura di fiducia tra Stato e cittadini. Allora, posso dire che noi abbiamo apprezzato la sua relazione, perché individua correttamente i nodi e traccia una rotta per noi ineludibile, coraggiosa e limpida, a partire - lo dico subito - da un'attenzione particolare al tema dell'organizzazione del servizio giustizia. Troppo spesso viene sottovalutata l'organizzazione, che, invece, secondo noi, è un tema prioritario. Un grande Guardasigilli, che si è seduto prima di lei alla scrivania di via Arenula e che anche lei ha ricordato oggi nella sua relazione, Mino Martinazzoli, diceva provocatoriamente che la sua più grande riforma da Ministro fu quella delle buste. Aveva scoperto che si utilizzavano buste grandi per spedire anche piccoli formati; allora, fece comprare delle buste piccole, che costavano meno anche di affrancatura, producendo un risparmio duraturo.

Era ovviamente una provocazione, ma a dire che, spesso, nelle piccole cose, anche di natura organizzativa, si celano i possibili passi in avanti che producono le vere innovazioni. Quanto l'organizzazione conti nel funzionamento del servizio giustizia lo abbiamo capito molto bene da quando nella scorsa legislatura, grazie ai numeri che finalmente furono raccolti sistematicamente dal Ministro Orlando per capire l'andamento dei singoli uffici, ci siamo accorti che le performance degli uffici erano e sono spesso del tutto indipendenti dal rapporto tra magistrati, affari correnti e personale amministrativo. In altri termini, in uffici giudiziari in cui ci son più giudici e meno affari correnti spesso i tempi sono più lunghi di quelli in cui il rapporto è inverso. Per questo siamo convinti che la digitalizzazione, la raccolta dei dati, il monitoraggio costante, anche attraverso il nuovo Dipartimento della transizione digitale e statistica, rappresentino uno sviluppo utilissimo e per questo riteniamo che l'assunzione di oltre 14.000 persone, che andranno a costruire l'ufficio del processo, possa rappresentare - uso questo termine consapevolmente - uno spartiacque decisivo nel funzionamento della giustizia nel nostro Paese. Una grande, straordinaria occasione di dare finalmente linfa a un istituto che venne introdotto dal Ministro Orlando ma che, ad oggi, ha funzionato a intermittenza per mancanza di risorse e che consentirà di dotare gli uffici giudiziari di personale qualificato, in grado di supportare i giudici in tutto il lavoro preparatorio della decisione, secondo un modello organizzativo che negli altri Paesi europei è consolidato e funziona. Qualunque avvocato che eserciti la professione sa bene quanto sia decisiva, per la sua produttività e anche per la qualità del suo lavoro, la presenza di uno staff di collaboratori che lo aiuti nelle ricerche, nella redazione degli atti, nel monitoraggio delle scadenze, nell'organizzazione dell'ufficio. Questa straordinaria immissione di risorse umane negli uffici giudiziari, possibile grazie ai fondi del PNRR, potrà consentire di recuperare quote rilevanti di efficienza e produttività dei magistrati, certo, a condizione che gli stessi magistrati siano disponibili a cambiare la modalità del loro lavoro, da un lavoro in solitudine a un lavoro in team. Allo stesso modo, crediamo che anche le riforme della normativa messe in campo abbiano il segno di un'ambizione ben riposta. Questo Governo, signora Ministra, è un Governo di unità nazionale che tiene insieme partiti e gruppi politici che sono naturalmente avversari, nato per fronteggiare e far uscire il Paese dall'emergenza, cogliendo tutte le opportunità di Next Generation EU. Questo crea difficoltà di gestione, ovviamente, soprattutto sulla giustizia, sulla quale sappiamo si consumano contrapposizioni e polarizzazioni che spesso fanno leva sull'emotività, che hanno spesso natura tutta politica, che oscurano, nel merito, le questioni, che rendono difficile l'individuazione delle soluzioni possibili. Ma questo Governo rappresenta anche una occasione di condivisione larga delle riforme, di assunzione comune di responsabilità di fronte al Paese, se tutti siamo capaci di intestarci le mediazioni e le soluzioni trovate. Ebbene, noi lo diciamo a chiare lettere, noi che pure abbiamo motivo di rammarico, perché alcune delle proposte più innovative che avevamo formulato sono cadute per i veti dei partner di Governo: noi rivendichiamo fino in fondo il nostro ruolo nell'approvazione delle leggi delega di riforma della giustizia penale e civile che abbiamo approvato nelle settimane scorse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Parlo, in particolare, della riforma della giustizia penale che abbiamo seguito qui alla Camera e che, seppure non si è spinta, per i veti contrapposti, ad abbracciare tutte le profonde innovazioni che era state profilate dalla commissione Lattanzi, introduce riforme di sistema che solo la miopia di una lettura strabica e superficiale impedisce di cogliere in tutta la loro portata; parlo del nuovo filtro della diagnosi di colpevolezza per il rinvio a giudizio; parlo del rafforzamento della dimensione garantistica delle indagini preliminari; parlo del rafforzamento dei riti alternativi al dibattimento e della depenalizzazione in concreto con l'estensione della tenuità del fatto e dei reati perseguibili a querela; parlo dell'emersione delle scelte discrezionali dei pubblici ministeri attraverso i criteri di priorità. Noi rivendichiamo fino in fondo queste scelte che siamo convinti possano produrre risultati significativi per ridurre i processi e la loro lunghezza, rafforzando al contempo le garanzie e la terzietà del giudice. Sulla giustizia civile è giusto il calibrato intervento sul rito e l'incentivazione delle ADR, ma sappiamo che sarà soprattutto qui, in questo nevralgico settore, che dispiegherà i suoi effetti la straordinaria assunzione di risorse nell'ufficio del processo.

Dunque la rotta tracciata è corretta e siamo convinti segni un indirizzo che nessuno, anche in futuro, si incaricherà di modificare. Ma molto resta da fare, le riforme vanno accompagnate e non basta disegnarle, a partire dai decreti delegati che dovranno dare sostanza alle riforme della giustizia penale e civile, in coerenza con i principi indicati dalle leggi delega. La invitiamo al coraggio anche qui, signora Ministra, sia per i tempi, che devono essere rapidi, sia per i dettagli, che non possono essere deludenti rispetto alle ambizioni. Le riforme vanno anche completate. Walter Verini e Andrea Giorgis, in discussione generale, hanno delineato e indicato con competenza ed efficacia due temi che per noi rappresentano altrettante priorità di riforma, quello del CSM e dell'ordinamento giudiziario, che serve a restituire tutta intera la dignità e l'autorevolezza alla magistratura che i recenti scandali hanno minato, e quello della riforma dell'ordinamento penitenziario, ineludibile per uscire da una perenne condizione di emergenza nella quale si trovano i nostri istituti penitenziari, quindi carceri più moderne, risorse all'edilizia penitenziaria ma anche misure alternative alla detenzione e giustizia riparativa. Doveroso raccogliere al più presto, sotto questo profilo, e lo ribadisco, il grido di allarme e la richiesta di aiuto degli uffici dell'esecuzione penale esterna, che devono essere dotati al più presto delle risorse necessarie a garantire il loro efficace funzionamento.

In conclusione, signora Ministra, il Partito Democratico continuerà a fare la sua parte, con responsabilità ed equilibrio, per proseguire in modo efficace la strada intrapresa. Non ci faremo strattonare dalle polemiche artificiose, non ci iscriveremo mai alle fazioni che trattano la giustizia come il terreno preferito della propaganda politica. Saremo sempre al fianco di chi ha la forza della competenza, il coraggio delle soluzioni possibili, l'ambizione del riformismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, signora Ministro, sottosegretari, ritengo doveroso iniziare il mio intervento ricordando dove eravamo solo un anno fa. L'allora Guardasigilli Bonafede probabilmente stava lavorando alla stesura della relazione sulla giustizia per riferire al Parlamento. Discorso che alla fine non tenne perché, di lì a pochi giorni, il Governo “Conte 2” sorretto dalla maggioranza giallorossa, cadde. Fu proprio sulla giustizia che quel Governo vide il proprio tramonto, con il fallimento di quella politica voluta non solo dal suo Ministro ma anche dall'intero Governo. D'altronde, si sapeva bene che una tale maggioranza non avrebbe potuto continuare a governare. Ricordo come, in quel periodo, molte fossero le tensioni in materia di giustizia, tensioni certamente acuite dalla pandemia ma anche da scelte sbagliate o non prese. A questo riguardo, ricordo i continui rinvii dei concorsi per la magistratura e dell'esame per l'abilitazione forense, i continui tumulti nelle carceri, per non parlare delle due importanti riforme sulla delega civile e penale, necessarie per risolvere gli annosi problemi della giustizia, incardinate già all'inizio del 2020 nelle Commissioni giustizia di Senato e Camera, all'epoca sonoramente bocciate dai numerosi ed autorevoli auditi. In estrema sintesi, è emerso che non solo quelle riforme non sarebbero servite a rendere efficienti i processi civili e penali ma, per certi versi, avrebbero creato importanti complicazioni.

Da queste disastrose premesse si è riusciti comunque a raggiungere, in tempi celeri, i risultati di oggi da lei citati nella sua relazione. Non dimentichiamo infatti che, da quando si è insediato l'attuale Governo Draghi e da quando, quindi, lei, signora Ministro, è stata nominata a capo di questo Dicastero, ossia il 13 febbraio scorso, non è ancora passato un anno. Per quanto ci riguarda, signora Ministro, le riconosciamo il merito di questi risultati. Come ha ricordato, non era un compito semplice, soprattutto con una maggioranza così eterogenea che aveva ed ha come obiettivo quello di sostenere un Governo di unità nazionale, nato per fronteggiare la particolare e difficile situazione sociale ed economica dovuta anche alla pandemia.

Ho partecipato in prima persona ai vari tavoli ed ho toccato con mano quali e quanti siano stati i macigni da superare. Lei però ci è riuscita con la sua indiscutibile autorevolezza e competenza. Per onestà intellettuale non posso però nascondere che non condividiamo tutto quanto è stato fatto, anzi avremmo voluto si fosse potuto fare di più. Ad esempio, avremmo voluto che fossero dati dei tempi perentori anche ai giudici. Abbiamo cercato nei vari incontri al Ministero e in Commissione di avere maggiori risultati. Alla fine, però, il pragmatismo che contraddistingue il gruppo Lega, ci ha portato ad aderire alle riforme nonostante alcune posizioni contrastanti, e questo nell'interesse del Paese e dei cittadini e nel rispetto delle scadenze imposte dall'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mi riferisco in particolare all'intenso lavoro svolto per arrivare ad approvare le deleghe del processo civile e penale; tutto questo, nel rispetto delle prerogative parlamentari e del comune intento di evitare i conflitti tra i vari gruppi politici.

Le proposte di delega di Bonafede, su cui Camera e Senato stavano lavorando, sono state completamente stravolte, così da rendere più efficiente il processo e non il contrario. Solo per fare dei doverosi cenni, non potendomi in questa occasione dilungare oltre, nel processo civile sono stati potenziati gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie ed è stata prevista una maggiore concentrazione delle attività processuali nell'ambito della prima udienza di comparizione delle parti e di trattazione della causa. Nel processo penale siamo finalmente riusciti a superare la famigerata riforma Bonafede sulla prescrizione - meglio detta “fine processo mai” - con la previsione di durate certe per il giudizio di appello e Cassazione ed una riduzione, quindi, dei tempi del processo. Inoltre, grazie all'apporto della Lega vengono preservate le garanzie inalienabili dell'imputato, come la collegialità e l'impugnazione libera in appello. Allo stesso tempo, abbiamo limitato le misure alternative al carcere che, seppure incentivate, non devono essere ammesse rispetto a gravi reati.

Altro tema che ci sta particolarmente a cuore, è la nascita del tribunale della famiglia che sarà competente sulle materie riguardanti separazioni, divorzi, affidi ed il penale minorile, dove finalmente giudici specializzati consentiranno di porre fine all'esistenza di due binari paralleli con un complicato sistema di attribuzione delle competenze.

Infine, come ricordavo all'inizio, se con il precedente Ministro della Giustizia erano rimasti alla sbarra concorsi ed esami, anche per l'abilitazione forense, con lei, Ministro, nonostante la pandemia purtroppo attanagli ancora il nostro Paese, si sono tenuti secondo meccanismi rapidi ed efficienti; senza poi considerare che, come da lei ben ricordato, negli ultimi mesi sono state arruolate diverse migliaia di giovani giuristi, che prenderanno servizio in tutti gli uffici giudiziari d'Italia.

Un ultimo cenno merita certamente la riforma del CSM. Ad oggi, purtroppo, ci troviamo costretti a constatare che, nonostante i numerosi incontri e confronti sul tema, il percorso di riforma sia ancora arenato. Ho comunque apprezzato, nella sua relazione, la volontà di portarla quanto prima a compimento. Tutti sappiamo quanto sia necessaria ed urgente una profonda riforma, a cominciare dal caso Palamara per arrivare, ad oggi, all'azzeramento dei vertici della Cassazione. Occorre ridare credibilità alla magistratura; lo dobbiamo ai cittadini, ma anche alla maggior parte dei magistrati che assolvono con dedizione al proprio dovere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Possiamo fare tutte le riforme di diritto sostanziale e processuale che vogliamo, ma se non risolviamo anche i molteplici problemi all'interno del CSM non avremo mai una giustizia giusta.

In conclusione, le chiediamo, signora Ministro, di affrontare questa partita con l'autorevolezza e competenza che la contraddistinguono, ma con uno sforzo in più: con maggior coraggio; coraggio che - siamo convinti - potrà essere attinto anche dalla risposta che i cittadini daranno ai quesiti referendari in materia di giustizia proposti dalla Lega, che si terranno in primavera. Pertanto, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Savini Premier alla risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Turri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie Presidente, signora Ministra, colleghi deputati e deputate, la relazione presentata quest'oggi sull'amministrazione della giustizia contiene aspetti di estrema importanza per il Paese e la vita dei cittadini. Per il Movimento 5 Stelle è stato sempre prioritario rendere più efficiente e moderno il sistema giudiziario, affinché garantisca un ampliamento e non una compressione dei diritti.

Il settore giustizia ha bisogno di riforme e soprattutto di investimenti, perché è chiaro a tutti che non ci può essere mai una reale riforma se, contestualmente, non ci sono investimenti cospicui. Riforme e investimenti sono state due peculiarità che hanno contraddistinto l'azione del Ministro Alfonso Bonafede che ha perseguito come un mantra e, per questo, abbiamo apprezzato, signora Ministra, anche il richiamo che lei ha fatto nella relazione sugli investimenti che sono stati fatti nei tre anni precedenti. Abbiamo notato come, su questo tema ma anche su altri, il lavoro dell'attuale Esecutivo si ponga in stretta continuità con il precedente. Ci auguriamo pertanto che, oltre alle assunzioni già finanziate, vi possano essere altri provvedimenti, anche perché - questo lo dobbiamo sottolineare - nell'ultima legge di bilancio non abbiamo visto grandi investimenti, in controtendenza a quelle che sono state le leggi di bilancio degli scorsi anni; non basta dire per il PNRR somme che sono state ottenute grazie al Governo Conte e al Ministro Alfonso Bonafede. Bisogna fare di più, Ministra e, in questo, il Movimento 5 Stelle sarà sempre al suo fianco per avere maggiori risorse per il comparto giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Riteniamo importante, comunque, quantificare e sottolineare gli investimenti che sono stati fatti in questi anni: l'assunzione di 176 magistrati, che si sono andati ad aggiungere ai 422 nuovi magistrati degli uffici di merito, per l'ampliamento della pianta organica; l'assunzione di 18 mila unità di personale amministrativo a tempo indeterminato, a cui vanno sommate le 21 mila unità a tempo determinato, proprio con i fondi del PNRR. Sono risultati che si collocano in assoluta continuità con l'ampliamento della pianta organica, voluto dal Ministro Bonafede, e l'idea di creare una pianta organica flessibile dei magistrati al fine di permettere una distribuzione del lavoro più aderente alle reali esigenze dei territori e in grado di assicurare tempi più celeri nell'amministrazione della giustizia. Come detto, per portare avanti le riforme essenziali per il Paese non si può prescindere dagli investimenti; investimenti in strutture, assunzioni e digitalizzazione, che sono quei fattori acceleratori dei processi. Una giustizia più veloce è un richiamo per quegli imprenditori - soprattutto quei player stranieri - che guardano al nostro Paese, così come lei ha sottolineato nella sua relazione.

Altro importante obiettivo che deve essere perseguito è quello del miglioramento delle condizioni di vita all'interno delle carceri, sia per i detenuti che per tutti coloro che lavorano e operano all'interno dei penitenziari.

La pandemia ha messo a dura prova la struttura carceraria; lo abbiamo visto. In questo senso, bisogna continuare a investire sui progetti per l'ampliamento del numero di posti disponibili, per le ristrutturazioni, l'efficientamento energetico, la formazione del personale: in due parole, per la sicurezza nelle carceri e nella società, perché non va mai dimenticato che questi due mondi sono collegati e non slegati tra loro. In quest'ottica, occorre inoltre mettere a norma le sezioni esistenti dedicate al 41-bis, adeguandole. È imprescindibile l'assunzione di personale di polizia penitenziaria, con un'attenzione particolare al GOM, ai direttori dei penitenziari. Ricordo che solo il 44 per cento delle carceri ha un direttore incaricato, che si dedica solo a quell'istituto; in questo senso, è stato fondamentale il bando di concorso fatto dal Ministro Bonafede, dopo venti anni. Occorre formazione per gli operatori, l'adozione anche di tecnologie all'avanguardia, come videosorveglianza, body scanner; occorre inoltre potenziare il personale UEPE. Risulta inoltre necessario provvedere a creare nuove REMS; questo l'abbiamo visto nella sua relazione e questo lo apprezziamo.

Sulla giustizia riparativa, condividiamo quanto da lei detto, Ministro, poiché anche noi riteniamo che questo è un sistema innovativo e funzionale, in un'ottica, però, di risorse e investimenti reali, per evitare che si risolva solo in un mero strumento di ricerca di impunità. In tal senso, il lavoro di pubblica utilità risulta una misura fondamentale al fine di ricomporre il legame tra il reo e la comunità, e rafforzare il senso di sicurezza collettivo.

Ministra, mi rivolgo a lei affinché si faccia tramite per il Ministero della Giustizia, al fine di richiedere al Ministero dell'Interno, in vista dell'imminente bando, la fornitura di braccialetti elettronici da destinare esclusivamente ai soggetti maltrattanti, destinatari di misure cautelari e comunque in contrasto della violenza di genere.

Abbiamo fatto tante norme proprio in materia, il “codice rosso”, ultimamente le norme che avete approvato in Consiglio dei ministri, tutto ciò è fondamentale. Io, comunque, sono dell'idea del Ministro Bonafede: un conto è fare le norme, altro conto è poi vedere l'applicazione di queste norme; ecco perché nel “codice rosso” c'era il costante monitoraggio dell'applicazione di queste norme; e proprio per questo, Ministra, le chiedo di rendere disponibili i dati relativi agli ultimi aggiornamenti proprio sull'applicazione del “codice rosso”.

Per quanto riguarda il tema delle riforme, nel 2021 la giustizia è stata interessata da alcuni importanti interventi strutturali, cito due provvedimenti su tutti: la riforma del processo civile e la riforma del processo penale. Ma mi permetta di premettere, Ministra, che è stato fondamentale per l'esecuzione del PNRR, ma, ancora prima, per ottenere quei fondi anche aver approvato in Consiglio dei ministri e portato in Parlamento, prima dell'ottenimento di quei fondi, le tre riforme del processo penale, del processo civile e del CSM. Come da lei evidenziato, signora Ministra, il Parlamento ha approvato questi importanti interventi superando divergenze di vedute. I disegni di legge delega elaborati e presentati dal Ministro Bonafede non hanno avuto piena approvazione in tutte le sue parti; nonostante questo, il MoVimento 5 Stelle, con grande senso di responsabilità, ha offerto il proprio contributo positivo. Fondamentale, oltre all'effettività delle assunzioni e degli investimenti, sarà il monitoraggio costante sui tempi del processo, al fine di scongiurare il pericolo dell'improcedibilità, un'eventualità che per noi deve assumere un valore vicino allo zero. Ricorderà, Ministra, infatti, che, grazie al nostro intervento, abbiamo evitato questo pericolo per i processi che hanno a oggetto reati di mafia e quelli aggravati da metodo mafioso, oltre che da terrorismo; vi sono, però, processi che hanno ad oggetto altri gravi reati come, ad esempio, i reati ambientali, che noi volevamo includere e, quindi, con la non applicabilità dell'improcedibilità, su cui bisogna essere vigili, affinché non vi sia alcun pericolo di improcedibilità.

In questo quadro, manca ancora la riforma del CSM, questa riforma il cui progetto è stato portato in Parlamento già nel 2019, su cui stiamo discutendo, abbiamo discusso in Commissione giustizia, abbiamo presentato i nostri emendamenti e siamo in attesa che il Governo faccia il suo, presentando gli emendamenti; noi siamo pronti anche ad approvare questa importantissima, riforma che deve dare efficienza e, soprattutto onorabilità, al CSM.

Nella sua relazione ha citato anche il recepimento della direttiva sul whistleblowing; a tal proposito, rileviamo, con rammarico, che il Governo ha fatto scadere i termini per l'esercizio della delega e che i tempi dettati dall'Europa per il recepimento non sono stati rispettati. La lotta alla corruzione, soprattutto in questo momento, è fondamentale, così come tante volte può essere decisivo l'intervento del whistleblower, il quale deve essere tutelato; quindi su questo, Ministra, noi le chiediamo un impegno ancora maggiore per l'adozione di questa importante delega.

Ministra, segnalo, inoltre, le preoccupazioni e le perplessità sollevate dal mondo dell'informazione in merito al rischio di una limitazione della libertà di stampa e del diritto dei cittadini a essere informati, derivanti da una fuorviante applicazione delle norme che sono state fatte rientrare all'interno della disciplina sulla presunzione di innocenza. Tali voci non possono rimanere inascoltate e una riflessione, come, del resto, avevamo proposto noi, bisogna farla.

In conclusione, signora Ministra, volevo dedicare un po' di tempo al 4-bis; come sa, una ordinanza della Corte costituzionale ha dato tempo a questo Parlamento fino al maggio del 2022 per intervenire; lei l'ha citata, nella sua relazione e so che personalmente ci tiene tanto, ieri come membro della Corte costituzionale, oggi come Ministro della Giustizia; su questo noi siamo pronti, abbiamo presentato un progetto di legge a prima firma del collega Vittorio Ferraresi, abbiamo raggiunto successivamente una sintesi con tutte le altre forze politiche, con il progetto di legge redatto dal presidente Mario Perantoni; dobbiamo cercare di rispettare la data di maggio 2022; su questo ci tengo personalmente, come siciliano, come membro della commissione Giustizia e di questo Parlamento. Dobbiamo fare la nostra parte, sono tante le cose da fare, non ci sottraiamo ai nostri doveri e, Ministra, lei avrà sempre l'appoggio costruttivo del MoVimento 5 Stelle. Per questo dichiaro il voto favorevole alla risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Romaniello. Ne ha facoltà, per un minuto.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Ministra Cartabia, io ho apprezzato il riferimento che ha fatto nelle sue comunicazioni, quello ai suicidi in carcere; è un problema generale nella popolazione italiana, è un problema veramente di tutto il Paese, però è un problema che lei riconosce anche all'interno del carcere, che ovviamente è sotto il suo Ministero. L'investimento in salute mentale è fondamentale, sia per il personale carcerario sia per i detenuti e mi ha fatto piacere davvero sentirglielo dire, perché si parla troppo poco di questo argomento, se ne parla molto poco, nonostante l'Italia sia l'unico tra i Paesi avanzati a non avere una strategia nazionale per la prevenzione del suicidio. Ora, pur avendolo apprezzato, io spero davvero che l'anno prossimo lei possa tornare in quest'Aula a parlare di soluzioni sul tema, per cui mi rendo anche disponibile a collaborare, perché riconoscerlo è già un grande passo avanti, però occorre strutturare una strategia che serva a limitare il più possibile suicidi nel nostro Paese e, per quanto riguarda il suo Ministero, anche in carcere. Quindi, vorrei veramente esortarla a prendere in carico seriamente proprio il tema in generale della strategia nazionale della prevenzione del suicidio, nel dialogo con tutto il Governo e, in particolare, di quello in carcere, per quanto riguarda le sue competenze (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Anche per velocizzare i lavori dell'Aula. Il Ministro, con il consueto garbo che la contraddistingue, prima ha detto che, sebbene complessivamente non lo può dire, alcune parti della risoluzione di Fratelli d'Italia sono financo condivisibili. Allora, in un atteggiamento di leale collaborazione con il Governo e le forze della maggioranza e per economia del processo d'Aula, come Fratelli d'Italia, saremmo disposti, anche come gesto di galanteria, a sapere quali siano le parti, residue immaginiamo, marginali, che il Ministro condivide per mettere solo quelle in votazioni separate e sulle altre fare una sola votazione, perché diversamente dovremmo chiedere votazioni separate per tutte; quindi, per comprendere quali siano quelle parti che possono trovare come dire conforto e condivisione da parte del Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Delmastro Delle Vedove, il Governo ha ritenuto di esprimersi con una valutazione di carattere generale ritenendo, sia in relazione alla vostra risoluzione che alla risoluzione anche degli altri colleghi di opposizione, di riferirsi a un ragionamento complessivo, in cui riconosceva alcuni punti favorevoli. Procederemo, quindi, ma senza entrare nello specifico, lasciando un parere complessivo contrario.

Prego, onorevole Colletti, su cosa?

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, sempre sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Non ho compreso bene se il gruppo Fratelli d'Italia stia chiedendo la votazione per parti separate della sua risoluzione, solo per organizzarci.

PRESIDENTE. L'ha già chiesta e procederemo.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). La ringrazio.

PRESIDENTE. Quando ci arriveremo lo dirò, comunque.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per la parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione per appello nominale sulla risoluzione Saitta, Turri, Bazoli, Zanettin, Annibali, Conte, Parisse, Costa e Lupi n. 6-00204, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione

(Segue la votazione).

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione della risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00205, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Avverto che i presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, dapprima, distintamente, ciascuna lettera del dispositivo e, a seguire, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera a), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera b), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera c), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera d), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera e), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera f), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera g), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera h), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera i), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera j), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera k), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera l), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera m), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera n), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera o), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera p), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera q), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera r), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera s), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera t), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera u), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera v), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera w), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera x), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera y), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera z), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera aa), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera bb), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00205, limitatamente al primo capoverso, lettera cc), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

In virtù della reiezione del dispositivo della risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00205 non si procederà alla votazione della relativa premessa.

Passiamo alla votazione della risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Avverto che i presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate nel senso di votare: dapprima distintamente ciascuna lettera dei capoversi del dispositivo; a seguire - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato - la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al secondo capoverso, lettera a), del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al secondo capoverso, lettera b) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al secondo capoverso, lettera c) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al secondo capoverso, lettera d) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al secondo capoverso, lettera e) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al secondo capoverso, lettera f) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al terzo capoverso, lettera a) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al terzo capoverso, lettera b) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al terzo capoverso, lettera c) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al terzo capoverso, lettera d) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al terzo capoverso, lettera e) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al terzo capoverso, lettera f) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al terzo capoverso, lettera g) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al terzo capoverso, lettera h) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al terzo capoverso, lettera i) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al terzo capoverso, lettera l) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al quarto capoverso, lettera a) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al quarto capoverso, lettera b) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al quarto capoverso, lettera c) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206, limitatamente al quarto capoverso, lettera d) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

In virtù della reiezione del dispositivo della risoluzione Colletti ed altri n. 6-00206 non si procederà alla votazione della relativa premessa.

È così esaurita la discussione sulle comunicazioni della Ministra della Giustizia sull'amministrazione della giustizia, ai sensi dell'articolo 86 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 29, della legge 25 luglio 2005, n. 150.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3442.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, riprendiamo a questo punto il seguito della discussione del disegno di legge n. 3442 al solo fine di procedere, nella giornata odierna, all'esame dei restanti ordini del giorno.

Sempre secondo le medesime intese, conclusa tale fase, l'esame del provvedimento sarà interrotto e riprenderà nella giornata di domani, a partire dalle ore 8,30, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale. Seguirà l'esame della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge n. 3434, di conversione del decreto-legge n. 1 del 2022 in materia di obbligo vaccinale.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 3442​)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati da ultimi approvati gli ordini del giorno n. 9/3442/84 Lollobrigida e n. 9/3442/92 Barelli ed è stato accantonato l'ordine del giorno n. 9/3442/70 Rampelli.

Passiamo quindi all'ordine del giorno n. 9/3442/85 Bignami, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/85 Bignami, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

Sugli ordini del giorno n. 9/3442/86 Panizzut e n. 9/3442/87 Paolin il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3442/88 Lucentini vi è parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucentini. Ne ha facoltà.

MAURO LUCENTINI (LEGA). Accetto la riformulazione, però chiedo comunque la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/88 Lucentini, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 94).

L'ordine del giorno n. 9/3442/89 Ribolla è stato ritirato.

Passiamo all'ordine del giorno 9/3442/90 Delmastro Delle Vedove, su cui vi è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà (Commenti). Colleghi, il collega Delmastro ha diritto di intervenire e quindi lo ascoltiamo volentieri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente, grazie per davvero. Su questo ordine del giorno fatico a comprendere la difficoltà del Governo di seguire il ragionamento di Fratelli d'Italia. Per quanto ci riguarda, l'intero provvedimento ha un carattere e una natura economicida, liberticida e discriminatoria, ma su questo ordine del giorno credevamo, francamente, di trovare quanto meno da parte della sinistra, per alcuni motivi, e di alcune parti del centrodestra, l'approvazione. Abbiamo ascoltato non con stupore, bensì con amarezza, con rammarico, con un punto di commiserazione una certa sinistra, ieri, spiegarci che il green pass non è una misura sanitaria, ma è una misura per il tramite della quale si sono raggiunti mirabolanti e straordinari effetti in termini della campagna di vaccinazione.

Allora, è pacifico, se non è una misura sanitaria ma uno strumento per introdurre surrettiziamente l'obbligo vaccinale, che quella medesima sinistra che ieri decantava ed elogiava il green pass, lo faceva senza porsi il problema del fatto che il sottostante sia l'obbligo vaccinale per il lavoratore ultracinquantenne, il che significa ricatto sui diritti sociali, ricatto sul posto di lavoro, ricatto sulla retribuzione, ricatto sul contributo previdenziale. Allora, noi ci chiediamo fino a quando ci si può spostare in avanti in una logica che depriva tutti i cittadini italiani dei diritti. Quei lavoratori non sono liberi, quei lavoratori non sono neanche uguali: né liberi, né uguali sono quei lavoratori.

Sono lavoratori ricattati con il consenso di una sinistra che, sempre più assume, le vesti, gli atteggiamenti, il contegno dei protagonisti negativi dei romanzi di Dickens, quando raccontava nell'Ottocento l'Inghilterra padronale, ma neanche quella aveva in mente di subordinare il diritto al lavoro, il diritto alla retribuzione, il diritto alla contribuzione e al trattamento previdenziale, al trattamento sanitario. Giacché questi lavoratori sono stati abbandonati da chi avrebbe dovuto raccogliere l'eredità della difesa e della socialità, noi la raccogliamo e, con questo ordine del giorno, raccontiamo che sono ulteriormente discriminati. Già questa mattina, il collega Donzelli raccontava, come in un teatro dell'assurdo, abbiate ribaltato la logica delle fonti. Il primo interesse nazionale è il diritto all'immigrazione, il secondo interesse nazionale è il contenimento sanitario, poiché entrano, nottetempo, immigrati evidentemente privi di green pass e che neanche vogliono sottoporsi al tampone.

Ma Donzelli non si era ancora accorto, quando criticava il fatto che voi avete questa gerarchia delle fonti, che c'è anche una gerarchia antropologica che voi avete posto in campo. Pare che il vaccino colpisca i lavoratori, ma non colpisca non solo gli immigrati, ma neanche i percettori di reddito di cittadinanza, perché i percettori di reddito di cittadinanza, facendosi un tampone, potranno andare al centro per l'impiego e ritirare il reddito di cittadinanza, mentre i lavoratori, per lavorare, dovranno vaccinarsi, sottoposti a un ricatto sociale con il silenzio scodinzolante e con l'accordo scodinzolante e silenzioso di una sinistra che, fino a ieri, raccontava ancora la favola di essere operaista al fianco dei lavoratori.

Allora, con questo ordine del giorno abbiamo tentato di smascherare la natura soverchiamente ricattatoria e discriminatoria del super green pass. È una misura che non è sanitaria, una misura che introduce l'obbligo surrettizio del vaccino ma, soprattutto, una misura che usa metodi che neanche nell'Inghilterra ottocentesca e padronale si immaginavano di porre in campo: il ricatto sul posto di lavoro, il ricatto sul reddito, il ricatto sulla pensione a persone che vivono solo ed esclusivamente del loro lavoro e che voi state inginocchiando con questa misura discriminatoria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3442/90 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

Ordine del giorno n. 9/3442/91 Trizzino, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3442/70 Rampelli, c'è un parere favorevole con riformulazione. Va bene la riformulazione.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, riprenderemo l'esame del provvedimento domani mattina alle ore 8,30 con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Grazie, Presidente. Quest'oggi, quest'Aula ha votato all'unanimità due ordini del giorno identici, nei quali chiedevamo che il Governo, che si è detto d'accordo, aiutasse quest'Assemblea nell'organizzazione dei lavori per la votazione del Presidente della Repubblica, garantendo anche a coloro che sono positivi o che sono in quarantena di poter votare. Ora, questa risoluzione per noi non è un pio desiderio e riteniamo che non impegni soltanto il Governo, ma parta, appunto, da un impegno del nostro Parlamento, che deve indicare le modalità dalle quali discendono, poi, le richieste che ci dovranno essere sul Governo, a mio avviso abbastanza minori, per riuscire a mettere in atto questo proposito. Del resto, c'è un fattore anche ulteriore, di carattere politico, rispetto a questo dibattito che già abbiamo avuto in Conferenza dei presidenti di gruppo, perché anche la sinistra, che sembrava perplessa allora, è con noi su questa richiesta.

Ecco perché chiedo, tramite lei, di chiedere al Presidente della Camera quando intenda convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo per poterci illustrare o insieme discutere quali siano le modalità pratiche con le quali vogliamo attuare quanto abbiamo deciso oggi, visti i tempi che stringono (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, io ho ascoltato il collega Valentini, che ha puntualmente ricordato l'esigenza di dar corso a quello che è un indirizzo, nei fatti, che rimuove ogni ostacolo rispetto a un percorso che possa permettere ai grandi elettori, all'Assemblea dei grandi elettori, di poter partecipare all'elezione del Presidente della Repubblica. Quindi, mi associo alla richiesta, da trasmettere al Presidente Fico, di convocare immediatamente tutti gli organismi che possano attivarsi, per fare la sua parte. Infatti, l'ordine del giorno richiamava il Governo ad affrontare il problema che lo riguarda per sua quota parte, ma l'organizzatore del voto, per quanto riguarda l'Assemblea dei grandi elettori, per Costituzione, è il Presidente della Camera.

Quindi, l'ordine del giorno, votato sostanzialmente all'unanimità con pochi contrari, supera ampiamente quello che lei, essendo stato presente a quella riunione, ricorderà essere stato un motivo ostativo all'attivazione delle procedure da parte del Presidente Fico, che era la sostanziale unanimità di indirizzo dei capigruppo. Ora, i capigruppo agiscono su mandato dei gruppi e hanno qui dato indicazione favorevole a questo indirizzo. È evidente che si è superato quell'ostacolo materiale frapposto tra la volontà del Presidente Fico e l'indirizzo che proveniva dalla Conferenza dei capigruppo. Adesso, la Conferenza dei capigruppo servirà tecnicamente a prendere atto del voto, ad attivarsi per quota parte, ma c'è la Giunta del Regolamento. L'importante è capirsi. Noi oggi abbiamo avuto la voce suprema del popolo italiano, cioè il Parlamento. Alcuni, sicuramente il centrodestra, sicuramente Italia Viva, si sono attivati in questo senso, altri hanno ripensato la loro posizione. Noi abbiamo apprezzato che il Partito Democratico e LeU abbiano ripensato le posizioni che avevano assunto nella Conferenza dei capigruppo, votando in quest'ottica. Ora il Presidente Fico deve e può agire in maniera forte, perché sarebbe gravissima invece una inadempienza sostanziale. Oggi, un qualsiasi parlamentare della Repubblica ha il diritto di arrivare qui - e questo glielo garantisce la Costituzione - e poi il diritto di votare. Però, quest'Aula deve essere anche garantita rispetto alla propria salute. Quindi, l'invito è a non mettere a rischio i colleghi perché, se qui esce un positivo che domani viene a votare, avrà il diritto - e quest'Aula glielo dovrà garantire - di entrare, partecipare ai lavori e votare serenamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, è meglio organizzarsi per mettere in condizione eventuali positivi di venire a votare lo stesso, perché il Parlamento italiano, col suo indirizzo sostanzialmente unitario, li ha autorizzati. Non credo che il Governo debba fare cose particolari, come qualcuno in queste ore ha sottolineato. Il Governo e le altre istituzioni - in quell'ordine del giorno c'è scritto - devono rimuovere gli ostacoli, ma costituzionalmente non esistono ostacoli: un deputato, anche positivo, può uscire da casa e arrivare qui, lo può già fare. Può essere denunciato, perché fa quel percorso, ma lo può fare. Arriverà alla porta e chiederà di votare. Da lì in poi è il Presidente Fico responsabile, ma certamente sarà ottemperante a quanto ha garantito nella Conferenza dei capigruppo. Quindi, avendo avuto mandato dall'intera Assemblea, compresi quanti avevano delle posizioni non in linea con la certezza di poter votare, da lì in poi sarà sua responsabilità quello che accade e non può che essere in linea con quanto ha detto che avrebbe fatto, cioè organizzare in modo tale che si voti in sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lollobrigida. Io credo che il suo incitamento, così come quello del collega Valentini prima, sarà assolutamente fatto proprio dal Presidente della Camera, perché effettivamente l'ordine del giorno impegna anche la Camera, oltre che il Governo, per il voto che è stato espresso. Penso che la Camera ci stia lavorando e che il Presidente Fico prenderà i provvedimenti necessari.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Anche lei interviene sull'ordine dei lavori? Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Sì, assolutamente, Presidente, anche se lei ha anticipato correttamente quello che farà, come è giusto che sia, riferendo al Presidente Fico gli interventi che stiamo facendo. Anche il sottoscritto sottolinea, dopo l'intervento del collega Valentini, che è necessaria assolutamente la convocazione rapidissima e urgente della Conferenza dei presidenti di gruppo, non tanto - lo sottolineo - perché i presidenti di gruppo intervengano per dire che devono vedere cosa fare quanto perché c'è stata una deliberazione unanime dell'Aula, che dà un'indicazione chiara e precisa. Il Presidente della Camera deve ovviamente attuare questa indicazione dell'Aula e riferire immediatamente e urgentemente alla Conferenza dei capigruppo quali soluzioni la Presidenza della Camera ha identificato, in modo che, come da Regolamento, la Conferenza dei capigruppo ne prenda atto, le condivida o faccia eventuali osservazioni.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 20,50)

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Signor Presidente, faccio questo intervento proprio perché sarebbe un precedente devo dire spiacevole quello di non vedere urgentemente attuata un'indicazione del Parlamento. Siamo in una fase nuova, indipendentemente da tutte le discussioni che ci sono state. A torto o a ragione oggi c'è un fatto nuovo che questa Assemblea, con un ordine del giorno, cioè un atto di indirizzo, ha affermato, come tra l'altro accade quando si votano gli ordini del giorno per il bilancio della Camera; non è una norma. Quando si vota il bilancio della Camera ci sono degli ordini del giorno che giustamente l'Assemblea approva. Sono cioè degli atti di indirizzo ai Questori e all'Ufficio di Presidenza perché si vada in una direzione o in un'altra. Siamo nello stesso caso. Tra l'altro, sottolineo l'urgenza perché io sono molto preoccupato e voglio che sia messo a verbale - ovviamente il verbale c'è ma voglio che venga riportato anche al Presidente della Camera - che oggi c'è stata una dichiarazione di un'autorevolissima microbiologa, Palamara, che ha detto che il virus ci raggiungerà tutti e che anche i guariti devono proteggersi. Dopo questa dichiarazione di un autorevolissimo scienziato, è evidente che quello di cui stiamo discutendo non è una questione formale ma è una questione sostanziale. Io ho avuto tre vaccinazioni, ho fatto il COVID a ottobre del 2020 e lo dico sin d'ora: se in questi giorni - spero di no e faccio tutti gli scongiuri - dovessi scoprire che sono stato contagiato durante la votazione per il Presidente della Repubblica, dico sin d'ora che voglio avere il diritto di esercitare il mio voto (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC e Fratelli d'Italia). Sono un grande elettore, in questo momento sono sano, presumo di poterlo essere anche per altri cento anni però, se ha ragione questa virologa, potrebbe anche accadere che qualcuno di noi si contagi. Lunedì, martedì, mercoledì e giovedì - e speriamo ovviamente che il Presidente della Repubblica sia eletto il più rapidamente possibile - io devo essere messo in grado di esercitare il mio diritto costituzionale. Il Presidente della Camera non può non tenere conto di quanto questa Assemblea ha votato come indirizzo. Per questo - non è polemica ma è passione per il diritto che ho - credo che l'urgentissima convocazione della Conferenza dei capigruppo, per prendere atto di ciò che il Presidente della Camera ci dirà, credo che sia l'unico passo che possiamo fare (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la collega Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Anch'io mi unisco ai colleghi che mi hanno preceduto in questi interventi, richiedendo che urgentemente venga convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo. Vede, Presidente, nei giorni scorsi, per la verità già da alcune riunioni della Conferenza dei presidenti di gruppo, i presidenti dei gruppi di centrodestra hanno richiesto al Presidente Fico di effettuare una ricerca rispetto alle possibilità di far votare tutti i grandi elettori; cosa che il Presidente Fico ha fatto e lo ringraziamo per quello che ha fatto. Però, abbiamo continuato a ribadire tale necessità, dando anche alcune possibili soluzioni. Anche il presidente Molinari, ancora oggi, nel suo intervento ha messo in campo possibili soluzioni per ovviare alle criticità che erano emerse durante la Conferenza dei capigruppo. Ora c'è qualcosa di nuovo, diversamente da quello che è accaduto nelle Conferenze dei capigruppo in cui parte dei capigruppo, esattamente quelli del PD e di LeU, non erano d'accordo nel permettere a tutti i grandi elettori di accedere a questa importante elezione. Ecco, ora è accaduto qualcosa di diverso, praticamente con la quasi totale unanimità dei gruppi politici della Camera. Questo è stato un segnale importante che il voto di oggi ha determinato, un cambiamento rispetto alle espressioni di volontà che erano state manifestate nella Conferenza dei capigruppo. Quindi, vi è la necessità che il voto e l'indirizzo che oggi è stato espresso abbiano un seguito. Visto che l'elezione del Presidente inizia il 24 gennaio, c'è l'urgenza, la critica urgenza che venga convocata al più presto la Conferenza dei presidenti di gruppo e che si trovino adeguate soluzioni per permettere quello che è stato oggi richiesto, ovvero che tutti i grandi elettori, indipendentemente dalla condizione in cui si trovino di positività, di quarantena o di altro, abbiano la possibilità di recarsi a manifestare il proprio voto che, abbiamo ribadito oggi, è un diritto ma anche un dovere (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Il gruppo di Italia Viva rinnova la richiesta che oggi è stata sancita grazie agli ordini del giorno che sono stati presentati e approvati, come veniva ricordato, a totale, di fatto, maggioranza politica di questo Parlamento - direi quasi all'unanimità - e rinnova la richiesta alla Camera e, a questo punto, suffragata da questo voto, di individuare le soluzioni più idonee, contemperando sicurezza e protezione delle persone sane con il diritto, anzi il dovere, dei grandi elettori di poter partecipare a questo voto, che, come ormai è stato chiarito fin nel dettaglio, deve svolgersi nell'ambito di Montecitorio.

Quindi, noi abbiamo il dovere, a questo punto, anche a fronte dell'indirizzo politico che è arrivato con questo voto, di fare un passo avanti e di farlo in fretta, anche perché lunedì cominciano le votazioni e non possiamo organizzarci la domenica pomeriggio per il lunedì pomeriggio. È necessario farlo, e non è una questione di parte. Vorrei anche che si uscisse da questo equivoco per cui, siccome determinate forze politiche, e altre forze politiche, lo chiedono, allora è una cosa di parte: è una cosa che riguarda tutti; è una cosa che serve anche a salvaguardare la salute di quelli che saranno qui. Questo perché se noi non mettiamo un meccanismo che garantisce a un positivo o a un quarantenato di poter venire a votare per il Presidente della Repubblica, rischiamo che chiunque qui dentro entri in contatto con un positivo in questi giorni - è un paradosso, ma voglio che rimanga agli atti anche questo tipo di paradosso - non sia stimolato a fare il tampone e a controllare il proprio stato di salute, perché rischia di non poter adempiere al proprio dovere di votare e di concorrere all'elezione del Presidente della Repubblica. Quindi, inviterei anche i più scettici a vedere, da questo punto di vista, la necessità di un intervento che metta in sicurezza il voto di tutti i 1009 grandi elettori; ovviamente, nel rispetto delle norme; lo abbiamo detto in tutti i modi e nessuno chiede delle cose extra o dei privilegi, ma è fondamentale. È fondamentale farlo presto ed è fondamentale farlo garantendo a tutti questo diritto, per evitare casi spiacevoli, che non si sono mai verificati nella storia repubblicana, di un Presidente o una Presidente che non riescono a essere eletti, o che vengono in qualche modo bloccati, per un numero di voti molto inferiore a coloro ai quali è impedito di votare. È un vulnus che non ci possiamo permettere e confido nella sensibilità istituzionale della Presidenza, e soprattutto anche in quella del Governo, affinché, come chiedono gli ordini del giorno approvati e votati da tutti, nella leale collaborazione tra enti differenti, si trovi rapidamente una soluzione e ne venga data formalmente comunicazione ai gruppi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Grazie. Colleghi, vi anticipo che, come da richiesta anche di molti colleghi fatta adesso, la Capigruppo verrà convocata domani mattina alle 10,30 e a breve vi verrà inviata la convocazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Presidente, per ribadire un paio di concetti che credo siano utili non nella discussione in Aula, quanto piuttosto rispetto alla Presidenza e a quello di cui discuteremo nella Capigruppo.

È evidente che da parte del Partito Democratico non c'è, e non ci può mai essere stata, l'intenzione di impedire ai grandi elettori di venire a votare, come ho sentito dire, non fosse altro che per il fatto che ognuno di noi è un grande elettore e nessuno di noi può dire se fra una settimana, quattro giorni o sette giorni potremmo essere positivi. Quindi, qui non c'è una questione di maggioranza, di minoranza o di differenziazione politica; c'è semplicemente una questione che riguarda come condurre una delle votazioni, forse la votazione più importante che coinvolge le istituzioni repubblicane, cioè la votazione della Presidenza della Repubblica, per far ciò in sicurezza e farlo anche in una condizione di eccezionalità, come quella di avere questa votazione dentro un picco pandemico. Noi, infatti, non siamo fuori dal plateau: noi ci stiamo dentro. Ci siamo dentro pienamente e, quando si dice che prima o poi ce lo prenderemo tutti il COVID, io vi auguro di non prendercelo tutti. Questo perché, sapere cos'è il long COVID o gli effetti che ci possono essere su un soggetto o su un altro, sono cose differenziate e diverse. Quindi noi avremo un atteggiamento, probabilmente, fra un mese, rispetto alla pandemia, sperando che diventi poi un'endemia diversa, ma non è in questa fase. Quindi, quello che noi teniamo a sottolineare è che il voto di oggi, che è stato un voto di un ordine del giorno indirizzato al Governo era proprio per sollecitare il Governo a aiutarci nel trovare soluzioni che vanno oltre il nostro potere di autodichia, e cioè pensiamo al meccanismo del trasporto, a che cosa accade ai parlamentari, a come viene un parlamentare positivo o quarantenato qui a votare? Dove va? Dove va dopo? Dove si dirige? Dove mangia? Come vengono tutelati, lui e gli altri? Come viene messa in sicurezza la Camera dei deputati? Come vengono messi in sicurezza deputati, grandi elettori di età differenti, di condizioni di salute differenti rispetto alla possibilità di un contagio? Credo che, con serietà, il lavoro che dovremmo fare, insieme ai Questori, nei prossimi giorni, anzi domani, insieme ai tecnici, sia questo, per quanto compete la nostra stretta missione di parlamentari e del nostro organo, istituzionale, ossia come mettere in condizione di rispettare una serie di misure che riducano al minimo il rischio per i nostri colleghi, per i grandi elettori - ma anche per quello che succede fuori da questa Camera - di eventualmente arrecare un danno, perché purtroppo ci troviamo in una situazione eccezionale e dobbiamo considerarla così; anche quando prendiamo e consideriamo misure, come abbiamo fatto oggi, diverse e straordinarie dobbiamo assumercene pienamente la responsabilità, tutti, in tutti gli aspetti e in tutti gli ambiti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, premettendo che Alternativa è stato l'unico gruppo politico che non ha votato a favore dell'ordine del giorno proposto da Fratelli d'Italia, in realtà qui si sta proponendo a persone positive di andare in giro per l'Italia e magari venire a Roma per votare; Allo stesso tempo, persone sane, anche deputati e senatori, ma non solo deputati e senatori, non possono uscire dalla Sardegna o dalla Sicilia per andare a lavorare e magari anche per votare qui, non solo per il Presidente della Repubblica, ma anche per tutte le votazioni come quella odierna. Capite la follia di questo sistema e la follia anche di quest'ordine del giorno, che discrimina ancora di più le situazioni, per cui un positivo potrebbe andare in giro per l'Italia per votare e una persona non positiva e sana non può uscire da un'isola come la Sardegna o la Sicilia? E davvero voi vorreste incentivare, rendere quasi strutturale, questa discriminazione? Mi sembra davvero che qui stiamo fuori dalla realtà, è un mondo davvero, questo della Camera, fuori dalla realtà; magari vi chiedo di rimanere con i piedi per terra (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Intanto, a nome del MoVimento 5 Stelle, vorrei ribadire il concetto già espresso questa mattina dal nostro capogruppo Davide Crippa, che è stato intanto un invito garbato, ma di grande fermezza istituzionale, rispetto alla necessità di non strumentalizzare questo argomento, perché la materia è molto delicata e ha che fare con un quadro normativo che tutti quanti, in quest'Aula, ben conoscono; intanto, perché si tratta di una tematica che riguarda la salute pubblica; c'è una tempistica da rispettare relativamente alla possibilità di una evenienza che oggi è venuta fuori dopo la votazione dell'ordine del giorno; mi pare che alla Camera dei deputati, in questi due anni, si sia assistito, in maniera direi unanime, a una gestione molto importante, che fortunatamente non ha mai creato situazioni di focolaio all'interno della Camera stessa; è chiaro che, dovendo derogare a determinate norme, io penso che intanto è giusto che questo vada discusso nella sede opportuna, che sarà la Conferenza dei capigruppo di domani, alle 10,30.

Tuttavia, si deve provare anche a mantenere un equilibrio istituzionale relativo a quello che accade dentro quest'Aula e nella Camera, ma anche fuori da quest'Aula. Quindi, io penso che sia necessaria una misura anche nel valutare questi argomenti, ripeto, soprattutto perché ci teniamo a sottolineare che la tutela della salute pubblica è sempre prioritaria; lo è anche in un momento delicatissimo, quale quello della votazione per il Presidente della Repubblica, cosa che rappresenta, ovviamente, un evento eccezionale, che si inserisce in un quadro, però, emergenziale importante che conoscevamo ben prima di questa giornata. Quindi, penso che tutte le valutazioni vadano fatte con grandissima prudenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Zucconi, è sullo stesso argomento? Perché, se è sullo stesso argomento, ha già parlato il presidente Lollobrigida.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Solo una precisazione, Presidente, per ricordare che, nell'ordine del giorno di stamattina, parlando di 1.009 aventi diritto, evidentemente, ricomprendevamo anche il problema di chi si deve spostare dalle isole e, magari, questo potrebbe essere foriero anche per un'organizzazione futura su altre votazioni.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Elisa Tripodi. Ne ha facoltà.

ELISA TRIPODI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per ricordare la situazione nella quale continua a versare il settore turistico e, in particolar modo, quello di montagna. Nelle scorse settimane abbiamo presentato una mozione a sostegno di questo settore, a sostegno delle sale da ballo e delle discoteche e, oggi, abbiamo interrogato, sempre su questo tema, nella Commissione attività produttive, il Ministro Garavaglia. E il Ministro ci ha rappresentato la volontà di portare avanti le proposte da noi avanzate in aiuto a questo settore, proposte che arrivano anche dagli addetti ai lavori, che arrivano dalle audizioni fatte nell'ambito dell'indagine conoscitiva promossa dal MoVimento 5 Stelle sempre nella Commissione attività produttive.

Ma, in questa sede, tramite lei, vorrei sottolineare la necessità di un intervento di sostegno economico immediato da parte del Governo, perché siamo già in ritardo. L'abbiamo detto più volte, le attività e le imprese familiari sono in difficoltà da diverso tempo e tutte queste sollecitazioni, questi atti parlamentari devono adesso trovare una risposta concreta da parte del Governo. Quindi, noi auspichiamo e ci auguriamo che, in Consiglio dei Ministri, possa finalmente trovare luce un provvedimento che vada in questa direzione, nella direzione di ristori, di sostegni economici, che già abbiamo presentato anche all'interno della nostra mozione come possibili soluzioni per dare un minimo di sollievo a questo settore, che è stato pesantemente devastato dalle restrizioni messe in atto per tutelare la collettività dalla pandemia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, 53 anni fa moriva a Praga Jan Palach, tre giorni prima si era dato fuoco in piazza San Venceslao come gesto estremo di protesta contro l'oppressione comunista imposta alla Cecoslovacchia dall'Armata Rossa. Io credo, e ho chiesto la parola per questo, che quel sacrificio meriti di non essere dimenticato. Quell'estremo sacrificio di un ragazzo di 20 anni, che ha rinunciato alla propria vita in modo atroce, era un disperato grido di libertà, un grido che sembrava destinato a soccombere, a svanire nell'illusione del socialismo dal volto umano, di fronte ai cingoli dei carri armati e alla cecità dell'ideologia diffusa anche in Occidente. E, invece, quella testimonianza di libertà, come quella degli altri tre ragazzi, che, nella stessa piazza, si diedero fuoco nelle settimane successive, come quella dei tanti eroi che diedero la vita nel XX secolo per combattere il totalitarismo comunista e quello nazifascista, alla fine hanno vinto. Se oggi la “cortina di ferro” è un ricordo del passato, se oggi le antiche nazioni dell'Europa orientale sono tornate a far parte della comunità dei popoli liberi, se l'intera Europa si è salvata dallo spettro del totalitarismo rosso e nero, lo dobbiamo anche ai ragazzi come Jan Palach e i suoi amici, lo dobbiamo anche ad altri ragazzi, come quelli della “Rosa Bianca”, che non ebbero esitazione a rinunciare al futuro e alla vita in nome della libertà, della dignità, del diritto. In quest'Aula parlamentare, luogo supremo della libertà e del pluralismo democratico, è giusto non dimenticarlo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Piera Aiello. Ne ha facoltà.

PIERA AIELLO (MISTO). Grazie Presidente. Oggi voglio ricordare il compleanno di un grande uomo, un uomo che ha dato la vita per la giustizia. Quest'uomo è Paolo Borsellino.

Paolo Borsellino è stato un padre, una persona che mi ha guidato nella vita. Vorrei ricordarlo con queste parole. Se davvero c'è un paradiso da cui guardare questo mondo, immagino ti starai domandando: perché in molti qua giù hanno dimenticato le tue parole e i tuoi insegnamenti? Io no di sicuro, non ho altro regalo, se non quello di prometterti che continuerò a lottare nel tuo nome e nel tuo ricordo. Grazie a Paolo Borsellino (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Come ogni anno, dai banchi di Forza Italia, vogliamo ricordare Bettino Craxi, perché 22 anni fa, nella terra amica di Tunisia, veniva a mancare. Per molti anni membro di questa Camera, leader del PSI, innovatore e campione con i fatti del riformismo socialista e liberale, Presidente del Consiglio che portò l'Italia tra le grandi del mondo, ha innovato profondamente il pensiero socialista, ha promosso sempre l'orgoglio e la dignità nazionale, dalla questione euromissili, al ruolo dell'Italia a Bruxelles, al protagonismo nel Mediterraneo, fino a Sigonella, quando fece chiaramente capire agli alleati che l'Italia non poteva accettare il ruolo di potenza a sovranità limitata.

“La mia libertà equivale alla mia vita” è scritto sulla piccola lapide all'ombra della medina di Hammamet, quella libertà che difese fino alla morte, in Italia come in tanti angoli del mondo, sfidando da giovane socialista i fucili puntati dei miliziani di Pinochet, battendosi contro le dittature reazionarie in Spagna, in Portogallo, in Grecia, appoggiando e sostenendo i movimenti dissidenti dell'Unione Sovietica o dei Paesi dell'Est o quelli per l'autodeterminazione dei popoli.

In quest'Aula il 3 luglio del 1992 pronunciò un discorso storico, con parole pesanti di verità, per favorire l'avvio di una riflessione nazionale, che ancora oggi oggettivamente non c'è stata, silenzio ormai assordante. Ma oggi è la giornata della ricorrenza: un pensiero alla moglie, ai figli ed a tutta la comunità socialista, nel ricordo sempre vivo di Bettino e nel solco della sua sempre attuale, grande, grandissima lezione politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Si è spento stanotte Vito Gulli, un grande imprenditore italiano, genovese, un uomo che ha dato lustro all'Italia, un uomo che aveva l'amore per questa nostra Patria negli occhi. Mi onorava della sua amicizia e, ogni volta che ho avuto modo di parlargli, ho sempre cercato di imparare qualcosa dalla sua lezione. Lui si vantava di avere sempre localizzato la produzione in Italia. Grande imprenditore dell'industria alimentare, era riuscito a portare il 100 per cento della produzione in Italia, in Sardegna, e aveva sposato tante battaglie politiche per la libertà, per la sovranità e per il suo Paese. Penso che uomini così siano pochi e, se fossero di più, penso che questa nostra Patria potrebbe veramente tornare a sperare, prima di riguadagnare il posto che le spetta fra le Nazioni del mondo. E, al momento, purtroppo, questo posto e questa sovranità sembrano negati. Un pensiero alla moglie e alla famiglia. Ciao, Vito.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 20 gennaio 2022 - Ore 8,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2463 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali (Approvato dal Senato). (C. 3442​)

Relatrice: IANARO.

2. Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore. (C. 3434​)

La seduta termina alle 21,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 6 il deputato Vacca ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 la deputata Ferro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 36 il deputato Casu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 39 e 40 la deputata Carnevali ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre non avrebbe voluto partecipare alle votazioni;

nella votazione n. 40 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 40 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 84 la deputata Castiello ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 94 la deputata Giannone ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3442 - odg n. 1 389 357 32 179 17 340 93 Resp.
2 Nominale odg 9/3442/10 392 381 11 191 37 344 92 Resp.
3 Nominale odg 9/3442/11 395 385 10 193 37 348 92 Resp.
4 Nominale odg 9/3442/12 403 391 12 196 31 360 92 Resp.
5 Nominale odg 9/3442/14 403 395 8 198 40 355 93 Resp.
6 Nominale odg 9/3442/16 400 392 8 197 51 341 91 Resp.
7 Nominale odg 9/3442/17 397 381 16 191 35 346 91 Resp.
8 Nominale odg 9/3442/19 398 393 5 197 38 355 90 Resp.
9 Nominale odg 9/3442/23 394 389 5 195 52 337 89 Resp.
10 Nominale odg 9/3442/24 396 390 6 196 50 340 89 Resp.
11 Nominale odg 9/3442/25 399 395 4 198 52 343 89 Resp.
12 Nominale odg 9/3442/38 rif. 395 386 9 194 368 18 89 Appr.
13 Nominale odg 9/3442/44 403 397 6 199 47 350 89 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3442/46 402 397 5 199 43 354 89 Resp.
15 Nominale odg 9/3442/47 390 386 4 194 48 338 89 Resp.
16 Nominale odg 9/3442/48 395 392 3 197 41 351 89 Resp.
17 Nominale odg 9/3442/49 400 396 4 199 42 354 89 Resp.
18 Nominale odg 9/3442/51 398 392 6 197 43 349 89 Resp.
19 Nominale odg 9/3442/52 402 395 7 198 42 353 89 Resp.
20 Nominale odg 9/3442/55 401 396 5 199 48 348 89 Resp.
21 Nominale odg 9/3442/56 406 402 4 202 48 354 88 Resp.
22 Nominale odg 9/3442/57 402 397 5 199 46 351 88 Resp.
23 Nominale odg 9/3442/58 406 401 5 201 48 353 88 Resp.
24 Nominale odg 9/3442/59 410 403 7 202 45 358 88 Resp.
25 Nominale odg 9/3442/60 396 390 6 196 43 347 88 Resp.
26 Nominale odg 9/3442/61 399 394 5 198 45 349 88 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/3442/63 402 395 7 198 42 353 88 Resp.
28 Nominale odg 9/3442/64 399 391 8 196 41 350 88 Resp.
29 Nominale odg 9/3442/67 402 395 7 198 46 349 88 Resp.
30 Nominale odg 9/3442/69 403 395 8 198 43 352 88 Resp.
31 Nominale odg 9/3442/71 405 401 4 201 48 353 88 Resp.
32 Nominale odg 9/3442/73 405 400 5 201 46 354 87 Resp.
33 Nominale odg 9/3442/74 404 400 4 201 52 348 87 Resp.
34 Nominale odg 9/3442/76 407 402 5 202 43 359 87 Resp.
35 Nominale odg 9/3442/78 403 398 5 200 46 352 87 Resp.
36 Nominale odg 9/3442/80 401 396 5 199 44 352 87 Resp.
37 Nominale odg 9/3442/81 386 378 8 190 31 347 87 Resp.
38 Nominale odg 9/3442/83 394 389 5 195 43 346 87 Resp.
39 Nominale odg 9/3442/84 e 92 dispositivo 373 353 20 177 349 4 87 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/3442/84 premesse 360 342 18 172 337 5 86 Appr.
41 Nominale odg 9/3442/92 premesse 368 362 6 182 359 3 86 Appr.
42 Nominale Ris. Saitta e a. n. 6-204 302 299 3 150 265 34 99 Appr.
43 Nominale Ris. Lollobrigida e a. 6-205 - 1 p. 300 299 1 150 31 268 98 Resp.
44 Nominale Ris. Lollobrigida e a. 6-205 - 2 p. 304 303 1 152 27 276 98 Resp.
45 Nominale Ris. Lollobrigida e a. 6-205 - 3 p. 307 306 1 154 37 269 98 Resp.
46 Nominale Ris. Lollobrigida e a. 6-205 - 4 p. 304 301 3 151 33 268 98 Resp.
47 Nominale Ris. Lollobrigida e a. 6-205 - 5 p. 306 305 1 153 36 269 98 Resp.
48 Nominale Ris. Lollobrigida e a. 6-205 - 6 p. 305 305 0 153 25 280 98 Resp.
49 Nominale Ris. Lollobrigida e a. 6-205 - 7 p. 300 299 1 150 37 262 98 Resp.
50 Nominale Ris. Lollobrigida e a. 6-205 - 8 p. 306 305 1 153 36 269 98 Resp.
51 Nominale Ris. Lollobrigida e a. 6-205 - 9 p. 306 305 1 153 36 269 98 Resp.
52 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 10 p. 305 295 10 148 27 268 98 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 11 p. 306 305 1 153 34 271 98 Resp.
54 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 12 p. 305 304 1 153 36 268 98 Resp.
55 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 13 p. 307 306 1 154 35 271 98 Resp.
56 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 14 p. 303 302 1 152 36 266 98 Resp.
57 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 15 p. 304 303 1 152 34 269 98 Resp.
58 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 16 p. 306 305 1 153 26 279 98 Resp.
59 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 17 p. 302 293 9 147 24 269 98 Resp.
60 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 18 p. 301 299 2 150 35 264 98 Resp.
61 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 19 p. 305 304 1 153 36 268 98 Resp.
62 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 20 p. 306 294 12 148 25 269 98 Resp.
63 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 21 p. 304 303 1 152 35 268 98 Resp.
64 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 22 p. 302 301 1 151 36 265 98 Resp.
65 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 23 p. 306 305 1 153 26 279 98 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 24 p. 302 299 3 150 34 265 98 Resp.
67 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 25 p. 301 299 2 150 34 265 98 Resp.
68 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 26 p. 302 293 9 147 27 266 98 Resp.
69 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 27 p. 304 301 3 151 34 267 98 Resp.
70 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 28 p. 302 302 0 152 35 267 98 Resp.
71 Nominale Ris. Lollobrigida e a 6-205 - 29 p. 303 302 1 152 35 267 98 Resp.
72 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 1 p. 303 303 0 152 37 266 98 Resp.
73 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 2 p. 300 300 0 151 37 263 98 Resp.
74 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 3 p. 299 298 1 150 33 265 98 Resp.
75 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 4 p. 299 297 2 149 33 264 98 Resp.
76 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 5 p. 298 298 0 150 18 280 98 Resp.
77 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 6 p. 298 298 0 150 10 288 98 Resp.
78 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 7 p. 297 296 1 149 12 284 98 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 8 p. 303 276 27 139 11 265 98 Resp.
80 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 9 p. 304 302 2 152 35 267 98 Resp.
81 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 10 p. 304 303 1 152 36 267 98 Resp.
82 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 11 p. 302 301 1 151 11 290 98 Resp.
83 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 12 p. 302 282 20 142 10 272 98 Resp.
84 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 13 p. 304 300 4 151 35 265 98 Resp.
85 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 14 p. 302 301 1 151 10 291 98 Resp.
86 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 15 p. 304 304 0 153 37 267 98 Resp.
87 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 16 p. 302 278 24 140 11 267 98 Resp.
88 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 17 p. 304 302 2 152 11 291 98 Resp.
89 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 18 p. 305 278 27 140 11 267 98 Resp.
90 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 19 p. 306 280 26 141 12 268 98 Resp.
91 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 20 p. 306 304 2 153 36 268 98 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 95)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale Ris. Colletti e a. 6-206 - 21 p. 298 291 7 146 22 269 98 Resp.
93 Nominale Ddl 3442 - odg 9/85 298 293 5 147 32 261 98 Resp.
94 Nominale odg 9/3442/88 rif. 296 295 1 148 277 18 98 Appr.
95 Nominale odg 9/3442/90 291 286 5 144 26 260 98 Resp.