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Seduta del 25/1/2012


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Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, professoressa Elsa Fornero, sulle nuove disposizioni in materia di enti previdenziali pubblici e privati.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, professoressa Elsa Fornero.
L'odierna audizione del Ministro - perché ci auguriamo che torni spesso a trovarci per instaurare un proficuo confronto della Commissione con il Governo in una materia molto delicata qual è quella della previdenza pubblica e privata - riguarda le recenti disposizioni in materia di enti di previdenza pubblici e privati, contenute nel decreto legge n. 201 del 2011, convertito con modificazioni dalla legge n. 214 del 2011, recante, come è noto, disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici.
Tali disposizioni hanno stabilito, per quanto riguarda gli enti di previdenza pubblici, la soppressione di INPDAP ed ENPALS, con la conseguente attribuzione delle relative funzioni all'INPS, mentre, in materia di Casse private, si è ritenuto di estendere l'arco temporale cui si riferiscono le previsioni contenute nei bilanci tecnici da 30 a 50 anni.
Evidenzio che il Ministro questa mattina ha un contemporaneo impegno al Senato, ma ieri sera ci siamo sentiti per evitare il rinvio dell'odierna audizione. Ringrazio quindi il Ministro per la sua odierna partecipazione e le do la parola.

ELSA FORNERO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Ringrazio innanzitutto per l'invito e mi scuso in modo non formale rispetto a una presenza che sarà necessariamente limitata, con il permesso del Presidente e - spero - con la vostra comprensione.
Devo aggiungere che l'odierna convocazione - della quale sono lieta perché mi offre l'occasione di incontrarvi - è un po' prematura rispetto almeno alla questione comunemente chiamata «super-INPS», dal momento che nessuno degli adempimenti che faranno seguito a quella disposizione di legge è ancora avvenuto.
Ricordo che questo è un provvedimento, dal punto di vista sostanziale, di grande rilevanza, che va nella direzione di un disegno che è stato lungamente in qualche modo desiderato dal Parlamento, considerato che ci sono precedenti iniziative di fusione e accorpamento di altri enti più piccoli, e diverse iniziative sono già state prese per realizzare questo ente che dovrà gestire tutta la previdenza pubblica.
Bisognerà anche attendere che i bilanci degli enti incorporati, INPDAP ed ENPALS, siano approvati, il che dovrebbe avvenire entro marzo. Dopodiché, sono fiduciosa che l'INPS e i suoi organi faranno tutto quanto è previsto per l'assorbimento efficiente non solo di tutta la


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parte amministrativa, ma anche della parte relativa al personale. Come sapete, il problema è che ci sono unità di personale in eccedenza e sapete anche che il Parlamento - questo è più nelle vostre mani che nelle mani del Governo - sta cercando, anche attraverso il decreto cosiddetto «Milleproroghe», di impostare una soluzione. Tale soluzione dovrebbe consistere nel dare più tempo all'INPS per assorbire queste persone e poi avvicendarle con i pensionamenti, senza creare anche su questo fronte una nuova crisi occupazionale che complicherebbe ulteriormente un quadro già abbastanza complesso.
Sul piano della governance del «super-INPS», come viene chiamato in gergo giornalistico, ritengo che vada fatta una riflessione profonda. Non sono - almeno a me - ovvie ad ora le soluzioni in relazione alla tipologia di governance più adatta per un simile tipo di ente, per cui credo che al riguardo avremo anche bisogno di suggerimenti tecnici.
Circa gli effetti che la riforma pensionistica recentemente approvata potrà avere sull'operatività ed efficienza dell'ente, ritengo che L'INPS sia perfettamente in grado di gestire il flusso delle entrate contributive e i pagamenti sia per prestazioni pensionistiche che per le altre prestazioni, ancorché ne possa essere cambiata la natura o i requisiti di accesso. Dunque, dal punto di vista della macchina amministrativa, non necessariamente la riforma comporta dei cambiamenti.
Spendo poche parole sulle misure che hanno interessato le Casse che gestiscono la previdenza obbligatoria dei professionisti. Questo è un tema che mi sta molto a cuore, essendomene occupata anche nella mia precedente attività accademica. Credo che alcune di queste Casse possano correre il rischio di problemi di sostenibilità finanziaria e che quindi, proprio perché gestiscono previdenza obbligatoria, sia dovere del legislatore assicurare che questa sostenibilità finanziaria sia raggiunta, in modo da evitare situazioni che si sono già verificate e che hanno costretto un intervento a carico del bilancio pubblico e, di conseguenza, a carico della fiscalità generale o degli altri contribuenti.
A mio parere, quello che abbiamo chiesto nella riforma è un percorso assolutamente accessibile per le Casse, che hanno non solo tutti gli strumenti tecnici e gestionali atti a fornire il quadro che abbiamo richiesto, ma anche la capacità di attuare il conseguente processo decisionale in maniera democratica all'interno dei loro organi. Ricordo - lo dico con molta umiltà - che il sistema pensionistico è stato cambiato per tutti gli italiani in poco più di venti giorni; noi concediamo sei mesi alle Casse per verificare se le loro proiezioni di cinquant'anni - ricordo soltanto che le proiezioni della sicurezza sociale americana si estendono per settant'anni - assicurano una sostenibilità.
Relativamente alla questione del patrimonio - riservandomi un approfondimento in un'altra occasione - ritengo che non sia corretto prevederne l'utilizzo generalizzato nelle proiezioni attuariali. Prevedere, invece, l'utilizzo dei rendimenti del patrimonio, vale a dire dei flussi di reddito che originano dallo stock di patrimonio, è tutt'altra cosa ed è una soluzione che può essere presa in considerazione.
Sono a vostra disposizione per eventuali domande, e rinnovo le mie scuse se a breve mi dovrò allontanare per recarmi in Senato a causa di un sopraggiunto e concomitante impegno che mi è stato comunicato soltanto ieri. Mi rendo sin d'ora disponibile per un nuovo incontro che potrà avvenire anche a breve.

PRESIDENTE. Prima di lasciare la parola ai colleghi, vorrei rappresentare al Ministro che questa è una Commissione composta da deputati e senatori molto esperti sul tema previdenziale, che pur nella diversità delle singole posizioni cerca sempre di svolgere un lavoro comune al fine di arrivare a delle soluzioni condivise da mettere anche a disposizione del Governo.
Tra l'altro, è una Commissione virtuosa per quanto riguarda i costi di funzionamento, dal momento che non fruisce di


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alcun tipo di consulenza esterna e per la sua attività si avvale esclusivamente del supporto degli Uffici della Camera.

ELSA FORNERO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Sono molto lieta di questa sua precisazione e ribadisco il proposito di una reciproca collaborazione con la Commissione.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

ELIO LANNUTTI. Ringrazio il Ministro per essere venuta a illustrare quella che sarà la sua linea di azione, e mi permetto di sottolineare un paio di questioni.
In primo luogo, il Ministro ha parlato di convocazione prematura rispetto alla questione del cosiddetto «super-INPS», ritenendo che non sia avvenuto ancora nulla. Ciò che intendo evidenziare è che al vertice di questo ente troviamo un vero e proprio collezionista di poltrone che si chiama Antonio Mastrapasqua, che ne detiene ben venticinque, e questo secondo me rappresenta uno scandalo. Questo nuovo ente andrà a gestire qualcosa come 270-280 miliardi di euro, è previsto anche un piano di esuberi, ma intanto in questi giorni sono state fatte assunzioni clientelari.
Sottolineo anche che il Ministro ha recentemente fatto una dichiarazione sull'INPGI che io ritengo un po' infelice, anche in virtù del fatto che i giornalisti attualmente sono una categoria precaria e molti di loro vengono pagati 3 euro ad articolo.
La ringrazio per la sua attenzione e ribadisco che, se questo Governo tecnico imporrà dei sacrifici, devono farli tutti, anche i collezionisti di poltrone come Mastrapasqua. Grazie.

CARMEN MOTTA. Signor Ministro, oggi concentreremo le questioni per consentirle una prima disamina delle problematiche che intendiamo sottoporle, ma spero che ci possa essere una successiva occasione in cui poter procedere ai dovuti approfondimenti.
Vi sono alcune criticità sulle quali vorremmo attirare la sua attenzione, criticità che peraltro in qualche modo lei ha richiamato nel suo intervento. La prima riguarda la mancanza di una progettualità nella definizione dell'organizzazione complessiva dell'ente di previdenza e assistenza più grande d'Europa, quindi il tema di chi deve gestire, e come, la previdenza pubblica nel nostro Paese.
In secondo luogo, a noi pare che ci sia una mancanza di definizione del sistema di governance, che oggi obiettivamente vede al vertice politico-amministrativo un organo monocratico - il presidente dell'INPS - senza consiglio di amministrazione e senza un organo di sorveglianza della gestione dotato di un potere effettivo a tutela dei diritti e degli interessi sia dei lavoratori, che delle imprese.
La terza questione l'ha già affrontata anche lei e riguarda la previsione della messa in mobilità di una parte del personale degli enti soppressi. Su questo punto vorremmo un approfondimento, perché lei sa che in tante realtà provinciali, in particolare del Nord, molti di questi lavoratori, ex portieri, sono stati formati e vengono utilizzati, come altri dipendenti, per tutte le prestazioni istituzionali. Quindi, c'è una differenziazione dell'utilizzo di questo personale.
Evidenzio, inoltre, che l'articolo 21, comma 9, del decreto legge 201 del 2011, nel differire la permanenza in carica del Presidente dell'INPS fino al 31 dicembre 2014, lo svincola nella sua durata sia dal Parlamento che dal Governo e rimane in carica oltre la fine della legislatura, rafforzando obiettivamente l'idea, che non condividiamo, della permanenza di un uomo solo al comando dell'ente.
Vogliamo anche segnalarle, accanto ai temi della governance e del soprannumero dei dipendenti, un punto dirimente: a chi spetta la definizione del piano industriale? È assolutamente fondamentale capire a chi spetta, con quali collaborazioni e con quali coinvolgimenti. Noi pensiamo, ad esempio, che il Ministero vigilante debba essere assolutamente coinvolto. Il piano industriale è quello che deve definire il


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processo di riordino, i contenuti, i tempi e le modalità, quindi riteniamo che debba essere condiviso in particolare con le parti sociali.
Infine, sono convinta - ma credo lo siano tutti i colleghi - che su questo difficile e impegnativo obiettivo che si pone la norma, ossia la riforma e l'unificazione in un unico ente, questa Commissione possa svolgere un ruolo decisivo nella definizione dei nuovi assetti.
La ringrazio per quanto potrà dire nella giornata di oggi, sperando che ci sia un'altra occasione di incontro. Grazie.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Ministro, la ringrazio e le pongo velocemente alcune questioni, riallacciandomi subito a quanto detto in conclusione dall'onorevole Motta. In realtà, questa Commissione ha già dato un contributo per quanto riguarda l'ipotesi di organizzazione di un sistema previdenziale complesso e unificato, con uno studio molto articolato - che lei sicuramente conoscerà in virtù della sua attività di studiosa - realizzato nella scorsa legislatura, e sul quale nella prossima occasione di incontro potremo prendere spunto per eventuali nuove idee in proposito.
Relativamente alla questione dei bilanci tecnici, credo oggettivamente che prevedere una stabilità a cinquant'anni sia eccessivo. In ogni caso, se dobbiamo ragionare su questo termine così lungo, dobbiamo evidentemente ragionare anche sugli strumenti necessari a stimolare, sviluppare e consolidare l'accesso alla professione. Del resto, fare proiezioni a cinquant'anni senza sapere quali saranno i fattori economici che da qui a cinquant'anni incideranno sul turnover delle professioni mi sembra azzardato. In America il sistema è diverso; ne possiamo anche parlare, ma è chiaro che non possiamo riferirci soltanto al parametro americano nell'ipotizzare uno studio sulla stabilità a cinquant'anni o a periodi addirittura superiori.
Sulla questione dei patrimoni, quello che lei oggi ci ha preannunziato è un passo avanti; utilizzare i rendimenti ai fini della stabilità è di certo una scelta oggettivamente rilevante.
Con riferimento al problema dell'adeguatezza delle prestazioni previdenziali per i professionisti, dobbiamo porci il problema del tasso di sostituzione. Oggi come oggi, con i sistemi attualmente adottati dalle Casse, che in grande parte hanno già adottato il sistema contributivo, i tassi di sostituzione prevedono pensioni da fame. Credo che bisognerà invertire il ragionamento e, dunque, stabilire oggi qual è un tasso di sostituzione congruo che possa assicurare ai professionisti una pensione adeguata e su questo innestare il ragionamento di come modulare i vari sistemi previdenziali. Da questo bisognerebbe partire, e su questo evidentemente questa Commissione è pronta a confrontarsi con lei. Grazie.

NEDO LORENZO POLI. Relativamente a come verrà gestito il passaggio ad un ente unico di previdenza devo dire che sono di diverso avviso rispetto ai precedenti interventi, perché ritengo - anche sulla base di precedenti esperienze di componente di consigli di amministrazione di enti - che un'operazione del genere, essendo difficile, deve avere nei confronti del Governo un unico interlocutore da individuarsi nella figura del presidente dell'Istituto, ed è questo il motivo per cui la durata in carica dello stesso è stata prorogata, dopodiché, a conclusione della fase di accorpamento, certamente si potrà parlare di governance e via dicendo.
Vorrei inoltre dire al senatore Lannutti, per il quale nutro stima e rispetto, che ritengo non sia giusto continuare a portare avanti una polemica così dura nei confronti del presidente Mastrapasqua, anche perché credo che lo stesso fino ad oggi abbia conseguito risultati importanti nella gestione dell'ente e abbia le capacità per gestire questa fase importante. La mia opinione è che anche i requisiti siano in linea con quello che richiede la legge; se poi così non dovesse essere, se ne occuperanno le autorità preposte.
Per quanto riguarda la questione della sostenibilità degli enti previdenziali obbligatori


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privati, prendo atto con piacere della disponibilità manifestata dal Ministro di discutere sulla rendita del patrimonio; peraltro oggi abbiamo in Commissione lavoro l'esame del testo unificato della proposta di legge Damiano-Di Biagio, per cui ne parleremo in quella sede.
Mi sembra, peraltro, che nella Commissione bilancio con l'approvazione di un emendamento al decreto cosiddetto Milleproroghe, sia stato spostato il termine della presentazione dei bilanci tecnici.

PRESIDENTE. È stato proposto lo spostamento dal 30 giugno al 30 settembre, ma la proposta è stata accantonata.

NEDO LORENZO POLI. Termino qui il mio intervento e mi riservo di formulare altre considerazioni al prossimo incontro che avremo con il Ministro.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Ministro, esprimo il mio apprezzamento per il tempo breve, rispetto a esperienze precedenti, con cui ha accolto la nostra richiesta di audizione.
Sulla questione della futura governance del «super-INPS», ricordo che è stato accolto dal Governo un ordine del giorno che poneva la questione di prevedere come soluzione strutturale un intervento più organico e più rappresentativo. Peraltro, dalle sue parole mi pare di capire che il Governo intenderà muoversi in questa direzione.
Per quanto riguarda la questione dei «soprannumerari», ricordo che non si tratta di un abuso o di una questione tralatizia, ma è stata proprio una legge dello Stato - quando si attuò il piano di dismissione immobiliare ed era Ministro l'onorevole Salvi - a prevedere che i portieri degli stabili venissero assunti dagli enti.
Venendo alla questione delle Casse, prendo atto che c'è una riconsiderazione del patrimonio, che in qualche modo deve trovare anche uno sbocco legislativo; definire il discorso che riguarda il rendimento è, comunque, un chiarimento della situazione. Mi domando, però, perché si è voluta condizionare questa operazione sui cinquant'anni. Ricordo all'onorevole Lo Presti che la Ragioneria generale dello Stato tutti gli anni attua delle previsioni sulla spesa pensionistica che arrivano al 2060, anche tenendo conto dei tassi di sostituzione, nel senso che si prendono dei dati macroeconomici e si formulano diverse ipotesi, un'ipotesi maggiore, un'ipotesi intermedia e un'ipotesi più bassa. Quindi, non è proprio impossibile fare una programmazione a cinquant'anni, perché lo si fa correntemente per l'assicurazione generale obbligatoria e per la spesa pensionistica in generale. In un tale ambito mi chiedo peraltro perché non si possa prevedere direttamente un passaggio al sistema contributivo per le Casse senza collegarlo necessariamente alla mancanza di un intervento correttivo. Si potrebbe, ad esempio, stabilire per legge che tutte le Casse devono passare, dal 1o gennaio 2012, al sistema contributivo; non è difficile.
Infine, vorrei conoscere l'opinione del Ministro sulle ipotesi di accorpamento anche per le Casse professionali, prospettiva che io ritengo auspicabile anche ai fini di una maggiore sostenibilità delle stesse.

PRESIDENTE. Come ha potuto verificare dalle questioni che sono state poste, il livello tecnico e la competenza dei membri della Commissione è decisamente elevato. Anch'io mi permetto di evidenziare il tema del patrimonio, cui lei ha già accennato, e che è davvero sentito da tutti.
Le ricordo anche l'importantissimo lavoro di moral suasion che la Commissione ha svolto nei confronti di tutte le Casse, in particolare in merito ai titoli tossici, e che ha consentito il raggiungimento di una maggiore prudenza per gli investimenti futuri.
Do la parola al Ministro Fornero per la replica.

ELSA FORNERO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Con riferimento al ruolo del presidente Mastrapasqua, come ho detto in diverse occasioni, ribadisco che se ci sono violazioni di norme è un discorso da affrontarsi in altro contesto. Per


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il resto, la questione della governance del nuovo ente sarà studiata a fondo, anche con il vostro contributo, e decideremo quello che è bene che sia fatto, non per una persona, bensì per il Paese. La decisione di prorogare il mandato del presidente dell'INPS, come diceva l'onorevole Poli, è stata assunta proprio per consentire l'operazione e per dare modo di procedere a questa incorporazione nel modo ritenuto più efficace, sotto lo stretto controllo del Ministero.
Per quanto riguarda l'Inpgi, io non ho mai detto che i giornalisti siano una categoria privilegiata. Ho detto che lo sono stati, ma oggi hanno perso i loro privilegi e subiscono, anche loro, la concorrenza. La invito, senatore Lannutti, a leggere il mio intervento, non quello che è stato trascritto.

ELIO LANNUTTI. Io non intendo polemizzare, signor Ministro, ho riportato il contenuto di un'agenzia di stampa.

ELSA FORNERO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Neanche io polemizzo.
Circa i temi evidenziati in materia di sostenibilità delle Casse, io sarei felice se tutte passassero veramente al contributivo, che è l'unica formula che dà sostenibilità. Il contributivo mette anche in evidenza che, se si paga troppo poco, le pensioni sono basse. Questa è una correlazione molto trasparente che dice che se non si contribuisce non si avrà una pensione adeguata oppure se si contribuisce su redditi che sono molto bassi chiaramente non si potrà avere una pensione alta.
Anche l'accorpamento delle Casse private è una questione che io credo sia opportuno affrontare, pur dovendosi ricordare che ognuna di esse ha una sua autonoma sopravvivenza in virtù di una legge. Quindi, o cambiamo la legge - ma dovete essere voi a farlo - oppure possiamo incoraggiare gli accorpamenti di funzioni, il che significa limitare le spese che sono dedicate non al pagamento delle pensioni, ma a organi, duplicazioni di pratiche, inefficienza amministrativa, difformità nei sistemi informatici.
Per di più - ma di questo magari discuteremo un'altra volta - il disegno assicurativo delle Casse, ciascuno dei quali è limitato a una singola professione, è molto inefficiente e contraddice ogni principio di buona amministrazione, cioè contraddice - nel non mettere tutte le uova in uno stesso paniere - un principio di buonsenso. Stare da soli non paga soprattutto nel lungo periodo, quindi sono fortemente d'accordo con quanto affermava l'onorevole Cazzola.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Santagata.

GIULIO SANTAGATA. Essendo un sostenitore di lunga data dei progetti di fusione tra enti, vorrei un chiarimento dal Ministro sul significato da dare alla parola «incorporazione». È chiaro che, se stiamo parlando di una fusione per incorporazione nell'INPS, stiamo facendo un modello di piano industriale che evidentemente modifica o, comunque, incide su tutto il meccanismo di soppressione di INPDAP e ENPALS. Vorrei quindi una conferma per sapere se ho capito bene.

CECILIA DONAGGIO. Signor ministro, il 15 dicembre scorso le ho rivolto un'interrogazione, pubblicata negli atti del Senato, esattamente sui fondi pensione. La pregherei di volermi rispondere.

ELSA FORNERO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Mi accerterò presso i miei uffici e cercherò di capire perché non mi è arrivata.

PRESIDENTE. In realtà i solleciti agli atti di sindacato ispettivo andrebbero fatti in Aula.

ELSA FORNERO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per quanto riguarda quello che ha detto l'onorevole Santagata - benché io possa avere utilizzato una parola alla quale diamo la stessa implicazione, ma che di per sé ha un senso diverso da quello che lei intende - io mi attengo alla legge e tutto il processo sarà


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interpretato alla luce di quanto in essa stabilito, ossia che scompaiono INPDAP ed ENPALS e che le loro attività e funzioni vengano trasferite all'INPS.
Per il momento non vorrei aggiungere altro, anche perché non ho esattamente in testa il disegno di quello che succederà. Questo lo vedremo nei passi successivi da compiere. Per tante ragioni che attengono all'efficienza e al risparmio di risorse, è opportuno arrivare all'obiettivo di un unico ente che gestisca la previdenza dei lavoratori italiani, sia pubblici che privati che dello spettacolo. Il modo migliore attraverso cui realizzarlo lo valuteremo tutti insieme.

ADRIANO MUSI. Signor Ministro, nel mio intervento non chiedo risposte adesso, che potranno essere date alla successiva occasione di incontro.
Dal momento che, da ultimo, giustamente, il Ministro richiamava l'efficienza e il risparmio delle risorse, ritengo che sia utile ricordare che l'unificazione di un ente pone diversi problemi: di armonizzazione delle regole, di struttura e di organizzazione dei servizi al fine di dare risposte alle persone.
Con riferimento all'armonizzazione delle regole, c'è una prima difficoltà relativa alle diverse modalità contabili degli enti, sapendo anche che c'è un problema di separazione tra previdenza e assistenza. In secondo luogo, i versamenti contributivi sono diversificati: sono 206 all'INPS, mentre nell'INPDAP non hanno ancora unificato le gestioni ENPAM, ENPAS e INADEL. Terzo problema: la figuratività per i pagamenti delle contribuzioni da parte delle amministrazioni locali è statale, sia per quanto riguarda la previdenza obbligatoria che per quella complementare. Quarto problema: la diversità dei servizi tra TFR e TFS, perché l'INPDAP gestisce anche assistenza e non solo previdenza; quindi, a quel punto, o si restituiscono i soldi delle aliquote aggiuntive che i lavoratori del pubblico impiego pagano, e questo ha incidenza sulla retribuzione mensile successiva, oppure per altri versi si pone il problema delicato di quali risposte si danno a questi dipendenti.
Inoltre, vorrei sapere in base a quale modello si è stabilito che ci sono dipendenti in soprannumero.
Infine, vi è il problema di chi controlla chi, in particolare vorrei sapere in che modo viene attuato il controllo sul «supercommissario» rispetto alle decisioni che assume, sapendo che mettere insieme tre enti significa, per esempio, mettere insieme tre avvocature. In relazione a tale ultimo aspetto le chiedo anche perché si sono fatte delle convenzioni con degli avvocati esterni all'Istituto.

PRESIDENTE. Il Ministro, ovviamente, non ha il tempo di rispondere, però ha preso sicuramente nota delle questioni che sono state poste.

PAOLO NEROZZI. Anch'io formulo un'osservazione, ma non chiedo una risposta oggi.
Ritengo che anche in questa fase di iniziale ristrutturazione - in cui ancora manca un piano industriale definito - debbano comunque essere stabiliti dei punti fermi. Intendo dire che non si può pensare di avere, in futuro, «soprannumerari» - non so se ci saranno o meno - e intanto continuare con le assunzioni e consulenze esterne, ristrutturare gli uffici stampa e assumere altri giornalisti. Così non va bene.
Ritengo quindi opportuna in tal senso una attenta attività di vigilanza in capo al ministero; diversamente, il rischio finale sarebbe quello di creare, oltre a un aumento della spesa, anche più confusione rispetto a quella già esistente.

PRESIDENTE. Grazie a tutti. È chiaro che le risposte sono state necessariamente sintetiche e, quindi, non totalmente esaustive. Tutti gli opportuni approfondimenti potranno comunque avere luogo in occasione della prossima audizione che avremo con il Ministro, che ringrazio per la disponibilità che ha manifestato.

ELSA FORNERO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Sono io che vi ringrazio.


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Sarà mia cura non solo rispondere in maniera più esaustiva e più informata, ma anche collaborare con voi e contare sulla vostra collaborazione.

PRESIDENTE. Consegno al Ministro, anche a nome di tutti i componenti della Commissione, i documenti relativi all'attività svolta in questa legislatura ed, in particolare, la Relazione annuale al Parlamento sui bilanci consuntivi 2004-2005-2006, preventivi 2007 e tecnici attuariali, nonché il documento conclusivo dell'indagine conclusiva sulla situazione economico-finanziaria delle casse privatizzate, anche in relazione alla crisi dei mercati internazionali.
Inoltre, proprio in relazione all'oggetto dell'odierna audizione, ritengo utile consegnare il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva svolta nella scorsa legislatura, relativo alla situazione organizzativa e gestionale degli enti pubblici ed alle eventuali prospettive di riordino.
Ringrazio ancora il Ministro Fornero e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 9,10.

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