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Seduta del 28/7/2009


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Audizione del Sottosegretario di Stato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania, Guido Bertolaso.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Sottosegretario di Stato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania, Guido Bertolaso, che è accompagnato dalla dottoressa Paola Aiello e dal dottor Roberto Furina.
L'audizione odierna rientra nell'ambito degli approfondimenti che la Commissione sta svolgendo con riferimento alla situazione relativa alle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Campania.
Ricordo che una delegazione della Commissione ha svolto, dal 13 al 16 luglio scorso, una missione in questa regione, nel corso della quale ha dato luogo a numerose audizioni presso le Prefetture di Napoli, Caserta e Salerno e ha compiuto un sopralluogo aereo delle zone circostanti Napoli e Caserta, oltre che una visita al termovalorizzatore di Acerra.
Nel corso delle audizioni svoltesi il 14 luglio presso la Prefettura di Napoli, è stato ascoltato il Maggior generale Mario Morelli, Vicario del Sottosegretario all'emergenza rifiuti in Campania.
Ricordo ai nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
Ringrazio a nome dell'intera Commissione il Sottosegretario Bertolaso per l'impegno profuso in tutti i momenti di particolare emergenza per il nostro Paese. Do quindi la parola al Sottosegretario Bertolaso, che ringrazio per la sua presenza.

GUIDO BERTOLASO, Sottosegretario di Stato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania. La ringrazio molto presidente. Fornirò una robusta documentazione sulle attività che sono state portate avanti nel corso di questi tredici mesi, compresi anche interessanti documenti su alcune questioni che riguardano il comportamento dei comuni nel corso di questi mesi nelle attività relative allo smaltimento dei rifiuti.
Credo di poter fornire una serie di informazioni sulle attività che abbiamo svolto in questa seconda opportunità che ho avuto di occuparmi dell'emergenza rifiuti in Campania.
Prima di percorrere rapidamente quello che è stato realizzato e le problematiche ancora aperte, rimandando alla documentazione che lascerò all'esame dei membri di questa Commissione, pronto a tornare quando lo riterrete opportuno, vorrei ricordare, presidente, che lo stato di emergenza in Campania è in vigore dall'11 febbraio del 1994. Dal 1994 al 1996, il commissario delegato


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per le emergenze è stato il prefetto di Napoli; dal 1996 al 2004 si sono succeduti quattro presidenti della regione come commissari: Giovanni Grasso, Antonio Rastrelli, Andrea Losco e Antonio Bassolino fino al febbraio del 2004.
Nel febbraio del 2004, Bassolino si dimetteva e, dopo non pochi tentativi di affidare questo incarico a qualche rappresentante degli enti locali, veniva nominato un prefetto. È di queste settimane la discussione in Abruzzo sulle competenze per le attività post-emergenziali della ricostruzione dopo il terremoto, laddove alcuni enti locali chiedono di avere maggior ruolo nella governance di quell'attività.
Dopo quattro presidenti di regione che si occuparono della governance dell'emergenza rifiuti dal 1996 al 2004, il 27 di febbraio 2004 il prefetto della Repubblica Corrado Catenacci fu costretto ad assumere questa responsabilità. Egli rimase in carica per oltre due anni, ricevendo diversi avvisi di garanzia per le attività che stava portando avanti con grande impegno, grande passione e anche con enormi difficoltà. Nell'ottobre del 2006, il prefetto Catenacci era costretto alle dimissioni anche per una serie di provvedimenti della magistratura che non gli consentivano di proseguire.
Dopo alcuni tentativi di trovare un funzionario a livello di enti locali che accettasse questa responsabilità, il capo della protezione civile fu costretto con il decreto legge ad hoc n. 263 del 2006 ad assumere l'incarico anche di commissario per l'emergenza rifiuti.
Ritengo che la storia sia abbastanza nota. Alla fine del mese di giugno 2007, rassegnavo le dimissioni perché non era stato possibile attuare il piano che avevamo presentato, che l'11 gennaio 2007 avevo sottoposto anche all'attenzione del Governo Prodi ed era stato totalmente approvato dal Governo nel corso di una riunione che ebbe luogo a Napoli a Castel dell'Ovo.
Preso atto che non si poteva realizzare quello che avevo presentato all'attenzione del Governo, oltre che del Parlamento, rassegnai le dimissioni e il 6 luglio 2007 e fu nominato il prefetto di Napoli, che rimase in carica fino al 31 dicembre dello stesso anno, giorno in cui venne nominato il prefetto Cimmino, che dieci giorni dopo veniva sostituito con il prefetto De Gennaro. In seguito al precipitare della situazione, ricorderemo tutti il natale del 2007 e il capodanno del 2008 la drammatica situazione nella quale si trovò non solamente la città di Napoli, ma tutta la regione Campania, alla luce dell'assoluta mancanza di siti per il conferimento dei rifiuti, ragione per la quale alcuni mesi prima il sottoscritto si era dimesso, segnalando che ci si stava avviando verso una crisi di proporzioni ancora inimmaginabili, che avrebbe avuto conseguenze sociosanitarie e sul piano dell'immagine del nostro Paese, che temo ancora stiamo scontando.
L'11 gennaio 2008, il prefetto De Gennaro assunse l'incarico con l'ordinanza 3639, esattamente un anno dopo che il Governo Prodi mi aveva autorizzato a intervenire in Campania secondo un piano che poi non fu possibile attuare.
Alla fine della vicenda, con il decreto legge n. 90 del 2008, il 23 maggio il Governo Berlusconi nominava il Sottoscritto sottosegretario responsabile per l'emergenza rifiuti in Campania. Quindi, 11 commissari si sono alternati in questi 15 anni, 7 decreti legge recanti norme per il superamento dell'emergenza rifiuti in Campania sono stati emanati dai vari Governi recanti, 128 ordinanze di protezione civile dal febbraio 1994 a oggi si sono occupate esclusivamente o in parte della questione legata all'emergenza rifiuti.
Citerò alcuni numeri, poi potremo anche parlare dei soldi che nel corso di questi 15 anni sono stati sprecati, perduti e hanno seguito strani canali, e che ammontano sicuramente a diversi miliardi di euro.
Ad oggi, fortunatamente la situazione è molto migliorata. Quando fu varato il decreto legge n. 90, circa 125.000 tonnellate di spazzatura ancora giacevano nelle strade della Campania, nonostante l'eccellente lavoro svolto dal prefetto Gianni De Gennaro dall'11 di gennaio fino al momento


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in cui ha passato la mano al sottoscritto. Fu infatti in grado di aprire un paio di siti di stoccaggio temporaneo, che risolsero in parte il problema, ebbe la possibilità di avvalersi delle forze armate per garantire la raccolta della spazzatura dalle strade e dalle piazze e riuscì a depositare in alcuni siti di stoccaggio temporaneo le diverse centinaia di migliaia di tonnellate raccolte.
Il 23 maggio dello scorso anno, però, c'erano ancora oltre 100.000 tonnellate di spazzatura per le strade. Avevamo una produzione di spazzatura giornaliera che si aggirava sulle 7.000 tonnellate al giorno, mentre si riusciva a raccogliere - quando andava bene - poco più di 6.000 tonnellate al giorno. Quindi c'era sempre un deficit di un migliaio di tonnellate al giorno, che rimanevano per le strade.
Queste sono ovviamente statistiche di massima, giacché è difficile reperire i numeri esatti, così come anche statistica di massima è la percentuale di raccolta differenziata che la regione Campania ufficialmente dichiarava nel maggio del 2007 e si attestava intorno al 13 per cento della produzione totale di spazzatura.
In quella data era attivo il sito di stoccaggio provvisorio di Ferrandelle, stava esaurendo la sua capacità la discarica di Macchia Soprana nel Comune di Serre in provincia di Salerno e vi era una serie di piazzole dove venivano trasferite e stoccate le cosiddette «ecoballe», qualche centinaia di tonnellate delle quali venivano bruciate nel termovalorizzatore - o meglio «inceneritore», trattandosi di un impianto di prima generazione - di Massafra in provincia di Taranto. Il resto veniva esportato in Germania a costi che superavano i 250 euro a tonnellata, finiva nei termovalorizzatori tedeschi costruiti dalla stessa impresa che ha costruito l'impianto di Acerra. I tedeschi guadagnavano oltre ai 250 euro a tonnellata da noi pagati anche la produzione di energia elettrica ricavata dall'incenerimento di questa spazzatura proveniente dalla Campania.
Nel corso di questi mesi, abbiamo definito una serie di interventi. Il prefetto De Gennaro aveva potuto appena cominciare ad allestire due discariche, che per ironia della sorte erano previste nel decreto legge n. 61 dell'11 maggio 2007 durante la mia prima esperienza come commissario straordinario. Tale decreto legge venne molto modificato nel corso del dibattito in Parlamento, tanto da essere approvato il 5 luglio con la legge n. 87 quando di fatto avevo già rassegnato le dimissioni, perché mi ero reso conto che non c'era assolutamente la volontà di attuare quel decreto legge così come era uscito dal Consiglio dei ministri.
Le due discariche indicate in quel decreto legge, quella di Sant'Arcangelo Trimonte e di Savignano Irpino, venivano infatti aperte esattamente un anno dopo l'approvazione di quel decreto legge dal prefetto De Gennaro negli ultimi giorni della sua attività, durante la quale aveva ricevuto da me il massimo dell'assistenza, della collaborazione e del supporto, così come potrà sicuramente confermare anche il prefetto Panza, che prima di lui aveva avuto questa responsabilità.
Queste due discariche di Sant'Arcangelo Trimonte e di Savignano Irpino sono state aperte nel corso della passata estate e successivamente abbiamo aperto anche altre discariche, come quella famosa di Chiaiano nel comune di Napoli, destinata a smaltire la spazzatura del comune di Napoli.
Una delle mille vexatae quaestiones dello smaltimento dei rifiuti in Campania verteva sul fatto che Napoli portasse la propria spazzatura nelle discariche del resto della Campania, suscitando giustificate o strumentalizzate proteste da parte dei comuni e delle province che la ricevevano, dimenticando come per diversi anni a Pianura, altro sito tristemente noto del comune di Napoli, fosse stata portata tutta la spazzatura della Campania. Era quindi opportuno non giustificare, ma almeno riconoscere tale sorta di debita compensazione di quanto era accaduto negli anni passati.
Per quanto concerne la discarica di Chiaiano, troverete ampia relazione delle accuse, delle critiche, delle polemiche sollevate sull'intasamento del traffico, sull'inquinamento


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di CO2, sulla presenza di amianto e di tanti altri metalli pesanti, che sono stati bonificati prima dell'apertura della discarica da parte delle forze armate e della struttura del sottosegretario, sotto la diretta supervisione dei competenti nuclei dell'Arma dei Carabinieri in diretto contatto con la Procura di Napoli. Tutto è stato fatto quindi nella massima trasparenza e al momento la discarica di Chiaiano riceve fra le 700 e le 900 tonnellate di rifiuti tal quale al giorno proveniente dai quartieri napoletani.
Dopo quella di Chiaiano, abbiamo aperto la discarica di Terzigno, altro punto di rilevante contrasto e polemica soprattutto nel corso del 2007, quando sembrava che in questa cava un tempo sequestrata alla camorra e poi dissequestrata su nostra richiesta non si potesse portare alcunché, perché sita nel Parco nazionale del Vesuvio.
L'interlocuzione con la Commissione europea ci ha consentito un percorso attento, molto puntuale delle attività da realizzare nella discarica di Terzigno e oggi abbiamo già una discarica aperta a Terzigno e pensiamo di aprirne una seconda con una capacità di oltre 2,5 milioni di tonnellate di spazzatura, garantendo una nuova viabilità in quel territorio e l'assoluto rispetto delle norme ambientali. Come a Chiaiano, a Sant'Arcangelo e a Savignano, anche a Terzigno non si vede un gabbiano volare sulle discariche e non si percepisce alcun odore cattivo, perché è sufficiente gestire a norma gli impianti per evitare questo genere di problematiche.
Come potete notare dalla relazione molto puntuale, è necessario aggiungere a questo elenco la discarica di San Tammaro in provincia di Caserta in fase di apertura, anch'essa destinata a diventare un progetto estremamente interessante, perché prevede un polo tecnologico ambientale composto dalla discarica, da piazzole di stoccaggio temporaneo, da un impianto di trattamento del percolato dimensionato alle esigenze della provincia di Caserta, da un impianto di selezione dei rifiuti e da un impianto di compostaggio, al fine di renderla un'area ecologica sostenibile e in grado di produrre reddito per le popolazioni interessate.
Facendo la somma delle discariche che abbiamo creato e degli spazi programmati, il 31 dicembre 2009 contiamo di lasciare in eredità alle autorità locali che dovranno rilevare la gestione ordinaria della spazzatura 4.350.000 metri cubi di volumetria per lo stoccaggio di spazzatura. Si tratta quindi di 4,5 milioni di tonnellate di spazzatura. Se si calcola che la produzione annua in Campania si aggira attorno a 2.200.000 tonnellate, diamo la garanzia di due anni di autosufficienza alla Campania per le discariche.
Secondo il decreto legge e il nostro piano, prima della fine dell'anno anche altre due discariche dovrebbero essere aperte, una nella provincia di Salerno oggi priva della discarica di riferimento a livello provinciale, e un'altra in provincia di Avellino, dove abbiamo già effettuato tutte le verifiche, i sondaggi e i controlli necessari.
Questa apertura delle discariche in modo tranquillo, senza le reazioni, i contrasti e le proteste sperimentati sulla mia pelle nel corso del 2007, è stata resa possibile da norme e da procedure ancora più trasparenti, ma anche e soprattutto della presenza delle forze armate e dal fatto che nel decreto legge n. 90 tutte le discariche, il termovalorizzatore, gli impianti di CDR, gli impianti di compostaggio sono stati considerati siti di interesse nazionale e quindi posti sotto la tutela e il controllo soprattutto dei rappresentanti dell'esercito, ma non solo.
Questi hanno presidiato il territorio sin dal primo momento, quando indicavo loro l'area oggetto di intervento, garantendo non tanto la protezione della cava o dell'impianto, quanto la sicurezza di quello che si stava per fare lì dentro. Tutti i camion che entrano pieni di spazzatura nelle varie discariche o nel termovalorizzatore di Acerra vengono controllati dai nuclei competenti dell'esercito e dei vigili del fuoco per verificare l'eventuale presenza di sostanze radioattive, di prodotti ingombranti, di copertoni.


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Si tratta quindi di una misura di controllo, ma anche di tutela per gli interessi dei cittadini. Le forze armate presidiano ventiquattro ore su ventiquattro queste discariche, per cui è escluso che durante la notte nelle discariche gestite dallo Stato possa avvenire qualche traffico illecito, che non possiamo escludere sia avvenuto in passato, quando le discariche erano talora controllate solo da qualche struttura di vigilanza privata.
In questo caso, invece, siamo convinti e certi, per cui, ribadisco i ringraziamenti rivolti questa mattina all'Aquila alle forze armate e al Ministro della difesa per lo straordinario impegno profuso anche nell'operazione Campania pulita, che è ancora pienamente in corso e ha un costo per i contribuenti. Il significativo numero di impianti coinvolti e l'utilizzo di un numero di militari che è variato tra i 350 e i 1000, organizzati in turni notturni e diurni in permanenza 365 giorni l'anno, con sorveglianza, perlustrazioni, sistemi di videosorveglianza costano una cifra considerevole. La parte dei conti economici è debitamente elencata nella parte finale di questa relazione.
In aggiunta alle discariche, siamo riusciti ad aprire il termovalorizzatore di Acerra. Alle 4.350.000 tonnellate di spazzatura dobbiamo quindi aggiungere le 600.000 tonnellate annue di spazzatura, che a partire da fine anno il termovalorizzatore di Acerra sarà in grado di bruciare.
Attualmente, tutte e tre le linee sono in attività di funzionamento in rodaggio. Ad Acerra dedico sei pagine della mia relazione, in modo da fornire agli onorevoli deputati e senatori notizie su tutte le iniziative che abbiamo adottato soprattutto per il monitoraggio ambientale, per il controllo delle emissioni, dei fumi, delle varie sostanze. È tutto debitamente indicato, punto per punto, ordinanza per ordinanza, articolo per articolo.
Allo stato attuale, siamo in una fase di passaggio di competenze dalla società che ha costruito l'impianto, FIBE Gruppo Impregilo, alla società che ha vinto la gara di appalto bandita lo scorso anno, la A2A che gestisce l'impianto di Brescia. Questa era la terza gara bandita per la gestione del termovalorizzatore di Acerra. Per la prima gara arrivò una sola offerta molto sospetta, che neppure aprimmo. Ero commissario nella precedente esperienza. La seconda gara nel periodo del prefetto Panza andò completamente deserta. Finalmente, nella terza gara siamo riusciti ad avere una partecipazione significativa e l'aggiudicazione a una delle società che meglio sa gestire gli impianti di termovalorizzazione in Italia, gestendo quello che sembrerebbe aver vinto il premio Nobel dei termovalorizzatori nel mondo.
In questo momento, stanno realizzando il doppio comando FIBE e A2A, ma entro fine settembre FIBE consegnerà definitivamente l'impianto collaudato a Brescia, che quindi partirà in modo autonomo con la produzione di energia elettrica.
Abbiamo siglato accordi con l'ente di gestore dell'energia elettrica, con Terna, per cui anche da questo punto di vista siamo perfettamente in linea con il cronoprogramma. C'è stato qualche ritardo nelle attività di collaudo, ma personalmente preferisco uno o due mesi di ritardo nell'avvio definitivo e ufficiale dell'impianto a collaudo ultimato piuttosto che rischiare di andare avanti a singhiozzo per i prossimi mesi o anni.
Entro la fine dell'anno, vogliamo consegnare un impianto funzionante, collaudato in tutte le sue parti, ben verificato dalla struttura di Brescia, controllato anche dall'Osservatorio ambientale che con l'ordinanza abbiamo costituito con la presenza degli enti locali, del Comune di Acerra, ma anche di San Felice a Cancello, dell'Arpac e di tutte le altre amministrazioni che a livello locale hanno responsabilità nel far funzionare questo impianto.
Gli altri termovalorizzatori di Salerno e di Napoli sono in itinere. Segnalo che Asia, la socialità municipalizzata di Napoli alla quale abbiamo affidato il compito di predisporre la documentazione, ha già creato una sua società, la Neam, che è incaricata della progettazione, costruzione e gestione dell'impianto medesimo. Abbiamo individuato come collocazione la zona di Napoli


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est, dove c'è il depuratore di Napoli che funziona malissimo e che quindi intendiamo ristrutturare sfruttando l'occasione della costruzione del nuovo impianto.
Con Acerra, Napoli e, se si riuscirà a farlo, quello di Salerno, avremo tre impianti. Quello di Acerra dedicato a tutta la provincia di Napoli è verosimilmente in grado di smaltire parte di quello che si produce a Caserta, quello di Salerno dovrebbe smaltire la spazzatura di tutta la sua provincia, mentre quello di Napoli si dovrebbe occupare solo di Napoli, che rappresenta il 35-40 per cento della produzione giornaliera della spazzatura in Campania. Saremo quindi nella condizione ottimale, senza dover più contare su discariche, se non quelle necessarie per depositare le ceneri prodotte negli impianti di termovalorizzazione, se si dovesse andare avanti con l'attività di raccolta differenziata.
Abbiamo effettuato interventi sugli ex impianti CDR che oggi chiamiamo STIR, impianti di selezione e trattamento dei rifiuti, termine più adeguato e realista, meno celebrativo. Siamo riusciti a fare dissequestrare dalla magistratura l'impianto di Tufino sequestrato da quattro anni e quindi a farlo rientrare nell'arco del circuito di utilizzo dei vari impianti.
Abbiamo anche aperto due siti di compostaggio, altro miraggio delle attività della Campania, per un totale di 16.000 tonnellate di frazione umida, restando quindi sempre su livelli ridicoli rispetto alle esigenze, ma comunque siamo riusciti ad aprirne due.
Sulla raccolta differenziata, abbiamo posto le basi per un lavoro estremamente utile e importante, che riguarda in particolare la certificazione dei dati, la tracciabilità dei rifiuti a livello regionale. Stiamo attuando questo obiettivo previsto da una norma nazionale a livello regionale in Campania, prima regione in Italia in cui è in corso l'attività di tracciabilità dei rifiuti, uno degli aspetti più importanti per far rientrare in una situazione di assoluta trasparenza e ordinarietà le attività di smaltimento dei rifiuti.
Non abbiamo un sistema che funziona perfettamente, perché per poter funzionare ha bisogno di ricevere informazioni dai 551 comuni della Campania, ciascuno dei quali ogni giorno dovrebbe riferirci quanta spazzatura abbia prodotto e caricato sui camion, la quantità di raccolta differenziata, la piattaforma in cui ha portato la plastica, il legno, l'alluminio, la carta e tutto il resto. Non tutti i comuni ci forniscono queste informazioni e quindi abbiamo ancora dati parziali.
Rispetto alla situazione del 2007 del 13 per cento vi è stato un aumento del 9 per cento della raccolta differenziata grazie all'attività realizzata in comuni anche di dimensioni importanti e abbiamo quindi superato la quota del 20 per cento e ci avviciniamo al 25 per cento, obiettivo previsto dal decreto legge per la fine di quest'anno.
Sono comunque risultati corrispondenti alla realtà. Abbiamo anche numeri significativi: Salerno, Avellino, Benevento, Nocera inferiore, Positano, Giffoni Valle Piana, Ottaviano, San Sebastiano, Bacoli, Quarto, Procida e altri comuni fino a Castellammare di Stabia hanno effettuato significativi balzi in avanti. Castellammare è passata dal 15,6 per cento al 38 per cento di differenziata. Tali dati ci inducono a essere ottimisti.
Per quanto riguarda la tracciabilità, abbiamo sviluppato una tecnica che ci consente oggi di seguire metro per metro gli spostamenti dei mezzi che trasportano i rifiuti. Il sistema di tracciabilità al momento prende inizio nei sette impianti STIR, dove la spazzatura arriva da tutti i comuni per essere tritovagliata, e poi viene caricata su 40 mezzi che abbiamo dotato di un sistema di teletrasmissione per essere trasportata all'impianto di Acerra. Oggi sappiamo con certezza quello che arriva ad Acerra e da dove, controlliamo se un camion si ferma, se impiega tre ore o tre giorni per arrivare all'impianto. In passato, questo non avveniva.
Quando abbiamo cominciato a fare questo sistema di georeferenziazione, abbiamo scoperto che alcuni camion impiegavano due giorni per arrivare da impianto


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STIR localizzato a 50 chilometri di distanza dal termovalorizzatore di Acerra. Era quindi legittimo sospettare che accadesse qualsiasi cosa durante questi tragitti. Oggi, sui camion che arrivano ad Acerra tutto ciò non è più possibile.
Il nostro ambizioso obiettivo è mettere sotto controllo tutti i compattatori che trasportano spazzatura nella regione Campania. Oggi, abbiamo la tecnologia, il progetto e anche i soldi per poter allargare questa attività su tutto il territorio della Campania.
Potrei proseguire signor presidente, fornendo una serie di altre informazioni sulla situazione delle società provinciali, ma mi fermerei.

PRESIDENTE. Credo che le numerose domande che le verranno poste le daranno modo di parlare anche delle parti che ha accantonato.

GUIDO BERTOLASO, Sottosegretario di Stato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania. Mi perdoni, presidente, abbiamo elencato tutti i dati sulle persone arrestate per lo smaltimento illecito di rifiuti e l'abbandono di materiale ingombrante nelle strade della Campania, secondo problema da noi affrontato nel corso di quest'anno, che ha dato luogo al secondo decreto legge da noi presentato e che oggi sanziona penalmente chi getti rifiuti ingombranti in strada.
Poiché è previsto anche lo scioglimento delle Giunte comunali che non rispettino la normativa vigente, ho allegato anche una robusta documentazione sui comuni inadempienti della Campania e l'elenco degli undici dei quali ci apprestiamo a richiedere lo scioglimento delle Giunte comunali. Dopo innumerevoli lettere, diffide, esortazioni e aiuti garantiti a queste realtà comunali, poiché questi soggetti non reagiscono, è giunto il momento di chiedere tramite il Ministro dell'interno lo scioglimento di queste Giunte, affinché si provveda a ricostituire una struttura organizzativa e gestionale migliore di quella attuale.

PRESIDENTE. La ringraziamo, perché abbiamo ripetutamente chiesto questi dati nelle nostre audizioni in Campania e non ci sono mai stati dati.

GUIDO BERTOLASO, Sottosegretario di Stato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania. Sono pronto a darli.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

GERARDO D'AMBROSIO. Nel corso della missione della Commissione in Campania abbiamo constatato l'attuale situazione di Napoli e nessuno di noi è ottimista sulla soluzione del problema dei rifiuti. Del resto, anche lei ha riconosciuto che, se le cose rimangono così e non si cambia radicalmente, fra due anni ci troveremo nella stessa situazione, perché le discariche saranno esaurite.
Ci ha colpito innanzitutto questa enorme massa di balle di tal quale, che sarebbero 7.200.000 tonnellate nella migliore delle ipotesi, ma probabilmente sono molti di più. Non mi pare di averle sentito proporre soluzioni per l'eliminazione di queste discariche a cielo aperto, così come per la diminuzione della quantità dei rifiuti prodotti o sul riciclaggio dei rifiuti che segue alla raccolta differenziata.
Abbiamo sentito parlare solo di piattaforme come quando ci siamo recati in Campania, ma non sappiamo dove finiscano i rifiuti riciclabili. Ci è stato solo riferito che l'umido viene esportato in Sicilia. Anche qui sarebbe interessante conoscere il costo di questo trasporto fino in Sicilia e capire come mai non si siano state ipotizzate altre soluzioni, se non per il compostaggio di San Tammaro, che, raggiunta una buona raccolta differenziata, non credo sarà in grado di esaurire tutto l'umido prodotto in Campania.
Non abbiamo sentito parole neppure sulla cosiddetta «terra dei fuochi» ancora in atto. Ci è stato infatti riferito che ogni notte vengono bruciati rifiuti speciali utilizzando i copertoni degli autocarri come combustibile. Non ci è stato detto di un


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piano dei rifiuti ospedalieri, di un piano dei rifiuti speciali, né sul risanamento. Durante la missione a Napoli, Caserta e Salerno abbiamo infatti appreso che alcune organizzazioni criminali hanno utilizzato le cave e alcune terre particolarmente fertili di Napoli come discariche di rifiuti speciali provenienti dal Veneto, unica regione produttrice di determinate sostanze trovate in alcuni rifiuti.
Vorremmo chiederle quindi delucidazioni su questi aspetti, perché altrimenti rischiamo di tornare a una situazione di emergenza, anche perché, contrariamente all'ottimismo da lei mostrato sui termovalorizzatori di Acerra, Napoli e Salerno, abbiamo ascoltato dalla viva voce dei protagonisti che questi impianti sono di là da venire. Quello di Salerno ormai è addirittura in discussione, l'appalto è andato deserto, per quello di Napoli è stato solo individuato il posto, quello di Acerra non so, nessuno ci ha dato indicazioni ma non credo...

GUIDO BERTOLASO, Sottosegretario di Stato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania. Acerra già funziona.

GERARDO D'AMBROSIO. Acerra funziona, sì, scusi, ma vorrei che ci desse delle delucidazioni soprattutto sulle discariche e su questi 7.200.000 tonnellate di rifiuti. Grazie.

ALESSANDRO BRATTI. Ringrazio il sottosegretario. Da quello che abbiamo visto e dai dati presentati constato come sia stato fatto un grandissimo lavoro. Riteniamo però che la regolarità e ordinarietà nella gestione dei rifiuti per quella regione siano lontane dall'essere compiute, perché si rilevano numerose difficoltà.
Mi sembra di aver capito che lei abbia già dato per scontato che il 31 dicembre 2009 la fase emergenziale possa essere considerata conclusa. Nel corso dei nostri colloqui, il presidente della regione e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, avevano assunto posizioni leggermente diverse e non ci sembravano così sicuri di questo.

PRESIDENTE. Scusi, per ricordo, il presidente della regione riteneva che dovesse concludersi e il sindaco Iervolino no.

ALESSANDRO BRATTI. Comunque lui ha concluso che avrebbero discusso insieme in maniera molto ecumenica. Vorrei quindi chiederle un chiarimento su questo punto.
L'altra questione riguarda la gestione dei siti di stoccaggio da parte di società provinciali, tema molto delicato, perché la funzione di gestione di società provinciali potrebbe creare ulteriori problemi in quella situazione già complicata.
Anche se probabilmente come sottosegretariato non ve ne occupate direttamente, poiché ha attinenza con il tema complessivo del rischio di infiltrazione della malavita organizzata, vorrei che lei si esprimesse sul tema delle bonifiche, perché si sta allargando il fronte delle scoperte di siti in varie parti del litorale campano.
Ritengo che abbia giustamente messo le mani avanti sul tema delle percentuali nella certificazione della raccolta differenziata. Ho riletto un documento improbabile fornitoci dalla provincia di Napoli, in cui si parlava di 28,5 per cento di raccolta differenziata assicurata della provincia di Napoli, dato non certificato, in cui abbiamo rilevato forti incongruenze. Questo ci preoccupa, perché lei ci ha spiegato come tutto il sistema funzioni attraverso autocertificazioni dei comuni, che, se non fanno quanto necessario, ci forniscono percentuali come un terno al lotto.
In merito alla questione delle ecoballe è già intervenuto il senatore D'Ambrosio. Si tratta di 5 milioni di tonnellate, sulle quali ci è sembrato di rilevare difficoltà superiori oltre che su come smaltire su cui i pareri sono diversi, anche sulla proprietà di una parte di queste. Vorrei conoscere la sua idea in proposito.
L'altra domanda emersa riguardava il tema della proprietà dei terreni su cui sono stati fatti siti di stoccaggio o comunque discariche, perché si parlava di proprietà


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di organizzazioni malavitose. Vorremmo quindi sapere come sia stata gestita questa faccenda.
Vorrei chiederle anche se abbiate stimato il valore dell'impianto di Acerra, perché mi sembrava che la forbice fosse molto larga, chi lo compri e, rispetto al tema del CIP6, quanto sia incassato dal gestore e quanto vada allo Stato, nonché dove finiscano i rifiuti del sito di Ferrandelle.
Sulla tracciabilità, poiché è una domanda alla quale non hanno dato una risposta, vorremmo sapere dove finisca il materiale raccolto in maniera differenziata, perché ci sembra di capire che purtroppo comincino a emergere infiltrazioni di gruppi organizzati, che fanno passare questi rifiuti per materie prime secondarie realizzando un business non indifferente.
Al di là del problema dell'inceneritore, sul cui funzionamento le ho fatto un'interrogazione, sulla quale probabilmente mi risponderà domani in Commissione ambiente, volevamo porle una domanda che il presidente ha posto anche al presidente della regione, per sapere come mai non ci siano state più proteste, se perché i siti sono militarizzati o perché sono cessate eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata, che faceva leva su una protesta genuina. Anche su questo vorrei conoscere la sua opinione.

MAURO LIBÈ. Cerco di essere rapidissimo. Rivolgo innanzitutto i miei complimenti al sottosegretario, anche perché, avendo avuto sempre un rapporto dialettico, mi sento forse più in diritto di farli, non perché le cose vadano bene, ma perché sicuramente vanno molto meglio di prima.
Gli strumenti messi in atto dimostrano la loro utilità. Magari si può fare qualcosa di più e avevamo chiesto prima di utilizzare alcuni di essi.
Vorrei fare due considerazioni-domanda. Bisogna guardare al futuro ma anche capire cosa sia successo prima, giacché non credo agli imprenditori eroi che hanno salvato all'ultimo momento la Campania, quando fino a qualche anno prima l' hanno messa in un'altra situazione.
Poiché sono l'unico ad aver votato contro la relazione conclusiva della precedente Commissione di inchiesta, mi sento in diritto di chiedere di verificare cosa sia successo negli anni precedenti.
Condivido le obiezioni sollevate rispetto al fatto che avremo due anni di autonomia con le discariche. Lei ha dichiarato però che con i tre impianti di Acerra, Salerno e Napoli si potrebbe arrivare a una situazione di normalità. Il Presidente del Consiglio ci ha sempre detto che intendeva realizzare cinque impianti. Volevo capire quindi quale fosse la posizione più giusta e se l'impianto di Santa Maria la Fossa verrà realizzato.
Quanto ad Acerra, riallacciandomi al tema CIP 6, su cui lei conosce la mia posizione, anche se all'inizio non è semplice fare conti definitivi vorrei capire quanto costi a tonnellata lo smaltimento tramite questo impianto.
Alla terza domanda mi ha già risposto in parte, perché riguarda la situazione dei commissariamenti. Lei ci ha anticipato alcuni provvedimenti, che noi avremmo condiviso già dal primo giorno, ritenendo necessaria la mano dura, perché con i consigli non si risolve nulla.
Contro il comune sentire, da tempo sostengo che la differenziata spinta non sia un vantaggio e sia necessario farla in modo equilibrato. Poiché in Europa numerosi impianti riescono in modo intelligente a funzionare producendo energia, a bruciare rifiuti non sempre differenziati a un livello estremo, sarebbe opportuno conoscere la sua opinione, perché ritengo che non si possa continuare questa eccessiva rincorsa alla differenziata, ma si debba cercare il giusto equilibrio tra costi e benefici, giacché i costi vengono quotidianamente pagati dai cittadini. Si tratta peraltro anche di costi ambientali, prodotti da un numero superiore di automezzi in viaggio.
I miei colleghi hanno già affrontato la questione delle ecoballe. Se non c'è nella relazione, le chiederei di illustrarci la


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situazione delle bonifiche che abbiamo chiesto all'atto della conversione del decreto, quale quella nei terreni vicini al termovalorizzatore di Acerra, perché dare un segnale di bonifica e fare gli impianti è importante per i cittadini.

PRESIDENTE. Sulle bonifiche, vorremmo sapere come si preveda di evitare che la criminalità organizzata sfrutti per la terza volta i rifiuti: prima con le discariche che ha creato, rovinando il territorio, poi mettendoci i rifiuti e infine facendo le bonifiche. Vorremmo sapere quale impostazione abbiate scelto per evitare questo ulteriore arricchimento delle organizzazioni criminali.

GENNARO CORONELLA. Desidero scusarmi con i colleghi, ma sento il dovere di ringraziare il sottosegretario quale parlamentare della Campania. Lo ha fatto il presidente per tutti, ma voglio farlo da campano, evidenziando sia la relazione ineccepibile che l'efficacia e la determinazione dell'azione posta in essere dal commissariato.
Vorrei porre poche domande, in seguito leggeremo la corposa relazione. La prima riguarda la raccolta differenziata, perché sono già pronti i commissariamenti dei comuni.
Nel corso della missione, da poco svolta dalla Commissione, abbiamo raccolto dati molto discordanti fra i vari enti e le istituzioni, le chiederei di chiarire come avvengano la raccolta di dati e la certificazione.
Lei sa bene, signor sottosegretario, che senza i siti di compostaggio non è possibile effettuare la raccolta differenziata. Vorrei sapere pertanto se tra i due siti realizzati sia compreso anche quello di San Tammaro, impianto che conosco, molto imponente, che riuscirebbe a soddisfare le esigenze della comunità regionale.
Ho letto qualche sua dichiarazione sulla fine del commissariamento. Tuttavia, poiché lei ci ha detto che la gestione costa - costi che pesano sui contribuenti -, vorrei sapere in modo preciso se lei abbia intenzione di proporre al Governo la chiusura del commissariamento e quindi il passaggio delle competenze alla regione per quanto riguarda la programmazione e alle province per quanto riguarda la gestione, ovvero se possa dichiarare che il 31 dicembre sarà posta fine alla vicenda del commissariamento, che si protrae da oltre 15 anni.

PRESIDENTE. Anche aggiungendo che aspettiamo la sentenza della Corte costituzionale, che potrebbe sconvolgere...

COSIMO IZZO. Prendo atto che una serie di domande e curiosità sono già state evidenziate dai colleghi. Credo che dovremmo chiedere al sottosegretario di ritornare in Commissione, una volta che avremmo approfondito la relazione. Adesso siamo tutti presi dall'ansia di chiedere maggiori delucidazioni, ma che non credo il sottosegretario sarà in condizioni di poterci fornire. Mi associo ai ringraziamenti per il lavoro già svolto, ma avremmo necessità di avere qualche chiarimento immediato su alcuni punti. In primo luogo, vorrei sapere a che punto siamo con le società provinciali, che cosa abbia attuato il commissariato per la realizzazione e se le discariche realizzate provincia per provincia saranno gestite successivamente dalle società provinciali o da qualche ulteriore società.
Per quanto riguarda la tempistica per la realizzazione degli impianti di incenerimento, per Napoli ha individuato la zona di Napoli est. Chiedo dunque se con i tre impianti di incenerimento saremo in grado di distruggere quanto riusciamo a produrre nella nostra regione, se siano state individuate le discariche per le ceneri, se saranno orientate in quelle già esistenti, quali altri di impianti di compostaggio s'intenda realizzare all'interno della regione nel breve lasso di tempo sino alla scadenza del 31 dicembre prossimo, laddove dovesse veramente finire il commissariamento.
Vorrei sapere inoltre se e come vengano effettuati i controlli sulle certificazioni dei comuni in merito alla raccolta differenziata. L'obiettivo della domanda è


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avere la certezza che i comuni non facciano i furbi, come è avvenuto in passato.
Vorrei sapere quali siano gli 11 comuni per i quali vorrebbe avviare la procedura di scioglimento e se vi siano in itinere procedure avanzate per far sì che, al di là delle considerazioni tecniche del collega Libè circa la necessità di esasperare la raccolta differenziata, si creino le condizioni per stimolare i comuni alla completa realizzazione del ciclo della raccolta differenziata.

DANIELA MAZZUCONI. Poiché il tempo stringe, porrò le mie domande in rapida successione.
Se il sottosegretario Bertolaso volesse indicarci gli 11 comuni arrivati al punto di non ritorno, sarebbe un'informazione utile per la Commissione.
Le norme approvate per la Campania prevedevano una serie di deroghe per quanto riguarda la depurazione del percolato, lo sversamento in corsi d'acqua superficiali e c'era una deroga molto alta (credo al 50 per cento) rispetto alla normativa europea. Vorrei sapere se questa deroga sia stata utilizzata, ampiamente o poco utilizzata e quali siano le conseguenze ambientali, giacché si rischia di aprire e un altro rilevante filone di inquinamento e di danno ambientale. Capisco che nel momento dell'emergenza si debba fare, ma vorrei comprendere se questa partita sia tenuta sotto controllo e cosa abbia provocato.
Vorrei inoltre porre un'ulteriore domanda sugli impianti delle ecoballe. Lei, sottosegretario, ha dichiarato che sono stati convertiti in impianti di selezione. Poiché non può esistere una bacchetta magica, a parte conservare la costruzione civile e parte degli impianti, vorrei capire che cosa accada della loro parte meccanica, perché mi risulta che impianti analoghi in altre parti d'Italia abbiano grossi problemi di smaltimento, per cui vorrei capire che fine faccia la parte non utilizzata per la cernita e per la selezione, giacché questo farà parte dei conti finali del sistema.
Nelle normative che riguardavano la Campania c'era una serie di deroghe relative alla raccolta minuta. In deroga a quanto avviene in altre regioni d'Italia, i cittadini erano autorizzati a raccogliere fino a un certo quantitativo di materiale della differenziata e a conferirlo. A questi soggetti veniva pagata la quota prevista dagli accordi ANCI-CONAI.
Poiché anche in questo caso vi erano due scuole di pensiero giacché alcuni sostenevano che questa norma favorisse l'occupazione del territorio da parte della camorra, altri invece che questi fossero cittadini benemeriti, vorrei sapere se questa procedura prevista dalla normativa speciale per la Campania sia stata monitorata, se siano stati ottenuti risultati apprezzabili sulla differenziata grazie a questi soggetti che raccoglievano sul territorio, in deroga a tutte le norme esistenti sul territorio nazionale, o se si sia trattato di una norma - manifesto che non ha prodotto alcunché, neanche l'occupazione camorristica del territorio.
Per quanto riguarda infine la tassa sui rifiuti o la tariffa di igiene ambientale. Come ci ha ricordato il sottosegretario, i conti sono altissimi. Il contribuente ha pagato, ma resta il problema, che riguarda buona parte del sud, della sospensione della tassa o della tariffa. Abbiamo visto che in altre regioni questo fenomeno è comunissimo, ma mi pare di aver capito in altre audizioni in Senato che anche in Campania, comuni o consorzi che dovevano applicare la tassa ai cittadini l'abbiano invece sospesa.
Vorrei sapere quindi che cosa sia stato fatto dal sottosegretario e cosa si possa fare, perché, se il cittadino del luogo paga, è anche più interessato a una forma di controllo sociale, mentre, se in generale paga il contribuente, la questione è più complessa.
Da questo punto di vista mi si consenta una notazione politica, giacché non ho apprezzato il fatto che nel decreto anticrisi si proroghi ulteriormente la possibilità per i comuni di passare da tassa a tariffa, passaggio la cui scadenza era stata invece unanimemente prevista in Senato


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per il 30 giugno di quest'anno. Non voglio entrare nel merito e fare polemica sul sistema e sulle intenzioni del ministro competente, ma sottolineo come questo continuo rilanciare il tema della tariffa di igiene ambientale non aiuti il sistema, né la sua virtuosità. Questo tema dovrebbe stare a cuore anche nel caso di una regione sottoposta a stress per la questione dei rifiuti.
Poiché lei ormai ha maturato una grandissima esperienza in materia, mi piacerebbe sapere se, dal punto di vista gestionale dell'intero sistema rifiuti, intraveda qualche correttivo o qualche suggerimento per le nuove leggi da approvarsi da parte del Parlamento, al fine di ridurre o almeno di controllare le infiltrazioni di stampo camorristico nell'intero sistema.

PRESIDENTE. Vorrei dire ai commissari che, poiché i senatori alle 16,00 devono essere in Aula, non è possibile che il sottosegretario risponda oggi. Lascerei quindi spazio sino alle 16,00 per le altre domande.
Il sottosegretario mi ha detto di essere disponibile a tornare in Commissione domani mattina alle 8,30. Avremmo dovuto incontrare l'assessore provinciale a quell'ora, ma potremmo comunque rinviare quell'incontro. Pertanto, adesso terminiamo le domande e domattina alle 8,30 avremo le risposte del sottosegretario Bertolaso.

STEFANO GRAZIANO. Desidero innanzitutto associarmi a una serie di domande poste dall'onorevole Bratti e dal senatore Izzo. In primo luogo, vorrei chiedere al sottosegretario Bertolaso di esprimere una considerazione sulla consistenza dell'impianto industriale a supporto del ciclo integrato di rifiuti in Campania.
Dalla nostra missione emerge infatti la constatazione di come l'impianto industriale a sostegno del ciclo integrato dei rifiuti sia insostenibile e debole. Come parlamentare campano e in particolare casertano, so che la situazione è delicata e non sembra andare verso la normalità. Stiamo meglio di prima, ma occorre ancora compiere dei passi.
Sarebbe utile quindi che lei, che è stato un uomo d'azione in questo senso, ci indicasse le eventuali azioni legislative successive e gli aspetti che devono essere prioritariamente posti in essere per avviarsi verso una condizione di normalità.
Poiché nel termovalorizzatore non ancora in funzione, perché in fase di collaudo, entra 100 ed esce 20-25, vorrei sapere dove vada questo 20, se esistano discariche controllate dentro o fuori la regione.
Vorrei sapere anch'io quali comuni abbiano bloccato la raccolta differenziata e se sia possibile avere una tabella della raccolta differenziata per province, perché non ho un quadro chiaro della percentuale della raccolta differenziata sia per le province, che per i comuni della Campania, sebbene si tratti di un aspetto sostanziale della partita complessiva del ciclo dei rifiuti.
Vorrei anche conoscere la sua opinione rispetto al fatto che in area casertana esistano zone vincolate a DOP, sulle quali a mio avviso bisogna svolgere una seria riflessione. Non è infatti accettabile che una zona a forte vocazione agricola e turistica possa essere messa in condizione di grande difficoltà, sapendo che tra l'altro c'è la vicenda delle bonifiche, che non possiamo attribuire a lei, perché lei non è commissario per le bonifiche. Vorremmo però che lei ci indicasse le priorità che si pongono anche in quella direzione, perché è un tema molto sentito e nelle audizioni abbiamo rilevato una forte incidenza delle mancate bonifiche.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Anche io da parlamentare campana, in particolare da cittadina della provincia di Napoli, mi complimento con il sottosegretario Bertolaso, che, grazie alla sua azione e a quella del Governo, ci ha liberato da 15 anni di disastro, i cui danni alla salute dei cittadini continueranno nel tempo.
Molte domande sono state poste. Volevo comprendere l'opinione del sottosegretario sulla legge regionale di cui la regione Campania si è dotata, ovvero sapere se la consideri compatibile al piano


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per lo smaltimento dei rifiuti messo in campo dal Governo.
Per quanto concerne la raccolta differenziata, vorrei sapere se sia possibile prevedere - mi rendo conto dei costi - una struttura di controllo rispetto ai comuni inadempienti, nonostante le autocertificazioni. In determinati comuni, una percentuale della raccolta differenziata riguarda alcuni quartieri, mentre le zone periferiche non effettuano tale tipo di raccolta. Il controllo di questo fenomeno dovrebbe essere responsabilità dei sindaci, ma purtroppo spesso ciò non avviene.
Per quanto riguarda Acerra e il termovalorizzatore, abbiamo assistito a una serie di cortei organizzati anche dai partiti contrari a una serie di azioni a favore di un nuovo piano ambientale.
Poiché ormai il termovalorizzatore è partito, vorrei sapere in che modo si possa rassicurare la popolazione del territorio rispetto a dati circa l'azione che tale strumento mette in campo.
Per quanto riguarda la fine del commissariamento, anche io ritengo che, nonostante gli sforzi compiuti, sarebbe opportuna un'ulteriore proroga, anche se si deve tendere a uscire dalla situazione di commissariamento. Le chiedo quindi se vi siano i presupposti per farlo o si debba continuare a lavorare in tal senso e quindi consideri lontana la fine del commissariamento.

CANDIDO DE ANGELIS. Ringrazio il sottosegretario per il lavoro svolto in questi anni in Campania. All'inizio del suo intervento ha accennato a un argomento, che poi non ha più trattato, ovvero alla questione dei costi di questi 15 anni di commissariamento.
Inoltre, non ha affrontato l'aspetto che probabilmente ci interessa di più, ovvero quello delle illegalità che si sono conformate intorno a questo sistema. I due aspetti sono strettamente correlati.
Lei ha parlato dei costi del commissariamento, delle forze dell'ordine, dei 250 euro a tonnellata per lo spostamento delle balle in Germania, ma non ha citato il costo complessivo dell'operazione e il grande dispiego e spreco di energie economiche cui si è assistito in questi anni. Le chiedo questo, perché lei ha accennato la materia, ma non siamo entrati nei dettagli della questione.
Lei ha dichiarato che il 31 dicembre finirà il commissariamento, anche se il sindaco Iervolino si è espressa in termini negativi e anche Bassolino chiedeva aiuto per terminare questa fase. Poiché tale problema può riemergere dal punto di vista emergenziale, si può riproporre la questione della criminalità che si lega ad esso. Tra l'altro, nei prossimi dieci anni partirà un altro filone d'oro, quello delle bonifiche. Abbiamo ascoltato le grida d'allarme dell'assessore regionale, che rileva l'esistenza di situazioni di estrema gravità dal punto di vista ambientale. Anche sotto questo profilo, dunque, sarà necessario monitorare seriamente il problema.
L'amministratore delegato dell'Asia ci ha detto esplicitamente che a fine gennaio i soldi non saranno più sufficienti. Non potrà quindi andare avanti, perché il comune gli consegna solo il 60 per cento del costo complessivo, e dovrà fermarsi perché non avrà i soldi per pagare i 2.200 dipendenti dell'Asia. Di conseguenza, si avrà un'altra emergenza su Napoli.
Nel tracciare questo piccolo quadro, unito a quello dei colleghi, alla questione degli scontri sui piani provinciali, al problema di Salerno, alla situazione complessiva in grande fermento, mi chiedo se siamo tranquilli ad abbandonare il commissariamento e se abbiamo effettuato un monitoraggio che consenta alle aziende sane del territorio napoletano di non essere accomunate alle altre. Nel corso della sua grande esperienza, infatti, avrà certamente monitorato anche situazioni sane in un terreno scottante come questo.

PRESIDENTE. Vorrei rivolgerle una domanda che abbiamo posto a tutte le autorità che abbiamo audito. È una domanda basata sull'esperienza, quindi non si chiede di giudicare, assolvere o condannare.
Lei ci ha ricordato come per 15 anni si sia protratta una situazione di commissariamento e di emergenza e si siano


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succeduti 11 commissari. Quando lei è arrivato, la situazione era francamente drammatica.
Abbiamo chiesto a tutti senza ottenere risposta chi abbia sbagliato, cosa sia mancato per evitare di giungere al punto a cui si è arrivati in Campania e a Napoli in particolare, a quale vertice istituzionale si debba attribuire l'errore. Questa situazione si è protratta per 15 anni, per cui ci chiediamo come sia stato possibile giungere a un punto così drammatico.
Anche a Napoli, la raccolta differenziata si attesta su livelli molto bassi. Vorrei sapere da cosa sia dipeso il suo mancato avvio. Ovviamente, non mi riferisco all'eventuale scarsa sensibilità dei cittadini.
Lei ci ha presentato la situazione di una serie di discariche aperte o riattivate. Lei sa che l'Europa considera la discarica una situazione del tutto eccezionale e che una decina di procedure di infrazione sono state aperte nei confronti dell'Italia relativamente ai rifiuti.
Poiché avremmo cinque termovalorizzatori in Campania, ma anche il problema della Sicilia e della Calabria, vorremmo sapere come sia possibile uscire dalla logica delle discariche, che l'Europa non ammette.
Infine, le pongo una domanda sulla sua esperienza. Il punto di partenza è la riduzione della quantità dei rifiuti prodotti. Vorrei chiederle quindi quali possano essere gli interventi normativi adeguati da proporre al Parlamento, se ad esempio la riduzione o il divieto dell'utilizzo di certe forme di imballaggio, e come sia possibile riuscire quindi a partire dalla testa anziché dalla coda, riducendo la quantità di rifiuti prodotti.

PIETRO FRANZOSO. Chiedo scusa per la mia assenza, perché precedentemente ero impegnato in Commissione bilancio. Vorrei ringraziare anche io il sottosegretario per l'apporto determinante nel risolvere l'emergenza campana.
Pongo una domanda che forse è già stata posta quando non ero presente relativa ai termovalorizzatori da realizzare, oltre quello di Acerra. Poiché la gestione commissariale verrebbe a terminare a fine anno, vorrei chiedere a che punto siano le autorizzazioni, se i siti siano stati individuati, se debba essere fatto successivamente. Se così dovesse essere, personalmente avrei notevoli riserve sulla possibilità di realizzare gli altri necessari termovalorizzatori. Lei ha parlato di due impianti, a noi risultavano cinque, ma vorremmo comunque sapere a che punto siamo.

PRESIDENTE. Arriverà formalmente la convocazione per le 8,30 di domattina. Nel ringraziare il sottosegretario, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16.

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