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Seduta del 12/12/2012


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Audizione del Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale, Massimo Varazzani, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo correttivo in materia di ordinamento di Roma Capitale (atto n. 513), sulla situazione della gestione commissariale e il relativo contenzioso, anche con riferimento ai soggetti di cui la gestione può avvalersi per il patrocinio.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dello schema di decreto legislativo correttivo in materia di ordinamento di Roma Capitale (atto n. 513), l'audizione del Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale, Massimo Varazzani, sulla situazione della gestione commissariale e il relativo contenzioso, anche con riferimento ai soggetti di cui la gestione può avvalersi per il patrocinio.
Ringrazio il professor Varazzani, perché questo incontro ci sarà molto utile per definire i vari argomenti ancora in discussione relativi a questo schema di decreto che, sebbene non corposo, contiene alcuni problemi che stiamo cercando di risolvere. Ieri pomeriggio abbiamo audito il sindaco Alemanno e il segretario e direttore generale dottor Liborio Iudicello, però era assolutamente indispensabile - e anche il sindaco ci aveva incoraggiato in questa direzione - ascoltare il professor Varazzani, al quale cedo immediatamente la parola.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Ringrazio il presidente e tutti gli onorevoli membri della Commissione.
L'oggetto della convocazione riguarda le problematiche connesse all'articolo 2 dello schema di decreto legislativo in esame. La risposta è facile e cercherò di darla rapidamente. Se però la Commissione desidera un excursus più ampio sulla situazione della gestione commissariale, sono disponibile.
Per quanto riguarda il decreto legislativo, la gestione commissariale si trova a dover pagare i debiti e incassare i crediti al 28 aprile 2008 del vecchio comune di Roma, ora Roma Capitale, e tra queste attività e passività ci sono anche quelle rivenienti dalle cause in corso già patrocinate dall'Avvocatura comunale.
Queste cause - tanto per far capire le dimensioni del problema - sono circa 56.000, quindi una mole consistente. Oltre 20.000, se non ricordo male, riguardano i giudici di pace; si tratta di contravvenzioni stradali e fattispecie di questo genere, quindi parliamo di cause seriali abbastanza facili.
Se la gestione commissariale, come è definita dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, è organo statale, deve essere difesa in giudizio dall'Avvocatura


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dello Stato. Mi sembra assolutamente impensabile poter trasferire all'Avvocatura dello Stato 56.000 cause, di cui oltre 20.000 di scarso rilievo. Significherebbe intasarne il lavoro e impedirne qualunque attività. Solo per riassumere i fascicoli credo che occorrerebbero tempi assolutamente impensabili.
Pertanto, in via di fatto, già con il predecessore dell'attuale Avvocato generale, abbiamo sempre deciso che l'Avvocatura del comune prosegua nel patrocinio delle cause che ha in carico e i relativi risultati sono nella massa passiva o attiva della gestione commissariale. Così si è fatto. In tal modo, ottengo un risultato: se devo pagare, pago; faccio la transazione, però a risultato definito.
Ci sono tuttavia dei casi in cui il commissario viene chiamato in proprio da creditori o per altre cause o addirittura casi in cui lo Stato può essere in conflitto di interessi con Roma Capitale. Per questo motivo, con l'Avvocatura dello Stato e con il Governo, si era pensato di chiedere se il Parlamento fosse disponibile ad approvare una norma che chiarisse questa situazione. A tal fine si è pensato ad una nuova formulazione dell'articolo 2 rispetto allo schema di decreto presentato dal Governo.
Esso è dunque il risultato di questa semplice considerazione: al comma 1 si afferma il principio, di natura interpretativa, che la gestione commissariale è difesa dall'avvocatura dello Stato così come, secondo il regio decreto del 1931, tutte le altre amministrazioni statali; dall'altra parte, si dice che prosegue senza oneri per la gestione commissariale il patrocinio dell'avvocatura comunale sulle cause che hanno contropartita nell'attivo e nel passivo della gestione commissariale.
È una norma molto semplice e, a mio giudizio - ma non devo certo decidere io - molto opportuna, perché chiarisce gli ambiti di applicazione. Scaricare sull'Avvocatura dello Stato 56.000 cause credo che sarebbe senza senso. L'aggiunta, nella prima riga del secondo comma, dell'espressione «senza oneri» l'abbiamo inserita perché qualcuno pensava che lo Stato dovesse pagare gli avvocati del comune.
La questione, lo ripeto, è molto semplice: le cause vecchie sono portate avanti dall'Avvocatura comunale, e i risultati si scaricano contabilmente sulla gestione commissariale, sia per quanto riguarda il passivo che l'attivo. Relativamente alle cause nuove o ai procedimenti esecutivi di quelle vecchie, nei quali il commissario viene chiamato in causa, la competenza è dell'Avvocatura dello Stato.
Per dare un'idea del problema, le cause per le quali l'Avvocatura si è costituita in giudizio per la gestione commissariale dal 2008 sono 19, contro 56.000. Quindi, l'intervento dell'Avvocatura è marginale; devo però dire che in un caso è stato molto utile, perché ci ha consentito di terminare una gara laddove altrimenti non ci saremmo riusciti. Ne abbiamo una - lo riferisco a titolo di cronaca - laddove siamo in conflitto di interessi con il comune, nella quale non potrebbe che difenderci l'Avvocatura dello Stato. Mi riferisco alla Centrale del latte, rispetto alla quale una sentenza del Consiglio di Stato ordina alla Parmalat la restituzione delle azioni della Centrale del latte al comune di Roma e ordina alla gestione commissariale di pagare l'indennizzo al soggetto che fu escluso ingiustamente dalla gara.
Comprenderete che non possiamo pagare e non prendere l'attivo. Questo è un caso eclatante di come si possano verificare queste situazioni.
Oltre questo, non ci sono oneri aggiuntivi per lo Stato. Si tratta semplicemente di chiarire con norma una circostanza rispetto alla quale altrimenti l'Avvocatura dello Stato potrebbe essere accusata di omissione di atti d'ufficio, in quanto, essendo io un organo statale, è tenuta a difendermi.
Si è ritenuto, dunque, che una norma potesse meglio chiarire il problema.
Tutto questo riguarda lo schema di decreto.


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PRESIDENTE. Io pongo solo un problema. Nel caso che ci sia un contrasto di interessi tra lo Stato e il comune di Roma, come fa l'Avvocatura dello Stato a difendere entrambi?

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Per il comune continua a farlo l'Avvocatura comunale. È proprio questo il problema, perché le cause sono incardinate...

PRESIDENTE. Leggo il testo dell'ipotesi di riformulazione che è stata predisposta: «La rappresentanza, il patrocinio e l'assistenza in giudizio della gestione commissariale di cui all'articolo 78 del decreto-legge 23 giugno 2008, n. 112 convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, a partire dall'entrata in vigore del presente decreto sono assicurati ai sensi del regio decreto 30 ottobre 1933, n. 1611.». In altre parole, se ne deve occupare l'Avvocatura dello Stato.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Esatto. Però poi prosegue...

PRESIDENTE. Al secondo comma: «Prosegue, senza oneri per la gestione commissariale, il patrocinio dell'Avvocatura comunale nelle controversie aventi ad oggetto partite inserite nel documento di accertamento del debito pregresso, di cui all'articolo 14, comma 13-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni».
In tutti gli eventuali altri casi di contrasto di interesse tra comune e Stato, chi se ne occupa?

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Per quanto riguarda la gestione commissariale, cioè lo Stato, l'Avvocatura dello Stato; per quanto riguarda il comune, l'Avvocatura comunale.

PRESIDENTE. Ho capito perfettamente, ma Le sto chiedendo un'altra cosa. Può verificarsi un caso di contrasto di interessi tra lo Stato, cioè Governo nazionale, e il comune, sia nella persona del sindaco, quando è il sindaco ad occuparsi di un determinato argomento, sia nella figura del commissario straordinario.
Nel caso in cui questo contrasto avviene e scriviamo nella norma che in giudizio il commissario straordinario sarà rappresentato dall'Avvocatura dello Stato, questa si trova a fare due lavori in contrasto tra loro.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Non credo, presidente, perché il commissario non è il comune. Il comune sta per suo conto e ha la sua avvocatura. Il commissario ha un'individualità...

PRESIDENTE. Semplifichiamo il ragionamento...

MARCO CAUSI. Signor presidente, si esce da questo problema molto semplicemente, cioè accettando il mio emendamento che propone di abolire il commissario e ritornando a una gestione unificata ordinaria dell'intero bilancio del comune.

PRESIDENTE. Certo, così tagliamo la testa al toro.

MARCO CAUSI. Ricorderà, presidente, che in occasione della discussione del secondo decreto su Roma capitale un mio emendamento proponeva di ritornare a una gestione unificata ordinaria dell'intero bilancio del comune. Questo risolverebbe tutto.

PRESIDENTE. Ripeto per la quarta volta la domanda, con un piccolo auto-emendamento. Lasciamo stare per un momento il sindaco e parliamo solo del


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commissario straordinario. Questo può trovarsi in una situazione di contrasto di interessi tra lo Stato e se stesso nella qualità di commissario straordinario, che comunque agisce nell'interesse del comune.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Questo non è possibile. Il commissario straordinario può avere interessi suoi in quanto organo commissariale, cioè in quanto organo dello Stato, diversi da quelli del comune. La figura è completamente divisa, nel senso che anche la titolarità dei crediti e dei debiti non è del commissario, ma del comune. Io faccio solo l'ufficiale pagatore.
Ovviamente faccio transazioni, discuto, litigo, ma non ho la titolarità dei debiti, che rimangono al comune. Quindi, se ho una lite, come commissario non voglio pagare e il comune vuole essere pagato...

PRESIDENTE. Quindi il contrasto potrebbe avvenire tra il commissario dello Stato e il comune, non tra commissario dello Stato e lo Stato in quanto tale.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Esattamente. Lo giudico impossibile perché io sono il Governo, rappresento lo Stato...

PRESIDENTE. Questa è la risposta alla mia domanda.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Mi scuso, non avevo capito, ma questa fattispecie è molto curiosa...

PRESIDENTE. È un po' anomala, nella realtà...

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Il Parlamento è dovuto intervenire diverse volte per chiarire alcune questioni. Del resto, è l'unica in Italia.

PRESIDENTE. La formulazione che ho letto mi sembra molto più chiara di quella del testo dello schema adottato in via preliminare e trasmesso dal Governo.
Il senatore Paolo Franco è il relatore del provvedimento e l'onorevole Causi è il vicepresidente della Commissione. Consegniamo questa ultima formulazione al relatore e all'onorevole Causi.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Su questa formulazione c'è l'accordo dell'Avvocatura dello Stato, ovviamente.

PRESIDENTE. Certo, mi auguro che siano d'accordo. Qui leggo che la rappresentanza, il patrocinio e l'assistenza sono assicurati, ai sensi del regio decreto n. 1611 del 1933, dall'Avvocatura dello Stato (non è scritto, ma è scritto nel regio decreto). Prosegue, senza oneri per la gestione commissariale, il patrocinio dell'Avvocatura comunale nelle sole controversie che vengono meglio descritte.
Alla fine si aggiunge: «Restano salvi gli effetti dell'attività processuale già svolta dall'Avvocatura dello Stato».
Vorrei che lei ci spiegasse: chi ha messo in dubbio che potessero restare salvi tali effetti? Perché lo stiamo scrivendo?

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Io lo trovo in certa misura ultroneo, se volete conoscere la mia opinione. Tuttavia, l'ha chiesto l'Avvocatura perché al suo interno non vi era un'univocità di interpretazione di questa norma: taluni ritenevano che il commissario potesse non essere organo statale, contro la lettera della norma. Pertanto, vi sono stati degli ondeggiamenti e per questo hanno ritenuto opportuno inserirlo. È una norma tuzioristica. Secondo me, se la si elimina non succede nulla. Comunque, l'ha chiesta l'Avvocatura.


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PRESIDENTE. Ne teniamo conto.

MARCO CAUSI. Signor presidente, vorrei cogliere l'occasione della presenza del professor Varazzani, partendo dallo spunto normativo che egli stesso ci ha posto - come aveva fatto anche l'Avvocatura comunale, se ricordate, in occasione dei lavori sul secondo decreto - per chiedergli quando la gestione commissariale intende ottemperare all'articolo 13 del decreto legislativo n. 61 del 2012, che impegna il commissario a inviare annualmente una relazione al Parlamento e al Ministero dell'interno contenente una rendicontazione della sua gestione.
Inoltre, vorrei chiedere al commissario se, nelle more di questo adempimento, non vuole utilizzare questa occasione per rendicontare la sua gestione o per riferirci qualcuno dei principali elementi della sua gestione.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Come rendicontazione, da sempre ogni tre mesi diamo al Ministero dell'economia e delle finanze il rendiconto dei flussi in entrata e in uscita, e ogni mese quelli delle sole uscite. Abbiamo già prodotto un primo parziale rendiconto al 31 dicembre 2010, perché ricordo che gli onorevoli parlamentari avevano approvato per legge la situazione al 26 luglio 2010. Poiché si trattava di oltre mezzo anno, abbiamo fatto una sorta di rendiconto al 31 dicembre 2010 e l'abbiamo inviata al Ministero, alla Presidenza del Consiglio dei ministri e ai referenti che abbiamo.
Abbiamo predisposto il rendiconto 2011 già da tanti mesi, l'abbiamo inviato alla Corte dei conti, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dell'economia e delle finanze e a tutti i destinatari previsti.
Abbiamo predisposto l'ulteriore relazione per la Corte dei conti per il 2011 prevista dalla norma di luglio. La risposta della Corte - se volete la posso consegnare - mi pare molto positiva.
Per quanto riguarda la relazione al Parlamento, abbiamo interpretato che si parte dal 2012. L'anno non è ancora finito, ma provvederemo senz'altro, nei tempi il più possibile rapidi, ad ottemperare a questa previsione.
Nel produrre i nostri rendiconti, che potrebbero essere anche più veloci, siamo legati al comune. Finché il comune non ha finito le sue partite, non riusciamo ad avere certezza dei numeri, dunque a volte si tarda qualche mese. Tuttavia, stiamo compiendo tutti gli adempimenti prescritti. Nel caso della relazione al Parlamento, essendo la norma del 2012, riteniamo che la previsione decorra da questo esercizio che deve ancora finire.

MARCO CAUSI. Credo che sia utile, professor Varazzani, che usiamo questa occasione per due chiarimenti. Il primo è relativo al fatto che tutti i flussi di rendicontazione che lei poco fa ha citato precedenti alla norma introdotta nel secondo decreto su Roma Capitale sono flussi di rendicontazione all'interno dell'esecutivo, si potrebbe dire interna corporis del Governo, tanto è vero che, più volte interrogato con numerosi atti di sindacato ispettivo parlamentare, il Ministero dell'economia e delle finanze ha sempre risposto in Parlamento che non poteva esibirli.
Ne consegue che la gestione commissariale da lei diretta è uno degli organismi meno trasparenti e più oscuri che esista in questo Paese. Chiedo che questo concetto venga riportato con queste parole nel resoconto di questa seduta. Lo ripeto: più volte in questi anni, a seguito di atti di sindacato ispettivo, il Governo si è difeso dicendo che voi siete un suo ufficio, quindi non devono rendere conto; non a caso, questa Commissione bicamerale all'unanimità - sottolineo all'unanimità - ha introdotto nel secondo decreto quella norma che, secondo me giustamente, vi obbliga a una trasparenza nei confronti del Parlamento.
In secondo luogo, ritengo che l'obbligo che avete per la prossima relazione è di rendicontare tutto, non solo per il 2012.


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Considerato che sarà la prima relazione pubblica della gestione commissariale, essa dovrà rendicontare tutto, non soltanto il 2012, altrimenti resta una forte oscurità sui primi anni della vostra attività.
Se vuole, possiamo andare ancora più in dettaglio.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Respingo questa considerazione, che è veramente offensiva per me, per le persone che lavorano nella struttura, per chi ci ha nominato, cioè il Presidente del Consiglio, e per gli organi ai quali rispondiamo, tra cui la Corte dei conti...

MARCO CAUSI. Non può dirmi che sono offensivo. Se qualcuno è stato offeso non è stato lei...

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Ripeto che lo ritengo offensivo.

MARCO CAUSI. Quante volte lei ha offeso me...

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Io non la conosco. Lo ritengo offensivo.

PRESIDENTE. Evitiamo di usare espressioni poco consone.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Questo non lo dica solo a me.
Come dicevo, abbiamo fornito le rendicontazioni previste. Se il presidente mi autorizza, posso depositare la risposta della Corte dei conti in merito alla relazione che abbiamo consegnato.
Mi scusi, onorevole, ma mi pare che sia ultroneo quello che lei dice sul 2012, perché in tutte le relazioni i dati del 2010 e del 2011 vengono messi a confronto in colonne. Mi sembra, quindi, una precondizione e non credo che debba esservi al riguardo una raccomandazione. È normale che questo venga fatto, tenendo conto che la legge dà al commissario la potestà di cambiare i saldi. Vi racconto un episodio: appena arrivato ho trovato la duplicazione di 1,4 miliardi; la cifra era stata inserita due volte. Succede.

MARCO CAUSI. Perché quel piano di rientro è stato scritto con i piedi.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Non l'ho scritto io. L'ho trovato e ho dovuto gestirlo. Comunque, non voglio dirlo io. Vi lascio la relazione della Corte dei conti.
Per quanto riguarda la trasparenza, lascio alla Commissione il rendiconto al 31 dicembre 2011 e la relazione alla Corte dei conti per il 2011, che vale anche per periodi precedenti. Ho anche delle previsioni per il 2012, sebbene ovviamente non è detto che si verifichino del tutto, essendo appunto previsioni (allegati da 1 a 4).
La trasparenza è totale, perché io uso soldi dello Stato.

MARCO CAUSI. Perché il Governo non ha mai risposto alle nostre interrogazioni?

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Non deve chiederlo a me. Non so cosa dirle.

PRESIDENTE. Cerchiamo di addolcire il clima. Le critiche dell'onorevole Causi non erano rivolte direttamente alla gestione commissariale, se ho ben capito, ma semmai al Ministero che, interrogato più volte sull'argomento, aveva dato quella risposta molto poco soddisfacente, o totalmente insoddisfacente. Quindi, non c'era un riferimento diretto alla mancanza di trasparenza della gestione commissariale, ma al fatto che il Ministero aveva preso quella posizione.


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Ora prendiamo atto della relazione della Corte dei conti, che è una prova più che valida. Ovviamente avremo modo di studiare, leggere, confrontare i dati e speriamo, subito dopo, di poterci complimentare.
Addolciamo il clima, perché mi era sembrato che uno dicesse «non trasparente» e l'altro rispondesse «offensivo», mentre l'oggetto della critica era fuori da qui. Bisognerà comunque darsi una spiegazione. Ha ragione l'onorevole Causi nel dire che se avevate tutte le carte a posto e le avete certamente fornite al Ministero, non si comprende perché il Ministero non ci abbia dato una risposta, pur avendone l'obbligo dinanzi a un atto di sindacato ispettivo del Parlamento.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Nelle previsioni per il 2012, uno dei dati più interessanti, a mio giudizio, riguarda la posizione verso la gestione ordinaria, verso il comune, con il quale la gestione commissariale aveva un pesante debito. Partiamo da 600 milioni di euro al 2010, ma prevediamo di chiudere al 31 dicembre a 230 milioni. Tutto questo era stato fatto soprattutto nel 2011 perché solo da quell'anno - forse la Commissione non può saperlo - abbiamo i soldi. Senza soldi è difficile pagare i debiti.
I soldi derivano dalle aperture di credito ottenute tramite gara, che al momento sono di 4 miliardi, più mezzo miliardo di scorta, più 4 rinnovabili, a fronte del contributo permanente che lo Stato ci dà di 500 milioni l'anno, di cui 300 a carico dell'erario e 200 a carico di Roma, che reperisce queste risorse tramite l'addizionale commissariale IRPEF e l'addizionale commissariale sugli aeroporti (un euro per passeggero: tutte le volte che andate a Ciampino o a Fiumicino, mi danno un euro).
Sono moderatamente soddisfatto di come vanno le cose. Se vuole, presidente, posso lasciare - sottolineando che si tratta di previsioni, quindi potrebbero essere sbagliate - un pre-consuntivo molto sintetico, a riprova del fatto che non ho nulla da nascondere. Sono anzi molto lieto di rispondere al Parlamento che deve sorvegliare su come vengono usati i soldi dei cittadini.
Non è per fare scena, ma quando faccio le transazioni, e nel farlo sono molto severo, dico alle persone che costituiscono un peso doppio perché, non avendo i soldi in cassa, quando li prendo mi indebito con le banche, indebito lo Stato e le generazioni per i prossimi trent'anni. Quindi, devono capire la mia severità nel fare le transazioni.
Sono ben felice, dunque, che il Parlamento possa conoscere come vengono usati questi denari. Faccio del mio meglio.

MARCO CAUSI. Innanzitutto ringrazio il presidente La Loggia per il contributo di saggezza che come sempre porta ai nostri lavori e ringrazio anche il professor Varazzani per i documenti che mette a disposizione. A mia conoscenza, è la prima volta che questi potranno essere visti al di là degli interna corporis del Governo. Naturalmente ne faremo buon uso.
A beneficio di tutti i colleghi della Commissione, vorrei però ricordare che il piano di rientro che ha costituito queste masse creditorie e debitorie portava al suo interno delle voci assolutamente spurie, come è stato peraltro ormai documentato anche dalla letteratura scientifica che se n'è occupata.
Ha ragione il dottor Varazzani quando dice che questo è un unicum in Italia; in effetti è così. Come sicuramente Varazzani potrà confermarci, sono stati ad esempio accollati alla gestione commissariale i primi quattro mesi di spese correnti ordinarie del comune, escluso il personale, dal gennaio all'aprile del 2008, mentre il comune ha introitato l'intera annualità delle entrate ordinarie...

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. Quelle incassate entro aprile sono della gestione commissariale.


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MARCO CAUSI. Quindi, quello non è un debito fuori bilancio, ma una decisione contabile di chi ha scritto quel piano di rientro. In quel piano sono stati sommati fichi e pere, cioè uno stock di debito storico, che era ben noto, con debiti per cassa, come ad esempio quelli delle prime quattro mensilità di spese correnti del 2008. Sono stati introdotti flussi finanziari a valere sul futuro, perché ad esempio tutte le linee di credito che erano in essere per la costruzione delle metropolitane sono state messe a carico del commissario. Inoltre, è stato inserito un ammontare molto ipotetico di possibili contenziosi giuridici.
Dalle cifre che ho letto sulla stampa relative alle aperture delle linee di credito che il commissario ha fatto, credo l'anno scorso, mi sembra di capire che stiamo viaggiando molto al di sotto di quell'ammontare.
Ho gestito per otto anni il bilancio del comune di Roma e so che avevamo, più o meno, un ordinario di contenzioso giuridico, al 95 per cento derivante da questioni urbanistiche, fra i 30 e i 40 milioni di euro all'anno, quindi con debiti fuori bilancio, perché il comune era soccombente in giudizio, per 30-40 milioni di euro all'anno.
Comunque sia, da 30-40 milioni di euro all'anno - tra l'altro, questo si deve sviluppare in numerosi anni, perché il contenzioso non va tutto in discussione - fino ad arrivare alle cifre che una strumentale campagna di propaganda politica ha agitato nella città per alcuni anni ce ne vuole. Mi pare che l'attività reale del commissario dimostri che le cifre strumentalmente agitate da una campagna propagandistica quando il commissariamento è stato deciso siano smentite dalla realtà dei fatti.

MASSIMO VARAZZANI, Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. C'è qualche inesattezza. Tuttavia, credo che dalla relazione gli onorevoli componenti della Commissione potranno apprendere quello che è stato fatto.
Il problema è un altro, e io non l'ho mai nascosto. Quando sono stato nominato, nel 2010, era pronto quel piano di rientro, ma io mi sono rifiutato di sottoscriverlo e non perché non andasse bene, ma perché - sono stato anche in Banca d'Italia - era in qualche modo un documento «raccontato».
La normativa imponeva ai dirigenti del comune di dichiarare i debiti e i crediti; quindi, c'era una serie di dichiarazioni dei dirigenti, con le relative carte, ma nessuno ha controllato le carte perché non c'era tempo. I miei predecessori, poveri disgraziati, obiettivamente non avrebbero potuto farlo. Non avevano né il tempo né le risorse finanziarie per incaricare qualcuno di indipendente - non del comune - affinché verificasse questi numeri. Obiettivamente, onorevole Causi, alcuni debiti sono risultati non veri, quindi li abbiamo cancellati. Purtroppo, ci sono anche dei crediti non veri, e anche quelli abbiamo cancellato.
Questo è il lavoro che stiamo facendo tutti i giorni e io ne rispondo di fronte a questo Parlamento, perché uso i soldi dei cittadini italiani. Ne sono molto responsabile e - se mi consentite - anche orgoglioso, perché si cerca di sanare una situazione debitoria che io non ho creato. I debiti non li abbiamo fatti noi; io pago i debiti già esistenti ed esigo i crediti esigibili. Si cerca di prendere tutti i crediti e di transare i debiti.
Lo ripeto, la natura dichiarativa del primo documento è indubbia e di questo le do atto. Stiamo cercando man mano, come vedrà dalla relazione, di renderla sempre più aderente alla realtà. Ricordo che le posizioni in carico alla gestione commissariale, sia pure amministrate dal comune con il sistema elettronico, sono oltre 120.000. È necessaria dunque una certa dose di pazienza per poterle esaminare con la dovuta attenzione.

PRESIDENTE. Mi pare che le domande dell'onorevole Causi e i chiarimenti doverosi del professor Varazzani abbiano definito un quadro più preciso.


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MARCO CAUSI. Chiedo a chi si occuperà del resoconto di resocontare con attenzione le ultime parole del commissario Varazzani.

PRESIDENTE. Sarà tutto verbalizzato come sempre. I documenti presentati dal commissario, dei quali autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegati), saranno ovviamente oggetto di analisi da parte della Commissione.
Ringraziamo molto il dottor Varazzani, così come l'avvocato Taddei, il dottor Zompi, il dottor Petronio e la dottoressa Gregoroni, che l'hanno accompagnato.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,35.


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