Allegato B
Seduta n. 127 del 5/2/2009


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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

FRONER. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
si sta attuando in questi giorni, in Trentino come su tutto il territorio nazionale, un accentramento presso le Direzioni Provinciali delle Entrate delle competenze sull'attività di controllo diverse da quelle automatizzate, o comunque di minor rilevanza, che rimangono di competenza degli uffici locali;


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in Provincia di Trento gli uffici territoriali di Tione, Cles, Cavalese Borgo Valsugana, Riva del Garda e di Rovereto delle Agenzie delle Entrate non costituirebbero più sede dirigenziale, rimanendo questo ruolo assegnato al solo ufficio di Trento;
la riorganizzazione e la riduzione di competenze a livello decentrato comporterebbe la soppressione di un certo numero di posizioni dirigenziali: in particolare anche gli uffici di Cles, Tione, Cavalese, Borgo Valsugana, Riva del Garda e di Rovereto, che sono di terza fascia, subirebbero la perdita della posizione dirigenziale;
al di là delle questioni inerenti la posizione del personale dirigente, ciò che emerge è una forte incertezza sugli impatti operativi di questa riorganizzazione sul lavoro a seguito dell'accentramento di competenze, con particolare riferimento ai rimborsi IVA di tutta la Provincia in carico al nuovo ufficio territoriale o alla gestione del personale che opera controlli sostanziali a livello locale mediante il nuovo ufficio controlli presso la direzione provinciale;
si segnala, altresì, che nell'Agenzia delle Entrate di Trento, è rimasto un solo dirigente, nella persona del dottor Maurizio Ragusa, che sarà destinato a dirigere l'istituendo Ufficio Territoriale di Trento mentre gli altri incarichi presso la Direzione Provinciale di Trento sono stati assegnati a funzionari incaricati compreso quello inerente il nuovo Ufficio di Controllo che si occuperà di accertamento-riscossione e contenzioso di tutta la provincia di Trento -:
quali motivazioni portino ad una riorganizzazione in tale forma;
quali provvedimenti intenda adottare per assicurare la necessaria informazione in ordine ai cambiamenti in atto e soprattutto per far sì che da essi non derivino disagi per i contribuenti.
(5-00961)

Interrogazioni a risposta scritta:

PICCOLO, BOSSA, SERVODIO, NICOLAIS, CIRIELLO, MOSELLA, CESARIO, PIZZETTI, SANGA, LOLLI, PICIERNO, D'ANTONI, OLIVERIO, SBROLLINI, IANNUZZI, SARUBBI, D'ANTONA, ANDREA ORLANDO, PEDOTO, BOCCI, GRASSI, MARIO PEPE (PD), GRAZIANO, FADDA, CARDINALE, RUGGHIA, ANTONINO RUSSO, VACCARO, GIACOMELLI e BURTONE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
le Industrie Italiane di materiale rotabile sono da tempo al centro di una seria crisi economica, a causa della mancanza di nuovi ordini, soprattutto da parte di Trenitalia, costringendo le aziende a chiudere o ad operare drastici ridimensionamenti del personale dipendente;
di particolare gravità si presenta la situazione dei siti produttivi del RTI (raggruppamento capeggiato dalla mandataria Ansaldobreda) e delle aziende dell'indotto, dopo il provvedimento unilaterale di Trenitalia (società partecipata al cento per cento del Ministero dell'economia) di recedere dal contratto di rimodernamento delle carrozze per treni Intercity, riducendo le lavorazioni da 901 carrozze a 450;
al Raggruppamento RTI partecipano le seguenti aziende: AnsaldoBreda Palermo, Ferrosud Matera, Fervet Castelfranco Veneto (Treviso), Keller Villacidro Cagliari e Carini (Palermo), Magliola Santhià (Vercelli);
inoltre vi è un consistente indotto che interessa alcune imprese come la Decotrain Ferrara (decoibentazione) e la Comatev Napoli (decoibentazione), nonché alcune aziende per la fornitura di apparecchiature e materiali di allestimento in tutto il territorio nazionale, tra le quali si segnalano in particolare la Saira, la Far System (Gruppo TOSOS) Verona/Avellino,


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l'ATI Coplas-Atecnology Firenze/Avellino, l'ATI Izzo-Fisa-Imet Napoli/Avellino, la Sacme Milano, l'ATI Siarcolteco, la Pomezia Milano, la RGM Genova;
la riduzione causerà la perdita, per le Aziende del Raggruppamento, di circa 2 milioni di ore di lavoro nel triennio 2009-2011 con l'inevitabile necessità di ricorrere alla Cassa integrazione per moltissimi lavoratori, oltre alle pesanti conseguenze che si determineranno sui livelli occupazionali delle aziende che operano nell'indotto;
il rischio imminente della perdita del posto di lavoro per tanti lavoratori coinvolgerà migliaia di famiglie, già prostrate dalla gravissima crisi economica che colpisce in particolare le fasce più deboli del paese, alimentando fortissime tensioni sociali -:
se intendano, alla luce dei fatti esposti, procedere ad una rivalutazione degli indirizzi del Governo nei confronti di F.S. circa la politica di sviluppo che, in relazione alle misure adottate nel DL anti-crisi, prevede un fondo di dotazione di euro 906 milioni per gli investimenti delle Ferrovie dello Stato, nonché l'autorizzazione alle stesse dell'ulteriore spesa di euro 480 milioni per ciascuno degli anni 2009/2010/2011 per assicurare i necessari servizi di trasporto pubblico regionale;
se non ritengano che le risorse economiche destinate a coprire i costi della cassa integrazione per i lavoratori delle aziende suindicate possano essere meglio utilizzate per completare l'ammodernamento delle carrozze destinate ad un servizio ferroviario più efficiente e più adeguato alle esigenze degli utenti e salvaguardare - al tempo stesso - i posti di lavoro, tenuto conto che il relativo progetto è già finanziato;
se giudichino opportuna, nell'attuale situazione di crisi economica e sociale, la decisione assunta dalle Ferrovie dello Stato di tagliare la commessa delle 901 carrozze, essendo evidente che essa appare in netta contraddizione con le misure economiche di sostegno alla produzione, ai salari ed all'occupazione;
se e quali progetti o indirizzi vogliano definire per affrontare concretamente e risolutivamente le necessità del trasporto interregionale, garantendo a questa utenza un servizio dignitoso, sicuro ed efficiente, con la sostituzione del materiale rotabile fatiscente e con il rinnovo dei treni, ormai usurati e assolutamente inadeguati;
se non ritengano indispensabile ed urgente attivare efficaci politiche e strategie a tutela dell'ambiente, rilanciando seriamente il trasporto merci ferroviario che attualmente registra una preoccupante carenza di strutture e mezzi idonei;
quali iniziative immediate valutino di intraprendere per scongiurare una crisi irreversibile degli anzidetti siti produttivi e delle conseguenti, gravi ripercussioni sull'occupazione.
(4-02242)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con l'istituzione della BCE (Banca centrale eropea) e l'adozione della moneta unica i poteri e le funzioni delle Banche centrali nazionali (BCN) si sono parzialmente ridotti e modificati;
in particolare la funzione di intervento diretto a protezione della propria moneta è venuta meno;
le riserve gestite direttamente dalle BCN hanno perso una delle principali motivazioni;
il livello delle riserve non pare tenere conto attualmente di questa nuova realtà in atto da un decennio;
il livello delle riserve della Banca d'Italia è stimato (fine novembre 2008) di poco inferiore agli 80 miliardi di euro;


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il peso del servizio del debito pubblico che il bilancio dello Stato prevede è di circa 70 miliardi di euro l'anno;
da anni si dibatte sulla funzione, la destinazione e il ruolo delle riserve della Banca d'Italia, la loro evoluzione, le possibili destinazioni;
anche problemi di forma hanno sinora reso non fattibile un loro diretto impiego al fine di ridurre il livello di debito pubblico;
pur tuttavia molti a livello politico, istituzionale, accademico ed economico ritengono tale problema comunque attuale;
qualora la Banca d'Italia accettasse di sottoscrivere titoli di Stato della Repubblica italiana ad interesse zero o inferiore a quello corrente, magari a valere sulle proprie riserve, queste manterrebbero il proprio valore nominale, non essendone intaccato l'ammontare ma solo la composizione, mentre sul fronte del bilancio dello Stato il beneficio sarebbe significativo in termini di riduzione dell'ammontare del servizio del debito pubblico, liberando risorse che possono essere stimate superiori quantomeno al miliardo di euro l'anno -:
se il Governo nell'ambito della propria politica economica, ferma restando l'autonomia della Banca d'Italia, non intenda collocare titoli di Stato con un'emissione riservata alla Banca d'Italia.
(4-02247)