TESTO AGGIORNATO AL 17 MARZO 2010
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il centro storico di Lucca è un agglomerato urbano racchiuso da mura, all'interno del quale vivono oltre 9.000 residenti;
all'interno della città storica ci sono due uffici postali; uno di questi è relativamente piccolo, mentre l'altro è molto più ampio e occupa un intero palazzo di prestigio che si trova in via Vallisneri in prossimità della Cattedrale;
ambedue gli uffici postali hanno subito, nel corso degli ultimi anni, consistenti lavori di rifacimento e riammodernamento;
in particolar modo l'ufficio di via Vallisneri è stato ristrutturato con particolare cura ed è logico ritenere che le spese per questo sostenute siano state decisamente ingenti;
finora quando il portalettere cercava di consegnare una raccomandata, assicurata o simili, e non trovava nessuno presso l'indirizzo del destinatario, provvedeva a lasciare un avviso di giacenza, invitando il
destinatario a recarsi presso l'ufficio postale di Via Vallisneri per ritirare il plico a far data dal giorno successivo a quello dell'avviso;
adesso, a dispetto dei cospicui investimenti di cui sopra, l'ufficio postale di via Vallisneri dal 2 di novembre ha cessato di fornire il servizio di ritiro raccomandate invitando gli utenti a recarsi presso l'ufficio postale di San Filippo che si trova ad alcuni chilometri di distanza;
appare piuttosto irrazionale la scelta di investire risorse per l'adeguamento e l'ammodernamento degli immobili per poi ridurre i servizi;
la scelta di spostare il servizio per il ritiro delle raccomandate lontano dal centro storico comporterà notevoli disagi per i 9.000 residenti della zona, molti dei quali hanno scelto - anche per la mancanza di spazi sufficienti per il parcheggio - di non possedere un'automobile;
in ogni caso il ritiro di una raccomandata non potrà più essere effettuato in pochi minuti ma sarà necessario perdere non meno di un'ora di tempo;
le persone con più di 65 anni residenti all'interno del centro storico ammontano al 22,63 per cento del totale: in pratica circa 2.000 utenti anziani saranno costretti a percorrere alcuni chilometri per ritirare un plico;
a tutto ciò va aggiunto che nella provincia di Lucca si è registrata una riduzione del personale delle poste di circa 80 unità negli ultimi due anni, con immaginabili conseguenze negative sulla qualità e puntualità del servizio -:
se il Governo non ritenga opportuno intervenire, coinvolgendo gli enti locali e Poste Italiane S.p.A., al fine di individuare una possibile soluzione per conciliare le comprensibili esigenze organizzative di Poste Italiane con la necessità di non creare inutili disagi agli abitanti del centro storico di Lucca;
se non sia possibile ripristinare il servizio di ritiro raccomandate presso l'ufficio postale di via Vallisneri.
(5-02461)
in numerosi comuni della provincia di Lecco si registrano enormi disservizi relativi al servizio di Poste Italiane: ritardo o omissione nella consegna della posta, rinvenimento di corrispondenza in luoghi non idonei (lungo greti di fiume), servizio «seguimi» non garantito, lunghe file agli sportelli per mancanza di personale, e altri disguidi;
nonostante il problema sia stato spesso oggetto di interrogazioni parlamentari, continuano le proteste e i disagi a danno dei cittadini, e a nulla sono valse le numerose lettere di protesta indirizzate ai vertici dell'azienda;
i comuni del lecchese, attraverso ordini del giorno dei consigli comunali, stanno denunciano questi disservizi. L'ultimo in ordine di tempo è del comune di Bulciago -:
quali iniziative intenda promuovere al fine di ristabilire un corretto funzionamento del servizio postale, con i minimi parametri di qualità, nella provincia di Lecco e cosa intenda fare per garantire che il processo di liberalizzazione dei servizi postali non venga esercitato a scapito di un ulteriore peggioramento del servizio anche a fronte di un aumento ingiustificato dei costi.
(5-02462)
il piano di investimento tecnologico volto all'attivazione sul territorio nazionale
della così detta «banda larga» risulta gravemente in ritardo in quasi tutte le regioni;
in alcuni casi, a fronte del rischio di possibili delocalizzazioni e della perdita di importanti commesse, sono stati gli imprenditori a rispondere all'inerzia dell'apparato pubblico, progettando sistemi privati di wi-fi in grado di compensare la mancanza delle fibre ottiche;
i continui slittamenti sulla tabella di marcia originariamente fissata potrebbero lasciare indietro il nostro Paese rispetto agli altri partner europei, ove si discute già di forme ulteriormente innovative e sofisticate della tradizionale «banda larga»;
le nuove tecnologie rappresentano un insostituibile volano per l'economia italiana, soprattutto laddove insistono realtà produttive all'avanguardia che richiedono un debito sostegno infrastrutturale -:
quali iniziative il Governo abbia sviluppato o intenda sviluppare in tema di utilizzo della «banda larga»;
se siano ipotizzabili forme di collaborazione con province e regioni allo scopo di accelerare, coordinandole tra loro, le azioni dirette a favorire l'operatività della «banda larga», in particolar modo nelle aree produttive ivi insistenti.
(4-06070)
da diversi anni è in corso un processo di razionalizzazione degli uffici postali da parte di Poste Italiane Spa, che ha portato alla chiusura degli stessi e alla riduzione degli orari di apertura degli sportelli in diverse aree del territorio nazionale;
gli uffici postali delle province di Trento e Bolzano e dell'area del Nord Est sembrerebbero coinvolti in una ristrutturazione dell'orario lavorativo in riferimento alla consegna della posta ordinaria, limitandone la consegna a cinque giorni settimanali, escludendo quindi il sabato e la domenica;
questo provocherebbe disfunzioni nell'offerta del servizio ai cittadini delle aree interessate, particolarmente pesanti per coloro che abitano nelle valli e nelle zone di montagna per i quali gli uffici postali rappresentano uno dei pochi servizi pubblici essenziali;
il ridimensionamento dell'orario degli uffici postali comporterebbe inevitabilmente anche una crisi occupazionale per gli impiegati del settore;
le Poste italiane s.p.a. sono una società di proprietà del Ministero dell'economia e delle finanze che ha ricevuto quest'anno dallo stato circa 300 milioni di euro, al fine di assicurare la fornitura su tutto il territorio nazionale delle prestazioni comprese nel servizio universale;
il contratto di programma tra lo Stato e Poste Italiane Spa per l'espletamento del servizio postale universale prevede, quale dovere per la società, quello di conseguire determinati obiettivi di qualità, tra cui quelli concernenti l'adeguatezza degli orari di apertura rispetto alle prestazioni richieste -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare per favorire una concertazione tra la direzione di Poste Italiane Spa e le amministrazioni locali della provincia di Trento, al fine di evitare che decisioni unilaterali assunte da Poste Italiane spa arrechino disagi agli abitanti della zona e per far sì che venga garantita l'effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità, in particolare nelle aree montane a bassa densità abitativa nelle quali non vi è neppure l'interesse da parte di società private a creare servizi integrativi e alternativi.
(4-06089)
il 26 settembre 2007 la Ronal ha acquisito la maggioranza del capitale della Speedline, un' azienda di S. Maria di Sala (VE), e presentato u piano industriale che
prevedeva 55.100.000 di euro di investimenti e il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria;
il 10 febbraio 2009, presso il Ministero dello sviluppo economico, la Speedline ha aggiornato e ridimensionato il piano di investimenti, rinviandone la parte più significativa relativa alla costruzione del nuovo stabilimento, ma, impegnandosi ad effettuare entro l'anno 2009, 9.000.000 di euro d'investimenti;
nel frattempo la controllante Ronal ha proseguito gli investimenti presso altri stabilimenti all'estero del gruppo, nella tecnologia acquisita con Speedline, e avviato la stessa produzione nonostante nello stabilimento Salese i volumi siano scesi ad un livello assolutamente insufficiente a garantire la sopravvivenza della Speedline;
in data 12 gennaio 2010 Speedline ha chiesto una proroga della cassa integrazione straordinaria;
la decisione di non procedere con gli investimenti previsti, la recente decisione di dirottare una parte significativa della produzione verso gli stabilimenti esteri e la situazione che vede l'azienda perdere più di un milione di euro ogni mese, rendono manifesta la volontà di non mantenere fede agli impegni inizialmente presi;
alla luce di quanto sopra, si teme quindi che la Speedline possa perdere clienti di importanti case automobilistiche, causando la chiusura dell'azienda e mettendo a rischio il lavoro di 550 dipendenti -:
quali iniziative il ministro interrogato intenda adottare per evitare la chiusura di un'altra importante azienda che causerebbe un ulteriore danno alla economia italiana, e se si ritenga opportuno instaurare un tavolo di trattative tra i lavoratori della Speedline, l'azienda controllante Ronal e il Governo per raggiungere insieme un accordo che possa tutelare il lavoro dei cittadini interessati.
(4-06096)